Resoconto della seduta n.71 del 12/07/2017
SEDUTA N. 71 DEL 12 LUGLIO 2017

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 71 del 12 luglio 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 70 del 4 luglio, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che
sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 151 ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni, concernente: “Norme a sostegno dell'accessibilità delle persone disabili delle aree demaniali destinate alla balneazione”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera b) della legge regionale 10 aprile 2007 n. 4, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15, alla III Commissione ai fini di quanto previsto al comma 1 dell'articolo 68 del Regolamento interno ed alla II Commissione assembleare permanente ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis del medesimo articolo;
n. 152 ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi, concernente: “Disposizioni regionali sul reddito minimo garantito”, sulla quale è stata richiesta l'ammissibilità di cui al comma 2 dell'articolo 63 del Regolamento Interno;
è stata presentata la seguente proposta di regolamento regionale:
n. 6 ad iniziativa del Consigliere Giacinti, concernente: “Modifica al regolamento regionale 13 maggio 2004, n. 2 'Norme sull'utilizzazione del litorale marittimo della regione per finalità turistiche ricreative'”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente nonché trasmessa al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 265 del Consigliere Zaffiri, “Contrarietà alla ratifica dell'accordo economico e commerciale globale CETA - Comprenhensive Economic and Trade Agreement - tra Unione europea e Canada”;
n. 266 della Consigliera Leonardi, “Esenzione dal pagamento della quota di accesso e di compartecipazione della spesa sanitaria per gli appartenenti alle Forze di Polizia, Arma dei Carabinieri, Forze Armate Vigili del Fuoco”;
n. 267 dei Consiglieri Rapa, Marconi, Giancarli, “Estensione della Zona Economica Speciale (ZES) ai Comuni del cratere terremoto”;
n. 268 dei Consiglieri Zaffiri, Busilacchi, “Distaccamento terrestre VV.F. presso l'aeroporto Sanzio di Falconara Marittima e stabilizzazione del personale del Corpo dei Vigili del Fuoco”;
n. 269 della Consigliera Leonardi, “Stop CETA. Tutelare il nostro patrimonio enogastronomico e tutta la sua filiera produttiva”;
n. 270 dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, “Ricorso per la dichiarazione di illegittimità costituzionale del 'decreto legge vaccini'”;
n. 271 dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Giorgini, Maggi, “Contrarietà della Regione Marche all'accordo commerciale con il Canada (CETA)”;
n. 272 della Consigliera Pergolesi, “Condizioni di sicurezza e di riduzione inquinamento da flusso automobilistico ad Osimo Stazione”.
Il Presidente della Giunta ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 20 in data 28 giugno 2017, “Nuove disposizioni urgenti in materia di gestione dei molluschi bivalvi”;
n. 21 in data 4 luglio 2017, “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 20 aprile 2015, n. 19 “Norme in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici”.
Comunico inoltre che con nota agli atti n. 4440 dell'11 luglio 2017 il Consigliere Busilacchi ha rappresentato le proprie dimissioni da Presidente del gruppo assembleare del Partito Democratico e l'uscita dal gruppo stesso e con nota 4443 del 12 luglio 2017 il gruppo assembleare del Partito Democratico ha comunicato la nomina a Presidente del Consigliere Urbinati.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Come lei ha ricordato qualche giorno fa ho incontrato il Segretario regionale del Partito Democratico delle Marche, gli ho rappresentato le mie dimissioni da Capogruppo e la contemporanea apertura di una fase di riflessione che mi ha portato poi lunedì mattina a lasciare il PD e ad aderire ad “Articolo 1” Movimento democratico e progressista.
Questa è stata una scelta meditata, una scelta difficile, chiaramente non improvvisata, ma frutto di un percorso, di tempo, di alcune settimane, di alcuni mesi, perché non vedo più nel Partito Democratico quei valori, quelle identità e quelle scelte concrete di fondo che lo hanno fatto nascere come forza di centrosinistra nel 2007.
Dal mio punto di vista quel Partito Democratico non esiste più, si è smarrito il senso di quel progetto e ciò è testimoniato dal distacco crescente della popolazione ed anche di una quota consistente del suo elettorato tradizionale.
Al contrario credo che oggi “Articolo 1” possa portare avanti in modo chiaro un progetto politico di centrosinistra, scelte molto chiare e molto concrete sul tema del lavoro, del contrasto alla disuguaglianza, di uno sviluppo basato sulla crescita, parole che abbiamo ascoltato anche in Piazza il 1 luglio, ma anche una volontà chiara di costruire l'unità del centrosinistra che oggi non è chiara nemmeno dentro il Partito Democratico, perché non è chiaro il campo di Governo del PD, c'è un governismo che prescinde dalla coalizione, lo abbiamo visto a livello nazionale nella discussione di una legge elettorale che poteva portare a qualsiasi schieramento di Governo, da Berlusconi a Pisapia, in modo indifferente e questo comporta conseguentemente che nel merito delle questioni, delle scelte concrete, si disperda questo governismo e, a prescindere, fa perdere l'identità politica di sinistra al Partito Democratico.
Cito tre questioni che abbiamo visto nelle ultime ore, sul tema dei migranti la posizione è la stessa dei nostri colleghi della Lega, la medesima; sulla tassazione della prima casa è stata ribadita l'idea di mantenere l'abolizione della tassazione sulla prima casa anche per i ricchi, una scelta che costa 7 miliardi di euro di minore gettito che è molto poco perequativa per i ceti più deboli; sulle scelte economiche e del lavoro sono state ribadite nel corso di mesi e delle settimane scelte che si sono già confermate sbagliate (intraprese dalla destra negli anni '80 in tutta Europa) cioè l'idea che detassare il lavoro, utilizzare bonus e sgravi fiscali possa portare allo sviluppo. Queste idee non sono né vincenti, né di sinistra e non affrontano in modo strutturale le questioni dei cittadini italiani.
Da ultimo, ma non meno importante, per me è un aspetto rilevante, il PD sta dimostrando di non credere, ogni giorno lo dimostra, nel valore della discussione, anche nell'ultima direzione nazionale del PD lo abbiamo visto, non c'è fiducia in un'intesa comune, si va avanti con quello che potremmo definire il settarismo di maggioranza, non è un ossimoro, ma è un metodo, ahimè, per cui chi non è perfettamente in linea da ogni punto di vista con le scelte prese da pochi diventa un nemico del popolo.
Lo sono diventati non solamente i pericolosi Bersani e D'Alema, ma da ultimi anche Prodi, Veltroni e Franceschini che sono dei noti bolscevichi.
Io non so come si possa pensare che chi non ha fiducia nella possibilità di fare una sintesi più ampia nel proprio partito possa riunire intorno a sé una coalizione più larga, vedo che al contrario, questo percorso, che si sta cercando di fare in “Articolo 1” confrontandosi sul merito delle questioni.
Chiaramente questa è una scelta, come avete sentito dalle mie parole, che riguarda esclusivamente la linea politica nazionale, sul piano regionale dal mio punto di vista queste discussioni non mi spingono a fare dei cambiamenti di atteggiamento e di comportamento in quest'Aula, continuerò a sostenere la maggioranza di Governo della Regione, dando fede al mandato elettorale ricevuto due anni fa.
Credo che siano stati due anni positivi per i quali ringrazio tutti i colleghi, mi piace ricordare che in questi due anni la maggioranza non è mai andata sotto nemmeno su un singolo emendamento, abbiamo dimostrato grande coesione, chiaramente non mi assumo il merito di questa cosa, ma il merito è condiviso con tutti i colleghi del gruppo che ho avuto l'onore di presiedere per questi anni.
Ringrazio tutti i colleghi sul piano umano, ovviamente, cioè con tutti i colleghi di tutta quest'Aula e con tutte le persone con cui ho collaborato e collaboriamo, è stata una decisione per me molto difficile perché interrompo una storia con persone con cui ho condiviso moltissimi anni della mia vita, chiaramente cambierà sul piano politico nella interlocuzione politica a livello più generale, invece non cambierà a livello locale ed a livello regionale nel sostegno al Governo Ceriscioli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Un saluto a tutti. Oggi mi trovo nelle condizioni e nella situazione di subentrare al Consigliere Busilacchi nella funzione di capogruppo, ruolo importantissimo che il Consigliere Busilacchi ha ricoperto dal giugno 2015, quando ci insediammo, fino ad oggi.
Chiaramente nelle parole del Consigliere Busilacchi si intravede, si percepisce, quello che è un po' il solco politico nato dalle politiche nazionali, che ha influito fortemente in quello che è accaduto negli ultimi mesi.
Vorrei dire questo, innanzitutto apprezzo e sono convinto della lealtà di appartenenza del Consigliere Busilacchi al programma che insieme a noi sottoscrisse nel 2015 e che noi vogliamo portare a compimento, quindi confidiamo e siamo convinti del sostegno a questa maggioranza, del sostegno al Presidente anche se, come ho già detto e ripeto, il solco politico è abbastanza evidente.
Forse si stanno evidenziando quelle differenze che sono venute fuori nel referendum del dicembre scorso, io vorrei dire che lì la forza riformista era il Partito Democratico, quella che tentava di mettere in campo una riforma che il nostro Paese non ha avuto per più di 70 anni.
Le forze in cui ora l'amico Busilacchi (e questo voglio sottolinearlo) è andato a confluire, sono quelle forze che hanno, insieme alla Lega, insieme a Forza Italia, insieme a tutta la destra, stoppato questo percorso di riforma, quindi credo che questo sia un solco molto importante che forse porta ad una visione diversa della società e di conseguenza ad una visione diversa del nostro partito.
Penso che il Partito Democratico deve individuare e guidare quelli che sono i cambiamenti della nostra società perché la forza da cui noi deriviamo, soprattutto la forza della sinistra da cui io provengo insieme a Busilacchi e molti altri, ha avuto pochissime parentesi di Governo nel nostro Paese, ha avuto pochissime opportunità di governare il nostro Paese, quindi noi crediamo fortemente nel progetto del Partito Democratico.
Avrò per il momento la responsabilità di guidare questo gruppo di maggioranza, un gruppo molto consistente di Consiglieri, un gruppo molto importante che anche qui in Regione ha messo in campo provvedimenti importantissimi a cui il Consigliere Busilacchi insieme a noi ha lavorato e di alcuni provvedimenti ne è stato anche protagonista, noi per quanto ci riguarda, per quanto riguarda la maggioranza di questa Regione vogliamo continuare a collaborare, vogliamo continuare a governare, ma la politica è questa, spesso le strade possono dividersi, non è detto che un domani forse in un futuro anche recente possano rincontrarsi, chiaramente questo, sempre dentro un progetto rigorosamente riformista.
Ringrazio tutti per la fiducia espressa, cercherò di fare del mio meglio, soprattutto cercherò di farlo con i colleghi capigruppo delle altre forze politiche con cui già ho avuto modo molte altre volte di collaborare anche perché la nostra regione sta vivendo un momento difficile, la nostra regione a causa di eventi molto noti, sta vivendo un periodo molto più complicato delle altre Regioni.
Per il momento vi ringrazio e buon lavoro a tutti.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno. Propongo l'inversione dell'ordine dei lavori ed inizierei con le interrogazioni a risposta immediata, poi con le interrogazioni e successivamente passeremo alla trattazione del primo punto per dare tempo ai proponenti delle mozioni ed anche all'Assessore Casini di incontrarsi e ragionare su un'eventuale risoluzione unitaria rispetto al primo punto.

Interrogazione n. 454 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Malfunzionamento numero di soccorso 118 Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 454 - a risposta immediata - del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Il disservizio, oggetto dell'interrogazione, ha riguardato una quota della telefonia fissa, mentre quella mobile ha continuato ad essere attiva; tale disservizio è stato provocato da lavori di scavo che hanno interrotto temporaneamente alcune componenti essenziali per il collegamento verso le centrali del 118.
Le linee di comunicazione esistenti, che collegano le centrali operative, sono in alta affidabilità e configurate come “utenza protetta”, cioè con doppio instradamento su fibra ottica e sono state le prime ad essere riattivate.
In queste situazioni di carattere eccezionale, la procedura di Telecom prevede un’azione che attiva immediatamente le strutture operative della società. Le azioni conseguenti si esplicano negli interventi del “settore di rete” che provvede a rein-stradare progressivamente, su percorsi attivi, i flussi di collegamento per le centrali operative.
Nelle prime ore addirittura c’è stato chi ha pensato che fosse stato un blocco legato alla migrazione verso il 112, era stata data questa notizia.
C’è una nota finale alla risposta, si sottolinea che con la futura attivazione del sistema della Centrale Unica di Risposta (CUR-NUE 112) oltre alla utenza protetta ed al doppio instradamento su fibra ottica viene garantito anche un backup sempre attivo in “disaster recovery” con analoga centrale CUR che da progetto è prevista in Toscana, quindi con il 112 c’è una duplicazione ulteriore rispetto al sistema che ha oggi il 118, un elemento di rafforzamento, un ulteriore strumento in termini di sistema che anche in un caso come questo, avrebbe permesso di continuare a lavorare utilizzando in backup quella della Toscana o viceversa, se si fosse rotta quell’altra, con la nostra al loro servizio. Quindi il 112 non c’entra nulla, anzi eventualmente costituirà un ulteriore passo in avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Riteniamo che la funzionalità del 118 sia fondamentale, se un chirurgo opera e va via la luce parte immediatamente il generatore, se si guasta la linea del 118, parliamo di emergenza, occorre immediatamente avere un numero facilmente migrabile.
Detto questo un solo appunto, come è stato dato per sms l’avviso di telefonare al numero fisso, terminata la fase di emergenza era il caso di dire: è tornato tutto a posto, perché per ore si è trascinato questo fatto, giusto un'accortezza che mi sembrava dovuta.
Con la migrazione al 112 speriamo che non ci siano inconvenienti del genere, come in altre regioni purtroppo si stanno registrando, e se è vero che viene raddoppiata questa soglia di sicurezza, per cui ci sono due canali che riescono a compenetrarsi tra addirittura regioni diverse, speriamo di stare abbastanza tranquilli. Grazie e mi reputo soddisfatto.

Interrogazione n. 455 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Nuova crisi aziendale alla Bizzarri spa di Corinaldo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 455 - a risposta immediata - del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, L’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Come è noto la Bizzarri di Corinaldo è un'azienda che da 40 anni è sul mercato per un'attività di fabbricazione di componenti in legno per conto terzi.
Il 29 maggio 2017 ha avviato una procedura di mobilità per il licenziamento collettivo di tutti i 110 lavoratori in forza per cessazione dell'attività aziendale.
La motivazione è una, in parole povere la Bizzarri lavora per l'Ikea che non ha più riconfermato la Bizzarri come interlocutore per la propria produzione.
La prima fase procedurale, di 45 giorni di confronto sindacale, scade domani 13 luglio 2017 e se si conclude con un mancato accordo la competenza per legge passa alla Regione Marche, quindi domani si chiude questa fase.
Devo dire però, Consigliere Giancarli, che noi abbiamo già incontrato la Bizzarri e quindi siamo entrati un po' prima del previsto, abbiamo incontrato anche il Sindaco di Corinaldo ed era anche presente il Presidente del Consiglio regionale.
L'8 giugno 2017 io ho incontrato la Direzione aziendale e qui è emersa la volontà dell'imprenditore di cessare l'attività produttiva e la volontà di vendere l'intero o parte del complesso aziendale.
Devo dire che, Consigliere Giancarli, con molta commozione quest'uomo ha parlato di tutta la sua storia, quindi anche questo elemento non è stato da poco.
Al contempo è emerso anche l'elemento di garanzia da parte dell'azienda su alcune misure di accompagnamento previste per il personale che verrà licenziato.
In esito all'incontro precedente insieme all'Assessore Bora, che è qui presente, abbiamo coinvolto anche Confindustria Marche per un giudizio, l'abbiamo ritenuto opportuno, quindi, insieme abbiamo incontrato Confindustria, ma ci sono dei problemi perché le dimensioni dell'azienda sono di 50.000 metri quadri coperti ed ha una specificità produttiva molto particolare, difficile da riconvertire.
Da questo nostro incontro non è emerso un grande esito, la speranza è andata un po' calando.
Al momento la fase sindacale, prossima alla scadenza, passerà a quella istituzionale e quindi avremo modo di verificare la situazione sia in termini di occupazione che in termini di destino dello stabilimento produttivo.
Stiamo ancora dialogando, insieme all'Assessore Bora, per provare a vedere se le aziende marchigiane possono essere interessate all'acquisizione di almeno una parte dell'azienda.
Altro non ho da aggiungere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Il percorso che la Regione ha già fatto in questo periodo, il percorso che dovrà fare da domani ufficialmente, perché purtroppo l’intesa non si è raggiunta, deve essere molto determinato perché, come lei sa Assessore, già tre anni fa questa azienda è stata in crisi e grazie alla volontà delle associazioni datoriali, sindacali e delle istituzioni è stato possibile tenerla in vita per qualche altro anno.
Resto convinto, e la ringrazio Assessore, che noi Regione Marche con il Presidente del Consiglio, con il Presidente della Giunta, con gli Assessorati competenti faremo la nostra parte, ma, ripeto, dobbiamo essere molto determinati perché credo che con una maggiore incisività, con una maggiore responsabilità, con una volontà di investire nel corso degli anni, quell’azienda da parte della proprietà poteva essere salvata.
Assessore la ringrazio per tutto, su un punto mi sento di dissentire, un imprenditore che chiude l’azienda e licenzia 110 persone a me non interessa se si commuove, anzi dico che non deve commuoversi, deve vergognarsi.

Interrogazione n. 456 – a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Smantellamento di tre diagnostiche radiologiche presso il Poliambulatorio di Camerano e costi per lo spostamento dell’apparecchio ortopantomografo, ‘apparecchio telecomandato’ e ‘diagnostica lenta’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 456 - a risposta immediata - della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Nel 2015 la normativa prevede che, per l’esecuzione di esami radiologici ambulatoriali, oltre al tecnico sanitario di radiologia sia presente il medico specialista di radiologia. Nel dicembre 2015, a causa del numero dei medici specialisti in radiologia, nella ex zona territoriale, è stato necessario interrompere tale attività presso l’ambulatorio di Camerano. Quindi non c’era il medico di radiologia.
Il servizio radiologico è stato accorpato al poliambulatorio di Castelfidardo e le prestazioni (esami radiologici ed ecografici) sono garantite anche dalla radiologia di Loreto, Osimo, e presso il poliambulatorio 2000 di Ancona. Tale situazione si è protratta, per carenza di personale, anche negli anni successivi.
In seguito a verifica tecnica da parte dell’Asur e della impossibilità di riprendere tale attività, parte delle apparecchiature ormai obsolete sono state dismesse, mentre le strumentazioni ancora efficienti (ortopantomografo, ecografo, apparecchio telecomandato) sono state trasferite presso gli altri ambulatori radiologici dell’Asur.
Tali disposizioni hanno generato economie anche per quanto riguarda la necessità di aggiornamento della strumentazione nelle strutture in cui erano presenti apparecchi obsoleti, oltre alla cessazione del contratto di locazione dei locali di Camerano.
Quindi ciò che ha messo in moto tutto questo percorso di ricollocazione di strumenti, è il fatto che un punto in cui si erogavano i servizi, che sono molto più diffusi rispetto al numero dei medici di radiologia, è stato sacrificato facendo funzionare gli altri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Mi duole contraddirla, Presidente Ceriscioli, ma la strumentazione a cui facevo riferimento della question time è ancora all’interno del poliambulatorio perché devono smontare un gabbiottino e non c’è nessuno che abbia avuto tempo e modo, indicazioni e disposizioni di smontarlo, per cui è ancora tutto lì.
In un’altra interrogazione che ho già presentato chiedo le delibere di riferimento perché l'altro ieri abbiamo appurato, attraverso i servizi dell’Asur, che nemmeno loro sanno quali sono le delibere di riferimento che hanno previsto questo smantellamento e la chiusura del poliambulatorio di Camerano.
Lei forse non è a conoscenza e colgo l’occasione per farle presente che nelle due sentenze di Meli e Barca, vista la documentazione scientifica e le osservazioni degli esperti, si afferma che negli esami tac, risonanza ed esami contrastografici, si prevede una valutazione preliminare da parte del medico, come lei ha fatto riferimento, per verificare il rischio/beneficio e la possibilità di utilizzare tecnologie alternative, ma nella radiologia di base, cioè quella in questione del poliambulatorio di Camerano, la dose pre-esame, inferiore al millisievert, è assolutamente nel range di sicurezza, quindi la presenza del medico radiologo per verificare gli effetti dei benefici/costi non è necessaria per la presenza di sistemi di invio immagini tac e risonanza.
La giustificazione all’esposizione agli esami radiologici di base in età fertile è insita nel tipo di pratica già consolidata nelle norme già vigenti nei protocolli.
Detto questo faccio anche un appello ai dirigenti di competenza ad emanare avvisi che non siano a tempo determinato, perché questo purtroppo implica che molti medici, pur vincendo oppure pur rispondendo ai vari avvisi pubblici dell’Area vasta 2, sono poi costretti ad andare da altre parti, perché ottengono dei contratti a tempo indeterminato, questo problema non si risolverà mai, quindi mi auguro di avere anche il numero delle determine e delle delibere che è quello che ci interessa di più. Grazie.

Interrogazione n. 425
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Lavori della tratta Albacina-Serra San Quirico del Maxi Lotto 2 del progetto Quadrilatero Marche: uscita Serra San Quirico e completamento dell’intero tratto Jesi-Fabriano-Perugia”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 425 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Lo scorso 24 maggio sono stati convocati, dal Servizio regionale competente, il Comune di Serra San Quirico, l'Anas S.p.A., la Società Quadrilatero Marche-Umbria S.p.A. e Rete Ferroviaria Italiana S.p.A..
In prima istanza si è analizzata la richiesta da parte del Comune di Serra San Quirico di mantenere l'attuale rampa dello svincolo sito in località Gola della Rossa in direzione Fabriano e tutti i presenti hanno ritenuto accoglibile la richiesta previa necessaria verifica tecnica.
Nell'incontro sono emerse differenti soluzioni in relazione allo svincolo di Serra San Quirico e l'Amministrazione comunale si è riservata di valutare le alternative.
La Società Quadrilatero Marche-Umbria S.p.A. ha predisposto recentemente una soluzione semplificata dello svincolo attualmente previsto, per la quale l'Amministrazione comunale si è già espressa in modo positivo.
In merito agli impegni di Rete ferroviaria italiana in relazione al completamento dello svincolo con le opere di superamento della linea ferroviaria non è stata esclusa l'opportunità di anticipare le opere necessarie, non essendo imminente il raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara.
Per quanto riguarda la conclusione delle opere relative al completamento del raddoppio della direttrice Ancona-Perugia si evidenzia invece:
- il tratto funzionale sub lotto 1.2 - SS 318 (8,4 km) nella regione Umbria è stato aperto al traffico in data 28 luglio 2016;
- per il tratto funzionale del sub lotto 1.1 - SS 76 da Albacina a Ponte Le Grotte (carreggiata sud) è prevista l'apertura al traffico entro il terzo trimestre 2017;
per il tratto funzionale della stessa SS 76 da Fossato di Vico a Cancelli (carreggiata sud) è prevista l'apertura al traffico entro il primo trimestre del 2018.
Il completamento dei lavori è previsto entro il 2018.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Voglio ringraziarla, Vicepresidente, e mi dichiaro anche molto soddisfatto della risposta.
So che la risposta deriva dal suo impegno continuo, costante, anche due giorni fa era a Castelplanio per il raddoppio della linea ferroviaria.
Su questo percorso viario, come lei diceva, si è in una fase avanzata, però ci sono state delle intese curiose su cui giustamente la Regione, e lei in particolare, sta intervenendo perché, ad esempio, l’uscita dalla nuova superstrada, l’asse di uscita, era legata, per lo meno nell’intesa era così, al raddoppio della linea ferroviaria, ma se la linea ferroviaria arriva dopo l’ultimazione della rete viaria, di fatto sarebbe senza uscita.
Quindi a me convince molto questa idea che si sta concretizzando negli interventi puntuali perché, devo dire, abbiamo ascoltato anche l’altro passaggio fra i Comuni di Rosora, Castelplanio e Cupramontana, su cui c’è l’intesa della Regione Marche con Rete ferroviaria Italiana e con altri soggetti, su questo credo, proprio che i tempi siano imminenti, che sarebbe inconcepibile che chi arriva da Roma, dopo l’ultimazione di una arteria come quella attesa da tanto tempo, di fatto non trovi la possibilità di uscire.
La ringrazio veramente perché la vedo non soltanto presente, ma molto concreta nel suo agire. Grazie.

Interrogazione n. 411
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Micucci
“Avvio piena funzionalità del Dea, Dipartimento di emergenza urgenza dell’ospedale di Civitanova”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 411 dei Consiglieri Marconi, Micucci.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie. Punto 1. I lavori strutturali relativi al nuovo DEA dell'Ospedale di Civitanova sono terminati e sono stati attivati i posti letto di Medicina d'urgenza. Al termine delle procedure per l'acquisizione dei "pensili" tecnici saranno attivati anche i posti letto di Terapia intensiva multidisciplinare.
Si provvederà successivamente a migliorare il layout del Pronto soccorso, aumentare le postazioni di visita; l'inizio lavori è previsto a ottobre-novembre 2017 per non limitare la funzionalità del Pronto soccorso nei mesi estivi, notoriamente più impegnativi.
Al contempo, nei locali lasciati liberi dalla Medicina di urgenza sono in fase di avvio i lavori per la collocazione di una radiologia di urgenza, con tac, ecografo e apparecchio radiologico tradizionale: la previsione è per la primavera 2018. Quindi una unità radiologica dedicata che è l’ideale per la gestione del Pronto soccorso.
Punto 2. L'intera ala, ma anche il Pronto soccorso contiguo, è stata progettata per creare un'area omogenea di assistenza, nella quale si possa trovare immediata risposta a tutte le esigenze del paziente urgente. L'obiettivo è quello di ridurre i tempi di presenza in Pronto soccorso, rinviando al proprio domicilio i pazienti che non necessitino di assistenza in regime di ricovero e destinando tempestivamente alle Unità operative di pertinenza i pazienti che non possono essere trattati ambulatorialmente.
Punto 3. Per quanto concerne la dotazione strutturale, la risposta è contenuta nel Punto 1 e per quanto riguarda la dotazione organica dei dirigenti medici, essa attualmente consta di 15 unità in servizio. E' in corso di definizione con l'Asur il piano occupazionale 2017-2019 e la revisione della dotazione organica che potrà dare ulteriori risposte.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Se anche il Consigliere Micucci vorrà aggiungere mi farà piacere.
Ringrazio il Presidente della risposta. Ovviamente l’interrogazione portava una data antecedente all’apertura dei locali del Dea, che sono veramente belli, sistemati bene, in maniera funzionale. La risposta arriva immediatamente dopo la sistemazione, la riorganizzazione, l’ammodernamento del Pronto soccorso di Macerata, quindi diciamo che l’Asur 3 oggi ha in dotazione due strutture di emergenza ben messe, con tutti i crismi previsti; la differenziazione dei percorsi per quanto riguarda i vari codici e la capacità di accoglienza elevata.
Il Dea di Civitanova, anche dalla risposta che ci ha dato il Presidente, è in realtà solo all’inizio, nel senso che dispone di locali che non sono presenti come superficie in metri quadrati in nessun altro ospedale della regione, quindi potrebbe diventare il Dea più importante della regione, sicuramente importantissimo in quanto localizzato all’area centro sud delle Marche, quale posizione strategica, a due passi dall’autostrada e ad una distanza abbastanza significativa da Torrette.
Le assicurazioni del Presidente sono confortanti, l’interrogazione mirava proprio a sapere lo stato delle cose e ad augurarci che qualcosa nel giro di pochi mesi, ho sentito settembre/ottobre, possa essere completato.
Aggiungo, Presidente, solo una considerazione di carattere generale che forse riguarda l’informativa, non so se il Consigliere Micucci ha qualcosa in più da dirci, noi oggi abbiamo questa rete dell’emergenza consolidata rispetto al passato e sono passati abbastanza anni per poter capire che in un ospedale si può fare una cosa e in un altro, altre ancora, inoltre, la situazione particolare determinata dal terremoto in provincia di Macerata, quindi con il mantenimento dei punti di primo intervento a Recanati e a Tolentino che abbiamo votato in quest’Aula. Sono tutte situazioni che andrebbero un po’ meglio definite e sulle quali la popolazione dovrebbe essere più adeguatamente informata, evitando in questo senso, le inevitabili confusioni di servizi e magari qualche danno grave alla salute dei cittadini.
Lo dico perché in molti ospedali, ne cito uno, visitato ieri, ancora leggiamo scritto grosso “ospedale punto di primo intervento” quando non c’è più l’ospedale e non c’è più il punto di primo intervento. Le delibere sono chiare, ma non è che la gente va in giro con le delibere in mano e davanti all’ospedale dice “fammi un po’ vedere qui chi ci sta?”. Anche la segnaletica andrebbe modificata e dovrebbe essere rispondente a quello che effettivamente è nella realtà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Brevemente. Ha già detto il Consigliere Marconi, io approfitto della presenza del Presidente Ceriscioli e del Presidente Volpini per fare alcune piccole considerazioni, innanzitutto sui tempi. Anche a me fa piacere la tempistica che segnalava adesso il Presidente Ceriscioli, lo pregherei di verificare in corso d’opera perché a noi del luogo da diverso tempo queste tempistiche vengono dichiarate e sono certo che finalmente questa è la volta buona in quanto già i locali sono stati inaugurati, sono stati presi in carico e sono di fatto attivi, è sicuramente un buon segnale, sono certo che, anche dagli appalti che sono stati fatti in questi giorni per l’acquisizione di macchinari, i tempi che lei ci ha dato saranno certamente rispettati.
Approfitto dell’interrogazione per evidenziare altri due aspetti che in parte accennava adesso il Consigliere Marconi. Il primo, che tra l’altro è ripreso oggi da un’intervista del Direttore dell'Area vasta 3, che segnala una carenza di personale e la difficoltà a reperire lo stesso personale perché non essendoci una specializzazione di pronto soccorso, ma lavorando lì di fatto specializzati di altri settori, è chiaro che chi si specializza in chirurgia piuttosto che medicina vuole andare a lavorare in chirurgia piuttosto che in medicina, quindi il pronto soccorso diventa un ambito secondario.
Mi cade a fagiolo in questo caso la sollecitazione, che era già avvenuta in Commissione diverso tempo fa (che altre Regioni hanno attuato) dell’assunzione di medici convenzionati del 118. In questa Regione non si è riusciti ancora a fare e mi sembra una soluzione a portata di mano, Presidente, proprio per evitare che ci siano ancora diversi concorsi che vanno perennemente a vuoto e quindi non si riesca ad inquadrare nuovo personale del pronto soccorso.
L’altro aspetto a cui faceva cenno il Consigliere Marconi è il seguente, la situazione che si è ingenerata in questi anni con la riforma sanitaria, che poi è stata messa in stand by dalle vicende sismiche che hanno riattivato alcuni percorsi che erano stati sospesi, rischia di creare un po’ di confusione tra i pazienti stessi. Non è nuovo il fatto che in alcune situazioni di PP si presentano pazienti in maniera autonoma cercando cure in luoghi non appropriati, con il rischio per la salute degli stessi pazienti.
Credo che un’informativa, una comunicazione più pregnante, proprio per evitare che si ingeneri ulteriore confusione, vada presa in considerazione in questo ambito per scongiurare rischi per la salute dei pazienti. Grazie.

Interrogazione n. 436
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Utilizzo delle risorse destinate ai percorsi ciclabili e pedonali nelle aree urbane e delle ciclovie turistiche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 436 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. La Giunta regionale con delibera di Giunta regionale 784 del 10 luglio 2017, quindi qualche giorno fa, ha approvato il proprio programma per la realizzazione di interventi per lo sviluppo e la messa in sicurezza di itinerari e percorsi ciclabili e pedonali, dando attuazione a quanto previsto dal D.M. 481/2016, preciso che avevo sollecitato questa proposta, quindi mi fa piacere che me ne chieda contezza.
La P.F. trasporto pubblico locale logistica e viabilità con nota del 10 luglio 2017, ha comunicato al Ministero delle infrastrutture, l'approvazione, con atto deliberatorio, di detto programma nei tempi stabiliti dall'articolo 5 del decreto ministeriale stesso, senza dover ricorrere alla possibile proroga del Ministero, che non è un vanto, cioè l'abbiamo fatto nei tempi stabiliti negli ultimi giorni.
Non appena la delibera di Giunta regionale sarà pubblicata, verrà inviata al Mit una copia conforme della stessa, è immediatamente esecutiva quindi una volta fatta potevano anche comunicare il numero.
Il programma approvato con delibera di Giunta regionale n. 784 del 2017, già citata, individua i progetti da cofinanziare in esito allo scorrimento della graduatoria relativa ai bandi del 3°, 4° e 5° “Piano nazionale della sicurezza stradale”, in quanto i criteri e le finalità di detti bandi risultano rispondenti a quanto richiesto dal D.M. 481/2016.
Si precisa che la scelta della procedura di selezione degli interventi, sulla base dello scorrimento delle graduatorie esistenti ed in particolare delle graduatorie dei bandi dei Piani nazionali della sicurezza stradale, stesso fondo di stanziamento, è stata determinata da queste considerazioni:
in sede di Tavolo di coordinamento valutazione ed indirizzo (Mie e Regioni) - mi rendo conto in questo momento che l'Ufficio ha fatto un copia incolla del documento istruttorio che è stato mandato in Giunta, quindi avrei potuto anche non leggere conoscendolo - del 9 marzo 2017, sono state date indicazioni anche rispetto alle procedure di selezione dei progetti da inserire nei programmi di finanziamento, sottolineando la possibilità di scorrimento di graduatorie, qualora le stesse rispondessero ai criteri previsti nel D.M.. Diverse Regioni hanno scelto tale procedura di selezione in quanto garantisce il rispetto della tempistica prevista dal D.M. (l'ha già detto prima chi ha preparato questa relazione, non solo ma non si rende conto che il 9 marzo 2017 era stato deciso di utilizzare lo scorrimento della graduatoria);
per i progetti da inserire nel Programma di finanziamento deve essere garantito il cofinanziamento da parte della Regione o dell'ente attuatore se diverso dalla Regione;
la Regione, nel proprio bilancio, non ha risorse proprie disponibili per garantire tale cofinanziamento, mentre i Comuni che hanno partecipato ai bandi, avendo già programmato la realizzazione dei propri interventi ne hanno previsto in bilancio le necessarie coperture;
a seguito di specifiche istruttorie è scaturito che tra i progetti ammessi in graduatoria, ma non ancora finanziati, relativi ai bandi 3, 4, 5 dei “Piani nazionali della sicurezza stradale”, risultano presenti interventi destinati alla sicurezza della mobilità ciclopedonale in piena coerenza, questa è la quarta volta che viene detto, quindi alla fine lo sapremo bene, con il D.M. 481/2016.;
lo scorrimento della graduatoria, di cui già abbiamo parlato ampiamente nei primi 4, 5 capoversi, consente di dare risposte agli enti locali che avevano già manifestato la necessità di mettere in sicurezza percorsi ciclopedonali;
le strette tempistiche, che lei adesso ben conoscerà, del D.M. 481/2016 non avrebbero permesso l'attuazione di un bando specifico, quindi noi adesso abbiamo la chiara e completa motivazione per cui mi è stata portata soltanto il 10 luglio, perché dal 9 marzo al 10 luglio si è deciso di far scorrere la graduatoria perché non c'erano i tempi per fare un bando.
Il “Programma per la realizzazione di interventi per lo sviluppo e la messa in sicurezza di itinerari e percorsi ciclabili” individuato ed approvato è composto da due interventi - è questo che lei forse voleva sapere - il primo denominato “Rete ciclopedonale protetta - collegamento intercomunale Altidona-Pedaso” è relativo alla realizzazione di un ponte ciclopedonale che collegherà i Comuni di Altidona e Pedaso in prossimità della foce del fiume Aso, il quale garantirà una viabilità alternativa e sicura a tutti gli utenti ed in particolare al flusso di studenti che da Altidona deve raggiungere il plesso della scuola secondaria di Pedaso, tale intervento, come abbiamo detto, finanziato al 50% del costo totale con il D.M. di cui sopra.
Il secondo, denominato “Riqualificazione sistema viario urbano” è relativo alla ciclopedonalità del Comune di Chiaravalle e riguarda in particolare la realizzazione e la messa in sicurezza degli spostamenti ciclopedonali mediante riduzione dei rischi da interferenza con la viabilità principale negli itinerari urbani ad elevata percorrenza. E' un intervento finanziato per la quota residua dei fondi disponibili.
In buona sostanza è stato fatto in tempi certamente non brevi, ma l'unica cosa che si poteva fare e che avremo potuto fare probabilmente prima del 10 luglio 2017.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Assessore Casini. La sua illustrazione mi sembra molto puntuale sulle modalità e sui tempi di reazione del nostro sistema, “150 giorni ...”, si è arrivati forse anche qualche giorno dopo, chissà, perché era dal 1 febbraio che la cosa era immediatamente attuabile, siamo arrivati al 10 luglio, comunque, a me premeva che questi 422 milioni non andassero perduti dato che le ciclovie ci servono ed è un progetto su cui penso la Regione spinga in maniera particolare.
Avere avuto contezza che nella graduatoria rientrano questi due progetti mi va benissimo, mi reputo soddisfatto e sposo assolutamente le sue osservazioni sul fatto che per far scorrere la graduatoria non sono necessari 7/8 mesi. Grazie.

Interrogazione n. 334
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Retta asili nido”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 334 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. L’interrogazione chiedeva di aumentare gli stanziamenti a favore degli asili nido per rafforzare l’azzeramento delle rette, immagino per le situazioni di necessità e bisogno, ma non in generale.
E’ evidente che noi garantiamo un contributo utile al raggiungimento dello scopo che però poi è nelle mani delle stesse amministrazioni comunali, spetta a loro capire come distribuire il carico dei costi all’interno dell’utenza. Anche un innalzamento dei nostri contributi non garantirebbe quel tipo di risultato.
Ricordo che, giusto per fare un esempio, le amministrazioni non applicano l'Isee e quindi chiedono il contributo e la compartecipazione della famiglia indipendentemente dalla situazione del reddito, quindi anche l’aumento di contributi non darebbe necessariamente il risultato sperato.
Rispetto alla possibilità di individuare le risorse, saremo tutti contenti di poter aiutare in una misura maggiore i Comuni per l’erogazione di questo servizio, però ad oggi, non abbiamo individuato disponibilità anche in un quadro generale che, credo sia noto ai Consiglieri, non è di risorse eccedenti per quanto riguarda il bilancio della Regione.
Quindi la possibilità e l’opportunità di ottenere il risultato, attraverso un aumento di contribuzione, non la ritengo praticabile, volendo lasciare ai Comuni l'autonomia di come andare a distribuire la retta e l’aumento delle risorse a favore di questo servizio è nel quadro generale delle disponibilità finanziarie che il Consiglio vorrà attribuire all’atto di bilancio di assestamento, certo, che saremmo tutti quanti contenti di dare di più, ma ...

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Comprendo che le risorse sono sempre minori, però ho fatto questa interrogazione perché moltissime famiglie di nostri concittadini e conterranei sono in grande difficoltà economica.
Pur riconoscendo l’importanza degli asili nido per la socializzazione dei nostri figli, per motivi e orari di lavoro per molti genitori è impossibile tenere i figli a casa, quindi l’asilo diventa una necessità oltre che una virtù, ma pesa enormemente sulle tasche di moltissimi marchigiani che sono in difficoltà, ecco perché la Regione dovrebbe fare uno sforzo per dare maggiori contributi, capisco che le risorse sono sempre meno a livello regionale, però dobbiamo anche pensare di fare un ragionamento in tal senso.
E’ necessario un cambio di passo nella direzione del tanto sbandierato impegno sociale di cui fino a oggi non si vede traccia.
Servono misure concrete e mirate che auspico nella futura variazione di bilancio che faremo a breve. Grazie.

Interrogazione n. 430
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Parere del Cal 20/3/2017 riguardo il Tpl”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 430 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. A seguito della deliberazione di Giunta regionale n. 1607 del 27 dicembre 2016 la PF trasporto pubblico locale, logistica e viabilità, in coerenza con le indicazioni della deliberazione n. 49/2015 dell'Autorità di regolazione dei trasporti, ha avviato una consultazione sui contenuti della stessa con i possibili stakeholder e contestualmente ha supportato tecnicamente i lavori della Commissione che lo stesso Cal aveva istituito al fine di fornire il proprio parere in risposta a detta delibera.
Dall'inizio dell'anno ad oggi si sono svolti una ventina di incontri, con associazioni delle aziende, sindacati, Comuni, associazioni dei consumatori, eccetera.
Il parere del Cal fornito il 20 marzo 2017 è stato positivo, ma ha espresso una serie di condizioni puntuali ed articolate ed alcune osservazioni generali. Le condizioni e le osservazioni sollevate hanno richiesto e tuttora richiedono il prosieguo delle consultazioni ed attività istruttorie molto articolate, ma comunque utili al naturale sviluppo dell'assetto di gara finale che si andrà ad espletare.
Per quanto attiene al merito delle condizioni poste dal Cal, si ritiene che possano in larga parte essere condivise e accolte, nei limiti di quanto permette il quadro normativo di riferimento.
È opportuno tuttavia nel seguito, soffermarci puntualmente su alcuni di questi punti, ritenuti più rilevanti e forse critici.
Sul tema dei Comuni sotto i 30.000 abitanti, essendo eventualmente necessaria una modifica della legge regionale 6/2013 di competenza del Consiglio, ci si limita a considerare che questa modifica necessiterebbe di una revisione complessiva della governance regionale del trasporto pubblico locale e della strategia d'insieme, con tempistiche importanti e difficilmente prevedibili e compatibili con l'esigenza di avviare la gara, come anche indicato dall'AGCM nella nota del 6 luglio 2016, agli atti. Va ricordato che i servizi urbani in questione, spesso di modestissima entità e frutto di eredità ed inefficienze storiche, non saranno eliminati, ma semplicemente aggiunti a quelli extraurbani e così riclassificati.
Venendo invece a temi più propriamente governabili dalla Giunta regionale ed in particolare all'aspetto dei beni essenziali diversi dagli autobus, si segnala che gli Uffici della Giunta stanno procedendo con il complesso e delicato compito indicato nell'ambito del Cal, ovvero definire i beni oggetto di obbligo di riscatto per ciascun ambito, tenendo conto delle diverse specificità, individuandone la valenza funzionale, essenziale o commerciale e la relativa messa in disponibilità. Questa attività, in fase di perfezionamento, richiede l'adozione di criteri amministrativi per la valutazione della presenza di vincoli su immobili derivanti da precedenti contributi pubblici destinati al trasporto pubblico locale e metodologie trasportistiche atte a stimarne la valenza logistica rispetto all'assetto attuale dei servizi in un'ottica di ragionevole efficienza.
Va ricordato che uno dei benefici attesi dalle gare è anche quello di implementare un sistema di rete più razionale che nasce dal superamento di eventuali inefficienze di un passato frammentario, senza ribaltarle tout court sui piani economici-finanziari dei subentranti, che conseguentemente continuerebbero a gravare sulla collettività regionale. In questa difficile attività va ricordato anche quelle che sono le prescrizioni regolamentari delle Autorità nazionali, che tendono proprio ad evitare la conservazione di inefficienze, duplicazioni o limitazioni alla libera concorrenza.
Per quanto riguarda il materiale rotabile, si terranno in debita considerazione le condizioni poste agli attuali gestori al momento della partecipazione alla prima tornata di gare, pertanto prodromiche alla formulazione delle offerte economico-finanziarie. A valle di questo, ma anche delle novità introdotte dal decreto legge 50/2017, recentemente convertito in legge, andranno rivisti conseguentemente i criteri di valutazione del parco veicoli.
Per quanto attiene la tutela dei lavoratori si ritiene che le osservazioni sollevate trovino già prevalente riscontro negli schemi di gara osservati, peraltro aspetti chiariti anche nel richiamato decreto legge 50/2017, sarà quindi cura degli Uffici esplicitare meglio le tutele richieste.
Dopo il Cal sono stati fatti nuovi giri di consultazioni coi vari stakeholders, ricevuto molteplici e spesso divergenti osservazioni, rilievi e manifestazioni di interesse, rispetto alle quali sarà fatta a breve una sintesi per la nuova approvazione in Giunta dei documenti di gara.
La conversione in legge del decreto legge n. 50/2017 avvenuta solo lo scorso 24 giugno 2017 deve imporre attente valutazioni sull'impatto che ne deriverà sul settore, anche perché le partite più rilevanti non sono affatto definite, in quanto spesso il decreto legge fissa dei criteri che debbono essere attuati con decreti ministeriali o ancora codificati tecnicamente con altrettanti decreti.
Per quanto attiene alle disposizioni introdotte dal decreto legge n. 50/2017 in materia di determinazione dei bacini di mobilità e di promozione della partecipazione alle procedure di scelta del contraente, in prima battuta si può considerare l'attuale assetto previsto dalla governance regionale compatibile con queste ultime. Anche in questo caso tuttavia il decreto legge n. 50/2017, fissa alcuni principi che l'Autorità di regolazione dei trasporti dovrà declinare con proprie determinazioni. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Ringrazio l’Assessore Sciapichetti che come sempre dà puntuali precisazioni sulla materia e mi ritengo soddisfatto della risposta. Grazie.

Interrogazione n. 337
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Revisione organizzativa dell’Erap Marche istituito con legge regionale n. 18/2012”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 337 del Consigliere Maggi.
Ho saltato l'interrogazione n. 336 perchè l'Assessore Pieroni non è presente.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Scusate, nel frattempo si sta discutendo della questione del Ceta.
Con deliberazione n. 292 del 31 marzo 2016 la Giunta regionale, contestualmente al conferimento degli incarichi di direzione dell'Erap Marche, affidava al nuovo direttore, entro il termine di 90 giorni dal conferimento dell'incarico, il compito di:
- definire un progetto di revisione organizzativa dell'ente con l'obiettivo di assicurare una maggiore integrazione e funzionalità dei servizi, anche sulla base di ipotesi di esercizio specializzato su base territoriale di alcune attività;
- coordinare l'elaborazione del progetto di riorganizzazione con il Segretario generale della Giunta regionale al fine di valutare la necessità o meno di modifica della legge regionale n. 36/2005.
Il direttore, con relazione acquisita l'1 giugno 2016, ha avanzato la proposta di riorganizzazione convenendo con il Segretario generale della Giunta regionale che a tal fine, sarebbe stato sufficiente modificare il Regolamento interno di organizzazione di Erap Marche, senza necessità di intervenire in sede legislativa.
Il progetto di riorganizzazione prevede, in estrema sintesi, di accentrare in uno o più presidi territoriali alcune attività specialistiche, ovvero di affidarle alla responsabilità di un coordinatore sviluppando le specializzazioni già esistenti e completando il processo di uniformazione delle attività dell'Ente.
Nello specifico delle seguenti materie è stato proposto:
- appalti di servizi, forniture e lavori per gare di importo superiore al milione di euro: Presidio di Ancona;
- progettazione lavori: Presidi di Ancona e Pesaro, oltre alla figura di un coordinatore (in proposito si evidenzia che il Presidio di Pesaro ha già avviato la progettazione di un importante plesso scolastico in Comune di Corridonia);
- gestione servizio manutenzione: figura di un coordinatore;
- gestione economica del personale: Presidio di Pesaro;
- gestione finanziaria: Presidio di Pesaro;
- gestione servizio qualità: Presidio di Macerata;
- gestione sistema informatico: Presidio di Ascoli Piceno.
Le relazioni periodiche sull'attività dell'Ente evidenziano inoltre una cospicua mole di lavoro svolto nell'ultimo anno - voi sapete che nell’ultimo anno dopo il terremoto l’Erap ha assunto altre funzioni, quindi si è pensato più a lavorare su questo che non alla riorganizzazione:
- sia con riguardo all'adozione di atti concernenti l'organizzazione interna e la gestione del personale;
- sia con riguardo all'attività istituzionale (aggiudicazione di nuovi 10 appalti per un valore complessivo di 19 milioni di euro; ultimazione di 104 nuovi alloggi; manutenzione alloggi per un valore di 8 milioni di euro; consegna agli assegnatari e stipula contratto locazione per n. 353 alloggi).
Particolare attenzione, inoltre, è stata dedicata all'obiettivo della cessione degli alloggi. Dopo aver completato l'invio agli utenti delle proposte di acquisto con l'inoltro di quelle relative ad alloggi inclusi nel cosiddetto "over booking", l'Ente ha avviato l'istruttoria delle adesioni pervenute. Ad oggi è stata decretata la cessione di 80 alloggi ed effettuata la stipula dei contratti di cessione per 38 alloggi, per un introito di circa 2.500.000 euro.
E' stato dato impulso, inoltre, all'istruttoria del notevole arretrato esistente nei Presidi di Ascoli Piceno e Fermo in merito ad alloggi da alienare ai sensi della legge n. 560/1993; ad oggi è stata espletata la cessione di 9 alloggi, con un introito di circa 210.000 euro.
L'Erap Marche sta poi apportando un significativo contributo alle attività di ricostruzione post-sisma.
Con delibere di Giunta regionale del 13 ottobre 2016 e del 28 novembre 2016, l’Erap è stato individuato dalla Regione quale soggetto attuatore delle opere di urbanizzazione e fondazione delle SAE. In tale contesto l'Erap Marche ha provveduto:
a) alla validazione di 57 progetti relativi ad aree per l'insediamento delle SAE;
b) all'espletamento di 60 gare ad evidenza pubblica per l'individuazione delle ditte incaricate della direzione dei lavori nelle aree, compresa la direzione dei lavori nelle aree suddette, tramite proprio personale tecnico.
Con delibera di Giunta regionale del 24 febbraio 2017 sono state inoltre affidate all’Erap Marche le attività connesse all'acquisizione di immobili ad uso abitativo in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016, con conseguente pubblicazione di 2 avvisi pubblici, selezione delle offerte pervenute, formazione delle graduatorie e valutazione di congruità del prezzo, per un totale di 236 proposte di vendita relative a 1.731 alloggi stimati.
Sempre in ambito di ricostruzione post-sisma sono stati effettuati centinaia di sopralluoghi per la verifica dei danni al proprio patrimonio abitativo nei territori provinciali di Ascoli Piceno, Macerata e Fermo.
Si ritiene pertanto che l'Ente, considerando che risultano coperti soltanto 116 posti sui 153 previsti in pianta organica, stia svolgendo appieno il ruolo di Ente strumentale della Regione in materia di edilizia residenziale pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Le domande erano sul riordino di questo Erap che da provinciale è stato accorpato in un ente unico, ricordo che l’Erap è l’ente regionale per l’abitazione pubblica delle Marche.
Credo che, dipendentemente dalle cause del terremoto, questo riordino, che era stato annunciato, non sia assolutamente avvenuto e che questa nuova Giunta abbia messo le mani su questo ente e il riordino debba venire.
Quando dico: “Ha messo le mani sull’ente” dico che i dirigenti non erano persone scelte per la loro professionalità e la loro qualifica, ma erano soprattutto elementi del PD, il Direttore era Consigliere comunale del PD di Macerata, il Direttore della provincia di Ancona - noi lo conosciamo, io sono di Ancona - era l’ex Assessore alla casa del Comune di Ancona, quindi poca organizzazione, poca riorganizzazione, come si diceva, e revisione dell’ente, e molta “pidizzazione”. Tra l’altro le nomine di questi dirigenti e dei nuovi dirigenti sono state fatte senza colloqui, né valutazione dei curricula, nonostante la deliberazione di Giunta regionale n. 299/2016 reciti altro. Ci sembra che la riorganizzazione sia stata il pretesto per un cambio di governance, visto che i risultati della precedente struttura organizzativa erano sufficientemente positivi, lo dimostra il fatto che il precedente Direttore era stata prorogato fino al 31 marzo 2016. Quindi non si è capito bene neanche cosa dovesse riorganizzare la riorganizzazione, visto cosa non andava all’interno dell’Erap.
Il nuovo Direttore ha fatto la proposta, a cui lei accennava, nei 90 giorni di tempo che gli erano stati assegnati, la proposta non è stata approvata dalla Regione, quindi o questa proposta era talmente avveniristica, che non l’avete capita, oppure era molto scarsa, questo non mi è dato sapere.
Questa riorganizzazione, sui fatti concreti (vedo che il regolamento dell’Erap è immutato dal 2013) è rimasta sempre quella, non è stata affatto modificata, e la proposta presentata, come dicevo prima, dal direttore entro i 90 giorni che gli erano stati concessi, non è stata approvata.
Tra l’altro a rendere opaca la vicenda di questa che io chiamo “pidizzazione”, la figlia del dirigente di Ascoli ha vinto un concorso all’Erap e c’è un ricorso sull’annullamento per una illegittima composizione della commissione per lo svolgimento delle procedure e poi nel programma - io sono di Ancona, non so … - l’Erap dovrà acquistare la Caserma Fazio, ma che cosa ci dovrà fare, noi ancora non lo sappiamo.
La riorganizzazione dell’Erap non è sicuramente nell’interesse dei marchigiani, della funzionalità pubblica, ma nell’interesse strettamente di parte.
E’ stato ribaltato completamente un ente che bene o male funzionava e una riorganizzazione non c’è stata.
La Giunta ha messo le mani su questo ente, non l’ha riorganizzato, le funzioni che dovrebbe svolgere latitano, perché certo c’è il terremoto, ma la manutenzione del patrimonio immobiliare non è stata fatta e il patrimonio immobiliare va in malora.
La Giunta con questa “riorganizzazione dell’ente” credo che si sia appuntata un’altra medaglia di cartone sull’inefficienza, per cui mi dichiaro completamente insoddisfatto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Forse non sono stata chiara, la manutenzione e il valore delle manutenzioni effettuate in questo anno è pari a 8 milioni di euro. A parte questo, delle due l’una, o lei ci dice che abbiamo messo le mani sull’Erap o ci dice che non abbiamo fatto nulla, non possiamo aver fatto entrambe le cose.
La scelta dei dirigenti è stata effettuata con delle modalità fatte dal direttore generale, quindi noi non ci siamo entrati, ricordo che non abbiamo assunto nessun direttore, io non so se siano del PD, ma sono tutti direttori trovati già nei presidi, non abbiamo assunto nessuno, anzi siamo sotto organico, quindi, a questa Giunta può imputare tutto, tranne il fatto che abbia messo qualche parente o amico.
Lei probabilmente conosce molto meglio di me la direttrice di Ascoli con la quale io mi do del lei, per esempio, quindi non ho assolutamente una conoscenza personale, ho anche pochissimi rapporti, semmai mi può rimproverare che non abbiamo messo abbastanza le mani sull’Erap nella riorganizzazione, questo sì, probabilmente è vero, non lo abbiamo fatto perché se guarda le date, dopo la proposta che è arrivata a metà estate, il 24 agosto c’è stato il terremoto, ed abbiamo pensato di utilizzare Erap sia per il lavoro ordinario ma anche e soprattutto per tutta la questione delle Sae che anche quella è prioritaria.
Allora lei mi deve dire in questo caso se è prioritario aiutare le zone terremotate oppure è prioritario, per esempio, fare strategie che si stanno in ogni caso facendo e che non si sono abbandonate. La riorganizzazione avrebbe comportato uno sforzo che in queste condizioni non era possibile.
Ribadisco che le persone ed i dirigenti che lei ha citato, erano già e sono dirigenti pagati da dirigenti ed individuati come dirigenti da qualcuno che non era in questa Giunta, cioè non c’eravamo noi, quindi il legame del PD lo chieda a qualcun altro non a me.

Interrogazione n. 344
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Disoccupazione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 344 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, L’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Siamo consapevoli delle difficoltà della nostra Regione, in questa fase storica, stiamo lavorando, come ho sempre detto, la ringrazio perchè mi dà l’opportunità di ridirlo a questo Consiglio, e stiamo cercando di mandare avanti insieme politiche passive e politiche attive e questo è fondamentale, ancora la bilancia non va verso le attive definitivamente perché la disoccupazione è alta ed anche la richiesta di un reddito minimo.
Sulle politiche del lavoro per i disoccupati, vorrei essere un po' più puntuale su questo, stiamo lavorando su un bando che uscirà a settembre ed è previsto come un bando lungo, aperto, con una quota maggiore rispetto ai bandi precedenti, sulla formazione continua o formazione permanente. Questo dovrebbe riguardare soprattutto gli over 45/50 perché c'è una fascia di età molto stretta, è quella dei cinquantenni, che non vanno in pensione e che quindi si trovano in una situazione di difficile ricollocazione.
Questa formazione continua o permanente dovrebbe essere un bando con formazione a richiesta, a seconda del fabbisogno che emerge nei territori.
Un altro al quale stiamo già lavorando è quello delle filiere produttive su tutti i settori marchigiani, dall’agroalimentare, alla meccatronica, al tessile, alla moda, alla gomma plastica. Ieri abbiamo anche individuato il settore del vetro e della carta, questa necessità è nata dal fabbisogno di alcuni territori, su queste filiere è prevista anche la formazione e il ricollocamento di persone over.
Oltre a questi due bandi è in uscita, credo esca lunedì, se non erro, un bando per l’inserimento lavorativo dei disabili, si chiama “collocamento mirato”, è rivolto alle aziende, è un incentivo alle aziende che assumono persone con disabilità a tempo determinato, perché a tempo indeterminato non era pensabile, quindi questo lo abbiamo valutato insieme alla Crl.
Per i giovani dai 15 a 29 anni - sono partita da quelli più vecchi, ma non mi sono dimenticata della disoccupazione giovanile - a breve, viene rifinanziata dal Ministero la Fase 2 di “Garanzia Giovani”, con diverse misure per la formazione e l'inserimento lavorativo.
Devo dire la verità, su “Garanzia Giovani” sono un po' scettica, l’ho espresso anche pubblicamente, però devo anche dire che le Marche hanno dato dei buoni risultati e nello scenario nazionale ho visto che era meglio lamentarsi un po’ di meno di quello che faccio io per indole, perché mi sembrava che venissero intercettati ma non assunti, invece abbiamo una buona risposta.
Stiamo lavorando su un bando per l'inserimento lavorativo degli over con alcune priorità per le fasce più anziane, e mi riferisco ai lavori di pubblica utilità che sono diversi dai lavori socialmente utili, non solo nelle zone del sisma, è un’emergenza di tutte le nostre province, anche qui stiamo individuando dei lavori: musei, biblioteche, giardinaggio, parchi, dove le persone possono avere un lavoro di pubblica utilità ed entrare in relazione con altri perché emerge anche un altro problema, che qua nella risposta non le ho messo però c’è, è emerso dal Tavolo della sicurezza sul lavoro, ed è la depressione che colpisce alcune fasce d’età. Quindi noi dobbiamo proteggere le persone non solo dai rischi degli utensili o della sicurezza sul lavoro classica, ma anche da questo punto di vista umano e psicologico.
Si sta lavorando, l’uscita è prevista per settembre perché sono bandi grandi, qualcuno più piccolo, riguardante la filiera dell’edile, esce martedì, anche lì c’è un posto per la ricollocazione degli over e al contempo sui disoccupati giovani che possono essere formati sull’antisismica per esempio.
Ci sono queste misure, però unA che mi interessa, mi lego a quello che lei prima chiedeva al nostro Presidente, è un bando sul welfare, che non abbiamo chiamato welfare aziendale, bensì welfare sociale che è più ampio e dentro il welfare sociale c’è la parte di welfare aziendale. Lì ci sono misure di conciliazione per le donne, c’è il telelavoro e ci sono anche incentivi a coloro che hanno dei bambini o in presenza di disabilità.
Ricordo a tutti, così fate un po’ di pubblicità, che il bando sui nidi, i vaucher dei nidi scade il 30 luglio, perché vedo che la comunicazione è sempre poca, mi sono accorta che questi bandi non arrivano al bisogno perché la comunicazione è poca, quindi questo chiama in causa le parti sociali, un po’ tutte, a fare il nostro lavoro. Anche qui cercheremo di sostenere le famiglie.
Poi c’è un bando di sostegno alle imprese già esistenti che hanno intenzione di innovare e posizionarsi su fasce più alte del mercato, ne ho visitate alcune, le quali, hanno degli ex occupati ora disoccupati che potrebbero essere pronti a rimodellare il loro lavoro, le loro competenze.
Quello che ci tengo a dire è che è attivo il Bando dei tirocini nell'area del cratere, eravamo a 500 siamo già a 700, quindi abbiamo cercato di proseguire la graduatoria in 5 giorni, quindi devo ringraziare, perché altrimenti i tempi sono molto lunghi.
Ci sono varie misure per tutte le fasce d’età, è un problema molto grosso, però vorrei chiudere con una battuta che mi sta molto a cuore: la disoccupazione la si vince non solo cercando di rioccupare dove capita, ma con una bella pensata di progettualità diversa, cambiando di fondo certe mentalità produttive. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Assessore. Non sono del tutto soddisfatta e le dico perché.
Oggi purtroppo in Italia abbiamo una grande emergenza che è quella del lavoro e le Marche sono in una situazione peggiore rispetto alle altre Regioni italiane perché da una parte abbiamo avuto il dramma Banca Marche, dall’altra abbiamo avuto il terremoto del 24 agosto.
Il tasso di occupazione è pari al 62,8% nelle Marche ed è in calo rispetto al 2015, mentre nelle altre Regioni d’Italia abbiamo un incremento.
Condivido quello che lei sta facendo, quello che mi ha appena detto per quanto riguarda l’occupazione: i bandi che usciranno per gli over, la Garanzia Giovani per i giovani dai 15 ai 29 anni, il welfare sociale per le aziende che vogliono posizionarsi su un livello più alto, però lei ha detto una parola molto giusta che condivido: progettualità, e questo è importante, bisogna progettare, non fare bandi tanto per fare, per sostituire, bensì ci vuole una progettualità ad ampio raggio.
Più volte come minoranza abbiamo chiesto che fosse discusso in Aula questo tema, che è importante, quello del lavoro, però ancora non è stato calendarizzato e proprio un mese fa, l’ultima volta, l'ha chiesto il Consigliere Zaffiri.
Abbiamo chiesto già dallo scorso anno di calendarizzare e di ragionare insieme su un tema così importante come quello del lavoro.
Apprezzo tantissimo quello che lei sta facendo per quanto riguarda questi bandi, che sono veramente importanti, soprattutto per gli over che non riescono a trovare una collocazione, però quello che abbiamo chiesto più volte è di ragionare insieme e la progettualità è importantissima.
Ecco perché non sono del tutto soddisfatta, perché è un anno che noi chiediamo dai banchi della minoranza di poter ragionare tutti insieme, ma ancora non riusciamo a calendarizzare un tema così importante come quello del lavoro. Grazie.

Interrogazione n. 377
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Eventuale spostamento della sede Asur area vasta 3 Macerata di Santa Croce”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 377 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Per garantire la continuità del servizio, anche in una situazione emergenziale venutasi a creare dopo l’ordinanza del Sindaco di Macerata per la chiusura della sede, l’Area vasta 3 ha provveduto, in attesa di una regolamentazione per la ricostruzione post sisma, con avviso pubblico ormai concluso a ricercare un edificio idoneo chiedendo il parere di congruità per quanto riguarda il canone locativo.
Il fabbricato, credo a questo punto scelto, garantisce per la propria localizzazione nella zona industriale di Piediripa di Macerata l’accesso ai servizi amministrativi sanitari con un’ampia possibilità di parcheggio, quindi è stata scelta una località comoda e congruente in termini di costi.
L’Area vasta 3 sta valutando l’ipotesi di sistemazione e messa in sicurezza dei fabbricati inagibili nei modi e nei tempi in corso di definizione dagli organi deputati alla ricostruzione post sisma. Al riguardo, il servizio tecnico ha valutato la stima dei danni e il costo di un intervento di miglioramento/adeguamento sismico in circa 2.600.000 euro, salvo valutazioni/vincoli/richieste della Sovrintendenza ai beni storici e culturali che sta svolgendo i sopralluoghi.
Quindi il percorso è quello della delocalizzazione del servizio in attesa della riqualificazione dei luoghi, che viene fatta anche attraverso la possibilità di prendere in locazione degli spazi.
L’interrogazione segnalava la possibilità di avere degli spazi gratuitamente, immagino che siano stati valutati dentro la procedura e che non avevano le caratteristiche, ma è logico che nel caso in cui ci fossero strutture gratuite disponibili, analoghe per quanto riguarda capienza, servizi, parcheggio, collegamenti, insomma comodità rispetto al servizio, è sempre buona cosa valutarle come alternative al meccanismo della locazione.
La procedura è stata fatta, siamo nei parametri previsti, siamo in una forma, consentita dalla procedura legata al terremoto, di ricollocazione di una attività, di un servizio nel momento in cui la struttura originale è danneggiata dal sisma.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Quando ho fatto questa interrogazione correva voce che, ancora non vi era niente di sicuro, la sede sarebbe stata individuata presso i locali della Fiera di Villa Potenza, infatti, per un periodo breve è stato così, dopodiché l’Area vasta 3 ha individuato a Piediripa, come diceva il Presidente, una nuova sede.
Le dico i dati che sono in mio possesso, Presidente, così per fare una riflessione, a me risulta che attualmente l’affitto di questi locali corrisponde a 25.000 euro al mese e che si paghino circa 3.000 euro di spese di condominio, siamo sull’ordine dei 300.000 euro l’anno di canone e se il contratto, come mi dicono, è stato fatto per 6 anni, significa che complessivamente questa operazione ci costerà circa 2 milioni di euro.
Sono cifre importanti e invito il Presidente, nonché Assessore alla sanità, a fare una riflessione seria sulla ristrutturazione dei locali esistenti presso il Santa Croce, perché anche se fossero, a me risultava una cifra inferiore per la ristrutturazione, 2.600.000 euro, sono una cifra più o meno equivalente che però permetterebbe di recuperare completamente uno stabile che poi negli anni successivi sarà a canone zero (questi soldi per la ristrutturazione dei locali seguirebbero l’iter del terremoto, e quindi proverrebbero dallo Stato e non sarebbero nemmeno a carico della Regione).
Secondo me, valutare attentamente la possibilità di ritornare in quella sede procedendo alla ristrutturazione dei locali del Santa Croce, per un puro fatto economico, sarebbe una scelta da valutare con attenzione.
Dopodiché ci sono altri fattori ad esempio la centralità della sede, la storicità della sede che gli utenti sono abituati a frequentare e via dicendo.
Ci sono tutta una serie di considerazioni importanti a margine che non sono solo economiche ma che comunque vanno tenute in considerazione, quindi considerate le cifre, invito ad una riflessione in tal senso. Grazie.

Interrogazione n. 424
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Dirigenti psicologi nell’Area vasta 3: mancato utilizzo di graduatoria di concorso pubblico e attivazione di un collaterale avviso pubblico per titoli e colloquio”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 424 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Ho letto la risposta e forse c’è un problema temporale perché dice che sono stati assunti i vincitori di quel concorso, quindi le do la risposta e poi valuterà.
L’Area vasta 3 ha dato esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato del 6 febbraio 2017 disponendo l’assunzione dei vincitori del concorso con determina n. 325 del 9 marzo 2017.
Inoltre al fine di completare il piano straordinario delle assunzioni per il sisma, con determina n. 616 dell’8 maggio 2017 ha disposto l’assunzione di altri 3 psicologi a tempo determinato attingendo dalla medesima graduatoria.
Sul punto 2 e 3 si precisa che le finalità cui rispondono le due graduatorie in essere presso l’Area vasta 3 sono differenti in quanto il concorso pubblico a tempo indeterminato chiaramente risponde ad esigenze stabili di copertura, mentre l’avviso pubblico a tempo determinato è stato disposto al fine di garantire i Lea nelle more della definizione del contenzioso che c’era stato, quindi prima della sentenza del Consiglio di Stato.
La graduatoria a tempo determinato ha quindi esaurito le sue finalità a favore di quella a tempo indeterminato.
Se vuole le faccio vedere per intero tutta la risposta, ho immaginato che ci fosse un fatto temporale fra l’interrogazione ed i fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Devo dire che sono parzialmente soddisfatta della risposta che mi ha dato, qui c’era una situazione in cui si erano accavallate due situazioni parallele in cui c'era una graduatoria realizzata per concorso, quindi secondo l’iter di legge, bloccata da ricorsi alla fine persi, che poi è risultata valida. Nel frattempo, si era proceduto ad una graduatoria fatta solamente per titoli e degli 8 posti che risultavano da coprire nell’Area vasta 3, una parte era stata coperta con questi posti presi da una graduatoria successiva e fatta non con le modalità del concorso pubblico. Quindi la volontà era quella di capire - siccome queste assunzioni erano a tempo determinato, quindi a tempo prefissato, e siccome una parte di quei posti che dovevano essere ricoperti, erano rimasti in stand by e poi coperti attraverso quella graduatoria - se al termine della graduatoria temporanea, si sarebbe tornati nuovamente ad attingere e come mai si era proceduto a fare queste due graduatorie? Se c’era stata un’urgenza nel ricoprire quei posti si era scelto di non attendere il risultato del ricorso del Tar, che poi invece aveva legittimamente ammesso la graduatoria, c'era questa anomalia di due graduatorie fatte con due procedure diverse, che vedeva quelli abilitati tramite concorso a piedi, rispetto agli altri che invece stavano esercitando. Non c’è ovviamente alcuna valutazione tecnica delle professionalità che certamente vanno tutelate, però andavano a ricoprire il posto quando c'erano delle figure che avevano vinto un concorso ed erano al palo, quindi la necessità era quella di capire anche i tempi per dare risposte a queste persone risultate vincitrici.

Comunicazione della Giunta regionale
“Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), Accordo economico e commerciale globale tra Unione europea e Canada: effetti sull’agricoltura e il sistema agroalimentare marchigiano”

Mozione n. 265
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Contrarietà alla ratifica dell'accordo economico e commerciale globale CETA - Comprenhensive Economic and Trade Agreement - tra Unione europea e Canada”

Mozione n. 269
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Stop CETA. Tutelare il nostro patrimonio enogastronomico e tutta la sua filiera produttiva”

Mozione n. 271
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Giorgini Maggi
“Contrarietà della Regione Marche all'accordo commerciale con il Canada (CETA)”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Ha la parola per le comunicazioni l’Assessore Casini, poi sospendiamo un attimo la seduta per provare a fare una sintesi rispetto a dei documenti su cui si sta lavorando.

Anna CASINI. In data 23 giugno 2017 Coldiretti Marche ha proposto alla Presidenza della Giunta un documento in cui evidenziava gravi effetti negativi dall’applicazione del Ceta (Accordo economico e commerciale globale tra Unione europea e Canada) sull’agricoltura e sull’intero sistema agroalimentare della regione Marche, chiedendo alla Giunta ed al Consiglio regionale di adoperarsi per fermare in via provvisoria la ratifica del trattato steso da parte del Parlamento italiano.
L’accordo sottoscritto il 30 ottobre 2016 approvato il 15 febbraio 2017 dal Parlamento europeo infatti, entrerà in vigore in via definitiva solo dopo la ratifica di tutti i Parlamenti nazionali.
In qualità di Assessore regionale all’agricoltura ho quindi convocato in data 30 giugno, un tavolo politico strategico, l’ambito di concertazione in cui vengono affrontate le scelte di politica agricola e rurale cui partecipano tutte le organizzazioni professionali agricole e le centrali cooperative per affrontare il tema.
Tema del quale io sono stata resa edotta anche dal nostro rappresentante territoriale in seno alla Commissione agricoltura, quindi la problematica è emersa proprio nell’accelerazione che aveva avuto negli stessi momenti, nelle stesse giornate.
Il tavolo all’unanimità ha espresso le forti preoccupazioni del mondo agricolo per questo trattato di cui ha condiviso la seguente valutazione: “Con riferimento al settore agricolo con il Ceta l’Unione europea eliminerà il 92,2% dei dazi agricoli all’entrata il che comporterà significativi flussi di importazione a prezzi più bassi dei prodotti italiani, ma con scarsi standard qualitativi e di sicurezza. Il grano duro, uno dei prodotti identitari dell’agricoltura marchigiana, è tra le produzioni più svantaggiate da questo accordo, si tenga presente che l’Italia importa già dal Canada 1,2 milioni di tonnellate di grano duro ed esporta in Canada soltanto 23.000 tonnellate di pasta all’incirca.
Sul fronte dell’export agroalimentare all’Italia sono riconosciute appena 41 indicazioni geografiche a fronte di 291 Dop e Igp registrate, con la conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 250 ed impatti gravissimi sul piano della perdita della qualità del nostro made in Italy.
Per quanto attiene le denominazioni marchigiane solo due figurano nell’elenco di quelle riconosciute, la mortadella Igp di Bologna e la lenticchia di Norcia. Qualcuno aveva pensato che io avessi sbagliato nel redigere questa relazione, in realtà proprio queste areali, che sono marginali, dove queste Dop sono riconosciute, non sono tipiche delle Marche e neanche molti di noi sanno che in realtà esiste anche una parte di territorio che è Dop per queste due produzioni e non abbiamo riconosciuto invece le nostre Dop, quelle che noi sentiamo più marchigiane. Da qui si capisce il danno, il fatto che noi non ci riconosciamo in questo accordo.
Viceversa il Ceta consente che in Canada si possano continuare a produrre alimenti con le stesse denominazioni e i nomi similari che attirano i clienti con l’Italian sounding, per esempio il Parmesan, il Gorghenzola, tutti nomi di questo genere che ricordano il suono delle scritte italiane.
Alla luce di tutto ciò emerge che, il Ceta per quanto riguarda il settore primario nella sua attuale formulazione rischia di vanificare gli sforzi profusi negli ultimi 20 anni nella regione Marche con il supporto delle stesse risorse dell’Unione europea, per sostenere una agricoltura di qualità la cui tracciabilità dei processi e delle regole di produzione assicura non solo la salubrità degli alimenti ma anche la loro origine, ovviamente questo con costi diversi, cioè la qualità costa più della non qualità e questo poi sarà un problema.
Al contempo, la politica regionale ha sostenuto tecniche produttive a basso impatto ambientale con l’uso minimo di prodotti chimici nella convinzione che ciò vada a beneficio non solo dell’agricoltura stessa ma anche della salute dei consumatori e della protezione delle risorse naturali.
Voi sapete che noi puntiamo molto sul biologico, ci abbiamo investito 80 milioni di euro, abbiamo aperto un nuovo bando sul biologico con minime risorse che implementeremo con i soldi del terremoto, implementiamo l’iscrizione alle Igp ed alle Dop dei prodotti, quindi aiutiamo i produttori ad arrivare a livelli di qualità elevati, gli accordi agro-ambientali d’area dove cerchiamo non solo produzioni che siano a basso impatto ambientale, ma che ci diamo degli obiettivi ambientali, come per esempio la tutela delle acque, la tutela dal dissesto idrogeologico, natura 2000, eccetera, noi siamo una regione ogm free.
L’apertura a prodotti che non seguono analoghi standard di qualità e di sicurezza, perciò vengono proposti con prezzi più bassi, va a detrimento dei consumatori e sottopone le aziende agricole marchigiane ad un forte svantaggio competitivo.
In un momento di crisi economica aggravato nella nostra regione dagli eventi sismici che hanno colpito fortemente aree già in difficoltà in cui il settore agricolo è particolarmente presente, ciò rischia di indebolire ulteriormente un tessuto produttivo che faceva della qualità e delle denominazioni di origine la propria leva competitiva.
Pertanto ritengo opportuno chiedere al Consiglio regionale di proporre al Governo ed ai Parlamentari italiani di valutare più approfonditamente i rischi per il settore agricolo ed agro-alimentare regionale e nazionale derivanti dalla ratifica del Ceta e di valutare l’eventuale temporanea sospensione della ratifica del suddetto accordo per quanto attiene al settore agricolo.
Vi leggo la mia comunicazione di Giunta: “Propongo a questa Giunta di chiedere al Presidente del Consiglio regionale di scrivere all’ordine del giorno del Consiglio la presente comunicazione, se condivisa, affinché il Consiglio assuma poi gli atti conseguenti nei confronti del Parlamento italiano”. All’unanimità la Giunta regionale ha condiviso questo documento e ha incaricato me di provvedere in merito alla presentazione.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Prima del Consiglio avevamo già avuto delle interlocuzioni in merito con la Conferenza dei capigruppo e siccome è nostra intenzione arrivare ad un documento congiunto da parte di tutto il Consiglio regionale, chiediamo una sospensione per poi, subito dopo, aver valutato questo documento che è pronto, valutarlo insieme ed aprire il dibattito.
Questa è la proposta che facciamo come gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Questa mattina nella riunione dei Capigruppo ho chiesto una cosa molto semplice, che è un ragionamento politico, ho chiesto di rinviare tutto in Commissione, domani se possibile, con il Presidente, invece si è deciso che l’Assessore parlasse e facesse la comunicazione appena ascoltata.
Dal momento che l’Assessore ha fatto la comunicazione e ci sono documenti e mozioni presentate, si apre la discussione, Presidente, perché questo era l’accordo.
C’è stata la comunicazione, c’è la diretta streaming e in diretta streaming si apre il dibattito, poi, Consigliere Urbinati, vedremo il documento con il quale raggiungere un obiettivo, ma intanto discutiamo perché così è, altrimenti siamo fortemente svantaggiati noi che abbiamo presentato le mozioni rispetto all’Aula.
Politicamente questa cosa non va bene, l’Assessore ha introdotto l’argomento, giusto, l’Aula l'ha recepito e discute le mozioni poi, facciamo la sintesi sulla discussione che avete voluto voi, l’Assessore ha voluto questo dibattito, perché ha aperto la discussione, perciò, Presidente, io chiedo la parola sulla mia mozione per quanto riguarda il problema del Ceta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Vorrei solo sottolineare il percorso fatto stamattina, queste erano le due ipotesi che noi abbiamo in campo: quella di rinviare alla Commissione o di aprire il dibattito dopo le comunicazioni dell’Assessore.
Noi non stiamo negando assolutamente il dibattito, chiediamo solo, poi mi sembra che è prevista una pausa, di anticipare questa pausa per visionare il documento le cui linee guida abbiamo dato insieme mezz’ora fa, quindi valutare questo documento, per poi aprire la discussione ed eventualmente modificare anche il documento. Questa è la richiesta che facciamo come gruppo, nulla di che, non vedo assolutamente un gap di democrazia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Su quello che dice lei sono perfettamente d’accordo, ma chi è che ha rotto le regole? E' la Giunta, è l’intervento dell’Assessore, bisogna capirlo politicamente. Mica abbiamo l’anello al naso!
C’è una comunicazione diretta rivolta a 1.400.000 marchigiani, dell’Assessore e, non c’è una comunicazione mia o dei Consiglieri Maggi e Leonardi, che abbiamo presentato delle mozioni, questo abbiamo detto nella riunione dei Capigruppo.
L’Assessore ha voluto fare, secondo me, una forzatura in termini politici, mentre i gruppi consiliari avevano detto un’altra cosa saggia, ma siccome la saggezza dentro questa Aula mi sembra messa da parte, chiedo la parola per discutere delle mozioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Voglio capire questo contesto. Ho qui un ordine del giorno dove c’è scritto “Comunicazioni”, non ho partecipato a nessuna riunione, non so nulla, quindi non vado con pregiudizio. (…) Non sono obbligato a venirci, faccio quello che mi pare perché ancora sto in democrazia e i fasci littori non sono stati ancora riorganizzati, anche se qualcuno ci sta provando e magari sono anche contrari a qualche legge che eviterebbe l’apologia del fascismo.
Per quanto riguarda questo ordine del giorno, se ho ben capito, è un argomento che è stato presentato, Presidente, qualche giorno fa, quindi è una mozione che, rispetto alle mozioni che ho da qualche mese, ha avuto una forte accelerazione, quindi voglio capire se rispetto a questo l’inserimento di questo argomento, come comunicazione, la successiva discussione in Commissione e il produrre, così dice il Consigliere Urbinati, un documento unitario, che ancora non ho visto, è una cosa che va contro quello che abbiamo stabilito oppure è un qualcosa di preferenziale che viene creato perché questo argomento è diventato particolarmente urgente. Sennò si può fare anche il primo agosto, io non ho nessuna difficoltà e si discutono esattamente, quelle che vuole il Consigliere Zaffiri, le mozioni così come sono state presentate, perché delle due, o c’è una procedura particolare per cui viene introdotto questo argomento, oppure si discutono le mozioni, e non è detto che queste debbano essere prima delle altre perché non sta scritto da nessuna parte.
Non credo che caschi il mondo, né credo che i Governi europei e canadesi stiano attendendo la mozione del Consiglio regionale delle Marche, a meno che questo non sia, come ovviamente è, all’interno di una normalissima logica di propaganda in cui posso capire perfettamente tutti quelli che la stanno proponendo, ma questa logica di propaganda ce l'abbiamo tutti, ce l’ho pure io, per le altre tre mozioni che ho presentato e per le quali non ho chiesto nessuna accelerazione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Il tema del trattato Ceta credo che sia all’ordine del giorno della discussione politica nazionale ed anche locale.
Ora tre gruppi consiliari hanno presentato tre mozioni sul tema. Giovedì è stato elaborato l’ordine del giorno del Consiglio nel quale erano inserite delle comunicazioni da parte dell’Assessore ed io personalmente - mi spiace che il Consigliere Marconi non venga alle riunioni dei Capigruppo e non legga neanche le e-mail - giovedì mattina avevo presentato la mia mozione ed il pomeriggio è uscito l’ordine del giorno e, visto che c’era lo stesso tema, ho chiesto che venisse accorpata la mia mozione, non avevo letto che c’erano altre mozioni.
Questa mattina ai Capigruppo sono emerse due posizioni, una era quella di rinviare tutta la discussione, compresa la comunicazione dell’Assessore, fare un passaggio in Commissione e uscire, visto che mi sembra che l’obiettivo di contrarietà a questo accordo sia piuttosto generale in quest’Aula - metto ovviamente il condizionale - con un documento congiunto, come era successo per il Ttip.
Seconda proposta, fatta da me, era quella, visto che probabilmente l’Assessore avrebbe comunque voluto fare le comunicazioni, di discutere le mozioni e uscire con un documento congiunto.
Quindi nel momento in cui l’Assessore ha scelto questa strada, quella di fare le comunicazioni, credo che non sia un qualcosa di abnorme se vogliamo discutere le tre mozioni, fare una pausa per vedere il documento che questa mattina abbiamo iniziato ad elaborare insieme e poi vedere se questa risoluzione condivisa può essere votata. Non vedo la pausa fatta prima, fatta dopo, giustamente, c’è una volontà di lasciare spazio a quelle minoranze che hanno voluto sensibilizzare sul tema. Credo che la mia proposta sia di buon senso, poi ovviamente, sentiamo il PD se l’accoglie oppure no.

PRESIDENTE. Tenuto conto che è stata data la possibilità all’Assessore Casini, quindi alla Giunta di fare la comunicazione, credo che a questo punto, prima di fare la sospensione, sia corretto, essendo iscritte d’ufficio le mozioni n. 265 a firma del Consigliere Zaffiri, n. 269 a firma della Consigliera Leonardi e n. 271 a firma dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi, Giorgini, farle illustrare. Questo mi sembra corretto ed equilibrato, poi se siamo d’accordo facciamo la pausa, diamo la possibilità di fare anche la seduta di Giunta, perché c’è una richiesta da parte della Giunta di fare una sospensione, nel contempo si riuniscono i capigruppo per tirare a sintesi il lavoro di una risoluzione comune.
Do la parola nell’ordine al Consigliere Zaffiri per l'illustrazione della mozione n. 265.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente per aver recepito le osservazioni, questa è soltanto saggezza, vuol dire sviluppare il ruolo di quest’Aula, un ruolo di alta democrazia nel quale vanno messi tutti i Consiglieri, tutti allo stesso piano. Qualche giorno fa questa è stata la mia richiesta alla Segreteria di questa Aula.
Non c’era motivo che l'esecutivo entrasse a gamba tesa su questa discussione, questo è il problema politico, e c’erano delle mozioni presentate prima dell’ordine del giorno, questo credo che sia un aspetto estremamente saggio di valutare le cose.
Questa mattina la riunione dei Capigruppo ha valutato con saggezza questo ragionamento, credo sia stato un ragionamento logico, c’è stata un po’ di forzatura da parte dell’Assessore, si capisce, per la discussione che è in atto in questo momento tra le categorie impegnate in questo settore. Capisco tutte le cose, capisco politicamente la velocizzazione, la discussione, però bisogna anche rispettare e considerare il ruolo dell’Aula.
Non c’è una velocizzazione, caro Consigliere Marconi, nella presentazione delle mozioni, era un dibattito aperto da parte dell’esecutivo e questa Aula ha chiesto pari dignità per tutti rispetto all’argomento che si discute. E’ successo solo questo, Consigliere Marconi, credo che l’intervento che ha appena fatto sia stato inutile.
Veniamo all’argomento. Premetto che su questo problema dobbiamo cercare una sintesi attorno a questa discussione perché potremmo essere più forti, affinché almeno una parte di questo accordo non venga preso e votato dal nostro Governo, perché il documento Ceta è un accordo che deve essere sottoscritto e approvato dal nostro e dagli altri Paesi membri, come tutte le direttive di questa Comunità, solo che noi, in questo Paese, fino ad oggi, abbiamo applicato le direttive senza guardare alle implicazioni sulle aziende municipalizzate, sulle aziende pubbliche, sui nostri stabilimenti balneari, ovvero, tutto quello che è accaduto.
Prima di prendere a scatola chiusa questo accordo, credo che dobbiamo riflettere e far riflettere il Governo, questo è il messaggio contenuto nella nostra mozione. Perché? Perché è vero che già importiamo grano da questo Paese, però non c’è una tutela per questo prodotto.
Noi siamo la terza regione produttrice di grano duro in Italia, ma in Puglia, e di questo ne hanno dato notizia tutti i media nazionali e internazionali, è sbarcato grano tossico canadese, perché il grano canadese, tutti lo sanno e in pochi lo diciamo, viene essiccato con pesticidi cancerogeni e molte aziende acquistano questo grano che può provocare tumori.
Credo che questo sia un aspetto che noi, Assessore e Presidente, dobbiamo evidenziare, con forza dobbiamo dire che questo grano pesticida non può essere importato in Italia e chiediamo al Parlamento di non ratificare questo accordo.
Questo deve essere il passaggio, non l’accordo Ceta, io sono d’accordo con chi lo sostiene e di questo ne do atto, ad esempio, al Partito Democratico che con il suo capogruppo ha evidenziato questo aspetto, cioè in questo accordo Ceta ci sono delle parti che vanno bene, ma la parte tossica perché la dobbiamo prendere? Mica siamo dei kamikaze che ci vogliamo fare del male da soli!
Credo che più che andare ad una mozione, ad una votazione divisa, l’Aula possa ragionare seriamente attorno ad un’ipotesi di questo genere, cioè dire sostanzialmente, come dice la Coldiretti, che in particolare il problema del grano duro è drammatico.
Se l’Aula su questo aspetto recepisce un indirizzo forte, di carattere generale, impegniamo il Presidente Ceriscioli a sostenere presso il Governo, e quest'ultimo nei confronti del Parlamento, l’ipotesi che questo accordo Ceta non venga preso a scatola chiusa, come tutto quello che in questo Paese è stato preso dalla Comunità europea creando molti problemi.
Credo che l’invito dell’Aula debba essere quello di dare questo mandato al Presidente Ceriscioli, di parlare con il Ministro, affinché venga salvaguardata la produzione di grano duro della regione Marche, terza produttrice in Italia, anno 2016, soprattutto non si importi questo grano tossico che fa male alla nostra salute, fa male alle nostre famiglie e fa male alla nostra comunità.
Penso che questo sia un ragionamento serio a prescindere dalle particolarità tecniche della mozione, ma la sintesi della mozione è questa: impegnare il Presidente affinché sostenga con forza presso le competenti sedi istituzionali; questo accordo un po’ troppo scellerato.
Mi fermo qui, credo che l’Aula, con la saggezza politica che molte volte ha dimostrato di avere, possa trovare una soluzione unitaria per far sì che questa mozione pesi e che, come dico spesso, il Presidente Ceriscioli a Roma possa battere i piedi per rivendicare la nostra posizione, la posizione di questa Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi per l'illustrazione della mozione n. 269.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Il Ceta è un trattato di scambio fra il Canada e l’Unione europea.
Un po’ come era avvenuto con il Ttip, che abbiamo discusso diversi mesi fa all’interno di quest’Aula consiliare, un forte dibattito si è acceso in tutta Italia ed anche nella nostra regione tanto che molte associazioni di categoria, in particolar modo dell’agro-alimentare, hanno individuato tutta una serie di criticità che metterebbero a rischio migliaia di prodotti tipici nazionali. Infatti all’interno del Ceta, ad esempio, vengono riconosciute solamente 41 indicazioni sulle 288 Dop e Igp che sono registrate in Italia.
A fronte di un vantaggio che all’interno del Ceta riguarderebbe un numero molto ristretto di prodotti italiani, si rischia di mettere concretamente a repentaglio circa 4.500 prodotti tipici nazionali, molti dei quali sono prodotti marchigiani perché sappiamo che l’enogastronomia e l’agricoltura sono dei pilatri della nostra economia regionale.
C’è un altro aspetto che riguarda le preoccupazioni avanzate ed è quello sanitario, infatti il Canada utilizza un numero rilevante di sostanze attive che in Europa sono vietate, gran parte sono considerate di elevata tossicità ed anche cancerogene, per cui l’ingresso di questi prodotti - non ci sarebbero più quei controlli che ci sono in Italia e non ci sarebbe più l’impossibilità di utilizzare quei prodotti che invece in Italia sono, per tutelare la salute, vietati - metterebbero a rischio, secondo le associazioni di categoria, secondo anche la mia mozione e l’opinione diffusa, anche la salute di molti italiani.
Un altro aspetto è quello che il Ceta sarebbe il primo trattato bilaterale che adotta un approccio basato sul cosiddetto elenco negativo, cioè tutti i servizi sono soggetti a liberalizzazione a meno che non venga stabilito in un apposito elenco ciò che è negativo. Di solito noi abbiamo l’approccio diverso, mettiamo l’elenco positivo e in questo caso stare al passo con i tempi per aggiornare questo elenco sarebbe anche molto difficile per quanto riguarda i prodotti utilizzati.
Questo approccio negativo amplia il campo di applicazione dal momento che le autorità, avrebbero grandi difficoltà ad elencare tutti i servizi che non devono essere inclusi nella trattativa del Ceta, tanto più che è una situazione in evoluzione per cui ci sarebbe, visti i tempi, una difficoltà oggettiva.
Credo che, sulla scorta di quanto successo per i Ttip, l’Aula si possa esprimere sottolineando una contrarietà alla ratifica di questo accordo fondamentalmente diffusa.
L’impegno che nella mia mozione chiedo alla Giunta è quello di farsi carico nei confronti del Governo di sospendere l’iter parlamentare del decreto che recepisce l’accordo Ceta ed intervenire, per quanto di nostra competenza, anche in sede europea per tutelare e difendere i prodotti e i marchi tipici marchigiani ed italiani, che sono la vera ricchezza del nostro territorio; inoltre, attraverso questi procedimenti tutelare non solo i prodotti marchigiani, ma anche la salute dei nostri cittadini.
Credo che il tema sia non solo sentito ma assolutamente d’obbligo per quest’Aula esprimere una posizione, per questo avevo chiesto, quando ho visto che ci sarebbero state le comunicazioni dell’Assessore, di fare insieme la trattazione della mozione perché credo che un'espressione e un voto unanime dell’Aula siano rafforzativi rispetto ad un tema che ci interessa tutti trasversalmente.
Recepire solo le comunicazioni dell’Assessore, sarebbe stato per quanto mi riguarda riduttivo, mentre un voto che auspico che possa essere di tutta l’Aula, congiunto, da un atto potrebbe dare forza anche a livello parlamentare ed europeo a questa nostra posizione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri per l'illustrazione della mozione n. 271.


Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi ricollego agli interventi fatti dai Consiglieri Zaffiri e Leonardi perché effettivamente il Ceta presenta dei lati oscuri che non sono accettabili, intanto il metodo con cui viene proposto questo accordo, non c’è partecipazione, non c’è condivisione, non c’è trasparenza, non c’è una seria discussione con i portatori di interessi, con gli Stati, con le Regioni.
Chiaramente non è ammissibile portare avanti degli accordi così, come avevamo iniziato a portare avanti il Ttip di cui parleremo più tardi con la mozione che abbiamo presentato noi.
Il Ceta quindi potrebbe rappresentare il piccolo cavallo di Troia che attraverso l'“accordo nafta”, che si ha con il Messico e gli Stati Uniti, le multinazionali potrebbero andare in Canada e dal Canada entrare in Europa.
Quindi abbiamo un primo discorso, non è vero che si stringe un accordo tra l’Europa che ha 500, 600 milioni di abitanti e il Canada che ha 30 milioni di abitanti, ma dietro ci sono le centinaia di milioni di abitanti e la potenza delle multinazionali che non sono canadesi, ma che in Canada possono portare le loro succursali.
Detto questo, metodo e contenuti, è interessante sottolineare il fatto che la gestione dei contenziosi può avvenire attraverso un tribunale privato, praticamente l’Investment Court System che potrebbe far causa agli Stati, quindi un investitore potrebbe, per mancato ipotizzabile guadagno, fare un contenzioso verso uno Stato membro ed anche questa è una cosa che aprirebbe scenari che ritengo particolarmente inquietanti.
Sappiamo inoltre che il saldo import/export negli ultimi due anni a nostro favore è del 50-70%, quindi non si capisce neanche quale sia l’urgenza di costituire questo tipo di accordi bilaterali.
Abbiamo sottolineato che il principio dell’equivalenza sulle misure sanitarie e fitosanitarie è rischioso in quanto in Canada vengono utilizzate una novantina di sostanze che da noi non possono essere utilizzate. Come Regione Marche abbiamo chiesto il forte disimpegno nell’utilizzo, ad esempio, del glifosate e di altro, non vogliamo gli ogm, non vogliamo gli ormoni con i quali si allevano gli animali, insomma abbiamo una mentalità che è completamente diversa; abbiamo dei prodotti di alta qualità ed è inutile rincorrere verso un accordo che standardizza verso il basso la qualità dei nostri prodotti, che invece sono effettivamente di gran lunga superiori.
Sul glifosate, sappiamo bene come il grano viene disseccato e sappiamo che noi non lo vogliamo utilizzare. Il principio di precauzione viene interpretato ed annacquato, quindi, anche da questo punto di vista c’è una grossa differenza tra la nostra impostazione economico-giuridica e la loro.
Il made in Italy non viene preservato e l’italian sounding viene assolutamente consentito, quindi abbiamo il Bormonzola, abbiamo il Parmesan, abbiamo le nostre indicazioni geografiche tipiche che vengono copiate perché già esistenti e quindi si fa una grande sanatoria, di 291 indicazioni geografiche ne vengono riconosciute 41, di marchigiane, come diceva l’Assessore Casini, ce ne sono solo due che poi sono a cavallo anche con altre Regioni. Effettivamente manca una chiara disciplina che identifichi l’origine delle materie prime, invece a livello marchigiano è di nostro grande interesse l'identificazione dei prodotti.
Noi abbiamo una regione dove esiste una normativa che ha istituito gli agricoltori custodi, una normativa che si occupa della banca della terra, e spero che venga ripresa e portata velocemente al vaglio con la mia proposta di legge che giace ormai da troppo tempo in Commissione, siamo fautori della biodiversità, di prodotti tipici di qualità, abbiamo il marchio di qualità marchigiano (QM), abbiamo grandissime estensioni vocate al biologico, il nostro Psr ha i bandi con over booking di richiesta di biologico sia per accesso che per mantenimento, abbiamo a cura l’ambiente, vogliamo un turismo lento, parliamo di ferrovie storiche e di ciclabili, abbiamo effettivamente la cultura dell’artigianalità che deve essere preservata. Dietro c’è anche il diritto dei lavoratori che tentiamo a livello sociale di promuovere.
Quindi che cosa abbiamo a che fare con questa tipologia di accordo? Noi ci eravamo già espressi su questa tipologia, poi se ne riparlerà nella seconda mozione che tratterò più tardi sul Ttip, con una risoluzione dove stigmatizzavamo - in questa Aula l’abbiamo votata all’unanimità - la metodologia di questi accordi e riportavamo in primo piano il discorso di partecipazione, confronto, tutela delle biodiversità e delle realtà produttive. Tutto questo viene messo a grave rischio, c’è la Coldiretti che calcola 200.000 posti di lavoro a rischio.
La nostra mozione del Movimento 5 Stelle chiede di esprimere una chiara contrarietà al Ceta e chiede di rafforzare i distretti biologici e le modalità ecocompatibili che sono nella cultura e soprattutto nell’agricoltura, il cavallo di battaglia, e non questo cavallo di Troia per entrare in mercati esteri deregolamentati della nostra regione.
Apriamo il discorso, leggeremo con attenzione la proposta che ci viene fatta di risoluzione, ci metteremo mano, la nostra linea mi sembra molto chiara e quindi fermamente tentiamo di portare a casa la posizione della Regione Marche che non può essere altro che di presa di netta distanza e contrarietà verso il Ceta, per modalità e contenuti.

PRESIDENTE. Illustrate le mozioni e fatta la comunicazione sul tema da parte dell’Assessore Casini direi di sospendere la seduta in modo tale da dare la possibilità di concludere la risoluzione sul tema del Ceta, non so se c’è anche la seduta di Giunta, questo lo valuterà il Presidente.
Sospendiamo la seduta per circa un’ora.

La seduta è sospesa alle ore 12,45

La seduta riprende alle ore 14,15

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Ha la parola il Consigliere Urbinati per illustrare la proposta di risoluzione unitaria a firma dei Consiglieri dei Consiglieri Urbinati, Zaffiri, Leonardi, Maggi, Marconi, Rapa, Bisonni, Marcozzi, Carloni.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Riprendo la discussione da quanto avevamo iniziato questa mattina nella Conferenza dei capigruppo dove abbiamo avuto, l'ho detto prima dell’interruzione, delle divergenze sulla forma di discussione di questo provvedimento, mentre nella sostanza siamo molto in linea, anzi perfettamente in linea, con le comunicazioni dell'Assessore che hanno sottolineato aspetti abbastanza preoccupanti per quanto riguarda l'economia marchigiana, soprattutto per quanto riguarda il settore dell'agricoltura.
Noi crediamo che sul lavoro preliminare di questo provvedimento che è stato fatto principalmente a Bruxelles sia mancata quella che noi conosciamo come analisi swot, quell'analisi dove il livello economico ci dice quelli che sono i punti di forza di una riforma, di un provvedimento, ma dall’altro ci dice le criticità e credo che, alle criticità - soprattutto per quanto riguarda la tutela delle biodiversità del nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda la diversità delle produzioni agricole che ci sono in Italia - non sia stata posta molta attenzione.
Nelle Marche questa questione è molto sentita, l'ha illustrata molto bene l’Assessore, e noi abbiamo ripreso tutti questi punti, abbiamo ripreso anche le sollecitazioni che ci sono arrivate dall'esterno, da parte delle associazioni di categoria, da parte delle categorie produttive del settore agricolo e delle cooperative.
Io sono molto soddisfatto del documento che è venuto fuori, un documento abbastanza forte, molto pregnante e possiamo dirlo oggi, con un pizzico di orgoglio, non è il solito documento condiviso che spesso viene fuori per non scontentare nessuno, questo è un documento che va al punto, che dà una forte comunicazione al Parlamento, in primis ai nostri Parlamentari che dovranno seguire l'iter di questa legge e soprattutto dovranno rispondere alle nostre indicazioni.
Siamo scesi come volevano alcuni Consiglieri anche nei particolari, in particolare abbiamo citato il problema che riguarda l'importazione del grano dai Paesi esteri, in particolare dal Canada, l'utilizzo di prodotti non consentiti in Italia che con questo trattato rischierebbero di entrare nel nostro Paese, insomma, credo che sia un documento importante, di cui tutte le forze politiche che compongono questo emiciclo possono esserne orgogliose.
Mi fermo qui, anche perché vorrei sentire l’opinione degli altri per poi arrivare a delle conclusione e ad una approvazione. Grazie,

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Noi come gruppo accogliamo con grande favore questa risoluzione unitaria del Consiglio delle Marche, però come minoranza ci troviamo anche in una situazione quasi surreale se cito Bettini, Bonafè, Costa, Danti, Demonte, Gualtieri, Kyenge, Morgano, Picierno, Pitella, Sassoli, Soru, Toia, Zanonato e Zoffoli, sono i Consiglieri dei PD che nel Parlamento europeo hanno votato il Ceta, c’è anche per la Consigliera Marcozzi che ha firmato la proposta di risoluzione, in Parlamento europeo hanno votato a favore del Ceta: Comi, Cico, Gardini, Mussolini, Pugliese, Salini, Praticello, Martuscello e Maullu di Forza Italia. Il Consigliere Marconi non c’è, ma c’è Cesa che ha votato a favore in Parlamento europeo, non solo, non paghi di tutto questo poco, tempo fa nella Commissione esteri del Senato, con 15 voti a favore del PD e 6 di Forza Italia, hanno fatto passare in Commissione esteri del Senato, il Ceta.
Questa è una situazione surreale, una specie di ombre cinesi che appaiono secondo la disposizione della luce in un modo o nell’altro, ovviamente, Articolo 1 - lo dico al Consigliere Busilacchi - non si è presentato nella Commissione Senato, quindi senza infamia né gloria e non ha responsabilità per quanto riguarda il Ceta.
Noi assieme alla Lega a cui do atto sia in Commissione Senato, sia in Parlamento europeo, ... ma voi non sapete che cavolo dire e tirate fuori le cose più estemporanee, ma io sono un gaudente e mi piace l'ironia, accetto questa ironia, ma è veramente …
Noi stiamo facendo le manifestazioni fuori del Senato, stiamo facendo le manifestazioni ovunque, stiamo appoggiando gli agricoltori marchigiani in tutte le sedi, in tutte le circostanze, non solo, se volete una nota di cronaca a margine, abbiamo chiesto al Senato al Presidente Grasso di non calendarizzare la ratifica della legge europea ed abbiamo chiesto di sentire i procuratori Grateri e Ruberti perché avevano dato notizie di infiltrazioni mafiose nelle organizzazioni, soprattutto alimentari, nel Canada.
Quindi c'è veramente una situazione complessa approvata così alla leggera, l'ha detto il nuovo capogruppo del PD, che saluto ed al quale auguro buon lavoro, come c'è stata poca attenzione nella Bolkenstein, ed aggiungo anche nelle vongole, i 25 millimetri. Gli italiani se ne sono fregati altamente di mettere in grave difficoltà le nostre aziende sia per la Bolkenstein - il capogruppo Urbinati sa dei grandissimi chalet che ha nella sua città - che per i vongolari, che hanno subìto questa disattenzione dei partiti di maggioranza in Italia, che non hanno tutelato gli interessi economici e commerciali nella sede europea.
Per cui, letta la proposta di risoluzione e detto questo, noi siamo veramente compiaciuti di aver trovato una sintesi anche con quella maggioranza bifronte che da una parte sorride e dall'altra sghignazza, quindi voteremo convintamente questo, abbiamo cercato di dare il nostro contributo, non solo nell'abolizione dei dazi, ma anche nell'abolizione delle barriere non doganali, che sono quelle più subdole, i dati sono quasi finiti dappertutto, ce ne sono pochissimi, le barriere non doganali sono quelle che permetterebbero, per esempio, ai prodotti ogm di arrivare in Italia, per cui salute, l'economia marchigiana, in modo … il collega mi sollecita a stringere ed io accolgo questo invito.
Termino con un sorriso ed annuncio il voto favorevole del gruppo del Movimento 5 Stelle, chiudo con un sorriso, ma questa cosa è veramente seria, soprattutto perchè nella nostra regione c'è un problema di salute ed un problema di economia.
Ha detto l'Assessore: abbiamo investito soldi, tempo ed energie per alimentare questa agricoltura di qualità, questa agricoltura biologica, e con questo trattato, questi soldi, questo impegno, queste energie e queste capacità di uomini, che hanno impegnato loro stessi in queste attività, che sono un elemento fondante, ma non solo per l'agricoltura, anche per il turismo perché i turisti vengono qua perché ci sono queste tipicità qualitativamente molto alte ..., questa è una cosa seria che bisogna in ogni modo contrastare, per cui voto favorevolmente questa risoluzione collegiale di tutto il Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Esprimo quello che sarà un voto favorevole a questa risoluzione che porta anche la mia firma e la soddisfazione per un percorso che siamo riusciti a portare a termine questa mattina con questa risoluzione che racchiude una volontà che reputo abbastanza forte e che non può essere travisata in alcun modo.
La posizione di Fratelli d'Italia, a livello nazionale, è piuttosto chiara perché la contrarietà alla ratifica del Ceta è stata dichiarata in maniera piuttosto chiara dalla nostra leader da Giorgia Meloni che ha definito chi vota il Ceta un traditore dell'Italia e degli italiani, per cui credo che la contrarietà a tutti i livelli da parte del mio partito non possa essere suscettibile di alcun tipo di battuta o altro.
Sono contenta che in questa assise, che deve tutelare quello che è il nostro patrimonio ambientale e le strutture economiche dell'agricoltura e dell'agroalimentare, si voglia esprimere in maniera univoca. Questo credo che sia un passo importante, una voce forte che mi auguro poi possa essere accolta, e su questo dobbiamo farci tutti portavoce, chi trova già come me la strada aperta perché la posizione del partito a livello nazionale è la stessa, e chi ha una difficoltà perché magari trova una posizione del proprio partito a livello nazionale non in linea con quello che noi andremo ad esprimere oggi.
Mi auguro che si riesca tutti a far capire l'importanza di non recepire un trattato così com'è, ma si possa intervenire per tutelare il made in Italy, per tutelare le produzioni e l'economia agroalimentare marchigiana e italiana, e per tutelare - lo voglio sottolineare perché all'interno della risoluzione c'è - anche la salute dei nostri concittadini, perché purtroppo quelle che per noi sono state delle scelte virtuose, che sono andate nel corso degli anni a tutelare le produzioni di qualità attraverso anche il divieto di utilizzo di alcune sostanze che sono dannose e cancerogene, oggi vengono, purtroppo, nel nome delle multinazionali, dell'economia globale, bypassate a danno del consumatore.
Per cui credo che questo principio debba essere ribadito con forza a tutti i livelli, e sono lieta che oggi con questa risoluzione noi lo facciamo, ma non ci dobbiamo fermare, questo è un sollecito che faccio a tutti i colleghi, alla firma di questo atto, che non si conclude oggi con questa firma e quindi con un accordo dentro quest'Aula, ma deve avere la forza di essere portato con le gambe di tutti noi dai nostri referenti sia in sede nazionale, sia in sede europea, perché le scelte debbono e possono in qualche modo essere cambiate e degli spiragli ci sono, noi dobbiamo tutelare la nostra economia e la salute dei nostri concittadini. Quindi ovviamente ribadisco un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che qui oggi noi stiamo celebrando una cosa importante, anzi importantissima, perché la politica ha prevalso dentro questa Aula e questo per me è un aspetto estremamente positivo, cioè quando la politica riesce ad affrontare e trovare le soluzioni a dei problemi credo che non ci siano le parole per evidenziare questo aspetto positivo.
Quando vogliamo abbiamo la capacità e questa volta abbiamo avuto la capacità di difendere un territorio, di difendere decine e migliaia di imprenditori e ciò diceva la Consigliera Leonardi, rappresenta un punto di partenza, Assessore, è un punto di partenza e lei, per conto della Giunta, o direttamente il Presidente, ha un compito importante per difendere questo accordo politico a livello centrale, affinché si capisca l'errore scellerato che è stato fatto nell'approvazione del Ceta.
Qui c'è un altro grave errore della politica, non si poteva assolutamente sottoscrivere e votare nel Parlamento europeo questa operazione, questa scelta, ripeto, scellerata che, come sanno tutti, noi non abbiamo votato né a Bruxelles né a Roma. E' una cosa che ormai ci caratterizza quotidianamente su questi problemi, la difesa dell'Italia, la difesa del made in Italy, perché questi sono aspetti importantissimi. Parliamo di turismo e poi lo mettiamo in discussione con atti che vanno contro il turismo perché arriva il formaggio dal Canada. E' roba da pazzi, è una cosa pazzesca!
Credo che per la politica oggi sia una giornata estremamente importante, la saluto con grande soddisfazione, penso che quando vogliamo siamo in grado di fare queste cose.
Adesso auguro all'Assessore Casini, al Presidente Ceriscioli, di ottenere un buon risultato, ma devono applicare tutte le energie possibili perché hanno la forza del Consiglio regionale ed hanno la forza di 1.450.000 marchigiani che di fatto hanno approvato questo documento, e qualche volta, per favore, anche se ci sono gli amici al Governo, bussiamo con i piedi perché è indispensabile per la comunità marchigiana che qualcosa di quel documento venga modificato o lo approvi, come ho già detto precedentemente su cose che sono accadute in Europa, le direttive della Comunità europea non tutti i Paesi le hanno applicate, in questo Paese che si chiama Europa non ci sono fessi, o ci sono fessi come gli italiani che applicano in modo pedissequo le direttive della Comunità europea, quando facevo un altro mestiere ho sempre rivendicato il ruolo del mio Paese e dovevo portarlo a Roma al Ministro di turno che governava il Paese, ma il mio capo non ci andava mai a rivendicare quel ruolo ed abbiamo sempre applicato le direttive in un modo sbagliato.
Non vogliamo più continuare perché se continuiamo ad applicare queste direttive per la comunità marchigiana, in questo contesto, avremmo accettato il suicidio. Io non voglio suicidarmi, assolutamente, non sono per questa strada, anzi, sono per rivendicare un ruolo di autonomia e di prestigio per la comunità e per i nostri imprenditori.
Assessore buon lavoro, ha in mano un documento, lo faccia rispettare a questi romani, con la tecnologia, con un modo per sviare l'applicazione del Ceta per quanto riguarda il nostro Paese o applicarlo parzialmente come magari qualche associazione di categoria chiede.
Se una parte delle associazioni di categoria chiede l'applicazione di questa cosa, diamogli quello che chiede, ma non applichiamo, secondo quello che chiedono i nostri imprenditori agricoli, per quanto riguarda il nostro settore agro alimentare.
Buon lavoro Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Quello che voglio dire adesso non è un'accusa politica o un discorso politico per accusare qualcuno, ma voglio portare tutti a una riflessione politica per capire, perché qui il problema non è solo dell'agroalimentare, ma c'è un problema giuridico molto importante di cui non si è parlato, una sovranità giuridica, nessuno ne ha parlato, ma è importante tanto quanto il problema dell'agroalimentare.
Adesso farò questa riflessione per cercare di dare un contributo finale a tutto il discorso che è stato fatto sia prima che dopo la pausa.
Il 15 febbraio il Parlamento dell'Unione europea ha approvato il trattato Ceta, nonostante ci fossero 3 milioni di firme raccolte, delle quali il Parlamento europeo se ne è fregato e l'ha approvato.
Questo dispiace anche perché, come è stato detto, è stato votato a larga maggioranza dal PD e da Forza Italia, questo non è un'accusa, ma una riflessione politica che poi in seguito capirete meglio.
Il 15 febbraio, dicevo, il Parlamento ha approvato il Ceta, lo stesso giorno il Ministro Calenda euforico ha affermato: “Numerosi e importanti vantaggi per il nostro Paese”, il 27 giugno la Commissione esteri del Senato ha approvato il trattato, come ben sapete, con i voti del PD e di Forza Italia ed il Vicepresidente della Confindustria ha affermato: “Il trattato Ceta serve all'Italia”, quindi il Vicepresidente della Confindustria dice: “Il trattato serve per l'Italia”, capisco che la Trilateral Commission non perdona, controlla tutto e quindi non fa sgarrare nessuno, però è chiaro che per noi fare un harakiri di questo genere è una cosa gravissima.
Oggi questa risoluzione con la quale mi trovo perfettamente d'accordo, spero che possa servire a qualcosa, ma ho molti dubbi, è un passo avanti, quindi il nostro lavoro come Regione l'abbiamo fatto.
Però mi domando, non credete che ci sia qualcosa di strano in tutto questo? In quello che stiamo vedendo? Da una parte abbiamo il Governo ed i membri del Governo ed i Ministri che dicono: “Si, il Ceta serve all'Italia” e dall'altra le Regioni. Quindi la mano destra dice una cosa e la mano sinistra ne dice un'altra, qualcosa di strano ci deve pur essere. Non è una prassi politica che viene confermata.
Qui stiamo parlando della nostra sovranità giuridica, difatti, il Ceta costituisce l'ennesima cessione di sovranità degli Stati, questa volta però, giudiziaria, infatti analogamente a quanto previsto dal Ttip le aziende canadesi potranno citare in giudizio davanti ai tribunali arbitrali indipendenti, composti da 15 arbitri, cinque scelti dalla UE, cinque dall'azienda e cinque dai Paesi terzi, gli Stati o le Regioni dell'Unione europea colpevoli di introdurre ostacoli al commercio o norme giudicate discriminanti nei confronti degli esportatori canadesi che a loro dire possono intralciare i loro business.
Capite di cosa stiamo parlando? Se si intralciano queste importazioni lo Stato del Canada potrà citare gli Stati che si oppongono, addirittura le Regioni, quindi crolla un pilastro dell'Unione europea perché con il nuovo accordo verrebbe meno anche uno dei pilastri importanti in tema di sicurezza alimentare, vale a dire quel principio di precauzione che è l'articolo fondante del trattato della Commissione europea, l'articolo 191, che consente la commercializzazione solo dopo aver fugato ogni dubbio sulla potenziale pericolosità della merce.
In conclusione do dei dati che riguardano la regione Marche, perché noi probabilmente saremo una delle regioni più colpite da questo “sisma”, un altro sisma sopra al sisma,
Le Marche sono tra le regioni di punta in Italia per i prodotti agroalimentari di qualità, secondo i dati Cna 2016 nel settore delle carni fresche Dop e Igp, per fare un esempio così a caso, le Marche sono al secondo posto dietro al Lazio con 549 allevamenti, 658 operatori, quasi 24.000 capi; altro settore di punta è quello del biologico, come diceva l'Assessore Casini nel suo intervento, che interessa oltre 55.000 ettari, più del 10% della superficie delle Marche e coinvolge oltre 2.100 operatori marchigiani.
Su questo, l'amministrazione regionale ha investito energie, come diceva l'Assessore Casini, molte leggi sono a tutela dell'agroalimentare di qualità della filiera corta e dei marchi di qualità e con il piano di sviluppo rurale, secondo la relazione annuale del 2016, la spesa pubblica totale per la misura sostegno del biologico ammonta a quattro milioni e mezzo di euro.
Quindi tutti sforzi che potrebbero essere vanificati dall'entrata in vigore del Ceta, ma quello che voglio dire con questo piccolo intervento non è solo la parte finale, ma la parte centrale: guardare bene l'aspetto giuridico della situazione, perché per difendere i nostri diritti, i nostri prodotti, potremmo ritrovarci di fronte ad un tribunale per dover contrastare una denuncia fatta da un Paese, il Canada, che importerà i suoi prodotti, fatti a modo suo, coltivati a modo suo e costringerà gli europei ad acquistarli in tutti i modi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Sarei stato rapidissimo se non avesse parlato il Consigliere Giorgini prima di me. A parte gli scherzi, solo per sottolineare che il Ceta l'ha votato anche Cesa convintamente.
Noi convintamente facciamo un ragionamento in questa Aula ed ho firmato questa risoluzione, per quello che conta il mio voto, e non la mozione, perché? Perché siamo tutti ben coscienti di un dato che credo dobbiamo difendere al di sopra di tutto, il dato è il livello di qualità e di sicurezza dei nostri prodotti. Non ho sentito molto negli interventi, noi abbiamo un sistema di protezione dei prodotti alimentari, con tutti i nostri sistemi di controllo, che è uno dei migliori al mondo, non credo che neanche gli efficientissimi tedeschi o scandinavi ce l'abbiano, un po' perché ci teniamo, fa parte della nostra cultura, vogliamo mangiare roba sana, poi magari andiamo a comprare qualcosa direttamente da un produttore e ci ammaliamo perchè si compra qualcosa di non controllato, ma diciamo che questa è la nostra tradizione, una tradizione addirittura secolare.
Quindi credo, come già è stato detto, come ha detto l'Assessore questa mattina, che su questo non possiamo arretrare, come non possiamo arretrare sull'ipotesi che un centinaio di prodotti che non hanno e non offrono questo tipo di garanzie entrino impunemente nel nostro Paese, anche con qualche birbata, ad esempio nomi simili ai parmigiani, ai pecorini, ai vini, che rischiano di confondere i nostri consumatori ed i nostri cittadini.
Per questo, anche se la risoluzione è un po' tranciante nel senso che alla fine diciamo che il Ceta va respinto, io avrei detto va respinto nelle parti in cui …, perché poi il problema più di carattere generale, l'abbiamo già trattato all'inizio legislatura sull'accordo complessivo con il Nord America, in modo particolare con gli Stati Uniti, è sempre quello, qui dobbiamo essere tutti onesti perché non si può sempre difendere una cosa e poi andare a difendere la fabbrica di Castelfidardo, o di Recanati, o di Montelupone, o di Pesaro, che è andata per aria, perché è andata per aria? Perché non ha un mercato, perché ragionando come ragiona Trump alla fine i mercati ce li chiudiamo tutti e siccome noi siamo maledettamente un Paese manifatturiero e siamo maledettamente un Paese esportatore, per noi i trattati sono ossigeno. Può piacere o non piacere, ma per i nostri mercati sono ossigeno ed avanti di questo passo noi chiuderemo i mercati alla Lombardia, e io sono d'accordo a chiudere la Lombardia perché noi siamo importatori puri dalla Lombardia, quest'ultima si faccia le cose per conto suo e Maroni le venda con i lombardi e noi non compriamo niente dalla Lombardia, ma la Lombardia, come tutto il nord Italia, è cresciuta in maniera esponenziale fino al punto di dover costringere - perché negli anni '50 d'accordo con i sindacati rossi non hanno voluto fare il trasferimento delle aziende al sud - 4, 5 milioni di meridionali forse anche di più a riempire le squallide periferie del nord. Questo dato è storico e di fronte alla storia non si va da nessuna parte, se l'Italia non fosse stata al suo interno, dal 1861 in poi, un libero mercato non sarebbe mai cresciuta e staremo ancora a zappare patate e barbabietole nella Vallesina o nella valle del Potenza, chiaro? E' questo il concetto.
Questo è il punto, sono d'accordissimo su questo, perché questo significa aiutare anche quei Paesi che entrano in collaborazione con noi, in queste forme di trattato commerciale, a far capire loro che ci guadagnano solo a spendere qualcosa di più per avere maggiore qualità, questo deve crescere a livello mondiale, secondo me, deve crescere la protezione dei lavoratori, con la Cina gli accordi vanno fatti, come vanno fatti con l'Indonesia, come vanno fatti con il Myanmar, come vanno fatti con l'India, vanno fatti con tutti i Paesi del mondo, perché deve crescere un senso di bene comune che è contrario a qualsiasi furbizia.
Dentro ogni trattato ovviamente c'è una parte di bene comune e c'è una parte di furbizia, quindi noi stiamo segnalando in termini negativi la parte di furbizia, ma perché questo sia l'obiettivo, e non semplicemente dire no, ma sia l'obiettivo di dire no a quella parte perché tutto il livello del trattato possa crescere.
Credo che se questo avverrà, con la spinta non solo nostra perché sono convinto che per la patata o per l'orologio un tedesco, un ceco, un polacco avranno qualcosa da ridire, perché in tutti i Paesi dell'Unione ci sarà qualcuno che ha qualcosa da ridire, ci potrà essere la possibilità, come anche dall'altra parte, nel Quebec o in altri Stati del Canada, di elevare questo livello e nel giro di qualche decennio, forse di un secolo, avere un mondo migliore, perché ha scelto la parte migliore di ciascuno.
Noi abbiamo da dare una parte migliore e oggi stiamo mettendo i nostri riflettori su questa parte migliore, non sull'idea (questa la respingo) che il mondo deve diventare un ghetto, deve diventare una somma di recinti, perché con i recinti non si fa niente, con i recinti si fanno solo le guerre e la I e la II guerra mondiale che ha elevato i recinti, i reticolati, e gli ostacoli, ne sono una chiara dimostrazione. Viva l'euro e viva l'Unione europea.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Sarò velocissimo perché molte ragioni sono state spiegate dai miei colleghi, in particolare credo che il Consigliere Marconi abbia centrato un po' il succo di questo ragionamento e lo voglio integrare perché non siamo assolutamente contrari ai rapporti internazionali, ai trattati che sono fondamentali, il nostro problema è proprio quello di internazionalizzare, abbiamo gli uffici, abbiamo le strutture per internazionalizzare e poi ci chiudiamo? E' assurdo! E' naturale che questi trattati vanno fatti nel modo migliore, vanno fatti per evitare quelle furbizie di cui parlava il Consigliere Marconi, dopodiché non ci lamentiamo se le nostre strutture, le nostre aziende non riescono a trovare nuovi mercati.
Siamo favorevoli, come gruppo Forza Italia, per due principi fondamentali di carattere giuridico ed etico, le colpe dei padri parlamentari europei e nazionali non possono ricadere sui figli Consiglieri regionali che la pensano in un certo modo. Noi ragioniamo diversamente perché guardiamo da un'ottica molto più ridotta e molto più significativa, che cerco in qualche modo di spiegare.
Questo è il principio di carattere generale, sulla sostanza è naturale che ci sono due aspetti che mi fanno riflettere, questa eccessiva deregolamentazione porterà a due pericoli importanti. Noi abbiamo basato la nostra agricoltura sulla qualità e sulla sicurezza, sono due principi sui quali la nostra agricoltura si fonda, quindi questa mancanza di regolamentazione sicuramente favorirà un po' il libero scambio, ma produrrà un danno molto forte, probabilmente l'accordo non è stato visto nell'ottica giusta, quindi perché dobbiamo dire di si? Dobbiamo dire no perché dobbiamo tutelare questo tipo di discorso.
Io poi ci vedo un altro aspetto molto difficile e molto subdolo, in Canada esistono molte aziende, molte multinazionali a capitale americano, non vorrei ad esempio che molte aziende americane, che stanno lavorando in Canada, potessero aggirare, fare una triangolazione per esportare in Europa, in modo particolare in Italia, quei prodotti che fanno concorrenza alla nostra agricoltura.
Anche questo è un aspetto che non è stato molto segnalato, però è concreto, alcune organizzazioni hanno visto che questa grande realtà industriale, che esiste in Canada, molto spesso è a capitale statunitense, per aggirare tutta una serie di contraddizioni che da qualche anno gli Usa hanno con l'Europa.
Ma lo faccio e sono favorevolissimo in ragione anche di quello che rappresenta la nostra agricoltura in questo momento nelle Marche.
Nelle Marche il settore che maggiormente contribuisce alla formazione del valore aggiunto, che sarebbe il nostro Pil, è il settore dei servizi con il 70%, poi arriva l'industria con il 28%, paradossalmente l'agricoltura è il 2%, quindi di che cosa vi state a preoccupare? Perché in questo momento non vi preoccupate di più dell'industria per la quale questo trattato, ad esempio, è favorevolissimo? Perché in questi ultimi anni, a partire dal 2011, l'unico settore che segna dei valori positivi in termini di produzione interna e di esportazione è l'agricoltura, con una media a partire dal 2011 del 12%.
Quindi è qui che dobbiamo lavorare e la Regione sta lavorando, paradossalmente l'Europa nemmeno se ne è accorta, proprio con i soldi suoi, che poi sono i soldi nostri, proprio per sviluppare occupazione, per sviluppare nuovi prodotti.
Una cosa molto importante e significativa è che in questo momento l'agricoltura nelle Marche investe il 37% di quello che ricava economicamente, cosa che gli altri settori, l'industria ed i servizi, non fanno, reinvestono a malapena il 20%.
I nostri agricoltori reinvestono il 37% di quello che producono economicamente, quindi vanno sostenuti al massimo, perché è un elemento dell'economia che produce valore aggiunto nel modo migliore. Ecco perché io e la Consigliera Marcozzi siamo contrari alla ratifica di questo Ceta che va a danneggiare in questo momento quegli agricoltori che stanno investendo, che hanno creduto nella qualità e che hanno creduto nella sicurezza dei nostri prodotti. Lo dimostra il fatto che abbiamo avuto un riconoscimento di appena 41 Dop e Igp rispetto alle 291 che abbiamo, questo la dice lunga di cosa ci possa essere dietro a queste triangolazioni.
Per cui, ripeto, siamo favorevoli in ragione di queste riflessioni che ho fatto e che ci dicono come l'agricoltura, pur rappresentando in questo momento il 2% del Pil delle Marche, è la stella polare a cui noi dobbiamo guardare per risollevare le sorti economiche e produttive della nostra regione e per creare posti di lavoro.
E' inutile stare qui a fare dei bandi per creare start-up, se poi approviamo situazioni di questo genere che vanno nel verso opposto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Anch'io prendo la parola per esprimere, come hanno fatto altri colleghi, la soddisfazione su questa risoluzione firmata da tutti i capigruppo e largamente condivisa da tutti i Consiglieri.
Questa risoluzione dà un mandato forte all'Assessore che si farà altrettanto forza del mandato non dei Consiglieri ma di tutti i marchigiani per fare quello che le si chiede, e non me ne voglia l'Assessore se in un contesto difficile, forse di debolezza, chiediamo un grosso sforzo, di sollecitare al Parlamento la sospensione dell'iter di approvazione del disegno di legge e di andare addirittura in sede europea per quanto di competenza a tutelare e difendere i prodotti marchigiani.
E' un compito gravoso, però lei si farà forza Assessore del mandato di tutti i marchigiani.
Questo trattato, anche dal mio punto di vista, va respinto per i diversi motivi che voglio sottolineare molto velocemente, anche se già sono stati illustrati e quindi rischio di ripeterli.
E' un trattato che deregolamentando gli scambi, ad esempio, eliminando anche le barriere tariffarie, punta verso prodotti di basso costo a discapito della qualità, che è l'esatto contrario delle tipicità dei prodotti marchigiani. Quindi in un meccanismo di scambio economico-commerciale in cui si va a favorire il prodotto che costa meno, è chiaro che il prodotto biologico, il prodotto di qualità, il prodotto che segue una certa filiera, può trovarsi in difficoltà.
Per non parlare poi dell'argomento “grano”, noi sappiamo come i nostri agricoltori sono già in grande difficoltà, si è parlato di guerra del grano, per le importazioni che vengono dall'estero a bassissimi costi, ed i nostri agricoltori non riescono a produrre un grano che possa essere competitivo, mantenendo la qualità che giustamente vogliono.
Questo accordo consentirà, essendo un accordo che punta verso il basso costo, ad aumentare le importazioni di grano dal Canada e non a far aumentare le nostre esportazioni.
Qualcuno ha ricordato le Dop e le Igp, 41 su 291, questa a riconferma di quello che sto dicendo, che il trattato non va a puntare sulla qualità, ma punta su un discorso di economicità e di piccoli prezzi.
Ci sono altri aspetti rilevanti, ad esempio quello dell'equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie che forse non è stato sottolineato a sufficienza.
Noi sappiamo che l'Italia ha degli standard di controllo elevatissimi, che sono di gran lunga superiori agli standard di controllo che ha il Canada, equiparare questi standard significa ancora una volta fare un accordo verso il basso e non verso l'alto, quindi l'Italia e le Marche avranno solo da rimetterci da questo accordo.
Qualcuno giustamente ha ricordato l'aspetto dei tribunali sovranazionali, noi potremmo essere chiamati in causa dalle aziende che magari reputeranno che le Marche o l'Italia ostacolano l'importazione dei loro prodotti.
L'altro discorso che mi sento di condividere e di sottolineare è quello delle triangolazioni, sinceramente non sono un ammiratore di Trump, anzi, secondo me Trump sta sbagliando tutto, una cosa però l'ha acchiappata che è quella di sospendere momentaneamente il Ttip, molte aziende americane tramite il Ceta potrebbero, con un gioco di triangolazioni (sono americane ma hanno la sede in Canada) aggirare il Ttip per fare quello che voleva fare il Ttip, quindi sfruttare il Ceta per fare le stesse cose che il Ttip chiedeva.
Quindi in buona sostanza, per tutti questi motivi che ho cercato velocemente di ricordare, esprimo la mia contrarietà al Ceta e quindi il mio sostegno all'Assessore affinché si faccia forza presso il Parlamento italiano ed europeo per far valere le ragioni di tutti i marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Innanzitutto ringrazio tutti i Consiglieri che hanno, con motivazioni diverse, con sfumature diverse, accettato di prendere una posizione così netta e così rigida. Vi ringrazio perché mi date questo grande compito che chiaramente rispetto al Parlamento potrò avere nelle mie funzioni.
La prima cosa che intendo fare, quando l'avrò, è mandare copia dell'atto del Consiglio al Presidente della Commissione politiche agricole, al dott. Di Gioia, perché la invii come Presidente, se non lo farà, lo farò io, a tutti gli Assessori di tutte le Regioni. So che la Regione Lazio è in procinto di approvare una risoluzione analoga, quindi vediamo anche quanti siamo all'interno della Commissione, poi chiederò di parlare di questo argomento che colpisce le Marche in maniera forte, perché le Marche rappresentano quasi tutte le caratteristiche italiane messe insieme, sono l'emblema particolare, ma anche le altre Regioni non possono che essere sofferenti rispetto a questo accordo.
Io penso ai glifosati, penso alle 99 sostanze attive che vengono usate in Canada e da noi no, questo non è stato semplice, anche per gli agricoltori, abituarsi ad un processo più faticoso e più costoso, perché produrre qualità è più costoso.
Soprattutto in questo trattato non c'è un principio che per quello che riguarda l'ambiente e la salute in Europa c'è, che è il principio di precauzione, che un principio che è un modus di mettersi di fronte alle problematiche, e questo mi preoccupa non poco.
Come sapete noi siamo una regione “ogm free” e anche questo è un altro vanto e come Regione Marche siamo Vicepresidenti di tutte le Regioni d'Europa, quindi ci mettiamo oltre l'impegno anche la faccia. Distruggiamo i campi di grano quando ci sono delle problematiche e delle contaminazioni ogm, non è che non lo facciamo.
In questo caso devo ringraziare tutte le associazioni di categoria perché sin dalla prima volta, da quando sono in Regione, su un tale argomento c'è questa grande condivisione, ripeto, con tutte le possibili sfumature. Parallelamente è partita la Coldiretti, ed io avevo notizie che più o meno si stavano muovendo le cose nello stesso modo, il tavolo strategico, l'ex tavolo verde ha deciso all'unanimità di appoggiare questa posizione e di condividerla, quindi tutte le associazioni ed il Consiglio.
Nelle Marche abbiamo una forza grande che è quella di dire che alcuni temi sono anche etici, perché qualcuno ha parlato di etica, secondo me, come trattiamo le cose che mangiamo ha un risvolto etico importante, come decidiamo di essere rispetto al resto del mondo.
Dico che questa è una posizione che teniamo rigida, ribadisco sempre l'importanza di ricordare a tutti quello che sono i nostri prodotti, di valorizzarli, di continuare ad andare verso il processo di qualità. Se è vero che il biologico cresce nelle vendite del 20% significa che i nostri consumatori sono molto più consapevoli, quindi verso questo noi dobbiamo sempre propendere, difendiamoci anche in maniera attiva, continuando a produrre qualità, quindi farò tutto quello che è in mio potere per rappresentare questa posizione che condivido in maniera convinta e che convintamente rappresenterò.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Comunico che la mozione n. 177 è rinviata, dopo dirà le motivazioni la Consigliera Malaigia.

Mozione n. 159
ad iniziativa dei Consiglieri Marcozzi, Carloni
“Realizzazione asili nido interaziendale nella regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 159 dei Consiglieri Marcozzi, Carloni.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Questa mozione è stata presentata da me e dal Consigliere Carloni un anno fa, il 25 luglio 2016 e si occupa della realizzazione di asili nido interaziendali nella regione Marche.
Premesso che in Italia i nidi aziendali vantano una tradizione antica, se pure non diffusa, il primo è stato Adriano Olivetti fondatore dell'omonima azienda che negli anni '50 realizzò il primo asilo nido in azienda per consentire alle mamme di allattare il bambino durante la giornata di lavoro.
L'esperienza messa in campo da Olivetti si basava su due concetti oggi ancor più importanti: il welfare interno e l'apertura alla comunità.
I nidi aziendali sono strutture realizzate nei luoghi di lavoro o nelle immediate vicinanze degli stessi per accogliere bambini fino a tre anni e dunque favorire la conciliazione delle esigenze familiari e professionali di lavoratori con figli.
Considerato che l'apertura di asili nido aziendali comporta il miglioramento della qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori, la possibilità di sviluppo e sostegno delle aspirazioni delle donne lavoratrici, migliori impatti sociali sul territorio e immagini sociali, fidelizzazione del personale, miglioramento della qualità della vita dei dipendenti.
Considerato anche che lo scorso 31 maggio 2016 le organizzazioni sindacali Anaao/Assomed e Nursind hanno organizzato un convegno su “La sanità al femminile, problemi e opportunità” durante il quale è stata proposta la costituzione di asili nido nelle aziende sanitarie della regione Marche, un'iniziativa che potrà contribuire a risolvere molti problemi delle giovani famiglie degli operatori sanitari.
Noi chiediamo un impegno a questa Giunta affinché possa adottare qualsiasi misura necessaria a promuovere e incentivare il servizio degli asili nido aziendali nell'ambito di tutte le aziende sanitarie della regione Marche e più in generale di qualsiasi ente o azienda pubblica regionale e di valutare ogni forma, anche fiscale e contributiva, utile a favorire l'istituzione e la realizzazione di asili nido aziendali o interaziendali anche nelle imprese private della regione Marche che ne sono al momento sprovviste.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. La politica dell'infanzia e dei servizi educativi è stata sempre al centro dell'azione di Governo della Regione Marche fin dal 2003 quando si votò la legge 9, la legge istitutiva dei servizi e della gestione dei servizi educativi.
Credo che siamo una delle poche Regioni italiane che sfiora quel famigerato 33%, che è l'obiettivo che la Conferenza di Lisbona ha dato ai Paesi membri rispetto alla percentuale dei posti in relazione alla popolazione.
Vengo da una città, Senigallia, che insieme a Fano, insieme a Pesaro, ha delle percentuali anche più alte del 33%, nelle sue varie articolazioni, perché abbiamo asili nido a gestione diretta da parte dei Comuni, abbiamo asili nido e spazi bambini privati, accreditati e convenzionati, abbiamo fatto un'esperienza - non vedo l'Assessore Casini - importante di agrinido. Sono sorti nella nostra regione degli agrinido che abbinano il momento educativo anche all'agricoltura, alla campagna; abbiamo fatto un'esperienza, è presente il nostro Assessore, di allora, ai servizi sociali, dei cosiddetti nidi domiciliari, i tagesmutter, come li chiamano nelle regioni nordiche.
Ho partecipato al convegno, al quale si riferisce la Consigliera Marcozzi, che metteva al centro il medico al femminile, e uno dei temi che si poneva, per cercare di aiutare e favorire l'ingresso del mondo femminile all'interno della sanità, anche per posti di responsabilità, era quello dei servizi educativi ad hoc.
Credo che questo tipo di servizi debbano essere incentivati e penso che la mozione interpreti questa volontà.
Nella Regione Marche attualmente c'è un avviso per la concessione di vaucher - considerato che c'è stata una coartazione delle domande in virtù della crisi ed i costi dei nostri nidi anche se non rilevanti, però sono costi - per quei genitori che non possono pagare le rette, sotto forma di contribuzione.
Si sta registrando una diminuzione delle domande di accesso ai nostri nidi legata prevalentemente alla crisi, molte donne che sono state espulse dai processi produttivi rimangono a casa con i loro bambini.
Penso che questa mozione intercetti un'esigenza e quindi ha tutti i contenuti per essere secondo noi votata.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione 159. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 237
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Titolo di viaggio Carta Tutto Treno Marche – anno 2017”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 237 del Consigliere Talè che ha la parola per illustrarla.

Federico TALE’. Velocemente vista l'ora. Auspico che questa mozione venga votata da tutti i Consiglieri. Ha come obiettivo il ripristino della Carta Tutto Treno che è un titolo di viaggio istituito nel 2009 dopo un accordo tra la Regione e Trenitalia, è stato operativo dal 2009 al 2016 e consentiva ai pendolari residenti delle Marche di utilizzare con agevolazione tariffaria i servizi della lunga percorrenza: Intercity, Freccia Bianca ed Eurostar.
Fino a giugno 2016 la Carta Tutto Treno aveva un costo annuale di 90 euro per le distanze fino a 60 chilometri e di 110 euro per quelle oltre i 60 chilometri, dall'1 luglio 2016 il costo è aumentato del 40% circa ed è passato dai 90 euro fino a 60 chilometri a 130 euro e oltre i 60 chilometri a 150 euro, un aumento consistente. Nonostante questo aumento, la Carta Tutto Treno ha mantenuto la sua utilità e i pendolari hanno continuato a sottoscriverla.
Da gennaio 2017 la doccia fredda è stata che la biglietteria di Trenitalia non ha più venduto la Carta Tutto Treno ai pendolari residenti nelle Marche, perché la Regione ha sospeso i fondi. Ciò implica un sacrificio economico importante per i nostri pendolari, infatti per continuare ad usare i treni Intercity e Freccia Bianca, senza la Carta Tutto Treno, sono costretti a pagare a Trenitalia una cifra che è quasi doppia.
Un esempio pratico: un abbonamento al treno Freccia Bianca sulla tratta Pesaro-Rimini costa 100 euro al mese, a questa cifra vanno aggiunti 5 euro per poter usare anche i regionali dello stesso segmento, prima invece bastava sottoscrivere l'abbonamento regionale a 55 euro al mese ed aggiungervi il costo annuale della Carta Tutto Treno di 130 euro che equivaleva al mese a 10,80 euro circa. In pratica si pagavano 789 euro all'anno, mentre oggi questi ragazzi, questi pendolari, pagano 1.260 euro.
Molte Regioni, nello specifico la Liguria, la Toscana, l'Umbria, il Piemonte, il Lazio, l'Emilia-Romagna e la Lombardia, hanno confermato la Carta Tutto Treno per i residenti anche per il 2017 ed è auspicabile che questo titolo di viaggio venga ripristinato anche nelle Marche sia per porre rimedio ai danni sociali e all'aggravio dei costi per gli utenti e per loro famiglie, sia nell'ottica della valorizzazione delle scelte eco-sostenibili, è chiaro infatti che molti pendolari sono attualmente spinti, in qualche modo, a utilizzare l'automobile.
Mi rendo perfettamente conto che ci troviamo ad operare in un periodo oltremodo difficile per le drammatiche conseguenze prodotte dal sisma, ma anche la nostra vicina Umbria colpita quanto noi, più o meno, ha confermato la Carta Tutto Treno per il 2017, sia pure limitatamente agli Intercity, quindi l'Umbria si è comportata in questa maniera, ha tolto le altre categorie di treni e l'ha limitata all'Intercity.
Ritengo che uno sforzo in questa direzione vada fatto anche dalla Regione Marche ed in ultima analisi in ballo ci sono i bilanci di centinaia e centinaia di famiglie, nel solo primo trimestre del 2016 hanno acquistato la Carta Tutto Treno più di trecento utenti, più di 1000 utenti sicuramente all'anno, ed è un peggioramento delle condizioni di vita di altrettanti lavoratori, non soltanto della categoria degli studenti ma anche quella dei lavoratori.
Per questo, come dicevo all'inizio, auspico che l'Assemblea condivida nella sua interezza questo atto di indirizzo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Condivido in pieno questa mozione ed auspico il ripristino della Carta Tutto Treno perché ciò ha una duplice valenza, da una parte si presta attenzione alle esigenze dei tanti conterranei obbligati per ragioni lavorative a spostarsi fuori regione e dall'altra si favorisce l'utilizzo dei treni per gli spostamenti, con conseguenti ripercussioni positive in termini ambientali, ma prima ancora sarebbe interessante sapere come mai non si è ancora provveduto al rinnovo di questa Carta dal momento che questa amministrazione si dice molto attenta ai temi che sono alla base di questa mozione, ossia quelli ambientali e lavorativi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Solo per comunicare che condivido la mozione del Consigliere Talè.
La Giunta sta cercando faticosamente, insieme all'Assessore Cesetti, la copertura finanziaria che si è interrotta non perché abbiamo voluto togliere una opportunità ai pendolari che viaggiano giornalmente lungo le tratte marchigiane e non solo, ma perché ci sono effettive difficoltà di bilancio.
Nella prossima settimana, credo che potremo ripristinare i fondi e quindi rendere di nuovo attiva la Carta Tutto Treno a partire dall'1 agosto, se riusciamo a fare la delibera nella prossima settimana.
Gli uffici stanno cercando di reperire i fondi, non sono somme ingenti anche se è comunque difficile tra le ristrettezze del bilancio trovare la copertura a tutto.
E' chiaro che dobbiamo garantire tutto, però dobbiamo anche fare delle scelte, questa della Carta Tutto Treno la riteniamo una cosa importante per i viaggiatori, quindi credo che la ripristineremo nei prossimi giorni.
Il mio voto è favorevole ed invito a votare favorevolmente alla mozione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 237. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 155
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Pergolesi Giorgini
“Negoziati sul TTIP e richieste di accesso ai documenti presso il Mise”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 155 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Pergolesi Giorgini.
Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vorrei fare una proposta ai colleghi del Movimento 5 Stelle in quanto la questione Ttip, come sappiamo, è venuta già in Aula lo scorso anno, questa è una mozione del 2016, la problematica è stata discussa ed ha avuto un percorso abbastanza travagliato tant'è che attualmente tutte le trattative sono sospese, addirittura non si è trovata l'intesa nemmeno su un punto di questo percorso e sostanzialmente sono cambiate le cose anche con l'avvento del Presidente Trump negli Stati Uniti, quindi proporrei, se i colleghi del Movimento 5 Stelle sono d'accordo, visto che questo è un argomento molto importante, di inserire la discussione, in accordo con il Presidente Traversini, all'interno della II Commissione consiliare dove possiamo riprendere il filo della discussione, vedere a che punto è, cercare di seguirla e poi intervenire con gli atti che la Commissione ed il Consiglio riterranno opportuni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Si, oggi parliamo di date per iniziare, il 12 luglio 2017 è il mio 25º anniversario di matrimonio, quindi nozze d'argento, perché parlo di date? Perché questa mozione è stata depositata il 21 luglio 2016, a distanza di un anno parliamo di una cosa così importante.
Il Ceta è il gemellino del Ttip, chiaramente sono convintamente favorevole al fatto di riparlarne in maniera approfondita in II Commissione, ricordando che la problematica del Ttip era stata già trattata nella risoluzione 10 del 2016, quando abbiamo detto che era il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione del programma della Comunità economica europea del 2016 e c'eravamo già espressi in maniera particolarmente critica nei confronti di questa modalità di accordi.
Approfondiamo sicuramente la questione, visto che il dispositivo della mozione l'avremmo dovuto pesantemente modificare, quindi è chiaro che un ripensamento e un approfondimento in Commissione non può altro che giovare.
Ricordiamoci che il Ceta, a cui oggi abbiamo espresso una convinta contrarietà, è stato stilato con le stesse modalità del Ttip per cui siamo d'accordo nel rinviare la mozione, che probabilmente verrà sostituita da un documento che partoriremo congiuntamente in Commissione e che vedremo di portare successivamente in Aula, ma non alle calende greche, non al mio prossimo anniversario di matrimonio, dalla Commissione al Consiglio, in modo da essere particolarmente celeri nel prendere posizioni perché a distanza di un anno abbiamo visto come le condizioni globali siano cambiate.
Non possiamo certo non stare al passo dei tempi, è il nostro compito discutere politicamente gli atti presentati, Presidente Mastrovincenzo, nei tempi dettati dal Regolamento e considerato che il prossimo Regolamento sui tempi di discussione degli atti è particolarmente stringente, chiedo assolutamente il rispetto dei tempi per discutere in maniera efficace, anche dal punto di vista politico, gli atti, quindi rinviamo la discussione della mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Su questo argomento voglio intervenire perché anch'io all'inizio della legislatura presentai una mozione su questo problema e questa Aula la bocciò, perché mi è stato detto, è un problema di globalizzazione e noi non la votiamo.
Quest'oggi invece sento e ascolto una proposta diversa dal Partito Democratico, ne prendo atto, sono pienamente d'accordo, condivido questa impostazione di discutere in Commissione perché è un problema che ho sollevato tanto tempo fa ed oggi prendo atto positivamente che c'è la possibilità di discuterne in termini unitari.
Credo che devo iniziare a preoccuparmi politicamente, questo è, non parlo assolutamente di inciuci, incomincio a preoccuparmi perché il vostro segretario adesso la pensa come il mio segretario allora …, è inutile che lei Assessore muova la testa, le dichiarazioni formali sono le stesse.
Affronto sempre positivamente le questioni, Consigliere Urbinati, e credo che questa affermazione, questa dichiarazione senz'altro positiva, va nel senso di affrontare veramente i problemi, perché anche questo Ttip è un problema pesantissimo per la nostra comunità, questo è il vero problema.
Io sono abituato a parlare dei problemi, sono abituato ad affrontarli per risolverli, in termini politici, Assessore Sciapichetti, perché anche a lei fa bene questa attenzione alla politica. Grazie.

PRESIDENTE. A questo punto prendo atto che c'è la volontà unanime sul rinvio in Commissione della mozione n. 155.

Mozione n. 168
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni
“Sostegno concreto ai cittadini colpiti dalla crisi - necessarie misure di supporto anche psicologico e istituzione di un numero verde per aiuto e assistenza psicologica e sanitaria mirata anche agli imprenditori marchigiani e alle loro famiglie in difficoltà”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le mozione n. 168 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Malaigia, che ci dirà anche perché ritira la mozione n. 177.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Questa mozione, come tanti atti che mi hanno vista prima firmataria, è generata da situazioni che mi sono vicine, di cui tutti siamo spettatori perché purtroppo in maniera empatica noi dobbiamo pensare a quello che ci circonda e noi siamo sempre più coinvolti da fatti di cronaca che purtroppo sempre più spesso interessano anche la nostra regione.
La nostra regione è diventata attualmente la terza per imprenditori suicidi in Italia, questo perché? Perché noi abbiamo parlato spesso, da anni, di crisi economica, crisi che investe tutti i settori, ma non abbiamo dato finora particolare attenzione o sufficiente attenzione, a mio avviso, agli effetti che questa crisi produce. Effetti che sono devastanti sull'individuo che si trova innanzitutto solo, incapace di affrontare, incapace di orientarsi in maniera serena e anche distaccata, si sente travolto da questo problema, travolto e colpevolizzato verso se stesso e verso la famiglia. L'individuo si sente un fallito.
Poche settimane fa ho avuto l'occasione di incontrare un ragazzo, figlio di un imprenditore che si è suicidato qualche anno fa qui in provincia di Ancona, a cui è cambiata completamente la vita, ha dovuto abbandonare gli studi, la famiglia si è dovuta arrabattare in qualche modo, quindi non è che con il decesso di una persona il problema si supera.
Quello che io chiedo, oggi qui in Aula, è di farci carico di questo problema contingente a quello della crisi, che colpisce un po' tutti.
Quello che chiedo è di far si che la Regione si faccia responsabile offrendo un servizio di sostegno psicologico, di ascolto, un servizio che indirizzi gli imprenditori in crisi verso il sapersi districare in varie procedure, anche attraverso consulenze professionali, bancarie, un punto di ascolto che limiti le difficoltà burocratiche, tutte le difficoltà che trova un individuo che si sente completamente solo, che non ha altri soggetti con cui potersi raffrontare, perché spesso l'individuo non ha nemmeno il coraggio di comunicare con la propria famiglia, di confidarsi con la propria famiglia, proprio perché si sente colpevole.
Quello che chiedo è di dare un sostegno, di creare un numero verde, un punto di ascolto e di fornire, per quanto possibile, supporti legali o creazione di una rete che possa mettere in collaborazione le istituzioni, le Camere di Commercio, i fondi antiusura e quant'altro, per far sì che questo disagio, che questa depressione degli individui possa essere risolta.
Chiedo un impegno da parte di tutto il Consiglio per considerare quest'altro aspetto della crisi, cioè l'aspetto che è conseguente alla crisi, proprio l'aspetto devastante sulla persona. Grazie.
Dimenticavo di giustificare il ritiro della mozione n. 177, che io e il Consigliere Bisonni in quanto insegnanti avevamo presentato lo scorso settembre, riguardante la tutela dei docenti marchigiani.
Questo è un problema che direi superato da azioni congiunte e per questo devo ringraziare l'Assessore Bravi perché quando si lavora insieme si riesce ad addivenire a dei successi e posso dire che, se questo problema è stato risolto, ben mi fa sperare che anche altri problemi, come ad esempio l'organico degli insegnanti nei territori terremotati e il ritardo nei pagamenti dei supplenti temporanei, con un'azione concorde e sinergica possano essere risolti, così come è stato fatto in particolare per questo argomento. Pertanto la mozione n. 177 è ritirata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Velocissimamente per dire che sono d'accordo a ritirare la mozione 177 e mi unisco ai ringraziamenti per quanto ha fatto l'Assessore per risolvere questo problematica.
Preannuncio però che per altri tipi di problematiche presenterò a breve un'interrogazione che riguarda proprio l'argomento di cui ha parlato la Consigliera Malaigia, la preoccupazione che hanno i territori per le classi che potrebbero rischiare di non formarsi perché l'Ufficio scolastico regionale sembra non voler applicare la circolare del Ministero che dà la possibilità di formare classi, anche in deroga alla normale situazione, con un numero limitato di studenti. C'è questa possibilità, ma sembra che l'Ufficio scolastico non voglia approfittarne, non riesco a capire perché, presenterò a breve un'interrogazione in tal senso. Grazie.

PERSIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Una mozione che, rappresentando la situazione imprenditoriale marchigiana in tutta la sua drammaticità, non può che trovarmi d'accordo.
E' indispensabile dare dei segnali concreti in favore degli imprenditori in difficoltà, i quali dinnanzi ad una situazione economico-finanziaria arrivano addirittura a compiere folli gesti.
Dietro la tragedia, non dimentichiamoci che restano i familiari che spesso, oltre al dolore infinito per la perdita di un loro caro, sono chiamati ad affrontare le difficoltà aziendali ereditate.
A questo si aggiunga oltretutto l'aggravata situazione legata anche agli eventi sismici, quindi l'amministrazione regionale si schieri dalla parte di chi è alla canna del gas, non certo per incompetenza, ma perché afflitto da una tassazione esagerata e da quel mancato supporto istituzionale che dovrebbe sostenere l'imprenditoria italiana e marchigiana nello specifico.
Quindi si avvii anche una riflessione specialistica su come individuare le situazioni limite prima che la disperazione sfoci nel suicidio.
Un lavoro sicuramente complesso, ma che data la gravità del panorama sociale marchigiano, non può non essere avviato immediatamente, anzi credo che sia già troppo tardi, troppe vite si sono spezzate ed è dovere morale ed istituzionale di tutti noi correre ai ripari sia sul fronte politico-economico, che su quello psicologico-sociale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Noi apprezziamo la ratio di questa mozione, un aspetto molto delicato, una questione in cui spesso, anche per chi è esperto del settore, per gli psicologi, è molto difficile entrare. Bisogna entrare in punta di piedi in questi problemi.
Noi respingiamo questa mozione per motivi ben precisi perché ci impegna in termini molto perentori su un aspetto molto complicato, dove la Regione Marche, questo lo rivendichiamo, ha già investito tantissimo.
Vorrei ricordare la sperimentazione che è in atto per le cure primarie che prevede anche l'inserimento di uno psicologo, così come gli investimenti aggiuntivi e le dotazioni aggiuntive che noi abbiamo dato alle Aree vaste soprattutto per quanto riguarda il recente sisma che ha colpito il sud delle Marche. Lì abbiamo dato un'assistenza quasi a tappeto per quanto riguarda gli psicologi e diciamo che qualche risultato lo abbiamo ottenuto.
Per quanto riguarda l'aspetto degli imprenditori, non credo che ci sia una specializzazione ad hoc che porti verso quell'aspetto, sicuramente ci impegneremo a fare degli approfondimenti e dopo quello che la Regione Marche ha già messo in atto, potremo fare uno step, un approfondimento verso la fine dell'anno con una sperimentazione, credo, su tutte le questioni delicate che riguardano la società, perché queste problematiche purtroppo vanno dalla prima infanzia fino alle persone anziane passando per gli imprenditori, professionisti e tutto il variegato mondo delle fragilità.
Quindi non per motivi strettamente politici o motivi di non condivisione, respingiamo questo provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 168. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 245
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Biancani, Micucci
“Introduzione nelle spiagge e negli stabilimenti balneari di ‘sedie job’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 245 dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Biancani, Micucci.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Questa mozione è stata presentata nel maggio di quest'anno e vuole sollecitare una presa di coscienza da parte di una serie di mondi, quello del turismo, del sociale, degli stabilimenti balneari, a farsi carico di un'esigenza dei portatori di handicap e del loro accesso alle spiagge.
Ci sono delle iniziative che sono state prese da alcuni Comuni marchigiani, so del Comune di Civitanova ed anche il Comune di Fano si è attivato in questi anni.
Con questa mozione vogliamo sollecitare la Regione, che pure ovviamente non ha una competenza diretta, ma segue una serie di deleghe che su questo tema molto importante, penso appunto al turismo ed all'accesso dei disabili alle attrezzature ricettive, agli stabilimenti balneari, penso alle deleghe del sociale e della sanità, a farsi carico di sensibilizzare in particolare la fascia costiera marchigiana per poter rendere possibile, in maniera uniforme, l'accesso dei disabili alla spiaggia attraverso dispositivi mobili e attraverso la realizzazione di banchine che portano dalla strada attraverso la spiaggia fino al mare, per far sì che anche questi portatori di handicap possano godere, come i normodotati, di tutti i piaceri della spiaggia, come il bagno al mare. Una serie di possibilità che renderebbero chiaramente migliori, per alcuni aspetti, anche le loro vite.
Auspichiamo un'approvazione unanime da parte dell'Aula della mozione, che possa essere poi tradotta in atti concreti affinché tutta la spiaggia marchigiana possa essere accessibile anche ai portatori di handicap. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Approfitto di questa interessante mozione, che naturalmente condivido, per ricordare alla Giunta che abbiamo già approvato qualche mese fa una mozione sulle bandiere lilla che vanno esattamente in questa direzione. Quindi se qualcuno può farsi latore di questa breve osservazione all'Assessore, che è assente giustificato, perché possa verificare, almeno passata questa stagione, lo dico anche alla Commissione competente, credo sia la II^, qual è lo stato dell'applicazione innanzitutto delle leggi che rendono obbligatorie l'accesso ai luoghi pubblici per i disabili - anche per le attività promozionali - e che l'iniziativa delle bandiere lilla venga assunta un po' in tutta la regione. Vanno bene le blu, vanno bene le arancioni, ma questo è un dato di civiltà, mi rivolgo anche a chi in quest'Aula ha anche una sensibilità diretta, penso al Consigliere Rapa che svolge una attività turistica importante in questo settore, vediamo non solo la disabilità grave, accertata, frutto di incidenti o di dati naturali, ma c'è una disabilità indotta con l'età che va crescendo, rendere quindi la nostra regione, le nostre strutture, come diceva bene il Consigliere Micucci, accessibili e facili anche per quella fascia di anziani che magari - non hanno una disabilità storica accertata - hanno delle difficoltà motorie significative, penso che possa essere uno strumento che ci metta un po' all'avanguardia.
E' inutile dire che in altre regioni questo già avviene in maniera estremamente significativa.
Ricordo anche in questo senso, alcune iniziative prese da associazioni di categorie in località come Loreto, l'Assessore Pieroni sicuramente le ha conosciute, che andavano proprio in questa direzione ed erano cose estremamente interessanti perché davano suggerimenti pratici, non eccessivamente costosi, che avrebbero potuto favorire giuste soluzioni.
Dobbiamo raccogliere questo materiale e farne una riflessione per vedere come sia possibile con le associazioni di categoria introdurre procedure, metodi ed anche sistemi premianti che vadano in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Velocemente, noi siamo d'accordo su questa cosa, non mi ricordo, ma quando è stata annunciata questa mozione avevo espresso ovviamente il favore in Aula.
Se posso fare un appunto è che la mozione è molto delicata e prudente nel sensibilizzare le amministrazioni locali e i concessionari o i proprietari di stabilimenti balneari a dotarsi, sensibilizzarsi e dotarsi su argomenti di questo tipo …, Consigliere Biancani avete fatto la legge sulle moto! Fate la legge sulle sedie job non vi sembra più importante? Ecco il Consigliere Biancani che giustamente alza la mano per chiedere la parola per fatto personale.
Voglio dire, ieri eravamo con il Presidente Giacinti e con gli altri in I Commissione ed abbiamo audito il Comitato della vita indipendente, l'ha citato anche il Consigliere Volpini, è stata un'esperienza emotivamente molto forte e pregnante, le sedie job servono a queste persone, per cui sensibilizzare le amministrazioni locali e i concessionari mi sembra un po' poco di fronte ad una problematica così forte, questo è un appunto fatto sommessamente e discretamente.
Voteremo a favore di questa mozione perché mi sembra un provvedimento di civiltà, mi auguro che i rappresentanti della Giunta non facciano di questa mozione, come mi ha insegnato il Consigliere Marconi che una mozione non si nega a nessuno, lettera morta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Le sedie job devono essere solo il primo di una lunga serie di provvedimenti che l'amministrazione regionale dovrebbe adottare in favore dei disabili.
Sia chiaro che qui non stiamo parlando di gentili concessioni, ma del rispetto della tutela di precisi diritti a cui l'amministrazione ed anche i privati, a partire dagli operatori balneari, ma non solo, devono rispondere adempiendo a puntuali doveri
La convenzione Onu del 2006 sui diritti della disabilità all'articolo 4, afferma che gli Stati Parte si impegnano ad assicurare e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo. A tal fine gli Stati Parte si impegnano ad adottare tutte le misure appropriate legislative, amministrative e altre misure, per realizzare i diritti riconosciuti dalla convenzione, a prendere tutte le misure appropriate compresa la legislazione per modificare o abrogare qualsiasi legge esistente, regolamento, uso e pratica che costituisca discriminazione nei confronti di persone con disabilità e, sull'accessibilità recita: “Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, gli Stati Parti devono prendere misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l'accesso all'ambiente fisico, ai trasporti, all'informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie d'informazione e comunicazione e ad altre attrezzature e servizi aperti o, offerti al pubblico sia nelle aree urbane che nelle aree rurali”.
Annuncio il voto favorevole a questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Il mio intervento non vuole essere polemico, anzi vorrei dire che noi in III Commissione la settimana scorsa abbiamo licenziato una proposta di legge pervenuta dalla Giunta, che arriverà in Consiglio la prossima settimana o comunque in uno dei prossimi Consigli, che si occupa delle attrezzature balneari lungo la costa.
In Commissione abbiamo cercato di capire se potevano inserire un aspetto legato alle aree gioco all'interno di queste strutture balneari e se era possibile fare in modo che le strutture avessero anche dei giochi destinati ai ragazzi, ai bambini che hanno una disabilità.
Quello che è emerso da quell'incontro è che le disabilità sono molto diverse tra loro e quindi non è semplice affrontare questo tema che tra l’altro va esaminato in maniera molto seria.
L'altra cosa di cui abbiamo parlato riguardava le sedie che permettono alle persone di poter andare al mare, però si è evidenziato che fare una modifica normativa, qualora possibile, richiede comunque un approfondimento importante.
Penso che questa mozione possa permetterci di aprire un confronto in questo senso perché è un tema sicuramente importante sia per quanto riguarda i parchi pubblici che ad esempio, le aree pubbliche degli stabilimenti balneari ed anche la possibilità di consentire l'accesso direttamente al mare. Basti pensare che ci sono ancora stabilimenti balneari che non hanno la pedana molto vicino alla riva, quindi è inutile avere una carrozzina che è in grado di portare la persona in acqua, quando magari non c'è nemmeno la rampa per poterla accompagnare.
E' un tema sicuramente importante e sono intervenuto perché ero stato nominato, quindi, dico che proprio in Commissione l'abbiamo affrontato, ritenendolo importante, merita un approfondimento molto più accurato e serio perché ripeto le disabilità sono molte, sono di diverse tipologie e quando si parla di questi temi bisogna capire come approcciarsi per riuscire a dare delle soluzioni che possano essere reali e concrete.
Comunque, la legge sull'abbattimento delle barriere architettoniche la ritengo una buona legge e questo Consiglio regionale ha fatto bene a portarla avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Faccio la mia dichiarazione di voto che è favorevole, ovviamente.
Sinceramente credevo che la legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche, faccio un mea culpa, obbligasse in qualche modo all'utilizzo di queste sedie, se così non è, ben venga la mozione che quantomeno favorisce e pone l'accento su questo tema che mi sembra veramente una questione di civiltà. Non aggiungo altro. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 245. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,50.