Resoconto della seduta n.123 del 19/02/2019
Seduta n. 123 del 19 febbraio 2019

La seduta inizia alle ore 13,15

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 123 del 19 febbraio 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 122 del 5 febbraio 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Dobbiamo iscrivere, dietro decisione unanime da parte della Conferenza dei capigruppo, la proposta di legge n. 183, la legge sul tabagismo, se non ci sono obiezioni, mi pare di no, diamo per approvata l’iscrizione della proposta di legge 183, al primo punto dell’ordine del giorno.
Comunico che la Conferenza dei capigruppo ha chiesto il rinvio alla prossima seduta delle mozioni nn. 383, 411 e 452 (abbinate), 415, 442 e 443 (abbinate), 445. In merito alle mozioni relative all’abbattimento del rumore nei Comuni marchigiani, la Conferenza dei capigruppo ha deciso di attendere l’esito dell’incontro programmato nel pomeriggio al quale parteciperà l’Assessore Casini, quindi vedremo se discuterle a seguito dell’incontro.
La mozione n. 453 sul “Giorno del ricordo” della Consigliera Leonardi viene iscritta come primo punto delle mozioni e a seguire la mozione n. 448 del Consigliere Zaffiri “Collegamento ferroviario da Monaco di Baviera fino a San Benedetto del Tronto”.
Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Sulle risultanze di quanto è avvenuto nella riunione con i rappresentanti, che si oppongono alla tassazione del Consorzio di bonifica, chiederei di rinviare la discussione delle proposte di legge nn. 245 e 238, come richiesto dai rappresentanti che abbiamo audito poco fa, per dare modo alla II Commissione e alla Giunta di approfondire l’argomento.
Mi sembra opportuno il rinvio della discussione di queste due proposte di legge, quindi lo chiedo all’Aula.

PRESIDENTE. Di questo ne parleremo quando arriveremo al secondo punto dell’ordine del giorno.
Le altre questioni erano già state decise in sede di Conferenza dei capigruppo, questa è una sua legittima richiesta che metteremo in votazione al momento in cui arriveremo al secondo punto all’ordine del giorno.
Se non ci sono obiezioni su quello che ho comunicato, passerei al primo punto.

Proposta di legge n. 183
ad iniziativa del Consigliere Carloni
“Interventi di lotta al tabagismo per la tutela della salute”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 183 del Consigliere Carloni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Sono in coda all’argomento, quali mozioni sono rimaste?

PRESIDENTE. Le mozioni rimaste sono: la n. 453 (come prima mozione) e la n. 448 del Consigliere Zaffiri e poi, in seguito all’incontro della Vicepresidente Casini, decideremo se trattare quelle relative alle barriere antirumore.

Luca MARCONI. La mia premessa che ritengo necessaria a questa legge è legata al fatto che portiamo all’approvazione dell’Aula, ormai quasi certa, visti i pronunciamenti in sede di Commissione, una proposta di legge che porta la firma esclusiva di un Consigliere di minoranza, ci tengo a sottolinearlo, perché è un segnale relativo al fatto che l’Aula vive anche di iniziative che non sono esclusivamente della Giunta o della maggioranza.
La seconda cosa che ci tengo a dire in premessa è che questa legge l’ho sposata anche dal punto di vista dei contenuti e particolarmente sostenuta perché ritengo che entri nell’ottica degli interventi legislativi che già da quattro anni stiamo assumendo e che mirano a rafforzare quanto già lo Stato disciplina in termini di negazioni, repressione, vigilanza, controllo, perché già esiste una legge sul tabagismo a livello nazionale, ma mette in conto quelle cose che ritengo estremamente utili che solo le Regioni, nella loro autonomia di spesa, possono fare.
Lungi da me qualsiasi moralismo e lungi dalla maggioranza, che sto rappresentando come relatore, non è tanto il punto di negare una libertà, che è quella di fumare, ma affermare un diritto che nella legge è chiaramente indicato, il diritto di tutti coloro che non fumano a godere buona salute e a non comprometterla a causa del fumo.
Come può essere invadente la presenza del fumo? Non solo da un punto di vista fisico, ma anche da un punto di vista educativo. Sulla strada dell’educazione è stato fatto molto, perché leggi nazionali già da tempo, già da molti anni, hanno cancellato la pubblicità del fumo e questo ha prodotto una riduzione molto forte, molto significativa del numero dei fumatori ed ha stoppato sostanzialmente la crescita delle fumatrici donne, che invece è moda e che nel nostro paese si è introdotta da circa 50-60 anni, quindi al crollo dei fumatori maschi si è aggiunta la diminuzione delle fumatrici femmine.
In questo senso siamo stati tutti virtuosi come su altre, alcool, gioco d’azzardo, che producono alla fine una dipendenza patologica. L’unica dipendenza patologica non legale è quella conseguente all’uso di stupefacenti, per tutte le altre, invece, abbiamo non solo la legalizzazione, per cui il tabacco è legale, ma addirittura determinano forti incassi da parte dello Stato, e sembra capire che qualsiasi Governo vada a gestire il Paese non ha poi la grande forza per poterli limitare, quindi la strada dell’educazione, della prevenzione è quella che ritengo sia fondamentale.
In questo senso la proposta di legge apre alcune prospettive interessanti, do per scontata la lettura della stessa e la relazione introduttiva, aggiungo soltanto tre aspetti che mi permetto di segnalare fra tutti, poi naturalmente il relatore di minoranza, che è anche il proponente, avrà modo di spaziare su tutti gli argomenti, quindi lascio a lui il grosso dell’intervento, ma tre cose ci tengo a dirle.
La legge introduce un aspetto particolarmente significativo, che è quello dell’eliminazione delle camere a gas presenti agli ingressi delle strutture pubbliche, noi abbiamo fatto nella legge riferimento soltanto a quelle di natura socio sanitaria, però sarebbe interessante nel tempo l’estensione a tutte.
Qual è ormai l’abitudine invalsa? E’ che è vietato fumare nei luoghi pubblici, però nelle immediate adiacenze, negli ingressi principali ci sono cinque, sei urne cinerarie che raccolgono le cicche e sei, sette fumatori che diventano un po’ l’arco di ingresso. Questo è estremamente nocivo e questa legge prevede che queste camere a gas all’aperto non siano più tollerate.
Un’altra cosa, l’abbiamo ben approfondita in Commissione e la legge la prevede in maniera esplicita, noi abbiamo qualche rara esperienza di centri antifumo, è necessario ricreare una rete di strutture sanitarie, e in questo siamo stati, direi, anche abbastanza intelligenti nella nostra proposta perché non abbiamo definito il tipo di struttura, abbiamo detto che è necessario che esistano quelli che nel passato erano chiamati centri antifumo, dei luoghi presso ogni Asur di Area vasta dove, in maniera virtuosa, chi vuole smettere di fumare può recarsi per conoscere quali buone prassi mettere in campo ed essere anche assistito perché per tutti non è la stessa storia. Io sono un ex fumatore, ho cominciato a 12/13 anni ed ho smesso oltre i 40, e mi rendo conto delle difficoltà che si possono incontrare su questa strada e soprattutto di alcune azioni, di alcuni atteggiamenti che, nell’alimentazione, nel bere, nell’esercizio fisico, possono aiutare il cammino che porta fuori dal tabagismo.
Diciamolo chiaramente, si diventa tutti tabagisti, non c’è un limite, a meno che non ci sia quella rarissima persona che riesce a fermarsi alle 5/6 sigarette al giorno, che a detta dei medici non producono un grande danno perché la distanza tra il consumo di una sigaretta e l’altra è talmente largo che consente all’organismo l’assimilazione, ma anche l’espulsione di tutte le sostanze tossiche che vengono introdotte. Chi va oltre le 5/10 sigarette al giorno è già tabagista e diventa a tutti gli effetti un dipendente. Quindi questo aspetto lo abbiamo messo in conto.
Terza cosa, insieme alla inevitabile educazione e prevenzione in ambito scolastico, abbiamo messo in conto un’idea di prevenzione un po’ più ampia perché questa è una strada che stiamo battendo un po’ dappertutto, non ultima la legge sul gioco d’azzardo patologico dove abbiamo ben capito che se vogliamo educare le nuove generazioni ad atteggiamenti più virtuosi, più salutari, rispetto al vizio da cui può nascere dipendenze, bisogna che ci sia un coinvolgimento diretto di tutta la società civile, a partire dai nuclei familiari che sono i primi intestatari di una attività educativa e soprattutto di un’attività di controllo sui giovani.
Siamo stati tutti ragazzi, quando ho cominciato a fumare a 13 anni chiaramente lo facevo di nascosto, un conto è quello, un altro è che i genitori non prendano pienamente coscienza di questa cosa e, magari, essendo loro stessi fumatori sono eccessivamente indulgenti, senza rendersi conto dei danni enormi che sulla crescita, soprattutto dei ragazzi, possono avvenire a seguito dell’uso di stupefacenti ed anche di sostanze ritenute più innocue, ma ugualmente pericolosissime, come l’alcol e il tabacco.
Credo che questa legge sia la benvenuta in quest’Aula e possa essere il viatico di tutta una serie di azioni a cui la legge accenna e che dovranno trovare poi una sostanza dal punto di vista finanziario. Sappiamo già l’obiezione che qualcuno farà inevitabilmente sull’impegno di spesa che è stato raggiunto, 20.000 euro rispetto agli obiettivi, in questo senso umilmente definiti, non abbiamo messo una stecca infinita di cose da fare, ovviamente 20.000 euro non sono sufficienti, ma mi permetto di dire in anticipo, rispetto a queste obiezioni, che questa materia, essendo socio-sanitaria, può benissimo trovare ospitalità nei capitoli di bilancio relativi alla sanità sia per l’organizzazione dei centri, è ovvio perché verranno fatti con personale socio-sanitario, che nelle azioni di prevenzione, come già abbiamo fatto con la legge sul gioco d’azzardo.
Capisco che i tre miliardi circa del fondo sanitario ormai vengono assaliti da più parti perché grattiamo lì quello che non possiamo trovare nel bilancio ordinario, però in questo senso, l’abbiamo detto molte volte e ci tengo a ripeterlo, la prevenzione nel campo del tabagismo, significa 100.000 euro spesi qui, quindi ai 20.000 preventivati almeno altri 80.000 in campo sanitario, ci fanno risparmiare milioni nel campo della cura, perché poi le malattie che ne discendono, e non è solo la più grave, quella del tumore al polmone, costano e costano molto, non solo alla salute ed all’integrità psico-fisica delle persone ma anche alla collettività. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Ringrazio i colleghi, in particolar modo i membri della Commissione sanità che hanno esaminato questo testo che ho depositato il 14 febbraio dello scorso anno e che dopo un lungo iter, che ha visto la compartecipazione di diverse persone alle ultime modifiche, è finalmente approvato in Aula.
Questo testo, anche come diceva il Consigliere Marconi che ringrazio significativamente per il suo contributo, mi auguro che possa rappresentare un punto di partenza per una azione di contrasto incisiva contro il tabagismo da parte della nostra Regione.
L'obiettivo primario di questa legge, che segue l'esempio di altre Regioni che si sono già dotate di una norma analoga, è quello di sviluppare una strategia coordinata ed articolata per il contrasto di quello che, ad oggi, è uno dei più importanti fattori di rischio prevenibili per la salute, qual è il fumo da tabacco.
Per dare qualche dato ed evidenziare anche l’importanza di una legge al contrasto al fumo da tabacco, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il fumo di tabacco è la prima causa evitabile di morte prematura nel mondo: ogni anno sono 6 milioni le persone che muoiono per malattie legate al fumo di sigaretta. Per non parlare di quello passivo che causa il decesso di oltre 600 mila non fumatori, nuocendo più di quanto si possa immaginare.
Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, si stima che in Italia il fumo provochi dalle 70 mila alle 83 mila morti all'anno. Oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 e i 65 anni di età.
Nelle Marche, come nel resto dell'Italia, il problema del tabagismo è reale.
Secondo una ricerca pubblicata lo scorso anno dal Sistema di sorveglianza passi del Ministero, quello delle aziende sanitarie che monitora lo stato della salute, relativa al periodo 2014-2017, sono fumatori il 23,7% dei cittadini marchigiani.
La fascia d'età con la più alta percentuale, così come nelle Marche, è quella compresa tra i 25-44 anni dove si registra un 33,7% per gli uomini e un 24,1% per le donne. Numeri impressionanti se si pensa che il fumo è uno dei pochi fattori di rischio che potrebbe essere completamente rimosso.
Attraverso questa legge, che è un punto di partenza, che non è certamente esaustiva e che non ha la pretesa di risolvere il problema nella sua complessità, dovrà essere realizzato un successivo piano da parte della Giunta regionale, quindi questo deve essere un indirizzo, uno stimolo, un impegno legislativo da parte del Consiglio verso la Giunta, affinché metta in campo le risorse necessarie ed adeguate, ma anche le competenze professionali in vari ambiti di azione.
Le finalità che si individuano nel testo di legge, che vi invito a votare, sono queste:
- prevenire l'iniziazione al fumo specialmente nei giovani;
- favorire la disassuefazione dal fumo;
- proteggere i non fumatori dall'esposizione al fumo passivo;
- proteggere l'ambiente dagli scarti da tabacco.
Queste sono le quattro mission che questa legge si dà.
Ognuna di queste azioni di intervento, seppur possa viaggiare su binari autonomi, deve rappresentare un tassello di un'unica strategia regionale mirata al contrasto degli innumerevoli danni di ordine sanitario, sociale, culturale, economico ed ambientale provocati dal fumo di tabacco e dagli scarti di sigaretta. E' questo il principale obiettivo della legge. Unire su un'unica strategia tutte le azioni per massimizzare la loro efficacia.
In primo luogo occorre rimarcare l'importanza della prevenzione e di come impedire l'iniziazione all'uso del tabacco.
C'è ancora molto da fare su questo tema, ovviamente è fondamentale fare campagne educazionali rivolte ai giovani, ma su un piano ed un terreno dove ci sia la capacità di penetrare veramente negli usi e costumi dei ragazzi, non campagne pensate e calate dall’alto che non riescono ad entrare nelle mode e nelle tendenze. Ovviamente l'ambito scolastico ritengo sia il luogo più idoneo dove promuovere una cultura della salute per contrastare in modo efficace l'avvio di pericolose abitudini. Infatti la scuola ha sempre di più il compito di fornire le informazioni utili ad aiutare í giovani a sviluppare le abilità anche per sapersi difendere dalle pressioni sociali che spesso sono la causa che spinge ad iniziare a fumare senza avere coscienza dei danni.
Molti credono di poter smettere in qualsiasi momento ed è proprio questa credenza che genera inesorabilmente la dipendenza. I ragazzi sono quasi sempre all'oscuro dei meccanismi che generano la dipendenza ed ignorano o sottovalutano i danni che il fumo provoca al loro organismo ancora in formazione. Purtroppo talvolta hanno anche cattivi esempi in casa, a scuola, ma anche in televisione, ricordiamo tutti tanti film importanti, che sono entrati anche nella mitologia di tante generazioni, dove il fumo era qualcosa che creava un certo glamour ai personaggi dei film che sono diventati famosi, quindi anche questi cattivi esempi concorrono ad avviare e a sottovalutare i rischi della dipendenza.
Occorre attivarsi con strumenti innovativi in considerazione del fatto che i comportamenti prescrittivi (divieto di fumo o il semplice cartello che si usa mettere nei luoghi pubblici) non sempre hanno prodotto risultati efficaci, ed è per questo che con le scuole in primis, ma anche con le società sportive, con i centri di aggregazione, con le parrocchie, devono essere trovati strumenti e forme che interagiscano direttamente con i giovani con linguaggi e mezzi più immediati e più funzionali alla loro creatività al fine contrastare la diffusione di un fenomeno purtroppo molto preoccupante.
La prevenzione è fondamentale, così come la consapevolezza dei rischi ed è giusto, dunque, cominciare un cammino proprio con le scuole e con i giovani.
Sul fumo passivo invece il 10 gennaio 2005, entrava in vigore in Italia la legge Sirchia, ve la ricorderete tutti, che ha vietato il fumo nei luoghi pubblici chiusi. Una legge che fu allora rivoluzionaria, che ha migliorato il nostro stile di vita. Oggi sarebbe impensabile tornare indietro. Da allora molto si è fatto, ma molto c'è ancora da fare.
Il fumo passivo è troppo spesso un fattore sottovalutato, sopportato in silenzio e tollerato. Purtroppo va constatato che esso rappresenta il principale fattore inquinante degli ambienti chiusi e provoca nel mondo oltre seicentomila morti l'anno. Se pensiamo che le centraline in città consentono il blocco del traffico con valori pari a 75 microgrammi per metro cubo di polveri sottili dobbiamo riflettere sul fatto che in una stanza dove si è appena fumata una sigaretta si può arrivare a 400 microgrammi per metro cubo. Questo può rendere l'idea di quanto sia sottostimato e minimizzato il fenomeno tra gli adulti. Per questa ragione in questa legge, naturalmente in sintonia con la legge nazionale, si vuole impedire che si possa fumare anche nelle aree aperte immediatamente limitrofe e adiacenti agli accessi e ai percorsi sanitari, dove troppo spesso, come diceva anche il Consigliere Marconi, si vedono scene sgradevoli e profondamente diseducative per i più giovani e dove, troppo spesso, si accumulano anche eccessi di scarti da tabacco in posaceneri stracolmi che generano anche cattivi odori.
Per quanto riguarda invece l’assistenza e il supporto alla dissuefazione secondo la stessa ricerca citata in precedenza, compiuta dal Sistema di sorveglianza passi, il 34% dei cittadini marchigiani ha provato a smettere di fumare l'anno precedente alla rilevazione. Solo il 10% ci è riuscito. Una percentuale troppo bassa che non può lasciarci soddisfatti ed è per questa ragione che in questa legge abbiamo voluto garantire un impegno per l'individuazione di strutture competenti dell'Asur per l'assistenza ed il supporto alla dissuefazione da tabacco.
Smettere di fumare non è un percorso semplice, infatti, a discapito delle gravi conseguenze per la salute, molte persone fumano. Questo perché nel comportamento dei fumatori convergono aspetti di natura fisiologica e psicologica, il cui radicamento consolidato negli anni rende molto difficile rimuovere definitivamente questa cattiva abitudine.
Oltre alla dipendenza da un punto di vista fisico dovuta a fattori biochimici esiste una dipendenza da un punto di vista psicologico e la decisione di non fumare deve essere sostenuta da fattori motivazionali, emotivi e affettivi che rinforzano nel tempo la convinzione della necessita di non reiterazione di quel comportamento. Tra i metodi più scelti ci sono i cerotti e le sigarette elettroniche, ma, secondo le ricerche scientifiche, sono senza dubbio i corsi per smettere di fumare quelli che danno maggiori risultati.
L'attivazione di luoghi dedicati al supporto alla dissuefazione da tabacco sull'intero territorio regionale è una parte fondamentale di questa legge, voglio rimarcarlo, ed è un'azione integrante della politica di prevenzione, di controllo e cura del tabagismo, che deve essere messa in campo dalla Regione attraverso l'individuazione di équipe multidisciplinari con competenze di tipo medico, psico-educazionale e infermieristico.
Tra le motivazioni che spingono le persone a voler smettere di fumare ci sono in primis le preoccupazioni legate alla propria salute. Le donne più frequentemente smettono di fumare in gravidanza, mentre gli uomini hanno di norma un ripensamento successivo al comparire dei primi sintomi, come disturbi respiratori o cardiovascolari. Il fatto di poter contare su un’equipe medica multidisciplinare in grado di fronteggiare le differenti casistiche certamente potenzierebbe il servizio messo a disposizione per gli utenti e migliorerebbe l'efficacia dell'intervento.
Per quanto riguarda invece gli scarti del tabacco, i mozziconi di sigaretta sono tanto inquinanti e pericolosi per l'ambiente e per la salute quanto i rifiuti industriali. Purtroppo sono pochi i fumatori che hanno sempre l'accortezza di gettare la cicca della sigaretta nei cestini o nei posaceneri, basta osservare la quantità di scarti che vediamo dispersa nelle nostre strade. C'è addirittura chi non si fa problema a gettarla nel mare.
Il danno ambientale è devastante, basti pensare che i filtri delle sigarette si decompongono nell'arco di decenni, poiché composti di una sostanza sintetica che si chiama acetato di cellulosa. Per quanto riguarda lo scarto da fumo occorre aggiungere che solo da pochi anni le cicche di sigaretta sono considerate davvero un rifiuto, infatti per questo ritardo e in questa valutazione c’è una carenza normativa e troppo spesso a causa di una bassa coscienza ambientale, è una consuetudine consolidata e quasi "tollerata" quella di gettare le cicche per terra, nei tombini, lungo i binari del treno, ai margini dei marciapiedi, dove capita, con noncuranza e negligenza. Il risultato di questo comportamento ha come effetto che i mozziconi di sigaretta siano la tipologia di rifiuto più presente nell'ambiente, nelle strade, nelle spiagge, nei parchi. Per questa ragione questa legge propone un impegno ed uno sforzo per promuovere, assieme naturalmente ai Comuni e a tutti gli enti pubblici, campagne finalizzate all'utilizzo di posaceneri collettivi e/o personali. Combattere il degrado causato dagli scarti da fumo deve diventare una priorità di ogni pubblica amministrazione.
In conclusione questa legge certamente non ha la pretesa di risolvere il problema del tabagismo nella nostra Regione, ma vuole essere il punto di partenza di un disegno organico pluriennale organizzato con più azioni finalizzate a questo obiettivo.
Come Regione Marche se riusciremo a massimizzare le nostre risorse economiche e professionali offrendo strumenti efficaci che consentano di dare una speranza e un vero aiuto a coloro che vogliono smettere di fumare e soprattutto se riusciremo ad essere efficaci nell'azione di prevenzione impedendo che i giovani incomincino con questo brutto vizio, avremmo fatto sicuramente una grande azione per la salute e per la qualità della vita dei nostri concittadini regionali. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Dico subito che il mio sarà un voto favorevole, quello di Fratelli d’Italia, rispetto a questa proposta di legge, così come è stato anche in sede di esame all'interno della Commissione sanità.
Certamente gli obiettivi che questa proposta si pone sono ambiziosi, ma sono assolutamente condivisibili e sono un punto di partenza importante per una lotta a un problema che, abbiamo visto anche nelle relazioni introduttive, ha delle conseguenze in primo luogo di natura sanitaria, quindi sulla salute di chi fuma, su di chi vive a fianco di chi fuma, e nei luoghi pubblici dove il fumo all’aperto è consentito.
Il secondo aspetto importante è legato all'inquinamento e quindi alla componente ambientale rispetto al rifiuto della sigaretta.
L'obiettivo è meritorio ma difficile, è un impegno al quale dobbiamo guardare tutti, soprattutto per le nuove generazioni.
In questo periodo si sta vedendo come la fascia dei ragazzi, che sappiamo un po’ per ribellione, un po' per consuetudine in un’età nella quale si forma il carattere, guarda a degli esempi in cui, purtroppo, per tanti anni il fumo è stato un simbolo di ribellione, un simbolo di crescita personale, di affrancamento rispetto alla generazione precedente.
Bene, su questo certamente bisogna intervenire dando e fornendo gli strumenti per comprendere le conseguenze negative del fumo, consapevoli del fatto che oggi, purtroppo, è ormai cosa più che dimostrata che all'interno delle sigarette vengono messe delle sostanze che creano ulteriormente dipendenza rispetto a quella che è già nella natura del tabacco. Per questo bisogna poter intervenire con tutti gli strumenti utili.
Trovo assolutamente giusto e corretto che le campagne vadano costruite con il linguaggio e con la struttura propri dei giovani, altrimenti saranno campagne che vanno a vuoto, il simbolo di chi non fuma deve essere un simbolo positivo, lo sfigato, permettetemi la parola, deve essere quello che fuma e non quello che non fuma, perché sappiamo che i danni che questo vero e proprio vizio porta sono purtroppo numerosi.
Ora, senza fare una campagna oscurantista o troppo forte, reputo che la consapevolezza e la conoscenza dei rischi a cui si va incontro - spesso quando si inizia non si ha magari la maturità e le capacità di apprendere appieno, perché si è in una fase molto precoce della vita - devono essere un obiettivo prioritario per questa Regione.
Quindi, nonostante il neo che è stato evidenziato anche nel dibattito in Commissione, il fatto che comunque le risorse iniziali, 20.000 euro, sono sicuramente esigue e non commisurate all'obiettivo grande, importante e difficile, che è quello di un cambiamento nel pensiero, è quello di un cambiamento nell'atteggiamento nell'approccio verso il fumo, non visto come un qualcosa di poco conto, ma per tutte quelle sfaccettature che può portare, è comunque un punto di partenza.
Su questo ci siamo mossi anche nel ragionamento in Commissione, supportando una proposta che, come punto di partenza di un obiettivo importantissimo per il quale dobbiamo spenderci, si muove sicuramente nella direzione più giusta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Brevemente per annunciare il voto del Movimento 5 Stelle a favore di questa proposta di legge, anch'io sono un ex fumatore, da ragazzi si cominciava a 12/13 anni, quando si andava alle medie, per far vedere quanto eravamo grandi, soprattutto nei confronti delle ragazze.
Adesso ci sono altri elementi per dimostrare la propria maturità, che non sono le sigarette.
Sono un recente ex fumatore pentito, all'inizio di questa legislatura, quando sono stato eletto ero compagno del Consigliere Rapa fuori, sotto la copertura trasparente, a fumare le sigarette, poi l'elezione a Consigliere regionale mi ha fatto riflettere ed ho smesso, quindi qualsiasi elemento contribuisca ad allontanare le persone, soprattutto i giovani dal fumo, deve essere comunque sostenuto.
Ovviamente molti passi sono stati fatti, l'Europa è recente nella battaglia contro il fumo. Mi ricordo che negli anni 80 negli Stati Uniti, quando andavi in un ristorante o in un bar ti relegavano in un posto lontano per fumatori e ti guardavano come fossi stato non solo un appestato, ma quasi un delinquente.
C'è stata tutta una letteratura rivolta al fumo ed alle sigarette, voglio citare Humphrey Bogart che aveva la sigaretta sul lato della bocca ed era considerato un sex-symbol, poi la pubblicità delle sigarette era martellante, la nostra Ferrari aveva il simbolo delle Marlboro che campeggiava sull’alettone, unendo l’entusiasmo per la macchina al brand del fumo.
Questa proposta di legge ha un finanziamento legittimo, ritengo che tutto quello che serve per disincentivare l'avvicinamento al fumo o addirittura a smettere di fumare sia una cosa da appoggiare.
L’abbiamo fatto in I Commissione e quando la legge è arrivata per la parte finanziaria abbiamo accettato la proposta di portarla con urgenza in Aula, nella Conferenza dei capigruppo. Ovviamente ho ascoltato con interesse l'analisi e lo studio che ha fatto il proponente, Consigliere Carloni, oltre alla relazione del Consigliere Marconi, condivido questa cosa e personalmente ed il mio gruppo voteremo convintamente a favore di questo provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Consigliere Carloni, lei è fortunato perché se questa proposta di legge fosse arrivata in III Commissione probabilmente la risposta sarebbe stata. “Ma c'è già la legge nazionale”.
Sono contento di questa legge perché introduce anche elementi di novità, in particolar modo apprezzo la promozione e l’uso del portacenere individuale.
Voglio raccontare un piccolo ricordo, 35 anni fa avevo 15 anni, con la famiglia facemmo un viaggio in Oriente e andammo a Singapore, Singapore è una Città-Stato, autonoma, estremamente pulita, la mattina passavano, ovviamente parlo del centro, la lucidatrice sui marciapiedi e - trentacinque anni fa - era vietato fumare ovunque al chiuso, all'aperto si poteva fumare, ma non si poteva gettare la cicca di sigaretta a terra e per dissuadere questo comportamento a quel tempo c’erano dei cartelli molto esplicativi e 500 dollari di multa. Ricordo che molte persone, praticamente tutti fumatori, andavano in giro con il loro portacenere dentro al portafoglio, aprivano il portafoglio e ci buttavano non solo la cicca, ma anche la cenere. Questo per dire. Questa era una misura volta a non sporcare la strada, ripeto, passavano con la lucidatrice i marciapiedi, una città pulitissima, la Svizzera a confronto - nei nostri schemi mentali - era molto sporca.
Questo lo dico perché sono contento che finalmente, dopo 35 anni, nelle Marche si promuova una legge che incentivi a fare particolare attenzione all'inquinamento da fumo passivo e all’ambientale perché, come lei giustamente ha ricordato, gli scarti del fumo non sono facilmente biodegradabili e durano anni.
La legge che va in questa direzione non può ovviamente che trovare soddisfazione e accoglimento da parte mia, quindi la voterò favorevolmente. Sono contento che sia stata presentata e mi auguro anche - ho visto che prevede la valutazione, come spesso capita - che il Comitato di valutazione negli anni valuterà l'efficacia di questa legge eventualmente apportando dei correttivi qualora necessari. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Ultimamente altre forme di dipendenza, forse, hanno fatto passare la dipendenza da fumo, da tabacco, un po' in secondo piano.
Oggi abbiamo dipendenze da ludopatia, tossicodipendenze, dipendenza da alcol, forse il discorso della dipendenza da fumo sembra un po’ anacronistico, però quello che ci fa svegliare e che ci riporta alla realtà non sono solo i danni alla salute propria e di altri, ma anche i problemi e i danni correlati all'ambiente.
Quindi, ben venga una proposta di legge come questa, un atto molto più articolato che impegna la Regione ad assumere a tutto tondo una responsabilità nei confronti di questa problematica.
Problematica che deve essere affrontata anche con iniziative che danno il buon esempio. Ricordo, il Consigliere Giacinti lo può confermare, che nel Comune di Monturano, ad esempio, spicca il cartello di divieto di fumo nelle aree esterne adiacenti alle scuole dell'obbligo, anche non vedere gente che fuma fuori dalle scuole può essere un'iniziativa lodevole.
Ciò non basta, parlo da ex fumatrice più che accanita, perché fumavo quasi 3 pacchetti di sigarette al giorno, ma non è stata la preoccupazione per la mia salute o il rispetto per la salute degli altri, non è stato un pneumo-torace che ho avuto, non è stata la spesa economica, perché io facevo a meno anche di qualcosa di necessario pur di acquistare le sigarette, non è stato nemmeno il danno ambientale perché il posacenere portatile lo avevo sempre con me, sapete che cosa è stato? Un giorno sono tornata a casa pensando di avere le sigarette, alle 3 di notte mi sono svegliata ed il pacchetto era vuoto, a quell’ora di notte con il pigiama ho preso il giubbetto in pieno inverno e sono partita in macchina e sono andata ad un distributore e lì mi sono resa conto che il danno maggiore, la dipendenza maggiore, non è quello psicologico, ma psichico.
Nei pacchetti di sigarette c'è scritto che il fumo uccide, è un messaggio oramai consueto, che non viene percepito, ma io posso dire che se il fumo non uccide immediatamente, comunque uccide delle cellule cerebrali, rende la persona schiava, una persona non è più capace di operare le proprie scelte, non è più capace di assumere delle decisioni e cambia modalità di vita in funzione della sigaretta. Questo è molto importante.
Ricordo che mi costava fatica anche a scendere sotto a buttare la spazzatura, ma alle 3 di notte ho preso l'auto per andare a schiavizzarmi di nuovo, lì ho capito ed ho detto “Basta, non tornerò indietro”, finalmente avevo preso coscienza per un caso fortuito.
Ben venga che la Regione assuma delle iniziative per dissuadere i giovani dall'accostarsi al fumo, perché è una delle prime dipendenze. Anche alle scuole primarie, io ero insegnante, vedevo i ragazzini di quarta e quinta elementare, quindi in tenera età, che tranquillamente - ogni tanto si sentiva l'odore - si avvicinano al fumo per dare l'impressione e dire: “Mi sento grande, voglio fare qualcosa”. Specie nell’età di sviluppo i danni sono anche, direi, permanenti, quindi, con questo mio intervento annuncio il voto favorevole mio e del gruppo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Approfitto dell'intervento, uno, per dare il mio sostegno a questa legge, perché va a definire ancora meglio il quadro della legge nazionale; due, per fare un appello attraverso un paragone che spero non sia ardito.
Adesso ne ha accennato la Consigliera Malaigia, mi sembra che la normativa sul tabagismo abbia seguito uno schema tradizionale e corretto, cioè la presa di coscienza, ormai diversi anni fa, da parte della popolazione in merito al problema di fumo passivo; l’evidenza delle malattie, purtroppo sono dovute passare molte vite umane prima di accorgerci di questa emergenza; il Governo nazionale, incidentalmente, attraverso il ministro Sirchia, ma chiunque fosse stato all'epoca al Governo, ha preso una simile decisione, almeno me lo auguro; oggi arriviamo attraverso la legge regionale a definire alcuni aspetti di una legge nazionale che sul tema della dipendenza da fumo, credo, sia indispensabile.
Il parallelo è con la legge che abbiamo approvato ormai un paio d'anni fa e che oggi torna un po' di moda, che è quella sulla ludopatie. A fianco della presa di coscienza da parte della popolazione, almeno di una parte di essa, della gravità della ludopatia in realtà non c'è stata una normativa nazionale a sostegno, né i precedenti Governi, purtroppo, né l’attuale Governo, almeno fino ad oggi, mi auguro che ci sia un ravvedimento. Neanche questo Governo ha preso coscienza del grosso tema, del grave tema della ludopatia e lascia tutta la normativa in mano alle Regioni che, in maniera trasversale, indipendentemente dai colori politici, stanno intervenendo e sono intervenute come hanno potuto in base alle loro competenze. Se su questo non facciamo un appello ai Governi di oggi e di domani per un intervento che sia unitario da un punto di vista nazionale, credo che non andremo molto lontano perché sul tabagismo ci sono oggi delle limitazioni: di vendita al minorenne, nelle pubblicità, nell'uso, limitazioni che di fatto sono nella coscienza di tutti, tant'è che oggi arriviamo a dire che non si può fumare nei luoghi interni, ma anche nei luoghi esterni.
Dobbiamo limitare l'utilizzo del fumo e questo è assolutamente condivisibile, perché se non fumiamo dentro poi dobbiamo attraversare delle camere a gas per uscire all'esterno, questo vale per gli ospedali, per i Consigli regionali, per gli stadi, vale per tutti i luoghi pubblici che oggi vedono dei divieti. Se non è così, è chiaro che è limitata la normativa che andiamo a fare.
Purtroppo il tema delle ludopatie - e chiudo perché non è oggetto di discussione, ma mi piaceva fare un focus su questo argomento - andrà discusso, anche fra non molto tempo, di nuovo qui in Aula regionale perché se non ci sarà una normativa nazionale che regolamenterà il tipo di utilizzo, il tipo di giochi che vengono effettuati - è chiaro, ce lo siamo detti più volte in Commissione, non è che tutti i giochi sono allo stesso livello e la patologia non prende spunto allo stesso modo dai diversi giochi - il tema rimarrà ancora a galla per diverso tempo.
Confermo nuovamente il mio voto favorevole, ma immagino di tutto il gruppo, a sostegno della legge e mi auguro che su quest'altra tematica si possa aprire a breve un focus anche a livello nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Rapidamente due brevissime considerazioni, anch’io naturalmente voterò a sostegno e a favore di questa proposta di legge, anch’io mi iscrivo al partito degli ex fumatori, mi pare di capire dagli interventi che in molti abbiamo fatto questo percorso, anche se il mio si perde nella notte dei tempi, e svelo anche quale meccanismo c’è, tra i tanti, dietro la voglia del fumo.
Da studente di anatomia patologica ho più volte assistito a delle autopsie e il tumore al polmone era una di quelle patologie maggiormente presenti, ricordo il colore di quei polmoni catramati ed asfaltati, allora ero un fumatore ed uscendo dalla sala autoptica la reazione che paradossalmente avevo era quella di accendere una sigaretta, immaginate l’esorcizzazione del rischio che ci poteva essere.
L'intervento che voglio fare è per puntualizzare alcuni aspetti. La legge c'è, è importante, però non siamo all'anno zero, nel senso che in questa Regione esiste un piano della prevenzione 2014-2018, che tra l'altro recepisce il piano della prevenzione nazionale, dove vengono previste una serie di azioni trasversali, se non specifiche, che hanno come obiettivo quello di contrastare l'abitudine tabagica, penso al lavoro che viene fatto nelle scuole, perché, come ha ricordato la Consigliera Leonardi, quello che abbiamo registrato negli ultimi anni è stato un incremento del fumo nelle nuove generazioni.
C'è poi un'azione specifica che riguarda la gravidanza, la lotta al tabagismo durante la gravidanza per le conseguenze che questo può avere sulla nascita del feto.
L'ultima cosa e chiudo, il limite di questa legge è un po' il limite della norma sull'invecchiamento attivo, ed è quella dei fondi perché per avere un centro antifumo degno di questo nome - noi non ne abbiamo nessuno, li avevamo, ma sono stati superati e chiusi - che sia efficace nell'azione di contrasto al tabagismo, occorrono tante risorse. Occorre il pneumologo, occorre l’assistente psicologo, l'assistente sociale, una serie di figure che chiaramente necessitano di risorse importanti.
Mi auguro, almeno questo la legge come obiettivo dovrebbe averlo, che si stimolino in questa direzione i servizi salute della Regione Marche, l’Asur e tutte le articolazioni del ricco sistema sanitario marchigiano magari a riprendere almeno un centro antifumo, se non per Area vasta, almeno uno o due nella nostra regione per contrastare in maniera efficace e se volete anche scientifica l’abitudine tabagica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo, innanzitutto esprimo soddisfazione per l'approvazione di questa proposta di legge contro il tabagismo, quindi mi complimento con il Consigliere Carloni.
Ho sentito tanti interventi di fumatori pentiti e abbiamo scoperto che anche il Consigliere Marconi un vizietto l’ha avuto nella sua gioventù, io invece vi porto l’esempio di uno che ha tanti altri difetti, ma su questo non ci ho inciampato mai, non ho mai fumato nonostante avessi avuto a casa mio padre e mio nonno fumatori, addirittura ai tempi della giovinezza, dell'università, nel mio appartamento due colleghi fumavano talmente tanto da farlo diventare nero come la Santa Casa di Loreto, questo per dire che molto spesso dipende anche dalle circostanze, dipende dall’ambiente, dalle compagnie, dalle amicizie e altro.
Vedo in questa legge un aspetto molto importante e significativo ed è l'articolo 2, che prevede che la lotta al tabagismo si fa attraverso la pianificazione, un piano, e non soltanto attraverso una normativa stringente, che in qualche modo è sanzionatoria.
E’ molto importante un altro aspetto, che ha colto il Consigliere Volpini quando ha detto che non siamo all'anno zero, giusto, perché si fanno tanti progetti anche a livello locale (enti locali, scuole) che da soli e in una rete lavorano su questo tema.
Esiste un piano nazionale ed è importante, dettagliatamente descritto all'articolo 2, che è l'elemento più saliente di questa legge, che vada ad integrarsi con tutti i piani che sono esistenti, altrimenti svanisce un po' l'operatività di questa legge.
Ottima la legge, importantissimo secondo me l'articolo 2 che definisce finalmente un intervento pianificato a livello regionale coinvolgendo, quando la Regione farà questo piano, l’Asur e soprattutto le scuole, ma anche e soprattutto le famiglie perché magari succede che tutti i buoni propositi svaniscono all’interno della famiglia dove la mamma, oppure il papà fuma, il ragazzino lo vede come qualcosa da imitare, lo fa l’adulto perché non posso farlo e io? L'approccio di un piano, di un intervento a livello familiare è molto importante e significativo, per cui non possiamo, come gruppo di Forza Italia, che essere favorevoli e quindi votare positivamente questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Soppresso

Articolo 6. Soppresso

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 183. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Stiamo parlando, Presidente, delle proposte di legge 245 e 238?

PRESIDENTE. No, siamo alla proposta di legge n. 244.

Proposta di legge n. 244
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Zaffiri, Traversini, Celani
“Valorizzazione dei mulini storici ad acqua delle Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 244 dei Consiglieri Giancarli, Zaffiri, Traversini, Celani. La discussione è aperta ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La proposta di legge riguarda la valorizzazione dei mulini storici ad acqua delle Marche. Se vi ricordate il Consiglio regionale aveva approvato all'unanimità una mozione nel 2016, presentata dai Consiglieri Zaffiri, Giancarli, Celani e dal sottoscritto.
La mozione invitava la Regione ad una presa di posizione e ad un lavoro che portasse alla valorizzazione ed al recupero dei mulini storici ad acqua. Questo perché fanno parte della tradizione, dall'anno 1000 al 1800, della nostra cultura rurale, una cultura che ci appartiene e che al centro metteva il mulino ad acqua.
In Italia ce ne sono tantissimi, in Europa ne sono stati contati circa 350, questo è il grande patrimonio culturale, oltre alla possibilità di utilizzo, perché in alcune zone sono ancora attivi. Tant'è che ne abbiamo visitato uno molto interessante vicino a Cingoli, di proprietà dell’Associazione nazionale mulini storici, perché esiste anche una Associazione - e lì si vede veramente il valore - che rappresenta il mulino storico ad acqua che è un valore culturale e turistico altamente attrattivo, soprattutto di insegnamento per i visitatori e le scolaresche. Ha anche un valore economico per la produzione, perché quelli che sono ancora attivi e funzionano, oltre il fascino di vedere il mulino funzionante, danno la possibilità di avere dei prodotti di qualità con i vecchi metodi, soprattutto le farine.
La legge è semplicissima e riprende quel percorso che come Consiglio avevamo iniziato, quindi la valorizzazione del mulino storico ad acqua.
Gli articoli sono 6, di fatto, perché ci sono: l’articolo 3, l’articolo 3 bis e 3 ter, con cui fissiamo come mulino storico quello antecedente al 1900.
Nell’articolo 2 sono elencate le indicazioni della legge, dove si parla appunto di conservazione e ripristino. Questo è uno degli obiettivi fondamentali, rimetterli a posto non solo per renderli visitabili - può avere la sua funzione anche se non funzionante e produttivo - dal punto di vista culturale dalle scolaresche e dai visitatori, per quello che può evocare nella nostra tradizione, ma anche per il ripristino.
Per far questo abbiamo bisogno di fondi, poi lo dirò nella parte finale, ed abbiamo dato indicazioni, nell'articolo 3, su alcune azioni che sono legate ad esempio al Psr, al discorso dell’utilizzo dell'agricoltura, ai fondi europei o altri fondi che sono legati al turismo e che potrebbero essere allocati per il recupero ed il ripristino dei mulini.
Altra cosa importante prevista dalla legge, lo prevedeva anche la mozione, è il censimento dell'attuale situazione, per valutare bene la realtà marchigiana e definire i mulino che potrebbero essere recuperati.
Entro ogni anno la Giunta deve relazionare sul censimento e sui benefici che sta dando la legge rispetto al recupero e al ripristino dei mulini storici individuati.
Tutto questo ha bisogno di fondi.
Il lavoro fatto in Commissione, devo dire, è stato di squadra e si è interfacciato anche in diverse occasioni con l'Assessore al bilancio, altrimenti si fanno le mozioni, e vanno benissimo, per invitare a svolgere un lavoro, ma una legge senza un minimo di fondi diventa alquanto complicata ed ha pochissimo senso.
Nell'articolo 4 abbiamo in bilancio 30 mila euro nell'anno 2020 e 100 mila euro per il 2021. Questo è l'impegno, potrebbero essere di più, dovrebbero essere di più, però queste cifre sono già un segno per poter iniziare un lavoro importante per recuperare, lo ripeto nuovamente, un patrimonio rilevante della nostra cultura rurale e contadina, che fa parte delle nostre tradizioni e che può essere condivisa e conosciuta in maniera più approfondita anche dai giovani, considerando l’attrazione ed il valore che hanno i mulini ad acqua dal punto di vista turistico.
E’ stato fatto un buon lavoro, speriamo che sia l'inizio di un recupero sostanzioso e grazie al censimento vedremo quanti sono i mulini esistenti nella regione Marche Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Credo che il Presidente Traversini abbia illustrato molto bene come da una mozione sia nata questa legge.
Dobbiamo molto al Consigliere Zaffiri che all’inizio si è fatto carico di rappresentarci questa necessità, dato che in alcuni territori, nel maceratese in modo particolare, ma anche nell'ascolano, particolarmente nell’acquasantano e nell’arquatano, esistono testimonianze molto interessanti.
Apparentemente sembra, come ha detto il Presidente Traversini, una legge molto semplice, consta di pochissimi articoli, uno la legge così e sembra che sia destinata soltanto a tenere alta la memoria - oggi siamo in tema di ricordi - di alcuni manufatti antichi, storici che oggi vengono inquadrati come beni culturali.
In realtà, seppur questa legge consta di pochissimi articoli, è molto importante perché tende a far memoria non soltanto di un manufatto, di qualcosa di concreto, ma di una civiltà, quella rurale, che tanto ha dato per lo sviluppo socio-economico del territorio delle Marche. Possiamo dire inoltre che tende a far testimonianza di quella continua ricerca che l'uomo ha avuto fin dalla sua presenza sulla terra, di utilizzare la natura, i mezzi messi a sua disposizione, per progredire, per cercare di migliorare il più possibile la qualità della sua vita.
Questa legge è una testimonianza molto forte di una civiltà e della volontà che sempre l'uomo ha avuto di utilizzare gli elementi della natura, sia il vento, sia l'acqua, siano gli animali presenti in natura, per poter progredire, per poter migliorare la qualità della sua vita.
Veniamo a questi mulini ad acqua, innanzitutto è bello capire e accorgersi, seppur non ci sia fino ad ora un censimento molto pregnante, dell'esistenza di questi manufatti, però abbiamo detto in Commissione che, ad esempio, la Fondazione Marche Cultura potrebbe occuparsi anche di questi beni architettonici.
La presenza di mulini ad acqua è lontanissima, addirittura risale a qualche secolo prima di Cristo, perché c'era un architetto romano, Vitruvio, che addirittura nel primo secolo a.C. descrive questa macchina particolare che serviva per macinare i cereali o quello che la natura offriva.
Ecco perché noi ci siamo “ostinati” a dire che è storico qualcosa che c'era prima del 1900 e che il mulino storico non poteva essere inquadrato all'interno del codice dei beni culturali, che dice che è storico tutto ciò che ha almeno 70 anni.
Abbiamo delle testimonianze storiche, degli scritti che addirittura risalgono a prima dell’epoca cristiana, al primo secolo a.C., di queste macchine che sono state codificate. Allora occorre andare alla ricerca di quello che è un grande bene architettonico o un grande patrimonio dal punto di vista non soltanto culturale, ma anche scientifico. Ecco perché abbiamo detto: “Lasciamo anteriori al 1900”, e questo è un punto su cui noi dobbiamo batterci.
L'altro aspetto è quello della capacità che ha questa legge di incidere sull'effettivo recupero di questi beni, in pratica su quali risorse possiamo contare per poter recuperare questi manufatti e metterli a disposizione di tutti, non soltanto degli amanti di questo settore, ma del turista in genere, soprattutto in questo momento di grande difficoltà delle aree interne, perché questi mulini si trovano soprattutto nelle nostre aree interne.
Credo che noi non possiamo soltanto utilizzare i fondi previsti per la cultura e per il turismo, per il recupero specifico dei beni culturali, ma, ad esempio, qualora i mulini ad acqua fossero o diventassero di proprietà di aziende agricole, questo è fondamentale, noi lanciamo anche un assist, potremmo utilizzare i fondi dell’agricoltura, siccome ne abbiamo molti, per recuperare questi manufatti che magari potrebbero produrre farine biologiche. Abbiamo la grande possibilità di poter attingere a questi fondi, purché queste aziende agricole lavorino prodotti biologici e ovviamente di qualità.
Sono favorevolissimo a questa proposta di legge, d'altra parte ci siamo impegnati, prima con la mozione e poi in Commissione a portare avanti il prima possibile questa legge, con le piccole risorse che abbiamo del 2020/2021, sperando che poi possa arrivare pure qualcos’altro dal Psr, dando così anche un segnale molto importante alle aree interne dal punto di vista turistico, economico e produttivo, perché alcuni mulini che attualmente funzionano possono dare un contributo anche allo sviluppo economico, produttivo di talune zone, lavorando prodotti speciali, prodotti di qualità, che altri mulini elettrici non possono produrre, come quelli che davano le macine dei mulini ad acqua.
Sono favorevole e particolarmente entusiasta di questa legge, perché andiamo a recuperare una parte della nostra memoria, di una grande civiltà agricola, di una grande civiltà contadina, a cui ancora non diamo il giusto peso, la giusta importanza per il grande sviluppo che ha dato al nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, noi ci siamo trovati, è stata già ricordata una parte del percorso dal relatore di maggioranza, Presidente Traversini, e anche dal relatore di minoranza, Vicepresidente del Consiglio regionale, Celani, rispetto ad una mozione, rispetto ad alcuni approfondimenti e ad alcuni contenuti della legge stessa.
Ci siamo trovati con i Consiglieri Traversini e Zaffiri, nell'estate scorsa, era luglio per l’esattezza, a Cingoli in un mulino, con molti portatori di interesse del territorio, imprenditori, mondo rurale, imprenditori delle imprese manifatturiere, dell'agroalimentare, del mondo della cultura, c'era anche un funzionario dell'Assessorato, che non aveva centrato tantissimo il tema, però questo non dipende da lei, Assessore, anzi se c’era lei avrebbe arricchito la presenza e il dibattito.
Nel percorso che è stato anche ricordato, la mozione dava degli obiettivi molto chiari, per la verità in questa regione c'è anche una legge regionale di tanto tempo fa, la n. 43 del 1998, sulla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e lì sono inseriti, tra i beni del patrimonio immobiliare, architettonico, storico-artistico, oggetto di specifici interventi di restauro e risanamento conservativo e manutenzione straordinaria, anche i mulini ad acqua.
Quando parliamo dei mulini, parliamo di un pezzo di storia della nostra comunità marchigiana, di molti valori, da quello architettonico a quello economico. Ad esempio, quell'estate, insieme, non a caso, facemmo prima quella mozione, primo firmatario il Consigliere Zaffiri, e dopo quell’incontro a Cingoli questa proposta di legge perché in quella giornata non soltanto approfondimmo, ma riuscimmo anche a vedere la multifunzionalità.
Non voglio ripetere quello che è stato detto anche perché l'hanno fatto molto bene sia il Consigliere Traversini che il Consigliere Celani e poi vedo iscritto a parlare anche il Consigliere Zaffiri, anche il Consigliere Giorgini mi ha raccontato delle esperienze sui mulini, soprattutto nell'ascolano, persone quindi che conoscono bene questi aspetti, queste infrastrutture, però noi quel giorno vedemmo anche la multifunzionalità di quel mulino perché non c'era soltanto la produzione, la trasformazione di cereali e quindi dell'intera filiera fino al pane, ma in quel mulino c'era anche la segheria, la produzione di energia, energia rinnovabili, idrauliche, il frantoio dell'olio, attorno si riuscivano a mettere insieme più attività economiche legate al mondo rurale, al mondo dell'agricoltura, con una caratteristica molto ferma, che era quella appunto dell'uso delle risorse inesauribili, che lì riuscivano ad esercitare una forma di economia circolare. Oggi parliamo di economia circolare e molte volte in questa economia circolare, in realtà come la nostra, c'è una profonda civiltà contadina, trasformata poi nell'imprenditoria agricola, industriale, artigianale, e queste forme sono ancora praticate.
Gli obiettivi che ci poniamo con la legge sono: il recupero dal punto vista architettonico, il censimento, le risorse che sono a disposizione, la verifica, anche perché è stata inserita una clausola valutativa. Mi sembra una legge completa che può dare un contributo all'economia rurale, turistica, alla valorizzazione delle aree interne, al recupero di molti aspetti sia di carattere economico che sociale.
Non credo che si debba aggiungere altro, se non dire grazie non solo ai colleghi che voteranno la legge, ma anche a quelli che hanno voluto portare in Aula questo atto, oggi, ieri, che prevede anche la verifica nell'attuazione della stessa, per far sì che questo insieme di obiettivi, da quello ambientale a quello economico e culturale, possano essere raggiunti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che sia stato detto quasi tutto su questo pezzo di storia della nostra regione Marche, oggi verrà votata una legge che va a coprire ed integrare un momento della storia della nostra comunità.
Ringrazio tutti i colleghi Consiglieri che hanno lavorato attorno a questa proposta di legge, probabilmente era indispensabile anche per cercare di attuare una mozione che aveva visto, all'unanimità, tutto il Consiglio regionale esprimersi positivamente.
Questa legge, anche in una società che cambia, riguarda un aspetto importante della nostra comunità marchigiana e va collegata, Assessore Pieroni, al turismo, che è diverso rispetto al passato e che credo possa interessarsi a questi pezzi storici della nostra regione, che sono e saranno funzionanti; serve anche per far vedere alla parte più giovane della nostra collettività, un pezzo di storia, per dire chi eravamo e come siamo arrivati oggi a questa società. Penso che sia un passaggio estremamente importante.
Fondamentale è saper valorizzare questa legge, la Giunta potrà inserirla anche nel filone turistico, sarà senz'altro rilevante, mi auguro che non sia soltanto una cosa che rimane là, ma sono molto fiducioso perché in questo Consiglio è stata istituita una Commissione che serve per valutare, Consigliere Busilacchi, le leggi che hanno una storia o che prendono corpo dal territorio, abbiamo gli strumenti per verificare queste cose. Ecco perché sono fiducioso.
A prima vista questa proposta di legge potrebbe sembrare di poca importanza e uno potrebbe liquidarla con una battuta, ma credo che non avverrà perché non riguarda soltanto un pezzo di storia, ma serve ad integrare l’offerta turistica, Assessore Pieroni. E’ un passaggio estremamente importante perché passare due giorni in un luogo e vedere quello che si riesce a fare con queste macchine ad acqua è una cosa estremamente interessante.
Per concludere, voglio ringraziare non solo i Consiglieri per il lavoro svolto, ma quel signore della provincia di Ascoli che all'inizio di legislatura ha mandato a noi tutti una mail con la quale evidenziava il problema dei mulini ad acqua. Da quella comunicazione è nata questa proposta di legge che oggi l’Aula, credo, porterà a termine positivamente. Lasciamo qualcosa di interessante alla comunità marchigiana e non è, ripeto, una battuta, ma è anche la possibilità di un percorso turistico per visitare i mulini ad acqua. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Voglio partire da una famosa frase dello scrittore americano Heinlei, che diceva “Chi ignora la storia non ha passato, ma nemmeno futuro”, vorrei partire da qui nel portare in questa Assemblea le poche parole che dirò.
Il Consigliere Giancarli ha ricordato che io avevo parlato del mulino di Piedicava, che per visitarlo a momenti ci lasciavo la vita perché è situato in fondo ad un dirupo, sono andato a visitarlo con la neve dopo aver ricevuto la lettera che richiamava il Consigliere Zaffiri e sono rimasto scioccato, ad esempio, dalle pale interne su progetto di Leonardo, quindi sono rimasto molto affascinato, era una storia che non conoscevo e che mi ha sensibilizzato al tema.
Dal progetto di Leonardo sono andato avanti, mi sono fatto un po’ di cultura su questo e sulla storia di Vallebuia. A Vinci, in provincia di Firenze, Leonardo fece un percorso dei mulini e adesso il Consorzio di Bonifica di Palude di Fucecchio ha realizzato altri Consorzi di Bonifica, alcuni fanno i percorsi di Leonardo altri invece fanno pasticci, ma di questo ne parleremo dopo. I percorsi di Leonardo sui mulini, ripresi dalla sua progettazione, sono stati rimessi in sesto dal Consorzio di Bonifica di Palude di Fucecchio che ha fatto un percorso straordinario. Consiglio a tutti, quando capitate dalle parti di Vinci di andarli a vedere, sono una memoria storica che non possiamo dimenticare.
Detto questo, vorrei leggere esattamente, non faccio nomi perché il Presidente ci ha detto che in Aula non si fanno, la nota inviata a tutti i Consiglieri dall’erede che dal 1504 ha il mulino a Piedicava di Acquasanta: “La storia dei mulini ad acqua, lunga ed avvincente, oltre a testimoniare l'ingegno umano nello sfruttamento dell'energia idraulica, per trasformare il raccolto di un anno di duro lavoro nei campi in farina e quindi in pane come nutrimento per la sopravvivenza, ci racconta anche di un luogo dove le persone, sempre numerose, si potevano incontrare e, nell'attesa della macinatura, potevamo scambiarsi opinioni, svolgendo anche una straordinaria funzione sociale. Oggi più che struttura di archeologia industriale, legata all'agricoltura, il mulino ad acqua è da considerarsi un luogo ricco di situazioni specifiche, centri non solo di storia e di vita passata, ma anche di grande e straordinaria bellezza e di grandi suggerimenti poetici. Parlare dei mulini ad acqua è dunque un esercizio culturale di forte presa emozionale per tutte le generazioni dell'attuale società. Il personaggio principale del mulino ovviamente era il mugnaio, che nel bene e nel male, ha rappresentato una figura indispensabile. Egli era depositario di un bagaglio di conoscenze, seppur solo pratiche, principalmente sui cereali, ma anche di idraulica, meccanica, falegnameria e pietra, per questo, pur facendo parte del popolo, si distingueva all'interno delle comunità.
Ritengo che sarebbe opportuno che queste strutture, di cui difficilmente si parla, che finora sono state completamente estromesse dagli elenchi dei beni da tutelare - la cosa assurda del nostro Paese, è che noi abbiamo delle risorse straordinarie che lasciamo completamente abbandonate e qui ce n’è un esempio - siano prese in considerazione come risorse culturali e come tali valorizzate nel loro bellissimo territorio. Questo porterebbe ad una rivalutazione e rivitalizzazione di intere zone montane, purtroppo dimenticate - noi andiamo cercando cose per rivitalizzare quelle zone, quando ce le abbiamo a portata di mano, ce l'abbiamo lì, ecco perché questa legge credo sia ben fatta - non solo dal punto di vista storico, ma anche economico, con piccole produzioni locali di qualità, che abbinate ad un turismo storico, culturale, ambientale, consapevole e responsabile, potrebbero riavviare piccole attività in modo da permettere a qualche giovane volenteroso di sopravvivere, magari tornando ad abitare questi luoghi”.
Questo è il senso, questo è il pensiero di un signore che da generazioni si tramanda questo mulino, ho voluto riportarlo in quest'Assemblea, per dire quanto sia giusta questa proposta di legge che va a tutelare questa risorsa storica che parte forse ben prima, come ha detto il Consigliere Celani, del 1500. Dopo c'è stato, Leonardo, che ha centrato i meccanismi e li ha resi quelli che ancora oggi, come a Piedicava, possiamo vedere. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 244. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Dopo la Conferenza dei capigruppo, che ha visto i rappresentanti degli agricoltori, dei consumatori, i sindacati, gli agricoltori che protestavano per la tassa illegittima, secondo loro, che il Consorzio di Bonifica ha imposto agli agricoltori, è stato richiesto dagli stessi un momento di riflessione.
Il Presidente della II Commissione Traversini ha assicurato, e anche l'Assessore Cesetti non ha opposto nulla in contrario, che verranno esaminate in maniera più approfondita le richieste delle persone che abbiamo audito, le stesse che ci hanno chiesto cortesemente, adducendo argomentazioni, direi, fondate, di rinviare la discussione di queste due proposte di legge a dopo che la Commissione ha ripreso in esame le questioni sollevate e sollecitate.
Indipendentemente da tutto, a me sembra che oggi discutere ed approvare questi provvedimenti e promettere a coloro che sono interessati a questo atto il riesame, significa essere un po’ in contraddizione.
Se la richiesta delle persone audite viene accolta e la discussione e l’eventuale approvazione di queste proposte di legge vengono rinviate al prossimo o tra due Consigli, credo che non succeda nulla di grave, è un'attenzione nei confronti di coloro che andiamo ad amministrare e che ci hanno richiesto, visto che sono parti in causa, una riflessione ed un rinvio delle proposte di legge, per cui chiedo al Presidente, e quindi all'Assemblea, di votare il rinvio di questo punto a dopo che la II Commissione avrà esaminato quanto hanno richiesto dai signori che abbiamo audito, come forma istituzionale di correttezza e per non dare l'impressione che “comunque andiamo avanti poi vedremo quello che avrete da dire”.
Credo che sia non solo un'attenzione, ma un procedere politicamente corretto, rinviare l'esame di queste due proposte di legge a dopo che la Commissione avrà approfondito gli argomenti che sono stati richiesti e che riguardano le persone interessate.

PRESIDENTE. Per fare chiarezza, Consigliere Maggi, dovrebbe chiedere il rinvio a nome di tre Consiglieri in modo che li mettiamo a verbale.

Giovanni MAGGI. Lo chiedo anche a nome delle Consigliere Marcozzi e Pergolesi e del Consigliere Fabbri.

PRESIDENTE. Fatta questa precisazione, vedo che si sono tre Consiglieri che si sono prenotati, do la parola al Consigliere Traversini, che immagino sia contrario al rinvio, e poi ad un solo Consigliere - vedo che si sono prenotati i Consiglieri Zaffiri e Giorgini - che può parlare a favore, come da Regolamento interno, articolo 48, comma 5.
Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. L’ho già detto nell’incontro che abbiamo fatto prima con i rappresentanti dei comitati contro il Consorzio di Bonifica, parliamoci chiaro, sono comitati che conosco abbastanza bene, non tutti, che non solo osteggiano, poi ne parleremo durante il dibattito, l’emissione della cartella, ma sono contro i Consorzi di Bonifica, questo è un dato di fatto, alcuni di loro hanno posizioni diverse, c’è la Confagricoltori, se non sbaglio, che è l'unica Associazione che è stata invitata in quanto fa parte di Agrinsieme, che poteva essere presente nelle audizioni in Commissione, non è venuta.
La proposta di legge è una modifica della legge 13 del 2013, non tocca le loro problematiche, tranne un'osservazione di un rappresentante, non mi ricordo chi fosse, che ha parlato a proposito della diminuzione dei comprensori e quindi dei rappresentanti.
Con la proposta di legge uniamo tre comprensori in uno, è chiaro che diminuiscono i rappresentanti, l'unico effetto è questo, il resto sono tutte modifiche previste dalla normativa e i contenuti, dettati dalla legge 13, vengono solo specificati meglio.
Quindi per le problematiche, che ci sono, tant'è che possiamo tranquillamente accoglierli in audizione in Commissione, non c’entrano nulla con questa modifica della legge, quindi noi li ascolteremo anche se ho già detto che abbiamo fatto le audizioni, invitando tutti i portatori di interessi. Per quanto riguarda gli agricoltori, ne parlerò dopo, sia la Coldiretti che l’Agrinsieme, Cia compresa, hanno votato a favore, come Cal e Crel, quindi rinviare l'approvazione di questa legge non serve e sono contrario al rinvio e favorevole alla discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Questa mattina, chiedo scusa all'Assessore che parlava, ho fatto una battuta su questo argomento che, a prescindere, Presidente Traversini, dalla cartella o meno, abbiamo già discusso in Aula grazie a delle mozioni ad inizio legislatura.
Mi pongo un problema, questa legge è nata prima della vostra amministrazione, ha creato nel territorio delle fibrillazioni dove sembra che ci sia qualcosa, perché? Questa è la domanda che si pone Zaffiri, se vado dal meccanico è perché devo far riparare la macchina, la domanda allora è: se non c’è un servizio devo pagare ugualmente?
Questo gruppo dirigente che sta andando avanti su questa legge da quasi tre anni, non ha fatto alcuna riflessione, a me non interessa faccio opposizione, l'ho detto anche altre volte, oggi probabilmente abbiamo preso altri 5.000 voti.
Questo è l'argomento su cui vi voglio far riflettere perché credo che in una struttura pubblica tutto deve funzionare, non è che qui siamo nella seconda Aerdorica dove si danno i soldi e nessuno controlla, come è emerso con chiarezza nella gestione di quella società, perché la sintesi della Commissione è stata questa, c’erano soldi che arrivavano comunque, a prescindere dalla gestione.
Attenzione, qui siamo in una situazione molto simile, c'è una struttura che di fatto ha voluto la Regione con una legge regionale, ci sono delle osservazioni che non vengono ascoltate, ma siamo sicuri che chiedono solo la non emissione della cartella o chiedono un altro tipo di cartella? Questo è l'argomento secondo me.
Credo che la riflessione chiesta dal Consigliere Maggi e da me sia il minimo, cari compagni del Partito Democratico, non volete riflettere? Pazienza, andate avanti così, prima o poi arriva il burrone.
Questa è una cosa molto seria, da guardare con attenzione, non è stato chiesto di annullare la proposta di legge, è stato chiesto di riflettere, 15 giorni sono più che sufficienti, se effettivamente ci sono delle cose che non vanno, se devono essere sistemate, se vanno tutte bene vuol dire che si può andare avanti.
Attenzione, però, in sintesi con legge abbiamo delegato tutto ad un Consorzio che voi dite fa tutto bene, non è che abbiamo un altro caso in cui deleghiamo tutto e nessuno guarda? Questa è la domanda con la quale voglio farvi riflettere, poi mi potrete pure smentire e dire: “Noi come Giunta siamo convinti che tutto vada bene, abbiamo controllato i bilanci, per carità, avanti tutta”, ma credo che sia necessario riflettere su quello che abbiamo ascoltato.
Conosco molte delle persone incontrate questa mattina, devo dire la verità, una la conosco in un modo particolare a causa del mestiere che facevo prima, quindi credo che la situazione vada vista con attenzione e per farlo è stato chiesto un rinvio di qualche giorno, però se voi avete i numeri e siete convinti, andate pure avanti, noi vi diciamo solo di osservare con attenzione questa cosa.

PRESIDENTE. Rinvio, chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Marcozzi, Pergolesi, delle proposte di legge nn. 245 e 238. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Proposta di legge n. 245 (testo base)
ad iniziativa del Consigliere Traversini
“Modifiche ed integrazioni alla legge 17 giugno 2013, n. 13 ‘Riordino degli interventi in materia di bonifica e di irrigazione. Costituzione del Consorzio di Bonifica delle Marche e fusione dei Consorzi di Bonifica del Foglia, Metauro e Cesano, del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera, dell'Aso, del Tenna e del Tronto’”

Proposta di legge n. 238
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Modifica della legge regionale 17 giugno 2013 n. 13 ‘Riordino degli interventi in materia di bonifica e di irrigazione. Costituzione del Consorzio di Bonifica delle Marche e fusione dei Consorzi di Bonifica del Foglia, Metauro e Cesano, del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera, dell'Aso, del Tenna e del Tronto’”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 245 (testo base) del Consigliere Traversini e la proposta di legge n. 238 del Consigliere Giorgini, abbinate
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Riprendo i ragionamenti fatti fin qui, perché abbiamo fatto un incontro con i rappresentanti dei comitati, contro le cartelle e contro il Consorzio, un incontro con i rappresentanti delle associazioni degli agricoltori e il dibattito per il rinvio.
Voglio partire da un concetto che riguarda il Consorzio, dalla storia abbastanza lunga che ha, che non riguarda solo ed esclusivamente la Regione Marche.
Si è cominciato a parlare del Consorzio di Bonifica agli inizi del 1900, è stato costituito nel 1933 e l'impegno era la bonifica del territorio, poi, mano a mano, ha avuto delle trasformazioni, si è occupato sempre più di quello che riguardava la rete irrigua e soprattutto della gestione del territorio.
Non tutte le Regioni hanno vissuto le stesse vicende con i Consorzi, in alcune, da subito, hanno dato delle risposte alla gente, al territorio, all’amministrazione nella gestione del territorio.
Nella regione Marche negli anni ci sono state situazioni altalenanti. Io stesso quando ero Sindaco agli inizi degli anni ’90 sono andato a promuovere atti del Comune per chiedere la soppressione del Consorzio di Bonifica, così come fecero tantissimi cittadini nel richiedere le firme per arrivare a questo. Ricordo ai Consiglieri che nel 1997 il Consiglio regionale delle Marche aveva approvato una legge che ne prevedeva la soppressione, passando le varie competenze alle Province. Questo perché riteneva corretti i ragionamenti che ponevano i Comuni e i cittadini. Quella legge è stata impugnata e la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza chiara che affermava che i Consorzi di bonifica non si potevano sopprimere, in quanto la bonifica è un concetto di carattere nazionale, quindi la Regione non poteva farlo.
A quel punto abbiamo preso coscienza del concetto di fondo, l’ho detto anche prima nell’incontro con i rappresentanti, se il Comune non funziona bene, si cambia l'amministrazione, si cambiano alcune regole, ma non si elimina.
Sopprimere i Consorzi di Bonifica riguarda il livello centrale, il livello nazionale, non potevano farlo le Regioni, e così siamo andati avanti.
Nel 2004, passaggio non secondario perché riguarda questa assise, c'è stata un'operazione che ha fatto il Consiglio regionale accorpando i Consorzi di allora, Tenna, Aso e Tronto in un unico Consorzio, anche pagando come Consiglio regionale 6,1 milioni di euro, perché quei Consorzi avevano prodotto dei debiti, è l'ultimo atto con cui la Regione pagava e copriva i debiti dei Consorzi, perché la formula non è quella in cui l'ente pubblico arriva e copre le situazioni debitorie, per cui si è fatto un mutuo annuale abbastanza elevato che ancora è in piedi.
Nel frattempo sono aumentati i problemi, perché le risposte al territorio, alla gente, non venivano date. Sapete benissimo che ci lamentiamo della gestione delle reti fluviali, di quello che succede, dell'abbandono dei territori, ancora di più oggi c'è la necessità di interventi di manutenzione del territorio, è sempre minore la presenza della gente, soprattutto nelle aree interne, per cui diventa fondamentale la presenza di un soggetto che la può fare, quindi il ruolo del Consorzio è diventato sempre più forte. Le difficoltà aumentavano anche perché c’era una situazione di stallo dei lavori, non di tutti, ma in alcuni in maniera particolare, che non riuscivano a gestire la normalità, una minima attività. Non era la situazione di cui il territorio e le Marche avevano bisogno, producendo anche dei debiti. Questi ci ha portato nel 2013 ad una riflessione, quella situazione l'ho vissuta in quanto ero membro dell'allora III Commissione, abbiamo affrontato la riforma, trasformando i vari Consorzi in un Consorzio unico regionale. Credo che sia stata una grande intuizione perché ha migliorato la gestione di quella realtà frammentata, ha dato delle possibilità enormi, anche di ricontare nuovamente e di essere presenti nei momenti in cui c'è una discussione a livello centrale, perché ricordo che le Regioni, come il Veneto, come la Toscana, come la Lombardia, da anni fanno man bassa, in maniera corretta, presentando dei progetti, i Consorzi presentano progetti per ottenere finanziamenti per la manutenzione del territorio, soprattutto dei tratti irrigui, e questo nelle Marche non succedeva.
Finalmente, un mese fa circa, il nostro Consorzio regionale, che abbiamo riattivato, dico che non è perfetto, ma sta funzionando bene, ha portato a casa un progetto di finanziamento sul Musone di 20 milioni di euro del Ministero, e queste sono le differenze che ci hanno indotto a creato una soluzione di questo tipo.
In quella approvazione abbiamo fatto un lavoro molto semplice, abbiamo creato 6 comprensori, in realtà dovevano essere 4, che sono: Metauro-Cesano Valfoglia, Misa-Esino, Musone-Potenza-Chienti e Alto Nera, Tenna, Aso e Tronto.
Vi ricordo che sulla legge n. 13 del 2013 la partecipazione e l’approvazione generale fu ampia, il relatore di maggioranza era il Consigliere Perazzoli e tutti, ne cito due che mi ricordo benissimo, la Consigliera Ciriaci di Forza Italia ed il Consigliere Acquaroli di Fratelli d'Italia si erano espressi in maniera più che favorevole, un voto quasi unanime, perché si era capita l'importanza di rimettere in piedi una situazione che serviva e non era pensabile farla diversamente.
Cosa è successo? In quella situazione ci portavamo dietro, non noi come Regione perché, capiamoci bene, è un ente pubblico economico che deve agire con i privati, 18 milioni di debiti, non tutti erano nelle stesse condizioni, perché il 65% del debito era attribuibile al Tenna-Aso e Tronto e il 35% al Foglia, quindi alla parte pesarese.
La Regione ha detto no, noi non possiamo rimettere i soldi per fare questo, assolutamente no, la situazione debitoria la gestisce il Consorzio, che sta facendo questo, dei 18 milioni già 10 milioni sono stati ripianati attraverso operazioni come: la diminuzione del personale, la gestione dell’energia e una politica che non è quella delle cartelle, perché le cartelle non possono essere emesse per pagare il debito, non sono utilizzate per questo.
Credo che questo sia un passaggio importante, come è rilevante ricordare che i bilanci si possono vedere sul sito del Consorzio di Bonifica, se uno va sul sito vede tantissime informazioni, ci sono i bilanci dal 2014 ad oggi. Per me sono dati positivi, quindi la mia espressione è estremamente positiva su questi dati, i bilanci sono intorno a 12 milioni di euro quest'anno, aumentano ogni anno e tutti gli anni l’ente è in utile, non c'è nessuna perdita, e questi sono i bilanci ufficiali.
Ricordo a quelli che giustamente dicono che c'è poca democrazia, che il Revisore dei Conti è nominato dalla Giunta regionale, i bilanci sono sottoposti alla Giunta e vi ricordo inoltre la composizione che noi modifichiamo. Ogni Comprensorio è composto da 16 membri eletti tra i proprietari di terreni o immobili agricoli, 2 tra i proprietari di immobili legati ad attività commerciali, 12 Sindaci e 1 rappresentante delle associazioni ambientaliste, per un totale di 31 componenti dell'Assemblea che poi nomina il Consiglio di Amministrazione, che adesso abbiamo cambiato e dopo vi dirò.
Credo che sia un po’ difficile pensare che questo meccanismo studiato in questa maniera non abbia i requisiti di controllo, di correttezza e di democrazia, basta considerare che i 12 Sindaci o i rappresentanti degli agricoltori sono eletti all'interno dell'Assemblea, mi sembra alquanto complicato pensare che questa non sia una rappresentanza democratica.
Dopodiché ci sono situazioni, lo dicevo prima anche nell'incontro, che non funzionano, e ci mancherebbe, può anche succedere questo, ma è un altro ragionamento, noi dobbiamo mettere in piedi un meccanismo, da un punto di vista giuridico, che possa funzionare il meglio possibile per dare risposte ai problemi che le Marche hanno e a cui la Regione deve far fronte.
Per qualcuno oggi la discussione della legge andava rinviata, di fatto è una modifica importante della legge del 2013, ma non stravolge nulla, non tocca i problemi principali che hanno sollevato i comitati che sono in opposizione ai Consorzi di Bonifica, comitati che conosco bene, da tempo, soprattutto quelli della parte pesarese, che considerano un “baraccone inutile” il Consorzio.
Vedo che il Consigliere Fabbri sorride, visto che è della mia Provincia li conosce anche lui, sono contro a priori e questo mi sta bene, fa parte della democrazia, però io sono abituato a ragionare con i dati e questo fatto di essere contro a priori anche al lavoro che si sta facendo ...
Voglio fornirvi un dato che reputo importante perché fa parte delle attività che stanno facendo i Consorzi, anche con la gente, sono dati che mi sono stati passati, per me sono ufficiali anche se prima sono stati contestati, vi do un elemento: nel 2014 sono stati emessi a ruolo 124.000 euro, 554 cartelle, i ricorsi presentati sono stati 310, accolti 18, di cui 12 per vizi formali.
E’ chiaro che uno degli elementi è dimostrare il beneficio del servizio che fa il Consorzio, se i dati sono questi, mi viene da dire che c'è poco da fare, quindi credo che sia importante andare avanti, tanto più che queste famose cartelle vengono emesse in tutta Italia.
È chiaro che ci sono degli errori, quando ad un cittadino arriva la cartella lui può anche avere ragione e fare ricorso, poi si vedrà, però come vedete le possibilità sono minimali, quindi il nostro compito è quello di andare avanti e di fornire uno strumento che possa funzionare.
Torno alla legge. Le modifiche che noi abbiamo fatto sono poche, l’allora relatore di maggioranza chiuse il suo intervento dicendo: “Fra poco tempo dovremo tornare a modificarla” perché all'interno della legge n. 13 si parla di Province e sapevamo benissimo che stavano perdendo potere e che non avrebbero potuto fare alcune cose che erano previste dalla legge, poi quelle competenze sono passate alla Regione. Anche la questione dei 3 comprensori Tenna, Aso e Tronto l'avevamo dovuta mettere in quella maniera per una questione politica all'interno del territorio, all'interno del Consiglio, ma si capiva che era logico accorparli. Pure la gestione delle tre assemblee di Comprensorio di quelle dimensioni non era così semplice perché era sovradimensionata rispetto a tutto il resto del territorio. Quindi li abbiamo accorpati e li portiamo a 4.
L'altra questione è quella di modificare “Provincia” con “Consorzio”, la preoccupazione che è venuta fuori in audizione, sollevata soprattutto dalle associazioni ambientaliste, è che il Consorzio possa prende troppo potere nel gestire e fare quello che vuole. Non è assolutamente così, perché la legge già lo prevedeva prima, ma lo mettiamo ancora più in chiaro nelle modifiche, difatti gli articoli specificano che le attività del Consorzio sono legate alla manutenzione ordinaria e le famose cartelle servono per pagare quella, dopodiché le competenze e gli interventi che può fare per la Regione sono previste nel piano generale di bonifica. C’è chi solleva il fatto che bisognava averlo già fatto, o bisognava andare più veloci, per carità, questo è vero, però ci si sta arrivando perché è già in Giunta, poi passerà in Commissione e questa lo invierà al Consiglio, quindi diremo noi dove potrà lavorare e operare il Consorzio di Bonifica.
Così per le altre cose che sono previste, che in realtà erano già indicate nella legge 13, perché non è una cosa nuova sia la questione delle strade vicinali pubbliche, per le quali c'è la possibilità dell'allargamento, che il reticolo idrico minore. Erano previste anche nella legge 13, ma viene specificato bene: bisogna che gli enti pubblici, Regioni e Comuni, facciano le convenzioni. Quindi significa che il loro operato si amplierà nel momento in cui la Regione sarà interessata a fargli utilizzare questo strumento, quindi in una situazione dove bisogna dare risposte, dove ci sono competenze, c'è la possibilità di utilizzare il Consorzio di Bonifica per quello che la Regione vuole, i controllo avvengono tramite i bilanci che sono praticamente pubblici e le nomine che sono fatte in maniera più che democratica.
Su queste due cose uno deve essere chiaro, non è che il Consorzio di Bonifica prende tutte le strade vicinali e fa come gli pare, non è così, quella delle strade vicinali è una necessità degli enti, dei Comuni che non sanno più come fare, sapete benissimo che i privati stanno abbandonando i territori, non si interessano delle strade vicinali sulle quali hanno l'obbligo di intervenire, è un obbligo dei proprietari frontisti, e di pagare per metterle a posto, così come il Comune in quota parte. Non lo stabiliamo noi, ma il diritto, quindi nel momento in cui nessuno fa nulla, i Comuni non sanno come fare e quell'esigenza pubblica esiste, chiedono aiuto, in questo caso fanno una convenzione con il Consorzio che a quel punto può agire e non fa altro che mettere a posto la strada, questa è un'esigenza dei Comuni, non è che si diverte a fare le strade in giro, dà delle risposte alle esigenze.
È chiaro che esiste un concetto molto semplice che è il perimetro di contribuenza che viene utilizzato per emettere le cartelle, mi sembra scontato, non è che a tutti quelli che hanno le strade vicinali arriva la cartella, no, può arrivare la cartella nel momento in cui viene sistemata la strada e la persona ha l'obbligo di pagare ed a quel punto viene emessa la cartella.
Ricordo una cosa, c'è un accordo con il Comune che deve tirare fuori i soldi, deve partecipare, c'è anche la possibilità che uno possa partecipare lavorandoci, perché spesso sono zone di campagna e alla fine le strade vicinali sono tutte o la maggior parte nelle aree interne, comunque alla fine c'è la possibilità di intervenire direttamente, quindi si potrebbero trovare soluzioni diverse, però vi ricordo una cosa, queste famose cartelle, che sembra chissà quali cifre pazze comportino per avere impedito un'alluvione o sistemato in questo caso una la strada, si aggirano intorno ad una media di 30 euro. Questa è la media che viene fuori, non sto parlando degli immobili, sto parlando della parte agricola, una media di 30 euro, è la media delle cartelle che arrivano.
Questa è la situazione che si deve chiarire, non è che il Consorzio arriva, decide e fa come vuole, ma lo fa all'interno di un rapporto diretto che utilizza la Regione, piano generale di bonifica e convenzioni con i Comuni e Regione.
Vado velocemente a vedere gli articoli senza specificare in maniera dettagliata tutto, però, come ho detto, abbiamo ripreso quello che era nella legge 13 e rimesso in maniera diversa, specificando in maniera chiara. Ad esempio le parole aggiunte all'articolo 1 “idrogeologica e di presidio” sono una specificazione che esisteva, ma che in questo contesto è abbastanza chiara, non è un principio nuovo e se uno legge la legge n. 13 lo trova anche lì dentro.
L'articolo 2, l'ho anticipato prima, parla della unificazione del Comprensorio Aso, Tenna e Tronto, questo non cambia la composizione dell'Assemblea dei comprensori composta da 31 membri, cambia la composizione dell'Assemblea generale del Consorzio, che sarà rappresentata da 7 rappresentanti per ogni Comprensorio, 7 per 4 fa 28, più uno che è il rappresentante delle associazioni ambientaliste, questa è l'Assemblea generale del Consorzio. E' modificata la composizione del Consiglio di amministrazione che da 6 si porta a 9, altro passaggio importante, vero, uno dei motivi per cui si è fatta la modifica della legge. E' corretto, ripeto, approfondire tutte le posizioni contrarie, per carità, e ascoltarle in Commissione e lo faremo ed approfondiremo, ma se le associazioni avessero mandato la lettera anche 3 mesi prima ed avessero richiesto l'audizione avremmo trovato il modo di farla, senza nessun problema. I commissari della II Commissione sanno benissimo come lavoriamo, senza chiudere le porte a nessuno, chiaramente il ruolo istituzionale è preminente rispetto ad una associazione che nasce all'improvviso, però in questo caso, siccome se ne discute da anni, è corretto ascoltarla e verificare alcune situazioni.
L'articolo 3 prevede di sostituire le Province con il Consorzio di bonifica, nel rispetto degli indirizzi e della programmazione stabiliti dalla Giunta regionale, quindi il Consorzio fa le cose stabilite dalla Giunta regionale determinate nel piano di bonifica generale, che dovrà approvare questo Consiglio.
Dopodiché è chiaro che se uno è diffidente a qualsiasi norma, può esserlo anche all'elezione democratica diretta, però è l'espressione migliore che ci possa essere e poi dopo se vogliamo cogliere aspetti negativi ..., però questa è la realtà.
Come è una specificazione l'articolo 3, così lo è la copertura finanziaria perché è indubbio che nel momento in cui si dà in delega un lavoro, è chiaro, deve esserci la copertura finanziaria, sono specificazioni contenute nelle modifiche.
Poi c'è un'ulteriore specifica che è quella delle strade vicinali pubbliche, che vi ho detto prima, viene messa questa nuova possibilità che viene data, ma era prevista comunque dalla legge 13 del 2013, l'abbiamo solo messa in maniera chiara.
In merito ai problemi sollevati sull'ente gestore del servizio idrico, la Commissione in maniera corretta si è espressa ed abbiamo visto che c'erano dei problemi anche di carattere giuridico, ma soprattutto non era corretto - in questa situazione che non ci stava nel rispetto delle modifiche - l'introduzione del canone annuo corrispondente a volumi fatturati per la gestione del servizio idrico che si devono corrispondere, e lo sta facendo, perché sono state firmate delle convenzioni con il Consorzio, per cui continueranno, quindi su questo non abbiamo introdotto o modificato nulla.
Altre questioni importanti non ci sono, se non quella del reticolo idrografico minore, i Comuni sono competenti per quanto riguarda i reticoli idrografici minori, tratti di fiume o di ruscelli che sono all'interno dei centri abitati, ed hanno la necessità di dare delle risposte, ma non ce la fanno, quindi, chiamano il Consorzio e finalmente c'è qualcuno che dà una risposta. Questa possibilità di operare si ha tramite delle convenzioni.
Questi sono gli articoli che sconvolgono qualcuno, non tutti per fortuna, qualcuno.
Questa è la portata, le modifiche vere sono le prime che ho detto, di ristrutturazione vera, di cambio dei comprensori, il resto sono specificazioni, si va a specificare meglio quello che già in gran parte si poteva fare, ma è stato messo in chiaro.
Il vero problema è la cartella, lo so benissimo perché le discussioni sono state tante anche col gruppo che se si oppone al Consorzio di Bonifica, cartella che, ripeto, è solo il 30% del bilancio del Consorzio di Bonifica, che viene emessa in tutta Italia. Qualcuno mi ha detto che in qualche parte non c'è, però è considerata legittima in tutta Italia. Se poi si arriverà ad una discussione nazionale che dirà che non si devono pagare più, questo è un altro ragionamento. Attualmente le cose stanno in questa maniera
Il lavoro della Commissione è stato fatto in maniera seria, è durato diversi mesi, perché non abbiamo preso le cose di fretta, le abbiamo ponderate, abbiamo tolto degli articoli che pensavamo potessero essere messi, mentre non andavano inseriti, quindi abbiamo fatto un ottimo lavoro.
Devo ringraziare tutti i rappresentanti della Commissione, che si comportano sempre in maniera seria e in maniera collaborativa per dare un risultato migliore, al di là delle opinioni finali.
Devo ringraziare la parte tecnica, la Segretaria della Commissione perché, lo dico con forza, costruisce i passaggi e le volontà politiche in maniera tecnica, per cui può mi sento più che garantito, come credo che si possa sentire più che garantito l'intero Consiglio.
Abbiamo avuto il parere favorevole del Cal e del Crel e, tranne le associazioni ambientaliste, delle associazioni agricole e di tutti gli altri che abbiamo invitato, tra cui i rappresentanti delle enti locali.
Si sono sollevate delle preoccupazioni che secondo me non ci sono, ci sono cose da migliorare per far funzionare meglio il Consorzio, questo è un altro ragionamento che si può affrontare e si può vedere, però la formula che noi abbiamo messo in piedi dal 2013 funziona, sta dando risposte e può dare ancora più risposte perché è appena al quinto anno di lavoro, quindi è in evoluzione. E' una formula che non è solo nostra e basta, se non sbaglio solo la Valle d'Aosta non ha i Consorzi di Bonifica, noi siamo stati la prima Regione, pur non essendo enorme, a fare il Consorzio unico regionale e abbiamo fatto una cosa, secondo me, eccellente e se non sbaglio la Basilicata poi ha copiato ed ha fatto la stessa cosa, un Consorzio unico regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Il Consigliere Traversini quando parla di solito è conciso, ma questa volta ha strabordato, l'eccezione conferma la regola e glielo concediamo, l'argomento è importante.
Noi siamo molto perplessi su questa modifica alla normativa e la osteggiamo.
Voglio brevemente ripercorrere le principali modifiche, perché ad esempio alla difesa idraulica viene aggiunta quella idrogeologica e di presidio, i Comprensori del Tenna, dell'Aso e del Tronto vengono fusi, la progettazione delle opere di bonifica di competenza pubblica dalle Province, era passata alla Regione, che adesso le dà al Consorzio, nell'esercizio delle funzioni del Consorzio viene aggiunta anche la lettera a), del comma 1, dell'articolo 16, della legge 13 del 1999, che riguarda la progettazione, la realizzazione, la gestione e la manutenzione delle opere idrauliche, la pulizia idraulica delle acque e tanto altro.
Un'altra modifica importante riguarda la manutenzione idraulico forestale a cui viene aggiunta l'attività di mitigazione del dissesto idrogeologico riguardante i corsi d'acqua minori e la manutenzione delle strade vicinali ad uso pubblico, e qui si apre un mondo che anche il Consigliere Traversini ha sottolineato.
C'è un'altra modifica, il Presidente del Consorzio prendeva un'indennità pari a quella di un Sindaco con abitanti inferiori a 10.000 euro e il Vicepresidente prendeva un'indennità pari al 50%, questi comma vengono abrogati e si passa da un gettone di presenza da parte dei componenti di 30 euro, al rimborso delle spese documentate, il tutto potrebbe aumentare i costi di gestione.
Un'altra modifica che è stata apportata è che il Consorzio svolge la funzione di presidio idraulico e gestione del pronto intervento idraulico nel reticolo idrografico minore a riconferma di quanto già messo nel precedente articolo, per quel che riguarda il piano di classifica e di riporto, viene aggiunto al codice un nuovo beneficio che è quello della viabilità vicinale ad uso privato, quindi abbiamo un sostanzioso incremento delle competenze del Consorzio.
Voglio ricordare che le leggi di riferimento per la bonifica integrale sono il regio decreto n. 215 del 1933, gli articoli del codice civile, che vanno dall'857 all'865, e poi anche la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni il 18 settembre del 2008, sui criteri di riordino dei Consorzi di Bonifica, ha specificato che i Consorzi di Bonifica hanno il compito di provvedere alla realizzazione e manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario, quindi si possono, tramite l'emissione delle cartelle consortili, fare le opere che abbiano fini di bonifica e di miglioramento fondiario. Questo è il core business con cui all'inizio del secolo scorso i Consorzi erano stati costituiti e dovevano lavorare perché il costo della manutenzione dei corsi d'acqua minori era disciplinato dal regio decreto n. 523 del 1904, che tira in ballo il Comune e i proprietari, e il costo della manutenzione delle strade vicinali ad uso pubblico è disciplinato dal decreto legislativo luogotenenziale del 1 settembre 1918 n. 1446, il Comune viene ripreso quale attore per pagare le manutenzioni. Quindi occorre assolutamente fare chiarezza su questo ambito e la normativa purtroppo si è frastagliata, stratificata in quasi un secolo.
Con questa legge voi continuate ad utilizzare uno strumento improprio, perché è innegabile che noi dobbiamo provvedere alla manutenzione del reticolo idrografico minore, che dobbiamo provvedere alla mitigazione del rischio idrogeologico, ma il Consorzio di bonifica, che nasce con il peccato originale di questa emissione molto controversa dei ruoli che fa pagare, a nostro avviso non è lo strumento migliore.
Sappiamo che la Regione tra il 2016 e il 2020 intende investire un pacchetto di 132 milioni nella difesa del suolo e delle aste fluviali, all'interno di questi 132 milioni, a vario titolo spese, volete inserire il Consorzi di Bonifica, le competenze di questo Consorzio, però si vanno, come voi impostate la normativa, a sovrapporre con altri enti, ad esempio il Genio civile, e questo ci preoccupa. Perché non si pensa di dire: riportiamo il Consorzio di Bonifica al suo core business e facciamo un'autorità della difesa del suolo, una autorità della mitigazione del rischio idrogeologico, cioè stacchiamo i soggetti sulle varie competenze? Altrimenti non diamo chiarezza ai cittadini dell'operato di questo ente.
Da quello che mi risulta il Consorzio si è strutturato con le diverse personalità, mi sembra di aver capito che ha 11 ingegneri, 3 geologi, 2 architetti più degli amministrativi, è un organico sufficiente per esercitare tutte le funzioni che voi chiedete di assolvere? Addirittura gli è stato affidato il controllo della progettazione dell'ospedale di Amandola, per dirne una che effettivamente sembra un po' fuori del concetto.
A noi non interessa una stazione appaltante, noi vogliamo che questo sia un organismo con tutte le competenze necessarie per operare, però dobbiamo decidere esattamente su cosa deve operare.
Abbiamo il discorso, purtroppo, che ci trasciniamo da 4 anni, che è quello che ancora non siete riusciti a deliberare il piano generale di bonifica che dovrebbe tenere insieme tutta la programmazione del Consorzio.
Abbiamo poi molte perplessità sulle capacità di controllo e di indirizzo della Regione verso il Consorzio, e prima il Consigliere Zaffiri tirava in ballo l'Aerdorica, mutatis mutandis, quindi anche su questa cosa vorremmo che venga fatta chiarezza, ma dopo quasi 4 anni di Governo non l'avete fatta.
Sui ruoli, sui bollettini che vengono dati. Tra il 2014 e il 2015 si è chiesta una contribuenza di 8,5 milioni, 6 milioni sono stati riscossi in maniera spontanea, al 71%, 280 mila euro circa sono rimborsi e diminuzioni, il 3% di errori, rimane un 26% di questi ruoli a cui la gente non ha voluto pagare, sono arrivate le cartelle di Equitalia, e quindi si è riscosso ancora 1,1 milione, però il 14%, un altro 1,160 milioni non ha voluto pagare, dopo 4 anni ancora c'è un 14% che resiste e non vuole pagare.
Come diceva il Consigliere Traversini, i ricorsi sono 310, ne hanno vinti 18, alcuni ricorsi sono stati vinti per vizi formali. C'è un problema non solo di chiarezza verso i cittadini, che comunque in gran numero ancora si oppongono e non vogliono pagare, perché il 26% dei ruoli non vuole pagare la tassa che arriva a casa, ma c'è a questo punto anche un problema politico, quindi noi dobbiamo circoscrivere, dobbiamo chiedere effettivamente e chiarirci a livello normativo, se vogliamo, anche nazionale, per capire se l'emissione dei ruoli è lecita oppure no.
Il Consorzio fa centinaia e centinaia di lavori piccoli in giro per le aste, però difficilmente si possono configurare come azioni che danno un incremento del valore fondiario o come lavori di bonifica, da noi le paludi non ci sono, insomma, per cui su questa cosa va fatta chiarezza. Purtroppo anche nelle linee guida al preliminare del piano di bonifica è indicato che il contributo consortile è dovuto per la manutenzione del reticolo idraulico, ma questa cosa non ci vede concordi.
Quindi, per chiudere il discorso, forse non è lo strumento adatto, dobbiamo ancora chiarire questo famoso peccato originale se esiste o non esiste, riuniamo tutte le forze legali che abbiamo in campo per chiarire questa vicenda - dopo 4 anni - che ancora vede centinaia di cittadini arrabbiati sul discorso, quindi è inutile procedere ad una modifica di una normativa che è già minata alla base, per cui noi non l'appoggiamo assolutamente.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Facciamo una piccola cronistoria, io avevo già avvertito la maggioranza di quello che sarebbe successo, prima con l'interrogazione del 2015, dove affermavo che risultava che il contributo di bonifica, richiesto dalle cartelle di pagamento, era carente del supporto giuridico previsto dalla legge, il piano di bonifica, e mi avete risposto in politichese, ma non voglio stare qui a discutere; nel 2016 avevo denunciato il Consorzio di Bonifica sia alla Magistratura che all'Anac perché non era iscritto all'Anagrafe unica delle stazioni appaltanti (Ausa), si è iscritto dopo che ho fatto la denuncia, stiamo parlando di un Consorzio di Bonifica che non era iscritto come società appaltante, io queste cose ve le ho dette, ma voi avete fatto orecchie da mercante, tant'è che poi l'Associazione nazionale dei Consorzi di Bonifica (Anbi) mi ha chiamato e sono andata a Roma a parlare col Presidente e con il Direttore generale. Ci siamo andati io e il Consigliere Fabbri, in pratica ci hanno chiesto di ritirare questa denuncia perché hanno detto che era strano che il Consorzio di Bonifica non fosse iscritto all'Ausa.
Io ve lo avevo detto in questa Assemblea, ci sono le registrazioni di questo, voi avete fatto orecchie da mercante, vi avevo avvisato che rispetto alle 180 mila cartelle emesse ci sarebbe stata una marea di ricorsi e il Consorzio di Bonifica sarebbe andato in tilt. Anche qui orecchie da mercante.
La terza volta vi ho avvisato a maggio 2018, con un'interrogazione “Liceità nell'emissione del contributo di bonifica da parte del Consorzio di Bonifica”, eravamo arrivati all'apice, altra volta orecchie da mercante. Non mi avete dato ascolto, avete fatto secondo le vostre convinzioni, che io non posso giudicare perché voi fate politica, ognuno fa la politica come crede, però non potete dire che non vi avevo avvisato.
Adesso ho presentato una proposta di legge che la Commissione non ha accettato e che praticamente applica la sentenza della Corte Costituzionale n. 118 del 2018, che ha impugnato la legge della Calabria proprio su questo tema.
Quando il Consigliere Traversini dice che in Italia si paga tutti è perché tutti hanno il piano di bonifica ed hanno la liceità di pretendere gli incassi, il Consorzio di Bonifica delle Marche non ce l'ha e non li può pretendere, non può fare un perimetro di contribuenza di tutte le Marche, tassa tutti, uno per tutti, non è possibile!
Detto questo, prima di arrivare ai punti importanti della legge, è un atto dovuto far capire al Consigliere Traversini che a volte i numeri non sono quello che sembrano, perché io conosco il Lupo, capisce? Quando si dice che i ricorsi sono 310, 292 respinti e 18 accolti, su quei 18 ci sono probabilmente, non so se tutti, 100 cartelle esattoriali per anno, 100 per il 2014 e 100 per il 2015, quindi non è un ricorso, quando vuole glieli mando, siamo chiari su questo punto, ci sono 100 cartelle che sono state rigettate.
Ci sono delle sentenze del Tar che sono incontestabili, caro Presidente, perché quando il Tar dice: “Il contributo di bonifica si è tramutato di fatto in una illegittima imposta sulla proprietà fondiaria” significa tutto, voi non avete l'autorità di tassarci, non significa che sono stati respinti 290 ricorsi, perché come ben sapete se sbagli 4 parole il ricorso il Tar te lo manda indietro, e la sentenza della Corte Costituzionale n. 118 afferma un principio che è fondante sul tema di giurisprudenza perché dice: “Non più contributo di scopo di fonte statale, disciplinato dalla legge regionale come tributo derivato, ma un'imposta fondiaria regionale di nuovo conio”, qui nelle Marche il Consorzio di Bonifica si è inventato un tributo regionale di nuovo conio, ha fondato una nuova moneta per i fatti suoi e il Consiglio regionale e la Giunta regionale stanno a guardare. Prosegue la Corte Costituzionale: “Come tributo regionale proprio eccederebbe la competenza del legislatore regionale”, quindi non lo può fare il legislatore, ma non finiamo qui, il Consorzio di Bonifica è un ente del quale si sa poco, anche nel sito non c'è nulla di quello che dovrebbe essere pubblicato per legge, come gli appalti, non c'è assolutamente nulla. Gli appalti per legge devono essere pubblicati, come fa l'Erap, al quale stavolta hanno sequestrato solo i computer, vedremo cosa succederà al Consorzio di Bonifica.
Adesso vado ad illustrare la legge secondo le nostre visioni, Presidente.
Noi siamo nettamente contrari a dare altre mansioni al Consorzio di Bonifica, rileviamo che con questa proposta di legge la gestione del Consorzio di Bonifica potrebbe finire in mano ai privati - questo è il danno che potrebbe fare questa proposta di legge - che avrebbero in mano la totale gestione del territorio in una materia dove la Regione Marche, sia sull'assetto idrogeologico che sulla gestione del territorio, è messa male, basta leggere l'ultimo rapporto dell'Ispra 2018.
Ricordo anche che nel protocollo di intesa tra Stato e Regioni del 18 settembre 2008 nei criteri di riforma dei Consorzi, al punto 4 “Compiti e funzioni del Consorzio” si afferma quanto segue: “I Consorzi di Bonifica, secondo quanto previsto dalla vigente legislazione dell'ambito territoriale di competenza, hanno il compito di provvedere alla realizzazione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica - opere pubbliche di bonifica non significa ospedali o assetto idrogeologico - di irrigazione e miglioramento fondiario, ivi comprese le opere di cui all'articolo 166 del codice dell'ambiente, 152/2006”. Che cosa dice l'articolo 166? Andiamo a vedere, “I Consorzi di Bonifica e di irrigazione, nell'ambito delle loro competenze, hanno facoltà di realizzare e gestire le reti a prevalente scopo irriguo, gli impianti per l'utilizzazione in agricoltura di acque reflue, gli acquedotti rurali e gli altri impianti funzionali ai sistemi irrigui e di bonifica”, cosa centra l'assetto idrogeologico? Quello che aveva messo nella legge, la progettazione dell'ospedale, Presidente, che c'entra?
Ecco perché noi la impugneremo e noi vinceremo alla Corte Costituzionale, e quella legge sulla quale avete lavorato mesi non servirà a nulla, ve lo posso garantire.
Ai Consorzi di Bonifica può essere affidato, nei limiti e secondo modalità stabilite con legge regionale, il compito di provvedere alla realizzazione e manutenzione in esercizio di opere pubbliche finalizzate alla difesa del suolo, e qui rientra l'articolo 53, come le sistemazioni idrauliche e idraulico-forestali, la regolazione dei corsi d'acqua, gli impianti di rivoli, le vasche di laminazione e tutte le altre opere che garantiscono la sicurezza idraulica.
So che a voi non interessa, ma vi siete mai domandati se le platee delle stalle le ha fatte il Consorzio di Bonifica? Ve lo siete mai chiesto? Avete affidato il compito di realizzare le platee delle stalle, ma vi siete mai chiesti chi le ha fatte quelle 85? Se le hanno fatte loro oppure hanno delegato qualcun altro? Io non ho riscontro, informatevi.
Parliamo dell’articolo 1, rischio idrogeologico di presidio, gli avete dato pure questo, articolo 1, comma 1, forse non vi rendete conto di quello che fate, ma sapete cos’è il dissesto idrogeologico nelle Marche? Siamo la peggiore regione d’Italia dopo la Liguria e lo date al Consorzio di Bonifica che a volte non riesce a mettere a posto un fosso? Ma vi rendete conto di quello che state facendo?
Il dissesto idrogeologico prevede frane, alluvioni, lesioni costiere, subsidenza e valanghe, dove va il Consorzio di Bonifica con questi disastri? Sono importantissime le risorse umane, specificatamente qualificate, che hanno lavorato nel territorio e conoscono queste problematiche, la Regione ne ha tantissime perché il problema dell'assetto idrogeologico è anche dovuto all’eccessiva urbanizzazione per cui la Regione Marche ed il Genio Civile hanno delle risorse umane straordinarie per fare questo, mentre credo che il Consorzio di Bonifica non abbia le capacità per reggere un urto così importante, come quello che abbiamo nella regione Marche, basta che scaricate il rapporto Ispra e vedete com’è combinata la regione.
All'articolo 3, comma 1, le parole “dalle Province” sono sostituite dalle parole “dal consorzio di Bonifica”, Presidente, mi scusi, voi togliete alla Provincia un compito così importante per il quale aveva competenze, dotazioni organiche e lo date al Consorzio di Bonifica anziché alla Regione Marche? E’ come sostituire un cane pastore che vigila un gregge con un cane da compagnia, è la stessa identica cosa, non ha le capacità per reggere questo urto.
Qui c’è un protocollo di intesa tra Stato e Regioni che prevede quello che deve fare il Consorzio di Bonifica, oltre alla legge che è in pratica il codice dell’ambiente n. 152 del 2006, quindi non credo che si possa fare e disfare con questa legge tutto quello che voi avete inserito.
Ricordo che i Consorzi, secondo quanto previsto dalla vigente legislazione, nell’ambito territoriale di competenza, hanno il compito di provvedere alla realizzazione, manutenzione di esercizio delle opere pubbliche, come dicevo prima, difatti, l'articolo 53 del Decreto legislativo n. 152/2006 stabilisce: “Alla realizzazione dell’attività prevista al comma 1, concorrono, secondo le rispettive competenze, lo Stato, le Regioni a Statuto Speciale ed ordinario”, ogni competenza deve essere rispettata, no che al Consorzio di Bonifica gli si dà da costruire ospedali disastrati dal terremoto, l'assetto idrogeologico, addirittura la progettazione delle opere, abbiamo Batman in regione non abbiamo un Consorzio di Bonifica!
Per il comma 4, vale quello che ho detto prima sul dissesto idrogeologico.
L'articolo 6 prevede almeno sei membri delle aree montane.
All'articolo 7, comma 1, si stabilisce che l’Assemblea del Consorzio è composta da 31 componenti, 7 per ogni comprensorio più un rappresentante delle associazioni ambientaliste.
L’articolo 8 porta il CdA da 6 a 9 membri e le preferenze da tre a cinque.
Nell'articolo 9, comma 1, si parla di progettazione ed esecuzione di opere pubbliche e qui ritorno a quello che vi ho detto sull’intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008 ed ai criteri di riforma dei Consorzi, dove questo non si può fare, non lo potete fare perché l’articolo 166, ve l’ho letto, se volete lo rileggo, può fare solo l’irriguo, non può fare l’assetto idrogeologico.
Volevate cancellare sulla legge 13 l'esenzione per “lo scarico in fogna”, lì vi siete superati ed in Commissione ve l’ho anche detto, fortunatamente non l'avete tolta perché ad un certo momento uno si comincia a vergognare quando dice: chi paga la tassa di scarico in fogna ad un Comune poi la deve pagare al Consorzio di Bonifica. Lì la vergogna era arrivata ai livelli massimi e meno male che l’avete levata, però il beneficio della viabilità privata vicinale ad uso pubblico, previsto all'articolo 10, comma 1, è un’altra tassa che voi andate a mettere e vorrei capire in che modo voi tassate queste strade di vicinato, sarei felice di vederlo alla prima cartella che emettete, però ricordate che fra una settimana presenterò un altro esposto alla Procura e questa volta quell'esposto sarà fondamentale e bloccherà tutto il Consorzio di Bonifica. Ricordatevi di questo, perché non si può andare avanti a percorrere una strada sempre a filo delle norme.
Voi credete che state facendo bene e ne siete convinti, secondo noi no.
Il Consorzio di Bonifica su un ricorso che viene approvato l’anno dopo fa arrivare la cartella nonostante il ricorso vinto, non c’è modo per bloccarlo, allora occorre la Magistratura, è l’unico modo per fermare il Consorzio di Bonifica e questo noi stiamo facendo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie, Presidente. Io dico subito che voterò contro questa legge, però voglio anche specificare che non sono contrario al Consorzio di Bonifica, a prescindere, sono favorevole a un Consorzio di Bonifica che faccia quello per cui la legge ha previsto la sua creazione, ossia quello che è stato ribadito da più Consiglieri, la manutenzione del reticolo idraulico secondario, cioè dei fiumi secondari, che indirettamente, sono d'accordo su questo, manutenzionando, genera un beneficio che va a mitigare il rischio idrogeologico. Questo sì.
Il Consorzio a mio avviso dovrebbe concentrarsi su questo e non fare tutto o quasi tutto, ma la colpa non è del Consorzio, la colpa è della Regione che gli dà degli incarichi che normalmente non dovrebbe svolgere, perché anche se il Consorzio ha una squadra, un ufficio tecnico, da quello che mi risulta anche abbastanza importante, dà incarichi fuori, si sa organizzare, questo non può essere la motivazione per conferire incarichi. Abbiamo sentito anche cose che con questi discorsi non c’entrano assolutamente niente.
Vorrei provare, Consigliere Traversini, a mettere un elemento costruttivo, quello che molti cittadini contestano, giustamente dico io, è l'ambiguità della motivazione della tassa, è la legge che è sbagliata, la legge del 2013 è sbagliata, perché non ha, a mio avviso, definito bene questa tassa o l’ha definita in maniera ambigua, perché nel testo si legge che la tassa non è dovuta da tutti i cittadini marchigiani, è dovuta da quei cittadini che hanno un beneficio diretto e allora qui nasce, giustamente, la contestazione del cittadino che dice: “Ma perché devo pagare se non ho un minimo beneficio? Se non vedo nessun beneficio?” Se la tassa fosse stata di natura diversa, se volete anche più generica, ad esempio l'Irpef, faccio un parallelo, non ha uno scopo preciso, è una tassa generica che viene pagata da tutti, probabilmente questa ambiguità non ci sarebbe stata e probabilmente non ci sarebbero stati neanche tanti ricorsi. Magari una modifica in questo senso, nel definire meglio i criteri di questa tassa, potrebbe essere utile, questo lo dico con spirito costruttivo.
La seconda cosa che secondo me non va, l’ho detto all'inizio, è che caricare questo ente di troppe funzioni lo rende un gigante. Forse stiamo costruendo un ente che sta un po' prevaricando le sue funzioni che può diventare di dimensioni esagerate, invece sarebbe molto importante seguitare ad investire nella mitigazione, nella manutenzione dei fiumi e quindi nella mitigazione del rischio idrogeologico. Io non parlo di risorse, anzi sono favorevole affinché la manutenzione dei fiumi sia fatta e sia fatta seriamente, parlo invece di un ente che dovrebbe concentrarsi su questo tipo di attività e non svolgere tutto lo scibile umano o poco ci manca.
Ripeto, la colpa non è del Consorzio, la colpa è della Regione, che gli dà incarichi a mio avviso che con il Consorzio non c'entrano nulla.
Per le motivazioni che ho detto, voterò contro questa legge che non mi convince.
Anch'io nel 2015 sono stato tra quelli che avevano fatto delle osservazioni, perché la legge mette dentro degli elementi che si prestano alla contestazione. Questa chiarezza non c’è, viene a mancare ed invece di semplificare, di chiarire il rapporto anche con i cittadini, si va a complicare la situazione, creando un ente che ingloba funzioni che non sono proprie, io per queste motivazioni, ripeto, voterò contro.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Farò un intervento molto breve, anche come dichiarazione di voto, perché sono state dette molte cose, si è entrati molto nello specifico.
Personalmente vorrei chiarire due aspetti, innanzitutto, se il Consorzio di Bonifica funzionasse bene, certamente sarebbe utile per lo scopo a cui è preposto, quindi ci sarebbe una manutenzione, un controllo ed anche un beneficio per le nostre zone, purtroppo è emerso che questo non avviene ed è emerso, credo, nei fatti.
Nel corso degli anni sono tante le denunce e le situazioni emergenziali che hanno visto i nostri territori colpiti, perché c'è stata l'assenza di quegli interventi che avrebbero consentito, nel reticolo idrografico minore, di non arrivare all'emergenza in determinate situazioni.
La manutenzione e i controlli andavano fatti, ma non sono stati eseguiti, per questo addirittura abbiamo speso due volte i soldi dei cittadini, prima chiedendo la tassa e poi, nelle condizioni emergenziali, rifondendo giustamente i danni causati da queste situazioni, quando una reale prevenzione degli interventi fatti a monte, avrebbe consentito di non arrivare al danno, all’allagamento, a delle problematiche che giustamente causano difficoltà.
Prima nella pausa, nell'incontro che c'è stato con i Capigruppo, abbiamo ascoltato una serie di problematiche concrete. Sappiamo che manca lo strumento principe, manca il piano generale di bonifica, sappiamo anche una cosa ulteriore perché c'è stata detta ed oggi l’abbiamo ascoltata con le nostre orecchie, la Commissione tributaria si è espressa per l'illegittimità di questa tassa.
In questo incontro abbiamo ascoltato gli esponenti della maggioranza dire, è stato ribadito anche dal Presidente in questa discussione, “c'è la disponibilità ad audirli nuovamente in Commissione”, io avrei reputato più logico, più giusto e più coerente che questa proposta di legge oggi fosse stata sospesa e rinviata perché sembra, mi perdoni, un po' una presa in giro dire: “Vi audiamo, ma intanto andiamo avanti ed approviamo”. Non credo sia neanche corretto dire: “Le vostre richieste sono arrivate tardi”, perché se si è disposti ad ascoltarle, se si è disposti a riprendere in mano la normativa rispetto a delle cose vere che sono state poste sul tavolo, la coerenza e la logica vorrebbero che la discussione finale, che porterebbe all'approvazione di questa legge, sia fatta dopo l'audizione di tutti.
Reputo che la funzione del Consorzio di Bonifica debba essere fatta se giusta e utile al territorio ed in questo momento trovo, quindi non voterò a favore di questa legge, più giusto, più coerente, che quella disponibilità si traduca nella possibilità vera e piena e non nella votazione dell'atto di oggi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. A differenza della collega credo che non sarò molto breve perché la discussione che si è fatta in Aula è stata per la prima volta, fra tante, molto seria, approfondita e con larghe e intelligenti argomentazioni.
Una sola cosa non ho capito e lo chiedo sia al relatore di maggioranza che a quello di minoranza, che quindi parleranno ancora per altri 35 minuti ciascuno, è perché su questo Consorzio di Bonifica, che a detta di alcuni settori della minoranza è quasi il diavolo, su questa legge, che io non ho seguito per niente nel suo iter - non ce la faccio a seguire quattro Commissioni - non c'è neanche un emendamento.
Se questa legge era migliorabile in termini assoluti, con o no le audizioni dell'ultima ora, prassi un po' discutibile, Presidente della Commissione, perché se instauriamo la prassi delle audizioni all'ultimo minuto rischiamo che su tutte le materie possibili ed immaginabili, penso a quello che ci accingiamo a fare in IV Commissione sanità, avremo 4 regolamenti di manuali ponderosi, avremmo un'infinità di richieste dai vari gruppi di interessi che girano intorno alla materia, che alla fine non saranno soddisfatte,
Stigmatizzo questo metodo, o c'è una ragione sostanziale per ascoltare chi arriva all'ultimo minuto, oppure è una prassi un po' pericolosa per la democrazia formale, istituzionale, anche perché, ripeto, non vedo emendamenti.
Se questa legge è tutta regionale e tutti gli argomenti sono di competenza regionale, quindi risolvibili, qualcuno poteva farci una proposta in questo senso, non è stata fatta.
Audizioni, leggo nell'atto che il Cal e il Crel hanno espresso parere favorevole senza sostanziali osservazioni, quindi, anche questo non capisco. Il Cal e Crel fino a prova contraria rappresentano tutti, sono ormai 9 anni che vedo questi pareri, se c'è una sola associazione che rappresenta lo 0,7% del mondo Cal e del mondo Crel viene riportata perché da Cal e Crel si deve uscire normalmente con un parere all'unanimità, per cui se c'è anche una piccola osservazione, non si arriva alla bocciatura dell'atto, ma viene segnalata e non c'è stato niente di tutto questo.
Ho sentito dell'illegittimità del tributo e la proposta di modifica, ma questo, mi sembra di capire, è una tassa contributo nazionale quindi è chiaro che nella nostra disciplina regionale non possiamo dire se è giusta o no, quindi, un'altra scemata.
Il Consigliere Giorgini ci dice con fare più che simpatico - ho sempre confessato il mio debole personale, fra tutti i rappresentanti dei 5 Stelle, attuali e precedenti, per il Consigliere Giorgini, in quanto fa le cose con una veemenza giovanile che mi affascina e che mi caratterizza perché anch'io penso di rappresentare lo stesso spirito e a volte esagero - “Faremo l'impugnativa”, noi chi? Tu come gruppo? Il Governo? I Consiglieri regionali possono fare l’impugnativa? Deve fare un ricorso in Tribunale! Non riuscivo a capire qual era l’iter, però sono anche contento di questo, le dirò, perché se finalmente arriva un chiarimento su tutte queste materie non è male, in quanto la questione dell'imposta con un'apertura, che viene proposta dal Consigliere Bisonni, la condivido in questo senso.
Nella precedente legislatura abbiamo fatto la famosa legge sui fiumi, la IV Commissione era presieduta dal Consigliere Giancarli, e ricordo il dato che i corsi fluviali principali e secondari della provincia di Pesaro sono 800 chilometri di percorso, che sembra una cosa impressionante, ma se lei mette insieme i fiumi principali e tutti i fossi si arriva ad 800 chilometri, allora dico è ovvio che rispetto a tutte le competenze che sono state assegnate e che vengono ulteriormente assegnate, previa convenzione …, anche questo c’è da dirlo, non è che noi al Consorzio gli diciamo: “Fa tutte queste cose”, se le fa, se le vuole prendere, ci sarà una convezione con la quale si è fatto un accordo. Io dico fammi queste cose e per farle ci vogliono 400 mila euro, qualcuno gliele dovrà dare perché non penso che il Consorzio di Bonifica sia così stupido da firmare una convezione per caricarsi di compiti che poi non riuscirà ad assolvere. Anche questa nasce male in termini sostanziali, poi ci saranno mille cavilli, tutto quello che volete, ma non credo che nella prassi avverrà una cosa così strana.
L’ipotesi che potremmo avanzare se l'imposta è nazionale, questa si, Consigliere Giorgini, in sede politica, è quella di fare un'iniziativa come Regioni per dire al Governo, al Parlamento: “Perché non immaginare una cosa diversa a fronte di un problema vero?”
Sul dissesto idrogeologico, l’abbiamo detto, non so se le Marche sono ultime insieme alla Liguria, ma sicuramente non siamo messi bene e non riusciamo a spendere in maniera significativa, perché, un po’ come la messa a norma delle scuole o l'abbattimento delle barriere architettoniche, sono opere che necessiterebbero di centinaia di miliardi e non si trovano i soldi neanche per dare soddisfazione alle marchette elettorali, figuriamoci se si riesce a fare questo, però di fatto non si comincia mai. Potremmo partire dai compiti tradizionali che i Consorzi hanno sempre assunto, allargandoci a tutti gli altri che mettono in conto la cosa più semplice: tenere puliti e sgomberi i corsi d’acqua.
La mia città e la mia valle hanno subìto negli ultimi anni ..., lo sa bene l’Assessore Sciapichetti che nel frattempo si è dato da fare con tutta quella marea di burocrazia che dalla Provincia è passata alla Regione, ma alla fine gliela faremo, Assessore, sul fiume Potenza a tirare giù quelle dighe, abbiamo accumulato decine e decine di metri in verticale sugli alvei dei fiumi, però il problema non è solo quello dell'asse principale, in questo caso del fiume Potenza, ma di tutti i suoi affluenti che sono ugualmente pieni. Quando libereremo, come stiamo facendo, l'asse principale dai detriti accumulati negli anni poi avremmo i corsi periferici che porteranno grandi quantità d'acqua e le butteranno anche in superficie.
Perché non immaginare, il Consigliere Bisonni l’ha quasi detto, una tassa, che non è un'imposta, che viene prescritta a tutti come corrispettivo di un servizio. La Tari la conosciamo tutti, in quanto tale non può superare il costo che il Comune affronta per lo smaltimento dei rifiuti, se il mio Comune di Recanati spende 3 milioni all'anno non può essere superiore a quella cifra, quindi c'è già la legge che pone un tetto. Su questo tipo di imposta non si può guadagnare, tanto spendi tanto fai pagare, se chi gestisce quella spesa è bravo e riesce a farla con meno soldi, fa pagare di meno ai suoi contribuenti, ai suoi cittadini e sono tutti contenti. Questa dovrebbe riguardare tutti, come nelle aree urbane paghiamo la tassa per la fognatura o la tassa per la depurazione, così anche nelle aree rurali e nelle aree montane, ma direi anche in quelle cittadine, perché i cittadini comunque usano le fogne, ma usano anche i fossi, potrebbe esserci una tassa che a questo punto – i 40/45 euro di media che vengono pagati da chi attualmente contribuisce per il Consorzio, non è una grande imposta, non stiamo parlando di 400/500 euro, non è una delle tasse più odiose che abbiamo nel nostro Paese, ne abbiamo di tante, di più e di peggio - si distribuisce dai pochissimi che la pagano ad una generalità, con la possibilità di avere un'entrata ben superiore agli 8 milioni.
Il Consigliere Fabbri ha citato questo dato, nel dettaglio sono 8,5 milioni di euro regionali, ho fatto due conti e penso che non ne basterebbero 40 di milioni di euro per fare una manutenzione seria e puntuale, non basterebbero perché non si può fare ogni 5/10 anni o ogni 15 come succede adesso, se non si vuole spendere tanto si deve farla regolarmente partendo, dico paradossalmente, dai tombini e dalle caditoie dei Comuni che sono quasi tutti intasati, alla rete urbana delle fognature, fino ai primi fossi, depuratori e altro, dove tra le altre cose ci arriva di tutto, nei depuratori ci arriva di tutto perché a monte non c’è un adeguato filtro, una adeguata pulizia. Le acque chiare dovrebbero subire questa sorte insieme alle acque scure, che vanno depurate. Tutto il circuito di questo corpo di arterie e vene, che sono la nostra rete fluviale, torrenti e ruscelli, dovrebbe essere sistemato.
Quanto costerebbe mediamente ad un cittadino marchigiano una cosa di questo genere? Una cifra insignificante, parliamo di unità di euro, non ce ne accorgeremo, ma alla fine avremo una Regione ben ordinata, non dico nel giro di un anno, ma di qualche tempo, però tutto questo necessita di interventi ben più consistenti e ben più corposi che toccano il livello nazionale, cioè rivedere questo tipo di regole.
Per il resto non riesco a capire perché questa legge, che non ha subito emendamenti, ma ha avuto un attacco di carattere generale con osservazioni anche condivisibili, che non trovano risposte in questo tipo di argomento, non la votate o se non la votate perché non avete proposto degli emendamenti?

PRESIDENTE. Non ho altri Consiglieri iscritti a parlare. Consigliere Giorgini, lei non è il relatore, se il Consigliere Fabbri che lo è rinuncia a parlare, le do la parola.

Peppino GIORGINI. Mi scuso, ma è solo per una precisazione perché il Consigliere Marconi ha diritto ad una replica.
Caro Consigliere Marconi nelle altre Regioni c'è il piano di bonifica, che contiene il piano di classifica, che contiene il piano di riparto delle spese consortili ed il piano di riparto delle spese consortili significa verificare che il tuo pezzo di terreno ha dei benefici e quindi io ti devo tassare. Semplicemente questo! Le altre Regioni ce l'hanno, le Marche no. Che cosa ha fatto il Consorzio di Bonifica delle Marche? Ha preso il perimetro di tutte le Marche ed ha tassato tutti. Ecco per quale motivo il Consigliere Traversini dice che il Consorzio di Bonifica non ha debiti, ha tassato tutti!
Sugli emendamenti, caro Consigliere Marconi, io ho presentato una proposta di legge nella quale prevedevo la modifica dell'articolo relativo al beneficio che uno ha per pagare la tassazione al Consorzio di Bonifica, non è stata presa in considerazione e riprendeva esattamente quello che aveva detto la Corte Costituzionale, non me lo sono inventato, in riferimento alla Basilicata o la Calabria. Ha impugnato la legge 11 del 2003 della Calabria, io l’ho ripresa, ma la Commissione non ha interesse a far pagare chi deve pagare il giusto, di questo stiamo parlando.
L'equità sociale dovrebbe essere un principio fondante di chi si professa di sinistra. Non voglio ritornare al buon Enrico per farvi ricordare un po' la storia e che cos'è l'equità sociale, non ci voglio ritornare. L'equità sociale è che tu paghi per quello che devi pagare.
Detto questo, c’è il Dipartimento per gli affari regionali, è il Governo che poi demanda alla Corte Costituzionale, noi scriveremo un report al Governo, per conoscenza al Dipartimento affari regionali, che speriamo impugni la legge entro 60 giorni dalla pubblicazione nel BUR Marche, questo è quello che faremo, non l’ho spiegato perché mi sembrava ovvio, se ho sbagliato a specificarlo, mi scuso.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Non volevo intervenire di nuovo, visto che ho parlato per una mezz'oretta, però il Consigliere Giorgini mi sta stimolato. Lui ha presentato una proposta di legge e l'abbiamo anche esaminata all'interno della Commissione, ma c'erano delle motivazioni tecniche in quanto le proposte previste nel provvedimento erano già contemplate nella legislazione nazionale, gli abbiamo detto che alcune cose potevamo metterle dentro, ma la sua risposta è stata: la mia sarà una battaglia infinita contro questa legge, contro questo discorso del Consorzio. A questo punto è chiaro che le poche cose che potevano essere anche inserite con difficoltà non le abbiamo approvate, questa è la motivazione, non perché non abbiamo preso in considerazione la legge.
Non ripeto la mezz'ora che ho passato prima cercando di spiegare le motivazioni sul Consorzio, vorrei semplicemente ricordare che alla fine è importante capire che il Consorzio di Bonifica non fa quello che gli pare, assolutamente, questo concetto non c'entra nulla con quello che noi abbiamo messo in piedi e con il sistema, ma fa quello che sta dentro il piano di bonifica generale regionale sul quale la Giunta sta lavorando, arriverà in Commissione e poi all’approvazione del Consiglio. Queste sono le indicazioni, quello che abbiamo previsto in questa modifica, che in realtà era già previsto nella legge 13, l'attività sarà portata avanti in base alle convenzioni, non è che tutto quello che c'è da fare sul dissesto idrogeologico lo farà, lo potrà fare se la Regione riterrà opportuno farglielo fare.
Dopodiché questo è uno strumento che ha la Regione e lo può utilizzare e di questo ne sono sinceramente fiero nel senso che è un mezzo in più per dare risposte ad un territorio che ne ha bisogno. Finisco qui sennò ripeto le cose che ho detto prima.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Maggi, Fabbri. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale su tutti gli articoli chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi e Fabbri.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Carloni, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Solo per avere la conferma che l'appello nominale sia su tutte le votazioni.

PRESIDENTE. SI, su tutte le votazioni.
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Carloni, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Carloni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Carloni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Carloni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma del Consigliere Traversini, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Gino TRAVERSINI. Abbiamo ridotto i compartimenti, quindi è cambiato il numero ed il sistema di votazione è diverso, vanno abrogati gli articoli precedenti della legge 13/2013. E’ una semplice sottolineatura fatta perché abbiamo messo norme nuove.

PRESIDENTE. Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Carloni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7, così come emendato. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Carloni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Carloni, Celani, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10 bis. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Carloni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 245 (testo base), così come emendata. La pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Carloni, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Celani.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Designazioni
Elezione di sette componenti effettivi del Comitato misto paritetico di reciproca consultazione per le servitù militari
(comma 3 dell’articolo 322 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di sette componenti effettivi del Comitato misto paritetico di reciproca consultazione per le servitù militari. In merito ricordo che non sono state presentate candidature in numero sufficiente e, in particolare, che i candidati sono soltanto 6 anziché numero pari o superiore a 7, per questo l'Assemblea potrà procedere alle elezioni soltanto di 6 componenti effettivi del Comitato e ciascun Consigliere potrà votare 4 nomi.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Rapa effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 27
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 26

Hanno ricevuto voti:
Duri Annachiara n. 17,
D’Aria Giuseppe n. 16,
Giampaoli Giordano n. 14,
Castagnani Gianluca n. 12,
Bucci Achille n. 10,
Lazzaro Patrizio n. 9.

Proclamo eletti componenti effettivi del Comitato misto paritetico di reciproca consultazione per le servitù militari Duri Annachiara, D’Aria Giuseppe, Giampaoli Giordano, Castagnani Gianluca, Bucci Achille, Lazzaro Patrizio.

Elezione di sette componenti supplenti del Comitato misto paritetico di reciproca consultazione per le servitù militari.
(comma 3 dell’articolo 322 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di sette componenti supplenti del Comitato misto paritetico di reciproca consultazione per le servitù militari. In merito ricordo che non sono state presentate candidature in numero sufficiente e, in particolare, che i candidati sono soltanto 2 anziché numero pari o superiore a 7, per questo l'Assemblea potrà procedere alle elezioni soltanto di 2 componenti supplenti del Comitato e potrà votare un solo nome.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Rapa effettua la chiamata)

PRESIDENTE.
Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 21
Schede bianche n. 4
Schede nulle n. 2
Schede valide n. 15

Hanno ricevuto voti:
Giampaoli Giordano n. 10,
D’Aria Giuseppe n. 5.

Proclamo eletti componenti supplenti del Comitato misto paritetico di reciproca consultazione per le servitù militari Giampaoli Giordano, D’Aria Giuseppe.

Interrogazione n. 762
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Attivazione risorse a favore degli organismi che svolgono attività teatrali amatoriali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 762 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. La legge regionale 11/2009, detta norme in materia di spettacolo dal vivo e, in coerenza con le norme statali di settore, privilegia le attività continuative e di qualità e in quanto tali di natura professionale, anche al fine di tutelare i lavoratori del settore spettacolo.
Il riferimento al teatro amatoriale è stato inserito in legge in una fase successiva rispetto alla prima approvazione: è infatti la legge finanziaria del dicembre 2009 che, stanziando risorse specifiche e aggiuntive per 30 mila euro a favore del teatro amatoriale, dispone anche che il programma annuale individui ogni anno una riserva di fondi a favore del teatro amatoriale come 'funzione di utilizzo dei piccoli teatri' (articolo 7, comma 4 bis).
Per l’annualità 2010, quando in un contesto di risorse pubbliche e di bilancio regionale diverso la legge sullo spettacolo era attuata con risorse pari a oltre 4 milioni di euro, le risorse esplicitamente dedicate al teatro amatoriale erano pari allo 0,075%.
Negli anni la dotazione specifica per il teatro amatoriale è restata invariata (30 mila euro), pur a fronte di una contrazione complessiva per la capacità di spesa annuale per lo spettacolo.
Con il programma 2018 la proposta di Giunta regionale di riparto del fondo unico per lo spettacolo ha già proposto un incremento di risorse per il settore che è passato da 30 mila a 50 mila euro sull'annualità 2018, dotazione confermata nella proposta di Giunta di bilancio finanziario gestionale, che autorizza 50 mila euro al capitolo 2050210124.
In fase di attuazione del programma annuale le risorse sono andate a sostenere i progetti delle due associazioni di rete esistenti sul territorio (individuate tramite avviso pubblico) che sono la FITA e la UILT e che svolgono attività di servizio ad una realtà capillare di piccole compagnie amatoriali.
Per la prima volta inoltre è stato previsto il sostegno ai festival di teatro amatoriale di rilievo nazionale, proprio in considerazione dell'importante ruolo di formazione e di animazione territoriale che queste realtà svolgono. Sempre in esito ad avviso pubblico è stato sostenuto il festival GAD di Pesaro con un importo significativo (20 mila euro) commisurato all'importanza della manifestazione, che tuttavia (segnalano gli uffici) ad oggi fatica a rendicontare in quanto il progetto, sostenuto da diverse realtà del territorio, non sembra documentare sufficiente disavanzo di progetto: l'erogazione di maggiori risorse porterebbe in utile la manifestazione, né sembra sensato che la Regione vada a sostituire altri enti sovventori.
Pertanto il Programma 2019 della legge regionale 11/2009, in fase di predisposizione, che entro breve la Giunta inoltrerà per il parere della competente Commissione, che potrà esprimersi nel merito, propone di confermare le risorse del 2018, in un contesto di risorse 2019 estremamente contingentato, destinandole ad un avviso pubblico specifico per il teatro amatoriale.
Non si esclude che, se in sede di avviso dovesse emergere un significativo fabbisogno aggiuntivo per i progetti che ne abbiano i requisiti, le risorse a favore di associazioni culturali e artistiche che svolgono attività teatrali amatoriali possano essere integrate anche grazie a specifiche variazioni di bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare l’Assessore Cesetti per la risposta che ha letto per conto dell’Assessore Pieroni.
Volevo capire se anche per il 2019 venivano confermate indicativamente le risorse stanziate nel 2018, dalla risposta risulta evidente che è intenzione della Giunta regionale confermare tali risorse, quindi la ringrazio e mi reputo soddisfatto della risposta.

Interrogazione n. 747
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Ricostruzione post sisma dell'Ospedale Vittorio Emanuele II di Amandola”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 747 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. La risposta all'interrogazione della Consigliera Pergolesi mi sembra molto articolata e la vado a leggere.
In relazione all’interrogazione a risposta orale si rappresenta quanto segue.
A seguito della crisi sismica verificatasi a partire dal 24 agosto 2016, sono state redatte prima nell'agosto 2016 poi in data 4 novembre 2016, a seguito di ulteriore sopralluogo dopo le forti scosse dell'ottobre 2016, le necessarie schede Aedes per la rilevazione del danno subìto dal complesso ospedaliero di Largo Plebani ad Amandola, le quali, per gli edifici B, C, D, E ed RSA hanno registrato un esito "E" (inagibile), mentre al Distretto è stato assegnato l'esito "A-F" (inagibile per rischio esterno); per l'edificio individuato con la lettera A non è stata redatta la scheda di rilevazione del danno in quanto al momento del sopralluogo erano in corso lavori di ripristino da parte dell'Asur.
Successivamente per la struttura ospedaliera sono state eseguite ulteriori perizie da vari organismi tecnici, quali Reluis, Protezione civile regionale e Ufficio Speciale per la Ricostruzione. In base alle risultanze degli studi ed approfondimenti effettuati, valutati gli esiti delle verifiche, preso atto del permanere delle condizioni di rischio e dell'entità del danneggiamento subito, tale da presupporre per il ripristino dell'agibilità interventi molto consistenti, i soggetti preposti alla gestione dell'emergenza hanno ritenuto che la realizzazione di una nuova struttura fosse la soluzione più idonea.
In considerazione di fattori inerenti il contesto urbanistico, l'assetto infrastrutturale, la viabilità, la possibilità di conseguire una più razionale organizzazione delle funzioni e dei flussi interni ed esterni, l'ottimizzazione degli spazi e delle connessioni verticali, la migliore efficienza energetica ed il maggior comfort per i degenti, la facilità di esecuzione dei lavori e la minore probabilità del verificarsi di interferenze in corso d'opera, l'esigenza di ottenere maggior sicurezza in merito alle sollecitazioni sismiche nonché la possibilità prevedere future espansioni e flessibilità in caso di eventuali riconversioni, è stata valutata l'opzione di ricostruire il nuovo ospedale in un'area pianeggiante esterna al centro storico, in località Piandicontro posta, tra l'altro, lungo la via principale di accesso alla città in una posizione strategica e più funzionale.
La zona individuata dall'Amministrazione comunale per la realizzazione del nuovo ospedale in località Piandicontro è stata oggetto di uno studio di micro-zonazione sismica di 3° livello, strumento di indirizzo per la pianificazione urbanistica ed ausilio tecnico utile per il calcolo del coefficiente FA (fattore di amplificazione sismica) impiegato nel calcolo strutturale.
Sull'area del nuovo ospedale sono state inoltre condotte analisi più approfondite: un elevato numero di analisi di indagine sismica passiva, diverse prove sismiche multicanali, analisi di taglio torsionale ciclico (in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria sismica di Roma), n. 4 sondaggi a carotaggio continuo fino al raggiungimento del substrato geologico, prelievo di n. 6 campioni per le analisi di laboratorio, n. 3 prove penetrometriche dinamiche, n. 3 prove penetrometriche statiche per la correlazione dei sondaggi; una prova sismica di tipo prospezione sismica in foro)e n 6 indagini sismiche di rumore prova sismica passiva a stazione singola.
Tutti i dati delle suddette indagini sono stati utilizzati per costruire i modelli geologici e geofisici ai fini dello studio della Risposta Sismica Locale, nella redazione dei diversi livelli di progettazione per dare la migliore risposta della struttura ospedaliera in oggetto.
In base alle condizioni di danno sopra evidenziate, è stato possibile effettuare il ripristino unicamente in corrispondenza degli edifici A e del Distretto Sanitario, i quali secondo le indicazioni dei verbali di sopralluogo sono risultati recuperabili; mentre per gli altri corpi di fabbrica che componevano il vecchio ospedale e che avevano subito un danneggiamento grave di tipo E si è preso atto dell'impossibilità di intervenire con una semplice messa in sicurezza poiché insufficiente a garantire l'adeguato livello di sicurezza previsto dalle vigenti normative.
Per quanto concerne lo stato delle opere di ripristino, si specifica che nel corso dell'anno 2017 l'Area vasta n.4 ha ultimato i lavori di manutenzione conservativa e parziale recupero nei corpi di fabbrica B, C e D; nel dicembre 2018 sono stati completati i lavori sul corpo B Distretto per allocarvi la Dialisi che è rientrata dal campo esterno; dallo scorso 27 dicembre 2018 e recentemente anche PPI, Potes e Guardia Medica rientreranno nel vecchio Ospedale in spazi agibili adeguatamente predisposti dall'Area vasta 4.
Il Comune di Amandola ha completato in questi giorni la predisposizione di spazi al grezzo nel corpo A per allocarvi la Risonanza magnetica donata dalla Fondazione CARISAP.
Tutte queste attività sono state eseguite con carattere di emergenza dovendo necessariamente evitare il perdurare di una situazione di estremo disagio, ma non possono considerarsi né definitive né tanto meno mantenibili nel medio-lungo periodo sia per ragioni di carattere funzionale sia di carattere logistico.
Al punto 4 si chiede perché l'Area vasta 4 non ha dato corso al recupero prima dei corpi di fabbrica C-D-E poi del corpo di fabbrica già destinato a RSA e si rimanda a quanto specificato ai punti 1), 3) e successivo punto 5).
Al punto 5 l’interrogante chiede se la recente decisione di ricollocare l'Unità operativa di medicina generale in una nuova struttura provvisoria sia dettata da economicità e funzionalità o da calcolati ritardi nella messa a disposizione di strutture definitive
L'argomento è stato oggetto di discussione in varie riunioni congiunte tra USR, Protezione Civile regionale, Comune di Amandola, Area vasta 4 e rappresentanti dei competenti servizi regionali, nell'ambito delle quali sono state valutate le possibili soluzioni alternative per poter fornire al Capo Dipartimento della protezione civile nazionale gli opportuni elementi valutativi sia in termini di fattibilità tecnica-economica sia dei tempi di realizzazione; le tre alternative ipotizzate erano le seguenti:
a) il riutilizzo della struttura denominata "ex RSA" del vecchio complesso ospedaliero;
b) il riutilizzo di due piani delle strutture denominate corpi "A", "C" e "D" del vecchio complesso ospedaliero;
c) la predisposizione ex-novo di strutture prefabbricate da allocarsi in località Piandicontro su di un'area antistante il campo sportivo, già servita dai sottoservizi e in parte già utilizzata per scopi sanitari.
Visti i risultati degli accertamenti tecnici effettuati, ed in particolare dell'ultimo in ordine di tempo, eseguito nel maggio 2018 dall'Ufficio Speciale per la Ricostruzione, con il quale si è potuto confermare il livello del danno "E" attribuito all'immobile "ex RSA" nella relativa scheda Aedes, si è ritenuto che il ripristino funzionale dell'ex RSA, a causa del forte danneggiamento, presupponesse per il ripristino della piena funzionalità e sicurezza, interventi strutturali consistenti non compatibili né con i tempi né con la possibilità di rendicontazione ammessa dalla Protezione civile.
In merito ai corpi "A" e "C" si è potuto constatare che nonostante in questo caso l'intervento strutturale sarebbe concettualmente meno complicato rispetto al corpo "ex RSA", si è ritenuto che lo stesso intervento risulti di non immediata realizzabilità in considerazione sia dei tempi amministrativi e tecnici, i quali richiederebbero un necessario approfondimento progettuale ai fini del conseguimento di un adeguato grado di sicurezza, sia della necessità di realizzare ex novo un corpo scala con ascensori esterni al fine di evitare l'attraversamento degli edifici più lesionati.
I soggetti coinvolti hanno così optato per la predisposizione di una struttura provvisoria di circa 1.000 mq, sufficienti ad ospitare il reparto di medicina ed attività connesse, con possibilità di utilizzare gli attuali moduli presenti nell'area, per ospitare i necessari locali e attrezzature tecniche a servizio dei nuovi.
Con Ordinanza n. 553/2018 il Capo compartimento della protezione civile, all'articolo 5, ha autorizzato il Comune di Amandola, al fine di garantire la prosecuzione dell'assistenza ospedaliera e nelle more della realizzazione del nuovo polo ospedaliero, l'istallazione di nuove strutture prefabbricate destinate ad ospitare attrezzature ed impianti nonché il reparto di medicina generale.
Al punto 6 l’interrogante chiede come si intenderanno risolvere i problemi logistici legati alla dislocazione della sezione medica di ricovero che risulterà isolata e distante per circa un chilometro e mezzo dai servizi essenziali di diagnostica per immagini, punto di primo intervento territoriale, dialisi limitata e di diagnostica analitica clinica, servizi, questi ultimi ricollocati, o in via di ricollocazione, in alcuni corpi di fabbrica dell'Ospedale esistente.
Come specificato al precedente punto si è scelto di collocare la sezione prefabbricata di medicina in uno spazio libero già di proprietà del Comune di Amandola, dell'estensione di circa 2.000 mq, in area già infrastrutturata. Reperire uno spazio con le medesime caratteristiche nelle vicinanze della vecchia struttura ospedaliera, collocata nel centro storico ed in zona sismicamente pericolosa è risultato non percorribile.
Il collegamento sarà garantito da apposito servizio anche mediante l'utilizzo di specifici mezzi di trasporto sanitario donati al Comune e con il personale interno alla struttura.
Al punto 7 l’interrogante chiede quale soluzione si intende dare alla richiesta dell'Ambito territoriale sociale 24 per la definizione di un Distretto socio-sanitario dei Sibillini.
L'ospedale di Amandola si connota, a causa della configurazione della rete stradale e dei tempi di trasferimento per l'utenza ai più vicini centri sanitari provinciali (1-1,5 ora in media per Ascoli Piceno e Fermo), come unico riferimento per il territorio montano che necessita di un ospedale polifunzionale all'interno della rete sanitaria regionale.
La richiesta dell'Ambito territoriale sociale formalizzata nella deliberazione n. 16 del 30 dicembre 2015, consiste nella proposta alla Regione Marche di collocare in un'unica Area vasta tutti i Comuni facenti parte dell'ATS 24, con la contemporanea istituzione di un Distretto Montano dei Sibillini, con sede ad Amandola, coincidente con l'ambito medesimo, i cui confini potrebbero essere allargati ad altri Comuni confinati, facenti parte delle tre province confinanti (Ascoli, Fermo, Macerata) aventi le medesime caratteristiche geografiche, socio-economiche e culturali.
Un primo passo verso tale indirizzo è costituito dall'accordo siglato lo scorso gennaio 2018 con l'Area vasta n. 5 per estendere la possibilità dell'utilizzo della RSA di Amandola ai residenti nei cinque Comuni della Comunità Montana dei Sibillini (Comunanza, Montemonaco, Rotella, Force e Montedinove) che appartengono alla provincia di Ascoli Piceno e all'Area vasta 5.
Si stanno inoltre valutando i modelli organizzativi e l'impatto economico e sociale per la realizzazione dell'ambito Territoriale Sociale 24 in relazione alle attuali organizzazioni sanitarie e socio sanitarie. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore Sciapichetti che si è prestato alla lettura di questa risposta articolata, anche l'interrogazione lo era
Ricordo che questa è la terza o la quarta interrogazione che faccio in merito alla zona di Amandola e finalmente, devo fare i complimenti agli uffici, si è data in quest'Aula una risposta articolata, a differenza delle altre precedenti interrogazioni.
Mi spiace che l'Assessore delegato Talè non sia stato attento, anzi ho trovato difficoltà ad ascoltare l'Assessore Sciapichetti, probabilmente non è interessato al territorio di Amandola e quindi aveva altro di cui discutere, però, secondo me, visto che è il delegato dal Presidente Ceriscioli dovrebbe sensibilizzarsi rispetto alla questione del servizio sanitario di Amandola.
In merito alle risposte, su alcuni aspetti mi sarei aspettata, ad esempio sulle varie relazioni, qualche dato in più e qualche data in più e sono sicura che appena chiederò gli atti mi verranno dati, i verbali degli organismi che hanno ampiamente discusso in merito alla ricollocazione dell'Unità di medicina generale.
Diverse sono le questioni chiarite, che però a loro volta hanno stimolato in me altre interrogazioni, quindi, assieme al Presidente del Comitato, che si batte per il ripristino dell'Ospedale di Amandola, e assieme al nostro attivista XY, che sono qui venuti ad assistere, sicuramente troveremo un modo di formulare degli ulteriori quesiti alla Giunta.
Se la Giunta rispondesse alle interrogazioni a risposta scritta, probabilmente non si dovrebbe attendere settimane per avere una risposta e soprattutto non si costringerebbe un Assessore, seppur gentilissimo, a leggere 3 pagine di quesiti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Talè.

Federico TALE'. Il caso personale sta nel fatto che la Consigliera Pergolesi mi ha citato più volte accusandomi di non conoscere la situazione di Amandola. La ringrazio così mi dà la facoltà di parlare. Non è assolutamente vero, tant'è che il caso di Amandola l’ha approfondito per primo, insieme a quello di Pergola, chi sta da questa parte dei banchi, non di là.
Lei Consigliera Pergolesi, come di solito i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, eccetto qualcuno, parla senza sapere di che cosa parla e lo fa semplicemente per slogan.
Per quanto riguarda il caso di Amandola, se nel nuovo piano sanitario Amandola e Pergola, e sono anni e anni che aspettano - visto che ha lei parlato del delegato alla sanità - sono dichiarati ospedali di area disagiata sede di pronto soccorso è perché il Consigliere delegato si è battuto per questo. Capito? Sicuramente non la Consigliera Pergolesi che non sa neanche di cosa parla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. E' per precisare. Avevo chiesto al Consigliere Talè di parlare più piano perché non riuscivo a sentire la risposta, che penso interessi anche lui, visto che non basta mettere sulla carta il nome di Amandola per poi avere un ospedale funzionante. Grazie.

Mozione n. 453
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Giorno del Ricordo - 10 febbraio”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 453 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Voglio iniziare dicendo che quella di oggi credo che sia stata una giornata non solo bella ed emotivamente coinvolgente, ma all'interno della nostra Assemblea legislativa è stata scritta una pagina importante rispetto al dramma delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata che per tanti anni sono stati in qualche modo cancellati non solo dai libri di storia, ma anche dalla conoscenza comune.
Voglio ringraziare il Presidente e tutto l'Ufficio di Presidenza per aver reso possibile questa giornata, sono andata a rileggermi il mio intervento nella prima “Giornata del ricordo”, era il 10 febbraio 2016, era la prima commemorazione che faceva il nuovo Consiglio regionale, e nella richiesta di rifinanziare la legge regionale che istituiva la Giornata del Ricordo, le cui risorse erano purtroppo arrivate a zero, citai proprio “Magazzino 18” e Simone Christicchi, come esempio positivo per riavvicinare e per far comprendere alle nuove generazioni quel dramma da tanto dimenticato. Quindi, sono molto contenta e ringrazio nuovamente che questa possibilità sia stata data non solo al Consiglio, ma ai ragazzi che sono intervenuti in questa assise e a quelli che sono stati presenti ieri sera alla rappresentazione a Senigallia.
Tutto questo aspetto positivo ha un retroscena ed è il fatto che, purtroppo, anche nel 2019, nonostante una serie di prese di posizioni forti, per quanto mi riguarda, innovative rispetto al problema, nel senso che c’è stata una vera presa di posizione sul problema, ancora oggi abbiamo una serie di dichiarazioni vergognose o di atti oltraggiosi e vergognosi verso quelle vittime, verso quegli italiani, verso quei genocidi.
Cito un caso emblematico che è stato sulle pagine un po' di tutti i giornali, anche deprecato da tutte le componenti politiche, riguarda le dichiarazioni fatte dall’Anpi di Rovigo, tramite il suo profilo Facebook, in cui dichiarava in un post, cito testualmente: “Sarebbe bello spiegare ai ragazzi delle medie che le foibe le hanno inventate i fascisti sia come sistema per far sparire i partigiani jugoslavi che come invenzione storica, tipo la vergognosa fandonia delle foibe di Basovizza”. Queste dichiarazioni, come il fatto di imbrattare la lapide della tomba di Norma Cossetto, l’ha citata anche Cristicchi nel suo intervento di ieri e di oggi, ed una serie di altri atti sono forme di negazionismo rispetto ad un fatto storico. Voglio ricordare che lo stesso Cristicchi, quando iniziò a portare il suo “Magazzino 18” nei teatri italiani qualche anno fa, trovò forti resistenze, si arrivò addirittura ad interruzioni, ad occupazioni del palco, a scritte ingiuriose fuori dai teatri nei quali presentava questo dramma.
Ora mi piace ricordare rispetto a questo fenomeno le parole che quest'anno il Presidente Mattarella ha citato in occasione del 'Giorno del ricordo': “Celebrare il 'Giorno del ricordo' significa rivivere una grande tragedia italiana vissuta allo snodo del passaggio tra la seconda guerra mondiale e l'inizio della guerra fredda. Un capitolo buio della storia nazionale ed internazionale che causò lutti, sofferenze, spargimento di sangue innocente, quella ferita oggi è ferita di tutto il popolo italiano, che guarda a quelle vicende con la sofferenza e il dolore e la solidarietà e il rispetto dovuti alle vittime innocenti di una tragedia nazionale per troppo tempo accantonata”.
Onde evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione rispetto a questa mia mozione, voglio citare anche la presa di posizione dell'Anpi nazionale, nella persona della Presidente che all'indomani di quel post su Facebook ha dichiarato: “L’iniziativa di Parma non è condivisibile - l’iniziativa di Parma è un convegno negazionista rispetto alla tragedia delle foibe e dell'esodo e alla figura di Norma Cossetto - come la frase che qualche settimana fa è apparsa sulla pagina Facebook dell'Anpi di Rovigo non è condivisibile”.
Questo lo voglio dire perché credo che anche quella componente politica che fino ad oggi per questioni, per le quali non entro nel merito, ha posto la resistenza alla conoscenza di quella triste e buia pagina, oggi almeno la sta superando.
In questa in questa mozione chiedo una ferma condanna non solo delle dichiarazioni dell'Anpi di Rovigo, ma di ogni gesto e di ogni forma di negazionismo verso le foibe e l'esodo giuliano-dalmata.
Voglio ricordare che il negazionismo è anche condannato da una legge dello Stato, la legge n. 115 del 16 giugno 2016, e dato che credo sia importantissimo valorizzare l'aspetto positivo e la conoscenza verso le nuove generazioni, lancio nuovamente una proposta poiché anche il Consiglio regionale si è dotato di una propria legge, la n. 8 del 20 aprile del 2012, riguardo queste iniziative, la mia seconda richiesta è quella di dare mandato in qualche modo all'Ufficio di Presidenza di porre in essere delle iniziative nell'ambito delle attività politico istituzionale, legate alla legge regionale n. 8 del 2012, che prevedono visite formative di studenti delle scuole di primo e secondo grado delle Marche nei luoghi simbolo delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.
Sono stata alla foiba di Basovizza e devo dirvi che ha effettivamente un impatto emotivo molto grande, che credo possa essere di aiuto a comprendere quel dramma, non pongo ovviamente dei limiti, potrebbero essere delle visite annuali, biennali. Immagino e spero un coinvolgimento ad esempio del Miur, della scuola, una sinergia fra il ruolo e la competenza della Regione, attraverso anche le iniziative di cui si è dotata attraverso la legge, con tutti quei settori, tutti quegli aspetti che riguardano la formazione delle nuove generazioni, proprio perché chi cresce oggi non venga in qualche modo contaminato da posizioni ideologiche che possono influenzare in un senso o nell'altro la ricostruzione, la conoscenza della realtà storica.
Quindi le mie due richieste sono da una parte la condanna verso quelle dichiarazioni, ma in generale verso ogni forma di negazionismo, dall'altra un impegno aggiuntivo, facendo sì che ci siano anche dei viaggi del ricordo che portino in quei territori, accrescendo la conoscenza e la consapevolezza nelle nuove generazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Capogruppo Leonardi, faccio una considerazione di carattere tecnico sulla mozione, mi permetto di dire, quale membro dell'Ufficio di Presidenza, per quanto riguarda il secondo aspetto: “il Consiglio decide di dare mandato all'ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa di porre in essere iniziative, nell'ambito dell'attività politico-istituzionale indicata dalla legge regionale 8/2012 sopra richiamata, che prevedano visite formative di studenti delle scuole di primo e secondo grado delle Marche nei luoghi simbolo del martirio”. Il problema è che ora l'Ufficio di Presidenza in questo momento non ha risorse a disposizione. Propongo di scrivere: “che prevedano, nei limiti delle risorse a disposizione, visite formative degli studenti” poi ovviamente con i bilanci successivi le risorse si possono implementare e mettere. Abbiamo un bilancio risicato che non ci permette di dare corso alla mozione nel caso in cui venisse approvata.
Si possono inserire le parole “nei limiti delle risorse a disposizione o disponibili”, lo dico da un punto di vista tecnico, non entro nel merito della mozione stessa, può essere fatta tutta una serie di iniziative politiche-istituzionali, come ad esempio: incontri, formazione nelle scuole, accogliendo ragazzi qui oppure promuovendo dei progetti a cui le scuole possono partecipare. Tutto qui.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Sull'ordine dei lavori, vista questa cosa che lei ha detto, che renderebbe chiaramente la mozione non votabile o quantomeno non efficace rispetto agli adempimenti che si propone, e poiché le mozioni non sono emendabili se non forse dalla firmataria, chiederei 5 minuti di sospensione per poter eventualmente valutare questa possibilità.

PRESIDENTE. Se siamo d’accordo credo che una sospensione di 5 minuti si possa fare.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Per quanto mi riguarda nessun problema per la sospensione né eventualmente ad integrare con le parole “nelle more delle risorse disponibili”.
È ovvio, abbiamo visto nel corso di questi 3 anni abbondanti da quando siamo qui, che la mozione è un atto di indirizzo che se non include una data specifica, non ha necessariamente una valenza che scade nell'anno in corso, io l'ho specificato prima, quindi per me è un sottinteso che è: “nelle more delle disponibilità”. Pongo una volontà, qualora ci siano le risorse disponibili l’Ufficio di Presidenza, rispetto a questa legge, voglia dare questa opportunità. L'ho detto anche nella mia spiegazione, ovviamente non entro nei dettagli di come, quando e quanto, quindi per quanto mi riguarda credo che aggiungere “nelle more” sia ridondante, nel senso che secondo me è sottinteso in quanto non è una proposta di legge con un capitolo a bilancio, ma è un indirizzo che l'Aula si vuole dare. Per me questo è sottinteso, se però specificare “nelle more delle risorse” è vincolante per poterla approvare o bocciare, io la emendo tranquillamente, posto che la dicitura l’avevamo vista insieme agli uffici, rispetto alla mia prima stesura, quindi “decide” ed “esprime” erano frutto di un confronto con la parte tecnica del Consiglio, proprio per renderla in forma corretta.
Se aggiungere una cosa che per me è ovvia e non necessaria, è il modo per approvarla, io sono assolutamente disponibile perché ci tengo che i principi siano fatti salvi e che questa opportunità possa esserci da parte dell'Ufficio di Presidenza, comunque fare una pausa per confrontarci va benissimo.

PRESIDENTE. Consigliera Leonardi, ripeto, per me è un aspetto prettamente tecnico, per implementare. Se tutti siamo d'accordo, sospendo la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 17,40

La seduta riprende alle ore 18,00

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Consiglieri per favore, riprendiamo la seduta e prendiamo posto.
Emendamento 1 a firma della Consigliera Leonardi. Lo leggo: “Nel preambolo al primo punto sotto il paragrafo 'Premesso ancora che' infine sono aggiunte le seguenti parole: 'condannate anche dal Presidente nazionale Anpi' e, conseguentemente nel dispositivo le parole da 'ferma condanna' a 'giuliano-dalmata' sono sostituite dalle seguenti: 'ferma condanna verso ogni forma di negazionismo nei confronti delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata'”.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 453, così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Solo per chiedere se possiamo anticipare la mozione sulle barriere visto che è argomento di interesse, c’è stato l'incontro di cui l'Assessore dovrà riferire all'Aula e c'è anche il pubblico.
Vorrei anche far presente che abbiamo un plastico, senza rubare il lavoro a Bruno Vespa, che rende bene l'idea di come sarà impattante questo muro per alcuni abitanti, che si sono anche presi la briga di costruirlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. C’è anche un’altra mozione importante per i marchigiani. E’ da questa mattina che aspettiamo di trattare il problema delle barriere, il Consigliere Carloni può aspettare altri 10 minuti e poi facciamo le barriere.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di anticipare il punto.

Sandro ZAFFIRI. Io sono contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ci mancherebbe che non sia d’accordo a discutere questa mozione, sono un po’ stupito che alle 18,00 decidiamo di anticiparla perché a mio avviso andava discussa subito dopo la ' Giornata del ricordo'.

PRESIDENTE. C’è un motivo preciso, ne abbiamo parlato ai Capigruppo, si aspettava l’esito dell’incontro con l’Assessore.

Enzo GIANCARLI. Ho capito, io ho un’altra idea, sono affinché il Consiglio dia l’indirizzo all’Assessore.

PRESIDENTE. Anticipazione dell'esame delle mozioni nn. 450, 454, 455, 456, 457, 459, 460 (abbinate). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 450
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi
“Piano RFI di abbattimento del rumore in alcuni Comuni marchigiani”

Mozione n. 454
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Opere di risanamento acustico rete ferroviaria - barriere antirumore. Apertura tavolo di confronto per revisione progetto RFI”

Mozione n. 455
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Richiesta apertura tavolo di confronto per l'abbattimento dell'inquinamento acustico lungo la linea adriatica e l'arretramento della ferrovia dalla costa”

Mozione n. 456
ad iniziativa del Consigliere Mastrovincenzo
“Impegno della Regione Marche a tutela dell'ambiente e dei beni paesaggistici rispetto agli interventi di risanamento acustico previsti dal piano di Rete Ferroviaria Italiana (RFI)”

Mozione n. 457
ad iniziativa del Consigliere Carloni
“Contrarietà al progetto di abbattimento del rumore proposto da RFI”

Mozione n. 459
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri e Giorgini
“Opere di risanamento acustico, previste nel piano redatto da RFI ai sensi del D.M. Ambiente 29.11.2000 - Linea ferroviaria Bologna/Lecce - barriere antirumore”

Mozione n. 460
ad iniziativa dei Consiglieri Maggi, Pergolesi
“Opere di risanamento acustico previste nel piano redatto da RFI ai sensi del D.M. Ambiente 29.11.2000 - Linea ferroviaria Bologna/Lecce - Barriere antirumore”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le mozioni nn. 450 dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, 454 del Consigliere Talè, 455 del Consigliere Rapa, 456 del Consigliere Mastrovincenzo, 457 del Consigliere Carloni, 459 dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri, Giorgini, 460 dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, abbinate.
Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Mi scuso per chi ha aspettato fino adesso e non volevo, Consigliere Giancarli, togliere il potere di indirizzo al Consiglio, che rimane sicuramente, ma, visti le polemiche che sono apparse sui giornali e soprattutto il malessere che i cittadini hanno manifestato in ogni sede, credo, in maniera trasversale, senza appartenenza politica e a prescindere dal prezioso plastico che ci fa capire quanto possa essere fisicamente impattante l'ubicazione delle barriere, avevo deciso di convocare i Sindaci, sono state già attivate delle procedure per l'attivazione della Conferenza dei servizi, per sentire quali fossero le loro esigenze.
Le esigenze non sono tutte uguali in realtà, ogni Comune ne ha una diversa questo perché i nostri territori sono completamente differenti.
Tutti i Sindaci, tutti gli amministratori, che sono stati presenti al tavolo, un tavolo tecnico-politico, molto concreto, hanno espresso la volontà di decidere cosa sia meglio per il loro territorio. Ci sono Sindaci o amministratori che hanno detto che su tutta la linea territoriale, quindi, su tutta la fascia costiera, non volevano l'applicazione e il posizionamento delle barriere, perché è una scelta che deturpa completamente il paesaggio, altri invece hanno detto di avere esigenze in altre zone territoriali, piuttosto che in quelle dove Ferrovie ha deciso di posizionarle.
D'altro canto, Ferrovie, che è stata presente e ci ha spiegato benissimo quali sono le esigenze, è costretta come braccio operativo del MIT a portare avanti dei progetti imposti per legge, quindi ci ha detto molto bene: “Noi dobbiamo assolutamente presentare questi progetti, perché abbiamo una competenza che ci viene dalla normativa”, quindi, che cosa ha deciso di fare la Regione? Penso che voi ci darete delle indicazione anche in merito, ha deciso di appoggiare, di affiancare ogni amministrazione comunale rispetto a una decisione che assumerà in maniera autonoma e se un Comune deciderà di non far posizionare le barriere, ovviamente motivando perché tutti gli atti amministrativi hanno necessità di motivazioni, la Regione Marche presenterà, io come Assessore presenterò, una delibera alla Giunta con la quale si deciderà di non dare l'intesa e questa è la posizione che sarà tenuta dalla Regione nella Conferenza dei servizi.
Qual è la cosa che ha aiutato tutti noi nel prendere questa decisione anche così forte, se vogliamo? Un elemento importante è stata la comunicazione che sia i Comuni che la Regione hanno ricevuto ad agosto 2018, una rendicontazione di Ferrovie nella quale, tra le criticità e le proposte, si diceva: “Si ritiene auspicabile un intervento legislativo che stabilisca una nuova modalità di determinazione dell'impatto acustico, tenendo conto del miglioramento che c'è stato del materiale rotabile”. In buona sostanza, Ferrovie dice che c'è una normativa comunitaria che non stabilisce criteri e parametri e quando è stata approvata l'intesa Stato-Regioni con prescrizioni, tra l'altro molti di voi nelle mozioni l'hanno ricordato, c'erano delle realtà completamente diverse perché si era nel 2004, sono passati molti anni e secondo Ferrovie c'è la necessità di rivedere anche questa normativa e i parametri, soprattutto, secondo Ferrovie, ma questo è un pensiero che abbiamo espresso in maniera univoca tutti come amministratori e come tecnici, c’è l'esigenza di contestualizzare ogni progetto, avere quindi da un lato la possibilità di contestualizzarlo con Ferrovie in un futuro, cosa che oggi non è possibile, e dall'altro di poter decidere per il proprio territorio.
Credo che questo sia saggio, è la cosa che io mi sono sentita di fare, che è quella di rispettare i territori, soprattutto quando si tratta di temi così importanti.
Sapete che abbiamo la linea ferroviaria che passa quasi tutta sulla costa, a volte fronteggia il mare, a volte passa tra i caseggiati, a volte passa nell'interno, per cui ogni territorio, ripeto, potrà decidere in maniera autonoma, anche per evitare che ci si trovi in quelle condizioni.
Io non so fino a che punto l'impatto acustico sia, e lo dovranno stabilire tecnici, inferiore o superiore, ma c'è un impatto dal punto di vista paesaggistico ed anche, per esempio, legato al ricambio dell'aria, perché a volte la distanza è talmente stretta che l'impedisce, oppure c'è il ristagno dell'acqua, perché le fondazioni sono state fatte a poca distanza dalla linea ferroviaria, per cui si possono creare ulteriori conseguenze che secondo noi non sono state valutate.
Questa è la posizione che oggi è stata assunta all'unanimità dal tavolo che si riconvocherà dal punto di vista tecnico e procedurale per approfondire meglio la questione.
Ferrovie ci ha detto che andrà avanti, poi non è Ferrovie che va avanti, ma è il MIT che convoca le Conferenze dei servizi in base ad una norma di legge, sta facendo quello che la legge impone, però nulla toglie che le norme possono essere modificate visto che anche Ferrovie le ritiene anacronistiche e che nel frattempo si prendono posizioni chiare, sempre a tutela del territorio.

PRESIDENTE. Grazie Assessore per l’ottima sintesi.
Sul tema ci sono diverse prenotazioni, ovviamente per la parola do la priorità ai presentatori delle mozioni, che non devono illustrarle, perchè dovremmo interloquire sul punto di caduta che ci ha fatto presente l'Assessore.
Le mozioni sono sei, la prima mozione dei Consiglieri Giancarli e Busilacchi, la seconda del Consigliere Talè, la terza del Consigliere Rapa, la quarta del sottoscritto, la quinta del Consigliere Carloni e le ultime due del Movimento 5 Stelle.
Mi hanno chiesto la parola i presentatori, cerchiamo di essere brevi per arrivare subito ad un punto di incontro.
Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Senza perdere altro tempo. Abbiamo atteso l'esito della riunione tra Assessore e i Sindaci per senso istituzionale e perché era inutile assumere una deliberazione, impegnare l'Aula, su una cosa che magari poteva essere modificata dalla riunione stessa, questo è il motivo per cui abbiamo aspettato, e questo, Assessore, penso che testimoni un atteggiamento non demagogico sulla vicenda, mentre lo voglio ricordare su questa vicenda di demagogia c'è né stata tanta.
In passato molti politici, alcuni anche seduti qua, hanno fatto raccolte di firme contro Ferrovie per il rumore e ovviamente se siamo ad una difesa d'ufficio di Ferrovie, che sta ponendo in essere misure molto forti e contrastanti per l'abbattimento del rumore, è anche per quelle denunce, per quelle sollecitazioni che in passato ci sono state.
Questo giusto per rendere onore all'intelligenza di chi fa politica, secondariamente la risposta che Ferrovie dello Stato dà sul nostro territorio è un danno e una beffa.
Il danno è che sta preparando delle barriere che saranno più alte dei tetti, come dimostra questo plastico, che coinvolge una famiglia di Marotta-Mondolfo, che avrebbe un danno enorme perché aveva comprato e costruito la casa sapendo di essere al fianco della ferrovia, ma non sapeva di andare ad abitare a fianco ad un muro di 9 metri che alla fine è molto peggio che vedere un treno ogni tanto.
La beffa è che l'Assessore Sciapichetti di treni di Ferrovie dello Stato non ne fa passare più nemmeno uno, adesso non abbiamo i treni, né la visuale mare.
Questo però potrebbe essere un grande momento per parlare con Ferrovie dello Stato e con il Ministero degli arretramenti delle ferrovie. Non dimentichiamoci che c'è un tema di sviluppo, di prospettiva.
Ritiro volentieri la mia mozione se usciamo con una risoluzione unitaria, sperando di cogliere anche l’interesse degli altri colleghi, che sia chiara, laddove i cittadini attraverso le amministrazioni si pronunciassero diversamente dal progetto di Ferrovie dello Stato, la Regione darà parere contrario nella Conferenza dei servizi, senza fraintendimenti e senza usare né il gerundio né il condizionale. Dobbiamo essere chiari, qualora i cittadini sono contrari perché ne ricaverebbero un danno patrimoniale, fisico, di salute, anche mentale, perché non penso che faccia bene guardare tutti i giorni un muro, la Regione deve essere contraria, laddove invece l'amministrazione è favorevole, dopo aver ascoltato i cittadini che sono favorevoli, il parere sarà diverso, quindi, guardando e valutando caso per caso.

PRESIDENTE. Il Consigliere Carloni ha parlato di una possibile risoluzione ci stiamo già lavorando.
Sappiamo tutti che l'obiettivo è fare una risoluzione unitaria che tenda verso un obiettivo comune, intanto la discussione può procedere.
Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Dobbiamo chiarire com’è la situazione altrimenti, secondo me, non ne usciamo fuori.
Il Progetto presentato dal Ministero dell'Ambiente è del 29 novembre 2000, di conseguenza RFI ha predisposto un piano per il risanamento acustico e su tale piano nella Conferenza unificata dell'1 luglio 2004 è stata sancita l'Intesa. Il Piano all'inizio era suddiviso in 15 annualità poi la Conferenza unificata ha dato parere solo a 4. Il costo previsto era di circa 8,2 miliardi di euro e il costo di 4 annualità era di 1,7 miliardi di euro (investimenti).
Dov'è il punto secondo me? Perché io non credo che sia possibile, salvo che non si cambi la normativa nazionale, cioè la legge quadro sull'inquinamento acustico, dire: “No”, non vogliamo le barriere, perché poi il Ministero dell'ambiente può applicare alla Regione il potere sostitutivo, questo lo sapete, quindi è di competenza della Regione, ma può dire no, anche se la Regione ad esempio su Montemarciano, su un progetto di barriere il Comune ha dato parere negativo per la conformità urbanistica, la Regione invece ha dato parere favorevole alla realizzazione delle barriere con prescrizione, bypassando completamente il volere del Comune di Montemarciano.
La vostra delibera n. 1096 del 6 agosto 2018 dice: “Il Comune di Montemarciano pertanto certifica la non conformità del progetto definitivo delle opere di risanamento acustico proposte da Italfer - RFI”.

(interrompe l'Assessore Casini)

Peppino GIORGINI. Mi faccia parlare, la non conformità urbanistica è una cosa, lo so, però …

(interrompe l'Assessore Casini)

Peppino GIORGINI. Mi fa continuare a leggere? …

(interrompe l'Assessore Casini)

Peppino GIORGINI. Si, ma che significa questo? Se un Comune non dà la conformità urbanistica solitamente non vuole le barriere.

(interrompe l'Assessore Casini)

Peppino GIORGINI. No, non può dare il parere favorevole, però voi lo avete dato sulla realizzazione delle barriere.

(interrompe l'Assessore Casini)

Peppino GIORGINI. Allora, come fa a dire che non può dare parere favorevole all'intesa e lo nega? Lei Assessore si contraddice perché lei ha detto poco fa che voi non darete l'intesa e invece adesso sta dicendo che dà l’intesa …

PRESIDENTE. Non è stato detto così, Consigliere Giorgini continui.

Peppino GIORGINI. Stavo dicendo che l'intesa sul piano è stata approvata in data 1 luglio 2004 dalla Conferenza unificata e il 21 giugno 2012 dalla Conferenza Stato-Regioni, che all'articolo 5, comma 3, prevede che la priorità per il risanamento ce l’ha il punto il punto a) sulla sorgente rumorosa. Cosa ha fatto Rfi? Dai tre punti: a) sulla sorgente rumorosa, b) lungo la via di propagazione del rumore, c) direttamente sul ricettore, ha tolto la sorgente rumorosa, l’ha tolta completamente perché forse voleva standardizzare il piano e fare come meglio credeva, nel senso che il problema maggiore del rumore, quindi dell'inquinamento acustico, non è dovuto ai treni passeggeri, ma bensì ai treni merci, la maggior parte dei treni merci sono quelli che ha usato fino a tanto tempo fa Rfi che poi sono stati venduti a privati o a società miste pubblico/private.
Il problema che abbiamo evidenziato sulla mozione è per quale motivo Rfi ha tolto questo punto al quale il Ministero dell'ambiente dà la priorità. Questo è il punto da capire, cioè Rfi non rispetta il piano che è stato approvato sia in Conferenza unificata che in Conferenza Stato-Regioni.
Questo è il punto focale, poi di tutto possiamo discutere, perché le barriere, come tutti sappiamo, sopra i due metri perdono la maggior parte dell'efficacia, quindi, parlare di barriere alte 8 metri è una cosa ridicola.
Difatti, vi posso far vedere quello che Rfi ha messo a Pescara, sono queste barriere (il Consigliere mostra una fotografia), sono alte 2 metri e non danno nessun problema, ammesso che sia lecito metterle. Quindi noi dobbiamo agire su Rfi prima di tutto ed applicare il piano così com'è stato approvato sia dalla Conferenza unificata, sia dalla Conferenza Stato-Regioni perché poi successivamente, il 30 gennaio 2009, su richiesta della Conferenza Stato-Regioni, Rfi ha aggiornato il piano ma non ha corretto il punto a) che è stato tolto, è stato completamente tolto e non è stato reinserito nel 2009.
Noi abbiamo un problema con Rfi che non rispetta i dettati del piano, anche perché negli altri Paesi, ad esempio Germania e Francia viene applicato il principio delle nuove tecnologie, i nuovi carrelli Leyla utilizzati praticamente in tutta l’Europa, qui da noi non si usano, ci sono carrelli vecchi e soprattutto i freni dei carri merci sono ancora in ghisa, non sono come i freni ad esempio degli ETR 500 che sono freni a disco.
Quindi il problema alla fonte ..., indipendentemente dal fatto che il piano deve coinvolgere sia i Comuni che i cittadini, perché la convenzione di Aarhus è un Trattato fondante della Ue e prevede che quando ci sono dei progetti che possono impattare sul territorio, la collaborazione e quindi l'informazione dei cittadini sia all'inizio del progetto e non alla fine.
Secondo me, i punti sono due. Il primo è di far rispettare il piano, così come era stato deciso nel 2000 dal Ministero dell'ambiente; il secondo è che i cittadini dei Comuni vengano coinvolti nelle decisioni per installare i pannelli e in base ad ogni situazione mettere quelli giusti, che siano anche a norma paesaggistica.

PRESIDENTE. Vi chiedo di essere sintetici anche perché, ad esempio, il secondo punto di cui ha parlato il Consigliere Giorgini, già l'aveva detto bene l'Assessore ed è nell'accordo di oggi, quindi è inutile ripetere cose già dette perché credo che dovremmo arrivare tutti ad una soluzione condivisa il più possibile.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, non voglio ripetere quanto già detto e ovviamente non posso che esprimere soddisfazione per il fatto che si possa costruire o si sta costruendo una linea operativa con tutti i Comuni costieri marchigiani, ovvero quelli interessati al progetto delle barriere antirumore.
Faccio però una brevissima ricostruzione poi semmai anche una considerazione.
Noi il 29 gennaio, in quest'Aula, abbiamo discusso una mia interrogazione, io ho valutato la risposta a quella interrogazione e il giorno successivo ho presentato una mozione, che poi ha avuto anche la firma del Consigliere Busilacchi che ringrazio, come pure ringrazio tutti i colleghi, non solo quelli che sono qui e partecipano al dibattito, ma anche tutti coloro che hanno voluto presentare una mozione. Credo che sia la dimostrazione di quanto questa cosa ha a che fare con l'interesse dei marchigiani e delle nostre comunità.
L'obiettivo non può che essere da un lato la modernizzazione, la sostenibilità del trasporto, dall'altro anche le ragioni, adesso le riassumo in 4 parole, di carattere paesaggistico, ambientale, turistico, economico, e noi qui mettiamo tutto insieme.
Tra l’altro nella mozione ed anche nell’interrogazione noi non solo abbiamo fatto queste considerazioni rispetto alla necessità di intervenire sulla sorgente del rumore, quindi anche sul materiale rotabile e su altri aspetti, ma anche per poter dire - e non soltanto per necessità, questo è il primo punto “promuovere un'azione congiunta con i Comuni costieri”, perché queste cose vanno fatte con la partecipazione vera delle popolazioni marchigiane - che dobbiamo tenere presente progettualità e quotidianità, presente e futuro.
Ci sono alcuni temi che non possono essere limitati soltanto all'inquinamento acustico o alla risposta sull'inquinamento acustico, ma c'è un problema legato alla sicurezza, c'è un problema legato alla velocizzazione, c’è uno strumento importante che la Regione Marche si è data che è il piano regionale delle infrastrutture del trasporto merci e della logistica e negli obiettivi di intervento è scritto chiaramente, approvato dal Consiglio regionale delle Marche, “Occorre anzitutto prendere in esame alcune ipotesi di radicale modifica della rete delle Marche, prima fra tutte la previsione di arretramento della linea ferroviaria”, ma questo, ripeto, non è il punto principale del ragionamento che stiamo facendo oggi, è uno degli elementi da prendere in considerazione, perché il punto principale sono le soluzioni alternative da costruire subito, ma nel piano si parla della linea ferroviaria lungo l'intera regione finalizzata anche al miglioramento ambientale ed urbanistico della fascia costiera lungo la quale si snoda oggi il tracciato ferroviario, con conseguente difficoltà di intervento per un futuro potenziamento.
Quando parlo di futuro potenziamento, purtroppo la rete europea, il corridoio scandinavo Helsinki-La Valletta non interessa l'intero territorio marchigiano, nonostante le battaglie che sono state fatte, ma si ferma ad Ancona e non va bene, perché non possiamo permetterci quello che è accaduto per l'autostrada che si ferma a Porto Sant'Elpidio.
C'è un problema che riguarda tutta la fascia costiera marchigiana e quindi quella diramazione del corridoio Helsinki La Valletta deve arrivare a Bari, deve arrivare in tutto il territorio marchigiano, altrimenti rischiamo per questa parte del territorio la marginalizzazione.
Quindi questo aspetto belle barriere antirumore deve essere affrontato nell'ottica di un potenziamento della rete ferroviaria marchigiana e della fascia adriatica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Intanto mi preme ringraziare l'Assessore Casini, gli amministratori, i Sindaci che oggi si sono incontrati per condividere un percorso comune per il bene del territorio regionale.
Cercherò di essere breve. E' chiaro che costruire dei muri in un territorio, in una destinazione che si vuole definire turistica è impensabile, non credo sia una soluzione logica, però vorrei sottolineare anche un fatto, un aspetto, che è quello di iniziare un ragionamento che sia per il futuro, che sia lungimirante, perché chi amministra deve avere a cuore la programmazione del nostro territorio. E' per questo che la mozione che ho presentato chiedeva un tavolo d'intesa con Rfi per cercare di progettare o perlomeno iniziare uno studio di fattibilità sull'arretramento della ferrovia. E' una soluzione a medio lungo termine che può dare ampio respiro al nostro territorio e liberare spazi lungo tutta la costa per implementare anche le azioni turistiche che stiamo intraprendendo.
Spesso mi sono sentito dire: “Tanto non si farà mai”, oppure “Questo può essere un sogno”, d'altronde se non iniziamo a progettare oggi la realizzazione non avverrà mai.
Penso solo al fatto che tanti anni fa quando si progettò la terza corsia dell'autostrada se si fosse pensato di avvicinare la ferrovia all'autostrada e creare un'infrastruttura unica, forse oggi non saremmo qui a discutere di questo problema, per cui chiedo all'Assessore ed alla Giunta di impegnarsi per creare un tavolo con le Ferrovie e iniziare uno studio di fattibilità per cercare di dare una soluzione a questo che può essere un progetto ambizioso, ma poi non così lontano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Visto che ci sono molti tecnici in quest'Aula, anche dal mio gruppo tecnicamente sono stati portati dei contribuiti e delle conclusioni, voglio fare un intervento di carattere antropologico.
L’ho scritto, perché voglio essere sintetico, vista anche l'ora tarda.
Nella storia dell'umanità il mare e la sua contemplazione hanno contribuito a rendere più emozionante e suggestiva la narrazione delle pagine più belle di poeti, scrittori, registi e da sempre ciò che è vista mare è in automatico più ambito e ricercato, tanto da farne aumentare non solo la considerazione, ma anche il valore economico.
Ha dunque dell'incredibile, secondo me, doversi accorgere che il valore universale, storico e filosofico dell'uomo alla ricerca della bellezza, come elevazione spirituale e qualitativo della propria esistenza, non conta niente per quelle menti scellerate che hanno elaborato un piano di risanamento acustico che, per togliere i decibel, ovvero l'unità di misura del livello del rumore, del treno al suo passaggio ci toglie la vista del mare con un muro imposto con una incredibile e inaccettabile volgare brutalità.
Un piano inaccettabile, dicevo, che ci nega quel mare che ci fa sentire a casa quando rientrando da un viaggio torniamo a rivederlo, quel mare che ha segnato le nostre origini, la nostra storia, le nostre tradizioni, il nostro modo di parlare, da cui viene una terminologia marinara, e quel mare che è parte di noi e della nostra cultura.
Voglio prendere in prestito un testo di Bennato che dice: “Guarda invece che scienziati, che dottori, che avvocati, che folla di Ministri e deputati”, hanno creduto che dividendoci dal mare con un muro di ferro e cemento non sarebbe successo nulla, saremmo stati zitti e tranquilli.
La vista del mare fa parte di quel paesaggio che la nostra Costituzione tutela all'articolo 9, la vista del mare è la migliore pubblicità del nostro turismo, della nostra economia, le brezze che vengono dal mare impediscono la stagnazione degli agenti inquinanti e favoriscono la nostra salute. Quale livello di stupidità può partorire un progetto del genere, un muro, generalizzato e indistinto per tutta la costa?
La ricerca mette a disposizione, lo abbiamo sentito, nuove tecnologie in grado di intervenire sulla sorgente del rumore, come dice la legislazione, quindi ruote, rotaie, componentistica dei convogli ferroviari.
L’indignazione deve essere dunque assoluta contro il possibilismo, infatti, nella mozione, di cui io sono primo firmatario, si dice espressamente al primo punto, che è quello più importante, l'essenza, “Impegna il Presidente della Giunta regionale ad esprimere in sede di Conferenza dei servizi l'assoluta contrarietà all'installazione dei pannelli fonoassorbenti, laddove i Comuni si sono pronunciati con un parere non conforme”.
Mi auguro che questa assoluta indisponibilità, nel momento in cui i territori, i Comuni, la popolazione e chi li rappresenta giudicano inaccettabile questa soluzione, sia forte, non deve essere imposto assolutamente nulla, mi auguro che la risoluzione vada in questa direzione.

PRESIDENTE. Si sta lavorando in tal senso.
Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Il 7 febbraio ho presentato questa mozione perché ho capito, dai primi amministratori che si sono mossi, in primis quelli dove risiedo, anche il Sindaco di Mondolfo, che c'era la possibilità di costruire queste barriere alte addirittura fino a 9 metri.
Ho subito presentato questa mozione e ringrazio l'Assessore perché si è mosso in questa direzione, la direzione dell'ascolto, l'ascolto dei privati cittadini, che oggi sono venuti con grande pazienza ad aspettare, perché alcuni di loro sono qui da stamattina - ad esempio a Marotta si sono già costituiti in un comitato “No al muro, si al mare di Marotta” - e dei Comuni, perché l'ascolto è per i cittadini e per i Comuni, avendo fatto il Sindaco so benissimo che in queste battaglie molte volte ci si trova da soli, in questo caso contro l'installazione di queste barriere antirumore.
L'obiettivo deve essere comune, naturalmente, come penso che sia, perché non si deve abbracciare o farsi deviare dalle varie ideologie politiche, qui non ci sono, qui si tratta di bloccare questa installazione perché l'impatto sarebbe in queste zone irreversibile.
La collocazione di queste barriere avrebbe una conseguenza sul paesaggio, io come tutti voi frequento la costa d'estate e in questo caso il mare di Marotta avrebbe un impatto paesaggistico e ambientale incredibile, ce l'avrebbe sulla salubrità e sulla qualità della vita dei cittadini che vi abitano. Pensate per chi abita vicino alla ferrovia e lungo il mare cosa vuol dire non sentire più, per quanto riguarda la qualità della vita, la brezza marina, perché se abiti al piano terra o al primo piano ed hai una barriera di 9 metri il pomeriggio senti solo il calore del sole e non più la brezza marina. La qualità della vita sarebbe sacrificata, da una parte abbiamo la strada statale 424, con l'inquinamento che produce, dall'altra ci sono i palazzi e la ferrovia, dopo i palazzi ci sarebbe la barriera di 9 metri, quindi l'inquinamento si fermerebbe lì.
Riflettiamo su queste cose perché Rfi farà tutti i progetti possibili e immaginabili, ma qui ne va non solo della qualità della vita, ma anche dello spopolamento di quelle zone, perché le rendiamo non più vivibili, avremmo poi una netta separazione tra il lungomare e l'interno della città, queste barriere alte 9 metri saranno un muro di Berlino che divide la città in due, e questo è drammatico.
Occorre intervenire, in primis, nei confronti di Rfi, più che sulle barriere, visto e considerato che costano tantissimo, occorre intervenire sulle sorgenti di rumore e quindi anche sulle rotaie, sui sistemi frenanti dei convogli, Rfi va sollecitata a fare questo, se vogliamo evitare il rumore.
A Marotta avremmo 3,5 chilometri di barriere, da Piazza dell'Unificazione fino al fiume Cesano, è stato stimato un costo di circa 30 milioni di euro, allora dico utilizziamoli per arretrare la rete ferroviaria, così avremmo un importante appeal turistico, perché è questo che cerchiamo, avremmo maggior sviluppo urbanistico ed un'importante, badate bene, ricaduta economica locale.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Esprimo anch'io una forte contrarietà a questo progetto, anch’io sono stata interessata da diversi amministratori e cittadini di varie località coinvolte perché sappiamo purtroppo che si estenderà anche ad altri Comuni.
Attualmente il Comune di Porto Recanati non è coinvolto, ma siamo tutti con l'ansia di vedere prima o poi presentato in Regione anche per il nostro Comune un progetto analogo.
Sono assolutamente d'accordo sul coinvolgimento delle persone, delle comunità, che avrebbero in impatto non solo per chi ci vive, ma anche per il turismo, di svalutazione delle zone, di qualità della vita. Per una regione che punta sul turismo, che ne fa un volano economico/commerciale, anche una possibilità di rilancio in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, la costruzione di questo muro sarebbe una catastrofe non solo ambientale, ma anche attrattiva.
Farei un ulteriore passo indietro rispetto a tutte le cose condivisibili che sono state dette e direi che Ferrovie dovrebbero essere anche chiamate alle proprie responsabilità, nel senso che il D.M. del 2000 obbliga a fare un piano di risanamento acustico, allora Rfi che cosa ha presentato? Solo il muro! Ha fatto degli studi diversi, ha presentato delle proposte alternative di impatto o sono state solo in parte accennate? Perché non ha proposto e non ha fatto uno studio, se non l'ha fatto chiediamo di farlo, rispetto all'abbattimento? Si può intervenire sui mezzi, sulla infrastruttura a terra, sono state cambiate le traversine, erano di legno e ora sono di cemento, e questo influisce negativamente sull'impatto acustico quando passano i convogli, in particolar modo quelli merci Se queste valutazioni non sono state fatte reputo che dovrebbero essere assolutamente prese in considerazione per evitare e scongiurare l’edificazione di questo muro.
Ultima cosa, nel tavolo che va aperto anche a livello nazionale e non solo regionale bisogna iniziare realmente e concretamente a parlare dell'arretramento della ferrovia. Questo è un tema che viene posto spesso all'attenzione, in maniera quasi non dico casuale, ma legata agli eventi che di volta in volta si presentano. Questa è un'opportunità che la Regione Marche deve cogliere e deve chiedere fortemente quale misura alternativa e quale misura di sviluppo, quindi visto sotto molteplici punti di vista, l’arretramento della linea ferroviaria, che deve diventare oggetto della discussione nell'agenda di Governo.
Questo lo chiedo come interessamento ai Parlamentari locali, ai Parlamentari dei due schieramenti che in questo momento governano.
Ricordo che sul tema l'onorevole Acquaroli di Fratelli d’Italia ha presentato un'interrogazione al Ministro Costa, quindi siamo in attesa di sapere quali sono le delucidazioni che darà il Governo in merito, ma credo che un intervento deciso e netto in questo senso e una contrarietà a questo muro vada espressa e vada portata anche fuori dalla regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Solo un brevissimo commento per manifestare il mio accordo su questa strada che la Vicepresidente ci ha illustrato a seguito dell'incontro che ha avuto con i Sindaci. Credo che sia la strada migliore, senza farci prendere dal furore né in un senso né nell'altro, quindi studiare accuratamente la questione e rendere edotte le comunità interessate dalla varie problematiche e valutare prima di arrivare ad una decisione che possa essere definitiva e non rispondente alla volontà delle comunità stesse.
Spesso ci troviamo a parlare di problematiche che sono il frutto e il risultato di questioni non sono state affrontate con lo stesso spirito anni or sono. Eccoci qui oggi a dipanare delle questioni che all'epoca dovevano essere valutate con una dovizia di approfondimenti tecnico-scientifico, con uno sguardo al futuro, non solo al presente.
Questo è un tema dirimente, ce lo siamo trovati di fronte anche in moltissime altre occasioni, ne cito una per tutte, all'epoca ero Sindaco del mio Comune ed abbiamo affrontato la questione della terza corsia con molto accanimento perché si fermava in una località creando i problemi che ben conosciamo tutti. Quindi, per evitare situazioni di questo tipo, ben vengano soluzioni unitarie, che tendono ad evidenziare bene le problematiche, coniugando i vari aspetti che possono essere interessati da un tema come questo.
Si sicurezza ma turismo, programmazione, modernità, inquinamento acustico, attenzione anche al paesaggio, soprattutto attenzione ai pareri delle comunità interessate. Credo che come amministratori regionali abbiamo il dovere, ma tutti gli amministratori pubblici lo hanno, di ascoltare le comunità che con il loro voto, con il loro suffragio ci hanno investito di questa responsabilità. Questo dobbiamo fare, questa è la nostra missione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Intanto ringrazio l'Assessore che ha partecipato a questa riunione estremamente importante perché credo che sia un primo approccio a questo scempio che tentano di fare le Ferrovie nelle Marche in riferimento anche ad una legge che, guarda caso, è stata approvata dopo che il Presidente aveva deciso cosa sarebbe accaduto in Italia sulle ferrovie.
L’alta velocità per quanto riguarda il Tirreno e la velocizzazione, attenzione, sulla linea Bologna-Bari, è un problema, perché Lecce deve avere le Frecce, giustamente, un'ora in meno rispetto all'attuale orario di lavoro.
Assessore e Presidente, credo che questo sia l'avvio di un'ampia discussione. Il Consigliere Giancarli ha ragione ed ha affrontato il vero problema, non solo con il piano regionale nostro dei trasporti, ma soprattutto non ci dobbiamo far prendere in giro da Rfi o dal Mef, come dice l’Assessore. Questo è il problema perché questi signori che stanno qui dietro hanno pienamente ragione, ma io aggiungo che le Frecce arriveranno a 200 chilometri orari, c'è in programma la velocizzazione da parte di Rfi, è successa una disgrazia a San Benedetto un po’ di tempo fa se il treno fosse andato a 200 chilometri orari voglio vedere dove andava quel treno!
Il problema, Assessore e Presidente, è talmente ampio e ci interessa drammaticamente, noi dobbiamo porre, Presidente Ceriscioli, una vertenza con la quale diciamo no alle barriere. Dobbiamo trattare, come dice il Consigliere Giancarli, altrimenti non ne usciamo, non dobbiamo entrare nella trattativa, che è già perdente. Diciamo no alle barriere e diciamo no ad un progetto alternativo ed iniziamo a parlare di una cosa drammatica: la velocizzazione. Sapete che ad Ancona hanno dato i soldi per velocizzare la linea Ancona-Falconara, sono tutte realtà, parlate con qualsiasi tecnico o dirigente delle Ferrovie, la cosa è questa, oltre al danno la beffa, perché le barriere alte 9 metri sono il danno e la velocizzazione è la beffa.
Per evitare questo, secondo il mio modesto ragionamento, è necessario mettersi di traverso con Rfi, trovare degli alleati, come ad esempio l'Abruzzo e l'Emilia Romagna, perché fra l'altro c'è una legge, che non è nata per caso, è stata approvata dopo che si è deciso che tipo di ferrovie fare, guarda caso!
Quella legge va rimossa o vanno allungati i tempi per ragionare in termini diversi di cosa fare di questa ferrovia, questo è il problema, io voglio capire se Rfi a 200 chilometri orari, perché, ripeto, sarà così, garantisce la sicurezza.
Basta andare nell'Adriatica e vediamo, lei prende il treno, Presidente, e si accorge, che ci sono dei palazzi che sono a pochi metri di distanza dalla ferrovia ed i treni invece che passare ad 80 chilometri o 100 chilometri passeranno a 200 chilometri orari, questo è il problema.
Presidente Ceriscioli, occorre una grande vertenza, una grande coalizione con le altre Regioni per raggiungere quello che ha detto il Consigliere Giancarli, che io condivido appieno, perché quella potrebbe essere la soluzione per i marchigiani, altrimenti entriamo in una trattativa che riguarda la barriera: alta 2 o 3 metri oppure 15 metri, ed è una sconfitta, perché il treno a 200 chilometri orari comunque, arriverà a prescindere dall'altezza della barriera.
Credo che i treni debbano essere più veloci, ma in sicurezza, quindi bisogna avere coraggio di affrontare questo problema ponendo al Governo e a Rfi il problema che questa ferrovia non può continuare a rimanere in questa struttura, io ci sto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Questa problematica è troppo seria, secondo me, per derubricarla in una mezz'oretta del pomeriggio, va affrontata con serietà ed approfondita in tutte le sedi.
Voglio dire solo questo, forse strapperò qualche applauso in meno, ma non sono qui per questo, premetto che il sottoscritto è molto sensibile agli impatti ambientali, chi mi conosce lo sa, tra parentesi a Tolentino, dove vivo, ho fatto delle lotte e combatto contro un'amministrazione che gli impatti ambientali non li comprende, che vuole realizzare un’aviosuperficie di fronte al castello della Rancia, un monumento storico di valenza nazionale, che ha realizzato una tensostruttura alta 12 metri dentro un gruppo di villette praticamente murando vivi quelli che abitano lì, figuriamoci se non sono sensibile agli impatti ambientali, però dobbiamo essere anche intelligenti nel comprendere la problematica, perché, come qualcuno ha ricordato, nella scorsa legislatura c'erano Consiglieri che si strappavano i capelli contro l'inquinamento acustico, contro il rumore, adesso in questa legislatura - il progetto che io non appoggio lo voglio subito dire, però perché lo dovrei approfondire con maggiore professionalità - ce ne sono altri che visti i comitati, si strappano i capelli contro le barriere.
Benissimo, però siamo concreti, se non vogliamo le barriere ci deve essere, ed io sarei anche favorevole, un'altra soluzione, a meno che non vogliamo tornare ai cavalli. Qui si diceva che i treni aumenteranno di velocità, la tecnologia, la modernità va verso quella direzione, da una parte vogliamo la TAV, vogliamo l'alta velocità, vogliamo raggiungere le distanze in meno tempo, dall’altra parte quando il treno passa di fronte alla nostra abitazione vogliamo che rallenti. Benissimo, prendiamo delle decisioni.
D'altra parte dobbiamo essere concreti nei costi, perché qui tutti diciamo che devono essere cambiati i treni, i sistemi di frenaggio, ma lo farà Rfi? Cambierà i sistemi di frenaggio di tutti i treni? Qualcun altro parla di arretramento della linea. Benissimo, ma non sarà, chiedo a chi conosce più di me la materia, che visto il costruito si sposta il problema da una parte ad un'altra? Se questo spostamento l'avessimo fatto 20 anni fa, avremmo costruito in mezzo alla campagna e non ci sarebbe stato nessun problema, ma oramai le Marche sono quasi tutti urbanizzate, dove la spostiamo la ferrovia? E' facile riempirsi la bocca di parole per strappare qualche applauso, sarei capace anch’io, però vorrei anche una soluzione. Non voglio prendere in giro nessuno, non mi piace prendere in giro, vorrei che ci fosse una soluzione alternativa. Il rumore non lo vogliamo, le barriere nemmeno, i costi per l'arretramento o per cambiare tutto il parco treni di Rfi immagino che saranno spropositati, qual è la soluzione?
Ripeto, io vivo in una città in cui c'è un'amministrazione completamente insensibile agli impatti ambientali, io sono stato murato vivo, quindi comprendo le preoccupazioni, sono molto sensibile agli impatti ambientali, ma vorrei che si trovasse una soluzione e se non l'abbiamo diventa difficile qualsiasi tipo di scelta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Non ripeterò quanto detto dagli altri Consiglieri, che in gran parte chiaramente condivido.
Voglio soltanto riportare alcuni dati per far capire a tutti noi cosa comporta la realizzazione di una barriera antirumore, perché proprio nel decreto n. 12 del novembre 2018 della Regione sono riportati dei dati particolarmente interessanti.
Per fare 3,9 chilometri di barriera si realizzeranno 6.037 metri, quindi per coprire uno spazio di territorio di quasi 4 chilometri, 2 chilometri di barriere saranno sia da un lato che dall'altro, quindi si creerà una specie di imbuto.
Chiaramente la barriera non assorbe il rumore, fa rimbalzare l’onda sonora e la disperde, quindi il rumore non viene mitigato, nel senso che diminuisce.
Realizzare la barriera vuol dire modificare in alcuni punti la sezione del rilevato, quindi operare direttamente sulla linea, realizzare delle opere a scavalco, demolire e realizzare dei muri di sostegno per fare la fondazione della barriera stessa, verranno espropriati 3.352 metri quadri di terreni che servono a realizzare l'opera, ci sarà un'occupazione temporanea di terreni per 15.541 metri quadri di zona classificata turistica o residenziale.
La spesa complessiva prevista per 3, 9 km di territorio da bonificare dal rumore è di 24 milioni, quindi replichiamo questi costi e questi impatti ambientali per tutti i Comuni e vedremo che effettivamente Ferrovie dello Stato potrà agire direttamente sulla fonte del rumore che è la cosa che noi chiediamo.
Dal punto di vista regionale il decreto n. 12 andrà modificato, annullato, ritirato per ricominciare da capo.
Mi riporto poi al discorso che hanno fatto i Consiglieri Zaffiri e Bisonni, è previsto che il Frecciabianca sparisca dalle nostre tratte, arriveranno dei treni acquistati dal Belgio che sembra abbiano un bagno ogni 100 passeggeri, con l’impianto di climatizzazione tarato sul clima belga ed olandese e dovendo transitare sulla tratta Milano-Lecce a 40° gradi d'estate probabilmente andremo in affanno.
Quindi bisogna assolutamente controllare l'operato di Ferrovie dello Stato per i servizi che vuole dare sulla tratta adriatica, che chiaramente è molto meno potente anche dal punto di vista politico rispetto alla tratta tirrenica.
Questi sono i problemi.
I 200 chilometri, magari Consigliere Zaffiri si riuscisse ad avere un'alta velocità tale, saranno raggiunti solo in pochissimi punti, quindi è un'alta velocità per modo di dire, perché rispetto alla percorrenza attuale sarà poco il risparmio di tempo per arrivare da Milano a Lecce in quanto non c'è la tratta idonea.
Del resto anche recentemente abbiamo parlato con alcuni sindacati dei ferrovieri, la Regione Marche ha pochi soldi da spendere rispetto ad altre, quindi anche su questo occorrerà battere di più i pugni sul tavolo per avere un maggior peso su questa cosa.
Chiudo qui, speriamo, chiaramente ci saranno i soldi per riuscire a forzare Rfi ad agire sull'impianto frenante, sulle ruote, sulle rotaie, e per quel che riguarda l'arretramento della ferrovia sappiamo come funzionano i progetti delle grandi opere in Italia, parliamo di due livelli temporali completamente diversi, noi chiaramente ogni giorno dobbiamo mitigare l'impatto dal rumore, non ci possiamo affidare a un arretramento che potrà vedere la luce tra forse 10 anni, 20 anni, 25, non si sa.
Concentriamoci sulla mitigazione del rumore, una volta che Ferrovie avrà agito direttamente sul treno e sulle rotaie avremo risolto realmente tutti il problema, indipendentemente dalla scelta di quel Comune o di quell'altro.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Non starò a tediarvi con l’iter di quelle che sono state le scelte fin qui adottate da parte delle diverse forze politiche, ma quello che vorrei sottolineare oggi è che per la prima volta nella storia questa Regione, l’ho detto anche nel Consiglio comunale aperto di Falconara, dove molti dei Sindaci presenti oggi sono intervenuti, abbiamo delle forze politiche contrapposte che la pensano allo stesso modo, cioè tutelare i cittadini che da una parte pretendono che venga ridotto il rumore della rete ferroviaria e dall'altra pretendono giustamente di avere libero accesso al paesaggio e alla fruizione del panorama marittimo.
Abbiamo lavorato con la Segretaria dell'Assemblea e per la prima volta nella storia di questo mandato sono d'accordo con l'Assessore Casini nel proporre una risoluzione con un impegno che veda tutti quanti, in maniera trasversale, d'accordo a tutti i livelli istituzionali.
Insieme al Presidente Mastrovincenzo abbiamo elaborato una risoluzione che spero verrà condivisa ampiamente, naturalmente il mio gruppo era d'accordo nel mantenere i punti chiave dell’iter di tutta questa vicenda, non solo, ci siamo assicurati attraverso il Ministero alle infrastrutture e i tecnici del Ministero dell'ambiente la loro disponibilità ad aprirsi in merito alle indicazioni della Conferenza unificata del 2004, e quindi di intervenire direttamente sulla fonte del rumore, che è quello che chiediamo un po’ tutti, che accontenterà tutti. Se un territorio, e noi questo lo diciamo anche su altro, è contrario ad un determinato tipo di progetto, la Regione deve recepire la volontà del territorio e farsi portavoce nelle sedi competenti di questa.
Per una volta, e mi auguro che la risoluzione venga sottoscritta da tutti i membri di questo Consiglio, si va avanti in maniera compatta come Regione Marche, che potrebbe fare da capofila per quanto riguarda la modifica del piano proposto da Rfi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. So che già il Vicepresidente Casini ha fatto un intervento raccontando il percorso di questi giorni, la scelta da parte della Regione di porsi in modo assolutamente positivo nei confronti dei Comuni e delle scelte che stanno portando avanti, con l'obiettivo che diceva poco fa la Consigliera Pergolesi, ovvero quello di tenere assieme un'esigenza ambientale molto importante, perché gli studi sul rumore lo equiparano ad altre forme di inquinamento, non è che l'inquinamento rumoroso sia meno importante di altre forme, perché produce stress, malattie.
Quindi è giusto e corretto adoperarsi perché nelle nostre comunità e nelle città ci sia un'attenzione particolare ai livelli di rumore.
Ho partecipato alla stesura del primo piano del rumore della città dove abito, alla revisione periodica prevista per legge, potendo misurare il miglioramento delle emissioni sonore nei punti sensibili, ovvero le parti residenziali, e questo va accompagnato con un secondo bene che per la nostra regione è altrettanto prezioso, lo diceva con parole particolari e forti il Consigliere Bisonni, il tema legato al paesaggio, alla bellezza, alla fruizione dei luoghi.
Due anni fa, mi faceva vedere prima il Consigliere Carloni, c'erano le richieste pressanti di alcuni cittadini di Marotta nei confronti dell'amministrazione nel dire: “Bisogna mettere subito le barriere”, ma immagino che quei cittadini e quelle forze politiche che li accompagnavano, il Movimento 5 Stelle in particolare, non immaginassero un progetto di quella natura, nel sostegno c’era la volontà di affermare la difesa del cittadino dal rumore, non certamente di sacrificare la bellezza del nostro territorio.
I Sindaci sono naturali portatori di queste due esigenze, chi vive in una comunità sa che è importante migliorare i parametri ambientali, ma sa quanto è importante difendere strenuamente la bellezza del paesaggio, che è anche questo un bene ambientale riconosciuto, non possiamo mettere in conflitto due beni così preziosi.
Ci sono gli strumenti per poter abbattere il rumore senza dover necessariamente andare a limitare la fruizione del paesaggio, si tratta di spingere tutti quanti in questa direzione.
Avrò una prima occasione di incontro con i Parlamentari programmato sul piano di sviluppo e ricostruzione, è anche l'occasione per chiedere, visto l'atteggiamento che l'Aula ha nei confronti di questa materia, una condivisione dei percorsi che faremo da qui in avanti; nei tavoli della Conferenza delle Regioni, che poi è il punto di preparazione dei contenuti del confronto Stato-Regioni, porre quindi anche in quella sede, anche in quella Conferenza nel rapporto con il Governo la necessità di rivedere gli strumenti, preservando la bellezza del paesaggio.
Il materiale rotabile, i treni, chi sta alla stazione ad aspettare il treno nota benissimo la differenza fra un mezzo e l'altro nella produzione del rumore, il Jazz se non stai attento quasi non lo senti arrivare, passa un altro treno e lo senti di sicuro da distanza notevole, è evidente dalle scelte che si fanno in termini di materiale rotabile, di situazioni di infrastruttura, la produzione o meno di rumore. Così come le scelte strategiche che richiamava, se ho capito bene, l'intervento del Consigliere Giancarli e l'intervento del Consigliere Zaffiri che lo segnalava. Vi voglio ricordare che è di 3 anni e mezzo fa l’indicazione nel corridoio Adriatico, il fatto che il treno ad alta velocità non debba fermarsi a Bologna, ma una prima indicazione è stata fino a Rimini, una seconda fino a Bari, per chiudere l'anello dell’alta velocità.
Immaginando anche scelte che hanno una portata diversa strategica, più lunga, di ripensamento della rete ferroviaria nel nostro Paese, perché la modernità riguarda anche i treni. Sono stato in Giappone e sono salito sullo Shinkansen che va a 300 chilometri all’ora, che va anche in una certa direzione, ma non toglie che già oggi è possibile con scelte mirate ottenere l'obiettivo di una riduzione del rumore, cioè andare verso quello che la direttiva europea chiede nel miglioramento infrastrutturale per migliori parametri, che era già richiamato nei pareri del 2004 delle Regioni, quello che diciamo oggi oltretutto non è nulla di nuovo rispetto a quello che già allora in un sensibile rapporto col territorio le Regioni esprimevano al tavolo nazionale.
Immagino il voto di oggi, che sarà trasversale a sostegno di questa mozione, come lo strumento per continuare in quell'azione di vicinanza nei confronti di quello che i Comuni del nostro territorio chiedono e come strumento di interlocuzione a livello nazionale con i parlamentari del territorio e alla Conferenza Stato-Regioni per insistere per prendere la direzione giusta per dare una risposta adeguata, in termini di qualità ambientale, a 360°, che tenga insieme il paesaggio e i diritti di chi vuol vivere in un ambiente tranquillo, evitando rumori che si possono evitare.
Questo mi sembra un passaggio molto importante, una leva importante, uno strumento da poter offrire trasversalmente ai tavoli che avremo modo di incontrare da qui in avanti.

PRESIDENTE. Grazie Presidente. A questo punto sono terminati gli interventi, stiamo elaborando la proposta di risoluzione che sarà consegnata a tutti i Consiglieri per la valutazione del caso. Quindi sospendiamo la discussione.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Se ci sono 10 minuti di tempo, intanto che si scrive la risoluzione perché a sospendere i lavori? Possiamo fare la mozione, ma se è pronta la risoluzione la facciamo.

PRESIDENTE. Abbiamo bisogno di almeno 10 minuti.

Sandro ZAFFIRI. C'è il Consigliere Celani che deve andare via, la mozione n. 448 la possiamo fare il 26 febbraio.

PRESIDENTE. Va bene, la mozione n. 448 sarà posta all’ordine del giorno della seduta del 26 febbraio.

Sandro ZAFFIRI. Il problema non è per me, è per i marchigiani.

PRESIDENTE. E' una richiesta che tiene presente anche le esigenze del Consigliere Celani, che deve lasciare l'Aula.
Attendiamo qualche minuto per l’elaborazione della risoluzione e poi votiamo e chiudiamo la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 19,15

La seduta riprende alle ore 19,35

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, leggo il dispositivo della risoluzione: “Impegna il Presidente e la Giunta regionale a farsi portavoce, in tutte le sedi competenti, delle decisioni assunte da ciascun Comune marchigiano costiero interessato dagli interventi di risanamento acustico previsti dal piano redatto da Rfi, così come risultano dei rispettivi atti inviati alla Giunta regionale stessa; a promuovere e sostenere, in ogni modo, il rispetto delle prescrizioni contenute nell'intesa sul piano degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore espressa dalla Conferenza unificata dell'1 luglio 2004”.
Questo è l’impegno, la premessa è un mix di alcune mozioni e tiene conto di tutte le sensibilità espresse. La risoluzione è stata firmata da tutta l’Aula, quindi è un ottimo risultato.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Rapa, Giancarli, Pergolesi, Carloni, Talè, Fabbri, Giorgini, Bisonni, Giacinti, Traversini, Busilacchi, Micucci, Leonardi, Malaigia. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 19,40