Resoconto della seduta n.79 del 17/10/2017
SEDUTA N. 79 DEL 17 OTTOBRE 2017

La seduta inizia alle ore 10,45

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 79 del 17 ottobre 2017. E’ in corso la riunione della I e della II Commissione, iniziamo come d’accordo dalle interrogazioni.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 78 del 10 ottobre, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
In Conferenza dei capigruppo su proposta delle proponenti, Consigliera Marcozzi e Leonardi, sono state rinviate le mozioni nn. 173 e 280.
Come stabilito in Conferenza dei capigruppo, nell’attesa che rientrino le due Commissioni, cominciamo con le interrogazioni e, su richiesta della Consigliera Pergolesi, si anticipa la n. 412.

Interrogazione n. 412
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
"Indizione di un ulteriore avviso pubblico, per titoli e colloquio, per la predisposizione di graduatoria nel profilo professionale di dirigente medico - Disciplina di medicina interna"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 412 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Punto 1 dell'interrogazione. L'Area vasta riferisce di aver interpellato tutti i candidati presenti nella graduatoria approvata con determina n. 622/AV2 del 19 giugno 2017, pertanto la stessa è stata completamente escussa.
Punto 2 dell'interrogazione. L'area vasta riferisce che:
- n. 3 candidati esterni hanno accettato l'incarico a tempo determinato formalmente conferito e, a tutt'oggi, sono in attesa di ricevere l'assenso all'aspettativa con conservazione del posto, da parte delle rispettive Aziende di appartenenza;
- n. 7 candidati, dipendenti in servizio con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato presso i vari Servizi di emergenza/urgenza dell'AV2, hanno dato la propria disponibilità ad assumere l'incarico a tempo determinato in disciplina di Medicina Interna, ma non è stato possibile conferire loro l'incarico, in quanto, lo spostamento di unità di personale medico dai Servizi dell'emergenza avrebbe creato interruzioni di pubblico servizio come attestato dal Direttore responsabile del Dipartimento di emergenza;
- n. 8 candidati non hanno accettato l'incarico.
L'Area vasta si è impegnata a sostituire le unità di personale in servizio presso i vari Pronti Soccorso, consentendo lo spostamento dei vincitori dell'avviso.
Punto 3 dell'interrogazione. Nel sottolineare l'importanza di garantire la continuità dei Servizi dell'emergenza/urgenza ed evitare il rischio d'interruzione del servizio pubblico, si interverrà presso la Direzione di Area vasta al fine di prevedere che le funzioni finalizzate a garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria dell'ente siano svolte con personale in servizio a tempo determinato per il periodo strettamente necessario alla copertura dei posti a tempo indeterminato, secondo la normativa nazionale e regionale vigente.
Punto 4 dell'interrogazione. Nella fattispecie in esame i fondi pubblici sono stati utilizzati per garantire la continuità dei Servizi di emergenza/urgenza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. La risposta non mi soddisfa affatto in quanto la davo per scontata.
Si continuano a tamponare delle situazioni critiche da diversi anni con degli avvisi a tempo determinato per 6 mesi, quando andrebbero sicuramente predisposti avvisi a tempo indeterminato, in quanto la carenza di organico è strutturale e non è una cosa che va tamponata con ulteriori avvisi.
Nel caso specifico sono stati indetti almeno tre avvisi a tempo indeterminato senza aver escusso completamente la graduatoria dei vincitori del primo avviso, nel caso specifico del 5° e del 13º classificato, che sono ancora in attesa di assunzione e, come da lei stesso annunciato, Assessore Casini, questo è dovuto al fatto che non è stata concessa l'aspettativa ai due medici che sono ancora al Pronto soccorso e quindi vengono palesemente violati i loro diritti.
Nello specifico ricordo che non ci si può barricare dietro un eventuale diniego dell'aspettativa senza assegni, ma si è pensato che il vincitore avrebbe potuto licenziarsi dal suo attuale posto di lavoro, nel caso specifico pronto soccorso, per accettare questo nuovo incarico.
Detto ciò c’è da sottolineare che per quanto riguarda l'argomento aspettativa senza assegni è ancora in essere una causa proposta da una dottoressa X contro l’Area vasta 2 che le aveva negato tale diritto contrattuale previsto. Si può facilmente verificare che in data 10 agosto 2017 con determina 1191 la stessa Aria vasta si è vista decretare dal Tribunale di Ancona la concessione in via cautelativa dell'aspettativa e nello specifico leggo testualmente “preso atto che la dottoressa X a seguito del parere negativo sopraccitato presentava in data 4 agosto ricorso ai sensi degli articoli 418, 414, 700 e 669 bis, ter e sexties del Codice civile e penale, Tribunale di Ancona - sezione lavoro, rilevato che il Tribunale ordinario di Ancona sede feriale nello specifico imponeva, visto il ricorso e ritenuta la propria competenza, rilevato che sussistano i requisiti del fumo boni juris e periculum in mora, considerato che sotto il profilo della sussistenza del diritto della ricorrente si può desumere che il tenore letterale dell'articolo 10, comma otto, del contratto nazionale del lavoro non sembra lasciare margini di discrezionalità al datore di lavoro nella concessione dell'aspettativa non retribuita richiesta dalla ricorrente e sotto altro profilo non appaiono sussistere allo stato e pur non nella valutazione sommaria che connota tale fase del giudizio, ragioni e servizio che possano giustificare il diniego avuto riguardo alle unità di personale in servizio presso il Pronto soccorso ospedaliero dove attualmente lavora la ricorrente, quindi il Tribunale del lavoro ordina all'Azienda sanitaria unica regionale, Area vasta 2, in persona del legale rappresentante pro tempore dell'Ospedale Carlo Urbani di Jesi, di concedere alla dottoressa X l'aspettativa richiesta ai sensi dell'articolo 10, comma otto, del contratto nazionale del lavoro”. Questo perché, come più volte evidenziato in quest'Aula, non si tutelano i diritti di persone che hanno vinto in maniera corretta e trasparente dei bandi e non vengono escusse completamente tutte le graduatorie a discapito di persone che avrebbero diritto ad ottenere i posti e le assunzioni dovute.
Mi auguro che questa mia replica e questa mia interrogazione serva ad alzare un po’ l'attenzione su questo modo di fare bandi e avvisi a tempo determinato, che spesso sembrano inopportuni e sicuramente non vanno a risolvere una criticità che da troppo tempo si porta avanti.

Interrogazione n. 508 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Situazione dello stabilimento fabrianese Tecnowind”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 508 - a risposta immediata - del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Leggo la risposta che l’Assessore Bravi ha preparato in merito all’interrogazione in quanto è impegnata fuori Ancona, forse arriverà più tardi.
L'amministrazione regionale delle Marche segue ormai da diversi anni la vicenda dell'Azienda Tecnowind.
Si sono svolti già 5 incontri presso il Ministero dello sviluppo economico, il prossimo è programmato per il 17 ottobre 2017.
La questione è delicata e molto complessa. L'azienda è in una fase difficile di crisi, nonostante questa situazione continua ad avere commesse e possibili acquirenti.
Il problema reale è che, nonostante diverse aziende abbiano manifestato interesse per la Tecnowind, non si è mai conclusa positivamente nessuna trattativa. L'azienda ha già fatto domanda di concordato, a dicembre scade la cassa integrazione straordinaria per crisi, non più rinnovabile, perché l'azienda ha già esaurito il suo spazio degli ammortizzatori sociali.
Sembra che l'azienda voglia aprire una procedura di mobilità per 140 dipendenti su circa 250.
Resterebbero un numero di lavoratori "non sufficienti" (secondo il modo di vedere dell’Assessore Bravi) a realizzare gli obiettivi previsti dal Consiglio di amministrazione e cioè 13/14 milioni di fatturato per poi crescere ancora.
Inoltre si ha che fare con un Consiglio di amministrazione che non fornisce informazioni nemmeno al Mise su chi sono i possibili acquirenti affinché il Mise e la Regione stessa possano avere un confronto con questi soggetti per capire fino in fondo le loro intenzioni, sia dal punto di vista del piano industriale sia rispetto alle prospettive occupazionali.
E' ovvio che sia il Mise che la Regione Marche vorrebbero avere un'interlocuzione con i possibili acquirenti per capire meglio le prospettive aziendali. Ma fino ad oggi il CdA non ha mai comunicato i nominativi dei soggetti interessati.
E' indubbio che così questa azienda non può andare avanti. Speriamo che all'incontro del 17 ottobre 2017 (visto che sia la Regione che il Mise hanno chiesto formalmente di conoscere i possibili acquirenti) presso il Mise il CdA fornisca i nominativi delle aziende o fondi interessati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Il tema è delicato, la situazione è molto difficile, l'Assessore Sciapichetti nella risposta, anche se è stata costruita da un altro Assessorato, mette sempre quel calore umano e quella dignità che sicuramente mi fa dire: “Grazie, Assessore Sciapichetti” perché ho sentito che si è fatto parte del problema.
Voglio anche ringraziare le organizzazioni sindacali e la Rsu, non entro nel merito della trattativa di acquisizione di questa azienda, perché so che quella è la questione centrale, so che è molto impegnativa e spero che, come si diceva nella risposta, anche la Regione possa partecipare a supportare un progetto che consenta un futuro a questa azienda.
Ma non è tanto su questo che voglio entrare, anche se questa è la parte centrale, faccio un'altra considerazione e sono proprio contento che sia stato l’Assessore Sciapichetti a rispondermi perché il 17 dicembre, ovvero il giorno in cui scadono gli ammortizzatori sociali, è data molto prossima al Natale, quindi chi meglio dell’Assessore Sciapichetti sa quello che significa questa data, quindi una ragione in più perché ci sia tutto l'impegno e tutte le azioni necessarie per garantire la continuità degli ammortizzatori sociali.
Questo vuole essere il succo dell'interrogazione ed anche l'urgenza della stessa, l'immediatezza della stessa, perché noi dobbiamo fare in modo, e per questo non dobbiamo attendere nessuno, che si manifesti tutto l’impegno della Regione Marche nei confronti dei Ministeri competenti perché il 17 dicembre queste centinaia di famiglie, decine e decine di famiglie, possano ritrovarsi con la proroga degli ammortizzatori sociali. Credo che sia un modo giusto per manifestare un impegno politico, ma anche umano. Grazie.

Interrogazione n. 438
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Unità operativa complessa di medicina geriatrica dell’Area vasta 1: un caso in cui il D.M. 70/2015, cosiddetto “Balduzzi”, subisce un’eccezione"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 438 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. In relazione all'interrogazione in oggetto, si evidenziano gli elementi di seguito riportati rispetto ai vari punti:
Punto 1) Le Delibere di Giunta regionale n. 1345/2013 e n. 1219/2014 sono state approvate precedentemente alla pubblicazione del DM 70/2015.
La delibera di Giunta regionale n. 159/2016 ha definito la coerenza di molte reti regionali al DM e sottolineato l'incoerenza di altre su cui gli atti amministrativi sono in corso, pertanto non si evidenzia alcuna deroga al DM ancora in corso di applicazione.
Le determine del Direttore generale Asur (n. 481/2016 e n. 361/2017) hanno, in virtù della attuale normativa regionale, definito le Unità operative complesse di geriatria nelle Aree vaste dell'Asur, compreso l'assetto organizzativo dell'Area vasta 1.
Punto 2) Sul punto si rappresenta che dalla attuale programmazione regionale risulta che nell'ambito della Provincia di Pesaro-Urbino, coincidente con il territorio dell'Area vasta 1, sono previste due UOC di Geriatria (una presso l'Area vasta 1 - ospedale di Urbino e l'altra presso l'Azienda ospedaliera "Ospedali Riuniti Marche Nord").
Punto 3) Non si è derogato al decreto ministeriale ma, nelle more del completamento dell'attuazione del sopraindicato decreto ministeriale, si procede all’applicazione degli atti di normativa regionale.
Attualmente sono in corso interlocuzioni con i tavoli ministeriali per valutare come portare a compimento l'adeguamento al citato DM 70/2015.
Punto 4) La comunicazione del Servizio sanità citata è stata superata da un incontro con il tavolo di verifica nazionale in cui, a seguito dei gravi eventi sismici intercorsi, si è concordato che la Regione presentasse un nuovo piano di adeguamento al citato DM. Di fatto si è riconosciuto che la Regione non aveva potuto, per le note ragioni, dar corso alla riorganizzazione poiché prioritario è assicurare l'assistenza sanitaria dei cittadini colpiti dal sisma. I piani regionali sono già stati giudicati coerenti nei tavoli di verifica Lea e la programmazione regionale non ha cambiato i parametri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Devo dire che non sono del tutto soddisfatta dalla risposta fornitami, dopo magari posso averne copia e verificare anche quelle che sono le cose che sono state inserite rispetto a questa che oggettivamente si era configurata come una sorta di deroga o comunque come un mancato rispetto del decreto 70 perché nella stessa Area vasta si andava a procedere in maniera difforme e, dove ci doveva essere una riorganizzazione ed una unione dei reparti, in presenza di un reparto già aperto, si andava ad identificare una nuova figura con una procedura anche un po' particolare, perché prima si prendeva attraverso la mobilità da un'altra struttura e poi si faceva il posto per questa nuova figura.
Non mi ha oggettivamente risposto rispetto al fatto se si intende derogare al decreto in altre Aree vaste. La risposta non è chiara, è un no o è un no vincolato perché ci sono delle situazioni legate al terremoto? In questo caso ci troviamo nell’Area vasta 1 in cui queste ripercussioni non ci sono, magari abbiamo avuto delle situazioni ..., ad esempio è stato riportato in Aula la trasformazione dei punti di primo intervento di Recanati, su un'altra mozione/interrogazione che avevo presentato, che è stata legata a questo discorso dell’ambito del terremoto, mentre in questo caso ci troviamo nell’Area vasta 1 fuori da questo contesto.
Resta un po’, per quanto mi riguarda, una non totale chiarezza rispetto a questa vicenda ed alla procedura seguita. Quindi non sono fondamentalmente soddisfatta della risposta.

Proposta di legge n. 158
ad iniziativa della Giunta regionale
“Variazione generale al bilancio di previsione 2017/2019 ai sensi del comma 1 dell’articolo 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118. (2° provvedimento)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 158 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un saluto a tutti i colleghi. Con questa proposta di legge viene presentata una variazione di bilancio che consta di più step, di più provvedimenti.
Il primo provvedimento originariamente conteneva una variazione di 606.000 euro nel 2017 e di 170.000 nel 2018 per consentire di gestire le risorse necessarie al rinnovo delle agevolazioni tariffarie del trasporto pubblico locale per la parte ancora non capiente negli stanziamenti di bilancio. Quindi queste somme erano necessarie a poter garantire ulteriormente l'estensione delle agevolazioni tariffarie per l'utenza debole del trasporto pubblico locale, parliamo di trasporto su automezzi e su treno.
A questa prima variazione, che era relativa al primo provvedimento, si è aggiunta strada facendo un'ulteriore variazione sopravvenuta per dare risposte principalmente a tre questioni: un contributo straordinario sul 2017 per consentire alle Province in difficoltà, e all'insegna di uno spirito solidaristico che ha visto la Regione impegnata in tale direzione, di poter procedere per l'approvazione dei relativi bilanci, tale variazione era dell'ordine di grandezza di 9.184.000 euro per l'esattezza.
In questo provvedimento era contenuta anche una variazione di 800.000 euro necessaria a poter dare corso alla realizzazione di due strutture, di cui alla legge 25 del 2014, ovvero la legge sull'autismo, e queste risorse sono necessarie per proseguire nella realizzazione di queste due strutture, e poi un numero più ampio di variazioni che servivano nella sostanza a dare copertura a cofinanziamenti di programmi nazionali e comunitari, in particolare relativi alla disabilità e ai tirocini per circa 2 milioni di euro.
A questo provvedimento si è aggiunto un altro provvedimento, sempre in itinere, segno della modificabilità del bilancio e della possibilità di essere sempre rivisto in tutte le occasioni possibili, ovviamente sempre legate ad esigenze, per cui è stato presentato anche un emendamento dell'Assessore Pieroni relativo a 400.000 euro da destinare alle attività culturali e turistiche delle province colpite dal sisma, attraverso l'elargizione di contributi ai soggetti attuatori, nello specifico la Provincia di Macerata ed il Comune di Macerata, il Gal Piceno nella Provincia di Ascoli, l'Associazione Marca Fermana nella provincia di Fermo, per un totale di 400.000 euro.
Non è finita perché all'ultimo momento è giunta, tanto che abbiamo fatto una Commissione volante, un’ultima variazione di 3.220.000 euro necessaria a poter dare alla Regione la possibilità completa di continuare nell’iter che vede impegnata la Provincia di Ancona nella realizzazione di lavori di assetto idrogeologico nell’alveo del fiume Aspio, Fosso Rivo per la precisione, situato nel territorio del comune di Castelfidardo, queste somme sono relative ad un’entrata che la Regione assume dalla Provincia di Ancona tramite una convenzione e nel contempo dà il via libera all’effettuazione di questi lavori che, trattandosi di assetto idrogeologico, rivestono sempre carattere di urgenza oltre che di necessità.
L'insieme di queste variazioni compongono questa proposta di legge complessiva che ha a fare con il bilancio 2017/2018/2019.
Da dire che questa variazione è di natura compensativa, nel senso che non sono previste nuove entrate da cui scaturiscono allocazioni per altri obiettivi, ma è una rimodulazione generale fra entrate e spese tale da rendere neutra la variazione, ma spesso le entrate sono finanziate da minori spese o a loro volta da minori entrate per una ricalibratura - passatemi questa espressione - di altri obiettivi nel 2017 e nel 2018 e 2019, ovvero i tre esercizi che compongono il bilancio pluriennale.
Questo è in sintesi l'oggetto di queste variazioni che compongono tutta la proposta di legge 158 a partire dal primo provvedimento, ribadisco, quello relativo alle agevolazioni tariffarie sul trasporto pubblico, fino al secondo provvedimento, quello della grande variazione relativa ai bilanci delle province, terzo provvedimento, contributo per le attività turistico culturali nelle province colpite dal sisma, e ultimissimo, il quarto, quello relativo ai 3.220.000 di cui poc'anzi ho detto necessari per far sì che la Regione possa concludere l'iter di appalto e completamento dei lavori di assetto idrogeologico del fiume Aspio nel comune di Castelfidardo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, la relatrice di minoranza, Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Oggi andiamo ad approvare la proposta di legge 158 che riguarda diverse variazioni di bilancio.
Il primo provvedimento, come ha detto il Presidente della Commissione Giacinti, riguarda le agevolazioni tariffarie per l'anno 2017/18, il secondo provvedimento, più cospicuo, riguarda la partita delle province, il terzo provvedimento riguarda 400.000 euro per le attività che si trovano nella provincia di Macerata colpita dal sisma e l’ultimo di 3.220.000 euro riguarda l'iter per completare il dissesto idrogeologico del fiume Aspio. Fino a qui ci siamo, sono variazioni di bilancio di natura compensativa.
Annuncio il voto contrario a questa variazione di bilancio e la motivo. Le cifre che sono scritte relativamente alle entrate, è vero che sono partite compensative, però non c’è un organo terzo che attesti la veridicità di queste maggiori entrate e soprattutto da dove provengono.
Lo scorso anno quando è stata fatta la variazione di bilancio avevamo chiesto il parere dei revisori dei conti, c’era stato dato, mettendo in evidenza da dove arrivavano quelle entrate e le uscite.
Oggi noi ci troviamo queste cifre, però non c’è un organo che ne attesti la veridicità. Non diciamo che non siano vere, però francamente la vedo anche come una mancanza di rispetto nei confronti della minoranza.
Secondo, è vero che per quanto riguarda la variazione di bilancio non è previsto dalla legge regionale il parere dei revisori dei conti, però è altrettanto vero, Assessore Cesetti, che a pagina 7 la Corte dei Conti scrive espressamente quanto segue: “Nell'elencare le situazioni in cui l'organo di revisione è chiamato ad esprimere parere obbligatorio, proposta di legge concernente il bilancio annuale e pluriennale, l’assestamento di bilancio ed il rendiconto generale, omette di citare gli atti di variazione di bilancio previsionale, l'obbligatorietà di tale adempimento deriva tuttavia dall'articolo 20, il quale prevede quanto segue: gli schemi dei bilanci preventivi, delle variazioni ai bilanci preventivi, delle delibere di accertamento dei residui del conto consuntivo bilancio d’esercizio, sono sottoposti, corredati dalla relazione illustrativa o da analogo documento, almeno 15 giorni prima della data della relativa delibera all’esame del collegio dei revisori dei conti o sindacale”.
Noi abbiamo approvato sempre variazioni di bilancio, l’ultima corposa di 202 milioni, senza un parere dei revisori quando c'è una legge nazionale che lo prevede. Noi l'abbiamo detto molte volte, questo per rispetto dell'Aula non solo per noi della minoranza, ma anche della maggioranza.
E' vero che sono partite compensative, ma è altrettanto vero che ci deve essere un organo che certifica queste cifre. Avete detto sempre che la legge regionale non lo prevede, però c’è una legge nazionale ed è stato certificato dalla parifica della Corte dei Conti che, c’è proprio scritto, sulla variazione di bilancio ci deve essere il parere dei revisori dei conti. E' per questo motivo che la sottoscritta voterà contro questa variazione di bilancio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Questa variazione di bilancio certifica la mancata programmazione di chi ci governa, infatti si va sempre in una situazione di emergenza. La programmazione, quella che è stata auspicata col nuovo Regolamento da parte del Consiglio regionale, viene completamente disattesa negli atti della Giunta.
Siamo sempre in emergenza, sempre in affanno, la I Commissione vede arrivare degli emendamenti alla precedente legge, quella del trasporto, e li deve approvare velocemente. Ripeto, questa era una proposta di legge sul trasporto, come ha detto il Presidente Giacinti, era una proposta di legge d'iniziativa della Giunta per modificare il bilancio di previsione 2017/2019, leggo contestualmente dalla delibera di Giunta: “destinata a far fronte alla copertura degli oneri connessi al sistema di agevolazione tariffaria nel settore dei trasporti per i soggetti deboli”. Agevolazione tariffaria per i soggetti deboli, l'abbiamo appresa in Commissione circa un mese fa e naturalmente la gente, i soggetti deboli, i marchigiani soggetti deboli, aspettano per fare l'abbonamento del treno, dell'autobus, di quant'altro che attenga ai trasporti, che questa pdl fosse approvata. Non è stata approvata, è stata rinviata in Commissione perché dovevano esserci messe, alla faccia della programmazione, altre cose d'urgenza e le altre cose d'urgenza sono quelle che ha detto ed elencato con la consueta puntualità il Presidente alla I Commissione.
Per il finanziamento alle Province l'Assessore è venuto in I Commissione ed ha detto: “Ci sono tre Province in squilibrio, bisogna ovviamente compensare questo squilibrio”, ovvero le Province, quelle spendaccione, sono ripagate dalla Regione per compensare lo squilibrio, quelle virtuose, Macerata e Ancona, non prendono un soldo, almeno così era venuto fuori. Poi è venuto fuori che la Provincia di Ancona nell'ultimo emendamento di questa mattina avrà dei finanziamenti per il Torrente Aspio, poi vedremo Ancona.
Poi ci sono i corsi di formazione a regia diretta, l'intervento per la disabilità, 1.240.000 euro di intervento per la disabilità, questi 1.240.000 euro vanno a strutture private, mentre qui ci si è riempiti la bocca in convegni, nella Giunta, in questa Aula del Consiglio, che l'assistenza domiciliare indiretta costa meno alla Regione e naturalmente produce effetti terapeutici migliori, se un disabile viene lasciato nel suo contesto familiare e viene assistito nel suo contesto familiare, la Regione spende meno e gli effetti terapeutici su queste persone sono migliori, ne abbiamo sentite di tutto e di più, e si danno 1.240.000 euro a due strutture private. E' così Assessore.
Poi c’è la Protezione Civile, la Protezione civile, dal momento che questa regione purtroppo si trova in condizioni molto precarie dovute al sisma, non ha l'impianto radio ricetrasmittente funzionante e questo viene indicato come “una variazione urgente per garantire la manutenzione della rete Sirtef di trasmissioni radio dei dati di Protezione Civile, in scadenza il prossimo 31 ottobre”. Questa è la programmazione? L'assistenza per la manutenzione dell'impianto radio della Protezione Civile scade il 31 ottobre e si stanziano i finanziamenti in fretta e furia, con una variazione di bilancio, oggi è il 17 ottobre, per mettere a posto la trasmissione radio della protezione civile. E va bene.
C'è l’emendamento ter, poi il quater, siamo partiti sempre, non dimentichiamolo, dalla legge sull’aiuto al trasporto dei soggetti deboli, più di un mese fa e dentro si è infilato di tutto, poi questa mattina con il quater viene fuori che il Torrente Aspio ha bisogno di manutenzione. Ci ricordiamo, mi sembra nel 2006, che il Torrente Aspio esondò e tutte le aziende che insistevano nel comune di Castelfidardo furono sommerse dall'acqua, e ancora ci sono contenziosi per il risarcimento. La Provincia di Ancona dà i soldi alla Regione e la Regione ha già pronto l'intervento per mettere in sicurezza questa zona.
Questo è l'affanno, sempre col fiato sul collo, questo sistema che non permette né alla maggioranza, né all’opposizione soprattutto di verificare, come diceva la Consigliera Marcozzi, la credibilità e studiare se le cifre e i dati sono veritieri, in questo senso. E' un sistema che ci lascia veramente di stucco e dopo due anni e mezzo che lo diciamo e continuiamo a dirlo, dopo che abbiamo fatto un intervento nella rielaborazione del Regolamento dell'Aula per mettere questo principio della programmazione e del lavoro non in emergenza, ma in programma, queste cose vengono comunque disattese.
Stamattina si parlava con grande concitazione del fatto che se la Provincia di Ascoli va in default, i Presidenti della Provincia precedenti non potranno più essere eleggibili, quindi c'è anche questo problema. Comunque si sta in maniera concitata cercando di organizzare, sempre in emergenza, l’intervento sulla Provincia di Ascoli in modo che non vada in default.
Noi ovviamente siamo molto perplessi su questo atteggiamento che la Giunta ha anche nei confronti delle Commissioni del Consiglio e di tutti i Consiglieri regionali e quindi, lo dico, poi magari qualcuno interverrà anche per le dichiarazioni di voto, lo anticipo, noi siamo contrari a questa variazione di bilancio, sempre dicendo che non siamo quelli del no, noi siamo propositivi perché in Commissione sulla manutenzione del Torrente Aspio abbiamo votato a favore, sull’impianto radio della Protezione Civile abbiamo votato a favore, e non solo, cerchiamo anche di migliorare le cose in Commissione e anche in Aula, però siamo assolutamente contrari e ci dissociamo da questo sistema che non prevede programmazione e tutto è in emergenza ed in affanno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Sarò estremamente breve ed anch'io sinceramente noto due questioni principali, la prima, mi associo al Consigliere Maggi, sul discorso della programmazione che sembra, da diverso tempo, una costante a cui non si riesce a trovare soluzione, la seconda, sinceramente avevano notato anch’io la mancanza del parere dei Revisori dei conti anche se non c’è l’obbligo di legge però, come diceva giustamente la Consigliera Marcozzi, ci sono delle leggi nazionali che vorrebbero che questo parere ci sia.
Poi notavo, leggendo le tabelle, delle variazioni significative, ad esempio, 1.000.000 di euro in meno per il diritto allo studio per l'anno 2018 e 1.350.000 euro per l’anno 2019, 700.000 euro per il 2017 sono stati tolti all’edilizia abitativa, e via dicendo, quindi 609.000 euro per il 2018 in meno per lo sviluppo economico e la competitività. Risorse importanti che vengono tolte e magari gradirei sentire l'Assessore su queste variazioni così importanti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Mi voglio soffermare un attimo a fare due riflessioni su quelli che sono un po' i numeri più significativi di questa variazione di bilancio.
Allora, tralascio un attimo la variazione di alcune somme che francamente lasciano da pensare, ad esempio i contributi per le pmi non so che ci facciamo con 100.000 euro per la digitalizzazione, 100.000 euro a livello regionale francamente lasciano il tempo che trovano, lo stesso per quanto riguarda lo sviluppo, 300.000 euro, transeat su queste cose che non hanno ragione di essere, così come non si capisce in merito ai fondi per la formazione professionale quando ci sono fondi Fse, a meno che non sia una partita di giro da introdurre dentro, non lo so, ma lì c’è un bilancio particolare perché devono essere utilizzati fondi specifici del bilancio della Regione.
Due sono le considerazioni, la prima riguarda l’articolo 3 ter, cominciamo a fare chiarezza su questo discorso delle Province.
Dico che qui il problema è politico ed è serio, credo che il PD se ne debba assumere tutte le responsabilità a livello centrale e a livello regionale.
Dico questo perché c’è stato un fallimento totale su tutta la linea per quanto riguarda una riforma mostruosa che nessuno voleva, che il territorio non voleva, ma che qualcuno, per prendere consensi dall’antipolitica, ha voluto a tutti i costi e poi, come si dice, ci ha sbattuto il muso con il referendum e ad un anno dal referendum non succede nulla, tutto è rimasto come prima, il territorio resta sguarnito, e guarda caso il territorio stesso si deve pagare quei pochi servizi che sono rimasti.
Quindi oggi la Regione, e voglio capire bene dove vanno questi 9 milioni di euro, dà un contributo, come dice il Presidente Giacinti, di solidarietà a quelle Province che fanno fatica a chiudere i bilanci.
Ricordo al Consigliere Giacinti, ma così, giusto a titolo di cronaca, che nel 2011 io avevo grandi problemi a chiudere il bilancio e non era perché, come dice D’erasmo ,“la Provincia, i debiti, eccetera”, ce li avevo per due motivi: primo, mi avevano fatto una divisione surreale, incredibile, pazzesca, su nessun libro di storia si poteva descrivere una cosa del genere, una Provincia piccola divisa a metà, 50 a 50, 57 a 43, quindi tagliata a metà, una parte non doveva rispettare il patto di stabilità, l'altra doveva rispettarlo con entrate dimezzate e con spese invece al 100% perché nel frattempo noi pagavamo anche i mutui della nascitura Provincia di Fermo. L'Assessore Cesetti sa benissimo com'era la storia. Quindi eravamo in una difficoltà tremenda, ma il contributo di solidarietà non me l'ha dato né il Ministero degli interni, né il Ministero dell'economia, né tanto meno la Regione Marche, ho asfaltato la strada Ascoli-Ancona, parlai con l'allora Assessore al bilancio per fargli capire che qualcosa non andava, ma non ho avuto un centesimo.
Oggi, a partire dal 2015, credo che questo sia il terzo o il quarto intervento di solidarietà che la Regione fa a favore delle Province, in modo particolare a quella di Ascoli ed anche di Fermo.
Allora mettiamoci d'accordo, o la politica è una cosa seria, altrimenti è un'allegra brigata, si governa per far contenti gli amici, e tutto va bene madama la marchesa.
Io non ci sto a questo ragionamento, io non ci sto ai contributi di solidarietà, il contributo di solidarietà se vuole lo dia il Governo, lo dia Delrio che ha fatto una legge che non sta in piedi, lo dia Delrio con il suo Ministero, lo dia Renzi, lo dia il Partito Democratico, ma non la Regione, perché la Regione si deve privare di 9 milioni che potrebbe utilizzare per fare investimenti? Per chiudere il bilancio e pareggiare la spesa corrente, non per gli investimenti, per pareggiare la spesa corrente. Andiamo a prendere i bilanci delle Province che sono in difficoltà, dove sono in difficoltà? Non perché devono pagare investimenti, hanno fatto investimenti e adesso si trovano sull'orlo dell'abisso e non possono pagare le imprese, ma devono pagare la spesa corrente! Devono pagare i ratei di mutuo, devono pagare il personale, devono pagare le consulenze, devono pagare i debiti pregressi e non può andare avanti in questo modo! Non si può avere due pesi e due misure! Prima politicamente, quando è successo, 6/7anni fa, e adesso in linea generale per una riforma che nessuno ha voluto e di cui adesso nessuno si prende la paternità.
C'è un altro discorso, io vedo una lettera della Presidente della Provincia di Fermo, mi sembra molto garbata, ma molto ferma nei contenuti, non so se la dott.ssa Canigola è anche Presidente dell'Upi Marche, non lo so, però pone un problema serio e dice: “Ma questi 9 milioni a che titolo ce li date? Ce li date per ristorare tutto quello che dobbiamo avere per effetto della gestione delle funzioni non fondamentali oppure ce li date perché siamo in difficoltà per chiudere i bilanci?
Non è che dopo aver dato questi 9 milioni, dovremo pagare anche il conto quando lo presenteranno per le funzioni non fondamentali gestite dall'1 gennaio 2015 al 31 marzo 2016. Lo chiariamo questo? Ce lo dite? Questi 9 milioni per che cosa sono? E' una mancia? Allora che vadano in dissesto le Province, così lo capisce Delrio che deve mettere mano lui al portafoglio, lui, il suo Ministero, il Governo, perché se vanno in dissesto non succede nulla, l'importante è pagare gli stipendi, l'importante è pagare i fornitori, tutto il resto si blocca.
La politica non prende nulla perché le Province sono gestite dai Sindaci, quindi vanno a casa tranquillamente. Il Sindaco, l'Assessore continuano a fare il lavoro sui territori, che danno e se le Province vanno in dissesto? Qual è il danno? Questo è il problema serio. L'hanno voluta questa riforma? La pagassero!
Il Consigliere Maggi dice: “Quelle virtuose”, guardi, Consigliere Maggi, le dico che quelle non virtuose sono state costrette a non esserlo, la Provincia di Ascoli quando si è separata da Fermo aveva 792 dipendenti, e non li abbiamo assunti noi. Va bene? Quindi la spesa corrente è incredibile su quelle Province.
Qualcuno si è assunto la responsabilità di fare questa bella operazione, la paghi, perché la deve pagare la Regione?
Quindi la prima domanda che faccio per capire è: questi 9.184.000 euro a che cosa servono? E' un'elargizione liberale, come ha detto Il Consigliere Giacinti? Onestamente è una delle poche volte che sento che si danno degli oboli, che all'interno di un consesso così importante, come un Consiglio regionale, diamo degli oboli ad un ente che sta in difficoltà, se l'ente sta in difficoltà .... Contributo solidaristico è se è mutuato fra le Province, se sono Province che devono avere delle risorse si possono scambiare con spirito mutualistico le risorse, quello che è successo con il terremoto dove le 15 Regioni italiane, che non hanno avuto il terremoto, si sono private del 2% del Psr, dei fondi Por-Fesr, per darli a quelle che hanno avuto il terremoto. Questo è lo spirito solidaristico, su fondi che ho e dei quali mi privo, ma no che fondi di bilancio che posso destinare ad altro li do per spirito solidaristico. E' un altro discorso.
Poi c'è un'altra partita, ripeto, se domani mattina le 5 Province vengono qua e presentano il conto dicendo: “Ci dovete pagare i costi per aver gestito le funzioni non fondamentali dall'1 gennaio 2015 al 31 marzo 2016 e ci dovete dei soldi anche per gli edifici che sono di proprietà teoricamente regionale, ma che continuano a gravare sui bilanci delle singole Province”, nella prossima variazione di bilancio ci saranno altri 10 milioni a favore delle Province. Quindi in totale saremo a 30 milioni, perché abbiamo dato anche dei contributi straordinari camuffati sotto forma di Fse alla Provincia di Ascoli, 3 milioni e passa, transeat, stendiamo un velo pietoso su quello che abbiamo fatto. Diamo alle Province soldi di questo tipo per coprire gli errori fatti dalla politica del PD su questo tema, ed anche dagli altri partiti che sono saliti sul carro dell'antipolitica. Un chiarimento fondamentale questo.
Detto questo, l'altro aspetto riguarda l'articolo 4 ter, questo emendamento mi sembra che sia stato voluto dall'Assessore Pieroni, 400.000 euro da destinare al sistema dell'accoglienza e la valorizzazione dei territori colpiti dal sisma.
Fino a qui ci sta, dobbiamo fare qualche progettino sull'accoglienza, fermo restando che ci sono i fondi Por-Fesr, ci sono gli assi precisi, quindi non si capisce perché questa variazione di bilancio, ma la si capisce quando si vede la ripartizione ed improvvisamente compaiono i soggetti attuatori che stranamente io non so cosa ci azzecchino con il terremoto, 150.000 euro li gestisce il Comune di Macerata, per quanto riguarda la Provincia di Macerata, 130.000 euro li gestisce La Marca Fermana, che sarebbe il sistema turistico locale di Fermo, e udite udite ad Ascoli li gestisce il Gal Piceno. Ma che c'entra il Gal Piceno? Ci sono i Comuni, ci sono le Unioni Montane, sono i capisaldi, se volete ancora dargli una funzione, che hanno il controllo di quei territori. Che c'entra il Gal Piceno? Perché li deve gestire il Gal Piceno? I Gal hanno dei fondi a iosa messi dove? Sui fondi Por-Fesr, nel Psr, hanno un sacco di fondi, l'abbiamo visto pure l'altra volta, Assessore, non ho capito perché bisogna darli al Gal Piceno quando il 43% di questa struttura è detenuta dai privati (ICC Picena, Inea, Agricole).
Facciamo qualcosa di un po' più costruttivo, diamoli effettivamente a quei territori che possono capire e spenderli secondo le reali esigenze, secondo quello che hanno loro in mente. Perché dobbiamo darli ad una sovrastruttura che per poterli spendere deve fare assemblee a non finire ed ognuno tirerà per la giacca il Presidente o il Consiglio di amministrazione o qualcun altro, per fare progetti che magari con i territori terremotati non ci azzeccano nulla. Questo è il problema!
Ho fatto solo queste due riflessioni su questi due numeri, perché sono le cose più evidenti, fermo restando tutto il resto perché con queste variazioni da 100.000 euro, 200.000 euro, non si capisce che cosa si vuole ottenere. O sono dei progetti che sono rimasti appesi e devono essere completati e quindi vanno cofinanziati, altrimenti è una variazione di bilancio che non ha ragione di essere, ma su queste due tematiche io sono fortemente convinto che stiamo facendo un ulteriore errore. Il primo sulle Province è proprio incredibile, il secondo è quello sulla ripartizione di questa modesta somma, 400.000 euro, divisa in tre parti e affidata a gestori che con il terremoto, con quelle aree, non dico che non hanno nulla a che vedere, ma non sono attori principali per poter gestire questi progetti. Gli attori sono i Comuni, gli attori sono le Comunità Montane, gli attori sono quei privati che stanno lì dentro, ma perché dobbiamo farli gestire a chi con il terremoto ci azzecca poco? Domanda!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che stiamo entrando nel vero dibattito dell'argomento che riguarda gli ulteriori 9 milioni che vengono dati alle Province. Sono stato appena anticipato dal Consigliere Celani che ha affrontato questo problema, che è un problema politico, cari compagni del Partito Democratico.
Questa mattina state sottraendo ai marchigiani, per le loro esigenze, la cifra di circa 9 milioni per darli alle Province, è un vostro progetto, è un progetto del Governo Renzi che il 4 dicembre è fallito. Punto! Questo i marchigiani devono sapere! Cari marchigiani il progetto delle Province del Presidente Renzi è fallito, però sono rimaste le Province e oggi le Regioni vanno loro in soccorso, la Regione non va in soccorso dei marchigiani, della comunità marchigiana, li dà alle Province che dovevano essere chiuse secondo quel referendum che è fallito. Punto! Questa è la verità dei fatti!
E' questa la politica, bisogna ricordarlo perché altrimenti è facile partire oggi e dare dei soldi alle Province, bisogna ricordarsi chi eravamo e cosa è successo. E' stata fatta un'operazione scellerata in questo Paese, questo è successo, un'istituzione, la Provincia, è stata messa in discussione, però la partita non si è chiusa come voleva Renzi, perché il suo referendum l'ha perso, è stato rigettato al mittente. Cari compagni del Partito Democratico dovete avere il coraggio di risolvere questo problema, voi che avete creato il mostro, lo risolvete. Qui bisogna far arrivare i soldi dal Governo, non può essere che la Regione continui ad intervenire sulle Province.
Questo è il dramma della situazione, caro Assessore al bilancio! Assessore al bilancio, questo è il problema. Voi state elargendo dei soldi che dovevano servire per la comunità marchigiana, per fare altre cose, c'è un organismo che non è eletto dal popolo, l'organismo delle Province è una elezione di secondo grado, non è una elezione alla quale il popolo partecipa direttamente, caro Assessore Casini, perché così è! Diciamo la verità, è un'elezione di secondo grado, non è una elezione di primo grado, caro Assessore Sciapichetti, e questo lo sapete tutti.
Credo che questa operazione che state facendo questa mattina sia un'operazione scellerata contro la comunità marchigiana, perché questi soldi servono e devono servire per i marchigiani, è un ulteriore intervento che fate per le Province, che probabilmente sono tutte a marca PD, questo è il dato di fatto, e continuate su questa strada.
Spero soltanto che i marchigiani si ricordino di queste cose: i bilanci a disposizione della comunità vengono depauperati, come ad esempio l'intervento sulle categorie più deboli. E' una vergogna come queste categorie sono state trattate nella Regione Marche e come continuate ancora a trattarle, togliendo e depauperando le poche risorse economiche che c'erano prima.
Stamattina stiamo discutendo di questo e per quanto ci riguarda facciamo una valutazione fortemente negativa su questo aggiustamento del bilancio, l'ho detto prima, questa operazione scellerata del Governo che oggi voi continuate ad appoggiare dando questi 9 milioni alle Province.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Non sarei intervenuta perché condivido assolutamente questa variazione e soprattutto, come sempre, il Presidente Giacinti l'ha spiegata nel migliore dei modi, ma la cosa che mi sconvolge e che mi ha sollecitato ad intervenire è come si trattano le Province. Come cosa diversa dalla Regione Marche, cioè le Province sono ..., e mi meraviglia il Consigliere Celani che ne è stato Presidente e che sa bene da dove viene il debito, ed essendo io una dipendente l'ho vissuta sulla mia pelle, non a caso quando era Presidente Celani ci tolsero persino i buoni pasto, quindi l'ho vissuta anche come dipendente.
Lo sappiamo bene da dove vengono quei debiti, come sono stati costruiti e come soprattutto non si sono risolti, magari non dicendo le cose com'erano in maniera totalmente trasparente, visto che poi la Corte dei Conti ha pensato bene di dire altro.
Detto questo, quando si dice che noi togliamo dei soldi ai cittadini marchigiani per darli alle Province vorrei spiegare che le Province non è che ci vanno a cena, i dipendenti delle Province oppure i Presidenti ed i Consiglieri, che come sapete non hanno nessun tipo di rimborso o indennità, quindi lo fanno a titolo gratuito. Non sono eletti perché sono enti di secondo grado, Consigliere Zaffiri, ma sono eletti comunque perché possono essere Consiglieri e Presidenti delle Province, tranne un'eccezione nelle Marche che è stata prorogata, soltanto Consiglieri o Sindaci che comunque sono stati eletti dai cittadini, l'insieme dei Consiglieri e Sindaci forma il Consiglio della Provincia, che è indicato come ente di secondo grado.
Detto questo bisogna che ci ricordiamo quali sono le funzioni delle Province e sono: la viabilità, per esempio, le scuole di secondo grado, per esempio, l'ambiente, leviamo l'urbanistica che può non interessare e che interessa magari solo me, però quando parliamo di scuole parliamo di sicurezza delle scuole e quando parliamo di viabilità parliamo di viabilità.
Non è che questi non siano servizi ai cittadini, sono comunque servizi ai cittadini. Valutare le discariche, valutare i rifiuti, valutare la tutela delle acque, valutare la tutela delle aree, sono servizi ai cittadini ed è veramente demagogico e anche secondo me un po' sciocco dire che le Province … Esistono hanno delle funzioni perché c'è una legge che dà loro delle funzioni, io ero a favore del referendum e probabilmente oggi avremmo avuto delle funzioni stabilite in maniera diversa, soprattutto tra quelle ambientali.
Poi voglio dire, spesso in quest'Aula si è parlato e si parla di solidarietà, sussidiarietà, sono vocaboli che vengono evocati solo quando ci fa comodo, perché, ripeto, la sussidiarietà tra enti, voglio dire, è uno dei principi costituzionali e noi non la consideriamo minimamente, soprattutto quando si pensa che queste somme vengono date come una sorta di regalia per salvare chissà chi o per pagare chissà quale indennità.
Ribadisco Presidenti e Consiglieri delle Province non percepiscono indennità, questa è la prima cosa, e lo fanno come una specie di volontariato e tra un po' non troveremo quasi più nessuno che lo farà.
Per il resto nessuno ha citato l'articolo 3 bis che invece mi piace ricordare, perché nessuno ha parlato dello spettro autistico, probabilmente all'opposizione non interessa che vengono messi 800.000 euro in materia di disturbi dello spettro autistico. Credo che questa non sia la prima azione che questo Governo regionale fa nei confronti di questa importante patologia che si riverbera in maniera molto pesante sulle famiglie. Di questo articolo nessuno ha fatto cenno e invece mi piace sottolineare che ci sono 800.000 euro proprio per questo.
(…) Ma in questa sede non ne ha parlato, Consigliere, io mi riferisco a questa sede, nessuno di voi fino adesso ha parlato dell'articolo 3 bis, ne ha parlato giustamente il Presidente Giacinti quando ha spiegato la manovra, ma nessuno di voi dell'opposizione ha fatto cenno all'articolo 3 bis, mi sono molto meravigliata perché mi dispiace che non lo abbiate condiviso, che non abbiate detto che era condivisibile.
Detto questo veniamo ai 400.000 euro, Consigliere Celani. Premesso che ogni cosa, forse lei non lo sa, ma glielo spiego io, è stata decisa dai Sindaci. E' stato deciso nelle riunioni quello che doveva essere fatto e come verranno utilizzati, tramite dei bandi ovviamente, questi fondi. Non è che il Gal è stato scelto dalla Regione, il Gal è stato scelto, ma non è che il Gal stabilirà, farà i bandi, oppure utilizzerà queste somme per il Gal. No, Consigliere Celani, sarei stata la prima a dire di no all'Assessore Pieroni, che ce lo può spiegare magari meglio, queste somme saranno gestite con bandi regionali, è soltanto per una questione di organizzazione che vengono utilizzati come capofila la Provincia di Macerata, la Marca Fermana ed il Gal Piceno, soltanto per questo. Sono anche state fatte delle riunioni con i Sindaci o con gli Assessori ed io dico anche che questa cifra non è alta, ovviamente 400.000 euro non sono tanti, ma ricordo che per avere le somme del Por-Fesr, di cui si parlava prima, bisogna aspettare la variazione del Por-Fesr, che è stata già attivata grazie all'Assessore Bora, che è stata già verificata dal Comitato di vigilanza, ma deve essere approvata dalla Comunità europea, quindi questi saranno fondi che noi avremo a disposizione da gennaio.
Avere questa piccola somma, che è una grande somma per i nostri Comuni, soprattutto è importante per quelli delle aree interne. Perché non le comunità montane? Per una ragione semplicemente di perimetro, perché il perimetro del cratere non corrisponde a quello delle comunità montane e invece corrisponde in maniera più aderente a quello del Gal, semplicemente per questo. Questa è una decisione che è stata assunta dai territori, non è arrivata dall'alto, ma dal basso, quindi l'abbiamo accettata, soltanto per questo.
Quindi il Gal è una specie di contenitore facilitatore che non ha una autonomia decisionale, ogni singolo Comune parteciperà al bando, se non sbaglio, poi c'è l'Assessore che ce lo può spiegare meglio, e sarà soltanto una questione di rendicontazione.
Detto questo, non mi pare che questa variazione di bilancio possa far dire che non c'è una programmazione regionale, perché la programmazione regionale, voi sapete, comprende talmente tante materie che qui non sono state citate, che sono bene programmate e sulle quali siamo andati avanti in maniera molto spedita, malgrado il terremoto.
Quindi il mio voto sarà ovviamente favorevole, perché condivido pienamente questo e la cosa che mi dispiace, ripeto, è la mancanza totale di solidarietà e di sussidiarietà rispetto ad enti che sono in sofferenza, ma non sono in sofferenza per sperpero dovuto a loro, ma sofferenze gestionali. Penso per esempio alle strade, noi abbiamo aiutato le Province, ma non le Province in quanto enti, ma i cittadini delle Province, trasferendo 800 chilometri di strade ex Anas all'Anas. Voi sapete quali sono le condizioni delle strade provinciali e non sono condizioni di oggi, le Province le hanno ereditate.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Il dibattito si è incentrato, non so se volutamente o perché le cifre erano più importanti, molto più grandi, sulla questione delle Province. Un tema importante perché anche lì bisogna sempre dire, prima di tutto a noi stessi, che oggi le Province, al di là della scelta nazionale, che sicuramente ha lasciato a metà un percorso, hanno difficoltà a gestire con fondi propri i sistemi e le modalità che sono rimasti a loro.
Il problema delle scuole superiori, le strade, che sono rimaste di loro competenza, quindi credo che la Regione Marche abbia fatto bene a non rischiare che a quel punto si creasse una fibrillazione anche col mondo studentesco, perché poi sappiamo quant'è facile, non dico strumentalizzare, ma andare a toccare le corde dei “nostri figli che vanno a scuola e che magari non hanno il riscaldamento o che hanno una manutenzione non definitiva”, quindi sicuramente questi fondi sono ben spesi.
E' chiaro che per il prossimo anno dovremo coinvolgere le Province per far capire che i finanziamenti regionali non sono illimitati ed anche loro devono fare un percorso ancora più virtuoso di quello che fanno, anche se già fanno un percorso importante.
Il mio intervento vuole focalizzare un impegno che naturalmente è più diretto e più mirato al mio settore ed al mio Assessorato e riguarda la cultura, in modo particolare l'articolo 3 quater che da pochi è stato toccato, dal Consigliere Celani, dall'Assessore Casini e pochi altri. Credo che sia un ulteriore segnale importante che si aggiunge al già forte impegno. L'accordo tra il Ministero Mibact e la Regione Marche, primo accordo fatto tra le quattro Regioni colpite dal sisma, ha portato in quei territori 1.520.000 euro per manifestazioni ed iniziative relativi allo spettacolo.
Quei territori giustamente hanno avuto un impulso forte da parte della Regione, un'attenzione molto importante, parlo della provincia di Ascoli, di Fermo, Macerata ed i Comuni contenuti nel cratere e colpiti in modo più diretto. Abbiamo fatto, come voi tutti sapete, un riparto molto importante, direttamente, tramite bandi con i Comuni e l'associazionismo, ulteriori finanziamenti sempre collegati al “mille proroghe” e l'accordo tra la Regione ed il Ministero della cultura e dei beni culturali e del turismo e poi ci saranno ulteriori opportunità con una serie di finanziamenti che saranno gestiti, coordinati e condivisi con il Consorzio Marche Spettacolo.
Questo finanziamento di 1.520.000 euro è un segnale di grande attenzione e di grande vicinanza perché la cultura, come diciamo sempre tutti, non è soltanto un momento di impegno finalizzato alla semplice manifestazione, ma è sempre di più un momento di valorizzazione del patrimonio e di promozione dei nostri territori.
Credo che ci sia un ulteriore messaggio, non so se a qualche Consigliere del territorio fa comodo non rimarcare o non evidenziare questo forte impegno della Regione Marche per le Province di Ascoli, Fermo e Macerata, però, al di là che uno può dire che la cifra è poca o la cifra è tanta, tutti noi sappiamo che questi 400.000 euro sono partiti da una serie di incontri che noi abbiamo fatto in tempi non sospetti nei vari Comuni, nei vari territori con i Comuni del cratere. Siamo partiti, ricordo bene, con un incontro fatto nel Comune di Ascoli, un altro lo abbiamo fatto nel Comune di Macerata ed un altro lo abbiamo fatto a Fermo, quindi sono i finanziamenti che nascono da un percorso condiviso con i Sindaci dei Comuni del territorio.
E' un'ulteriore opportunità anche politica, possiamo dirlo, come possiamo dire che sono ancora pochi quelli che vengono dati a questi territori perché hanno bisogno, però è un'ulteriore opportunità politica e di grande attenzione da parte della Regione Marche e di questa maggioranza verso questi territori.
Sicuramente hanno una finalità diversa questi 400.000 euro e non dimentichiamoci che questi fondi sono del bilancio ordinario della nostra Regione, quindi presi dal bilancio. Abbiamo anticipato questa operazione, lo ricordava l'Assessore Casini, ed abbiamo inserito in questa variazione di bilancio anche questi fondi perché la preoccupazione che avevamo noi tutti della Giunta, ed in particolar modo il Presidente, era che i Comuni, andando in assestamento, non potessero avere i tempi per concretizzare quello che hanno già fatto.
Sono fondi che, come avete visto, vanno questa volta alla Provincia colpita dal sisma, quindi non più solo e soltanto ai Comuni del cratere, che hanno avuto, come dicevo prima, già un forte impulso dal punto di vista dei finanziamenti collegati al “mille proroghe”. Abbiamo voluto dare una risposta anche ai Comuni della provincia, perché la preoccupazione della Regione Marche è che anche i Comuni che non sono direttamente coinvolti nel sisma e nel cratere come ricaduta hanno sicuramente avuto delle criticità.
A mio avviso è un'operazione molto interessante e condivisa dai territori, io non mi formalizzo su chi sarà l'ente che dovrà prendere questi fondi e poi dirottarli nel territorio, perché questi fondi sono già condivisi con i Comuni della provincia, quindi l'ente che li gestirà non potrà far altro che partire dalla condivisione che la Regione Marche ha fatto con i Comuni.
Credo che anche questa variazione di bilancio sia una operazione che dà un ulteriore messaggio di vicinanza ai nostri concittadini, in questo caso per quello che riguarda il sistema della cultura, ma non soltanto, anche della valorizzazione, dell'accoglienza nei territori delle province colpite. Avete visto che questo percorso è stato voluto dalla Regione Marche solo e soltanto per le tre province colpite dal sisma, abbiamo lasciato fuori Ancona, anche se ha due comuni colpiti e la provincia di Pesaro, perché riteniamo che in questo momento le giuste attenzioni, con i fondi che abbiamo a disposizione, devono essere rivolte al grande associazionismo culturale e turistico che abbiamo in queste tre province.
Per quello che riguarda le altre Province valuteremo in assestamento se ci sono le condizioni economiche per poter dar loro un respiro, oggi però la Regione e la Giunta si concentrano totalmente e volutamente verso questi tre territori.
Volevo soltanto aggiungere delle riflessioni agli interventi dei Consiglieri che mi hanno preceduto che giustamente hanno evidenziato anche altre situazioni, però credo che il sistema della cultura e del turismo per questi territori abbia una risposta interessante, sicuramente non esaustiva, comunque un percorso importante.
Stiamo anche definendo per questi territori, credo che sia in discussione in Commissione, il grande piano strategico finalizzato al turismo ed alla valorizzazione dei beni culturali, è un piano che, come i Consiglieri hanno avuto modo di vedere, è centrato su queste tre province colpite dal sisma.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Colgo l'occasione per chiedere il rinvio dell'interpellanza che non si può discutere anche per l'assenza del Presidente.
Sull'atto che stiamo facendo mi permetto di sottolineare alcune cose che sul piano del buon senso credo che siano già state dette. Da quello che mi ha riferito, il Presidente Giacinti ha rispiegato che questa è una variazione di bilancio, in verità abbastanza rara nel suo genere, tutta sulla spesa. Non è che stiamo trovando risorse per qualcosa di nuovo che facciamo con risorse aggiuntive, perché se fosse così uno potrebbe dire: “La torta poteva essere spartita in maniera differente”. Trovare complessivamente in attivo 10, 15, 12, 27 milioni tra le cose più significative - no, dopo taglia 27 milioni, io penso che siano 13 e 13, va bene - è importante, questo significa che la Regione Marche fa operazioni ..., spero che questo qualcuno, anche fuori da quest'Aula, abbia un po' l'onestà intellettuale di coglierlo, perché, ripeto, avevamo fatto il giochetto delle stime al ribasso, stime delle entrate al ribasso, quello che si fa un po' in tutti i bilanci, poi a fine anno, a metà anno ci arrivano 100 milioni di più, 20 milioni di più, quindi facciamo i grandi e finalmente facciamo gli interventi che non avevamo previsto, ma solo ritardato.
Non è così, qui per tirar fuori anche i 9 milioni per le Province si è dovuto tagliare da altre parti, penso che questo debba essere apprezzato.
Al di là di quella cifra sulla quale dirò due parole ce ne sono altre due, una che riguarda l'attività culturale, è intervenuto adesso l'Assessore Pieroni, per mezzo milione, e l'altra sulle attività turistiche per un altro mezzo milione, mettiamo un altro milione e tre, milione e quattro sulla piccola e media impresa, alla fine tutti i soldi non sono andati, non mi sembra niente, in strutture, assunzioni, segreteria, cancellini, matite, missioni, viaggi all'estero. Non mi pare che siano queste cose, mi sembra che tutti gli interventi siano andati in direzioni turismo e cultura, è uno dei pochi che riusciamo ancora a tenere in piedi al di fuori della sanità, del lavoro, e dell'economia, con qualche spicciolo ogni tanto, rispetto al passato siamo intorno alla metà dell'investimento e ogni tanto si recupera qualche cosa.
Dico questo perché entrando ho sentito giustamente non solo il Consigliere Celani, ma tanti altri Consiglieri, lamentarsi che manca qui e manca là, intanto prendiamo atto della realtà e diciamo, io sto votando tutto l'atto non un solo capitolo, se nel suo complesso questo atto è dissennato, è sciocco, è fuori dal buon senso, è propagandistico o preelettorale, visto che ormai stiamo andando rapidamente alla scadenza nazionale.
Io non vedo questo tipo di valutazione, anzi a questo aggiungo un'altra cosa, aggiungo il dato debitorio complessivo del quale non so se tutti i Consiglieri di maggioranza e minoranza ne sono a conoscenza. Io ho un po' indagato e il buon Presidente della Commissione sempre efficiente mi ha fornito qualche elemento. Noi stavamo all'inizio del 2016, quindi nella gestione precedente della quale in qualche maniera mi sento responsabile, perché io sono responsabile delle cose che ho fatto, per poco, potevamo fare anche cifra tonda, per 17 milioni non abbiamo sforato il miliardo, ci siamo dati da fare, Assessore Cesetti, e nel corso del 2016 questa cifra di 983 milioni è scesa a 921. E' un dato positivo il calo dell'indebitamento in un momento in cui le entrate sono falcidiate dallo Stato e lo sappiamo, le tasse nuove non le abbiamo potute mettere ed anche le entrate fiscali in qualche maniera per la depressione economica subiscono una diminuzione, un rallentamento, credo quindi che sia stato fatto un mezzo miracolo. Adesso di tutto questo non voglio dare il merito a nessuno, forse l'Assessore si sarà limitato a registrarlo, ma nel registrarlo lo avrà presentato alla Giunta la quale ha detto: “Bene, se mantenevamo il debito a 983 e ci spendevamo 70 milioni potevamo anche essere stati bravi, alla fine non avevamo mosso niente, invece no, dato che l'opportunità si è creata intorno al Bramante, compro e vendo, i 70 milioni che vado a risparmiare li lascio a risparmio, non aumento il debito”, anche perché questo debito grava, non so per quante decine di milioni di interessi all'anno, ma grava essendo fatto in gran parte per fortuna da mutui. Penso che i mutui siano ad un livello di interesse abbastanza basso, circa mezzo miliardo, gli altri 406 milioni, a parte i 17 milioni di anticipazioni, sono fondi bond che sono a tassi relativamente bassi.
Tutto sommato una Giunta nascente poteva anche essere tentata di non fare la formica, ma fare la cicala dicendo: “Guarda, riduco di 10 milioni però mi indebito per altri 20/30/60 milioni di bond, do un piccolo segnale di diminuzione dell'indebitamento, però faccio e do qualche soddisfazione in più”.
Assessore Cesetti, ritengo che questo modo intelligente, parco, difficile, duro di amministrare, che condivido in ogni suo aspetto, ci lascia anche i margini su questa benedetta, maledetta trattativa con le Province. E' stato detto, anzi l'ha dichiarato lo stesso Assessore, che la partita non è chiusa, nessuno ha detto che con questi 9 milioni le Province hanno risolto i problemi, sappiamo bene che ce li hanno, vediamo in quale misura lo Stato capirà questo stato di cose, perché penso che il Governo lo dovrà capire, sarà il nuovo Governo che nascerà a marzo, di piccola coalizione, di grande coalizione, tutto maggioritario, 5 Stelle e Lega insieme, non so cosa scapperà fuori, i Governi in Italia si sono sempre fatti, Cavour o Giolitti qualcosa si sono sempre inventati, quindi vedremo il nuovo Governo come affronterà questo argomento anche in termini costituzionali, perché oggettivamente, diciamocelo tutto Consigliere Celani la pensiamo alla stessa maniera su questo argomento, queste province o defungono definitivamente ed allora la Regione si assume una responsabilità amministrativa e ci metto, anche perché è il mio pallino da sempre, un aspetto federale significativo, cioè le Regioni devono avere un'autonomia significativa e non deve esserci il Parlamento o il Governo che addirittura con una legge finanziaria impedisce loro di fare un Assessore in più, che è una cosa di una stupidità assoluta. Solo in Italia succedono queste cose, perché se è federalismo e la Regione dice mi servono due Assessori in più perché ho 87 Comuni terremotati e un Presidente costretto a tenersi anche la sanità, non si può fare perché neanche con legge costituzionale, ma addirittura con legge finanziaria, il Parlamento ha deciso questa cosa. La Regione Calabria ha avuto coraggio, ha fatto un ricorso e l'ha perso e la Corte Costituzionale senza pietà ha stabilito che la Regione è una specie di consorzio di bonifica, Consiglio di circoscrizione, non si sa cosa siamo, non abbiamo più la dignità di un organo costituzionale.
Io mi auguro che questa dignità ritorni, non me ne faccio un problema per quanto riguarda, per esempio, la composizione territoriale delle Regioni, possono benissimo rimanere queste, facciamo tutte le cure necessarie, però le Province riadottiamole come in parte ha fatto la Regione Sicilia, perché la Regione Sicilia ha le cosiddette Province regionali che in qualche maniera potrebbero essere anche un modello, una volta tanto prendiamo a modello non un'amministrazione del nord, ma una del sud che tutto sommato funziona perché dipende dalla finanza derivata della Regione. La Regione ha un controllo stretto, se sforano oltre un 2 o un 3% del budget che è stato assegnato loro si commissariano come si fa con i Comuni ed il problema si risolve.
Quindi si può arrivare a qualche determinazione, nel frattempo credo che l'assicurazione data dall'Assessore Cesetti di compensazione di questa partita relativa al trasferimento delle competenze dalle Province alla Regione, mi pare che sia la seconda o la terza volta che c'è un riconteggio, io metto in conto anche la quarta e la quinta nel senso che ce ne sarà un'altra per cui anche se ci arriviamo un po' con il conta gocce serve anche per capire meglio. Io non ne faccio un problema, so che ci arriveremo, l'Assessore lo ha garantito, però uno o due mesi in più rispetto ad una sistemazione ci aiuta a capire qual è lo stato amministrativo delle singole Province che in alcuni casi, scusi Consigliere Celani se mi rivolgo anche a lei, ma l'ho sentita nel suo intervento accalorato, neanche ce l'hanno del tutto chiaro perché a gennaio ho visto girare delle cifre ed ad ottobre erano delle altre. E' naturale che sia così, perché avere immediatamente l'impatto della nuova amministrazione quando il trasferimento delle competenze è ancora in corso, quindi l'impatto del costo del personale, le convenzioni che sono saltate, le manutenzioni degli immobili, per non parlare delle strade eccetera ..., sono cose che vanno rimisurate.
Poi c'era chi aveva i tesoretti come la Provincia di Macerata per cui capisco l'agitazione dell'ex Presidente Pettinari, nonché mio compagno di partito, che avendo un tesoretto avrebbe voluto spendere in un certo modo, ma questo tesoretto viene in parte acquisito, in parte resterà, però tutto questo necessita anche di un po' di tempo per capirlo.
Credo che su questo possiamo stare tutti un po' più sereni, vigileremo, ma con nessuna aggressività, sapendo in piena coscienza, per quello che è stato detto sia dall'Assessore che dal Presidente della Commissione, che questi passaggi non sono elusi, né viene messa una pietra tombale sul discorso Province, ma verrà tenuto aperto e quello che si potrà fare, nei limiti del bilancio, e nel giusto, verrà fatto, sempre sapendo che in sede di assestamento lei Assessore presenterà, se ci sarà ancora uno spazio di manovra per le Province, il sacrificio.
Su questa variazione di bilancio avrei avuto tanti emendamenti da fare onestamente perché le cose sono tante, ne cito una per tutte: il servizio civile anziani attende finanziamenti, ma non li abbiamo fatti. Vorrei che lei a nome dell'intera Regione quando si confronta con altre realtà dica questa cosa, perché mi auguro che chi urla per determinate cose poi abbia anche la coscienza di non farlo in altre sedi perché noi non lo abbiamo fatto, almeno noi della maggioranza non ci siamo mossi in nessuna direzione per avere quei 100, 300, 400 mila euro che potevamo benissimo togliere da quella cifra. Quella cifra è rimasta intonsa, così come la Giunta ce l'ha consegnata, così come l'ha trattata con le Province e così come le Province avevano richiesto per quel minimo che era possibile distribuire.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Già la Vicepresidente Casini e l'Assessore Pieroni hanno argomentato e quindi mi hanno aiutato a non ripetere concetti giusti.
La questione di metodo viene sempre evocata in questa Aula, la Consigliera Marcozzi lamenta il mancato parere dei Revisori dei conti, ci siamo detti più volte che questo parere non è obbligatorio. C'è la legge regionale che ci sostiene in questo percorso, quindi è inutile ripeterlo ad ogni piè sospinto.
Circa la mancanza di programmazione che si deduce in questa Aula, io dico che è vero proprio il contrario e questa variazione, tra l'altro abbastanza consistente, perché parliamo di una cifra di circa 27 milioni di euro, è proprio il segno di una attenzione del Governo regionale rispetto alle dinamiche che interessano la nostra comunità e le sue esigenze, con la capacità di rispondere a queste in modo tempestivo.
Sono esigenze di tempestività visto il protrarsi della parifica e quindi dell'assestamento, e visto che alcune poste di bilancio, alcune risorse, erano state programmate per l'assestamento di bilancio che è slittato, come sappiamo, perché è slittata la parifica e quindi è slittata l'approvazione del rendiconto.
Perché è slittata la parifica, pur avendo noi approvato il consuntivo quest'anno nei termini, il 28 aprile? E' slittata perché di fatto la Regione Marche ha riaperto il rendiconto, noi non ci dobbiamo dimenticare che con un'operazione senza precedenti noi abbiamo applicato 202 milioni di euro dell'avanzo in sanità, frutto di una gestione virtuosa di anni, anche da parte di chi ci ha preceduto, lo dobbiamo dire, e una norma, il decreto legge 50, ci ha consentito di riaprire quel rendiconto e di applicare 202 milioni di euro nella sanità a vantaggio della comunità regionale per gli investimenti, per l'attivazione della centrale unica del farmaco, per l'attivazione del 112, per l'esenzione dai ticket in occasione del terremoto ed altro.
Operazione straordinaria fatta dalla Regione Marche, di questo dovreste anche parlare, non della incapacità di programmazione. Sapete che rispetto a quella operazione straordinaria di rilevanza nazionale, non sono parole mie, ma è stato evocato, il Procuratore regionale della Corte dei Conti che nella sua requisitoria a proposito di questo ha detto che la norma intervenuta nell'anno 2017, inoltrata allorquando la Regione aveva già avviati i procedimenti di approvazione dei rendiconti regionali, si manifesta da un lato di non agevole applicazione, perché chiaramente è complessa, però dice, tra parentesi, il Procuratore non Cesetti, dovendosi dare atto alla Regione Marche della capacità di governo delle strutture amministrative e dei sistemi contabili in dotazione nell'occasione dimostrata, tanto basta, una capacità ovviamente di cui noi ne andiamo orgogliosi, Consigliere Maggi, ma questo è, non sono parole mie, sono parole del Procuratore regionale nella sua requisitoria.
A proposito prima qualcuno ha evocato il parere della Corte, poi avremo occasione di tornarci, ma la Corte dei Conti, c'era il Consigliere Maggi, c'erano la Consigliera Marcozzi ed il Consigliere Zaffiri, ha parificato totalmente ed incondizionatamente il bilancio regionale.
Non c'è da aggiungere altro, ma è di tutta evidenza, ci torneremo, che quando si fa quel giudizio ci sono, nella complessità del bilancio, delle sue articolazioni, degli accenti critici, è evidente, sarebbe grave se non fosse così, ma quel che conta quando si dà un giudizio, tant'è che si usa il meccanismo della giurisdizione, un vero e proprio processo, è che alla fine il giudizio deve essere complessivo. Possiamo metterla sotto il profilo dei voti scolastici, da una parte prendo cinque, dall'altra posso prendere anche quattro, da un'altra prendo nove, da un'altra ancora prendo sette, se alla fine io vengo promosso con un bel sette, neanche con la sufficienza, tanto basta, il resto sono chiacchiere in libertà. Questo è e non può essere diversamente.
Il Consigliere Bisonni parlava di stanziamenti, gli stanziamenti sono stati ridotti e rimodulati dai dirigenti stessi in relazione alle effettive esigenze proprie in una logica di programmazione e quindi è proprio vera la logica della riprogrammazione.
Che cosa dice questa variazione? A me spiace per quei Consiglieri che non colgono l'occasione di votare questo atto e di partecipare ad un atto molto importante per la nostra comunità, perché, ripeto, questa variazione, e lo voglio dire, è una legge il cui procedimento di adozione è un percorso in divenire, che si arricchisce durante il suo cammino e deve essere così, perché è il senso, il segno di un dibattito, di un approfondimento e se vogliamo quella legge viene arricchita con quegli emendamenti e dietro la presentazione di quegli emendamenti c'è una logica di programmazione, c'è un dibattito, c'è una discussione anche con le stesse Commissioni e con lo stesso Consiglio.
E' un processo in divenire anche partecipativo, se vogliamo, che cosa c'è in questo? Ci sono atti importanti, ci sono stanziamenti per manutenzione di strade, pensiamo alla strada di San Lorenzo dove c'era la scadenza per effettuare gli espropri, ci sono interventi di sicurezza sulla viabilità stradale, è stato ricordato un contributo per gli investimenti sulla legge regionale 25/2014 sull'autismo che consente di trasferire le risorse ad Asur per consentire l'attivazione di questo centro, perché se non fosse così, lo dico al Consigliere Biancani perché è intervenuto sulla vicenda, ma lo dico anche agli altri, se noi non trasferissimo questi stanziamenti ad Asur, sa che succederebbe? Probabilmente quell'intervento non si potrà realizzare perché con i nuovi principi del bilancio, rispetto all'esigibilità degli interventi, noi non saremmo riusciti, come programmazione regionale, da qui alla fine dell'anno a realizzare questa struttura. Se noi trasferiamo le risorse ad Asur consentiremo tra l'altro di poter realizzare un centro di assoluta importanza.
E che dire delle risorse che consentono l'attivazione di corsi di formazione regionale diretta, o i cofinanziamenti del Fesr, o i bandi dei tirocini, o i cofinanziamenti bandi per i disabili? Il turismo è stato ricordato. L'emendamento di oggi, giustamente il Consigliere Maggi vota a favore, riguarda una variazione di entrata/spesa relativa alla Provincia di Ancona per il recupero dei fondi destinati per interventi di completamento e per la riduzione del rischio idrogeologico. Sappiamo quanto la nostra regione sia sensibile su questo.
Noi questo l'abbiamo dovuto fare, l'abbiamo fatto responsabilmente perché è ovvio che quello era un intervento programmato in sede di assestamento, ma abbiamo avuto la possibilità e l'abbiamo fatto prima, perché si possa fare l'intervento e noi sappiamo quando un intervento anticipato anche di qualche giorno, e qui si parla di qualche settimana, possa essere utile per la sicurezza del nostro territorio e quindi della nostra comunità. Questo è.
Adesso l'altro tema è quello della vicenda delle Province. Io voglio dire un'altra cosa innanzitutto a scanso di equivoci, ma l'abbiamo già fatto con i comunicati stampa, questa è una variazione che assegna alle Province 9.184.000 euro, da qui alla fine dell'anno noi stanzieremo per le Province ulteriori 3 milioni di euro, quindi lo voglio dire subito, l'anticipo, perché questo? Senza alcuna polemica, i Consiglieri sanno che non sono di solito abituato a fare polemica, neanche quando ci vengo trascinato, però a me, ad esempio, meraviglia non tanto quella degli altri, ma la veemenza del Consigliere Celani, uomo di grandissima esperienza. Ovviamente credo che la mia meraviglia possa essere quantomeno compresa, io ho avuto modo di dire dinanzi alla Corte dei Conti che è ora che il Parlamento, o meglio le istituzioni prendano atto del risultato del referendum del 4 dicembre. E' ora che le Province siano considerate, come sono, articolazioni della Repubblica al pari dello Stato, della Regione e dei Comuni, questo ci dice l'immodificato articolo 114 della Costituzione stessa. Per fare questo, ripeto quello che ho detto dinanzi alla Corte, è assolutamente indispensabile ed improcrastinabile avviare un superamento della legge Delrio e della legislazione successiva a partire dalla legge 190, che è la legge di stabilità successiva alla Delrio che ha prelevato forzosamente le risorse alle Province. Quindi oltre questo è indispensabile ripristinare, secondo me, l'elezione diretta, e su questo ad esempio io la penso diversamente anche dal mio partito, il responsabile degli enti locali, che tra l'altro è marchigiano, è il Sindaco di Pesaro, su questo mi pare che abbia detto una cosa diversa, io dico invece che deve essere, secondo me, ripristinata l'elezione diretta dei Presidenti di Provincia e degli organismi politici perché è evidente che se è un'istituzione della Repubblica non è possibile che gli organismi dirigenti di quell'istituzione vengano decisi da un'altra istituzione, in questo caso i Comuni. E' un dato oggettivamente giusto. Ci deve essere l'elezione diretta, perché come si dice la sovranità appartiene al popolo, e l'autonomia finanziaria, altro dettato costituzionale a garanzia dell'autonomia delle istituzioni come le Province.
Ho detto e dico in questa Aula che è evidente che ormai dobbiamo pensare che questo Parlamento in scadenza non sia più in grado di avviare una procedura di questo tipo, quindi ci dovremmo rivolgere al prossimo rinnovato Parlamento e per quel che mi riguarda io, che ho anche la delega per gli enti locali, mi farò parte attiva per promuovere un'iniziativa da parte di questa Regione che vada a sensibilizzare il prossimo rinnovato Parlamento affinché si metta mano al superamento di quella legislazione.
Venendo nel merito, innanzitutto mi corre l’obbligo dire che qui non ci sono Province in dissesto, sia chiaro, non solo, ma quattro Province su cinque hanno già approvato i bilanci ad eccezione della Provincia di Ascoli, che neanche essa è in dissesto, sia chiaro. E' evidente che la Provincia di Ascoli deve chiudere il bilancio e nel chiuderlo fa affidamento legittimamente, a mio avviso, su queste risorse che noi assegniamo alle Province. Questo è il tema, le altre lo hanno già fatto.
La domanda che io mi faccio, che mi sono fatto e che voglio declinare in questa Aula è questa: è giusto, è opportuno, è utile, è doveroso, assegnare queste risorse alle Province? Si, lo è, senza il minimo dubbio da parte mia e da parte della Giunta. I criteri verranno decisi dalla Giunta sentita la Commissione, posso già anticipare che informalmente in Giunta ci siamo sentiti ed io proporrò, poi è ovvio che la Giunta nella sua sovranità decide, un criterio che preveda una quota fissa uguale per tutte le Province e una quota variabile parametrata in base ad alcuni parametri Sose, questo farò, proporre alla Giunta una ripartizione che sia sorretta da criteri di equità, quello che suggeriva il Consigliere Maggi adesso, però anche di solidarietà. Questo è.
Perché è giusto, opportuno e doveroso? Io non penso che responsabilmente qualcuno si possa augurare che una Provincia possa andare in dissesto, non è così, non può essere così, specialmente dopo il risultato del referendum, dove il popolo, quel popolo che dite voi, ha deciso a larghissima maggioranza che le province devono stare nella Costituzione e se ci stanno sono istituzioni, istituzioni rappresentative della nostra comunità, in esse c'è quella comunità che voi evocate, non è una cosa separata. Mi si dice la Regione va in soccorso alle Province anziché dare risorse alla comunità, ma non è la stessa cosa forse? La Provincia che cos'è se non una comunità? Pensate che sia una scatola vuota? Non c'è dietro la Provincia l'esigenza di dare una risposta alle nostre comunità per quanto riguarda le scuole, dove vanno a studiare ed a formarsi i nostri ragazzi, le strade, dove camminano i nostri ragazzi, i lavoratori, tutti noi, e tante, tante altre cose, sebbene tante funzioni le abbiamo riprese noi. Questo è la Provincia, tra l’altro i Presidenti sono gli unici rappresentanti delle istituzioni che svolgono quel ruolo in modo gratuito e anche questo se permettete è una vergogna che deve essere emendata speriamo nel futuro.
Questo sono le Province, che in questo particolare momento, ed è stato evocato anche dal Presidente della nostra Regione Luca Ceriscioli, hanno un rinnovato protagonismo in relazione al terremoto che riguarda, ad esempio, tre province, quasi quattro all'interno del cratere, nonché il ruolo che gli viene assegnato loro dal dl 189 del 2016, guarda caso fanno parte dei cosiddetti comitati interistituzionali, allora noi non dobbiamo forse dare una mano? Secondo me sì, è certo che noi dobbiamo farlo perché queste risorse che noi diamo sono contributi non per la chiusura, per la gestione dei bilanci, questo c'è scritto nella legge, l'ho scritto di mio pugno e lo rivendico, perché non sono per la chiusura dei bilanci, ma è per la gestione dei bilanci e, ripeto, risorse date con equità e solidarietà. Gestione dei bilanci significa risorse perché le Province possano esercitare al meglio, o almeno un pochino meglio, le funzioni che a loro sono state assegnate, che sono quelle che dicevo prima, in primo luogo le scuole, le strade. Di questo si tratta, queste sono le risorse che noi diamo, non le diamo per fare le feste paesane, con tutto il rispetto per le feste paesane, non le diamo per pagare le indennità perché i Presidenti delle Province non le prendono, non le diamo per fare viaggi perché non li fanno, non le diamo per gli sprechi, non le diamo per le assunzioni, perché non possono assumere, noi le diamo per questioni essenziali e su questo è evidente, è vero quanto è stato detto, che dovrebbe farlo il Governo, lo dovrebbe fare il Parlamento e non lo fa o lo fa in modo insufficiente. Basta pensare che ha prelevato le risorse e questo ha impedito anche di trasferire alla Regione, che acquisiva le funzioni, le risorse stesse, e questo è sbagliato. L'ho sempre detto e lo dico anche da parte del mio Governo, è sbagliato, da tutti i Governi che si sono succeduti in questi anni. Io ho fatto insieme al Consigliere Celani il Presidente della Provincia, quindi so di cosa parlo, tutti i Governi di questo Paese compreso il mio hanno sbagliato. E noi se possiamo, e possiamo, abbiamo il dovere di rimediare anche a quegli errori nell’interesse dei nostri cittadini.
Tra l’altro secondo me, lo evocava il Consigliere Celani, quindi voglio rispondere a tutto e chiudo, le Province reclameranno quanto da loro speso per le funzioni non fondamentali dall'1 gennaio 2015 al 31 marzo 2016, perché dall'1 aprile noi abbiamo acquisito le funzioni. Quelle risorse alle Province dal nostro punto di vista non sono dovute, perché l'effettivo esercizio in capo alla Regione è avvenuto dall'1 di aprile, ma a noi le risorse non sono state trasferite e, dal mio punto di vista, quelle risorse non sono dovute fino a quella data, però è indubbio che non lo sono sotto il profilo formale, sotto il profilo giuridico, sotto il profilo contabile dal nostro punto di vista, ma un dato è vero è che quelle Province comunque quelle attività le hanno esercitate e questo contributo straordinario è giustificato anche da questa necessità, se vogliamo, di salvarci un po’ la coscienza perché in effetti loro le hanno esercitate, anche se noi le dovevamo acquisire prima, e l'hanno fatto in una situazione di grandissima difficoltà perché avevano i prelievi.
Quindi c’è anche questa giustificazione, dico di più, poi è evidente che su questo saranno sovrani la Giunta prima ed il Consiglio dopo, la mia opinione ovviamente è limitata al mio ruolo, penso che noi dobbiamo impegnarci in modo particolare nei confronti del Parlamento, io questo l’ho fatto ad esempio quando ho rappresentato il Presidente della Regione nella Conferenza Stato-Regioni ed alla Conferenza delle Regioni, l’ho già fatto, però credo che noi dobbiamo indurre il prossimo Parlamento, i prossimi Governi, spero già da questa legge di stabilità, a dare maggiori risorse alle Province per arrivare a quell'autonomia finanziaria che è prevista nella stessa Costituzione. Anche in seguito, anche nei prossimi passaggi dei bilanci regionali, credo che noi dovremo prevedere per le Province qualche risorsa, dal mio punto di vista vedere se c'è il modo di prevedere queste risorse anche nei prossimi anni perché, ripeto, spettano, servono, alle Province per esercitare quelle funzioni che sono a garanzia di una risposta che noi dobbiamo ai bisogni ed alle esigenze più profonde della nostra comunità, in un momento in cui la nostra comunità ha vissuto il dramma del terremoto, in cui la nostra comunità si è avviata nella fase della ricostruzione, e voi comprenderete che in questa fase straordinaria della nostra regione, il ruolo delle Province sia un ruolo assolutamente straordinario. C'è bisogno di un rinnovato protagonismo, ma per questo bisogna sostenerle e non è pensabile ipotizzare che le stesse possano andare in dissesto.
Credo che non ce lo potremmo neanche permettere sotto il profilo dell'immagine, pensate voi Province che vanno in dissesto in una comunità, altre Regioni d’Italia tra l'altro l'hanno fatto, anche Regioni che non sono amministrate dal centro-sinistra. Noi lo stiamo facendo e lo faremo anche nel futuro.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 01.
Emendamento 01/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 01, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 quater. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Ho ascoltato i vari interventi e voglio cominciare dal discorso delle Province. Sinceramente non condivido i ragionamenti fatti dai colleghi della minoranza, condivido invece il fatto che bisogna supportare le Province per varie motivazioni, primo, perché comunque i soldi che noi diamo li diamo al territorio, le Province fanno parte del nostro territorio, non è che servono per scopi particolari, e riverseranno i loro soldi sul territorio, quindi dire che i soldi che vanno alle Province non vanno ai marchigiani secondo me non corrisponde a verità.
Secondo motivo, dobbiamo rispettare il volere degli italiani che il 4 dicembre hanno deciso che le Province vanno mantenute, quindi mi sembra giusto e doveroso nei confronti del popolo italiano avere questo tipo di rispetto.
Dico però una cosa, questo aiuto non dovrebbe diventare, a mio avviso, strutturale, ma le Province dovrebbero nelle difficoltà che hanno - ricordiamo che anche la Regione ha grandi difficoltà di bilancio, quindi le difficoltà sono per tutti, ci sono per le Province, ci sono per la Regione - nella scarsità delle risorse, imparare a gestirle, poche che siano, e che questo contributo non diventi strutturale e questo anno sia dovuto al fatto che c’è stato questo cambiamento, questa variazione, ci sono stati tanti cambiamenti per cui mi sembra giustificato farlo, negli anni a venire mi auguro che non ci sia questa necessità.
Sono comunque nella posizione di responsabilità che comunque sia, anche se in futuro qualche Provincia dovesse essere in difficoltà, la Regione possa andare in suo soccorso perché ci deve essere una responsabilità istituzionale. Non si possono trascurare questi aspetti, quindi condivido la scelta di supportare le Province.
Detto questo, ho ascoltato l’intervento dell’Assessore, lei Assessore è troppo modesto, si è dato da solo il voto, si è dato sette, io le voglio dare nove, anzi dieci e lode, perché affermare che presentare gli emendamenti all’ultimo minuto, una serie di emendamenti, significa programmare è un quadruplo salto mortale. Lei su questa cosa non merita sette, non sia modesto, le si deve dare dieci e lode. Personalmente le do dieci e lode, però voterò contro questa variazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Devo dire che conoscendo abbastanza l’Assessore Cesetti credo che quando perde 20 minuti per difendere o per lo meno per far capire il perché di un atto, significa che c’è qualcosa che rode dentro anche a lui.
E’ una mia suggestione, ma io avevo ben donde, lei mi doveva convincere di una cosa su cui francamente non c'era bisogno di perdere tanto tempo, perché tanto non mi convince assolutamente nessuno per quanto riguarda queste due situazioni che ho affrontato, fermo restando il discorso sull’autismo.
Oggi scopro un’altra cosa ad esempio, scopro che alcuni concetti, alcuni valori, tipo la sussidiarietà e la solidarietà sono nati con questa Giunta, finalmente sappiamo che i principi, quali la solidarietà e la fratellanza, sono nati nel giugno 2015 con l’istituzione della Giunta Ceriscioli, prima non esisteva in questa regione, nonostante i pellegrinaggi che facevamo partendo da Ascoli, passando per Loreto, facendo sempre il segno della croce, mai avuto un cenno, una pacca sulle spalle, un segno di solidarietà, di comprensione: “Povera gente, siete messi male, vi diamo qualcosa”.
Pensate che portiamo l’anello al naso? Noi l’anello al naso non ce lo abbiamo, vogliamo salvare il salvabile delle 5 province amministrate dal PD? Ma lo si faccia, però non ci prendete in giro, per lo meno a me, non mi prendete in giro, su questo affetto. Tra l’altro vi scordate pure di questa lettera che ha fatto un vostro Presidente di Provincia che ha detto chiaramente: ditemi a che servono questi soldi, servono per … o per compensare le funzioni non fondamentali che abbiamo gestito?
E quando una Provincia, un ente, un Comune, siete stati tutti amministratori, non chiude un bilancio non lo fa perché non ha i soldi per gli investimenti, ma non lo chiude per la spesa corrente obbligatoria, quindi questi soldi non vanno per gli investimenti, non perché le Province devono aggiustare le scuole, non perché devono aggiustare le strade, lo si sappia, i marchigiani lo sappiano, vanno per la spesa corrente, per chiudere un bilancio sulle spese obbligatorie, caro Assessore Cesetti, non mi contraddica sennò le porto i bilanci, non diciamo sciocchezze.
Dopodiché mi sta bene, però diciamo la verità (…). Certo che tutto nasce da lì, però vi dico che nel 2012 quando non potevo rispettare il patto di stabilità, perché avevo 20 milioni di debiti fuori bilancio, l’allora Assessore al bilancio, e lo dico con veemenza, non si è mostrato così solidale, non ha mostrato questa sussidiarietà nel dare alle Province che stavano sul territorio per effetto di una legge incredibile e pazzesca.
Allora dico: dite la verità, diamo dei fondi alle Province affinché possano fare una gestione della spesa corrente che altrimenti non potrebbero fare. Non per gli investimenti, perché a questo punto se i 9 milioni andavano per gli investimenti, ogni Provincia avrebbe presentato un progetto di messa in sicurezza di due scuole, di due strade e li finanziavate, i soldi andavano alle Province, ma i bilanci non li chiudevano lo stesso perché non ci sono i fondi per la spesa corrente.
Non dite queste fesserie, non le dite perlomeno qui dentro quando ci sono degli amministratori corretti, perché siamo stati tutti corretti, non dite bugie, poi far venir fuori questo senso di fratellanza all’esterno che non è vero, perché con le Province è stato fatto un disastro e se la Regione avesse lavorato bene dal 2010 in poi, le Province non si sarebbero trovate in questo modo. Ad esempio la Provincia di Ascoli nel 2012/2013 avrebbe rispettato il patto di stabilità se ci avessero dato 2.100.000 euro, mi ricordo pure lo sforamento e il piano di risanamento, probabilmente si impostava in modo diverso e con tempi molto più rapidi.
Assessore nel 2010 mi sono trovato con la sentenza di 20 milioni di debiti fuori bilancio, certamente non fatti da me.
Un altro aspetto molto grave è che si dica che continueremo ancora a sostenerle, che da qui in poi pagheremo ancora 3 milioni. A che titolo? Per quale motivo? Per gli investimenti? Sono in crisi perché le strade sono tutte chiuse, le scuole sono così così, ci sono manifestazioni? Se questi 3 milioni di euro la prossima volta andranno per progetti specifici per gli investimenti delle Province io non solo alzerò una mano, ma due, perché il resto lo deve pagare il Governo, non ci deve mettere mano la Regione. Lo diciamo da 10 anni a questa parte, lo paghi il Governo questo obolo, questa solidarietà, questa fratellanza, c’è Delrio che fa lo sciopero della fame, lo facesse pure per questo, questo è il concetto, non è possibile che noi paghiamo 20 milioni di euro per la spesa corrente delle Province per un provvedimento centrale dove le Regioni non c’entrano nulla. Veramente la Regione Marche è stata un po’ silente su questa vicenda ed anche sulla costituzione delle Province di Ascoli e Fermo dove potevamo fare concetti molto diversi.
Ripeto, diciamo le cose come stanno, se i fondi andranno per gli investimenti va bene, se non vanno per gli investimenti mi auguro che nella prossima Conferenza Stato-Regione ci vada lei e batta i pugni sul tavolo e dica che noi rivogliamo questi fondi perché abbiamo finanziato le Province per la spesa corrente, per alcune funzioni che loro dovevano sostenere, quella è la buona politica, altrimenti non ci siamo.
Sono contrario all’impianto generale, ma sull’articolo 3 ter sono d’accordo, il problema è sulla gestione, Assessore, forse era meglio che si finanziavano progetti, non dare fondi ai Gal, alla Marca Fermana o a Macerata affinché facessero bandi, e quando arriviamo? Se c’erano dei progetti e se il territorio arrivava qua con dei progetti finanziavate subito quelli che si ritenevano giusti e domani mattina fatta la variazione di bilancio si partiva, ma se partiamo con i bandi per il Gal questa accoglienza va a finire al prossimo giugno. Ecco il motivo per cui voterò contro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credevo non fosse necessario intervenire, ma dopo l’intervento dell’Assessore penso che come Lega ci sia qualcosa da dire.
L’intervento dell’Assessore è in netta contraddizione con sé stesso, da una parte dice determinate cose per quanto riguarda queste modifiche, l'approvazione di questo bilancio, e dall’altra dice in questa Aula che bisogna intervenire sulle Province. Lo dica a Renzi, lo dica a Delrio, fate parte dello stesso Partito Democratico, allora dica a Delrio che intervenga sulle Province perché ha fatto una legge sbagliata che gli italiani non hanno voluto e per quanto riguarda il problema delle Province, Assessore Casini, l'elezione di secondo grado non fa partecipare il popolo all'elezione di quel Consiglio. Questa è la cosa! Non potete cambiare le carte in tavola in continuazione, come i prestigiatori nelle fiere: carta vince e carta perde. La democrazia sulle Province non c'è, il popolo non partecipa. Punto! Questa è la verità dei fatti! E’ inutile che dite, l’elezione diretta non c’è, è stata annullata, l'elezione diretta è stata annullata.
Sul problema dei finanziamenti alle Province l’Assessore dice una cosa, fra l'altro anche grave, dice che bisogna eventualmente continuare. No, dovete fare un'altra cosa, dovete andare a chiedere il ripristino delle Province perché questo è, no dare i soldi! Dovete andare, dovete occupare la sede del Consiglio dei Ministri per dire che bisogna ripristinare le Province, questo vuol dire dare una risposta alla gente, alla popolazione in termini seri.
Credo che questa cosa che avete fatto questa mattina sia un’ulteriore ed l'ennesima riprova, l’ho detto prima e lo ripeto, della proposta scellerata relativa alla soppressione delle Province. Tenete cordone al Governo che ha distrutto un pezzo del nostro Stato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Abbiamo visto una disputa fra ex amministratori piuttosto accesa, persone che in politica avevano già esercitato una funzione, segnatamente nelle Province. Noi del nostro gruppo siamo vergini in questo senso, chi esercitava un ruolo in un'azienda privata, il Consigliere Fabbri faceva il geologo, lui aveva una catena di negozi ed io ero amministratore di una società di comunicazione, quindi siamo scevri da questa retroattività che viene espressa qui.
Abbiamo annunciato il nostro voto contrario a questa proposta di legge per le cose che abbiamo già detto in sede di intervento, anche perché, con tutto l'apprezzamento per la sua retorica Assessore Cesetti, qui non è il fatto della media scolastica, uno ha 4 e 5 poi 9 e 7 e la media è 7, perché se uno ha 4 o 5 in latino, in greco, in matematica, in storia dell'arte, non è uguale a quando uno ha 4 o 5 in questioni di cui la Regione si deve occupare nei confronti dei cittadini marchigiani. Il 4 e il 5 nei confronti dei cittadini marchigiani spesso vuol dire sofferenze e disagio per le persone, per cui non va bene il principio della media scolastica, qui bisogna avere tutte sufficienze e meglio ancora più delle sufficienze.
Prima l'Assessore Pieroni ha detto: “Nessuno si è occupato di questi articoli”, Assessore Pieroni non ce ne siamo occupati anche perché la mia simpatia nei suoi confronti, almeno nella parte di socialista libertario, c'è sicuramente, però lei con un po’ di ingenuità giustifica …, allora è terminata la simpatia, pecca di ingenuità quando lei giustifica i 450.000 euro che ha dato per il turismo nelle zone del cratere, le leggo testualmente: “Quanto sopra al fine di rispondere anche con questi interventi alle pressanti richieste”. Allora o lei ci presenta i progetti delle pressanti richieste oppure vengo anch’io a farle delle pressanti richieste e forse lei darà dei fondi per il mio territorio sulle pressanti richieste e non sui progetti.
E' solo questo che voglio dire, per cui avete visto ..., qualcuno ha fatto dell’ironia perché ci siamo astenuti su alcuni articoli e su altri abbiamo votato a favore, ma questo modo di procedere, questo modo che dimentica una programmazione, non dico a lunga scadenza, ma a medio termine, comunque è tutto in emergenza, non ci vede favorevoli, soprattutto questa cosa delle Province.
Il Consigliere Celani che ha esperienza ed è una persona informata sui fatti ha detto che queste cose sono “per le spese correnti”. L'Assessore Cesetti ha detto: “Vedremo di fare un criterio di ripartizione diverso”, quindi vuol dire che tutti gli anni noi saremo qui a finanziare le Province e questo è inaccettabile, Assessore Cesetti, con un criterio diverso, ma gli daremo sempre i soldi, però questa è una questione strutturale!
Come dicevano i colleghi precedentemente qui le Province ci sono e non deve esserci la Regione che fa assistenza, per questo quando ci sono delle cose con contenuti che condividiamo votiamo a favore, ma questa cosa non la possiamo votare perché è un precedente, anzi è una continuità che non ci piace affatto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti, ho ascoltato tutti gli interventi oltre ad aver seguito l’iter in Commissione di questo atto, di questa variazione. Un percorso nel quale c’è stata una grande attenzione.
Ho sentito parlare di urgenza perché manca una programmazione, credo che di questi tempi, non solo nella pubblica amministrazione, nelle imprese, nel mondo degli artigiani, ma in qualsiasi mondo non ci può essere una programmazione senza urgenza. L'urgenza fa parte di una programmazione, non esiste una programmazione che non preveda urgenze soprattutto nei tempi che stiamo vivendo, soprattutto nella pubblica amministrazione.
La discussione si è concentrata, anche per il passato rappresentato da qualcuno, soprattutto sulla questione delle Province, una questione che vorrei un attimo ricordare perché il tema delle riforme istituzionali, del referendum, lo tirate fuori sempre voi, ma quella riforma era una risposta alla situazione attuale delle Province, perché ricordo dal ’94 in poi, dall’epoca del berlusconismo in poi, tutte le forze politiche, la gran parte delle forze politiche, di questo Paese si sono pronunciate per l'abolizione delle Province.
L'unica riforma che è stata accennata, è stato fatto da voi, è una riforma che purtroppo, ahimè, ed io ancora me ne dispiaccio tanto, è stata bocciata sonoramente dai cittadini quel famoso 4 dicembre, ed ormai siamo a quasi un anno da quell’evento. Quindi quando si tira fuori questo aspetto non è che si può scaricare la responsabilità sulla parte politica che noi rappresentiamo, lì una risposta c’era, ed ora ha ragione lei Assessore Cesetti, ma qui si chiama ad una responsabilità tutte le forze politiche, in particolare quelle forze politiche che hanno bocciato quel quesito referendario, perché oggi le Province sono nella Costituzione a differenza di quanto prevedeva quella riforma, essendo in Costituzione possono chiedere, devono chiedere, pari dignità a tutti gli organismi dello Stato, pari dignità alle Regioni e pari dignità ai Comuni, perché sono ancora nella nostra Costituzione.
Io non ritengo assolutamente opportuno il fatto che qualcuno poi giudichi giusto o meno questo trasferimento di risorse alle Province. Chi oggi le amministra con grande sacrificio, a differenza del passato senza indennità, in un periodo molto limitato, perché oggi sono diventati enti di secondo grado, non può assumersi tutte le responsabilità di quello che è avvenuto nel passato, e le spese delle Province, se ci sono, sono spese che vanno ai cittadini, sono spese che servono per le scuole, sono spese che le Province nonostante la rimodulazione delle competenze hanno continuato ad attuare, chi più chi meno. Questo c’è da dirlo, ma la situazione delle Province è diversa l'una dall'altra, la storia politica che ha riguardato le nostre Province è diversa una dall’altra.
Io vengo da una Provincia che circa 10 anni fa ha subìto una divisione, una sciagura sotto tutti i punti di vista, per quanto mi riguarda, ero contrario allora, sono contrario oggi, è stata la più grande sciagura del Piceno dal dopoguerra ad oggi, la divisione delle Province di Ascoli e Fermo, una iattura totale, soprattutto per le imprese di quel territorio. Su questo non vorrei tornarci, sostengo fortemente questo provvedimento che, l’avete detto anche voi, dà tante risposte importanti alla Regione, a partire dal Tpl, al finanziamento per quanto riguarda la questione annosa, problematica, in crescita purtroppo dell’autismo. Altre risposte le diamo al territorio, i finanziamenti per i Comuni del cratere, guardate che qui ci sono le registrazioni, quando si parlava del sisma e dei terremoti che hanno riguardato la nostra regione, quando facevamo i discorso quelli belli, tutti eravamo d’accordo sul cercare di dare una prelazione a questi territori e questo è quello che noi abbiamo fatto. Purtroppo avremmo voluto metterci molte più risorse, non abbiamo potuto perché le risorse di bilancio sono quelle, ma si tratta dai 130 ai 150 mila euro per i Comuni del cratere delle nostre Province che, non so se ve lo ricordate ogni volta che intervenite, sono quasi 100, sono esattamente 94 i Comuni del cratere delle nostre tre province del sud delle Marche, anzi delle quattro province perché ci sono anche dei Comuni della provincia di Ancona. Quindi capite benissimo la difficoltà nel gestire determinate risorse.
I territori hanno scelto dove queste risorse devono andare. Voglio rispondere al Consigliere Celani, ma non lo vedo in Aula, ma non fa niente, i territori hanno scelto dove indirizzare quelle risorse, non lo abbiamo scelto noi, noi volevamo far sì che la cosa fosse più semplice e attuabile in pochissimo tempo.
Quindi rivendichiamo tutte le scelte che abbiamo fatto in questo atto, lo ripeto per l’ennesima volta, perché negli ultimi provvedimenti di bilancio lo abbiamo sempre detto, l’urgenza fa parte della programmazione, non possiamo nasconderci, siamo un territorio devastato da una delle più gravi sciagure naturali che l’Italia ha avuto negli ultimi 100 anni e noi dovremo farci trovare impreparati o non pronti ad una procedura d'urgenza? Ma di cosa stiamo parlando? Abbiamo tutto il tempo necessario, tutti gli organismi, tutti gli organi tecnici, per poter affrontare le questioni, basta volerlo, noi lo facciamo, lo faremo.
Ringrazio tutti per il lavoro, il Presidente Giacinti per il lavoro non facile portato avanti nella I Commissione, ringrazio gli organi tecnici che sono stati sempre a qualsiasi ora disponibili per i chiarimenti di cui avevano bisogno, quindi il voto del gruppo del Partito Democratico è sicuramente favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Non devo aggiungere molto se non ringraziare anch’io il Presidente della Commissione, tutta la Commissione, i Consiglieri che hanno lavorato intorno a questa legge di variazione di bilancio che tra l’altro, come abbiamo detto, si è arricchita cammin facendo e questo credo che sia stato un bene.
Vorrei dire soltanto questo, immaginiamo un attimo cosa sarebbe successo o cosa succederebbe se noi non approvassimo questa variazione di bilancio. Basta semplicemente fare questa considerazione nient’altro.
Termino con una considerazione, il Consigliere Celani ha lamentato con veemenza la sordità della precedente Giunta regionale, anch'io ero Presidente della Provincia e venivamo qui in pellegrinaggio, ricordo una volta, eravamo sopra, il Consiglio regionale approvò un ordine del giorno di impegno, poi tutto silenzio, non si fece nulla. Quindi lamenta la sordità della precedente Giunta rispetto alle esigenze delle Province, salvo poi lamentarsi anche del comportamento di questa Giunta che invece ascolta e dà soprattutto risposte.
Credo che questa sia una contraddizione evidente, segno e dimostrazione evidente della pretestuosità di argomentazioni che non ce la fanno a scalfire la bontà di un provvedimento per la comunità della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Chiedo la votazione per appello nominale, Presidente, a nome dei Consiglieri Urbinati, Marconi, Giacinti.

Proposta di legge n. 158, così come emendata. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Urbinati, Marconi, Giacinti.
Favorevoli: Biancani, Busilacchi, Casini, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Carloni, Celani, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Zaffiri.
Astenuti: Nessuno

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 79
ad iniziativa dei Consiglieri Minardi, Busilacchi, Giancarli, Traversini, Urbinati, Giacinti, Rapa, Talè, Marconi
“Sagre di qualità”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 79 dei Consiglieri Minardi, Busilacchi, Giancarli, Traversini, Urbinati, Giacinti, Rapa, Talè, Marconi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Noi oggi in Consiglio regionale poniamo in discussione la legge che riguarda le sagre di qualità. Una legge che abbiamo discusso e su cui in Commissione abbiamo lavorato molto, devo dire anche con molta collegialità. Abbiamo fatto le audizioni con tutte le associazioni di categoria, con gli uffici competenti della Regione Marche e soprattutto anche con l’Unpli, che è l’associazione che racchiude le pro loco ed è quella che più di tutti ha sollecitato l’approvazione di questa legge e la conseguente emanazione.
Devo dire che abbiamo lavorato cercando di portare una unità di intenti, dandogli un significato forte legato alla politica che da anni si sta facendo nella Regione Marche, una politica legata alla qualità dei prodotti e al lavoro che le associazioni, tra cui le pro loco ed altre, stanno portando avanti nelle Marche per la valorizzazione del territorio, del patrimonio storico, culturale, folcloristico, della biodiversità da legare ai valori dei nuovi prodotti enogastronomici che stanno emergendo nel territorio marchigiano.
Un lavoro importante che racchiude la parte fondamentale di un'attività che le pro loco stanno facendo da anni, ma non riguarda solo loro, ma tutte le associazioni che sono previste dalla legge.
E’ una legge molto lunga formata da 9 articoli e vado brevemente ad elencare le parti più importanti.
Intanto credo che sia estremamente importante la definizione dei prodotti contenuta nell’articolo 2. Sono essenziali i prodotti di filiera corta e su questo abbiamo mutuato, su questo e sul prodotto locale, ed abbiamo ripreso la terminologia che viene usata nel programma di sviluppo rurale. Quindi non ci siamo inventati nulla di nuovo, ma è un passaggio estremamente importante perché c'è un collegamento con qualcosa già di riconosciuto. Non ci inventiamo nulla di nuovo e lo colleghiamo ad un ragionamento legato alla qualità, alla valorizzazione dei prodotti e del territorio, che è già previsto nel programma di sviluppo rurale. Filiera corta che prevede un solo intermediario tra il consumatore e il produttore, questo è ben definito, nel senso che ci sono produttori che non vendono direttamente ma utilizzano un consorzio, si mettono insieme, e vale, come descritto dal programma di sviluppo rurale, solo un intermediario. I prodotti provenienti da produzione locale, il prodotto locale è considerato quello prodotto, trasformato e venduto nell’arco di 70 chilometri, anche questa è una definizione prevista dal programma di sviluppo rurale, in modo chiaro. Non sono ammessi prodotti geneticamente modificati, sono elencate le Igp, le Dop, le Doc, riconoscimenti ormai abbastanza definiti. Abbiamo inserito i prodotti biologici ed i Deco, prodotti legati ad attività a riconoscimento comunale. Su questo devo dire che si è aperta anche a livello nazionale una discussione sul valore del prodotto, però accompagna il ragionamento della legge che comunque restringe il campo d'applicazione dei prodotti al territorio. Quindi questi ragionamenti che stiamo facendo sui Deco alla fine non cambiano il valore stesso della legge e le sue finalità.
Va detto che è stato inserito un concetto molto forte e molto importante che credo dia più valore alla legge, i prodotti della filiera corta e del mercato dei prodotti locali devono essere prodotti marchigiani, questo è il valore in più della legge che mette insieme la valorizzazione delle sagre con una politica di prodotti di qualità, che la Regione sta portando avanti attraverso anche e soprattutto il programma di sviluppo rurale.
Altri concetti fondamentali che sono all’interno della legge sono: il periodo della durata della manifestazione della sagra di qualità, che non è superiore ai quattro giorni, ed il fatto che non può essere effettuata più di due volte all'anno. Di questo abbiamo discusso all’interno della Commissione perché ci sono sagre ed iniziative che sono fatte ormai da decenni e che si fanno due volte all’anno, quindi ci sembrava opportuno non andare a limitare questo, però rimane il limite massimo dei quattro giorni. Questo limite rimane.
Altro elemento fondamentale, discusso ed approvato all’unanimità in Commissione, è che per avere il riconoscimento di sagra di qualità deve essere utilizzato il 70% dei prodotti definiti all'articolo 2, un limite forte, un imprinting che viene dato dalla legge per dare un'elevata qualità alla sagra stessa. Questo fa capire che si tiene a dare un avvio ad una maggiore qualità. Tutto questo per riconoscere il lavoro a chi lo fa già da parecchi anni e per far crescere tutti gli altri in questo percorso di qualità.
Altro fattore importante, per avere il riconoscimento di sagra di qualità la manifestazione deve svolgersi da almeno dieci anni, quindi aver assimilato il valore storico dell’evento.
Dopodiché si sono affinate determinate situazioni tra cui il fatto che si chiede, si favorisce, si invita chi organizza queste manifestazioni a coinvolgere commercianti locali, commercianti di prodotti che vengono portati all'interno della sagra. Questo è un invito perché non possiamo mettere nella legge un obbligo, perché c’è già la legge sul commercio che disciplina questa materia, non possiamo mettere cose a nostro piacimento, però un invito a favorire il coinvolgimento dei commercianti locali, quindi di espositori di prodotti previsti dalla sagra, lo crediamo importante.
Così come è importante la questione del regolamento. La legge prevede che la Giunta entro sei mesi provveda ad adottare il regolamento, e di questo si è parlato, su indicazione della Commissione perché è poi la Giunta che decide. E' rilevante che nel regolamento ci sia il controllo delle norme che abbiamo messo in atto per il riconoscimento di sagra di qualità che devono essere portate avanti da qualcuno altrimenti la legge stessa non funzionerebbe.
L’invito è quello di prendere atto del regolamento, che poi vedremo anche in Commissione, e di coinvolgere i Comuni e l’Assam, per quello che riguarda l'utilizzo dei prodotti che devono stare dentro quei termini.
Le domande per il riconoscimento di sagra di qualità vanno presentate entro il 30 novembre di ogni anno e la Regione darà risposta e, se i requisiti sono corretti, la manifestazione verrà riconosciuta come sagra di qualità che la Regione stessa provvederà a elencare nel sito regionale delle sagre di qualità.
Questo è l'elemento di diffusione che si dà alle sagre di qualità anche attraverso un'immagine positiva che poi è anche sintetizzata nell’utilizzo di un marchio, che noi abbiamo approvato e che voi avete visto nella legge presentata. Un marchio che dà la possibilità a chi sta dentro queste norme di potersi fregiarsi di questo elemento di qualità in più. Credo che sia un invito importante per chi da anni fa un percorso di questo tipo e per chi vuole arrivare ad un miglioramento della qualità, utilizzando e valorizzando i prodotti regionali che sono importantissimi e che hanno una propria immagine anche rispetto ad un approccio alimentare che è cambiato nella gente, perché non si parla solo di quantità, ma sempre più di qualità di quello che si mangia. Penso che questo sia un elemento importante che, non è da dimenticare, non è legato solo ed esclusivamente all’alimentazione, ma anche ad una promozione che spesso, ed è così che si fa nella sagra, è legata al proprio territorio, quindi il prodotto che si lega al territorio ed alla valorizzazione del patrimonio storico, culturale. Un altro elemento di queste manifestazioni.
Credo che il lavoro che abbiamo fatto dia forza ed un senso alla normativa e anche un incoraggiamento a chi crede nella ricerca di prodotti di qualità e nella valorizzazione del territorio.
L'ha detto nel suo intervento anche l’Assessore Cesetti prima, non ci sono i soldi per le feste paesane, lo dico per annunciare che questa legge non comporta nessuna spesa per il bilancio, quindi non ci sono variazioni per quanto riguarda la spesa.
Altro legato alla legge non c’è, se non il fatto che è stata approvata all'unanimità, dopo un lavoro di riflessione fatto da tutta la Commissione. E' stato fatto un buon lavoro cercando di dare il via ad un percorso che speriamo dia le risposte alle domande delle associazioni, principalmente alle pro loco, ma non solo, perché ci sono tantissime associazioni cattoliche legate alle parrocchie, o altre associazioni che per motivi diversi mettono in piedi sagre che hanno questo valore sul territorio. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola, il relatore di minoranza, Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi collego alla relazione fatta dal Consigliere Traversini puntualizzando alcuni aspetti. Chiunque in questo momento può organizzare delle sagre, questa è una normativa che non vincola le sagre esistenti, dà un marchio di qualità a chi vuole organizzare delle sagre che abbiano un qualcosina in più, quindi è un optional. E' una legge leggera che non risolve nessun problema, dà solo una piccola opportunità in più. Non ci sono soldi in campo, c’è la promozione da parte della Regione nei suoi portali.
In ogni caso dà un primo segnale che è quello di dire: “Se vogliamo dare un piccolo scatto di qualità alle nostre sagre ci sono alcune regolette semplici, ma pregnanti a cui bisogna tener fede”.
Promuovere il 70% dei prodotti tipici del territorio da filiera corta è una di queste regole che ci è piaciuto discutere ed introdurre. Noi avevamo proposto una percentuale dell'80%, ma è stata ritenuta eccessiva. Abbiamo considerato e chiesto di introdurre con un emendamento l'utilizzo di prodotti che siano geneticamente non modificati ed è stato accolto. Dei numerosi interventi ed emendamenti che abbiamo fatto considerare alla Commissione più della metà sono stati accolti.
Il materiale deve essere compostabile in modo che si vada verso un riciclo del rifiuto. Avevo chiesto un compostaggio di comunità per poterlo utilizzare di sagra in sagra, ma molte sagre sono di piccole dimensioni ed è stata ritenuta una cosa un po' troppo onerosa e non è stata accettata, in ogni caso si è ridotto dai 25 anni iniziali, di cui si parlava, di storicità della sagra per poter essere inserita nell'elenco di quelle riconosciute, a 10 anni. A mio avviso poteva essere ridotto anche ulteriormente, non è la storicità che dà la qualità, però un primo passo è stato fatto anche in questo frangente.
Detto questo, siamo tiepidi su questa legge che non è una legge fondamentale, non risolve problemi, è una prima indicazione, speriamo che nel regolamento si potenzi qualcosa. Ci sono un paio di nostri emendamenti che si è detto nel regolamento verranno introdotti, chiaramente abbiamo audito anche Confesercenti e Confcommercio che su questa impostazione non erano particolarmente d'accordo, chiedevano addirittura che le sagre si potessero organizzare solo con la modalità, e qui si apre la discussione, di poter coinvolgere gli esercenti locali, su questo poi il Consigliere Maggi ha presentato degli emendamenti che sono stati discussi in Commissione.
Sul testo della normativa c’è il minimo sindacale perché è stato introdotto all'articolo 3 il punto “d) favorire il coinvolgimento dei ristoratori locali e dei titolari di pubblici esercizi, al fine di promuovere l'offerta di menù specifici con i prodotti elencati all'articolo 2 e la vendita dei medesimi prodotti”.
C'è un emendamento che poi verrà discusso che tenta di rendere un po' più stringente questo concetto, è la strada su cui ci vogliamo avviare in modo da far fare un piccolo salto di qualità alle sagre che vengono organizzate da realtà diversissime e che in alcuni casi sono anche dai locali particolarmente sentite. Noi vogliamo dargli un contorno che sia un attimo un po' più definito come la territorialità e la qualità del prodotto.
Un altro emendamento importante è quello di esporre le caratteristiche dei prodotti utilizzati nelle sagre perché poi sono prodotti certificati, che hanno i loro marchi, che arrivano da una filiera corta di non oltre 70 chilometri, come chiede il Psr. Quindi delle cose interessanti questa normativa ce l’ha, non ci scalda particolarmente il cuore, però siamo tutto sommato tiepidamente favorevoli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Intanto esprimo un doveroso grazie al Presidente Traversini perché in Commissione si è approfondito molto seriamente questa legge che, come diceva il Consigliere Fabbri, non è di fondamentale importanza, ma comunque è una legge importante, io penso, per la valorizzazione dei prodotti della regione Marche, quindi marchigiani.
Una delle prime cose che è stata dibattuta è stata quella della percentuale di prodotti che devono venire dalla regione, soprattutto da quanti chilometri dal luogo di produzione al luogo in cui la sagra si svolge, siamo arrivati a 70 chilometri e il 70% dei prodotti devono essere locali.
Inizialmente la legge parlava di “in prevalenza”, cioè si diceva che in prevalenza il prodotto doveva essere locale, oggi invece siamo arrivati in Aula con il 70%, qualcuno proponeva l'80, siamo al 70%. Penso che sia giusto mettere una percentuale ben stabilita perché le sagre si possono fare in tutta la regione, come uno le vuol fare, se la vuoi di qualità, quindi con il marchio di qualità della Regione, il 70% del prodotto deve essere della regione Marche e provenire entro i 70 chilometri.
Un altro punto riguarda la storicità della sagra, anche io ero un po' dell'avviso che non è la storicità che dà la qualità alla sagra, quindi siamo partiti dai 25 anni e siamo arrivati a 10 anni, penso che anche questo possa essere accettabile, possa andare bene.
Un altro focus che si è fatto, e non tutti in Commissione eravamo d'accordo, però pensandoci bene, secondo me, abbiamo fatto una cosa giusta, è quello dell'intervento di un intermediario. Qualcuno di noi diceva che l'intermediario poteva non servire in quanto la sagra, l'organizzatore della sagra, poteva direttamente andare dal produttore, secondo me non tutti i produttori sono attrezzati per fare anche la vendita al dettaglio e quindi può starci il fatto di avvalersi di un solo intermediario.
Un'ultima cosa che voglio dire, vedo adesso il sub emendamento della Consigliera Malaigia, riguarda la questione dell'accessibilità alle disabilità, penso che anche questa sia una cosa importante. Questa mattina l’abbiano accennato anche in Commissione, leggendolo adesso: “devono garantire l'accessibilità ai soggetti con disabilità”, mi viene in mente che “devono garantire” sia forse un po' troppo forte. Penso a quegli organizzatori di sagre di qualità all'interno dei centri storici dove qualche volta è impossibile, perché magari abbiamo una gradinata troppo lunga, oppure dei locali storici dove è impossibile inserirci un montacarichi o fare uno scivolo per l'accessibilità, quindi, ancora non abbiamo discusso di niente, personalmente al posto di “devono garantire” metterei “favorire”. Sono pienamente d’accordo con questo sub emendamento, la legge non prevede, non ha previsto questo, anche se la normativa nazionale lo prevede perché le barriere architettoniche sono previste nella normativa nazionale, però un accenno a questa cosa sarei d’accordo nel farla.
Una buona legge per la promozione turistica del territorio e anche per la valorizzazione delle tante e meritevoli associazioni che queste sagre stanno facendo nel nostro territorio marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Sono nel solco di quanto è stato già detto, nel senso che accolgo positivamente questa proposta di legge che in Commissione è stata tanto dibattuta, sviscerata in ogni articolo, anzi in ogni comma.
Dico che è una legge significativa, non dico che è la panacea di tutti i mali, però è significativa perché ha un concetto di fondo molto importante secondo me, che è quello di cominciare a legare i prodotti ai territori e quindi dare un'identità ai nostri territori.
Manca un'identità forte ai nostri territori anche dal punto di vista, ad esempio, gastronomico e non enogastronomico. Ci manca un’identità forte e legare questi prodotti di qualità ad un determinato ambiente, territorio, paesaggio della nostra regione, credo che sia un veicolo molto importante di promozione.
Penso che lo spirito di questa legge sia soprattutto questo ed è stato inserito in un contesto molto importante che è quello attuale nel quale abbiamo una grande necessità di valorizzare le grandi biodiversità che abbiamo, le potenzialità naturalistiche, culturali. La matrice culturale in tutto questo discorso ha una valenza importantissima.
Ecco perché noi ci auguriamo che queste sagre di qualità vengano attuate e gestite all’interno di contesti che siano anch'essi di qualità. Mi immagino una sagra di qualità fatta in un borgo storico, in un convento, nei chiostri, in determinati percorsi all’interno del centro storico. Unire la qualità del prodotto alla bellezza ed alla qualità dei luoghi sicuramente è un aspetto molto importante. Per cui anch’io sono fermamente convinto che questa possa dare buoni risultati.
Su due cose ho cercato durante la Commissione di far riflettere i colleghi e sono rimasto un po’ perplesso, probabilmente si poteva fare ancora meglio, però vedremo quali saranno i risultati dato che questa legge all’articolo 4 dice che la Regione entro il 30 novembre di ogni anno valuta quello che è successo sui nostri territori per assegnare il marchio di qualità.
Quali sono le perplessità? Le mie perplessità riguardano le norme introdotte dall’articolo 3 dove le sagre di qualità non possono essere organizzate più di due volte l’anno ed una durata di quattro giorni. Secondo me la sagra di qualità doveva essere organizzata una sola volta. Per essere autorevole, per essere forte, per avere un grande riferimento sul territorio, la sagra di qualità doveva essere una volta e via. Non si può ripetere più volte la sagra di qualità, anche perché non essendoci uno spazio temporale definito magari fra i primi due giorni ed i secondi due giorni può passare anche un mese e non ha senso. Un prodotto se è di qualità, una cultura se è di qualità, si ha in un certo periodo, anche perché, ripeto, se le sagre di qualità venissero inserite, e questo ce lo auguriamo, all’interno di un circuito, le date dovrebbero essere abbastanza fisse, riferite ad un certo periodo e non a più periodi. Questo è un dubbio che ho esternato all’interno della Commissione, però non me ne faccio un cruccio, è andata in questo modo, vedremo quello che succede.
L’altro aspetto su cui ho posto la riflessione in Commissione è quanto previsto dal comma 1 dell’articolo 2 che specifica quali sono i prodotti di filiera corta e prevede l’intervento di un solo intermediario tra produttore e consumatore. Questa faccenda dell’intermediario fra produttore e consumatore, io non la vedo molto simpaticamente perché la sagra di qualità credo che sia un momento importante anche per valorizzare il ruolo dei produttori, quindi il produttore stesso deve arrivare immediatamente sul banco di vendita con la sua mercanzia ed i suoi prodotti.
Ora introdurre uno o più intermediari, perché i prodotti possono essere diversi, credo che possa ancora una volta penalizzare proprio i produttori, che sono le persone che in questo momento soffrono maggiormente, perché se è pur vero che i prodotti della filiera corta sono quelli che vengono prodotti e trasformati nel raggio di 70 chilometri, così come dice il Psr, in realtà l’intermediario li prende e li può portare in giro dove vuole. Quello è un prodotto che è nato in un territorio, trasformato nello stesso territorio e l’intermediario che può venderlo dove vuole in Italia, potrebbe avere il magazzino anche a 300 chilometri, lo riprende e lo riporta nel luogo dove si svolge la sagra di qualità. Questo non mi sembra che sia particolarmente corretto proprio nell’interesse dei produttori, ma stando a queste perplessità, mi auguro possano essere in qualche modo fugate nel corso dei prossimi anni, fermo restando che ci si potrebbe tornare sopra qualora le cose non funzionassero.
Sono d'accordo perché finalmente, ripeto, facciamo qualcosa che lega i prodotti della nostra terra al territorio di provenienza, quindi diamo un’identità molto importante ai nostri territori. Ecco per cui voteremo positivamente questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Prima di tutto voglio ringraziare i Consiglieri che insieme a me hanno firmato questa legge, il Presidente della Commissione Traversini e tutti i componenti della Commissione per il lavoro che hanno svolto per discutere, anche con molte audizioni, questo testo che oggi arriva a compiere il suo iter in Aula.
Vorrei partire da un concetto, da ciò che ci ha animato nel predisporre questa proposta di legge, che è stata scritta di comune accordo anche con l’Unpli regionale, che oggi vedo qua rappresentata, ci siamo confrontati anche con le associazioni provinciali dell’Unpli perché questa legge, che va ad incidere in modo importante nell'organizzazione degli eventi, doveva essere predisposta puntando all'obiettivo, ma andando ad affrontare anche i temi e le problematiche delle organizzazioni. Credo quindi che confrontarsi con gli organizzatori, con le associazioni e con l’Unpli fosse un fatto assolutamente doveroso.
Vorrei partire dal dato, sono dati Enit, sono dati che conosciamo, adesso manca l’Assessore Pieroni, ma sicuramente potrà solo confermarli, che il turismo enogastronomico in Italia è in continua, costante e progressiva crescita. Il turismo dell’enogastronomia in Italia rappresenta un fatturato di circa 6 miliardi di euro, sono dati ufficiali, e la vacanza enogastronomica per il nostro Paese, per l’Italia, insieme al tema della cultura e delle città d’arte, ha una rilevanza ed una prevalenza importante.
Aggiungo che la spesa degli stranieri per una vacanza all'insegna dell'enogastronomia è cresciuta dal 2012 al 2015 di circa il 54,8%, quindi in tre anni c’è stata una crescita esponenziale di circa il 55% e rappresenta una spesa importante soprattutto per gli stranieri i quali considerano il nostro Paese come l'unica destinazione turistica per il cibo e l'enogastronomia. Per i cinesi e gli statunitensi l’Italia rappresenta l'unica destinazione enogastronomica, per i tedeschi l’Italia è al primo posto come destinazione per la vacanza all'insegna del cibo. Quindi capite bene come l'enogastronomia abbia un ruolo importante nel settore del turismo e naturalmente in questo ambito, in questo settore, giocano un ruolo importante gli eventi che vengono organizzati sui territori.
Nella nostra regione abbiamo le sagre organizzate, ovviamente non tutte dalle pro loco, ma prevalentemente da loro. Nelle Marche abbiamo la presenza di 220 pro loco con 18.000 soci volontari, sono organizzati circa 1.000 eventi di cui 380 sono sagre di prodotti tipici. Capite bene come sia importante questo settore non solo come occasione per valorizzare i prodotti, ma anche come occasione per valorizzare il territorio, con il coinvolgimento dei giovani, con il coinvolgimento di volontari, occasioni di valorizzazione e di promozione.
Direi che quello delle pro loco è un vero e proprio esercito. Se nella nostra regione contano 18.000 volontari, 18.000 soci, in Italia le pro loco sono 6.000 e contano circa 600.000 soci, quindi 600.000 persone che dedicano il proprio tempo al territorio, alla comunità, sottraendolo al tempo libero, al divertimento, alla famiglia e a tante altre opportunità che ognuno di noi può avere.
Questo che cosa significa? Significa che le sagre, quelle che sono state organizzate fino ad oggi, possono continuare a vivere, possono continuare a svolgere a pieno il proprio ruolo, rispettando ovviamente le regole del commercio, le regole delle norme igienico-sanitarie. Le sagre, così come sono state fatte finora, possono continuare tranquillamente a vivere ed a svolgere a pieno il proprio ruolo, però oggi noi stiamo approvando una legge che dà qualcosa in più, dà un marchio di qualità, quindi un valore aggiunto alle sagre, ovviamente per chi se ne vorrà fregiare, per chi lo vorrà fare. Non è un obbligo, è un’opportunità, come la bandiera blu di Legambiente, ad esempio, sono dei loghi, dei marchi che ti danno un valore aggiunto, ti danno una qualità e se lo vuoi devi sottostare a determinate regole e a determinati requisiti. Quindi coloro che riterranno di fregiarsi del marchio, del logo di sagra di qualità, dovranno rispettare dei requisiti.
Uno dei temi principali su cui c’è stata discussione è stato questo: il prodotto deve avere un forte legame con il territorio, con l'identità del territorio, per capirci, non credo che si potrà dare il logo della sagra di qualità per le cozze a Urbino, faccio un esempio assurdo, ovviamente la cozza è un prodotto che viene dal mare e quindi la valorizzazione del prodotto deve essere fortemente legata al territorio, alla cultura, alla tradizione, all’identità del territorio. Naturalmente ho fatto un esempio esemplificativo, non mi si voglia portare nello specifico, questo per dire che ogni prodotto che vorrà avere il marchio di qualità dovrà avere un legame con il territorio, con la storia, con la cultura e l’identità del territorio.
Nel merito le cose importanti sono state già dette dal relatore, dal Presidente della Commissione, i quattro giorni, per non più di due volte all’anno ed i 10 anni, la proposta iniziale era 25 poi ci siamo resi conto francamente che erano tanti.
L’obiettivo sostanzialmente è quello di fare in modo che la sagra non possa ottenere all’indomani della prima o della seconda edizione il riconoscimento, ma che abbia anche una sua storicità perché parliamo di storia, di cultura e di tradizione, deve rappresentare una storia di almeno 10 anni. Crediamo che questo periodo sia stata una mediazione accettabile.
Il tema della valorizzazione, come ho detto, dell’identità del territorio, della cultura e della tradizione è già stato spiegato con i prodotti della filiera corta, prodotti che vengono dal mercato locale, prodotti che hanno un’origine regionale le cui fasi della lavorazione vengano fatte nell’ambito di un raggio di 70 chilometri, con la valorizzazione dei prodotti biologici, con i prodotti geneticamente non modificati, con i prodotti QM, il marchio di qualità regionale, con le Dop, le Igp, le Deco, con i presidi slow food. Sono sicuramente opportunità utili per cercare di eccellere, per elevarsi e a mio avviso se ci sarà la comprensione appieno dell'opportunità di questa legge scatterà anche la gara, la competizione, fra le varie sagre, i vari organizzatori per poter ottenere questo marchio, questo riconoscimento.
Un altro tema che non è stato sottolineato a sufficienza, ma che vorrei evidenziare, è che la sagra non deve essere soltanto l’evento enogastronomico, ma deve prevedere anche iniziative volte a valorizzare il luogo nel quale la manifestazione si svolge, quindi all’interno del programma dell’evento ci devono essere anche iniziative di valorizzazione ambientale, naturalistica, paesaggistica, folcloristica, storica del territorio. Questo per fare in modo che nel territorio in cui si organizza l’evento ci sia anche una visibilità, una promozione, una emersione dell'eccellenza, di ciò che il territorio è in grado di esprimere.
Importante è coinvolgere i ristoratori, i pubblici esercizi, per fare in modo che nel luogo dove si organizzano gli eventi ci sia il coinvolgimento anche dei ristoratori, dei pubblici esercizi, facendo in modo che il prodotto che viene valorizzato in sagra, vada direttamente anche nei menù dei ristoranti e dei pubblici esercizi, in modo tale che ci sia un trait d’union, una comunione di vedute, un'organizzazione comune, rispetto all’obiettivo da perseguire e da raggiungere.
Questo significa che anche il ristoratore che porta nel proprio menù il prodotto o il piatto oggetto della sagra sicuramente potrà essere destinatario di visite da parte degli ospiti che vengono per l’evento.
Sappiamo bene quanto questi eventi siano occasione di promozione per il territorio, ma anche per i ristoranti e per i pubblici esercizi, perché la gente che va nelle sagre va sì negli stand, ma poi va anche nei bar, nei ristoranti, nelle pizzerie a consumare altri prodotti, quindi si crea un giro che sicuramente è utile dal punto di vista degli affari.
Una cosa importante è che deve essere obbligatoriamente organizzata la raccolta differenziata e che i prodotti che vengono utilizzati, posate, stoviglie, bicchieri e quant’altro siano biodegradabili. Credo che questa scelta abbia come obiettivo il rispetto dell’ambiente, se tu vuoi fare la sagra di qualità devi utilizzare questi prodotti, magari costano qualcosa in più, ma rispettano l’ambiente e questo è un obiettivo primario che noi abbiamo.
E' già stato detto che non ci sono soldi in questa legge, chi potrà fregiarsi di questo logo avrà una visibilità nel sito del turismo della Regione Marche che sappiamo avere milioni di visitatori, quindi capite che chi riesce ad entrare nell’elenco di coloro che hanno il logo avrà una visibilità a livello internazionale, ottenendo un’occasione di promozione, un’occasione di visibilità per tutti gli organizzatori.
Tutti possono richiedere questo logo nel rispetto delle regole, nel rispetto dei requisiti, la Giunta dovrà fare un regolamento che entrerà un po' di più nel dettaglio di quelli che sono i principi enunciati dalla legge.
Chiudo dicendo due cose, una, questi eventi sono importanti anche dal punto di vista del turismo perché sicuramente sono una grande occasione non solo di promozione, ma prevalentemente di accoglienza turistica, senza questi eventi la nostra regione, la nostra comunità, sarebbe più povera.
L’ultima cosa che voglio dire è un ringraziamento a tutti i volontari, l’ho già detto prima, sono tutte quelle persone che dedicano il proprio tempo alla comunità, lo sottraggono al proprio tempo libero, alla famiglia, al divertimento, per dedicarlo agli altri, quindi a questo esercito di volontari credo che debba essere detto grazie.
Concludo davvero con un ringraziamento ai colleghi che hanno firmato la legge, alla Commissione, al Presidente della Commissione ed a tutti coloro che l’hanno condivisa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Vorrei solo illustrare i due emendamenti che ho presentato e che per me sono la cartina di tornasole per vedere se questa legge è una marchetta o è una legge che in effetti vuole tutelare gli interessi e l'economia del territorio.
Il primo emendamento riguarda il decoro della manifestazione, ve lo leggo siccome ho saputo che in Commissione sono stati bocciati, ve lo leggo, credo che coloro che tengono al decoro dei centri storici dovrebbero essere favorevoli a questo emendamento che dice: “2 bis. Gli organizzatori della manifestazione devono inoltre assicurare che i banchi e le coperture destinate all'esposizione ed alla vendita dei prodotti siano strutturalmente ed esteticamente omogenei e in armonia con il decoro e la tradizione del contesto architettonico e storico del luogo nel quale la sagra si svolge, queste caratteristiche saranno desumibili da uno specifico progetto corredato da una simulazione visiva”. Se nella piazza del centro storico si fa la sagra di qualità e le bancarelle sono di legno, di ferro e le strutture sono una verde, una rossa, una gialla, se fosse un bazar del Magreb farebbe colore, ma in un centro storico fa degrado.
Penso che gli organizzatori debbano rendere omogenea, soprattutto nei nostri centri storici, questa sagra di qualità, perché la qualità deve essere non solo nei prodotti espressi ma anche nell'estetica, nel contesto in cui si svolge. Questo è il primo, mi sembra che non ci sia niente di male. A Natale, nelle montagne, soprattutto al nord, ho visto le sagre di qualità che hanno bancarelle tutte uguali, hanno le coperture, qui da noi dentro i centri storici ci sono furgoni dappertutto che caricano e scaricano e le bancarelle fatte di tutti i colori, di tutte le fogge, con supporti completamente diversi.
Questo è il primo emendamento ed è a tutela del decoro dei nostri centri storici.
Il secondo emendamento l’ho desunto da proteste che vengono dai commercianti in sede fissa, l'ho già detto, lo ripeto, mi sembra che se questi emendamenti non vengono accolti si voglia penalizzare i commercianti in sede fissa che tutto l'anno stanno nei centri storici o nei luoghi dove si svolgeranno le sagre e che chiedono che ci siano manifestazioni per incrementare le loro vendite, ma purtroppo loro nelle sagre non possono partecipare e le vendite vanno a favore di coloro che partecipano alla sagra o all'evento.
Per cui io chiedo con questo emendamento di mettere sullo stesso piano coloro che vengono ed espongono i loro prodotti assieme a quelli che nell'ambito della manifestazione sono commercianti in sede fissa.
Bocciare questo emendamento significa privilegiare qualcuno e penalizzare i commercianti le cui organizzazioni di categoria hanno già detto di essere contrarie, così come lo sono a questi eventi che vengono fatti sui territori.
Questa è una sagra di qualità particolare perché è il territorio entro i 70 chilometri della produzione tipica, mentre in altre manifestazioni ..., e l’avevo proposto nella legge omnibus e questa cosa è stata spazzata via, non capisco perché, comunque vi leggo questo emendamento: “Il comma 2 dell’articolo 3 è sostituito dal seguente: favorire il coinvolgimento dei ristoranti locali al fine di promuovere l'offerta di menù specifici con i prodotti elencati nell'articolo 2 e favorire altresì la partecipazione di pubblici esercizi, la cui sede sia ubicata a non più di 50 metri dal perimetro della sagra di qualità, che intendano ottenere la necessaria autorizzazione per esporre e vendere all'interno della sagra stessa i prodotti elencati all'articolo 2”. Vengono i produttori dei prodotti tipici ed anche i negozianti che vendono i prodotti tipici possono richiedere di esporre nella sagra di qualità i loro prodotti tipici che sono gli stessi di quelli venduti dal commercio ambulante.
Se questa cosa viene bocciata ..., ricordo che durante la campagna elettorale nel fermano dove la sagra di qualità è un impegno delle pro loco, c'è stato un incontro alla Camera di Commercio di Fermo ed i commercianti in sede fissa si lamentavano delle sagre, delle manifestazioni, di tutte le fiere enogastronomiche che penalizzavano il commercio fisso.
Non chiedo privilegi per nessuno, chiedo che il commercio ambulante, i produttori, vengano messi sullo stesso piano dei commercianti in sede fissa nei centri storici o dove si fanno le manifestazioni, questo perché, dicevo già l'esempio di Ancona, quando i commercianti in sede fissa chiedono agli organizzatori: “Mi dai il banco per esporre?” Molte volte questi rispondono: “Tu non sei ambulante e non puoi partecipare”.
Coloro che chiedono le manifestazioni per incrementare il loro giro d'affari si vedono danneggiati perché non possono entrare all'interno della manifestazione e i loro negozi sono penalizzati rispetto a quelli che espongono. Mi sembra una cosa veramente incomprensibile.
Se questa è una legge per favorire, come dice il Consigliere Minardi, il commercio, l’economia, allora il commercio e l’economia la fanno anche quei negozianti che durante l’inverno e quando non ci sono le sagre stanno lì, pagano le tasse e rispettano le leggi.
Se volete discriminarli, questo è affare vostro, ve ne assumete tutta la responsabilità, quindi se voi siete per le pro loco, che svolgono sicuramente un lavoro meritorio, e volete penalizzare il commercio in sede fissa lo dovete dire, bocciate questi emendamenti ed è chiaro!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Parto dai ringraziamenti, voglio ringraziare il Consigliere Minardi primo firmatario di questa proposta di legge perché erano già due o tre sedute che qualcuno non proponeva l’ennesimo bollino e sinceramente cominciavo ad avere l'ansia ed a preoccuparmi. Questo è l’ennesimo bollino che andiamo ad aggiungere agli altri mille, grazie perché ne sentivo veramente la mancanza.
Detta questa battuta, devo riconoscere che ci sono degli elementi positivi su questa legge, come ci sono degli elementi che sinceramente non capisco e non condivido.
Vado per ordine. Mi piace il discorso della filiera corta, capisco anche la necessità di inserire un intermediario perché non sempre è possibile andare dal produttore al consumatore, sinceramente capisco meno i 70 chilometri, perché se parliamo di chilometro zero, mercato locale, 70 chilometri mi sembrano un po’ eccessivi, avrei ridotto di molto questa distanza, mentre apprezzo il fatto che vengano considerati i prodotti classificati da presidio slow food.
Altra cosa che sinceramente mi lascia un po' perplesso è la volontà di voler inserire due eventi l’anno. Questo penso che alla fine sarà un dettaglio insignificante, nel senso che le sagre di qualità, quelle storiche, si svolgono una volta l’anno, quindi credo che il mercato delle sagre, chiamiamolo così, si autoregolerà su questo.
Non condivido affatto il parametro dei 10 anni. Non capisco perché se io giovane voglio intraprendere l'avventura di organizzare una sagra, rispettando tutti i parametri di qualità, prendendo prodotti biologici a chilometro zero, organizzandola per la prima volta non posso avvalermi di questo marchio. Il discorso della storicità della sagra, secondo me, non è affatto indice di qualità ed io non l’avrei messo.
La cosa che apprezzo di più in assoluto è il calendario, perché essendo io un amante delle sagre avrò finalmente un calendario sul sito della Regione dove poter vedere quali sono gli appuntamenti. Ritengo questo uno strumento molto utile per il cittadino perché mancava.
Ultima questione è sulle pro loco. E’ chiaro che questa legge è un riconoscimento alle pro loco e devo dire che da una parte ce ne sono che funzionano molto bene, mentre in altre realtà purtroppo, a mio avviso, così bene non funzionano. Non vorrei che si esaltasse troppo questo aspetto, mi auguro invece che questa legge possa essere utilizzata non solo dalle pro loco, ma anche da altre organizzazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Pochi minuti, ma ci tengo a raccontare un fatto, ieri è atterrato un mio amico di Los Angeles, che viene ogni tanto nelle Marche a trovarmi insieme alla moglie, che è portoghese, quindi una coppia molto internazionale, siccome sono già venuti alcune volte, mi ha scritto: “Questa volta mi dici quali sono le sagre che avete nel vostro territorio?” Sembra una casualità che oggi discutiamo di questa legge, però ci tengo a portare un fatto, senza entrare nel dettaglio della legge, che è stata molto ben raccontata dagli interventi che mi hanno preceduto, perché oramai c'è anche per i turisti, per i turisti stranieri, l'idea che ci sono alcuni eventi del territorio che veicolano, al pari delle grandi attrazioni turistiche, al pari delle attrazioni artistiche e culturali, l'identità di quel territorio.
Credo che sia particolarmente utile che la Regione intervenga a normare e si occupi anche di questi aspetti oltre degli aspetti più tradizionali legati all'offerta turistica.
Quindi nei pochi minuti che mi prendo vorrei parlare di questo aspetto più generale e cioè del fatto che penso che questa legge sia particolarmente utile e opportuna per due aspetti: un primo aspetto è già stato ricordato, è quello legato al tema della qualità, la qualità dell'enogastronomia, la qualità dei prodotti, quindi ben vengano gli aspetti che sono stati ricordati legati alla filiera corta, legati ai nostri presidi slow food. C’è una crescente attenzione anche delle giovani generazioni verso questo mondo, il mondo della tutela del prodotto agricolo di qualità e serve non solamente per tutelare la qualità ma anche per evitare degenerazioni.
Abbiano parlato alcuni mesi fa in un altro contesto, in un'altra legge, del rischio che specie in alcuni territori ci si sia un po' l'abuso di fenomeni di questo genere, ci possono essere delle degenerazioni. Ben vengano le norme che consentono di discriminare in positivo le sagre di qualità e le tutelino.
La seconda ragione è che, oltre al tema della tutela che comunque va già bene di per sé, c'è legato il mondo di una nuova economia, non solamente per gli aspetti del turismo, ma per tutto l'indotto perché è chiaro che regioni come la nostra, che fino a qualche anno fa è stata non solo la più manifatturiera d’Italia, ma d’Europa, anche quasi esclusivamente manifatturiera, credo che oggi debba iniziare a pensare a come far crescere a fianco dell'industria anche quella famosa nuova economia.
Ce lo diciamo tante volte, però poi per farlo occorre incentivare, tutelare, chi si occupa di turismo, chi si occupa di progetti legati alla cultura, di progetti legati all'enogastronomia, perché da questa via passa una nuova leva dello sviluppo, da questa via passa nuova occupazione. Qualche giorno fa si è svolto, a proposito di presidi slow food, una bella fiera di qualità legata ai birrifici agricoli in questo territorio e devo dire che ho visto molti turisti, molti cittadini e tanti produttori giovani, evidentemente questo mondo, il mondo legato all'enogastronomia di qualità, oggi attrae una nuova occupazione giovane.
Facciamo bene a tutelarlo, sia tramite strumenti diretti, che sono quelli legati all'agricoltura, che tramite strumenti indiretti, che sono quelli di discriminare in positivo le sagre di qualità, valorizzarle e premiarle. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare il Consigliere Minardi ed il Consigliere Traversini per l'ottimo lavoro che è stato fatto, in particolare di raccordo con le tematiche e le politiche del Piano di sviluppo rurale, perché c’è un legame molto forte tra la promozione e valorizzazione dei prodotti locali e questa legge. Anche i 70 chilometri, o molte definizioni, sono stati resi coerenti con il Piano di sviluppo rurale che promuovere, anche da questo punto di vista, l'utilizzo dei prodotti locali ed anche delle sagre.
Forse il Consigliere Maggi si era distratto nel cercare le marchette - tra l’altro una di quelle parole che dovrebbe essere evitata in un Consiglio regionale - perché non si è reso conto che il suo emendamento è stato accolto, forse non se ne è accorto, ma l’articolo 3, comma d) dice: “Favorire il coinvolgimento dei ristoratori locali e dei titolari di pubblici esercizi al fine di promuovere l'offerta di menù specifici con i prodotti elencati all'articolo 2 e alla vendita dei medesimi prodotti”. Perché dice che non è stato accolto? Perché volevamo avvantaggiare o svantaggiare qualcuno? Tra l’altro lei è molto preoccupato perché questa legge può penalizzare il commercio in sede fissa e privilegiare gli ambulanti, la sagra può essere fatta otto giorni l'anno, Consigliere Maggi, e siccome sono 365 i giorni dell'anno, verrebbero avvantaggiati per lo 0,02% dei giorni dell’anno, non mi pare che questo possa sconvolgere l'economia di alcuni comuni.
Per quello che riguarda il decoro urbano, non credo che possiamo espropriare i Comuni di una competenza specifica come quella dell'approvazione del regolamento dell'arredo urbano, che tutti i Comuni hanno, specialmente nei centri storici dove viene stabilito a seconda delle caratteristiche. Certo ci sono anche Comuni che non sono virtuosi, ma noi non possiamo andare in un Comune e stabilire come devono essere fatte - visto che i Comuni più virtuosi ne sono dotati - le bancarelle o quale tipologia di struttura deve essere utilizzata. La maggior parte dei Comuni lo decide, è una loro competenza specifica e non credo che si possa entrare nel merito di decisioni che vengono assunte con molte discussioni, che vengono anche sedimentate, che vengono raggiunte con faticosa discussione.
Un’altra cosa che vorrei dire, sempre per quello che riguarda la penalizzazione del commercio in sede fissa, è che c'è stata recentemente una iniziativa che si chiama Agricoltura a Folignano, che è un paese dell’ascolano, e i commercianti della zona dove si è realizzata questa fiera non erano ben organizzati tanto è vero che avevano finito, soprattutto quelli che vendevano prodotti alimentari, di qualunque tipo di ristorazione, ogni provvista verso le 22,00 della sera. La festa è durata fino a notte fonda e ad un certo punto non si trovava più nulla da mangiare, né nelle bancarelle né tanto meno nelle sedi fisse, perché c’è stata una grande affluenza. Tutto questo accade quando si fanno delle iniziative di qualità.
Qual è l’ennesimo bollino? I bollini non sono così tanti e vengono dati quando c’è qualità e la Regione Marche incentiva i bollini che derivano da decisioni della Comunità Europea, come per esempio l’Igp dell’olio delle Marche che quest’anno abbiamo ottenuto dopo numerosi anni e che aiuterà i nostri produttori a vendere i loro prodotti, l'olio in particolare, non soltanto in Europa, ma anche fuori dall'Europa. Il bollino è molto importante perché i consumatori cercano il bollino.
La consapevolezza del consumatore si è talmente elevata che oggi si è alla ricerca del bollino e quindi ben venga una certificazione di qualità di una fiera e ben venga soprattutto un calendario non solo per i fini che diceva il Consigliere Bisonni, ma perché offriamo non soltanto ai marchigiani, ma anche all'esterno, e soprattutto ai turisti, una maggiore opportunità per venirci a visitare. Magari si viene per uno o due giorni e si scoprono altre cose perché questa è la sinergia che spetta ai Comuni, ma non solo, anche alle Province ed alla Regione, quella di mettere a sistema il prodotto e il territorio nel quale viene a volte coltivato, a volte trasformato.
Credo che questo sia molto importante e sia un grande passo avanti, non è certo la panacea di tutti i problemi del commercio, ma credo che sia un grande aiuto.
Noi come Regione Marche dobbiamo andare verso la qualità perché se ci basiamo sulla quantità non andiamo da nessuna parte, né dal punto di vista agricolo, né dal punto di vista del territorio, da nessun punto di vista, neanche il manifatturiero. Dobbiamo puntare sulla qualità e quindi certificare. Che la Regione certifichi alcuni prodotti ed alcuni eventi credo che sia molto importante perché vengono riconosciuti di qualità anche da tutti gli altri cittadini che evidentemente si fidano del logo della Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. C’è un emendamento che ho presentato ed è stato votato all’unanimità dalla Commissione, che fa riferimento al Programma di sviluppo rurale.
Quando si parla di Programma di sviluppo rurale viene specificato dalla Regione Marche, questo per rafforzare e non lasciare dubbi per quanto riguarda il legame rispetto ai prodotti ed ai ragionamenti che abbiamo fatto. Tant’è che il ragionamento dà anche una risposta a quello che diceva il Consigliere Bisonni, in realtà la legge ha secondo me trovato la quadra della forza normativa proprio nel mettere insieme le terminologie che abbiamo usato, le regole, dai 70 chilometri del prodotto locale alla filiera corta, sono tutte espresse dal Programma di sviluppo rurale, non ci inventiamo nulla di nuovo e rafforziamo quello che è stato già approvato, non solo a livello regionale, ma anche a livello europeo, perché il nostro programma è stato approvato.
Per quello che riguarda i due emendamenti del Consigliere Maggi, l’ho già detto a lui, ne erano stati presentati due molto simili nell'ultima Commissione ed ho rimandato di una settimana l’approvazione della legge per approfondire le problematiche che il Consigliere Maggi sosteneva, che sono in gran parte quelle sostenute qui oggi.
Come Commissione abbiamo riconosciuto, ed anch'io l'ho riconosciuta, la validità di quei ragionamenti e delle problematiche che venivano fuori, però è da capire la nostra competenza, la legittimità che ci compete per quanto riguarda la legge regionale, con la quale non possiamo fare quello che vogliamo, ma dobbiamo stare a delle regole. Abbiamo visto e approfondito, per esempio nei ragionamenti che venivano fuori dagli emendamenti, ma anche da questo, che nel momento in cui il Comune dà la concessione per l’effettuazione di una sagra, a quel punto chi ha la concessione è legittimato a fare quello che vuole, dà gli spazi ad un commerciante invece che ad un altro, senza regole e senza nulla.
In realtà noi non possiamo andare a regolare questo perché è già previsto dalla legge del commercio, e competente è il Comune che legittima e dice chi sono gli espositori che vanno all’interno di quella sagra. Non possiamo farlo noi con la legge perché è già previsto dalla legge sul commercio.
Questo è un ragionamento che avevo già fatto con il Consigliere Maggi ed è una delle motivazioni, al di là della validità delle problematiche che lui pone, per cui non possiamo accettare i due emendamenti. Uno perché ci sono anche dei requisiti sulla legittimità, però al di là di tutto il ragionamento che pone l'emendamento, secondo me è corretto e giusto vedere all’interno di una sagra, di una manifestazione, un decoro dal punto di vista degli stand legato al centro storico, noi non possiamo farlo come Regione all’interno di una legge, ma la competenza è del Comune e va da sé che ogni manifestazione va regolata a seconda del luogo dove viene effettuata.
Questa è una questione abbastanza chiara, quindi mi costringe a dire …

(interrompe il Consigliere Maggi)

Gino TRAVERSINI. Anche se la problematica di favorire l’accordo con i commercianti è di carattere generale ed è un invito che si fa alla gestione della sagra, non è che chi ha la gestione della sagra deve effettuare l’operazione degli stand e tutto il resto, ma è il Comune. E' qualcosa che decide il Comune e che lo può fare direttamente e per noi a quel punto non ha nessun senso metterlo nuovamente nella legge.
Questo è quello che mi sento di dire e mi va di sottolineare anche il fatto di non avvicinare questo a giochetti di nessun tipo, ma di correttezza da un punto di vista istituzionale.
Abbiamo cercato di fare il miglior lavoro possibile su una legge che, come qualcuno sosteneva, sappiamo benissimo, non risolve problemi di nessun tipo, ma è sulla strada di un lavoro che si sta facendo per la valorizzazione del territorio, dei prodotti, legata al Programma di sviluppo rurale. Siamo anche disposti, anche se l'atto è votato all'unanimità in Commissione, a rivedere la questione del 70%, ne abbiamo discusso, potremmo vedere anche gli effetti e se questo crea dei problemi a chi organizza, potremmo anche ritornare indietro su alcune valutazioni, non certo quelle legate al Programma di sviluppo rurale perché già si sta portando avanti, ma su tutte quelle novità in più, per i 10 anni c’era una proposta di 25 anni, addirittura, e noi l’abbiamo portata a 10, mantenendo un equilibrio, quindi non è premiare lo storico, ma abbiamo fatto una valutazione all’interno della Commissione, in maniera libera, non di maggioranza e di minoranza, questo lo possono confermare i Consiglieri, cercando di fare il possibile per portare a casa il lavoro migliore.
Per i due emendamenti del Consigliere Maggi chiedo, come è stato votato stamattina in Commissione a maggioranza, di bocciarli, poi c’è l’emendamento della Consigliera Malaigia per quello che riguarda l’accesso alle persone con disabilità.
Lì c’è un doppio ragionamento che noi avevamo fatto e che in parte è già previsto dalla norma nazionale, nel senso che le questioni che sono previste dalla norma nazionale non le abbiamo rimesse, è vero che parliamo di un argomento particolare, quello della disabilità, è vero che la situazione di alcune sagre o manifestazioni è abbastanza complicata perché utilizzano tanti edifici. Quindi anche la norma nazionale non garantisce fino in fondo perché l’abbattimento delle barriere architettoniche e l'obbligatorietà non è così generale e non può essere fatta. Chiedere di assicurare l’accessibilità o comunque un posto limitato dove poter far accedere a chi ha disabilità, lo potremo approvare per garantire una possibilità in più. E' un rafforzativo che si può adattare alla particolarità dell’evento, questa è una motivazione che ci può permettere di approvarlo.
Tutto qui, non ho altre cose da aggiungere. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Vorrei partire dalle ultime parole del Presidente Traversini, questa legge può essere molto interessante per la comunità marchigiana se verrà o andrà riempita di contenuti, altrimenti è chiaro che rischia di essere una legge che oggi può dare qualche piccola soddisfazione a qualche presentatore magari per il proprio territorio perché ne ricava dei vantaggi, ma non dà una prospettiva per la regione. Cosa intendo dire? Intendo dire che questa legge sulle sagre di qualità, è una cosa che deve essere di spessore alto. Perché dico che deve essere di spessore alto? Perché io aggiungo che le sagre di qualità non possono essere 100/150, ma un numero ben limitato e devono essere inserite, secondo noi, anche in un circuito regionale, Assessore Pieroni, perché se la manifestazione è di qualità, sagra di qualità/turismo, c’è un binomio sul territorio che non solo va a rispondere alle esigenze dei prodotti, ma risponde anche all’esigenza del turismo, in riferimento anche a quello che diceva il Consigliere Busilacchi.
Questo è l’aspetto della legge di qualità, sennò, Consigliere Minardi, è un’altra cosa.
Io non penso ad un’altra cosa, altrimenti qui staremo a fare una manfrina, io dico che deve essere una cosa seria, di qualità, e la cosa seria e di qualità a casa nostra si riempie di contenuti, perché si fa un progetto, si mettono i primi pilastri della casa e poi la si completa, se la casa viene completata allora è una grande cosa, altrimenti, diciamocelo, la votiamo ma non è una grande cosa, è una piccola cosa. Se questo risponde, come io penso, allo spirito della II Commissione, che era questo e lo devo dire con forza e con autorevolezza, con il Presidente in testa, bene, se poi questa legge prende un’altra piega o ha altri intenti allora addio marchigiani, addio turismo, addio tutto. Questo è il problema di fondo!
Per questa autorevole Aula, per chi voterà, questa legge deve avere queste caratteristiche altrimenti, Presidente Traversini, abbiamo fatto un lavoro sì interessante, ma inutile. Noi la votiamo con questo spirito. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Faccio una dichiarazione di voto ed è anche una commistione con un fatto personale. Peccato che non ci sia l’Assessore Casini che mi ha accusato di linguaggio improprio quando ho detto che si trattava di una marchetta, vorrei ricordare che l’interpretazione di marchetta è nella maliziosità di chi la interpreta perché le marchette erano dei bollini pensionistici che venivano dati e c’era una cartella dove si appiccicavano. Se l’Assessore Casini è così malizioso da dargli un’altra interpretazione, non è un problema mio. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 3/2/1 a firma della Consigliera Malaigia. Ritirato.

Sub emendamento 3/2/2 a firma della Consigliera Malaigia, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Ringrazio il Presidente Traversini per aver compreso il senso di questo mio emendamento. La legge garantisce l’accesso, però sappiamo benissimo che molto spesso certe sagre vengono realizzate in luoghi dove purtroppo ci sono ancora delle barriere architettoniche, quindi penso sia opportuno specificare di voler favorire l’accessibilità ai disabili anche in luoghi non facilmente raggiungibili, anche avvalendosi di personale che possa accompagnarli. Questo può rendere la sagra ancor più di qualità se è accessibile a tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Solo per rilanciare ulteriormente.
Apprezzo questo emendamento e lo voterò favorevolmente però la domanda che pongo a questa Assemblea è questa: noi poco tempo fa abbiamo approvato una mozione sulla convenzione Onu nei confronti delle diversità, della disabilità in senso lato, quindi vorrei dire se non sarebbe il caso culturalmente di superare una volta per tutte queste differenziazioni, apprezzo e voterò, ripeto, favorevolmente questo emendamento della Consigliera Malaigia, ma mi piacerebbe che in futuro certe differenziazioni non fosse più necessario sottolinearle.
Quindi il mio intervento pur di apprezzamento vuole andare oltre in questa direzione, come a dire facciamo un vero salto culturale, come era nelle premesse di quella mozione che abbiamo approvato all’unanimità poche settimane or sono. Grazie.

PRESIDENTE. Sub emendamento 3/2/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/2 a firma del Consigliere Maggi. Decaduto

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome del Capogruppo Consigliere Maggi.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Casini, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Malaigia, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Zaffiri. Zura Puntaroni.
Contrari: Fabbri, Giorgini, Maggi
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Confermo il mio voto favorevole a questa proposta. Ho votato a favore di tutti gli articoli e voterò a favore anche della proposta complessiva, però approfitto della dichiarazione di voto, visto che sono stato chiamato in causa sul discorso dei 70 chilometri, sia dall’Assessore Casini che dal Consigliere Traversini, perché giustamente voi avete detto che viene ripreso il Psr.
Premesso che secondo me è sbagliata anche quella indicazione sul Psr perché se parliamo di chilometro zero, 70 chilometri sono un’esagerazione, probabilmente nel Psr è stata inserita una distanza così grande perché qualcuno ha spinto per allargarla, però io non la condivido,
Premesso questo, quello che voglio dire è che qui non stiamo facendo una legge che obbliga a fare qualcosa, ma è solo un riconoscimento di qualità, un qualcosa in più che qualcuno se lo vuole fa, se non vuole non lo fa, ma poteva essere l'occasione per dire: “Siate più bravi” ed invece di rispettare i 70 chilometri del Psr, “Volete il bollino perché siete bravi e fate le cose di qualità?” ridurre per esempio a 40. Quindi a mio avviso non c’era l'obbligo di rispettare quelle indicazioni, solo questo, dopo complessivamente, ripeto, la legge ha delle carenze però penso che sia apprezzabile per cui voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Anch’io dichiaro il mio voto favorevole con una precisazione: sono d’accordo con il Consigliere Giacinti nel dire, dal momento che abbiamo aderito alla Convenzione Onu sui diritti dei disabili ed il mio auspicio sarebbe questo, di non fare più differenziazioni, ma perché ho voluto però inserire questo emendamento? L’ho voluto perché molto spesso, nonostante l’impegno dichiarato, non ci sono stati veri effetti, vera garanzia di partecipazione. Per questo non mi stanco oggi e non mi stancherò mai di dire che la qualità deve essere portata a tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Il voto del Partito Democratico è favorevole, ma io vorrei ringraziare un po’ tutti coloro che hanno partecipato alla stesura ed al lavoro, soprattutto in Commissione nella quale sono venuti fuori elementi molto importanti che ne hanno anche modificato il testo iniziale.
C’è stato anche un supporto portato dalle associazioni, da tutte le realtà territoriali, da tutte le audizioni che abbiamo fatto, ed abbiamo scoperto, così come scoprimmo quando discutemmo altre leggi che riguardavano le manifestazioni enogastronomiche, quelle che stanno all’interno del regolamento del commercio in particolare, che nelle Marche quello dell’enogastronomia è un cluster straordinario, d’altronde non fa altro che rispecchiare la straordinaria biodiversità di questa regione.
Ho seguito tutti quanti gli interventi e devo dire che anche in quelli più critici ho trovato degli spunti molto interessanti. Questa è una materia molto vasta, che ad ombrello prende diversi settori, ne prende tantissimi, dal commercio, all'agricoltura, a tutto ciò che riguarda il patrimonio storico, culturale della nostra regione. Quindi credo che questo sia solo un passo di quello che noi come Regione dovremmo fare, noi mettiamo solo un tassello.
Voglio ad esempio sottolineare alcuni aspetti, bene la durata di quattro giorni, così come dovremo andare a rivedere la durata per le altre manifestazioni enogastronomiche perché noi qui diamo delle premialità, quindi è una scelta di chi fa la manifestazione, ma noi dovremo cercare anche di mettere delle regole a chi non interessa il marchio di qualità. Questo soprattutto si rispecchia e va a tutela del discorso che faceva il Consigliere Maggi delle attività commerciali in sede fissa e non solo.
Un altro aspetto importante che noi abbiamo discusso e che credo dovremo cercare di mettere sulla legge del commercio a tutela della biodiversità dei nostri prodotti, è che, ad esempio, quel 70% a mio avviso, ma di questo ne discuteremo, andrebbe allargato a tutte le manifestazioni enogastronomiche che percepiscono contributi pubblici, e ce ne sono tante, noi questo lo sappiamo.
Secondo me la Regione dovrebbe dire laddove dà contributi pubblici a queste manifestazioni lì non si può andare sotto a determinate percentuali di prodotto a chilometro zero, di prodotto autoctono, poi chiamiamolo come lo vogliamo.
Questo è un primo passo che noi facciamo, è stato un lavoro interessante anche perché abbiamo scoperto, lavorando in Commissione, tantissime realtà territoriali molto interessanti ed è quelle che noi dobbiamo tutelare con un provvedimento che, mi auguro, a breve potremo discutere sia in Commissione che in Consiglio e premiare, soprattutto con un provvedimento come quello che noi oggi portiamo, con il riconoscimento delle sagre di qualità, un marchio della Regione Marche che auspico possa dare buoni frutti e valorizzare tanti prodotti marchigiani.
Quindi, ripeto, il voto del Partito Democratico è favorevole. Grazie al primo firmatario Consigliere Minardi, al Presidente della Commissione e a tutti coloro, la parte tecnica, che hanno reso possibile questo provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Intervengo come presentatore e firmatario di questa legge su invito del Consigliere Minardi per sottolineare tre cose che anticipano la prosecuzione di un ragionamento sulle sagre, che il Consigliere Urbinati ha ricordato per l’ennesima volta e che credo sia veramente ora di fare.
Questa legge, sulla quale possiamo anche fare tanto umorismo, dà un criterio, mette fine ad una tendenza esterofila delle nostre sagre e manifestazioni che si sta sviluppando in maniera impressionante, sagra del wurstel, sagra della birra tedesca, sagra del sushi, sagre di qua, sagre di là, tutta roba che con le Marche e l’Italia non hanno nulla a che fare. Intanto tiriamo su un senso, cioè difendiamo le cose che hanno senso, poi per carità tutti possono inventarsi robe, ma i marchigiani avranno un orientamento a questo riguardo.
I quattro giorni, che in verità sono anche molto stretti, segnano però un confine preciso fra le mangiate organizzate per fare concorrenza mascherata alla ristorazione ordinaria e una vera sagra che, ripeto, al massimo può estendersi da sabato a domenica, al week end successivo al massimo, ma non è immaginabile, come vediamo, sagre che si ripetono a raffica durante tutta l'estate.
Qui non abbiamo indicato, ma sulle sagre in generale mi permetto di segnalare una piccola osservazione al Presidente Traversini, che sicuramente rivedrà questa materia. Io comincerei a considerare anche chi le organizza, perché le sagre esterofile le birre, le fanno in genere delle vere e proprie catene che sono dietro ai prodotti che vengono poi commercializzati durante queste sagre o presunte tali. Poi ci può essere la manifestazione sagristica, ludica, alimentare, promossa magari da qualche associazione no profit, che attraverso quella manifestazione tira su 1.000/2.000 euro per attività sociali, per attività no profit, per attività a favore di forme di assistenza o di raccolta fondi per iniziative all’estero. Su queste chiuderei tutti e due gli occhi sempre dentro un criterio che non diventi, nella maniera più assoluta, un'alternativa alla ristorazione ordinaria, sennò viene meno la caratteristica fondamentale per cui queste attività possono essere fatte.

Proposta di legge n. 79, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 40
ad iniziativa della Giunta regionale
“Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2018/2020 della Regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 40 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Passiamo ad illustrare la proposta di atto amministrativo, lo farò ovviamente cercando di contenere l'intervento nei tempi assegnati poiché trattandosi del documento di economia e finanza regionale ci sarebbe da discutere molto.
E’ il terzo documento di economia e finanza regionale che in questa consigliatura viene proposto in quest'Aula. Che cos'è? E’ lo strumento, sappiamo bene, di carattere programmatico generale con cui si concorre a perseguire gli obiettivi di finanza pubblica definiti a livello nazionale oltre che a livello comunitario in coerenza con i principi dell’Unione europea.
Il documento attraverso la ripartizione in missioni, che sono le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti, ed i programmi, ovvero gli aggregati omogenei di attività per perseguire gli obiettivi delle missioni, si caratterizza principalmente per due questioni, due tematiche. Una, la riorganizzazione regionale, ovvero la ridefinizione dell'organigramma dirigenziale in particolare ed anche alla luce dell'assunzione dall'1 aprile 2016 delle funzioni passate di competenza alla Regione dalle Province e ahimè, ritorna e ricorrere sempre in maniera da farci preoccupare, il sisma, l'emergenza sisma e la ricostruzione legata al sisma che ovviamente sappiamo per gravità ed estensione prende l'attenzione di buona parte, anzi direi che in tutte le missione ed in quasi tutti i programmi la questione legata al sisma riveste e viene sottolineata come questione di rilevanza necessariamente primaria.
Prima di passare seppur per sommi capi ad un'analisi più ravvicinata delle missioni, parliamo di 23 missioni, quelle stabilite dal decreto legislativo 118, un esame seppur rapido del contesto di riferimento in cui tale documento va a collocarsi, partendo dal rapporto della Banca d'Italia sullo stato dell'economia e non solo della Regione Marche. Viene evidenziato un contesto dove alcuni tratti vanno giustamente tenuti in considerazione, mi riferisco per le imprese e per l'economia in generale ad un momento di debolezza che il sisma, abbiamo detto, per certi versi va ad accentuare, poiché 1/3 del territorio e 1/5 della popolazione è stata interessata da un evento come questo, chiaramente la sua influenza anche in termini di Pil ha una connotazione stringente.
L'occupazione nel 2016 è in calo, in particolare nel settore delle costruzioni e dei servizi; il grande tema del credito possiamo definirlo stazionario poiché non ci sono particolari sussulti su questa grande tematica, mentre invece il tema della finanza pubblica ci dice che le spese sono in diminuzione, la spesa primaria in particolare, risentendo dell'influenza del calo delle spese per il personale legate agli obiettivi di finanza pubblica che ci vengono raccomandati e per i quali apposite leggi vanno a disciplinare il campo; una leggera ripresa delle spese in conto capitale legate a una politica più espansiva dal punto di vista degli investimenti seppure ancora non come si vorrebbe, non come dovrebbe lasciare il segno, auspicabilmente come tutti speriamo.
Del sisma abbiamo detto. Le proporzioni in particolare ci fanno e ci devono far riflettere e spiegare anche le questioni che a volte anche a livello mediatico, lasciatemelo dire, non vengono adeguatamente tenute nella debita considerazione. Spesso questo terremoto non passa per il terremoto delle Marche, quando invece sappiamo bene che da un punto di vista, ripeto, del territorio e della popolazione è il terremoto della nostra regione, purtroppo lo dico con amarezza e dispiacere, nemmeno si può dire in altra maniera.
Un focus sullo stato di salute della popolazione ci dice che la vita media è passata da 83,3 a 83 anni, una leggera regressione di questo indicatore, che potrebbe anche avere un valore connesso a ciò che abbiamo sfiorato in precedenza.
Una nota positiva, sempre da questo osservatorio, dallo studio della Banca d’Italia, sulla domanda e la fruizione di attività culturali in leggera salita.
Un’altra nota non positiva è quella legata agli investimenti in ricerca e innovazione che nel 2016 mostrano un andamento decrescente.
Quindi nel triennio 2012/2014 poco più di 1/3 delle imprese con 10 o più addetti svolge attività di innovazione, quota che scende di 6 punti percentuali rispetto al triennio precedente, registrando comunque un calo minore rispetto alla media nazionale, questo è un aspetto che vedremo poi, importante anche ai fini della risposta economica.
A questo punto rinnovando, ma solo a volo d'uccello le due caratterizzazioni, i due punti salienti di questo documento, come la strategia del sisma che, abbiamo visto, è presente in ogni missione, quasi in ogni programma, e la riorganizzazione della struttura e del personale, come abbiamo detto, anche in seguito alle assunzione delle funzioni non fondamentali passate di competenza dalla Provincia alle Regioni.
Scorrendo le varie missioni, passiamo a toccare velocemente le attenzioni che questo documento riserva ai vari temi, in particolare uno sviluppo sostenibile e una tutela del territorio, che riveste una sua importanza, poi a seconda delle sensibilità magari possiamo discutere anche di questo aspetto, ma comunque sia questo documento ha un certo rilievo ed una certa attenzione all'ambiente, al trasporto ed alla mobilità, allo sviluppo sostenibile, con la connessione legata alla difesa del suolo, alla difesa della costa, alla valorizzazione ambientale, tutte le tematiche dei rifiuti e del servizio idrico integrato, fino ad arrivare alle aree protette e ai parchi naturali.
Scorrendo avanti possiamo per grandi capitoli passare all'attenzione sulla persona che si estrinseca attraverso un'attività legata agli interventi in sanità e nel campo sociale, come macro parte di tutto il documento, quindi i diritti sociali, le politiche sociali e sulla famiglia, gli interventi nei confronti della disabilità, che sappiamo prendere una parte considerevole della nostra attenzione, seppur arrivano in continuazione ulteriori input e richieste che vanno nella direzione di cercare un soddisfacimento migliore ed ulteriore a queste situazioni.
La disabilità nelle sue varie declinazioni, da quella grave a quella che promuove una vita indipendente, all’integrazione per le famiglie in difficoltà e vediamo, passando alla tutela della salute, un aspetto pure importante e legato ad interventi non solo di natura sanitaria ma anche di natura culturale. Poco tempo fa abbiamo approvato una mozione che guardava all'influenza sull'aspetto salutistico passando attraverso un comportamento più corretto da un punto di vista dello stile di vita, quindi la pratica sportiva, oltre ai suoi legami con una attività di benessere, ma anche con l'inscindibile rapporto che la può e la vuole legare a una qualità della vita, anche da un punto di vista della salute, migliore.
Passiamo oltre a tutto il settore dell'agricoltura, della caccia e della pesca con tutte le tematiche inerenti a questo grande capitolo che è parte del documento. Non a caso se facciamo un flash con i fondi comunitari, sappiamo bene che dei complessivi 1.138 milioni di fondi comunitari disponibili fuori da quelli del sisma, di quelli derivanti dalla questione sisma, di cui la Regione può disporre nel periodo 2014/2020, ben oltre 528 milioni hanno a che fare con il mondo agricolo essendo appannaggio del Psr.
Non potevano mancare ovviamente le questioni legate alle energie rinnovabili, la diversificazione energetica resta anche un obiettivo di medio periodo e di emanazione anch'esso comunitario, fino ad arrivare alle questioni legate allo sviluppo economico, ricerca ed innovazione, che è un aspetto importante soprattutto in un contesto dove sappiamo bene la crisi economica si estende già dal 2008. Datiamo con quell’anno il suo inizio, ma forse ha radici che si propagano anche in periodi antecedenti, però da questa crisi mondiale, depressione economica a tutto tondo, la Regione Marche mostra segni di difficoltà, come non potrebbe essere ovviamente altrimenti? In questo contesto assume un ruolo importante quello dell’innovazione, della ricerca e del potenziamento delle attività manifatturiere, perché checché possiamo dire ad ogni occasione, abbiamo trattato un argomento poc'anzi che pure ha la sua importanza, quello legato all'enogastronomia, alla qualità dei nostri territori, alla qualità delle nostre tradizioni e anche alla parte che vorremo attribuire con grande slancio a questa attenzione, a questa importante parte dell'economia, ma sappiamo bene che non può coprire fette così rilevanti di Pil come l'attività manifatturiera. E' stato ricordato poc'anzi, la regione Marche resta sempre una regione di alta e spiccata propensione manifatturiera. Non possiamo far finta che da questo punto di vista bisogna fare degli investimenti, investimenti che sono legati alle politiche per la competitività, alle politiche sul lavoro, al sostegno all'occupazione in questo momento di particolare crisi ed all'innovazione ed alla ricerca e all’internazionalizzazione dei mercati che restano e sono, a mio modo di vedere, ma anche da questo documento, aspetti fondamentali dell'impegno del governo regionale. Credo anche giustamente che bisogna muoversi in questa direzione, seppure faticoso e seppure non tutta l'imprenditoria recepisce in maniera adeguata questi input. Noi non possiamo prescindere per un contributo all'attività manifatturiera dal sostenere l'innovazione, la ricerca e l'internazionalizzazione.
Io vengo da un'area, quella calzaturiera, dove - anche l’Assessore Cesetti e la Consigliera Marcozzi ne sono testimoni - la crisi sta toccando punti difficili da sostenere e con innegabili effetti sul mondo dell'occupazione. Tutto questo deve passare attraverso uno sforzo che vada a toccare l'innovazione, la ricerca e l’internazionalizzazione verso nuovi mercati perché se noi non innoviamo i prodotti certi particolari settori saranno appannaggio di altri ambiti di produzione, dove le componenti primarie, una per tutte il costo del lavoro, rendono e fanno da padrone rispetto alla competitività.
La competitività possiamo raggiungerla in maggior misura attraverso l'innovazione, la ricerca e la ricerca anche di nuovi mercati perché il mondo si è aperto, è un mercato globale. Cerchiamo di sfruttare quegli aspetti positivi che possono provenire da questa visione diversa. I canali tradizionali non sono più quelli da battere perché il mondo è cambiato, le società sono cambiate e qui sorgono piattaforme di piattaforme, per pensare al digitale, dove aziende nel giro di due anni fatturano 400 miliardi di dollari, è il caso di una nota piattaforma, che conosciamo tutti, che attraverso la digitalizzazione è arrivata a muovere 400 miliardi di dollari, questo per dire che le situazioni non si cristallizzano come nei decenni passati, ma la rapidità e l'innovazione la fanno da padrone su tutti i settori e se noi nella nostra tipologia di impronta manifatturiera non cogliamo, per gli aspetti che si possono cogliere, queste mutazioni, rischiamo di segnare il passo.
Ricordo ovviamente che anche le strategie legate al sisma, in ogni grande capitolo, per essere precisi nelle missioni che abbiamo toccato seppur sinteticamente e rapidamente, hanno una loro collocazione e una loro sua descrizione finalizzata.
E' ovvio che passiamo alla seconda sezione, che è il cuore del Defr partendo dal risultato del rendiconto.
Noi veniamo dal giudizio di parificazione che a tutti gli effetti ci consegna un risultato di amministrazione di 478 milioni di euro come risultato complessivo e avanzo di amministrazione. Ovviamente il Defr non può che risentire positivamente di questa componente di risorse e trarre da questo risultato le eventuali modifiche che è tenuto ad apportare, recependo le modifiche del Def nazionale che risalgono a qualche settimana fa e la Giunta, entro 30 giorni da quel documento e in ogni caso entro il termine di approvazione del nuovo bilancio, anzi l’Assessore Cesetti può, meglio deve modificare il documento di economia e finanza regionale sulla scorta di queste indicazioni, ripartendo ovviamente dal risultato di esercizio.
Ecco giungere gli obiettivi di bilancio che notiamo e ovviamente ben conosciamo perché vengono richiamati in tutti i vari passaggi e l’Assessore ce li ricorda ad ogni occasione.
Gli obiettivi per la manovra di bilancio per il triennio che andiamo ad iniziare fra poco, il 2018/2020, sono quelli che troviamo nel Def nazionale, ovvero rilanciare gli investimenti al fine di sostenere la ripresa economica e rafforzare il recupero dell'occupazione, proseguire il controllo del debito pubblico in rapporto al Pil, che sappiamo bene è una spia rossa che conosciamo a livello nazionale molto bene. Le Regioni non sono indenni da questo discorso, devono tenere nella debita considerazione queste indicazioni. Per cui il pareggio di bilancio è la questione indissolubile da cui partiamo dopo la riforma del decreto 118, con l’introduzione del decreto legislativo 118, e quindi l'articolazione della manovra necessaria per il conseguimento di questi obiettivi di finanza, quindi sviluppo e manovrabilità delle entrate tributarie nel contesto delle nuove regole di finanza pubblica, indirizzi agli enti strumentali ed alle società controllate e partecipate, valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio immobiliare, politiche di riduzione del debito, che abbiamo visto, sono state già intraprese facendo sortire anche dei risultati e lo sviluppo del bilancio consolidato, che abbiamo visto quest’anno per la prima volta, seppure a titolo indicativo, essendo il primo anno non è ancora metodo obbligatorio di redazione. Quindi tramite questi strumenti e queste linee di comportamento andremo a una fase importante nel periodo 2018/2020, il tutto condito da segnali di ripresa a livello macro economico che a livello nazionale ci sono, ce lo dicono le statistiche Istat seppure aspettiamo e auspichiamo con tutto il cuore risultati ancor più tangibili da questo punto di vista, ma sappiamo che tutto è legato ai tanti elementi che abbiamo prima trattato.
Andando verso la fine il criterio solidaristico, che stamattina in una discussione precedente ha suscitato qualche dubbiosità, mi sento di dire che anche la concessione di spazi finanziari previsti dalla normativa è un altro segnale che va in quella direzione, inutile ripetere che quando tali messaggi sono scambiati fra istituzioni della Repubblica, credo che il valore vada sottolineato di per sé senza tanti giri di parole.
Arrivando al termine faccio notare che il 2015 è stato l’anno di insediamento di questo nuovo Governo regionale e di questo Consiglio, ovviamente il 2015 è stato un anno di transizione, però al termine del 2016 sul Psr possiamo dire che il 66% delle risorse sono state messe a bando e di queste oltre il 50% sono state addirittura assegnate. Non possiamo parlare delle stesse cifre per gli altri Fesr-Fse legati a tematiche che si intersecano tra loro, non certamente da ultima anche quella legata al sisma, però auspicabile, mi sento di dirlo, è un'accelerazione anche su quel fronte al fine di poter affrontare con risorse ulteriori tutte le varie tematiche che poi il giusto impiego di questi fondi deve perseguire.
A questo punto tocchiamo anche l’aspetto della razionalizzazione delle società partecipate e controllate.
Il tema Aerdorica sappiamo rivestire una certa importanza, è inutile negarlo, siamo in attesa di quella richiesta di conformità dell'iter tracciato con l’eventuale aumento di capitale, ma siamo anche in attesa del parere da parte dell’Unione europea. Chiaramente è un tema importante sia sotto il profilo strategico che sotto il profilo numerico, visto e considerati gli interventi che a riprese si sono succeduti per non far deflagrare quella società.
Da ultimo abbiamo detto della ristrutturazione del debito. Un aspetto rilevante che gli strumenti legislativi consentono di tenere sotto controllo, anzi nel corso dell’esercizio scorso abbiamo fatto un'operazione di ristrutturazione del debito che ha portato indubbi vantaggi e proprio nell’occasione dell'aumento di capitale dell'operazione legata all'aumento di capitale di Aerdorica abbiamo messo a frutto i risparmi conseguiti a fronte di questa rimodulazione del debito. Ovviamente la porta rimane aperta a tutte le strategie e agli obiettivi in materia di riduzione del debito che la legislazione rende possibile.
Io credo di aver toccato, seppur ovviamente in maniera sintetica, però parliamo di un documento di 180 pagine, gli aspetti principali e salienti.
Ultima tappa, la procedura di aggiornamento, che ho ricordato prima. Il Governo l’ha fatta entro il 20 settembre, se non vado errato, ma forse è andato oltre, la Regione entro 30 giorni o comunque, non è un termine perentorio, entro il termine per l’approvazione del bilancio del nuovo triennio ha la facoltà di modificare, aggiornare, questo documento di economia e finanza regionale alla luce, ripeto, di quegli orientamenti che sarebbero emersi dalla modifica del documento di economia e finanza del governo nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, la relatrice di minoranza, Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Il documento di economia e finanza regionale delle Marche 2018/2020, come si legge, si caratterizza per due elementi di grande impatto che richiedono immediatamente considerazioni molto critiche: il primo è il completamento della riorganizzazione regionale, così sta scritto a pagina 5 del documento e si legge: “Il Defr 2018/2020 si caratterizza per due elementi di grande impatto. Il primo è il completamento della riorganizzazione regionale”. A fronte di una crisi nazionale e ancor più delle Marche, così come ha detto anche il Consigliere Giacinti, facendo riferimento al nostro manifatturiero, non poteva e non doveva essere certo questo il punto centrale del documento, bensì il lavoro.
Perché il lavoro? Perché i dati parlano molto chiaro, oggi noi nelle Marche abbiamo una grande emergenza che è quella occupazionale e i dati certificano questo. I dati Istat, che sono usciti proprio qualche settimana fa, rilevano un tasso di disoccupazione giovanile che si attesta oltre il 31%, il più alto tra le Regioni italiane, con un sistema educativo che non risponde alle esigenze delle imprese, con un decremento dei contratti a tempo indeterminato, rispetto al biennio 2017, gennaio e febbraio, c'è un decremento del 43%, se lo paragoniamo al 2015 e del 9,3% se viene paragonato il biennio 2017, gennaio e febbraio, al 2016 -9,3%. Quindi di fronte a questa drammaticità mi sarei aspettata che il punto centrale di questo documento fosse l'occupazione, cioè il lavoro.
Per di più i contratti a tempo indeterminato rappresentano il 9,8% degli avviamenti al lavoro complessivi, dunque meno di una assunzione su dieci avviene con contratti stabili, si tratta di un dato notevolmente peggiore sia rispetto alla media nazionale (17,5%) che a quella delle Regioni del centro (16%).
Inoltre, sempre secondo i dati Istat, nelle Marche emergono contemporaneamente due preoccupanti tendenze: il calo dell'occupazione e l'aumento della precarietà, fenomeni in controtendenza rispetto all'andamento nazionale, dove l'occupazione torna a crescere, come l'incidenza della precarietà che però nelle Marche è quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Ecco perché mi aspettavo che il punto centrale del documento fosse il lavoro.
In giorni in cui si stanno discutendo le misure della prossima manovra è determinante rimettere al centro l’occupazione, il lavoro e la sua qualità.
Occorre far ripartire il lavoro, ma per questo servono investimenti pubblici e soprattutto privati, servono politiche economiche del lavoro capaci di ridare qualità, stabilità e dignità al lavoro e prospettive al sistema sociale ed economico della nostra regione, ma è necessario che tutti, a partire dal sistema delle imprese, facciano la propria parte dimostrandosi capaci di quello scatto d'orgoglio necessario per far ripartire le Marche.
Ecco perché a pagina 5 quando si legge che i due elementi di grande impatto per questo documento sono: la riorganizzazione regionale da una parte e gli eventi sismici dall’altra, io rimango un po’ perplessa. Anche perché la minoranza sul lavoro aveva chiesto, ormai è un anno che lo chiediamo, un Consiglio monotematico sull’occupazione, ma ad oggi nulla è stato fatto.
Avevo fatto anche una mozione, alla quale mi ha risposto l’Assessore Bravi, con la quale chiedevo cosa si stava facendo per il lavoro, e dei bandi over 40, over 50 e garanzie giovani che ancora non vedono la luce. Noi abbiamo anche sollecitato gli uffici perché l’Assessore ha risposto a luglio, quindi abbiamo sollecitato gli uffici, bisogna anche sollecitare gli uffici per cercare di fare uscire questi bandi perché ad oggi tutto mi sembra abbastanza fermo.
Questo primo punto e il completamento della riorganizzazione regionale è decisamente fuorviante, al suo posto doveva essere messo il lavoro, che è fondamentale per l'intera regione, ma ancor più per l'emergenza relativa agli eventi sismici iniziati nell'agosto 2016 e fino ad ora c'è una scarsa capacità di soluzione dell'intera problematica, un evento straordinario come il sisma doveva essere gestito con provvedimenti straordinari.
Si afferma che il credito alle imprese è lievemente sceso ma ciò, al di là della situazione tragica di Banca Marche, oggi rilevata dall’Ubi Banca, ha una ragione di fondo che è quella della difficile situazione delle imprese marchigiane che da molto tempo avrebbero dovuto avviare un riassetto dimensionale e generazionale in grado di sviluppare seriamente l'innovazione attraverso un’azione congiunta pubblica, in particolare tra le Università e i privati. Cosa che non è avvenuta.
Quali risorse sono state poste per lo sviluppo rapido e forte dei contratti di rete, che avrebbero potuto avviare già da alcuni anni quel processo di aggregazione e quindi di consolidamento del sistema produttivo marchigiano? Come possono le Marche attirare capitali in presenza di una struttura predominante dell'artigianato e della micro impresa che non consente, se non a livello di start up innovative, adeguati investimenti e management?
Perché il lavoro? Perché è una realtà inconfutabile!
Certo chi crea posti di lavoro sono le aziende, ma le aziende devono essere messe anche nelle condizioni di poter creare occupazione e in questo momento sia a livello nazionale che a livello regionale non sono messe in queste condizioni.
Lo stesso sindacato con i dati diffusi dall'Ires-Cgil mostra un dato preoccupante, anzi tragico, sull'occupazione, uno su tutti: nel 2010 i disoccupati erano 36.000, cioè il 122% in meno rispetto ad oggi, in 7 anni si sono persi 75.000 posti di lavoro, 24.000 rispetto al 2016 e la disoccupazione è al 12,5%. Dati in controtendenza rispetto a quelli nazionali anche se quest'ultimi hanno una forte componente di lavoro a tempo determinato e altre forme di lavoro non stabile.
A ciò si aggiunga che le Marche sono al primo posto in Italia per la disoccupazione giovanile, oltre il 31%, e ciò rende ancora più drammatico il fenomeno della disoccupazione. Quindi gli investimenti nell’attività delle Università marchigiane per aiutare l'innovazione e migliorare il tessuto produttivo, finisce per donare sangue culturale e professionale ad altre realtà territoriali extra regionali molto più dinamiche della nostra.
Che cosa dobbiamo fare? Si tratta di affrontare le criticità in atto ponendo al primo posto, come già detto, il lavoro, favorendo investimenti seri, tesi a migliorare la dimensione di impresa perché le imprese per creare occupazione devono crescere e per crescere devono poter innovare ed investire. Occorre rendere la formazione sempre più imprenditoriale, favorire gli investimenti extra regionale, ridurre drasticamente i tempi dei pagamenti della pubblica amministrazione e a livello di settore smetterla con i balletti sulle infrastrutture chiamando il Governo centrale alle sue responsabilità, nonché strategie completamente nuove del turismo, che consentano un'incidenza più forte del settore sul prodotto interno lordo regionale.
Un altro dato preoccupante, che è la conseguenza della crisi produttiva e quindi dell'occupazione, è il crollo dei costi delle abitazioni molto più sostenuti in altre regioni e che continua sul piano inclinato a togliere reddito e patrimonio, in particolare ai lavoratori e al ceto meno abbiente. Quindi un'inversione radicale di rotta a livello di governo regionale e, come diceva De Gasperi, “la differenza fra l'uomo politico e l'uomo di Stato, e in questo caso di governo territoriale, è che il primo pensa alle prossime elezioni ed il secondo alle prossime generazioni”, noi dobbiamo recuperare questa affermazione e tradurla nella gestione della cosa pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Voglio iniziare sottolineando che in II Commissione non si è trattato il Defr e questo lo ritengo, per l'ennesima volta, una mancanza grave in quanto è un documento di economia e finanza e noi parliamo di lavoro, di fondi europei, di agricoltura, di industria, insomma di tutto quello che è collegato ad una visione che la Regione dovrebbe avere a livello strategico per il prossimo triennio.
Siamo di fronte a un documento di un'ottantina di pagine che equivale all'enciclopedia Treccani, voi ne prenderete una parolina e direte: “Ecco abbiamo realizzato questo ed era scritto nel Defr”.
Nel Defr avete scritto di tutto e di più e per realizzare quello che c'è scritto qui dentro occorrerebbe una generazione, 20/30 anni, ed invece siete chiamati a scrivere punto per punto, per missione e programma, quello che volete realizzare in economia e finanza e con i soldi allegati, quindi dovrei avere un riscontro per i prossimi tre anni di quello che realizzerete di questo documento da affiancare al bilancio triennale che dovete fare in base al 118, invece questo è il famoso libro dei sogni.
Non abbiamo neanche una tabella con gli importi, le uniche tabelle sono quelle dei tributi in cui si prevede nel prossimo triennio un aumento di introito di 60 milioni di euro dall'Irap e dall'Irpef. Vedremo se l'economia consentirà questa progressione, viceversa parliamo tanto di rifiuti e c'è una diminuzione di 250.000 euro dell'introito del conferimento a discarica, che è effettivamente molto modesto. Allora è vero che non prevedete niente di sostanziale nel miglioramento della raccolta differenziata e nel recupero di materia.
Detto questo, inquadrando questo documento che perde ogni tipo di valore perché non ci fa capire quali sono le vostre priorità per il triennio da qui al 2020, siamo già arrivati a metà del vostro mandato e per il restante avete un elenco di cose che non sono supportate da nessun cronoprogramma serio.
Per il rischio idrogeologico, per dirne una, servirebbero 10 milioni all'anno, ma ce ne sono 11 in sette anni. Riporto delle frasette che sono scritte nel vostro Defr: depurazione delle acque, abbiamo un'inflazione europea aperta per 46 agglomerati urbani, servirebbero 30 milioni per risolvere il problema e non si sa questi soldi dove sono; miglioramento necessario del ciclo integrato delle acque, servirebbero 14 milioni all'anno; piano di tutela delle acque, occorrerebbe avere 9 milioni in sei anni, ma negli ultimi due bilanci, 2015/2016, non c'era una lira, quindi stiamo parlando di milioni necessari per attività importantissime, che però non si sa dove verranno trovati.
Non sono stati forniti i fondi necessari per implementare il database europeo relativo alla direttiva 4 sulle acque e quindi si aprirà un nuovo contenzioso con l'Europa.
Il Fondo per la montagna è al lumicino, serve solo per pagare qualcosa alle Unioni montane e addirittura sono serviti dei soldi per ripianare i bilanci di quattro Unioni montane e prima abbiamo discusso sulla variazione di bilancio dei soldi che sono serviti per le Province.
Sui trasporti si dichiara apertamente che il trasporto pubblico locale è utilizzato in maniera inferiore alle medie nazionali, che è sbilanciato in un rapporto 13 a 1 dalla gomma rispetto al ferro, però sul ferro non fate niente, anzi avete acconsentito alla dismissione ed alla chiusura di alcune ferrovie, è cronaca di questi mesi e di questi anni, vedi la stazione marittima di Ancona, vedi la Pergola-Fabriano e vedi il fatto che sulla Fano-Urbino qualcuno vuole farci una ciclabile.
Diciamo addirittura che su gomma si spendono 80 milioni di soldi pubblici al netto degli investimenti.
Poi parliamo del libro dei sogni sulle infrastrutture. Sulle infrastrutture viene evocata la vendita di Aerdorica per oltre il 51%, è di questi giorni la cancellazione del volo per Roma, non immagino purtroppo, facciamo parte della Commissione d'inchiesta, chi vorrà comprarsi Aerdorica.
Sull'iterporto che è collegato per l'intermodalità volete fare un deposito statico anziché qualcosa per cui è nato e per cui sono stati spesi soldi in abbondanza nei decenni precedenti.
Quindi sulle infrastrutture buio completo, tant'è che ancora si parla di completare l'asse Ancona-Perugia, si parla della Fano-Grosseto, si parla della strada intervalliva Mezzina, si parla addirittura della dorsale Marche-Abruzzo, cose che se le vogliamo fare ci vorranno decenni e decenni e non si sa con quali soldi.
Abbiamo capito che il modello di sviluppo del dopoguerra, in cui si faceva l'autostrada del sole in pochi anni non è più realizzabile, alle persone di questo tipo di economia, e parliamo di industria 4.0, di dematerializzazione dei servizi, non interessa più risparmiare un quarto d'ora di tempo nel percorrere 80 chilometri, interessa avere la qualità nel territorio, quindi l'impostazione di mio padre, non è più l’impostazione moderna, però nel Defr c'è scritto questo. Ancora si va in giro per i territori a dire: viadotto, galleria, risparmiamo, che cosa risparmiamo? La gente viene sul territorio se è attratta dal territorio, per tutto il tessuto naturalistico, sociale, economico, di tipicità. Si guardi come si è sviluppata qualche bellissima vallata delle Alpi, dove più è difficile arrivarci, più ci vogliono andare, e noi ancora vogliamo traforare l'Appennino in qua e in là con le pedemontane e quant'altro. Concezione vecchia! Volete fare questo in tre anni? Ci prendete in giro, insomma!
Produzione di energia termica, ho letto tutto il documento e mi sono voluto appuntare alcuni temi, noi siamo a favore dello sviluppo del solare termico, però non vogliamo fare energia termica con impianti a biometano, sfruttando la filiera legno/energia, utilizzando i rifiuti, per dire, quindi un altro punto che non ci trova concordi.
Vi riferite ai fondi europei, ogni volta che c’è un capitoletto si fa riferimento ai fondi europei, abbiamo ormai analizzato l'andamento dell'impiego di tutti i fondi europei e in tutti siamo a rischio di disimpegno automatico. Anche qui facciamo riferimento ad una cosa, i soldi della Regione, che non ci sono. Lo Stato di anno in anno ci toglie decine di milioni, però abbiamo la manna che sono questi fondi europei, un miliardo e cento in 7 anni, ma non riusciamo a spenderli e questo l’ho denunciato più volte e lo continuerò a fare perché i dati sono da questo punto di vista impietosi.
Vi abbiamo detto che il Defr degli altri anni era inconsistente, vi abbiamo detto che non considerava il terremoto, adesso avete aggiunto un paragrafetto terremoto al copia incolla delle versioni precedenti, va bene, ma questo non risolve assolutamente niente.
Le priorità, e concordo con la Consigliera Marcozzi, sono quelle del lavoro, del recupero dell'occupabilità delle persone che purtroppo hanno perso il lavoro o non riescono a rientrare nel mondo del lavoro. Una visione strategica nel triennio da qui alla prossima vostra eventuale rielezione, penso proprio di no, in questo documento non ce, è un documento assolutamente vuoto!
Detto questo, bisogna purtroppo ricordare che sulla Regione grava un miliardo di debiti, che lo scorso anno è stato fatto uno sforzo di riduzione di 22 milioni e mezzo e che per azzerare il miliardo ci vogliono 50 anni, purtroppo paghiamo un ammortamento di 69 milioni, di cui 27 sono per quota interessi, quindi voglio dire che c'è un fardello storico che avete creato negli anni, molto pesante, ma questo purtroppo non ce lo toglie nessuno e ognuno si dovrà confrontare con questa dura realtà.
Allora il nostro invito è che scrivere documenti di questo tipo non interessa a nessuno, perché non sono applicabili e non ci sono gli elementi di valutazione e di controllo per verificare se vengono applicati. Ci vogliono 50 pagine serie, collegate alle voci di bilancio che indichino esattamente che cosa volete fare da qui a fine legislatura, che ancora non è dato sapere, ma perché, ormai me ne sono convinto, non lo sapete neanche voi!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non entro nel merito delle linee strategiche della programmazione economica e finanziaria della Regione, mi limito soltanto ad un aspetto ed esprimo una preoccupazione che mi è stata manifestata e sono certo di trovare nell’Assessore Cesetti, non soltanto l’uomo delle istituzioni, ma la persona a cui possiamo affidare nel giro di qualche mese una risposta.
Mi limito ad un aspetto di questo ragionamento molto più generale della visione regione, uno degli aspetti sottolineati anche dal Presidente della Commissione Giacinti quando faceva riferimento alla ricerca, all'innovazione, alla necessità di avere un sistema economico e produttivo ormai internazionalizzato.
Parto proprio dal documento della Banca d'Italia che fa un riferimento ed una sintesi del contesto economico e sotto la voce imprese dice - in questo rapporto sull’economia delle Marche elaborato dalla sede di Ancona della Banca d’Italia - “Tra i settori produttivi nel 2016 i risultati migliori sono stati ottenuti dall'industria manifatturiera che ha beneficiato di un moderato rafforzamento degli ordini interni ed esteri, ma l'andamento è stato disomogeneo tra i comparti, ma dentro questi comparti prosegue la crescita dell'industria mobiliera e di quella meccanica”.
L’Assessore ha capito subito perché è persona attenta, colta, sono state inviate anche delle lettere da parte degli imprenditori, di associazioni di imprenditori, di territori, questi territori sono quello del mobile, che tocca parte importante della nostra realtà, non parlo del calzaturiero perché ne hanno parlato e ne hanno fatto riferimento profondo, poi voi venite da quella realtà, il Presidente della Commissione e l’Assessore Cesetti. Parlo quindi del mobile e parlo della meccanica, che tocca soprattutto la provincia di Ancona, le valli dell’Esino, dell’Aspio, del Musone. Dicevo che c’è preoccupazione perché di fronte ad una riorganizzazione c'è il rischio di alienare quote di partecipazione della Regione Marche in società come Meccano o come quella del mobile.
Voi sapete quello che rappresentano queste associazioni in termini di ricerca, in termini di supporto al tessuto vero dell'economia marchigiana, l'artigianato, la piccola e media industria, quell’industria dinamica, quell’industria che ha saputo anche internazionalizzarsi, e questi consorzi hanno rappresentato, queste associazioni hanno rappresentato queste società. Un modello che a volte è stato anche imitato a livello nazionale ed internazionale, offre servizi di ricerca, di sviluppo, di certificazione della qualità, ad esempio la Meccano tocca oltre 1.100 imprese marchigiane ed il lavoro svolto in questi anni ha contribuito a costruire altro fatturato, le persone che sono altamente specializzate sono decine e decine e sono impiegate a tempo indeterminato.
Credo che il successo dell'economia marchigiana sia passato anche, soprattutto negli anni in cui …, ma questo invece rappresenta il futuro, non solo gli anni passati prima della crisi, durante la crisi, ma mi riferisco soprattutto al futuro, il successo passa attraverso l'innovazione dei prodotti e dei processi produttivi della nostra industria regionale che anche grazie al lavoro svolto da Cosmos e da Meccano ha saputo resistere ai contraccolpi della crisi. Per rimanere più nella parte centrale della nostra regione, Meccano ad esempio ha investito tantissimo nelle sedi di Jesi e di Fabriano ed altri investimenti sono in fase di realizzazione.
Io so che l’Assessore è persona seria, responsabile, conosce i problemi, so che dobbiamo governare la complessità, so che dobbiamo fare in modo, Assessore, di far rientrare queste società fra quelle dichiarate strategiche, ai sensi della legge regionale 33/2014, quindi non è possibile farlo domani mattina, si sta costruendo l’assestamento di bilancio, si sta costruendo il bilancio di previsione, ed io credo che dentro questo percorso, assestamento e bilancio di previsione a seguire, entro l'anno, devono trovare una risposta anche queste società che rappresentano davvero l'economia dinamica della nostra regione, che rappresentano il tessuto produttivo vero. Ci sono persone che investono, che rischiano con i propri capitali, con il proprio lavoro, con le proprie intelligenze, che hanno fatto grandi le Marche e sicuramente sono la nostra speranza per il futuro dell'economia, per l'occupazione e per il rapporto positivo con le giovani generazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Come è stato detto fino adesso credo che questo sia uno dei momenti più significativi del dibattito all'interno di questo Consiglio perché parlare di programmazione, parlare di sviluppo, parlare di linee di indirizzo, è il nostro compito. Sono questi i temi e gli obiettivi che un’Assemblea legislativa e una amministrazione deve avere sempre davanti, quindi insieme alla sessione di bilancio credo che questo momento possa essere molto indicativo per quello che potranno essere gli interventi che dal 2018 al 2020 questa Regione dovrà calare sui territori affinché lo spettro della crisi venga definitivamente sconfitto. Per cui ogni volta che si apre un capitolo di questo tipo, ogni volta che a noi Consiglieri arriva un atto amministrativo così importante e corposo, ci si aspetta sempre qualche idea innovativa, qualche progetto significativo che possa aiutarci a capire da che parte dobbiamo e vogliamo andare.
Fatta questa premessa, devo dire che anche quest’anno c'è un po' di delusione nel vedere il contenuto di questo atto programmatico. Dico questo perché, come ha già detto la Consigliera Marcozzi, non si può, credo, presentare un documento di questo tipo affermando che gli elementi di grande impatto di un documento come questo siano la riorganizzazione della macchina regionale e il determinate fattore, che segna questo documento, dell'emergenza degli eventi sismici. Per certi versi due cose prettamente scontate.
Parlare dopo due anni e mezzo ancora di riorganizzazione della macchina amministrativa a me sembra molto difficile da accettare perché queste cose vanno fatte nel più breve tempo possibile, perché poi la macchina ha necessità di essere messa immediatamente in movimento, i servizi devono essere attuati in un certo modo. Quindi la politica deve raccordarsi immediatamente con la parte gestionale, se questo non succede rapidamente le cose languono e devo dire che qui è successo questo, perché la riorganizzazione è vero che è stata fatta a febbraio di quest'anno con alcuni spostamenti, con alcuni dirigenti nuovi, però tutto il processo di riforma delle Province non ha ancora portato una stabilità al sistema tecnocratico e burocratico che ci si aspettava e che doveva dare un contributo forte alla politica. Credo che partire con questo ragionamento sia una cosa molto delicata.
L’altro aspetto è quello del sisma. Il sisma, lo sappiamo, c’è stato, l’emergenza sta durando troppo.
Vediamo poi di entrare un po’ nel merito, quindi il documento non può essere soltanto caratterizzato da questi due eventi ovvi, per cui credo che sia, mi dispiace definirlo in questo modo, un documento pieno di cose vuote, alcune delle quali sono ovvie, alcune sono scontate e alcune addirittura sono incomprensibili perché vedremo quando si parla di sisma che alcune cose sono incomprensibili.
Quello che voglio precisare, e non entro nel merito delle singole missioni perché mi sembra proprio anacronistico andare a leggere tutte le singole missioni e tutti i singoli programmi, alcuni Consiglieri ci si sono addentrati ed io non voglio ripetere la stessa cosa, e che voglio ribadire è che manca un vero progetto di politica industriale che favorisca l'insediamento di nuove imprese. Questo è il concetto! L’innovazione poteva essere questa, un vero progetto, una nuova politica industriale che consentisse agli investitori di tornare a fare impresa nelle Marche.
Noi abbiamo visto dai dati della Banca d'Italia che in questo momento di crisi le grandi aziende hanno resistito, quelle che hanno sofferto in modo particolare sono state le piccole e medie aziende, allora da questo si doveva trarre un progetto fondamentale. Non è più possibile aiutare le singole imprese, le pmi, che poi per noi non sono tanto piccole perché arrivano fino a 250 dipendenti, non possiamo soltanto aiutarle dando un po’ di contributi attraverso i fondi Por-Fesr, oppure attraverso l’area di crisi complessa, o attraverso qualsiasi altra cosa per poter fare delle innovazioni di processo o di prodotto all’interno delle aziende che non producono né ricchezza e né occupazione, occorreva sviluppare un patto per lo sviluppo della regione Marche che coinvolgesse il Governo, la Regione, gli attori locali, che sono gli imprenditori, le associazioni di categoria e le Camere di Commercio.
Un patto serio per lo sviluppo, un progetto industriale. Che cosa vogliamo fare? Vogliamo ridare fiato al manifatturiero? Vogliamo far sì che le multinazionali tornino ad investire su questo territorio? Anche questo è un dibattito aperto! Vogliamo continuare con le pmi che tanto lustro hanno dato alla regione Marche in termini di progresso, di ricchezza, ma nel momento in cui c’è stata la globalizzazione, c’è stato l’esodo delle grandi industrie, che vogliamo fare? Vogliamo continuare ad assistere a questo esodo in modo inerme, oppure vogliamo cercare un'inversione di rotta cercando di far ritornare ad investire su questo nostro territorio?
In questo atto che noi andiamo a vedere e a leggere tutto questo effettivamente non c’è, sono piccoli interventi, tantissimi, perché sono tanti i programmi, questo lo voglio sottolineare. Molto spesso in alcune missioni forse anche esageratamente troppi per cui quando c'è il troppo probabilmente non si stringe nulla. Io apprezzo molto di più quando si fanno poche cose e si fanno bene.
Questo patto per lo sviluppo manca, questo piano industriale manca, questa grande concertazione manca tra i soggetti che lavorano nella nostra regione nel campo dello sviluppo economico e del lavoro.
L’altro aspetto riguarda le infrastrutture di cui ha parlato poc’anzi anche il Consigliere Fabbri. Sul campo delle infrastrutture noi rischiamo l’isolamento, la regione in questo momento rischia l'isolamento, quindi c’è una grande responsabilità di chi governa per uscire da questo isolamento.
La vicenda dell’aeroporto è sotto gli occhi di tutti, la vicenda dell’interporto idem, manca un'idea anche di sviluppo infrastrutturale per il collegamento est-ovest, non possiamo sempre parlare della Fano-Grosseto perché ci sono anche strutture che noi dovremmo potenziare per avviare un collegamento serio con l’ovest. Soprattutto diciamo che cosa vogliamo fare in termini di sviluppo della dorsale adriatica, rete ferroviaria ed anche autostradale, perché non possiamo fermarci con l’autostrada a Porto Sant’Elpidio, dobbiamo cercare di dare sfogo verso il sud e collegamenti a pettine verso l’entroterra.
E’ un momento molto significativo per lo sviluppo delle aree dell’entroterra colpite dal sisma, era necessario introdurre qualche grossa novità per questi collegamenti verso l’entroterra.
Lo stesso dicasi per quanto riguarda una nuova politica del turismo. Credo che manchi proprio in questo documento una nuova politica, una politica che integrasse tutti gli asset che noi abbiamo, gli asset storici, culturali, architettonici, enogastronomici. Un progetto serio in questo senso ancora non lo si vede perché si parla soltanto di accoglienza, si parla di promozione in termini generali, ma non si parla di un progetto integrato che ci consenta di vendere il prodotto Marche in tutto il mondo. Noi dobbiamo vendere il brand Marche, non possiamo vendere il brand di un piccolo territorio, di una piccola area, quello lo lasciamo fare ai soggetti che stanno sui territori nel momento in cui abbiamo lanciato il prodotto Marche in tutto il mondo e da questo punto di vista non lo vedo, quindi automaticamente manca un progetto su questo nostro territorio per diventare attrattivi nel modo giusto.
Voglio parlare un attimo, poi chiudo, dell'aspetto del sisma. Credo che qualcosa non abbia funzionato perché quando parliamo di sisma, del progetto 'strategia sisma' quest'azione regionale che viene indicata in questo modo declina tutta una serie di interventi che sono collegati quasi esclusivamente a fondi della Comunità europea: fondi sul versante emergenza per l'accesso ai fondi solidarietà tramite contatti con la Commissione europea, a favorire la costituzione di fondi specifici per la prevenzione e gestione calamità naturali sviluppo e contatti con la Commissione europea, le aree di attività e implementazione di queste azioni sono le informazioni e comunicazioni attraverso i bandi europei, il monitoraggio dei network attraverso i bandi europei, la gestione della sede di Bruxelles, l'organizzazione e il coordinamento di incontri formativi e workshop per i comuni delle Marche sul finanziamento europei.
Certo l'Europa ha una grande responsabilità e ci deve dare una mano, lo ha dimostrato anche stanziando un miliardo e duecento milioni per l'emergenza e speriamo che ci dia una mano anche per la ricostruzione, ma noi dobbiamo andare oltre, non possiamo pensare di andare avanti esclusivamente con questi fondi. Quindi una sinergia tra quello che potrebbe fare il Governo e quello che potrebbe fare la Regione manca in questo progetto, nella strategia di questo Defr 2018/2020.
Ripeto, con tanto dispiacere dico che questo documento, per me, in questo momento, è pieno di cose che sono abbastanza vuote, scontate, ovvie ed anche negli anni passati è stato fatto un esame di questo tipo.
Mi aspettavo qualcosa di molto più pregnante, viste le difficoltà che stiamo vivendo, soprattutto in funzione di quanto la Banca d’Italia ha avuto modo di dire a giugno, quando ha affermato che la nostra economia nella sua crescita è molto più lenta rispetto alla media nazionale e alle regioni contermini, soprattutto c’è stato un forte rallentamento nel secondo semestre dovuto molto probabilmente al sisma. Questo significa che il sud delle Marche dava in termini di Pil un grande contributo, se poi si è rallentato per colpa del sisma, e il sisma ha preso 87 comuni dell’area sud delle Marche, questo significa che dovevamo intervenire in modo forte su questo versante e non mi sembra che questo documento lo metta in atto.
Aspettiamo il bilancio di previsione per capire se all’interno di queste missioni, all’interno di questi programmi, che sono contenuti nelle singole missioni, ci sono dei progetti più importanti, strategici, corposi, che possono rappresentare quel patto, quello sviluppo che da troppo tempo noi cerchiamo nei nostri territori e che comunque non vediamo.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. E’ stato detto quasi tutto sia in senso positivo che in senso meno positivo e più problematico.
Qui oggi discutiamo del Defr che è quel documento che indicando le politiche che s'intendono adottare e gli obiettivi che si vogliono perseguire, esplicita quali sono gli strumenti e le finalità da decidere per i programmi, le previsioni spesa, le modalità di finanziamento, orientando così le successive deliberazioni sia della Giunta che del Consiglio, ma serve anche per il controllo strategico e per lo stato di attuazione dei programmi e delle missioni.
Sono tre anni che leggo il Defr e sono tre anni che mi sembra che questo spirito, quello che lo Stato mette nel Def nazionale, non sia perseguito nel Def regionale. Mi sembra più un atto dovuto, che un atto importante quale dovrebbe essere.
L’ho letto con attenzione, l’ho letto un po’ di tempo fa perché è parecchio tempo che sta girando sui nostri tavoli e nelle Commissioni, sembra che sia redatto come un atto puramente formale e non sostanziale. A volte è enigmatico come un thriller, a volte divertente come un vecchio film comico in bianco e nero e vi spiegherò velocemente perché.
Si parla, come si diceva qui, pochissimo di occupazione, si parla pochissimo di lavoro, non si parla affatto della crisi economica che sta ancora attanagliando la regione. Questo atto così importante sembra non tener conto delle vicende e delle vicissitudini che questa regione, in generale la nazione e in particolare la nostra regione, sta vivendo.
Leggendolo sono rimasto con la curiosità di sapere con quali idee verrà sostenuto il turismo, perché nelle intenzioni, a parte tre righe, non in senso generale, ma proprio tre righe di obiettivi che riguardano il terremoto, non ci sono affatto innovazioni su questo tema, sul tema del turismo, perché si riprende esattamente e pedissequamente quanto scritto nel Defr di due anni fa, cioè è stato ripetuto quello che era scritto due anni fa quando ancora il terremoto non c'era.
Sulla difesa del suolo stendiamo quasi un velo pietoso. Prima si dice che nel marzo di questo anno c'è stata la riorganizzazione a cui alcuni colleghi hanno fatto riferimento, però poi si confessa che negli ultimi 15 anni è stata assente questa funzione progettuale in grado di superare le sfasature temporali che hanno comportato un differimento costante in questi 15 anni e il congelamento degli stanziamenti - sto parlando della difesa del suolo - limitandone così l'efficacia e la tempestività dei risultati che si volevano perseguire.
Abbiamo evidenziato, e lo diciamo anche per chi ci sta seguendo in diretta streaming, le doglianze, sono espresse in questo documento, che riguardano la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche. In particolare viene denunciato che non ci sono sufficienti risorse per i monitoraggi. Questo cosa significa? I monitoraggi sono indispensabili per determinare la qualità dei corpi idrici, per le varie valutazioni, per verificare l'efficacia degli interventi e delle misure che si adottano nella pianificazione, quindi si pianifica, si fanno i lavori, se manca una parte dei lavori, se i lavori sono stati fatti bene, se gli impianti che vengono fatti funzionano o non funzionano, non si sa, perché non ci sono le risorse per i monitoraggi. Le poche risorse disponibili che vengono dallo Stato non possono essere utilizzate completamente per i processi legati al bilancio regionale e al suo equilibrio finanziario, quindi riguardo la tutela della valorizzazione idrica siamo al palo.
La parte divertente l’ho letta a proposito delle politiche giovanili e dello sport. Come in altre missioni lette su questo documento si sono riportate ampie parti dei Defr precedenti, ma in questo caso si può anche fare perché si può affermare che alcuni obiettivi e interventi è bene replicarli ogni anno, ma quello che ci fa veramente riportare alle comiche e ai vecchi film in bianco e nero, è questo: una parte della descrizione, sempre sul programma di sport e tempo libero, è stata copiata, pari pari, da un esame di un Istituto di istruzione superiore che aveva dato un tema sui giovani. L’Istituto superiore è l’Istituto Nobili di Reggio Emilia, la parte per quanto riguarda sport e tempo libero è stata presa da questo istituto e riportato sul Defr. La seconda cosa è che c'è una descrizione sul Piano dello sport 2017 - il vecchio Piano dello sport - che prevedeva una crescita del mercato turistico di chi assiste agli eventi sportivi. Peccato che questa ipotesi, che è stata ripresa, sia già vecchia di tre anni, quindi nei prossimi 2, 3 anni il tasso di crescita di questo mercato dovrebbe essere pari al 6% all'anno, rispetto ad oggi, ma la ricerca da cui è stato preso questo tasso di crescita è del 2013 ed è stato esposto nel 2014. Insomma è come quei compagni di banco che stanno vicino e copiano, ma non sanno copiare bene.
Riguardo la missione del soccorso civile abbiamo letto con interesse quello che è stato scritto, dobbiamo registrare che ancora il 75% di quello che è indicato nel documento è identico a quello che era scritto nel Defr di due anni fa. La restante parte è soltanto una descrizione dettagliata di quello che è accaduto dopo i tristi eventi del terremoto e degli atti emanati a ogni livello istituzionale, non dalla Regione, ma soprattutto dal Governo nazionale.
Credo di aver dato un quadro forse, se volete, anche un po' ironico, ma sicuramente significativo.
Per quanto riguarda la gestione del terremoto la conosciamo, i ritardi sullo smaltimento delle macerie, che è iniziato ad aprile con l'esercito, la verifica delle abitazioni che è ancora in alto mare, la realizzazione delle Sae che è ancora indietro. Quindi anche in questa parte dedicata al soccorso civile il Defr si attiene soprattutto a quella che era la situazione prima del terremoto e non del terremoto.
Noi voteremo contro questo documento, perché a questo documento non è stato dato il valore e il significato che la norma nazionale voleva imporre.
Il Def nazionale, noi lo sentiamo adesso nelle cronache, nei telegiornali ultimamente, è stato presentato, l’articolazione e l'importanza che viene data e l'attenzione con cui viene seguito è tutt'altra cosa rispetto a questo libro dei sogni, come l'ha definito il Consigliere Fabbri, dove c’è tutto, mettendo in queste 80 pagine di tutto e di più ma in concreto e stringendo ..., poi c'è anche la parte copiata pedissequamente da un Istituto superiore di Reggio Emilia che lo fa poco credibile, ed è la parte migliore, la parte più corposa e circostanziata, dice giustamente il Consigliere Bisonni.
Noi lo abbiamo letto, l'abbiamo guardato, ma in effetti non è che è cambiato più di tanto nelle intenzioni e nella politica che questa Regione sta facendo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo che quest'oggi, questo pomeriggio, in quest'Aula, si stia discutendo di una cosa molto importante perché è la vita di un esecutivo, è la vita di una maggioranza che governa un territorio e da questo documento dovrebbero scaturire delle linee guida e come riempirle di contenuti per quanto riguarda l'aspetto economico.
Purtroppo, bisogna dirlo, ancora una volta, è l'ennesimo anno, che questo documento non contiene delle strategie. Faccio due esempi per essere chiaro, c'è il problema del credito, questa maggioranza ancora non ha, dopo due anni e mezzo, affrontato il problema del credito, anzi c'è stato detto da questa Aula che il credito è un problema del libero mercato. E' successo un dramma, decine di migliaia di marchigiani hanno perso tutto quello che avevano nella Banca delle Marche, è arrivata l’Ubi Banca, è arrivato un collettore, il collettore di Bergamo che sta prelevando soldi dalla comunità marchigiana per portarseli su, a Bergamo, e abbiamo 150.000 imprese che soffrono.
Ultima notizia di domenica mattina: probabilmente c'era un credito cooperativo che sta sviluppando un progetto diverso rispetto al collettore - quello che viene a prendere i soldi e che non li ridarà al territorio, perché ormai così funziona il credito di Renzi - e cosa è successo? Che il modesto progetto di una BCC, che voleva entrare con un’ipotesi di rapporto diverso nel territorio, cioè rapportarsi direttamente con le piccole aziende, è fallito perché l’Ubi Banca ha detto: “No, noi preleviamo tutto. Preleviamo anche la Carilo di Loreto, Entra tutto in Ubi Banca” e questa regione sarà dipendente da Ubi Banca. Questo è il problema! Facciamo finta o fate finta di non affrontare questo problema, che è un problema reale che la comunità marchigiana ha?
Dall’Assessore Bora, alla quale più volte ho sollevato un problema, è ancora giustamente impegnata con i problemi che ha in questo momento, ancora oggi non è venuta una proposta, per esempio di un Confidi più corposo, di un Confidi che funzioni perché oggi l'economia non può aspettare i tempi biblici degli attuali Confidi che rispondono dopo 3, 4 mesi, perché i tempi sono questi. Occorre un Confidi che risponda dopo qualche ora se deve essere dato il credito all'artigiano. L’artigiano ha bisogno di questi servizi.
Parliamo poi seriamente di lavoro, perché questa regione è la peggiore dell'Italia centrale per quanto riguarda la disoccupazione, l'organo giornalistico d'informazione, il più importante, Il Sole 24 ore, colloca le Marche al livello peggiore dell’Italia centrale. Allora vogliamo affrontare su questi documenti questi problemi, Assessore? Non siete più bambini, andate soli, sono due anni e mezzo che governate questa regione! Per il credito non c'è risposta!
Cito solo questi due esempi che sono i più importanti: il credito e il lavoro. Vedo e leggo che qualcuno si impegna a discutere del lavoro, ma fuori da questa Aula, giustamente, ma qui dentro non si parla di lavoro, non ci sono proposte sul lavoro. Io ho già detto all’Assessore che nel settore delle scarpe occorrono circa 5.000 operai che utilizzano le orlatrici, la Confindustria del settore delle scarpe chiede circa 5.000 operai nel prossimo futuro, perché non si creano le condizioni?
Tutti sapete che queste imprese non possono assumere i lavoratori pagandoli per intero perché ancora devono imparare il mestiere, perché non vengono date delle risposte? Sono queste le risposte, caro Assessore Cesetti, che bisogna dare dentro questa Aula, no leggere questi documenti, perché questi documenti li fa un impiegato, gliel’ho detto un'altra volta, un impiegato della Regione fa questi documenti. Le linee guida politiche bisogna ascoltare qui dentro, se noi oggi avessimo ascoltato che c'era l'ipotesi di realizzare un progetto per il lavoro che diminuiva la disoccupazione del 2%, faccio un esempio, e poi al momento dell’approvazione del bilancio veniva riempito di contenuti, o se sul credito si diceva che c’erano delle possibilità per aiutare gli artigiani intervenendo sugli interessi, intervenendo sul Confidi, che il Confidi era pronto, era stato realizzato, tutte queste cose qui, allora era un documento credibile!
Questo non è nemmeno acqua calda, è una programmazione di enunciazioni, ma nella sostanza vi dovete convincere che non c'è niente, non ci sono i passaggi più importanti che servono a noi, che servono ai marchigiani, che servono all'economia, altrimenti di cosa stiamo parlando? Parliamo di che cosa se non ci sono questi contenuti?
Io ho voluto soltanto evidenziare questi due aspetti, perché lo sapete quanto ci sta a cuore il problema dell'occupazione, quanto ci sta a cuore il problema del credito e voi continuate a non rispondere e gli artigiani continuano ad avere difficoltà nel prendere 5.000 euro in prestito.
Queste sono le cose alle quali dovete rispondere e questo documento, ripeto, non contiene queste cose. E' un documento del nulla, è un documento di aria fritta, lo so che voi andate avanti di aria fritta e di nulla, siete ottimi comunicatori, ma a qualcuno la comunicazione gli ha portato sfortuna, attenzione, può darsi che ci siano altre sfortune ed io credo che continuare a dire che le cose vanno bene è una presa in giro, secondo me, non solo dell'intelligenza umana, ma soprattutto dei marchigiani perché i marchigiani sono presi in giro da una comunicazione che non corrisponde alla verità dei fatti.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 40. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Nomina

Elezione del Revisore dei conti dell’Ente parco naturale regionale del Conero
(articoli 2 e 5, l.r. 14 maggio 2012, n. 13 – articolo 14, Statuto dell’Ente) - Voto limitato ad uno

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione del Revisore dei conti dell’Ente parco naturale regionale del Conero - Voto limitato ad uno
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità ed inconferibilità dei candidati.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Rapa effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 24
Schede bianche n. 4
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 19

Ha ricevuto voti:
Gasparoni Gilberto n. 19.

Proclamo eletto Revisore dei conti dell’Ente parco naturale regionale del Conero il Sig. Gasparoni Gilberto.

Nomina

Elezione del Revisore dei conti dell’Ente parco naturale regionale del Monte San Bartolo
(articoli 2 e 5, l.r. 14 maggio 2012, n. 13 - articolo 11, Statuto dell’Ente) - Voto limitato ad uno

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione del Revisore dei conti dell’Ente parco naturale regionale del Monte San Bartolo - Voto limitato ad uno
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità ed inconferibilità dei candidati.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Rapa effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 24
Schede bianche n. 5
Schede nulle n. 2
Schede valide n. 17

Hanno ricevuto voti:
Comandini Alessandro n. 11,
Quarchioni Stefano n. 3,
Tomassetti Simona n. 2,
Longarini Domenico 1.

Proclamo eletto Revisore dei conti dell’Ente parco naturale regionale del Monte San Bartolo il Sig. Comandini Alessandro.

Interrogazione n. 509 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Dragaggio Porto di Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 509 - a risposta immediata - del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Spesso accade che il Movimento 5 Stelle ci chieda delle notizie apprese dai giornali, sarebbe più semplice apprenderle dall’Albo Pretorio della Regione per dire o dal sito.
Relativamente alle notizie apprese dalla stampa riportate nell'interrogazione, occorre precisare che il progetto relativo al porto di Fano, di cui trattasi, non è stato scorporato dall'Accordo di Programma, ma attivato in maniera autonoma rispetto all'escavo degli altri porti compresi nell'Accordo di Programma del 2008 (rimodulato in data 19 ottobre2016) che saranno attuati dall'Autorità portuale.
Tale anticipazione è stata necessaria in considerazione della gravità della situazione in cui versa tale porto, in termini di navigabilità, sicurezza e disponibilità degli ormeggi, peraltro richiesta dal Prefetto dell'Ufficio del Governo della Provincia di Pesaro e Urbino, nel corso di una riunione appositamente indetta e svoltasi presso la Prefettura stessa in data 28 giugno 2017. Questa anticipazione è stata a seguito della richiesta del Prefetto.
Per quanto attiene alle autorizzazioni necessarie si precisa che la Regione non autorizza il dragaggio dei porti, ma solamente la gestione dei sedimenti che derivano da tali interventi.
AII'Arpam e all'Ispra non compete il rilascio di alcuna autorizzazione, in quanto organi tecnici scientifici di supporto alle amministrazioni, all'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico centrale.
Detto ciò, si rappresenta che con decreto del Dirigente della posizione di funzione valutazioni e autorizzazioni ambientali e protezione naturalistica n. 62 del 25 settembre 2017 il Comune è stato autorizzato dalla Regione a:
- immergere in mare, ai sensi dell'articolo 109 del d.lgs. n. 152/06 e del D.M. n. 173/2016, i sedimenti derivanti dall'escavo delle aree del porto che abbiano fatto rilevare una classe A2;
- immergere in vasca di colmata, ai sensi dell'articolo 109 del d.lgs. n. 152/06, dell’articolo 21 della legge 179/2002 e del D.M. n. 173/2016, i sedimenti derivanti dall'escavo delle aree del porto, che abbiano fatto rilevare una classe B.
Il provvedimento conclusivo del procedimento (decreto n. 62/2017) e tutti gli elaborati progettuali ai fini del rilascio delle suddette autorizzazioni sono scaricabili dal sito web della Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. C'è una interrogazione depositata da me che risale a giugno ed il regolamento vuole che riceva risposta entro 20 giorni, quindi avendo saputo dai giornali che, in relazione a quanto chiesto nell’interrogazione: situazione dei porti, comitato che deve gestire programmi, progetti, e non avendo avuto nessun tipo di risposta, si anticipava una serie di attività relative all'interrogazione, alla quale mi dovevate rispondere a luglio e oggi siamo ben più tardi, mi sono permesso di fare un question time per vedere se effettivamente per quanto riguarda il porto di Fano a novembre si riesce a quagliare qualcosa.
Il fatto che il Comune ci possa mettere del suo è lodevole, il fatto che questa cosa venga scorporata, perché le lungaggini burocratiche in cui è impantanata l’Autorità portuale col suo comitato e la Regione non consentono di gestire correttamente anche gli altri escavi dei porti, è molto preoccupante.
Detto questo io posso anche essere nel merito specifico contento di questa risposta, augurandomi che il prossimo mese possiamo vedere il porto libero dal sovrasedimento che lo intasa da diversi anni, richiamo chiaramente il Presidente Mastrovincenzo e tutti quanti a discutere nei tempi del regolamento gli atti presentati e questa è una grandissima lacuna che la gestione di questo Consiglio ha. Continuiamo ad accumulare gli atti nel tempo e quando vengono discussi a distanza di 6/8/10 mesi, un anno, ci viene detto che non sono più attuali. Competenza e lavoro del Consiglio è quello di smaltire l'attività che i Consiglieri fanno, chiusa la parentesi e finita la polemica.

PRESIDENTE. Per l’ennesima volta le rispondo Consigliere Fabbri che lei ha un capogruppo che non mi sembra abbia chiesto riunioni suppletive del Consiglio che sarebbero state messe a voto.

(interrompe il Consigliere Fabbri)

PRESIDENTE. No, è essere necessario perché è impossibile fare altrimenti, non si può parlare del niente.
Ripeto, il Regolamento è applicato e le continuo a dire che il suo capogruppo non ha mai detto questo alla Conferenza dei capigruppo, è tutto a verbale. Proseguiamo.

Interrogazione n. 440
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Leonardi, Celani
"Revoca bando di contributo cooperative articoli 4, 6 comma 1, 1 bis della legge regionale 5/2003"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 440 dei Consiglieri Zaffiri, Leonardi, Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Rispondo per l’Assessore Bora.
Con riferimento ai temi sollevati dagli interroganti si forniscono i seguenti elementi informativi.
La legge regionale n. 5/2003 "Provvedimenti per favorire lo sviluppo della cooperazione" all'articolo 4 comma 2 e articolo 6 comma 1 e 1 bis prevede il sostegno agli investimenti innovativi e sperimentali delle cooperative.
In attuazione della delibera di Giunta regionale n. 1507 del 4 novembre 2013, con cui è stato approvato il Quadro attuativo 2013/2014 della suddetta normativa, con DDPF n. 46/ACF del 19 febbraio 2014 è stato approvato il relativo bando disciplinante le modalità di presentazione delle domande e di concessione dei relativi contributo, con un budget previsto per l'anno 2014 pari ad 840.000 euro.
Alla scadenza prevista (26 maggio 2014) sono pervenuti n. 75 progetti, i quali sono stati sottoposti sia all'istruttoria di ammissibilità che di valutazione, necessarie all'emanazione della graduatoria di merito.
La graduatoria è stata predisposta per la fine dell'anno 2014, tuttavia non è stato possibile giungere alla concessione dei contributi, in quanto, come indicato nella relazione al rendiconto 2014 (allegato alla legge regionale 27/2015), per garantire il rispetto del patto di stabilità non è stato possibile assumere i relativi impegni di spesa, rimandati al 2015.
Tuttavia nel corso del 2015, non è stato possibile individuare le risorse necessarie, con legge di assestamento del bilancio 2015, infatti, sono stati stanziati solamente i fondi necessari per dare copertura alla graduatoria relativa all'articolo 5 della legge regionale 5/2003, mentre non è stato possibile il rifinanziamento del bando 2013/2014 concernente gli articoli 4 e 6 della legge regionale 5/2013.
Ugualmente le risorse non sono state stanziate per il 2016 a fronte dell'oggettiva scarsità dei fondi disponibili.
In ogni caso, gli Uffici competenti alla concessione dei contributi hanno doverosamente avanzato a più riprese le relative richieste. Parimenti anche nella legge finanziaria per il 2017 non è stato possibile iscrivere gli stanziamenti necessari per il finanziamento delle pratiche ammesse.
Alla luce di quanto sopra, la protratta mancata disponibilità delle risorse a partire dal 2014 ha reso necessaria la revoca del bando, considerato il dovere dell'Amministrazione di concludere il procedimento e la necessità di dare certezza ai rapporti e alle aspettative negli interessati. Analogamente la Regione con delibera di Giunta regionale 1314 del 30 settembre 2003 aveva revocato un proprio provvedimento con il quale era stata approvata una convenzione per agevolare l'accesso al credito. Le convenzioni non poterono essere allora mantenute a causa della mancanza di risorse da destinare al vincolo inizialmente stabilito.
Recentemente la perdurante volontà della Giunta di reperire risorse utili a coprire l'avviso pubblico in discorso ha permesso di individuare possibili nuove fonti di copertura. Ciò consentirebbe di procedere alla riattivazione del bando e all'aggiornamento delle pratiche ammesse nel 2014, al fine di stilare una graduatoria e di procedere alla concessione dei contributi nel 2018.
La cosa che mi viene da dire è come mai nel 2014 sia stato approvato un bando senza copertura finanziaria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie Assessore che ha risposto alla nostra interrogazione, che si riferiva ad un bando di 840.000 euro per le attività delle cooperative.
Non mi soffermo molto sulla risposta che mi è stata data, preparata dagli uffici, che secondo noi è illegittima.
E' stato annullato un bando al quale hanno partecipato 75 imprese, cooperative, meglio, fra l'altro probabilmente tutte rosse, ma a noi questo non interessa. Quanto fatto dall'esecutivo è di una gravità inaudita, infatti mi risulterebbe che chi ha revocato questa delibera ha chiesto naturalmente parere all'Ufficio legale.
Siamo a questo livello nell'esecutivo: ci rendiamo conto che siamo in mare e l'acqua sale giorno dopo giorno e più sale più è alto il rischio di affogare? Questa è la storia, il provvedimento emanato dalla Giunta che cancella il bando. E' come se uno partecipa ad un concorso e questo viene annullato, ma cos’è scherziamo? Facciamo i giochetti! C’è un concorso, io lo faccio e poi mi dicono: “No, abbiamo scherzato e quel concorso non è valido”. Qui è stato fatto lo stesso, è stato detto alle cooperative: “Ci sono i soldi” e poi “No fermi tutti, abbiamo scherzato ed i soldi non ci sono più”. E' allucinante, chi ha fatto questo provvedimento? L’Assessore al ramo ha coperto, o ha fatto fare questo provvedimento, o l’ha fatto fare gli uffici, non so chi l’ha fatto, fatto sta che l’ha fatto l’esecutivo, non è stato fatto in Consiglio, è stato fatto in Giunta!
Scherziamo! Questo porterà anche ad un risarcimento danni per le cooperative che hanno partecipato perché è stato fatto loro un danno. Io rientro nelle 75 imprese, sono in graduatoria, aspetto i soldi, 840.000 euro, e mi viene detto che non ci sono più, ma è allucinante!
L’Assessore al bilancio è andato via, gli avrei chiesto quanto inciderà questo possibile danno e quanto sarà costretta la Regione a rimborsare a chi ha partecipato a questa graduatoria.
Questa è la situazione, voglio far riflettere l’esecutivo, anche se adesso è parzialmente presente, su questo provvedimento. Si azzera un concorso, perché di questo stiamo parlando, con persone che hanno partecipato ed hanno vinto, ma siamo fuori binario? E' troppo leggera la parola fuori binario, probabilmente siamo a un dilettantismo amministrativo che è molto preoccupante.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Consigliere Zaffiri non è la mia materia, però le dico che lo sdegno a me viene in realtà per chi ha approvato un bando senza la copertura finanziaria. Questa è la cosa che mi preoccupa!
Chi ha partecipato può avere anche ragione, io dico che se responsabilità c’è, poi verrà trovata, è di chi ha illuso facendo un bando senza la copertura finanziaria, a mio avviso. E’ un mio pensiero.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 354 del Consigliere Fabbri viene rinviata alla prossima seduta in quanto l’Assessore Pieroni si è assentato per un incontro con la Consulta per la Pesca.
Ha la parola il Consigliere Maggi sulla mozione n. 264.

Giovanni MAGGI. Visto che non c’è il Presidente Ceriscioli, chiedo di rinviare la mozione n. 264 alla prossima seduta, se possibile.

PRESIDENTE. Va bene, verrà inserita nell'ordine del giorno della prossima seduta che si terrà lunedì.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,40