Resoconto della seduta n.63 del 26/04/2017
SEDUTA N. 63 DEL 26 APRILE 2017

La seduta inizia alle ore 11,55

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 63 del 26 aprile 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 62 dell'11 aprile, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Comunico che
è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 135 in data 20 aprile, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Nuove disposizioni in materia di gestione dei molluschi bivalvi”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 237 del Consigliere Talè “Titolo di viaggio Carta Tutto Treno Marche - anno 2017”;
n. 238 del Consigliere Giorgini “Richiesta adozione da parte della Regione Marche di misure a sostegno delle PMI marchigiane e delle attività commerciali del 'cratere'”;
n. 239 del Consigliere Rapa “Rischio chiusura ditta Sandro Baldini di Camerano per divieto accesso cavalcavia A14”;
n. 240 del Consigliere Fabbri “Misure urgenti per ridurre la presenza di glyphosate nell'ambiente”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 12 in data 30 marzo “Disciplina regionale in materia di impianti radioelettrici ai fini della tutela ambientale e sanitaria della popolazione”;
n. 13 in data 7 aprile “Interventi urgenti per assicurare la continuità del servizio di trasporto aereo nella regione Marche”.
Hanno chiesto congedo il Presidente Ceriscioli ed i Consiglieri Zura Puntaroni e Carloni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Presidente e signori Consiglieri sono qui ad elevare ancora la mia sdegnata protesta nei confronti dell'insipienza della maggioranza e di questo Consiglio che viene piegato alla volontà del PD.
L'esempio che si sta dando nei confronti dei Consiglieri, nei confronti di coloro che stanno lavorando in questa sala, degli studenti che sono venuti a vedere un'istituzione, e se ne sono dovuti andare perché c'è un ritardo di due ore, è intollerabile.
Mi auguro di non dovermi più alzare per chiedere il rispetto di questa istituzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie. So che era riunita una Commissione consiliare che è parte dell'organo dell'Assemblea legislativa delle Marche, è vero che solitamente è bene che le Commissioni non si riuniscano il giorno dell'Aula, ma nei giorni in cui sono iscritti degli atti complessi, soprattutto quando vengono presentati molti emendamenti, come è successo in questo caso sulla proposta di legge n. 130, è legittimo che le Commissioni possano riunirsi.
Detto questo, Presidente, ho appena notato questa mazzetta di emendamenti che è stata presentata, chiederei, se possibile, che dopo la discussione generale sulla proposta di legge n. 130 ci possa essere la pausa pranzo in modo che i dipendenti si possano fermare e la maggioranza possa valutare gli emendamenti che sono notevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Gradirei che si ridefinisse l'ordine dei lavori di questo Consiglio dato che abbiamo perso due ore e che abbiamo pure qualche impegno essendo organi istituzionali. Ci si dica come organizzare i lavori di questa giornata. Facciamo solo la proposta di legge 130? Oppure si deve andare avanti per qualcosa di urgente? Lo si dica prima, non vorremmo stare qui a fare cose che non sono estremamente utili facendole con una velocità che non serve.
Questo sta a dimostrare ancora una volta che l’inversione dell'ordine dei lavori non porta da nessuna parte, se avessimo iscritto le interrogazioni una parte della Giunta sarebbe rimasta in Aula ed in queste due ore avremmo lavorato, invece in questo modo siamo stati inattivi.
Gradirei che prima che inizino i lavori lei ci dica la nuova organizzazione dell'ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questa mattina tutti possiamo vedere che l'Aula ha delle difficoltà oggettive. Probabilmente a monte ci sono delle cose che non vanno bene, sono proposte di legge che nel gruppo di maggioranza, che governa questa Regione, non trovano una sintesi e questa è l'ennesima prova di quello che noi delle minoranze evidenziamo da mesi, esistono delle difficoltà e stamattina ne è la riprova.
Per quanto ci riguarda le cose sono preoccupanti, anche per il ruolo dell'Aula, perché probabilmente tra poco discuteremo dei provvedimenti di legge che non si sa chi le ha emanati e che vanno a depauperare il ruolo di quest'Aula, un ruolo sovrano, un ruolo di alta democrazia, che in questa giornata vedrà, purtroppo, una sintesi molto brutta perché questo ruolo non sarà più interpretato dai Consiglieri, siano essi di maggioranza o di minoranza, pertanto l'invito che faccio con forza, con calore politico di alta democrazia, è di riflettere sulla giornata di oggi e sulle leggi che quest'Aula discuterà. Grazie.

PRESIDENTE. A questo punto, per rispondere al Consigliere Celani, noi discuteremo ed approveremo le due proposte di legge, la n. 130 e la n. 132, e faremo la nomina relativa all'elezione di due componenti del Consiglio di amministrazione della “Cooperativa Artigiana Pierucci”.
Vi dico già, per quanto riguarda le mozioni, che l'Aula deciderà se procedere o meno, non è una scelta mia, il Consigliere Biancani mi ha già comunicato che chiederà il rinvio della mozione n. 184.
Sulle mozioni quindi decideremo insieme, mentre per quanto riguarda l'iscrizione all'ordine del giorno di un'ulteriore punto c'è il Presidente della II Commissione Traversini che chiede di parlare.

Gino TRAVERSINI. La settimana scorsa in Commissione abbiamo approvato all'unanimità, e per questo ne chiedo l'iscrizione d'urgenza, la relazione che riguarda i piccoli pelagici, argomento interessante in questo processo di valutazione del lavoro della Commissione Europea, quindi ne chiedo l'iscrizione per la discussione.

PRESIDENTE. Va bene, come proposto dal Presidente della Commissione Traversini, se siamo tutti d'accordo, do per approvata l’iscrizione della relazione n. 10 all’ordine del giorno della seduta odierna. Quindi tratteremo le proposte di legge nn. 130 e 132, la nomina e successivamente questo punto.
Chiedo all'Aula se vuole rinviare alla prossima seduta la discussione delle mozioni, visto che il lavoro sulla proposta di legge n. 130 sarà particolarmente intenso. Pongo in votazione la proposta di rinvio delle mozioni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Prima di proseguire, mi scuso con i ragazzi per il ritardo con cui abbiamo aperto i lavori, so che la Vicepresidente Malaigia vi ha spiegato le ragioni e vi è venuta a salutare a nome di tutto il Consiglio. Saluto gli alunni appartenenti alle classi del biennio dell'Istituto tecnico commerciale dell'Istituto comprensivo di Amandola. Benvenuti. Un saluto anche alle insegnanti che li accompagnano.

(applausi)

Proposta di legge n. 130
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni di semplificazione e aggiornamento della normativa regionale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 130 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un saluto ai colleghi, chiedo scusa per essere stato in parte anch'io artefice del ritardo che è stato rilevato, però voglio far notare ai colleghi ed anche agli studenti di Amandola, che oggi ci hanno fatto visita, che purtroppo siamo incappati in un provvedimento molto elaborato e complicato che ha richiesto la convocazione della Commissione ed anche un ulteriore confronto, per cui questo ritardo è frutto di questa serrata attività che ha portato a dissipare ed a dirimere alcune questioni e ad imporre altri chiarimenti.
Non vuole essere una giustificazione, ma riportare le cose come sono andate, perché mi pare che sia la prima volta che accade un ritardo di queste dimensioni dall'inizio dei lavori, però, ripeto, si tratta di un atto complesso che tocca varie Commissioni, più argomenti, in quanto è un provvedimento che vuole mettere l'accento su alcuni aspetti semplificativi ed abrogativi di norme che non hanno più senso di esistere perché sono state sorpassate e superate da altre norme di origine statale e da altre questioni più politiche che adesso cercheremo di illustrare.
Lo dico al Presidente ed a tutti i colleghi, sono relatore di questo atto, però, essendo una proposta di legge molto complessa e che ha richiesto l'attività di più Commissioni, farò riferimento agli articoli che riguardano la mia Commissione, dopodiché potranno prendere la parola i Presidenti delle altre per gli articoli di loro competenza. Mi riferisco in particolare al Presidente Traversini per ciò che riguarda la II Commissione, al Presidente Biancani per ciò che riguarda la III e al Presidente Volpini per ciò che riguarda la IV Commissione.
Come è già stato fatto presente dal Capogruppo Consigliere Busilacchi, c'è una cospicua quantità di emendamenti che purtroppo questa mattina non ho avuto occasione di esaminare in Commissione, quindi si chiederà una sospensione dei lavori per poterli esaminare in maniera più corretta.
Venendo al testo, parto dagli articoli di competenza della mia Commissione, vado all'articolo 4 che - quelli che tralascio, come ho già detto, si riferiscono a materie per le quali sono competenti altre Commissioni, sui quali al riguardo prenderanno la parola i rispettivi Presidenti - si riferisce ad una disposizione che vuole colmare una lacuna normativa creatasi nell'ordinamento regionale nel dare attuazione alle disposizioni del decreto legislativo 39/2013 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49, 50 della legge 190/2012).
L'atto di segnalazione dell'Anac del febbraio 2015 ha evidenziato alcune problematiche interpretative ed applicative della richiamata normativa, dal momento che le amministrazioni regionali e locali non hanno in larghissima misura dato attuazione alla legge e non hanno provveduto ad individuare l'organo competente.
Nella gran parte delle amministrazioni pubbliche in seguito alla dichiarazione di nullità, nel caso si verifichino condizioni di inconferibilità o incompatibilità di incarichi, l'automatica sospensione del potere di conferire incarichi conduce di fatto ad una grave interruzione nell'ordinato processo di conferimento di incarichi amministrativi alla scadenza e ad una disapplicazione della sanzione.
In poche parole con questa norma, l'articolo 4, si inserisce e si modifica l'adeguamento alla normativa statale, di cui abbiamo detto, e soprattutto si prevede un iter che nel caso si verificassero situazioni di inconferibilità o incompatibilità di incarichi permette di procedere, tramite una procedura interna e l'individuazione di organi, al conferimento di nuovi incarichi nel periodo di interdizione così come rilevato. Questa è la motivazione e la ratio di questo articolo.
Veniamo all'articolo 5 bis che concerne la disposizione finalizzata a consentire alla Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna, la concessione da un lato di patrocini gratuiti e di contributi e dall'altro di riconoscere alle lavoratrici dipendenti, elette come componenti della stessa Commissione, alcuni permessi previsti per gli amministratori locali.
L'approvazione di questo emendamento, comportando un onere finanziario aggiuntivo, rende necessario un altro emendamento diretto a sostituire l'articolo 35, quello relativo all'invarianza finanziaria, in quanto vengono previsti dei limiti di spesa e questo nuovo articolo, che più avanti vedremo, contempla questa possibilità.
Andando avanti, sempre per i provvedimenti relativi alla competenza della Commissione da me presieduta, passiamo all'articolo 8 bis, il quale è una disposizione finalizzata a chiarire le competenze in merito alla proposta di istituzione delle posizioni non dirigenziali organizzative e di alta professionalità. Questa norma è finalizzata ad eliminare la possibilità per il Presidente della Giunta regionale di conferire un incarico di collaborazione per le funzioni di segreteria connesse all'incarico di Vicecommissario per gli interventi di ricostruzione post sisma 2016 e a prevedere in sostituzione un'ulteriore componente della segreteria.
Il costo annuo dell'unità della segreteria è inferiore a quello di un incarico di collaborazione presso la Presidenza per il quale il limite è quello dello stipendio tabellare previsto per la qualifica dirigenziale, incrementato della retribuzione di posizione nella misura minima prevista dal Contratto collettivo nazionale di lavoro.
Va verificato in ogni caso l'ammontare dello stanziamento del capitolo che finanzia il costo del personale delle segreterie.
La disposizione vuole adeguare i requisiti concernenti l'incarico di segretario generale a quelli previsti dall'articolo 19 del decreto legislativo 165 ovvero, in particolare, di consentire la possibilità di incaricare soggetti che abbiano svolto attività in organismi privati.
E' finalizzata altresì ad eliminare la deroga prevista per i dipendenti regionali di categoria D a tempo indeterminato, requisito dei 5 anni di comprovata esperienza professionale per l'accesso alla dirigenza.
Questa è la ratio di questi articoli che vedete sono un po' complessi.
Passiamo al successivo articolo 15 bis, che è stato oggetto di modifica stamane in I Commissione, in poche parole con questo articolo si vuole modificare la formulazione attuale dell'articolo 7 della legge regionale 14 del 2006, laddove si prevede che le modifiche sostanziali agli atti di programmazione, quali ad esempio il programma operativo regionale, siano approvate dal Consiglio regionale, definendo come modifiche sostanziali al Piano finanziario quelle che comportano uno spostamento di risorse superiori al 3% complessivo calcolato sul totale del contributo pubblico relativo all'intero periodo di programmazione.
Il presente articolo, tenuto conto della necessità di adeguare in tempi rapidi il Piano finanziario del Por a seguito della modifica delle priorità di intervento causate dai recenti eventi sismici, propone di accelerare l'adeguamento del Piano finanziario alle mutate esigenze superando la definizione della modifica sostanziale attualmente presente nell'articolo 7.
In generale per ogni modifica degli atti di programmazione è prevista l'approvazione della Giunta con successiva trasmissione alla competente Commissione consiliare per l'espressione del parere entro 20 giorni dalla trasmissione dell'atto, garantendo in tal modo tempi certi e contingentati.
Per questo motivo si è voluto modificare la portata dell'articolo 7 della legge regionale 14/2006, ma per non incorrere nella polemica, peraltro già espressa, di voler togliere potere e rappresentatività a questo organo, ovvero all'Assemblea legislativa, questa eccezione viene inserita solo per l'anno 2017 per codificare e sottolineare l'importanza e soprattutto la cogenza, la necessità, l'impellenza di poter fare interventi relativamente alla problematica sisma, purtroppo bisogna considerare il sostantivo al plurale, limitando l'arco temporale di intervento all'anno 2017.
Questo vuol dire che non viene snaturato tout court l'articolo 7 della legge 14/2006, ma viene introdotta la possibilità di accelerare questo iter di modifica sostanziale dei piani operativi regionali, limitatamente all'anno 2017. Mi sembra che questa modifica vada incontro all'esigenza ed alla necessità di poter mettere le mani in maniera più cogente, rapida, efficace su certe questioni impellenti, ma nel contempo non codifica un comportamento che avrebbe portato in pianta stabile ed alla lunga ad un esautoramento del potere dell'Assemblea legislativa. Questo è l'articolo 15 bis.
Andando avanti, un altro articolo che mi riguarda è il 17 bis, con cui viene modificata la legge regionale 23 del 2008 laddove si chiarisce con più certezza l'incompatibilità della carica di Garante dei diritti degli adulti e dei bambini con l’esercizio di una propria attività professionale o di impresa o di qualsiasi natura. Allo stato attuale sembrava un po' una preclusione eccessiva verso ogni forma di attività nell'ambito regionale e questo poteva anche incorrere nei rigori dei limiti anticostituzionali della norma medesima. Il Garante dei diritti ovviamente non dovrà svolgere attività in contrasto con la sua funzione, ma non poter svolgere nessuna attività in ambito regionale creava sicuramente delle problematiche, questa la ratio dell'introduzione di questa norma.
Andando avanti incontriamo l'articolo 20 che riguarda la mia Commissione, è una modifica alla legge 6 del 2009 e, laddove si dà la possibilità nell'ottica di accelerare ed agevolare il più possibile un processo di privatizzazione della società Aerdorica, viene modificata la soglia minima di partecipazione pubblica in una prospettiva di razionalizzazione ed efficientamento delle risorse di rilancio dello scalo aeroportuale quale infrastruttura indispensabile, come più volte abbiamo detto, anche di recente.
Viene eliminata quella norma secondo la quale la partecipazione al capitale sociale della società di gestione non poteva risultare inferiore al 20%, questo limite viene soppresso con l'introduzione dell'articolo 20.
Con l'articolo 21 si intende semplificare ed accelerare l'attività regionale di programmazione e di impiego delle risorse nel settore cinematografico, anche qui senza esautorare il Consiglio-Assemblea legislativa delle sue prerogative, il quale sarà chiamato ad esprimersi in merito al Piano triennale. Viene sostituito il Piano annuale, attualmente previsto, in un più snello Programma adottato dalla Giunta, previo parere della Commissione consiliare competente. In questo caso dal Piano annuale si passa ad un programma, questo per rendere, nell'ambito dell'annualità, più rapida ed efficace la possibilità di intervenire in questa direzione.
Proseguendo arriviamo all'articolo 22, il comma 1 introduce la possibilità di promuovere e valorizzare anche le attività di spettacolo di particolare …

PRESIDENTE. Per favore silenzio! Lasciate continuare il Consigliere.

Francesco GIACINTI. Questo fruscio è fastidioso quando si esprimono concetti anche un po' difficili che intersecano più provvedimenti legislativi.
Stavo dicendo che il comma 1 introduce la possibilità di promuovere e valorizzare anche le attività di spettacolo di particolare rilevanza regionale, in un'ottica di rilancio anche di questo settore dell'economia marchigiana che contribuisce al superamento dell'attuale contingenza.
Il comma 2, sempre nell'ottica di accelerare e semplificare, è stato soppresso proprio perché non prevedeva più l'espressione del parere della Commissione competente. Quindi, laddove si voleva ancora di più accelerare, la Commissione ha ritenuto di sopprimere questo secondo comma per cui resterà in vigore l'espressione del parere conforme della competente Commissione assembleare.
Proseguendo arriviamo all'articolo 27. Si tratta di andare a rivedere una legge precedentemente modificata riguardante la questione degli ecomusei. Si vuol semplificare il dettato della lettera f), precedentemente inserita nell'articolo 2 della legge n. 4, la si riscrive per rendere l'iter regolamentare più snello e più comprensibile perché la stesura precedente lasciava dei dubbi in merito allo svolgimento delle fasi di lavoro che la Giunta avrebbe dovuto porre in essere per giungere prima all'emanazione di un regolamento e poi all'elaborazione di regolamenti, che sembravano doversi ripetere, per ciascun ecomuseo.
Con questa semplificazione avviene che il parere del Cal e del Crel viene richiesto in sede di elaborazione del regolamento, così inteso come unico tipo di regolamento, poi l’elaborazione dei regolamenti dei singoli ecomusei avviene con il concorso e la partecipazione di tutti i soggetti interessarti, pubblici e privati, come le varie associazioni e gli stessi enti che in sede di modifica - ero stato io l'estensore di quella modifica - chiedono una partecipazione, più partecipazione ravvicinata degli attori che stanno in prima fila nella questione degli ecomusei.
Proseguendo arriviamo all'articolo 28 bis. In poche parole, con questo articolo si vuole prevedere la possibilità di collocamento in aspettativa senza retribuzione, come previsto per i Sindaci, per due figure, che sono: il Presidente dell'Assemblea regionale del consorzio di bonifica e il Presidente del consorzio stesso.
Si vuole equiparare come avviene per i Sindaci dei Comuni, viene quindi introdotta la possibilità di concedere loro, per un più pieno e congruo svolgimento della propria attività in seno a questi enti, la possibilità di collocamento in aspettativa non retribuita.
Proseguendo si arriva all'articolo 29 il quale propone l'abrogazione dell'articolo 38 della legge 44 del 2013 (Assestamento del bilancio 2013) inserito in sede di dibattito consiliare che, con la sua genericità, se rigidamente applicato, pur nella lodevolezza delle intenzioni che lo hanno ispirato, espone al rischio di paralizzare l'attività degli enti locali in settori chiave, quali la sanità e i servizi sociali, con il blocco indiscriminato delle erogazioni regionali.
La proposta trova fondamento nella non proporzionalità dell'ulteriore onere che tale adempimento provoca sulle strutture interessate, essendo già numerosi gli adempimenti previsti dalla legislazione in materia di trasparenza, anche alla luce delle recenti riforme legislative.
Inoltre la previsione così generica, di qualsiasi elargizione da parte della Regione a tali enti, sembrerebbe ricomprendere anche i pagamenti di corrispettivi derivanti da obbligazioni privatistiche, con conseguenti dubbi, in questo caso di legittimità costituzionale.
Per quanto riguarda le associazioni e le fondazioni va rilevato che in qualità di soggetti di diritto privato già sottostanno ad obblighi contabili specifici a sè stanti e le loro spese sono oggetto di rendiconto in sede privatistica. Quindi si è voluto un po' semplificare perché quando si parla di burocrazia e di questioni legate al funzionamento della macchina amministrativa spesso ci imbattiamo in ritardi che traggono origine anche dalle norme.
La modifica relativa all'articolo 30 prende atto della mutata riorganizzazione delle strutture della Giunta regionale (non esiste più il Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e protezione civile), rendendo quindi “mobile” il riferimento contenuto nella norma anche alla luce della delegificazione avvenuta con legge regionale 20/2001, quindi siamo in linea con il dettato di questa norma.
All'articolo 32 c'è una modifica che dà attuazione agli aggiornamenti apportati al decreto legislativo n. 82 del 2005 (Codice dell'amministrazione digitale), favorendo la diffusione dei servizi in rete ed agevolando l'accesso agli stessi da parte di cittadini ed imprese. Al fine di uniformare il sistema pubblico di connettività si intende rafforzare il ruolo della community network regionale, tramite l'incentivo all'adesione degli enti locali alle convenzioni regionali.
La proposta contenuta nel comma 2 si rende necessaria al fine di riconoscere la validità giuridica degli allegati, non firmati digitalmente, nella trasmissione tramite PEC tra pubbliche amministrazioni ai sensi della normativa vigente.
Il comma 4 ridefinisce i termini procedimentali per renderli effettivamente in linea con le esigenze di efficienza ed efficacia dell'attività amministrativa, mantenendo in via residuale il termine acceleratorio di 30 giorni.
L'articolo 33 bis prevede di eliminare, con riferimento ai componenti del Collegio dei revisori dei conti, il limite del numero degli accessi agli uffici regionali che danno diritto al rimborso delle spese di viaggio e dei pasti. Era previsto un numero minimo di accessi per avere diritto al rimborso di pasti e di spese di viaggio, questa norma ci sembrava non in linea con l'attività che uno deve svolgere per cui viene eliminata.
Inoltre viene riconosciuto ai medesimi componenti, se risiedono fuori regione o in un Comune che dista oltre 100 chilometri dal capoluogo, il rimborso delle spese di alloggio, cosa che non era prevista precedentemente.
L'approvazione di questo articolo comporterà delle spese che la Commissione ha ritenuto congruo e doveroso quantificare in un importo massimo di 6.000 euro, ma probabilmente non si arriverà alla fruizione di questa cifra nel suo intero ammontare, però è sembrato corretto, anche per dare certezza al bilancio, inserire un importo massimo di 6.000 euro.
All’articolo 34 si propone di abrogare l'articolo 1 della legge 21/2015 che di recente abbiamo approvato in via d'urgenza per ovviare ad un particolare momento di difficoltà della società di gestione dell'aeroporto, come sappiamo, da sempre considerato un'infrastruttura strategica per il rilancio economico e culturale del territorio regionale. Senza ignorare che il finanziamento previsto poteva essere considerato aiuto di Stato ai sensi della normativa dell'Unione europea, motivo per cui la norma è stata notificata alla Commissione, come ben sappiamo, avendone parlato in quel Consiglio, per l'esame di compatibilità prima di dar corso alla sua esecuzione. Per questo motivo, rimasta a tutt'oggi inattuata, ne viene proposta l'abrogazione anche a seguito di preciso invito in tal senso da parte della Corte dei Conti, che ci aveva evidenziato questo articolo incongruente.
Proseguiamo con l'articolo 34 bis, con il quale si prevede che la Giunta possa concedere in comodato gratuito ai soggetti ai quali la Regione aderisce o partecipa, operanti nel settore della cultura e dello spettacolo, spazi dell'immobile di proprietà della stessa Regione, sito ad Ancona e denominato Palazzo delle Marche, questo per ovviare alla mancata legittimazione dell'utilizzo gratuito da parte di determinati soggetti culturali e dello spettacolo che attualmente fruiscono di questi spazi.
E' stata inoltre avanzata dalla Giunta la richiesta di ospitare la Fondazione orchestra regionale delle Marche e la delegazione regionale marchigiana dell'Associazione generale italiana dello spettacolo.
L’articolo 35 prevedeva l'invarianza finanziaria, ma per i motivi di cui ho detto viene soppresso e viene sostituito dall'articolo 35 bis che prevede due somme che abbiamo inserito come tetto massimo: 12.000 euro previsti nell'articolo 5 bis, parliamo di Commissione pari opportunità, e 6.000 euro, di cui poc'anzi ho detto, riferiti alle eventuali spese di pernottamento che dovessero sostenere i membri del collegio sindacale.
L’articolo 35 bis sostituisce l'articolo 35 in quanto ovviamente non può più esserci invarianza finanziaria.
L'articolo 36 riguarda le norme finali, chiedo scusa, ci sono degli emendamenti ulteriori che poi vedremo. In poche parole viene soppressa la norma che riguarda il personale in servizio di cui all'articolo 12, comma 6, in attesa di chiarimenti che dovevano essere effettuati nelle more tra l'esame della Commissione ed il Consiglio, probabilmente sarà oggetto di un emendamento, però, molto onestamente, la Commissione non ha ancora esaminato gli emenedamenti.
Il primo comma è stato soppresso dalla Commissione in attesa di fare dei chiarimenti, ed eventualmente può essere accolto con un emendamento che poi vedremo, forse dopo la sospensione ci potremo tornare.
Con l'articolo 36 vengono eliminate norme relative a leggi che da molti anni non sono più finanziate e norme che sono in contrasto con la normativa statale nel frattempo sopraggiunta, resta sospeso questo primo comma, di cui ho detto prima, e che probabilmente in sede di emendamenti approfondiremo.
Presidente, per quanto riguarda i temi relativi alla Commissione che presiedo avrei concluso l'esame di merito, passerei, se lei è d'accordo agli interventi dei successivi Presidenti di Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Saluto gli studenti e le insegnanti dell'Istituto commerciale di Amandola.
La proposta di legge n. 130, che andiamo ad approvare, parla di semplificazione, ma in realtà di semplificazione c'è ben poco.
Credo che due siano gli obiettivi di questo provvedimento, il primo è quello di risolvere questioni circoscritte a precisi incarichi o settori, il secondo è quello di usurpare o sottrarre radicalmente le competenze del Consiglio per trasferirle in un colpo solo nelle mani della Giunta. Quindi uno schiaffo all'organo di massima rappresentanza della Regione, che è l'Assemblea, ed è un colpo mortale alla democrazia.
Questo è un documento che per molti versi è di una gravità inaudita perché strappa al Consiglio precise competenze riservando poteri decisionali alla sola Giunta.
Entro nel dettaglio della questione con esempi mirati.
Prendiamo l'articolo 15 bis, la norma in questione sposta la programmazione comunitaria dal Consiglio alla Giunta, stiamo quindi parlando di una programmazione vitale, in chiave economica e di fondi, per la nostra Regione. E cosa si fa? Si accentra tutto nelle mani della Giunta e non mi si dica che resta il parere vincolante delle competenti Commissioni. La Giunta ha provato ad eliminare i pareri consultivi delle Commissioni, non c'è riuscita ed oggi Giunta e Commissione partoriscono questa proposta di legge, la n. 130, che sposta tutto in Giunta.
L’articolo 15 bis è addirittura in contrasto con l'articolo 21 dello Statuto della nostra Regione che prevede che il Consiglio approvi le leggi ed i regolamenti regionali, inclusi quelli che provvedono a dare attuazione ed esecuzione agli atti dell'Unione europea, approvi gli atti generali di programmazione, i piani ed i programmi di settore e la delibera degli atti di programmazione relativi ai finanziamenti dell'Unione europea e le relative modifiche.
Parliamo poi dell'articolo 21. Nella legge regionale n. 7/2009 figurava una parola chiave “Piano” che la Giunta ha sostituito con “Programma”, questo non significa altro che la Giunta avrà esclusiva competenza sulla programmazione delle attività cinematografiche. Il Consiglio a questo punto non verrà nemmeno più ascoltato, tutto finisce in mano alla Giunta e stop. Resta sempre il solito ininfluente parere delle Commissioni.
Passiamo all'articolo 8 bis, nell'ambito del conferimento degli incarichi dirigenziali ora si prevede che gli stessi possano essere conferiti a soggetti interni o esterni all'amministrazione regionale in possesso di laurea, che abbiano svolto attività in organismi e enti pubblici o privati. Al di là del fatto che qualcuno dovrebbe spiegarci come mai necessita questo ampliamento del campo da cui attingere per individuare figure apicali della Regione, ci si dica inoltre perché tutto ciò viene individuato in questa proposta di legge che ha come obiettivo quello della semplificazione, anzi mi sembra proprio che qui si vada nella direzione opposta, invece di semplificare si complicano le cose.
Per non parlare poi dell'articolo 14 bis. Spiegatemi quale necessità c'è nel prevedere il prelievo delle acque sotterranee che oltretutto dovrebbero essere inviolabili a riserva squisitamente strategica. Capisco e condivido quindi la rabbia delle associazioni ambientaliste. Quando si dice di essere ambientalisti lo si deve dimostrare con i fatti e non solo a parole per poi paradossalmente partorire simili articoli.
Noi di Forza Italia siamo per la tutela dell'ambiente soprattutto con i fatti, per questo riteniamo che l'articolo in questione sia un golpe alle nostre acque ed all'ambiente.
In questa legge troviamo anche norme che prevedono l'aspettativa del Presidente del Consorzio di bonifica (articolo 28), o il comodato gratuito dei locali del Palazzo delle Marche ai soggetti operanti nel settore della cultura e dello spettacolo (articolo 34), questa noi la vogliamo chiamare semplificazione? Io direi piuttosto aggiustamenti di situazioni particolari.
In Commissione sono intervenuta anche sulle 16 ore di permessi per le dipendenti pubbliche e private che fanno parte della Commissione pari opportunità, dove si prevedono 12.000 euro per i relativi permessi, per carità, noi abbiamo subìto il dramma del terremoto, in questo momento potevamo anche aspettare un anno, due anni a concedere questi 12.000 euro, ma non perché sono contraria. Sono rimborsi, 16 ore.
Insomma, la proposta di legge n. 130 ha due chiari obiettivi: risolvere questioni circoscritte a precisi incarichi e sottrarre competenze al Consiglio per trasferirle alla Giunta, quindi sono contraria a questo atto che è un colpo mortale alla democrazia. Grazie.

PRESIDENTE. Come d'accordo, procediamo ora con dei brevi interventi da parte dei Presidenti delle Commissioni, ognuno per la parte di propria competenza.
Ha la parola il Consigliere Traversini Presidente della II Commissione.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. In II Commissione abbiamo valutato gli articoli che sono di nostra competenza e oltre ad aver bocciato, confermato anche dalla I Commissione, e chiesta la non iscrizione al Consiglio di alcuni articoli, abbiamo approvato l'articolo 12 che abroga una norma che era stata introdotta nella passata legislatura, una norma superflua che ha creato anche un po' di confusione, che prevedeva che l'acacia e la robinia potevano essere tagliate. Di fatto è così, però questo ha introdotto un po' di confusione nel senso che comunque nei parchi o nelle zone a Zps i tagli sono soggetti a richiesta. Dal punto di vista normativo crea confusione, quindi è preferibile sopprimere questa disposizione perché di fatto il taglio di queste piante è previsto dalla normativa e non c'è bisogno di ribadirlo in quanto crea solamente confusione. Quindi si parla solamente di questa soppressione.
Per quanto riguarda l'articolo 15, legato al turismo, abbiamo ritenuto importante, come per altri articoli, che questo tema fosse trattato e discusso nella variazione della legge nella sua complessità, quindi abbiamo inserito solo una modifica chiesta dagli uffici che riguarda le agenzie di viaggio che devono avere assicurazione e coperture bancarie. Questo è richiesto dalla normativa, quindi è un adeguamento. Abbiamo introdotto solo questo aspetto e non altri, proprio perché c'è l'intenzione di fare un ragionamento più strutturale legato al cambio della legge.
Dico qualcosa sull'articolo 15 bis che penso abbia introdotto il Presidente Giacinti. La Commissione aveva presentato un emendamento per la soppressione di questo articolo perché, anche se c'è urgenza, andare a togliere le competenze al Consiglio ci sembrava qualcosa di assolutamente sbagliato, quindi concordo con le dichiarazioni dell'opposizione, però questa mattina abbiamo ragionato sulle motivazioni legate soprattutto al periodo, alla ricostruzione post terremoto, nel senso che arrivano somme di variazioni legate alla ricostruzione materiale, soprattutto socio-economica, di quei territori, del nostro territorio, quindi c'è la necessità di andare veloci. In I Commissione abbiamo presentato un emendamento concordato che secondo me può essere accettato perché il Consiglio ed i gruppi vengono a conoscenza di tutti i documenti attraverso la Commissione in 15 giorni, quindi gli atti non vanno in Consiglio per la votazione. E' chiaro che questa è una richiesta temporanea, per un anno, il tempo necessario per superare l'urgenza del terremoto. Quindi il Consiglio regionale mantiene le sue priorità ed è giusto che mantenga la discussione degli atti.
L'ultimo articolo trattato è il 18, che abbiamo approvato, è una proposta che individua con criteri della Giunta liberi professionisti residenti all'estero per l'operazione di de-desk a titolo gratuito per svolgere attività relative alla promozione economica delle imprese marchigiane all'estero. C'è questa possibilità in più che viene data, quella di utilizzare liberi professionisti che si adoperano per questa causa economica a livello marchigiano.
Questi gli articoli discussi in Commissione - altri sono stati respinti - e confermati dalla I Commissione, che vanno visti all'interno della complessiva modifica di legge ed è giusto che siano lì.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Vorrei chiedere ai colleghi di prenotare gli interventi ed al termine dell'intervento del Presidente della III Commissione vorrei fare il quadro degli interventi sulla proposta di legge n. 130.
Ha la parola il Consigliere Biancani Presidente della III Commissione.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Anche noi, come ha detto il Presidente Traversini, abbiamo fatto diverse sedute, mi sembra tre, in cui abbiamo analizzato gli articoli di competenza della III Commissione.
Innanzitutto evidenzio che il titolo della proposta di legge 130 è “Disposizioni di semplificazione e aggiornamento della normativa regionale” forse a qualcuno è sfuggito, però il titolo prevede anche l'aggiornamento non solo la semplificazione.
Al di là di questo, gli articoli di competenza della III Commissione sono sette, gli articoli 7, 9, 14, 14 bis, 16, 24 e 28.
L'articolo 7 riguarda la modifica alla legge regionale 29/1992 “Disciplina del servizio volontario di vigilanza ecologica”, in particolare la lettera b), comma 2, dell'articolo 2 viene sostituita e alla lettera b) tra i compiti vengono inseriti: la gestione integrata dei rifiuti, che non era prevista, la tutela degli animali da affezione e le biodiversità, anche questa non era prevista. La Giunta poi aveva presentato una proposta con la quale toglieva dai compiti la verifica dell'escavazione di materiali litoidi, all'interno della Commissione, anche in accordo con il Servizio, abbiamo deciso di reinserire questo tipo di attività tra quelle che svolgono le guardie ecologiche volontarie.
Dopo l'articolo 7 abbiamo l'articolo 9 che riguarda la modifica alla legge regionale 28/2001 che si occupa di “Norme per la tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico nella Regione Marche” e dopo le parole “avvalendosi dell'Arpam” abbiamo inserito che le misurazioni, andando dietro alla richiesta pervenuta da diversi Comuni, soprattutto da quelli costieri, perché le verifiche che riguardano l'inquinamento acustico possono essere effettuate dal personale dell'Arpam oppure da personale appartenente ad altre pubbliche amministrazioni qualificato in termini di legge.
Con questa modifica diamo la possibilità anche ai tecnici comunali, ma non solo, basta che siano dipendenti pubblici, di fare le verifiche rispetto all'inquinamento acustico e chi abita sulla costa sa benissimo che questo è un problema non secondario.
L'articolo 14 riguarda la modifica alla legge regionale 36/2005 che si occupa del riordino del sistema regionale delle politiche abitative. Abbiamo modificato i requisiti per accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, sia per quanto riguarda l'edilizia agevolata che per quanto riguarda l'edilizia sovvenzionata.
Per l'edilizia agevolata abbiamo modificato la lettera c), comma 1, dell'articolo 18.
Oggi per poter accedere alle graduatorie per le case popolari occorre non essere proprietari in tutto il territorio nazionale di un immobile, non avere uso, usufrutto o godimento di un'altra abitazione, abbiamo inserito che se uno è proprietario di un immobile, quindi ha un diritto reale, ma non ha il godimento dell'abitazione per effetto di un procedimento giudiziario, può essere considerato come un soggetto che non ha proprietà.
Questo è importante, ce l'hanno detto i tecnici della Giunta e riguarda anche le persone separate, divorziate, sia uomini che donne, che hanno la proprietà di un immobile assegnato all'ex coniuge, quindi queste persone hanno una proprietà che in realtà non possono utilizzare.
L'articolo 14 bis riguarda la modifica alla legge regionale 5/2006 che disciplina la derivazione delle acque pubbliche. In particolare il comma 2, dell'articolo 1 è stato sostituito dal seguente: le acque sotterranee vengono considerate una risorsa ed una riserva da tutelare. La Regione dovrà individuare un apposito elenco delle acque da considerarsi strategiche. Ad oggi questo obbligo di individuare le risorse strategiche non c'è, quindi si fa un passo avanti ed è giusto che la Regione si doti di uno strumento che individui le risorse strategiche del nostro territorio. L'utilizzo delle acque idropotabili può essere fatto per fronteggiare sistemi di emergenza, quando la Protezione civile dà il via alla possibilità di prelevare l'acqua sotterranea, oppure per soddisfare esigenze idropotabili, nelle more della presentazione di quell'elenco di cui vi ho detto, solo in quei casi in cui i piani d'ambito prevedano il Piano di investimenti necessari per garantire l'acqua idropotabile.
Noi qui diamo il via alla possibilità di fare indagini specifiche, non all'eventualità di prelevare immediatamente l'acqua, e diamo la possibilità alle varie Ato di verificare che le acque di loro interesse siano innanzitutto risorse rinnovabili - questo è un concetto molto importante che è stato portato in Commissione - che sia garantito l'obiettivo di qualità e di quantità e sia escluso il danno ambientale.
Questo interessa in particolar modo la provincia di Pesaro-Urbino dove abbiamo una situazione anomala rispetto al resto della regione. Ad oggi nella provincia di Pesaro-Urbino il 25% delle acque utilizzate sono sotterranee, contro una media che va oltre l'85%, sia a livello nazionale che a livello regionale. Se ci sono ulteriori richieste sarò ben lieto di spiegare e motivare questo articolo.
L'articolo 16 si occupa della modifica alla legge regionale 6/2007 che riguarda la gestione dei siti della Rete Natura 2000 che sono ricadenti in ambito marino, e dopo il comma 2, dell'articolo 24, viene inserito il comma 2.1 che prevede che la gestione dei siti ricadenti in parte in ambienti marini spetta all'ente che gestisce la porzione di terraferma ai sensi dei commi 1 e 2. Qualora non ci sia un ente che gestisce la porzione di terraferma, la competenza resta delle Province, questo è un vero e proprio articolo di semplificazione.
L'articolo 24 modifica la legge regionale 24/2009 che riguarda la disciplina regionale in materia di gestione dei rifiuti e dopo la lettera c), comma 4 dell'articolo 7, viene inserita la lettera c bis). La modifica è legata alle funzioni delle Ata. Oggi con il Piano di gestione rifiuti già si prevedono accordi tra le Ata, ma la possibilità di firmare accordi è prevista tra le funzioni delle Province e non tra quelle delle Ata, quindi con l'aggiunta della leggera c bis) si dà l'opportunità anche alle Ata di fare accordi tra i vari ambiti provinciali per la gestione dei rifiuti, ovviamente in una logica di efficienza e maggiore funzionalità e previa verifica, sia ambientale che economica, di quello che le Ata vogliono fare.
L'ultima modifica riguarda la legge regionale 3/2012 “Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale” ed è piuttosto complessa. Abbiamo cercato di approfondire il tema anche attraverso l'aiuto dei tecnici della Giunta, che ringrazio, che sono venuti più volte ad illustrarci queste variazioni. In maniera molto breve si può dire che le modifiche sono state proposte dal Servizio, i tecnici hanno partecipato e siamo arrivati ad un testo che in qualche modo aggiorna la legge regionale, adeguandola in particolare sia alla sentenza della Corte Costituzionale 93/2013 che alle successive modifiche, in particolar modo al decreto legislativo 152/2006, cioè il testo unico dell'ambiente.
Le modifiche sono prettamente tecniche dovute al fatto che dopo il 2012, anno della legge, c'è stata sia una sentenza della Corte Costituzionale che alcune modifiche al decreto legislativo 152. Grazie.

PRESIDENTE. Ho chiesto ai colleghi di prenotarsi perché ora chiudo l'iscrizione a parlare, al momento ci sono 8 interventi.
Ha la parola il Consigliere Volpini Presidente della IV Commissione.

Fabrizio VOLPINI. Grazie. Per una legge che ha come obiettivo la semplificazione, la premessa fatta dal Presidente della I Commissione, che è un atto complicato, è un po' un ossimoro!
Procediamo per quello che riguarda gli articoli che interessano prevalentemente le questioni di carattere sanitario, ma qualcuna riguarda anche il sociale.
L'articolo 2 disciplina le sanzioni nel settore sanitario: il comma 1 riguarda le sanzioni amministrative rilevate nell'ambito dell'attività del Servizio sanitario regionale. Sono sanzioni legate all'autocertificazione rilasciate dai cittadini che, pur non avendone diritto, hanno certificato l'appartenenza ad una categoria di esenzione, legata a situazioni economiche o anche ad altre condizioni personali e sociali.
La proposta prevede che tali sanzioni siano introitate dall'Asur, prima erano riscosse dalla Regione e il più delle volte nemmeno si riusciva a farlo, e che il recupero di tali somme sia fatto da parte delle Aziende sanitarie locali, in questo caso delle Aree vaste.
Il comma 2 riguarda le sanzioni amministrative di cui ai decreti legislativi 133/2009, 186/2011 di attuazione di disposizioni dell'Unione europea.
Il D. Lgs. n. 133/2009 disciplina le sanzioni per la violazione delle norme sulla registrazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche utilizzate.
Il D.Lgs. n. 186/2011 disciplina le sanzioni per la violazione delle norme sulla classificazione, etichettatura e imballaggio di sostanze e miscele.
La proposta prevede che tali sanzioni siano erogate dalla Regione e che i relativi proventi siano impiegati per il finanziamento dell'attività di prevenzione di controllo del rischio chimico negli ambienti di vita e di lavoro, affidate ai servizi di prevenzione e di vigilanza.
Le attività di controllo sono in parte di competenza dell'Asur ed in parte dell'Arpam.
L'articolo 6 è abbastanza importante perché apporta delle modifiche sostanziali alla legge 33/1989, concernente l'organizzazione e la disciplina delle strutture nefrodialitiche della Regione Marche:
- abroga l'articolo 2 che disciplina l'organizzazione territoriale delle strutture, dove devono essere ubicate e la tabella che stabilisce gli organici - è evidente - del personale medico e non medico. E' infatti necessario eliminare qualsiasi tipo di riferimento a parametri organizzativi e a dotazioni non più conformi con l'attuale assetto organizzativo che ci siamo dati, che è quello appunto delle reti cliniche. Era una legge pre-reti cliniche, oggi tutto viene regolato all'interno delle reti cliniche:
prevede poi (questo non era previsto dalla legge) in ambito pediatrico l'elaborazione di protocolli diagnostici e terapeutici; la modifica è necessaria in quanto i protocolli sono già predisposti d'intesa tra il Salesi e l'Azienda ospedaliera universitaria;
- modifica le norme sull'indennità (questo è anche uscito in altri settori) spettanti ai componenti del comitato tecnico regionale sulla prevenzione e cura dell'insufficienza renale per i quali è previsto il rimborso spese sostenute e documentate in applicazione della legge regionale 11/2010.
Gli articoli 8, 10, 11, 23 e 31 eliminano i compensi ed i rimborsi spese ai componenti delle Consulte e dei Comitati operanti nel settore delle politiche sociali. Sono i componenti della Consulta regionale della famiglia, di cui alla legge 30/1998, del Comitato tecnico consultivo per la cooperazione sociale, di cui alla legge 34/2001, dell'Osservatorio regionale dell'associazionismo di promozione sociale, di cui alla legge 9 del 2004, della Consulta regionale sull'immigrazione, di cui alla legge regionale 13/2009, della Consulta per le politiche di contrasto delle dipendenze patologiche, per il contrasto della povertà estrema, del disagio sociale istituita con legge 32/2014.
La Commissione si è espressa chiedendo l'abrogazione di questi articoli per fare rimanere le cose come erano prima.
L'articolo 19 modifica la legge 32/2008 in materia di interventi contro la violenza sulle donne.
Il comma 4 prevede una riduzione dal 30 al 15% della copertura finanziaria garantita dai Comuni per le spese di gestione per la funzionalità operativa dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza, non so se qui c'è un emendamento del Consigliere Marconi.
Il comma 5 elimina il parere della Commissione in merito ai criteri e alle modalità per la concessione dei contributi per il finanziamento dei centri antiviolenza delle case di accoglienza. La Commissione si è espressa chiedendo l'abrogazione del comma ritenendo necessario il proprio parere.
L'articolo 31 della proposta di legge abroga la disposizione che prevede la riserva del 5% per l'affidamento di forniture di beni e servizi alle cooperative sociali di tipo B, tale tipologia comprende le cooperative che svolgono attività agricole, industriali, commerciali e di servizi, finalizzate all'inserimento di persone svantaggiate. Anche questo è oggetto di un emendamento a firma del Consigliere Marconi.
L'articolo 33 modifica la legge regionale 4/2015 in materia di servizio farmaceutico inserendo tra le funzioni dell'Asur il rilascio delle autorizzazioni per la vendita di medicinali on-line di cui al decreto legislativo 219/2006. E' una parte marginale di tutta la partita del farmaceutico che c'è, che deve essere regolamentata e tale regolamentazione è affidata all'Asur.
L'articolo 36 comma 2 abroga due leggi regionali e le relative modifiche, sono:
le leggi indicate nelle lettere a) e b), la 15 del 1984 e la legge 20 del 1987, in materia di previdenza a favore di soggetti affetti da uremia cronica. Sono abrogate in quanto le prestazioni previste dalla legge rientrano nei nuovi Lea. Era un contributo a favore dei pazienti uremici, oggi queste prestazioni sono all'interno dei nuovi Lea;
le leggi regionali indicate nelle lettere m) ed n), la 22 del 1998 e la legge di modifica 2 del 2008, in materia di diritti della partoriente, del nuovo nato e del bambino spedalizzato. La Commissione si è espressa chiedendo l'abrogazione di tali lettere. Questo è il famoso contributo per quei pochi parti che avvengono ancora a domicilio.
Gli articoli che riguardano la sanità ed il sociale sono terminati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Parliamo della proposta di legge n. 130, omnibus. Siamo fortemente contrari al metodo con cui questa legge è stata pensata, proposta, per cui ho appena presentato un ordine del giorno, ai sensi dell'articolo 81 del Regolamento del Consiglio, per votare e chiedere il ritiro della legge, quindi di non passare alla discussione degli articoli, ed ora motivo.
L'ordine del giorno in questo momento lo stanno fotocopiando e lo consegneranno.
Questa proposta di legge è il peggior atto politico che la Giunta Ceriscioli abbia partorito finora, un atto nato probabilmente dalla necessità di svuotare i fondi dei cassetti dei dirigenti, alla vigilia della loro turnazione, spinti dall'esigenza di sanare molteplici situazioni come ultimo atto prima della loro partenza.
E' una accozzaglia di articoli che modificano quasi 40 leggi regionali, il cui contenuto a volte risulta addirittura grottesco, con la scusa della semplificazione ed aggiornamento della normativa si tenta di svuotare ulteriormente il Consiglio regionale e le rispettive Commissioni di funzioni istituzionali, ciò è inaccettabile.
Nelle varie Commissioni i Consiglieri si sono spesso chiesti l'un l'altro quali sono le motivazioni di molti articoli e quale ne è l'origine, senza avere risposte. Mi risulta che nessun Consigliere era al corrente dei contenuti della proposta di legge prima della sua presentazione nelle Commissioni e nessun Assessore ha avuto il coraggio di illustrare i contenuti puntuali degli articoli che spaziano da sanità, sociale, industria, turismo, acque, rifiuti, istituzioni, commercio, agricoltura e tanto altro ancora.
La dimostrazione del caos normativo provocato da questa proposta di legge sta nel fatto che le Commissioni hanno richiesto la soppressione di 9 articoli proposti dalla Giunta, pari a quasi un quarto della legge, ed approfittando del fatto che questo contenitore elastico poteva assorbire ogni modifica possibile allo scibile umano, alcuni Consiglieri hanno fatto infilare ulteriori nuovi articoli di modifica ad altrettante normative. Quindi quasi il 50% di questa legge non presenta i contenuti di origine. Sono 13 gli articoli rimasti invariati, tutti gli altri hanno subìto modifiche anche sostanziali. Come già accennato, molte modifiche proposte vanno nella direzione di svuotare ulteriormente le competenze e le funzioni del Consiglio regionale e delle rispettive Commissioni concentrando ancora di più i poteri in capo alla Giunta, ad esempio ciò accade negli articoli 13, 15 bis, 21, 22 e 25. Questo tentativo è preoccupante ed inaccettabile. Viceversa le Commissioni chiedono di sopprimere le modifiche proposte dalla Giunta di far partecipare i componenti alle numerose consulte previste dalle rispettive leggi a titolo gratuito.
Oggi rischiamo di trattare una quarantina di argomenti differenti, ognuno dei quali avrebbe potuto e dovuto avere una discussione seria, approfondita e ragionata, mentre dovrà essere trattato frettolosamente ed approvato bovinamente in nome di aprioristici ordini di scuderia e di partito. Legiferando in questo modo nessuno di voi osi più lamentarsi della pessima qualità della normativa regionale, qualità che voi stessi contribuite a degradare utilizzando queste assurde modalità operative.
E' una proposta di legge che non ha nè padri, né madri e conferma l'unica linea politica espressa in due anni da questa Giunta: la subalternità alla struttura tecnica regionale e l'obbedienza alle pressioni corporative, realizzate nella più assoluta improvvisazione e confusione calpestando ed avvilendo il ruolo istituzionale del Consiglio regionale. Chiedo quindi che venga messo ai voti il ritiro di questa vergognosa proposta di legge, allo scopo ho presentato l'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 81 del Regolamento del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Innanzitutto voglio fare i complimenti al relatore di maggioranza ed ai tre Presidenti di Commissione che si sono cimentati in una incredibile piroetta nell'illustrare e difendere questa norma che è degna di un “azzeccagarbugli”.
Faccio i complimenti a tutti loro che si sono cimentati e che hanno avuto il coraggio di illustrarla e di difenderne anche i contenuti. Ovviamente su questo ognuno ha le proprie idee, ripeto però che entrare nel merito di un provvedimento di questo tipo ci vuole del coraggio e quindi a loro va tutta la mia stima.
Devo dire che mai come su questo atto mi trovo in difficoltà perché dovrei individuare alcuni elementi da cui iniziare, ma qui ce ne sono talmente tanti che ho solo l'imbarazzo della scelta.
Cerco di togliermi da questo imbarazzo, da questa confusione che ho, facendo alcune riflessioni di carattere generale sulla proposta di legge per poi passare ad approfondire alcuni punti particolari, che dire imbarazzanti è poco, sono sconcertanti e stanno a dimostrare la superficialità dell'atto che è stato messo in discussione.
Innanzitutto la prima considerazione, non prendiamoci in giro o per lo meno non offendiamo l'intelligenza di questa Assemblea dicendo che questa è una legge di semplificazione. La semplificazione qui non c'entra nulla, e vedremo perché, e nemmeno l'aggiornamento, perché se aggiornamento è, è tardivo addirittura di 12 anni. Qualcuno potrebbe dire: “E' merito nostro, l'abbiamo fatto”, no, è un demerito perché la compagnia è sempre la stessa, anche se sono cambiati gli attori.
Primo, non è una legge di semplificazione e se l'obiettivo era quello di semplificare i rapporti tra l'istituzione Regione e gli interlocutori, siano essi enti locali, imprese, operatori economici, cittadini, qui non si è raggiunto. Questo è un fallimento completo, non c'è alcuna semplificazione.
Qualcuno che lo può fare cambi con un emendamento il titolo di questa legge perché è un'offesa all'onestà intellettuale di tutti noi del Consiglio.
Vorrei capire, perché non l'ho capito in Commissione e l'ho chiesto, chi sono i numi tutelari di questa legge, da dove è scaturita la proposta di legge 130? E' nata da un ragionamento amministrativo all'interno degli Assessorati, oppure da un ragionamento espressamente politico?
Vorrei capirlo per dare un giudizio, perché in base a questo potrei pure definire questa legge un capolavoro. Un capolavoro di architettura normativa o se volete anche di ingegneria legislativa, un capolavoro! Perché fare un contenitore e metterci dentro tanta di questa roba è difficilissimo. Qualcuno ha progettato un contenitore, con l'aiuto di non so chi, che sta in piedi, quindi è un capolavoro di architettura normativa oppure di ingegneria legislativa, chiamatela come volete.
Dico questo perché in 36 articoli si riesce ad aggiornare 29 leggi, di queste si modificano 75 commi e se ne abrogano 13. Quindi si aggiornano 29 leggi modificando 75 commi, argomenti più disparati possibili, si va dal Piano strategico ..., e parleremo anche di questo perché a me piace intervenire sulla stesura della prima legge, cioè sulla prima genitura, non su quello che faticosamente le Commissioni hanno cambiato. Si modificano 75 commi, poi ci si accorge che qualcosa non quadra e si deve addirittura abrogare 13 leggi regionali.
Le leggi che vanno modificate le ho stampate, mi sono un po' divertito, sono tutte queste, immaginate un Consigliere o un cittadino che dopo l'approvazione si mette su internet e deve sbrogliare la matassa di tutte queste normative.
Credo invece che questo sia un capolavoro di superficialità politica che rasenta, scusate il termine, un po' la sciatteria, e siccome a pensar male si fa peccato, però io lo dico lo stesso ..., mi sento di accomunare negativamente questa proposta di legge a quei provvedimenti omnibus che molto spesso fanno i Governi, che tutti critichiamo, dove c'è un solo articolo e 500 commi, a volte tanti quanti sono i parlamentari che partecipano alla stesura.
Qui mi viene in mente che all'interno di queste 29 leggi che sono aggiornate, non semplificate, all'interno di queste 13 leggi che vengono abrogate ed all'interno di questi 75 commi che vengono modificati ci sia qualche contentino. Io lo penso, probabilmente faccio peccato, qualcuno mi smentirà in futuro. Lo penso, forse mi sbaglio, però questo pensiero mi è venuto spontaneo perché non riesco a capire come si possa fare un discorso di questo tipo, perché, ripeto, mi sembra proprio di una superficialità incredibile. Che il provvedimento fosse completamente sballato nella sua architettura lo dimostra come hanno lavorato le Commissioni, hanno abrogato 8 articoli, un quarto su 36, e ne hanno introdotto 10 nuovi, taluni dei quali non c'entrano nulla con questa legge. E la chiamiamo di semplificazione? E la chiamiamo di aggiornamento? Un minimo di dignità politica per questa Assemblea, per l'intelligenza di coloro che siedono su questi scranni. Questo è fondamentale, non è possibile fare un discorso di questo tipo.
Questa è la verità e se c'è una parvenza di semplificazione sta nei rapporti che si sono voluti toccare, di Giunta e Consiglio. Lì è stato fatto un tentativo di semplificazione, cioè di ridurre le competenze di questo Consiglio. Lì la manina c'è. Scopriremo con molta calma, perché qualcuno farà un passo falso strada facendo, dove sta questa manina, se sta nell'esecutivo oppure nell'organo amministrativo, cioè togliere delle competenze.
Delle due l'una, chiariamoci, amici Consiglieri, noi stiamo dentro una Commissione straordinaria per il Regolamento dove tutti i giorni riaffermiamo la centralità dell'Assemblea, poi veniamo qui e troviamo l'opposto.
Non vedo il Consigliere Busilacchi, Presidente della Commissione, lui è un convinto assertore della centralità di questa Assemblea, tutti noi sosteniamo la stessa cosa e stiamo facendo un grande lavoro, delle due l'una, questa politica dei due forni, cari amici del PD, non ci piace. In Commissione si dice: “il Consiglio deve …, il Consiglio deve …, il Consiglio deve riappropriarsi della centralità perché è qui che si dibatte, è qui che si programma, è qui che si legifera, perché la vera funzione della Regione è la programmazione, la legiferazione”, poi veniamo qui e non si fa più niente, alla fine faremo solo delle mozioni, delle interrogazioni, io propongo sempre di modificare l'ordine del giorno, di fare le interrogazioni prima, per lo meno diamo un po' di dignità a qualcuna, sennò alla fine non faremo nemmeno più quelle. Quindi vi dico: chiariamoci su questa vicenda e diteci come la pensate e se questa è una mera passeggiata, come la sceneggiata incredibile di stamattina. Capisco, Consigliere Giacinti, che il ritardo è dovuto alla convocazione della I Commissione, se uno qui mi vuol far credere che l'asino vola, io stamattina dico sì, ho visto un asino volare, quindi credo che la I Commissione abbia dibattuto due ore e mezza, su che cosa dopo me lo direte. Qui ho visto passare molluschi, barchette, c'entrano niente con il ritardo? Va bene, in Italia non funziona niente, i treni ritardano, le barche pure, gli aerei non volano più, quindi che volete?
Dopo il discorso di carattere generale, vorrei soffermarmi due minuti ancora su alcune chicche presenti in questa legge.
Premesso che una cosa seria sarebbe stata riformare la normativa per settori. Non si può affrontare la modifica di una norma molto importante, poi vedremo l'articolo 15 originario sul turismo, con un atto di questo tipo che fa rabbrividire, in quanto modifica totalmente i termini della accoglienza ricettiva. Vorrei conoscere anche il parere di qualche amico Consigliere che lavora in questo settore oppure dell'Assessore stesso.
La prima chicca, faccio riferimento alla prima stesura perché a me è quella che mi interessa, la primogenitura, non quella che ha modificato la Commissione, è l'articolo 1 della prima stesura che è qualcosa di incredibile, in questa legge di semplificazione si introduce il Piano strategico perché ci si accorge improvvisamente che la regione è in crisi, che c'è un sistema economico in crisi, per cui si deve fare un Piano strategico, e lo si mette in questa proposta di legge? Senza discutere nulla? Senza fare alcuni passaggi con le associazioni di categoria su come architettare questo Piano strategico? Qui lo si mette? Poi si dice che il Piano strategico deve essere fatto entro 6 mesi dall'insediamento della legislatura, siamo a 2 anni, e quando lo si fa? Si dice ancora: dobbiamo raccordarlo con tutti i testi unici e le programmazioni che abbiamo fatto, e quando lo si fa? Che senso ha? A chi è venuto in mente di mettere nell'articolo 1 di una legge di semplificazione il Piano strategico? In pratica il Piano strategico, fatto come si deve fare, vale la discussione di una legislatura, mettendo a sistema tutte le normative relative allo sviluppo economico: l'industria, il commercio, l'artigianato, il turismo … E si fa una cosa di questo tipo? Si fa un autogol di questo tipo? Andiamo oltre!
L'articolo 3 prevede l'istituzione di un registro unico sui controlli, va bene, ma siamo in ritardo di anni, questo è un aggiornamento con un colpevole ritardo.
Poi l'articolo 14 bis, ho sentito anche la relazione del Presidente Biancani, che stimo, ma che c'entra il 14 bis con questo discorso? Che c'entra in questa legge il 14 bis? Che c'entra il discorso del prelievo delle acque sotterranee? C'è un dibattito sul territorio, nella regione, si stanno programmando impianti di soccorso perché il terremoto ha messo in evidenza la fragilità delle nostre infrastrutture, anche quelle idriche, quindi si sta pensando a come realizzare, a dove prelevare l'acqua per fare impianti di soccorso sui territori, e noi facciamo una legge di questo tipo? Ma la dobbiamo concertare con tutti, con le società che gestiscono tutta questa roba qua.
Io non penso soltanto al discorso delle associazioni ambientaliste, mi interessa pure il discorso sul sistema economico produttivo e mi interessa il servizio idrico da dare. Non vogliamo individuare quali sono le risorse idriche, i bacini, fare uno studio approfondito per poi deliberare e legiferare su questo tema? Che ci azzecca l'articolo 14 bis in questa legge di semplificazione?
L'articolo 15 originario modificava la legge 9/2006, qui siamo proprio all'apoteosi, il comma 7 modificava l'articolo 34 della legge 9/2006 che stravolgeva il concetto dell'accoglienza ricettiva, introducendo quella che si chiama la gestione dei B&B in forma imprenditoriale, ma vi rendete conto? In un momento come questo le strutture ricettive, gli albergatori, come la pensano? Se do la possibilità a tutti di gestire in forma imprenditoriale il proprio appartamento, altro che l'albergo diffuso, viene completamente stravolto il concetto dell'accoglienza ricettiva e lo si fa introducendolo in una leggina di questo tipo, che potrebbe passare inosservata, per fare favori a chi? Ma lo avete visto il discorso del B&B in forma imprenditoriale? 4 stanze, 8 posti letto, ognuno diventa imprenditore. Faccio la partita IVA e poi mi gestisco come mi pare, e gli albergatori cosa pensano di questo? Abbiamo acquisito i pareri del sistema economico produttivo, del sistema artigianale e tutto quello che ne consegue?
Altra chicca è quella dell'articolo 18, mi sembra sia rimasto, che modifica la legge 30/2008. Qui ci siamo superati in termini di spending review, perché si stabilisce che i referenti economici della Regione nei Paesi dove andiamo ad internazionalizzare siano professionisti del luogo, e fino qui va bene, che opereranno gratuitamente. Ma ci volete far credere che l'asino vola veramente? In Ascoli a carnevale c'è un concorso, chi è ascolano lo conosce, l'asino che vola, perché a carnevale si fanno credere tutte le baggianate possibili ed immaginabili, qualcuno ci casca, chi la dice più grossa e la fa credere al vicino o all'amico vince il premio.
Ma qui siamo tutti vincitori, perché ci abbiamo creduto: “Lavorano gratuitamente e chi li controlla?”. Come si fa a sapere se questi lavoreranno per una azienda o per un'altra o per loro stessi? Chi ce lo dice? Come vi viene in mente di fare una cosa di questo tipo? L'articolo 18 è rimasto e non è stato modificato!
Poi, per dimostrare la superficialità e la sciatteria, con questa legge si modifica la legge 6/2009 relativa all'Erp ed all'assegnazione delle case popolari, si modificano i requisiti necessari per ottenere gli alloggi residenziali pubblici ed altre cosette.
Quindi, ripeto, non sono fortemente contrario, ma contrariato, che sono due cose diverse, sono fortemente contrariato dal fatto che dobbiamo discutere una cosa di questo tipo, di un pastrocchio incredibile di cui tra l'altro nessuno si assume la responsabilità di averlo fatto perché non sappiamo nemmeno da che parte sia uscito. Vorrei sapere se ci sono state le conferenze di servizi tra gli Assessori, tutti, sei più il Presidente, perché qui si toccano tutte le materie. Vorrei capire se ci sono state conferenze di servizi in Giunta con i dirigenti per dire andiamo in questa direzione, oppure è stato fatto un avviso ai dirigenti: “Portateci proposte che poi confezioniamo un pacchetto di questo tipo”.
Abbiate il coraggio di ritirare questo atto, si fa più bella figura, facciamo un programma, un progetto per poter rivedere tutte le normative di settore nel modo giusto, dato che qui non ci sono risorse e discutiamo sempre di aria fritta, parlando ancora in tema ascolano. Se non possiamo finanziare, se non possiamo fare progetti specifici, cominciamo per lo meno a semplificare seriamente e ad aggiornare per ogni settore, per ogni argomento l'attività di questa Regione, solo così potremmo riprendere credibilità nei confronti di chi fuori ci sta osservando. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Non entrerò nel merito di tutti gli articoli perché l'ha fatto già questa mattina il Presidente Giacinti, con grande competenza. Gli ho chiesto adesso se interverrà nuovamente nel dibattito e mi ha dato una risposta affermativa.
Vorrei riprendere in qualche modo il filo del ragionamento, perché, guardate, quando affrontiamo questi argomenti, abbiamo a che fare con materiale delicato, quindi credo che dovremmo ricondurlo in un filo più generale, rispetto anche al dibattito politico, culturale. Anche lo stesso voto del 4 dicembre, il referendum sulla riforma costituzionale, affrontava i problemi legati alla modernizzazione del Paese da un lato e dall'altro la semplificazione, perché sopprimere il Senato ed istituire una Camera con i rappresentanti del territorio delle Regioni o i Sindaci dei Comuni capoluogo, è una forma di decentramento.
Ho sentito la relatrice di minoranza dire che secondo lei di semplificazione ce n'è ben poca, il Consigliere Fabbri ha chiesto addirittura, l'ha detto anche il Consigliere Celani, di non passare alla votazione degli articoli, mi sembra un po' tardi, non perché non l'avete detto prima, ma perché c'è stato un relatore di maggioranza, una relatrice di minoranza e tre Presidenti di Commissioni, in qualche modo abbiamo avuto 5 relatori, quindi da questo punto di vista un percorso c'è stato.
Poi ho sentito il giudizio tranciante che ha dato il Consigliere Celani anche se riconosce che c'è chi ha progettato, infatti ha parlato di ingegneria ed architettura istituzionale ed ha dato anche altri giudizi.
Con il Consigliere Celani ho parlato più volte, ad esempio, della mia permanenza per conto delle Province, come sapete siamo stati colleghi, nella conferenza unificata e ricordo anche la simpatia del Ministro La Loggia quando affrontavamo questi argomenti, non ho lo stesso giudizio della Ministra Lanzillotta, quindi da questo punto di vista credo che il dibattito sia lungo.
Adesso che vedo il Consigliere Marconi annuncio il ritiro di un emendamento, il 36/1, se necessario interverrò al momento della sua discussione, intanto ne annuncio il ritiro.
Semplificazione e aggiornamento della normativa, abbiamo in qualche modo seguito il dibattito, chi in prima persona, chi per aver letto gli atti, chi per averli studiati, degli ultimi 20 anni della vita politica e democratica del Paese.
Le stesse Bassanini avevano questi due grandi filoni, uno era quello del decentramento, per la verità non finito bene perché si è concluso con la modifica del Titolo V della Costituzione e con una confusione oggettiva sulle funzioni e sulla competenza, mentre quello della semplificazione, a mio avviso, ha avuto risultati importanti perché non solo si è andati nella direzione dello snellimento della pubblica amministrazione ma anche verso l'efficienza e la trasparenza. Pensiamo a quanto ha facilitato la vita dei cittadini l'autocertificazione, questa cosa io non la voglio vedere dal “palazzo”, voglio vederla dalla parte del cittadino, dalla parte del destinatario della funzione, quindi dalla parte delle imprese, dalla parte dei territori.
Si faceva questo esempio, prima di queste riforme addirittura un certificato di morte aveva una validità di 6 mesi. Per chi crede o non crede, indipendentemente dal pensiero religioso, l'unico ed ultimo caso di resurrezione risale ad oltre 2000 anni fa, quindi persino quel certificato aveva una validità di 6 mesi.
Il dibattito che oggi stiamo facendo, secondo me, va ricondotto dentro i filoni della semplificazione e del decentramento, perché non ci può essere neocentralismo regionale, non ci può essere neocentralismo statale, non ci può essere nemmeno una debole Unione europea, noi vorremmo un'Europa con una politica comune della difesa, della sicurezza, degli esteri, non vogliamo una Europa monetarista, non vogliamo un'Europa legata esclusivamente a questioni di bilancio che nega la crescita e la risposta alle nuove generazioni, non vogliamo nemmeno un'Europa che rispetto ai bombardamenti americani in Siria non sia informata, sono stati informati Putin e gli altri, ma non l'Europa.
Dentro questo quadro, quale architettura istituzionale vorremmo? Vorremmo sicuramente un forte e penetrante ruolo delle autonomie e del sistema Comuni/Regione, questo credo che sia un obiettivo istituzionale democratico importante, un forte ruolo istituzionale delle autonomie, ma con la possibilità di penetrare, di incidere nella vita delle comunità con un sistema Comuni/Regione.
Rispetto a questo c'è anche un dibattito da sempre presente, non soltanto rispetto ai neocentralismi che a volte si spostano, perché a volte sono nelle Regioni, a volte sono nello Stato, ma c'è anche un equilibrio fra esecutivi ed assemblee.
Non sfuggo al problema che è stato posto, quindi in merito al giusto equilibrio credo che qui occorra grande capacità e chiarezza. Passaggi precisi, passaggi trasparenti, passaggi che privilegiano la democrazia e la partecipazione, rimanendo ancorati a due aspetti: democrazia ed efficienza.
L'istituzione pubblica ha il compito di garantire democrazia, perché le decisioni devono essere costruite e devono essere molto efficienti ed efficaci dato che abbiamo a che fare con il bene comune, con il bene di tutti. Quindi credo che dovremmo difendere, quello che diceva il Consigliere Celani, la dignità e come la difendiamo?Oggi questo atto sarà approvato da noi, dalla maggioranza, però credo che la dignità la difendiamo se esercitiamo il nostro ruolo con coerenza, con capacità, con competenza, con profondità e se lo esercitiamo con dignità con capacità, con competenza, magari ci accorgiamo che abbiamo trasferito qualche funzione dal Consiglio alla Giunta, ma se siamo capaci e se notiamo che qualche funzione di troppo l'abbiamo trasferita dobbiamo avere la capacità, e sicuramente ce l'abbiamo, di recuperare quelle funzioni per il bene di questa Assemblea, ma soprattutto della comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Il mio intervento si colloca in una posizione particolare, dopo gli interventi del Consigliere Celani e del Consigliere Giancarli, che credo abbiano focalizzato la giornata odierna di questa Assemblea.
L'analisi perfetta del Consigliere Celani ha fotografato la situazione attuale della proposta di legge, di quello che quest’Aula andrà a votare grazie alla maggioranza.
Ho ascoltato con attenzione l’intervento del Consigliere Giancarli, che ha fatto un richiamo alle cose che creeranno difficoltà a quest’Aula richiamando con forza a correggere le distorsioni di questa norma.
Voglio fare un richiamo, con tutta la mia forza e con tutta la politica necessaria, al collega e Presidente, in merito ad una cosa molto importante che sta avvenendo in questa Regione e che riguarda la Commissione regolamento. Qui, cari amici e compagni del Partito Democratico, il Consigliere Celani ha detto: “La politica dei due forni”, non è possibile, quest’Aula tra poco voterà un provvedimento che va nel senso opposto di questa proposta di legge che questa mattina vi accingete a votare. Questa è la drammaticità politica! Perché il vostro capogruppo, Presidente della Commissione Regolamento, sta cercando con forza, con le minoranze, con tutta la Commissione - ed il sottoscritto gli dà atto di quello che sta facendo – di recuperare il ruolo democratico di quest’Aula, un ruolo che negli ultimi 15/20 anni è stato distrutto, cari colleghi. Questa è la verità!
Oggi si procede con un altro passo verso la distruzione di quest’Aula, questa è la drammaticità della cosa, colleghi! O affrontiamo questo ragionamento in termini seri questa mattina, e i termini seri sarebbero quelli di ritirare questa legge, questo sarebbe il vero atto di democrazia di quest’Aula, altrimenti si va verso la cancellazione. In Aula stiamo approvando - chi l’approverà - dei provvedimenti che creeranno grosse difficoltà, un accentramento nelle mani dei dirigenti che - dovete ammetterlo e ancora non lo ammettete, questo è grave, cari colleghi e cari amici della maggioranza - di fatto vi governano e vi sta distruggendo, un accentramento nelle mani dei dirigenti di questa Regione che svuota di contenuti quest’Aula e partecipa alla cancellazione della democrazia.
Chiedo con forza al capogruppo Consigliere Busilacchi di fare un atto di coraggio che chieda di sospendere, nemmeno di revocare, l’approvazione di questa legge, perché possiamo discutere se andare verso una semplificazione delle leggi che sono contenute in questa legge, oppure se andare verso altri provvedimenti che modificano delle leggi ascoltate poc’anzi. E' così! L'ha detto anche il Consigliere Celani, ci sono delle modifiche di sostanza che non possono essere contenute in questa legge contenitore. Questo è l’abc della politica, santo cielo!
Su questo problema politico vi chiedo un minimo di sensibilità se vogliamo ragionare. Se poi voi volete approvare queste leggi perché avete la maggioranza è giusto, ma non messe in questo modo, perché le Commissioni discutono delle norme, ascoltano le associazioni, mentre qui si modificano senza ascoltare nessuno. Credo che siamo fuori da questa cosa.
L’ho detto prima e lo ripeto, stiamo lavorando con il Consigliere Busilacchi, a cui riconosco il valore, ma nello stesso tempo, questa mattina, non riconosco questa situazione politica, soffrite ad approvarla, perché è così!
Questa proposta di legge è stata ben illustrata dal Presidente Giacinti, ma può darsi che non creda alle parole con cui l’ha presentata, è costretto a presentarla perché lo deve fare.
Mi avvio alla conclusione e non entro negli aspetti particolari, se in quest’Aula la politica, il Partito Democratico, non vuol creare ulteriori problemi alla democrazia di quest’Aula, come purtroppo è accaduto negli anni passati ..., la dimostrazione è l’approvazione del Regolamento, che è un piccolo tentativo per ripristinare, perché da una parte si distrugge e dall'altra si cerca di ripristinare.
Le due cose non vanno nel senso giusto e per dare un servizio alla comunità marchigiana, a questa regione, penso sia opportuno sospendere questa legge per qualche giorno, per qualche tempo, riportarla e correggerla perché effettivamente non sta in piedi per le cose che sono state dette. Quando si modifica con un colpo di mano anche le attività imprenditoriali, perché questo è un colpo di mano, credo che si faccia un grave danno alla comunità marchigiana già peraltro pesantemente colpita dal sisma. Penso che la politica dovrebbe ripristinare il proprio ruolo e dire: oggi non facciamo questa legge perché la vogliamo ridiscutere e modificare.
Questo è l’aspetto essenziale e dimostrerebbe l’autonomia della maggioranza rispetto alla posizione dei dirigenti di questa Regione e la piena autonomia del Consiglio rispetto all’esecutivo.
Due segnali politici forti che quest’Aula potrebbe dare se avesse il coraggio politico di valutare attentamente l’atto e di non seguire il fantasma, che fantasma a questo punto non è più, che ha presentato questa legge, arrogante nei confronti di quest’Aula e contro la democrazia.
Chi vota questa legge indebolisce ulteriormente il ruolo di quest’Aula e di questo deve esserne consapevole, senza ombra di dubbio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Ho colto nelle parole dell'appello del Consigliere Giancarli un sincero rispetto per le istituzioni e la consapevolezza del ruolo che le stesse devono svolgere.
Fra un mese saranno due anni che faccio il politico, sono venuto qui per imparare e ricordo che mia madre mi diceva di non frequentare le cattive compagnie, di frequentare quelli che erano più bravi e che si impegnavano più di me in modo da apprendere, qui veramente è pieno di “cattivi maestri”.
L’insipienza e l’inconsistenza della classe dirigente di questa Regione deve muovermi un campanello d’allarme perché non frequenti queste cattive compagnie.
D’altra parte dò costantemente dimostrazione di voler apprendere, do dimostrazione nella Commissione a cui appartengo, nella Commissione del Regolamento, io sono sempre quello che chiede, a quelli che hanno più esperienza sia della maggioranza che della minoranza, di avere un quadro più completo, un quadro più generale, di attingere e di abbeverarmi alla loro esperienza. Sono qui perché credo nella funzione della politica, credo nelle istituzioni e chi da tanti anni è all’interno delle istituzioni sicuramente ne sa più di me e può arricchirmi. Ma qui siamo in un caso di schizofrenia, il titolo di questa legge è: “Disposizioni di semplificazione e aggiornamento”, questa proposta di legge n. 130 raccoglie di tutto. Oggi ho fatto una battuta anche in Commissione: questa proposta di legge è diventata una proposta di legge alle vongole, perché ci sono entrate anche le vongole. Questa cosa è stata spiegata molto bene dal Consigliere Celani ed io mi trovo di fronte ad una proposta di legge dagli argomenti disparati e addirittura contrastanti, che in Commissione vengano soppressi, cambiati, con un linguaggio incomprensibile, siamo di fronte non solo a questo, ma a leggi scritte male, complicatissime, che molte volte non vengono applicate. Ci troviamo di fronte a questa proposta di legge n. 130 incredibile nel dibattito tra Commissioni ed Aula.
Penso che lo spessore di questo atto sia bassissimo, molte volte si è fatto riferimento alle leggi omnibus dello Stato dove ci sono grandi cambiamenti, ci sono lobby che spingono molto, ci sono delle decisioni che sono di alta politica anche nella loro negatività, questa è una legge di piccolo cabotaggio che guarda a delle piccole “marchette”, che scrive delle cose che non si capisce che cosa sono. Ecco perché condivido l’appello del Consigliere Fabbri affinché questa legge, per il rispetto e la dignità delle istituzioni, sia ritirata, sia ripresa e verificata, altro che la sospensione sui 50 emendamenti, qui c’è da chiedere la sospensione della proposta di legge. Molte cose sono state evidenziate, molte cose che neanche avevo notato nella loro assurdità, appoggio la proposta di sospensione.
Mi dispiace per la Giunta che non riesce a trovare il suo Segretario generale, nessuno vuol fare il Segretario generale di questa Giunta, modifica in “aziende pubbliche e private” ed inserisce la parola “organismi”, un organismo è anche l’Unione degli industriali da cui può tirar fuori - non dalle aziende pubbliche e private - il Segretario generale perché nessuno vuole fare il Segretario generale di questa Giunta.
Mi dispiace, se dovesse essere approvata la sospensione, come io mi auguro, che la Giunta non riesca a trovare il Segretario generale, ma può fare una modifica di legge ad hoc per questa cosa.
Sono stati spulciati diversi articoli, come quello che riguarda l’Ombudsman, devo dire che seguo con molta attenzione, visto che sono un propugnatore ed un difensore dei diritti civili, la sua attività, seguo sempre le sue iniziative, vado a visitare le carceri, le case protette per i minori. La legge regionale, che viene modificata, parevedeva che l'Ombudsman non poteva svolgere attività professionali nel momento in cui ricopriva questa carica, adesso con questa legge omnibus alle vongole, si prevede che il Garante possa svolgere attività professionale anche all’interno della regione purché non ci sia conflitto di interessi. Il conflitto di interesse è una cosa aerea, non si capisce ed ha dei confini illimitati e impercettibili.
Abbiamo colto, grazie ai nostri collaboratori, un parere richiesto all’Ordine degli avvocati di Bolzano, ve lo leggo: “Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bolzano con nota del Presidente in data 9 febbraio 2012, ha formulato richiesta di parere in ordine al seguente quesito - badate bene - può essere iscritto all’Albo professionale, alla Cassa nazionale di assistenza e previdenza forense, l’avvocato che abbia assunto la funzione di Garante per l’infanzia e l’adolescenza nella provincia autonoma di Bolzano?” Cosa risponde l’Ordine degli avvocati: “No, non può svolgere - ma non nella regione, neanche fuori - l’attività professionale” ed osserva inoltre che secondo un regio decreto, qui le Regioni non sono citate, il codice deontologico forense impone che chi ha un incarico dallo Stato, dalle Province, dai Comuni e prende uno stipendio per questo incarico, non può essere iscritto all’Albo, non può essere iscritto alla Cassa mutua dell’ordine professionale, quindi non solo non può svolgere attività professionale fuori dalla regione, ma non può svolgere attività professionale tout court.
Questa è una richiesta fatta all’Ordine degli avvocati di Bolzano e questa è la risposta, si cita la normativa, se volete ve la do.
Questo non è un attacco all’Ombudsman, per carità, ma è quello che noi sosteniamo sempre. Noi non guardiamo gli interessi particolari anche quando riguardano persone a noi vicine e persone che svolgono un lavoro che riguarda la nostra attività, sono vicine e noi siamo sensibili a questa attività, proprio per sensibilità politica.
Noi guardiamo lo stato di diritto, la norma e vogliamo che - ci sta bene o non ci sta bene - venga rispettata e questa legge omnibus, la n. 130, è così fumosa e così complicata che il rispetto della norma non riusciamo a trovarlo.
Mi auguro che questa legge venga ritirata e venga ripresa, non solo per considerare gli emendamenti, e venga riportata in altra data per il rispetto di questa istituzione, visto che non ci sono urgenze così pressanti da doverla approvare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie. Questa legge omnibus, come già hanno detto in tanti, è un calderone indecente, c’è di tutto e di più e vengono modificate tantissime norme. Ricordo che quando ero ragazzo e guardavo i primi Tg sentivo dalla televisione che i Governi approvavano queste leggi omnibus e mi domandavo che cosa fossero, adesso l’ho capito: è un contenitore dove ci si butta qualsiasi cosa.
Nel denunciare questo modo di fare, che a me non piace nella maniera più assoluta, ed i colleghi l'hanno già detto, mi voglio concentrare su due o tre articoli che mi stanno particolarmente a cuore e comincio dall’articolo 24, che è quello che riguarda i rifiuti.
Cosa dice l'articolo 24? Dice questo: “Dopo la lettera c), del comma 4 dell’articolo 7 della legge regionale 24/2009 è inserita la seguente c bis) la stipula, ai fini della predisposizione dei piani d’ambito, di accordi per la gestione dei rifiuti sovra ambito, in attuazione delle previsioni del Piano regionale di cui all’articolo 5, dirette al raggiungimento di una maggiore funzionalità ed efficienza del sistema regionale di gestione dei rifiuti, previa verifica della fattibilità ambientale ed economica dei medesimi”. Questa ultima frase è stata aggiunta in Commissione, quasi per tentare di salvare l’insalvabile, ma rappresenta, a mio modo di vedere, lo specchietto per le allodole, perché quando si parla di fattibilità economico ambientale si dice tutto e si dice niente.
Abbiamo visto come industrie insalubri sono state inserite in parchi naturali, in aree archeologiche e via dicendo, quindi le procedure si aggiustano cammin facendo.
Questo articolo è passato in Commissione con il voto favorevole della maggioranza, del Consigliere Zura Puntaroni, io mi sono espresso contrariamente, il Consigliere Giorgini si stava per astenere, poi è intervenuto il Consigliere Fabbri e l’ha salvato in estremis, per cui ha cambiato idea, fortunatamente, ed ha votato contro.
Chiariamo che cosa prevede questo articolo. Questo articolo attiva il paragrafo 382 del Piano regionale per la gestione dei rifiuti. Faccio una premessa che non serve perché i Consiglieri, che hanno più esperienza di me, sanno benissimo quello che dico, lo dico a favore di chi ci ascolta, dei cittadini che vedono lo streaming o il video, il Piano regionale della gestione dei rifiuti, come tutti i piani regionali, è una sorta, passatemi la parola, di libro dei sogni, nel senso rimane lì fintanto che non arriva una legge a dargli attuazione, come è il Pear, come il Piano regionale per le aree protette. Il Piano regionale per le aree protette è 20 anni che prevede delle risorse, che prevede che le aree protette trovino delle sinergie, delle gestioni congiunte, sono 20 anni che sta lì e finché non c’è una legge che gli dà attuazione rimane - se non lo vogliamo chiamare libro dei sogni, chiamiamolo linea guida - una dichiarazione di intenti sulla quale poi si possono fare, non è obbligatorio, delle leggi.
La legge attuale sui rifiuti stabilisce che non è possibile fare accordi sovrambito, cioè fare degli accordi tra una provincia ed un’altra, per farla semplice.
Questo articolo va a modificare questa cosa dando la possibilità di attivare degli accordi sovrambito e questo per dare attuazione al capitolo 382 del Piano regionale dei rifiuti. Spenderò il mio tempo per questa cosa perché ci tengo, quindi vado a leggere cosa prevede il paragrafo 382 del Piano regionale dei rifiuti: “Le esigenze di evoluzione impiantistiche di specializzazione nel recupero di materia/produzione CSS, al fine del contenimento dei costi di investimento e di corretto impiego delle risorse, impongono di affidare tale funzione ad impianti non disseminati sul territorio ma concentrati in un numero massimo di tre realtà”. Una a Pesaro, una in Ancona e “la terza a servizio della porzione meridionale del territorio regionale ipotizzando di destinare a tale funzione l’impianto oggi operante in Provincia di Macerata (cioè il Cosmari); l’utilizzo di tale impianto potrebbe peraltro determinare interessanti sinergie, ai fini della produzione di CSS, con l'esistente impianto di valorizzazione delle frazioni secche da RD (utilizzo degli scarti delle lavorazioni ai fini della migliore qualificazione energetica del CSS)”. E ancora: “Area sud, Ato 3 Macerata, Fermo e Ascoli: un impianto di valorizzazione nella frazione secca per la produzione di CSS e - dice anche - recupero di materia”. Con questa parolina vedremo quanta materia si recupera. Tre impianti per la stabilizzazione dell’indifferenziato, perché per legge nazionale prevede che bisogna farli, ed un impianto di valorizzazione del secco - tecnicamente si chiama sopravvallo - a servizio dei flussi provenienti dagli Ato di Macerata, Ascoli e Fermo.
Si ipotizza che il successivo smaltimento in discarica dei residui delle lavorazioni avvenga in luoghi prossimi agli impianti che generano tali flussi almeno sino a saturazione delle capacità ricettive degli stessi. A saturazione delle discariche “prossime” si ipotizza che i rifiuti “ritornino” ai territori di provenienza in proporzione ai quantitativi conferiti agli impianti di trattamento. Uno dice: “Per lo meno ritornano là”. No! Subito dopo viene chiarito meglio, perché ciò che ho appena letto parla di Pesaro ed Ancona, ma per Macerata, e lo dice chiaramente, “i rifiuti derivanti dal trattamento presso l’impianto in provincia di Macerata e a servizio degli Ato di Fermo ed Ascoli, saranno smaltiti nella discarica di Ato (impianto attualmente in corso di realizzazione) in Comune di Cingoli”.
Quindi i rifiuti indifferenziati provenienti da Ascoli e Fermo, la parte secca, verrebbero al Cosmari per essere trattati, adesso spiego che trattamento fa, e quello che non viene selezionato va a finire a Cingoli, sino a disponibilità - perché chiaramente la discarica di Cingoli, che era stata pensata per assolvere al fabbisogno della provincia di Macerata, ricevendo anche i rifiuti di Ascoli e Fermo esaurirà prima la sua capacità - e successivamente lo smaltimento di tutto il flusso derivante da detto impianto presso le discariche in provincia di Ascoli e Fermo. Quindi quando si sarà riempita Cingoli finalmente i rifiuti ritorneranno ad Ascoli e Fermo e sarà ovviamente un costo trasportarli avanti e indietro.
E' un costo, cominciamo da qui, chi paga tutti questi viaggi? L’impianto tratta circa 60.000/70.000 tonnellate di rifiuti anno, quindi ci saranno migliaia di camion che partiranno da Ascoli e da Fermo per andare a Macerata. Tutto questo ha un costo, ha un costo il trasporto, ha un costo la lavorazione, ha un costo il conferimento in discarica e chi paga tutto questo? Pagheranno i cittadini di Ascoli e Fermo con la loro tassa sui rifiuti, non lo paga la Provincia o l’Ato, lo paga i cittadini di Ascoli e Fermo.
Vediamo che tipo di lavorazione subiranno questi rifiuti al Cosmari. In teoria dovrebbero andare al Cosmari per essere valorizzati, significa che dalla parte secca e dal rifiuto indifferenziato si cercherà di ricavare un po’ di plastica e un po' di carta, ma la qualità di questa carta e di questa plastica - stanno nel rifiuto indifferenziato, non provengono dalla raccolta differenziata che bene o male è fatta con certi criteri, è tutto mischiato - è talmente bassa che non ha mercato, e questo non lo dico a caso, lo dico perché ho sentito i tecnici che me lo hanno confermato, quindi con la tecnologia attuale questi materiali hanno solo un unico sbocco finale: il CSS, la produzione di combustibile solido secondario, che dovrà essere bruciato, perché il CSS non ha altra destinazione che la combustione. Quindi tutto questo viene fatto per produrre CSS, perché è l’unica cosa che si può fare per andare a riempire la discarica di Cingoli e poi con tutto questo CSS vedremo che cosa ci si farà. Questo sempre in teoria, perché, caro Assessore, forse lei non sa, ma forse lo sa perché l’ho scritto sui giornali, che l’impianto che sta al Cosmari - guarda caso, anche dal nome uno dovrebbe capire, si chiama “impianto per la produzione di CSS”, non si chiama “impianto per la valorizzazione del rifiuto”, si chiama “impianto linea di produzione del CSS” - è fermo da 15 anni, quindi non è utilizzabile se non con investimenti molto consistenti. Invece di fare questa norma, che prevede di portare rifiuti a Macerata con tutti i camion che vanno avanti e indietro, riempiendo la discarica di Cingoli e mettendo soldi su una linea che sta ferma, perché non utilizziamo le risorse per far fare alla provincia di Ascoli ed alla provincia di Fermo i loro impianti? Anche perché il Piano regionale dei rifiuti prevede già, è uno dei concetti base, il principio di prossimità, il quale dice che è logico, economico e conveniente risolvere il problema dei rifiuti quanto più vicino possibile a dove questi vengono creati, sia per motivi prettamente economici che per una questione di educazione, chiamiamola così. Se noi ai cittadini di Ascoli e Fermo diciamo: “Non vi preoccupate, i rifiuti vostri li prendiamo e li portiamo a Macerata” quelle Province non saranno mai incentivate a far meglio, a risolvere i loro problemi, tanto è vero sono tra le Province più indietro.
Questo è disincentivare la raccolta differenziata, non è promuovere, e questo non eviterà l’inceneritore, perché c’è stata venduta anche questa cosa: “Facciamo questo per evitare l’inceneritore”, ma dire inceneritore e dire CSS è come chiamare una prostituta “escort”, il lavoro è sempre quello, chiedo scusa per la professione, ma non cambiamo le parole, bruciare CSS o fare l’inceneritore è la stessa identica cosa.
Questa Giunta che si è sempre dichiarata e sbracciata e che ha detto in tutte le sedi di essere contraria all’inceneritore fa un articolo di legge per bruciare i rifiuti!
Questa è la verità e non mi va bene, chiedo scusa all’Assessore se dico una confidenza che ci siamo fatti, neanche il ragionamento di dire che tutto questo è subordinato all’approvazione del Piano d’ambito, cioè è la Provincia che dovrà decidere. A parte che questo ragionamento lo faceva Ponzio Pilato tanto tempo fa, per prima cosa non lo accetto, per seconda cosa vorrei vedere quel Presidente di Ata che a fronte dei milioni di euro che arriveranno dalle province di Ascoli e di Fermo avrà il coraggio di dire: “No, questi soldi non li voglio!” Vorrei vedere quel Presidente.
Questa cosa non va bene, chiedo quindi, prima di tutto, di votare contro questo articolo di legge, almeno questo. Prendiamoci più tempo, approfondite, se volete sono disponibile ad un confronto, blocchiamo questo articolo che, se non ho capito male dagli uffici, non viene neanche da una visione politica. Prendiamoci più tempo, vi chiedo di bloccare e di votare contro questo articolo che è veramente vergognoso.
Scusate se mi sono accalorato, ma come sapete …

PRESIDENTE. Consigliere Bisonni dovrebbe avviarsi alla conclusione.

Sandro BISONNI. Si, velocemente due cose. Le altre due cose che non mi piacciono di questa legge sono: uno, l’articolo sull’acqua. In Commissione mi sono astenuto, anche perché c’è stato un professore universitario che ha fatto una relazione che spiegava molto bene la questione e portava delle valide motivazioni, per cui mi sono astenuto per aver tempo per approfondire. Ho cercato di farlo in questo lasso di tempo e sicuramente il ragionamento non mi convince. La cosa più grave di tutte è che alcune categorie, le associazioni, le Ato - di Ato ne è venuta una - non sono state sentite, secondo il mio parere avremmo dovuto sentirle e farle partecipare alla Commissione. Quindi voterò contro l’articolo sull’acqua.
L’altro articolo che non mi piace - ce ne sono tanti, ma questi sono quelli che mi piacciono meno degli altri - è il 15 bis che prevede il trasferimento dei poteri dal Consiglio alla Giunta ma, se non ho capito male, l’emendamento chiede un anno di tempo per il terremoto, quindi è stato quanto meno aggiustato il tiro.
Concludo dicendo che voterò contro questa proposta di legge ed in particolare faccio un appello accorato a tutti i Consiglieri ed all’Assessore di ripensare l'articolo 24 perché una cosa così brutta, come quella che sta scritta nell’articolo 24, sinceramente non me la ricordo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Spero che qualche collega della maggioranza sia in ascolto nella nostra ricca e raffinata buvette e possa seguire le cose che dirò, che non saranno di carattere generale, ma alcune abbastanza specifiche.
La prima, vedo un ordine del giorno a firma del Consigliere Fabbri, esprimo qualche perplessità al riguardo, sul quale tra le altre cose abbiamo discusso anche tra di noi, Consigliere Fabbri, senza nessuna difficoltà perché se vede quello che è successo alla proposta di legge in discussione in IV Commissione, vedrà che molte cose sono state riviste, cambiate, modificate, però, come già le ho detto a voce e non è una confidenza perché adesso lo dico pubblicamente, credo che un po’ tutti hanno ceduto alla tentazione, non io, di salire su questo omnibus - o autobus - cercando di inserire cose o approfittando della situazione, poi specificherò meglio.
Già è stato detto anche dalla maggioranza, noi abbiamo fatto la nostra parte, personalmente l’ho fatta con molta libertà, ho fortemente voluto la cancellazione di una serie di articoli che poi la Commissione ha votato all’unanimità, come altri, però credo che questo strumento, di per sé anche positivo, dovrebbe stare dentro la terminologia con la quale si propone.
Se l’italiano non è un’opinione semplificazione deve significare prevalentemente abolizione e aggiornamento, deve significare prevalentemente nuovi termini, sennò è una nuova proposta e siccome questa Giunta, in maniera molto opportuna, Vicepresidente Casini, già in sede di bilancio ha fatto un'operazione di trasparenza e di correttezza legislativa, come non si vedeva da tanti anni, ed in sede di bilancio abbiamo cancellato le parti normative di carattere generale per evitare che fosse l’occasione per cui tutti imbarcavano la leggina di riferimento, questo non può essere poi cambiato con un atto di natura diversa.
Mi sta pure bene che una volta all’anno, secondo una periodicità che la Giunta può intendere, ci sia un lavoro che porti a compimento qualche semplificazione, però senza fretta, senza aggiunta di cose nuove, che vanno discusse secondo il loro iter di legge. Lo dico perché fra le tante cose andavamo a rivedere le Case del Commiato, poi il Consigliere Giancarli ha annunciato il ritiro del suo emendamento sul regolamento, ahimè, delle attività funerarie, un provvedimento di una riga, non di cinquanta pagine, che è stato in IV Commissione per quattro mesi e mezzo, quindi c’è stato tutto il tempo per vederlo, ragionarlo ed ascoltare, non si è fatto vivo nessuno, siamo andati ad approvarlo e si è scatenato il finimondo, questo per dire.
Per carità, non abbiamo saltato nessun passaggio democratico, per quanto mi riguarda si potevano anche in questo caso introdurre audizioni, ma non ce n'è stato motivo perché in IV Commissione, ad esempio, ci siamo tornati tre volte, quindi non è che questa cosa non l’abbiamo vista. Nella passata legislatura abbiamo fatto peggio con i fondi europei, due passaggi in Commissione per decidere di 1.150.000.000 euro, quindi alla fine non mi scandalizzo di questa relativa celerità, ma dei contenuti.
Caro Consigliere Fabbri, d’accordo, ragioniamo su tutto, però attenti perché anche voi del Movimento 5 Stelle le vostre proposte le avete fatte, anche voi avete approfittato dell’omnibus, quando invece, e lo vedo qui, non siamo riusciti a fare o a finanziare, poi lo dirò in relazione ad un’altra cosa, proposte di legge che sono ferme, per esempio in IV Commissione da un anno e mezzo, sono stati votati tutti i loro articoli, meno che quello finanziario e qui ne passano altre, quindi un po' di ordine sinceramente dobbiamo farlo.
Va bene tutto, ma sia veramente la linea della semplificazione e dell’aggiornamento e, l'ha ricordato adesso il Consigliere Bisonni, in Commissione regolamento stiamo per varare un provvedimento che apre una procedura di semplificazione e di aggiornamento stabile e permanente per tutta la materia legislativa.
Altro argomento che ho sentito con grande insistenza e che amo particolarmente, riguarda la subalternità ai tecnici. Anche qui, Consigliere Fabbri, mettiamoci d’accordo perché, non voglio dire in generale le minoranze, ma qualche minoranza più di un’altra, ogni volta che si tratta di toccare un argomento chiede subito di sentire il parere dei tecnici, che sono quasi investiti di una sorta di veto preventivo su qualsiasi argomento, tanto che molte volte mi si risponde dicendo: “Ma hai sentito cosa ha detto il tecnico?” Anche recentemente su argomenti sui quali il tecnico può dire quello che gli pare, anche la Giunta può dire quello che le pare, caro Consigliere Fabbri, stavamo esprimendo pareri su una delibera di Giunta, sono stato l’unico in IV Commissione a votare contro, con tre astensioni della minoranza, compresa la vostra, ed il PD ha votato a favore. Era un parere, una cosa mite.
La libertà bisogna pure dimostrarla con gli atti perché la subalternità ai tecnici significa competenza su quello che si sta facendo, ma anche coraggio di ribadire, come abbiamo fatto in IV Commissione e non ci si può venire a dire che i membri delle varie consulte non possono essere rimborsati perché è difficile mettere in piedi una procedura di rimborso o perché il rimborso non viene chiesto. Se il rimborso non viene chiesto si fa firmare un foglio a chi non è interessato a prendere i 20/25/30 euro e gli si dice: “Rinunci? Bene, ne prendiamo atto, così non perdiamo tempo a preparare i decreti di rimborso”.
Questi argomenti e questa dialettica sono normali nella vita di un'istituzione come quella regionale, l’importante è chiarirsi e arrivare fino in fondo. Quindi dico che da questo punto di vista nessuno, proprio nessuno, a parte chi sta parlando, può vantare, ed io sono un vanitoso, il merito di non essere salito sull’omnibus, io non ci sono salito, proposte nuove non le ho fatte, ho semplicemente cancellato quelle che venivano proposte, quindi sono stato alla procedura, la Giunta propone ed io dispongo (Dio dispone quando trova fedeli a sufficienza), in democrazia funziona così per far passare il provvedimento.
Andiamo ai provvedimenti, non interverrò nella discussione sugli emendamenti, se qualcuno …, la battuta sulle Case del Commiato l’ho fatta.
Trovo estremamente interessante, sarà l’unica volta nella legislatura, ma intanto la registro, l’emendamento del Movimento 5 Stelle al comma 2 dell’articolo 5 bis che segue un principio. Non possiamo trattare una Commissione in maniera differente da tutte le altre. A tutte dobbiamo estendere un certo tipo di normativa, e credo che quella che qui viene proposta sia inattuabile, perché non è possibile applicare una disposizione nazionale, quella della disciplina dei congedi in uso presso i Consigli comunali, ad una Commissione regionale. Non penso che come Regione da un punto di vista strettamente giuridico possiamo equiparare un Consigliere regionale a un membro di un qualsiasi comitato o consulta. Se fosse possibile, prima aspetto il parere dei tecnici, Vicepresidente Casini, e la conferma da parte del legislativo nazionale che dice “Si può fare perché ci sono dei precedenti”, dovremmo ragionarla per tutte perché non si può dire che la Commissione pari opportunità non può funzionare per questo motivo mentre le altre ... Ad esempio, adesso è in corso la riunione della Consulta per la famiglia - è una delle consulte che non chiede rimborsi, non li ha mai chiesti per sette anni, i componenti sono sempre venuti gratis - i membri sono venuti come hanno potuto, anche perché la convochiamo per le ore 14,30 quando magari sono più disponibili, sennò le consulte si possono fare il sabato mattina, si possono fare la sera, alle 18,00, perché giustamente noi che siamo i rappresentanti del popolo e retribuiti per questo tipo di funzione dobbiamo essere a disposizione dei cittadini e non viceversa.
Vado avanti su altri emendamenti che anche il Consigliere Volpini ha evocato per cui sono costretto a riferirli.
Questo lo sottopongo all’attenzione del Presidente della I Commissione Giacinti, e riguarda l'articolo 19 comma 4, ho firmato questo emendamento perché questo articolo aumenta la spesa della Giunta, ma non c’è nessun riferimento. Da un anno e mezzo non riesco a trovare 50.000 euro per finanziare una legge sul servizio civile anziani approvata all’unanimità dalla IV Commissione, a firma dei Consiglieri di maggioranza della stessa, si parla di 100.000 euro, e qui la spesa potrebbe essere anche superiore perché noi decidiamo di rinunciare alla compartecipazione dei Comuni per la costituzione dei centri antiviolenza, che passa dal 30 al 15%, motivazione: perché non la danno. Non lo so, non ho un dato, non ho una relazione, ma questo oggettivamente aumenta la spesa, o prima si spendevano male oppure c’è un aumento di spesa. Quando si scrive questo, Consigliere Giacinti, si accerta o per legge si decide una minore entrata, perché qui c’è una minore entrata su circa 1.000.000 di euro, perché la spesa complessiva per i centri antiviolenza e le case di rifugio, se non ricordo male, è di circa 1.000.000 di euro e con questo provvedimento noi rinunciamo a circa 150.000 euro che prima venivano dai Comuni, allora un po’ di chiarezza su questa cosa.
Ho fatto questa osservazione, Presidente Volpini, e mi pare di averla fatta pure in Commissione, non sto facendo il bello adesso, l’ho detto in Commissione, ho chiesto ai famosi tecnici una spiegazione, che non mi è stata data, non solo per iscritto ma neanche verbalmente. Io non ho capito niente, quindi in coscienza ritengo di presentare un emendamento che toglie questo articolo. Evidentemente la legge 32/2008 potrà essere rivista e in Commissione daremo tutti i canali preferenziali, in 2 giorni la licenzieremo, di domenica pomeriggio se necessario, però la cosa deve essere chiara. Quindi propongo anche al Presidente Giacinti di attenzionare questa norma.
L’altra osservazione invece, c’è stato uno scambio di firme ma questa seconda l’ho firmata insieme al Presidente Volpini, e credo sia condivisa dall’intera Commissione, riguarda l’articolo 31 comma 2. Qui il ragionamento sarebbe lunghissimo, riguarda le cooperative di tipo B e la necessità che queste siano investite di attività lavorative. Parliamo di appalti della pubblica amministrazione che per un minimo del 5% dovrebbero interessare loro. La Giunta aveva proposto l’abolizione di questo 5%, noi abbiamo chiesto che venisse tolto, la Giunta lo ha riconfermato nel ripresentare la legge, è solo una questione di bandiera, Presidente, perché in Commissione ci hanno detto che è superato, che addirittura si dà più del 5%, io sapevo il contrario, sapevo che non si arrivava mai a questo 5% e che alle cooperative di tipo B non si dava questa certezza dato che è molto difficile per la Regione o altri enti pubblici darla.
Però un conto è che uno dimostri l’impossibilità che questo avvenga, perché faccio la gara d’appalto, chiedo a tutti di partecipare e se le cooperative di tipo B non partecipano o se partecipano e non sono nella condizione di fare tutti i lavori decadono da sole, però almeno il 5% nei pochi e rari casi in cui essere soddisfatta una cooperativa di tipo B è il minimo di una riserva, in assenza di questa, Presidente, c’è il rischio che non ci sia proprio più nulla.
Qui gli uffici e i Dirigenti presenti in Commissione hanno detto: “Va bene”, evidentemente l'hanno detto a noi e non a voi, perché poi questa disposizione ce l’avete rimessa, quindi qualcosa nel frattempo deve essere accaduta.
Gli emendamenti che ho presentato li ho rappresentati tutti.
C’è un emendamento sul quale vorrei che il Consiglio ponesse particolare attenzione perché sinceramente non l’ho capito e non lo capisco nonostante alla firma della Consigliera Pergolesi se ne siano aggiunte altre due autorevoli, quelle dei Consiglieri Volpini e Giancarli, non lo capisco perché, ed anche questo la sottopongo all’attenzione del Presidente della Commissione ed anche del legislativo presente in Aula, si dice che la Regione Marche garantisce l’aggiornamento professionale del personale che segue l’interruzione volontaria di gravidanza, in modo specifico e aggiuntivo, anche promuovendo, ove possibile, l’utilizzo e il ricorso al metodo farmacologico, alla luce dei progetti sperimentali nell’ambito della Regione Marche. Un principio terribile.
O uno deve pensare male o qui c’è una visione ideologica, e i primi due emendamenti la manifestano chiaramente, perché questo evidentemente è frutto di qualche trattativa che ha portato anche alla firma dei due Consiglieri di maggioranza, oppure qualcosa non funziona, qui l’elenco lo chiedo all’Assessore alla sanità, che deve essere esaustivo.
Mi pongo un problema: l’Asur e le altre Aziende ospedaliere fanno o no l’aggiornamento professionale dei medici? Non lo fanno? Se non lo fanno, allora ce li dobbiamo mettere tutti, infatti non si capisce perché l’aggiornamento professionale per legge, non con la circolare di un dirigente qualsiasi dell’Ars, ma per legge, debba essere fatto solo da questi medici. Questo sinceramente non lo capisco, ripeto, non ne faccio una questione di natura ideologica perché tutti hanno diritto all’aggiornamento, anche quelli che fanno l’obiezione di coscienza, dagli ostetrici ai ginecologi e poi tutti gli altri. Ognuno ha i suoi problemi: i calli, le varici, le emorroidi, e se caro Consigliere Maggi, se uno non ha avuto l’aggiornamento è dolorosa la faccenda per noi che viviamo l’esperienza sempre sotto stress, quindi voglio dire che andrebbe fatto per tutti.
Sinceramente così non lo voto, lo dico in partenza, ma non perché ho qualcosa contro questo tipo di aggiornamento professionale, ma perché sul piano del metodo è assurdo che si faccia questa specifica. Poi c’è un’altra cosa, e la voglio dire come interpretazione, se qui scriviamo che la Regione aggiorna questi dipendenti e non c’è nessuna altra legge che prevede l’aggiornamento, significa che tutti gli altri non verranno aggiornati, perché le leggi vanno per esclusione o mi sbaglio? Se dico: i balneari di Fano avranno un contributo dalla Regione, significa che tutti gli altri non ce l'avranno. Quindi se una legge specifica “per quello” significa che tutti gli altri non beccano una lira, significa che tutti gli altri non hanno l’aggiornamento professionale. Io questo emendamento lo interpreto così, quindi mi sento di sottoporlo all’attenzione, al di là del fatto che, come di altre cose, se questo è un problema sono pronto a discuterne in Commissione, non a risolverlo con l’omnibus che da corrierina decorosa come è partita rischia di diventare un po’ sgangherata. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. E’ stata una lunga discussione che mi sembra stia volgendo al termine per un provvedimento che, mi sembra, ha raccolto una lunga serie di critiche e anche alcune eccezioni, qualche distinguo, qualche correttivo, da parte non solo dei banchi della minoranza, ma anche dai banchi della maggioranza.
Sono state dette molte cose, partirei come hanno fatto altri dal titolo, se è vero che c’è necessità di semplificare la normativa regionale, certamente il provvedimento che oggi è in discussione non sembra fare questo, ma tutt’altro. Si è parlato di un treno in corsa, sul quale probabilmente sono salite o sono state caricate una serie di merci che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra e non sappiamo neanche con precisione se sono il frutto qualche tipo di ragionamento. Lo dico perché, come è stato detto anche da altri miei colleghi, anche la Commissione sanità, della quale sono Vicepresidente, ha audito pareri contrari alla proposta che è in discussione, pareri contrari che non erano solo quelli dei Consiglieri regionali, ma anche di coloro che venivano a spiegarci e ad illustrarci il provvedimento.
Di chi è la paternità o la maternità, la genitorialità di questo provvedimento? Noi ancora non l'abbiamo capito. Non l'abbiamo capito nella nostra Commissione, come non l'hanno capito nelle altre, questo è importante e serve per valutare la natura di un provvedimento, da cosa nasce, cosa lo spinge ad essere discusso e ad essere portato in approvazione.
Diverse cose non vanno, lo abbiamo detto, sono state già anticipate dai miei colleghi, e pongo l’accento su una differenza: come mai se un Consigliere regionale presenta una proposta di legge, che modifica contemporaneamente due o tre leggi che magari riguardano materie che interessano più Commissioni, l'atto non è accettabile e bisogna presentarne due o tre distinte, ognuna per materia, mentre alla Giunta è dato il potere di arrogarsi il diritto di fare come gli pare con una proposta che stravolge addirittura 30 leggi? Mi sembra una cosa scorretta.
Andiamo all’interno della proposta di legge e facciamo alcuni esempi. Molti sono stati fatti da colleghi che sono entrati nello specifico di alcuni argomenti, è stato detto che con un emendamento verrà in parte corretto ma l’articolo 21 sposta in maniera preponderante, solo attraverso la modifica di una parola, sostituendo la parola “piano” con la parola “programma”, la competenza, il peso e l’importanza da quest’Aula alla Giunta.
Mi chiedo, noi Consiglieri di minoranza possiamo sbraitare, facciamo un po’ di confusione dalla nostra piccola posizione minoritaria, ma ai Consiglieri di maggioranza va bene questo? Ve lo chiedo. Consiglieri vi sta bene questo discorso? Perché in Commissione, faccio sempre questo esempio, siamo tecnici, trasversali, parliamo sempre del fatto che non è corretto o non vediamo di buon occhio che venga dato un peso sproporzionato alla Giunta rispetto al ruolo della Commissione, dato che pensiamo che il ruolo delle Commissioni sia importante. L'abbiamo anche dimostrato con la maturità di alcuni atti, come la legge contro la ludopatia, che mi sembra abbiano sortito una collaborazione, un lavoro trasversale, ecco quindi l’importanza di lavorare su provvedimenti seri, ma noi così abdichiamo a questo ruolo di Consiglieri regionali, a questo ruolo dell’Aula per darlo alla Giunta quando già mi sembra che di poteri e di scelte ne faccia sufficientemente con mano libera.
Illustrerò poi mano a mano alcuni emendamenti che ho fatto su alcune questioni che sono di sentire comune e che mi sono state rappresentate, una delle quali è forse un po’ la goccia cinese, però mi auguro che prima o poi questa roccia riuscirò a scalfirla, riguarda la modifica della legge 36/2005 relativa alle case popolari.
Mi perdonerà il Presidente della Commissione Biancani se lo sollecito nuovamente per fare approdare alla discussione in Commissione le proposte di legge relative all’edilizia popolare, ma in questo caso, visto che in questo omnibus vengono cambiate ed introdotte alcune modifiche, cerco con degli emendamenti, sperando che possano trovare l’accoglimento dell’Aula, di superare quello che la Regione secondo me avrebbe dovuto prevedere già da tempo, cioè dei controlli mirati al patrimonio estero dei cittadini extracomunitari ed anche comunitari con doppia cittadinanza, togliendo una ambiguità, quella che io considero una ambiguità, per cui il cittadino extracomunitario ha il diritto di avere la casa popolare pur non avendo la residenza nel Comune, semplicemente lavorando in esso, e non si capisce neanche bene da quanto tempo. Poi questi emendamenti li discuterò mano a mano.
Ribadisco però, e lo anticipo, il voto contrario ad un provvedimento di questo genere perché non credo che sia la formula corretta per fare una semplificazione, penso che l'abbia detto molto bene il Consigliere Celani, se vogliamo semplificare dobbiamo prendere probabilmente dei settori specifici ed intervenire su quelle leggi, mano a mano, senza fare un guazzabuglio di norme che ovviamente con la semplificazione hanno poco a che vedere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Ho chiesto di intervenire per parlare di un articolo che modifica la legge regionale del 2006 riguardante le acque di profondità.
C’è stata una bella discussione e devo dire che una delle tesi in gran parte la condivido, nel senso che questo articolo era sicuramente da prevedere in una legge in modo che avesse uno spazio più articolato, perché noi andiamo a modificare una legge che è del 2006, che fa parte un po’ della mia storia amministrativa, quella legata all’acqua di profondità, una storia che parte dal lontano 1990, non la mia, quella delle acque di profondità e che è arrivata nel 2006 in Consiglio regionale. Ci avevo lavorato anche direttamente, non ero in Consiglio regionale nel 2006, però ci avevamo lavorato come territorio perché c’era stata una vicenda enorme, che ancora è in piedi, legata allo scavo del pozzo Burano (diverse centinaia di metri), nel territorio delle aree interne e l’idea era quella di portar via dai 400/500 litri di acqua al secondo per gli acquedotti. Ci fu una grande rivolta popolare, ero Sindaco del Comune confinante con quello dove è stato costruito, proprio al confine tra il Comune di Cantiano ed il Comune di Cagli, ci fu un dibattito lunghissimo che ha portato a tante fasi, adesso non vi voglio raccontare tutto, ma quell’acqua da quel momento è stata utilizzata solo ed esclusivamente come acqua strategica, per eccezionalità e per situazioni di crisi, prendendola in una certa maniera.
Nessuno ha detto: “E' acqua nostra, non la dovete toccare” il problema riguardava la considerazione dell'acqua come bene comune, come bene da tutelare per le generazioni future, e l'incentivazione di una politica energetica diversa il un risparmio dell’acqua potabile, cosa che in gran parte non è stata fatta.
Non voglio affrontare i temi che normalmente si dovrebbero considerare nel fare una legge, forse è la strada migliore, però c’è una necessità vera, l’urgenza di dare delle risposte e mettere in piedi un processo legislativo sembrava che allungasse i tempi. Questa esigenza che mi è stata sottoposta è soprattutto del pesarese e credo che al di là di tutto esista e possa dare un significato.
Questo non significa che non bisogna aprire un tavolo di confronto e un ragionamento e al di là del fatto che può esserci un’esigenza il tema va affrontato in maniera seria e forte.
Posso anche dire che rispetto alla proposta nell’articolo ho messo in chiaro alcune situazioni che si legano a questa vicenda, che conosco benissimo e che riguardano anche il Consiglio regionale, perché quell’articolo del 2006 è stato approvato da questo Consiglio regionale e garantiva la strategicità delle acque di profondità. L'approvazione è avvenuta in Consiglio regionale dopo quella discussione e quel ragionamento che tutelava quella situazione perché tutto nasceva dalla realtà del pozzo del Burano. L’articolo così predisposto dava una garanzia sull’uso del pozzo del Burano, che non può essere messa in discussione in questa maniera, dopo 20 anni di ragionamenti, dopo cause con gli apparati dello Stato e sentenze che stabilivano che sopra i 30 litri di acqua al secondo ci potevano essere dei danni. C’è un ragionamento dietro che si allunga e sarebbe infinito.
Alcune situazioni che vengono ripercorse nell’articolo sono importanti, l’acqua è strategica, la risorsa oggi si distingue tra essere rinnovabile o meno, nel senso che un’acqua di profondità se rinnovabile può essere utilizzabile, se si ricarica può essere utilizzata, se non si ricarica non dobbiamo andare a fare dei danni, al di là di tutto. Quindi questo diventa determinante.
L’altro aspetto altrettanto importante è che deve essere già contenuto nei Piani dell’Ato e in merito a questo, per quello che concerne la storia del pozzo del Burano, so benissimo che l’Ato di Pesaro - che mi riguarda - aveva già preso atto della discussione che c’era stata su questa realtà e che il pozzo del Burano non avrebbe fatto parte dei piani di investimento, quindi il pozzo del Burano, nonostante le procedure di celerità che vengono portate avanti per l'esigenza impellente di dare risposte, è comunque garantito.
Avrei preferito la legge, però questa urgenza mi porta ad accettare la situazione e a votarla anche se chiedo che questi temi vengano affrontati in un tavolo e vengano trattati in maniera più approfondita, perché meritano questo.
Si parla di una risorsa fondamentale, quindi non c'è solo una risposta semplice: “Abbiamo bisogno, quindi prendiamo”, che deve guardare al futuro in una politica di risparmio energetico. L’ho detto in tante occasioni, ho dei parenti stretti in Paesi del nord Europa e già 15 anni fa, quando li andai a trovare, mi sono accorto che recuperavano l’acqua piovana e la utilizzavano per l’80% nella loro abitazione. C’è la possibilità di risparmiare tantissimo facendo una politica adeguata, ecco il discorso “strategico” che significa lasciare il bene per il futuro al di là dell’utilizzo corrente. C’è la possibilità di fare tutto questo e c'è la necessità, oltre ad approvare questo articolo che tutela il pozzo di Burano, di portare avanti la discussione per il mondo energetico, ma soprattutto per il recupero dell’acqua. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Intervengo per qualche chiarimento in merito ad alcune questioni che nella discussione sono emerse.
Mi sembra legittimo e soprattutto rispettoso del lavoro che è stato fatto ricondurre la discussione nel giusto alveo, al di là delle questioni di merito, ci mancherebbe altro. Rispetto il parere e le critiche dei Consiglieri che in questo dibattito abbiamo ascoltato, però qualche puntualizzazione mi corre l’obbligo di farla. Ripeto, non tanto per il provvedimento in sè, quanto per il rispetto del lavoro che abbiamo fatto in Commissione, in tutte le Commissioni ovviamente.
Mi riferisco in particolare, come ho detto all’inizio, agli articoli per i quali la mia Commissione è referente, sono quelli che ho avuto occasione di discutere, studiare, approfondire maggiormente rispetto a quelli di cui sono referenti le altre Commissioni.
Ci siamo scandalizzati per la titolazione di questa proposta di legge: “Disposizioni di semplificazione e aggiornamento della normativa regionale”, chiedo scusa, al di là di alcune semplificazioni cosa significa la parola aggiornamento? Significa adeguare diverse disposizioni normative, aggiornarle in virtù di abrogazioni di norme intervenute e di sopravvenute modifiche derivanti dalla normativa statale, lo abbiamo visto in alcuni casi e, perché no, in altre questioni si è entrati nel merito, modificando il testo normativo. Che poi si possa discutere del merito va benissimo, è un altro tema, però non ravviso nella titolazione di questa disposizione normativa un’operazione scandalistica, perché aggiornamento può significare anche questo.
Quando modifichiamo delle norme per volontà o per adeguarle a sopravvenute disposizioni di altra emanazione, questa operazione come si dovrebbe chiamare?
Non voglio fare una discussione su questo tema, perché nel merito abbiamo anche spiegato le varie motivazioni, ribadisco ancora che dobbiamo riunirci per la disamina degli emendamenti che potrebbe anche portare ad ulteriori modifiche in sede di approfondimento, però mi rifaccio ad una norma in particolare, quella secondo la quale sembrerebbe che venga esautorato il potere dell’Assemblea legislativa, l’articolo 15 bis, ormai assunto agli onori della cronaca.
In merito all’articolo 15 bis, a più riprese, anche in quest’Aula, abbiamo parlato del terremoto ed abbiamo invocato la necessità di rifarci a normative più improntate alla deregulation, verso la condizione speciale che impone di muoversi in altra maniera rispetto a quello che la legge prevede, ed oggi critichiamo questo tentativo.
La proposta di modifica che vuole andare in quella direzione, ovvero quella di poter intervenire in maniera più celere, incisiva, su una questione come quella del terremoto, la critichiamo per il fatto che non aderisce perfettamente alla legge precedente, ma signori Consiglieri, delle due l’una, a volte privilegiamo il tuziorismo delle norme ed allora la legge è quella, non va cambiata mai perché siamo fedeli, osservanti delle norme, e questo è il significato di tuziorismo, oppure a volte ravvisiamo l’importanza e la necessità di modificare l’angolo di osservazione in situazioni di particolare difficoltà. Credo che in questo caso si possa accettare una modificazione alla preesistente situazione, limitata a un ambito temporale, proprio per far capire, ancora di più, che si è intenzionati ad agire in una specifica direzione.
Mi sembra che questa sia la chiave di lettura, che poi si possa discutere nel merito è legittimo, ci mancherebbe, non sta a me dirlo, però mi pare opportuno ragionare in questo modo perché questi sono i veri termini della modifica.
Le altre modifiche che sembravano esautorare il potere dell’Assemblea legislativa, debbo dire, quelle che riguardavano la mia Commissione, sono state soppresse. Sono state eliminate quelle norme che alleggerivano i doppi passaggi fra Giunta ed Aula, li abbiamo soppressi per salvaguardare il passaggio in Aula questo per le norme, sono diverse, i cui articoli erano di competenza della mia Commissione.
Per cui mi sento, nel rispetto, ripeto, del lavoro ed anche di una metodologia di ragionamento, che è alla base di certe modifiche normative, di sottolineare questi aspetti in maniera serena per ricondurre la discussione nel giusto alveo, poi nel merito ognuno di noi può pensare in maniera diversa, perché quando si modifica una disposizione si entra anche nel merito, se si prevede una cosa piuttosto che un’altra, se si introduce una possibilità che prima non c’era, se si toglie una possibilità che invece prima c’era. Anche questo dal punto di vista del merito può avere il suo strascico, ma è un altro tema e rispetto la discussione che c’è stata, però siamo coerenti, a volte quando ci fa comodo ci appelliamo ad un testo normativo come se fosse inscalfibile, altre volte quando questo può essere superato perché abbiamo altri obiettivi non lo vediamo più come motivo principale di guida del nostro ragionamento. Penso che da un punto di vista anche filosofico e deontologico questo non sia così corretto. Grazie.

PRESIDENTE. Ordine del giorno di non passaggio agli articoli, presentato dal Consigliere Fabbri, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Come ho preannunciato adesso si apre la discussione sull’ordine del giorno per non passare alla disamina dell’articolato della legge n. 130, sono 12 righe, l’ho ristretto particolarmente in quanto ormai moltissimi miei colleghi hanno evidenziato l’inopportunità dell’utilizzo di questo strumento.
L’articolo 81 (Ordini del giorno di non passaggio agli articoli) ci consente di votare e di decidere se proseguire nella discussione di questa pericolosa proposta di legge, quindi noi ce ne vogliamo avvalere.
Voglio soltanto fare un discorso generale, indipendentemente dal fatto che questo ordine del giorno verrà approvato o respinto, che l’Aula decida di procedere nell’esame degli articoli oppure no.
Il Movimento 5 Stelle, ormai da due anni, entrando nel merito delle questioni, combatte su tutti i fronti. Il primo fronte è quello di dire che questo strumento non è idoneo perché ha una serie di negatività tra cui il fatto che la democrazia e il potere del Consiglio, che è rappresentante dei territori - sono dei tentativi - vengono diminuiti e soffocati.
Questo è il primo round, il secondo è dato dallo strumento che noi utilizzeremo, se si procederà o no alla votazione ed alla discussione di tutti gli articoli che vanno a modificare 40 leggi, che c’è dato dalla democrazia: i nostri emendamenti ed i nostri sub emendamenti.
Qualora ci fossero degli articoli che modificano delle leggi e che hanno dei profili di irregolarità, faremo ricorso contro quegli articoli.
Lo strumento che noi utilizziamo è flessibile perché non è che ci laviamo le mani e ci fermiamo ad un certo punto in quanto non vogliamo più raggiungere la vetta, quindi, rispondo al Consigliere Marconi che ha detto: “Siete incoerenti”. No, siamo coerenti nel seguire la procedura normativa in tutte le sue fasi, tentando di contrastarla qualora l'iter o i contenuti delle modifiche non vadano nella direzione da noi auspicata.
Questo mi sembra che sia nella normale dialettica, quindi diciamo: considerato che la proposta di legge in oggetto contiene la modifica di circa 40 leggi regionali, che sono di materie differenti e complesse; preso atto che gli emendamenti presentati sono più di 50 e che in questi minuti ne sono stati presentati altri - infatti ne sono arrivati un’altra decina sui nostri tavoli in queste due ore di discussione -; considerato e preso atto che gli emendamenti vanno a modificare ulteriori leggi regionali, oltre quelle inizialmente considerate, quindi stiamo allargando in continuazione le modifiche che facciamo; ritenuto che il passaggio della proposta di legge nelle Commissioni sia stato gioco-forza frettoloso a causa dei tempi ristretti, abbiamo fatto una o due sedute per ogni Commissione; ritenuto che con la scusa della semplificazione e dell’aggiornamento della normativa si tenti di svuotare ulteriormente il Consiglio regionale e le Commissioni delle proprie funzioni istituzionali, definite a garanzia della praticabilità delle attività democratiche stesse, questa qui ormai è una cosa che in moltissimi hanno evidenziato; chiediamo con questo ordine del giorno di deliberare, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 81 del Regolamento, di non passare all’esame degli articoli della proposta di legge 130/2017. Semplicemente questo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Maggi, Giorgini, Pergolesi. Grazie.

PRESIDENTE. Ordine del giorno di non passaggio agli articoli, lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Giorgini, Pergolesi.
Favorevoli: Bisonni, Celani, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Come da proposta a questo punto, sospendiamo per mezz'ora i lavori dell'Aula, riprendiamo alle 15,30 con la votazione degli articoli.

La seduta è sospesa alle ore 15,00

La seduta riprende alle ore 15,55

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Consiglieri, riprendiamo la seduta. Passiamo alla votazione.

Articolo 1. Soppresso.

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Ha la parola per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. L’articolo 3 riguarda il registro unico dei controlli sulle imprese agricole e agroalimentari, l’idea sarebbe accettabile, ma l’applicazione proposta è confusa, infatti il registro regionale è costituito in cooperazione applicativa con il sistema informativo agricolo nazionale (Sian) e con il sistema informativo agricolo regionale (Siar), si rischia di duplicare le informazioni, di rendere inefficiente il sistema che per funzionare correttamente deve coniugare tre differenti entità.
Noi chiediamo di riparlare dell’argomento perché il registro è molto importante, di sopprimere l’articolo e di approfondire in Commissione la tematica.

PRESIDENTE. Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Soppresso.

Articolo 5 bis.
Emendamento 5 bis/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Entrando nel merito di questa proposta di legge e degli articoli, l’aspetto politico è già stato ampiamente discusso prima dai miei colleghi, voglio fare presente che questo atto dovrebbe rifarsi alla semplificazione ed agli aggiornamenti delle normative regionali, invece ci troviamo da diverse settimane a lavorare su un calderone di proposte di modifiche di legge che non si sa nemmeno bene da chi sia stato presentato, non solo, sembra che la maggior parte di queste proposte di modifica non abbiano l’approvazione della stessa maggioranza.
Mi spiace che non si sia votato a favore del rinvio proposto dal Consigliere Fabbri, perché effettivamente questo modo di lavorare e di operare in Consiglio regionale, secondo me, non è rispettoso di chi ci ha eletto.
Per quanto riguarda l’articolo 5 ho chiesto anche alla Segretaria dell'Assemblea un parere di compatibilità con l’ordinamento costituzionale perché questa norma, non a mio parere, ma viste le normative vigenti, rientra nella competenza statale, quindi non è assolutamente legittima perché va a disciplinare una materia di ordinamento civile che non può essere legiferata dalla Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Ritengo che questa norma sia giusta e dal mio punto di vista anche legittima.
La Commissione per le pari opportunità è stata istituita con legge statutaria dell’8 marzo 2005 n. 1. L’articolo 54 prevede che la Regione istituisce la Commissione per le pari opportunità, con sede presso il Consiglio regionale, per garantire le condizioni di effettiva parità a donne e uomini ai sensi dell’articolo 3, comma 2. La legge regionale stabilisce la composizione, le funzioni e le modalità di organizzazione e funzionamento garantendone l’indipendenza.
La norma va in questa direzione, per garantire l’indipendenza di questo organismo che non dobbiamo dimenticare è una autorità di garanzia del Consiglio regionale, come lo è il Garante per i diritti dell’infanzia, come lo è il Corecom.
Credo che sia giusto prevedere la possibilità per i loro componenti di potersi avvalere di permessi per un massimo di 16 ore mensili. Questo è il minimo che possiamo fare per garantire il funzionamento della Commissione stessa, perché delle due l’una, o diciamo che questa Commissione non serve, per me serve, non è utile, ed allora dobbiamo avere il coraggio di cancellare questa norma statutaria, la dobbiamo mettere nella condizione di poter operare e questa è una condizione minima per poter espletare quelle funzioni che le vengono demandate non le sto qui a leggere, dalla legge regionale 18 aprile 1986, n. 9, all’articolo 2 ci sono un'infinità di funzioni e per esercitarle credo ci debba essere la possibilità di poter usufruire di questi permessi. Tra l’altro non è una norma assimilabile ad una norma statale ed il Presidente di Commissione, che immagino avrà elaborato come tanti altri questa parte del testo normativo, lo ha fatto in modo intelligente ed in modo opportuno perché tra l'altro si stabilisce un limite. Il primo è quello delle 16 ore mensili, ma c’è di più: “comunque entro i limiti di spesa stabiliti dall’articolo 35 bis”, che sarebbe 12.000 euro annui per tutti i componenti, quindi al massimo.
E’ un segnale che noi diamo, dal mio punto di vista, lo voglio dire, insufficiente.
Voglio fare un esempio, se il Consigliere comunale di un piccolo Comune di 1.000 abitanti, per non far torto a nessuno, diciamo dove ho fatto il Sindaco io tanti anni fa, può usufruire di permessi per poter svolgere le sue funzioni, credo che le componenti di una Commissione regionale delle pari opportunità, che trae la sua legittimità da un voto del Consiglio regionale, che non solo l’ha istituita per legge ma l’ha prevista con Statuto regionale, che è la Costituzione della Regione, non possano esercitare quelle funzioni senza neanche la possibilità, non dico l’indennità perché non c’è, c’è un rimborso minimo, di potersi assentare dal lavoro per almeno 16 ore mensili e tutte quante con un limite di 12.000 euro all’anno? Allora non ci crediamo, allora cancelliamo l'articolo 54 che è lo Statuto della Regione Marche, cancelliamo la legge e non ci prendiamo in giro.
Noi invece dovremmo dire di più, dovremmo dare di più perché possano essere esercitate le funzioni e i compiti che ci stanno qui.
Per questo voterò contro questo emendamento per il mantenimento della disposizione normativa ed anzi, lo voglio dire, mi riservo nelle mie funzioni di Consigliere quando ce ne sarà l’occasione, in un provvedimento ad hoc, di aumentare questi permessi perché credo che siano una cosa giusta, se non lo riteniamo giusto abbiamo almeno il coraggio di cancellare queste disposizioni.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Assessore, io ho sollevato la questione in Commissione ed ho chiesto: e per i professionisti? Noi parliamo di permessi, 16 ore mensili, e per il professionista - c’è ad esempio un architetto di Monturano - non vale nulla? Niente permessi per i professionisti? Solo per i lavoratori dipendenti pubblici o privati, ma per il professionista questo nulla vale. E allora?
Io ho sollevato questo tema in Commissione, la legge è uguale per tutti, i permessi per i dipendenti pubblici e privati vanno bene, ma il professionista che viene e che comunque si impegna in questa Commissione …

Fabrizio CESETTI. Il Consigliere comunale professionista, come quando facevo il Sindaco al Comune, non prende i permessi. Semplice! Il dipendente pubblico sì, è semplice, questa è la norma nazionale.

PRESIDENTE. Assessore andiamo per ordine, prima di dare la parola ai Consiglieri che me l’hanno chiesta, vorrei precisare che, su questo aspetto che ha sottolineato la Consigliera Marcozzi, è vero quello che ha sostenuto l’Assessore Cesetti, la norma per i Consiglieri comunali riguarda i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, non riguarda i lavoratori autonomi.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Presidente, questo argomento non è nuovo, già in un’altra legge abbiamo fatto il tentativo di fare arrivare questo tipo di provvedimento ed all’ultimo minuto l'abbiamo tolto, quasi all’unanimità.
L’Assessore motiva un voto a favore dell’emendamento Pergolesi come argomento per la cancellazione del Comitato pari opportunità e ci associa a dei cancellatori, non è così! Qui noi non stiamo cancellando nessuna Commissione, stiamo semplicemente dicendo che questo comitato, come tutti gli altri che sono in questa regione, deve avere lo stesso regime, lo stesso trattamento. Non si capisce perché questo comitato che ha un numero di competenze pari e uguali a tante altre consulte, ripeto, ce n’è una in corso adesso, debba avere questo privilegio.
Se questo comitato, come mi è stato detto, non riceve i rimborsi chilometrici per la presenza in questa sede, in sede regionale, è giusto che ce li abbia, come tutte le altre consulte, però Assessore, mi scusi se mi rivolgo direttamente a lei, non è possibile che lei in Giunta approvi la proposta di legge 130 che cancella i rimborsi a tutte le consulte e poi ci proponga per una soltanto che non solo ci sia quello, ma addirittura ci siano i permessi che hanno un costo molto più elevato. C’è un'incongruenza enorme!
Ripeto, ho detto prima in maniera più mite che sono disposto a ragionare su questo argomento trovando un punto di equilibrio per tutte le consulte, che vengono regimentate attraverso un provvedimento, che le renda eque e che sia uguale per tutte, Se siamo nella condizione legislativa di dare a tutti l’opportunità di assentarsi bene, se no, ripeto, le riunioni si fanno la sera, quando la gente non lavora e si danno i rimborsi e i signori tecnici o Assessori si rendano disponibili ad andarci.

PRESIDENTE. Preciso, l’ho detto e lo ripeto, che questi tre organismi: Commissione pari opportunità, Corecom e Garante sono di emanazione del Consiglio regionale, questa è una differenza marcata rispetto a tutte le altre consulte esistenti.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Intervengo solo per chiarire perché se non si riportano i fatti come realmente sono accaduti poi si rischia di fare confusione.
Questo provvedimento a suo tempo fu respinto per altri motivi, ad onor del vero mancava la copertura finanziaria. Mi ricordo bene, questa norma non disponeva di adeguata copertura finanziaria, quindi l'abbiamo espunta dal testo, se non vado errato, del bilancio 2017.
Per rispondere alla Consigliera Marcozzi, abbiamo discusso in Commissione della questione dei professionisti, figuriamoci, io ho fatto il Sindaco 10 anni e svolgevo una attività libero professionale, il problema è di questa natura: tra dipendenti pubblici o privati l’ente dove si svolge la funzione può chiedere all’altro il rimborso, a seconda di ciò che prevede nel caso la fattispecie specifica, mentre nel caso di libera professione a chi chiede il professionista il rimborso delle ore spese per svolgere una funzione pubblica quando il soggetto è unico, cioè è la persona stessa che svolge la libera professione? E’ questo il vulnus. Non c’è il rimborso in quel senso, ci potrebbe essere un gettone di presenza se si vuole comprendere in esso il disagio, la mancanza di orario sottratto alla propria professione, però qui è la soggettività giuridica che non c’è per poter chiedere un rimborso. Se uno svolge la libera professione come fa, a chi chiede il rimborso di quelle ore? A se stesso? E’ questa la fattispecie.
Altro discorso è quello di ancorarlo ad un gettone di presenza o ad una indennità, però questo è un altro tema che esula da quello che stiamo discutendo oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Premesso che non è una proposta, di Giunta, che aveva inteso di cassare l’articolo, quindi la Giunta non ha proposto l'articolo 5, anzi lo ha cassato. Non c’era, c’era la cassazione e l’articolo 5, se lei guarda il testo vede nella parte sinistra …, no, è stato soppresso dalla Commissione. Scusate, nell’articolo 5 non c’è assolutamente nulla che faccia riferimento alla fattispecie che è stata introdotta con l’articolo 5 bis, c’era l’articolo 5, ma non c’era nessun riferimento all’attuale articolo 5 bis che peraltro è stato riproposto due volte.
Da donna mi sarei aspettata, da donna che ha quasi 60 anni e che conosce le problematiche femminili, che l’impegno dell’Assessore Cesetti fosse messo in altre questioni che riguardano le donne, come pure avrei preferito parlare di altre questioni che riguardano le pari opportunità.
La Commissione pari opportunità è composta di 21 membri e viene chiesto che queste 21 persone abbiano opportunità diverse, cioè che vengano trattate in maniera diversa dalle altre donne che non fanno parte di questa Commissione e che abbiano la possibilità non del tetto dei 12.000 euro perché la questione economica è secondaria, ma che abbiano a disposizione 16 ore in più di permessi personali.
Tutte qui dentro in quest’Aula, parlo alle donne non parlo agli uomini, ma anche gli uomini hanno le stesse problematiche oggi, hanno fatto parte o fanno parte di Commissioni che riguardano il mondo femminile e nessuna legge mai ha dato loro qualcosa di diverso, nessuno a dato loro qualcosa di differente rispetto alla norma nazionale, al contratto di lavoro della pubblica amministrazione oppure del mondo privato, ovvero le 36 ore retribuite o le ferie, ed è quello che tutte le donne che sono in quest’Aula hanno fatto e fanno normalmente.
Che una Commissione pari opportunità e che un Consiglio regionale facciano una legge, una norma con la quale si privilegiano 21 membri a dispetto di tutte le altre donne che sono nelle Marche … Noi siamo il Consiglio regionale delle Marche, donne che fanno parte di Commissioni provinciali, donne che fanno parte di Commissioni comunali per le quali esisteranno sì dei rimborsi, ma non esiste una deroga alle giornate di lavoro e non esiste una deroga alle ore di permesso personale retribuito. Questa è la cosa grave! Oltretutto ritengo, e ci sono ragionevoli dubbi per pensarlo perché in Commissione questa cosa è stata sollevata, che la competenza, soprattutto per quello che attiene il mondo privato, non sia regionale ma del Governo centrale. Quindi non è una nostra competenza, ma la cosa più grave è che la Commissione pari opportunità, dove di casi di persone che sono in questa condizione, che non sono già pensionate, si possono contare sul palmo di una mano, si preoccupi come primo atto che arriva in Consiglio, ispirato dalla Commissione pari opportunità, di pensare ad una questione che tutela ed avvantaggia le 21 componenti. E' una cosa della quale sinceramente sono molto dispiaciuta, oltretutto quando si fa il paragone con il Consigliere comunale, il Consigliere comunale, se permettete, viene eletto dai cittadini, mentre la Commissione pari opportunità viene eletta da questo Consiglio, come tantissime altre nomine.
La Commissione pari opportunità è una Commissione importante che deve svolgere un ruolo rilevante, ma il cui obiettivo non va dimenticato è quello di essere garante delle pari opportunità di tutti e non di fare dei recinti. Oltretutto nessuno ha chiesto ai membri delle pari opportunità di far parte della Commissione costringendoli in maniera forzosa, ma tutti si sono candidati e hanno dato la loro disponibilità, quando hanno dato la loro disponibilità le regole c’erano e se le regole potessimo ampliarle a tutte le donne, a tutte le Commissioni d’Italia, io sarei la prima a fare la battaglia, ma farlo con legge regionale secondo me non è una cosa corretta rispetto a tutte le altre donne.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Chiedo alla Segretaria dell'Assemblea se si può votare l'articolo 5 bis dividendo il primo ed il secondo comma per evitare di tagliarlo tutto.

PRESIDENTE. Stiamo parlando dell’emendamento della Consigliera Pergolesi, un passo alla volta, fatto questo vediamo l’articolo, dopodiché la votazione per parti separate dell’articolo si può fare, ma bisogna vedere l’esito.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Cari Consiglieri, un piccolo richiamo al Presidente del Consiglio, vorrei ricordare che non è dipeso certamente da noi del Movimento 5 Stelle l’inizio della seduta con due ore di ritardo, né la sospensione di un’ora per approfondire non so bene quali aspetti …

PRESIDENTE. Io sto chiedendo il rispetto dei tempi che ci siamo dati adesso, come da Regolamento, dopodiché per primo ho chiesto scusa a nome dell’Aula per il ritardo.

Romina PERGOLESI. Perfetto. Faccio la mia dichiarazione di voto nei tempi previsti.
Vorrei riportare l’attenzione sulla legittimità della norma, come giustamente ha fatto l'Assessore Casini con la quale per la prima volta dopo due anni mi trovo d’accordo, e la cosa un po’ mi sorprende, quindi evidentemente forse tutti i torti non li ho.
Vorrei ricordare che al momento della candidatura certe dinamiche, certi aspetti che riguardano i diritti della Commissione per le pari opportunità sono già ben definiti, ma vorrei richiamare l’attenzione su quello che può normare o non normare il Consiglio…

PRESIDENTE. Questa non è una dichiarazione di voto, voglio solo precisare questo.

Romina PERGOLESI. Chiederei, ai fini di un voto consapevole, fatto con scienza e coscienza, alla Segretaria dell'Assemblea di specificare se la Regione Marche può normare i permessi che riguardano i lavoratori. Grazie.

PRESIDENTE. La Segretaria dell'Assemblea non è tenuta a rispondere a questa domanda. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Credo che quando si interviene per dichiarazioni di voto bisogna fare dichiarazioni di voto e non utilizzare capziosamente degli interventi per parlare di altro, dopodiché le do un consiglio, Consigliera Pergolesi, lei su questo tema ha già preso una grossa cantonata, quindi eviti di insistere.
L’Aula può legiferare eventuali norme che possono essere impugnate dagli organismi competenti, l’Aula è sovrana, può legiferare persino su argomenti su cui sa già che non può legiferare, è avvenuto, si chiama politica, ed è la funzione politica delle istituzioni oltre a quella amministrativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Noi della Lega voteremo contro l’emendamento presentato dalla Consigliera Pergolesi ed a favore dell’articolo 5 bis per una motivazione molto semplice: se la Commissione pari opportunità esiste bisogna darle un minimo di strumenti per lavorare, perché sappiamo le regole, ma ormai facciamo finta di non conoscerle, ma le conosciamo, e per quanto riguarda i lavoratori dipendenti c’è la possibilità di avere dei permessi, mentre per i lavoratori autonomi purtroppo non c’è. Questa è la legislatura italiana e queste sono le cose che chi sta in Commissione o nelle organizzazioni sindacali conosce a menadito.
Se c’è la Commissione pari opportunità eletta da questa Aula, bisogna che ci siano anche delle leggi minime di supporto per poterla far funzionare, altrimenti si decida politicamente che la Commissione pari opportunità non deve esistere, allora è un’altra scelta politica, è un’altra cosa. Non viene eletta e si decide che nella prossima legislatura non ci sia più, ma se c’è qualcosa a livello di potere e strumenti bisogna darglielo.
Chiedo pubblicamente alla Commissione pari opportunità di continuare a svolgere il proprio ruolo che interessa in modo particolare le signore, le donne, in questa società degli anni 2000. Grazie.

PRESIDENTE. Per rispondere alla domanda del Consigliere Maggi preciso che per parti separate, come da prassi, si può votare il singolo articolo, in questo caso però, qualora fosse respinto l’emendamento della Consigliera Pergolesi, non si può fare perché già di per sé l’emendamento chiede di sopprimere il secondo comma ed è automatico che a quel punto ci ripeteremo due volte sulla stessa cosa, quindi voteremo l’articolo in forma integrale.
Emendamento 5 bis/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Marconi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Cesetti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Celani, Marcozzi.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma del Consigliere Fabbri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Piergiorgio FABBRI. Sull’articolo 7 ci sono tre emendamenti che ho presentato, li illustro tutti e tre in modo da comprimere i tempi, quindi se sforo i due minuti, Presidente, abbia pazienza.
Parliamo delle competenze che hanno le Gev, le guardie ecologiche volontarie. Su questo abbiamo discusso in III Commissione e sono contento che la mia osservazione di non stralciare la competenza relativa alle escavazioni dei materiali litoidi sia stata accettata.
Ora la presente proposta di legge contiene disposizioni per la modifica della lettera b), del comma 2, dell’articolo 2 della legge regionale 19 luglio 1992 n. 29 (Disciplina del servizio di volontario di vigilanza ecologica) allo scopo di rafforzare le competenze delle guardie ecologiche volontarie (Gev) come previsto da numerose normative, ad esempio la legge 689/1981, la legge regionale 10 agosto 1998 n. 33, la legge 508 del 19 marzo 1936, la legge 56 del 7 aprile 2014 che poi ripartisce, separa e riassume le competenze dalle Province alle Regioni.
Dobbiamo considerare che la forestale di fatto è scomparsa e già nella scorsa legislatura giaceva non discussa una proposta di legge che tentava di rafforzare le competenze delle guardie ecologiche volontarie, erano ritornate poi a parlare anche con la III Commissione per sollecitarne la discussione che ancora non è avvenuta, quindi ho riassunto in questi tre emendamenti alcune competenze che dovrebbero essere, a mio avviso, inserite nella modifica dell’articolo 7.
L’emendamento 7/1 dice che i Gev invece di segnalare, accertano e contestano, secondo le modalità della legge 689 del 1981 e della legge regionale 10 agosto 1998 n. 33, le loro rilevazioni mentre vanno in giro per controllare le attività sulle materie di loro competenza.
L’emendamento 7/2 sostituisce l'articolo 3 della legge regionale 29 del 1992 che riguarda l’organizzazione delle guardie ecologiche volontarie. Le guardie ecologiche volontarie si organizzano in gruppi regionali dotati di un proprio ordine di servizio ai sensi della legge del 19 marzo 1936 n. 508, compatibilmente con i regolamenti delle singole associazioni, approvati dall’Autorità di pubblica sicurezza, ai sensi dell’articolo 2 del regio decreto 26 settembre 1935 n. 1952, quindi questa è l’organizzazione che si dovrebbero dare le guardie ecologiche volontarie.
L’emendamento 7/3 cambia la parola “provinciali” con la parola “regionali” all’interno dei commi 1 e 2 dell’articolo 3 e del comma 1 dell’articolo 5 della legge regionale 19 luglio 1992 n. 29 perché le competenze dalle Province sono passate alle Regioni.
Il pacchetto di questi tre emendamenti è volto a chiarire e rafforzare le competenze delle Gev.

PRESIDENTE. Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 7/2 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 7/3 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Soppresso.

Articolo 08 bis (articolo aggiuntivo)
Ci sono tanti sub emendamenti, adesso ne è arrivato un altro.
Sub emendamento 08 bis/1/1/1/1/1/1 a firma della Consigliera Pergolesi.
Consiglieri, un attimo di attenzione, è arrivato il sub emendamento della Consigliera Pergolesi, che è lo 08 bis/1/1/1/1/1/1, e lo dobbiamo votare a mano perché il display impazzisce con tutti questi 1.
Ve lo leggo: “Il sub emendamento 08 bis/1/1/1/1/1 - va ad emendare l’emendamento del Consigliere Marconi, che poi andremo a votare - è sostituito dal seguente “In particolare per l’applicazione degli articoli 2, 4, 5, 14, 15 della legge 194/1978”.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale anche nome dei Consiglieri Maggi e Fabbri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Qualcuno ci legga gli articoli 14 e 15 della legge 194, poi non ho capito se il sub emendamento sia modificativo o sostitutivo del precedente da me presentato.

PRESIDENTE. Sostitutivo del suo Consigliere Marconi e modificativo di quello del Consigliere Volpini .

Luca MARCONI. Allora sono contrario in principio e a questo punto voglio presentare anche il mio sub emendamento, ne ho diritto.

PRESIDENTE. Presenta il suo e chiariamo questa cosa.

Luca MARCONI. Non lo avrei fatto, ma questo modo di procedere annulla due aspetti fondamentali del mio subemendamento che però rimanda anche all’emendamento 08 bis/1/1/1/1 dei Consiglieri Pergolesi, Volpini e Giancarli, evidentemente frutto di una lunga modificazione, perché presentato e ripresentato. C’è stata quindi una tribolata trattativa tra i nostri colleghi che mira ad una cosa, l’ho già detto prima, ad introdurre per legge una cosa che già dovrebbe avvenire, quindi questo emendamento presentato anche da altri Consiglieri di maggioranza, denuncia la totale inefficienza della Giunta per quanto riguarda il settore sanità. E' quasi un atto di sfiducia nei confronti del Presidente perché c’è bisogno di una legge per applicare una legge nazionale, tra le altre cose l’applicazione della legge nazionale non c’è, perché la RU486 e tutte le procedure farmacologiche che riguardano l’interruzione della gravidanza sono disciplinate non da leggi, ma da circolari amministrative del Ministero della sanità. Quindi non si capisce perché per applicare una circolare del Ministero ci sia bisogno di una legge regionale, evidentemente c’è una grave inefficienza da parte delle strutture e questo emendamento la denuncia in maniera chiara.
Secondo, il mio subemendamento, Consigliere Busilacchi, non è ideologico perché l’emendamento ideologico è il primo che sta a sottolineare che relativamente all’applicazione della 194 l’unica preoccupazione è che l’interruzione della gravidanza sia fatta senza limiti, sia fatta secondo tutte le metodologie previste dalla legge e in questo caso prevista dai regolamenti, dai disciplinari del Ministero.
C’è un punto però che qui inevitabilmente deve essere introdotto e per questo ho fatto il sub emendamento, perché io ho elementi che produrrò a questa Assemblea ed in alcuni casi specifici li produrrò alla Procura della Repubblica - non li ho ancora Presidente sennò glieli avrei già consegnati, perché lei è organo che può farlo - perché giusto adesso, in un organismo ufficiale della Regione Marche, una persona ha denunciato un fatto che non è l’unico, sono migliaia i casi che vengono registrati, ma mai testimoniati, in cui la legge 194/1978 non viene applicata a 40 anni dalla sua prima approvazione, in riferimento alle parti relative agli articoli 2, 4 e 5, quindi non so cosa siano gli articoli 14 ed il 15, e a tutte le circolari applicative, basterebbero le leggi. L'articolo 2 prevede: “La donna in stato di gravidanza che va verso l’applicazione della 194 deve essere informata sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, servizi sociali, sanitari, assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio, informata sulle modalità idonee ad ottenere il rispetto della norma e legislazione sul lavoro …” e tutto il resto sono almeno quattro i punti. Per fare questa informativa non bastano 5 minuti. In quel caso la donna, nel frattempo il bambino è nato, si era presentata presso una nostra struttura ufficiale, non un medico di famiglia, ed ha chiesto informazioni riguardo a quello che avrebbe dovuto fare, è una extracomunitaria, semplicemente le hanno detto: “Se vuoi abortire, ecco il certificato e vattene a casa”. Poi ha trovato qualcuno che l’ha fatta ripensare ed il bambino è nato.
Ecco perché ho aggiunto quel sub emendamento che in questa maniera viene completamente disatteso, però non me ne faccio un problema, vado avanti anche con un voto favorevole e tutti contrari, non me ne frega proprio niente, questa legge non viene applicata e questo è un fatto di coscienza che riguarda l’intero Consiglio.
La preoccupazione per legge è un estremo che non ha nessuna ragione d’esistere e non l’ho introdotto io questo argomento, Presidente, qualcuno l'ha voluto introdurre, io ho introdotto un tema che dice (se questo è vero l'8 bis/1/1/1/1 diventa sub emendamento), che gli articoli 2, 4 e 5 fanno esplicito riferimento a tutto quello che deve essere fatto.
Io non ho votato la legge 194, ho fatto il referendum perché venisse cancellata, oggi chiedo che sia applicata e voglio vedere chi vota contro la sua applicazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Sono d’accordo con il Consigliere Marconi quando dice che la legge 194 non è applicata, non è applicata perché nella nostra regione, come in gran parte d’Italia, abbiamo una nutrita schiera di medici obiettori. Forse è anche questa una delle ragioni per cui non viene applicata.
Nel merito del sub emendamento, la legge la conosco e dei casi di cui parla il Consigliere Marconi non ne ho conoscenza. Sono uno che per temperamento mi fido dei nostri servizi, soprattutto quando sono servizi pubblici, quindi non ho motivo di dubitare che ci sia un modo di raggirare la legge, che prevede determinate procedure ed io penso che i nostri servizi pubblici le applicano. Quindi non ci vedo niente di ideologico in quello che abbiamo scritto.
Ho preso pretesto da un emendamento presentato dalla Consigliera Pergolesi perché oggi c’è la possibilità di ricorrere a dei metodi più soft rispetto a quelli tradizionali, peraltro sono ormai in uso nella stragrande maggioranza dei Paesi europei, purtroppo lo è anche in Italia ma in maniera quasi clandestina, perché di questo si tratta. Il metodo farmacologico seppur accettato dalla nostra Regione è fatto in maniera clandestina anche perché c’è scarsa conoscenza da parte del personale, quindi l’emendamento ha anche il significato di favorire rispetto a questa modalità, a questo metodo, peraltro tenuto nascosto nella nostra regione, l'approfondimento e l'aggiornamento su questa procedura.
La Regione Lazio ha legiferato in questa direzione proprio per cercare di dare una risposta a quella massiccia obiezione di coscienza che c’è in quella regione. La Giunta Zingaretti ha proposto l’utilizzo di questo metodo non solo in regime ospedaliero, ma addirittura in regime, come prevede invece la legge, ambulatoriale.
Penso che sia un atto di civiltà, poi la scelta dell’aborto attiene alla donna, attiene se volete alla coppia con tutte le problematiche che questo comporta, quindi non mi pare che in un emendamento di questo tipo ci sia quello che il Consigliere Marconi ha detto, una sorta di atto quasi ideologico, al contrario c’è dell’altro, c’è quello di rendere una procedura, un atto medico un po’ più umano di quello che magari viene fatto comunemente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Il Presidente della IV Commissione mi dà l’opportunità di intervenire in merito all’applicazione della legge 194 e sugli obiettori.
Confermo che la legge 194 in questa regione non c’è, Assessore, non è gestita ed anche le notizie apparse sulla stampa, pochi giorni fa, dimostrano che - se l'articolo di stampa è giusto, ma credo che qualcosa di vero in queste notizie ci sia - tenete nelle strutture pubbliche tutti medici obiettori di coscienza e non li ripartite all’interno della struttura pubblica.
La linea politica la dà l’Assessore, lei in questo momento è il Presidente della Commissione, le chiedo formalmente di applicare nel territorio della regione Marche, in tutte le strutture pubbliche, la legge 194, perché ci sono delle strutture pubbliche in cui ci sono medici che sono tutti obiettori. Non spetta a noi, Presidente, spetta all’Assessore e spetta a voi, per favore gestite la partita della 194, perché è un problema che sta emergendo in questa regione e non c'entra niente l’emendamento. Il Consigliere Marconi qualche volta la pensa diversamente da me, ma in questa circostanza la pensiamo allo stesso modo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una mozione d’ordine, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Avrei molto da dire su questo argomento, ma non voglio mettere ulteriore pepe ad una giornata già ricca.
Sono addirittura contrario alla legge 194, ma dal punto di vista opposto, io sono contro l’obiezione di coscienza, perché credo che quando si è medici si è pubblici ufficiali e quindi il pubblico ufficiale ha il dovere di far rispettare la legge, la vedo così, però non aggiungiamo ulteriore pepe.
La mozione d’ordine è quindi non intervengo sull’emendamento, Presidente, è chiaro che la legge omnibus lascia la possibilità, come è naturale, di poter intervenire sui temi più diversi, per chiedere se è possibile all’Aula di attenersi per lo meno agli emendamenti presentati, altrimenti se ogni emendamento presentato diventa l’occasione per un dibattito su argomenti complessi, esso è legittimo, finiamo domani mattina alle 5,00 e non è che miglioriamo, con questi pure interessanti dibattiti, questo atto.
Potremmo, se voi siete d’accordo, fissare anche un Consiglio regionale in cui parlare del tema molto importante dell’applicazione della 194 nelle Marche. Avremmo tutti molto da dire, penso ad esempio che quello che è stato fatto nella Regione Lazio sia una soluzione da sposare, ma non parliamone oggi, manteniamo l’argomento sulla proposta di legge 130, se possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Prendo atto della richiesta del Consigliere Busilacchi, effettivamente il problema sta nell'omnibus, quindi ha criticato in modo forte la proposta di legge 130. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Cercherò di stare nei tempi e sul tema. E’ vero quello che dice il Consigliere Busilacchi, toccare un tema così delicato, come la 194, attraverso un emendamento credo che sia la cosa più sbagliata, perché è un argomento che tocca le coscienze ed è sovraregionale. La non applicazione della 194 non è un problema regionale, poi non è applicata per un aspetto, non è applicata per molti altri, non è applicata! Qualcuno la tira un po’ da una parte, qualcuno dall’altra, ma non è applicata.
In IV Commissione avevamo iniziato un percorso attraverso delle audizioni ed era emerso, proprio dai diretti interessati, alcuni dei quali contestavano quello che ha detto adesso il Consigliere Zaffiri, la quasi unanimemente inapplicazione della legge 194 per una parte che nessuno conosce perché, vox populi, la legge 194 è la legge sull’aborto, che è il punto di caduta finale, auspicabilmente non raggiungibile, perché tutti qui dentro concordiamo nel dire che è auspicabile una soluzione diversa, ma nessuno si preoccupa degli altri aspetti che non vengono applicati.
Penso che sia importante riprendere questo argomento proprio perché interessa tutti, sia da un lato che dall’altro, sia per l’inapplicazione di un tema che di un altro, in termini più complessi, più complessivi e più dibattuti che non un singolo emendamento perché sul singolo emendamento, pur comprendendo il lavoro svolto dal Presidente per cercare in qualche modo di dare un significato diverso, per esperienza personale posso testimoniare che corsi di aggiornamento, altrettanto importanti, sono poco curati da alcune Aree vaste. Penso ai pronto soccorso, non tutto il personale ha una preparazione ed un aggiornamento complessivi sulla materia della sicurezza.
Mettere per legge che solo questi corsi di aggiornamento devono essere tutelati è chiaro che ha una significanza politica alla quale io personalmente non voglio aderire, non perché questo non sia importante, ma è rilevante parimenti ad una serie di altri aspetti che riguardano l’aggiornamento dei medici di questo come di altri settori, che vanno trattati attraverso una politica ed una normativa che non può essere quella dell’emendamento.
Per cui, ripeto, pur comprendendo l’importanza del tema e chiedendo fin da subito l’inserimento della discussione nelle sedi competenti, per questa brevità che riguarda questa legge e per la delicatezza di un tema che tocca le coscienze, non mi sento di aderire ad emendamenti che toccano questo tipo di problematica, quindi mi auguro che si apra la discussione al più presto in altra sede.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Concordo con quanto ha detto il Consigliere Busilacchi in merito ad un Consiglio tematico, per quanto riguarda invece questo emendamento, caro Consigliere Micucci, qui non si tratta di approfondire, si tratta di sottoporre le persone, che lo richiedono in un momento delicato, ad un intervento per l’interruzione di gravidanza, un intervento già vecchio e sorpassato, anziché dar loro il meglio dell’assistenza psicologica e medica.
Penso che le donne non possono aspettare in quel delicatissimo momento la riflessione del Consiglio regionale, questo passa sulla pelle, sul dolore anche psicologico di una donna.
Per cui, caro Consigliere Marconi, la questione ideologica non la facciamo noi, la fa lei, perché non si guarda alla salute delle persone, non si guarda al benessere delle persone, non si guarda alla felicità delle persone.
Facciamo un dibattito su questo, la 194 non è applicata perché i medici obiettori non fanno carriera! Per questo non è applicata e quando il primario è obiettore, tutti gli altri medici lo sono.
Quando una donna chiede l’interruzione della gravidanza, in un momento così delicato e particolare della propria vita, se ci sono gli obiettori deve aspettare un mese, un mese e mezzo e lacerarsi nel dolore di questa decisione, perché il medico non fa carriera e diventa obiettore.
Siamo seri, guardiamo le persone, non guardiamo il teatrino della politica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi. Fra un minuto le tolgo la parola perché ha parlato già venti volte.

Romina PERGOLESI. Presidente, non vorrei essere sempre io a richiamare al Regolamento, però se è previsto che possono essere presentati gli emendamenti, non capisco perché mi dice che vuole togliermi la parola.
Innanzitutto vorrei ringraziare la sensibilità dei Consiglieri Volpini e Giancarli per aver recepito quello che era l’intento di questo mio emendamento e del sub emendamento.
Mi dispiace che il Consigliere Marconi l’abbia preso come una contrapposizione al suo emendamento, però io chiedo l’inserimento nel suo subemendamento degli articoli 14 e 15. L'articolo 14 prevede che “il medico che segue l’interruzione della gravidanza è tenuto a fornire alla donna le informazioni e le indicazioni sulla regolamentazione delle nascite nonché a renderla partecipe dei procedimenti abortivi che devono comunque essere attuati in modo da rispettare la dignità personale della donna”. Mentre l’articolo 15 dispone “Le Regioni di intesa con le Università e con gli enti ospedalieri promuovono l’aggiornamento del personale sanitario”, quindi non è altro che richiamare la normativa.
Le stavo venendo incontro Consigliere Marconi, mi spiace che lei abbia questi preconcetti nei confronti non tanto dell’opposizione, ma della presentazione di sub emendamenti al suo emendamento da parte di una donna, perché forse il problema è proprio questo. Quindi chiedo agli altri Consiglieri di valutare bene l’intento di questo emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Sub emendamento 08 bis/1/1/1/1/1/1, modificativo dell’emendamento del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Giorgini e Maggi.
Bisogna effettuare la chiama e per questo lascio la parola al Consigliere Segretario Rapa.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Casini, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Bisonni.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 08 bis/1/1/1/1/1 a firma del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Marconi, Celani, Leonardi.

Favorevoli: Celani, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Micucci, Sciapichetti, Zaffiri.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Casini, Giancarli, Rapa, Talè, Traversini, Volpini.
Astenuti: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Mastrovincenzo, Pergolesi.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 08 bis/1/1/1/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Pergolesi, Busilacchi, Giancarli. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Giorgini, Fabbri.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Fabbri, Giancarli, Giorgini, Maggi, Pergolesi, Rapa, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri.
Astenuti: Bisonni, Mastrovincenzo.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 08 bis/1/1/1 a firma dei Consiglieri Pergolesi, Volpini, Giancarli. Decaduto.

Emendamento 08 bis/1/1a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.

Emendamento 08 bis/1a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.

Articolo 8 bis. A questo punto applico pedissequamente il Regolamento, stia bene attenta soprattutto lei.
Il comma 8 dell’articolo 82 del Regolamento interno prevede che su tutti gli emendamenti presentati allo stesso articolo si svolga un’unica discussione, quindi una volta la parola e mai più su tutto.
Emendamento 8 bis/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Questi due emendamenti che abbiamo presentato vanno a ripristinare nel primo caso la vecchia normativa perché la parola “organismi”, inserita con la proposta di legge in questione, secondo noi è un termine poco chiaro che potrebbe creare interpretazioni non opportune, mentre l’altro emendamento, quello successivo, è sul comma 4, che prevede di aumentare di una unità il personale della Segreteria del Presidente Ceriscioli, della Vicepresidenza e di tutti gli Assessorati. Secondo noi è una cosa che non va a favore del contenimento dei costi della pubblica amministrazione, per questo ne chiediamo la soppressione. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 8 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 8 bis/2 a firma della Consigliera Pergolesi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 8 bis/3 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Le parole “senza necessità di” sono sostituite dalla parola “con”, cosa vuol dire? Nella ricerca del Segretario generale, che non vuole fare nessuno, si è fatto in modo di far entrare l’Unione degli industriali.
Al posto delle parole senza necessità di curricula comparativa, noi vogliamo la comparazione di curricula, vogliamo che il Segretario generale venga fuori dalla comparazione dei curricula e sia la persona più adatta e la migliore che c’è sul mercato. Quindi non “senza comparazione dei curricula” ma “con comparazione dei curricula”.

PRESIDENTE. Emendamento 8 bis/3. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Celani, Cesetti, Giancarli, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Leonardi.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 8 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento 9/1 a firma della Consigliera Leonardi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. L'emendamento vuol inserire, sui controlli che possono avviare i Comuni sull’inquinamento acustico, quindi avvalendosi dell’Arpam, “anche su istanza di associazioni, comitati o privati cittadini”. Ampliare quindi i soggetti che possono avere questo tipo di iniziativa nei confronti del Comune.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Mi permetto di intervenire perché questa intuizione è venuta da San Benedetto del Tronto, da un solerte vigile, quindi è chiaro che è molto importante, perché uno dei maggiori problemi che abbiamo nelle zone costiere è proprio quello dell’inquinamento acustico.
Come abbiamo detto in Commissione, non è possibile che la notte alle 2,00 l’Arpam possa recarsi in una delle nostre zone, dove ogni sera si sforano i limiti dell’inquinamento acustico.
Questa opzione è stata chiesta da un vigile di San Benedetto del Tronto, poi non so se ce ne sono stati altri, e abbiamo dato la possibilità agli enti locali, quindi ai Comuni, con i propri vigili, con il proprio personale, ed agli altri enti locali di verificare.
All’inizio c’era la possibilità che la verifica potesse essere fatta anche da enti privati, il Presidente ha accettato il mio emendamento di togliere “enti privati”, per non dare la possibilità a qualche Comune di dare il servizio all’esterno.
Credo che questa sia una cosa che dà la possibilità di ridurre la problematica dell’inquinamento acustico nelle zone costiere, soprattutto in vista della vicina stagione turistica. Grazie e voteremo si a questo articolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Voglio aggiungere alcuni particolari su questo provvedimento, quello che dice il Consigliere Giorgini è giusto e sacrosanto, tant’è che lo scorso anno era stato preparato anche un testo di legge per poter ovviare a questa problematica.
Questa è una richiesta che viene da alcuni Comuni della regione Marche, perché il problema principale è che quando si riscontrano nelle zone costiere questi sforamenti di fatto nessuno riesce ad individuare se è uno sforamento o no. Quando vengono presentate queste denunce da parte di residenti, da parte anche di turisti - spesso gli sforamenti avvengono anche in zone ad altissimo interesse turistico - i Comuni sono nella difficoltà di poter accedere, attraverso l’Arpam, ai controlli e alle verifiche di legge.
E’ successo che negli anni, alcuni corpi di polizia municipale, la mia città è una di quelle, ma ce ne sono anche altre nelle Marche, si sono organizzati sia con l’attrezzatura specifica che con la formazione del personale, che sono la cosa prevalente, ma se non c’è, adesso il Consigliere Giorgini ha fatto una osservazione giusta, l’autorizzazione ad effettuare questi controlli i Comuni non possono farli. Quindi sarà premura dei Comuni, che non si sono ancora attrezzati, dare questo servizio ai cittadini che se lo guardiamo anche da un altro punto di vista, è anche un servizio di tutela per gli esercenti, perché a volte si denuncia lo sforamento dei decibel quando effettivamente non c'è.
Basterebbe un controllo, una verifica a norma di legge e tutto sarebbe dentro un’operazione di grande trasparenza.
Ritengo molto positiva questa osservazione che ha fatto la Commissione e mi trova concorde, soprattutto è un presidio in più, è un elemento in più che diamo alle amministrazioni locali e sappiamo tutti che quando riusciamo ad essere vicini alle amministrazioni locali siamo vicini ai cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 9/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 10 bis/1 a firma del Consigliere Fabbri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Piergiorgio FABBRI. Sull'articolo 10 bis ci sono 3 emendamenti che tentano di dare maggiore rappresentanza alla società in ambito sanitario. Si inquadrano in un periodo in cui la Giunta sta stravolgendo la sanità a colpi di delibere, in cui il Piano sanitario, dal 2014, è scaduto, in cui le indicazioni delle Aree vaste, dove si riuniscono, non sono accolte, quindi chiediamo che vengano fatte delle piccole modifiche a questa normativa in modo che la partecipazione possa essere più ampia e si vada verso una sanità che sia più partecipata e democratica.
Il primo emendamento, al comma 2, dell’articolo 1 della legge regionale 20 giugno 2003 n. 13 (Riorganizzazione del servizio sanitario regionale), dopo la parola “lavoratori” aggiunge le parole “e dei cittadini”.
Il secondo emendamento, il 10 bis/2, al comma 3, dell’articolo 19 della legge regionale 20 giugno 2003 n. 13, dopo la parola “parere” aggiunge le parole “obbligatorio e vincolante”, in modo che le decisioni siano partecipate.
Il terzo emendamento, il 10 bis/3, prevede che il comma 1 bis, dell’articolo 20 bis della legge regionale 20 giugno 2003 n. 13 sia sostituito dal seguente “alle riunioni della Conferenza sono invitati, senza diritto di voto, i rappresentanti dell’associazionismo e delle organizzazioni sindacali confederali (questo è il testo esistente), i comitati di partecipazione dei cittadini alla tutela della salute di cui all’articolo 24, e i rappresentanti delle organizzazioni attive sul territorio in campo sociale e sanitario che ne facciano richiesta (questa è la parte aggiunta)”.
Al comma 2 dell’articolo 20 bis della legge regionale 20 giugno 2003 n. 13 dopo la parola “obbligatorio” si aggiungono le parole “e vincolante” e si parla ancora del parere.
Tutti questi tre emendamenti hanno la stessa finalità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale per tutti e tre gli emendamenti a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Giorgini. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 10 bis/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Giorgini.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Traversini, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10 bis/2 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Giorgini.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Traversini, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10 bis/3 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Giorgini.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 11. Soppresso.

Articolo 12.
Emendamento 12/1 a firma del Consigliere Fabbri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Piergiorgio FABBRI. Il comma 1, dell’articolo 9 bis della legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 “Legge forestale regionale” è così sostituito: “Per le finalità di salvaguardia del territorio e di incentivazione alla permanenza delle popolazioni nelle aree di montagna, i servizi e gli interventi pubblici forestali previsti dal Piano forestale regionale di cui all’articolo 4, quelli relativi alla sistemazione e manutenzione del territorio agricolo-forestale, nonché alla difesa e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio possono essere affidati - aggiungo la seguente parola - prioritariamente a imprenditori agricoli singoli o associati - aggiungo la parte seguente - domiciliati da almeno 3 anni nel Comune d’intervento o Comune confinante, oppure subordinatamente - finisce qui la parte che aggiungo - ai consorzi forestali ed a cooperative agricolo-forestali nel rispetto della normativa europea, statale e regionale in materia di contratti pubblici”.
Leggendo si evince chiaramente qual è la scelta politica di questo emendamento.
Gli agricoltori che lavorano la loro terra possono avere la priorità nell’esecuzione dei lavori di risanamento del territorio subordinatamente, se non hanno la possibilità di farlo, possono essere chiamati ad intervenire altri operatori, come i consorzi forestali o le cooperative agricole-forestali. Quindi la modifica a questo comma è esclusivamente nel senso che gli agricoltori residenti sono custodi del loro territorio ed hanno la priorità nell’esecuzione, se possibile, delle attività forestali ed agricole e di tutto quello che il comma decide.
Ritengo che sia una cosa dovuta se vogliamo spingere il settore agricolo e rilanciare le aree interne anche alla luce degli eventi sismici che ci hanno coinvolto, purtroppo, nei mesi scorsi.

PRESIDENTE. Emendamento 12/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 12/2 a firma della Consigliera Leonardi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. L’emendamento 12/2 va a modificare l’articolo 12 della legge che voi volete abrogare.
Per quanto mi riguarda l’intento è quello di abrogare il punto 2, quindi le specie arboree che oggi, è stato detto, non sono più protette e di mantenere l’articolo 1 che dice: “La Regione promuove la tutela della biodiversità e la diffusione delle specie arboree e arbustive autoctone del territorio marchigiano”, perché non lo abroghiamo tutto e lasciamo questo? Questo è il senso di questo emendamento e del 12/4.
Gli altri emendamenti, 12/5, 12/6 e 12/7, per quanto riguarda le autorizzazioni del Comune sulle potature, richiedono il parere della forestale, che reputo possa essere importante prima dell'autorizzazione, perché a volte dai Comuni vengono fatti dei danni.
Per quanto riguarda il 12/8 aggiungo la parola “contestualmente”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Qual è il problema di un emendamento come questo su cui leggendolo ci può anche essere una convergenza sul piano politico? E’ che alcune di queste norme hanno anche un addentellato tecnico che non abbiamo avuto l’occasione di approfondire, l’ho già detto in Commissione.
Prima ho fatto una battuta al Consigliere Celani, ma non ho timore a dirla anche in Aula, non mi sono espresso, ma io sono contrario alle leggi omnibus, avendo rispetto del Consiglio credo che sia utile che tutti i temi vengano portati nelle Commissioni per il loro giusto approfondimento, per questo, Consigliera Leonardi, le chiederei di ritirare questo emendamento e di portarlo in Commissione in modo da poterlo analizzare, altrimenti, non avendo in questo momento tutto l’addentellato tecnico, di cui le dicevo, sarei costretto a bocciarlo, sarei costretto a dare un'indicazione per la votazione che per quello che mi riguarda in questo momento è di bocciatura e una volta bocciato lei lo sa non può ripresentare prima di 6 mesi, quindi se lei è d’accordo può ritirare questo emendamento e lo portiamo in Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. In questi quasi due anni ed in varie occasioni ho ritirato altri emendamenti o mozioni anche più corposi per portarli in Commissione e non sempre è andata bene.
In questo caso accolgo la richiesta, però ci tengo a sottolineare che la motivazione data per l’abrogazione di tutto l’articolo 19 non contrasta con il mantenimento del punto 1, perché se verrà abrogato le specie arboree non saranno più protette, quelle indicate all’articolo 2, e quindi ci dovremmo adeguare ad una normativa che è modificata. Non vedo perché come Regione non dobbiamo tutelare la biodiversità e la diffusione delle specie marchigiane.
Vi vengo incontro, lo ritiro, lo farò arrivare in II Commissione ambiente, però mi sembra che le motivazioni siano un po’ ...
Ritiro tutti gli emendamenti relativi all’articolo 12 e li ripresento in Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Solo una dichiarazione, apprezzo i Consiglieri Busilacchi e Leonardi, una delle critiche principali che si fa all’omnibus è che tanti emendamenti andrebbero discussi nella completezza della legge, quindi credo che sia giusto farci carico in II Commissione di questi emendamenti per vederli e valutarli correttamente.

PRESIDENTE. Emendamento 12/2. Ritirato.

Emendamento 12/3 a firma del Consigliere Giorgini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Non è la mia Commissione, e come è mio costume valuto tutti gli emendamenti in Commissione dato che gli emendamenti in Aula sono a volte caotici, però qui ci potrebbero essere, se non mi sbaglio ed è possibile che mi sbagli, grossi problemi per i Comuni se venisse abrogata la lettera b) dell’articolo 12, Perché?
Chiedo di mantenere la lettera b) in quanto l'eliminazione comporterebbe l'impossibilità dei Comuni, fino all’adozione dei propri regolamenti, di applicare i contenuti dello schema di regolamento del verde urbano adottato dalla Giunta regionale.
Ricordo che il regolamento è un supporto indispensabile per i Comuni dal punto di vista tecnico-scientifico in una materia nella quale la quasi totalità degli enti locali marchigiani non dispone delle competenze necessarie e consente, quindi, una corretta gestione del patrimonio verde comunale.
Le difficoltà interpretative richiamate nelle motivazioni della proposta di legge sono quelle che il regolamento ha contribuito a superare, quindi eliminare la possibilità per i Comuni di fare riferimento al regolamento regionale, in attesa dell’adozione dei propri regolamenti, lascerebbe un vuoto regolamentare oltre che tecnico.
Per quanto riguarda la presunta o possibile incostituzionalità di questa legge nel merito non esiste, in quanto la legge di cui parliamo, la n. 6 del 2005, non è stata mai impugnata dalla Corte costituzionale per cui vi chiedo di valutare attentamente questo fatto che potrebbe creare dei grossi problemi ai Comuni su come regolarsi non avendo un regolamento.
La Regione con questa abrogazione impedisce di prendere il proprio regolamento, ci sarebbe un vulnus normativo, quindi valutatelo bene perché, se non mi sbaglio, dovrebbe essere proprio così. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 12/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 12/4 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento 12/5 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento 12/6 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento 12/7 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento 12/8 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Soppresso.

Articolo 14.
Emendamento 14/1 a firma della Consigliera Leonardi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Elena LEONARDI. Qui torno con la mia goccia cinese e spiego gli emendamenti.
Gli emendamenti 14/1 e 14/2 sono analoghi, cambia solo la richiesta del numero di anni di residenza per poter accedere alle case popolari, in uno chiedo i 7 anni e nell'altro, se venissero reputati troppi, chiedo 5 anni.
Nell’emendamento 14/3 chiedo di sostituire alla lettera b) la parola “o” con “e”.
Leggo la legge per far capire: “Capo II - Beneficiari dell’edilizia agevolata e operatori privati - articolo 18: per beneficiare degli alloggi di edilizia agevolata sono richiesti i seguenti requisiti: lettera b) avere la residenza o prestare attività lavorativa in un Comune della regione ovvero essere cittadini italiani residenti all’estero che intendano rientrare in Italia”.
Vorrei che “o” fosse sostituito con “e”. Non vedo perché bisogna dare la casa popolare a chi non ha la residenza, ma ha solo l’attività lavorativa e non si sa neanche da quanti anni in quel Comune.
Credo che chi vive e partecipa alla vita cittadina, versa i propri tributi in quella comunità, contribuisce allo sviluppo di quella comunità, dovrebbe avere, se non altro, una priorità rispetto a chi magari cerca solo di essere primo in graduatoria girando fra vari Comuni.
Con gli emendamenti 14/4 e 14/5 vorrei introdurre delle verifiche relative al patrimonio all’estero di coloro che sono extracomunitari e che fanno domanda per accedere alle graduatorie. Questo sempre per un principio di equità.
Credo che chi abbia beni immobili fuori dal proprio Paese debba essere valutato come chi li possiede in Italia e quindi se uno ha una proprietà, comunque ce l’abbia, non deve essere primo in graduatoria rispetto magari a chi, invece italiano o extracomunitario diventato cittadino italiano, non ha nessuna proprietà.
Per equità credo che questi potrebbero essere dei principi da portare avanti. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 14/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 14/2 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 14/3 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 14/4 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 14/5 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14 bis.
Emendamento 14 bis/1 a firma della Consigliera Marcozzi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 14 bis/2 a firma del Consigliere Fabbri. Decaduto.

Emendamento 14 bis/3 a firma del Consigliere Fabbri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Piergiorgio FABBRI. Ho chiesto anch’io la soppressione e non ho fatto in tempo a votare, comunque riprendiamo il discorso: acque profonde.
Vi voglio leggere velocemente cosa diceva la legge prima della proposta di modifica, era abbastanza chiara, poi su questa cosa bisogna fare una piccolissima precisazione: “Le acque sotterranee presenti nei sistemi appenninici sono da considerarsi una risorsa ed una riserva strategica per la regione, da tutelare. L’utilizzo di nuove acque sotterranee e profonde degli stessi sistemi è consentito - se volessi prenderne di più - per fronteggiare situazioni di emergenza e carenze idriche gravi per uso idropotabile dichiarate ai sensi dell’articolo 5 (protezione civile). Tali risorse possono essere impiegate solo dopo preventive e specifiche indagini e studi finalizzati che escludano danni ambientali” quindi la formulazione era abbastanza chiara, ora invece si propone un utilizzo di queste aree confondendo un po’ le acque sulle definizioni perché in questo momento il comma 2, dell’articolo 14 bis della proposta di legge dice: “Le acque sotterranee presenti nei sistemi appenninici regionali sono da considerarsi una risorsa ed una riserva da tutelare. La Regione individua in apposito elenco le acque da considerare riserve strategiche. L’utilizzo di ulteriori acque sotterranee profonde dai suddetti sistemi appenninici è consentito” (il punto a) riprende poi la vecchia legge) per fronteggiare una situazione di siccità dichiarata dalla protezione civile che emana il permesso). Il punto b), di cui io chiedo la sostituzione, dispone che è possibile “per soddisfare esigenze idropotabili, nelle more della redazione dell’elenco delle acque da considerare riserve strategiche - se questo elenco venisse redatto tra 10 anni anche le acque del Burano, Consigliere Traversini, potranno essere sfruttate perché c’è una discrepanza nelle definizioni - sulla base di specifiche indagini e studi finalizzati ad accertare che l’acqua da prelevare sia una risorsa rinnovabile”. Rinnovabile annualmente chiedo nell’emendamento e poi tolgo il resto perché genera confusione e forse dentro c’è un retro pensiero per l’utilizzo di queste acque a favore di scopi superficiali. Chiedo di cancellare: “sia garantito l’obiettivo di qualità e quantità da mantenere o raggiungere nei corpi idrici sotterranei e superficiali” e lascio “e che sia escluso il danno ambientale”, mantengo la definizione di danno ambientale.
Il discorso viene fatto relativamente alle sorgenti di Sant’Anna e di San Lazzaro, specificatamente per l’Ato 1, sappiamo che tali pozzi, Sant’Anna e San Lazzaro, sono a Fossombrone e gli studi del 2008 non hanno portato a risultati. Il prof. Nanni ha detto di avere in conduzione degli studi a partire dal 2012, ma non ci sono stati consegnati. Recepisco la disponibilità del professore ad incontrarmi, andremo a vedere, ma ad oggi nessuno ha degli studi che possono dire quanta acqua può essere prelevata e se può essere prelevata dal Sant’Anna e dal San Lazzaro.
Ricordiamoci, per chiudere il discorso, che le acque del Burano hanno tempi di ricarica che oscillano dai 12 ai 16 anni, quindi stiamo parlando di una risorsa che, in assenza di studi specifici, la cui estrazione, per non recare danni ambientali, è difficilmente quantificabile.
La mia richiesta è di modificare questo articolo per dire concettualmente che prima si fanno studi approfonditi, poi in base ai risultati, che ad oggi non ci sono, si vede quanta acqua è possibile mungere da queste falde profonde o da risorse strategiche. Nelle more di decisioni, nelle more di studi, consentire un utilizzo alla cieca di queste acque a mio avviso è un grave errore.
Ritengo che questa cosa debba essere ancora sottoposta ad un approfondimento, abbiamo visto in questi giorni molti articoli da parte di associazioni ambientaliste, del forum dei beni comuni e del forum dell’acqua, che si sono espresse in maniera contraria alla modifica normativa di cui stiamo ragionando. Sappiamo che gli eventi climatici e le variazioni climatiche porteranno negli anni ad una penuria sempre maggiore di queste riserve, quindi bisogna andare assolutamente con i piedi di piombo in questo settore. Prima facciamo gli studi, elaboriamo le quantità estraibili e poi vediamo se è possibile estrarre, cominciare adesso un’estrazione indiscriminata ritengo che non sia assolutamente possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Mi dispiace, il Consigliere Fabbri mente sapendo di mentire, perché sa benissimo che con questa modifica normativa, con questo articolo, l’acqua dal Burano non può essere prelevata.
In questo articolo si parla di interventi approvati alla data odierna dai piani di Ambito ed il Piano d’Ambito non ha mai approvato l’estrazione dal pozzo del Burano. Su questa cosa sa benissimo di mentire perché ha partecipato.
Dall’altra parte viene ribadito il fatto che qua nessuno farà un investimento da un milione di euro per verificare se c’è o non c’è l’acqua o quanto l’acqua è rinnovabile senza sapere se potrà o non potrà prelevarla, quindi la normativa non apre al pozzo (domani mattina apriamo l’acqua) ma permette all'Ato 1 di fare gli investimenti e quindi di verificare la capacità di rinnovabilità dei due pozzi.
Nel momento in cui si verificherà la capacità rinnovabile dell’acqua di quel pozzo, si andrà ad estrarre, secondo quello che abbiamo detto, la quantità rinnovabile, cioè quella che deriva dalla pioggia o dalla neve. Il prof. Nanni ce l’ha ben chiarito, se poi lei fa riferimento alle associazioni e gli dà la benzina, non solo dice il falso, ma anche le associazioni, imbeccate da lei, ribadiscono il falso. Lei è venuto in Commissione, io l’ho invitata, ed ha capito bene di cosa stiamo parlando, stiamo parlando di una modifica normativa seria.
La normativa di oggi ha portato al fatto che nella provincia di Pesaro-Urbino, unico caso in Italia, quinta tariffa a livello nazionale, abbiamo il 75% di acque superficiali, cioè noi prendiamo l’acqua dai pozzi, la buttiamo nel fiume e dopo 30 chilometri la riprendiamo e la depuriamo, secondo me non è logico! La provincia di Pesaro ha 12 depuratori, la provincia di Macerata 2, Ascoli, Fermo, Ancona 0, c’è qualcosa che non torna?
55 Sindaci hanno già deliberato e vogliono avviare l’investimento, hanno rinunciato a quelli che vengono chiamati i canoni riconosciuti dalle società, hanno rinunciato al 50% dei canoni per mettere da parte i soldi perché in maniera responsabile si sono accorti che ogni anno andiamo in crisi idrica, prendiamo l’acqua dal pozzo del Burano - con questa legge non si potrà prendere - la buttiamo nel fiume e dopo 30 chilometri la riprendiamo per depurarla. A me non sembra un discorso logico.
I Sindaci hanno messo da parte i soldi, abbiamo oltre 12 milioni di investimenti da fare, speriamo che la quantità d’acqua che verificheranno sia utile per poter passare non dal 25 al 70%, ma nella provincia di Pesaro-Urbino si avrà, se il pozzo dovesse avere una buona capacità, sempre il 50%, cioè siamo al 25% rispetto a quello che succede in tutta Italia.
La Regione in questi due anni ha approvato il Piano energetico regionale, il Piano dell’inquinamento elettromagnetico, abbiamo accettato il referendum contro le trivelle, abbiamo detto no al termovalorizzatore, questo è un Consiglio regionale, compresi voi, che da un punto di vista ambientale non ha niente da imparare da nessuno. Questa è una modifica normativa perché nell’Ato 1 non è possibile andare avanti così, siamo a rischio idrico tutti gli anni.
Quello che mi preme dire è che la Commissione ha puntato su tutte le questioni legate alla qualità, alla capacità di rinnovabilità, cioè all’obiettivo di qualità - si deve escludere il danno ambientale - compresa la proposta di sub emendamento che abbiamo accettato, dove il danno ambientale lo abbiamo blindato e vincolato.
Il Piano d’ambito non prevede il pozzo del Burano, il pozzo del Burano non va toccato! Questo lo sa lei come lo sanno tutti.
Abbiamo verificato se era possibile procedere alla modifica normativa nel suo complesso, ho parlato con i tecnici, con i dirigenti, modificare la normativa nel suo complesso sarebbe stato un obiettivo sicuramente migliore, ma ci sarebbero voluti almeno un anno e mezzo/due anni per approvare la legge e poi due/tre anni di verifiche, questo vorrebbe dire mettere in condizione il territorio, che ha il 75% di acque superficiali, fra sei o sette anni. Mi sembra che il territorio abbia già pagato abbastanza pegno ed oggi, ripeto, paga la quinta bolletta a livello nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Per fatto personale, siccome il Consigliere Biancani ha detto che dico il falso e mento sapendo di mentire.
Acque profonde e risorsa rinnovabile, ci sono diversi documenti che le definiscono in maniera differente, facendo solo questa modifica normativa apriamo un ventaglio di interpretazioni sulle quali poi ci si può infilare.
Risorsa rinnovabile. Rinnovabile quanto? Soltanto le acque nel deserto sono acque native non rinnovabili, tutte le altre sono rinnovabili in 10/15/20 anni, però se io sovrasfrutto una falda, che è rinnovabile in 10/15 anni, come quella del Burano, che è di calcare massiccio … Uno dei due pozzi (Sant’Anna e San Lazzaro) pesca dalla maiolica e l'altro dal calcare massiccio, come il Burano, ecco qual è il collegamento. Quindi sono d’accordo con lei, voglio credere che l'acqua del Burano venga esclusa, ma stiamo andando a sfruttare lo stesso acquifero.
Detto questo, giusto per dire, sono idrogeologo, la sorgente di Bagno San Nicolò ha una infiltrazione dal basso tramite un reticolo di fratture, che arriva addirittura dalle anidridi del Burano, che sono alla base dell’intero Appennino, per dirvi cosa stiamo toccando. Abbiamo il calcare massiccio in uno dei due pozzi che verrà sfruttato ed è lo stesso acquifero del Burano.
Poi mi deve spiegare perché non è chiaro ed oltre al fatto della risorsa rinnovabile che si può toccare, ma se rinnovabile in 10 anni io pretendo degli studi, apro e chiudo una parentesi sui soldi sprecati nel 2008 per fare i pozzi piccoli, mentre adesso impieghiamo 800.000 euro per fare i pozzi larghi. Giusto, intanto paga Pantalone! Cosa vuol dire che si è garantito l’obiettivo di qualità e quantità da mantenere o raggiungere nei corpi idrici sotterranei e superficiali, perché si mescolano due circuiti completamente differenti.
A mio avviso i tranelli possibili all’interno di questa normativa sono almeno due, sull’interpretazione delle risorse rinnovabili e su questo mescolamento del concetto di acqua sotterranea ed acqua superficiale, chiediamo soltanto di vedere prima gli studi che sono nei cassetti dal 2012 e poi decidere sulla materia, giusto per dire chi dice il falso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Solo una precisazione anche perché sono già intervenuto sullo stesso tema, quindi rischio di ripetermi.
Non sono un geologo, però lo scontro di oggi mi interessa tantissimo, l’ho detto prima, mi sembra abbastanza chiaro che l’articolo secondo me protegge, mette fine alla questione del pozzo del Burano ed allo sfruttamento e, al di là del fatto che ci possono essere interpretazioni, nell’iter ci sono vari passaggi che lo tutelano.
Va anche detto che il prelievo dell’acqua è consentito fino ad una certa quantità anche dai magistrati stessi e dalle cause che sono state fatte, e può essere utilizzato per l’uso territoriale, i 20/30 litri di acqua che già si utilizzano, però che non sia un pozzo rinnovabile nessuno è riuscito ad accertarlo e tante altre motivazioni, senza riprenderle, mi sembra che lo garantiscano. Anzi si dovrebbe porre fine, se si trovano altre soluzioni, a questa pratica che ormai si fa da anni nel pesarese, non tutti gli anni, dipende dalla crisi dovuta alla siccità, in alcuni periodi dell’anno l'acqua, quindi in agosto, soprattutto a Pesaro, non a Fano perché l’acqua ce l’ha, viene gettata nei fiumi. Questa è una pratica che la gente non capisce con facilità però dà una risposta all’emergenza idrica con il potabilizzatore dell'acqua che poi arriva nelle tubazioni di Pesaro. Questo per quanto riguarda il Burano.
Il problema vero non è tanto l’articolo che dovrebbe tutelare il Burano, e tutela anche le altre captazioni che si potrebbero fare in altri pozzi, ma parlando di acqua rinnovabile è chiaro che deve essere accertato se è rinnovabile, anche perché non possiamo pensare che ogni situazione si studi non so quanti anni, però va fatto.
Non sono un geologo e la differenziazione che lei ha fatto tra la maiolica ed il calcare massiccio, ha detto che uno dei pozzi di Fossombrone è legato al pozzo del Burano, credo che sia un campanello d’allarme che uno dovrebbe valutare in maniera approfondita da un punto di vista tecnico perché questo apre ad una situazione che deve essere studiata. Tra parentesi c’è la Comunità europea che mi sembra abbia emanato delle direttive con le quali prevede che l’acqua vada tutelata, soprattutto l’acqua non rinnovabile non deve essere toccata. Quindi questo è un altro elemento estremamente importante.
Chiudo dicendo che questi temi, al di là del fatto che è ora che si provi a trovare delle soluzioni perché la situazione è abbastanza critica e compromessa, vanno discussi in un tavolo perché sono molto complessi e dovrebbero essere rivisti nella loro completezza in una norma che risponda ad un’esigenza di urgenza. Secondo me va fatto, è tutto lì.

PRESIDENTE. Emendamento 14 bis/3. Lo pongo in votazione per alzata di mano.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 14 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 15 bis.
Emendamento 15 bis/1 a firma dei Consiglieri Traversini e Celani. Ritirato.

Emendamento 15 bis/2 a firma della Consigliera Marcozzi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 15 bis/3 a firma della Consigliera Pergolesi . Decaduto

Emendamento 15 bis/4, sostitutivo dell'articolo 15 bis, a firma della I Commissione. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Ne abbiamo parlato già a sufficienza, con questo emendamento l’articolo 15 bis viene sostituito con una nuova formulazione nel quale l’elemento centrale è l’introduzione della locuzione “per l’anno 2017”, quindi dare un collocamento temporale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Sull’articolo 15 bis voglio rimarcare a tutti quanti l’articolo 21 dello Statuto (Funzioni del Consiglio) che prevede “lettera i) approva gli atti generali di programmazione, i piani ed i programmi di settore; lettera m) delibera gli atti di programmazione relativi ai finanziamenti dell’Unione europea e relative modifiche”.
Non si può modificare con legge regionale una disposizione statutaria che ha un iter di approvazione aggravato, cioè doppio passaggio a tutela, con maggioranza assoluta.
Non è ammissibile questa cosa, abbiamo discusso in Commissione, addirittura è stato ritirato dal Consigliere Traversini l’emendamento che chiedeva la soppressione di questo articolo.
Il discorso delle modifiche in campo di programmazione europea è un mare magnum ed ho chiesto, con interrogazioni ancora non discusse e con mozioni, di fare un Consiglio monotematico sulle questioni europee, che dovrebbe essere fatto entro maggio - lo scorso anno è saltato - perché non siamo messi in condizioni di valutare quale sia la politica sulle cose europee della nostra Regione.
Chiudo il discorso dicendo che non si può prendere come scusa il terremoto per dire: “Andiamo e lasciamo la Giunta libera di modificare i piani” perché scompare con questa riformulazione anche il concetto di modifica sostanziale ai piani, e penso al Psr che muove decine di milioni.
Se effettivamente abbiamo un’emergenza e cose importanti da modificare, soprattutto in funzione del fatto che esiste metà della regione, un terzo della regione interessata dal terremoto, le Commissioni competenti ed il Consiglio dovrebbero discutere in maniera più approfondita questi argomenti e non delegare assolutamente la Giunta che in questi mesi ci informa poco, non ci fa discutere, non mette all’ordine del giorno la calendarizzazione di tutte le mozioni e le interrogazioni sul terremoto che giacciono lì da mesi.
Non potete fare questa modifica all’articolo e non è il caso di farla con questo indirizzo, scavalcando, come dicevamo, le competenze tipiche di Commissioni e di Consiglio. Cosa state facendo?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Sono già intervenuto questa mattina su questo punto. Il Consigliere Fabbri ha detto la verità perché avevamo annunciato e presentato un emendamento di soppressione firmato da me e dal Vicepresidente della Commissione Celani proprio per queste motivazioni: uno, andava secondo noi in disaccordo con lo Statuto, due, la perdita dei poteri del Consiglio.
Mi è arrivato questa mattina, e lo abbiamo controllato, il parere tecnico, del quale chiedo al Consigliere Giacinti di parlarne, da parte della struttura che dice che non c’è incompatibilità con lo Statuto. Non sono un tecnico e mi rapporto con quello che mi viene dato, per il resto abbiamo concordato di far fare un emendamento che è di carattere temporaneo, che serve per dare soddisfazione a esigenze di velocità che arrivano in Commissione. Siamo in grado di valutare le questioni e comunque di riportarle, se c’è un problema politico, in Consiglio, non per la votazione, ma per la discussione, però è temporaneo, solo per quest’anno, per dare una risposta alle esigenze del terremoto.
E' solo per chiarire alcuni passaggi che diventano fondamentali e che non sono in contraddizione con quello che abbiamo firmato una settimana fa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Voglio intervenire per illustrare le motivazioni di questo parere tecnico che ci ha raggiunto proprio questa mattina e che spero serva a dipanare meglio la tematica affrontata dal Consigliere Fabbri.
E’ vero che l’articolo 21, comma 2, dello Statuto prevede che gli atti di programmazione comunitaria e le relative modifiche spettano al Consiglio, però questo articolo non bisogna leggerlo in maniera asettica e astrusa dal contesto generale perché successivamente l’articolo 7, nel disciplinare le modifiche degli atti di programmazione comunitari, prevede che le modifiche non sostanziali, quelle che non comportano uno spostamento tra gli assi superiore al 3% complessivo calcolato sul totale del contributo pubblico, restino di competenza della Giunta. Che significa? Che la Giunta può avere una sua competenza e questo è possibile in virtù dell’articolo 49 dello Statuto, che demanda alla legge regionale la disciplina degli atti di programmazione generale e di settore, le relative procedure di formazione, nonché le modalità di integrazione con gli atti della programmazione.
In altri termini che cosa si vuol dire? Che ferma la competenza del Consiglio regionale, di cui all’articolo 21, come è stato fatto notare, in termini di adozione del Piano, si deve ritenere in questo senso alla sua integrale sostituzione, chiaramente riservata al legislatore regionale, ex articolo 49, la possibilità di prevedere una diversa disciplina per le modifiche degli atti di programmazione, visto e considerato che la riserva consiliare è legata all’atto di programmazione, per cui appare, alla luce di questa lettura combinata, non preclusa la possibilità di intervenire, sempre con legge regionale, sulla possibilità di modificare questa competenza e quindi riservare, al di fuori di ciò che è di stretta competenza del Consiglio, gli ulteriori atti che possono essere demandati alla Giunta. Questo verrebbe fatto con delibera del Consiglio, che è lo stesso organo che va a porsi la domanda e legifera in questa direzione.
La ratio giustificatrice della possibilità di demandare la trova il Consiglio in sé stesso tramite questa lettura combinata degli articoli 21 e 49. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Giusto per fare un po’ di chiarezza, anch’io ho chiesto la soppressione dell’articolo 15 bis perché, come ha ricordato il Consigliere Fabbri, va a modificare quella che è una legge statutaria, che non credo debba essere interpretata.
Se è arrivato un parere tecnico mi piacerebbe leggerlo, visto che i pareri tecnici che arrivano alla maggioranza difficilmente arrivano anche alla minoranza, non perché non credo che esista, però mi piacerebbe verificare ed entrare nel merito.
Per quanto riguarda la lettura combinata del Presidente Giacinti, leggo testualmente l’articolo 7 che prevede e specifica le modifiche sostanziali degli atti di programmazione di cui all’articolo 6, comma 1, approvate dal Consiglio regionale “2) Per modifiche sostanziali si intendono le modifiche al Piano finanziario che comportano uno spostamento di risorse tra gli assi o tra priorità strategiche diverse da quelle originarie”, quelle a cui ha fatto riferimento lei, Presidente. Le proposte di modifica diverse da quelle elencate, una volta approvate dalla Giunta sono trasmesse alla competente Commissione consiliare, quindi voi state stravolgendo l’iter e non ne capisco sinceramente la necessità oltre che l'opportunità. Per questo chiedo la votazione per appello nominale, Presidente, a nome dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Pergolesi.

PRESIDENTE. Emendamento 15 bis/4. Lo pongo in votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Celani, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Malaigia, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Traversini, Urbinati, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 17 bis.
Emendamento 17 bis/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Invito i Consiglieri di maggioranza ad avere un po’ di pazienza visto che noi abbiamo avuto la condiscendenza di verificare e controllare quello che questa proposta di legge omnibus andava a modificare. Chiedo altrettanta pazienza e rispetto.
Chiedo la soppressione dell’articolo 17 bis perché, come ha ricordato prima il Consigliere Maggi, questo articolo va a normare, senza nulla togliere alla figura dell'Ombudsman regionale che sicuramente opera in maniera abbastanza condivisibile, non voglio entrare nel merito, una criticità che riguarda la figura del Garante.
Come ha giustamente ricordato prima il Consigliere Maggi, il Consiglio dell’ordine degli Avvocati di Bolzano ha già chiesto e c'è stato un parere in merito in quanto la normativa in questione creava una causa di incompatibilità, ai sensi dell’articolo 3, comma 2 del Regio decreto del 27 novembre 1933 n. 1578, che nello specifico stabilisce quanto segue: “L’esercizio delle professioni di avvocato e di procuratore è incompatibile con l’esercizio e la professione di notaio, con l’esercizio del commercio in nome proprio ed in nome altrui, eccetera. E' anche incompatibile con qualunque impiego od ufficio retribuito con stipendio sul bilancio dello Stato, delle Province, dei Comuni, delle istituzioni pubbliche di beneficenza, della Banca d’Italia, della lista civile, del Gran Magistero degli ordini cavallereschi, del Senato, della Camera dei Deputati e in generale di qualsiasi altra amministrazione o istituzione pubblica soggetta a tutela e vigilanza dello Stato”, quindi per questo motivo ne chiediamo la soppressione e chiedo altresì la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi e Giorgini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Sulla scorta di quanto ha detto la Consigliera Pergolesi, voglio ricordare che la norma dice che non ci può essere iscrizione all’albo né alla mutua degli avvocati se ci sono le condizioni elencate, quindi non solo non teniamo conto di questa disposizione, ma ampliamo la possibilità della vecchia norma regionale che prevedeva che l'Ombudsman non poteva esercitare la professione all’interno della regione, ma solo fuori. Noi diciamo che può fare la professione anche all’interno della regione se non c'è conflitto di interesse. Voglio evidenziare questa cosa ai Consiglieri perché siamo di fronte ad una amplificazione di una legge che è già contra legem.

PRESIDENTE. Emendamento 17 bis/1. Lo pongo in votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Giorgini.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Pieroni, Rapa, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 17 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 18.
Emendamento 18/1 a firma del Consigliere Fabbri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Piergiorgio FABBRI. L'argomento è stato bene inquadrato dal Consigliere Celani nella discussione generale, voglio brevemente rileggere i tre commi incriminati perché poi spiego velocemente tutti e quattro gli emendamenti, tre perché uno è a latere.
“1. Al fine di favorire lo sviluppo degli scambi commerciali e dei rapporti internazionali del sistema regionale di cui all’articolo 2 la Regione individua, quali referenti economici, professionisti residenti nelle aree-Paese ritenute rilevanti allo scopo. 2. I referenti di cui al comma 1 svolgono a titolo gratuito attività di supporto alle politiche di internazionalizzazione della Regione. 3. La Giunta regionale determina i criteri per l’individuazione dei referenti e le modalità per la gestione dei rapporti con i medesimi”.
Quindi qui è molto chiaro: a dei professionisti chiediamo di lavorare gratis, diciamo, e la Giunta poi definisce quali sono i criteri per individuarli.
La cosa non è chiara ed allora io con il primo emendamento, il 18/1, chiedo la soppressione dell’articolo; con il 18/3 chiedo che la Giunta regionale determini i criteri per l'individuazione, sentita la Commissione competente, se non passa il 18/4 chiede la soppressione del comma 2 che dice: “svolgono a titolo gratuito”, quindi i miei emendamenti sono tesi a minare, a partire dalla soppressione, l’articolo 18 nella sua interezza.
Viceversa il 18/2 introduce i contenuti della reportistica all’interno del programma annuale degli interventi, previsto dalla legge 30 del 2008. E' un emendamento prettamente tecnico, di politico non ha nulla. Abbiamo visto che ci sono dei piani che vengono redatti in maniera molto superficiale e abbiamo avuto modo di discuterne in quest’Aula, anche con mozioni, un copia incolla dalle Giunte precedenti, quindi dai piani triennali precedenti.
Il Piano, in particolare triennale, dovrebbe contenere l’elenco delle attività effettivamente realizzate tra quelle previste nel Piano e nei programmi annuali del triennio precedente, corredato dall’analisi dei risultati raggiunti, delle difficoltà riscontrate e delle risorse impiegate, articolato per aree geografiche di intervento e per settori produttivi; dovrebbe contenere le attività previste per settore produttivo ed area geografica ed il cronoprogramma trimestrale per la programmazione delle attività.
Questi tre punti specificano l’elenco concettuale, dettano l’indice che il Piano triennale per l’internazionalizzazione dovrebbe esplicitare.
Poi l'emendamento al comma 5 prevede che il programma annuale, in particolare, contenga per settore produttivo ed area geografica di intervento: a) l’individuazione di tutte le attività e dei progetti di promozione ed internazionalizzazione da realizzare in forma integrata e intersettoriale; b) i criteri e le modalità per la loro attuazione; c) i criteri di riparto dei relativi finanziamenti; d) i criteri e le modalità di concessione dei contributi; e) la definizione per ciascuna attività del soggetto attuatore; f) il cronoprogramma mensile per la programmazione delle attività. Anche qui specifica il contenuto del programma annuale, dopodiché chiede che al programma annuale siano allegate le relazioni prodotte dai soggetti partecipanti alla realizzazione degli interventi di cui al comma 6 di questo articolo; tali relazioni contengono l’illustrazione delle attività svolte, i risultati raggiunti, le difficoltà riscontrate, le modalità di utilizzo dei fondi stanziati per ogni intervento.
Un emendamento tecnico che dice che, a livello di applicazione della normativa sull’internazionalizzazione, il Piano triennale deve avere almeno questi tre contenuti, il programma annuale deve avere almeno questi tre contenuti con allegato quello che le aziende, che sono state chiamate a sviluppare particolari progetti, dicono, esattamente che cosa è stato fatto. Nulla di politico soltanto una dichiarazione di approfondimento tecnico.

PRESIDENTE. Emendamento 18/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 18/2 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 18/3 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 18/4 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)
 
Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 19.
Emendamento 19/1 a firma dei Consiglieri Marconi e Volpini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Solo pochi secondi, c’è stato questo emendamento che è passato quasi inosservato invece aveva due firme importanti, quindi una ragione in più per votare l'articolo.
Le firme erano dei Consiglieri Volpini e Marconi, capite che dopo la discussione che c’è stata oggi ha un bel significato questa firma congiunta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Ispirato dal Consigliere Micucci, che sull’altro argomento ha votato con me, credo che l’argomento non debba considerarsi chiuso, non voglio cancellare una necessità, chiedo semplicemente che questa esigenza, relativamente ai termini di questa percentuale, sia adeguatamente presentata da parte della Giunta con un provvedimento ad hoc. Quindi se riscontreremo oggettive difficoltà affinché questa percentuale possa essere rispettata chiedo che sia fatto non alla “carlona”, senza prevedere neanche le coperture, ma sia spiegato bene con un prospetto finanziario adeguato. Per dire che non ho nessuna pregiudiziale al funzionamento di queste cose, come d’altra parte su tutte le altre.

PRESIDENTE. Articolo 19, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 21.
Emendamento 21/1 a firma della Consigliera Marcozzi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 21/2 a firma del Consigliere Maggi. Decaduto.

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 23. Soppresso.

Articolo 24.
Emendamento 24/1 a firma del Consigliere Bisonni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Sandro BISONNI. Intervengo brevemente, quello che dovevo dire l’ho detto prima, mi dispiace che molti Consiglieri erano fuori e non hanno sentito le motivazioni, spero che ci sia stata nella pausa una riflessione su questa cosa e che ci sia stato il tempo per un approfondimento perché, ripeto, è un articolo che non va bene per tutte le motivazioni che ho detto prima e mi auguro che possa essere abrogato. Se si vuol prendere tempo per un approfondimento, io sono disponibile al confronto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Il mio intervento è sull’emendamento e sull’articolo in modo da comprimere i tempi.
Il Consigliere Bisonni oggi ha fatto una disamina abbastanza approfondita e in gran parte anche condivisibile del discorso.
Bisogna puntualizzare la motivazione che spinge a questo articolo, perché parliamo di dare la possibilità a tre Ata di fare un’impiantistica unica per la gestione dei rifiuti, questo però apre, il Consigliere Bisonni oggi lo ha ricordato, non solo l’impiantistica alla parte di sopravaglio dell’indifferenziato, ma la strada all’impiantistica anche degli sfalci e della forsu.
Ora bisogna chiedersi perché effettivamente l’Ata di Ascoli e l’Ata di Fermo non riescono a supportare un impianto, sono due metà Ata, se mettiamo insieme la popolazione e la produzione di rifiuti è ragguagliabile ad una dimensione di altre Ata, però si mettono insieme anche a Macerata che ha una raccolta differenziata molto superiore rispetto alle altre, quindi non ha bisogno di questa impiantistica anche se ce l’ha obsoleta, vecchia, ferma da 15 anni, come diceva il Consigliere Bisonni.
E' chiaro che dove la raccolta differenziata viene spinta, non abbiamo bisogno di fare questa impiantistica, dove la raccolta differenziata non viene spinta abbiamo bisogno di fare l’impiantistica e quindi a Pesaro verrà fatta, in Ancona verrà fatta. Questo ci pone all’evidenza che vengono sprecati, a mio avviso, soldi per realizzare questi impianti inter-Ata, mentre le stesse risorse potrebbero essere utilizzate per addestrare, informare, controllare la popolazione e portarla verso la politica rifiuti zero, verso una maggiore efficienza e qualità della raccolta differenziata.
Ecco, quindi, che non andremo nella direzione richiesta dai gestori di industrializzare il processo di gestione dei rifiuti, andremo verso l’esigenza reale dei cittadini di separare meglio i rifiuti per non produrre e non costruire questi impianti che alla fine potrebbero essere teoricamente evitabili.
Siamo contro questo articolo perché è tutto il Piano dei rifiuti che va spinto in questa direzione, mentre qui stiamo ancora a rincorrere le esigenze dei gestori senza lavorare sulla popolazione e sull’efficienza della raccolta differenziata, della produzione di rifiuti e della diminuzione degli imballaggi, quindi è un articolo che, come filosofia, va in maniera opposta a quanto noi auspichiamo. Voteremo contro.

PRESIDENTE. C’è il sub emendamento della Consigliera Pergolesi che di fatto già avete perché è il 24/2/1 che in realtà è stato presentato come 24/1/1, quindi va ad emendare l’emendamento del Consigliere Bisonni.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Presidente, un chiarimento tecnico, se il mio sub emendamento va a modificare quello del Consigliere Bisonni, il mio di soppressione comunque rimane.

RESIDENTE. Si, quello di soppressione rimane.

Romina PERGOLESI. Però spiego, ho dovuto modificare quello del Consigliere Bisonni altrimenti il mio sarebbe decaduto, è una questione tecnica, ma già ne sono stati cassati due o tre, quindi per evitare siamo corsi un po’ ai ripari.
Non solo condivido quanto detto dal Consigliere Bisonni, tant’è che anch’io ho presentato una proposta di soppressione, ma anche quanto aggiunto dal Consigliere Fabbri.
Andando a verificare quello che è scritto, sul Piano regionale manca una semplice parolina, cioè “economicità” degli impianti, quindi ho ritenuto opportuno insistere affinché fosse inserito nel comma proposto e anzi ringrazio il Presidente Biancani che ha acconsentito.

PRESIDENTE. Consigliera Pergolesi, in realtà decade anche il suo emendamento soppressivo perché avendo proposto il sub emendamento modificativo va da sé che decadono tutti gli altri, sennò andrebbe a modificare una cosa che chiede di sopprimere.

Romina PERGOLESI. Allora basterebbe votare prima quello soppressivo, se non sbaglio, da regolamento?

PRESIDENTE. No, votiamo questo sub emendamento che sostituisce quello del Consigliere Bisonni.

Romina PERGOLESI. Scusate, non ho capito, il mio emendamento …

PRESIDENTE. Allora, ha presentato un sub emendamento …

Romina PERGOLESI. Ho presentato un emendamento ed un sub emendamento.

PRESIDENTE. Ha presentato un sub emendamento all’emendamento del Consigliere Bisonni, a questo punto se passa il sub emendamento, decade tutto il resto perché è automatico, lei chiede di modificare una cosa e poi chiede di sopprimerla?

Romina PERGOLESI. Se non sbaglio da Regolamento dovrebbe essere votato prima l’emendamento di soppressione mio e poi il sub emendamento.

PRESIDENTE. Questo è un sub emendamento all’emendamento, l’emendamento va votato dopo. Questo è un sub emendamento sostitutivo, quindi va votato prima.

Romina PERGOLESI. Scusate, ma se gli emendamenti sono allo stesso articolo di legge …

PRESIDENTE. E’ un sub emendamento al primo emendamento, non so come spiegarlo, automaticamente si va …

Sandro BISONNI. Perché non si vota primo il mio?

Romina PERGOLESI. Perché poi non si vota il mio.

PRESIDENTE. Ha fatto un sub emendamento all’emendamento …

Sandro BISONNI. Glielo avete fatto fare voi!

Romina PERGOLESI. No.

PRESIDENTE. Non è così.

Romina PERGOLESI. Dottoressa, mi scusi, semplicemente per imparare, ci sono due emendamenti che chiedono la soppressione dell’articolo 24, giusto? Uno a firma del Consigliere Bisonni ed uno a firma mia. Il suo è stato presentato per primo, se votassimo il suo e venisse bocciato decadrebbe anche il mio. Perfetto.
Nel momento in cui io presento un sub emendamento, che forse verrà approvato o meno, che va a modificare il suo, il secondo emendamento di soppressione dell’articolo 24, dovrebbe essere in teoria votato prima o sbaglio?

PRESIDENTE. No, perché votiamo sul primo atto che è l’emendamento e il sub emendamento va ad incidere sull’emendamento. Non è che possiamo votare tutto, cioè …

Romina PERGOLESI. Allora mi spiace, ma ritiro il sub emendamento

PRESIDENTE. Sub emendamento 24/1/1 a firma della Consigliera Pergolesi. Ritirato.

Emendamento 24/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 24/2 a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.

Emendamento 24/3 a firma del Consigliere Bisonni. Ritirato.

Articolo 24. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Bisonni, Celani, Marcozzi.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 25. Soppresso.

Articolo 26. Soppresso.

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 28.
Emendamento 28/1 a firma della Consigliera Pergolesi. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. La modifica alla proposta vuole garantire la possibilità da parte dell’autorità competente di verificare la completezza della documentazione all’atto della presentazione dell’istanza.
Questo è possibile senza andare in contrasto con la norma nazionale che non specifica che la pubblicazione sul sito web da parte dell’autorità competente debba essere contestuale alla presentazione dell’istanza. In questo modo si consente di applicare l’articolo 6, comma 1, della legge 241/1990 che prevede la verifica della ammissibilità dell’istanza da parte del responsabile del procedimento. Questa è l'illustrazione dell'emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 28/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 28/2 a firma del Consigliere Giorgini. Ritirato.

Emendamento 28/3 a firma del Consigliere Giorgini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 28.
Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Fabbri e Giorgini.

PRESIDENTE. Articolo 28. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Giorgini.
Favorevoli: Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Celani, Fabbri, Giorgini, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Pieroni, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 28 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 29.
Emendamento 29/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Con questo emendamento si vuole subordinare il trasferimento dei fondi dalla Regione agli enti locali, aziende di servizio e fondazioni, alla pubblicazione degli emolumenti che percepiscono i dirigenti di associazioni, fondazioni, eccetera, per avere una maggiore trasparenza.
Ho fatto rilevare questo in Commissione, mi è stato risposto: “Questo vuol dire che blocchi tutti, perché se non li hanno pubblicati blocchi i finanziamenti”.
E' molto semplice, lo posso dire anche in maniera dialettale: “Vuoi i soldi? Se mi fai vedere quanto prendono i tuoi te li do, sennò non te li do”.
Questo principio così semplice che viene dalla tradizione popolare non è stato accolto, mi auguro che in questa sede venga approvato.

PRESIDENTE. Emendamento 29/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 30. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 31.
Emendamento 31/1 a firma del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 31, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 32. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 33.
Emendamento 33/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 33/1. Ritirato.

Articolo 33. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 33 bis.
Emendamento 33 bis/1 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 33 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 34. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 034 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 034 bis/1 a firma del Consigliere Fabbri, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Piergiorgio FABBRI. Con la presente modifica si propone di adeguare la deliberazione n. 127 del Regolamento di partecipazione dei cittadini alla tutela della salute sia ai principi espressi dall’articolo 1 della legge 23 dicembre 1978 n. 833, istituzione del Servizio sanitario nazionale, che dispongono che l’attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle Regioni, agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini, sia ai principi espressi alla pagina 208 del Piano sanitario regionale la partecipazione dei cittadini rappresenta il presupposto fondamentale di una politica sanitaria che li pone al centro del sistema.
La qualità dell’assistenza sanitaria deve pertanto essere sempre più legata al coinvolgimento attivo dei cittadini e delle loro associazioni sia nella fase di programmazione dei servizi che di valutazione della qualità delle prestazioni, quindi il comma 3, dell’articolo 4 del Regolamento regionale del 9 aprile 2015, n. 6 è sostituito dal seguente: “Per garantire l’esercizio dei compiti previsti all’articolo 3, il Presidente convoca il rispettivo Comitato con cadenza almeno semestrale” - e questo già esiste - si aggiunge “Le riunioni dei comitati di partecipazione sono pubbliche. Alle riunioni dei comitati possono partecipare senza diritto di voto i rappresentanti delle organizzazioni attive sul territorio in campo sociale e sanitario che ne facciano richiesta”.
Questo, come gli emendamenti che ho presentato in precedenza sulle modifiche di altre normative in campo sanitario, per favorire la partecipazione dei cittadini e delle associazioni alla discussione per la riforma sanitaria che in questo momento purtroppo non avviene.

PRESIDENTE. Emendamento 034 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 034 bis/2/1 a firma dei Consiglieri Celani e Zaffiri. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. C’è stata una discussione qualche ora fa e mi sembra di aver capito che abbiamo raggiunto una mediazione in questo senso, considerato che non si può andare di mese in mese perché già di figure meschine ne stiamo facendo troppe.
Ritenuto che probabilmente anche un mese è lo stesso e non serve nemmeno per calmare un po’ gli animi, ritiriamo questo emendamento che prevede 3 mesi purché chi ha fatto l’emendamento che prevede un mese concordi nello stabilire “2 mesi”, quindi si ha una proroga al 30 giugno. Su questo io ed il Consigliere Zaffiri siamo d’accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. L’emendamento è stato fatto dalla I Commissione, e con l'Assessore eravamo d’accordo su questo, ne abbiamo parlato prima per uscirne in maniera tranquilla con i tempi e concordare la proposta dei due mesi. Adesso dobbiamo fare il sub emendamento per i due mesi.

PRESIDENTE. Sub emendamento 034 bis/2/1. Ritirato.

Sub emendamento 034 bis2/2 a firma del Consigliere Giacinti, Celani, Traversini. Ha ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Francesco GIACINTI. Alla luce di quanto emerso da questa discussione sub emendiamo il mio emendamento 034 bis/2 con la data del 30 giugno 2017 anziché 31 maggio 2017.
Si impone dopo il sub emendamento una Commissione volante, se vogliamo possiamo farla anche qui, per introdurre l'urgenza che altrimenti resterebbe esclusa dal provvedimento.

PRESIDENTE. Votiamo il sub emendamento, poi chiederei a tutti i Consiglieri di rimanere in Aula per fare una riunione di un minuto.
Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Sono basito di fronte ad un comportamento di tal fatta della politica.
E’ stata fatta la II Commissione ed io ero ospite gradito del Presidente Traversini, è venuta fuori la legge che prorogava di 5 anni, poi la stessa maggioranza ha fatto un emendamento che prorogava di 4 anni, cioè il gioco dei pupi, noi di fronte a questa cosa vogliamo tirarci fuori ed essere seri per cui ci asteniamo e prendiamo le distanze dal comportamento della maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. Sub emendamento 034 bis/2/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 034 bis/2 a firma della I Commissione. Decaduto.

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta per dar modo alla I Commissione di riunirsi.

La seduta è sospesa alle ore 18,55.

La seduta riprende alle ore 19,00.

PRESIDENTE. Consiglieri, proseguiamo la seduta.

Articolo 34 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 34 ter.
Emendamento 34 ter/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Chiedo un po’ di attenzione così che i Consiglieri non possano dire di essere stati distratti.
L’articolo 34 ter va a normare le disposizioni per il personale dei gruppi, io ne chiedo la soppressione semplicemente perché una sentenza della Corte Costituzionale ha già dichiarato, per una legge identica presentata dalla Regione Abruzzo, l’incostituzionalità dell’articolo in questione, perché si applica a tutti i limiti previsti dal decreto legislativo 78 del 2010.
Ne chiedo l’abrogazione perché sicuramente la legge verrà impugnata e noi ci accerteremo che questo avvenga perché per noi questa norma è assolutamente illegittima.
Chiedo l’appello nominale sia dell’emendamento che dell’articolo a nome dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri, Giorgini. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 34 ter/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto dai Consiglieri Pergolesi, Fabbri, Giorgini.
Favorevoli: Bisonni, Fabbri, Giorgini, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Contrari: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Nessuno.

(l’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 34 ter. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri, Giorgini.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Celani, Cesetti, Fabbri, Giorgini, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 34 quater (articolo aggiuntivo)
Emendamento 34 quater/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Chiederei ai colleghi della maggioranza di ascoltare bene così c’è un voto consapevole.
L’articolo 14 della 34/2014 prevede, a decorrere dall'1 gennaio 2015, una riduzione per scaglioni dell’assegno dei vitalizi fino al 31 dicembre 2017, quindi una riduzione dei vitalizi fino al 31 dicembre 2017.
Con questo emendamento proponiamo di posticipare questa trattenuta sui vitalizi fino al 31 maggio 2020, considerata la crisi permanente in cui versa il Paese e dalla quale non riesce a tirarsi fuori.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo l’appello nominale anche a nome dei Consiglieri Maggi, Giorgini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Coloro che già ricevono il vitalizio danno un contributo di solidarietà, giusto? Bene, lei propone di allungare …

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Una domanda per capire: in pratica votiamo che altri, non noi, allunghino il periodo nel quale versano una percentuale.
Non mi pare una cosa corretta, potrei decidere qualcosa che riguarda i nostri stipendi, noi non prendiamo i vitalizi (…) Ho capito, però noi stiamo decidendo per qualcun altro. Molto comodo e domani facciamo i belli sui giornali decidendo che altri, che non siamo noi, né parenti, né amici, però non mi pare … Parliamo di gente che è stata seduta in queste Aule prima di noi e decidiamo di far fare loro una azione, mi sembra una cosa …, ci sono tanti modi volgari per definirla.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Voterò a favore dell’emendamento del Consigliere Maggi per una ragione molto semplice, credo che sia giusto e un fatto di giustizia, e spiego perché.
Mi fido del dettato normativo che non conoscevo, nel 2014 per i vitalizi in essere è stato previsto un cosiddetto contributo di solidarietà per la crisi economica fino alla fine di quest’anno, il Consigliere Maggi dice: siccome la crisi è in atto, non sembra cessare, noi lo proroghiamo fino al 2020. Penso che sia una cosa giusta e tra l’altro è coerente con quello che recentemente ha fatto la Camera dei Deputati, il cui Ufficio di Presidenza è intervenuto, giustamente dal mio punto di vista, ed ha previsto un cosiddetto contributo a carico degli ex Parlamentari, cioè di quelli che percepiscono un vitalizio sopra i 70.000 euro.
Trattandosi di contributi di solidarietà ritengo che prorogare sia una cosa giusta, tra l’altro di buon senso in questo momento e penso che sia un segnale importante che noi possiamo dare anche coerentemente con quello che ha fatto la Camera dei Deputati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Questo emendamento, poi interverrà il capogruppo ed altri colleghi, mi dà la possibilità di ricordare che in quest’Aula, nella legislatura che si è chiusa, sono stati compiuti atti, a mio avviso, coraggiosi perché sono andati e vanno nella direzione del rafforzamento della democrazia per un rapporto più diretto tra eletti e comunità marchigiana.
Ne cito uno: la riduzione del numero dei Consiglieri regionali, da 43 a 31, come pure l'abolizione del vitalizio perché qui è comodo dire si poteva fare, ma sta di fatto che è stato fatto in quella legislatura lì e se fosse stato fatto due legislature prima il vitalizio non ci sarebbe più stato.
Parliamo di dati di fatto, i Consiglieri che erano qui hanno deciso, e una parte di quei Consiglieri erano e sono qui, quindi questo è un dato di fatto.
Ricordo queste due cose: la riduzione del numero dei Consiglieri, l’abolizione del vitalizio.
Su questo provvedimento però, su questa tassa di solidarietà a me sembra di aver letto che alcuni Consiglieri, appartenenti ad un gruppo politico, che tuttora godono dei vitalizi, non voglio fare i nomi, ma i giornali li guardate come me, hanno fatto ricorso a questo provvedimento, alcuni ex Consiglieri regionali ed ex Assessori hanno fatto ricorso a questo atto, credo che voi ne siate informati come lo sono io.
In un momento come questo, proprio perché ci sono state delle riduzioni in alcuni casi sostanziali, in altri no, voglio ricordare la sobrietà di questa Regione, penso che vada ricordata. Mai nella storia della Regione Marche c’è chi ha percepito il vitalizio a 40 anni, le indennità sono di gran lunga inferiori ed alcuni giorni fa un autorevole parlamentare del Partito Democratico ha ricordato i vitalizi, anche quelli vigenti, che sono concessi in alcune Regioni (Umbria, Marche, Toscana, Veneto) che sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli delle altre. Potremo discutere sull’istituto del vitalizio, sul fatto che c’era, che oggi non c’è più, sul fatto che magari è stato portato troppo per le lunghe, però su questo provvedimento a me pare che stiamo facendo il contrario di quello che abbiamo fatto sulle vongole, ovvero lì abbiamo prorogato e non deciso, qui se approviamo l’emendamento del Consigliere Maggi non proroghiamo, ma assumiamo una decisione e, per quanto mi riguarda, concordo con quanto ha detto l’Assessore e credo che in un momento come questo, proprio perché si tratta di un contributo di solidarietà, facciamo un atto di responsabilità.
Come già ha detto l’Assessore Cesetti, la mia non è una dichiarazione che impegna il PD, perché queste dichiarazioni ognuno le fa a titolo personale, però per quanto mi riguarda voto favorevolmente l’emendamento Maggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Vorrei ribattere alla domanda dell’Assessore Casini, perché capisco, Assessore, l’eleganza del suo ragionamento, noi stiamo decidendo di soldi che non sono nostri, ma sono dei colleghi, però le voglio far notare che qui si tratta sostanzialmente di prendere una posizione, secondo il mio punto di vista, se uno è favorevole o contrario ai vitalizi.
Personalmente sono contrario ai vitalizi, quindi questa trattenuta va a favore del mio ragionamento.
Le faccio notare anche un’altra cosa: tutte le leggi che noi facciamo in quest’Aula, non le facciamo solo per noi, perché quando decidiamo della sanità, quando decidiamo delle case popolari, su qualsiasi cosa, decidiamo per tutti i marchigiani e tante volte ho visto approvare con disinvoltura delle leggi che decidono il destino di tanti marchigiani e non capisco perché, quando si tratta di parlare di vitalizi si facciano tutte queste remore.
La sua osservazione è elegante, la capisco, però osservo: 1) tutti quanti dobbiamo esprimere, ed io personalmente la esprimo, penso che sia condivisa, una posizione chiara sui vitalizi, cioè di contrarietà; 2) questo contributo di solidarietà è giusto; 3) tutte le leggi che noi decidiamo in questa Aula hanno influenza non solo su noi stessi, ma su tutti i cittadini, per cui questa non è altro che una norma come tante altre.
Non trovo niente di scandaloso nell’approvare questo emendamento del Consigliere Maggi ed io voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Consigliere Bisonni, nessuno ha in mente di non essere in questo momento ..., ecco il perché della condivisione di questo emendamento anche da parte di Uniti per le Marche.
Oggi rispetto agli anni passati stiamo vivendo un momento di difficoltà del sistema socio-economico, quindi è chiaro e giusto che questo emendamento preveda la scadenza naturale della legislatura, non possiamo impegnarci anche per i Consiglieri che arriveranno.
Credo che sia un emendamento, per quello che ci riguarda, con tutte le giuste valutazioni fatte anche in maniera così ..., senza prendere la parola dell’Assessore Casini, che è rispettosa, però noi siamo la continuità di altri Consiglieri, quindi chi verrà dopo di noi, sono certo, che avrà il rispetto per noi e per quelli che ci sono stati. Rispetteranno il percorso fatto da altri perché questo periodo è particolare, collegato ad un momento di grande difficoltà economica e sociale della nostra regione, collegato ad un momento di criticità dovuto al drammatico sisma, credo quindi, che la maggioranza non abbia difficoltà a dare questo segnale.
Aggiungo che questa ulteriore posizione nasce da un lavoro, da un percorso fatto dal centro sinistra, in particolar modo, e dal precedente Consiglio.
Siamo stati la prima Regione in Italia ed abbiamo fatto un percorso virtuoso; il Consigliere Giancarli ha ricordato alcuni punti, io evidenzierei anche quello fatto per ridurre i costi della Giunta, siamo passati da 10 a 6 Assessori, con tutte le difficoltà che oggi stiamo vivendo, chiaramente è stato un messaggio forte, come l'annullamento di tutti i benefit che venivano dalle vecchie legislature, legittimi e quant’altro. La passata maggioranza di centro sinistra, insieme a tutto il Consiglio regionale, prima della vostra presenza in questa Aula, ha annullato i benefit, tant’è che siamo stati tra le prime Regioni italiane dal punto di vista della virtuosità per il percorso portato avanti. Per non parlare poi del taglio delle indennità, che abbiamo fatto, prima Regione in Italia, sempre per essere i primi, e voi non eravate presenti in questa Aula, ed oggi siamo, se non sbaglio, se non la prima, la seconda Regione in Italia che, questo lo potete verificare anche voi, ha fatto queste scelte sull'indennità.
Questa ulteriore proposta il gruppo Uniti per le Marche la trova condivisibile e la sosterrà, però bisogna ricordare tutta una serie di atti, di iniziative e di azioni che hanno fatto sì che, non dall'ultima legislatura, ma dalle passate, la Regione Marche, questa Assemblea, sia sempre stata molto attenta, grazie ai suoi amministratori. Non ultima la vicenda, ce lo possiamo anche dire, anche lì ognuno faccia un esame di coscienza, in cui 56, 57, 58, neanche so, Consiglieri sono stati indagati e poi prosciolti o assolti. Nessuno, mi è sembrato, in questa Aula ha detto: “Anche la giustizia ha portato a questo riconoscimento”. Non mi sembra che da parte di qualche forza politica …, contrariamente avrei voluto vedere se ci fosse stato un solo condannato, qualche forza politica di questo consesso avrebbe messo le bandiere e gli striscioni sui siti.
Anche qui, qualcuno dovrà dire dal punto di vista dell’onestà intellettuale: “Non sono stato molto onesto”.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Mi spiace che l’Assessore Casini si sia allontanata momentaneamente, magari glielo farò presente, qui di fatto non si va a ledere qualche diritto precedentemente acquisito, ma semplicemente si va a prorogare quello che già, come giustamente ha ricordato il Consigliere Giancarli, la vecchia legislatura aveva pensato di attuare perché siamo in uno stato di crisi profonda e ci sono persone che non arrivano a fine mese. Semplicemente andiamo a prorogare una riduzione del 15% su indennizzi che arrivano anche a 5.000 euro.
Stiamo parlando di questo, non credo che si chieda un sacrificio così enorme da parte degli ex Consiglieri, visto che loro stessi, come giustamente è stato ricordato in Aula, si erano ridotti il vitalizio. Semplicemente si chiede una proroga. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Non vorrei essere irriverente nei confronti di questa Aula, ma la discussione sui vitalizi è forse l’ultimo esempio di come dobbiamo cambiare marcia rispetto alle proposte di legge, le famose omnibus, perché oggi abbiamo parlato di tutto, dalla RU486, alle falde acquifere, ai pozzi artesiani, mancavano i vitalizi che puntualmente sono arrivati alle ore 20,00. Penso che sia inutile a quest'ora fare un dibattito di questo tipo, ma intendo ribadire l’irriverenza di queste proposte di legge.
Per quanto riguarda il merito, siccome si tratta di una proroga che altri Consiglieri prima di me in questa Aula hanno già fatto, penso che non ci sia lesa maestà se lo facciamo anche noi, per quello che mi riguarda voto a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Effettivamente in questo omnibus abbiamo visto un po’ tutte le materie di competenza di questa Regione.
Voglio fare due precisazioni, non capisco ciò che ha detto l’Assessore Casini, e cioè facciamolo per noi, non facciamolo per gli altri, ma noi le leggi le facciamo per i marchigiani, le facciamo per tutti, perché quando si parla di determinate cose, soprattutto dei costi della politica, non dobbiamo rapportarci con chi sta qui o con chi c’è stato, ma con chi sta fuori. Ad esempio io ho 27, 28 anni di contributi e sono uno di quelli, insieme a tanti di voi, tanti di noi qui in questa Aula e soprattutto fuori, a cui la Fornero in una notte ha spostato la pensione in avanti di 4 anni, perché il Paese era in difficoltà, perché c’era bisogno di fare sacrifici. Quindi questa è una scelta come quella.
Riconosciamo e diamo atto che la Regione Marche ha fatto negli anni passati, oltre a quelle che abbiamo fatto noi, delle scelte e questa Assemblea ha abolito totalmente i finanziamenti ai gruppi.
Siamo sulla buona strada, senza demagogia e guai a chi parla di demagogia su queste tematiche perché non è demagogia, altrimenti ciò che ha fatto la Fornero è la demagogia del secolo, in una notte ha spostato in avanti di 4 anni la pensione a tutti i comuni mortali, credo che se serva lo si faccia, ma facciamolo anche noi.
Questa proposta va bene, so che ci sono dei ricorsi, alcuni Consiglieri su questa proroga hanno fatto un ricorso, io dico e lo dichiaro che per me, a maggior ragione, è un motivo in più per votare favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Faccio mie le parole del Presidente Volpini perché credo che la discussione lunga ed estenuante di oggi su temi completamente diversi ci insegni che leggi di questo genere non aiutano la buona e corretta amministrazione e lo svolgimento del nostro ruolo in Consiglio regionale, quindi, Presidente le anticipo che le scriverò per chiedere all’Ufficio di Presidenza e alla Giunta di evitare in futuro altre proposte di legge di questo genere perché è difficile anche riuscire a valutare questioni così diverse.
Oggi abbiamo parlato di interruzione di gravidanza, di vitalizi, di foreste, di acque, chiaramente un dibattito non può essere ordinato, non può essere istruito a criteri di approfondimento.
Nel caso di specie, che non pensavo oggi dovessimo trattare, però non ci asteniamo dal prendere una posizione, lo hanno già detto altri colleghi, il contributo di solidarietà ha una caratteristica e in una fase di crisi, in una fase di difficoltà, viene chiesto un contributo a chi ha degli emolumenti più ricchi. Questa cosa non avviene solamente per i vitalizi, avviene anche sulle pensioni, ricordo che esiste un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte ed è sempre esistito nella storia repubblicana, nelle fasi di crisi e di difficoltà. E' successo, ricordo, anche all’inizio della crisi sulle pensioni di Banca Italia, sulle pensioni di molte persone.
Si interviene chiedendo un contributo temporaneo per aiutare chi sta peggio, quindi credo che quell’idea, come altri colleghi che sedevano in questa Assemblea all’epoca, che prevedeva auspicabilmente una fine di questa lunga fase di crisi, oggi possa essere ulteriormente sposata e sostenuta.
Per questo abbiamo presentato insieme ai Consiglieri Rapa e Maggi un sub emendamento che è meramente tecnico, nel senso che consente anche a due capigruppo di maggioranza di sottoscrivere il medesimo senso della proposta avanzata dal Consigliere Maggi, quindi voteremo questo sub emendamento che presentiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. La replica a quanto ha detto il capogruppo Busilacchi, ovviamente il gruppo ci tiene a mettere la bandiera su questa cosa, ma ci tiene di più - se gli altri capigruppo vogliono firmare l'emendamento io sono ben contento della firma di tutti - ad avere l'unanimità o quasi su questo argomento così importante che, secondo me, politicamente è un passo importante per avvicinare la politica alla gente, la popolazione che si è allontanata dalla politica.
Se i capigruppo firmano o tutti i Consiglieri firmano sono ben lieto, non è una battaglia di parte, è una battaglia di giustizia nei confronti di questa crisi che sta attanagliando tante famiglie e le sta facendo soffrire.

PRESIDENTE. Sub emendamento 34 quater/1/1 a firma dei Consiglieri Busilacchi, Maggi, Rapa, Traversini, Leonardi, Fabbri, Celani, Malaigia, Giorgini, Zaffiri, Pergolesi, Pieroni, Cesetti, Bisonni, Giancarli, Urbinati, Volpini, che sposta la data al 30 maggio 2020. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 34 quater/1. Decaduto.

Articolo 35. Soppresso.

Articolo 35 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 36.
Emendamento 36/1 a firma del Consigliere Giancarli. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. La proposta di legge omnibus contiene tutto lo scibile umano, quindi abbiate pazienza.
L’articolo 36 prevede l’abrogazione di numerosissime leggi regionali, allora chiedo agli Assessori presenti di avere spiegazioni circa l’abrogazione della legge regionale sul recupero dei centri storici minori, che è stata negli ultimi anni finanziata in maniera formale ed irrisoria, leggo addirittura poche migliaia di euro.
Non mi sembra che in generale i centri storici siano nelle migliori condizioni, poi adesso a parte abbiamo il discorso del terremoto, quindi mi aspetto che ci siano degli strumenti normativi che possano sostituire la legge di cui chiedete l’abrogazione.
Stessa cosa per quel che riguarda l’abrogazione dei contributi annuali alla Fondazione Romolo Murri, ditemi se effettivamente la figura di Romolo Murri è stata ormai sufficientemente esplorata, quindi non occorre più approfondirla, e se l’opera è stata esaustivamente approfondita non occorre indagare oltre e consentire la divulgazione delle sue idee e delle sue opere.
Due normative tra le tante di cui chiedete l’abrogazione, per capire un po’ il senso di questo articolo 36. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Chiedo scusa ai colleghi perché capisco che intervenire a quest’ora crea anche qualche disagio a chi ascolta o a chi aveva organizzato la giornata in modo diverso.
Su questo vorrei in qualche modo ripetere quanto ha detto il Consigliere Fabbri, non sono fra i proponenti di questo provvedimento, quindi la complessità di questa legge, quella architettura istituzionale a cui ha fatto riferimento stamane il Consigliere Celani e la complessità della stessa che porta …
Questa mattina avevo già annunciato il ritiro dell’emendamento 36/1, allora voi vi cheiderete: “Perché interviene?” Intervengo perché alcuni giorni fa ci è stato fatto notare che, e prima ne avevo parlato con il Presidente della Commissione Volpini, con la Vicepresidente Leonardi, anzi sarei pure leggermente superstizioso, però lasciamo stare questi aspetti, questa disposizione dei 100 metri fra i centri abitati e le sale del commiato forse esiste soltanto nelle Marche. Questo non significa che il provvedimento non abbia una sua validità, anzi, sapete quanto stimi il Consigliere Marconi, a volte, magari, sulla legge 194 possiamo pure scontrarci, tra l’altro questo andrebbe discusso perché non è quello che appare, un conto è l’applicazione di una legge, altra cosa sono gli aspetti etico-morali e scientifici che vanno portati avanti.
Stavo dicendo perché intervengo: i contenuti di questo emendamento vanno portati in Commissione - credo che interverrà anche il Consigliere Marconi - dobbiamo costruire - per noi una legge non è il vangelo - una modifica ricordando che all’approvazione della legge era giunta una lettera brutta, irrispettosa, che non toccava il modo di fare dei Consiglieri regionali delle Marche, perché il nostro modo di agire è corretto e trasparente, quindi, in modo trasparente, con la massima serietà, con tutta la verità che un aspetto come questo richiede, dobbiamo costruire una proposta che sia rispettosa dei vivi e che consenta alle persone, che purtroppo ci lasciano, il giusto saluto, il giusto e meritato saluto.
Su questi aspetti in Commissione dobbiamo costruire - prima ne parlavo anche con l’Assessore Pieroni, che evidentemente come Assessore alla cultura considera questo uno degli aspetti della vita delle comunità - con la massima cautela, con il massimo equilibrio, con la massima responsabilità, una proposta da portare quanto prima in Aula perché non vogliamo essere un’eccezione, ma non vogliamo nemmeno ignorare le modifiche che l’Aula stessa ha approvato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Non so se l’Assessore Pieroni entra in questa competenza per la mobilità delle casse da morto in regione a scopo turistico, ma non è questo, c’è un problema serio, esiste un problema serio in alcune Asur, non le nomino, in quanto sembra che ci sia una diversità di comportamento.
Caro Consigliere Volpini, purtroppo nelle applicazioni non siamo sempre precisi e puntuali, sennò staremo in paradiso, e questo è un problema che va affrontato, quindi sono d’accordo con il Consigliere Giancarli.
Ho preparato un sub emendamento, ritengo giusto il principio che fino a prova contraria è stato approvato all’unanimità, con la sola astensione dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle, ci siamo espressi tutti, ci sono state due ore di dibattito, tutti convintamente, quattro mesi in Commissione senza nessun rilievo, però non abbiamo preso in considerazione l’applicazione concreta di questi 100 metri, forse questa è stata l’unica leggerezza alla quale dovremmo porre solido rimedio. Nelle Marche non esiste un territorio sgombro per 200 metri, non esiste, è stato un vulnus, nel senso che dovremmo arrampicarci in montagna, in zone purtroppo oggi spopolate anche a causa del terremoto, non esiste anche lungo le spiagge perché ci sono tante case. Quindi il sub emendamento prevedeva “100 metri”, ma in considerazione delle civili abitazioni, delle aree urbane di edilizia residenziale pubblica e privata, questa dovrebbe essere l’unica area in cui circoscriverle, mentre in tutte le altre la possibilità che questo avvenga … Però come dice giustamente il Consigliere Giancarli “ragioniamola”, e allora “ragioniamola” in maniera approfondita tenendo presente i principi che abbiamo già stabilito.

PRESIDENTE. Emendamento 36/1. Ritirato.

Articolo 36. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 36 bis (Articolo aggiuntivo – dichiarazione d'urgenza)
Emendamento 36 bis/1 a firma della I Commissione relativo alla dichiarazione d’urgenza. Lo pongo in votazione ricordando che è necessaria la maggioranza assoluta.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Emendamento coord tecn/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)
 
PRESIDENTE. Coordinamento tecnico. Prima di passare alla votazione ve lo devo leggere: “Coordinamento tecnico formale alla p.d.l. 130. Articolo 6 (Modifica della l.r. 33/1989): il comma 2 bis va eliminato in quanto la soppressione del comma 2 dell'articolo 6 della l.r. 33/1989 è già contenuta nel comma 5 dell'articolo 6. Articolo 9 (Modifica della l.r. 28/2001): al comma 1 dopo le parole: "valendosi dell'Arpam" sono inserite le seguenti: “ai sensi dell'articolo 17 della l.r. 60/1997” (correzione tecnica). Articolo 15 (Modifica della l.r. 9/2006): al comma 1 bis le parole “dell'articolo 560” sono sostituite con le parole “dell'articolo 50” e il successivo comma numerato “1 bis” va corretto con “1 ter” (errore materiale). Articolo 28 (Modifica della 1.r. 3/2012): al comma 4 bis dopo le parole: “dell'articolo 8” sono inserite le seguenti “della l.r. 3/2012” (errore materiale). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Maggi, Fabbri. Grazie.

Proposta di legge n. 130, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Talè Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Bisonni, Celani, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 132
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini, Giacinti, Rapa
“Promozione di interventi di sostegno e valorizzazione della cultura e della tradizione motoristica della regione Marche”
(Discussione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 132 dei Consiglieri Biancani, Traversini, Giacinti, Rapa.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa è una legge che ha iniziato il suo percorso quasi un anno fa ed il suo senso è quello di valorizzare la cultura motoristica del territorio come elemento identitario di competitività.
Obiettivo della legge è quello di valorizzare un’eccellenza, quella legata ai musei della moto Morbidelli e Benelli, famosi in tutto il mondo, e di contribuire alla creazione di un inedito spazio innovativo a Tavullia, ricordo che Tavullia è il Comune dove è nato Valentino Rossi e dove oggi ancora risiede.
La predisposizione di questa legge è già stata inserita nel Piano annuale della cultura 2016 e con un mio emendamento avevo chiesto di poter portare avanti un provvedimento che potesse valorizzare e promuovere la cultura motoristica delle Marche. Non siamo riusciti a farlo nel 2016, quindi adesso si provvede a fare questa legge che deve creare e stimolare la crescita di sinergie tra i luoghi coinvolti in maniera ottimale e le attività di crescita, sviluppo, promozione, conoscenza, conservazione, fruizione pubblica delle collezioni museali del territorio, attraverso la promozione e la documentazione storico archivistica dei musei, quindi una serie di attività di promozione.
La proposta è stata condivisa insieme all’Assessore Pieroni al quale ho chiesto, ormai più di un anno fa, di fare un sopralluogo nel territorio per rendersi conto di cosa stavamo parlando e l’Assessore in occasione di quel sopralluogo è rimasto stupito dalla qualità e dal valore delle due collezioni, quindi ha accettato con entusiasmo di portare avanti questa legge.
Nel frattempo la vicina Emilia-Romagna, che ha intuito da tempo l’importanza del legame tra il territorio e la cultura e tradizione motoristica, ha portato avanti sul tema una legge.
Dal mio punto di vista la nostra regione possiede una serie di unicità ed eccellenze culturali che va promossa. Con questa legge si intende facilitare la creazione di sinergie tra i luoghi coinvolti nella tradizione motoristica, al fine di programmare attività promozionali, progetti culturali e favorire la conoscenza, la conservazione del patrimonio storico, culturale e del paesaggistico del nostro territorio che va valorizzato, messo in rete e fatto conoscere.
Ricordo che Pesaro è la città della motocicletta, lo è da oltre 100 anni, se si considera che la Moto Benelli è nata nel 1911, un marchio di assoluta importanza nella storia del motociclismo nazionale e non solo.
C’è poi la concentrazione di straordinari campioni, ho già nominato Valentino Rossi, 9 volte campione del mondo, Eugenio Lazzarini, 3 volte campione del mondo, Paolo Campanelli, 5 volte campione d’Italia, Tonino Benelli, 4 volte campione italiano e Graziano Rossi vicecampione del mondo.
L’amministrazione comunale di Pesaro ha già attivato la collaborazione con diversi soggetti protagonisti dell’attività motociclistica cittadina. Ad esempio un progetto di ampio respiro è quello delle Officine Benelli che ha visto il recupero del vecchio complesso della fabbrica con i suoi ampi e suggestivi spazi per destinarli al museo della Moto Benelli e anche di altre marche marchigiane, dal centro culturale di documentazione per la diffusione della cultura motoristica, alle sale conferenze, alla scuola di restauro, uno spazio di circa 1.000 metri quadri dove oggi sono ospitate centinaia di moto.
Altra istituzione privata di rilievo internazionale è il museo Benelli una struttura che è stata creata dalla passione di un uomo, Giancarlo Morbidelli, un industriale pesarese, che oggi ha uno spazio espositivo di oltre 3.000 metri quadrati con oltre 350 moto e viene considerato, per importanza, il secondo museo al mondo.
Assieme a Pesaro importante è il ruolo del Comune di Tavullia dove oggi ha sede la VR46 Accademy, legata a Valentino Rossi, centro di addestramento di piloti a livello internazionale. Da tutto il mondo vengono a Tavullia perché Valentino Rossi ha creato questa pista annessa ad una scuola per i giovani. Inoltre il Comune di Tavullia ha l’intenzione di realizzare un museo con tutti i cimeli di Valentino Rossi.
Occorre quindi guardare a questo patrimonio motoristico materiale ed immateriale non solo nell’ottica sportiva ed industriale, ma anche in quella della ricostruzione di una memoria, di una identità locale, dell’impegno formativo ed educativo non certo ultimo ad altri territori nazionali ed internazionali.
L’unicità di questo patrimonio e di queste risorse motoristiche si estende ben oltre i confini del nostro territorio ed è tipico di tutto il territorio dove ci sono eccellenze per quanto riguarda i motori, le aziende, i musei, le collezioni private, le scuderie, oltre le eccellenze umane dal punto di vista professionale.
L’obiettivo è quello di fare in modo che il Comune di Tavullia e quello di Pesaro, insieme alla Regione Marche, consapevoli di questa unicità, valorizzino la tradizione motoristica e la cultura motoristica presenti nel territorio.
La legge è formata da quattro articoli, oltre a me è stata firmata dai Consiglieri Traversini, Giacinti e Rapa, ed individua le finalità, gli obiettivi, i soggetti attuatori e la norma finanziaria.
Le risorse con le quali finanziare questa legge sono state già votate e previste in bilancio nel dicembre 2016. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Con tutta la simpatia e la stima che posso avere per il Consigliere Biancani e per gli altri firmatari, trovo questa legge scandalosa perché ne abbiamo moltissime confuse, mal scritte e che non trovano applicazione perché non hanno i fondi.
Questa mattina il Consigliere Marconi ha detto che non riesce a trovare 50.000 euro per il servizio agli anziani, e quando non si riesce a far fronte ai bisogni primari dei marchigiani, perché non ci sono soldi, si fa una legge per finanziare con 50.000 euro, quest’anno, il museo Benelli di Pesaro e il Fan club di Tavullia?
Sono un appassionato di motociclette, avevo il “Benellino 50” da quando avevo 14 anni, però ci sono delle priorità da seguire. Dei servizi primari per i marchigiani non sono soddisfatti perché non si trovano neanche 10.000 euro, e si danno 50.000 euro a Pesaro e Tavullia per una tradizione motoristica?
La tradizione motoristica è in tutta la regione Marche, ricordo la Ascoli-Colle San Marco, una corsa in salita per il titolo europeo, ricordo Scarfiotti che correva con la Ferrari ed era di Porto Recanati. Tradizioni motoristiche nelle Marche ce ne sono e fare una legge… poi perché una legge? Per dare 50.000 euro a Pesaro e Tavullia c’è bisogno di una legge?
Durante il bilancio ho visto che si stanziavano delle poste, i Consiglieri chiedevano di togliere cifre da alcune partite per inserirle in altre più urgenti e più meritevoli, invece in questo caso si deve fare una legge, e devo dire che non è una questione di orientamento pesarocentrico, anche se lo penso. Mi dice ora il Consigliere Giorgini che ci sono delle proposte di legge presentate a marzo, mentre le sue che sono dello scorso anno e ancora sono lì. Questa cosa così urgente mi sembra veramente …, non voglio dire altro.
Per non essere accusato di essere contrario ho presentato due emendamenti, la tradizione motoristica è di tutte le Marche, quindi si toglie Pesaro e Tavullia ed il finanziamento è di 10.000 euro, così ho fastto la mia valutazione su questa proposta di legge che, ripeto, trovo scandalosa.
Per non essere il bastian contrario e per essere propositivo questa proposta di legge, come tradizione motoristica, deve valere per tutte le Marche e per il 2017 devono essere stanziati soltanto 10.000 euro a disposizione delle manifestazioni di tutte le Marche non solo di Pesaro e Tavullia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Capisco l’ora tarda, capisco che dobbiamo sollecitare il dibattito, però quando si presentano leggi come queste credo che la discussione sia indispensabile.
Non ho niente nei confronti dei Consiglieri che hanno presentato questa proposta, capisco, qualcuno lo stimo, lo stimo probabilmente più di altri, nella sostanza sono tutti bravi colleghi, però qui bisogna chiarirsi, qui non può esseci un Consiglio Pesarocentrico. E' questo il problema! Noi proponiamo ed interveniamo anche su Tavullia quando c’è una persona che dovrebbe mettere a disposizione dei finanziamenti per fare il museo delle moto. Ma di cosa parliamo!
Lo sapete che in questa regione ci sono persone che sono barellate e pagano il trasporto sanitario? Non ci sono 50.000 euro da mettere sulla sanità per garantire questo trasporto, ma di cosa stiamo parlando? Qui 50.000/60.000 euro su un museo, chiedeteli a Valentino Rossi che forse ne mette pure 150.000 o 200.000 per farlo. Questa è una cosa seria, no un pesarocentrismo da tutte le parti, è una cosa vergognosa per questa regione, accadono cose che sono sotto gli occhi di 1.400.000 marchigiani, ma di cosa stiamo parlando?
Rispetto il Consigliere Traversini, capisco politicamente questa cosa che nasce da un territorio particolare, ma questa proposta di legge è inopportuna. In questo momento è politicamente inopportuna perché ci sono tagli alla sanità, alle categorie protette, alle categorie in difficoltà. Questo è il problema, colleghi Consiglieri! Se non ci fossero state queste difficoltà avrei detto: “Bravi” e probabilmente avrei firmato questa legge, ma, siccome siamo in una situazione difficile, non c’è il senso politico delle cose. Capisco che un territorio possa essere valorizzato con questa legge, chi non capisce queste cose? Credete che siamo bischeri?
Capiamo queste cose, però in una situazione difficile sono inopportune politicamente, se avessimo avuto una situazione facile, in cui l’Assessore alla sanità metteva i soldi in continuazione per i problemi di questo settore ..., ma sapete meglio di me cosa succede, allora rispetto a queste situazioni vi chiedo un minimo di dignità politica, comunque avete i numeri per votarla, però credo che, in questo momento, sia inopportuno politicamente presentare una proposta di legge di questo tipo e votarla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Se restauriamo la sana tradizione delle sedute notturne, che ha visto questo Consiglio regionale in altri tempi impegnato, non ci sarebbe nulla di male anche perché alla fin fine ci incontriamo 3 volte al mese, quindi penso che non ci sia nessuna difficoltà se allunghiamo e ragioniamo con estrema serenità.
Il problema è un altro, e lo dico al Consigliere Biancani, magari strada facendo cominceremo a perdere colpi, ma io sto qui, come lo sono stato prima, Presidente. Non ho fatto la dichiarazione di voto sull’atto precedente, ma vedo che girano Ansa e agenzie che non sono esattamente corrispondenti a quello che è successo.
Sono convinto del provvedimento che abbiamo preso prima, a tal punto convinto che, lo dico agli Assessori presenti, per quello che mi riguarda, l’ho detto in premessa, potete anche rifarci, perché lo scandalo non è presentare l’omnibus, lo ripeto perché la verità va rispettata, lo scandalo è fare leggine di mezza riga e impegnare in un iter che fa diventare matti le Commissioni e i funzionari. Quindi se 20, 30, 40 leggine di mezza riga, Assessore Pieroni, possono diventare un unico provvedimento, nulla di scandaloso, l’unico problema è che non devono essere l’occasione per imbarcare temi che non c’entrano nulla e fra le cose strane che ci sono successe, sulle quali chiaramente ritorneremo, è che siamo riusciti con un emendamento ad introdurre per legge una cosa che si poteva fare con atto amministrativo e, bocciando un altro emendamento, abbiamo detto che non va applicata una legge nazionale. Penso che non sia successo in nessuna Aula legislativa di dire: “La legge nazionale non deve essere applicata” per fortuna è finita 8 a 8, è finita in parità, ma che possano succedere cose di questo genere …
Nonostante tutto ciò, ho votato convintamente quel provvedimento e lo rifarei, però con le regole che ci diamo prima, con tutti i necessari passaggi in Commissione.
Un’altra cosa, mi permetto di dire alla Giunta ed all’Ufficio di Presidenza del Consiglio che è mancato, l'avevo detto in IV Commissione, un coordinamento fra le Commissioni perché quando c’è un provvedimento che le riguarda tutte, anche se poi finisce in I^, è necessario che ci sia da parte di tutti un minimo di coordinamento. In IV Commissione abbiamo fatto tre sedute e non abbiamo capito se, addirittura, una parte di quella legge era di nostra competenza o di altri. Piccoli accorgimenti penso che possano risolvere bene questa cosa.
Altrettanto convintamente, Assessore Pieroni mi rivolgo a lei, voto questa proposta di legge, la n. 132, primo, perché non sono per nulla scandalizzato del fatto che questa roba possa venire da Pesaro, da Ascoli o da un’altra parte, e voglio andare alla sostanza del provvedimento, però quello che mi preoccupa, e mi impensierisce perché me lo ricorda il Consigliere Maggi, per cui diventa uno strumento di natura politica, è che non riusciamo a ottenere il finanziamento per leggi che abbiamo licenziato in Commissione, io ci ritornerò fino allo sfinimento, saremo a fine legislatura e ancora parleremo di questo, intanto mi prenoto il risparmio di questa legge, perché se abbiamo trovato 50.000 euro nel 2017, meno 10 che vanno nel 2018, ne abbiamo 40.000 disponibili per il 2018, voglio dire che con questo e con altri provvedimenti forse arriveremo ad avere il finanziamento per la legge che la IV Commissione ha licenziato all’unanimità e alla quale manca soltanto l’ultimo articolo, che è quello sul finanziamento.
Mi dispiace che non ci sia l’Assessore Cesetti, prego l’Assessore Pieroni, che è l’Assessore competente, di prendere nota di questa proposta per cui voto convintamente anche indipendentemente da questo risultato, ma dico che sono già prenotati 40.000 euro. Poi non mi si dica fra 6 mesi che non ci sono, perché ci sono, sono qui, è già un impegno preso, visto che il Consigliere Biancani presenta 50.000 e 10.000, ce ne sono già 40.000 disponibili, penso che non sarà difficile trovarne altri 50.000 sul bilancio ordinario ed altri 100.000 sulla sanità, per una legge a cui, tra le altre cose, in quest’Aula, l’Anci ed il Cal hanno dato un parere favorevole al 100% e si aspettano che ciò avvenga, non un Comune o una realtà, ma tutti i Comuni delle Marche hanno chiesto che questo avvenga.
Porto questa legge come esempio, non come regola, perché queste cose possano essere un po’ più chiare e un po’ più determinate riguardo a decisioni che possono essere assunte e questo già in occasione dell’assestamento di bilancio, cioè la prima variazione di bilancio che faremo, penso, prima dell’estate. Sarà interessante vedere l’assalto alla diligenza da parte di chiunque perché, è chiaro, che in un momento di ristrettezza questo può avvenire e qui finalmente saremo in condizioni, tutti, di indicare le scale di priorità. Me lo aspetto dalla Giunta, me lo aspetto dai gruppi di maggioranza ed anche dai gruppi di minoranza perché nessuno è esentato, Consigliere Maggi, da questo tipo di responsabilità, ognuno deve dire, ci sono 10 milioni in più, per me possono andare tutti sull’Aerdorica, per un altro no, si possono fare 20 cose spezzettandoli e alla fine con grande responsabilità e libertà voteremo quel provvedimento.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie. Velocemente per ribadire il fatto che ho firmato questa legge, che prima si diceva scandalosa, e difendo tale firma. Qualche volta si firma senza ragionare, in realtà non l’ho mai fatto e per quanto può essere semplice, ho firmato con convinzione e credo che questo atto non sia assolutamente scandaloso, ha dei contenuti che, secondo me, sono di valore per la regione Marche, lo dico pur non essendo così legato a Pesaro, sono di quella provincia, però ho Fabriano a 25 chilometri, ho più vicino Perugia che Pesaro, quindi non è un legame con la città in quanto tale, è un legame da amministratore con una storia che esiste, che ha un valore di carattere mondiale.
Evidenzio un elemento che ha detto il Consigliere Biancani prima, seguo il motociclismo anche se ho solo uno scooter, la settimana scorsa Valentino Rossi è arrivato secondo, Morbidelli è la terza volta che vince una gara di moto mondiale e Fenati è arrivato ugualmente sul podio, sono tutti e tre di Pesaro, tutti e tre legati al movimento motociclistico di Pesaro, ma non è solo questo, c’è una storia, una tradizione fortissima. Ad esempio quando si parla di scherma, si parla di Jesi, sarebbe assurdo non pensare a Jesi, oppure quando parliamo di fisarmoniche o di altre cose …
Sarebbe impensabile non fare un progetto che valorizzi un patrimonio di questa regione, un patrimonio di carattere mondiale, ma non solo questo, non è solo la presenza di campioni che vincono la domenica, c’è una tradizione che vede presenti due musei, io li ho visitati, il museo Benelli, che è la storia della motocicletta non solo dal punto di vista motociclistico, ma anche industriale, e il museo interessantissimo di Morbidelli che forse, non è stato mai fatto vedere, mai valorizzato, a livello mondiale si pone ai primi tre posti per il numero e la qualità delle moto esposte.
Non pensare di mettere insieme un progetto in una località che ha risonanza mondiale per gli interpreti di questo sport, avere una storia e non valorizzarla, significa concedere spazio ai movimenti che si stanno attuando in Emilia-Romagna, perché la tradizione delle moto non si ferma al confine marchigiano va oltre, e commettere un gravissimo errore anche perché i 50/60 mila euro che servono non sono una cifra…, anzi sarebbero il minimo, il problema è che qualche volta approviamo leggi e non troviamo le risorse, questa è la vera gravità, non i 50.000 euro.
Credo che il valore di questa legge ci sia tutto, poi su come portarlo avanti, su come attivarci, spero che Valentino Rossi, che è il principale interprete, ed altri privati mettano dentro quello che già hanno messo dentro perché Morbidelli ha un museo privato nel quale ha investito milioni di euro, l’ho visto, con moto costruite fin dagli inizi del ‘900 che valgono decine e decine di migliaia di euro, quindi è un patrimonio importantissimo.
Credo che sia rilevante fare una legge su questo settore, come è stato fatto per altri, prima ho fatto l’esempio della scherma, parlare di scherma nella regione Marche e non mettere al centro Jesi sarebbe fare un autogol.
Questo è un passaggio fondamentale, non credo che ci sia uno sperpero di denaro, assolutamente, perché 50.000/60.000 euro non sono questi …, e il valore è sicuramente ed assolutamente alto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Vorrei essere breve e non ripetitivo però, non me ne vogliano i Consiglieri Biancani, Traversini e tutti coloro che hanno firmato e difeso questa legge, se sarò una voce dissonante e fuori dal coro.
Bene la tradizione, senza dubbio, le tradizioni sono bellissime, vanno coltivate, vanno valorizzate, vanno promosse, però mettiamoci d’accordo, facciamole tutte! Non è possibile, Assessore Pieroni che lei è il custode della cultura, del turismo, delle valenze e degli asset storico e culturali di questa regione, noi facciamo musei (i progetti vanno bene) ci mettiamo dei fondi e poi non abbiamo una lira per difendere le nostre tradizioni culturali.
Non voglio essere ripetitivo, però lo devo dire, l'altra volta, ad esempio, sono stato fatto contento e fregato, ho fatto un emendamento in sede di variazione di bilancio sulla tradizione storica, che ha una valenza nazionale, che è la nostra rievocazione storica ad Ascoli, con la promessa che con la prima variazione sarebbero stati messi 15.000 euro, nemmeno quelli, ma quella è una tradizione, una rievocazione storica di valenza non soltanto regionale, ma nazionale a cui non si dà nulla.
Ho chiesto, come i Consiglieri del piceno che mi hanno preceduto in quest’Aula, una legge ad hoc per quella rievocazione storica, per conservare quella tradizione, con tutto il rispetto per la tradizione motoristica ed i 100 anni della Benelli, 900 anni quasi, e non abbiamo praticamente speso un centesimo.
Credo che sia quantomeno inopportuno metterci i fondi, è bello il progetto perché in questo momento i progetti si fanno, nel momento in cui non ci sono risorse si fanno i progetti, in attesa di, è bene che si prendano delle tradizioni, delle eccellenze, degli asset particolari e si facciano dei progetti, però una volta la fisarmonica, e ci mettiamo i soldi, una volta Rossini, e ci mettiamo i soldi, una volta i motori, e ci mettiamo i soldi, una volta il carnevale, e ci mettiamo i soldi, è sempre quella zona lì!
Non voglio essere campanilista, però mi ci portate, sta sotto gli occhi di tutti, che gli diciamo ai marchigiani? Andate a vedere gli atti.
Se noi dobbiamo fare questa Assemblea ..., ma lo dico con tanta serenità perché oggi è una giornata pessima per le Marche, abbiamo dato una dimostrazione, avete dato una dimostrazione sulla precedente legge omnibus, io non mi ci metto, che peggiore non poteva essere, abbiamo discusso dello scibile umano senza arrivare ad una soluzione fruttuosa per la nostra collettività. Che cosa abbiamo fatto per la collettività marchigiana oggi? Quale legge le abbiamo dato? Quale giovamento ne trarrà la collettività marchigiana dalla nostra presenza qui, dalle 10,00 di stamattina alle 22,00 di stasera? Cosa diciamo ai nostri concittadini? Cosa abbiamo approvato? Abbiamo rimesso in moto il sistema economico produttivo? Abbiamo fatto una legge eccezionale che riguarda il turismo? Abbiamo rimesso in moto il sistema della ricostruzione post terremoto? Cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto un potpourri, un guazzabuglio, una sciatteria di norme e ora approviamo un progetto, mi scusi Consigliere Biancani, lo dico senza polemica perché sono amareggiato, per il museo della tradizione motoristica, mettendoci 50.000 euro.
Da questo punto di vista abbiamo poca dignità, non è dignitoso da parte nostra un comportamento di questo tipo. Si vogliono fare i progetti? Ci sono Consiglieri bravi a fare i progetti? Li facciano, ma attenti a metterci le risorse, non possiamo poi batterci il petto ogni volta che sul sociale non abbiamo una lira.
Se questa Assemblea deve diventare un marchettificio, siamo d’accordo, lo si dica però! Io non farò più emendamenti, è ridicolo, perché in sede di bilancio ho fatto l’emendamento e mi hanno detto che non c'erano fondi, però vengono messi in alcuni asset, in alcuni servizi e vengono utilizzati successivamente per fare queste cose. Dico bene? I fondi ci sono perché prima si postano e poi si fa la legge, per gli altri non ci sta nulla, per le vere e grandi manifestazioni, tradizioni culturali, non c’è nulla, però apriamo il museo.
Il Consigliere Zaffiri ha detto che ci sono delle eccellenze sui territori, vengano qua e diano qualche soldino per fare il museo, perché ce li dobbiamo mettere noi come pubblico. Noi potremmo facilitare, potremmo organizzare, potremmo promuovere questo museo, ma metterci pure le risorse ..., quando non ne abbiamo per gli eventi storici e culturali, per quelli che sono la nostra tradizione, le nostre radici. La nostra storia sta nella cultura, non sta su questo.
Questo è il discorso, mi dispiace proprio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Non dobbiamo e non possiamo mettere in contrapposizione questa legge con il trasporto sanitario, con il sociale, anche perché sul trasporto sanitario ci siamo più volte trovati insieme pure in quest’Aula, è una battaglia aperta e per quanto ci riguarda non rinunciamo, come pure ai fondi sul sociale o a quelli sulla cultura.
Sto dicendo che votare questa legge non significa rinunciare ad avere fondi - non penso che dovete essere voi a reperire risorse - per il sociale, per la cultura o per il trasporto sanitario. Questo dobbiamo averlo chiaro in testa.
Il Consigliere Traversini ha ricordato la scherma, io da circa 20 anni vivo a Jesi, non sono jesino, però so che il medagliere olimpico, ne parlavo ora anche con il Consigliere urbinati, è ricco di tante medaglie che sono venute dalla scherma di Jesi, eppure qualche anno fa, quando si trattava di istituire nelle Marche, uno per provincia, il liceo sportivo la proposta che era venuta dalla Giunta non era quella di istituirlo a Jesi, poi è stato il Consigliere Traversini in I Commissione, con un emendamento, che ha fatto assumere alla Regione quella decisione. Tra l’altro l'istituzione nella città di Jesi è stata poi armonizzata con la città di Falconara Marittima, perché il problema non sono le contrapposizioni, ma le giuste risposte alle specificità che debbono essere colte.
Ieri leggevo su un quotidiano locale che a Tavullia è andato in pensione il parroco e diceva: “C’è chi comincia a pensare che sia tempo di insegnare al nuovo parroco la cerimonia della suonata delle campane quando dalle piste del mondo giungono buone nuove, come quelle di domenica sera”, perché c’è Franco Morbidelli, c’è il giovanissimo Romano Fenati, c’è stato e c’è Valentino Rossi.
Non solo siamo in presenza, anche qui, di campioni che hanno portato le Marche nel mondo, come la scherma di Jesi, ma siamo in presenza di aspetti importanti per l’economia, anche il porto di Ancona è interessato perché le Benelli (250, 300) arrivano dalla Cina dentro i container al porto di Ancona e da qui vanno a Pesaro, dato che il controllo di qualità viene fatto a Pesaro, come pure nello stabilimento pesarese vengono prodotte altre moto di grande cilindrata, la 900 ed altre.
Ci sono alcuni aspetti che sono legati allo sport ed anche alla nostra economia, quindi non vedo una contrapposizione nella realizzazione nel pesarese perché lì è la tradizione, lì c’era la Benelli, lì ci sono i campioni, le realtà sportive delle Marche.
Mi sento in dovere di dire una parola anche su un’altra cosa, il Consigliere Traversini è da tempo animatore di un gruppo di amatori del ciclismo, ed insieme siamo stati l’anno scorso - lui è da tempo che ci va, qualche volta c’ero stato anch’io, ma adesso lo stiamo facendo in modo continuativo - al Giro d’Italia e in questi giorni le Marche hanno perso un grande campione. Il Presidente Ceriscioli ha descritto bene la figura di Michele Scarponi: un campione nella vita e nello sport, così Michele Scarponi è stato descritto dal Presidente Ceriscioli che purtroppo a seguito di un incidente stradale ha perso la vita.
Presidente, se lo ritiene opportuno, prima di procedere al voto di questa proposta di legge, facciamo un minuto di raccoglimento, nessuno ci restituirà Michele Scarponi, però credo che glielo dobbiamo per quella grande persona e per quel grande campione che era.

PRESIDENTE. Accetto la proposta e propongo un minuto di silenzio per questo nostro campione.

(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un breve intervento per dire il mio pensiero su questa proposta di legge che mi vede tra i firmatari e anche per il rispetto, come spesso faccio, del lavoro e della filosofia che ispira la nostra attività. Quindi è legittimo e più che doveroso richiamare alcune questioni che precisano il contesto in cui è maturata questa legge e le informazioni è corretto darle nella maniera rispondente a verità perché ad esempio ho sentito parlare di museo.
Questa legge non prevede alcun museo, questa legge prevede l’incentivazione e la promozione di attività che vanno nella direzione di salvaguardare la tradizione motoristica, che è anche una tradizione industriale, sportiva, tutelare un patrimonio che è non solo sportivo ma anche industriale, una tradizione tecnica che va ben oltre. Questo è il proposito che vuole perseguire la legge e per questo si impiegano delle risorse che traggono origine dal 2016, mi ricordo, perché sono il Presidente della Commissione bilancio, quando è nato questo stanziamento, al pari di altri interventi che hanno visto la luce in quello stesso periodo e che traevano origine dalla stessa motivazione.
Il Presidente Biancani ha preso quelle risorse e ci ha fatto una legge specifica, ad hoc, su questa tematica, questo va detto.
Strumentalmente si agita sempre, per far colpo, lo spauracchio della scarsità delle risorse nel settore sociale, che non è uno spauracchio, è anche la verità in certe situazioni, ma voglio ricordare a questa Assemblea che nel settore sociale, grazie anche ad un'attenzione e all'utilizzo più spinto delle risorse che stanno a cavallo tra il sanitario ed il sociale, il Presidente Volpini non c’è, abbiamo toccato il limite massimo di risorse che non era mai stato toccato in precedenza, oltre 60 milioni.
Appena ci siamo insediati le risorse che provenivano dai bilanci degli anni precedenti nel settore sociale erano ben inferiore, quindi riconduciamo un po’ le tematiche, perché è facile fare colpo buttando l’accento sulla scarsità delle risorse, sulla crisi, per dire che si trovano poi 50.000 euro. 50.000 euro erano stati trovati in precedenza per una finalità ben precisa al pari di altre.
Vi è di più, devo ritornare con lo stesso metodo di ragionamento ad una contraddizione, perché un altro tema che ci accomuna sempre, nell’interesse legittimo, giusto, nell’attenzione di Consiglieri regionali - Consiglieri regionali non della città di Pesaro, di Fermo, di Ascoli Piceno, di Macerata o di qualsiasi altra città - è che siamo chiamati a operare in una chiave e con una linea di pensiero che deve essere regionale, perché ne sarebbe sminuito il nostro ruolo. Parlo per chi mi ascolta, Consigliere Zaffiri, parlo anche per coloro che hanno visto in questa legge un museo che non c’era, per essere precisi.
Tornando alla contraddizione, il tema del terremoto ci prende tutti, ovviamente catalizza l’attenzione, e non potrebbe essere diversamente, però poc’anzi, nel provvedimento criticato dell’omnibus, quando si è cercato di toccare e di andare ad incidere sulla questione sisma modificando una norma, e le radici della motivazione erano quelle di incidere con maggiore efficacia in questa tematica, abbiamo ragionato ben diversamente.
Voglio rimarcare questa contraddizione perché quando andiamo a toccare alcuni argomenti, nella direzione che viene auspicata, a più riprese, se ci fa comodo ragionare in un altro modo smarriamo questo principio e facciamo marcia indietro.. Mi sembra giusto precisare anche questo aspetto.
Da ultimo ho sentito fare riferimento a diverse questioni relative alla dimensione regionale che ho poc’anzi detto, sono gli interventi che riguardano la fisarmonica, Rossini, il carnevale di Fano, anche la Quintana, però questa è la dimensione …

(interrompe il Consigliere Celani)

Francesco GIACINTI. Consigliere Celani mi riferivo proprio a lei infatti, nello stesso atto con il quale abbiamo stanziato queste somme c’era un provvedimento, perché tutte erano in quella famosa tabella C …

(interrompe il Consigliere Celani)

Francesco GIACINTI. Ce li abbiamo rimessi, me lo ricordo bene, al pari di questi fondi. Se le risulta che ancora mancano forse non ha seguito adeguatamente la vicenda, la segua adeguatamente perché …

(interrompe il Consigliere Celani)

Francesco GIACINTI. Tornando a noi: fisarmonica, Rossini, Fano, Quintana, motori, sono le vere dimensioni di questa regione, quindi non vedo nessuno scandalo in provvedimenti che vanno a toccare, in momenti diversi, con modalità diverse, le dinamiche, ma soprattutto le peculiarità, le caratteristiche, sotto più profili: culturale, sociale, tecnico, sportivo, della regione intera.
Mi raccomando, sennò sviliamo il nostro ruolo. In questa Aula siamo 31 rappresentanti di questa regione privilegiati, io sono uno dei 31 rappresentanti che hanno voluto in quest’Aula, non sono il Consigliere della provincia di Fermo e della città di Monturano, sono uno dei 31 Consiglieri regionali di questa regione. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Una piccola precisazione perché ho sentito dire che forse non ci si rende conto del volano turistico che mette in moto e della ricaduta economica che la regione ha da questa tradizione motoristica, da questi grandi campioni, e quindi …

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

Giovanni MAGGI. Posso riprendere? Voglio ricordare che nella mia attività, prima di diventare politico, mi occupavo di fare le campagne di comunicazione per portare gente, per …

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

Giovanni MAGGI. Mi rendo conto benissimo che con l'attività di promozione si crea nell’indotto, nell’economia della regione, …

PRESIDENTE. Scusate, per cortesia, c’è il Consigliere Maggi che sta intervenendo, prego i Consiglieri che stanno parlando a voce alta di abbassare il tono. Prego, Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Mi rendo conto perfettamente, per mestiere mi sono occupato della promozione, della comunicazione, di quello che vuole raggiungere questa proposta di legge, dico soltanto che ci sono delle priorità e sono …, non ci sono i soldi, Consigliere Giancarli, per altre cose.
Negli ospedali conosco parecchi medici e parecchi infermieri, dai pronto soccorso e dalle sale operatorie di Torrette, che se ne stanno andando via perché i turni, per ridurre le spese, sono massacranti, non ci sono le logopediste, come evidenziato nella mia mozione, per i bambini ed i ragazzi che hanno difficoltà nell’espressione, nella comunicazione. Non ci sono, vanno al Cras, vanno a prenotare e si sentono dire: “Se vuoi tra tot mesi” e ci sono persone che non hanno i soldi per rivolgersi all’assistenza privata.
Non metto in dubbio la bontà di questa proposta di legge per la promozione turistica, dico soltanto che ci sono delle priorità per cui le riserve, i fondi pubblici, devono essere dosati facendo una scala di priorità e nel mio emendamento ho messo 10.000 euro per questa tradizione motoristica spalmata per tutte le Marche.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Facciamo la verifica del numero legale.
Presenti 13,
Assenti 19.
Il numero legale non c’è.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 20,35.