Resoconto della seduta n.108 del 18/09/2018
SEDUTA N. 108 DEL 18 SETTEMBRE 2018

La seduta inizia alle ore 10,25

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo


PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 107 del 24 agosto 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell'artico-lo 53 del Regolamento interno.
Richiamo inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consi-glieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza l'Assemblea di quanto espressamente previsto dal regolamento interno.

Proposta di legge n. 199
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione Marche per l'anno 2017”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 199 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola, il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie, Presidente. Un saluto a tutti i colleghi.
Una nota metodologica in premessa. Trattiamo la proposta di legge relativa all’approvazione del rendiconto e faccio presente che il rendiconto è un atto che consta di 2.500 pagine, quindi dal punto di vista metodologico la mia relazione sarà molto sinteti-ca, toccherà gli aspetti chiave di questo atto che, come ripeto per tutte le azioni delle varie normative in termini sia di bilancio, di contabilità e di finanza pubblica, sono molteplici. Ecco il motivo per cui diventa un atto così corposo dal punto di vista appunto delle parti che lo compongono. Venendo alla proposta di legge n. 199, notiamo innanzitutto il risul-tato di amministrazione che si attesta nell’ordine di grandezza di 584 milioni. Lo possiamo vedere come risultato fra gli accertamenti, ovvero incassi meno gli impegni, poi la gestio-ne dei residui, fino ad arrivare al riepilogo, e con le altre poste che vanno ad assottigliare questa prima differenza si arriva al risultato di 584 milioni. Cosa aggiungere a questo aspetto generale numerico? Che l'avanzo a sua volta consta di una parte accantonata, di una parte vincolata e di una parte destinata agli investimenti. Se andiamo a confrontare l'avanzo di amministrazione con l'evoluzione del risultato di amministrazione, arriviamo allo stesso importo passando per un'altra strada, dove gioca un aspetto fondamentale il debito autorizzato e non contratto, per 294 milioni. Infatti, se facciamo la sommatoria fra la parte di avanzo accantonato, 306 milioni, più 572 milioni di parte vincolata, più 206 mila di parte destinata ad investimenti, e sottraiamo il disavanzo di amministrazione pari a 294 milioni, giungiamo ai 584 milioni. E i 294 milioni coincidono, però, come si usa dire, con l'acronimo di disavanzo, debito autorizzato e non contratto. Nello specifico, la mia atten-zione in un atto così copioso è stata sulla relazione del Collegio dei revisori, dove ho no-tato una metodologia di lavoro molto apprezzabile da un punto di vista sia di metodo che di sostanza. Mi rifaccio a qualche loro considerazione che mi sembra opportuno richiama-re, ovvero quello di giungere al regolamento di contabilità, che va aggiornato dopo l'en-trata in vigore del decreto legislativo n. 118, di tenere conto, poiché il rendiconto è stato li-cenziato in un'epoca in cui alcuni bilanci delle società partecipate non erano stati appro-vati, dei risultati finali delle società partecipate, e quindi considerare eventuali aggiusta-menti da apportare al fondo, per esempio, perdite di società partecipate. Sappiamo in par-ticolare, perché sta a cuore di tutto il Consiglio, la questione legata alla società Aerdorica, che ovviamente fa la parte del leone in questo appostamento del fondo perdite società partecipate.
Ho notato una metodologia di lavoro sul fondo contenzioso che ho apprezzato, per una specificità che pur guardando a metodo basato sul campione, cerca però di entrare più nel vivo della questione. Per la prima volta abbiamo lo stato patrimoniale e il conto eco-nomico, in virtù del decreto legislativo 118, è una metodologia di redigere il bilancio non più secondo il metodo finanziario ma secondo il metodo del principio della competenza economica, come quello delle società commerciali. Poi, ovviamente, le varie questioni le-gate alla sanità che come ben sappiamo fa la parte del leone nel prendere oltre l'80% del-le risorse complessive del bilancio, con tutte le sue sfaccettature, tutte le questioni legate al personale, in virtù anche di una rivisitazione delle funzioni spettanti all'ente Regione alla luce della legge del Rio, che ha comportato il passaggio all'ente Regione di alcune funzioni che prima erano delle Province. Questo fenomeno ha dato luogo, ovviamente, anche a una rivisitazione non solo di tutto il personale, ma anche dell'assetto dirigenzia-le. Un aspetto che mi sento di sottolineare in questo contesto è la riduzione dell'indebita-mento, che è passato da 920 milioni di euro a 887 milioni. Se vogliamo entrare nel detta-glio, questi 887 milioni sono costituiti da 463 milioni di mutui, di cui 406 milioni da obbli-gazioni (il bond Bramante per euro 249 milioni più il bond Piceni per 157 milioni), 17,630 milioni per anticipazioni di liquidità concesse ai sensi del decreto 35. Totale, quindi, 887 milioni rispetto ai 920. Credo che in un contesto di rarefazione delle risorse ed anche di tagli della finanza pubblica derivanti dalle manovre che anno per anno……. Lo sappiamo bene, qui ci sono molti amministratori, una volta tocca i Comuni, una volta è toccato alle Province e tocca anche alle Regioni molto da vicino, la diminuzione delle risorse libere è un una costante con cui il bilancio regionale non può ovviamente che misurarsi. In que-sto contesto poter arrivare anche a una riduzione del debito credo sia un dato da sottoli-neare. Penso sia importante anche il giudizio di parificazione espresso dalla Corte dei conti, che è stato positivo per questo bilancio regionale, con tutte le questioni che abbia-mo toccato e tutte le criticità che un bilancio come quello della Regione Marche può rap-presentare. C’è stato un pieno giudizio di parificazione che, ripeto, in questo contesto ri-tengo sia un elemento importante da tenere nella dovuta considerazione. Faccio notare che sulla proposta di legge n.199 c’è stato un super-emendamento, che abbiamo chiama-to super perché era molto corposo, che si riferisce alle osservazioni giunte dal Collegio dei revisori, quindi in questo emendamento vengono trasfuse le raccomandazioni del Collegio dei revisori, è un emendamento prettamente tecnico che mette apposto alcuni capitoli, più appropriati rispetto alla stesura iniziale della proposta di legge n. 199. Presi-dente, io mi fermerei qui, se ci sono particolari questioni a cui poter fare riferimento, sarà mia cura prenotare la parola per rispondere nello specifico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Non ripeterò quanto già esposto dal Presidente della Commissione Giacinti in merito ai numeri, perché è stato molto esaustivo.
Condivido anche quello che ha detto sul fatto che oggi non è semplice gestire un bilan-cio regionale, anche per i tagli che sono arrivati dal Governo. Però alcune criticità debbo-no essere messe in evidenza, criticità che ci hanno spinto a dire no a questo rendiconto 2017.
La prima è di carattere formale è costituita dal fatto che dopo la prima approvazione da parte della Giunta, con tanto di parere favorevole dei dirigenti e con il successivo parere favorevole del Collegio dei revisori, nel periodo in cui è stato sottoposto al vaglio della Corte dei conti, l'Assessore Cesetti ha dovuto presentare un emendamento per modificare degli errori materiali, non su aspetti marginali, ma addirittura sul prospetto degli equilibri che costituisce il documento più rilevante e la sintesi di un conto consuntivo. Questa è la prima criticità che è stata messa in evidenza, anche sull'affidabilità del rendiconto.
Il secondo aspetto è l'incertezza sui dati della sanità, la cui spesa costituisce quasi il 90% del bilancio della Regione. Purtroppo non è ancora chiaro, lo aveva già messo in eviden-za nel precedente rendiconto, dalla documentazione proveniente dagli uffici e dalla rela-zione dell'organo di revisione a quanto ammonti l'avanzo nella gestione del servizio sani-tario regionale e i dati sulla mobilità. In pratica noi non sappiamo in maniera chiara a quanto ammontano i dati sulla mobilità e l'avanzo nella gestione del servizio sanitario. Questi dati li abbiamo ricavati dalla relazione allegata al giudizio di parifica della Corte dei conti.
A pagina 702, i dati della tabella relativa al risultato di esercizio della gestione sanitaria accertata, evidenziano un avanzo di soli 877 mila euro rispetto ai 24,5 milioni del 2016. Nel 2015, anno di insediamento, addirittura erano 64 milioni. Quindi, da qui, dalla rela-zione, abbiamo visto che c'è stata una riduzione enorme dell'avanzo, da 24 milioni dell'anno precedente agli 877 mila euro. Dato che non è evidenziato, purtroppo, nella re-lazione dei Revisori dei conti, ma che abbiamo visto dal giudizio di parifica. Ancor più grave se andiamo a vedere i dati sulla mobilità, che non sono messi in evidenza nella re-lazione dei revisori, ma nel giudizio di parifica a pag. 675. I dati della tabella relativa al ri-parto del fondo sanitario nazionale, flussi mobilità 2017, evidenziano un saldo negativo della mobilità extraregionale pari a euro 62 milioni, anche nel 2015 erano negativi, ma di 26 milioni di euro e non di oltre 60. Se andiamo a vedere un articolo de Il Sole 24 ore del 4 agosto, addirittura il saldo della mobilità arriva a 69.905.714. Questi dati purtroppo non siamo riusciti a estrapolarli dalla relazione dei Revisori dei conti, quindi siamo andati prenderli nella relazione allegata al giudizio di parifica.
Ci sono delle criticità importanti, che riguardano, primo, la mobilità, secondo, l'avanzo che si è ridotto enormemente. Questi due dati (avanzo crollato ai minimi storici e saldo della mobilità) sono sufficienti a dimostrare che non possiamo votare favorevolmente questo rendiconto 2017. Inoltre, il terzo rilievo è relativo all'indebitamento. Quest'anno non si par-la più dei risparmi ottenuti dalla mitica operazione del Bramante bond. Eppure anche nel 2017 vi sono state delle economie di spesa per la minor quota accantonata per il rimborso a scadenza del prestito obbligazionario, in quanto, come evidenziato dal precedente Col-legio dei revisori dei conti e dei magistrati contabili, non è stata effettuata una rimodula-zione del piano di ammortamento a scapito delle giovani generazioni. Il prossimo anno vedremo se nel rendiconto verrà utilizzato il contrario del termine ‘risparmio’, quando si andranno a rilevare i maggiori oneri costituiti dal rimborso del mutuo contratto con il MEF per il riacquisto di una quota parte del Bramante bond da aggiungere alle ordinarie quote destinate alla restituzione dell'obbligazione stessa. A proposito, in quella che viene defini-ta dalla maggioranza una brillante operazione di ristrutturazione del Bramante bond, in cui sembrava che la Regione Marche dovesse essere capofila, in realtà si è accodata per fatti suoi soltanto la Regione Puglia. Sarebbe da capire perché nel 2017 non si è proce-duto a rinnovare l'intervento. Si è stati negligenti oppure, molto più realisticamente, il Pre-sidente Gentiloni quando è subentrato a Renzi ha provveduto a togliere le risorse nazio-nali destinate a tali operazioni. Pensate veramente che si possa credere a quanto riporta-to a pagina 142 della relazione sulla gestione? “Che nel corso del 2017 sono proseguite “le operazioni di monitoraggio al fine di cogliere i margini di convenienza che consentano di effettuare ulteriori operazioni di ristrutturazione”. Se un’operazione è conveniente, lo è sempre e non momentaneamente. Infine, l'ennesimo rilievo sul fondo per rischi passività da contenzioso. A pag. 13 e 14 della relazione i magistrati contabili evidenziano: “L'accan-tonamento è stato calcolato facendo riferimento non tanto all'ammontare complessivo del contenzioso pendente, come richiesto dal principio contabile applicato, quanto piuttosto dal fabbisogno finanziario necessario a fronteggiare, per il periodo considerato dal bilan-cio di previsione, le richieste di pagamento derivanti da sentenze di condanna previste per il medesimo periodo di riferimento. Inoltre, non è tenuto conto del contenzioso relativo alle funzioni trasferite dagli enti provinciali in conseguenza del processo di riordino, di cui alla legge 56/2014”. Ormai questo gioco di non determinare correttamente il fondo per ri-schi passività da contenzioso sta durando da troppo tempo, lo avevamo messo già in evi-denza nei bilanci precedenti. Sappiamo bene che determinando correttamente il fondo per rischi passività da contenzioso il disavanzo aumenterebbe e pertanto il disavanzo fi-nanziario alla chiusura dell’esercizio 2017, di euro 294, 482 milioni non può essere con-siderato attendibile. Quindi le criticità in particolare sono due: il problema della mobilità e l'avanzo che è sceso drasticamente da 24 milioni di euro a 877. È per questo che questo bilancio non può essere considerato per noi in maniera positiva e voteremo contro. Gra-zie.

PRESIDENTE. Ha la parola, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Ci aspettavamo una relazione sicuramente diversa, non quella del Presidente Giacinti che ha esaminato con la solita puntualità, dal punto di vista contabile, questo rendiconto, una relazione diversa per quanto riguarda la gestione, una relazione della gestione che accompagna il rendiconto. Già pochi mesi or sono, du-rante la sessione europea, avevamo rilevato la mancanza dei dati relativi ai risultati con-creti delle politiche messe in campo dai fondi europei. Non è certo una buona ammini-strazione quella che programmando le iniziative, predisponendo i bandi, gli atti e le carte necessarie a spendere i fondi europei e mostrare con orgoglio, com'è stato mostrato, di averli effettivamente spesi, non si preoccupa dei risultati ottenuti per capire se quei fondi sono stati spesi bene, su progetti validi che hanno sortito effetti virtuosi o se i progetti vanno cambiati o modificati per ottenere risultati migliori. Nel comitato di valutazione delle politiche il dato più sconcertante che si registra è che non ci sono dati che ci dicano gli ef-fetti che una legge o un atto ha prodotto, così per i fondi europei che sono una parte im-portante, anzi, essenziale del bilancio, sappiamo poco o nulla dei risultati ottenuti. Sul terremoto, per esempio, che è un avvenimento molto recente che ci colpisce particolar-mente, non abbiamo avuto mai il privilegio di ascoltare un resoconto in quest'Aula e nelle due paginette della relazione sulla gestione che accompagnano il rendiconto c’è solo la lista della spesa, senza un accenno a quello che succede: macerie, soluzioni abitative d'emergenza, aziende, beni culturali. Lo stato di avanzamento dei lavori non arriva in Au-la, ma ci sono solo comunicati stampa, e noi conosciamo le notizie dai giornali. Poi ve-niamo a sapere dalle lamentele dei cittadini del cratere che i fatti non sono proprio come voi li rappresentate ai giornali. Che questo Governo regionale non gradisca condividere quasi nulla col Consiglio è ormai noto. Nel regolamento, Titolo 4, Capitolo 1, Capo 1 (Controllo e indirizzo sull'attività del Governo regionale), l’articolo 124 prevede “entro il primo semestre di ogni anno la presentazione di un rapporto annuale sullo stato di attua-zione del programma di Governo e delle politiche regionali, anche con riferimento agli atti di programmazione e di indirizzo approvati dall'Assemblea in quest'Aula”. Questo rapporto in 3 anni abbondanti che sono qui non l'ho mai visto! Abbiamo chiesto al Presidente Ma-strovincenzo di farne richiesta al Presidente Ceriscioli, ma ancora non è pervenuta alcu-na risposta. Forse il rapporto annuale sullo stato di attuazione del programma di Governo, quello che manca e che non c'è stato in questi 3 anni, avrebbe potuto in parte surrogare l'assenza di una esauriente e convincente relazione sul rendiconto 2017. Ma con nessu-na considerazione di quelle che sono le funzioni istituzionali dei Consiglieri, noi non ab-biamo né l'una né l'altra. Questo dispregio delle funzioni istituzionali dei Consiglieri si esplicita anche quando in Commissione arrivano documenti di bilancio così corposi e nessuno, né dall'Assessorato né i servizi, ha tempo di venire a presentarli e a rispondere alle domande dei commissari. Qualcuno ritiene che ci siano cose più importanti da fare che andare in Commissione a rispondere alle domande di chiarimento dei Consiglieri che ne fanno parte. In Commissione ascoltiamo sempre con piacere ed interesse la rela-zione del Presidente Giacinti, sto parlando della mia Commissione, la prima dandogli atto pubblicamente di prodigarsi ed impegnarsi per fornire un quadro il più esaustivo possibile negli atti da esaminare. Ma ciò non esime la Giunta e gli Assessori dal dovere di una pre-senza informata al servizio delle Commissioni. Credo che questo sia un dovere primario rispetto a tutti gli altri nei confronti dell'Assemblea e nei confronti dei Consiglieri che ne fanno parte. In carenza di sufficienti informazioni a corredo del rendiconto, senza le quali i numeri dicono poco o nulla, ho cercato, per quanto possibile, di informarmi autonoma-mente, soprattutto per quanto riguarda le questioni che si agitano nella nostra Regione, ovvero l'occupazione e lo sviluppo economico. Sul fronte delle politiche del lavoro avete stanziato come valore assoluto meno dell'anno precedente, nonostante siano aumentate le spese del personale dei centri dell'impiego. Sul fronte degli impegni va meglio con i Por Fse ed era ora! Ovviamente, meglio tardi che mai, visto che le misure riguardano gli anni dal 2014 al 2020. Queste politiche del lavoro, quali risultati hanno concretamente ottenu-to nel 2017? L'occupazione è diminuita in particolar modo tra i lavoratori autonomi ma, at-tenzione, questa diminuzione degli autonomi non è stata compensata dagli occupati di-pendenti. Sono aumentati del 19% gli occupati a tempo determinato, ovvero i precari, una percentuale superiore alla media nazionale che è del 15,5% e nelle Marche del 19%. Il tasso di occupazione, a prima vista stabile, va esaminato sicuramente con attenzione e confrontato con la riduzione della popolazione che è andata a risiedere in altre regioni o è deceduta. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile nella nostra Regione, ma di fatto è peggiorato, perché rispetto alla media del paese è diminuito. Infine, ciliegina amara sulla torta, i disoccupati di lunga durata, quelli da più di un anno, sono aumentati nelle Marche del 6%. Questo è il rendiconto reale delle politiche regionali sull'occupazione. Per quanto riguarda lo sviluppo economico e la produttività, posto che le uniche iniziative di rilievo ri-guardano il Por-Fesr, il rapporto della Banca d'Italia rileva che la nostra crescita è modesta e inferiore alla media del Paese e che le esportazioni sono diminuite del 2% a fronte di un aumento del 7,4% a livello nazionale. Gli investimenti delle imprese, dopo una timida ripresa, si sono fermati e il credito alle imprese si è ridotto. L'edilizia ha ripreso, è triste dir-lo, solo perché sostenuta dagli effetti del terremoto, ma le nuove case continuano a rima-nere invendute. Dunque, non è sicuramente l'ottimismo del tessuto economico e marchi-giano che accompagna questo rendiconto, che arriva con la nostra preoccupazione per un arretramento della nostra regione rispetto al trend nazionale, che l'azione politica di questa maggioranza ha dimostrato di non essere in grado di invertire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Si è acceso il rosso, io non lo amo molto, preferivo il verde, anche perché il rosso sta andando fuori moda. Credo che siamo arrivati, Assessore e Presidente, al giro di boa per quanto riguarda questa legislatura. Siamo al giro di boa e questa mattina stiamo discutendo del bilancio e come Lega ci sentiamo senz'altro di fare un’affermazione, e mi sembra di aver ascoltato che non siamo soli. Su questo bilancio c'è per l'ennesima volta poca trasparenza, Assessore, perché ancora non compaiono, ripeto, i dati dei contenziosi. Qualche tempo fa l’Assessore ci ha risposto in modo evasivo: “Ve-dremo, faremo …”. No! Noi vogliamo i numeri del contenzioso, perché siamo preoccupati per le società controllate, probabilmente la comunità marchigiana rischia di pagare ulte-riormente decine e decine di milioni e di non avere un’infrastruttura che possa servirla in modo efficiente. Questo è il fatto! Naturalmente i numeri sulla sanità sono veri, anche perché sono stati ripresi da giornali molto importanti. I numeri riguardano la mobilità, ma ci sono anche i numeri dei disavanzi mancanti, quindi sommandoli credo che non ci voglia uno scienziato per vedere che siamo quasi a 150 milioni, 69 di mobilità e 74 persi. Ci so-no problemi seri, non è che questa Regione sta andando verso il default, no, non è che in questa Regione i numeri non portano e qualcuno scherza, attenzione, attenzione, le strategie che vengono portate avanti anche sulle partecipate mi sembra che siano tutte rinviare a dopo il 2020, perché nel 2019 ci sarà la burocrazia e a fine 2019 siamo già al 2020.
All’Aula dico: “Attenzione”, perché come Lega siamo preoccupati, siamo preoccupati per-ché non c'è la trasparenza, perché le cose non collimano per quanto riguarda la Corte dei conti e altri dati, c’è qualcosa che non funziona e su quel qualcosa che non funziona ci sono cose preoccupanti. Credo che siamo sulla stessa strada degli altri anni, non c'è una risposta, ripeto e insisto su questa cosa. Insisto sui dati dei contenziosi, Assessore, per-ché mi risulta che ci siano anche contenziosi pesanti, autorizzazioni non date a società che volevano realizzare determinate cose sul territorio marchigiano e la stessa Regione si dovrebbe costituire parte civile verso quelle vertenze. Cosa sta accadendo sui numeri?
Naturalmente non possiamo che manifestare un forte dissenso su questa impostazione, su quanto abbiamo ascoltato dal relatore di maggioranza per quanto riguarda il problema di questo momento. Lui ha svolto il suo ruolo rispetto a quello che ha trovato, ma se le co-se non vengono evidenziate qualcosa probabilmente c'è. Credo che si possa esprimere una considerazione evidente e una valutazione che potrebbe scaturire da una verifica molto attenta di questo bilancio, ma in questo momento non ci sono le condizioni. Penso che anche la maggioranza dovrebbe essere preoccupata per questi numeri Manifestiamo un netto dissenso che ci porta ad una valutazione fortemente negativa perché esistono i numeri …, o voi dite che non sono veri e ne portate altri che poi verificheremo con un ter-zo soggetto, così vedremo effettivamente dove stiamo andando, dove va questa Regione e se, noi siamo fortemente preoccupati, è una Regione che sta andando alla deriva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie, Presidente. Questo bilancio evidenzia tutte le difficoltà in cui si dibatte la Giunta PD del Presidente Ceriscioli. Iniziamo con i rilievi mossi dalla Corte dei conti. Il risultato di amministrazione disponibile è negativo per 294 milioni, che sono coperti dai mutui autorizzati e non contratti. Il debito della Regione è in leggera diminu-zione, ma ancora ammonta a 900 milioni, questo è un dato che ci tireremo dietro per di-versi decenni. State accantonando i soldi necessari a pagare nei prossimi anni i Braman-te e i Piceni bond, che scadono tutti e alla fine bisogna ridare soldi. Occorre però accan-tonare ancora 126 milioni, che è una quota importante, ma i soldi che già avete accanto-nato potrebbero essere investiti in modo da incrementare il rendimento del capitale, inve-ce sono congelati.
Il riparto di competenze e quindi di fondi tra Regioni e Province ha comportato l'assegna-zione alla Regione di 42 milioni, ma le Province devono versarne ancora 19, ad esempio, la Provincia di Pesaro-Urbino deve dare alla Regione ancora 8 milioni. Viceversa, avete erogato oltre 10 milioni quale contributo straordinario alle Province. L'enorme differenza degli importi tra i bilanci preventivi e quanto consuntivato, come già in altre occasioni, nel-le varie discussioni dei bilanci, ho avuto modo di sottolineare negativamente, e cito te-stualmente la relazione della Corte dei conti: “Testimonia una insufficiente capacità di previsione da parte dei servizi competenti dei tempi di realizzazione degli interventi o una difficoltà nel portare efficacemente a conclusione i progetti di spesa entro i tempi origina-riamente programmati” (pag. 9). Invece di incolpare servizi, in altre precedenti discussioni del bilancio, vi ho già detto che la colpa è vostra. Ho detto, testuali parole, le ripeto: “Co-struite il bilancio in modo da confondere i cittadini, riempite il cappello di promesse e cifre gonfiate per imbonire tutti e poi scegliete cosa effettivamente realizzare, sempre che il fruitore sia stato buono e meritevole. In questo modo gestite il potere! Esistono, inoltre, evidenze della vostra scarsa capacità nel gestire e motivare il personale regionale: l'in-centivazione del personale della Giunta realizzata con incrementi stabili continuativi, mentre dovrebbe essere collegata alla performance individuale, per stimolare, giustamen-te, la performance stessa. Per i dirigenti ad interim del Consiglio non sono stati individuati gli obiettivi di performance. Il Piano dettagliato degli obiettivi non collega quelli assegnati alle aree complesse con quelli assegnate alle posizioni di funzione, con il risultato, chia-ramente, che non si crea la necessaria filiera per assicurare il buon funzionamento degli uffici. Avete aumentato del 7,69% i dirigenti della Giunta e, come abbiamo già denunciato più volte negli ultimi mesi, l'assunzione di un dirigente del Consiglio è stata effettuata, impiegando resti assunzionali risalenti al 2012 e al 2014, cosa che non è consentito fare (pag. 16). Antimafia. Gli ordinativi di pagamento sono stati controllate attraverso solo 30 campioni e in alcuni casi la Regione, c'è scritto testualmente ,non ha acquisito dalla Pre-fettura competente la comunicazione antimafia. Del resto, ho già avuto modo di sottoli-neare in diverse occasioni, la normativa regionale antimafia è scarsamente applicata da diversi anni. Contenziosi. Il fondo per i rischi da passività da contenzioso è stato aumen-tato rispetto al 2016, ma non in relazione all'ammontare complessivo del contenzioso pendente, bensì in funzione della previsione di fabbisogno finanziario, quello che di vol-ta in volta ci aspettiamo di dover pagare. Quindi continuate, come abbiamo già detto molte volte, a nascondere ai marchigiani quanto ci costano le scelte sbagliate che fate e che chiaramente originano i contenziosi. Sanità: Avete sforato il tetto di spesa per il personale, L’INRCA perde più di 1 milione di euro, la mobilità attiva è di 99 milioni, ma quella passiva è di 161 milioni, con un deficit di 62 milioni che paghiamo come Regione ad altre Regio-ni, dove i cittadini sono costretti a rivolgersi per avere i servizi sanitari, sappiamo essere prevalentemente servizi sanitari standard di bassa e media complessità. Le Marche sono infatti al decimo posto per “soddisfazione del servizio sanitario”, ci avete retrocesso alla prima Regione del sud (questo è soltanto un riferimento statistico), perché chiaramente non ho niente contro il sud, anzi, è una bellissima porzione d’Italia che va valorizzata, con enormi capacità. Si è sforato il tetto della spesa farmaceutica convenzionata (territo-riale) ed anche quello della spesa diretta (ospedaliera), quest'ultima per circa 69 milioni di euro. Occorre però applicare, mi rifaccio all'ennesimo sollecito alla Giunta, la legge regio-nale n. 3 del 2013, sono cinque anni che è in vigore, “Interventi regionali per il recupero, la restituzione e la donazione ai fini del riutilizzo di medicinali in corso di validità”, la cui modifica che ho proposto, la n. 32 del 2017, è stata approvata all'unanimità. Abbiamo po-tenziato questa normativa che consente di fare un database e di creare l'intera filiera per recuperare i farmaci che non sono stati utilizzati dal paziente. Ho calcolato che i risparmi nell'applicazione di questa normativa supererebbero i 10 milioni. Con l'ordine del giorno n. 41 del 2018, votato all'unanimità, questo Consiglio ha di nuovo spronato e chiesto alla Giunta, che è ora che lo faccia, di applicare puntualmente questa normativa. Terremoto: Nella contabilità speciale si registra una spesa di oltre 360 milioni, di cui 251, che è quasi il 70%, per l'emergenza abitativa (abitazioni di emergenza, autonoma sistemazione, ospi-talità in strutture ricettive), in questo caso i colposi ritardi della gestione nazionale e regio-nali PD dell’emergenza e nell'avvio della ricostruzione, si abbattono sulle tasche dei cit-tadini, perché più tardi gli diamo le case, più paghiamo la gestione provvisoria delle abita-zioni. I programmi di acquisto dei nuovi alloggi da destinare temporaneamente agli sfolla-ti, sappiamo con costi di quasi 56 milioni e di cui l’Erap è il principale soggetto, porterà a spendere due volte di più perché daremmo due strutture temporanee. Quindi anche que-sta è una scelta che va valutata in maniera molto ponderata. Per il terremoto sono state assunte dai Comuni e dalla Provincia 382 persone e se ne possono assumere altre 50. Occorre fare presto per completare l'organico, dato che abbiamo bisogno di personale, ma soprattutto occorre far lavorare a sistema tutta la gente che abbiamo assunto per risolvere le pastoie burocratiche, che purtroppo in questi due anni avete creato, e per progettare correttamente la ricostruzione sotto una strategia comune, che però non sembra ancora essere delineata. Analizzando le singole voci di bilancio, che avete reso difficilmente comparabili con gli anni precedenti, perché avete inserito all'interno di ogni missione di programma anche i costi relativi al personale che si occupa della specifica questione, ho evidenziato alcune criticità. Ad esempio, avete raddoppiato le spese per l'esternalizzazio-ne dei servizi per la gestione della tassa auto e di altri tributi, che quest'anno hanno supe-rato il milione. Avete ridotto di 10 milioni le spese a favore del trasporto ferroviario, incre-mentando le spese a favore del trasporto su gomma. Purtroppo sappiamo che non avete nessuna intenzione di potenziare il trasporto su ferro e in questi anni avete chiuso anche delle tratte. Sappiamo addirittura che c'è qualcuno che in maniera scriteriata dice di co-struire una pista ciclabile sopra i binari della Fano-Urbino e sappiamo anche che questo giochetto deve consentire al gestore delle acque di portare le acque dal Burano diretta-mente sulla costa. Ma ormai i cittadini queste cose le sanno. Avete incrementato le spese per il rafforzamento delle scogliere e il ripascimento delle spiagge, ma il problema va risol-to all'origine. Sappiamo che ci sono errori di progettazione e di realizzazione nelle sco-gliere, che tentiamo affannosamente di recuperare, invece la cosa va riprogettata e ripen-sata altrimenti rincorreremmo le mareggiate di anno in anno per l'eternità. Avete incre-mentato le spese per i settori cultura, spettacolo e turismo, ma è evidente l'eccessiva e inutile frammentazione in innumerevoli piccoli interventi di sostegno puntuale, che non creano alcuna sinergia e perciò restano inefficaci. Concludendo, questo ennesimo delu-dente bilancio va bocciato.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie, Presidente. Non voglio entrare nell'elenco che è stato fatto fino adesso dai colleghi circa i numeri che presenta questo bilancio, perché, come diceva l'Assessore Giacinti, è molto complesso da questo punto di vista, però obiettivamente de-vo dire che è molto difficile parlare in generale di questo rendiconto. Se mi consentite, credo che siamo in una situazione ben rappresentata da un aneddoto o se volete da un motto molto comune, che è quello di dire: si è cercato di operare nel modo migliore su un ammalato, ma nonostante le cure, nonostante il grande lavoro fatto da questa équipe me-dica, l'ammalato, che sarebbe in questo caso la collettività marchigiana, non ha tratto al-cun giovamento dall'intervento. Siamo a distanza di 3 anni dall'inizio della legislatura, è vero che abbiamo avuto delle situazioni molto complesse, in primis il terremoto, ma nella comunità marchigiana non si vede alcun effetto di quanto è stato prodotto fino adesso. Andiamo a vedere quanto di buono ha fatto questa équipe medica, questa Giunta, in questo periodo.
Leggendo il rendiconto sembra che tutto funzioni, infatti, i numeri portano tutti. D'altra par-te se uno deve perseguire il pareggio di bilancio i numeri non possono discostarsi da certi percorsi. Ad esempio, il risultato di amministrazione è pari a circa 184 milioni, va bene, le entrate tributarie accertate nel 2017 ammontano a 3.164 milioni di euro, c'è stato un lieve aumento nonostante la riduzione, quindi significa che si è fatto un discreto lavoro per quanto riguarda il recupero dell'evasione. L'ammontare del debito è stato ridotto di 122 mi-lioni, la Regione ha rispettato i vincoli di finanza pubblica, anche se ha distribuito tra gli enti locali, e questo sicuramente non è un grande risultato, un ammontare di 200 mila eu-ro per l’intesa regionale orizzontale. E’ un po’ poco, gli enti locali stanno soffrendo, quindi molto probabilmente su questo versante si sarebbe dovuto e potuto fare decisamente me-glio. Si è mantenuta questa elevata capacità di realizzo, cioè l'82,0% degli accertamenti, ma d’altra parte gli accertamenti devono essere fatti tutti, così come la capacità d’ impegno che è del 70%. La quota accantonata dal risultato di amministrazione è pari a 74,57% del monte perenti, la spesa sanitaria ha registrato un risultato positivo, poi vedremo che non è proprio così, e non sono state fatte anticipazioni di tesoreria. Se uno legge questa macro descrizione, questi macro numeri, questo andamento, ci si aspetta che gli effetti sui terri-tori e sulla collettività marchigiana siano decisamente migliorati rispetto agli anni passati. E invece cosa ci dicono i dati? I dati sono impietosi, li possiamo commentare ma non li possiamo discutere. Oggi ci sono le Camere di commercio, c'è l'Istat, ci sono tanti istituti che registrano e fotografano mese per mese la situazione socio-economica di ogni territo-rio. Qui succede che il bilancio delle imprese che nascono, le start-up, e quelle che muoiono è negativo. E’ negativo, lo dicono tutti, soprattutto nel territorio sud delle Marche, che è il territorio più martoriato, quello che necessita di più sostegno. Se qualche start-up si consolida, è perché ci sono delle realtà locali particolari che vengono sostenute, ma in realtà l'80%, se non il 90%, delle start-up che noi creiamo muoiono, non siamo in grado di sostenerle, di accompagnarle in un percorso di crescita e di consolidamento. La disoccu-pazione aumenta, l’ha detto pure il collega Maggi, che da questo punto di vista ha dato dei numeri. Soprattutto per quanto riguarda l'aspetto dell'occupazione giovanile non sia-mo stati in grado ancora di fare dei progetti seri per far sì che le nostre migliori menti rie-scano a rimanere. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo soltanto utilizzato in questi anni del-le risorse per i tirocini formativi, che sono quelle risorse che vengono dall'Europa, da dare come bonus alle imprese che assumevano in modo definitivo o a tempo determinato que-sti ragazzi, ma non abbiamo dato una prospettiva di stabilità a tutti coloro che cercano la-voro. Terzo punto, il territorio è sempre meno attrattivo e competitivo. Su questo credo che non ci siano discussioni. Il territorio in questi anni si è reso sempre meno attrattivo, non è competitivo, tant'è vero che continua l'esodo che è iniziato negli anni 2000, all'epoca del-la prima globalizzazione, delle grandi multinazionali e delle grandi aziende. Questo signi-fica che noi non siamo in grado di rendere il nostro territorio competitivo, significa che non siamo stati in grado di dare dei servizi necessari allo sviluppo di queste aziende, par-lo di infrastrutture materiali, parlo di infrastrutture immateriali, parlo di servizi come l'ener-gia, parlo di servizi come l'educazione, i trasporti, soprattutto per le aree interne. Questo è un dato di fatto che non possiamo disconoscere. Quindi, a fronte del discorso positivo che è stato fatto, perché il rendiconto 2017 presenta tutti i numeri positivi, abbiamo delle doglianze. Altro aspetto, le società regionali partecipate che erano ritenute strategiche, tant'è vero che la Regione ha dovuto per effetto di una normativa nazionale, per effetto di una risposta della Corte dei conti, individuare quelle che erano strategie, stanno affon-dando tutte, in tre anni non si è riusciti a cambiare rotta, non si è riusciti a dar loro un mi-nimo di vitalità. Una per tutte, ne discuteremo la prossima seduta del Consiglio, Aerdorica che sta affondando, sta morendo. L’altro giorno parlavo con un amico che era tornato da Catania, era arrivato la sera e non ha trovato l'autobus per tornare al centro di Ancona e non c'erano nemmeno i taxi, ha dovuto chiamare a casa per farsi venire prendere. Una desolazione incredibile. Io credo che forse, forse, ma lo diremmo il 25, è meglio chiudere completamente e poi ripartire da capo, perché stiamo dando un'immagine pessima ai viaggiatori, ai turisti, agli uomini d'affari, agli imprenditori. Quella che era una grande so-cietà, una struttura strategica, l'abbiamo detto tutti, non è soltanto un mangia soldi, un bu-co nero dove c’è un deficit che supera i 40 milioni di euro, ma anche un boomerang per l'immagine che diamo all'esterno di una Regione che è in grado di collegarsi con il resto del mondo. Dobbiamo essere collegati con il mondo, non possiamo pensare soltanto alle strade e alle superstrade. Sanità. Aumenta la mobilità passiva, è in atto una riforma che francamente i marchigiani non stanno capendo, dal punto di vista sanitario potrebbe an-che avere qualche valenza, ma dal punto di vista strutturale non si capisce come questa sanità possa dare maggiori e migliori servizi soprattutto alle aree interne, a quelle popola-zioni che hanno subìto il dramma del terremoto. Sulle grandi infrastrutture siamo in prati-ca fermi agli anni ottanta, in questi anni non è stato fatto nulla e nulla si dice, siamo com-pletamente isolati verso ovest e se non ci fossero quei piccoli lavori di ammodernamento della Salaria, che finiranno fra dieci anni, negli ultimi trent'anni non ci sarebbe stato nulla di nuovo. Non siamo stati in grado di elaborare un progetto per eliminare quel processo di urbanesimo e di spopolamento delle aree interne verso la costa che è ricominciato 15 anni fa, perché mancano viabilità e mancano servizi. Fra due o tre anni avremo, anche per effetto del terremoto, problemi incredibili sulla costa riguardo alla viabilità, ai servizi, ai trasporti, perché migliaia di persone ci si stanno trasferendo dalla montagna. Non siamo stati in grado di fermarle con un intervento strategico, un progetto veramente eccezionale. Poi c'è il discorso del terremoto. Beh, la ricostruzione è al palo, non si sta facendo nulla. Ma la cosa molto più preoccupante e che avvilisce è che la Regione non è stata in grado di prendere il pallino in mano su questo aspetto. Doveva prendere il pallino in mano! Se è vero che il 60% dei danni l’abbiamo avuti noi, rispetto alle altre tre regioni, Abruzzo, Um-bria e Lazio, dovevamo battere i pugni sul tavolo ed essere la locomotiva della ricostru-zione. Dovevamo studiare dei modelli validi per ogni Regione, non è possibile che per la ricostruzione si applichi un modello unico per tutte e quattro. Non si va avanti perché l'Umbria ha certe esigenze, il Lazio ne ha altre, l'Abruzzo ne altre ancora considerato che la situazione si è connessa col terremoto dell’Aquila, noi abbiamo esigenze completa-mente diverse, perché è stato colpito un territorio molto vasto, un territorio fragile, che lo era non soltanto dal punto di vista infrastrutturale, ma anche dal punto di vista socio-economico. Dovevamo lavorare su quell'aspetto lì, nulla è stato fatto. Abbiamo perso tem-po e non so se si potrà recuperare. Ormai c'è una stagnazione e c'è anche un’assuefazione di queste persone che pensano di non poter tornare più e di stabilirsi in altri territori, dove avremo in futuro altre problematiche. Al di là dei numeri che sono stati presentati e di quanto ci è stato raccontato in modo particolare a pagina 7 del rendiconto, che riporta i risultati positivi della gestione 2017, credo che dobbiamo valutare gli effetti di questa gestione sui territori, che è stata naturalmente disastrosa. Quindi da parte mia e da parte del Gruppo non possiamo assolutamente, come ha già detto la capogruppo Marcoz-zi, condividere positivamente questo rendiconto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Credo che il primo dato che dobbiamo mettere in evidenza, sul quale mi sembra veramente difficile discutere, tanto che nessun esponente, anche della minoran-za, ha potuto dire il contrario, e da solo mi convince riguardo a questo conto consuntivo, mi accontenterei anche se fossi minoranza, è il fatto che abbiamo i conti in ordine.
La tendenza in questo Paese a fare i debiti sta riemergendo, sta pericolosamente ritor-nando una cultura del debito, una cultura dello sfondamento, una cultura del “diamo su-bito quello che i cittadini chiedono”. Assessore Cesetti, vedo su facebook, che cito con grande tristezza, la facile ironia sui due centesimi di accise sulla benzina, però c'è un da-to incontrovertibile che si era manifestato già dalla precedente amministrazione, nella quale sono stato anche in Giunta, e che è continuato in questi anni, nei quali, lo dico ai colleghi della maggioranza , avremmo potuto, per tante spinte che ci sollecitano da più parti, invertire una tendenza, che non è disastrosa, perché l'incidenza totale del debito, sto parlando di questo naturalmente, in termini percentuali sul bilancio è ben al di sotto del 30%. Stiamo parlando del 135% del livello nazionale, che qualcuno vorrebbe portare a 140-150 con grande allegria. Qui abbiamo 33 milioni in meno, mi fermo su questo, per rilanciare la dimensione delle scelte. La prima cosa seria per un amministratore, a meno che non l’abbia detto prima, è quella di tenere i conti in ordine. Poi si può dire quello che si vuole, “Io andrò al potere nella Regione Marche ed in questi cinque anni abbasserò le tasse, aumenterò la spesa e farò un debito per 200, 300, 400, 500 milioni”, ma va detto prima. Questa amministrazione ha detto che avrebbe proseguito in un atteggiamento di serietà e di rigore, questo è continuato e questo ci sta permettendo di avere dei margini re-lativamente significativi che ci giocheremo tutti nel 2019 in vista delle elezioni, così si fa Assessore Cesetti, sennò continuiamo a prendere gli insulti delle minoranze e non fac-ciamo nulla. Lo faremo nel 2019, lo faremo in vista delle elezioni e faremo sapere ai citta-dini marchigiani dove, avendo risistemato beni conti, intendiamo che la spesa si metta in movimento, anche in certi settori della sanità, però con i conti, non con le battute, non con le assurdità, non con le riaperture degli ospedali che non esistono, ma con servizi che possono essere dati in maniera ragionevole per fare meglio quello che stiamo facendo a beneficio della collettività regionale. Nel merito delle scelte ho sentito alcune disamine, non ultima quella del Vicepresidente Celani, sempre molto accorto e puntuale nelle indi-cazioni. È chiaro che tutto può essere discutibile, il punto è che quando si parla di bilan-cio e non si sta parlando della favola di Pinocchio, a fianco delle scelte vanno indicate le soluzioni che hanno numeri. Quando il Consigliere Celani riguardo all'aeroporto dice che forse è meglio chiudere e ricominciare, fa un'affermazione intelligente che fa i conti con i numeri. Questa dovrebbe essere la cultura di Governo, che purtroppo non è ancora unifi-cante in questo nostro Paese, che è una cosa difficile e seria, che fa la differenza fra prendere in giro la gente e non prenderla in giro. Io ho quattro figli e non li prendo in giro dicendo: “Ragazzi avrete tutti la Maserati”. I miei figli sanno che la macchina sarà quella del nonno, che è stata immatricolata nel 1995, e con quella si va avanti. Se vuoi un'altra macchina lavori e te la compri. La stessa cosa dovremmo fare qui, noi lo stiamo facendo e questo mi conforta, mi dà onore, dà dignità a quello che facciamo e mi fa sentire orgoglio-so delle scelte che abbiamo fatto. Poi, ripeto, all'interno di queste scelte ben vengano le indicazioni che credo in maniera sincera alcuni esponenti della minoranza, che sul resto hanno menato duro, hanno dato. Parliamone, e su questa scelta andiamo, caro Assesso-re, caro Presidente, a fare più 5 milioni, più 10 milioni, più 20 milioni, più 30 milioni, il margine però ce l'abbiamo. C'è da dire che se questo margine c'è, c’è perché c'è stato ri-gore, c'è perché non c'è stata una politica di marchette, c’è perché c'è stata una politica che non ha soddisfatto in maniera indiscriminata tutti i bisogni e non ha detto sempre sì a tutti, perché questa maggioranza, pur in mezzo a tante difficoltà, è stata coesa e su alcu-ne cose estremamente puntuale. Mi auguro che nella sua relazione, Assessore Cesetti, ci ricordi alcune belle cose, che non voglio anticipare, perché non è un merito diretto della maggioranza ma dell'amministrazione, che si stanno facendo in campo sanitario, nel set-tore dei servizi sociali e in altri, dentro quei margini, altrimenti l'onestà intellettuale impone di dire: “Signori, noi vogliamo fare i debiti”. Noi abbiamo detto che i debiti non li vogliamo fare, che in questa regione non vogliamo gravare le future generazioni di debiti e non vo-gliamo che le future amministrazioni, che potrebbero essere benissimo non la nostra ma altre, noi ci auguriamo di continuare, ovviamente, trovino una situazione completamente compromessa. Questa è una cosa seria, che viene fatta in maniera seria in tante altre Regioni d’Italia, ma noto, e lo dico con una certa preoccupazione, che la cultura del debi-to sta prendendo campo e i patti di stabilità sono considerati come delle favole. Mi auguro che questa linea di tendenza venga confermata e mantenuta anche per il futuro, e que-sto conto consuntivo l’ha attesta, anche con l'ottima certificazione della Corte dei conti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Non ci sono moltissime cose da aggiungere rispet-to agli interventi di chi mi ha preceduto, che hanno evidenziato le criticità dei conti e delle spese della Regione. Se tutto andasse bene e se tutto fosse coperto perfettamente credo che non saremmo qui e nessuno di chi siede nei banchi della minoranza ricoprirebbe il ruolo per il quale è stato eletto, che è un ruolo di controllo, un ruolo di verifica, un ruolo anche di sprone rispetto a ciò che rimane indietro, rispetto a scelte che si reputano non corrette, rispetto alle criticità. Il voto di Fratelli d'Italia sarà negativo, come credo sia il voto di tutta la componente che siede nei banchi della minoranza. Sottolineo due aspetti che sono stati già evidenziati e sui quali credo sia importante mantenere un faro vigile, ri-guardano le criticità legate alla sanità, ai conti della sanità. Sebbene anche in questi giorni il Presidente, nonché Assessore alla sanità Ceriscioli, ha detto di voler puntare al taglio delle liste d'attesa, ad un'inversione di tendenza rispetto alla mobilità passiva, ab-biamo visto dei dati che dimostrano che in questi tre anni l'inversione di tendenza non c'è stata. Sono dati preoccupanti, i numeri che sono stati riportati anche dalla stampa recen-temente parlano quasi del doppio della mobilità passiva rispetto a quella attiva. Questi sono dati che devono preoccupare i nostri conti e soprattutto devono preoccupare l’attrattività della nostra sanità marchigiana. La Corte dei conti ogni anno, al momento del-la parifica, sottolinea ed evidenzia delle criticità che poi, come ha ben evidenziato anche il relatore di minoranza, mancano nel documento regionale. Certifica lacune o domande alle quali sarebbe importante dare risposte, come i dati relativi al contenzioso, che da tre anni non riusciamo ad avere con certezza, che potrebbe essere un possibile gravissimo debito che si lascia alle successive amministrazioni e che non è fondamentalmente quantificato. Non sappiamo con certezza quali possono essere le cifre che in un conten-zioso, ovviamente che dovesse vedere la Regione soggiacere e perdere, saremo chiamati a pagare. Soldi e costi che ovviamente ricadono sulla collettività e sarebbe bene in una previsione e comunque in una certezza del bilancio avere come dato più o meno certo. Altre questioni sono state sollevate rispetto agli effetti delle nostre politiche, rispetto agli effetti dei fondi che sono investiti nei fondi europei, nel lavoro, e che purtroppo non dan-no quelle risposte positive. Forse perché vengo dalla provincia di Macerata, che con il ter-remoto ha subìto gli effetti più grandi sul territorio, sul tessuto sociale e imprenditoriale. Voglio anch'io dire una parola sul tema del terremoto. Permettetemi di fare un accenno al discorso nazionale. Le risorse, così come sono state impostate, sono state investite pe-santemente in un'accoglienza, che doveva essere temporanea, diminuendo la spesa per la sistemazione di abitazioni che, con poche decine di migliaia di euro, potevano e pos-sono tornare immediatamente agibili. Quindi stiamo spendendo per l'accoglienza in strut-ture ricettive e in autonoma sistemazione, quando con lo snellimento delle pratiche, con richieste che venivano direttamente dai territori, l'amministrazione regionale, solo oggi che è cambiato il Governo pare che si sia decisa a farlo, cosa che francamente mi fa un po’ sorridere, avrebbe potuto risparmiare delle risorse e investirle in altro. Non entro, di-ciamo per pietà, sulla questione della costo delle Sae. E’ un discorso nazionale? Sì e no, perché è un discorso anche regionale. Abbiamo un vicecommissario che è il nostro Pre-sidente e non siamo riusciti ad intervenire minimamente rispetto al discorso delle Sae. Tante risorse sono state indirizzate, secondo me, in maniera negativa rispetto ad esigenze urgenti. Ho allargato il discorso delle criticità, ma credo che queste siano collegate, per ri-badire il voto negativo da parte della mia e del Gruppo di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie, Presidente. Riprendo la parola per qualche delucidazione che il dibattito mi ha stimolato. Ho sentito che molta attenzione ha suscitato il fondo del contenzioso, anche in termini di trasparenza che è stata evocata per quanto concerne le modalità di stanziamento dello stesso che ammonta a 32 milioni di euro. L'organo di revi-sione dice come si è pervenuti a questo importo: “L’accantonamento è effettuato per ga-rantire la copertura di spese potenziali, lo scopo di un fondo di questo tipo, derivanti dal contenzioso legale in essere. A tale riguardo, al fine di verificare la congruità dell'accan-tonamento effettuato, il Collegio ha richiesto all'ufficio legale un dettagliato prospetto del contenzioso con le motivazioni che giustificano l'accantonamento al fondo rischi. Il dato fornito dall'ufficio analizza per la prima volta il contenzioso causa per causa, valutando le singole probabilità di soccombenza. Dal prospetto presentato si evince, per ogni singolo contenzioso, la somma da accantonare in bilancio. La valutazione della soccombenza del contenzioso in essere è stata effettuata da ciascun legale, suddividendo il rischio impro-babile, possibile e remoto”. E’ chiaro che trattandosi di liti giudiziarie non è facile stabilire a priori l'entità dell'eventuale rischio legato alla soccombenza o meno di un procedimento di questo tipo. Per cui credo che come nota metodologica sia un criterio esaustivo delle potenziali possibilità veder congrua una somma piuttosto che un'altra. Vorrei anche far presente che questi 32 milioni che sono nel rendiconto sono relativi al 2017 e se guar-diamo la triennalità 2018-2020 giunge a 50 milioni di euro, quindi un importo ben supe-riore a quello che è stato notato nell'esercizio. A questo vanno aggiunti altri accantona-menti per 60 milioni di euro legati alla copertura degli eventuali rischi (legge 296) e agli effetti finanziari possibili legati alla revisione della manovra fiscale regionale. Un'altra co-sa che vorrei sottolineare è che la quota di copertura dei fondi perenti in questo bilancio è pari all'86%, mentre la legge prevede percentuali ben più limitate pari al 60-65%. Il fatto di dare luogo a una copertura maggiore è indice, a mio modesto parere, di uno stile pruden-ziale nella stesura del bilancio e di appostamento di alcune somme che hanno lo scopo di mettere più in sicurezza il bilancio stesso. Ho fatto queste due precisazioni per eviden-ziare la modalità di allocazione di alcune poste che ha lo scopo di mettere al riparo da eventuali sorprese. Una modalità molto attenta e puntuale rispetto a quello che è emerso dal dibattito.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Fabrizio Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Non riuscirò per ragioni di tempo a rispondere sin-golarmente a ciascuno dei Consiglieri regionali che sono intervenuti. Voglio dire in pre-messa una cosa: noi stiamo discutendo del rendiconto 2017, stiamo discutendo per valu-tarne innanzitutto i dati formali, perché sono obblighi di legge, e poi i dati sostanziali, che sono valutazioni di carattere politico. Per quanto riguarda il primo aspetto è necessario da subito evidenziare che il rendiconto dell'anno 2017 è stato oggetto di attenti e puntuali esame e disamina da parte della Corte dei conti e da parte del Collegio dei revisori dei conti. Esame e disamina che sono stati oggetto di un giudizio di parificazione che, come sapete, alcuni di voi erano presenti, si svolge tra l'altro con le forme del contraddittorio ti-piche di un processo e quel giudizio si è concluso positivamente da parte della Corte dei conti, con un giudizio ampiamente positivo. Come positivo è stato il giudizio del Collegio dei revisori dei conti, molto dettagliato, come ricordava il Presidente Giacinti.
Quindi, sostanzialmente, il rendiconto è questo ed è una tappa tecnico-politica di grande rilievo in quanto costituisce un'ulteriore occasione per misurare l'efficacia delle azioni po-ste in essere dal Governo regionale e, nel contempo, per dimostrare che, pur nelle diffi-coltà che si incontrano nel perseguire la tenuta dei conti pubblici, è ancora possibile rea-lizzare un cammino di buona amministrazione, come appunto è comprovato dal giudizio delle autorità che ho poc'anzi citato. Dal rendiconto di esercizio per l'anno 2017 risulta confermata la solidità del bilancio regionale e questa è la precondizione per ogni azione, come ricordava prima il Consigliere Marconi. Solidità del bilancio regionale che è stata evidenziata, oltre che dalle Autorità che citavo, anche dalla valutazione esterna, giunta pochi giorni prima del giudizio di parificazione ad opera dell'agenzia internazionale di ra-ting Fitch, che ha confermato il rating di lungo termine della Regione Marche al valore “BBB” con prospettive stabili. Anche il rating di breve termine è stato confermato al valore “F2”.
Significativi sono alcuni passaggi del comunicato finale di Fitch che dice che la conferma del rating delle prospettive riflette la sana gestione finanziaria da parte della Regione “con solidi parametri di indebitamento e buon livello di liquidità”, si riscontra un margine opera-tivo stabile e il mantenimento dell'equilibrio della gestione della sanità; si apprezza la ge-stione prudenziale da parte del management regionale e si evidenzia che, dice testual-mente Fitch, “l'amministrazione regionale è impegnata a controllare la spesa e porre in essere politiche di bilancio prudenti, offrendo al tempo stesso un buon livello dei servizi pubblici” e che “nonostante i vincoli di spesa, la gestione efficiente delle finanze regionali è confermata anche dalla capacità delle Marche di concedere sgravi fiscali alle piccole e medie imprese per stimolare l'economia locale”. Questo giudizio, credo che valga almeno quanto il giudizio degli autorevoli Consiglieri, forse qualcosa anche di più, perché è un giudizio terzo, imparziale, non, condizionato dalla polemica politica. Non solo Fitch, per-ché la Regione Marche ha avuto più volte la positiva attenzione, nel corso di questi anni, d’ importanti giornali economici e centri studi, come Il Sole 24 Ore, che ha pubblicato delle significative classifiche dove le Marche sono risultate: unica Regione a statuto ordinario in avanzo; al top nel rapporto tra tassazione e i servizi offerti ai cittadini (infrastrutture, istruzione, sanità, sicurezza, ambiente ed economia); Regione al primo posto per la ridu-zione del debito verso i fornitori in sanità; tra le regioni dove il fisco pesa di meno (- 15,2% sulla media nazionale, con un’addizionale Irpef pro-capite ben al di sotto della media na-zionale). A quest'ultimo riguardo, il Ministro dell'economia e delle finanze, ha di recente pubblicato le statistiche delle dichiarazioni fiscali 2017 e l'analisi dei dati Irpef 2016. Nelle Marche, ve lo voglio ricordare, l'ammontare medio annuo dell'addizionale regionale Irpef dovuta è di 320 euro pro capite ed è inferiore alla media nazionale che ammonta a 410 euro. I valori più alti si registrano nel Lazio (640 euro), nel Piemonte (510 euro), in Cam-pania (460 euro), in Emilia Romagna (430 euro), in Lombardia e in Liguria (410 euro). Se ci attestassimo ai valori medi potremmo disporre di decine e decine di milioni di euro per le nostre politiche, oltre 100 milioni, ma questa amministrazione regionale ha detto più volte, e lo ribadisce, che non aumenterà mai la tassazione, perché ciò graverebbe sui cit-tadini che già ne sopportano un peso eccessivo, per di più all'interno di una crisi che an-cora non dà respiro. Anzi, si cercherà di confermare le importanti riduzioni operate in questi anni e altri ne sono stati messi in campo. Sì, qualcuno potrà anche ironizzare su facebook, che per me è uno sfogatoio pubblico, io non ci sono iscritto e, secondo me, senza voler criticare nessuno, qualche psicologo dovrebbe occuparsi anche dell'utilizzo di questi strumenti. In questo sfogatoio pubblico si ironizza dell’eliminazione delle accise della benzina. Che c'è da ironizzare? La Regione Marche ha assunto la decisione di eli-minare quel balzello, che comunque vale 4 milioni all'anno e sono 4 milioni che pesano meno sulla comunità regionale. Nella mia famiglia di 4 persone, con 4 auto c’è un rispar-mio di 100 euro. Cosa c'è da ironizzare? Credo che si possa anche dire: “Meglio così che niente”.
Proseguiamo nella politica di riduzione, lo abbiamo fatto con le start-up, per quanto ri-guarda l'IRAP, come sottolinea Fitch. Nel 2017, in questa solidità di bilancio, in queste po-litiche virtuose, è proseguito, e lo dobbiamo ribadire, l'impegno per l'attuazione della legge Delrio e finalmente a livello nazionale si sta pensando a un suo superamento all'esito del referendum. Questo è stato un impegno corposo da parte della Regione Marche, che pensiamo sia stato positivamente assolto. E’ un impegno che ci ha gravato in questi tre anni e noi l'abbiamo portato a termine. E' stato molto importante, perché il passaggio delle funzioni dalle Province alle Regioni ha portato ad esempio al trasferimento in capo alla Regione di 542 dipendenti, più 9 dirigenti, nella quasi totalità dei casi rimasti addirittura sui territori a svolgere la loro attività. Dal mese di maggio del corrente anno, si parlava prima del lavoro, abbiamo completato e abbiamo anticipato rispetto alle altre Regioni, di un mese addirittura, il trasferimento del personale dei centri per l'impiego e questo ha comportato il trasferimento di ulteriori 350 dipendenti in capo alla Regione, addirittura an-ticipando le risorse. In quest'Aula abbiamo approvato quella variazione, tant'è vero che oggi la pianta organica della Regione Marche arriva a 2.065 dipendenti e 65 dirigenti, quindi è quasi raddoppiata rispetto alla dotazione classica. Questo è stato un impegno enorme, ma attraverso questo personale gestiamo servizi e diamo risposte ai cittadini. Ab-biamo riallocato 50 unità di personale della Polizia provinciale per mantenere il Corpo di Polizia provinciale sui territori e garantire una maggiore sicurezza dei cittadini e dei territo-ri stessi, con un impegno, di cui ci siamo fatti carico, di circa 1,9 milioni di euro all'anno. Si è conclusa nel 2017 la complessa operazione del trasferimento in capo ad Anas delle strade ex statali, che noi avevamo riacquisito dalle Province, e del personale dipendente, senza esuberi, con assoluta soddisfazione degli stessi che hanno aumentato la propria professionalità ed anche i loro stipendi. Queste operazioni sono state tutte ultimate e so-no state ultimate di fatto le operazioni relative al trasferimento dalle Province alla Regione dei beni mobili, immobili e patrimoniali, soltanto per alcuni manca il dato puramente for-male. Questo lo abbiamo fatto nell'assoluta condivisione generale, con le Province stes-se, con le organizzazioni sindacali, nel Tavolo delle autonomie, e lo abbiamo fatto soste-nendo noi gli oneri, perché con il trasferimento delle funzioni dalle Province alle Regioni si dovevano trasferire anche le risorse per esercitare quelle funzioni, cosa che non è mai avvenuta in capo alla Regione, tant'è che per ben due volte la Corte costituzionale si è pronunciata sul punto, prima con la sentenza 205 e poi con la sentenza 137 che, appun-to, hanno dichiarato l'illegittimità costituzionale delle varie leggi di stabilità e poi del D.L. 50 nella parte in cui non prevede la riassegnazione alle Regioni e agli enti locali suben-tranti nell'esercizio delle funzioni fondamentali delle risorse acquisite dallo Stato median-te il prelievo forzoso sulle entrate tributarie provinciali. La sentenza 137 della Corte costi-tuzionale è del 2018 e, come tra l'altro chiesto in sede di Conferenza delle Regioni, è giunto il tempo che il Governo, il vostro Governo, adempia a quello che dice la suddetta sentenza, quindi trasferisca le risorse in capo alla Regione. Questo deve fare, perché è un adempimento che compete al Governo stesso, e sapete che sul punto non sono stato mai tenero, neanche con i “miei” Governi. Spero, come ho avuto modo di dire fin dall'an-no scorso quando c'era il Governo Gentiloni o prima ancora quando c’era il Governo Renzi, che si metta mano al superamento della legge Delrio e che si ripristinino da subito non solo le condizioni per l'autonomia finanziaria delle Province, ma anche l'elezione di-retta. So che la Lega su questo è d'accordo, mi sembra che abbia fatto anche un emen-damento, meno d'accordo è il Movimento 5 Stelle. Io dico mettetevi d'accordo una volta per tutte, anche sulle cose che avete scritto nel contratto di Governo e cerchiamo di risol-vere i problemi del Paese. La Regione anche per l'anno 2017 ha rispettato i vincoli di fi-nanza pubblica previsti dal cosiddetto pareggio di bilancio, in relazione al quale pure im-portanti sono state alcune pronunce della Corte costituzionale che hanno finalmente evidenziato le già note criticità sull'applicazione della normativa che, impedendo il pieno utilizzo delle risorse, rischiano di ingessare completamente i bilanci regionali. In continui-tà con gli esercizi precedenti, la Regione ha chiuso il 2017 con un disavanzo di ammini-strazione interamente coperto dal debito autorizzato e non contratto, segno della capacità dell'amministrazione di gestire in modo opportuno i flussi di cassa, senza dover procedere all'effettiva contrazione del debito. Peraltro, proprio in merito al debito autorizzato e non contratto, vale la pena di ricordare che è proseguita anche nel 2017 l'attività volta alla sua consistente riduzione, anche in vista della possibilità di un'evoluzione normativa finaliz-zata alla riproposizione di tale strumento in chiave innovativa. In particolare la Regione Marche si è fatta parte attiva per l'istituzione, poi avvenuta con legge, di un apposito tavo-lo tecnico presso il MEF, avente lo scopo di valutare gli effetti dello strumento del debito autorizzato e non contratto in termini di rilancio degli investimenti, di minori oneri finan-ziari e di chiarezza della gestione contabile. La Regione Marche sta a quel tavolo da pro-tagonista, potendolo fare, essendo un esempio del rispetto delle regole. Nell'anno 2017 la Regione ha inoltre: previsto una copertura del monte perenti 2017 ben superiore al limite previsto dalla normativa, che è pari al 70%; concesso spazi finanziari agli enti locali; man-tenuto le prime posizioni tra le Regioni benchmark, cioè quelle di riferimento per la sanità italiana, per la definizione dei criteri di qualità dei servizi erogati, dell'appropriatezza e dell'efficienza delle prestazioni, ai fini della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard; rispettato gli equilibri di bilancio, riducendo la pressione fiscale a titolarità re-gionale; ridotto in modo consistente il debito; rispettato gli indicatori di tempestività di pa-gamento delle transazioni commerciali. In sintesi, la strategia della gestione finanziaria adottata dalla Regione si conferma la medesima già individuata negli anni scorsi: mante-nere in sicurezza i conti, proseguire una gestione prudente e rigorosa, poiché solo così facendo si può difendere l'istituzione regionale e consentire di attivare nuovi investimenti per le comunità e le imprese del territorio. Ciò è tanto più vero di fronte all'emergenza del terremoto che ha posto la Regione non soltanto nella necessità di farvi fronte, ma in quel-la di inserire la ricostruzione in una visione organica di sviluppo regionale.
Come sappiamo, è sulla governance della sanità che l’evoluzione finanziaria e istituzio-nale a livello nazionale ha finito per centrare il ruolo delle Regioni. Più dei 4/5 della spe-sa regionale 2017 è stata assorbita dalla sanità. Ed è su questo che si gioca una delle partite cruciali del regionalismo italiano ed in questo contesto il servizio sanitario marchi-giano si colloca tra i più efficienti e competitivi sullo scenario nazionale. Voglio evidenzia-re come questo sforzo torni a tutto vantaggio del territorio e delle comunità: il raggiungi-mento di tutti gli obiettivi nei tempi e termini prefissati ha consentito alla Regione Marche di conseguire premialità e di poter procedere con nuove assunzioni a vantaggio della qualità, dell'efficienza e dell'efficacia dei servizi sanitari. Tutto questo ha consentito lo scorso anno di riversare sul sistema sanitario risorse aggiuntive per 202 milioni di euro, risorse che hanno finanziato: il potenziamento e l'ammodernamento tecnologico per circa 75 milioni di euro; il Centro unico di risposta e il progetto della logistica del farmaco; il co-finanziamento d’ importanti interventi in edilizia sanitaria. Che dire poi degli oltre 30 mi-lioni che gli enti hanno destinato agli investimenti. Per quanto riguarda la Regione Mar-che, alla gestione della spesa sanitaria si aggiunge un’ulteriore strategia per progetti di crescita e di sviluppo della comunità regionale derivanti dalle ingenti risorse della pro-grammazione comunitaria.
Anche sul versante extra sanitario si è sempre riuscire a mantenere i conti in equilibrio, nonostante le nuove stringenti regole che disciplinano la contabilità delle Regioni e che presuppongono che l'ente garantisca non soltanto l’equilibrio, ma anche il pareggio di bi-lancio. Tutto ciò ha imposto, evidentemente, un modus operanti innovativo e di assoluta discontinuità con il passato. La capacità, l'ordine e la solidità che distinguono il bilancio della Regione Marche e la circostanza che la stessa versa più tasse allo Stato ricevendo in cambio meno trasferimenti in termini di spesa pubblica, ci ha consentito di attivare il percorso istituzionale per la cosiddetta autonomia differenziata, che tra l’altro abbiamo de-liberato in quest'Aula, adottando tutti gli atti propedeutici. Proprio il giorno della parifica ho avuto l'opportunità di accompagnare il Presidente Ceriscioli che, insieme alla Presidente dell'Umbria Catiuscia Marini, ha incontrato il Ministro Erika Stefani sul tema dell'autono-mia differenziata. Questo è un passaggio che guarda al futuro, per nuove competenze e nuove opportunità per la nostra comunità regionale. Per quanto riguarda il tema dei con-tenziosi ha risposto bene il Presidente Giacinti, che tra l’altro ha citato il passaggio dei Revisori dei conti, quindi non debbo aggiungere altro.
Presidente, raccomando l'approvazione di questo rendiconto

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Procediamo ora alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Avendo ascoltato l'Assessore, non possiamo che esprimere, ancora più convinti di prima, un voto negativo sul rendiconto. I numeri non ci convincono e il progetto non ci convince. Accantonamento dei soldi, società partecipate, rinvio del progetto delle partecipate al 2020, l'ho detto e lo ripeto, questa è la strada, per-ché il concordato può durare fino a 3/4 anni, a tempo indeterminato. La considerazione che abbiamo manifestato durante l'intervento è pertanto confermata, perché le risposte dell'Assessore sono inique, non rispondono alla situazione difficile che sta attraversando questa Regione dal punto di vista economico. Voi dite che non è così, non è assoluta-mente in questi termini, ma credo che sia indispensabile che veniate con dei numeri più trasparenti, senza ambiguità, per fare un confronto serio dentro quest'Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Naturalmente anticipo il giudizio negativo, dato che abbiamo votato contro a tutti gli articoli. Nell'intervento precedente mi sono dimenticato di dire che il sostegno dell'occupazione in questo rendiconto ha cifre imbarazzanti, dell'or-dine di poche centinaia di migliaia di euro, mentre nell'anno precedente erano stati previ-sti oltre 19 milioni di euro ed impegnati 14 milioni. Stessa sorte per quanto riguarda gli ar-gomenti politici che a noi interessano particolarmente, cioè: le aree protette, i parchi na-zionali, la protezione naturalistica, l'impegno per quanto riguarda i rifiuti, la qualità dell'a-ria e dell'inquinamento. Sono tutte riduzioni che dimostrano che le risorse non ci sono e dimostrano ancora una volta che questa Giunta non riesce ad avere le priorità e a scarta-re il resto, per cui fa dei tagli su tutto e naturalmente mette delle risorse proporzionalmen-te, non alla scelta e alle priorità, ma in maniera equanime e lineare. Il contenzioso, che qui è stato citato molte volte anche dal Presidente della prima Commissione Giacinti e dal capogruppo della Lega Zaffiri, è quasi antitetico alla trasparenza. Noi abbiamo chiesto i dati relativi e ci è arrivato un foglio excel grandissimo con 4 numeri: i contenziosi passivi della Regione Marche sono 1.495 per un totale di 270 milioni di euro e quelli attivi sono 117 per un totale di 2,5 milioni di euro. Questo è il contenzioso della Regione Marche, un dato che non dice assolutamente niente. Abbiamo, quindi, mandato ai funzionari una mail dicendo: “Questi 4 numeri che ci avete dato non dicono assolutamente nulla, vor-remmo l’analitico”. Ci è stato risposto che l'analitico riguarda dei dati sensibili che non possono essere resi pubblici. Ma ad un Consigliere regionale i dati sensibili o meno di un contenzioso possono essere dati o no? Ci dicono che ci vuole una richiesta scritta. Bada-te bene, questo è l'iter kafkiano di una richiesta che sta ancora andando avanti. Bisogna fare una richiesta su carta intestata firmata di pugno dal Consigliere stesso, ho chiesto se con la penna d'oca o con la biro. Ho fatto così: ho preso un foglio di carta intestata, ho chiesto in maniera formale il dato analitico del contenzioso, soprattutto quello passivo, vi-sto che è di 270 milioni, perché quello attivo è di soli 2,5 milioni, ed ho mandato questa lettera scritta e firmata di mio pugno. Mi è arrivato, devo dire con molta solerzia, un plico riservato personale con dei tabulati che citano il numero di protocollo, la data, la sintesi dell'oggetto del contenzioso e alla fine le cifre. Ovviamente quello che ci interessa è l'og-getto del contenzioso, ma conoscere anche chi è l'attore, il convenuto è la Regione, chi ha chiesto il risarcimento danni alla Regione, ma quelli probabilmente sono dati sensibili e non ci sono stati dati. Inoltre, nei contenziosi più corposi, cito a memoria, uno da 13 mi-lioni circa e un altro da 14 milioni circa, non c’è neanche la descrizione che definisce che cosa riguarda. Questa è la trasparenza della Giunta! Finisco annunciando il voto negati-vo e dicendo che delle 25 pagine di contenzioso che sono arrivate, 12 riguardano la IX legislatura, le restanti riguardano il contenzioso di questa amministrazione, che è arrivata a 3 anni e mezzo ed ha un contenzioso pari a quello degli anni precedenti. Non sto fa-cendo una valutazione, sto facendo la cronaca obiettiva dei dati. Quello che ho detto nell'intervento precedente e quello che dico adesso nell'annunciare il voto negativo del mio gruppo a questo rendiconto non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Questi esempi sono sintomatici di come l'amministrazione governa questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie, Presidente. A nome del Partito Democratico esprimo il voto favorevole a questo rendiconto finanziario. Colgo l'occasione per ribadire quanto detto nel precedente intervento, mi sembra doveroso anche per stemperare i toni di grigiore che vengono gettati nell'agone politico in merito alla trasparenza. Mi riferisco ai dati sul con-tenzioso che sono ritenuti poco veritieri e non rispondenti ad una gestione oculata. Credo che dalle cifre che ha elencato il Consigliere Maggi, 270 milioni di contenzioso potenzia-le, avere uno stanziamento di 50 milioni sul triennale, con quella nota metodologica che abbiamo prima evidenziato, come traspare dalla relazione dell'organo di revisione, una stima fra possibile, probabile e remota possibilità di addivenire a una sconfitta della lite, sia espressione di un comportamento di prudenza, principio cardine al quale il bilancio deve ispirarsi. Il dato dei 50 milioni di accantonamento, conoscendo bene i tempi della giustizia e il grado di approfondimento che strada facendo può modificarsi, chiaramente deve essere tenuto sotto controllo, monitorato, a seconda dell'evoluzione del grado di giudizio e delle questioni che possono insorgere durante l'iter stesso. In merito alla tema-tica Aerdorica, mi sento di sottolineare che la procedura concorsuale fa capo alla magi-stratura, Capogruppo Zaffiri, non è la Giunta regionale o il Consiglio che può determinar-ne la durata. Nemmeno nella Repubblica delle banane! Ho fiducia che da un lato la pro-cedura concorsuale possa addivenire a una soluzione di quegli aspetti che ben cono-sciamo, ma è in corso anche un'altra verifica, l'esame della Commissione europea su tut-ta l'operazione rilancio e salvataggio di Aerdorica, che credo sia un altro aspetto importan-te. Quindi le due questioni vanno ad intersecarsi e i tempi certamente non possiamo det-tarli noi. Credo invece che l’eventuale accorciamento di questi tempi possa giovare a fa-vore della soluzione che, per quanto concerne la Giunta, è stata individuata con quella manovra di salvataggio, nella speranza che anche la procedura concorsuale possa evol-vere nella maniera sperata per tutti i motivi che più volte in questo Consiglio abbiamo fatto presente. Chiarendo queste due questioni che tornano sempre a tambur battente, ribadi-sco il voto favorevole di tutto il Gruppo a questo atto. Grazie al Presidente

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie, Presidente. Nell'esprimere il voto favorevole, voglio fare una sottolineatura rispetto ai fondi, all'uso dei fondi, alla disponibilità dei fondi e delle risorse.
Nelle Regioni sono cambiate tante cose, tra l'altro negli ultimi anni sono cambiati tutti i meccanismi di spesa che portano ad una necessità rispetto ai tempi e alle previsioni di un raggio d'azione di orizzonte annuale, perché con il pareggio di bilancio e la possibilità di non utilizzare le risorse in avanzo, sempre più bisogna far coincidere la programmazione con le necessità. Se non si tiene conto di questo si capisce poco del perché dello slitta-mento fra un anno all'altro. Cose che tradizionalmente venivano programmate nell'arco dell'anno e poi potevano essere disponibili anche nell'anno successivo, con il fatto di do-ver avere questo rapporto così stretto, costringe anche nella variazione e nelle scelte che si fanno a riallocare le risorse. Questo non significa abbandonare o potenziare di anno in anno la politica, ma semplicemente collocare la spesa nell'anno in cui materialmente vie-ne effettuata. Questa coincidenza particolare non coincide in termini più generali con un'attività che, programmando risorse in un anno e potendole spendere quando arriva la spesa, rende forse più chiaro il contenuto politico dell'azione. Guardando nel complesso e alle dinamiche di queste spese si recupera questo fatto. Voglio invece sottolineare, e approfitto delle dichiarazioni voto, l’aspetto contrario, cioè quando le risorse ci sono e non si permette di utilizzarle. Faccio riferimento a un fatto molto importante che riguarda il Go-verno nazionale, non rispetto ai debiti lasciati dai Governi precedenti, ma alle risorse la-sciate dai Governi precedenti che passano attraverso l'approvazione del Cipe. Da quando si è insediato il Governo non è mai stato riunito il Cipe. Capisco che questa frase lasci abbastanza indifferenti gli esponenti locali che fanno riferimento alle forze politiche na-zionali, ma è un fatto molto grave. Cosa vuol dire che il Cipe non si riunisce? Significa che tutti i fondi dedicati agli investimenti su scala nazionale, che hanno bisogno dell’approvazione del Cipe, sono bloccati. Maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, e ancora non si vede la convocazione del Cipe, è un fatto molto grave, perché significa che tante risorse disponibili sono ferme in attesa di questo passaggio previsto per legge. Nel nostro piccolo c'è un caso molto delicato, non so perché andiamo a finire sempre nell’area di Fabriano, che riguarda la strada statale 76, che attende un passaggio al Cipe di pratiche anche limitate nella loro portata economica, ma molto importanti sul tema della realizzazione. Le conseguenze non sono solo tener fermi soldi, non sono solo bloccare i lavori, che significano occupazione, economia che si muove attorno a spesa determinata dalle opere pubbliche e dagli investimenti, ma vuol dire anche creare situazioni di grande delicatezza e sensibilità. Quindi approfitto della dichiarazione voto dicendo che mentre può apparire strano il modo in cui si ricollocano le risorse nelle varie annualità, proprio per legarle alla spesa, a me pare preoccupante che in una sorta di indifferenza il Cipe non venga convocato e che quelle risorse non possano andare alla giusta destinazione, i lavori si fermano e le imprese vengono messe in grave difficoltà. L'invito che faccio è sempre quello, di predisporsi a un rapporto con i rappresentanti nazionali perché questa situazione si sblocchi, il Cipe torni a riunirsi, le varianti della pedemontana, le risorse che riguardano le infrastrutture Marche e nel resto del Paese possano essere messe in moto, perché una cosa era poter predicare senza aver nessuna responsabilità di Governo, un'altra cosa è poter iniziare a fare qualche confronto. Chi somma ha contezza di quello di cui sto parlando, può capire cosa significa non far deliberare il Cipe per 4 mesi. Spe-riamo che presto arrivi questa convocazione.
Legato a questo ci sono posti di lavoro, Consigliere Zaffiri, nelle Marche e non da un’altra parte, quelli che lei ama tanto. Allora bisogna, con un moto d'orgoglio, chiedere che il Ci-pe venga convocato, che queste risorse vengano sbloccate e che quei posti di lavoro vengano tutelati, garantiti e che altri possano raccontarsi, perché il Governo precedente ha lasciato tante risorse per gli investimenti che hanno bisogno di essere sbloccate attra-verso le adeguate delibere Cipe.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Telegrafico, Presidente, solo su alcuni aspetti.
Mi riallaccio all'intervento del Presidente Ceriscioli. Vedete, voi potreste abbandonare an-che qui la politica degli annunci e basta, che non trova riscontro in dati oggettivi. Per quanto riguarda il rendiconto, ripeto, ci sono giudizi di organismi terzi deputati al controllo che sono ampiamente positivi. Fate bene a studiare questi rendiconti, anche a fargli le pulci, perché magari un domani, io spero di no per il bene del Paese, se vi dovreste trova-re al Governo potrebbe essere utile vedere come si fa. Voi parlate di occupazione, lavoro, crisi, eccetera, anziché pontificare in quest'Aula, cercate di interloquire con i vostri colle-ghi che stanno al Governo del Paese. Io vengo, come il Consigliere Celani, dal sud della regione. Noi, come Giunta regionale, cito un esempio, abbiamo da tempo deliberato la ri-chiesta per l'istituzione dell'area di crisi complessa nel settore pelli e calzature, che ri-guarda i sistemi locali del lavoro della provincia di Fermo e della provincia di Macerata (Corridonia e Tolentino). Ebbene, abbiamo inviato il dossier con la deliberazione definiti-va sin dal mese di maggio 2018 ed il dossier giace sul tavolo del Ministro di Maio, che an-cora non si è degnato di dare una risposta. E' una risposta necessaria ed importante che non potrà non essere positiva, perché consentirà di drenare risorse nazionali e regionali in quei territori per il loro rilancio, per l'accrescimento della loro competitività, per dare so-stegno e respiro alle imprese e per dare nuove opportunità di lavoro, perché anche in questi giorni lì le imprese stanno chiudendo. Quindi spendete il vostro tempo verso i vostri colleghi che stanno al Governo e, magari, oltre a dare un giudizio positivo, il Ministro Di Maio dovrebbe anche accogliere altre richieste che ha fatto la Regione affinché quelle misure previste dalla 181 non siano soltanto per quelle imprese che prendono il malloppo e scappano; questione tanto cara al Ministro di Maio. Ha un modo per evitare questo, in-nanzitutto accogliere la richiesta di questa Regione e poi ridurre la soglia, perché in un sistema come le Marche la soglia di 1,5 milioni è una misura inefficace e, come ha fatto la Giunta regionale delle Marche, estendere quella misura alle reti e alle aggregazioni di imprese, che sono assolutamente necessarie in questa regione. Questo noi l'abbiamo fat-to e lo abbiamo fatto da 5 mesi. Adesso tocca a voi, tocca a voi se volete dare una mano alla nostra comunità. Quindi fatelo! Questo è soltanto un punto, ma potrei dirne altri, come le attese sul terremoto e via dicendo. Basta vedere quello che state facendo a Genova, non riuscite a mettervi d'accordo neanche sulla nomina del Commissario e venite qua a pontificare! Questa è un'autentica vergogna!
Per quanto riguarda …, lasciamo le autostrade!

(Interventi fuori microfono)

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Per favore, lasciate proseguire l'Assessore.

Fabrizio CESETTI. Per quanto riguarda il contenzioso…..

(Interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Tanto non vi sente nessuno, è inutile che urlate! Assessore, per favore prosegua e concluda.

Fabrizio CESETTI. Per quanto riguarda il contenzioso ha già risposto benissimo il Presi-dente Giacinti. Quel che dite voi è fuori dalla realtà. Addirittura il Collegio dei revisori dice che “il dato fornito dall’ufficio legale analizza per la prima volta il contenzioso causa per causa, valutando le singole probabilità di soccombenza. Dal prospetto presentato si evin-ce per ogni singolo contenzioso la somma da accantonare in bilancio, il rischio probabile, possibile e remoto”. Quindi c'è tutto, Consigliere Maggi. Questa Giunta regionale, e su questo possiamo fare una seduta ad hoc, ha ridotto di molto il contenzioso. Noi lo abbia-mo ereditato dalle precedenti Amministrazioni, ma abbiamo soprattutto ereditato il conten-zioso delle Province, perché il trasferimento delle funzioni dalle Province alla Regione ha comportato anche il subentro nei rapporti attivi e passivi, quindi anche nei contenziosi. Questo è! Poi ci sono le questioni sensibili, Consigliere Maggi, già è tanto che posso far dire dall’ufficio legale il probabile, il possibile e il remoto, ma mica posso far dire l'esito che io penso in un giudizio! Mica posso fare una confessione stragiudiziale all'altra parte! Ma siamo impazziti?! Capisco che voi del Movimento 5 Stelle avete una particolare pas-sione per i contenziosi, e che la Lega ha un'altra particolare attenzione, perché è riuscita a nascondere 49 milioni di euro! Non è uno scherzo, non riescono ancora a trovarli! La trasparenza! Bossi ha detto che li ha lasciati, questi altri dicono che non ci stanno! Non è facile nascondere 49 milioni di euro! Cercate di restituirli in fretta, perché sono del popolo italiano e finché non li avrete restituiti accantonate le risorse in attesa del contenzioso. Fate come facciamo noi, quello è un contenzioso che è stato acclarato dalla Cassazione, voi dovete allo Stato 49 milioni di euro, quindi cercate di restituirli il prima possibile, per-ché sono del popolo italiano. Vi dovreste vergognare a parlare in nome del popolo italia-no! Questa è la verità! La trasparenza?! Noi per la trasparenza abbiamo ricevuto addirittu-ra dei premi “La bussola della trasparenza”, “Premio nazionale rating di legalità nella pubblica amministrazione”. Questa amministrazione ha ricevuto un premio nazionale sul-la trasparenza e ci venite a dare delle lezioni? Ma venite a prenderle! Su Aerdorica noi cerchiamo di risolvere un problema che abbiamo ereditato e in quella società sono suc-cessi, come detto alla Corte dei conti, fatti e comportamenti inenarrabili! Ma quello che è grave è che è avvenuto nel silenzio dei più, tutti sono stati zitti fino a quando siamo arri-vati noi, perché è con noi che sono emerse le questioni. Ripeto, fatti e comportamenti inenarrabili. Questo è, caro Consigliere Zaffiri. Termino raccomandando il voto favorevole.
Lei Consigliere Zaffiri, parli con Salvini e gli faccia restituire i soldi!

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 199. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. C’è un problema tecnico del servizio mensa, perché è in stato di agitazio-ne chi ci lavora, e tenendo presente che dovremo fare una brevissima riunione dei capi-gruppo durante la pausa dei lavori, la proposta è di andare avanti con l'atto successivo e di sospendere poi i lavori per un’ora.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. Accetto la proposta. Cortesemente i Consiglieri che intendono intervenire sul prossimo atto ce lo facciano sapere, perché se intendono parla-re in 15 sospendiamo, se ci sono 3/4 interventi proseguiamo.

PRESIDENTE. Ci sono gli interventi dei due relatori e chi vuole intervenire si prenoti. Per ora si sono prenotati i Consiglieri Giorgini e Celani. Direi, se tutti stiamo nei tempi, di pro-cedere con questa proposta e poi interrompere per un'ora i lavori e alla ripresa ricomincia-re con le interrogazioni. All'interruzione dei lavori i capigruppo sono immediatamente convocati per una brevissima riunione.

Proposta di legge n. 219
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Progetti sperimentali per l'incremento dell'efficienza energetica e la promozione dell'im-piego di energie rinnovabili”
Nuova titolazione: “Sostegno a politiche locali dirette all'incremento dell'efficienza ener-getica e alla promozione delle energie rinnovabili”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 219 ad iniziativa del Con-sigliere Urbinati.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza, Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie, Presidente. Portiamo questo provvedimento, che è perfettamen-te in linea con il piano energetico regionale. E’ un piano che sostiene l'incentivazione all'efficientamento energetico e a tutte quelle forme di risparmio e di produzione di nuove energie. L’esigenza di questa legge deriva dal voler mettere in fila le operazioni che tro-viamo nel nostro piano regionale, che si sta rivelando molto proficuo da questo punto di vista, soprattutto sulla parte che dà la possibilità di intervenire agli enti territoriali.
In questo caso riconosciamo i bacini imbriferi della regione Marche come soggetti attuato-ri di questi progetti, sempre in linea con il piano energetico regionale. Vorrei far presente che nella nostra regione attualmente bacini imbriferi sono 6, uno solo funziona, quello del Tronto, e gli altri diciamo che stanno andando verso quella direzione. Questi bacini gestiscono le risorse che le società pubbliche o private o pubblico-private riconoscono come royalty ai territori per lo sfruttamento dei bacini idrici, che abbiamo visto nelle Mar-che sono molto più rilevanti. Questa serve anche a caratterizzare gli indirizzi dei flussi economici che da questi bacini poi vengono riversati sul territorio. Quindi, come Regione diamo la possibilità e riconosciamo a questi enti la possibilità di poter svolgere sul territo-rio dei progetti, alcuni dei quali già arrivati negli uffici energia della Regione, che impe-gnano risorse non indifferenti – parliamo di qualche milione di euro - che andranno ad efficientare energicamente il nostro territorio, in particolare quei comuni che fanno parte di questi bacini. Ringrazio la terza Commissione, che in maniera molto veloce ha portato in approvazione questo atto. Oggi mi auguro che lo approveremo, anche perché entro la fine dell'anno ci potranno essere risorse che si riverseranno sui nostri territori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, il relatore di minoranza, Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie, Presidente. La costituzione dei bacini imbriferi deriva da una legge del 1953, una legge che è stata applicata solo parzialmente nelle Marche, perché attualmente esiste un solo consorzio che si è costituito come bacino imbrifero. E’ vero che i bacini imbriferi sono 6, ma c'è un solo consorzio. Ho fatto questa precisazione perché quando è arrivata la proposta in Commissione abbiamo discusso su questa cosa, sul fatto che ce n'era uno solo, e giustamente la Commissione ha apportato un miglioramento. Se leggete l'articolo 2 vedrete che questa legge non riguarda più soltanto i bacini imbriferi, ma anche tutti i comuni compresi nei bacini imbriferi, che però non si sono costituiti come consorzi. Quindi ha allargato notevolmente i soggetti che sono interessati da questa leg-ge.
Cosa dice la legge? La legge dice semplicemente che tutti quei soggetti che ricevono del-le royalty derivanti dal sovracanone spettante per la produzione di energia derivante dai bacini idrici, possono, la legge ovviamente non costringe, ma dà un indirizzo, utilizzare questi soldi, che attualmente sono fermi, per progetti che vanno verso la direzione che oramai è consolidata e condivisa da tutti, quella delle energie rinnovabili, di un'economia verde, di un'economia sostenibile. Abbiamo giudicato positivamente questa legge in Commissione, perché in questo modo si riescono a mobilitare, speriamo, delle risorse an-che consistenti, perché parliamo di diversi milioni di euro, verso gli obiettivi indicati dal Piano energetico ambientale regionale. Mi auguro che i Comuni che non fanno parte dei consorzi dei bacini imbriferi, ma che fanno parte dei bacini imbriferi, e che adesso pren-dono queste royalty e che magari li utilizzano non so come, siano stimolati da questa no-stra proposta a utilizzare queste risorse nella direzione di un'economia verde e di un'eco-nomia sostenibile.
Ripeto, questa modifica che la Commissione ha apportato, ha allargato notevolmente i soggetti che andranno ad essere interessati da questa legge. Ritengo che la Commissio-ne abbia fatto una cosa meritevole di considerazione. La Commissione ha espresso unanimemente un giudizio positivo, era assente solo il Consigliere Giorgini, che spero venga riconfermato oggi in Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie, Presidente. Intervengo per precisare la mia posizione su questo tema, perché chi mi conosce sa, che nei dibattiti che si sono sviluppati negli anni prece-denti su queste tematiche, il sottoscritto è sempre stato piuttosto critico sui bacini imbriferi, perché in un momento di grandi difficoltà economiche dei territori montani, forse non c'è bisogno tenere in piedi strutture di questo tipo, che non fanno altro che riscuotere dei so-vracanoni per poi ridistribuirli sul territorio. Bastava un Consorzio tra Comuni che stavano all’interno dei bacini imbriferi, per poi ridistribuire le risorse secondo certi parametri, che possono essere: il territorio, l'ampiezza, la presenza di corsi d'acqua, eccetera. È chiaro che col passare del tempo questo aspetto è venuto un po' meno, perché c'è sempre una grande difficoltà dei comuni ad investire in modo strategico le risorse nei propri territori. Se si andasse in ordine sparso ognuno prenderebbe questo piccolo obolo, che viene dai sovracanoni dell'Enel, per fare piccole cose i cui effetti sui territori non si vedrebbero. Se ci fosse un Consorzio che riesca a fare delle opere strategiche, mettendo insieme le vo-lontà dei singoli comuni, probabilmente le cose andrebbero meglio. Questo è l'aspetto che mi fa vedere positivamente questa legge, cioè la necessità della condivisione da par-te dei comuni. Mi auguro anche, e questa legge dà la possibilità di intervenire ai singoli comuni che non sono all’interno dei consorzi bacini imbriferi, che effettivamente queste risorse vengano spese nei territori dei bacini imbriferi per finalità estremamente connesse alla crescita di questi territori, lasciando ad altre risorse i progetti per fare l'accoglienza tu-ristica, per fare la formazione professionale e altro. Sappiamo che su questo versante i fondi ci sono, sono molto spesso fondi dell’Fse o del Por-Fesr, quindi non occorre che i bacini imbriferi spendano su questo versante. L'impegno è quello di spendere questi fon-di per la crescita effettiva dei territori in termini infrastrutturali, per la qualità della vita, per il miglioramento della rete dell'energia rinnovabile, di cui questi territori hanno fortemente bisogno.
Sono convinto che questa legge sia effettivamente un buon viatico, che sia una buona legge per arrivare a questi obiettivi. Liberiamo risorse, dai BIM e da altro, per poterle poi impegnare su atti di questo tipo, che sono molto più proficui, fermo restando che va sem-pre tenuto in considerazione il contributo dell'ente per manifestazioni particolari che coinvolgono il territorio, che vanno nell'interesse collettivo e non nella specificità del sin-golo comune, quindi è bene che il BIM li ridistribuisca in modo equo. Proprio per questo motivo voterò questa legge, perché sicuramente darà un contributo a questi consorzi e soprattutto stimolerà i comuni a mettersi insieme per raggiungere obiettivi che sono molto, molto pregnanti e necessari. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie, Presidente. In Italia ci sono 61 BIM, anch'io ho tanti dubbi su questi enti pubblici, probabilmente sono dei doppioni che si sarebbero potuti evitare la-sciando che le risorse, che adesso sono spese per i molti dipendenti e per i molti rimborsi dei consigli di amministrazione, fossero finalizzate per altri scopi.
Detto questo, devo far capire cos'è questo BIM, magari molti non lo sanno. Il BIM è un en-te territoriale, per ora l’unico nelle Marche, che fa parte della Federbim nazionale, e con-sorzia 17 comuni della provincia di Ascoli Piceno che ricadono all'interno del perimetro del BIM. Questo ente tutela i diritti delle popolazioni di montagna da chi fa opera di presa e di captazione dell'acqua nel perimetro del BIM. Nella nostra zona molte dovrebbero es-sere dell'ENEL. Come si finanzia il BIM? Si finanzia con questo canone chiamato sovra-canone, perché un primo canone viene pagato dall'azienda che capta l'acqua, che quindi paga una prima tassa alla prima captazione. Il sovracanone è di circa 21 euro a kW per una potenza nominale che va dai 200 ai 3.000 kW e 28 euro sopra i 3.000 kW. Stiamo parlando di parecchi soldi, ecco perché probabilmente il BIM ha a disposizione milioni di euro da poter investire nel territorio. Purtroppo non ero in Commissione quando il Consi-gliere Urbinati ha illustrato la proposta di legge, quindi mi sono informato per capirne l’anima, che non è malvagia, ed i dubbi mi sono nati perché non conosco a fondo la di-namica di questo provvedimento. Il primo dubbio è che questi soldi, frutto di sacrifici delle zone terremotate, che hanno subìto danni enormi e che sono state martoriate dal sisma, vadano a beneficio, come dice la legge, di altri comuni compresi nei bacini imbriferi re-gionali non aderenti ai consorzi. Dall'articolo 2 di questa legge sembrerebbe che i soldi del piceno potrebbero andare ad altri bacini non consorziati. Mi piacerebbe avere chiari-menti su questo, perché i sacrifici di un territorio non possono andare agli altri comuni che fanno parte di bacini imbriferi regionali, ma non sono aderenti a consorzi. Il secondo dubbio che mi è venuto leggendo velocemente lo statuto del BIM è che non so se può fa-re consulenze. Non posso affermarlo con certezza perché non ho avuto il tempo di legge-re tutto lo Statuto. Questo ente pubblico territoriale può dare consulenze? Un altro dubbio riguarda le incentivazioni. L'incentivazione rientra in due leggi, il decreto-legge del 23 giugno 2016, all'articolo 28, ma dobbiamo stare attenti perché c'è un problema di cumulo di incentivi. Ripeto, se avessi avuto più tempo per approfondire la questione sarei più chiaro su quello che dico. Questi sono tutti dubbi che ho. Il decreto legge 23 giugno 2016, all'articolo 28 prevede che i meccanismi di incentivazione non sono cumulabili con altri incentivi pubblici. Questo è importante perché se il BIM riceve degli incentivi o dà degli incentivi questi non possono essere cumulabili. Tanto è espresso anche dal decreto legi-slativo n. 28 del 2011, all'articolo 26, che afferma la stessa cosa e cioè che gli incentivi pubblici non sono cumulabili. Questi sono i miei dubbi, spero che il Consigliere Urbinati me li possa chiarire così non avrò nulla in contrario a votare positivamente questa propo-sta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie, Presidente. Colgo molto positivamente l’intervento del Consi-gliere Giorgini anche perché per motivi personali non è stato presente in Commissione.
Effettivamente negli anni i dubbi su questi enti ci sono sempre stati, sono enti istituiti nel 1953. Nelle Marche ne esistono 6, sono 5 più 1, solamente che alcuni Comuni, soprattut-to del centro e del nord delle Marche, hanno deciso di non istituirli. Questi comuni non è che non percepiscono le royalty, se non c'è un bacino imbrifero le royalty che queste so-cietà pubbliche o pubbliche-private pagano vengono distribuiti ai comuni. Ad esempio c'è un comune, non ho ben chiaro quale sia, se nel bacino del Metauro o in quello dell’Esino o nel Potenza, che si sta organizzando perché vuole istituire il bacino imbrife-ro, e mi sembra che per poterlo fare devono essere d'accordo i 3/5 dei comuni. Insomma, siamo su questi numeri. Questi enti hanno un’autonomia giuridica, hanno tutti una per-sonalità giuridica, i fondi devono essere gesti nel territorio, non possono essere trasferiti ad altri bacini.
Io che sono stato amministratore del comune di San Benedetto, non vengono incentivati solo i Comuni dove c'è la captazione, ma tutti i comuni che in base a dei calcoli subisco-no dei danni da quella captazione. Il bacino imbrifero ha operato su vari settori, sul settore della cultura, del sociale, del sostegno alle economie del luogo. Infatti, se andiamo sul si-to del bacino imbrifero del Tronto, che è l'unico che opera, si possono vedere in maniera molto chiara e trasparente, perché sono tenuti ad una rendicontazione on line, tutti gli in-terventi che vengono fatti. Colgo un aspetto da quello che diceva il Consigliere Giorgini, questa legge è secondo me un primo passo per gestire insieme alla Regione quelle risor-se. Guardate, qui la Regione non mette nessuna risorsa, la Regione riconosce questo ente ad operare in linea con il proprio piano energetico. Quindi va nel senso che diciamo noi, che in questo caso è squisitamente ambientale, quello dell'efficientamento energeti-co. Credo che sulle consulenze si riferisca al fatto che oggi molti piccoli comuni, soprat-tutto quelli delle aree montane, non possono accedere a dei bandi o hanno difficoltà ad accedere alla progettazione, quindi non possono neanche partecipare a un bando. E’ questo forse quello che intendiamo per consulenza, cioè il bacino imbrifero può con pro-prie risorse, che sono sempre risorse del territorio, sopperire a questa mancanza. La legge prevede che ci sia poi un accordo con la Regione Marche e questo è anche un modo per controllare e spesso per aiutare, facilitare ed incentivare un percorso verso una più equa ridistribuzione, che spesso, se gestita solo localmente, anche in totale buona fede, può dar seguito ad investimenti non idonei alle necessità. Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti e ringrazio anche gli uffici tecnici che hanno fatto tutti gli approfondimenti, che ci hanno messo nelle condizioni di capire com'era la questione relativa ad una legge del 1953.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una replica, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Capogruppo Urbinati per il chiari-mento. La mia paura era che, in un momento così critico per il nostro territorio, soprattutto per le zone montane, questa cifra, che dovrebbe essere intorno ai 2 milioni di euro, emi-grasse in altre zone che non ne hanno bisogno. Sappiamo tutti in che situazione sono i quasi 1.000 chilometri quadrati di territorio ascolano e non solo, quindi la mia paura era che quei pochi soldi che abbiamo a disposizione andassero in altri lidi. Preso atto del chiarimento e siccome il mio modo di fare politica è razionale e non impulsivo, non posso che dire che il mio voto e quello dei miei colleghi a questa proposta di legge sarà sicura-mente favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Procediamo con la votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Soppresso.

Articolo 4. Soppresso.

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie, Presidente. Ringrazio tutti per la disponibilità dimostrata su questa legge e, come Capogruppo del PD, chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 219. La pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Capogruppo Urbinati.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Carloni, Celani, Cesetti, Fabbri, Giacinti, Gior-gini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Pergolesi, Rapa, Scia-pichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: nessuno;
Astenuti: nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta fino alle 14,30. I Capigruppo si riuniscono subito in sala Europa.

La seduta è sospesa alle ore 13,10

La seduta riprende alle ore 14,35

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Consiglieri riprendiamo i lavori.

Interrogazione n. 691 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Controlli sull'azienda zootecnica senigalliese sospettata di attività penalmente rilevanti, sulla base di documenti video resi pubblici la scorsa settimana”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 691 - a risposta immediata - ad iniziativa del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. Rispondo a nome e per conto del Presidente che si è dovuto assentare, quindi vi chiedo scusa perché dovete ascoltarmi per più inter-rogazioni che sono a risposta del Presidente. In relazione all'interrogazione in oggetto si precisa quanto di seguito riportato. Premesso che la Regione Marche ha piena fiducia sulle indagini che la Procura della Repubblica ha posto in essere a seguito della docu-mentazione prodotta dall'associazione animalista e rimanendo in attesa di conoscere gli esiti definitivi dell'operazione in itinere, si precisa che l'attività di verifica, controllo e sor-veglianza sanitaria, viene svolta dai Servizi veterinari del Sistema sanitario regionale, sul-la basi di definiti programmi nazionali i cui esiti vengono inseriti in un sistema informatico ufficiale nazionale. Nella fattispecie, negli allevamenti suini i controlli riguardano: la veri-fica delle anagrafi, compresa la movimentazione dei capi; la sorveglianza di malattie infet-tive; la farmacosorveglianza; il controllo dell'alimentazione animale; la verifica del benes-sere animale. I Servizi veterinari coinvolti in base all'esito dei controlli emanano prescri-zioni e/o sanzioni nei confronti degli operatori del settore alimentare coinvolti.
Le attività di controllo e sorveglianza sanitaria programmate svolte dall'autorità competen-te locale nell'ultimo triennio, di cui l'ultima effettuata il 25 luglio 2018, nei confronti dell'in-sediamento produttivo zootecnico in questione, non hanno evidenziato criticità, né è stata riscontrata la presenza di malattie infettive denunciabili.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie, Presidente. Assessore la ringrazio. Faccio soltanto una con-siderazione tutta politica, perché credo che siamo consapevoli di quanto la tradizione ru-rale marchigiana, sia di elevato spessore etico-sociale e mi permetto di dire anche cultura-le. E’ parte della nostra identità. Le Marche sono sicuramente la terra del biologico e delle produzioni di qualità. Potrei citare tantissimi prodotti, dalle DOP alle DOCC, ad altri prodot-ti che di fatto fanno battere il nostro cuore. Quindi, se queste sono le Marche, devono es-sere la terra della sicurezza alimentare, e lo sono, ed anche della legalità. Auspico che i controlli da parte dei Servizi veterinari siano portati avanti periodicamente in tutto il territo-rio della nostra regione. Grazie.

Interpellanza n. 23
ad iniziativa del Consigliere Pergolesi
“Liste di Attesa – Area Vasta 2”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 23 ad iniziativa della Consigliera Pergolesi che ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Vorrei sapere perché l'Assessore alla sanità non è presente in Au-la?

Angelo SCIAPICHETTI. Ho già detto che il Presidente si è dovuto assentare per un impe-gno improvviso e che ha lasciato tutte le risposte al sottoscritto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Noto con dispiacere che l'Assessore alla sani-tà trova sempre il modo di avere impegni improvvisi per non rispondere alle mie interroga-zioni. A distanza di tre anni mi trovo nuovamente costretta a riportare in Aula l'annoso problema delle lungaggini delle liste d'attesa nelle Marche, particolarmente preoccupanti nella Provincia di Ancona. Nella mia interpellanza ricordo che il Presidente della prece-dente Giunta, dello stesso partito del Presidente Ceriscioli, aveva assunto l'impegno con le organizzazioni sindacali che concretamente poteva diminuire i tempi d'attesa per le prestazioni sanitarie. Il protocollo di intesa recepito con delibera di Giunta regionale n. 149 del 2014, difatti, autorizzava il Presidente della Giunta, l'Assessore alla salute, il Diri-gente del Servizio sanità e i Direttori generali degli enti del Servizio sanitario regionale, alla sottoscrizione dello stesso protocollo e prevedeva la sottoscrizione anche per le altre Aree vaste della Regione. Ma soprattutto, prevedeva la messa a disposizione dei dati di monitoraggio dei tempi di attesa e una maggiore responsabilizzazione e controllo delle prestazioni effettuate in libera professione. Lo stesso Presidente ha assunto a più riprese il medesimo impegno, a luglio del 2017 e a febbraio 2018 ed in un'intervista dello scorso giugno ha affermato: “Le liste d'attesa non riusciamo ad abbatterle” ed ancora “vincolerò i loro contratti (dei manager dell'Asur e dell'Area vasta) agli obiettivi delle liste d'attesa. Se non li centreranno se ne accorgeranno”, salvo poi riconfermare gli stessi Direttori generali di Area vasta che non hanno centrato molti degli obiettivi dati e di sicuro non hanno cen-trato quello dell'abbattimento delle liste di attesa. Mi domando quali siano i suoi parametri di riferimento nella scelta di figure professionali che dovrebbero garantire l'assistenza sa-nitaria ai nostri cittadini. Ricordo inoltre che il Ministro della salute Giulia Grillo ha solleci-tato gli Assessori alla sanità delle Regioni ad un più puntuale aggiornamento delle liste d'attesa e ad un maggior rispetto dei tempi di attesa massimi previsti dallo stesso piano nazionale.
Perché insisto sul mantenimento degli impegni presi sia dal Presidente Ceriscioli che dal suo predecessore? Perché si potrebbe dare finalmente una svolta al pericoloso e preoc-cupante trend negativo dell'aumento dei tempi che i cittadini marchigiani devono attende-re per essere assistiti dal Servizio sanitario regionale. Per questo vorrei sapere da lei, As-sessore alla sanità, o dal suo delegato, perché il Direttore dell'Area vasta, riconfermato giusto pochi giorni fa, malgrado tutte le criticità più volte evidenziate anche da me in que-st'Aula, non abbia mai garantito lo svolgimento dei tavoli di confronto e di monitoraggio sulle liste d'attesa; non abbia mai rendicontato analiticamente, semestralmente, alla RSU e alle organizzazioni sindacali territoriali dell’Area vasta 2 circa il controllo del volume dell'attività libero professionale intramoenia, al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi dei summenzionati due impegni, non abbia riproposto, naturalmente, attraverso il suo superiore, dottor Marini dell’Asur, il medesimo protocollo alle altre Aree vasta, così come stabilito dal protocollo allegato alla delibera di Giunta regionale n. 149 del 2014. Ri-cordo che in altre Regioni, dove questo protocollo è stato attuato, c'è stato un notevole miglioramento dei tempi delle liste d'attesa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il Direttore dell'Area va-sta, in risposta al punto 1: perché non ha mai garantito, secondo l’interpellante, lo svolgi-mento dei tavoli di confronto e monitoraggio sulle liste d'attesa, si precisa quanto segue.
Successivamente all’adozione delle delibere della Giunta regionale n. 149 del 2014 e n. 106 del 2015, “Linee di indirizzo agli enti del Servizio sanitario regionale in materia di libe-ra professione e per l'adozione dei piani aziendali per i volumi di attività istituzionali e li-bero-professionali”, il Direttore dell’Area vasta 2 con determine n. 1466 del 2015, n. 142 del 2016, ha approvato il regolamento di Area vasta per l'esercizio dell'attività libero-professionale. Con determina n. 1714 del 22 novembre 2017, ha modificato e aggiornato la composizione della Commissione paritetica istituita con determina n. 1296 del 27 ago-sto 2014 per la verifica e il controllo dell'andamento delle attività istituzionali in rapporto al volume dell'attività libero-professionale. L'ultima riunione della Commissione è avvenuta in data 14 dicembre 2017. In applicazione della delibera di Giunta regionale 808/2015, la direzione ha discusso delle problematiche delle liste d'attesa in sede di Comitato di parte-cipazione di Area vasta. Sul punto 2, in merito alla rendicontazione analitica sul volume dell'attività libero-professionale in rapporto ai volumi di attività istituzionale, l'Area vasta, con mail del 30 novembre 2017 ha inviato i dati relativi ai volumi di attività al coordinatore della RSU, invitandolo a darne comunicazione alla RSU stessa e alle organizzazioni sin-dacali. Per il punto 3, la deliberazione della Giunta regionale n. 149 del 2014 non preve-de che il Direttore dell'Area vasta 2 debba riproporre il protocollo alle altre Aree vaste. Gra-zie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Mi duole avere la conferma del fatto che, pur avendo una soluzione che, ripeto, in altre Regioni si è dimostrata efficace per l'abbatti-mento dei tempi delle liste d'attesa, l'Assessore alla sanità Ceriscioli ha preferito fare un dietrofront rispetto agli impegni presi. Non so se ho capito male, forse lei intendeva dire che il Comitato paritetico ha risposto il 17 settembre 2018, non 2017. Comunque sia, se la risposta è quella che ho in mano io, diciamo che dei due requisiti posti manca quello più interessante e cioè quali erano le tempistiche delle prestazioni date in libera professione rispetto a quelle date dal servizio pubblico. Sicuramente ritorneremo su questo tema. Non mi posso ritenere soddisfatta e mi spiace nuovamente vedere che l'Assessore alla sanità non è presente, perché mi sarebbe piaciuto dirgli in faccia che, com’ è in ritardo di 1.300 giorni nel mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, poi subito smentite dai fatti ormai noti a tutti, continua ad essere in ritardo sul report annuale sullo stato di attuazione del programma di Governo, come evidenziato dal Consigliere Maggi poco fa, come è in ri-tardo sulla presentazione della proposta del nuovo piano socio-sanitario regionale, mal-grado gli annunci anche del suo pseudo delegato, il Consigliere Volpini, come è in ritar-do sulla presentazione del manuale di autorizzazione e di accreditamento che, per quan-to mi risulta, erano già pronto e predisposto dall'ex dirigente dell'Agenzia sanitaria regio-nale, che forse si è dimesso proprio perché non approvava lo stravolgimento che la Giun-ta avrebbe fatto di lì a poco. Il Presidente Ceriscioli continua con i suoi ritardi non più giu-stificabili, forse dovrebbe cogliere il suggerimento del Consigliere Maggi ed allontanare il suo Assessore alla sanità, vista la conclamata incapacità di svolgere responsabilmente il suo ruolo. La sua è una gestione fallimentare e allo sbando che la Regione non si può più permettere. Si faccia un esame di coscienza e liberi i marchigiani da questa zavorra. Grazie.

Interrogazione n. 246
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Modalità di affidamento e rimborso del trasporto sanitario”

Interrogazione n. 663
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri, Giorgini
“Criticità nella gestione del trasporto sanitario”

Interrogazione n. 664
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“ANPAS: sospensione servizi di emergenza e trasporto sanitario”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 246 del Consigliere Fabbri, l’interrogazione n. 663 dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri, Giorgini e l’interrogazione n. 664 del Consigliere Busilacchi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. La risposta è molto lunga e molto articolata, quindi chiedo scusa per il tempo, che credo sia necessario visto che trattasi di tre interro-gazioni abbinate. Rispondo in merito all’interrogazione n. 246.
La determina dell’ASUR n. 281/2014 è stata rivista a seguito di quanto approvato con de-termina ASUR n. 900/2014, ribadendo l'intendimento di riconsiderare i criteri di rimborso in relazione alla loro applicazione pratica e ad ulteriori confronti con le associazioni di vo-lontariato. Nel corso dei vari incontri avuti, è stata rappresentata anche la necessità di considerare, nel calibrare i criteri di rimborso, la salvaguardia delle associazioni che svol-gono attività di servizio di minore entità, perché insediate in territori a minor densità abita-tiva o distanti dai principali presidi ospedalieri. Con delibera di Giunta regionale n. 301 del 2017, è stato dato mandato all'ASUR di provvedere alla revisione dei suddetti rimborsi nel rispetto del principio di non sovracompensazione delle spese effettivamente sostenute, stabilito nella legge regionale 36/98 e nella delibera di Giunta regionale n. 292 del 2012. Ad ogni buon conto, si segnala che è ancora attivo il tavolo di confronto con tutte le asso-ciazioni di volontariato per riesaminare i criteri di rimborso definiti nella determina ASUR n. 675 del 2017, al fine di renderli più analitici e aderenti alle risorse effettivamente ne-cessarie per garantire i servizi, avendo contemporaneamente come riferimento, sia la vo-lontà di non creare difficoltà economiche alle associazioni, sia il rispetto del principio fon-damentale di non sovracompensazione delle spese effettivamente sostenute, principio sul quale è imperniato l'affidamento diretto dei servizi in convenzione con le associazioni. Per le interrogazioni n. 246 e n. 663, relativamente al trasporto sanitario in emergenza e al trasporto prevalentemente sanitario, è già previsto l'affidamento diretto in convenzione. Per ciò che attiene il trasporto non prevalentemente sanitario, definito secondo i criteri della delibera di Giunta regionale n. 301 del 2017, la sentenza della Corte di giustizia eu-ropea, quinta sezione, del 28 gennaio 2016, non preclude di per sé la possibilità di affi-damento diretto in convenzione. Questa cosa è nota perché dibattuta da tanto tempo. L'e-ventuale possibilità di affidamento diretto deve tener conto: della necessaria modifica del-la legge regionale 36/98, che all'articolo 10 bis prevede che il servizio di trasporto non prevalentemente sanitario sia affidato mediante procedura di evidenza pubblica, in con-formità alla normativa statale ed europea in materia di contratti di pubblici servizi; del nuo-vo codice dei contratti pubblici, decreto legislativo 52/2016, che all'articolo 143 contempla tra gli appalti riservati, anche il servizio di trasporto sanitario, stabilendo diverse condizioni per il ricorso a tale modalità di affidamento, e tra le altre, che l'amministrazione aggiudica-trice interessata non ha aggiudicato all'organizzazione un appalto per i servizi in questio-ne, a norma del presente articolo, negli ultimi 3 anni (articolo 143, comma 2d). Gli atti si conformano alle norme nazionali ed europee in materia in ordine al rapporto di servizio convenzionale con le associazioni di volontariato, anche per gli aspetti che riguardano la recente normativa nazionale per il terzo settore. In merito all'interrogazione n. 663, la deli-bera di Giunta regionale n. 101 del 2017, che ha modificato la precedente delibera 292/2012, non ha violato l'articolo 10 bis, comma 6, della legge regionale 36/98, come so-stituito dall'articolo 1 della legge regionale 6/2011. La delibera di Giunta regionale 299 del 2012 è intervenuta limitatamente al titolo primo, concernente la definizione e l'organizza-zione generale delle procedure di trasporto sanitario, confermando il titolo II relativo alle convenzioni.
Infatti, nel documento istruttorio della citata deliberazione si stabilisce che resta immodifi-cato il Titolo II di cui all’Allegato A della delibera di Giunta regionale 292/2012, che com-prende l'articolo citato. Interrogazione n. 663: “quali azioni intenda adottare per garantire un'efficace servizio di trasporto sanitario a tutela dei cittadini?” In relazione alle azioni messe in campo dalla Regione e dall’Asur, in applicazione delle recenti deliberazioni e disposizioni del direttore generale Asur, nonché all'evoluzione delle relazioni con le as-sociazioni di volontariato, la Regione si impegnerà al monitoraggio e alla valutazione de-gli esiti prodotti entro la fine dell'anno corrente. Interrogazione 663: “a quanto ammonta il debito relativo al trasporto sanitario distinto per ciascun ente previsto all'articolo 10 bis del-la l.r. 36/98 relativamente a questi ultimi due anni?” Per quanto concerne i pagamenti dei saldi delle attività svolte negli anni 2013/2016, si è proceduto, sulla base degli accordi in-tercorsi, anche presso la Prefettura di Ancona, alle liquidazioni in acconto di un ulteriore 7% in quelle Aree vaste ove la liquidazione, sulla base delle disposizioni amministrative, aveva coperto importi fino al 90% in attesa del conteggio finale del conguaglio e succes-sivo alle verifiche contabili. I saldi si riferiscono ai trasporti prevalentemente sanitari, non ai mezzi d'emergenza Potes, completamente rendicontati e saldati. Si precisa, inoltre, che nell'Area vasta 1, nell’Area vasta 4 e nell’Area vasta 5, le contabilità sono state definite e saldate. Per le Aree vaste 2 e 3 si è proceduto all’erogazione dell’ulteriore acconto già ri-chiamato del 7% e come da impegno condiviso con le associazioni il saldo dopo i control-li, che sono già in itinere, e avverrà entro la fine del mese di ottobre. Nell'area vasta 2, pur essendo stati erogati acconti nell'ambito del budget, occorrono ulteriori verifiche e dispo-nibilità di risorse, che l’Asur, unitamente al Servizio salute della Regione, sta valutando anche con il concorso delle associazioni all'interno degli stessi gruppi tecnici.
Interrogazione 663: “quali sono i motivi ostativi al mancato rimborso agli enti di cui al pun-to precedente?” Le motivazioni del ritardo sono da collegarsi alla complessità amministra-tiva di verifica formulata del modello previsto dalla determina Asur n. 900 del 2014, a cui si riferiscono gli anni 2013/2016, unitamente alla presentazione della documentazione av-venuta nel primo trimestre 2017 e non completa per tutte le associazioni. Una volta rice-vuta la documentazione completa, si concluderà la valutazione e la verifica delle contabi-lizzazioni in esame. Interrogazione n. 664. Contrariamente a tutte le altre associazioni l'Anpas in origine non ha inteso sottoscrivere la convenzione per l'anno 2018, adottando una forma di protesta. Successivamente, anche a seguito del coinvolgimento della Prefet-tura, l'Anpas ha aderito a un protocollo che ha consentito di procedere alla sottoscrizione della convenzione di tutte le associazioni con le Aree vaste, alla liquidazione in acconto di un'ulteriore quota aggiuntiva del 7%. Si precisa, quindi, che nelle Aree vaste 1, 4 e 5 le contabilità dei trasporti prevalentemente sanitari sono state definite saldate, per le Aree vaste 2 e 3 si è proceduto all'erogazione dell'ulteriore acconto già richiamato e come da impegno condiviso con le associazioni si prevede di effettuare il saldo dopo le attività di controllo, ancora in itinere, entro la fine del mese di ottobre. Inoltre, per l'Area vasta 2, pur essendo stati erogati acconti nell'ambito del budget, occorre, come abbiamo detto, un'ulte-riore verifica di disponibilità di risorse che l’Asur, unitamente al Servizio salute della Re-gione, sta valutando anche con il concorso delle associazioni. Ad oggi la criticità eviden-ziata risulta superata con l'accordo raggiunto. La convenzione anno 2018 è stata sotto-scritta anche da Anpas e i pagamenti effettuati all'interno le procedure concordate con le associazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie, Presidente. Relativamente all'interrogazione 246 e poi velo-cemente per le altre. Questa interrogazione risale al 19 luglio 2016, due anni fa! È inutile che commenti il ritardo con cui si tratta. Le cose sono cambiate, ma non sono migliorate. Già due anni fa ci veniva detto che chi eserciva questo servizio a livello di volontariato era in difficoltà, specie nelle aree interne, data la rarefazione della densità di popolazione, la viabilità, eccetera, effettivamente il meccanismo di rimborso non era quello idoneo. Sap-piamo che nelle ultime settimane le associazioni vogliono restituire, purtroppo, le chiavi delle ambulanze, perché non sono ancora in condizione di svolgere il loro lavoro in ma-niera corretta, quindi a distanza di due anni non si è risolto niente. Sono testimone diretto di un caso: a Urbino un volontario che presta servizio su questi mezzi è stato svegliato al-le 2 di notte per andare a Pesaro e trasportare dall'ospedale all'abitazione un anziano che doveva essere trasferito. Chiaramente ci sono delle storture che vanno assolutamente raddrizzate. Per quel che riguarda l’altra interrogazione: se bisogna modificare la legge del 98 che cosa aspettiamo? La risposta dice che la deliberazione n. 900 del 2014 è com-plessa dal punto di vista burocratico e induce dei ritardi, che cosa aspettiamo a semplifi-carla?
Dopodiché prendo atto che nell'Area vasta 1 i compensi sono stati saldati. In ogni caso non mi reputo soddisfatto della risposta all'interrogazione che mi è stata data dopo due anni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie, Presidente. Quello del trasporto sanitario è un problema annoso, che nella nostra Regione da diversi anni tiene banco. Ricordo nella passata le-gislatura una modifica alla legge, perché ce lo chiedeva l'Europa e perché eravamo in procedura di infrazione per la modalità con cui veniva distribuito questo servizio. Quella modifica di legge, anche in seguito ad un confronto con Bruxelles, fu un punto di avan-zamento, perché aveva messo insieme sia le richieste che venivano dalla sede europea, sia le esigenze delle associazioni di volontariato. Il problema qual è? E' che l'applicazione di quella legge non è stata corretta e celere, tanto che le continue rimostranze di una par-te dei gestori di questo servizio, in particolare dell'Anpas, ha portato, come sappiamo, ne-gli ultimi mesi ad una protesta molto netta. Avevo capito che si era arrivati ad una soluzio-ne, però, a quanto ho letto sulla stampa prima delle ferie, questa soluzione è saltata, non ho ben capito perché. Imparo dalle parole dell'Assessore che entro la fine ottobre dovreb-be rientrare, mi auguro di sì. Chiederei quindi alla Giunta di controllare, di mettercela tutta, perché siamo di fronte ad un servizio fondamentale, fondamentale per la comunità mar-chigiana, spesso svolto da cittadini a cui dobbiamo dire solamente grazie, perché in gran parte fatto da volontari, però non possiamo più permetterci di lasciarli sguarniti. So che ci sono alcuni aspetti tecnici ancora da chiarire sui costi sostenuti e quant'altro, però biso-gna che entro la fine ottobre una risposta definitiva a questa pagina la troviamo, altrimenti il rischio paventato della consegna delle chiavi delle ambulanze sarebbe per le persone più fragili di questa Regione un colpo troppo, troppo violento. Quindi auspico che questa fase entro la fine ottobre possa concludersi positivamente, anche come Consiglio conti-nueremo a controllare e a verificare. Grazie all'Assessore per la risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Io sono un po’ meno ottimista dei colleghi che mi hanno preceduto, in quanto l'interrogazione del Consigliere Fabbri ha avuto una non risposta, non solo tardiva, ma incompleta e non rassicurante. Nello specifico avevo chie-sto a quanto ammonta il debito ed ho ricevuto delle percentuali parziali, poco chiare, quindi mi riserverò, come per l’altra interrogazione, di ripresentare dei nuovi quesiti, per-ché non mi ritengo soddisfatta della risposta. Ricordo che si è cercato in qualche modo di superare la procedura d’infrazione della Comunità europea, è vero, ma è anche vero che all'inizio di questo mandato sono venuti gli ordini sindacali in Commissione sanità, forse il Consigliere Busilacchi era assente non facendo parte della Commissione, e hanno continuato evidenziare delle criticità in merito sia alla rassicurazione dell'efficacia del ser-vizio e del suo mantenimento, cosi indispensabile per i cittadini e per i pazienti, marchi-giani, che della tutela del personale, che lo vede costretto ad alzatacce o a prendersi delle responsabilità per le quali non è nemmeno coperto. Non sono fiduciosa che si riesca ad arrivare ad un accordo che soddisfi entrambe le parti. Attendo di vedere quali saranno gli sviluppi, attendo di leggere le carte e poi vedremo come porci e se evidenziare ulterior-mente le criticità alle quali non ci è stato risposto. Grazie.

Interrogazione n. 614
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Mancata adozione del Piano di Eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.)”
(Svolgimento)


PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 614 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non mi fa molto piacere rispondere a questa interro-gazione perché in realtà devo dire che la Regione Marche non ha un piano per le barrie-re architettoniche, piano sul quale mi sono molto battuta nella vita, basta verificare il pia-no della Provincia di Ascoli Piceno. In relazione all’interrogazione si rappresenta quanto segue. In base alla normativa attualmente in vigore, legge 41 del 1986, articolo 32, commi 21 e 22, così come modificata e integrata dalla legge 104 del 1992, articolo 24, comma 9, nonché dall'articolo 5 della legge della Regione Marche n. 52 del 1990, è fatto obbligo ai Comuni, alle Province e alle Regioni di programmare le opere di abbattimento delle bar-riere architettoniche e sensoriali presenti nei luoghi pubblici di propria competenza, me-diante la redazione e l’annuale aggiornamento di specifici piani di eliminazione delle bar-riere architettoniche, cosiddetti PEBA, e dal 1992 anche dei piani di accessibilità urbana (PAU). Inoltre la Regione Marche, in base alla citata normativa, ha una funzione di con-trollo ed eventualmente di sostituzione sulle Province e sui Comuni destinatari anch'essi dell'obbligo di redigere i rispettivi PEBA, in relazione al loro effettivo adempimento con l’obbligo, in caso di mancata adozione degli stessi, di nominare un Commissario ad hoc per la loro adozione.
Ad oggi la Regione Marche non ha adottato il piano di eliminazione delle barriere archi-tettoniche, ma il Dirigente della posizione edilizia, espropriazione e gestione del patrimo-nio ha comunicato che tutti gli edifici della Regione Marche risultano a norma. I PEBA sono dei piani pensati quando ancora la legge 13 dell'89 non era ancora stata adottata, tant'è vero che la legge sui PEBA è dell'86. Dall'89 in poi, quindi, con la legge 13, c'è stato l'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di rendere accessibili tutti gli spazi pubbli-ci. Pertanto i PEBA sono secondo me superati, nel senso che la Regione Marche ha tutti gli spazi accessibili nel rispetto della legge 13/89. Questo è dichiarato dal Dirigente della posizione di funzione edilizia. Per gli edifici acquisiti dal patrimonio regionale a seguito della legge Derio 56/2014, a cui la Regione Marche ha dato attuazione con la legge re-gionale del 3 aprile 2015, n. 13, destinati ad uffici per la gestione delle funzioni provinciali trasferite, dovranno essere avviate le procedure e la messa a norma, se necessaria. Ma, verosimilmente, trattandosi di trasferimenti di edifici che avevano una funzione pubblica e che erano di proprietà delle 5 Province della regione Marche, anche lì saranno stati ap-plicati i criteri dell'abbattimento delle barriere architettoniche. In ogni caso, in tale ottica, sarà cura della Regione Marche provvedere alla redazione del piano di eliminazione del-le barriere architettoniche ed attuare il monitoraggio su tutto il territorio.
Ripeto, per quello che riguarda l'edilizia pubblica, certamente gli immobili sono tutti i ac-cessibili o sono stati resi accessibili. Colgo l'occasione per dire che ieri la Giunta regiona-le ha approvato il riparto delle risorse che erano state messe in campo dal Governo Genti-loni per l’abbattimento delle barriere architettoniche dei privati. Voi sapete che la legge 13 dell’89 non era stata finanziata da molti anni e le richieste dei privati cittadini erano rima-ste inevase, perlomeno dal 2000 in poi, quindi erano state evase le richieste fino al 1999. Con la redistribuzione di queste risorse vengono soddisfatte tutte le richieste fino a marzo 2016 dei richiedenti che hanno una disabilità totale e il 40% delle richieste di chi invece ha una disabilità parziale.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie, Presidente. Ringrazio la Vicepresidente Casini per la risposta data. La ringrazio per lo sblocco degli 11 milioni di euro per l'abbattimento delle barriere architettoniche, guarda caso arrivato proprio ieri, anche a seguito della mia interrogazio-ne.
La informo che non tutte…., sono casualità che però a me capitano spesso, ogni volta che chiedo qualcosa vengo accontentata poco prima della risposta in Aula. Sono fortuna-ta e quindi continuerò a chiedere. Informo l'Assessore Casini che non tutti gli edifici pub-blici di competenza della Regione sono a norma, tanto che questa mia interrogazione è scaturita dal fatto che la farmacia ospedaliera di Fermo presenta delle barriere architetto-niche, che ho potuto vedere, quattro rampe di scale di marmo, alquanto pericolose che non hanno nemmeno un sistema antiscivolo. Nella farmacia ospedaliera di Fermo si re-cano persone con patologie abbastanza importanti, che hanno difficoltà a fare quattro rampe di scale. Alla mia richiesta: “Come fanno le persone disabili?” Mi è stato risposto: “Se passano dietro e fanno tutto un giro c’è il montacarichi”. Nel montacarichi non si tra-sportano le persone, oltre che essere una risposta inappropriata è offensiva nei confronti di qualsiasi persona, perché nessuno deve essere trasportato in un montacarichi. Quan-do ho cominciato a parlare di questo tema, è venuto fuori che anche altri uffici non sono perfettamente accessibili. Io stessa sono stata testimone, a Macerata c'è un ufficio pubbli-co, senza ascensore, il disabile deve premere un bottone e qualcuno viene a prenderlo di peso. Non va bene. Quando io faccio una domanda alla Regione e la Regione è ina-dempiente, mi chiedo come faccia poi a sollecitare i Comuni perché adottino i PEBA. Fra l'altro proprio ieri leggevo il rapporto pubblicato l’11 gennaio 2018 dal Centro regionale di ricerca e documentazione sulle disabilità, quindi abbastanza recente, in cui si dice che alcuni Comuni delle Marche, come Fabriano e Loreto, hanno adottato i PEBA. Nominan-do soltanto Fabriano e Loreto e non altri, sono portata a pensare che questi siano gli uni-ci. Vogliamo elencare questi comuni, anche se pochi, se non altro per rendere merito a quelli che li hanno fatti, perché, se sono menzionati solo Fabriano e Loreto, io sono porta-ta a pensare che siano gli unici Comuni nelle Marche. Sono soddisfatta del fatto che si siano sbloccati questi 11 milioni di euro, però sono insoddisfatta perché, chiaramente, ancora non c'è l'effetto di quanto io auspicavo. Grazie.

Interrogazione n. 622
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Movimento franoso nel Comune di Montefortino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 622 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. Relativamente al punto 1 la struttura compe-tente ha effettuato un sopralluogo congiunto con l'amministrazione comunale di Monte-fortino, nell'ambito del quale sono state anche assunte specifiche informazioni riguar-danti la ricostruzione dei fatti e degli atti connessi. Sulla base degli approfondimenti svolti è emerso che:
- il cosiddetto muro di contenimento, specificatamente paratia di pali tirati con dreni, è sta-to finanziato con fondi DOCUP 5B essendo ricompresi nel piano del dissesto di cui alla legge 61/98 (Sisma Marche-Umbria 2997);
- il finanziamento iniziale ammontava a lire 1,5 miliardi, corrispondenti a 774.685 euro, ed è stato concesso con decreto del Dirigente del servizio lavori pubblici n. 868 del 10 agosto 1999; i lavori sono stati conclusi in data 20 dicembre 2001;
- le analisi e gli studi connessi con l'attività del terremoto sono stati acquisiti per costituire il quadro conoscitivo del piano di assetto idrogeologico PAI, in cui il dissesto è stato quin-di inserito. Inizialmente il dissesto è stato classificato con un grado di rischio e pericolosi-tà R2 P2. In fase di osservazione al piano promossa dal comune sulla base degli inter-venti realizzati, il perimetro del dissesto è stato modificato e il dissesto è stato riclassificato in R1 P1. In ordine all'efficacia dell'intervento, pertanto, si evidenzia che la stessa è stata valutata nell'ambito dei procedimenti previsti dal PAI. Inoltre, si rappresenta che nel corso del sopralluogo del 2018 non sono stati riscontrati elementi o evidenze riconducibile a fenomeni franosi in atto o potenziali. Per quanto sopra, non si ritiene necessario appro-fondire il quadro conoscitivo delle condizioni di pericolosità del versante né apparirebbe ragionevole, considerato il notevole dislivello tra la quota di sedime del fabbricato e il sot-tostante muro di contenimento, investire fondi pubblici per la verifica richiesta con l'inter-rogazione. Peraltro, di norma tali accertamenti sono condotti direttamente a cura degli in-teressati con l'assistenza specialistica. Sul punto 2. Premesso che, ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 267 del 18 agosto 2000, sono affidate all'esclusiva competenza del comune le funzioni amministrative che riguardano l'assetto e l'utilizzo del territorio e che sempre nel comune spettano, ai sensi dell'articolo 27 del d.p.r. 380/2001, l'attività di vigi-lanza sull'attività urbanistico edilizia, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad al-tri soggetti da leggi statali e regionali. La legge regionale 34 del 1992 “Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio” attribuisce la materia urbanistica alle Province che, pertanto, per le funzioni indicate nella suddetta legge, sono le autorità pre-poste a ricevere le comunicazioni in ordine a presunte violazioni urbanistiche ed edilizie ed esercitano, anche in caso di inerzia dei Comuni, i poteri sostitutivi in materia di vigi-lanza urbanistico edilizia, come stabilisce il decreto del Presidente della Repubblica. 380 del 2001. Visto l'assetto delle competenze sul controllo edilizio urbanistico e delle infor-mazioni ricevute dal Comune di Montefortino sull'iter autorizzativo urbanistico edilizio e paesaggistico, come di seguito riportate: indicazione degli atti autorizzativi (deliberazione del consiglio comunale, concessioni edilizie, varianti, ecc.) che hanno portato al piano di lottizzazione nell'area e alla realizzazione di due edifici, l'ultimo dei quali oggetto dell'o-dierna interrogazione; istanza di annullamento straordinario alla Presidenza del Consi-glio dei Ministri e, successivamente, ricorso per richiedere la sospensiva al Tar Marche - istanze entrambe respinte; determinazione del Comune di Montefortino, per quanto ri-guarda l'aspetto paesaggistico, l'area su cui sorge l'immobile, così come dichiarato dal Di-rettore del Parco dei Sibillini, e come possibile rilevare anche dall'esame del piano del Parco nazionale dei Monti Sibillini, ricade fuori dai confini del parco. Sull’area in l'argo-mento non esistono quindi vincoli paesaggistici. Si conferma che l’area interessata, così come rilevato dal Comune, è ubicata nel versante nord-est del capoluogo ed è delimitata su di un lato dalla strada lottizzazione, ora denominata via Sbarra, risulta fuori dal perime-tro del Parco dei Monti Sibillini e non è interessata da vincoli paesaggistici, ai sensi degli articoli 136 e 142 del decreto legislativo 42/2004.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente e grazie Assessore, che ha risposto all'interrogazio-ne.
Prendo atto di quello che lei ha detto, ne prendo atto, probabilmente le cose sono andate in questi termini, però quel terreno dove sono state costruite queste venti abitazioni è sci-voloso. Punto! Questo è il dato di fatto. Caro Assessore, i fatti sono altri rispetto a quello che poc'anzi ha evidenziato. E’ una situazione brutta, è una situazione difficile. Certo, c'entra il Comune, c’entra anche la Provincia e c’entrano un po’ tutti, tant'è che su questa vicenda le pagine della stampa sono piene di interventi, di denunce, chi più ne ha e più ne metta. Il problema è che lì non si costruisce - questo va detto all’amministrazione che non mi può sentire, a meno che sia in diretta - e non si possono dare le licenze edilizie su terreni che scivolano. Il muro di contenimento è la prova che il terreno era ed è scivo-loso. Se lo Stato funzionasse bene, qualcuno dovrebbe prendere dei provvedimenti ab-bastanza seri e credo che questo sia un passaggio estremamente importante. Questa sto-ria che va avanti da tantissimo tempo, è una storia non trasparente, come dico tante volte, perché se il terreno scivola, come scivola, c'è qualcosa che non funziona. Anche la varia-zione che è stata fatta per la riqualificazione di quel sito lascia non solo l'amaro in bocca, ma stimola una riflessione da fare con molta attenzione, perché le prove e le dimostrazio-ni dei fatti ci sono ed effettivamente lì della leggerezza c'è stata. La chiamo leggerezza per non usare altri termini. E’ una storia non bella, che sta andando avanti e io non posso che non denunciarla anche come partito. Grazie

Interrogazione n. 632
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Vigilanza faunistico venatoria”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 632 del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Innanzitutto dico al Consigliere Busilacchi che quanto dirò con la risposta, che poi consegnerò a beneficio del resoconto e anche al Consigliere, sostituisce quella pubblicata sul point, perché com'è noto le risposte alle in-terrogazioni le adatto alla mia volontà, quindi le reintegro e le modifico. Su questa interro-gazione va rilevato, innanzitutto, che non è stato possibile trasferire alla Regione in sede di riordino le funzioni provinciali di vigilanza faunistico-venatoria, perché l'articolo 57 del codice di procedura penale riconosce la qualifica di agente di Polizia giudiziaria alle guardie delle Province e dei Comuni e non delle Regioni. È questo un punto dirimente. Per svolgere le funzioni di che trattasi, è necessario avere tale qualifica. Inoltre, l'articolo 6 della legge 65/1986, riconosce alle Regioni limitate potestà legislative nella materia e fra esse non rientra il riconoscimento ad altri soggetti della qualifica di agente di Polizia giu-diziaria, anche perché la disciplina delle indagini penali rientra nell'ordinamento della giustizia penale ed è riservata alla potestà esclusiva statale, in forza dell'articolo 117, lette-ra l), della Costituzione. Per questo la Regione Marche, con propria legge del 25 marzo 2016, n. 6, ha disposto la riallocazione presso le Province delle funzioni di vigilanza rela-tiva alla caccia e alla pesca nelle acque interne, di cui all'allegato A della legge regionale del 3 aprile 2015, n. 13, la legge sul riordino delle funzioni delle province. E questo, ov-viamente, in attuazione dell'articolo 1, comma 70, della legge 208 del 28 dicembre 2015, cosiddetta legge di stabilità 2016. Successivamente, in attuazione di questa legge, con deliberazione di Giunta 1039 del 5 settembre 2016, è stata approvata la bozza di conven-zione che ha per oggetto la disciplina dell'attività di vigilanza e controllo relativa alla cac-cia e alla pesca nelle acque interne riallocate presso le Province, ai sensi della normativa che ho poc'anzi citato.
Le convenzioni tra la Regione Marche e le Province sono in scadenza al 31 dicembre 2018, ma già si sta lavorando sulla bozza di proroga con il dettaglio delle materie che so-no da aggiornare a seguito dell'approvazione del piano di controllo regionale e della rea-lizzazione del CRAS regionale. In definitiva, aver riallocato la Polizia provinciale, si tratta di circa 50 unità presso le Province, ha consentito il mantenimento del Corpo, in quanto diversamente il personale sarebbe diventato amministrativo, come abbiamo avuto più vol-te modo di dibattere in quest'Aula. Ne consegue però, che allo stato la Polizia fa riferi-mento per il coordinamento ai dirigenti e ai comandanti delle Province e la Regione non può interferire sul loro coordinamento e sul loro utilizzo. In sostanza, la Regione può in-terferire soltanto per quanto riguarda il risultato delle materie oggetto della convenzione. E’ evidente che qualora queste attività non venissero garantite la Regione può chiederne conto alla Provincia, ma non può interferire nel coordinamento e sul loro utilizzo. Nelle stesse convenzioni e negli atti citati è stato affidato alle Province il coordinamento opera-tivo delle guardie venatorie ed ittiche volontarie. La Regione per rendere possibile questa attività di vigilanza e controllo relativo alla caccia e alla pesca nelle acque interne, sostie-ne 1.900.000 euro ad anno che versa alle Province, come dicevo stamattina parlando a margine del rendiconto. Non credo che ci si possa chiedere di più, realisticamente. Se il disagio c'è, perché non dubito che possa esserci, questo ovviamente è dovuto all'azze-ramento delle risorse tributarie provinciali correlate alle funzioni trasferite - anche questo lo dicevo stamattina - e sul punto si è pronunciata la Corte costituzionale, prima con la sentenza 205 e poi con la sentenza 137, che ha dichiarato illegittimo l'articolo 16, comma 1, del d.lgs. 50, nella parte in cui non prevede la riassegnazione del citato prelievo forzo-so alle Regioni o agli enti subentranti. La Regione si è attivata, l'ho fatto personalmente, nell'ambito dell'istruttoria promossa dalla Conferenza unificata, al fine di ottenere il finan-ziamento delle funzioni ex provinciali, tra le quali è compresa quella della vigilanza fau-nistico-venatoria che è gestita sulla base delle convenzioni con le Province. Ribadisco, risorse che mettiamo noi come Regione, che invece dovrebbero essere trasferite dal Go-verno centrale, come dice la sentenza della Corte costituzionale. Per superare ogni critici-tà evidenziata è necessario il finanziamento statale, in definitiva, delle funzioni trasferite, come ha stabilito la citata sentenza della Corte costituzionale, in quanto la Regione Mar-che si ritiene stia facendo tutto il possibile per garantire una funzione fondamentale, per-ché è una funzione fondamentale, per la sicurezza dei cittadini e dei territori.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Ringrazio l’Assessore per l'attenzione che presta alle interroga-zioni e il fatto che abbia modificato la risposta mi fa evincere che la domanda fosse perti-nente e coglie un punto che può essere di interesse per la Giunta. Non rientro negli ele-menti di contesto che lei ha illustrato molto bene e che effettivamente sottolineano una criticità nell'organizzazione complessiva, nell’organico, e lo dico senza infingimenti, non certo per colpe della Regione, ma per un combinato disposto in cui in questa fase storica ci siamo venuti a trovare tra le poche risorse e la scomparsa di fatto di un ente. A questo punto le pongo una riflessione che riguarda la possibilità per le guardie volontarie di po-ter effettuare dei corsi per diventare non solamente guardie zoofile, ma per occuparsi de-gli aspetti venatori, perché la Regione può mettere in campo questi corsi, che però ulti-mamente non ha fatto, oppure autorizzare le associazioni a farli. Colgo l'occasione per una proposta nel mentre, come dire, rivedete questi aspetti, questa difficoltà di risorse per mettere mano all’organico, alle competenze, autorizzare un maggior numero di corsi con-sentirebbe ai volontari di poter svolgere una parte del servizio di vigilanza, perché ulti-mamente ho saputo che questi corsi vengono meno autorizzati rispetto al passato. Co-munque la ringrazio della risposta e le chiedo di tener presente questa mia ulteriore ri-chiesta.

Interrogazione n. 633
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Cannabis Terapeutica”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 633 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Relativamente all’interrogazione sulla cannabis terapeutica pre-sentata dal Consigliere Bisonni si precisa quanto segue. Sul primo punto, la Regione Marche, al fine di rispettare gli adempimenti previsti dalla legge regionale 26/2017 e per il monitoraggio dei consumi delle preparazioni magistrali di cannabis, ha istituito, con la collaborazione degli enti del Servizio sanitario regionale, un gruppo di lavoro di cui al de-creto n. 13 del 3 luglio 2018, che provvederà:
- a predisporre linee di indirizzo per la presentazione dei progetti di ricerche e azioni spe-rimentali prodromici alla produzione da parte di soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente, di sostanze preparazioni vegetali a base di cannabis con le università marchi-giane, le associazioni, i soggetti privati affetti da patologie e altri soggetti portatori di inte-resse o di specifiche competenze, così come previsto dall'articolo 5 della legge regionale 26 del 2017;
- ad individuare obiettivi per la programmazione formativa degli enti e linee di indirizzo per la ricerca scientifica, finalizzata alla sperimentazione clinica dell'efficacia della cannabis nelle patologie neurologiche infiammatorie croniche, degenerative, autoimmunitarie e psichiatriche e al miglioramento della terapia del dolore e delle cure termali, come indicato dall'articolo 7 della legge regionale 26 del 2017. La Regione Marche intende, pertanto, prevedere tra gli indirizzi per la programmazione formativa degli enti del Servizio sanitario regionale, per il prossimo triennio, una formazione ad hoc per gli operatori sanitari coin-volti nell'impiego appropriato di farmaci cannabinoidi. Inoltre, si rappresenta che nel de-creto del Ministero della sanità del 9 novembre 2015, recante ad oggetto funzioni di orga-nismo statale per la cannabis previsto agli articoli 23 e 28 della convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, come modificata nel 1972, prevede che il Ministero stesso promuo-va la conoscenza e la diffusione di informazioni sull'impiego appropriato delle prepara-zioni magistrali a base di cannabis, sulla base dei pareri dell'AIFA e dell'Istituto superiore di sanità, per quanto di rispettiva competenza, al fine della formazione dei medici e dei farmacisti e darne informazione ai pazienti. In relazione alla previsione normativa conte-nuta all'articolo 8 della legge regionale 26/2017, la Giunta regionale, al fine di assicurare un'omogenea applicazione della legge, con delibera di Giunta regionale 1467 dell’11 di-cembre 2017, ha approvato delle linee di indirizzo procedurali ed organizzative per l'at-tuazione della stessa, prevedendo che i farmaci a base di cannabis siano a carico del Servizio sanitario regionale per gli impieghi ad uso medico stabiliti dal Ministero della sa-nità con il citato decreto del 9 novembre 2015. Quali sono le problematiche organizzative che stanno emergendo e che stanno ritardando l’attuazione dei sopra citati articoli di leg-ge? L’attuazione degli articoli 5, 7 e 8 della legge regionale 26/2017 avviene attraverso la programmazione regionale dell'attività che interessa non solo il Servizio sanità, ma coin-volge altri soggetti, enti del Servizio sanitario regionale, università, Ministeri, e necessita di un’organizzazione e di una tempistica da definirsi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Assessore, non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta.
Sinceramente, sentita la risposta mi viene voglia di non fare più interrogazioni, perché se uno chiede delle cose e non c’è risposta, meglio lasciar perdere! Io ho chiesto due cose. Primo, ho chiesto una tempistica, e lei mi ha letto tutto quello che prevede la legge, che già sapevo. Ho chiesto entro quanto farete determinate cose e lei non l’ha detto….

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Sandro BISONNI. Allora mi dica qual è la tempistica!

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Sandro BISONNI. No, qual è la tempistica, entro quanto tempo?

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Sandro BISONNI Ah, da definirsi. Quindi la tempistica è da definirsi!
L’unica cosa che ci sta scritto lì è che prevedete un programma triennale. Sono stato at-tento a quello che ha letto, però non ha risposto. Sulla tempistica non avete detto quando attuerete la legge, sulle problematiche lei ha detto che non dipende solo dalla Regione, eccetera, eccetera, ed è la stessa risposta che era stata data, se non ricordo male, alla Consigliera Pergolesi qualche mese fa. La mia domanda era un po’ più profonda, cioè capire quali sono i problemi. Il fatto che dipenda da altri enti e non solo dalla Regione non può essere una risposta esaustiva. Mi scusi, togliete la voglia di fare le domande.

Interrogazione n. 634
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Partecipazione alla realizzazione del sovrappasso di collegamento fra il parcheggio di Via Metauro e l'Ospedale regionale “Ospedali Riuniti di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 634 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Relativamente all'interrogazione del Consi-gliere Giancarli, si rappresenta quanto segue. Il comune di Ancona ha predisposto il pro-getto definitivo per la realizzazione di un sottopasso di collegamento tra il parcheggio gra-tuito di Via Metauro e quello a pagamento a ridosso del plesso ospedaliero. Tale interven-to sarà finanziato dalla Regione Marche, tramite l'Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, e dal comune di Ancona. Tra i due enti verrà stipulata, appe-na saranno pronti gli atti, un'apposita convenzione. Questo è quando scritto nella risposta e speriamo che possa essere, anche se più breve di quella precedente, esaustiva.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ringrazio, l’Assessore, ma va bene così, la ringra-zio.
Come sa, siamo in presenza di un attraversamento pericoloso per i pedoni, un attraver-samento che crea un disagio enorme al traffico che c’è in quella strada, perché tutti i mezzi che raggiungono Ancora da nord e da ovest sono costretti a percorrere l'unico asse di penetrazione che c'è. Questa non è la prima interrogazione che faccio, oggi so che c'è questo progetto esecutivo del Comune di Ancona. Si tratta quindi di fare la convenzione, ma ovviamente nella convenzione debbono essere scritte anche le risorse che la Regio-ne, tramite l'azienda Torrette o direttamente, mette a disposizione. E’ un'opera che va rea-lizzata quanto prima. Grazie ancora Assessore.

Interrogazione n. 636
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Standard assistenziali e tariffe per le strutture semiresidenziali nel settore della disabilità. Revisione della DGR 1331 del 2014”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 636 del Consigliere Talè.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Talè chiede qual è lo stato dei lavori di revisione della delibera di Giunta regionale n. 1331/2014. La delibera di Giunta regionale n. 1331 del 2014 rappresenta un punto di sintesi ottenuto per la triennalità, 1 dicembre 2014/1 dicembre 2017, tra la Regione Marche e la rappresentanza degli enti che a vario titolo gestiscono strutture residenziali e semiresidenziali nell'ambito delle aree anziani, disabili e salute mentale. Nel sopracitato accordo sono state inoltre definiti i livelli assistenziali per ogni tipologia di utenza, relazionati con il sistema tariffario in ottempe-ranza al DPCM sui livelli essenziali di assistenza. Con delibera di Giunta regionale n. 1588/2017, che proroga la delibera di Giunta n. 1331/2014, accordo tariffe assistenza re-sidenziale e semiresidenziale tra la Regione Marche e gli enti gestori, si è voluto condi-zionare, d'intesa con gli enti gestori, il superamento degli attuali livelli assistenziali, solo a seguito della pubblicazione dei nuovi manuali di autorizzazione e accreditamento all'in-terno dei quali verranno valorizzate appropriatamente gli standard di personale in correla-zione con la gravità dell'utenza. Al punto 2, quali provvedimenti, con specifico riferimento alle strutture semiresidenziali per diversamente abili, sono stati programmati? Con delibe-razione amministrativa del Consiglio regionale n. 69 del 30 gennaio 2018, recante defini-zione di tipologie delle strutture dei servizi sanitari, sono stati individuati nell'ambito della semiresidenzialità per disabili, due livelli di intensità assistenziale, una estensiva, a totale carico del Servizio sanitario regionale, l'altra lungoassistenza e mantenimento, la cui tarif-fa è al 70% a carico del Servizio sanitario regionale e il restante 30% a carico dell'utente. I corrispettivi requisiti minimi organizzativi verranno definiti nell'ambito dei nuovi manuali di autorizzazione e accreditamento, relativi a queste strutture. Al punto 3 il Consigliere Ta-lè chiede quando tali provvedimenti verranno applicati concretamente e in che modo i co-sti giornalieri a carico del Servizio sanitario regionale verranno rimodulati, uniformandoli al rialzo e a quelli che si sono tenuti nelle varie regioni. Solo con la pubblicazione dei nuovi manuali di autorizzazione, i nuovi provvedimenti potranno entrare in vigore. L’incremento richiesto potrà essere considerato solo a seguito di una completa rivisitazio-ne dei carichi assistenziali degli attuali ospiti, presso i centri socio-educativi e riabilitativi diurni. Rivisitazione da effettuarsi tramite un unico strumento di valutazione multidimen-sionale in grado di classificare i pazienti secondo le loro specifiche esigenze assistenziali e superando di conseguenza l'attuale livello di alto referenzialità dei singoli centri diurni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Non essendo opposizione, ma maggioranza, non posso che dire che chi scrive queste risposte quantomeno va ripreso, perché è stata illu-strata la delibera, che avevo già letto, studiato, vista e rivista e che tutti lo conoscono, ed è stato risposto che quando ci saranno i manuali qualcosa cambierà. Questo lo sapevo, As-sessore, questo lo sapevamo, lo sanno tutti i gestori dei CSER e delle cooperative. Il pro-blema rimane, rimane da due anni, di fatto nessuno ci ha mai messo le mani, e i gestori dei CSER, che sono tutte le cooperative, sono tutti arrabbiatissimi perché sono tutti in grosse difficoltà economica, perché la 1331, e non ripeto tutto ciò che comporta, prevede 10 disabili gravi per CSER e in alcuni CSER i disabili gravi sono 18 e noi ne paghiamo 10. Fino al 2014 se ne pagavano 18, da quando siamo arrivati noi se ne pagano 10, quindi la delibera non è nostra, ma è stata fatta dalla precedente Giunta, noi l'abbiamo at-tuata, abbiamo detto e promesso che avremmo cambiata in quanto non è giusta, assolu-tamente, ha messo in difficoltà tutte le cooperative di questo settore, peraltro molte anche a noi vicine. Penso che da parte dell'Assessore vada messo molto più impegno per cam-biare questa benedetta delibera, la n. 1331. Naturalmente Angelo Sciapichetti non c'entra niente, ma siccome il Presidente non c'è e l'Assessore è lui, prego l'Assessore Sciapi-chetti di riferire al Presidente che Talè non è assolutamente soddisfatto della risposta.

Interrogazione n. 642
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Ambulanza inutilizzata ad Amandola per il servizio di emergenza territoriale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 642 del Consigliere Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. Questa volta sarò telegrafico nella risposta e so già cosa dirà nella replica! Relativamente al punto 1, la Consigliera chiede se si era al corrente della questione in oggetto. La risposta è che la donazione della Federazione na-zionale degli ordini dei medici al comune di Amandola era nota. Al punto 2: come intende attivarsi per la messa in funzione l'autoambulanza sopra citata. L’ASUR, responsabile or-ganizzativo del servizio di trasporto di emergenza sul territorio marchigiano, si attiverà ap-pena verrà reso disponibile il mezzo di soccorso, perché pare che non lo sia ancora.
Al punto 3, se qualora si siano evidenziate o si evidenzino negligenze, siano stati presi o si intendano prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei dirigenti responsabili. Si risponde che a tutt'oggi non sono stati rilevati comportamenti negligenti da parte dei di-rigenti responsabili.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Assessore Sciapichetti, io non ce l'ho con lei, se la prenda con il suo Presidente che continua a delegarla nelle risposte. Io non faccio guerre ad personam, ma mi occupo degli interessi dei cittadini. Quindi non sono io…

(interrompe l'Assessore Casini)

Romina PERGOLESI. Assessore Casini, se vuole la prossima può farsi delegare lei, io non l'ho interrotta quando parlava, gradirei non essere interrotta nelle mie repliche. Stavo dicendo che a non essere soddisfatta non sarò solo io, ma anche chi ci teneva e soprat-tutto chi ha raccolto con grande difficoltà questi soldi per donare un'ambulanza ad una zona così duramente colpita dal terremoto. Quindi mi auguro che almeno arrivino a questi signori le scuse da parte del Presidente per non essere nemmeno presente nel dar loro una risposta. Lei dice che questa ambulanza, se non ho capito male, non è a disposizio-ne dell'ASUR, forse chi le ha preparato la risposta non ha letto la mia interrogazione, per-ché l'ambulanza, non solo è a disposizione dell'ASUR, ma è l’ASUR, nello specifico il Di-rettore dell'Area vasta 4, che avendo esternalizzato completamente il servizio di trasporto, non è il diretto interessato. Questo lo ha detto lui stesso ad una denuncia dell’Associazione COES, che ribadiva che utilizzando sia il personale pubblico che l'am-bulanza donata ci sarebbe un enorme risparmio di risorse pubbliche. Forse non è noto al Presidente o all'Assessore alla sanità, che forse non sono la stessa persona, o a chi per lui dà queste risposte sicuramente insoddisfacenti, che ci sono due ex dipendenti della Croce Rossa Italiana che, pur avendone i titoli, fanno giornalmente circa 30-40 chilometri per andare a lavorare presso l’economato, invece di essere utilizzati in un servizio così importante ed essenziale del Sistema sanitario regionale. Che dire, sono i vostri stessi colleghi di maggioranza a dire che sono insoddisfatti, perché risposte non date, quindi io mi accodo alle critiche che arrivano dalle vostre stesse fila. Sono assolutamente insoddi-sfatta della risposta. Grazie.

Interrogazione n. 670
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Risorse per le bande musicali della Regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 670 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie, Presidente. Come Assessorato e come Giunta abbiamo cercato di mettere la massima attenzione su questa questione. Abbiamo cercato anche di parlare con l'ufficio scolastico regionale, per cercare di avere corsi musicali nelle medie inferiori. E’ dal 2009 che le Marche sono ferme a quel tipo corsi e non è andata avanti una lira. Quindi stiamo lavorando su questo e stiamo lavorando anche sui laboratori interattivi po-meridiani, sempre per le medie e per il biennio. Alla domanda specifica rispondo che nell'assestamento di bilancio abbiamo messo le risorse necessarie per le bande musicali, i cori comunali e intercomunali, secondo la legge regionale 21 del 1992. Quindi è stato coperto l'anno scolastico 2016/2017, rendicontate nell'anno 2017.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore. Qualche mese fa avevo parlato di questo con l’Assessore Bravi e secondo me è un segnale importante che come Regione Marche dovevamo dare ed anche se ho visto qualcuno sorridere, magari in ma-niera ironica, penso che sia una cosa molto importante, anche perché in molti territori par-liamo sempre di avviare e di sostenere attività di tipo sociale e di tipo culturale. Ritengo la musica ed imparare a suonare un’attività sociale, soprattutto culturale molto importante, anche perché è l'occasione di un confronto tra le varie generazioni. All'interno delle ban-de non ci sono solo persone anziane, che non sanno cosa fare, ma anche tantissimi i giovani che hanno deciso di entrarvi. C'è uno scambio culturale tra le diverse generazioni molto importante, per cui ritengo giusto che la Regione sostenga un’attività come questa. Grazie.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Dobbiamo iscrivere la mozione n. 398 dei Consiglieri Micucci e Sciapi-chetti, sulla cui iscrizione la Conferenza dei Capigruppo si è espressa positivamente. Per l’iscrizione occorre il voto dell’Aula e l'approvazione deve essere a maggioranza assoluta dei votanti. Iscrizione della mozione n. 398. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Mozione n. 398
ad iniziativa dei Consiglieri Micucci, Sciapichetti
“Chiusura sportelli bancari comuni montani terremotati”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 398 dei Consiglieri Micucci, Sciapi-chetti.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie, Presidente. Innanzitutto mi corre l'obbligo di ringraziare i Capigruppo, il Presidente e i colleghi che hanno votato favorevolmente l'iscrizione in Au-la di questa mozione, che ha il carattere dell'urgenza, perché in questi ultimi giorni ci so-no stati diversi episodi di chiusura di sportelli bancari in alcuni comuni dell'entroterra. Vi-sto il territorio da cui provengo, mi sono stati segnalati quelli dell'entroterra maceratese, non so se anche in altri comuni dell'ascolano o del fermano ci sono stati simili episodi. La storia è breve e probabilmente molti di voi la conoscono. Una banca storica come Carima, poi diventata Banca Marche e ora, dopo le ultime evoluzioni, UBI Banca, aveva diffusione e capillarità di sportelli praticamente in tutti i comuni e discutendo dell'entroterra parliamo di piccoli Comuni. Oggi a causa di una riorganizzazione, che parlando di un’attività eco-nomica è anche comprensibile, un servizio pubblico che aveva in alcuni casi il carattere, passatemi il termine, dell'istituzione, proprio perché radicato in quel territorio ormai da de-cine e decine di anni, viene sottratto a quei territori. Questo è molto grave perché, com'è noto, molti di questi territori sono già depauperati e vivono le vicende del sisma e del post sisma. È chiaro che una presenza ancora capillare degli istituti di credito garantirebbe, per chi è riuscito a tornare in quei territori, un servizio di vitale importanza, tenendo conto dell'importanza della presenza di uno sportello bancario sia per le attività economiche, che per la gestione familiare; anche per chi ancora per problematiche varie non è potuto rientrare, è uno stimolo ulteriore poter verificare che i servizi che erano presenti prima del sisma continuano ad essere presenti.
Io conosco gli ultimi episodi di Fiuminata, di Serrapetrona, non credo che siano casi isola-ti e temo che da qui in avanti la razionalizzazione della gestione degli sportelli potrà cau-sare altre chiusure. Quindi, coscienti del fatto che questa è un’attività economica privata, con tutti i limiti che possono avere le istituzioni in questo senso, la cosa che chiediamo alla Giunta, sapendo che si è anche mossa precedentemente a questa mozione, è di atti-varsi con i vertici di UBI Banca per valutare la possibilità, almeno in questa fase ancora critica post sismica, ma anche in futuro, di evitare la chiusura degli sportelli, magari con operazioni che l’istituto valuterà, in modo da tenere aperti gli sportelli come punto di rife-rimento per le comunità montane. In seconda istanza o parallelamente a questo, chiedere al Governo nazionale la possibilità di istituire, attraverso la normativa sul terremoto, un ta-volo di trattativa con l’ABI, con le Poste italiane e con i grandi istituti bancari e finanziari in Italia, per evitare lo stillicidio di chiusure continue che, ripeto, se da un punto di vista pra-tico potrebbe non creare un problema enorme, perché oggi abbiamo gli home banking e diverse formule anche telematiche, da un punto di vista sociale, economico ed anche psicologico può produrre ben più importanti problematiche. E' un impegno comune che si chiede alla Giunta regionale, ma credo che in un'operazione così grande vada coinvolto necessariamente anche il Governo nazionale, il Parlamento, laddove ci fosse la necessi-tà di nuova legiferazione, proprio per evitare la chiusura di questi sportelli che, ripeto, in questi territori diventano ancora di più un problema piuttosto serio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Credo di essere stata la prima ad adoperarsi chie-dendo che la Giunta intervenisse dopo che l'amministrazione e il Sindaco di Fiuminata sono ricorsi ad un appello attraverso la stampa per denunciare questa situazione e per chiedere ovviamente che qualcuno intervenisse. Nel mio appello sollecitavo quello che oggi il Consigliere Micucci chiede, mi fa un po’ sorridere perché l’Assessore Sciapichetti incita se stesso quale membro della Giunta ad intervenire, cioè che la Giunta prendesse a cuore la questione facendosi parte diligente nei confronti dell'UBI per cercare di evitare questa chiusura. Ero intervenuta sulla notizia di Fiuminata e due giorni dopo è uscita un’analoga situazione a Serrapetrona. Il nostro entroterra, i nostri comuni, soprattutto quelli che sono stati colpiti più o meno dal terremoto…, ricordavo che, ad esempio, Fiumi-nata ha fortunatamente avuto danni minori, ma ha accolto da subito, negli appartamenti disponibili, molte persone dei comuni limitrofi rimaste senza casa dopo le scosse di terre-moto. Quindi ribadisco l'importanza di garantire dei servizi, fra cui anche quello del credi-to, perché la risposta degli istituti di credito all'appello dell’amministrazione comunale fu che sarebbe stato potenziato il servizio nel comune limitrofo. Voglio ricordare che spesso le popolazioni dell’entroterra sono popolazioni anziane, che non sempre hanno la possi-bilità di spostarsi agevolmente per avere garantiti quelli che sono i loro diritti. Dichiaro il mio voto favorevole, come ho votato favorevolmente alla Conferenza dei Capigruppo per l’inserimento all’ordine del giorno di questa mozione, perché il problema lo sento e lo condivido. Voglio spezzare, però, una lancia ulteriore. Oggi parliamo del problema dell'ac-cesso al credito da parte delle piccole attività che sono lì, dei cittadini e di tutta la micro economia di queste realtà montane, però devo dire che la Regione, che oggi attraverso questo atto deciderà o ha già deciso, non abbiamo capito, di farsi parte diligente rispetto a questa problematica, deve mantenere, e la invito, lo stesso principio quando parla di se stessa, quando si parla di servizi che essa eroga. All’inizio del mio mandato, fatalità volle che proprio nel comune di Fiuminata ci fossero problemi riguardo alla chiusura della guardia medica, quindi il primo atto che feci come Consigliera regionale riguardò quel comune ed altri, perché la guardia medica riguardava anche Visso, Sefro e altri comuni limitrofi. Voglio ricordare, quindi, che bisogna mantenere una coerenza e la necessità di non avere due pesi e due misure. Quando si tratta di provare a fare la voce grossa nei confronti di un soggetto terzo, come potrebbe essere l'istituto di credito, la facciamo, men-tre facciamo ragionamenti diversi quando si tratta dei nostri compiti. Quindi, votando favo-revolmente questa mozione e chiedendo l'intervento, come dicevo nel mio intervento a mezzo stampa, anche degli enti a tutti livelli istituzionali, quindi compreso il Governo, ri-cordiamoci che sulle banche il precedente Governo ha fatto non pochi danni, anche su questo dobbiamo essere onesti in maniera non solo politica. Voterò favorevolmente que-sta mozione, che va nella stessa direzione delle richieste che avevo avanzato, ma chiedo di pari passo all’amministrazione regionale di mantenere la stessa coerenza quando si tratta di quei servizi che bisogna garantire per far rivivere il nostro entroterra, per far rivive-re quelle comunità, altrimenti facciamo piccole cattedrali nel deserto, facciamo solo spe-culazioni rispetto a dei temi sui quali possiamo puntare il dito nei confronti di altri enti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Sinceramente mi auguro che questa mozione sia quantomeno votata all'unanimità, perché è difficile intervenire e influire presso un sog-getto privato, che ovviamente fa il suo lavoro e cerca di massimizzare il profitto. Credo che sia nella consapevolezza di tutti in quest'Aula l'importanza che hanno questi sportelli in un territorio terremotato come quello dell'entroterra marchigiano. Sono piccoli paesini che spesso fanno riferimento alla farmacia, alla parrocchia, allo sportello delle poste quando c’è e allo sportello bancario. Se incominciamo a togliere una di queste quattro cose rima-ne ben poco, significa quasi condannare quei territori a un isolamento graduale, che non può portare al ritorno di una comunità, come invece dovrebbe essere. Ecco perché, com-prendendo questa situazione e comprendendo il fatto che l'istituzione pubblica può in maniera limitata incidere sulle scelte di un soggetto privato, è importantissimo che ci sia l'unanimità di intenti. Anche se per la banca quei territori possono essere una rimessa economica, penso che il Governo in questo caso potrebbe, ed hanno fatto bene i firmatari della mozione a indicare come soggetto che può incidere il Governo, trovare degli accordi, anche economici, nei limiti di quello che la normativa consente, delle agevolazioni fiscali, in modo da stimolare questa banca storica, far capire le esigenze del territorio e farla tor-nare per il territorio marchigiano sui suoi passi. Me lo auguro sinceramente, vista l'impor-tanza che hanno questi presìdi sul nostro entroterra. Ovviamente voterò a favore di que-sta mozione e mi auguro che lo facciano tutti i colleghi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. Per evitare che questa interessante mozione sia oc-casione di un dibattito in libertà, mi permetto in maniera molto realistica, nel ringraziare il collega Micucci ed altri che hanno presentato questa mozione, di dire che realisticamente lo ha ricordato in forma giustamente polemica anche la Consigliera Leonardi, stiamo toc-cando un mondo che non è il nostro, quindi al massimo possiamo fare una raccomanda-zione e una pressione di natura politica attraverso l’opinione pubblica stessa. Questo lo faccio volentieri perché personalmente sono stato presentatore di un'altra mozione sem-pre ad indirizzo dell'UBI Banca, il cui esito ho l'occasione per riferirlo al Consiglio, è stato relativamente positivo e riguardava lo spostamento di un intero servizio dalla città di Ma-cerata a quella di Jesi, una concentrazione che avrebbe portato lo spostamento di ben 110 lavoratori, di cui molti residenti nelle aree dell'entroterra più legate al sisma. Voglio essere anche onesto, non possiamo qui ad ogni piè sospinto invocare il sisma come ra-gione per un di più che possa essere giustificato, perché rischiamo alla fine di fare “al lu-po al lupo” e vanificare l’effettiva, solida e intelligente necessità di interventi di questo ti-po. A cosa serve uno sportello bancario nell'entroterra, sisma o non sisma? Serve ad ero-gare dei servizi di natura finanziaria che oggi significano tante cose. Non abbiamo la possibilità di modificarlo, ma lo suggerisco al Consigliere Micucci, che se ne farà latore insieme al già 'risollecitato, autosollecitato, presollecitato' Assessore Sciapichetti, perché si è già sollecitato in quanto firmatario.
Penso al grande entroterra maceratese e se UBI Banca è disposto a farlo, dovremmo ra-gionare ad esempio sulla presenza o meno dello sportello postale in quei territori nei qua-li verrebbe meno lo sportello bancario. Già sarebbe una cosa. Le banche da tanti decen-ni, soprattutto nelle aree montane, si sono organizzate nel non mantenere aperti gli spor-telli tutta la mattinata, ma a ore. E’ chiaro che se c’è un’utenza limitata non c'è bisogno che resti aperto 5 ore la mattina, ma mezz’ora, un’ora, un’ora e mezza, mi è capitato re-centemente in un comune della provincia di Ascoli Piceno. Se c’è questa disponibilità la verificheremo, ma è evidente che dovremmo chiedere, e qui chiedo che la Giunta faccia la voce grossa, a UBI Banca: “Ti senti una banca delle Marche o no?” Bisogna che ce lo chiediamo e dopo aver avuto la risposta la possiamo in qualche modo mantenere. Perché noi facciamo questa sollecitazione, ma vogliamo capire se a differenza di Banca Marche, che era una banca amica del territorio, anzi, era la banca del territorio, anzi, lo era anche troppo perché appropriandosi questo ruolo oscurava altre banche penso all’enorme rete delle BCC che sono ugualmente banche del territorio, questa banca vuole bene alle Marche oppure no, perché se non gliene vuole cominciamo a dirlo in tutte le sedi e tiria-mo le giuste conseguenze, perché è inutile che ci appelliamo, l’appello vale fino a un cer-to punto, la politica è anche durezza di rapporti. Dico questo perché potremmo anche sol-lecitare, Assessore, una concorrenza su questi territori, se chiudono loro chiediamo alla rete di BCC un sostegno perché altre realtà possano essere aperte, non penso che sia difficile che qualche sportello da San Severino possa arrivare a Fiuminata. Si fa un di-scorso anche con i Comuni, si vede anche qual è la loro disponibilità. Rendiamo le cose il più possibile cristalline. Chiudo con una risposta alla collega Leonardi, che non c’entra niente con questo argomento, annunciando un'iniziativa comune, perché nella Commis-sione di cui lei è Vicepresidente, fra un mese, due, spero non di più, Consigliere Giancar-li, inizieremo la discussione del piano socio-sanitario. Questo piano, come ho già detto in tante sedi e anche qui, non deve essere una ricognizione di letteratura socio-sanitaria come spesso è, ma limitandosi a poche decine di pagine dovrà toccare alcuni nervi sco-perti della nostra realtà.
Alla luce dell'atto che abbiamo approvato questa mattina e che si chiama conto consunti-vo, e alla luce di quello dell'Assessore Cesetti ha detto e ribadito con tante esplicitazioni, cioè che siamo una Regione virtuosa, fra le più virtuose, dobbiamo creare, o se vuole la Giunta crei prima lei, un pacchetto che riguarda il territorio. Prendiamo una cifra, Assesso-re Cesetti, non sfogliando il carciofo, oggi 50.000 euro per un servizio, domani 200.000 euro per altro, dopodomani 30.000 euro per un servizio a Loreto e 50 a Recanati, ma un pacchetto territorio nel quale rimettiamo in discussione una serie di servizi che per tre-quattro anni abbiamo dovuto ridurre, date le normative del decreto ministeriale 70 del 2015 e date le ristrettezze economiche che oggi potremmo riallentare, perché con il Go-verno possiamo riaprire una trattativa in questo senso. Facciamo un provvedimento orga-nico, riconsiderando tutto, vedremo se c'è più bisogno di guardia medica, se c'è più biso-gno di qualche posto di lungodegenza da rimettere negli ospedali di comunità, se c'è bi-sogno di riaprire qualche PPI, non tutti, ma uno ogni due di quelli chiusi. Rimettiamo in conto, Assessore Pieroni, un ragionamento di questo tipo, politico, come direbbe qualcu-no, perché questa è una questione politica, non è una questione che si risolve caso per caso e non si risolve con le battute o con gli strappazzi che vengono fatti anche in questa nostra Regione. Le risposte devono essere estremamente concrete. Credo che un pac-chetto territorio di qualche decina di milioni non sia una grossa difficoltà da mettere in conto, perché sarebbe un ragionamento da fare sull'intero territorio regionale e nel 2019 avrebbe tutti i tempi per essere attuato prima della fine di questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie, Presidente. Soltanto per fare alcune valutazioni che partono naturalmente dalla risposta importante a questa mozione, che voterò favorevolmente, co-me sono certo anche il Consigliere Rapa. Questa mozione arriva al momento giusto, rin-grazio i presentatori, ma non condivido la premessa quando dice: “La nuova proprietà de-gli sportelli bancari della vecchia Banca Marche sembrerebbe aver intrapreso una politi-ca, del tutto legittima, di razionalizzazione della presenza di sportelli sul territorio”. Credo che questo non possa essere semplicemente la premessa, non sto qui a dire da cosa de-riva la situazione di questa banca, perché tutti sappiamo cos'è successo nella nostra Re-gione partendo da Banca Marche, chi ha creato il dramma nella Regione Marche non so-lo dal punto vista bancario, ma anche di una criticità socio-economica, che poi ha colpito tante imprese, piccole e grandi, e tanti nostri concittadini marchigiani. UBI Banca è su-bentrata, con tutta una serie di operazioni, all’allora Banca delle Marche e da qualche anno sta nel nostro territorio. Credo che sia una banca che non abbia capito bene, né i vertici nazionali né l'attuale direttore generale della Banca delle Marche nella nostra re-gione, cosa significhi essere una banca della Regione Marche. Non ha capito bene! E' percepita negativamente dal sistema imprenditoriale, economico e sociale della nostra re-gione e da tanti cittadini. E' percepita male perché le risposte che dà al territorio in tema di finanziamenti e quant'altro, anche alla microimpresa, sono saltuarie e questo fa sì che questo istituto bancario non sia vista come la banca della Regione. È chiaro che, ancor più oggi, dimostra una scarsa sensibilità nel momento di difficoltà di quelle aree. Ripren-do quando detto dal Consigliere Marconi: una banca che nel momento peggiore delle aree del cratere, colpite dal sisma, smantella alcune strutture perché magari non ha il giu-sto ritorno economico, mentre sarebbe il momento di sostenerle, di dare loro fiducia ed essere presente. Hanno fatto bene l’Assessore e il Consigliere Micucci a presentare que-sta mozione e a metterci di fronte a questa criticità importante, forse non avevamo perce-pito la drammaticità e quello che poteva accadere togliendo gli sportelli. Credo che questa mozione debba essere un messaggio forte ai vertici dell'UBI marchigiana. Deve essere forte e chiaro: non possiamo permettere che questo accada. Se questo accadrà dovrem-mo essere pronti a creare soluzioni alternative, ad esempio, utilizzando il sistema che si sta sviluppando nel nostro territorio, ad esempio nella vallata del Musone l’UBI Banca ha chiuso 3 sportelli (Campocavallo di Osimo, Castelfidardo e Loreto), ed è stata fortunata-mente sostituita, anche per creare un po' di competitività, dalla BCC di Civitanova Mar-che. Credo che la politica marchigiana, ma sono certo che anche la Giunta ed il Presi-dente ne sono consapevoli, deve dare delle risposte forti, nette, senza nessuna incertez-za, per far percepire agli imprenditori e ai nostri concittadini che si possono superare an-che quelle preoccupazioni, quindi far sì che ci sia una responsabilità ben chiara e defini-ta. Prima ho chiesto all'Assessore al bilancio chi ha la nostra tesoreria regionale, mi ha confermato che ce l’ha UBI Banca Marche, allora è chiaro che se continua questa politica e questo atteggiamento, dovremmo fare un'azione forte, Assessore, e chiudere quel rap-porto. Questi sono i messaggi che dobbiamo dare per far sì che i cittadini capiscano con chiarezza che la Regione Marche non ha nulla a che fare con queste situazioni che ac-cadono, anzi, la Regione Marche è sempre pronta a tutelare, al di là delle varie situazioni. Ben venga questa mozione, ma è altrettanto importante che, qualora UBI Banca continui nella politica economica e sociale di non rispetto del sistema marchigiano, la Giunta re-gionale, come Regione Marche, dia un bel segnale e la tesoreria potrebbe essere un pri-mo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Ritengo questa discussione molto importante, non mi stupisce per niente visto che circa 5-6 mesi fa ho incontrato il capo area di Marche e Abruzzo e mi aveva annunciato questo provvedimento. Ci hanno imposto, o sono state fatte, delle scelte scellerate, perché abbiamo preso una banca che di fatto sta facendo la raccolta fondi nel territorio marchigiano. Questa ne è la prova, lascia i servizi che costano, perché il personale costa, perché la raccolta si può anche fare con poche agenzie sul ter-ritorio. Porta i soldi a Bergamo e poi li utilizza per altre cose. Questa Giunta che guida la Regione Marche su questo problema deve cambiare completamente strategia politica, As-sessore Cesetti, lei una persona attenta, perché è l'Assessore al bilancio, ed imporsi poli-ticamente per costruire e realizzare una banca del territorio che risponda alla comunità marchigiana. Perché sostengo questa posizione politica? Perché abbiamo più di 150 mila aziende ed è un'economia particolare, non è un'economia di grandi banche. C’è stato il terremoto in questa regione, 44 mila famiglie hanno perso tutto, tutto quello che avevano con la Banca Marche, adesso arrivano i predoni, prendono i soldi che sono rimasti e li portano via senza dare servizi. Ho incontrato i dirigenti di UBI Banca della Regione Mar-che per dare al territorio, alle imprese sul territorio e agli artigiani delle particolarità di cre-dito, e ci è stato risposto picche! Ho capito che c'è una strategia della rande banca, che porta via dal territorio. Questo è il problema ed primi segnali sono questi. Speriamo che questa Giunta riesca a modificare completamente l'impostazione, io non mi fermerei ad UBI Banca, abbiamo istituti di credito in questo territorio che potrebbero diventare un isti-tuto regionale perché sono economicamente solidi e presenti nel territorio marchigiano. Credo che questa sia la risposta al credito per quanto riguarda il problema di UBI Banca. Sono d'accordo con l'Assessore Pieroni, quando si fa politica si è d'accordo, quando si fanno le battute naturalmente ci si becca, in questo momento ha detto cose che perso-nalmente condivido: o si fa un intervento molto pesante per far cambiare completamente la strategia all’UBI Banca, altrimenti bisogna rispondere con un altro progetto, perché è questo il senso della cosa. Credo che ci sia bisogno di un intervento molto pesante per dare una risposta ad numeri che cito e che l'Assessore Bora conosce meglio di me, que-sta polverizzazione di decine e decine di migliaia di imprese. Assessore, questo tipo di servizio economico, anche se lei ride, non va bene e lo sa. Bisogna passare all’azione, io non ho potere perché sono all'opposizione, ma chi ce l'ha deve prendere dei provvedi-menti pesanti sul problema del credito perché c’è da dare delle risposte, a prescindere dalle parole, che contano poco. La Giunta, che è presente per tre quarti, manca solo il Presidente, deve prendere questo impegno politico molto seriamente, perché sul credito non si scherza, è il futuro economico di questa regione e non è solo intervenire pesante-mente, Assessore Pieroni, sulla tesoreria. Sono d'accordo con lei, però bisogna far sapere che c’è anche l’ipotesi di un progetto diverso, perché le cose vanno assolutamente porta-te a termine. Credo che la Giunta si debba impegnare in questo contesto a prescindere dal terremoto, Consigliere Micucci, perché se non ci fosse stato il terremoto, ne sono ma-tematicamente sicuro, l’UBI Banca avrebbe fatto gli stessi provvedimenti, perché è una banca che dà pochi soldi e li dà alle aziende maggiormente rappresentative e non al pic-colo all'artigiano che ha bisogno di 5 mila euro. Bisogna cambiare e bisogna intervenire urgentemente su questo problema perché probabilmente, dopo questa disgrazia del ter-remoto e questi interventi, chiuderà altri sportelli. Credo che non bisogna solo fermarla, ma occorre cambiare strategia e linee guida sul problema del credito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Sinceramente mi sento un po' in imbarazzo, perché quando il Presidente Mastrovincenzo ha parlato delle agitazioni sindacali dei di-pendenti che lavorano qui in Regione, ho pensato che la Conferenza dei Capigruppo fosse deputata a risolvere questa situazione, invece mi ritrovo a discutere e approvare una mozione urgente che riguarda la chiusura di uno sportello bancario nei comuni mon-tani terremotati. Si continua a strumentalizzare, secondo me in maniera inopportuna, la questione terremoto, e giustamente bene ha fatto il Consigliere Marconi ad evidenziare il fatto che gli sportelli ci devono stare a prescindere se la zona è terremotata o meno. Poi leggo la mozione e vedo che si impegna la Giunta “a sollecitare il Governo e il Parlamen-to italiano a intraprendere un tavolo di trattative con ABI, Poste Italiane e tutti gli altri sog-getti interessati, al fine di garantire la copertura degli sportelli bancari in tutti i comuni, in particolare nei piccoli colpiti dagli eventi sismici”. Si continua con l'approccio di dare risor-se alle banche, addirittura minacciando, mi dispiace che l'Assessore Pieroni si sia allon-tanato dall'Aula, di interrompere i rapporti che la tesoreria regionale ha con quell’istituto. (…) Giustamente il Consigliere Zaffiri mi sollecita a dire che non ci si deve accorgere con urgenza di questa situazione. Vorrei ricordare, visto che l'Assessore Pieroni non l’ha fatto, a chi dobbiamo dire grazie per questa situazione, grazie al famoso decreto salva banche del Governo del PD, che di fatto dal giorno alla notte ci ha portato a questa situazione, cioè allo smantellamento di una banca, Banca delle Marche, che con tutte le sue criticità e i mancati controlli sicuramente poteva operare meglio, ma bene o male qualche finan-ziamento sui territori li dava. Ora si parla di fondazioni, parliamo di una fondazione regio-nale, ben venga, l'importante è che non sia gestita come le precedenti amministrazioni, altrimenti ci ritroveremmo con una Banca delle Marche 2, alla quale, ricordo, sono state azzerate le obbligazioni e i crediti vantati dai cittadini dall'oggi al domani, con un colpo di spugna, pur non avendone i requisiti. Prima di dire agli altri enti di mantenere sportelli aperti nelle zone terremotate o nei comuni montani, la coerenza, alla quale prima invitava la Consigliera Leonardi, vorrebbe che la stessa Regione mantenga propri servizi. Parlo naturalmente delle chiusure dei servizi ambulatoriali o di ospedali nelle zone montane o in alcune zone anche meno montane, dove l'utenza richiederebbe una maggior presen-za. La coerenza purtroppo non fa parte di questa amministrazione. Il Consigliere Zaffiri ha fatto presente che la dirigenza dell’UBI è sorda nei confronti delle richieste della classe politica, se la classe politica che gestisce e governa questa Regione non è in grado di avere rispetto da altri enti, tanto meno, secondo me, può chiedere ad altri di fare ciò che lei stessa non fa. All'unanimità voteremo favore di questa mozione, però l'invito alla coe-renza e a non prendere in giro i cittadini e i Consiglieri di quest'Aula è ancora valido.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie, Presidente. Se ho capito bene, l’Assessore Pieroni ha detto che noi abbiamo la tesoreria con UBI Banca. Anziché fare tanta poesia avrei prov-veduto subito, domani mattina, a spostarla, perché su queste cose bisogna essere molto pratici. Se uno ha voglia le cose si fanno. Un’altra cosa pensando al territorio. Ho passato la mia piccola attività a favore di una banca, la più piccola che c’è nelle Marche, nata qualche anno fa, Banca di Macerata, che prima era Banca della Provincia di Macerata, che ha in tutto 5-6 filiali e siccome prima parlavamo di chi va a servire questi comuni ab-bandonati, ho mandato un sms al Direttore della Banca di Macerata e gli ho detto: “Visto che siete in espansione, perché non aprite un piccolo sportello a Fiuminata e Serrapetro-na il giorno dopo che UBI Banca chiude?” Qui tante parole, tantissime parole, bla bla bla, mozioni, ma ad UBI Banca non importa niente della nostra mozione, io invece direi che bisogna corteggiare queste banche piccole, che sono frutto del territorio. Altre alternative non ne vedo.
Giustamente UBI Banca ha interessi al nord, è una banca lombarda, mi domando quale interesse può avere da noi. Se fossi un socio importante, un azionista importante di UBI Banca e se avessi avuto l'occasione di assorbire Banca Marche, l'avrei fatto pensando al-la mia redditività. La banca è radicata in Lombardia, della regione Marche che gliene im-porta?! Mi meraviglio di voi che vi fate tutte queste domande, tutte queste disquisizioni. Il comportamento di UBI Banca nella sua ottica d’ impresa non fa una grinza, siamo noi ton-ti a domandarci perché e per come. Anziché domandarci perché e per come, provvederei a cambiare la tesoreria, a fare un bando nuovo, ad andare a parlare e a prendere contatti con queste piccolissime banche e chiedere che cosa vogliono fare? Di cosa hanno biso-gno? Di un appoggio politico? Noi dovevamo appoggiare l’aeroporto e non si è appoggia-to, il porto lo si appoggia male, la ferrovia non si sa come appoggiarla, le strade scappano via, noi tutti questi appoggi che dobbiamo dare …, ci vorrebbe qualcuno che appoggi noi!
Nella mia visione, ci vuole un po’ di aggressività e disquisire sul perché e sul per come di UBI Banca, fa tristezza.

PRESIDENTE. Coordinamento tecnico. (…) Si vota perché deve essere fatto qualche pic-colo aggiustamento linguistico, probabilmente non è stata scritta correttamente. Noi il coordinamento tecnico lo votiamo per tutti gli atti, anche per le mozioni, non vedo perché si pone adesso il problema.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Innanzitutto dico che il Gruppo del Movimento 5 Stelle appoggia questa mozione. Quello che mi meraviglia è il dibattito nutrito che è venu-to dopo. Direi che da questo dibattito è venuta fuori un po’ di ipocrisia da libro “Cuore”. Il Consigliere Marconi vuol chiedere a UBI Banca se vuole bene alle Marche? UBI Banca vuole bene ai suoi azionisti e vuole avere degli utili! L'Assessore Pieroni dice: “Dobbiamo fare una proposta forte”. In Ancona si dice: “Perché sennò?” “Sennò ti levo la filiale”. “Ma levamela, non ho gli utili da questo sportello, quindi me ne vado via”. Questo discorso mi sembra un po’ fazioso e mi meraviglia che venga proprio da voi! Ricordo che una volta, sono vecchio di esperienza e magari anche i commercialisti se lo ricordano, lo Stato ave-va le banche d’ interesse nazionale, la Banca della Comunicazione, la Banca dell’Agricoltura, la Banca Commerciale, la Banca del Lavoro. Il Ministero del tesoro aveva in ogni settore economico una banca a cui dava un indirizzo politico. Avete privatizzato tutto quello che si poteva privatizzare, avete reso anche la sanità, che una volta si chia-mava prima USL e poi ASL, un’azienda ed all’università mi hanno detto che l’azienda ha come scopo l’utile! I beni comuni quali sono? Il bene comune è avere uno sportello di po-sta dove il pensionato va a ritirare la propria pensione, quindi ha una funzione sociale. Le autostrade le abbiamo pagate e strapagate e quella doveva essere un’infrastruttura gesti-ta dallo Stato e non da Benetton! In quest’Aula si gira a 360 gradi una tendenza che nei decenni è stata percorsa da una parte opposta. Siamo un po’ seri, signori, queste sono belle dichiarazioni, ma se a un certo punto l’UBI Banca, che tutela gli interessi dei propri azionisti e non delle Marche, non funziona, bisogna che ci sia un’alternativa. Questi ser-vizi sono dei servizi sociali, non sono inutili per l’azienda, sono servizi verso il territorio, verso i cittadini, bisogna cambiare tendenza e capirlo. Addirittura gli uffici postali che so-no gestiti dallo Stato stanno chiudendo nelle città dove non sono più convenienti. L'uffi-cio postale ha perso la sua funzione sociale a servizio del territorio e dei cittadini, perché ormai vende prodotti finanziari, vende delle fregature come le vendono le banche. La tendenza è questa. Vi scandalizzate quando il Governo chiede la statalizzazione di auto-strade, nel senso che dei servizi e delle infrastrutture devono essere gestite non guar-dando soltanto all'utile, ma agli interessi del territorio e dei cittadini. Apprezzo questa mo-zione perché deve esserci una posizione politica che tuteli gli interessi sociali del territo-rio e dei cittadini, perché non chiudano questi servizi, perché il pensionato non ha inter-net e non si fa accreditare in conto la pensione, ma deve andare allo sportello a chiedere i soldi e a contare le banconote. Lo stesso per altri servizi, come le poste, che devono es-sere dati ai cittadini che non abitano vicino ai grandi centri. Quindi ben venga la mozione e dopo tutto quello che avete detto e che io ho sentito in quest'Aula, signori, siate conse-guenti, cambiate la direzione della politica, che c’è stata negli ultimi decenni, con quello che dite adesso. Questo è un atto di coerenza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie, Presidente. A me fa piacere ascoltare un intervento come quello del Consigliere Maggi, poi non condivido tutto, non sono per un'economia di Stato, ma da uomo di sinistra debbo dire che su alcuni aspetti mi ci ritrovo e mi fa anche piacere sentirli. Detto questo, però, io sono per una democrazia economica. Dentro la democrazia economica e dentro il valore sociale dell'impresa, credo che anche lo Stato debba avere una sua presenza in alcuni settori che consideriamo strategici. Non penso soltanto alla sanità, ma con un'analisi seria, precisa e puntuale ad alcuni servizi che possono essere anche gestiti direttamente. Ringrazio sia il Consigliere Micucci che l’Assessore Sciapi-chetti che hanno presentato questa mozione, sono convinto che sia stato giusto farlo, ma debbo dire che, ed è questa la ragione per cui intervengo, un paio di mesi fa ho presenta-to un'interrogazione con la quale chiedo, accanto a questo quadro importante e alla cor-nice che si vuole delineare, in merito ai prestiti bancari al settore produttivo marchigiano da parte dei 5 maggiori gruppi presenti nelle Marche. Questa interrogazione è per entrare nel merito, con profondità, per capire qual è l'azione di questi gruppi. In parte alcuni dati li conosciamo, ma credo che dobbiamo approfondire e incidere non soltanto ponendo que-stioni come questa, giusta e sacrosanta ma, possibilmente, se acquisiamo dei dati pos-siamo arrivare in profondità rispetto all'agire concreto di questi gruppi.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per le dichiarazioni di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. Questo dibattito servirà anche per altri interventi si-mili, quindi possiamo spendere ancora qualche parola. Il Consigliere Giancarli mi ha ap-pena preceduto e ha sostanzialmente declinato in parole leggermente diverse una teoria economica, quella dell'economia sociale di mercato, ecologicamente sostenibile, che sentii declinare nel 1994 da Helmut Kohl e Rocco Buttiglione. Quindi non siamo lontani da un'idea assoluta, che però non mette in conto il fatto che non si può rincorrere tutto, abbiamo avuto maestri adeguati, non ho citato né Bagnai né Renzi. Qui non possiamo giocare intorno al nulla, nei miei interventi in premessa ho detto che nessuno può illu-dersi che UBI Banca ci dia retta contro le proprie convenienze. Quindi su questo, Consi-gliere Maggi, siamo perfettamente d'accordo. Ma siccome ho notato, ho preso la parola so-lo per questo, Presidente, che alcuni Consiglieri hanno ripreso quello che avevo detto re-lativamente alla concorrenza che si può creare, facciamo questa azione, che è squisita-mente politica, ognuno di noi che ha relazioni in questo senso lo faccia, non solo per immaginare una grande nuova banca regionale. Prima ho fatto l’esempio, una banca che è presente a San Severino o a Castelraimondo, può mandare un impiegato, della BCC o di un'altra banca, per qualche ora alla settimana a riattivare il servizio su Fiuminata. Que-sta è la risposta concreta! Ho poi fatto un appello preciso all’esponente dell’esecutivo che è in provincia di Macerata, l’Assessore Sciapichetti, il quale se ha collaborazioni con altri Consiglieri di maggioranza o minoranza può farlo insieme. Il ragionamento è chiaris-simo. Ho fatto una domanda retorica, Consigliere Maggi, vorrei capire se questa banca vuole bene alle Marche. Non è una domanda retorica. Sono un amante del diritto e non voglio ammazzare nessuno, fintanto che non è dichiarato colpevole. Questa banca per l'ennesima volta ci sta provando, anche se ha sempre dichiarato di essere vicina al territo-rio e di voler bene alla Regione Marche. Qualche mese fa ho presentato una mozione, che avete votato tutti, sullo spostamento del personale da Piedirpa a Jesi e riguardava gli accordi fatti nel momento in cui c’era stato il passaggio da Banca Marche a UBI Banca, nei quali era stato concordato di non toccare le tre sedi: Macerata, Jesi e Pesaro. Io non presumo niente, ma alla prova dei fatti se questo comportamento non c’è, conseguente-mente la Regione può anche prendere provvedimenti e dire: “Senti, ti ho avvisato una volta, due volte, tre volte, qui non l’hai fatto, qua mi hai preso in giro e per non spendere 50/60 mila euro per il personale non mi dai soddisfazione su un servizio che ritengo es-senziale, quindi riprendo in considerazione la stessa tesoreria”. Si va di conseguenza, sempre prendendo prima le botte, e poi, essendo giustificati e avendo preso le botte, si di-ce: “Per me non sei affidabile, perché quelle poche cose che ti ho chiesto non le stai fa-cendo”. Non siamo più all’epoca in cui le banche dovevano sponsorizzare per milioni una serie di interventi ed iniziative di natura pubblica e non vogliamo pretendere che le banche facciano la fine che in parte ha fatto anche Banca Marche che, diventando una sorta di spugna, assorbendo manodopera in eccesso, si è ritrovata con i conti in disordi-ne. Non vogliamo ritornare a uno statalismo di natura bancario-finanziario, ma piccolissi-me cose come queste penso che possano essere raccolte e se non verranno raccolte mi sembra che autorevoli esponenti della Giunta, a cominciare dall’Assessore Pieroni, ab-biano lanciato minacce in questa direzione e potremmo anche essere conseguenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Brevemente perché in parte sono stato chiamato in causa. Voterò a favore di questa mozione, consapevole di quanto sia importante mante-nere servizi fondamentali sui territori che sono anche presidi di sicurezza. Ricordo che quando ero un giovane Sindaco, nel 1990, feci una battaglia epica per portare al Comu-ne di Massa Fermana uno sportello dell'allora Banca Popolare di Ancona, oggi UBI Ban-ca. Ne è passato del tempo, oggi le banche sono mutate nella loro missione, ovviamente pensano al mero profitto e quindi vanno a razionalizzare. Credo che sia necessario met-tere in campo un'azione politica nei confronti di UBI Banca, ma anche nei confronti di Ente Poste, oggi con il Consigliere Giacinti abbiamo incontrato un rappresentante delle Poste per la questione dei recapiti e anche degli sportelli postali, perché anche quelli so-no strumenti finanziari e sono altrettanto importanti come presidio del territorio. Dobbiamo mettere in campo una forte azione politica e lo faremo in questa direzione, ma soprattutto con gli istituti di credito che nascono nel territorio e che sono territoriali. Termino sulla questione della tesoreria. Dobbiamo dirlo in modo chiaro, questa è un'arma un po' spun-tata, perché ad esempio la tesoreria con UBI Banca è in scadenza, anzi, in regime di pro-roga. Se non vado errato scadrà alla fine di quest'anno e stiamo predisponendo un nuo-vo bando di gara.
E’ di tutta evidenza che all'interno di questo bando di gara, una delle condizioni premianti sarà la presenza di sportelli bancari nel territorio. Quindi terremo conto anche di questo e ho già chiamato il dirigente competente per prevederne altri, oltre alla trentina già consi-derati. Ma questa è un'arma un po’ spuntata, perché purtroppo le gare per l’affidamento della tesoreria vanno deserte. Gli istituti di credito non sono interessati, dato che si fanno, me lo ricordo quand’ero Presidente della Provincia, a costo zero per noi. Quindi c'è da valutare anche questo e anche qui bisogna mettere in campo, lo dico al Consigliere Mi-cucci e all'Assessore Sciapichetti, un’azione politica, perché da una parte qualcuno ma-nifesti l'interesse a rispondere a queste gare e poi accetti quelle condizioni che noi po-niamo e tra queste condizioni sicuramente ci sarà quella degli sportelli bancari sul territo-rio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare i colleghi per le dichiarazioni che sono state fatte. Mi pare che la mozione, al di là del suo effetto immedia-to, abbia messo il dito nella piaga, una piaga molto dolorosa e difficile per la nostra regio-ne. Il problema dell'accesso al credito nella regione Marche da parte delle piccole e medie imprese e soprattutto da parte di una fascia di popolazione anziana, credo che sia un problema serio e drammatico, che cominciamo a scontare adesso e lo sconteremo nei prossimi messi sempre di più se non metteremo in campo un'azione politica forte che, come ricordava adesso l’Assessore Cesetti, non sia soltanto nei confronti di UBI Banca, ma anche nei confronti di tutti gli istituti e, per esempio, anche delle Poste. Lo dico come Assessore con delega alle aree interne, è chiaro che nei comuni dell'entroterra lo sportel-lo bancario e lo sportello postale hanno un ruolo importante per il credito, ma è anche fondamentale e determinante il conseguimento dell'aspetto sociale che si dà a una popo-lazione. E’ impensabile che UBI Banca possa ridimensionare la sua politica aziendale ri-spetto alla quale è chiaro che la Regione può fare ben poco. Qualcuno ricordava, dal punto di vista prettamente aziendale che la Regione non può fare molto, ma la Regione può fare tanto se porta avanti un'azione politica forte e la mozione vuole servire soltanto a rafforzare questo. Ho già chiesto, su delega del Presidente, un incontro con il direttore di UBI Banca per capire quale sia la vera strategia dell'istituto finanziario. E’ chiaro che non possiamo permettere che venga ridotto e ridimensionato il servizio di sportello che viene dato al territorio, sapendo che peraltro Banca Marche, prima Cassa di Risparmio di Mace-rata, Pesaro e altro, aveva una serie sportelli proprio nelle zone più periferiche, in quelle aree interne che oggi hanno bisogno, non solo per il terremoto, del sostegno a un’economia che noi vogliamo rafforzare. Se investiamo sul territorio, soprattutto per quanto riguarda il discorso del terremoto, ricostruendo le SAE e riportando la popolazio-ne, e poi smantelliamo o ridimensioniamo quei servizi sociali, che sono importanti, anche lo sportello della banca alla fine diventa un servizio sociale, è chiaro che noi non fac-ciamo nessun passo in avanti nella crescita di quei luoghi. Avere un voto unanime su questa mozione, come mi pare dall'Aula stia venendo fuori, significa dare più forza al Go-verno regionale per iniziare un dibattito e un confronto serrato con UBI Banca, per poi procedere per gradi, come qualcuno qui ricordava, in base alle risposte che UBI Banca darà. Vediamo quello che succederà nei mesi prossimi e soprattutto dobbiamo tener pron-to un progetto alternativo, una strategia che possa portare le piccole banche, le BCC o chi vorrà investire in questo territorio, ad andare a ricoprire gli spazi che UBI Banca lascerà e sta lasciando. Credo sia necessario questo confronto serrato con i vertici della banca, cerchiamo di ragionare con forza rispetto a quello che abbiamo chiesto, poi sarà l'Aula che avrà il dovere di riportare le conclusioni.

PRESIDENTE. Mozione n. 398. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Siccome l’Assessore Cesetti deve assentarsi e noi abbiamo da discutere la mozione n. 364 sull’utilizzo delle graduatorie concorsuali, a cui l’Assessore vorrebbe partecipare, chiedo se si può di anticiparla.

PRESIDENTE. Se non ci sono contrari, anticipiamo la mozione n. 364.
Considerati la richiesta del presentatore Consigliere Zaffiri e il parere favorevole espresso dalla Conferenza dei Capigruppo, se non ci sono pareri contrari, viene rinviata alla pros-sima seduta la mozione n. 334.

Mozione n. 364
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi
“Utilizzo di graduatorie concorsuali di altri enti per le assunzioni a tempo indeterminato di personale”
(Discussione e ritiro)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 364 dei Consiglieri Fabbri, Maggi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie, Presidente. Parliamo dell'utilizzo delle graduatorie concor-suali. La legge regionale 27 novembre 2012, n. 37, all'articolo 25 ha disposto che prima dell'individuazione di un concorso pubblico, previa programmazione delle assunzioni nei limiti della propria dotazione organica, i soggetti individuati nel comma 3, che sono la giunta, l'assemblea legislativa, l'Ars, l’Erap, l’Assam, gli enti gestori dei parchi naturali re-gionali, i consorzi di bonifica, gli enti del Servizio sanitario regionale, possono ricoprire i posti vacanti e disponibili utilizzando gli idonei delle graduatorie di pubblici concorsi in-detti per pari o equivalente posizione contrattuale approvate dai medesimi soggetti, però non tutti questi enti che ho elencato fanno parte di aree di contrattazione collettiva identi-ca, quindi appartengono, ad esempio il Servizio sanitario regionale, ad un'area collettiva diversa da quella della Giunta. La legge 16 gennaio 2003, n. 3 “Disposizioni ordinamen-tali in materia di pubblica amministrazione”, all'articolo 9, comma 1, nel disciplinare l'uti-lizzazione degli idonei nelle graduatorie di concorsi pubblici stabilisce che esse siano approvate da altre Amministrazioni del medesimo comparto di contrattazione. La Giunta regionale, però, ai sensi dell'articolo 25 della legge 37/12, dopo 6 anni dall'approvazione della legge stessa ha disciplinato il settore con la deliberazione n. 458 del 9 aprile 2018 “Criteri per attingere alle graduatorie concorsuali di altri enti per l'assunzione a tempo in-determinato”, individuando enti anche di un comparto diverso, in contrasto, pertanto, con quanto previsto dalla legge 3/2003, di cui ho detto sopra, e con la recente giurisprudenza. La delibera 458/18 tra i criteri per la scelta della graduatoria ha stabilito quello “della gra-duatoria più recente e comunque di approvazione non precedente al 1° gennaio 2014”, che sono 4 anni fa, in contrasto, però, con l'articolo 13 della legge regionale 37/2016, che prevede l'utilizzo delle graduatorie per un massimo di 3 anni a ritroso, al contrario di quanto affermato dalla consolidata giurisprudenza, tra cui la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 280 del 12 gennaio 2016, che ha stabilito che il criterio deve essere quello opposto, cioè partire dalla graduatoria di data anteriore che è anche quella destina-ta a scadere per prima. La legge regionale n. 36 del 2014, all’articolo 8, comma 1, dispone che le procedure concorsuali per l'assunzione di personale a qualsiasi titolo nella Regio-ne e negli enti dipendenti partecipati dalla Regione medesima sono espletate nel rispetto della normativa vigente in materia e va fatta a livello unico regionale per qualifiche corri-spondenti ai medesimi profili professionali. Il successivo comma 3 prevede che la Giunta, entro centottanta giorni dal 2014, adotti uno o più regolamenti di attuazione, ma ancora, dopo 4 anni dalla sua approvazione, detti regolamenti non sono stati emanati. Questo consentirebbe, chiaramente, di ottimizzare e di risparmiare soldi nell'indizione dei concor-si. La delibera 458, che risulta in contrasto con la normativa, porta alla mente il fatto che ci siano persone che, parlando e pensando male, abitando i numeri di rincalzo delle gra-duatorie vecchie in essere, possano essere chiamate ad hoc. Chiaramente scalando il numero della graduatoria, il voto percepito durante il concorso diminuisce come, tra virgo-lette, la bravura di chi ha partecipato. Con il dispositivo di questa mozione chiediamo: primo, di procedere alla stesura del regolamento e quindi di applicare la normativa regio-nale che consente finalmente di indire questo concorso unico regionale per posizioni ben definite, per comparti omogenei, in modo che chi partecipa sappia esattamente a quale tipologia di impiego va incontro e in quali enti potrebbe essere assunto; secondo, di modificare la deliberazione 458, che è in palese contrasto con la normativa regionale oltre che con l'articolo 13 della legge regionale 37/16, semplicemente, per dare più trasparenza alle graduatorie, per farle in maniera più mirata rispetto alle professionalità richieste, per-ché è differente assumere una persona all'interno del servizio sanitario o nel consorzio di bonifica o all'Arpam o all’Assam, in modo da fugare ogni mio dubbio sul fatto che si va in deroga alla normativa, anche di livello nazionale, perché si vuole esattamente pescare Ti-zio, Caio e Sempronio che 4 anni fa sono al quarto, quinto, sesto, decimo posto di una graduatoria. Nell'indizione del concorso unico, ad esempio, occorrerebbe tenere in parti-colare attenzione il fatto che ci sono dei posti riservati anche per gli interni, altrimenti le persone già assunte all'interno dei comparti regionali, se sono brave, non riescono mai a fare la carriera dovuta, perché si attinge sempre da altre graduatorie, quindi c'è una man-cata crescita professionale del personale interno, che potrebbe essere, tra l'altro, anche il più qualificato essendo già all'interno della struttura per la quale concorre.

Presidenza del Vicepresidente Minardi

PRESIDENTE. Ha La parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. La mozione in oggetto sviluppa concetti che han-no trovato piena applicazione nella delibera di Giunta n. 458/2018, relativamente all'uti-lizzo di graduatorie di altri enti per la copertura dei posti previsti nel piano occupazionale 2017/2019 approvato dalla Giunta regionale. È infatti vero che in origine l’ordinamento nazionale prevedeva, con l'articolo 9 della legge 3/2003, che le Amministrazioni pubbli-che potessero utilizzare graduatorie di altre amministrazioni pubbliche dello stesso com-parto per coprire i posti che si rendevano vacanti, purché l'accordo tra le amministrazioni fosse antecedente alla disponibilità dei posti da coprire ed il concorso, o meglio la gradua-toria finale fosse stata approvata successivamente alla decisione di ricoprire il posto va-cante. Tuttavia tale disposizione valeva solo come norma di principio per le Regioni che conservavano la loro autonomia decisionale. Poi con la legge finanziaria del 2004 è stata superata l'esigenza di ricorrere alle graduatorie approvate successivamente alla decisio-ne di copertura del posto. Situazione poi ribadita anche dall'articolo 14, comma 4 bis, del D.L. 95/2012, più volte prorogato, il tutto con lo scopo di ottimizzare l'allocazione del per-sonale e consentire ai vincitori di concorso una più rapida immissione in servizio. La Re-gione Marche, esercitando la sua facoltà auto organizzatoria prevista dalla normativa sta-tale, prima con l'articolo 25 della legge 37/2012 e poi con l’articolo 13 della successiva legge 37/2016, ha reso obbligatorio il ricorso alle graduatorie concorsuali degli altri enti strumentali della Regione e delle graduatorie dell'Assemblea legislativa, per la copertura di posti vacanti e disponibili di cui si sia prevista la copertura nel piano occupazionale. Pertanto, la Giunta, con la deliberazione 458/2018, non ha fatto altro che conformarsi alla disciplina che questa Assemblea aveva fissato, cercando tuttavia di stabilire criteri che po-tessero offrire garanzia di oggettività nell'uso di dette graduatorie, in modo da evitare qualsiasi uso strumentale diretto a favorire qualcuno già presente in dette graduatorie. Ecco dunque la necessità di criteri preventivi che fissassero giusti paletti a tutela dell'o-biettività della scelta.
In questo contesto si inquadra anche la volontà di privilegiare le graduatorie più recenti, infatti l'obbligo di ricorrere a quelle vecchie e di più prossima scadenza vale solo per quel-le approvate dallo stesso ente e non certo nel caso di ricorso a graduatorie esterne. Infatti è chiaro ed evidente che l'interesse per l'ente è ricorrere a graduatorie di concorsi più re-centi, nelle quali gli idonei sono ancora freschi di studio e di migliore preparazione a tutto vantaggio degli uffici regionali che potranno giovarsi del rapporto lavorativo. Per quanto sopra indicato, non si ravvisano ragioni, almeno per quanto riguarda il profilo tecnico, di-ce l'Ufficio, ma io dico anche politico, per impegnare il Presidente della Giunta, così come richiesto dalla mozione. D'altra parte, resta inteso l'impegno della struttura tecnica ed an-che politica, quindi anche mio, alla predisposizione di un nuovo regolamento per la disci-plina dei concorsi, conformemente a quanto disposto dall'articolo 8 della legge regionale 36/2014, Impegno serio, perché al riguardo comunico che lo stesso è stato predisposto, è già pronto in bozza ed è in fase di avvio il confronto con le organizzazioni sindacali. In questo senso credo che l'auspicio del Consigliere Fabbri venga raccolto. Sull’altro punto ho già detto, quindi mi permetto di suggerire al Consigliere Fabbri il ritiro della mozione perché credo si possa fidare circa la sollecita definizione di questo regolamento, e qualo-ra non intendesse ritirarla, io chiedo che venga respinta perché non c'è ragione di impe-gnare la Giunta su una cosa che vuole portare a compimento.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie, Presidente. Mi sarei aspettata che la posizione della Giun-ta, visto che il ruolo del Consiglio è quello di dare degli atti di indirizzo all'esecutivo, fosse di approvare la nostra mozione. Faccio una premessa: ricordo che l’utilizzo delle gradua-torie degli altri enti non deve pregiudicare l'imparzialità dell'azione amministrativa, al fine di evitare azioni arbitrarie e illegittime. Non si comprende come mai questa Giunta abbia deciso di attingere personale dalla graduatoria precedente, quando sia la funzione pub-blica che la giurisprudenza hanno evidenziato il principio di utilizzazione della graduato-ria più antica.
In secondo luogo, l'allegato A della delibera di Giunta n. 458, per la quale noi chiediamo la modifica, prevede che gli enti aggiuntivi, rispetto a quanto previsto dalla normativa re-gionale, prevedano l'utilizzo di graduatorie di Amministrazioni comunali sopra i 15 mila abitanti, che hanno compiti e funzioni completamente diverse da quelli regionali. E’ quin-di naturale chiedersi se non ci sia un qualche interesse ad assunzioni nominative. Sa-rebbe stato più opportuno indire un concorso pubblico, che fino ad oggi rimane purtroppo ancora un miraggio, anche grazie alle normative restrittive che si sono susseguite negli ultimi 10 anni in materia di assunzioni. Opportunità questa che, dopo anni di blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, consentirebbe anche al personale interno di partecipare, sia come concorrente esterno che come concorrente di un'eventuale riserva, considerato che oggi, dopo la riforma Brunetta, i dipendenti possono partecipare al con-corso solo se in possesso del relativo titolo di studio previsto dal bando. Per queste moti-vazioni, chiedo la votazione per singoli punti e chiedo alla maggioranza di approvare il punto 1: di prevedere la modifica della delibera regionale 458, affinché essa si applichi dall'indizione di nuove procedure concorsuali che si realizzeranno a partire dall'anno 2018, al fine di rendere conoscibili a tutti i partecipanti gli enti presso cui sarà possibile l'assunzione, affinché la possibilità di utilizzare graduatorie concorsuali sia esercitata in un chiaro e trasparente procedimento di corretto esercizio dell'azione amministrativa. Sa-rebbe stato opportuno, visto che l'Assessore Cesetti invita la maggioranza a respingere la nostra mozione, proprio in vista del famoso regolamento che la Giunta ha già pronto, al-meno garantire l'inserimento questi punti nel regolamento o comunque dare una bozza ai presentatori.
Passo la parola al collega e mi auguro che, votando per punti, la maggioranza approvi almeno il primo. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Consigliera Pergolesi, il regolamento non prevede per le mozioni la vota-zione per punti separati.
Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Sono tre anni che solitamente sono sempre pre-sente dall'inizio alla fine, ma oggi ho un impegno, quindi, Presidente, lascio la seduta, ovviamente confermando la mia disponibilità a proseguire su questo punto la prossima volta anche con gli altri consiglieri. Più di questo non mi è dato fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Credo che questa mozione sia molto interessante, lo dico alla maggioranza, in quanto cerca di rendere i concorsi trasparenti, perché pur-troppo è accaduto che nel mettere insieme delle graduatorie, tutti siamo grandi e non solo siamo vaccinati, ma anche “scafati”, come si dice nel gergo politico, ci si accorge che nel-la graduatoria dell'ente c'è Rossi Mario, e la graduatoria è chiusa, così si prende Rossi Mario e lo si inserisce in un'unica graduatoria. Questo è successo e sta succedendo! Sta accadendo anche in sanità, perché in un’Area vasta è chiusa la graduatoria e quindi si prende da quella di un’altra Area vasta, si sommano le graduatorie dell’Area vasta 2 e dell’Area vasta 3 e si prende quello dell’Area vasta 2 perché è amico degli amici e si va avanti. E’ così purtroppo, sono i fatti. Adesso sono venuto a conoscenza che nell’Area va-sta 2 non si è riusciti a coprire il posto per cui era stato indetto il concorso. Non è stato ri-coperto il posto per il quale era stato fatto il concorso. E’ allucinante, cari compagni del PD. Voi siete della sinistra?! Noi siamo la sinistra! Noi siamo la sinistra che difende i lavo-ratori! Questo è il problema vero! State facendo un disastro. Porterò in quest'Aula il caso di un concorso per un posto da centralinista, vinto da una persona, perché questo è, che non è utilizzata al centralino, ma in amministrazione! Ma che film! Questa cosa è dramma-tica. Questa mozione del Movimento 5 Stelle tende a creare delle condizioni di migliore trasparenza, diciamo così, la migliore trasparenza possibile. Questo è un invito che vi fac-cio non da Consigliere ma da ex sindacalista, perché quello che sta accadendo, con la formulazione delle graduatorie volute dalla Madia, volute da tutti, volute dal Governo cen-trale, è un disastro! Se c'è la possibilità di correggere anche a livello locale qualche disa-stro creato, probabilmente non dentro quest'Aula e nemmeno dalla Giunta, ma da altri, è da prendere in considerazione. Dobbiamo riflettere su questa cosa. Prendete questa im-postazione, perché non è una mozione di parte, è una mozione che dà una maggiore tra-sparenza a chi ha bisogno di lavoro, vivaddio, Ha bisogno di lavoro! Ci sono migliaia, de-cine di migliaia di lavoratori che devono essere messi sullo stesso piano. Non è possibile! Lancio questa idea con tutto il calore perché conosco questa situazione. Il fatto che ho denunciato mi è stato sottoposto dai lavoratori due settimane fa: Area vasta 2, concorso per usciere, ma si trova in amministrazione! E se volete, al posto dell'usciere c'è il figlio della signora che è andata in amministrazione. Continuiamo su questa strada? Parlo per cognizione di causa, perché ho la delibera nel cassetto. Non è possibile che succedano queste cose. Credo che questa mozione debba essere votata. Se i compagni vogliono ri-flettere un attimo, riflettete, ma la cosa è importante.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Questa mozione del Movimento 5 Stelle è stata ac-colta con grande considerazione, ed anche con la passione del Consigliere di Zaffiri, che condivido, perché riguarda l'equità e la trasparenza del lavoro, il lavoro non è uno scher-zo, il lavoro è il sostentamento e la dignità di una persona. Prendo le dichiarazioni che ha fatto prima di andarsene l'Assessore Cesetti, il quale ha detto: “Sono a disposizione del Consiglio per discutere e approfondire”, per cui chiederei al Presidente e all'Aula di rin-viare questa mozione al prossimo martedì, in modo che si possa assieme, maggioranza e minoranza, formulare una risoluzione. Credo che anche gli amici e i compagni del PD siano interessati a questa mozione e a quello che significa, per cui faccio ufficialmente questa richiesta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie, Presidente. Purtroppo devo anche prendere atto che abbiamo avuto le schede di questa mozione molto tardi, perché c'è stato un malinteso tra gli uffici, per cui non c'è stato il tempo dovuto per l'approfondimento. Siamo disposti a rinviare que-sto atto e poi con il l’Assessore Cesetti vedremo di approfondire bene l'argomento, deci-dendo in quale sede opportuna discuterlo, se in Conferenza dei Capigruppo o in Com-missione.

PRESIDENTE. Si può rinviare alla prossima seduta solo la votazione, non si può riaprire la discussione.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Allora facciamo un éscamotage. Ritiriamo la mozio-ne e la ripresentiamo identica, però ci deve essere l'impegno di tutti in quest'Aula, per ar-rivare ad una risoluzione.

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha già deciso che la prossima volta non si sarebbero poste mozioni all'ordine giorno, però l’Aula è sovrana e può decidere qualsiasi cosa. Se l'Aula è d'accordo iscriviamo solo questa mozione, ed è evidente che identica non può essere, qualcosa va cambiato, se c'è l'impegno comune dell'Aula la riproponia-mo per il prossimo ordine del giorno, poi l'esito lo vedremo. Per la prossima volta vi chiedo di non ripetere gli stessi interventi di oggi, perché sarebbe paradossale e perché sappia-mo quello che è stato detto. A questo punto la mozione è ritirata con l’impegno di ripresen-tarla già domani mattina per inserirla nel prossimo ordine del giorno.

Mozione 361
ad dei Consiglieri Marconi, Pieroni
“Intitolazione come 'Via Lauretana' del tratto Foligno-Civitanova Marche della Quadrilate-ro”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 361 dei Consiglieri Marconi, Piero-ni.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. Questa mozione nasce perché alcuni mesi fa è giunta come novità dell'ultima ora l’intitolazione del tratto nord della Quadrilatero con una dedicazione fatta, diciamo quasi esclusivamente, dalla Regione Umbria. Io interpellai su-bito il Presidente e visto che il tratto della Quadrilatero, sul tratto nord da Foligno fino Fal-conara è prevalentemente marchigiano, com’è prevalentemente marchigiano il tratto sud, avremmo magari avuto la necessita di una consultazione. Venne nominato Via France-scana o Via della Pace, in quanto su quel tratto San Francesco percorse la strada per raggiungere il porto di Ancona ed da lì la Palestina. Insieme all'Assessore Pieroni abbia-mo lanciato questa ipotesi e nella mozione, proprio per non incorrere nello stesso errore, visto che la decisione sull'intitolazione delle strade spetta esclusivamente alla società Quadrilatero che ne è proprietaria e noi ne abbiamo una piccola percentuale, abbiamo detto che ci sia un processo di larga condivisione. Questa è una proposta, come dire, quasi una sorta di provocazione, perché lungo questo trattato in effetti per secoli i pelle-grini si sono recati fino a Loreto. In verità la Via Lauretana taglia da Macerata verso Reca-nati e Loreto, mentre qui siamo in un percorso che giunge fino a Civitanova Marche, quindi è un po' diverso, anche se la gran parte insiste sul vecchio percorso. Chiediamo al Consiglio di votarla con quest’ apertura, che non è una piccola finestra, ma un finestrone, cioè a dire: “Non ci impicchiamo su questa idea, che però riteniamo interessante per i suoi riferimenti storici, ma quello che chiediamo soprattutto, è che si apra una procedura ad iniziativa della Giunta e del Presidente in testa, che ci rappresenti all'interno di questo organo, o dell’Assessore delegato, perché non si proceda com'è stato fatto precedente-mente e non si sappia all'ultimo minuto che c'è una cerimonia di inaugurazione di una strada”. È vero che in mezzo a tanti problemi l’inaugurazione del nome di una strada è forse fra le ultime preoccupazioni, però non è una strada qualsiasi, è una strada di gran-de scorrimento interregionale, è una strada che abbiamo atteso per decenni e che poi, lo sappiamo, la gente chiamerà come vuole, la chiamerà della Val di Chienti, la chiamerà la Quadrilatero di Macerata, la chiamerà 77 nuova, ognuno la chiamerà come gli pare. Quindi noi chiediamo che dal comune di Civitanova Marche fino a quello di Serravalle del Chienti, la Provincia di Macerata e le rappresentanze regionali in quest’ area interes-sata possano in qualche maniera studiare la questione ed avere la possibilità di fare una proposta in questo senso, e che la cosa non sia risolta in maniera superficiale o in manie-ra frettolosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie, Presidente. Vorrei solo chiedere al Consigliere Marconi se sa che la Via Lauretana esiste già e va da Assisi a Loreto. E’ una strada che è stata fatto nel Medioevo, una strada di pellegrinaggio per arrivare da Roma a Loreto. Tra l'altro c'è anche un libro bellissimo “La via Lauretana da Assisi a Loreto” e nelle Marche abbiamo tre Lau-retane: una a Castelfidardo, una a Numana e una a Fermo. Se vogliamo fare la cinquina chiediamo che la Quadrilatero venga chiamata Lauretana!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie, Presidente. Colgo positivamente la ratio che sta dietro que-sta proposta del Consigliere Marconi. Sono passati diversi mesi dall’intitolazione dell'asse nord della Quadrilatero, che è stata un po’ “anomala, nel senso che c'è stata un'accelera-zione e non c'è stato un coinvolgimento del territorio. Andando all'impegno della mozio-ne, credo che il punto 2 sia assolutamente condivisibile, nel senso che è chiaro che ci deve essere quantomeno una consultazione, quantomeno un coinvolgimento della Re-gione che ospita per gran parte la tratta della Quadrilatero, in questo caso la parte sud del-la Civitanova-Foligno. Per evitare di fare la stessa fine dell'intitolazione, io mi limiterei a questa fase. Le mozioni non si possono modificare, abbiamo un regolamento che proba-bilmente non abbiamo approfondito bene quando l'abbiamo votato, quindi si fa fatica a modificare, però leggo nelle parole del Consigliere Marconi l'impegno a coinvolgere la Regione, quindi la figura del Presidente o della Giunta o della Commissione nel trovare la soluzione migliore per l'intitolazione della tratta Civitanova-Foligno. Sul primo punto ho qualche perplessità, nel senso che, senza nulla togliere all'importanza della Via Laureta-na, proprio perché la Regione Marche ne ha rivalutato l'importanza con ingenti investi-menti per il recupero, credo che da qui a breve, se non vado errato, ci saranno belle novi-tà da questo punto di vista, non vorrei sminuire quell'impegno dell'originaria Via Laure-tana, importante per il turismo, per il recupero delle vie religiose e altro di cui abbiamo di-scusso più volte in quest’Aula. Credo che sia importante rivalutare quello che sta facendo la Regione Marche da questo punto di vista ed anche da un punto di vista meramente lo-gistico, non vorrei che poi qualcuno, per le cose che ha già detto lo stesso Consigliere Marconi, confondesse il tragitto, nel senso che sappiamo che la via Lauretana partendo da Foligno poi arriva fino sopra Macerata e da Macerata devia verso Recanati fino alla Santa Casa di Loreto. Quindi è chiaro che ci sarebbe un tratto della nuova 77 che non fa-rebbe parte del vecchio percorso. Possiamo discutere sul fatto che la casa della Madonna ha volato, perdonatemi la battuta, però sappiamo che le vie si modificano e quella che era la via principale qualche secolo fa oggi forse è modificata, perché i passaggi autostradali e le superstrade passano anche attraverso la costa e quindi la Via Lauretana ha modifica-to il proprio percorso originale e la gente che arriva dalla costa tirrenica fa prima ad arriva-re a Civitanova Marche e poi fare la statale fino a Loreto. Ma non voglio dire sì per forza o no per forza, però condivido il fatto che ci debba essere un coinvolgimento del territorio per questa strada così importante per il quale il territorio, tra l’altro, attraverso le Camere di Commercio e le proprie aziende, ha tirato fuori qualche soldo. Credo che il territorio vada coinvolto nelle figure istituzionali che oggi lo rappresentano. Ripeto, colgo positivamente, anche dal dibattito che è stato fatto e dalla presentazione che ha fatto il Consigliere Mar-coni, la mozione e mi auguro che la Giunta o chi per essa porti avanti la discussione con Anas e gli enti preposti e trovi le condizioni per coinvolgere quanto più possibile il territo-rio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Credo sia una discussione molto interessante quel-la di trovare nella statale 77 una soluzione per la Via Lauretana. Penso che qualcuno po-trebbe dire: “Che c'azzecca?”. Perché siamo fortemente distanti e fra l'altro ritengo che sia necessario ricordare chi sono stati i protagonisti della Quadrilatero. I protagonisti si chia-mano Spacca e Baldassari. Questi sono i nomi giusti da ricordare per la Quadrilatero. Questa è una battuta, ma questa cosa della Via Lauretana non c’azzecca niente, cari col-leghi. Se c’è un problema, se si vuole rilanciare l’immagine turistica di Loreto perché ser-ve ragionare attorno a questa stupenda basilica, dove mia madre mi portava quando ero bambino – se come città mariana non parte perché ci sono incapacità politiche per lan-ciarla come una città turistica di tutta Italia ... (…) Certo, ci sarà chi lo riporterà a lui e all’attuale Sindaco. Credo che questo sia il problema di Loreto, non parlare delle strade che non c’entrano niente, che sono distanti 20-30 chilometri da Loreto. Il problema di Lo-reto c’è, c’è un turismo fatto malissimo, perché volutamente fatto in quel sistema, perché i pellegrini devono andare a Loreto e lasciare determinate possibilità di budget, non per la comunità, non per la città, ma per altri che abitano in quella città. E’ questo il problema! A Loreto c’è bisogno di una capacità politica e di non essere dipendenti del consenso elet-torale, perché non si fa un buon servizio a una comunità. Mi dispiace per il Consigliere Marconi che credo abbia pensato e lavorato per poter rappresentare questa mozione, ma è una mozione che lascia il tempo che trova e non trova il nostro consenso. Anche se va ricordato che effettivamente ci sarà il momento opportuno per ricordare la Quadrilatero e chi sono stati i protagonisti di quella situazione. Naturalmente, non il Partito Democratico che in quel momento governava il territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Di fronte a questa richiesta, come capogruppo la-scio ai miei colleghi la libertà di coscienza perché qualcuno può essere devoto alla Ma-donna di Loreto, qualche altro alla Madonna di Pompei, quindi non voglio costringere a una decisione che ovviamente riguarda la coscienza di ciascuno di noi. Consigliere Mar-coni, avrei preferito che si fosse chiamata più laicamente Via Leopardiana, però, visto le motivazioni che ha dato e vista la libertà di coscienza, io voterò a favore di questa mozio-ne del Consigliere Marconi per sfinimento. Grazie.

PRESIDENTE: Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie, Presidente. Consigliere Maggi, alcuni minuti fa ho parlato con l’Assessore Sciapichetti e la Vicepresidente Casini e ho proprio detto: “Via Leopardiana!”
Voglio fare un altro tipo di ragionamento perché rispetto a quanto ha detto il Consigliere Micucci non ho nulla da aggiungere in quanto condivido tutto, però in questo caso modi-fico il percorso perché vivendo nell’anconetano e avendo fatto il Presidente della Provin-cia di Ancona per due mandati…
Voglio fare una riflessione, anche voi conoscete quanto sono plurali queste nostre Mar-che, so che non c’entra nulla in questo caso né il Consigliere Marconi né l'Assessore Pieroni né il Presidente Mastrovincenzo, però noi stiamo discutendo su come intitolare una strada importante, la Foligno-Civitanova, quando potremmo invece avere un’altra strada altrettanto importante, l’Ancona-Jesi-Fabriano-Perugia che potrebbe rimanere un’incompiuta. Questo non significa che non essendo ultimata una via, non dobbiamo intitolarne un'altra, per carità, però, mentre sul versante umbro, Osteria del Gatto, Casa Castalda, Valfabbrica, Pianello, Perugia, è stato tutto ultimato, di qua ci sono problemi se-ri. Su questo ha ragione l’Assessore Cesetti, bisogna che il CIPE si riunisca, c’è anche la vicenda legata a decine e decine di lavoratori. Accanto al problema dell'occupazione c'è anche quello dell'ultimazione della strada. Credo che l’impegno di quest’ Assemblea legi-slativa ci sia tutto per far sì che quella strada sia ultimata nel suo insieme. Rispetto a que-sta vicenda, il Consigliere Maggi ha detto per sfinimento, io voglio invece viverla diversa-mente. Questa proposta del Consigliere Marconi la leggo come un’egemonia culturale e religiosa su Macerata da parte di questo nostro territorio, soprattutto della parte lauretana, come d'altra parte c'è un'egemonia culturale quando pensiamo a Leopardi e pensiamo ad Ancona. Quindi dentro questo ragionamento dell'egemonia culturale e religiosa voterò questa mozione, fermo restando – forse qui coglierete la contraddizione, ma sono umano – che condivido quello che ha detto il Consigliere Micucci, cioè il fatto che i territori devo-no essere coinvolti prima di intitolare una via.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. Per ringraziare tutti i colleghi che hanno quasi tutti espresso parere favorevole. Consigliere Maggi, lo sfinimento sono i rinvii, ma al di là di questo nel dibattito sono venute fuori delle cose interessanti e mi permetto di fare alcune precisazioni. La prima, l’incompiuta, Consigliere Giancarli, è stata già nominata. Quella che lei percorre si chiama Via Francescana fino a Foligno. Il paradosso è che qua non ci ha pensato nessuno, là invece ci ha pensato l’Umbria. Mi ha dato fastidio che l’iniziativa sia partita dall’Umbria e sia partita in capo a San Francesco. Non vorrei che poi da quest’altra parte ci sia un’altra proiezione francescana, la via dell’Ulivo? E non è una bat-tuta di natura politica. Credo che porre la questione possa servire. Seconda, storicamente, Consigliere Giorgini, le vie Lauretane sono tante, c'è quella che ha nominato lei, ma c'è quella più storica che veniva da Roma, passava per Visso e saliva a Macereto, dove c’è un santuario con la Madonna di Loreto e dove si faceva l’ultima tappa prima di scendere. Ecco perché via Lauretana, perché veniva percorsa dalla gran parte dei pellegrini, che ovviamente salivano anche dal sud o scendevano dal nord, ma quella che attraversava l'Italia era quella. Non c’entra niente Loreto, perché il proponente non è loretano e non è neanche del collegio elettorale di Ancona, caro Consigliere Zaffiri. Qui Loreto fa riferi-mento alla Madonna di Loreto, non alla città di Loreto, perché allora ha ragione il Consi-gliere Micucci che dovremmo chiamarla via Civitanovese, perché muore a Civitanova Marche.
Mi permetto di ricordare che non stiamo decidendo il nome. All’obiezione fatta, ma non registrata, da parte dell’Assessore Sciapichetti, dico che se dovesse nascere una pedona-le che s’ intitola Via Lauretana, non potremmo chiamare la Quadrilatero Via Lauretana, al-trimenti la confusione sarebbe tanta. Ci troveremmo i pedoni in superstrada e i tir sulla via pedonale! Le vie Lauretane non possono essere due, e siccome la Provincia di Macerata sarà quella prevalentemente interessata a questa intestazione, questa è la chiarezza che va fatta in premessa. Riguardo ai protagonisti, dico, caro Consigliere Zaffiri, che come parte in causa, avendola appena consultata, la Madonna di Loreto non ha nessuna pre-tesa di rientrare fra i promotori e costruttori della Via Lauretana, non ha nessuna inten-zione di sostituirsi né a Spacca né al sottosegretario e viceministro Baldassarri. La Ma-donna di Loreto non avanza pretese di questo tipo, anzi nella sua umiltà se non le intito-liamo la strada potrebbe anche essere contenta.

PRESIDENTE. Mozione n. 361. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 370
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Misure di sostegno al reddito dei lavoratori. Articolo 45 comma 1 - Decreto legge 17 otto-bre 2016, n. 189 e ss.mm.ii”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 370 del Consigliere Celani, che la parola per illustrarla.

Piero CELANI. Grazie, Presidente. Dopo aver parlato di cose divine parliamo di cose ter-restri, dei problemi dei lavoratori. La mozione è superata dagli eventi, come l'Assessore Bravi ci dirà. Dopo gli eventi sismici, in modo particolare dopo il terremoto del 24 agosto, sono state emanate una serie di misure attraverso dei decreti legge e delle leggi, che pre-vedevano delle provvidenze per i lavoratori, dipendenti e autonomi. Ovviamente c'erano delle condizioni alla base, che avessero subìto dei disagi per effetto degli eventi sismici. In modo particolare, l'articolo 45 del decreto-legge 189/2016 prevedeva un'indennità per i lavoratori dipendenti del settore privato, compreso quello agricolo, che aveva subìto dei danni, in quanto le loro aziende o le loro abitazioni avevano subito danni e non potevano recarsi al lavoro. Lo stesso articolo 45, al comma 4 prevedeva un'indennità una tantum di 5 mila euro per i lavoratori autonomi, o collaboratori coordinati e continuativi o titolari di at-tività di impresa e professionisti che avevano dovuto sospendere l'attività a causa degli eventi sismici del 24 agosto 2016. Poi ci sono state le leggi che hanno convertito questi decreti e fino al 2017 non esistevano problemi perché tutti i provvedimenti estendevano queste provvidenze anche agli anni successivi, in modo particolare per il 2017. Improvvi-samente il decreto-legge Gentiloni del 29 maggio 2018, n. 55, non estendeva al 2018 queste provvidenze, quindi c'è il rischio che questi lavoratori ne fossero esclusi. Questa mozione prende spunto dalla mancanza nell'articolo 45 del decreto-legge Gentiloni dell'estensione della provvidenza per il 2018. Ripeto, è stato tutto superato in quanto l'ar-ticolo 1 della legge 24 luglio 2018, n. 89, che ha convertito il decreto Gentiloni, ha di fatto consentito la prosecuzione delle misure di sostegno al reddito per l'anno 2018 a favore delle popolazioni del territorio delle regioni Umbria, Marche, Abruzzo e quant'altro. C'è di più, perché poi in data successiva, il 27 luglio 2018, c’è stata un'intesa istituzionale terri-toriale, alla quale ha partecipato la Regione Marche, in modo particolare l’Assessore Bra-vi, che ha firmato questa intesa istituzionale con le altre Regioni e col Ministero per sbloccare 49 milioni di euro che avevamo per consentire il pagamento di queste indenni-tà ai lavoratori. Di fatto il problema è superato. Cosa c’è di diverso? La mozione prevede 2018 ed anni successivi, quindi è un invito fino a che l'emergenza sia terminata. Non faccio barricate, non dico nulla, ma possiamo approvare comunque la mozione come raf-forzativo e tener conto dell'impegno della Regione verso il Governo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Il Consigliere Celani ha spiegato tutto quello che è avvenuto. Effettiva-mente la mozione n. 370 è superata perché è entrato in vigore l’articolo 1 ter della legge 24 luglio 2018, n. 89 e il 27 luglio 2018 abbiamo sottoscritto l’intesa istituzionale territoria-le con tutte le parti. Il Consigliere Celani ha espresso qual è il punto ancora vivo di questa mozione, cioè si richiede alla Giunta un'attenzione e un sostegno per l'anno 2018 e suc-cessivi. Per il 2018 l’abbiamo ottenuto, aggiungo che per il 2019 l’abbiamo già richiesto come Giunta, quindi questa mozione rafforza questa posizione ed è accogliibile.

PRESIDENTE. Mozione n. 370. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 18.15