Resoconto della seduta n.103 del 26/06/2018
SEDUTA N. 103 DEL 26 GIUGNO 2018

La seduta inizia alle ore 10,45

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 103 del 26 giugno 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 102 del 12 giugno 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Commemorazione Gilberto Gasperi

PRESIDENTE. Nei giorni scorsi è mancato a Fossombrone Gilberto Gasperi, già Vicepresidente del Consiglio regionale dal 2002 al 2005, decano della destra marchigiana, storico segretario del Movimento sociale italiano, per poi passare nel 1995 tra le file di Alleanza Nazionale.
Ha dedicato la sua vita alla politica ed all'impegno istituzionale, prima come consigliere provinciale, poi con l'elezione in Regione dove è rimasto per 10 anni dal 1995 al 2005, entrando a far parte di diverse Commissioni.
Altra sua grande passione quella dell'insegnamento che l'ha visto protagonista prima come allievo e poi come insegnante all'Istituto tecnico agrario Cecchi.
Dottore agronomo è stato anche Presidente dell'Ordine di settore della Provincia di Pesaro.
Da parte dell'Assemblea giungano quindi alla famiglia le mie più sentite condoglianze.
Propongo all'Aula un minuto di silenzio.

(l'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Faccio una comunicazione unica rispetto a quello che è stato deciso nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi e cioè:
- iscrizione, al primo punto dell’ordine del giorno, della mozione n. 372 dei Consiglieri Urbinati e Giacinti sulla “Crisi occupazionale alla Whirpool di Comunanza”, abbinata all'interrogazione n. 638 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura;
- iscrizione al punto 2 bis della proposta di deliberazione n. 23 sulla “Ulteriore proroga del termine di conclusione dei lavori della Commissione d'inchiesta su Aerdorica”;
- iscrizione della mozione n. 374 “Nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino marchigiano dopo la sequenza sismica del 2016-2017 e Patto per la ricostruzione e lo sviluppo” e ritiro automatico della mozione n. 371.
Se non ci sono obiezioni, do per approvate queste proposte di modifica all'ordine del giorno. Quindi apriamo la seduta con il primo punto.

Mozione n. 372
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Giacinti
“Crisi occupazionale alla Whirpool di Comunanza”

Interrogazione n. 638
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni
“Ridimensionamento dello Stabilimento Whirlpool di Comunanza”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 372 dei Consiglieri Urbinati, Giacinti e l'interrogazione n. 638 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti, buongiorno anche alle rappresentanze sindacali ed ai lavoratori dello stabilimento Whirpool di Comunanza che abbiamo audito poco fa nella Conferenza dei capigruppo.
Ci troviamo a fronteggiare l'ennesima vertenza sindacale nella nostra regione dopo un periodo che ci ha visto con diversi focolai aperti sulle crisi industriali.
La Whirpool, ex Indesit, ex Ariston, non è nuova purtroppo a delle vertenze, le abbiamo già vissute negli anni passati, tant'è che appena ci insediammo era appena stato siglato l'ultimo piano industriale, quello che già prevedeva degli esuberi e come molti piani industriali purtroppo, ma questa è la legge del mercato, si affidava al mercato stesso per la realizzazione di determinati numeri che dovevano portato ad una produzione piena negli stabilimenti marchigiani, per quanto ci interessa.
Così purtroppo non è andata, tant'è che è notizia, cronaca di queste ultime settimane, di questi ultimi mesi, che l'azienda nel nuovo piano industriale prevede ulteriori 131 esuberi. Parliamo di numeri importantissimi sotto tanti punti di vista, non solo da quello occupazionale, ma parliamo di numeri molto importanti dal punto di vista della sostenibilità dello stabilimento perché chi ha qualche nozione di cultura industriale, chi ha qualche nozione del mondo delle attività produttive, sa benissimo che la produzione di uno stabilimento del genere verrebbe fortemente compromessa con un numero di dipendenti che scende sotto le 500 unità. Quindi la preoccupazione in questo momento è doppia, non è solo per i 131 esuberi, ma anche per il futuro dello stabilimento.
Io ed il Consigliere Giacinti abbiamo preso l'iniziativa di presentare questa mozione in quanto siamo rappresentanti di quel territorio, ma è un'iniziativa che la maggioranza consiliare voleva prendere fortemente. C'è stata una grande attenzione sin dal primo momento, arrivato al culmine con l'approvazione di un emendamento che noi volevamo avesse un’efficacia di due anni, siamo riusciti solo a prorogarlo per sei mesi, grazie anche allo sforzo compiuto da tutti i Parlamentari del nostro territorio, in particolare dal senatore Francesco Verducci.
Ora l'impegno dovrà essere superiore anche perché noi abbiamo visto un atteggiamento dell'azienda, un atteggiamento di Whirpool Italia ed un atteggiamento che l'azienda sta avendo in tutta Europa, che è quello dei poli specializzati,
Ne abbiamo discusso nelle Commissioni, la settimana prossima discuteremo in quest'Aula il provvedimento di industria e impresa 4.0, quindi sappiamo benissimo che la specializzazione di un sito produttivo è quell'elemento che può mantenere i posti di lavoro e può sempre di più specializzare una singola produzione. Ce lo hanno spiegato molto bene anche i lavoratori della Whirpool poco fa in Conferenza dei capigruppo, quindi ora a noi spetta il compito di scongiurare questi esuberi, poi gli Assessori illustreranno le iniziative che abbiamo e che metteremo in campo.
Peccato, ci auguravamo che la questione della Cassa integrazione e della proroga potessero arrivare oltre i sei mesi, però non ci fermeremo qui, ci sarà un incontro importante il 6 luglio dove credo che tutte le forze politiche di questo Consesso dovranno assumere un atteggiamento politico su una situazione straordinaria, non solo per quanto riguarda gli esuberi, per quanto riguarda la crisi aziendale, ma una situazione straordinaria per quello che è accaduto nel nostro territorio e non potrà passare inosservato neanche il 6 luglio a Roma, al Ministero, il fatto che a Comunanza, Villa Pera, siamo pieno cratere sismico.
Noi negli ultimi due anni l’abbiamo visto e l’abbiamo vissuto tutti in questa Aula, spesso abbiamo fatto anche qualche polemica, però i Parlamentari oggi al Governo, che fino a qualche mese fa erano minoranza, i Parlamentari oggi in minoranza che fino a qualche mese fa erano al Governo, tutti indistintamente, hanno preso impegni che vanno in un senso: la ricostruzione parte dai territori, la ricostruzione parte dal lavoro, il lavoro è l'elemento principale per poter tornare a vivere in quei posti e per poter mantenere l'impegno delle persone, per far vivere quei posti.
Credo quindi che lo stabilimento di Comunanza debba diventare l'emblema della ricostruzione per quanto riguarda il lavoro nella nostra regione, però qui ci vuole uno sforzo ed un impegno di tutti.
Noi stiamo facendo la nostra parte, era importante per noi, e ringrazio anche i colleghi sia di maggioranza che di minoranza che hanno condiviso il percorso di anticipare ad oggi questo punto, perché questo deve riguardare tutti, quindi bene l'incontro del 6 luglio, bene gli impegni che stiamo prendendo come Giunta e bene gli impegni che prenderà il Governo nazionale.
Questa per noi non è una partita qualunque, questa è una partita importante perché credo che da lì potremmo gettare le basi del lavoro in quelle aree e i 131 posti di lavoro in un colpo solo potrebbero compromettere tutti quei progetti che noi abbiamo iniziato con tanta fatica e con tanti sacrifici e che quelle popolazioni stanno portando avanti. Quindi non rendiamo vano quel lavoro e cerchiamo tutti insieme di scongiurare questi 130 esuberi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Prima che si apra il dibattito, chiedo la risposta all’interrogazione

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta all'interrogazione, l'Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Anch'io saluto il Consiglio, le rappresentanze sindacali e i lavoratori.
La risposta è condivisa con l'Assessore Bora che segue la parte dello sviluppo produttivo, poi purtroppo siamo giunti ad una vertenza e quindi subentro io con altri tipi di interventi. Quindi vi tedio un attimo di più per dire qual è lo storico di questa vicenda della Whirpool.
Innanzitutto la Regione ha sempre seguito puntualmente ogni sviluppo degli insediamenti produttivi della Whirpool, con una attenzione particolare sia per la situazione occupazionale dei siti esistenti, sia per i nuovi investimenti, e tendo a ribadire che la Regione è sempre stata presente a tutti i tavoli della Whirpool.
Il secondo punto è che la Regione è stata impegnata a favorire i processi di investimento che Whirpool ha previsto ed è pronta a supportare programmi di formazione e tutto ciò che viene richiesto dall'azienda. Debbo dire, mi dispiace che non ci sia il nostro Presidente, che abbiamo già avuto un incontro a Roma e in quell'occasione abbiamo dato la disponibilità sui fondi Fesr e Fse ad ogni tipo di iniziativa che possa andare a sorreggere il piano industriale.
Quello che chiediamo e che ci aspettiamo, lo vorrei dire in maniera molto chiara, è che nell'incontro del 6 luglio vengano rivisti gli esuberi e venga presentato un chiaro piano industriale perché ogni attività della Regione è buona, ma bisogna capire che cosa si intende fare.
Il terzo punto è che c'è stato un accordo di programma, e qui faccio breve la storia perché la sapete, dal 2016 al 2017.
Ci sono due questioni importanti che vanno comunicate qua, la prima è un piano di sviluppo su cui l'Assessore Bora ha investito fondi Fesr per la filiera di imprese ed organismi di ricerca e la Whirpool è stata ammessa ad un investimento di 800.000 euro che si è concluso il 5 maggio 2018, che è ancora in via di liquidazione perché manca una rendicontazione da parte dell'azienda; la seconda è che in questo accordo di programma c’è un cofinanziamento della Regione la quale non è venuta meno ed ha assicurato questo cofinanziamento.
Dico di più, siccome si parla di altre Regioni, direi che questo cofinanziamento che la Regione ha fatto, ha avuto anche un impegno della Regione Campania nel reperire i fondi. Questo ci tengo a dirlo perché ero presente ai tavoli, quindi non è vero che c'è stato questo grande investimento di altre Regioni rispetto alla nostra, mi sono informata sulla Toscana e su altro, ci sono storie diverse e tutti hanno avviato le stesse misure che noi abbiamo sempre messo a disposizione, che sono quelle dello sviluppo del Fesr, della formazione continua e della ricollocazione dei lavoratori da parte del Fsr.
Venendo a momenti più recenti la riorganizzazione delle attività di Whirpool in Italia comporta nei piani dell'azienda, una specializzazione del sito produttivo di Comunanza nella produzione delle lavasciuga biancheria con conseguente trasferimento, come sapete, nel corso del 2020/2021 della produzione delle lavatrici a carica frontale, attualmente prodotte a Comunanza, nel sito di Napoli.
Si parla di 131 esuberi riconducibili, vi do un po' di date, ma dobbiamo verificarle tutte, a 99 e sicuramente non ci basta questo. La Giunta ha detto no nell'incontro che abbiamo fatto il 7 giugno 2018 ed il Presidente Ceriscioli ha detto che intende salvaguardare la capacità produttiva dello stabilimento di Comunanza. Questo incontro l’abbiamo fatto con l'amministratore delegato, con il responsabile delle risorse umane e con il responsabile delle relazioni istituzionali, anche perché è stato portato avanti il discorso dell'indotto, che è molto più significativo a livello di esuberi dei 131 lavoratori. Quindi la Regione si è impegnata non solo per la sopravvivenza di Comunanza, ma si è impegnata nel dire che questo trasferimento in un momento veramente drammatico per il nostro territorio non sa da fare.
Il 6 luglio prossimo abbiamo la conferma di un secondo incontro e qui subentra la parte più relativa alle mie deleghe rispetto a quello che ho letto finora.
Noi abbiamo attualmente un contratto di solidarietà difensivo, la cui scadenza è al 31 dicembre 2018. L'ultima telefonata con il Direttore generale divisione ammortizzatori sociali è di ieri sera alle 19,30 ed abbiamo cercato di mettere insieme le opportunità ed il pacchetto da proporre il 6 luglio.
Primo punto, l'immediata priorità di assicurare la disponibilità degli ammortizzatori sociali da gennaio 2019 a settembre 2020, ed è quello che diceva il Consigliere Urbinati, sul quale si sono mossi i nostri Parlamentari ed è su questo che si sta lavorando perché sei mesi sono pochi, vogliamo andare oltre questi sei mesi, detto in parole povere.
La Regione Marche è impegnata nello studio di una serie articolata di misure che richiedono tutta la collaborazione del Governo centrale per la necessaria disponibilità degli ammortizzatori per l'intero periodo di riferimento.
Adesso vi declino le misure: punto 1) abbiamo richiesto una norma ad hoc che consenta alla Whirpool di fruire in deroga di altri ammortizzatori sociali fino a settembre 2020, mese in cui dovrebbe ricaricarsi il quinquennio mobile; punto 2) concessione regionale di 12 mesi di Cig in deroga, utilizzando i fondi residui già stanziati e solo in parte utilizzati, di cui all'articolo 44, comma 11 bis, del decreto 148, rientrando Comunanza nell'area di crisi complessa del Piceno-Valvibrata, e qui è necessaria una deroga normativa a livello legislativo. Questo riguardava la telefonata di ieri sera con il Direttore generale divisione ammortizzatori sociali; punto 3) previsione normativa di utilizzo dei fondi a disposizione della Regione Marche e accertati dall'INPS, di cui all'articolo 44148 del 2015 al fine di concedere ai lavoratori della Whirpool, del sito produttivo di Comunanza, dodici mesi di Cig in deroga; altro punto, possibilità di utilizzare i fondi residui per il sistema del centro Italia, già stanziati per il sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti, di cui all'articolo 45, comma 1, n. 189 necessaria una deroga normativa a livello legislativo.
C’è l'emendamento del sen. Verducci sul quale non mi addentro perché ne ha parlato il capogruppo, però vorrei ribadire una cosa, noi ci stiamo muovendo per assicurare gli ammortizzatori, questi sono i punti fondamentali, ci stiamo muovendo perché tra l'area di crisi e il sisma venga fatta una deroga ad hoc per Comunanza e su questo il Ministero, nella figura del Direttore generale divisione ammortizzatori sociali, ci ha assicurato la massima solidarietà.
Su questo stiamo lavorando ed è per questo che i nostri incontri a Roma sono così frequenti con il Ministero e non solo con la Whirpool.
Per il discorso Whirpool, tenendo conto della mozione e dell'interrogazione, la Regione ha dato ampia disponibilità e ne aggiungo anche un'altra, il reshoring, stiamo lavorando sulla possibilità di far tornare dalla Polonia 50 lavoratori a Comunanza.
Non vi posso dare certezze su una questione che ci vede impegnati in prima linea, però mi rifiuto di acconsentire al fatto che si dica che la Regione non è stata presente su questi tavoli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho ascoltato l'Assessore e mi sembra di aver capito che nella sostanza non c'è nessun problema per quanto riguarda questo territorio, ma pochi minuti fa non c'è arrivata la stessa comunicazione da parte dei rappresentanti dei lavoratori e allora credo, Assessore Bravi, che qualche problema ci sia.
Lei ha risposto all’interrogazione dicendo che c'è un percorso nel quale stiamo definendo tutte queste cose, invece io credo che questa cosa non ci sia e noi siamo - aggiungo un elemento in più alla discussione - in una situazione non solo drammatica dovuta al terremoto, ma sugli Appennini il nostro territorio soffre per la mancanza di investimenti. Questo è il problema essenziale e questa Regione non l’ha ancora affrontato in queste realtà territoriali, magari prevedendo degli incentivi che facciano arrivare dei capitali per nuove attività lavorative, chiusa la parentesi.
Per quanto riguarda l'accordo nazionale la Regione Marche, non volevo fare polemica, ma lo dico per la cronaca e per quest'Aula, che almeno i muri di quest'Aula sentano, non era presente al tavolo del confronto nazionale, perché la casella “Marche” è bianca, non so chi doveva partecipare e non voglio entrare nel merito, però nella casella “Marche” non c'è nessuno.
Quando vi si dice che qualche problema c'è, si fa una affermazione veritiera, perché il contenzioso sta lì, la vertenza sta lì, e sapete meglio di me che ci sono Regioni che hanno un peso politico più grande che nasce da una densità abitativa maggiore, sono Regioni più importanti e ci sono Capoluoghi di Regione che premono in modo più pressante rispetto ad altri territori italiani. Credo che qui siamo un po' distanti dall'aver affrontato il problema in termini amministrativi.
Questa mattina vedo una mozione che invita l'Aula a discutere di questo problema, e gliene do atto, ma la Giunta non ha mai presentato una cosa di questo genere.
Credo che esistano dei problemi, da oggi dovremmo sterzare in modo diverso, se quest'Aula cambia l'impostazione che avete dato fino ad oggi credo che si possano fare dei passi avanti, ma bisogna cambiare seriamente, anche sfruttando gli incontri nazionali e portando una proposta delle Marche per questi territori che soffrono a causa del problema occupazionale. Noi dobbiamo portare qualche nostra proposta, non una semplice difesa immediata perché con una difesa più ampia del territorio si difende automaticamente anche l'attuale situazione.
Questo è il problema politico che noi abbiamo sollevato più volte dentro quest'Aula. Noi abbiamo territori che soffrono, su questo argomento è stato fatto un Consiglio ma in modo parziale perché abbiamo dedicato al tema del lavoro solo una mezza giornata.
Ci sono dei territori in difficoltà e un pezzo di questi territori fa parte di un altro territorio. Siamo ancora in tempo a correggere l'impostazione, però ci vuole autorevolezza, ci vuole l'unità di quest'Aula, probabilmente doveva essere stata chiesta prima, ma credo che occorra avere una proposta che contenga anche il domani, perché noi dobbiamo presentare un progetto.
Vanno bene i 50 operai che potrebbero essere attirati a Comunanza, ma noi dobbiamo presentare un progetto che preveda incentivi a lunga durata per questi territori, affinché si possa ricreare maggiore occupazione. Questo deve essere il progetto politico, in quale forma tecnica non lo so, magari un intervento sul costo del lavoro con la defiscalizzazione degli oneri, le tasse, l'energia. E’ possibile chiedere una serie di interventi perché siamo in una situazione difficile.
Dico questo perché la nostra regione è diversa dalle altre, l'economia è fatta da 160.000 aziende, una miriade di piccole aziende che lavorano anche per le grandi.
Bisogna trovare delle soluzioni, bisogna fare un progetto di attrazione di capitali verso queste realtà, dando una risposta immediata anche ai lavoratori che contestualmente possono trovare una soluzione.
Di questo noi siamo matematicamente convinti, questo l'ho già detto in quest'Aula e lei Assessore mi ha risposto con una battuta: “Cosa vuol dire vertenza?” Io le ho risposto dicendo che bisognava aprire una vertenza Regione Marche/Governo centrale perché dovevamo avere dei canali particolari, poco tempo fa in Aula ho detto queste cose. Questo è il passaggio e noi dobbiamo superare questa cosa.
Il Governo è cambiato, andiamo a verificare, perché queste sono le condizioni per il territorio marchigiano, altre realtà non sono nemmeno paragonabili al tessuto economico di questa regione.
Questa è la sfida che va posta con autorevolezza, Vertenza Marche con i rappresentanti dei lavoratori, con il Consiglio regionale, ma non per chiedere la luna, per chiedere due o tre cose necessarie per questi territori, per poter salvare oggi questa azienda.
Dobbiamo intervenire sull’azienda, aiutandola a superare le proprie difficoltà, è in un territorio dove le comunicazioni, i servizi, le infrastrutture non ci sono e per questi problemi vanno trovate delle soluzioni, per far si che le imprese rimangano.
In questa Aula tutti dobbiamo convincerci che se non ci sono dei percorsi particolari per questi territori, le imprese se ne vanno e noi dobbiamo farle rimanere e ne dobbiamo far arrivare altre. Questa è la scommessa.
A questo punto si chiude il cerchio e si potrebbe chiudere anche in termini positivi, non è importante chi lo chiude, l’importante è che venga chiuso dopo aver intrapreso questo tipo di percorso, un percorso di grande respiro che dia serenità ai lavoratori e che non li spinga in Regione a chiedere un intervento.
Voi che potete frequentare i “palazzi” per fare gli accordi dovete portare questo messaggio. Noi abbiamo delle zone in crisi e non possiamo distribuire i soldi e non li distribuiremo mai ai lavoratori perché un maledetto Isee blocca i finanziamenti. Per cosa abbiamo questi soldi messi da una parte se non possiamo distribuirli? Questo dimostra che i meccanismi vanno rivisti perché così come sono non portano al superamento dei problemi. Questa è la drammaticità della cosa.
Credo che se lavoriamo tutti insieme, ponendo all'attenzione del Governo la situazione in cui versa il territorio marchigiano, si possa arrivare alla soluzione dei problemi, partendo proprio dalla Whirpool e da Comunanza, attraverso l'impostazione di una vertenza a grande respiro che salvi oggi i posti di lavoro e faccia guardare con fiducia al domani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Non c'è molto da dire oltre quello che è già stato detto, però voglio far notare che questo non è un problema che è esploso oggi, dopo l'emendamento del sen. Verducci ci siamo ricordati che esiste il problema Whirpool come problema nelle Marche, che tra l'altro non è il solo purtroppo.
Quindi non è un problema nuovo, non dobbiamo cantare vittoria, come qualche esponente del PD ha fatto, per i sei mesi di proroga degli ammortizzatori sociali, che sono una panacea per i lavoratori perché alla fine del periodo si trovano praticamente in mezzo alla strada.
Credo che la ricollocazione di queste persone, che potrebbero rimanere senza lavoro ed in mezzo alla strada, dovrebbe essere l'inizio di un percorso di nuova formazione, come intendiamo fare noi con il reddito di cittadinanza e con la riforma dei Centri per l'impiego, cioè dare la possibilità ai lavoratori di non essere monotematici sul lavoro, ma di avere la possibilità di svolgere altri lavori, di essere ricollocati, perché nei prossimi 10 anni il 50% dei lavori che ci sono oggi non ci saranno più e dire che un lavoratore deve saper fare solo un determinato tipo di lavoro è fuorviante e sbagliato.
Questo è l'intendimento che noi abbiamo con il reddito di cittadinanza, non è dare ammortizzatori sociali, ma ricollocare le persone dando loro una nuova formazione, secondo le loro attinenze e portarle, anche a 50 anni, a percorrere una via che possa essere gratificante sia per l'aspetto personale che monetario.
Noi voteremo questa mozione anche perché l'emendamento del sen. Verducci è stato votato all'unanimità, l’abbiamo votato anche noi, quindi su questo non ci sono problemi.
L'Assessore Bravi parlava dell'area di crisi complessa, non credo che a breve possa essere la soluzione dei problemi perché come abbiamo visto nel Piceno circa 17 milioni di euro hanno creato 120 posti di lavoro, con un costo per ogni lavoratore esorbitante per cui penso che le soluzioni siano altre. Credo che il ricollocamento, qualora queste centinaia di persone perdano il lavoro, e la formazione di altri percorsi siano l'unica soluzione possibile anche per dare delle possibilità alle persone che lavorano nei territori, come Comunanza, colpiti dal sisma.
Credo che le alternative bisogna crearle, ma prima di crearle bisogna far capire ai lavoratori che è finito un certo tipo di percorso e deve iniziarne un altro. Noi ci siamo e credo che con l'aiuto di tutti si possa far rinascere le Marche. Qualcosa a breve riusciremo a fare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Voglio dare il mio contributo su questo tema molto importante. Questa parte di territorio oltre a questa criticità, legata ad aspetti industriali, presenta anche una problematicità legata al ben noto sisma che tra il 2016 e il 2017 ha colpito queste zone.
Questo aspetto secondo me può avere un ruolo importante in tutta la vicenda perché se andiamo ad analizzare la filosofia che ha ispirato gli interventi di ricostruzione legati al sisma, la troviamo improntata alla ricostruzione delle comunità, di tutti gli elementi che possono essere decisivi per il proseguo di una vita comunitaria com'era prima degli eventi disastrosi.
La grande messe di risorse che sono state date e che spero che anche questo nuovo Governo continui a dare per la vera e propria ricostruzione, che ovviamente si estenderà per più anni perché non possiamo pensare ad una ricostruzione rapida viste le dimensioni, la gravità, l'estensione di tutto il fenomeno, possono senza dubbio essere utilizzate ed entrare a far parte di una trattativa più ampia, come questa mozione suggerisce. Già la Regione si è mossa in questa direzione, abbiamo sentito l'Assessore Bravi e l'Assessore Bora nella loro risposta toccare questi temi. Voglio dire che queste risorse possono entrare a far parte di una trattativa tesa a rivedere il piano industriale nella sua interezza, questo piano industriale che rispetto al primo è stato modificato e che, ci hanno detto le rappresentanze sindacali e i lavoratori, non ha avuto quelle risposte che erano state ipotizzate. Risposte che però possono essere agevolate da questa filosofia che va ad ispirare questi interventi ad ampio raggio.
Anche personalmente ho avuto occasione di sentire il Commissario per la ricostruzione dire che ad oggi non abbiamo uno strumento specifico che possa toccare questo aspetto, probabilmente l'intenzione è quella di agire in quella direzione proprio al fine di potersi inventare qualcosa, passatemi questa espressione, che possa incidere sulla soluzione del problema.
Mi permetto di inserire e mettere sul tavolo un ulteriore elemento di riflessione, quale quello della rivisitazione del piano industriale, che stavo toccando, perché c'è stato detto e raccontato che l'azienda nell'elaborazione del piano industriale fa della specializzazione dei siti produttivi un tema centrale. Allora bene, queste risorse, che derivano e possono avere la loro origine da questa filosofia della ricostruzione, una filosofia ad ampio raggio, che tocca gli aspetti economici, non solo, sociali, quindi lavorativi, industriali di un tessuto economico e produttivo, possono essere utilizzate anche per rivisitare il piano industriale alla luce di che cosa? Se è vero che si finalizza e si vuole finalizzare alla specializzazione dei siti produttivi, si pensi anche che Comunanza può essere un sito altamente specializzato per un tipo di produzione, quindi pensare anche ad un reshoring delle produzioni che sono state da tempo oggetto di delocalizzazione.
Credo che sia un tentativo plausibile tentare di riportare in Italia produzioni delocalizzate a suo tempo proprio perché vogliamo fare di ogni sito produttivo, e questa è una prerogativa ed anche una filosofia aziendale che può avere il suo rispetto, un sito altamente specializzato per un tipo di produzione, cosicché non si abbiano a creare polemiche o lotte intestine fra il sito di Napoli, di Comunanza o altri, ma si pensi effettivamente a far si che ogni sito abbia la sua strategica funzione in chiave di specializzazione.
Credo che questi elementi possono essere a sostegno di questa trattativa che è da portare avanti ed abbiamo sentito che il 6 luglio c'è questo ulteriore incontro in cui spero e auspico che tutte queste questioni possano ridare importanza e senso al sito di Comunanza.
Non bisogna dimenticare che la soluzione di questi problemi non va solo a risolvere il numero di esuberi, che oggi vogliamo scongiurare e che sarebbero di per sé deleteri per un contesto socio-economico rilevante, ma a cascata interessa tutto l’indotto di sub forniture, interessa l’economia collegata indirettamente al sito di Comunanza, anche questo dovrebbe essere un aspetto da tenere nella debita considerazione e senz'altro lo è, non solo perché la situazione ci viene rappresentata dai rappresentanti sindacali, dalla Rsu aziendale, ma è chiaro che in una economia di mercato, come quella in cui viviamo, il depotenziamento di una struttura, di un sito produttivo così importante, fa si che ci siano a cascata effetti su tutto il tessuto economico, che in un contesto sociale come quello di Comunanza può essere in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Nello specifico non vorrei soffermarmi più di tanto perché è stato già detto abbastanza, abbiamo sentito questa mattina i rappresentanti sindacali che ci hanno illustrato nel modo migliore quello che sta succedendo, le aspettative, i problemi, questa delocalizzazione che Whirpool sta pensando di fare che sarebbe un ulteriore disastro per il sud delle Marche.
Vorrei però soffermarmi per qualche minuto su un fatto sul quale la politica deve riflettere molto, su cui gli amministratori devono riflettere molto.
Credo che tutti sanno che questa è l'ennesima vertenza che noi abbiamo, a partire almeno dal 2004, nel sud del Piceno. Nel 2004 un grande colosso industriale, la Sgl Carbon, decise di andarsene e stiamo ancora cercando di capire come riconvertire gli ultimi 10/20/30 operai, dopo aver detto che avremmo riconvertito il sito in tanti modi. La politica anche lì è stata assente, soprattutto a livello nazionale e regionale. Poi sono partite grandi delocalizzazioni, almeno 12 anni fa, nel 2006/2007, un colosso come l'Alstrom, la Cartiera Mondadori, la Manuli, la BMB e poi altre.
Questa è la cosa difficile da capire e che mi fa un po' rabbia perché l'ho vissuta in prima persona, noi ancora pensiamo che i piani industriali per il sud del Piceno si facciano con gli ammortizzatori sociali, scusatemi, però la devo dire tutta! Non possiamo parlare dell’emendamento Verducci come di un grande successo se porterà a sei mesi, fino al 31 dicembre, gli ammortizzatori sociali, poi avremo probabilmente una nuova proposta fino al 2020, poi la Cig in deroga, poi i fondi residui per il sostegno per l'Italia, poi i fondi per le aree di crisi complessa, ma non abbiamo fatto nulla, non basta pensare che con la solidarietà del Ministero risolviamo il problema della Whirpool.
Qui il vero problema è la mancanza di un bel piano industriale e gli ammortizzatori sociali sono un elemento che servono per accompagnarne la realizzazione, per poter fare qualcosa di concreto che dia stabilità ad un sistema che sta morendo.
Se capiamo questo va bene, altrimenti staremo sempre qui a parlare di ammortizzatori sociali. I lavoratori hanno già dato tutto, hanno fatto i contratti di solidarietà, si sono ridotti le ore, ne hanno fatte tante. Nel sud del Piceno ho visto passare tantissime vertenze sulla pelle dei lavoratori, c'era pure un'altra azienda che faceva le sacche per il sangue, ne abbiamo avute tantissime di questo tipo.
Il primo problema è: cosa dobbiamo fare immediatamente? Dovevamo già farlo 15 anni fa per rendere stabili le strutture che c'erano, le aziende che c'erano, perché noi con queste multinazionali o con i grandi gruppi dobbiamo trattare, non possiamo chiuderci in un recinto in un momento in cui c'è già stata una globalizzazione, ognuno sta dentro al suo recinto con le sue proposte, dobbiamo trattarci per forza, siamo uomini di mondo o no? Questo è il discorso, altrimenti se l'Europa stessa, non parlo di un mondo industriale globalizzato, non riesce a livellare i costi, le retribuzioni, siamo già fregati, addirittura siamo concorrenti con la Polonia, dove il costo del lavoro è molto più basso, figuriamoci con l'India, figuriamoci con il Messico, figuriamoci con la Corea, non arriveremo da nessuna parte.
Il problema è questo: cosa possiamo fare per far rimanere le aziende che già ci sono e cosa dobbiamo fare per rendere più attrattivo il nostro territorio?
Qualcuno ha detto, e lo condivido, che noi abbiamo una zona industriale nel sud del Piceno che è la migliore delle Marche, non me ne vogliano gli altri colleghi perché ci sono altre bellissime aree industriali, però quella del sud del Piceno, che ha goduto negli anni 70/80/90 di grossi finanziamenti da parte dell'ex Casmez, è particolarmente infrastrutturata, abbiamo strade, abbiamo servizi, abbiamo acquedotti, abbiamo la metanizzazione, abbiamo tutto, fra poco avremo anche i 100 mega della fibra, infrastrutture immateriali molto forti, e noi tutti questi servizi li dobbiamo mettere sul piatto di queste aziende.
Quindi ci dovrà essere una politica industriale regionale, che unita ad una politica industriale nazionale, dia qualcosa in più a queste aziende per restare, ma soprattutto per poter tornare ad investire, perché il problema non lo risolviamo nel sud del Piceno salvando di volta in volta i 30/40/50 posti di lavoro, non facciamo così un grande servizio al nostro territorio, noi dobbiamo far si che le aziende tornino, investano ed assumano 3, 4, 500, 1000 dipendenti, perché i posti di lavoro che abbiamo perso dal 2004 in poi sono numeri stratosferici, sono decine di migliaia, non sono le 500 persone che possono essere assorbite dalle Pmi, noi abbiamo grandi numeri da riassorbire e dobbiamo dare una speranza ai nostri ragazzi per rimanere in questo territorio. Sapete perché Ascoli perde abitanti? Addirittura si è scesi sotto i 50.000 abitanti! Non perché c'è stato il terremoto, quello ha dato lo spunto, ma molti se ne sono andati dal Piceno, da Ascoli, da Casteldilama, da Roccafluvione, da Comunanza, da Acquasanta, da Arquata se ne sono andati via prima del terremoto perché non c'era lavoro e i nostri giovani da questo punto di vista sono quelli che soffrono di più in tutta la nostra regione, ovviamente a tutto questo si è affiancata la crisi del bianco di Fabriano, quindi potete immaginare complessivamente come siamo messi.
Delle due l'una, o ci mettiamo in mente di fare un grande piano industriale, sul quale devono lavorare la Regione ed il Governo, facendo un patto per le Marche …, non capisco, qualche anno fa è stato fatto, non dico nome e cognome dei Presidenti del Consiglio, perché non voglio fare polemica, un patto di sviluppo per il Molise, 700 milioni, un patto per la Basilicata, 800 milioni, un patto per Taranto, un patto per la Puglia, un patto per Cagliari, un patto per la Calabria, e non capisco, visto che noi avevamo un'area di crisi complessa che è partita dal 2004, non è partita l'anno scorso, perché non si possa fare un patto per le Marche, dove non ci diano 50 milioni che vanno suddivisi fra 37 comuni e 50 aziende, che stanno in quei territori, che ricevono 200 mila euro oppure un milione per fare un'innovazione tecnologica che non porta nulla, quella serve soltanto per sopravvivere, quando do ad una azienda 2 milioni per cambiare una linea di produzione, per abbassare i costi di produzione, questo è sopravvivere e non dà sviluppo, non crea lavoro, non crea occupazione.
Ci vuole un patto dove io possa spendere centinaia di milioni di euro, li spendo dove? Non è detto che debba regalare tutto, ma posso fare infrastrutture, posso rendere più attrattivi i territori, migliorare la viabilità interna, migliorare il sistema ferroviario dei trasporti, migliorare - transeat, chiudo qui e stendo un velo pietoso - il sistema aeroportuale. Poi posso dire alle aziende che ho una zona industriale grande, ho lotti ancora da costruire, ho stabilimenti già pronti, le sollecito a venire qua e a stringere un patto. Magari do qualcosa gratis per 10/15 anni e cominceranno a pagare da quella data, con dei contratti scritti fatti per bene, vediamo che si può fare, lo Stato può metterci qualcos'altro.
Questo è il piano industriale, e lo stesso adesso si deve fare con la Whirpool, altrimenti, anche se andiamo al tavolo dicendo che gli ammortizzatori ci possono bastare per sei mesi, poi facciamo una proroga, e che di questi 131 esuberi ne salviamo 100 e siamo a posto, il problema si ripropone perché in questa Europa, nella quale ancora non riusciamo a riequilibrare gli oneri sociali, il problema si porrà fra sei mesi, fra un anno, fra diciotto mesi e lo stesso problema si porrà per altre aziende che preferiscono andare in Polonia, in Spagna, per non parlare delle grandi aziende che delocalizzano in Asia oppure nei Paesi oltre oceano.
Noi dalla nostra parte abbiamo la professionalità e la qualità dei nostri lavoratori, la qualità del prodotto che viene fatto nel nostro territorio non ha nulla a che vedere con la qualità del prodotto che viene fatto in altri luoghi perché noi abbiamo delle professionalità che si sono costruite negli anni dal dopoguerra in poi. Sono arrivate le grandi multinazionali e sono stati creati degli spin-off molto importanti, delle aziende hanno lavorato con le grandi multinazionali e hanno contribuito a creare elevate professionalità, operai, impiegati, manager, perché anche i nostri non sono fessi, non è che tutti devono venire dall'alto a dirigere le nostre aziende. Ci sono fior di giovani e fior di manager nel territorio marchigiano, quindi questo è quello che dobbiamo fare, per cui mi auguro che questa ennesima trattativa che sta per partire sia il punto di partenza, dopo 12/14 anni, per realizzare un vero piano industriale, un patto di sviluppo per la nostra regione, che noi meritiamo così come hanno fatto le altre. Poi se sono andati in porto non lo so, noi ci impegneremo a lavorare, a controllare, senza campanili, perché sulle infrastrutture ci lavorano tutti, poi non è detto che un lavoratore deve fare sempre lavatrici, può anche cambiare azienda, può anche avere un altro compito, una professionalità nuova, l'importante che si torni ad investire nel sud del piceno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Come sempre in occasione di questi punti all’ordine del giorno, purtroppo sempre più frequenti, si sviluppa una discussione molto ampia e poco centrata su quelle che possono essere le nostre competenze, a dimostrazione del fatto che il problema è decisamente sopra di noi.
Chiedo scusa, non è un atto di partigianeria, ma mi sembra che l’unico intervento centrato riguardo alle nostre competenze, non dico che le altre cose dette non siano state interessanti, sia stato quello dell’Assessore Bravi e non poteva essere diversamente perché è compito suo, un suo dovere, poi sentiremo forse anche l’Assessore Bora, intervenire per dire cosa questa istituzione sta facendo per una situazione molto complessa che non vede la luce da parecchio tempo.
Abbiamo tanti esempi, ci siamo occupati recentemente di una azienda dell’anconetano, penso alla Teuco di Montelupone, ad un incontro pubblico a Recanati, per la quale non abbiamo fatto nessuna mozione, le cose sono andate avanti come purtroppo dovevano andare.
E’ chiaro non può esserci un atteggiamento di rassegnazione, dare una prevalenza, una evidenza a questi argomenti rispetto ad altri può avere un suo significato, serve anche a noi, colleghi, ci ricorda in quale realtà siamo, che magari sfugge a chi non è di quel territorio, ma la nostra responsabilità ci impone anche una proposta, non solo una riflessione, o una chiacchierata da salotto, o peggio ancora, come ho sentito in quest’Aula, e non mi riferisco all’intervento del Consigliere Urbinati, interventi che approfittano della situazione per fare un po’ di propaganda politica.
Penso che su questo argomento sia la cosa più squallida che si possa sentire ed evoco i tempi degli anni ‘70 anni in cui c’erano profonde crisi industriali nei quali i partiti dell’allora deprecata prima Repubblica su questi argomenti avevano perlomeno il buon gusto di non puntare il dito l’uno contro l’altro, ma di assumersi le responsabilità e da quella crisi degli anni ’70, dovuta tra le altre cose a fattori internazionali legati alla crisi petrolifera, all’oro, al dollaro ed altro, riuscimmo a venirne fuori in maniera strepitosa con successivi 15 anni di grande espansione economica.
La classe politica non deve guardare questi nostri concittadini, amici, come elettori, ma deve vedere dei cittadini che si trovano in una situazione di grave sofferenza sulla quale noi possiamo fare poco o tanto, ma quello che possiamo dobbiamo farlo con onestà e senza cercare di attribuirci meriti perché alla fine sarà molto difficile per chiunque piantare bandierine più o meno visibili.
La mia considerazione a questo riguardo è la seguente: noi nelle Marche ci troviamo ormai da circa 10/12 anni in una crisi complessiva che ha toccato, seppur in percentuali differenti, aree di nuova e di vecchia industrializzazione. Diciamo che si è cominciato con la provincia di Ancona e in parte con il pesarese poi si è arrivati ad Ascoli Piceno in maniera pesante e nel recente passato anche nelle due province tradizionalmente più industrializzate degli ultimi anni, più ricche, più dinamiche, la provincia di Fermo e di Macerata, che purtroppo hanno subìto dei pesanti contraccolpi, che hanno toccato non solo le grandi aziende come queste, di cui ci ricordiamo perché all’ordine del giorno sul tavolo non ci sono pochi dipendenti ma ben 500, ma interi comparti. Penso a quello che è successo negli ultimi 10/15 anni tra Ancona e Macerata, penso al comparto degli strumenti musicali, agli argentieri, agli orafi. Una crisi che ha toccato aziende a volte di 100/150 dipendenti, ma il più delle volte ha toccato decine di piccole e medie imprese, centinaia di aziende artigiane di cui non ci siamo quasi accorti perché per quelle non c’è l’evidenza sindacale, non c’è nessun tipo di tavolo e scompaiono lentamente e progressivamente spegnendosi una dopo l’altra.
Quindi che cosa mi sento di proporre? Questa mozione già dice molte cose, forse se ne potrebbero aggiungere altre, non ho capito se è in corso di preparazione una proposta di risoluzione, probabilmente si, se è in itinere mi permetterei di dire che, come ci viene proposto oggi dal Presidente della Giunta e dal Presidente del Consiglio una mozione che poi sostanzialmente è nello spirito degli ordini del giorno che anche in Parlamento si fanno, il Governo presenta l’ordine del giorno, e questo ha un senso, non so se il Consigliere Zaffiri lo aveva colto, non è che uno può proporli su tutto, l’amministrazione deve o può proporre degli ordini del giorno, che non sono esattamente delibere amministrative, né leggi, nei quali si chiede al Consiglio un indirizzo, una pausa di riflessione importante, significativa sul terremoto si imponeva ed hanno fatto bene i due vertici istituzionali a presentarci un atto, poi lo diremo, che più che finire con un “impegna” finisce con: facciamolo tutti, diamoci alcune linee di indirizzo che possano servire per gli atti successivi.
Credo che per quanto riguarda, lo dico soprattutto in questo caso all’Assessore Bora più che alla mia amica Bravi, naturalmente al Presidente, si imponga una riflessione di carattere generale per quanto riguarda le politiche industriali con le quali possiamo confrontarci con il Governo perché sennò questo stillicidio, che ci auguriamo finisca presto, potrebbe continuare se manca una strategia di natura complessiva e se si sa o se si può sapere se ci sono alcune cose che si possono fare, che la Regione insieme al Governo può fare, sennò parliamo di niente ed io a parlare di niente non ci sto. Niente è una parola bruttissima, per me è peggio del male, perché male è già fare qualcosa, diceva il buon Dante, niente vuol dire non fare nulla.
Parlare di niente non serve a nulla, quello che invece è utile è capire se possiamo mettere in atto, attraverso i fondi europei, attraverso modifiche di natura legislativa, iniziative che possiamo veicolare sui territori in nome e per conto del Governo, con le categorie industriali artigiane e commercianti. Vedere se questo può servire a ridare respiro ad una situazione che oltre alla Whirpool, ne conosce e ne vede tante altre.
Questo è un ragionamento che si potrebbe fare, non so se in questa mozione o in altra, Consigliere Urbinati, però metterei due righe nelle quali diciamo che vogliamo cogliere questa occasione per inserire la Whirpool dentro un discorso di carattere più generale, sperando che questo discorso di carattere più generale si concluda presto e possiamo immaginare …, non so cosa perché faccio fatica a fare alcuni ragionamenti perché ci siamo abituati anche in quest’Aula a buttare lì le cose e alla fine il problema è che qualcuno della stampa raccolga l’idea o l’ideuzza e facciamo i belli per un giorno. A me questo atteggiamento non piace, soprattutto su situazioni gravi e profonde come questa.
Credo che al di là di quello che il Governo, ce lo ricordava il Consigliere Giorgini, sta immaginando di fare, noi dovremmo dire cosa possiamo fare per nostra parte. Vedo quello che succede nel resto del mondo, intanto ci vogliono i soldi se noi chiediamo alle aziende di investire, come è stato il caso della Teuco che ho seguito direttamente. Poi va bene, il Governo fa queste proposte anche un po’ buffe tramite il Ministro del lavoro quando dice che dobbiamo stare dentro le trattative sindacali, aumentiamo il campo dei chiacchieroni, aumentiamo il campo dei controlli come se fosse una questione di trasparenza, il vero problema non è stare nelle trattative o mandare il Deputato o il Consigliere regionale che va lì a dire ai lavoratori bravi, che facciamo? Qui dobbiamo prenderci la responsabilità seria e dire se c’è la possibilità di creare un fondo come c’era una volta, dico una stupidaggine, di 500 milioni di euro, di 300 milioni di euro, di 200 milioni di euro e diamo lo sgravio fiscale proporzionale, del 15/20/30%, alle aziende in crisi che rinvestono, che ricreano lavoro, non so se esiste, ma questo è un ragionamento che con il Governo si può fare.
Questa è una cosa concreta, perché non si può andare da una azienda e dirle di continuare, di investire se perde! Quella non avrà nessuna intenzione di farlo.
Di politiche industriali non se ne parla da 30/35 anni in questo Paese perché era troppo di sinistra per qualcuno, troppo di destra per altri e quindi siamo fermi. Qualcosa bisogna inventarsi in questa prospettiva! Poi qual è il prezzo da far pagare ai lavoratori? I prezzi vengono pagati passaggio per passaggio, vedo ad esempio delle soluzioni tedesche, capisco che a qualcuno dà fastidio quando qui citiamo la Germania, molto più oneste, perché il sindacato tedesco con la Confindustria tedesca dicono: facciamo un sacrificio, per un anno, per due anni, per tre anni, decurtiamo lo stipendio, diminuiamo le ore di lavoro, mettiamo in sospensione un certo numero di lavoratori, ma in Germania non lo fanno, lo fanno molto raramente perché sanno che un lavoratore parcheggiato è un lavoratore che si deprofessionalizza, meglio farlo lavorare 15/20 ore e tutti di meno.
Queste sono soluzioni intelligenti, possono dipendere da noi come Regione? Non lo so, le possiamo mettere in campo? Possiamo chiedere al Governo? Possiamo diventare una Regione pilota che ha avuto ed ha una diffusa presenza di natura industriale ed artigianale e quindi possiamo essere un esperimento per il resto del Paese? Su questo bisogna mettere soluzioni concrete sennò ripeteremo sempre le stesse cose, chiediamo la cassa integrazione ordinaria, straordinaria, suppletiva, speciale, da terremotati, ci possiamo inventare di tutto, ma sempre quella è, e non veniamo fuori dal ragionamento.
Ho visto qualche luce negli interventi del Consigliere Giorgini e del Consigliere Celani. Il Consigliere Giorgini onestamente dice che dobbiamo anche riprendere il discorso perché non serve andare avanti come siamo andati avanti fino ad oggi, bisogna pensare alla produzione, bisogna pensare all’investimento, ma rispetto a questo non si può neanche dire la Regione non ha fatto nulla, non è stato fatto niente, perché la Regione non ha gli strumenti per farlo.
Allora, o lo mettiamo anche nella famosa contrattazione delle nostre competenze …, forse ho capito male, se ho capito male chiedo scusa, però la Regione potrebbe anche metterlo nella contrattazione, possiamo averla questa libertà? Il Governo ci dà la libertà di fare leggi in materia di lavoro, in materia industriale? Ci mette in condizione di riorganizzare questo mondo?
Credo che queste siano cose concrete e che il caso Whirpool, che è veramente grande e clamoroso ed ha bisogno di tutta l’assistenza possibile ed immaginabile, possa essere l’inizio per una impostazione nuova e produttiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Alcune brevi considerazioni anche perché considero centrali ed importanti gli interventi dei colleghi Urbinati e Giacinti, quindi non debbo aggiungere molte cose, anzi intervengo per sottolineare un altro aspetto.
Ha ragione ovviamente chi ricordava le vertenze che ci sono state in questi ultimi anni, tante, molte; alcune si sono chiuse positivamente. Abbiamo visto più volte in quest’Aula i lavoratori della Fincantieri, con il martedì della collera, e la vertenza Fincantieri è stata una di quelle che si è chiusa positivamente grazie anche ad una ferma volontà del Gruppo, ma soprattutto di quei lavoratori che hanno avuto una tenacia nella lotta con un’azione che non può che avere la nostra ammirazione.
Perché faccio questo riferimento al valore della lotta? Perché noi siamo uomini delle istituzioni, ma siamo anche persone non estranee alla lotta e, visto che parliamo della Whirpool, voglio ricordare quella grande manifestazione del 12 luglio 2013 a Fabriano, presenti tantissimi lavoratori, una manifestazione di popolo e di lavoratori, una manifestazione nazionale. C’erano i lavoratori della Campania, dell’Umbria, delle Marche, di Comunanza, di Fabriano e di tutti i comuni toccati allora dal piano di riassetto della Indesit, è stata una grande manifestazione contro quel piano di riassetto, perché di esuberi ne prevedevano ben 1.425!
Credo che la mozione sia puntuale, non solo mette in evidenza la difficoltà dei lavoratori dello stabilimento di Comunanza, ma mette in evidenza anche la situazione dei Comuni del cratere e da questo punto di vista concordo con quanto ha detto il Consigliere Zaffiri sulla necessità non soltanto per questa località e per questa vertenza di attrarre investimenti anche con nuovi insediamenti, quindi mantenere quelli che ci sono e fare in modo di attrarre investimenti e questa credo che sia sicuramente una proposta interessante.
Quel tipo di iniziativa e le tante altre che ci sono state anche qui nelle Marche, da Fabriano a Comunanza, hanno messo in evidenza un legame profondo, una appartenenza tra lavoro, territorio, comunità, reddito dei lavoratori e delle famiglie.
Quindi noi dobbiamo fare in modo che la produzione degli elettrodomestici, ad esempio, possa continuare garantendo lavoro e prospettive industriali. Il polo degli elettrodomestici è un punto di forza del made in Italy, è sicuramente un orgoglio italiano e marchigiano e noi con la mozione o con gli altri provvedimenti che quest’Aula oggi vorrà prendere …, sarà poi il capogruppo insieme al Consigliere Giacinti che sono i presentatori di questa mozione a vedere altri strumenti che possono essere adottati oltre all’approvazione della mozione.
Con quell’importante provvedimento, lo voglio ringraziare non per senso di appartenenza, ma per senso di responsabilità, il sen. Francesco Verducci ha saputo portare questa vertenza a livello nazionale ed era così motivata, così forte, così documentata che ha visto l’approvazione anche da parte della maggioranza del Governo.
Questo provvedimento, il provvedimento del Governo, altre iniziative, noi vogliamo che prevalgano strategie, responsabilità, innovazione, ricerca, quindi una risposta ai Comuni del cratere e una risposta ai lavoratori vogliamo darla anche con il mantenimento di insediamenti produttivi e in qualche modo anche con la creazione di altri stabilimenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Alcune brevi considerazioni anche perché considero centrali ed importanti gli interventi dei colleghi Urbinati e Giacinti, quindi non debbo aggiungere molte cose, anzi intervengo per sottolineare un altro aspetto.
Ha ragione ovviamente chi ricordava le vertenze che ci sono state in questi ultimi anni, tante, molte; alcune si sono chiuse positivamente. Abbiamo visto più volte in quest’Aula i lavoratori della Fincantieri, con il martedì della collera, e la vertenza Fincantieri è stata una di quelle che si è chiusa positivamente grazie anche ad una ferma volontà del Gruppo, ma soprattutto di quei lavoratori che hanno avuto una tenacia nella lotta con un’azione che non può che avere la nostra ammirazione.
Perché faccio questo riferimento al valore della lotta? Perché noi siamo uomini delle istituzioni, ma siamo anche persone non estranee alla lotta e, visto che parliamo della Whirpool, voglio ricordare quella grande manifestazione del 12 luglio 2013 a Fabriano, presenti tantissimi lavoratori, una manifestazione di popolo e di lavoratori, una manifestazione nazionale. C’erano i lavoratori della Campania, dell’Umbria, delle Marche, di Comunanza, di Fabriano e di tutti i comuni toccati allora dal piano di riassetto della Indesit, è stata una grande manifestazione contro quel piano di riassetto, perché di esuberi ne prevedevano ben 1.425!
Credo che la mozione sia puntuale, non solo mette in evidenza la difficoltà dei lavoratori dello stabilimento di Comunanza, ma mette in evidenza anche la situazione dei Comuni del cratere e da questo punto di vista concordo con quanto ha detto il Consigliere Zaffiri sulla necessità non soltanto per questa località e per questa vertenza di attrarre investimenti anche con nuovi insediamenti, quindi mantenere quelli che ci sono e fare in modo di attrarre investimenti e questa credo che sia sicuramente una proposta interessante.
Quel tipo di iniziativa e le tante altre che ci sono state anche qui nelle Marche, da Fabriano a Comunanza, hanno messo in evidenza un legame profondo, una appartenenza tra lavoro, territorio, comunità, reddito dei lavoratori e delle famiglie.
Quindi noi dobbiamo fare in modo che la produzione degli elettrodomestici, ad esempio, possa continuare garantendo lavoro e prospettive industriali. Il polo degli elettrodomestici è un punto di forza del made in Italy, è sicuramente un orgoglio italiano e marchigiano e noi con la mozione o con gli altri provvedimenti che quest’Aula oggi vorrà prendere …, sarà poi il capogruppo insieme al Consigliere Giacinti che sono i presentatori di questa mozione a vedere altri strumenti che possono essere adottati oltre all’approvazione della mozione.
Con quell’importante provvedimento, lo voglio ringraziare non per senso di appartenenza, ma per senso di responsabilità, il sen. Francesco Verducci ha saputo portare questa vertenza a livello nazionale ed era così motivata, così forte, così documentata che ha visto l’approvazione anche da parte della maggioranza del Governo.
Questo provvedimento, il provvedimento del Governo, altre iniziative, noi vogliamo che prevalgano strategie, responsabilità, innovazione, ricerca, quindi una risposta ai Comuni del cratere e una risposta ai lavoratori vogliamo darla anche con il mantenimento di insediamenti produttivi e in qualche modo anche con la creazione di altri stabilimenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il sito produttivo di Comunanza possiede una rilevanza strategica per i territori delle province di Ascoli e Fermo, con evidenti ripercussioni sull’intero territorio e sull’indotto economico-occupazionale della zona industriale locale, che è la più importante dell’area montana meridionale delle Marche.
Lo stabilimento Indesit di Comunanza e l’intero gruppo Indesit della famiglia Merloni per decenni hanno segnato positivamente lo sviluppo economico di quell’area del territorio, ma non solo, diciamo delle Marche, pensiamo a Fabriano.
Hanno significato il benessere delle famiglie che su quell’attività facevano affidamento, ha significato specializzazione dell’attività produttiva e della manodopera, la crescita di nuove attività, il cosiddetto indotto.
Ma già a quel tempo, qualche anno fa, lo ricordava prima il Consigliere Giancarli, c’ero anch’io a Fabriano, ero Presidente della Provincia di Fermo, consapevole di quanto fosse importante il gruppo Indesit per il territorio non solo della mia provincia, ma delle Marche, e di quanto fosse preoccupante e pericoloso quel piano industriale che allora venne presentato, me lo ricordo era il 4 giugno 2013, e prevedeva la riorganizzazione delle attività produttive del gruppo, attraverso il potenziamento e l’ampliamento, nei Paesi cosiddetti low-cost, la Polonia, a discapito degli stabilimenti della nostra regione.
Ricordo bene quando insieme all’allora Presidente Celani, il 13 luglio 2013, tenemmo dei Consigli provinciali congiunti a Comunanza, proprio per sottolineare l’importanza strategica di quello stabilimento, in quella parte non soltanto del territorio regionale, e la pericolosità di quel piano industriale.
Oggi purtroppo assistiamo al secondo tempo di quella vicenda, anche qui c’è una riorganizzazione in atto, assistiamo al secondo tempo di una vicenda che va ad incidere su un territorio gravemente colpito dal sisma e che è all’interno del cratere sismico.
Un territorio, una comunità che devono essere ricostruiti, attività che devono ripartire, già segnate dal sisma, quindi siamo consapevoli di quello che possono significare i paventati esuberi per quella parte del territorio.
Tutti gli enormi sforzi che la Regione Marche ha fatto in questi anni verrebbero vanificati, quale ricostruzione sarebbe possibile dopo il terremoto se c’è un gruppo industriale che propone 130 esuberi? Quale politica efficace delle aree interne, dell’area di crisi complessa? Tutto probabilmente verrebbe vanificato, come gli sforzi fatti, lo diceva prima l’Assessore Casini, e gli investimenti che ci accingiamo a fare lì per portare la banda ultra larga, i segnali importanti, concreti che abbiamo dato, il destinare 5 milioni di euro per l’ulteriore ammodernamento della strada statale 238, la Val d’Aso, che prosegue un intervento avviato quando noi eravamo la Provincia.
In questo punto, in questo secondo tempo, c’è una visione industriale che questa volta guarda alla specializzazione dei siti produttivi, non come allora alla cosiddetta delocalizzazione. Questo deve diventare, secondo me, un punto di forza, la specializzazione dei siti produttivi deve diventare un punto di forza e lo può essere perché è diretto nel tempo a consolidare sia lo stabilimento di Comunanza che quello di Melano, ma per questo sia, è necessario dire immediatamente no agli esuberi!
Dietro a quelle persone c’è specializzazione, c’è competenza, c’è anche passione, se vogliamo, questo secondo me è possibile, deve essere possibile e lo può essere soltanto se gli ammortizzatori sociali, e su questo la Regione Marche farà la sua parte perché metterà a disposizione tutte le risorse di cui dispone per questo obiettivo, saranno considerati non in modo difensivo, solo per la stabilizzazione produttiva dell’insediamento, ma devono essere uno stimolo di ulteriore sviluppo, devono andare nella direzione di sostenere questa specializzazione. Questo è quello che noi dobbiamo fare.
La vertenza deve diventare, come è diventata, di carattere nazionale, bisogna sedersi al tavolo del Mise il 6 luglio per chiedere questo, quindi no agli esuberi, sì alla specializzazione, si agli ammortizzatori che devono sostenere questo percorso, per questo i 6 mesi ottenuti, risultato importantissimo e straordinario, non possono essere sufficienti e non sono sufficienti perché deve essere coperto il periodo che va dal primo di gennaio 2019 alla fine di settembre del 2020. Perché non possono essere sufficienti 6 mesi? Perché anche su questo c’è bisogno di certezza, questa certezza bisogna darla subito, bisogna coprire tutto quel periodo perché, attraverso questa specializzazione, noi dobbiamo chiedere all’azienda di dire no subito agli esuberi e di tendere a questa specializzazione, ad un aumento dell’attività produttiva, nel contempo dobbiamo dire, tra l’altro la proposta è del Presidente della Giunta, del cosiddetto ritorno delle produzioni dalla Polonia verso lo stabilimento di Comunanza, attraverso l’opera di questo personale altamente specializzato che sicuramente potrà fare meglio della Polonia, anche perché più motivato.
Attraverso tutto questo ci può essere nel tempo, quindi da una parte un aumento della produzione con la specializzazione e dall’altro il rientro di questa attività che noi siamo disponibili a sostenere con le risorse di cui disponiamo, in questo arco di tempo, il cosiddetto riassorbimento dei paventati esuberi.
Per questo ci vuole certezza, da subito ci vuole un impegno preciso da parte dell’azienda in questa direzione, che garantisca il riassorbimento dei paventati esuberi, quindi che non ci siano esuberi, ci vuole un impegno del Governo e del Parlamento nell’approntare gli strumenti legislativi necessari che destinino in quella direzione le risorse che ci sono e che sono disponibili.
Noi abbiamo fatto e faremo la nostra parte attraverso la messa a disposizione delle risorse. Lavoriamo insieme, in modo trasversale, come si sta delineando attraverso il voto unanime di questa mozione, ed io credo che alla fine porteremo a casa questo importante risultato che non è per Comunanza, non lo è soltanto, come è giusto che sia, per i lavoratori ma per tutta la comunità regionale. Grazie.

PRESIDENTE. So che è in preparazione una proposta di ordine del giorno da presentare, quindi partiamo con le dichiarazioni di voto, ma mi raccomando la massima sintesi anche perché ci sono persone che aspettano da questa mattina la trattazione del primo punto all’ordine del giorno, quindi chiedo rispetto per loro.
Facciamo velocemente le dichiarazioni di voto e procediamo rapidamente al voto, per cortesia.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente, innanzitutto per aver portato in discussione stamattina, e ci scusiamo con gli altri ospiti che aspettano l’altro importante punto all’ordine del giorno, la problematica della Whirpool.
Lo abbiamo detto, la Whirpool ha presentato questo nuovo piano industriale, come sappiamo i piani industriali sono poi affidati al mercato, lo abbiamo visto, lo abbiamo valutato con il precedente piano industriale che non ha rispettato gli impegni presi, soprattutto l’impegno occupazionale.
Ho seguito tutto il dibattito perché la questione è molto urgente e credo che si debba arrivare ad individuare una priorità e qui è molto importante, faccio riferimento alla famosa scenda di Al Pacino, quel centimetro che sta davanti agli occhi, perché tutta l’importantissima programmazione regionale che abbiamo, soprattutto delle aree interne, l’avevamo già prima del terremoto e dopo questo evento si è spostata lì l’attenzione delle politiche regionali, ma questa problematica ha bisogno di essere risolta nel breve periodo perché lì c’è bisogno di certezze.
130 esuberi in quel contesto è un numero impressionante, è il 7% degli occupati di tutta l’area dei Sibillini, non il 7% degli occupati di un territorio o di una città, ma di tutta l’area dei Sibillini, il 7% degli occupati in generale, di tutti coloro che lavorano. Quindi questo deve dare il senso e la misura dell’urgenza di questa vertenza.
Dobbiamo chiedere al Ministero pari dignità con le vertenze che si sono svolte e che sono state trattate in una maniera preferenziale dal Ministero, come fece il Ministro Calenda per l’Embrago o altre vertenze, come quella dell’Ilva, perché deve esserci pari dignità per tutti i lavoratori in questo paese.
Questa per me è una vicenda straordinaria e noi dobbiamo alzare l’attenzione su questo aspetto, ecco perché oggi noi, ma tutti i gruppi consiliari, abbiamo tenuto fortemente a portare questo argomento in Consiglio regionale. Questa non è stata una corsa a chi arrivava prima, era solo urgente portare qui l’argomento, perché il Consiglio regionale a fianco dei lavoratori, a fianco delle forze sindacali, deve arrivare alla soluzione di questa battaglia.
La Whirpool è una multinazionale, voi avete sentito quello che sta succedendo in America, è notizia di ieri o di oggi, l’Harley Davidson, un simbolo, un emblema per quel Paese, dopo la politica sui dazi di Trump e la contro risposta ovvia ed opportuna dell’Europa, è disponibile già dalle prossime settimane a prendere in considerazione uno spostamento degli stabilimenti all’estero, il mercato oggi va così. Ci troviamo a trattare con delle multinazionali, quindi è importante quello che noi mettiamo dentro per la prospettiva di quello che verrà.
I Consigliere Giorgini e l’Assessore Casini facevano riferimento giustamente all’area di crisi, però per l’area di crisi, come ha detto l’Assessore, stiamo valutando le graduatorie per quei 17 milioni che saranno di là da venire, questa invece è una situazione che sta accadendo oggi, qui rischiamo 131 posti di lavoro oggi, non c’è una prospettiva per queste 130 persone, per le 130 famiglie e per l’indotto enorme.
Concentriamoci su questo aspetto, importantissimo sarà l’incontro del 6 luglio dove io spero sia presente il Ministro Di Maio e sono convinto e sono sicuro che metterà la stessa attenzione che ha messo precedentemente il Ministro Calenda per le altre vertenze, sono molto fiducioso e dico: camminiamo fianco a fianco ai lavoratori e alle forze sindacali perché questo è quello che noi dobbiamo fare in questo momento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Dopo una discussione di due ore e un quarto su questa cosa, che è stata un fiume di parole e di prolusioni, devo dire che qui ci sono i lavoratori che aspettano questioni concrete. Certo, faccio la dichiarazione di voto a favore, lo ha detto il Consigliere Giorgini, perché siamo molto attenti alla questione del lavoro, perché poi le politiche del lavoro e dell’occupazione della Regione non hanno dato i risultati sperati e usare il terremoto e gli ammortizzatori sociali è sicuramente un mezzo per arrivare a dare soddisfazione, dare certezza del futuro a tutti i lavoratori, ma sicuramente bisogna rimediare non solo con questi palliativi, ma con una politica industriale che la Regione non ha fatto, bisogna rimediare alla disinvoltura con cui la politica della Regione ha lasciato smantellare dei siti produttivi che non sono solo quelli di Comunanza, sono quelli che ha citato il Consigliere Celani, soprattutto quello del bianco, che ha avuto un colpo mortale. Lì la politica ha delle responsabilità soprattutto per la vicinanza dell’imprenditore ad una parte politica, diciamolo, per cui la tutela del lavoro e di una parte dell’entroterra marchigiano, che è quello che soffre di più … I rappresentanti sindacali hanno detto che ad Ascoli Piceno i manager non ci vengono perché non ci sono le strade, pensate un po’ quando i Tir devono andare all’interno …

(interrompe l'Assessore Casini)

Giovanni MAGGI. Non conosco, non ci sono venuto mai, non ho girato mai, sono un uomo di provincia, sono sempre vicino al caminetto e leggo il giornale per cui queste cose non le conosco e sono molto contento che lei mi illumini e mi apra la mente verso nuovi orizzonti, ma questo è quello che si dice. Le nostre industrie dell’entroterra soffrono della carenza delle infrastrutture e delle strade per cui quando arriva un bilico, quando arriva un Tir, ci sono colonne di macchine ed intasamenti, comunque la viabilità, il collegamento per le industrie, non c’è, per cui qui si cerca di correre dietro, usando una metafora marinara, tappando le falle dello scafo senza tirarlo per rifarlo.
Si sono spesi un sacco di soldi con pochissimi risultati per l’occupazione effettiva, bisogna cominciare a capire dove va la produzione e quali sono le nuove occupazioni per offrire, come diceva il Consigliere Celani, la possibilità di insediamenti produttivi e opportunità alle imprese per farle arrivare e farle investire.
Finisco dicendo che voteremo perché siamo vicini con l’attenzione, con il cuore, a tutti i lavoratori e alle famiglie che rischiano il posto di lavoro, abbiamo una attenzione particolare per coloro che non hanno il lavoro, per coloro che il lavoro lo cercano per la prima volta e questo nella nostra politica sia regionale che nazionale è evidente a tutti.
Votiamo questa mozione però dico di essere concreti, andiamo a quel tavolo come Regione, con idee e con proposte concrete, andiamo a sostenere la causa sia di Comunanza che di tutta la regione Marche che rischia questo isolamento e questo impoverimento importante, per cui la soluzione concreta è quella di appoggiare, di essere lì come Regione Marche ai massimi livelli nel momento in cui il 6 di luglio ci sarà l’incontro al Mise.
Per quello che mi riguarda manderò una mail al Ministero perché abbia una attenzione particolare nei confronti di questa azienda che sta lottando da tanto tempo e quello che si potrà fare lo faremo con molta buona volontà perché è nel Dna della nostra politica la tutela dei cittadini e soprattutto la tutela dei loro diritti e il lavoro è un diritto di tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Chiedo scusa per il ritardo, ma c’è stato il nuovo Ministro della cultura che ha scelto per la prima visita ufficiale le Marche e le aree terremotate.
Sappiamo quanto, anche valutando le iniziative fatte in questi anni, sia importante il legame cultura/turismo per le Marche e che valore ha questa presenza e le iniziative che potremo fare insieme, come abbiamo fatto in passato con l’ultimo Governo in campo culturale proprio per il lavoro, perché grazie a queste iniziative si sono recuperate importanti risposte nel settore turistico che con il sisma rischiava tantissimo e che invece ha dato performance più che adeguate in rapporto alla situazione.
Credo che questo desiderio di poter trasformare tutto in dietrologia politica abbia indotto in confusione il Consigliere Maggi perché su Merloni si è sbagliato ed ha confuso Vittorio Merloni e Francesco Merloni, quello di centro sinistra è Francesco Merloni, che non ha nessuna crisi, anzi la sua azienda sta andando benissimo, ha continuato a crescere e prosperare, l'azienda che è in crisi era quella di Vittorio Merloni che notoriamente era su posizioni di centro destra, ma non per questo, non perché l’imprenditore fosse di centro destra, gli è mai mancato il nostro rispetto, la considerazione per un uomo straordinario che è riuscito a creare nel territorio della nostra Regione quella che veniva chiamata la multinazionale tascabile, un’impresa che sfidava i colossi mondiali partendo dalla piccola Fabriano.
Anziché buttarla in questa forma di dietrologia politica di chissà quali difesa di retrobottega, parliamo di altro, ha preso il fratello sbagliato nell’analisi politica, ma quando uno è un po’ troppo concentrato nel cercare di portare il discorso non si sa dove si rischia di fare confusione e di fare questi errori.
Poi le dico un secondo paradosso, la crisi dell’Indesit non nasce dalla viabilità, la strada pezzo per pezzo è diventata a quattro corsie, quella che collega l’autostrada a Fabriano, e proprio in coincidenza con la realizzazione di gallerie, con il miglioramento della viabilità, un'azienda che con una viabilità pessima era straordinaria, con una viabilità ottima è andata in crisi perché la crisi o il successo non era determinato dalla viabilità, ma da problemi ben più profondi, in una dinamica che ha avuto come scelta molto difficile, il cambio di proprietà, l’acquisizione da parte di Whirpool di questa azienda con tutto quello che poi ne è seguito.
Noi oggi siamo a portare quello che sarà il contributo di questa Regione, come è stato fino ad oggi, nei vari tavoli rispetto ad una crisi profonda. Ero presente quando il Presidente Terenzi allora siglò un accordo che superò una criticità, ricordiamocela, durissima, portando attraverso un piano industriale, un piano di investimenti, al 2018 una tappa importante, appunto quella che oggi stiamo vivendo rispetto alle premesse che c’erano solo tre anni fa. E’ stata forse la mia prima presenza a palazzo Chigi per quella firma che ha superato un momento di grossa difficoltà. Oggi dobbiamo fare lo stesso, nel 2018 ci troviamo di fronte ad un nuovo piano industriale di Whirpool che mette in discussione l’occupazione, come è stato detto molto chiaramente, in una delle aree più sensibili del nostro territorio, lo è abitualmente in quanto area interna, lo è doppiamente in quanto area interna colpita nel cuore dal sisma.
Abbiamo messo in campo tutti gli strumenti che la Regione ha per rispondere a questa fase, lo possiamo fare grazie al lavoro fatto sull’area di crisi complessa che ci dà strumenti e risorse per poter intervenire, lo facciamo in una specie di piccola competizione che non vorremmo esserci su scala nazionale, perché avendo più stabilimenti si stabilisce nel piano industriale il ruolo dell’uno, il ruolo dell’altro, creando quella che normalmente si definisce una lotta fra poveri perché è come distribuire il peso negativo di una conseguenza, non come scegliere dove assumere di più.
Il Governo ha un ruolo molto importante oggi come lo ha avuto tre anni fa. Come tre anni fa il Governo riuscì a trovare una strada, oggi è importante il ruolo che il Governo avrà ed è il Ministro allo sviluppo economico che avrà un ruolo determinante sulle scelte che faremo. Noi daremo tutta la disponibilità, porteremo il nostro contributo, abbiamo anche messo a disposizione gli strumenti per il reshoring, cioè dare la possibilità alla azienda di riportare indietro attività che sono state portate all’estero, abbiamo sottolineato e dato anche gli strumenti normativi per il prolungamento degli ammortizzatori sociali per poter superare l’anno e mezzo di passaggio, di blocco, dopo i 5 anni obbligatori, per poter rimettere in moto di nuovo un accompagnamento fra quello che speriamo sia una politica di sviluppo e i tempi necessari per poterla raggiungere.
Quindi la Regione Marche non ha fatto mai mancare e continuerà ad offrire il proprio contributo nella sua dimensione, nel suo ruolo, in quello che è il proprio compito.
Con questo atto credo che tutti quanti rafforziamo questo indirizzo e rendiamo questa scelta chiara, trasparente e trasversale; penso che sia un valore aggiunto il fatto che tutti quanti contribuiscano a sostenere questo che è l’indirizzo di azione della Regione Marche. Ci aspettiamo dal Governo, come tre anni fa, una risposta all’altezza, che sia in grado di comprendere come i 130 lavoratori a Comunanza siano il 7% degli occupati e magari in altre realtà rappresentano lo zero dell’occupazione, non è che lo stesso numero è uguale dove lo colloco perché fra diversi le cose sono diverse.
Immagino che per la sua sensibilità sicuramente il Governo, come ha detto il Consigliere Maggi, sarà in grado di sostenere le forti ragioni legate al sisma, alle aree interne, ai valori che dicevo prima e al fatto che la Regione farà di tutto per sostenere questa strada.
Noi come sempre continueremo a partecipare e a dare il nostro contributo, siamo fiduciosi su un buon esito e penso che il voto di oggi, il mio sarà assolutamente favorevole, aiuterà a rendere chiaro come questa Regione in maniera ampia e condivisa sostiene la battaglia delle famiglie, dei lavoratori, del territorio, in quello che per noi resta il tema centrale della vita di questa regione in questi anni, nel cuore di uno dei problemi più importanti della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che stiamo discutendo di una cosa molto interessante che può portare all'approvazione di documenti che riguardano l'impostazione politica della nostra regione.
Noi voteremo questa mozione ed abbiamo voluto renderla ancora più interessante e più corposa inserendo un ordine del giorno che va a supportare una proposta che ho fatto durante il mio intervento, quando lei Presidente non c’era, che con due parole integra la questione che prima ho chiamato vertenza Marche/Governo centrale.
In questa opportunità di confronto dobbiamo chiedere con forza che nei nostri territori ci siano delle condizioni particolari per far si che arrivino capitali ed imprese per poter lavorare; questo è il secondo passaggio della mozione che insieme ai firmatari non abbiamo voluto modificare, ma vogliamo integrarla altrimenti avremmo usato una risoluzione. Personalmente sono contrario alle risoluzioni che alla fine sono uno strumento che non va bene. Abbiamo sentito la Segretaria generale ed era possibile presentare un ordine del giorno, che va ad integrarsi con questa mozione, che chiede al Governo un accordo sugli incentivi, dopo chi farà la trattativa, chi farà il confronto deciderà, che ad esempio potranno essere: la defiscalizzazione per i lavoratori, la riduzione del costo dell’energia, la riduzione delle tasse e di altre cose. Sono passaggi indispensabili perché noi abbiamo un territorio in cui sta esplodendo purtroppo la disoccupazione in quanto è venuto a mancare il lavoro nella provincia di Ancona, nella provincia di Ascoli, nella provincia di Fermo e anche nella zona del pesarese, l’ex distretto dei mobili.
Questi sono territori che soffrono pesantemente, bisogna recuperarli con degli incentivi, quindi si stabilisca tra la Regione Marche e il Governo la possibilità di istituire queste agevolazioni per le imprese affinché aprano qui attività imprenditoriali, ci sono marchigiani disposti ad aprire attività nella provincia di Ascoli Piceno purché abbiano delle agevolazioni.
Questa mattina con questo ordine del giorno completiamo una cosa importante anche perché è da molto tempo che discutiamo dei problemi di questo territorio. Questo in sintesi è l’ordine del giorno che integra la mozione presentata dal gruppo del Partito Democratico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Come Gruppo vorremmo firmare anche noi questo ordine del giorno.
Vorrei fare una piccola precisazione al Presidente, ho detto vicinanza politica, lei Presidente forse ha la coda di paglia e se l’è presa, io ho detto che è stato protetto dalla politica, non ho detto che è stato protetto dal PD, quindi …

(interrompe il Presidente Ceriscioli)

Giovanni MAGGI. Forse mi sono sbagliato, ma non ho confuso i due fratelli, ce li ho ben presenti anche visivamente. Lo smantellamento del bianco e la vicinanza politica è con i Governi che si sono avvicendati, questa è una precisazione, Presidente, e ringrazio perché e mi è stato permesso di farla così sono chiaro, comunque firmiamo l’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Intervengo per fare un piccolo appunto alla dichiarazione che ha fatto il Consigliere Zaffiri, che ha detto che questo ordine del giorno vuole interessare il Governo, io voto questo ordine del giorno, però faccio notare che nel dispositivo non si parla di Governo, sembra quasi che debba fare tutto la Regione, il Governo non è citato minimamente,, a me va bene, però la proposta di ordine del giorno dice: “Impegna la Regione ad adottare misure urgenti e straordinarie per contrastare l’allarmante situazione”. Faccio notare che la parola Governo nell'impegno non c’è, dopodiché lo votiamo.

PRESIDENTE. Anche il Consigliere Marconi firma l’ordine del giorno, a questo punto prima di votarlo preciso che c’è una correzione nella premessa e la leggo: “Premesso che nelle Marche perdura la disoccupazione in diversi territori a dimostrazione che si tratta di una crisi che non accenna a lasciare la nostra regione”. Questa è la premessa così come modificata.
Passiamo alla votazione.
Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Zaffiri, Celani, Urbinati, Giancarli, Giacinti, Leonardi, Marcozzi, Maggi, Marconi. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 372. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 66
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Volpini
“Interventi regionali per favorire la vita indipendente delle persone con disabilità”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 66 ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Volpini.
La discussione è aperta ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Illustro una proposta di legge che viene da lontano, era stata presentata nella precedente legislatura ed è stata poi ripresa dal Presidente Mastrovincenzo e dal sottoscritto, ha avuto un iter piuttosto lungo con diversi passaggi in Commissione, con diverse audizioni del Comitato per la vita indipendente, della Consulta della disabilità in tutte le sue espressioni, una lunga discussione in Commissione, quindi portarla oggi, peraltro con parere favorevole di tutta la Commissione, è anche un motivo di soddisfazione.
La proposta di legge promuove e sostiene progetti personalizzati di 'Vita indipendente' si riferisce ad un quadro normativo dato dalla legge 162 del 1998, che ha integrato la legge 104 del 1992, che consente alle Regioni di prevedere norme per garantire il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e gravi limitazioni dell'autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili mediante ausili tecnici.
E' dato anche dalla Convenzione ONU del 2002, sui diritti delle persone con disabilità, che ha introdotto uno specifico articolo dedicato alla 'Vita indipendente', riconoscendo il "diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone". Questo è il concetto che viene ribadito.
La proposta di legge dà, pertanto, attuazione alla normativa nazionale, consentendo alle persone con disabilità motoria e psichica di essere soggetti attivi e protagonisti della propria vita. Ciò attraverso progetti personalizzati di 'Vita indipendente', i quali si inseriscono nel progetto globale di vita delle persone con disabilità.
La Regione Marche è partita nel 2007 ed ha avviato, con atti amministrativi, un processo di sperimentazione di Piani personalizzati di vita indipendente che hanno coinvolto 42 utenti con grave disabilità motoria.
Nel 2012 è stato attivato un bando triennale per l'attuazione di tali piani personalizzati, con il quale sono stati finanziati 76 progetti. Tale progettualità è stata poi prorogata per le annualità 2016 e 2017, con il finanziamento di circa 69 progetti, dati i decessi o le rinunce avvenute nel corso degli anni.
Nell'anno 2018, in attesa dell'approvazione della legge regionale che, come avete visto, ha avuto un iter piuttosto lungo, è stata avviata una nuova progettazione rivolta non solo ai disabili motori, come nelle precedenti progettualità, ma anche alle persone con disabilità intellettiva.
I fondi stanziati per l'anno 2018, inizialmente pari ad 695.000 euro, sono stati aumentati per un importo complessivo pari a 1.225.000 euro, questo grazie anche al lavoro ed all’interessamento non solo della Commissione che io presiedo ma anche della Commissione bilancio, dei Consiglieri ed anche dello stesso Assessore Cesetti che in prima persona è intervenuto su questo aspetto, in quanto ne ha facoltà visto che è ha la delega al bilancio; grazie a questi fondi sono stati attivati 227 piani personalizzati di cui 69 relativi alla precedente progettualità e 158 nuovi progetti.
La Regione Marche sempre nell’ambito della disabilità grave sta, inoltre, partecipando alla sperimentazione del modello di intervento in materia di Vita indipendente e inclusione nella società delle persone con disabilità promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali; ha aderito alle annualità 2013, 2014, 2015 e 2016.
Nel mese di luglio 2018 partirà l'annualità 2017, che vede coinvolti 5 progetti di Ambiti Territoriali Sociali (ATS 8 di Senigallia, 9 ASP di Jesi, 13 di Osimo, 14 di Civitanova Marche, 21 di S. Benedetto del Tronto). Tale progettualità va ad integrare quella regionale.
Lo stanziamento complessivo è di 500.000 euro con la compartecipazione della Regione per 100.000 euro.
I punti più salienti della legge riguardano in particolare l'articolo 3 che prevede i destinatari, cioè le persone con disabilità in situazione di gravità, come individuate dalla legge 104 del 1992, di età pari o superiore ai 18 anni; nella proposta non si prevede il limite dei 65 anni previsto nelle progettualità finanziate ad oggi con fondi regionali e nazionali; questo è stato uno dei passaggi forse più dibattuto all’interno della Commissione, c’è stato un voto quasi unanime per togliere questo limite.
I destinatari sono:
- i residenti nella Regione Marche;
- le persone con grave limitazione dell'autonomia personale non derivante da patologie connesse ai processi di invecchiamento;
- le persone con livelli di intensità assistenziale limitativi dell'autonomia personale non superabile attraverso la fornitura di sussidi tecnici, informatici, protesici o altre forme di sostegno per facilitare l'autosufficienza, in grado di esprimere la propria volontà o di gestire in modo autonomo la propria esistenza.
All'articolo 4 è prevista la figura dell'assistente personale, che svolge un'attività di assistenza personale quotidiana, secondo quanto previsto nel progetto personalizzato di vita indipendente, sulla base di un rapporto di lavoro disciplinato da un apposito contratto concluso con la persona con disabilità.
L'assistente è, in sostanza, la persona che aiuta il disabile nello svolgimento delle attività quotidiane, lo aiuta nel compiere le azioni che la disabilità impedirebbe nonostante l'eventuale utilizzo di ausili tecnici, consentendo in tal modo al disabile stesso il miglioramento della qualità della vita, che è poi la finalità di questa legge.
Sono previsti percorsi formativi per gli assistenti personali, ma non sono obbligatori. All'articolo 4, comma 3, si prevede infatti, che "Nel rispetto del principio dell'appropriatezza in relazione all'espressione degli specifici bisogni della persona con disabilità, è sempre garantita la piena libertà nella scelta dell'assistente personale", punto anche questo molto sentito e sul quale hanno insistito molto i rappresentanti del Comitato.
L'articolo 5 disciplina le modalità per la predisposizione dei progetti.
Essi sono predisposti, su richiesta e con il coinvolgimento della persona con disabilità, da parte delle unità multidisciplinari (UMEA) o multiprofessionali (equipe nel DSM), alle quali spetta la presa in carico.
Le unità multidisciplinari o multiprofessionali:
- effettuano la valutazione multidimensionale delle condizioni di bisogno della persona con disabilità, tenendo conto dei suoi desideri, aspettative e preferenze;
- individuano insieme alla persona con disabilità, la tipologia di azioni da inserire nel progetto personalizzato.
E’ previsto all'articolo 7 un Comitato tecnico regionale per la vita indipendente, che valuta i progetti presentati, ai fini dell'ammissibilità al finanziamento.
E’ anche prevista una clausola valutativa all'articolo 8, che attribuisce alla Giunta regionale il mandato di presentare, ogni due anni, una relazione sullo stato di attuazione della norma.
Questa è la legge, in conclusione vorrei ringraziare, a parte tutti i membri della Commissione per il lavoro di condivisione e di approfondimento di una tematica delicata e complessa come quella della disabilità in riferimento alla vita indipendente, la struttura tecnica della Commissione e dei Servizi sociali della nostra Regione per il supporto non solo tecnico, ma competente e molto partecipato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ci troviamo a discutere oggi una legge che reputo molto importante sia per i beneficiari che per ristabilire un principio all’interno della nostra collettività, ed è, credo, il cuore di questa proposta, cioè la centralità della persona con disabilità nelle scelte nella vita e l’obbligo che abbiamo tutti noi di garantire un vero e proprio diritto alla vita indipendente.
Il Presidente Volpini ha focalizzato l’importanza di alcuni articoli, io voglio evidenziare l’articolo 1 nel quale viene sancito il principio che poi sta a noi, attraverso questi atti e soprattutto attraverso le risorse necessarie, tradurre in qualcosa di concreto nella vita di chi ha una disabilità con la quale si confronta quotidianamente.
Il diritto alla vita indipendente è non solo il diritto a poter svolgere delle attività come le altre persone, di poter autodeterminarsi rispetto alla propria vita, ma anche la possibilità, ed è questo il fulcro della questione, di avere chi lo assiste, la persona che lo aiuta a superare le disabilità fisiche per poter compiere poi effettivamente un percorso di vita autonomo ed indipendente. Quindi credo che la proposta che oggi discutiamo sia essenziale.
Non sono mancati nel percorso alcuni dibattiti nei quali ci sono state voci controverse, prima il Presidente Volpini ricordava il discorso del limite dei 65 anni di età, che era nella proposta originaria che abbiamo esaminato, ribadisco che lo scopo della legge è stabilito molto bene dall’articolo 1, e lo voglio leggere, cioè ridurre il ricorso all’istituzionalizzazione. Quindi abbiamo ragionato sul fatto che una persona che accede o che magari è già all’interno di un percorso di vita indipendente non possa entrare o debba uscirne solo perché compie 65 anni, vedendo modificata radicalmente la conquista e la possibilità di vita indipendente e magari essere istituzionalizzata, inserita in un contesto che non le consente lo stesso tipo di mobilità, lo stesso tipo di indipendenza.
Le note positive sono molte e non voglio ripercorrere tutti gli articoli perché sarebbe ripetitivo, devo però accendere un faro, lo dico pur confermando la validità della proposta e pur confermando il mio voto positivo, come ho fatto all’interno della Commissione, sul fatto che la richiesta avanzata, economicamente parlando, non è sufficiente rispetto alle esigenze proposte dagli interlocutori che abbiamo avuto. Questo è evidente ed è stato anche apprezzato il fatto che siano state recuperate e messe insieme risorse diverse maggiori rispetto a quelle che c’erano in precedenza, è anche giusto che una legge porti tutte le persone che hanno la stessa problematica allo stesso livello perché non ci devono essere differenziazioni. E' pur vero che per garantire un numero di ore sufficienti a dare realtà e quindi concretezza ai principi che sono all’interno della legge, sarebbero necessarie risorse quasi doppie rispetto a quelle che ci sono e lo dico senza alcuna vena polemica perché riconosciamo lo sforzo fatto in questo senso, ma credo con fermezza che, ce lo dobbiamo dire già dal momento in cui approviamo la legge, bisogna lavorare per recuperare altre importanti risorse al fine di rendere reale l’autodeterminazione, la capacità di svolgere azioni anche all’interno della propria vita quotidiana e della propria abitazione. Non è necessario che chi fa vita indipendente debba uscire dalla propria casa, dal proprio contesto familiare, ma ha la necessità di avere un supporto che gli garantisca di studiare, di recarsi, se è un ragazzo, a scuola o all’Università, di lavorare se è una persona che è in età lavorativa, di svolgere una socializzazione al di fuori delle persone del proprio ambito familiare e per questo ha bisogno di un supporto, come è specificato all’interno della proposta, che va regolamentato attraverso un contratto di lavoro con il proprio assistente.
Il punto di forza di questa legge è che il percorso va personalizzato caso per caso, la standardizzazione va in qualche modo superata perché ogni problematica e ogni caso hanno una loro peculiarità e noi dobbiamo essere, in questo credo che la proposta di legge vada nella direzione giusta, capaci di interpretare le singole esigenze in modo da sviluppare le potenzialità, le capacità e ovviamente anche i sogni e le aspettative che ognuno di noi ha, sia che abbia una disabilità, sia che non abbia una disabilità e su questo credo che il nostro impegno sia assolutamente molto importante.
Quindi legge positiva, legge che a mio parere va approvata, ma sapendo già che dobbiamo avere un occhio attento e che dobbiamo lavorare fortemente per recuperare ulteriori risorse che la rendano maggiormente efficace. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Credo che questa legge meriti tutta l’attenzione - ringrazio i proponenti, a cominciare da lei Presidente Mastrovincenzo e dal Presidente Volpini - perché dà stabilità ad un progetto che già esisteva.
Diamo pane al pane e vino al vino, non è che da oggi inizia nella Regione Marche il progetto di vita indipendente, personalmente ne ebbi un approccio non solo come Assessore ma anche in un interessante convegno, una specie di Forum dei servizi sociali, organizzato dalla Cgil a Roma al quale ho partecipato trovando alcuni spunti interessanti e soprattutto alcune cose che mi hanno guidato anche nella approvazione di questa legge perché mi sono convinto, ormai a distanza di quasi dieci anni, penso che la Vita indipendente sia anteriore al 2010, che sia una strada non solo, come già dicevano i relatori di maggioranza e di minoranza, fortemente umanizzante e sulla linea di “stiamo il più possibile a casa anche da soli o in famiglia” la legge si spinge ancora oltre, e questa è una cosa da sottolineare perché tutti ci siamo ammalati in maniera più o meno grave seppur in forma non permanente, e in questa Aula siedono diversi medici, e una cosa che la malattia porta con sé inevitabilmente è una sorta di depressione, di rinuncia alla vita, è un combattimento durissimo e quando troviamo nostri concittadini che hanno voglia di combattere, la solidarietà deve essere il minimo che noi presentiamo.
E' stato nominato molte volte, è meritorio perché ha fatto e sta facendo un sacco di cose in questo senso, ma questa non è la legge del Comitato Vita indipendente, né la legge per il Comitato Vita indipendente che è, ripeto, prezioso, indispensabile e ci aiuta a monitorare l’andamento di questo servizio, ma è una legge per il futuro, che proiettiamo con una norma in controtendenza rispetto alle altre Regioni, che io ho in qualche maniera sollecitato, per cui non solo l’estensione di questo servizio a chi ha compiuto i 65 anni ma anche il superamento di una logica che avrebbe potuto produrre in conseguenza di questo delle gravi disuguaglianze: se io sono un incidentato al sessantacinquesimo anno ho la possibilità di entrare nel progetto Vita indipendente, se sono un incidentato al sessantaseiesimo anno di vita non avrò questa possibilità.
Nel momento in cui noi accogliamo l’idea che Vita indipendente, date le condizioni generali di salute delle persone e l’estensione dell’età, possa superare i 65 anni, credo che questa norma sia importante, certo, va continuamente monitorato l’ultrasessantacinquenne perché se entra nelle condizioni più generali della non autosufficienza totale o della legge che prevede la non autosufficienza, lì l’Umea o chi è deputato deve mettere in moto un altro tipo di meccanismo, ma finché è possibile mantenere la persona nel progetto di Vita indipendente credo che questo vada sostenuto con forza. Come credo aver confermato, lo ricordava anche il Consigliere Volpini, ma lo voglio ancora sottolineare, la scelta autonoma dell’assistente, che deve arrivare dappertutto. Capisco che questo rivoluziona, ma so che parlo a persona, Presidente Ceriscioli, che questo lo comprende perfettamente, è una scelta che in passato impostazioni ideologiche forse un po’ troppo rigide anche a garanzia dell’assistenza che paga il pubblico, se l’assistenza viene fatta sempre e comunque da persone vicine o sotto forma di assegno contributo, c’è il rischio che l’assistenza non ci sia e sia semplicemente una aggiunta ad una pensione che già viene data e che va a familiari che a volte curano a volte no. In questo caso la scelta di lasciare libero il soggetto interessato di Vita indipendente di scegliersi chi vuole penso sia un dato fondamentale, come quello che questa persona abbia avuto una adeguata istruzione e preparazione.
Veniamo all’ultima cosa, ho detto che sarei stato veloce e lo voglio essere perché non mi piace neanche essere ipocrita, capisco che l’ipotesi per il momento lontanissima di una immediata realizzazione, perché immaginare che ci sia tanta platea, come qualcuno ha temuto, che oltre i 65 anni acceda a Vita indipendente soggettivamente la vedo difficile, ma anche se questo dovesse avvenire - sono entrati adesso i responsabili della nostra “borsa”, sono quelli che hanno la capacità non di decidere, ma perlomeno di fare proposte - credo, Presidente, che a conti fatti, voglio essere cinico come sempre su questo argomento, convenga!
Che cosa lamenta chi oggi sta usufruendo di questo servizio? Lamenta che rispetto agli inizi quando avevamo 450.000 euro di investimento per un numero molto limitato di soggetti, Vita indipendente era dentro quei parametri che garantivano molte ore, poi siamo arrivati nel 2012 a 800.000 euro e abbiamo mantenuto in quella cifra quasi sostanzialmente il rapporto, ma confesso che già da Assessore un po', qualcosa in meno pro capite arrivava, avevamo fatto anche delle distinzioni sulle tipologie d’assistenza. Poi successivamente siamo arrivati ad 1.200.000 euro, però il numero di assistiti è quasi più che raddoppiato, mentre l’investimento non lo è.
Direi di fare due conti su questo, perché rispetto a quello che in casi gravissimi soprattutto Vita indipendente assolve, potrebbe diventare istituzionalizzazione del servizio, cioè il servizio diventa istituto, diventa cose, diventa residenza protetta e credo che oltre ad essere meno adeguato, oltre che non rispondere alle esigenze di chi lo chiede, costi decisamente di più.
Quindi confido nel fatto che queste norme che stiamo introducendo alla fine allarghino la platea e portino anche ad un allargamento significativo del fondo sanitario indistinto con il quale viene finanziato assolvendo anche ad una maggiore e più adeguata assistenza oraria rispetto all’esistente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Con questa proposta di legge sulla disabilità oggi si dà un segnale forte, importante, a favore di questo tema delicato e per questo motivo sono favorevole alla proposta di legge, che nasce anche dagli incontri con sigle associative di portatori di disabilità.
Condivido la frase del Consigliere Marconi, questa è una legge per il futuro, una legge migliorabile soprattutto nello stanziamento dei fondi, ce ne vorrebbero addirittura il doppio.
Bene aver tolto il limite d’età per l’accesso al progetto, però, ripeto, l’aumento dei fondi credo che sia necessario ed indispensabile, però partiamo, qualcosa si muove e andare nella direzione del riconoscimento di un diritto, come quello sulla Vita indipendente, è un elemento che di certo non può essere ignorato o sottovalutato.
La proposta di legge non si deve fermare qui, oggi, con l’approvazione in Aula, incrementare i fondi deve essere un impegno che questo Consiglio si assume con responsabilità e determinazione per rendere effettivamente strutturato il progetto di Vita indipendente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Approfitto anche per fare la dichiarazione di voto perché questa proposta di legge mi trova senz’altro favorevole.
Siamo a favore di questa proposta di legge che segna un importante passo verso l’autonomia delle persone con disabilità per vivere operando scelte e partecipando alla vita sociale. Tuttavia questa importante e lodevole proposta ha senso solo se inserita in un piano più ampio di interventi riguardanti tutto il mondo che ruota intorno alla disabilità.
Mi riferisco in particolare al riconoscimento, valorizzazione, e non solo valorizzazione, ma un vero e proprio ringraziamento, e sostegno ai caregiver familiari che di fatto già suppliscono ed assicurano una vita dignitosa ai loro cari.
Ci sono situazioni, infatti, in cui la persona disabile sceglie di rimanere in famiglia, ma non per non avere autonomia, per motivi affettivi o per non perdere relazioni sociali che attraverso gli anni si sono state stabilite, quindi sceglie di rimanere in famiglia e non si può, se è giusto appoggiare progetti come quello della Vita indipendente, non tener conto e non dare il giusto riconoscimento al lavoro che già le famiglie svolgono dando loro un supporto concreto. Mi duole dirlo, questo supporto finora non c’è stato e ricordiamo che i caregiver familiari curano i propri cari con amore, ma anche con tanta competenza acquisita a proprie spese, rinunciando alla loro stessa vita. Quindi rappresentano anche un grande risparmio e sinceramente non si sono viste azioni per quanto meno valorizzare e supportare questo lavoro che i genitori danno; non si può non tener conto di queste realtà mortificando chi quotidianamente si dedica a discapito del proprio tempo a curare un proprio caro.
Dichiaro il mio apprezzamento per questa legge, ma invito questa Assemblea a continuare il percorso che aveva deciso all’unanimità nei riguardi dei caregiver familiari. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Il mio intervento sarà quasi una dichiarazione di voto per dire che sono favorevole a questa proposta di legge e che la voterò con molta convinzione, anzi approfitto per ringraziare i proponenti, il Presidente Mastrovincenzo ed il Consigliere Volpini, e anche per ringraziare il Presidente e l’Assessore al bilancio che hanno mantenuto l’impegno preso. Ricordo un incontro nel quale l’Assessore al bilancio prese l’iniziativa di dire: “Raddoppio il fondo” e questo impegno è stato mantenuto.
Quindi grazie a tutti, sia a chi ha proposto la legge sia a chi ha mantenuto l’impegno.
Devo dire che ultimamente guardando un po’ con meno partigianeria e con più indipendenza quello che è la sanità nelle Marche, devo dire che oggettivamente si cominciano a vedere dei risultati importanti, penso ad esempio al recente riconoscimento che ha visto la sanità marchigiana tra le prime tre regioni come regione benchmark, quindi si stanno facendo degli investimenti importanti.
La funzionaria al bilancio mi parlava di oltre 200 milioni in più che sono stati inseriti a bilancio sulla sanità, quindi dal mio punto di vista stiamo andando nella direzione giusta, però approfitto, dopo la sviolinata, anche per fare un appello che è quello di non dimenticare il famoso fondo di solidarietà che è stato istituito nel 2013, è rivolto a persone disabili e a persone che hanno problemi di salute mentali, se non ricordo male sono stati messi solo 2 milioni in due annualità, 1 milione l’anno,

(interrompe l'Assessore Cesetti)

Sandro BISONNI. Quindi sono 6 milioni, però probabilmente i numeri sono anche diversi e superiori.
Vi ringrazio per questa iniziativa, vi ringrazio per questa legge con l’appello di non dimenticare il fondo per la solidarietà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Saluto con favore e con piacere questa proposta di legge che andremo ad approvare.
Abbiamo già ascoltato diversi pareri favorevoli e questa è una vera soddisfazione, visto che è il coronamento di un grande lavoro, come ha detto il relatore, che ha portato alla luce questo atto che è anche conseguente a un impegno e a una politica che questa Assemblea, già con il riconoscimento della convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità, aveva intrapreso qualche mese fa. Quindi questa legge non può che andare in quella direzione, marcare questa coerenza e soprattutto la sensibilità di questa Assemblea legislativa e della Giunta ovviamente su queste tematiche.
Ci sono due emendamenti, che ora anticipo, che vedremo quando voteremo il testo normativo, che introducono un intervento più ravvicinato e un ausilio da parte delle persone del Comitato per la Vita indipendente nella redazione di progetti specifici, quindi un loro utilizzo più ravvicinato e più importante, visto e considerato che trattasi di progetti che hanno a che fare con la loro vita. Questo è l’oggetto degli emendamenti.
Insieme ai firmatari della legge sono firmatario di un ordine del giorno che ha a che fare con il tema delle risorse, ovviamente è stato ribadito il loro raddoppio che questa legge può tenere in considerazione, ma con questo ordine del giorno si vuole fare un ulteriore passo in avanti per finalizzare e utilizzare delle risorse aggiuntive, sulla stessa linea di quelle che abbiamo a disposizione per i progetti per la vita indipendente, pari a circa 400.000 euro, trasferimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che attraverso gli ambiti sociali possono essere coniugati ed anche essere considerati coerenti con la disciplina designata da questa legge.
Quindi attraverso questo ordine del giorno proponiamo alla Giunta di mettere in essere ogni azione utile affinché l’annualità 2018, che sarà messa a disposizione nel corso del 2019, possa essere usata ad integrazione dei fondi esistenti e che la cifra di 1.300.000 euro, che oggi abbiamo a disposizione per la legge per i progetti sulla Vita indipendente, possa essere incrementata di ulteriori 400.000 euro al fine di rendere più consone e adeguate le risorse ad un numero di casi che ovviamente è aumentato, passando dai primi 42 soggetti/utenti che potevano fruire di questo aspetto fino ai 76 ed oggi possiamo parlare di 227 piani personalizzati di Vita indipendente.
Credo sia un balzo in avanti che la dice lunga sulla sensibilità di questa Assemblea, della Giunta, nel raddoppio ricordato delle risorse a disposizione. E' stata ricordata quella riunione in cui c'erano molte persone del Comitato per la Vita indipendente, addirittura erano presenti l’Assessore Cesetti ed altri Consiglieri che si impegnarono in questa direzione.
Questo ordine del giorno ha lo scopo di rendere più incisivo l’intervento, con le risorse a disposizione, per far si che i progetti per la Vita indipendente siano più calzanti alle esigenze del caso.
Facciamo un passo in questa direzione, la mozione sulla convenzione ed applicazione della Convenzione dei diritti delle persone con disabilità è un passo che ha sancito ancor di più ed oggi su quella linea ci approcciamo ad essere coerenti con questa volontà e con questa sensibilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Faccio l’intervento e non faccio la dichiarazione di voto. Sono stato a molte audizioni, l’ultima è stata nel Comitato di valutazione delle politiche ed il contatto ravvicinato con questo persone è toccante e crea una grande emozione.
Sono, forse si è capito, se non si è capito lo dico, molto sensibile ai diritti civili e devo dire che nell’ultima audizione queste persone ci hanno raccontato ancora di più, persone a cui sono molto vicino dal punto di vista umano oltre che politico, spezzoni della loro vita e della loro storia. Hanno bisogno di persone, di assistenza, addirittura le assistenti o le badanti in una giornata di 24 ore fanno tre turni e quando le risorse non sono sufficienti, come diceva la Consigliera Malaigia, sono i genitori che sopperiscono alla mancanza. Ricordo che un ragazzo ha detto: “Ma i genitori si invecchiano” ed è una frase emblematica.
Una ragazza sulla sedia a rotelle, sto parlando di persone che hanno difficoltà non solo motorie, ma anche nei movimenti più elementari, mi ha detto: “Il raddoppio delle risorse è sicuramente una cosa positiva, però, viste le nostre esigenze, è quasi una presa in giro”, perché l'assistenza viene fornita secondo le esigenze di queste persone con l’ausilio di familiari, dei caregiver, oppure chi non ha un'assistenza familiare e chi non ha risorse, soldi, reddito, per sopperire a questa assistenza è costretto all’abbandono e al degrado.
Questa ulteriore testimonianza che ci fa riflettere di quante cose poco importanti ci preoccupiamo, mentre ci sono persone che hanno problemi infinitamente più grandi di noi e di difficile soluzione. Molte volte mi sono messo nella loro parte e con difficoltà sono riuscito a pensare alla gestione della mia vita in quelle condizioni, quindi ho un grande rispetto per la forza e la volontà di queste persone.
Sono intervenuto nell’ultima riunione ed ho detto: “Devo votare questa legge, se voi mi dite che è completamente insufficiente e che devo votare contro, voterò contro se vi aiuta in questo senso”, forse la mia domanda è stata improvvida e la risposta di questa ragazza sulla sedia a rotelle è stata un insegnamento: “Tu sei il politico, quindi devi valutare tu se votarla o non votarla”. Ho deciso di votarla insieme ai miei colleghi del Movimento 5 Stelle perché comunque è qualcosa di più ed è un segno.
Quello che voglio dire, e lo dico senza nessuna polemica nei confronti soprattutto della maggioranza o degli altri colleghi della Giunta e della maggioranza, sono diventato quasi noioso nella mia Commissione, è questo: dobbiamo fare delle scelte, dobbiamo dare delle priorità e questa della disabilità è una priorità a cui dobbiamo tendere, per cui le esigenze di queste persone vanno prima di qualsiasi altra proposta di legge, iniziativa, eccetera.
Se non ci sono le risorse le priorità vanno individuate e tutto quello che viene anche sul territorio, anche legittimo, va comunque commisurato rispetto alle esigenze primarie che dobbiamo finanziare.
Credo che questa proposta di legge sia un passo avanti nei confronti di queste persone, sicuramente è un atto di sensibilità, ma devo dire che non basta e mi auguro che questo “non basta” entri nelle menti e nei cuori di tutti noi, soprattutto di chi decide di destinare le risorse a queste persone.
Il voto naturalmente è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Come ha già detto la Consigliera Marcozzi siamo favorevoli, sono particolarmente favorevole perché credo che sia una legge di civiltà molto importante.
Ho seguito i lavori pur non essendo membro della Commissione e credo che la valenza, la grande portata di questa legge stia proprio nel comma 2 dell’articolo 2.
Lo voglio leggere perché mi ha fatto riflettere profondamente: “I progetti di cui al comma 1, prevedono una declinazione personalizzata di azioni tali da permettere alle persone con disabilità, attraverso il sostegno di uno o più assistenti personali di cui all’articolo 4, scelte di vita autonoma finalizzate al raggiungimento dell’uguaglianza con gli altri cittadini”.
Credo che questa sia la finalità e l’aspetto più importante di questa norma anche perché queste scelte di vita autonoma consentono, al dr. Volpini, che è un esperto di queste cose, va il grazie anche per l’averci lavorato tanto, al portatore di disabilità di tirare fuori le proprie potenzialità, le proprie capacità, le potenzialità residue, che magari in un contesto familiare non riesce a tirare fuori. Credo che noi dobbiamo fare questo per rendere questi cittadini effettivamente uguali per considerarli uno di noi a tutti gli effetti, li dobbiamo mettere in grado di tirar fuori quelle potenzialità residuali che hanno dentro e che molto spesso sono migliori delle nostre, che in un contesto ovattato quale potrebbe essere quello familiare non vengono fuori. Quindi credo che il comma 2, dell’articolo 2 sia importante perché definisce il quadro generale, poi ragioniamo sulle risorse, poche o tante che siano, però nelle leggi molto importanti sono le finalità, sono le linee di indirizzo fondamentali su cui mettere il tecnico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Anch’io ritengo molto importante il passaggio che facciamo oggi e giustamente la norma aiuta a rendere sempre più chiaro e più forte l’impegno che ognuno di noi mette su una materia che ritiene importante e sensibile.
Come è stato ricordato dai vari interventi, in questi anni, pur con bilanci regionali che ben conosciamo, che hanno visto ridurre notevolmente le risorse a disposizione sulla parte regionale del bilancio, su alcune scelte ci siamo voluti caratterizzare con la volontà di marcare una sensibilità, una attenzione nei confronti di quelli che riteniamo siano i valori fondanti di una cultura politica, nel momento in cui rispetto ai soggetti più fragili ci si avvicina in termini di risposte da parte di chi ha la responsabilità e il compito di Governo.
La Vita indipendente è un valore particolarmente interessante dentro il quadro dei servizi perché tiene insieme il concetto di assistenza e di indipendenza. Vale nella logica del dopo di noi, ma anche nella non logica del dopo di noi, perché è una possibilità di poter utilizzare al meglio le proprie capacità in un rapporto in cui le difficoltà vengono eliminate attraverso questo contributo, quindi la Vita indipendente come un valore aggiunto in termini di autonomia possibile, anziché dover essere istituzionalizzati piuttosto che assistiti dalla propria famiglia.
Sappiamo che le risorse che abbiamo messo sono superiori a quelle del passato, sappiamo che la richiesta è importante, perché bene la legge, ma se poi non è affiancata da risorse adeguate difficilmente si arriva al traguardo.
Voglio sfruttare l’occasione per ricordare, anche dietro le parole che ho ascoltato in questa Aula, che se ci sono questioni nei confronti del Governo è bene che le condividiamo, ho inviato a tutti i Parlamentari ed ai Consiglieri regionali, qualcuno l’ha presa a male, ma in realtà penso sia un contributo positivo, lo stato di avanzamento dei trasferimenti da parte dello Stato rispetto alla media del triennio 2015/2018, prendendo i tre anni, prendendo le voci più importanti, i trasferimenti dello Stato che avvengono durante tutto l’anno normalmente, abbiamo anche il quadro più preciso dei trasferimenti dell’anno scorso, per esempio, su voci che riteniamo significative.
Colgo la sensibilità di quest’Aula sul tema di oggi per ricordare, rispetto a quanto inviato a tutti, che per esempio il fondo unico per le politiche sociali è di 7,4 milioni di euro mediamente nel triennio all’anno, in questo momento è zero, quindi è importante che questi 7,4 milioni, 8 perché 7,4 è una media, da qui alla fine dell’anno siano disponibili per permetterci di rispondere con il fondo unico sociale.
Il fondo nazionale per gli alunni disabili, 1,3 milioni la media del triennio, è ancora a zero, 1,1 milioni il programma Dopo di noi, quello che è stato citato prima dal Consigliere Maggi, in questo momento è a zero, Vita indipendente mediamente arrivavano dallo Stato 258 mila euro, 200 mila sono già arrivati, quindi sul progetto Vita indipendente il contributo dello Stato non è esattamente la media triennale, però è una cifra compatibile.
I fondi per i sevizi socio-educativi, 858 mila euro mediamente all’anno, sono ancora a zero, la politica per le famiglie ed altri fondi per il sociale anche qui rispetto ai 700 mila euro annui siamo a 140 mila, quindi 500 mila euro in meno.
Sono alcune delle voci che ho segnalato con questa comunicazione perché ognuno si possa attivare per fare in modo che da qui alla fine dell’anno queste risorse possano entrare perché trattano temi assolutamente sensibili.
Negli ultimi anni sono state fortemente compresse le risorse regionali, mentre sono aumentati i trasferimenti dello Stato con un nome e cognome, cioè una spesa verso un determinato indirizzo, in qualche maniera lo Stato ha tolto un po’ di autonomia, ma ha restituito una parte di queste risorse.
E’ molto importante che queste risorse arrivino, altrimenti dovremmo svuotare entrambe, sia quelle regionali, sia quelle con nome e cognome.
Sono convinto che la sensibilità dimostrata oggi ci aiuterà a fare in modo che da qui alla fine dell’anno i marchigiani, che hanno necessità rispetto al Dopo di noi e tutto il resto, possano avere queste risorse.
Mentre il Consigliere Zaffiri era assente ho spiegato, ed ho il quadro mese per mese delle entrate degli ultimi anni, che queste risorse non entrano tutte prima di marzo, anzi molte sono entrano a settembre, ottobre, novembre, giugno, luglio, abbiamo la scansione annuale di come il Governo nel triennio precedente ha dato alla Regione fondi importanti nelle materie di cui vi ho parlato.
Noi cercheremo da parte nostra di continuare e crescere in questa direzione, siamo convinti che sia giusto e corretto, non può venir meno il contributo fondamentale dello Stato per la parte che in questi anni ci ha permesso di accompagnare e sostenere politiche sociali così rilevanti.
La legge sarà per noi uno sprone ulteriore a continuare su questa strada, a continuare a crescere nell’investimento nella risposta sociale per il nostro territorio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma dei Consiglieri Giacinti, Mastrovincenzo. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Colgo l’occasione per salutare alcuni membri del Comitato per la vita indipendente che sono presenti in Aula e che assistono a questa Assemblea.
Il motivo di questi emendamenti è, come ho detto prima, quello di riconoscere un ruolo, nell'aiuto, nell'ausilio della redazione dei progetti personalizzati, a persone che fanno parte del Comitato per la vita indipendente, per essere più calzanti e congrui rispetto all’esigenza.

PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma dei Consiglieri Giacinti, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Giacinti, Volpini. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 66, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 192
ad iniziativa dei Consiglieri Bisonni, Giacinti, Micucci, Giancarli, Rapa
“Modifica alla legge regionale 12 ottobre 2009, n. 24 (Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 192 ad iniziativa dei Consiglieri Bisonni, Giacinti, Micucci, Giancarli, Rapa.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Questa è una proposta di legge presentata in prima istanza dal Consigliere Bisonni e dopo una serie di approfondimenti con gli uffici volentieri ho posto la firma con altri Consiglieri, perché è una proposta di legge che va, laddove ce ne fosse ancora bisogno, nella linea che da tempo questa amministrazione regionale ha deciso di intraprendere, cioè quella di dire no agli inceneritori nella regione Marche.
L’abbiamo fatto sin dall’inizio, attraverso il voto di mozioni, ordini del giorno, interrogazioni e la risposta che è venuta dai banchi della Giunta, attraverso l’Assessore Sciapichetti, attraverso il Presidente della Giunta, è stata sempre quella di un no fermo di questa amministrazione, anche quando le proposte sono venute dal Governo a guida Partito Democratico, tanto per essere chiari, e su questo non abbiamo mai ceduto di un millimetro.
I dubbi che avevamo inizialmente, che poi sono stati fugati dagli uffici legali, sono quelli se attraverso l’approvazione di una proposta di legge avessimo l’obbligo di adeguare il piano regionale sui rifiuti e quindi di adeguare il piano dei rifiuti anche alla normativa nazionale che prevede la presenza di almeno un inceneritore in ogni regione, che era appunto la cosa che volevamo e vogliamo assolutamente evitare.
Una volta chiarito attraverso gli uffici che non c’è un automatismo, anzi la norma sul piano dei rifiuti può tranquillamente rimanere invariata, sciolto a quel punto questo nodo, abbiamo volentieri sottoscritto la proposta che ancora una volta sottolinea, forse in maniera più ferma e mi auguro definitiva, che la Regione Marche, il Consiglio regionale delle Marche, la Giunta regionale attualmente in carica, non vogliono nel proprio territorio la presenza di inceneritori e non come proposta campata in aria, ma già da tempo la Regione Marche, abbiamo una serie di esempi nel nostro territorio, sta svolgendo, attraverso i Comuni, le Province, attraverso alcune aziende partecipate pubbliche, un ruolo forte e spinto nella raccolta differenziata, nel riciclo dei rifiuti, quindi crediamo che sia possibile un’alternativa concreta, come lo è stata in questi anni, alla presenza di un inceneritore.
E’ chiaro, e mi auguro, che su questo i Sindaci, i Comuni, le Ata, comprendano e portino fino in fondo il loro ruolo perché occorre un’iniziativa complessiva da parte di tutti, nel senso che anche le amministrazioni comunali devono assumersi le proprie responsabilità e nei propri territori portare avanti una raccolta differenziata spinta, facendo investimenti, sollecitando la popolazione, soprattutto i comuni più grandi che incidono di più sul peso specifico della raccolta differenziata.
Quindi ci auguriamo che questo ruolo, che la Regione sta cercando di portare avanti come guida sulla raccolta differenziata per evitare gli inceneritori, sia seguito nei fatti da chi nei singoli territori svolge un ruolo di front-office.
In molti comuni questo già lo si fa da diverso tempo, a guide trasversali, non è un problema di colore politico, in altri comuni si va un po’ più a rilento, auspichiamo che questo possa avvenire in maniera più uniforme e soprattutto che, come abbiamo sempre chiesto anche al nostro Governo in passato, l’abolizione dell’articolo 35 dello “sblocca Italia” laddove prevede questa norma degli inceneritori in ogni regione.
Speriamo che su questo atto non ci siano ricorsi da parte del nuovo Governo e questa amministrazione possa regolamentare, come credo sia giusto, nel proprio territorio la raccolta differenziata e l’eventuale presenza o assenza, come in questo caso, di inceneritori.
Mi auguro che il Consiglio regionale possa accogliere positivamente questa proposta di legge, come abbiamo fatto noi sottoscrivendola, votandola all’unanimità per dare un segnale forte sia ai territori che al Governo nazionale. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Micucci che ha descritto molto bene lo spirito che mi ha portato a scrivere questa legge e lo ringrazio per averla sottoscritta, come ringrazio gli altri sottoscrittori che voglio citare: il Consigliere Giacinti, il Consigliere Giancarli e il Consigliere Rapa. Ringrazio tutti coloro che voteranno questa legge che va in continuità, come ha detto il Consigliere Micucci, con quello che è stato un po’ lo spirito che abbiamo vissuto in quest’Aula in questi ultimi tre anni.
Devo dire che l’Assessore all’ambiente è stato sempre molto chiaro su questo, ha espresso sempre, sin dall’inizio, la sua contrarietà all’incenerimento e sostenendo questa proposta di legge conferma, e gliene va dato atto, che la volontà della Giunta va ancora in questa direzione.
Tutte le mozioni e le risoluzioni che abbiamo approvato in quest’Aula hanno trovato un impedimento, un ostacolo, che è quello del piano regionale dei rifiuti perché se lo avessimo modificato, come abbiamo spiegato diverse volte, ci avrebbe portato, purtroppo, a recepire delle leggi che a noi non piacciono, in particolare lo “sblocca Italia” che ci costringerebbe a recepire la normativa che impone l’inceneritore.
Ragionando un po’ ho cercato di trovare una soluzione, abbiamo fatto le verifiche con l’Ufficio legislativo ed abbiamo visto che una soluzione è praticabile, ossia non andiamo a modificare il piano generale dei rifiuti, che rimane lì con le sue tre proposte, con i suoi tre scenari (inerziale, recupero dei materiali, CSS), ma diciamo alle Province, o meglio più precisamente alle Ata, che i loro piani d’ambito non possono prevedere la pratica della combustione dei rifiuti.
Il piano d’ambito è lo strumento operativo con cui l’Ata si organizza sul territorio per gestire i rifiuti, è chiaro che impedendo all’Ata di scegliere uno di questi tre scenari, obbligatoriamente dovrà scegliere gli altri due e non potranno essere fatti investimenti, tanto per intenderci, su centrali che brucino rifiuti, sul CSS, quindi è vietata la combustione perché la legge la esclude non solo per i rifiuti.
Approfitto per presentare un sub emendamento prettamente tecnico perché nella legge c’era una parola non esatta, quindi la sostituisco e non cambia la sostanza. L'ho concordato con il collega, le parole “dei suoi sottoprodotti derivati” sono sostituite da “dei materiali e sostanze derivanti dal trattamento dei rifiuti medesimi”, quindi in pratica sarà vietata la combustione del CSS (combustibile solido secondario), sarà vietata la combustione dei rifiuti, sarà vietata la combustione dei materiali e delle sostanze derivanti dal trattamento rifiuti medesimi, ad eccezione, dice la proposta di legge, del metano.
Abbiamo lasciato il metano perché lo riteniamo prima di tutto un combustibile tra i più puliti che abbiamo ed anche perché, non dimentichiamolo, il metano nei processi di fermentazione dell’umido viene comunque prodotto. Sia nei processi anaerobici, sia nei processi aerobici, si produce dalla fermentazione dei nostri scarti da “cucina” e viene disperso nell’aria. Utilizzarlo per produrre trasporto, per rimetterlo in rete o per produrre energia, riteniamo sia una scelta comunque accettabile. Quindi con l’eccezione del biometano, tutto il resto nelle Marche non si potrà più bruciare.
Questo, secondo me, se approviamo come mi auguro questa legge, è un passo importantissimo che fa voltare completamente pagina alla Regione Marche, passando da una politica che in questi anni non è stata fatta, che comunque archivia completamente una politica vecchia, basata sul trasformo il rifiuto da solido a gassoso, creando una discarica in aria.
Non smetto mai di ricordare a tutti che in natura nulla si crea e nulla si distrugge, quindi quando bruciamo un rifiuto realizziamo delle discariche in aria, superare questa concezione antieconomica - si è dimostrato che costa meno recuperare materiali piuttosto che bruciarli, quello che viene recuperato dall’energia non compensa i costi superiori, quindi questa pratica è anche antieconomica ed inquinante - vecchia di 50 anni fa, ci porta in un futuro più green, che consegnerà alle nuove generazioni, mi auguro, delle Marche più sostenibili ambientalmente, che puntano verso un’economia circolare, verso il recupero dei materiali, verso il riciclo. Quindi un passo molto importante per tutti i marchigiani.
Qualcuno dice: “Ti sei preoccupato della Regione Marche, c’è il pericolo che il problema si possa spostare fuori dalla Regione Marche”, rispondo subito che sono un Consigliere regionale delle Marche, i colleghi sono Consiglieri regionali delle Marche e pensiamo per le Marche, se fossimo stati Deputati o Senatori avremmo fatto la stessa proposta per tutta l'Italia, ovviamente posso occuparmi di quello che mi compete.
Confido che da parte del Governo non ci siano problematiche o contrasti, visto che il Movimento 5 Stelle ed anche la Lega hanno sempre sostenuto la necessità di abolire l’articolo 35, quindi di non bruciare i rifiuti, per cui mi auguro che questo nuovo Governo sia in linea con la nostra legge che andremo a votare oggi.
Detto questo consentitemi una nota personale, sono anche un po’ emozionato, dico la verità, e poi dirò anche il motivo perché per me è la conclusione di un percorso, sapete che da sempre è stato un mio particolare tema a cui ho dedicato molto tempo, quindi ringrazio tutti quanti anticipatamente.
Penso di aver spiegato bene lo spirito di questa legge, poi mi riservo di intervenire se c’è bisogno di ulteriori chiarimenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Capisco anche l’emozione del Consigliere Bisonni perché è una scelta importante e sicuramente questa proposta le legge, fra un po' legge regionale, ha un coerente valore ecologico.
Il Consigliere Bisonni ha citato l’economia circolare, quindi questo atto ha anche un valore culturale perché nel momento in cui parliamo di economia circolare approcciamo concetti quale quello della rigenerazione, del riciclo, del riuso. Una concezione nuova e diversa della produzione e del consumo sia di beni che di servizi. C'è sicuramente un’estensione della vita dei prodotti, dei beni di lunga durata e c’è il rifiuto dell’usa e getta. Su questo mantengo la razionalità del legislatore, non perché il Consigliere Bisonni non l’abbia mantenuta, molto politica e vedo anche un sistema economico, dentro il concetto dell’economia circolare, lontano dal profitto, vedo un concetto di democrazia economica, di sostenibilità, di equità, di attenzione alle cose che durano nel tempo e che dovrebbero durare nel tempo, nella concezione, quindi, che non c’è nulla di inesauribile. Questa credo che sia la scelta profonda dal punto di vista politico.
Ci ha ricordato più volte l’Assessore Sciapichetti, ed ha ragione - ho detto anche altre volte che l’Assessore Sciapichetti è una persona seria ed oggi non aggiungo nulla alla sua santità - il fatto che abbiamo percentuali di raccolta differenziata che collocano le Marche tra le migliori realtà italiane. In questa Aula abbiamo fatto anche un passaggio ulteriore, non molto tempo fa, quello sulla tariffazione puntuale, è un obiettivo da raggiungere concretamente insieme al metodo porta a porta, perché se vogliamo parlare di raccolta differenziata dobbiamo arrivare al porta a porta ovunque ed in molte realtà delle Marche ci siamo arrivati.
Credo che ci sia la consapevolezza, la sensibilità, i territori sono pronti a questa sfida, a questa modalità di raccolta, non voglio chiamarla nemmeno sfida, le sfide sono più alte, ed è possibile se c’è la volontà e la capacità da parte di chi organizza di arrivare a questi obiettivi. Pagare una tassa in base alla quantità di rifiuti prodotti, questo non solo incentiva la raccolta differenziata, ma se c’è equità, c’è una maggiore attenzione alla coerenza e alle scelte ecologiche.
Il piano dei rifiuti della Regione Marche è stato fatto nell’ultima seduta della passata legislatura, il 14 aprile 2015, sono stato il relatore di maggioranza di quel provvedimento, lo considero un ottimo piano e ne sollecito anche l’attuazione, però, come ci ha ricordato ora il Consigliere Bisonni, per evitare che un piano così complesso, ricco, come quello della Regione Marche, finisse dentro un contenzioso e non arrivasse alla sua concreta attuazione ed anche alla sua approvazione, prevedeva alcuni scenari ed io qui per certi aspetti mi emoziono come il Consigliere Bisonni, perché consideravo la previsione di scenari, ovvero quello della produzione di materia e di energia, come una macchia. Quindi ringrazio il Consigliere Bisonni, ringrazio il Consiglio che vorrà approvare questa proposta di legge, i colleghi che hanno firmato con noi questa legge, perché oggi abbiamo trovato la modalità di togliere la macchia. E' un buon piano che va attuato, ma non ci possono essere doppi scenari, ovvero rimangono formalmente, ma li superiamo sostanzialmente perché nel piano di ambito non ci possono essere più scenari, c’è il recupero di materia. Punto!
Vanno bene le energie rinnovabili e ribadiamo un altro concetto, che la terrà è fatta per produrre cibo e non energia, su questo potrei continuare, non sono soltanto delle enunciazioni, sono principi saldi dentro quel sistema economico a cui ho fatto riferimento.
Le caratteristiche del piano sono quelle di ridurre notevolmente la quantità dei rifiuti, aumentare la raccolta differenziata, raggiungere un qualcosa che ci porti, come ho detto all’inizio, alla rigenerazione vera, a quel riuso, a quel riciclo completo.
Non credo di dover aggiungere altro se non il fatto che questi obiettivi che ci siamo dati siano presenti nel piano e con questi arricchimenti che abbiamo fatto anche la tariffazione puntuale a cui facevo riferimento.
La legge di oggi ha un valore ecologico ed anche un valore culturale, insieme all’attuazione del piano stesso. Nel nostro Paese, siamo tra le regioni collocate ai migliori posti, Assessore, e grazie anche al suo lavoro lo meritiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Detto che siamo stati e siamo contrari, per nostra natura, per nostro Dna, a bruciare per produrre energia e non, siamo contrari a qualsiasi tipo di combustione che sia a scopo di lucro, debbo porre all’attenzione di questo Consiglio due questioni che ritengo importanti.
Ne abbiamo parlato in Commissione, in realtà credo che probabilmente, per non dire sicuramente, questa legge verrà impugnata dalla Corte Costituzionale, sicuramente o probabilmente, non so cosa sia meglio dire, e spiego i motivi.
La scheda Atn che ci è pervenuta in Commissione è molto chiara su questo e leggo testualmente quello che dice per far capire quello che abbiamo vissuto in Commissione e che riporto dentro quest’Aula: “La pdl 192 è diretta inoltre a vietare in modo permanente nel territorio regionale qualsiasi forma di combustione dei rifiuti e dei suoi sottoprodotti. Sotto tale profilo si evidenzia il palese contrasto con l’articolo 35 del Decreto legge ‘Sblocca Italia’ (e con il conseguente D.P.C.M. 10 agosto 2016), il quale definisce gli impianti di incenerimento in questione quali 'infrastrutture ed insediamenti strategici di preminente interesse nazionale' diretti tra l’altro a limitare il conferimento dei rifiuti in discarica. Attualmente, quindi, il legislatore regionale non può vietare nel proprio territorio la combustione dei rifiuti in quanto verrebbe pregiudicato in tal modo quel 'bilanciamento di interessi' sopra descritto che la norma statale è preordinata a garantire”. Questo è il primo problema, noi sappiamo, io so, pur essendo d’accordo sul principio che è contenuto nella legge presentata dal Consigliere Bisonni, che questa legge probabilmente, non sicuramente, verrà impugnata.
A questo aggiungo: “Per completezza di informazione (come dice la scheda Atn) si precisa, a tale proposito, che il Tar del Lazio, sezione prima, con una recente ordinanza del febbraio 2018 ha rinviato l’articolo 35 del suddetto decreto legge n. 133/2014 e la normativa secondaria di attuazione (D.P.C.M. 10 agosto 2016) alla Corte di Giustizia dell’UE per verificarne la conformità con il quadro normativo europeo vigente, sospendendo la sua decisione su un ricorso proposto da alcuni comitati ambientalisti contro la normativa statale richiamata”, quindi non solo è pendente un ricorso al Tar, ma il Tar si è rivolto alla Corte di Giustizia europea, quindi c’è un conflitto, un vulnus che ancora si deve dipanare.
Detto questo, non possiamo non essere d’accordo sul concetto che esprime la proposta di legge perché il percorso politico che ci sarà nel Ministero dell’ambiente, che da sempre è quello nostro, sarà quello di evitare di bruciare rifiuti e ripartire dalla produzione di base, che darà i rifiuti del futuro, più del riciclo e del riuso, per quello che noi intendiamo come economia circolare. Dobbiamo imparare a considerare quanto produciamo prima di creare il danno, non dopo che lo abbiamo fatto, quindi il riuso ed il riciclo non è sovraordinato alla produzione nell’economia circolare, l’attenzione sulla produzione per creare meno rifiuti è la base di tutta l’economia circolare.
Detto questo, per i concetti politici che ho espresso, voteremo a favore di questa proposta di legge anche se credo che probabilmente, come ho detto all’inizio, la legge verrà impugnata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Soltanto alcune puntualizzazioni.
In Italia le Marche, diceva il Consigliere Giancarli, sono posizionate abbastanza bene per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, mi reputerei soddisfatto se avessimo i risultati che ottiene Contarina, per dire un esempio ritenuto virtuoso a livello nazionale, purtroppo ancora nella gestione dei rifiuti abbiamo molte deficienze da colmare ed il fatto che si interviene con una legge perché il piano dei rifiuti non si può toccare la dice lunga sulla difficoltà gestionale che abbiamo nel ciclo dei rifiuti all’interno della regione. Sono tre anni e non si riesce a spostare quasi niente.
Il fatto non è soprattutto quello di dire non brucio il CSS, siamo d’accordo, ma non devo neanche produrlo, allora chiedo lumi agli estensori della normativa: il fatto di escludere qualsiasi forma di combustione del CSS ne esclude automaticamente la produzione? Perché dall’articolato normativo questo non si evince e sappiamo che il piano regionale dei rifiuti ha scelto come attuazione lo scenario di produzione del CSS, contro il quale sono tre anni che ci opponiamo.
Detto ciò, spero che si ottenga questo e spero che l’impiantistica per la gestione dei rifiuti non consideri la produzione di CSS, ma spinga fortemente sul recupero di materia, come già la risoluzione n. 33, all’unanimità votata, indica in maniera molto chiara.
Finisco con il bruciare metano, se si vuole spostare l’attenzione sul compostaggio, noi preferiamo sempre il processo aerobico a quello anaerobico, perché riteniamo che venga fuori un compost di alta qualità, effettivamente utilizzabile in ambito agricolo, mentre il digestato che esce fuori dal processo anaerobico non è della stessa qualità e siamo molto dubbiosi sul fatto che il bilancio complessivo del sistema, compostaggio aerobico o anaerobico, sia a favore dell’anaerobico perché produce metano e lo brucia.
Detto questo, siamo d’accordo con l’impostazione normativa perché giustamente dà un’indicazione chiara, che spero si traduca nell'eliminare dal piano dei rifiuti lo scenario CSS. Non bruciarlo nelle Marche e portarlo a bruciare fuori sarebbe una relativa vittoria, più che altro campanilistica.
Spero vivamente che sia il primo passo per andare verso un piano dei rifiuti che possa essere ritoccato, spinto sulla prevenzione, sulla gestione di un compostaggio della frazione umida aerobico, diffuso sui territori.
Dobbiamo eliminare la tendenza imposta dai gestori alla politica di industrializzare massicciamente il processo, altrimenti non se ne viene fuori. Quindi occorre assolutamente evitare la produzione, che si spinga la raccolta differenziata di qualità agendo e controllando sui proventi del Conai, recuperare dal poco indifferenziato che dovrà rimanere indifferenziato tutta la materia recuperabile, quindi sparisca ogni scenario di CSS, e ci si avvii verso il compostaggio di comunità, auto compostaggio, per la frazione umida e organica che riveste comunque il 40% nell’impegno della gestione dei rifiuti che ancora non abbiamo a dovere affrontato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Vorrei ricordare, come già sottolineato dai Consiglieri Micucci e Bisonni, come gli indirizzi di questa Giunta siano chiari in materia di gestione integrata dei rifiuti e siano stati supportati con degli atti in diverse circostanze.
Ritengo che il percorso intrapreso dalla Giunta e dall’Assessore Sciapichetti stia facendo un ottimo lavoro.
Con questa proposta di legge si va ulteriormente a rafforzare questo percorso che, come ricordava giustamente il Consigliere Giancarli, è un cambio culturale, con una attenzione maggiore verso la sostenibilità ambientale e l’ambiente in genere.
Penso solo che ripartendo dal valore del territorio riusciremo a concepire una nuova economia, che sia più a misura delle persone e dell’ambiente e proprio in questa ottica bisogna continuare un lavoro in sinergia anche con tutte le altre Regioni, soprattutto partendo dal presupposto che il tema dell’economia circolare debba essere messo al primo punto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Approfitto della possibilità di intervenire per chiarire alcuni aspetti. Intanto voglio ringraziare tutti perché mi sembra che, al di là della polemica politica, si vada ad un voto unanime, quindi grazie.
Dopodiché, Consigliere Giorgini, non ne sarei così sicuro sul discorso dell’impugnativa, in questa Aula abbiamo già votato ed approvato delle leggi sulle quali avevamo questi dubbi. Ricordo ad esempio la norma contro la ludopatia, è una di quelle che ha scatenato questa polemica perché presentava dei principi di incostituzionalità, eppure non è stata impugnata, e a vantaggio di questo ragionamento vorrei precisare che la situazione è un po’ il contraria a quella che ha detto, nel senso che alcune associazioni ambientaliste e comitati hanno fatto ricorso al Tar del Lazio contro l’articolo 35 perché hanno precisato che viola il principio della famosa piramide europea, dove prima di arrivare all’inceneritore bisogna fare il recupero dei materiali, il riciclo dei materiali.
Proprio su questo principio, considerato che l’articolo 35 prevede che gli impianti di incenerimento non si possono ostacolare perché sono strategici, quindi assunti a livello nazionale come strategici, il ricorso dice: se tu consideri gli inceneritori strategici, perché non consideri strategici tutti quegli impianti che servono per recuperare e riciclare i materiali, visto che nella piramide europea il recupero ed il riciclo vengono prima della pratica dell’incenerimento e non dopo, come ha detto il Consigliere Giorgini? Nella piramide dei valori europei vengono prima il recupero ed il riciclo dei materiali, poi l’incenerimento ed infine la discarica.
Il Tar del Lazio ha dato ragione a questi comitati e ha rimandato la contestazione, cioè questa cosa che loro contestavano, alla Corte di Giustizia europea, quindi in virtù di questo ricorso al Tar, che va nella direzione che noi vogliamo, che è quella di non bruciare i rifiuti, è improbabile il fatto che questa legge possa essere impugnata, a meno che non ci sia una volontà politica da parte del nuovo Governo di andare in quella direzione, ma sono speranzoso che questo non accada, come mi sento speranzoso anche sul fatto che non venga prodotto il CSS, per un semplice fatto, voglio far notare che il CSS già oggi è economicamente insostenibile, parliamo se non ricordo male di 110 euro a tonnellata per poterlo produrre, gestire e controllare, quindi alcuni gestori hanno detto di loro spontanea volontà che il CSS non lo fanno perché costa troppo. Se a questo aggiungiamo il costo del trasporto per portarlo fuori regione, è evidente che non c’è la convenienza economica a produrlo. Quindi con questa legge diciamo che mettiamo la pietra tombale sul CSS, che questo sia chiaro, e questa è una vittoria di tutti, è una vittoria di quest’Aula che rivendico con forza.
Ringrazio nuovamente tutti quelli che, al di là della polemica politica, che ci sta, voteranno questa legge, ringrazio nuovamente l’Assessore che la sostiene, la Giunta e tutti i Consiglieri che l’hanno sottoscritta e che la voteranno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Gli interventi che mi hanno preceduto hanno centrato l’obiettivo della legge e il perché oggi il Consiglio, mi pare unanimemente, condivide questa scelta.
A me come Assessore, come amministratore, come Giunta, fa particolarmente piacere, e quando ho letto la proposta del Consigliere Bisonni mi sono detto che per quello che è il compito nostro, per quello che dobbiamo fare noi, si inserisce nel lungo canale della continuità che la Giunta regionale dal 2015 a oggi ha portato avanti con determinazione, ovunque, sempre, in ogni sede, quando è stato discusso l’articolo 35, la sua abolizione, tutti i problemi che ci siamo detti.
Ogni volta come maggioranza siamo stati tacciati di essere contro l’articolo 35 solo a parole e nei fatti no. Finalmente oggi, portando quello che abbiamo detto a voce ed in atti ufficiali, perché abbiamo fatto anche degli atti ed un ricorso al Tar, abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per combattere la linea dell’inceneritore, ci viene data la possibilità di esprimere con un voto questa nostra avversità all’incenerimento in ogni forma, in ogni specie, sul territorio regionale, quindi è un fatto importante.
Penso che non solo, lo diceva bene nel suo intervento il Consigliere Bisonni, qui non prevediamo l’incenerimento del CSS, ma è chiaro ed è insito il fatto che ne scoraggiamo anche la produzione perché a questo punto è assolutamente antieconomico, perché se devo trasportarlo e portarlo fuori regione è chiaro che ho un costo diverso, quindi ne scoraggio la produzione con un effetto anche educativo sulle aziende, questo mi pare che sia un altro aspetto molto importante.
Voglio ritornare al piano regionale dei rifiuti, guardate lo ricordava bene il Consigliere Giancarli, io ero Consigliere nella passata legislatura, abbiamo votato quel piano con grande convinzione perché sapevamo che portava la Regione Marche all’avanguardia in Italia. L’attuazione è avvenuta solo in parte perché non dobbiamo nascondere che il piano prevedeva da un anno dalla sua approvazione, l’approvazione dei piani provinciali, purtroppo sono passati tre anni ed oggi, nonostante le diffide e le sollecitazioni, siamo in dirittura d’arrivo perché due province hanno fatto il preliminare e altre tre del centro sud lo stanno facendo, per cui intervenire anche in questa fase con questa legge è importante ed i piani d’ambito, le Ata, dovranno tener conto del fatto che non si debbono fare investimenti sul discorso infrastrutturale per quanto riguarda l’incenerimento.
Un fatto assolutamente importante, così come è importante la percentuale che noi abbiamo raggiunto sul territorio regionale di raccolta differenziata. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto e difendere i risultati ottenuti, poi la polemica politica ci sta sempre, figuriamoci, in questo ambito ancora più che altrove, però i dati che portano le Marche ai primi posti in Italia per la raccolta differenziata stanno lì, i numeri sono testardi, i numeri sono inconfutabili, è un dato di fatto di cui dobbiamo essere orgogliosi tutti. Tutti dobbiamo difendere quei risultati perché il successo ottenuto è stato possibile grazie alla partecipazione prima di tutto dei cittadini, delle amministrazioni comunali e di tutto il sistema, ma dobbiamo cercare di incentivarlo, fare ancora di più, quei numeri che sono importanti non li dobbiamo vedere come un punto di arrivo. In alcuni Comuni sono un punto d’arrivo, soprattutto nei piccoli centri perché quando un comune arriva all’84, 85, 87% della raccolta differenziata credo che non possa fare di più, però ci sono ancora fasce di territorio dove si può fare molto, soprattutto in alcune province e in quelle dobbiamo concentrarci perché dobbiamo spingere sempre di più su questo sistema di economia circolare del riuso, del riciclo, tutte parole e schemi che ci siamo detti, che ripetiamo in ogni occasione, però dobbiamo lavorare seriamente e tutti gli atti e i piani d’ambito che noi avremo tra le mani, tutti e cinque fra poco, credo che testimonieranno l'impegno che c'è da parte di tutta la Regione.
Andiamo avanti con questa legge, facciamo un altro passo importante, come diceva il Consigliere Giancarli, che ringrazio per le parole sempre di stima e affettuose che ha nei miei confronti, ma effettivamente c’era, se vogliamo, una macchiolina rispetto a quel piano, che veniva ricordato, che invece è virtuoso ed importante.
Questa macchiolina con questa legge la cambiamo, ora c'è la preoccupazione del Consigliere Giorgini che si sforza e fa delle riflessioni, ma capisco, adesso giustamente ha un ruolo diverso, i 5 Stelle hanno un ruolo di Governo, quindi fa anche un ragionamento nazionale.
Noi adesso facciamo la nostra parte, ragioniamo in questa Assemblea legislativa regionale delle Marche e credo che un voto unanime o quasi dell’Assemblea possa rafforzare questa scelta, cioè rafforzare la scelta che la Giunta regionale ha fatto da sempre che è quella di dire no ad ogni forma di incenerimento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Sub emendamento 2/1/1 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Bisonni. Decaduto.

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Una precisazione all’Assessore, tutto ciò che ho detto l’ho letto nell’analisi tecnico normativa che hanno dato gli uffici della Regione, quindi ciò che ho letto l'ha scritto la Regione, il Movimento 5 Stelle non c’entra nulla, né c’entra nulla sull’intervento di legittimità costituzionale che ho detto, l'hanno detto gli uffici della Regione Marche, naturalmente voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Approfitto della dichiarazione di voto per sottolineare due cose che avevo dimenticato.
La prima, la legge 24/2009 ha un comma che dice che nel momento in cui interviene una nuova normativa europea, statale o regionale, i piani d’ambito devono essere riaggiornati per cui andando noi a modificare la legge 24, i piani d’ambito dovranno automaticamente adeguarsi a questa norma, non ce ne sono perché non sono stati ancora depositati, però qualora ce ne fossero questa legge produrrebbe anche degli effetti retroattivi, quindi imporrebbe alle Ata, qualora avessero previsto nei loro piani d’ambito la combustione, di cambiarli, però, ripeto, questo problema non c’è perché al momento non sono stati ancora depositati. Quindi questa norma ha anche degli effetti retroattivi.
La seconda cosa che voglio sottolineare, e ringrazio il Consigliere Giancarli che l’ha ricordato, è che questa legge, che per me è di fondamentale importanza, va vista come in un mosaico, quindi è un tassello che porta verso una politica ambientale sul tema dei rifiuti. Questo è un tassello, la tariffa puntuale che abbiamo approvato qualche seduta fa ne è un altro, il piano regionale dei rifiuti un altro ancora, tutti questi tasselli uniti porteranno le Marche verso una visione dei rifiuti che punta al riciclo e al recupero dei materiali e non alla combustione, per cui consegneranno, mi auguro, anzi ne sono certo, alle prossime generazioni una regione più sostenibile e più verde. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire perché penso che sia stato detto tutto ed anche abbastanza, anche se il tema è interessante e qualcosa in più si potrebbe ancora dire, però il Consigliere Bisonni mi lancia l’amo, parlando di tasselli io dico che qui ne manca uno importante, manca il riammodernamento di tutti gli impianti di trattamento che noi abbiamo, che sono obsoleti e che risalgono a tecnologie del 1980, per cui questo è un passo fondamentale, negli anni ’80 furono fatti con i soldi del Fio, oggi ci sono fondi Por-Fesr, ci sono fondi comunitari, occorre metterci mano velocemente.
Credo che l’Assessore sappia ormai da tempo che questi impianti non producono più compost di qualità, non producono quella ricchezza che i rifiuti possono creare, non produrranno ricchezza in termini energetici perché su questo recupero, con l’energia, non siamo d’accordo, e va bene, anche se qualcosa si potrebbe dire, però c’è un altro aspetto fondamentale, noi non abbiamo impianti per il recupero di un compost di qualità. Credo che la Regione debba ammodernare questi impianti per poter effettivamente chiudere il cerchio perché noi possiamo avere un effetto di economia circolare, nel senso che recuperiamo il massimo, ma quello che dobbiamo smaltire dobbiamo prima trattarlo, altrimenti occorrerà sempre e comunque fare discariche per mettere tutto quello che non possiamo trattare. Quindi da un lato c’è questo passo in avanti che abbiamo fatto oggi, però dall’altro, per evitare di rimanere fermi, occorre rivedere la politica che riguarda il trattamento dell’umido per ottenere un compost di qualità che possa essere messo sul mercato e che produca ricchezza, che non produce l’energia, ma il compost. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Non riprendo quanto già detto nel mio intervento, soltanto una precisazione visto l’intervento del Consigliere Celani. Intanto, senza alcuna piaggeria, voglio ringraziare il Consigliere Bisonni anche per questo emendamento, l’ho già fatto prima per la legge ed ora per l'emendamento che toglie le sbavature, potevano essere delle sbavature anche linguistiche.
Per quanto diceva ora il Consigliere Celani, noi qui abbiamo parlato mezz'ora fa del piano regionale, nel piano regionale e nei piani d’ambito dobbiamo fare in modo che le tecnologie, non soltanto alcune perché obsolete, dei nostri impianti siano all’avanguardia. Quindi da questo punto di vista il piano prevede che ci sia non soltanto raccolta differenziata, ma anche questo approccio vero all’economia circolare e che gli impianti siano moderni.
La scelta politica da fare è, se vogliamo incentivare un investimento massiccio nella regione su questo, considerato anche il riferimento alle politiche europee che ha fatto il Consigliere Celani, fare in modo che nella programmazione 2021/2027, che spetta sicuramente a questo Consiglio fare, anzi bisogna farla, siano incentivate misure per agevolare quella modernizzazione che il piano stesso prevede.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Una votazione per appello nominale fa più effetto! Perché l'evento è importante e l'abbiamo sottovalutato per tanto tempo.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 192. La pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Consigliere Bisonni.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Carloni, Casini, Celani, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pergolesi, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Zaffiri, Zura Puntaroni;
Contrari: Nessuno;
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Comunicazioni ai sensi del comma 4 dell’articolo 55 del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Approfitto per fare dei ringraziamenti perché sono ovviamente molto contento di questa votazione e devo dire anche un po’ emozionato per un risultato che per me, forse per qualcun altro no, è epocale.
Voglio ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a questo traguardo che, ripeto, per me è il traguardo di un percorso di vita; ho dedicato gli ultimi 10 anni della mia esistenza a combattere la combustione dei rifiuti e oggi finalmente vedo realizzarsi quello che da anni sembrava essere solo un sogno.
Insieme a tante persone che in questi anni mi sono state vicine abbiamo vinto tutte le battaglie ed infine oggi anche la guerra contro questa pratica inquinante oltre che assurda sotto molteplici punti di vista.
Voglio dedicare questa vittoria in primis agli amici dell'Associazione nuova salvambiente onlus che in questi anni mi sono stati a fianco e si sono battuti per la chiusura dell’inceneritore di Tolentino, una battaglia vinta qualche anno fa che ha reso le Marche la prima Regione d’Italia passata dall’avere un inceneritore a non averne affatto.
Debbo poi ringraziare i tantissimi volontari delle varie associazioni ambientaliste che hanno speso senza risparmiarsi e con grande dedizione le loro energie e il loro tempo permettendo che tutto questo potesse accadere; ringrazio vivamente tutti i Consiglieri che questa mattina hanno votato questa proposta di legge, specialmente coloro che dopo di me l’hanno firmata. Ringrazio l’Assessore Sciapichetti che ha creduto in questa iniziativa e l’ha sostenuta nonostante le numerose difficoltà presentatesi. Infine ringrazio in maniera particolare il Presidente Ceriscioli per il suo prezioso sostegno, senza il quale tutto questo non sarebbe avvenuto.
Presidente Ceriscioli, credo che tutti noi oggi dobbiamo dare atto che il suo Governo in questi tre anni ha mantenuto una posizione coerente di contrasto alla combustione dei rifiuti e conclude il suo percorso con l’emanazione di questa legge risolutiva. Grazie.
Colleghi Consiglieri, oltre a me vi ringraziano i tanti marchigiani che rinnegano la combustione dei rifiuti, in particolar modo gli abitanti di Tolentino, Castelraimondo, Matelica, San Severino Marche, Macerata e tutti gli abitanti della provincia di Macerata che in questi anni hanno continuato a vivere con lo spettro che nei loro territori si tornasse a bruciare.
Permettetemi dunque di dimostrarvi la mia riconoscenza stringendo simbolicamente la mano al Presidente Mastrovincenzo, in rappresentanza di tutto il Consiglio regionale, ed all’Assessore Sciapichetti in rappresentanza della Giunta.

Proposta di deliberazione n. 23
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Ulteriore proroga del termine di conclusione dei lavori della Commissione assembleare di inchiesta su Aerdorica S.p.A.”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 23 dell’Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Questa proposta di deliberazione concerne un’ulteriore proroga del termine di conclusione dei lavori della Commissione assembleare di inchiesta su Aerdorica S.p.A.
Sento il dovere e la necessità di fare una piccola precisazione, anche chiedere venia, perché nell’ultima proroga dove sono stato relatore, avevo detto che molto probabilmente sarebbe stata l’unica che noi chiedevamo, però mai dire mai, l’esperienza insegna, e quindi non sono sfuggito alle mie competenze, non ho demandato ed ho ripreso in mano questa situazione, però questa volta per dire che la Commissione ha chiuso i lavori, questo lo possiamo dire, un lavoro certosino fatto di 22 sedute e nell’ultima, che abbiamo fatto la settimana scorsa, c’è stata presentata la relazione tecnica di quanto è stato svolto in queste sedute.
Colgo l’occasione, come abbiamo fatto durante la Commissione, di ringraziare gli organi tecnici, in modo particolare il personale della segreteria che ci segue per il lavoro che ha fatto, e da questo punto di vista i lavori sono chiusi.
Quindi perché questa proroga? Questa proroga sorge, senza nasconderci, per motivi prettamente politici, dobbiamo chiudere facendo la relazione politica, quindi non tutti avevano avuto modo di approfondire la relazione tecnica, che era la sintesi, il risultato di quanto abbiamo fatto in queste 22 sedute, per cui è stato chiesto un margine di tempo che noi abbiamo condensato in circa 15 giorni, perché ci siamo già aggiornati per mercoledì prossimo e per il mercoledì successivo per vedere se è possibile dotare questa relazione tecnica di un preambolo politico che possa essere condiviso da tutti i Commissari presenti nella Commissione. Quindi, un aspetto tecnico politico da questo punto di vista.
L’augurio e l’auspicio è che si possa arrivare a questa condivisione, in caso contrario si verrà in Aula con una relazione ma, come dice il regolamento, nulla vieta che possa essere portata in Aula una seconda relazione.
Voglio tranquillizzare l’Assemblea dicendo che la Commissione ha concluso i lavori e non c’è più la possibilità di fare altre audizioni o convocazioni, avremmo voluto ricevere ulteriori documenti, ma non ci sono stati concessi, non sono arrivati, quindi abbiamo chiuso lo stesso, il lavoro è stato immane, la durata della Commissione è stata di circa 18 mesi, dalla data di istituzione che risale al 21 febbraio 2017, quindi è chiaro che siamo prossimi ai 18 mesi.
Con la presente proposta si chiede la proroga di un mese per arrivare al 31 luglio e verificare che ci siano le condizioni per arrivare a concludere questa relazione in modo unanime, ripeto, ci siamo già convocati per due mercoledì successivi per vedere se è possibile fare, come è solito dire, queste tre paginette di preambolo che chiudano questa attenta riflessione che abbiamo fatto su questa infrastruttura strategica che è Aerdorica.
Oltre a questa richiesta di proroga c’è un’altra richiesta che va a eliminare un disguido, qualcosa che avevamo scritto il 21 febbraio ma che in realtà nell’intestazione della delibera non attiene alla Commissione stessa. Nella Commissione che è stata istituita il 21 febbraio 2017 abbiamo detto che il compito della Commissione era anche quello di fare proposte per il rilancio di questa importante struttura aeroportuale, noi talmente presi dalle audizioni, dall’esaminare bilanci, carte, corrispondenza e quant’altro, non abbiamo mai pensato a questa seconda parte, a questo secondo capitolo che era stato inserito, poi ci siamo resi conto che la Commissione di inchiesta non potrà mai presentare proposte per il rilancio strategico della società, non attiene al compito di una Commissione di inchiesta fare proposte, le proposte devono essere fatte da chi gestisce Aerdorica, devono essere fatte dalla Giunta ed eventualmente gli indirizzi possono essere dati anche da questa Assemblea, ma giammai una Commissione d’inchiesta che ha il compito di indagare sull’efficienza, sull’efficacia delle azioni messe in atto da chi dirige, da chi ha gestito, da chi ha indirizzato questa importante infrastruttura, ma mai potrà presentare proposte per il rilancio strategico della società.
Per cui con un emendamento, il secondo che vi è stato consegnato, proponiamo di sopprimere le seguenti parole “e la presentazione di proposte per il rilancio strategico della società”. Resta soltanto la prima parte che è quella che riguarda la necessità di indagare sull’efficacia e l’efficienza degli atti messi in atto nella gestione negli anni trascorsi di questa importante struttura aeroportuale.
C’è un ulteriore emendamento, il primo, che non fa altro che sostituire il preambolo della delibera che doveva richiamare tutto il pregresso, doveva richiamare la delibera n. 48 del febbraio 2017, le delibere n. 60 e n. 70 rispettivamente di settembre 2017 e di marzo 2018, con le quali abbiamo prorogato per due volte i termini di scadenza della Commissione stessa.
Questa mattina l'Ufficio di Presidenza non aveva adeguatamente informato la Segreteria dell’Assemblea di questo emendamento con il quale si deve cambiare il preambolo della proposta di deliberazione per poterla rendere congruente con le due richieste che facciamo che, ripeto, sono: la proroga al 31 luglio dei lavori della Commissione e sopprimere nel testo le parole “e la presentazione di proposte per il rilancio strategico della società”. Questo è quanto contiene questa delibera. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Giancarli, Zaffiri, Giacinti, Minardi, Leonardi, Maggi, Micucci, Rapa, Fabbri, Celani, Urbinati. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2 a firma dei Consiglieri Giancarli, Zaffiri, Giacinti, Minardi, Leonardi, Maggi, Micucci, Rapa, Fabbri, Celani, Urbinati. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento di coordinamento tecnico 1 firma dei Consiglieri Giancarli, Zaffiri, Giacinti, Minardi, Leonardi, Maggi, Micucci, Rapa, Fabbri, Celani, Urbinati. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 23, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Relazione n. 14
ad iniziativa della II Commissione assembleare
“Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di ‘allarme rapido-early warning’ ai sensi del protocollo n. 2 del trattato sull’Unione europea e sul funzionamento dell’Unione europea - Dialogo politico con le Camere del Parlamento italiano in merito:
1) alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che abroga la direttiva 2000/59/CE e modifica la direttiva 2009/16/CE e la direttiva 2010/65/CE;
2) alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni in merito alla Strategia europea per la plastica nell'economia circolare -COM (2018) 28 final;
3) alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni relativa al quadro di monitoraggio per l’economia circolare - COM (2018) 29 final.”
(Discussione e votazione ordine del giorno e risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione n. 14 della II Commissione assembleare. Su questo atto è stata presentata la risoluzione n. 74 e, se non ci sono obiezioni, viene ritirata la risoluzione n. 68.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Anche nel 2018 prosegue l’attenzione della II Commissione rispetto ai temi della promozione di quella che è ormai nota come “economia circolare”, che rappresenta, nelle intenzioni dell'Unione europea, un nuovo modello di sviluppo economico e sociale più rispettoso dell'ambiente e delle sue risorse.
Come è noto, con economia circolare intendiamo un ciclo produttivo basato sul risparmio delle materie prime e sulla riduzione della produzione di rifiuti.
Nel dettaglio, abbiamo approfondito:
1) la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che abroga la direttiva 2000/59/CE e modifica la direttiva 2009/16/CE e la direttiva 2010/65/Ce;
2) la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni in merito alla Strategia europea per la plastica nell'economia circolare;
3) la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni relativa al quadro di monitoraggio per l’economia circolare.
L'analisi di questi tre atti è stata compiuta anche grazie agli apporti e alle osservazioni formulate dai tecnici del Servizio ambiente della Giunta regionale e dai ragazzi che hanno svolto un progetto di alternanza scuola-lavoro, basato sulle procedure di partecipazione alla formazione del diritto europeo, presso le strutture dall'Assemblea legislativa nel mese di aprile 2018 e che hanno illustrato le loro proposte durante una seduta della II Commissione.
Per entrare, brevemente, nel merito, la proposta di direttiva sui rifiuti portuali si prefigge di produrre effetti positivi sull’ambiente, attraverso una riduzione degli scarichi illegali in mare di rifiuti oleosi, acque reflue e rifiuti solidi, migliorando la gestione dei rifiuti nei porti e supportando la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto nel settore del turismo nelle zone costiere.
Secondo l'impostazione della Commissione europea, la direttiva dovrebbe applicarsi a tutti i porti, compresi i c.d. porti minori. Al riguardo, la II Commissione è dell'avviso che sia necessario specificare, a livello europeo, che cosa si intenda per “porto piccolo” o “porto minore”, al fine di non creare difficoltà interpretative rispetto all'applicazione di alcune semplificazioni riguardanti la gestione dei rifiuti portuali previste per questa tipologia diporti. Si suggerisce inoltre di allungare da 3 a 6 la durata dei piani dei rifiuti portuali, ritenuta più congrua.
La Comunicazione della Commissione europea contenente la Strategia europea per la plastica nell'economia circolare si basa sulla consapevolezza che la plastica è una materia importante ed onnipresente nelle economie dei c.d. Paesi avanzati; la stessa consapevolezza esiste rispetto al fatto che il ciclo di produzione, uso e riuso della plastica è ancora oggi troppo poco “circolare”, producendo seri danni all'ambiente.
La Commissione europea è dell'avviso che sia indispensabile avviare processi di progettazione e di produzione delle materie plastiche che rispondano pienamente alle esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio, in modo tale che lo sviluppo industriale avvenga all'insegna della sostenibilità. La Commissione intende inoltre favorire lo sviluppo di incentivi economici per sostenere le scelte di progettazione più sostenibili, al fine di rendere il riciclaggio della plastica più semplice e soprattutto meno costoso. C’è inoltre la piena consapevolezza di come l’abbandono e la dispersione di rifiuti di plastica danneggino non solo l’ambiente, ma producano effetti negativi anche in termini economici in settori come il turismo, la pesca e la navigazione e possano incidere sulla salute umana attraverso la catena alimentare.
Sulla base del piano di azione per l’economia circolare, promosso dalla Commissione europea nel 2017, l’economia circolare è definita l’economia “in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo”; per accompagnare il buon esito del piano di azione è indispensabile monitorare i comportamenti posti in essere a livello di Stati membri, anche nell’ottica di promuovere l’individuazione di ulteriori priorità che definiscano una prospettiva a lungo termine per la realizzazione degli obiettivi propri dell’economia circolare. La Commissione europea si è poi dotata di un set di indicatori oggetto del monitoraggio e su un sistema di valutazione basato sull’osservazione dei materiali e di come gli stessi entrano nel sistema economico, vengono utilizzati, trasformati e, alla fine, di come ne escono.
Nel quadro di monitoraggio sull’economia circolare sono presi in considerazione fattori rilevanti anche a livello territoriale e locale, quali, in particolare, la percentuale di appalti pubblici verdi, che prevedono requisiti ambientali, la produzione dei rifiuti, in particolare di quelli alimentari, i tassi di riciclaggio complessivi e per rifiuti specifici, gli investimenti privati, il numero di brevetti collegati alla gestione e al riciclaggio dei rifiuti. Grande rilievo assumono in questo contesto i temi della conoscenza, mirata a favorire la divulgazione delle potenzialità dell’economia circolare e della promozione di politiche pubbliche, anche a livello regionale, di sostegno alla riduzione dei rifiuti alimentare, di sostegno ai c.d. appalti verdi, prevedendo delle percentuali minime obbligatorie e di contrasto all’uso del c.d. “usa e getta” nei servizi di ristorazione pubblica collettiva.
Gli atti oggetto della proposta di risoluzione, che la II Commissione propone all'Assemblea di approvare, rientrano infine tra le priorità indicate dalla Commissione europea nel proprio Programma di lavoro per il 2018 che questa Assemblea legislativa ha deciso di approfondire nell'ambito della procedura di partecipazione alla formazione del diritto europeo, con la propria risoluzione approvata lo scorso 26 gennaio.
Devo aggiungere che il lavoro fatto dalla Commissione è stato un lavoro collegiale, con lo forzo di tutti i Consiglieri e questa è la risoluzione che proponiamo, abbiamo anche ascoltato le proposte dei Consiglieri che sono venuti, ultimissima la modifica che abbiamo fatto per una nuova proposta fatta dalla Consigliera Leonardi. Abbiamo cercato di sintetizzare con una unicità di intenti la risoluzione, molto importante, legata a vari argomenti che abbiamo trattato, uno in particolare quello della plastica.
Dico questo perché ho citato il progetto alternanza scuola-lavoro con i ragazzi che abbiamo incontrato in II Commissione e devo dire che è stata un’esperienza molto “bella” e significativa, soprattutto devo ringraziare la dott.ssa Sardella che ha curato con i ragazzi il lavoro che hanno fatto e nei ragionamenti e nelle proposte dei ragazzi ci sono state osservazioni molto acute che abbiamo raccolto in un ordine del giorno, primo firmatario è il Consigliere Fabbri seguito da tutta la Commissione, lascio al Consigliere il compito di presentarlo, legato al discorso dell’uso della plastica.
Dico questo perché tra le varie cose, non in maniera specifica, questi ragazzi hanno detto: “Sarebbe il caso che voi, che fate risoluzioni, iniziaste a pensare di usare meno bottigliette di plastica in Consiglio regionale” e noi abbiamo colto questa osservazione in maniera positiva ed intelligente ed abbiamo proposto questo ordine del giorno che spiegherà il Consigliere Fabbri.
Un buon lavoro è stato fatto anche per le altre risoluzione di cui parleremo dopo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Riprendo velocemente il discorso che il Consigliere Traversini ha fatto relativamente ai contenuti molto interessanti di queste proposte europee, che facciamo nostre perché effettivamente negli ultimi tempi ci si è resi conto ormai che il problema della plastica è un problema ambientale, non solo turistico, ma anche di salute globale, entra nella catena alimentare la degradazione che queste materie subiscono e ormai siamo purtroppo abituati a vedere scene con tartarughe che hanno nello stomaco tanti pezzi di plastica. Bisogna assolutamente incidere sul comportamento quotidiano.
Buona la normativa che proponiamo sull’incentivo a portare a terra i rifiuti raccolti a mare dalle imbarcazioni.
La prossima sfida è quella di modificare pesantemente, nell’ottica dell’economia circolare, la materia prima usata, quindi eliminare, limitare, sostituire, la plastica dal processo produttivo.
Questo è un punto che io ho voluto inserire nella risoluzione e che è stato accolto al termine della discussione: “la prevenzione della produzione dei rifiuti, al fine di limitare l’uso della plastica individuando, laddove possibile, il ricorso a materie prime alternative”.
Abbiamo incontrati i ragazzi che ci hanno illustrato il loro lavoro, con delle slide, di approfondimento fatto a scuola e ci hanno mostrato crudamente una nostra foto con le bottigliette di plastica e con il Consigliere Urbinati abbiamo detto: “Ci hanno beccato, bisogna che dalla testa parta il buon esempio”, allora l’ordine del giorno che ho proposto e unanimemente recepito, impegna ad applicare il punto 6 della risoluzione che caliamo nella realtà regionale.
Il punto 6 della risoluzione prevede: “la promozione di politiche pubbliche, anche a livello regionale, di sostegno alla riduzione dei rifiuti alimentari, di sostegno ai cosiddetti appalti verdi, prevedendo delle percentuali minime obbligatorie di contrasto all’uso del cosiddetto usa e getta nei servizi di ristorazione pubblica e collettiva”, quindi nell’ordine del giorno riprendiamo il punto 6 della risoluzione e impegniamo il Presidente e la Giunta “a disincentivare l’utilizzo di materiale usa e getta all’interno delle strutture della Giunta e del Consiglio regionale, sostituendo per quanto possibile le materie plastiche con altro materiale e, ove non possibile, ad utilizzare materiale riciclabile e biocompostabile; ad inserire nei propri capitolati d’appalto specifiche di fornitura atte alla realizzazione dei contenuti espressi dal punto 6 della risoluzione di cui in narrativa; ad applicare con solerzia ed in ogni sua parte la legge regionale 32/17”, che è quella che è stata approvata lo scorso anno all’unanimità e che coinvolge la raccolta ed il riutilizzo delle eccedenze alimentari e la raccolta e il riutilizzo dei farmaci non assunti dai malati.
Applicando questa normativa si avranno dei potentissimi risparmi economici, ci si avvicina verso l’economia circolare e soprattutto diamo come istituzione l’esempio che deve essere contagioso per tutte le altre nel sostituire l’utilizzo dell’usa e getta della plastica con altri materiali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo brevemente, non ho seguito tutti i lavori della Commissione non facendone parte, ma condivido appieno i principi di questa risoluzione, per spiegare il contributo che ho avuto la possibilità di dare integrando la risoluzione per dare un segnale importante alle misure per il riutilizzo, il riciclo e la salvaguardia ambientale con un occhio a quello che potrebbe essere il lavoro che dietro un discorso di recupero ambientale ci potrebbe essere, quindi l’idea era quella, partendo dagli incontri che abbiamo fatto in questi anni, relativamente al disagio ed ai problemi che ci sono ad esempio nell’ambito della pesca, di poter coniugare eventualmente queste due differenti esigenze.
Leggo come poi abbiamo tradotto questa opportunità che è quella di poter incentivare chi vuole mettere in piedi una attività, o vuole riconvertire la propria imbarcazione per la piccola pesca o per altra tipologia ai cosiddetti spazzini del mare, cioè la possibilità di fare nuova impresa riconvertendo, costruendo nuove barche per un discorso di pulizia dalla plastica sia all’interno delle aree portuali che nelle spiagge dedite alla balneazione, quindi “in vista della nuova programmazione del Feamp (fondo europeo per la pesca) post 2020 si ritiene necessario promuovere misure di sostegno per la riconversione di imbarcazioni da pesca con l’avvio di nuove attività finalizzate alla raccolta in mare di rifiuti in particolare di rifiuti plastici e delle cosiddette microplastiche nell’ottica della riconversione di attività tradizionali spesso non più remunerative in iniziative imprenditoriali ad alto valore aggiunto ambientale”. Credo che le due cose possano e debbano coniugarsi per creare anche una nuova economia insieme ad una coscienza ambientale sulla quale stiamo lavorando tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Ringrazio il Presidente Traversini e tutta la II Commissione per il lavoro fatto su un argomento così importante su cui tutta l'opinione pubblica in questo momento è sensibile. Prima la discussione sulla questione della combustione dei rifiuti, ora questa sui rifiuti di plastica, credo che la parte ambientalista del Consiglio assuma un’importanza molto rilevante.
Insieme al Consigliere Fabbri abbiamo approvato quella osservazione, quel richiamo che ci hanno fatto i ragazzi dell’alternanza scuola-lavoro, nel senso che ci hanno preparato una bella foto con tanto di conteggi e misurazioni che ci hanno dimostrato quante bottigliette d’acqua noi consumiamo in un anno, in base a chi frequenta quest’Aula e quanti rifiuti di plastica alla fine avevamo prodotto lo scorso anno. Con questo possiamo sottolineare l’importanza dell’alternanza scuola-lavoro perché questi ragazzi oltre a questa segnalazione, soprattutto in II Commissione, hanno lavorato a parecchi progetti interessanti sul lavoro, sui fondi europei e sull'Erasmus. Spero che questa sia una pratica che il nuovo Governo con il nuovo Ministro cercherà di portare avanti.
Quello dei rifiuti è un aspetto importante e condivido l’emendamento della Consigliera Leonardi relativo alla raccolta dei rifiuti in mare perché noi sappiamo che spesso l’Europa su queste cose non riesce a calzare le esigenze di determinati territori, quindi va bene l’incentivazione. Faremo delle leggi, ci sono già in II Commissione dei provvedimenti che si occupano di pesca, piccola pesca e pesca turismo, credo che anche lì potremmo inserire con una norma, con un articolo, le questioni ambientali. Mi auguro che sarà una legge molto partecipata e spero che potrà creare molti posti di lavoro, a mio avviso, nella regione Marche.
Con il Presidente Ceriscioli abbiamo ricevuto una ricercatrice marchigiana dell’Università di Camerino che è stata premiata - sono stati premiati solo tre progetti a livello europeo, uno italiano, uno francese ed uno inglese - per un progetto che riguarda le plastiche in mare, perché le plastiche in mare, oltre ad essere dannose in quanto materiale non consono ad un ambiente marino, sono anche portatrici di alcuni batteri e microrganismi che possono, molto più velocemente della plastica, entrare nella catena alimentare. Anche questo è un aspetto importante, ringrazio tutti e annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di ordine del giorno, sulla risoluzione n. 74, a firma dei Consiglieri Fabbri, Busilacchi, Traversini, Urbinati, Rapa, Talè, Malaigia, Celani. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di risoluzione n. 74 a firma della II Commissione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Relazione n. 15
ad iniziativa della II Commissione assembleare
“Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di ‘allarme rapido-early warning’ ai sensi del protocollo n. 2 del trattato sull’Unione europea e sul funzionamento dell’Unione europea - Dialogo politico con le Camere del Parlamento italiano in merito alla valutazione di medio termine del programma “Erasmus + (2014-2020) (COM2018 – final)”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione n. 15 della II Commissione assembleare.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Nell’ambito della partecipazione alla formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea la II Commissione ha ritenuto opportuno approfondire i temi oggetto della Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni riguardante la valutazione di medio termine del programma “Erasmus +”.
Come credo vi è noto, Erasmus plus (+) è il programma dell'Unione europea che sostiene azioni nei settori dell'istruzione e della formazione, della gioventù e dello sport. La relazione riguarda, in particolare, la c.d. Valutazione intermedia del programma, rappresentata dalla sintesi dei contenuti delle relazioni nazionali inviate dai soggetti attuatori unita all’analisi compiuta da un valutatore indipendente. Nella relazione sono illustrati i risultati raggiunti dal programma nel primo periodo di attuazione, mettendo in luce il valore aggiunto europeo conseguito. Nella relazione sono formulate alcune proposte da attuare nella seconda parte del sessennio e che possono orientare la nuova programmazione post 2020.
La relazione della Commissione è stata oggetto di una attenta analisi da parte di un gruppo di ragazzi che hanno svolto presso gli uffici dell’Assemblea legislativa regionale un periodo di alternanza scuola-lavoro ed hanno approfondito la tematica inerente la partecipazione alla formazione del diritto europeo.
Le osservazioni contenute nella proposta di Risoluzione che la II Commissione sottopone al voto dell’Aula sono anche il frutto del confronto avuto con questi ragazzi, particolarmente interessati ai contenuti del programma Erasmus plus.
Nel merito, è emersa l’opportunità di suggerire alla Commissione europea alcuni contenuti ulteriori a quelli già propri di Erasmus plus, che ne potrebbero arricchire ulteriormente gli obiettivi; tra questi si è proposto di consentire ai ragazzi di soggiornare all’estero anche per praticare e conoscere sport tipici di quel paese o non presenti nel paese di origine e di consentire a tutti gli studenti che praticano sport a livello agonistico di continuare a praticare il proprio sport nel Paese europeo scelto per studiare, in strutture adeguate, dal momento che questi ragazzi potrebbero essere scoraggiati dal prendere parte al soggiorno perché dovrebbero smettere per un periodo gli allenamenti.
Importante sarebbe inoltre assicurare il riconoscimento automatico del periodo svolto all’estero come periodo di istruzione svolto nel proprio Stato di origine, collegandolo alla costruzione della cittadinanza europea e al percorso di studio seguito nell’Unione oltre che a permettere agli studenti delle scuole superiori di soggiornare per brevi periodi (2-6 settimane) durante l‘estate anche singolarmente, ovvero senza che sia la scuola ad aderire ad un progetto specifico.
Per questi motivi, la II Commissione ha ritenuto di sottoporre all'Assemblea legislativa delle Marche una proposta di risoluzione.
Anche qui volevo sottolineare semplicemente il piacere della collaborazione, come ho detto prima, con il progetto alternanza scuola-lavoro che è stata per noi un’esperienza importante. Su questi temi i ragazzi sono intervenuti in maniera maggiore e diretta perché interessati dal progetto Erasmus. Grazie,

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Questa risoluzione pone un forte accento sulla promozione dell'apprendimento permanente, sulla mobilità professionale degli apprendisti e l'educazione informale. Inoltre, si raccomandano maggiori sforzi da parte degli Stati membri per garantire un facile riconoscimento dei crediti ECTS ottenuti durante le mobilità Erasmus e la necessità di modernizzare, rendere accessibile e più digitalizzata l'istruzione e la formazione professionale.
"Erasmus plus" è un programma innovativo, che riunisce sette programmi comunitari esistenti nei settori dell'istruzione, della formazione e della gioventù. In qualità di programma integrato, "Erasmus plus", fornisce maggiori opportunità di cooperazione per I' istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.
Gli obiettivi generali del Programma sono articolati su quattro linee di azione principali i cosiddetti strand.
I primi due strand riguardano l’istruzione e la formazione a tutti i livelli, in una prospettiva di apprendimento permanente.
L'obiettivo è promuovere l'equità e l'inclusione sociale, facilitando l'accesso agli studenti con contesti svantaggiati e meno opportunità rispetto ai loro coetanei; migliorare le competenze e l'occupazione, nonché un rinnovamento dell'istruzione, della formazione e del lavoro giovanile, attraverso nuovi metodi di insegnamento e di apprendimento. Tutte le azioni mirano a sostenere partenariati transnazionali tra istruzione, formazione, per le istituzioni e le organizzazioni giovanili, in modo tale da favorire la cooperazione a livello europeo e colmare i vuoti che attanagliano i mondi dell'istruzione e del lavoro.
Il terzo strand è quello che riguarda il c.d. "Gioventù in azione" e l'obiettivo è quello di offrire nuove opportunità per oltre 4 milioni di cittadini europei per studiare, formarsi e acquisire esperienza di lavoro e volontariato all'estero.
La vera novità del programma è quella rappresentata dal quarto strand che riguarda lo sport, come diceva il Consigliere Traversini, dove ci si prefigge di sostenere progetti di base e sfide transnazionali quali la lotta contro le partite truccate, il doping, la violenza e il razzismo.
Il programma prevede poi degli ulteriori strumenti per garantire l'alta qualità dell'insegnamento relativamente alle politiche sull'integrazione europea e incentivi alla mobilità per gli studenti. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione n. 69 a firma della II Commissione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Relazione n. 16
ad iniziativa della II Commissione assembleare
“Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di ‘allarme rapido - early warning’ ai sensi del protocollo n. 2 del trattato sull’Unione europea e sul funzionamento dell’Unione europea - Dialogo politico con le Camere del Parlamento italiano in merito alla proposta di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione europea (COM 2017 797 final”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione n. 16 della II Commissione assembleare.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La proposta di Risoluzione che la II Commissione sottopone al voto dell’Assemblea legislativa riguarda un importante nuovo atto di diritto europeo, che ha ad oggetto la nuova disciplina europea in materia di condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili e che intende consolidare i diritti fondamentali riconosciuti ai lavoratori, aumentando al contempo il livello di tutela minima dei diritti, soprattutto alla luce dei più recenti sviluppi del mercato del lavoro. A tal fine, la proposta mira a fornire un quadro di riferimento unitario per condizioni di lavoro eque e per promuovere un giusto equilibro tra flessibilità e sicurezza dei lavoratori.
Gli obiettivi specifici della proposta sono quelli di migliorare l'accesso dei lavoratori alle informazioni concernenti le loro condizioni di lavoro; migliorare le condizioni di lavoro per tutti i lavoratori, in particolare per quelli che hanno contratti di lavoro flessibile e non standardizzato; migliorare il rispetto delle disposizioni in materia di condizioni di lavoro; migliorare la trasparenza nel mercato del lavoro, senza che ciò comporti un aumento del carico burocratico nei confronti delle imprese, soprattutto su quelle di piccole dimensioni.
Anche in questo caso la proposta di direttiva è stata studiata dai ragazzi che hanno svolto l’alternanza scuola-lavoro presso la struttura dell’Assemblea legislativa e che hanno dimostrato grande sensibilità di analisi e interesse per una materia particolarmente complessa.
Nel merito, con la proposta di Risoluzione si propone di introdurre corsi di formazione obbligatoria minima rivolta a tutti i lavoratori circa i propri diritti. Tali diritti dovrebbero ricomprendere anche alcuni “bisogni fondamentali del lavoratore”, quali, in particolare, permessi più facili da ottenere per disabili, per coloro che hanno un membro della famiglia malato e/o non autosufficiente e per le donne in stato di gravidanza; permessi che non influiscono sul contratto di lavoro e sul salario del lavoratore; lavori part-time e a chiamata con ulteriori agevolazioni per le categorie di lavoratori sopra indicate.
Si propone inoltre di estendere l’obbligatorietà della direttiva a tutti i rapporti di lavoro, escludendo in questo senso la discrezionalità degli Stati membri prevista all’articolo 1 della proposta e di esplicitare in modo chiaro e vincolante che tra i diritti minimi da garantire al lavoratore ci sia anche quello riguardante la previsione di una giustificazione espressa in ordine alla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro (articolo 17 della proposta).
Per questi motivi, la II Commissione ha ritenuto di sottoporre all'Assemblea legislativa delle Marche la proposta di Risoluzione che vi abbiamo consegnato.
Ripeto, l’ho detto all’inizio durante la presentazione della prima risoluzione, anche questo è un lavoro approvato all’unanimità da parte della Commissione, fatto insieme e concordato, ascoltando anche i singoli Consiglieri venuti in Commissione che hanno presentato dei documenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. La risoluzione riguarda contratti di lavoro più trasparenti, maggiori diritti e retribuzioni adeguate.
La Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva ad hoc che rispetto a quella in vigore, interesserà e tutelerà altri 2 o 3 milioni di lavoratori con contratti atipici. La proposta prevede al contempo misure per evitare oneri amministrativi a carico dei datori di lavoro, dando loro ad esempio la possibilità di fornire per via elettronica le informazioni richieste.
La direttiva attualmente in vigore risale a 25 anni fa e non riflette più l'evoluzione delle realtà del mercato del lavoro, la maggiore flessibilità e la crescente diversità delle forme di lavoro subordinato hanno messo in luce una serie di lacune nella tutela dei lavoratori e, nel caso dei lavoratori vulnerabili, hanno talvolta contribuito a nuove forme di precarietà. Coinvolti anche i lavoratori domestici, quelli con contratti di brevissima durata e i lavoratori pagati a voucher.
La proposta è scaturita certamente dalla necessità di condizioni di lavoro più trasparenti nell'Ue. Più concretamente, si intende ridurre il rischio che i lavoratori non godano di sufficiente tutela allineando la nozione di lavoratore a quella della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea. Secondo le norme vigenti, le definizioni possono variare e alcune categorie di lavoratori finiscono col rimanere escluse. Impiegando la definizione di lavoratore della giurisprudenza della Corte, la direttiva garantisce la copertura delle stesse categorie generali di lavoratori.
Il provvedimento stabilisce che i lavoratori ricevano un fascicolo informativo aggiornato e ampliato sin dal primo giorno del rapporto di lavoro, e non due mesi dopo come accade attualmente.
Un faro acceso anche sui diritti minimi da garantire: il diritto a una maggiore prevedibilità del lavoro per coloro che lavorano per lo più con un orario variabile, la possibilità di chiedere la transizione a una forma di occupazione più stabile e di ricevere una risposta scritta o il diritto alla formazione obbligatoria senza deduzione dello stipendio.
Si rafforzano anche gli strumenti di esecuzione e i mezzi di ricorso come ultima risorsa per risolvere eventuali controversie quando non è sufficiente il dialogo.
In particolare vorrei ringraziare i colleghi della Commissione per aver approvato le modifiche da me proposte alla direttiva. che vi sintetizzo brevemente: la regola dettata ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 3: "Gli Stati membri possono decidere di non applicare gli obblighi stabiliti dalla presente Direttiva ai lavoratori il cui rapporto di lavoro sia di durata inferiore o uguale a 8 ore totali in un periodo di riferimento di un mese", questa regola pone dei seri problemi in ordine alla possibilità di verificare tale rapporto: se ad esempio un lavoratore viene assunto con un contratto di 8 ore al mese e poi ne lavora 20, difficilmente farà causa al datore di lavoro perché non lo ha informato per iscritto. La modifica è andata dunque nella direzione di prevedere che la direttiva sia applicabile a tutti i rapporti di lavoro escludendo in tal senso la discrezionalità degli Stati membri.
Un’altra regola recitava che "i lavoratori che ritengono di essere stati licenziati, o soggetti a misure con effetto equivalente, per il fatto di aver esercitato i diritti di cui alla presente direttiva, possono chiedere al datore di lavoro di fornire motivi debitamente giustificati del licenziamento o suo equivalente". Questa regola non pare in linea con l'articolo 30 della Carta dei diritti, per cui il licenziamento deve essere sempre giustificato. Abbiamo quindi ritenuto opportuno prevedere che il datore di lavoro debba sempre comunicare, per iscritto, ai lavoratori le ragioni del licenziamento.
Da ultimo, per quanto riguarda il periodo di prova, nella direttiva viene indicato che non deve eccedere i 6 mesi, ma non è prevista alcuna regola specifica antielusiva in caso di successione di appalti, di lavoratore precedentemente somministrato o di gruppo di imprese. Abbiamo quindi sottolineato che occorre prevedere disposizioni per evitare abusi di cessione del rapporto di lavoro tra un datore ed un altro, soprattutto in caso di cessione riguardante la stessa qualifica professionale o nella stessa mansione.
Infine ringrazio anch’io la dott.ssa Sardella e i funzionari che si sono occupati ed hanno lavorato con passione al progetto di alternanza scuola-lavoro che ha portato diversi studenti a farsi attori protagonisti della loro formazione, a questo proposito invito il Presidente Mastrovincenzo e tutto l’Ufficio di Presidenza ad adoperarsi per individuare fra il personale del Consiglio delle figure che possano ulteriormente supportare e dare la possibilità ad altri studenti di altre scuole di poter accedere ad un progetto che ha visto entusiasti non solo i ragazzi, i quali sono stati veramente d’aiuto perché a volte hanno letto con un occhio diverso le carte che a noi tante volte sembrano fredde, rendendole più aderenti al contesto quotidiano vissuto. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione n. 70 a firma della II Commissione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 374
ad iniziativa dei Ceriscioli, Mastrovincenzo, Marconi, Busilacchi, Urbinati, Carloni, Maggi, Marcozzi, Bisonni, Rapa, Celani, Minardi, Leonardi, Traversini, Giancarli, Micucci
“Nuovi sentieri di sviluppo per l'Appennino marchigiano dopo la sequenza sismica del 2016-2017 e Patto per la ricostruzione e lo sviluppo”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 374 dei Ceriscioli, Mastrovincenzo, Marconi, Busilacchi, Urbinati, Carloni, Maggi, Marcozzi, Bisonni, Rapa, Celani, Minardi, Leonardi, Traversini, Giancarli, Micucci.
Questa mozione prende spunto da due iniziative che hanno viaggiato parallelamente, quella del Consiglio, relativamente alla ricerca di “Nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino marchigiano”, che è stata realizzata grazie all’aiuto delle quattro Università marchigiane, insieme all’Università di Modena e Reggio Emilia, su mandato dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, e quella della Giunta riguardante un percorso attivato grazie al lavoro dell’Istao che ha raccolto le varie proposte progettuali.
La mozione mira alla sottoscrizione di un patto che viene considerato l’unica strategia operativa in grado di trasformare il sisma da grave problema ad opportunità di rilancio; alla Giunta viene dato mandato di procedere entro il mese di agosto alla sua definitiva stesura sulla base dei contenuti condivisi e con una struttura che si articoli in quattro sezioni principali riguardanti: le caratteristiche dei territori, il quadro economico-analisi SWOT dei settori, gli obiettivi di sviluppo, il cronoprogramma e il piano finanziario; gli strumenti di governance.
Hanno condiviso questo percorso il complesso delle progettualità, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, le associazioni degli enti locali, il mondo della cooperazione, delle Università, del volontariato e le Diocesi delle Marche.
Nel testo si impegna la Giunta anche a reperire, ove necessarie, ulteriori risorse rapportandosi con il Governo nazionale e con l’Unione europea.
Su questa mozione apro il dibattito precisando che le conclusioni le farà il Presidente Ceriscioli che tra poco rientrerà in Aula, nel caso sospenderemo qualche minuto la seduta perché ha chiesto di partecipare e di poter intervenire su questa mozione.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Può essere interessante anche parlare in presenza del Presidente, ma molte volte abbiamo affrontato questi argomenti per cui non credo che ci sia bisogno di ripeterli con lui.
Sono rimasto sinceramente sorpreso da questa iniziativa che raccoglie un grosso lavoro che recentemente c’è stato presentato dall’Istao e quando in quella giornata abbiamo raccolto tutte queste cose ho detto che sarebbe stato interessante che quell'iniziativa avesse trovato uno sbocco. Quindi ringrazio e plaudo a questa procedura apparentemente insolita, dove il Presidente impegna la Giunta, ma è un impegno diverso e più solenne. Lo dico anche perché credo che i Consiglieri della minoranza dovrebbero apprezzare questa procedura in quanto tutto quello che è stato fatto in quella sede, Presidente Mastrovincenzo, poteva benissimo essere un atto di Giunta e la stessa diventare protagonista di questo passaggio molto significativo, invece, aver scelto di condividerlo in Consiglio regionale portandolo all’attenzione dell’intera Aula, con le firme di molti componenti della minoranza, credo che sia significativo.
Plaudo all’iniziativa ed al contenuto. Era inevitabile che dovesse passare un po’ di tempo, dopo il primo anno legato all’emergenza, dopo il secondo anno legato a stabilire le regole per la ricostruzione, dopo che la gran parte delle strutture abitative temporanee sono state realizzate, adesso con il terzo anno si apre la fase a mio giudizio più delicata, quella di individuare le linee di sviluppo per delle aree che non coinvolgono milioni di persone, ne toccano alcune decine di migliaia, ma sono quelle che per tanti secoli sono state il presidio delle aree interne della regione e che per le Marche hanno rappresentato non una opzionalità, ma una realtà estremamente necessaria e positiva.
Credo quindi che le linee di sviluppo che mettono in conto finalmente ragionamenti intorno a come riorganizzare, rilanciare, inventare qualcosa di nuovo da un punto di vista produttivo debbano essere estremamente chiare.
Certo il documento è molto sintetico e nella sintesi troviamo formule che io sinceramente a volte apprezzo poco perché sintetizzare senza esempi non fa capire bene cosa può esserci dietro, come tutti gli studi che lasciano aperte le soluzioni, e questo è giusto pure che ci sia.
Credo che sul piano del metodo una cosa debba essere fatta, cioè queste cose non possono calare dall’alto sui territori senza che questi abbiano compreso effettivamente se hanno la voglia, le possibilità, le energie per mettere in moto il progetto X piuttosto che il progetto Y.
Direi che questa iniziativa debba essere molto calibrata sul buon senso, non credo al rischio delle cattedrali nel deserto, anche perché le cattedrali nelle strette valli di montagna è impossibile metterle, però penso che sia inutile mettere in modo cose fantasiose più pensate dagli studiosi che da chi vive nel territorio.
Questo lo dico perché facilmente tendiamo alla mitizzazione, guardiamo le nostre montagne e diciamo quanto sono belle e quanto è importante rilanciarle, sento sempre queste parole, bisogna rilanciare, bisogna valorizzare, bisogna sviluppare, però poi le vacanze le andiamo a fare a Cortina, non le andiamo a fare a Visso, perché a Visso è caldo, a Cortina è fresco e pieno di attrezzature.
Stiamo molto attenti perché qui corriamo lo stesso rischio che abbiamo corso con gli ospedali, adesso ormai questa passione è passata a tutti, ma negli ultimi 25 anni abbiamo sventolato la bandiera del “piccolo è bello”, però poi quando dovevamo curarci veramente cercavamo ospedali a Milano, a Roma, a Bologna dove eravamo sicuri del risultato o perlomeno più sicuri rispetto ai nostri piccoli o piccolissimi nosocomi. Quindi un po’ d’onestà.
L’atteggiamento mi sembra quello buono perché anche questo documento, anche questo studio, nel portato di un lungo e paziente confronto che se non sbaglio ha visto protagonista il Presidente dell’Istao, nostro ex collega, stimato Pietro Marcolini, può essere un volano estremamente prezioso in questa fase.
Ho fatto questo lungo ed ameno ragionamento perché ho letto al secondo capoverso dell’impegna “l’individuazione di un fondo specificatamente dedicato al finanziamento dello strumento di programmazione in analogia a quanto già accaduto nella Regione Abruzzo” quando leggo “fondo” un po’ mi preoccupo perché poi questo fondo non sarà sicuramente povero, perché il Paese sarà generoso nei confronti delle aree terremotate, però rischiamo di fare arrivare fiumi di denaro su cose che non servono, quindi andrebbe fatto un censimento attento, addirittura, visto la scarsa consistenza abitativa delle aree dell’entroterra, la possibilità di sentirli uno ad uno e capire dove e come va sviluppata l’attività turistica, dove e come va sviluppata l’attività agro-turistica, dove e come è possibile rilanciare un certo tipo di artigianato piuttosto che un altro. Queste cose dovrebbero essere prese in seria considerazione - l’ho trovato soltanto in una parte del progetto - insieme a quella che dovrebbe essere la semplice manutenzione del territorio, uso questa parola perché mi sembra più chiara di tante altre che lo stesso piano indica, cioè il territorio di montagna ha bisogno di una particolare manutenzione, ne avrebbe bisogno tutto, anche quello del pesarese e dell’anconetano, ma in questo caso, in modo particolare, occorre fare una adeguata manutenzione, soprattutto in questi anni in cui molti coltivatori, molti operatori agricoli sono venuti meno.
Rispetto a questo tipo di impostazione, credo che si possa ragionevolmente mettere in moto questo processo anche secondo suggerimento, oltre a quello relativo alla concretezza degli interventi decisi con le popolazioni e verificata la volontà delle stesse popolazioni di attuarli, di procedere con relativa calma, sarei anche dell’idea, non è scritto da nessuna parte, che non debba essere proprio tutto gratis, che ci possano essere forme di compartecipazione in questi progetti e in questi finanziamenti, anche minima, che però stia a segnalare l’interesse da parte di imprenditori locali delle aree terremotate a mettere in piedi questo tipo di attività.
Nessuna intenzione da parte mia di congedare da questa esistenza le persone citate in questo intervento.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Con questo mio piccolo intervento non voglio fare polemiche di nessun tipo, ma non posso non valutare il fatto che in quest’Aula e in questa Assemblea ho presentato decine di mozioni sul terremoto che contenevano molti dei concetti che sono espressi in questo studio e quelle decine di mozioni sono state bocciate, sette in un unico Consiglio, ho battuto il record nazionale, senza che siano state valutate, pesate per il loro contenuto, per il loro significato, che in molte cose rivedo in questo studio. L’ho letto attentamente, molte di quelle mie mozioni esprimevano concetti che adesso rivedo in questo studio che è stato fatto e che è allegato a questa mozione.
Voglio ricordare solo un fatto significativo ed importante, il peso che avevano per il terremoto, per le zone terremotate, quelle mozioni, ne voglio ricordare solo una, una mozione impegnava la Giunta a fare inserire nel decreto 189 un emendamento che riguardava le infrastrutture di trasporto dell’acqua che erano state dimenticate, erano stati inseriti i depuratori e le fogne, mentre l’acqua no.
Questa mozione mi fu bocciata, poi per puro caso, questo fatto lo devo dire perché è importante, ho incontrato in una trasmissione televisiva l’On. Agostini e informandolo di quello che era successo in Aula disse: “Lo faccio subito io”, queste sono le parole, e il giorno dopo fece l’emendamento che ci ha dato la possibilità di salvare la nostra acqua nel territorio, soprattutto in quello del Piceno.
Questo per dire il valore che hanno le mozioni, a volte non si dà loro il peso che meritano e si valutano solo dal lato politico, che poi si rivolge contro i territori.
Noi quando il PD presenta una mozione la votiamo, se è una mozione giusta che va a favore dei territori non mettiamo avanti il fatto politico e non mettiamo avanti un concetto precostituito, dicendo: “Non dobbiamo votarla perché è un atto politico, che non possiamo fare”.
Detto questo, lo dovevo dire perché le decine di mozioni che ho presentato sul terremoto mi sono state tutte bocciate e, ripeto, molte di esse contenevano concetti che oggi ritroviamo su questo studio.
Noi non possiamo non essere in sintonia con tutto ciò che va e porta beneficio alle zone terremotate, certo, dobbiamo essere coscienti del fatto che far ripartire un motore grippato non è semplice, perché le zone terremotate in questo momento possono essere paragonate a un motore grippato, difficile da far ripartire, da rimettere in sesto, ci vuole del tempo.
In questo momento, noi del Movimento 5 Stelle abbiamo cambiato il modo di parlare perché da forza di opposizione siamo ora forza di Governo e non possiamo parlare allo stesso modo di quando eravamo al fianco del conducente, mentre adesso siamo il conducente, per cui credo che lasciando da parte le polemiche si possa collaborare per far ripartire questo motore grippato il prima possibile e dare alle zone terremotate un nuovo senso di vita, un nuovo sviluppo perché lo meritano le persone, lo merita il territorio e lo merita tutto il comprensorio del cratere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Prendo la parola, in attesa di altri interventi e del Presidente Ceriscioli, per fare alcune considerazioni su questa mozione dato che su questo progetto l’Ufficio di Presidenza ha lavorato abbastanza.
Questo è uno studio che nasce da un incarico dato dall’Ufficio di Presidenza nel settembre 2017, che poi è stato approfondito e portato all’attenzione del territorio in una conferenza, una presentazione, fatta addirittura a Camerino nella sede dell’Ateneo.
La protagonista di questa mozione è proprio l’Assemblea legislativa perché tutto quello che è contenuto in questo atto è una riflessione che l’Ufficio di Presidenza, quindi in pratica oggi l’Assemblea, ha voluto fortemente, partendo da una considerazione molto semplice, ma significativa, che alla difficoltosa, ancora un po’ frenata, attività di ricostruzione post sismica non può non affiancarsi un progetto specifico per lo sviluppo, la crescita, il consolidamento di tutte le attività economiche che sono state distrutte dal terremoto e che in qualche modo sono le uniche che possono creare nuova occupazione, secondo un progetto di messa in sicurezza del territorio e ricostruzione delle attività economiche. Questo è stato il filo conduttore.
Lo studio come è stato condotto e da chi? E’ stato condotto innanzitutto con il contributo fondamentale di tutti gli atenei marchigiani, dalla Politecnica a Macerata, Urbino, Camerino, con il coordinamento del prof. Sargolini, che hanno fatto un grandissimo lavoro anche con dei ricercatori che sono andati sul posto.
I risultati che noi abbiamo avuto e che sono stati qui ricondotti, i famosi 10 + 1 sentieri di sviluppo, sono cose concrete, questa non è una cosa campata per aria, forse è una delle poche cose concrete perché è frutto della sintesi che questi ricercatori hanno fatto sui territori, intervistando uno ad uno tutti gli 87 Comuni marchigiani che sono stati colpiti dal terremoto, sono 131 in totale, 87 sono quelli marchigiani. C’è stato un lavoro molto particolare, un lavoro e una ricerca approfonditi a cui tutti gli 87 Sindaci hanno risposto, c'è stato qualcuno che all’inizio era un po’ scettico e quando abbiamo fatto la prima sintesi mi sembra che mancassero 3 Sindaci, poi sono stati loro a chiedere di essere ascoltati, quindi questo è il frutto della sintesi di un ascolto fatto sul territorio, mettendo in evidenza le effettive esigenze della gente e cosa quelle comunità in pratica volevano.
E’ chiaro che si poneva un problema molto semplice, però non di poco conto, quello di dare una scandita nel tempo a questi studi, nel senso che contestualmente la Giunta aveva incaricato l’Istao, è ovvio che l’Istao sarebbe dovuto entrare in campo in una fase successiva, quando lo studio dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea fosse stato completato e fossero stati individuati gli indirizzi entro cui muoversi, è naturale che l’Istao dovesse andare a censire i progetti all’interno di questi sentieri. Questo è stato fatto nella seconda fase.
Prima fase lo studio, quindi la ricerca di un indirizzo sul come muoversi, e sono stati individuati i sentieri su cui muoversi, la parola sentieri è fondamentale, è molto bella, mi piace, il modus operandi, come ci dobbiamo muovere? Quali sono i sentieri che dobbiamo percorrere? Non è stato fatto uno studio a tavolino, non è stato uno studio accademico fatto dentro le università, ma l’università è andata sul territorio, è andata a parlare con chi rappresentava le comunità, è andata a parlare con i Sindaci, con gli stakeholders, i quali hanno fatto determinate richieste e la cosa importante che dobbiamo sottolineare è che, senza che questi Sindaci si sentissero, senza che queste comunità comunicassero fra loro, per il 70-80% delle persone hanno detto tutte la stessa cosa! Tutti hanno sentito il bisogno di ripartire dai loro territori, di ripartire da quelli che erano i loro asset particolari, che sono: l’ambiente, il paesaggio, la cultura, il bene architettonico, le economie spicciole che sono presenti al loro interno; non hanno chiesto di avere grandi strutture, di fare autostrade per portare fiumi di gente nel loro territorio, no, tutti hanno chiesto di ripartire dagli asset, dalle eccellenze che fino a quella maledetta notte del 24 agosto rappresentavano il motore di sviluppo del territorio. Questo è quanto abbiamo fatto.
Presentato questo lavoro è chiaro che per l’Istao è stato molto più semplice perché ha individuato, attraverso la comunicazione verso l’esterno, questi indirizzi ed ha ricercato progetti da sviluppare all’interno degli stessi.
Ora è naturale che tutto questo lavoro non può restare sulla carta, ora è importante che all’interno di questi sentieri, all’interno di tutti quei progetti che l’Istao ha individuato, su proposte soprattutto esterne, vengano individuate le risorse giuste per attuarne almeno 2, 3, 4 per ogni sentiero di sviluppo, allora avremmo fatto una cosa grandissima.
Quindi l’impegno di questa Assemblea e della Giunta dovrà essere adesso quello di ricercare il più possibile risorse che non siano soltanto economiche, ma anche umane per continuare a studiare, risorse strumentali sui posti, per dare concretezza a quei progetti che l’Istao ha individuato.
Oggi si lavora sinergicamente e come rappresentante di questo consesso rivendico l'idea che l’Assemblea ha avuto, che Ufficio di Presidenza nel settembre scorso ha individuato, dando poi l'incarico alle Università marchigiane, mettendo in moto un meccanismo virtuoso che oggi ci porta ad avere in mano uno strumento molto importante su cui non possiamo non lavorare anche perché andremo a deludere le aspettative, le richieste concrete di 87 comunità, che ancora purtroppo si sentono abbandonate.
La ricostruzione langue, lo sappiamo tutti, noi ci auguriamo che il decreto 55 del 29 maggio, l’ultimo decreto che il passato Governo ha fatto che adesso sta per essere convertito in legge, possa portare delle novità che accelerino il processo della ricostruzione privata, perché è questo l’aspetto fondamentale, l’aspetto pubblico è fondamentale, ma se non acceleriamo il processo della ricostruzione privata, noi queste aree le troveremo svuotate e fra qualche anno saremo qui a discutere di che cosa farne di quel patrimonio edilizio, dato che non sarà più un patrimonio edilizio di tipo residenziale, ma saranno tutte seconde case, saranno tutte strutture dove non sapremo che cosa metterci, si aprirà un dibattito che rappresenterà la sconfitta di tutta la classe politica dirigente delle Marche, e Dio non voglia che succeda questo.
Dobbiamo quindi accelerare il più possibile per far tornare la gente lì, si mettano in moto questi progetti che vanno nel verso della ripresa economica perché qui non c’è nulla che parla di ricostruzione privata, qui si parla di un sistema da affiancare alla ricostruzione privata per creare nuova occupazione, secondo un grande progetto di messa in sicurezza di questa parte importante del nostro territorio.
Per cui sono favorevole, tra l’altro ho relazionato anche su questa tematica a Camerino insieme al Presidente Mastrovincenzo e all’Assessore Sciapichetti e abbiamo trovato una grande attenzione da parte di quelle comunità, ora cerchiamo di individuare insieme, se possibile, i progetti che devono essere calati all’interno di questi 10 sentieri per dar loro concretezza nel più breve tempo possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Questa mozione riconosce i percorsi che sono stati fatti, anche le mozioni del Consigliere Giorgini, perché c’è scritto chiaramente, me lo faceva notare il Vicepresidente, ma la responsabilità politica è mia e non voglio coinvolgerlo, richiamata la risoluzione 39/2017 a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Traversini, Giorgini e Maggi. Tra l’altro questo atto è stato presentato dai Presidenti del Consiglio e della Giunta e riporta questo richiamo, quindi credo che dobbiamo riconoscere le mozioni del Consigliere Giorgini, come dobbiamo riconoscere lo studio dell’Istao e lo studio delle quattro Università marchigiane, perché non soltanto hanno un valore forte per ogni Università, ma messe insieme hanno anche un valore ulteriore.
Alcuni giorni fa ero ad una iniziativa pubblica a Fabriano ed è stato fatto, come spesso si fa da un po’ di tempo a questa parte, un ragionamento sulle aree interne, sulla ricostruzione e c’è stata anche una azione di solidarietà, c’era il Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, che rivendicava l’attuazione di una legge, la 197 del 1994, la legge sulla montagna, e metteva in evidenza non soltanto il carattere della multifunzionalità ma anche, lui le chiamava deroghe, le specificità, il saper rispondere alle specificità delle aree interne, soprattutto delle aree montane.
Credo che qui nelle Marche ci sia un lungo e ricco percorso di elaborazioni culturali e politiche attorno alle aree interne e attorno alle aree montane. Penso alla Carta di Fonte Avellana, qui non debbo dire di più, ma la Carta di Fonte Avellana non solo è stata firmata nel 1996, ma in questi 20 anni e più è stata sempre arricchita, attualizzata, anche con la strategia aree interne dell’allora Ministro Barca e con alcuni progetti che qui nelle Marche ci sono, penso a quello del Basso Appennino pesarese e dell’Alto Appennino anconetano, penso a quelli del maceratese, del fermano, dell’ascolano, quindi dentro il ragionamento delle aree interne e delle aree montane ci sono anche elaborazioni. Poi ci sono anche delle evidenti contraddizioni, non vedo l’Assessore Cesetti, ma ne abbiamo parlato insieme, abbiamo fatto anche un incontro con Poste Italiane, nella sperimentazione di Poste Italiane non viene più consegnala la posta e si parte proprio da lì, da dove c’è un fattore di istanza, quindi, per quello che riguarda la scuola, per quello che riguarda la sanità, per quello che riguarda i trasporti, bisognerebbe avere una attenzione maggiore. Poi nella sperimentazione delle Poste il ragionamento è che magari lì c’è meno posta da consegnare, però ci sono anche meno persone nei trasporti e quindi anche meno mezzi, però senza i mezzi in quella realtà la persona che vive lì non ha la possibilità di andare da nessuna parte, magari in un altro territorio, aspettando magari un po’, è possibile muoversi. Quindi a volte è l’unica condizione di mobilità, l’unica condizione di avere la corrispondenza, ecco perché ci vuole coerenza.
Fondamentale però è quello che diceva questa mattina il Consigliere Urbinati quando parlava della Whirpool, ed è il lavoro, noi stiamo parlando di servizi, ma fondamentale è il lavoro e da questo punto di vista le azioni, di cui parlavamo questa mattina, ma di cui abbiamo avuto la possibilità di discutere anche in altri momenti, rispetto alla crescita economica, rispetto anche a scelte di programmazione europea e non soltanto europea, o quella necessità, a cui faceva riferimento il Consigliere Zaffiri questa mattina, di attrarre investimenti in questi territori.
Detto questo credo di poter dire, avendo partecipato ad iniziative che sia il Consiglio regionale che la Giunta hanno messo in piedi, l’ultima dell’Istao è dell’8 giugno, che i pilastri di quello studio e quindi di quelle scelte e di quelle azioni sono molto importanti perché si parte dai servizi alla persona al sistema produttivo, al territorio ed all’ambiente, al patrimonio storico culturale, al sistema infrastrutturale, al sistema della conoscenza.
Non so se c’è il Consigliere Biancani, due anni fa abbiamo approvato il piano della banda larga ed ultra larga, quello è uno strumento fondamentale che deve essere attuato e, come dicevo in un’altra occasione in quest’Aula, per la prima volta un governo del Paese, e non lo faccio per una questione di parte, ha individuato azioni concrete, ha finanziato azioni concrete per intervenire nelle zone a fallimento di mercato, anche queste sono scelte importanti perché sono lontane dal profitto e vicine ai bisogni delle persone e delle comunità.
Quindi da un lato ci sono questi pilatri, dall’altro ci sono tutte le linee guida, appunto l’economia sociale e circolare per il benessere del territorio e lo sviluppo della persona, l’economia circolare sostenibile per l’agricoltura e la forestazione, l’impiantistica sportiva, le strutture socio assistenziali anche come nuclei di resilienza e socializzazione, queste sono tutte linee guida individuate e scritte in modo molto chiaro, le tecnologie intelligenti per la ricostruzione strutturale delle filiere produttive, le risposte come quella della banda ultra larga, a cui facevo riferimento poc’anzi, della mobilità, dell’infrastrutturazione di base, l’edilizia sostenibile, la certificazione ambientale, la ricerca, lo sviluppo, la sperimentazione di modelli di assistenza e applicazione anche tecnologiche innovative, già in qualche comune sono state fatte sperimentazioni come quelle della telemedicina e così via, i programmi integrati di rigenerazione territoriale, la scala dei comuni del cratere come riferimento per la creazione di una cabina di regia territoriale che si confronterebbe sistematicamente con il coordinamento permanente regionale.
Quindi questa mozione presentata originariamente, oggi arricchita dalle firme di molti, dal Presidente Ceriscioli e dal Presidente Mastrovincenzo è molto importante e ancora più importante è il lavoro fatto a monte, altrettanto importante è l’attuazione di questo studio e anche la concretizzazione di alcuni piani su cui il Consiglio regionale delle Marche si è già pronunciato.
Quindi partendo dall’articolo 1 della Costituzione, dal lavoro, partendo dalle zone del cratere, con una visione d’insieme della Regione Marche, credo che questo percorso se realizzato nella sua interezza sia sicuramente molto importante per il futuro della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Esprimo a nome del nostro partito una considerazione probabilmente non perfetta, non sulla scia degli interventi che fino a questo momento sono stati fatti.
Questa mozione raccoglie, come è stato detto, una serie di indicazioni che sono scaturite dal territorio e dal confronto, ma purtroppo non le contiene tutte perché a Camerino, in uno di questi incontri, manifestai delle grosse perplessità su questi progetti, su queste ipotesi di progetti, per partire e per poter dare risposte serie, ma queste mie domande, queste mie perplessità, nostre come Lega, sono rimaste tali.
Questo è un documento di intenti che si muove con quanto è stato discusso, che vuole raggiungere dei risultati, ma come li raggiunge? Li raggiunge solo impegnando dei soldi, dei fondi, ma come verranno assegnati? L’assegnazione di questi fondi va ad intaccare interventi relativi ai finanziamenti 2020/2025? Su che base vengono fatti questi progetti, se ancora abbiamo mille difficoltà, anzi mille e cinquecento difficoltà per l’avvio della ricostruzione? Adesso aspettiamo che anche l’ultimo decreto legge del Governo “Gentiloni” venga modificato in legge, vedremo, però le perplessità su questo documento sono molte.
Ci sembra che vada ad occupare uno spazio nel quale ci sono delle difficoltà perché questo progetto relativo alla nostra realtà territoriale, che è una realtà anomala, nasce dall'esperienza, e questo secondo me bisogna dirlo, del terremoto dell’Emilia-Romagna, questo è il filo conduttore ed allora bisogna dire che là le cose non sono andate bene.
Bisogna capire se questo è un progetto che va ad intaccare dei finanziamenti, quali sono questi finanziamenti? Qui non si dice se sono quelli già stanziati, dobbiamo sottoscrivere un patto e quando lo si fa vuol dire che c’è anche massima libertà nel patto stesso. Noi abbiamo delle serie perplessità sull'impostazione che viene data. Poi si mette insieme, non capiamo nemmeno questo, un progetto della Giunta con un progetto del Consiglio, qual è il motivo della presenza dell'Istao che poi si prende anche quello dell’Università? Qual è lo scopo? Cos’è successo?
Credo che delle riflessioni molto attente su questa mozione vadano fatte perché è un atto di indirizzo che demanda alla Giunta di sottoscrivere il patto.
In questa Aula abbiamo manifestato sempre volontà diverse, avremmo voluto che l'Aula fosse protagonista nel momento delle scelte, qui ci sono solo degli indirizzi, non scelte, che poi tornano nelle mani dell’esecutivo.
Su questa cosa noi abbiamo sempre manifestato dissenso, non condividiamo questa impostazione, l'abbiamo detto e lo ribadiamo, e non so se è una scelta giusta questa cosa rispetto a come si dovrà ricostruire, noi in questa scelta non ci vogliamo assolutamente entrare, ma non per rimanere fuori e dire domani: “Ve l’avevamo detto”, non è assolutamente così, non ci piace la metodologia politica, non discutiamo di quella tecnica, ma come si interviene in questo mondo accademico, su come questa Regione senza università non riesce a muoversi, non riesce a fare un passo. Noi vogliamo riflettere per vedere se questa cosa è vera, se c’è sempre bisogno dell'università oppure ci sono altri problemi.
Noi non voteremo questa mozione, non l’abbiamo nemmeno firmata, perché non condividiamo l'impostazione perché effettivamente, come al solito, come in molti documenti di questa Regione, c’è l’inizio ma non c’è mai il percorso e il punto di arrivo.
Credo che queste siano le cose importanti, non a caso ho citato i fondi 2020/2025 perché non vorrei che questa cosa sfuggisse a qualcuno e poi ci ritroviamo impegnati in questo accordo di programma.
Noi crediamo che sia necessario ripristinare un minimo di razionalità sul tema del terremoto e per quanto ci riguarda vogliamo capire cosa succede nella ricostruzione e come avverrà. Se è una ricostruzione basata sul nulla, nel senso che non ci sono risposte precise per il territorio, non avremo timore di dirlo e faremo proposte, inoltre, vista la velocità con cui è venuta fuori questa cosa, abbiamo qualche perplessità perché è impossibile non avere mai in questa regione un coinvolgimento serio sul problema del terremoto.
Mi fermo qui perché è inutile che introduca altri argomenti, però credo che sia necessario chiarire come si arriva alla sottoscrizione di questo patto, dove sono i soldi, perché sono passaggi indispensabili, come arriveranno questi finanziamenti per realizzare questi progetti, qual è il percorso, perché non può bastare la sottoscrizione di un patto con il mondo delle università per ottenere i finanziamenti.
Serve una visione più ampia sull’ipotesi di realizzazione di questo progetto ed è chiaro non possiamo ostacolare la votazione e non lo vogliamo fare, è una mozione di indirizzo che viene dato alla Giunta, verificheremo se il percorso sarà lo stesso ipotizzato qua, oppure sarà un altro percorso, come ho appena evidenziato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Ho letto con tanta emozione il titolo di questo libro “Nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino marchigiano dopo il sisma” e subito ho pensato, siccome in Commissione si parla dei sentieri per i disabili, bisogna fare altre cose!
Poi vai a leggere bene e questo testo, fatto di 11 punti molto creativi, si inserisce pienamente nel contesto del regno del nulla. Leggo: qui si vive meglio per una rinnovata attrattività dei borghi appenninici, borghi in rete, connettività e mobilità sostenibile nell’area dell’Appennino, musei per il territorio, sistema museale dei beni culturali sparsi, organizzazione e gestione - chi la fa? Come la fa? Quando la fa? - progetti di costruzione pilota dei beni architettonici relativi al contesto produttivo e paesaggistico - il nulla sommato al nulla - verso uno sviluppo economico a matrice culturale, energia e risorse rinnovabili, la filiera bosco-legno - quanta fantasia - verso una valorizzazione dei prodotti vegetali per aziende più redditizie - lì di redditizio non c’è rimasto niente - percorsi ricerca e formazione, eccetera.
Mi domando qui, nel regno del nulla, se ho una abitazione distrutta, terremotata, abbattuta, classe A, B, C, D obbligatoriamente per legge mi devo incanalare in 30, 40 decreti e se non li passo, tipo forche Caudine, uno ad uno non vado avanti, quindi tutti i progetti forse fra qualche anno saranno smaltiti, ad oggi è tutto fermo.
Lì è tutto fermo perché mi obbligano ad incanalarmi su regole estremamente ferree, vincolanti, da impiccato, qui come si fa a scrivere - chi lo ha permesso, chi l’ha fatto, chi l’ha stimolato, chi l’ha scritto - venti pagine di niente, come si fa a portare avanti una discussione sul niente?
“Per una rinnovata attrattività dei borghi appenninici”, che roba è? Metterai i nomi di chi lo fa, quanto costa? Le aziende, il bando di concorso, quanti soldi metti? I vincoli per farlo? Un regolamento? Qui si parla sempre coerentemente del nulla. Qui parliamo del nulla anche su una situazione drammatica? Per fare una ricostruzione ho mille vincoli e qui mi permetto di parlare del niente come nulla fosse?
Signor Presidente, grazie per avermi concesso queste due parole, perché mi emoziono quando leggo queste pagine molto profonde, perché noi qui siamo profondissimi, più del pozzo di San Patrizio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. C’è stato un grande lavoro, spero che si sia visto chi sono stati i protagonisti di questa elaborazione, non sono dei progetti calati dall’alto, non è che un illuminato Consigliere regionale ha meditato i progetti e li ha posti all’interno di questo percorso, ma due percorsi paralleli, fatti dal Consiglio regionale e fatti dalla Giunta, hanno coinvolto dal basso le comunità locali che attraverso il contributo di ognuna hanno concorso a produrre da una parte 130 progetti, dall’altra l’elaborazione dei cammini.
Sindaci, Presidenti di Provincia, soggetti economici, Università, realtà vive del territorio, per certi versi questo percorso potrebbe avere un copyright un po’ grillino perché molto partecipato dal basso, quella modalità che va a chiedere quello che la società ha in mente.
Dove devo che l'elemento più interessante è stato che questi percorsi portano alle stesse direttrici, nell’immaginare un piano strategico di rilancio, di sviluppo per le aree terremotate, che coincide in gran parte con le aree interne della regione, i caratteri, gli elementi sui quali investire, le scelte, sono largamente condivisi.
Temi legati all’ambiente, alla forestazione, all’utilizzo dei punti di forza dell’economia delle aree interne, la cultura la fa da padrona come strumento e motore di sviluppo, le infrastrutture e la riqualificazione del territorio, la difesa del suolo, una serie di progetti che condividono l'humus di attività da produrre e da promuovere, che attraverso percorsi paralleli in una visione di prospettiva, in una analisi uno ad uno di un gruppo di progetti, convergono in una visione di quello che serve per il rilancio del territorio.
Noi riteniamo, anzi abbiamo più volte ringraziato in modo particolare le Università che hanno partecipato in entrambi i percorsi, l’Istao ha fatto da coordinatore rispetto ai tanti soggetti anche perché nell’Istao già partecipano le Università, partecipano le associazioni di categoria, e una naturale via di dialogo che con tutti questi soggetti ha permesso di creare questa collezione di opportunità e abbiamo ritenuto fin da subito che il punto finale di questo percorso fosse il Consiglio regionale, che è la sede dove riconoscere questi progetti, non c’è stata una approvazione fatta da un altro organo, non esiste un soggetto che ha approvato i progetti.
Il soggetto a cui abbiamo riconosciuto titolarità per questa visione è il Consiglio regionale, perché una visione strategica di questa natura, frutto di una elaborazione uno ad uno del territorio, trova una sua collocazione non nella azione di un esecutivo, che per quanto sia esercita un ruolo in funzione di una parte politica, ma nell’Assemblea di tutti.
Voglio ricordare un’esperienza mia personale che risale a un po’ di anni fa su un oggetto di grande valore per la comunità, che era il porto, un porto che dagli anni ’80 aspettava degli investimenti, eravamo arrivati all’anno 2000 e ancora questi investimenti non si erano visti, né come progetto approvato, né come progetto finanziato, il porto era rimasto come era nella prima metà degli anni ’80.
A un certo punto decidemmo di lavorare tutti assieme attorno a questo progetto, di non farne un elemento di bandiera, ma di condividere il percorso, anche perché allora il cambio dei Governi avveniva ogni due o tre anni e rendeva necessario un lavoro trasversale perché di volta in volta gli interlocutori cambiavano. C’è stato un bellissimo lavoro che ha coinvolto tutti quanti, realtà vive del territorio, mi ricordo le Camere di Commercio, Confindustria, l’Autorità e la Capitaneria di Porto e devo dire a livello complessivo che le forze politiche mi hanno portato una volta davanti a Tajani, una volta davanti a un sottosegretario veneto del Partito Democratico, perché nel frattempo erano cambiati Governi e interlocutori, ma con un risultato molto importante, vedere quell’infrastruttura strategica per la portualità, per lo sviluppo di una comunità, approvata.
L’approvazione del finanziamento e l’inizio dei lavori capitarono durante la campagna elettorale del 2009, allora cosa facemmo? Sul palco per presentare i lavori salimmo assieme, all’inizio della campagna elettorale sul palco in cui si presentava questo lavoro siamo saliti assieme perché ritenevamo che il frutto di quel risultato c’era perché tutti quanti ci erano impegnati per raggiungerlo.
Ecco perché è giusto che sia questa la sede che si occupa di un oggetto che ha una prospettiva, essendo strategico, che va molto al di là della vita anche di questa consigliatura, cioè supererà i nostri percorsi personali, per la complessità, per le scelte che andranno fatte, per i tempi che ci vorranno semplicemente per approvare i progetti, perché il Cipe approvi i finanziamenti e tutto il resto. Parliamo di un piano che complessivamente pesa oltre un miliardo di euro, quindi non è che domattina si renderà disponibile a questa maggioranza.
Quindi, visto il modo in cui è stato costruito, in maniera assolutamente partecipata, è stata una raccolta, una collezione di contributi che convergono su uno stesso obiettivo strategico, visto il tipo di impegno che molto probabilmente necessiterà di un percorso che avvicenderà Governi per offrire una risposta rispetto al percorso, è corretto che sia questa la sede che approva l’atto perché tutti quanti credo, nelle differenze, siamo consapevoli che il piano di rilancio e ricostruzione passa attraverso strumenti straordinari, che diano al nostro territorio le opportunità che le misure che fino ad oggi abbiamo immaginato non sono in grado di dare.
E’ già avvenuto per il terremoto dell’Aquila, è già avvenuto per il terremoto dell’Emilia, attraverso Apq, strumenti che poi i Governi riterranno più opportuni promuovere, quello di vedere a fianco delle risorse per la ricostruzione in senso stretto, la possibilità di sviluppare un insieme di progetti che riguardano in maniera più larga una visione strategica.
Quali sono i fondi che già oggi si incrociano con questa strategia? Chiaramente sono i fondi europei, sono numerosissimi i fondi europei che nella programmazione dei bandi che vedremo uscire da qui in avanti si incrociano con i progetti, con le attività presentate da questa documentazione.
Quindi una fetta di risorse è già disponibile con fondi europei, che hanno per loro natura una visione strategica, ma il grosso sarà da costruire assieme in un percorso che noi vorremmo, io vorrei, l’ho sempre immaginato così, non sia patrimonio di una parte, ma dell’intera Aula.
Mi auguro che tutti quanti possiamo appoggiare questa richiesta perché poi sarà lungo il lavoro da fare per arrivare immagino alla delibera Cipe che assegnerà fondi ad un accordo programma quadro contenente le linee di indirizzo che stanno nei cammini e nei progetti raccolti dal lavoro della Giunta e del Consiglio.
Spero che ci sia un più ampio sostegno perché poi nel tempo immagino un protagonismo, nella prima fase, delle forze che sono in quest’Aula, che rappresentano e che sono collegate alle forze di Governo, quando il Governo cambierà magari saranno altri a portare lo stesso lavoro e lo faranno nella misura in cui tutti quanti pensiamo e condividiamo questa scelta come una scelta trasversale, che immagino ognuno di noi girando il territorio l'avrà sentita parlando con le persone.

Presiede il Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 374. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,40