Resoconto della seduta n.83 del 22/11/2017
SEDUTA N. 83 DEL 22 NOVEMBRE 2017

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 83 del 22 novembre 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 82 del 14 novembre, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Do atto che la mozione 227 della Consigliera Marcozzi è stata ritirata, così come annunciato nella Conferenza dei capigruppo.

Proposta di legge n. 164
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 ‘Testo unico delle norme regionali in materia di turismo’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 164 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Noi oggi andiamo ad approvare la proposta di modifica della legge regionale 11 luglio 2006 n. 9 “Testo unico delle norme regionali in materia di turismo”. Un atto importante, ci abbiamo lavorato in Commissione e devo dire subito che dai lavori della Commissione è uscito fuori con chiarezza, e questa richiesta la rimandiamo subito alla Giunta ed all’Assessore, la necessità di rivedere tutta la legge per poterci fare una riflessione approfondita, difatti alcuni articoli che sono stati presentati sono stati soppressi, non perché non era possibile condividerli, ma perché nell'approfondimento è venuta fuori la necessità di una riforma della legge stessa, e questo lo spiegherò anche nella presentazione degli articoli.
Questa necessità è venuta fuori anche dalle audizioni delle associazioni di categoria che richiedono una revisione complessiva della norma per quanto riguarda il turismo.
Gli articoli presentati dalla Giunta sono 12 e vado velocemente ad esaminarli. Devo dire che il lavoro è stato coordinato da parte dell’intera Commissione, tant’è che arriva in Aula con il voto favorevole dei Commissari, con un solo astenuto, quindi un lavoro concertato tra i componenti della Commissione.
L'articolo 1 viene soppresso in quanto considerato superfluo da un punto di vista tecnico, non necessario all’approvazione di queste modifiche; abbiamo però approvato l’articolo 1 bis che individua il Cea, con la legge regionale del 2016 avevamo già dato dei compiti specifici al Cea per quanto riguarda l'informazione turistica, paragonato al lavoro che fanno gli Iat, che viene rimesso nel testo del turismo.
In questa legge, nel suo articolato, c’è la trasposizione e l’adeguamento alla normativa nazionale, il 90% degli articoli approvati e proposti sono di adeguamento alla legge nazionale.
L’articolo 2 individua nuove strutture turistiche-ricettive che sono i condhotel. Questa è una nuova formula ricettiva per valorizzare soprattutto nei centri storici, con la possibilità di camere e strutture distribuite su vari immobili, quindi una formula nuova.
L’articolo 3 inserisce nella legge sul turismo i marina resort che sono simili ai campeggi per quanto riguarda il servizio turistico, spazi marittimi dove si dà la possibilità di attraccare alle imbarcazione, quindi ospitalità per i proprietari di imbarcazioni, un’ospitalità giorno/notte con la permanenza nei marina resort. Viene data anche la possibilità alla Giunta di emanare l’elenco delle caratteristiche necessarie, stando dentro la normativa nazionale, per riuscire ad avere il riconoscimento di marina resort.
L’articolo 4 e l’articolo 5 riguardano modifiche tecniche necessarie per l’adeguamento alla legge nazionale.
L'articolo 6 viene soppresso perché prevedeva una modifica sulle dimore storiche che son già previste e sono dentro al sistema alberghiero, quindi questo le porterebbe fuori. Su questo articolo si è aperta una discussione ed è uno di quelli, come dicevo prima, che sono stati soppressi per la necessità di rivedere la legge, quindi questo sarà ripreso in maniera concreta ed approfondita nel momento in cui andremo a rivedere, e spero anche celermente, tutta la normativa. Tant’è che su questo articolo c’era anche l’opposizione di alcune associazioni di categoria, ma al di là di questo abbiamo visto che questo elemento andava sicuramente approfondito, quindi bisogna farlo nella rivisitazione della legge complessiva.
Lo stesso vale per l’articolo 7 che riguarda i Bed & Breakfast, da tre stanze si passava a quattro e da sei a otto ospiti. Anche su questo non c'è nulla da obiettare anche se c’erano pareri contrastanti. Si verifica però il fatto che queste modifiche non hanno gli stessi effetti su tutto il territorio regionale, ci sono delle problematiche fatte presenti dalle associazioni di categoria che andrebbero approfondite all’interno della rivisitazione della legge, tanto più che ci siamo accorti che esiste nella normativa “l'affittacamere”, che ha un titolo per esercitare a livello turistico, quindi è un imprenditore, e non può avere più di dodici ospiti. Per l’integrazione del reddito può arrivare a otto, questo significa che la legge va rivista, lo ripeto per l’ennesima volta, ha 11 anni e va rimessa in discussione, secondo me, confrontandosi con le varie associazioni di categoria che, ripeto, lo chiedono con forza.
Seguono gli articoli 8, 9 e 10 che sono legati alla modifica ed all’adeguamento alla legge nazionale, sono situazioni tecniche che vengono accettate e che sono di norma nazionale.
L’articolo 11 prevede che non ci sono maggiori oneri finanziari a carico della Regione.
Nell’articolo 12 abbiamo soppresso la lettera d) che riguardava una proposta delegata dalla legge forestale che sinceramente non c’entrava nulla con la legge del turismo, stessa cosa per quanto riguarda la lettera e), avremmo dovuto sopprimere l'articolo, ma prima dovevamo sopprimere anche la lettera e).
Un lavoro abbastanza semplice, tranne la parte importante legata alla realtà dei campeggi. Ricordo che con l’articolo 4 diamo una soluzione a problematiche legate ai campeggi, come quella di lasciare l'attrezzatura, in questo caso roulotte e camper, nella piazzola anche d'inverno, perché sapete benissimo che attualmente in inverno dovevano spostarsi in altro luogo. Questo dovrebbe dare una soluzione anche se in questo caso ci sono altri aspetti che andrebbero approfonditi con un ragionamento più complessivo legato alla rivisitazione della legge.
Un lavoro concertato che dà delle risposte per l’adeguamento della legge, permette alcune sanatorie e dà risposte, ma tutto il settore ha bisogno di una rivisitazione, chiesta anche dalle associazioni di categoria.
Ringrazio la Commissione per il lavoro svolto e per la disponibilità che ha dato nel rivedere la legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Mi sembra che il Presidente Traversini abbia illustrato ampiamente ed in modo dettagliato le finalità e le modifiche che vengono apportate.
Direi che è una proposta di revisione e di una manutenzione ordinaria del testo unico sul turismo, da una parte recepisce alcune norme nazionali e dall’altra introduce qualche piccolo aggiustamento su delle situazioni controverse che si erano verificate nel territorio.
Paradossalmente possiamo dire che in questa legge quello che fa più notizia è quanto è stato soppresso più che quanto resta della proposta originaria, fa molto più notizia perché affronta tematiche da tempo sul tappeto che dobbiamo necessariamente affrontare. Una per tutte è il discorso dei B&B, cui accennava il Consigliere Traversini, prima o poi si dovrà decidere che importanza dare a questo tipo di accoglienza, di ricettività, se rimane una forma cosiddetta “a livello hobbistico o amatoriale” o se dovrà diventare prima o poi un discorso prettamente imprenditoriale.
Questa legge, che noi oggi portiamo in Aula e che modifica il testo unico sul turismo, dà dei riscontri abbastanza semplici, che nella sostanza modifica pochissimo, e ci dà modo di riflettere su quello che è questa branca, questo settore dell'attività imprenditoriale della Regione, cioè il turismo.
Questo discorso oggi ci dice che noi dobbiamo mettere mano, sicuramente in tempi brevi, ad una rivisitazione completa del testo unico sul turismo, adeguarlo alle esigenze dei nostri giorni, dei nostri tempi.
Dobbiamo rivedere tutto sulla promozione, dobbiamo rivedere tutto sull’accoglienza, dobbiamo finalmente decidere che cosa vogliamo fare per destagionalizzare, parola abusata, perché quando andiamo a vedere non si sa quello che facciamo. Quindi dobbiamo introdurre delle norme per far sì che effettivamente i nostri imprenditori possano adeguarsi alle richieste di mercato, fondamentale un discorso di questo tipo.
In sostanza dobbiamo capire che tipo di valore imprenditoriale vogliamo dare a questo settore dell'economia marchigiana. Che tipo di valore vogliamo dare all'impresa turistica? La vogliamo equiparare all'economia dell'impresa pesante, manifatturiera, meccanica e altro? Credo di si, è arrivato il momento perché abbiamo tra le mani un prodotto, che è il prodotto Marche, un prodotto appetibile, un prodotto che diventa sempre più competitivo, però dobbiamo dare degli strumenti a chi lavora in questo settore tali da renderlo concorrente.
Seppur questa legge è una manutenzione ordinaria del testo unico vigente, ci dà modo di riflettere sulla necessità di riaffrontare questo discorso prossimamente, magari nei prossimi mesi, per rivisitare completamente il testo unico sul turismo, introducendo una serie di normative, di possibilità, che gli imprenditori chiedono da tempo, ma risposte non sono state date.
D’altra parte significa affermare che per noi il turismo nell’ambito della politica industriale di questa regione ha un posto in prima fila, è sul podio, ed ha un prodotto, una materia prima, che è il nostro territorio, da vendere nel modo migliore. Dobbiamo quindi dare gli strumenti più adatti e più efficaci possibili a chi fa impresa per poterlo valorizzare, per poterlo rendere il più possibile competitivo.
Quali sono gli elementi che vengono portati come innovativi? C'è il problema ovviamente del condhotel, ci siamo adeguati alla normativa nazionale, che dà la possibilità di vendere stanze all’interno degli alberghi per una superficie non superiore al 40%, nasceranno anche qui problemi di gestione dei grandi complessi, ci si augura che questo aspetto innovativo possa essere introdotto anche nella regione Marche, già altre regioni hanno fatto esperienza in questo senso, l’hanno fatto in Emilia-Romagna, in Veneto, la possibilità di vendere stanze a privati all’interno di complessi alberghieri per superfici che non superano il 40%. Nasceranno problemi di gestione, però al tempo stesso credo che sia un incentivo per determinate forme di turismo, per determinati visitatori che vogliono avere un punto di riferimento all’interno di alberghi di grande qualità.
Noi non abbiamo molti alberghi a 5 stelle in questo territorio, è necessario procedere ad una riqualificazione strutturale di questi alberghi ed il condhotel va in questa direzione.
L'altro aspetto è quello di aver introdotto il concetto di marina resort, anche questo molto importante, significa che dobbiamo introdurre delle normative per migliorare le nostre strutture portuali, i nostri porti turistici, perché è inutile fare le marina resort e poi non avere servizi idonei all’interno delle aree portuali. Ecco la necessità che questa norma venga integrata con una serie di altre normative.
In ultimo si mette una piccola pezza, che secondo me non risolve il problema, sui campeggi. Sapete benissimo c’è una polemica in questo senso, la Magistratura è intervenuta in determinati campeggi per abusi edilizi ritenendo che tutte le strutture, che vengono bloccate il mese di ottobre, a stagione ferma, debbono essere completamente rimosse perché sono trasformazioni del territorio e noi introduciamo una normativa con la quale diciamo: “Se tutta questa roba viene mantenuta in custodia nella piazzola, quindi non nelle parti comuni del campeggio, può starci”.
Su questo ho dei grossi dubbi, non sono un fine giurista come l’Assessore Cesetti, penso che questa norma, per essere valida, debba essere integrata con normative urbanistiche, per cui ho chiesto in Commissione che prima o poi ci si torni integrandola con norme urbanistiche perché detta così è soltanto un discorso turistico e basta, però un passettino avanti è stato fatto nel senso di dire: “Bene a fine stagione questa roba la potete ammucchiare sulla vostra piazzola, io che sono il gestore del camping la prendo in custodia”.
Non so se questo basta per poter dire che il problema è risolto, ho dei dubbi, li ho espressi in Commissione e mi auguro che ci si possa tornare con l’aiuto di esperti, con l’aiuto dei funzionari e dei dirigenti dell’Assessorato all’urbanistica, se poi c’è da modificare e da integrare questa norma speriamo di farlo velocemente per ridare stabilità a questo sistema perché il mondo dei campeggiatori è sempre più in espansione, è soprattutto rivolto ad un turista giovane e nella nostra regione non possiamo perdere questo tipo di turismo.
Ripeto, in Commissione ci siamo espressi favorevolmente, sono state tolte alcune situazioni che ritenevamo non era il caso di affrontare con una modifica così leggera e abbiamo preso l'impegno di dare il nostro contributo in una modifica radicale di questa legge, anche se in questo momento a questa modesta variazione siamo favorevoli, così non torno sulla dichiarazione di voto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Poche cose se non queste: il quadro economico, visto che parliamo di una legge che riguarda le attività economiche della regione, che emerge dall'ultima indagine fatta da Banca d'Italia per quanto riguarda le Marche è davvero preoccupante. Non abbiamo agganciato la ripresa, i dati della disoccupazione salgono anziché scendere, come nel resto del Paese, e la piccola e media impresa ancora oggi, dalla fotografia che Banca d'Italia dà dell'economia regionale, fatica a ritrovare una ricollocazione sia in termini di qualità del credito che in termini di certezze per il mercato interno, mentre sono più o meno adeguate al resto dei dati quelle che hanno a che fare con l’export.
La cosa che emerge più di tutte, secondo me, è come manchi alla nostra economia regionale una specificazione dei ruoli delle imprese. Era una regione manifatturiera, aveva delle filiere, queste filiere non tutte hanno avuto modo di riprendersi dal punto di vista economico dopo la crisi, ma manca un quadro economico e un settore specializzato nel turismo che credo sia la vera vocazione sulla quale puntare affinché molta parte della piccola e media impresa ritrovi una sua caratteristica.
Il turismo, lo diciamo ormai da troppo tempo, è il motore di questo Paese, ma lo è soprattutto della Regione Marche e su questo occorre investire ed è necessario capire nel merito di cosa stiamo parlando perché, per quanto riguarda le presenze turistiche, le presenze turistiche si possono fare soltanto se ci sono infrastrutture e posti letto. La maggior parte dei numeri, l’Assessore Pieroni poi sarà anche più preciso di me, relativi alle presenze turistiche nel nostro territorio riguardano i campeggi, cioè i numeri, la massa turistica che soggiorna soprattutto in estate nella nostra regione, vengono fatti all'interno dei campeggi.
Questo quindi è un settore che ha bisogno sempre di più di norme adeguate ai tempi, ha bisogno che ci siano certezze per gli imprenditori che vogliono investire nelle loro aziende e che le vogliono riqualificare, per essere in competizione con gli altri Paesi, per essere in competizione con le altre regioni e dare la possibilità, ristrutturando e riqualificando le proprie strutture, di offrire servizi sempre più efficienti perché ormai il turismo senza qualità non si può fare. Nessuno viene a dormire nelle Marche per stare nella condizione in cui si stava negli anni ’60, quindi per poter dare la possibilità agli imprenditori di investire, bisogna cambiare le norme.
Questa è la sede per farlo, credo che, come diceva anche il Consigliere Celani, è necessario sempre di più velocizzare, svincolare da certi vincoli burocratici, urbanistici, anche se vogliamo amministrativi, quelle imprese che hanno voglia di investire. Se noi non siamo in grado di liberalizzare quei settori non saranno competitivi, non lo saranno mai più, perché se si perde il traino della ripresa adesso, non sarà più acquisibile quel tasso di crescita.
Se possiamo, come ad esempio con questa norma, semplificare un po’ la vita agli imprenditori facciamolo adesso, altrimenti potrebbe essere troppo tardi e cerchiamo ed auspichiamo che i nostri campeggi, le nostre strutture ricettive sulla costa, siano sempre di più qualificate e diano accoglienza di alto livello.
Per farlo bisogna dare la possibilità di investire, bisogna dare la possibilità di anteporre la qualità della nostra ricettività anche rispetto ai vincoli normativi, perché troppi vincoli alla fine strozzano l’economia, mortificano le imprese e il risultato è che si perde in occupazione, si perde in posti di lavoro, e questo sicuramente oggi non possiamo permettercelo.
Quindi voterò a favore di questa modifica di legge e spero sia la prima di una lunga serie, che io auspico dal primo giorno, da quando il Presidente Ceriscioli giustamente ha detto: “Voglio cambiare anche le norme urbanistiche perché da quello dipende gran parte della ripresa economica”. Lo invito ancora di più ad intervenire in questo momento perché serve davvero una liberalizzazione di alcune norme, senza autorizzare lo sviluppo selvaggio di cui nessuno sente l’esigenza, ma ci sono tanti micro settori, come questo, che nella sommatoria fanno l’economia vera e reale di questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Ho apprezzato il relatore di maggioranza Traversini quando ha affermato che la legge sul turismo va comunque rivisitata con le associazioni di categoria, ma ho ancor più apprezzato le considerazioni fatte dal Consigliere Carloni il quale afferma che il turismo è il motore della nostra economia, però i dati che sono usciti sulla stampa sono veramente allarmanti.
Va bene questa modifica alla legge sul turismo, però dobbiamo fare un po’ di più. I dati recentemente diffusi dalla Regione Marche evidenziano un rilevante crollo delle presenze e degli arrivi, parlo soprattutto per il fermano, in questo momento -11,50 delle presenze, -7,32 per quanto riguarda gli arrivi.
Senza soffermarci nelle solite polemiche sull’individuazione della responsabilità, riteniamo sia giunto il momento di affrontare in modo deciso e costruttivo il tema del rilancio del turismo nella nostra area, troppo e troppo spesso abbandonata a sé stessa.
Le azioni da intraprendere subito riguardano sia l'aspetto strutturale che quello promozionale del complesso sistema dell’accoglienza. La promozione attualmente appannaggio della Regione deve essere totalmente ripensata mirando ad azioni con ampia prospettiva di efficacia anche utilizzando l'esperienza dei nostri operatori.
Per quanto riguarda la legge naturalmente richiamo l'attenzione sul ruolo che il turismo all'aria aperta ha svolto e continua a svolgere attraverso l'allestimento di strutture apprezzate sia in Italia che all'estero, da centinaia di migliaia di turisti che annualmente non fanno mancare la loro presenza nelle Marche.
Così come a tutti è noto il positivo riflesso sull’economia reale di intere aree che tale flusso genera sia direttamente che attraverso un indotto commerciale, artigianale, agricolo, che con esso si alimenta.
Purtroppo una non perfetta conoscenza del settore e delle norme che lo regolano sta portando a valutazioni che il più delle volte denotano soggettività e mancanza di raffronto con parametri oggettivi che questa Regione ha mancato fino ad oggi di individuare.
Riteniamo pertanto importante un intervento chiarificatore da parte della Regione, rivolto a fornire un'interpretazione autentica dei contenuti della legge 9/2006, e per questo che apprezzo il Presidente Traversini quando dice che vuole fare una rivisitazione della norma.
Due sono le raccomandazioni: la prima, la definizione di campeggio deriva da una prima normativa organica statale abrogata da una seconda legge dopo circa 28 anni, nessuna delle due però fa riferimento alla necessaria temporaneità del soggiorno all’interno dei campeggi, del resto neanche il d.p.r. 380/2001 all'articolo 3, comma 5, fa riferimento ad una limitata temporaneità della permanenza dei mezzi di pernottamento all'interno dei campeggi.
La normativa regionale intervenuta nel 2006, testo unico legge regionale 9/2006, introduce il termine temporaneo senza però definire i limiti, come invece opportunamente specificato all'articolo 11, comma 4, nonché in una contemporanea normativa relativa all’area di sosta camper, non una svista quindi, ma una volontà di non stabilire termini perentori, totalmente opposti ad un orientamento generale tendente a fidelizzare i turisti e non ad espellerli.
L’unica cosa che si fa presente che è opportuno che la Regione Marche provveda con un'apposita circolare, oppure nella modifica che farà successivamente, rivisitando la legge, a ribadire i principi e la propria inequivocabile volontà precisando che il termine “temporaneo” contenuto nell’articolo 11 della legge regionale 9/2006 deve essere riferito ai soli ospiti e non ai loro mezzi di pernottamento. Quindi è solo una raccomandazione, che il termine “temporaneo” sia riferito ai turisti, alla persona.
Il secondo punto riguarda la normativa statale in materia di edilizia relativa alle strutture ricettive che attualmente è più chiara e meno restrittiva di quella regionale. I 10 anni che le separano hanno orientato il legislatore statale a non ignorare le dinamiche intervenute nel mercato turistico e a regolamentarlo evitando eccessive penalizzazioni. Infatti l'attuale formulazione dell'articolo 3, comma 5 del d.p.r. 380/2001, esclude dall'ambito autoritativo “l'installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili e imbarcazioni” all'unica condizione che siano “ricompresi in strutture ricettive all'aperto per la sosta ed il soggiorno dei turisti, previamente autorizzate sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, in conformità alle normative regionali di settore”.
Quindi se la struttura ricettiva (e non i singoli manufatti) è stata previamente autorizzata sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, in conformità alle normative regionali di settore, l’installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, camper, case mobili, imbarcazioni, non è soggetta a permesso di costruire.
Nella normativa regionale permangono alcune limitazioni all'installazione di allestimenti stabili e mobili che, alla luce del più recente orientamento statale, dovrebbero essere rimosse o almeno meglio chiarite. Infatti all’articolo 12, comma 3, è prevista la possibilità di inserire nei campeggi “allestimenti stabili minimi, nel limite di una capacità ricettiva non superiore al 25% di quella complessiva dell’esercizio”. Manca una chiara definizione di “allestimento stabile minimo”.
L’articolo 19 stabiliva nel 60% della capacità complessiva dell’esercizio il numero di turisti che possono essere ospitati in mezzi mobili di pernottamento, ponendo una serie di condizioni imprecise che si prestano ad interpretazioni non univoche ed a valutazioni soggettive (modalità di allaccio alle reti, meccanismi di rotazione).
E’ pertanto opportuno chiarire e definire che per la presenza di allestimenti stabili minimi non è richiesto il permesso di costruire anche quando siano realizzati con manufatti leggeri anche prefabbricati (allineando la normativa regionale a quella statale, d.p.r. 380/2001, articolo 3, comma 1 e 5); le strutture mobili e gli allacci alle reti debbono poter essere rimosse senza la loro demolizione totale o parziale, per potersi definire tali.
Queste sono le due raccomandazioni che ho fatto anche al Presidente della Commissione e relatore di maggioranza Consigliere Traversini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo che questa legge sia la tinteggiatura della facciata di un palazzo perché quella che era arrivata in Commissione era una proposta abborracciata che tentava di porre la soluzione a qualche problema ed invece li creava, ad esempio per i B&B.
In Commissione questi aspetti negativi della legge con il Presidente li abbiamo messi da una parte perché se la maggioranza vuole modificare questo settore, uno dei filoni importanti dell'economia marchigiana, deve presentare una proposta di legge complessiva, che affronti in modo particolare il problema dei campeggi, perché non possiamo lasciare l'interpretazione delle leggi, Presidente Ceriscioli, ai magistrati che stanno creando dei danni economici lungo la costa, perché realtà in cui c'era un'affluenza di più di 50.000 persone durante il periodo estivo è venuta a mancare. Là un magistrato si è alzato alla mattina e ha detto: “Bisogna chiudere i cancelli”. Queste cose non sono possibili! Presidente, lei deve convenire che non sono possibili, perciò la legge deve essere organica e recuperare queste situazioni.
Ecco perché ho detto che questa legge che andiamo a votare, che noi voteremo perché va a recuperare degli aspetti nazionali, è la tinteggiatura di un palazzo, bisogna entrare dentro per risistemarlo, Presidente. Questo punto era all’interno del suo programma elettorale quando si è insediato in quest’Aula, oggi siamo a due anni e mezzo da quel momento e credo che questa proposta di legge seria inizi a vedere la luce.
Questa proposta di legge che in questo contesto spinge a superare qualche difficoltà sul territorio e riprende una legge nazionale, meglio di niente è, prendiamo questa legge, la modifichiamo, però ci deve essere un impegno politico, Assessore, la maggioranza si impegni nel più breve tempo possibile a presentare una legge per affrontare veramente il settore del turismo nella regione Marche e in modo particolare, come già ho ascoltato da chi mi ha preceduto, il settore dei campeggi, dove non essendo chiara … Secondo me la legge è chiara, però ci sono questi giudici che interpretano, non applicano le leggi, le interpretano, allora sull'interpretazione bisogna che diamo un messaggio scritto sotto forma di legge che sia il meno possibile interpretabile.
Diceva il Consigliere Celani, urbanistica e turismo, credo che occorrano questi passaggi, in modo tale che nessuno nei campeggi possa più intervenire o sulle cassette di Ussita o sul problema lungo la costa di Porto Sant’Elpidio, di Porto San Giorgio per quanto riguarda quel tipo di turismo.
Noi, Assessore, dobbiamo stroncare queste interpretazioni, se vogliamo fare l’interesse della comunità marchigiana ed in modo particolare del turismo.
Ecco il nostro contributo, noi siamo disposti a ragionare seriamente attorno a questa legge, come diceva prima il Presidente Traversini della II Commissione, abbiamo stralciato tutte quelle cose che erano messe là in modo un po' abborracciato da parte degli uffici che hanno presentato questa legge, credo però che oggi sia necessario prenderla in mano in termini complessivi, diversi e rivista in base alle esigenze attuali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. In molti, sia nelle Marche che in Italia, affermano che il turismo è il nostro petrolio. Io sono fermamente convinta di questa affermazione perché penso che nel settore si possano trovare veramente grandi fonti di sviluppo, il problema è quello di trovare le risorse e gli strumenti più idonei per estrarre questo petrolio e portarlo a dare frutti.
Dichiaro che voterò positivamente questa proposta di legge, anche se, da quanto è emerso sia dai lavori della Commissione, sia dagli interventi dei Consiglieri che mi hanno preceduta, è solamente una modifica parziale che in parte adegua alcune normative, quindi la vetustà di una legge rispetto al cambiamento che c'è stato in questo settore. In parte voleva intervenire per superare alcuni problemi che si sono purtroppo verificati a danno di chi opera nel turismo, ma ovviamente ha una valenza limitata perché, come è stato ben precisato dal relatore di minoranza Celani, si va ad intrecciare con altre normative, come ad esempio quelle urbanistiche.
Ora l’esigenza che è emersa, sulla quale chiedo che rimanga acceso un faro, è quella che dopo l’approvazione di questa legge non si passi oltre, c'è la necessità di una riforma organica di questa materia e soprattutto di un'attenzione concreta con investimenti e misure sempre concordate con chi opera in questo settore.
Le difficoltà crescenti non ce le dobbiamo nascondere, quelle di un comparto e quelle conseguenti al grave sisma che ci ha colpito, perché i numeri che venivano snocciolati dalla Consigliera Marcozzi, sono anche il frutto di quel dramma che ci ha colpito, e tutti noi, come Consiglio regionale, dobbiamo lavorare in un senso unico, verso la promozione di questo settore.
Non scendo nel merito dei singoli articoli perché sono stati ben dettagliati dai relatori sia di maggioranza che di minoranza, chiedo però fortemente, mi sembra che come sempre in settori importanti a parole ci spendiamo verso un'unica direzione, che a queste parole seguano i fatti, che poi sono la parte più importante, quindi all'Assessore, alla Giunta e a tutta l’Aula consiliare chiedo un'attenzione perché una riforma organica del settore, tenendo conto di quelle che sono le difficoltà e tenendo conto anche dell'interazione con altri settori, come quello dell'urbanistica, possa essere portata avanti al più presto, perché perdere quote di mercato, perdere attrattività, sono tutti fenomeni che difficilmente si riescono a ricompensare, quindi bisogna fare un lavoro doppio nel momento in cui si perde il Pil, come attrattiva e come offerta, e bisogna lavorare il doppio per recuperare quote di mercato che si perdono.
Quindi l'attenzione della Regione su questo settore deve essere massima e chiedo che lo sia non solo a parole ma soprattutto con i fatti e con gli atti. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, credo che questo sia un provvedimento importante perché propedeutico ad una riforma più generale del turismo e dell'accoglienza nella nostra regione.
Il Consigliere Zaffiri parlava di tinteggiatura, la tinteggiatura, come sappiamo, all'interno delle manutenzioni è qualcosa di importante, però noi non vogliamo limitarci alle manutenzioni e quando dico noi faccio riferimento soprattutto al Presidente della Commissione Traversini che in modo chiaro, preciso, netto, ha detto: “C’è una necessità” e la necessità è la rivisitazione di tutta la legge.
Lui è stato il primo ad intervenire questa mattina in questa Aula ed è stato lungimirante perché ha colto quello che è il filo rosso di tutti gli interventi, ovvero bene quello che facciamo, ma occorre un provvedimento di carattere più generale, e questo il Presidente l'aveva anticipato.
Quindi partendo da questa considerazione, credo che noi, quando parliamo di turismo in una regione come la nostra, come le Marche, e l’Assessore Pieroni lo sa benissimo e sta operando in questa direzione, dobbiamo fare in modo che il turismo si possa fare, va sotto il nome di destagionalizzazione, tutto l’anno. In questa regione ci sono le condizioni perché il turismo si possa fare tutto l'anno.
Aggiungo anche questo, non solo tutto l’anno, ma in tutte le località, dalla costa alle aree interne, rurali, al nostro Appennino, preappennino, ovunque, perché ci sono le condizioni, perché c'è una ricchezza diffusa. In questa regione abbiamo delle eccellenze ed ovunque ci sono delle ricchezze, quindi turismo tutto l’anno ed in tutte le località.
In una precedente responsabilità istituzionale ero partito da una considerazione che riassumeva un'azione di governo, che non si riferiva soltanto al turismo, ma all'insieme del territorio, ero partito così: dal mare all'Appennino. Poi nel corso degli anni ho modificato questa impostazione, perché è riduttivo ad esempio dire dal mare, ma bisogna dire con il mare, perché dentro il mare, nel mare, ci sono tante ricchezze, tante opportunità che possono essere, se viste nell'insieme dei territori, con il mare fino all'Appennino, un momento vero di valorizzazione della filiera turismo nel suo insieme. Quindi per quanto mi riguarda, anche nel momento in cui facevamo promozione, in modo anche rigoroso, sobrio, sapendo che non era una competenza delle istituzioni locali andare all'estero, non soltanto dei comuni, ma nel mio caso della provincia, ogni anno si faceva, l’Assessore Pieroni se lo ricorda, una città d’Italia: Verona, Bergamo, Modena, Padova e così via.
Un giorno, per quello che riguardava la provincia di Ancona, con gli operatori della Riviera del Conero, di Fabriano, con gli albergatori senigalliesi, i ristoratori di questa nostra provincia, dalle associazioni culturali, ai teatri, alle Grotte di Frasassi e così via, incontravamo i tour operator di quella città, e l’anno dopo riuscivamo a constatare che quella iniziativa aveva mostrato la sua efficacia perché molti erano i modenesi o i veronesi che venivano non soltanto nella provincia di Ancona, ma nelle Marche.
Quindi è chiaro che quando parliamo di una materia come questa, che significa ambiente, storia, cultura, archeologia, significa l'insieme della qualità dell'offerta turistica, quindi anche le nostre ricchezze legate anche alla nostra storia, alla nostra profonda civiltà, quando parliamo di tutto questo, parliamo del nostro ossigeno.
Sono d'accordo con la proposta che esce dalla Commissione, tra l’altro se non ho capito male - non sono componente di quella Commissione - è stata votata all’unanimità o quasi, quindi ha avuto un largo consenso, mi permetto di sottolineare il parere del Crel che non è altro che il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro perché secondo me coglie bene alcuni aspetti, ovvero il valore dell'impresa turistica.
Il relatore di minoranza Consigliere Celani diceva: “Dobbiamo dare strumenti a chi fa impresa per valorizzare il turismo”, benissimo, d'accordo, però noi dobbiamo fare in modo, fin qui va benissimo, di agevolare l'impresa turistica, ovvero il valore intrinseco che è nell'impresa turistica e questo nel parere del Crel viene scritto.
Noi dobbiamo essere attenti alle forme non imprenditoriali, perché dobbiamo fare in modo che non si producano effetti distorsivi, quindi il valore dell'impresa, riconoscere il nuovo, come diceva il Consigliere Traversini, ci mancherebbe, noi siamo abituati a guardare avanti, a guardare il futuro, quindi il nuovo va riconosciuto, ma altra cosa è l'impresa rispetto tutto quello che si muove, vista anche la fase particolare, e qui il parere del Crel la sottolineava, che stiamo vivendo.
Quindi investimenti, conoscenze, specializzazioni, qualità dell’offerta, è su questo credo che dobbiamo costruire il futuro della nuova proposta di legge, della proposta di legge organica. Non so se questo lo farà i gruppi consiliari, la Giunta, l'Assessorato, lo faranno insieme, lo farà la II Commissione, poco importa, l’importante è che chi ha capacità di iniziativa legislativa faccia la sua parte, con le figure vere del territorio, quindi da un lato le istituzioni e dall’altro l’impresa intesa in senso lato, dai ristoranti, agli alberghi, ai camping, a tutte quelle che sono le strutture ricettive, a tutti quelli che sono gli operatori all'interno di una filiera, l’importante è che ci muoviamo all’interno di una filiera ed anche di quei settori che direttamente o indirettamente toccano il turismo. Quindi non soltanto l’ambiente o l’agricoltura, ma anche l’industria perché abbiamo visto che l’industria, alcune produzioni di qualità incidono direttamente nella ricchezza dell’offerta turistica.
Chiudo con una raccomandazione: facciamolo bene, facciamolo presto, facciamolo tenendo presente un solo aspetto: la qualità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Intanto voglio sottolineare quello che anche altri hanno evidenziato, ossia l’importanza del turismo nelle Marche.
Qualcuno ha detto è il petrolio delle Marche, concordo pienamente, penso che possa essere la prima industria vista in senso largo delle Marche, noi dobbiamo sempre più valorizzare il nostro territorio e quindi valorizzare l'attività turistica da tutti i punti di vista: ambientale, enogastronomico, culturale, religioso e via dicendo.
Devo dire che, nonostante il sisma, le Marche hanno retto bene e questi sono dati di cui bisogna prendere atto, non è una discussione politica, sono dati oggettivi. Le Marche hanno retto bene da questo punto di vista e, come abbiamo detto la volta scorsa, e l'ho dichiarato in Aula, ho apprezzato anche il piano di investimenti considerevole, di 35 milioni di euro, che si sta mettendo in questo settore.
Da questo punto di vista mi sembra che ci sia un'attenzione giusta per quella che dovrebbe essere la prima attività, la prima industria delle Marche.
Detto questo, questa proposta di legge, che apprezzo e che voterò, penso che vada nel senso di un'ulteriore valorizzazione di questo settore, coinvolge aspetti importanti, ho un piccolo dubbio su un articolo, ma complessivamente ritengo la legge valida e degna di essere votata.
Gli aspetti che trovo interessanti e che mi piacciono molto brevemente li vado ad elencare: ad esempio apprezzo il fatto e lo apprezzo veramente moltissimo che vengono inseriti nella legge i Cea, cioè nei centri di educazione ambientale, e questo permetterà di valorizzare e regolamentare questi importanti centri, che svolgono una funzione fatta dai volontari molto importante sul territorio, che attualmente non vengono, a mio giudizio, valorizzati nella maniera dovuta, quindi questa legge va a regolamentare ed a valorizzare questi centri; l'istituzione del registro per i Bed & Breakfast anche qui si va a regolamentare un settore importante e questo permetterà di avere maggiore chiarezza, maggiori dati ed anche una pianificazione ed un coordinamento migliore.
Altro aspetto positivo è relativo al fatto che la legge stabilisce che per l'esercizio delle professioni turistiche è necessaria una specifica abilitazione, questo significa che stiamo andando alla ricerca della qualità, delle professionalità, non ci si può improvvisare come guida turistica o come una professionalità all'interno in questo settore se non si hanno le dovute competenze ed anche riconosciute.
Quindi per tutti questi aspetti, i principali sono questi, ma ce ne sono anche altri, ripeto, voterò favorevolmente questa legge.
L’aspetto critico che chiedo di chiarire, magari all’Assessore o a qualcuno, è in merito all'articolo 4, quello che riguarda le piazzole, però, ripeto, complessivamente credo che la legge vada nella direzione giusta ed apporta un contributo positivo a quella che secondo me dovrebbe essere la prima industria delle Marche, per cui confermo il mio voto favorevole a questa iniziativa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Come gruppo condividiamo che il turismo sia l’economia trainante della regione Marche, quindi mi aspettavo una legge che fosse una pietanza sapida e pieno di sapore, Assessore Pieroni, invece mi sembra una legge simile ad un brodino riscaldato, come si dice in Ancona un po’ “sciapo”, insipido.
Sembra che vada a rispondere alle esigenze di chi tira di più la giacchetta, mentre per il resto è meglio non stuzzicare e lasciare tutto così com’è per non creare problemi. Qualcuno lo diceva, il turismo non va limitato, certo nella norma tutto deve essere fatto secondo legge, però va lasciato più libertà all'iniziativa.
Va bene l’affitto delle stanze per gli albergatori, va bene che i campeggi non siano chiusi perché si possono lasciare delle strutture nelle piazzole, va bene tutta questa cosa, l’unica cosa, probabilmente perché non hanno santi in paradiso, riguarda i B&B, si chiede che venga fatto un albo dei B&B. C’era un articolo che li riguardava ed è stato soppresso, e diceva di ospitare 6 persone con tre stanze, ho fatto un emendamento per dire che 3 stanze andavano, no 4 come era nell’articolo soppresso, ma almeno 8 persone lasciarle, questo significa che se vengono due famiglie composte da 3 e 4 persone non possono entrare perché in totale sono 7 persone. E’ veramente una cosa quasi demenziale a protezione di chi non si capisce, quindi lasciamo le 3 stanze. Ho fatto una specie di compromesso per venire dietro a questa sensibilità del compromesso che ha la Giunta, ho fatto un emendamento dicendo lasciamo 3 stanze ma lasciamo 4 persone, perché se 2 famiglie hanno 2 figli ciascuna non possono entrare. Non è il fatto che non possono entrare, è un invito a trasgredire la norma perché i B&B se ci sono 2 famiglie con 2 figli ciascuno li fa entrare lo stesso ed è giusto che sia così. Però questo è stato stralciato.
Voi sapete che i B&B hanno una clientela, un turismo di fruizione che è diverso da quello della costa e, pensate un po’, io che sono un uomo di mare e di costa, un marinaio, devo difendere il turismo dell’entroterra. Vi riempite tutti la bocca dicendo che l’entroterra è penalizzato comunque e sempre e i B&B, che sono strutture non della costa, ma tipiche dell’entroterra, voi li penalizzate con una legge che doveva essere propedeutica ad una legge nuova che chissà se verrà. Il coraggio di questa Giunta è più verso le cose che devono essere lasciate nello status quo che nell’innovazione, è più verso chi tira la giacca che verso soluzioni che sono giuste e politicamente coraggiose, perché di questo si tratta.
Questa Giunta nel momento in cui deve dire si o no dice sempre “ni” e questa legge è un ni!
Io che sono un uomo che vive sulla costa ed amante del mare, sono per i marina resort, devo difendere i B&B, un turismo diverso per mentalità e fruizione, perché non è un turismo che va al mare, tutti dicono destagionializziamo il turismo, il B&B è un turismo per tutte le stagioni perché non è un turismo marinaro, non so perché questa cosa venga penalizzata, tra l’altro i B&B hanno un giro d’affari notevolissimo, sono sempre più in espansione, forse danno fastidio a qualcuno? Questa è la domanda che mi viene. Allora ho fatto un emendamento dicendo lasciamo le 3 stanze nei B&B ed anziché 6 facciamo 8 persone, lo sottopongo a voi e vediamo.
C’è chi dice di aspettare la legge, potevamo aspettare la legge anche per tutto il resto, abbiamo fatto questa cosa per venire incontro a delle esigenze immediate in attesa che la legge venga riformulata e il risultato è questo!
Mi scaldo perché non riesco a capire, è un po' d’ tempo che in Aula ed in Commissione non riesco a capire un sacco di cose, forse è un limite mio, ma mi sembra che la politica delle Regioni diventi sempre più un teatrino dove già le parti sono state assegnate.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Personalmente questa discussione mi fa molto piacere perché è stato evidenziato da tutti l’importanza di un settore strategico come quello del turismo, che viene definito forse il settore trainante dell'economia regionale.
Oggi questa proposta di legge va a migliorare alcune situazioni più che altro tecniche ed è corretto, come ha detto il Presidente della Commissione Traversini, rivedere in modo più organico l'intera legge regionale.
Questo anche perché, giusto per riprendere alcune parole del Consigliere Maggi, personalmente ritengo corretto mettere da parte il discorso per esempio dei B&B perché deve essere fatta una rivisitazione complessa dell'offerta turistica ricettiva regionale ed i B&B sono un’offerta peculiare, come diceva il Consigliere, anche in virtù della territorialità.
E' chiaro che deve essere fatta una regolamentazione e soprattutto deve essere data una prospettiva di integrazione fra tutte le forme dell'ospitalità e della ricettività ed è chiaro che, come più volte sottolineato, occorre una rivisitazione organica dell'intera legge. Una rivisitazione che deve avere una visione di prospettiva a 360° perché penso che il mondo del turismo sia uno di quei settori che negli ultimi anni ha avuto l'evoluzione più grande, una completa trasformazione, soprattutto per portare la nostra regione, la destinazione Marche, ad essere più competitiva con le altre.
Penso che per far questo occorrerà un po’ di tempo ed è necessario soprattutto avere una visione lungimirante che non si limiti all'immediato, ma che sia prospettica in un arco temporale di 5/10 anni, solo così, se abbiamo un’idea, un progetto vincente del turismo per la nostra regione, potremmo tornare ad essere competitivi.
Dico questo perché, mi permetto, non per piaggeria, di sottolineare il buon lavoro svolto dalla Giunta e dall'Assessore Peroni perché a febbraio, dopo il tragico evento del sisma, avevamo una situazione molto particolare che verificava una tendenza di un -70% dei flussi turistici nella nostra regione, mentre i dati usciti poco tempo fa, la settimana scorsa, testimoniano come si sia riusciti a reggere questo impatto terrificante.
Inoltre è stato anche attuato, secondo me, un giusto percorso - tutti parliamo di qualità - ed è partito dalla realizzazione di un bando per la riqualificazione delle strutture ricettive che da tantissimi anni non veniva fatto a favore del settore turistico.
Penso che gli ultimi interventi importanti risalgono al periodo delle mucillagini con dei finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione delle piscine nelle strutture ricettive e questo bando, visto che tutti parliamo di qualità, è necessario ed importante perché può dare alle imprese la possibilità di rimettersi sul mercato in una posizione ancor più competitiva, soprattutto dal punto di vista dell'offerta, identificando dei target ben precisi che possano mettere le aziende in pari concorrenza con quelle delle regioni limitrofe.
Inoltre è da ricordare il piano straordinario del turismo, che è una risposta concreta alle preoccupazioni che ci sono nel settore, insomma un percorso che si sta facendo che io penso sia un buon lavoro, soprattutto che siano integrate e messe a rapporto le istituzioni con le imprese. E' questo il punto che deve essere più importante, perché le imprese sono quelle che fanno turismo e le istituzioni è giusto che supportino il mondo delle imprese economiche, sia per quel che riguarda il territorio della costa, ma anche e soprattutto per l’entroterra che ha delle potenzialità enormi per apportare quel maggiore afflusso di turisti nella nostra regione.
Annunciò chiaramente il voto favorevole a questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Interverrò brevemente per alcuni aspetti, poi lascerò la parola all’Assessore Pieroni con il quale mi rallegro per il consenso pressoché unanime rispetto a questa importante proposta di modifica normativa.
Vede Consigliere Maggi anche i brodini riscaldati possono far bene, anzi possono essere indispensabili quando c'è un uomo influenzato, ma questo non è un pannicello caldo, non è un brodino riscaldato, credo che sia un provvedimento molto importante, ad esempio, ed è su questo che voglio intervenire, secondo me è di fondamentale importanza la norma contenuta nell'articolo 4 che va a modificare il comma 5 bis dell'articolo 12 della legge regionale 9/2006.
Come detto nella relazione della Giunta, che voglio ripetere, la modifica del comma 5 bis, dell'articolo 12 della legge regionale 9/2006, operata dall'articolo 4 di questa proposta di legge, vuole venire incontro alle esigenze di una consistente parte di turisti non particolarmente abbienti, che frequentano le strutture ricettive all'aria aperta della regione, più convenienti rispetto alle alberghiere e che, conquistati dalle bellezze del territorio e dalla qualità dell'offerta, si sono per così dire fidelizzati adottando la consuetudine di tornare ogni anno presso la medesima struttura.
Ciò ha determinato la pratica di lasciarvi i propri mezzi di pernottamento in custodia durante il periodo di chiusura, cosa già consentita dalla disposizione regionale in vigore, allo scopo di non imporre, sia ai gestori che ai clienti, oneri non strettamente necessari. La proposta in attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera e) punto 5 del d.p.r. 380/2001 “Testo unico dell'edilizia”, precisa che tali mezzi possono essere lasciati nella medesima piazzola - ribadisco nella medesima piazzola - senza necessità di spostarli in una particolare zona di rimessaggio. Fermo restando che gli stessi non possono assolutamente essere utilizzati in ossequio ai principi generali della materia fissati dalla giurisprudenza costituzionale, in particolare la sentenza della Corte Costituzionale 189/2015 che è intervenuta in merito all'articolo 3, comma 1, lettera e 5) del d.p.r. 380 dichiarandone la parziale illegittimità costituzionale.
Questo provvedimento molto importante dà una risposta a quei turisti che hanno meno possibilità e che sono appassionati della nostra costa marchigiana, se vogliamo del nostro Paese, di tutta la costa adriatica, dà una risposta anche a quelle strutture che ospitano questi turisti, strutture che hanno un'organizzazione consolidata da tantissimi anni e che hanno fatto affidamento su questa prassi consolidata.
Questo provvedimento fa chiarezza, ma la fa all'interno di un percorso giuridicamente praticabile e politicamente sostenibile perché coerente con quella che è la legislazione urbanistica nazionale. Se noi adottassimo un provvedimento che va, se vogliamo, a collidere, in contraddizione, con questa normativa, è di tutta evidenza che i Magistrati, che fanno il loro mestiere, potrebbero ad esempio sollevare la questione di legittimità costituzionale di una legge regionale, e questo noi non lo vogliamo. Per questo motivo noi, con questa modifica nel precisare che possono essere mantenuti anche nella medesima piazzola, specificando quello che già secondo me era contenuto nel comma 5 bis dell'articolo 12, credo che diamo una risposta ed anche un'interpretazione coerente a quella che è una nostra legge, quindi è una nostra prerogativa perché la disposizione nazionale, il d.p.r. sull’urbanistica, ci dice che il tutto deve avvenire in conformità con le normative regionali di settore. Noi abbiamo una competenza, però qual è il settore dove, e qui sta il punto, noi siamo intervenuti? Non sulla legge urbanistica, ma siamo intervenuti nelle normative regionali di settore del turismo, che è una competenza propria della Regione, in questo caso della Regione Marche.
Quindi intervenire qui a mio avviso è possibile e non andiamo ad invadere quella che altrimenti sarebbe una competenza devoluta a quella che è la legislazione nazionale. Così facendo, con un voto che mi sembra quasi unanime dagli interventi che si sono succeduti, noi diamo una risposta a quello che è un settore trainante, tra l'altro, un settore trainante del nostro turismo per quanto riguarda la nostra regione, ma non solo la nostra regione, dell’intero Paese, perché questo riguarda tutta la costa adriatica, dal nord fino a sud.

Presiede il Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Sicuramente quest'oggi ancora una volta in quest'Aula c'è un dibattito interessante ed anche profondo per quanto riguarda il settore del turismo che io collego sempre alla cultura.
Dico profondo perché molto probabilmente si sta riscoprendo in ognuno di noi l'importanza del valore aggiunto che il turismo può dare a questo nostro sistema socioeconomico marchigiano. Lo ricordava il Consigliere Carloni nel suo intervento quando diceva che le Marche stanno ripartendo con grande difficoltà per quello che riguarda la complessità dell'economia, ma questo settore deve essere, come è giusto che sia, un volano fortissimo per la regione Marche ed è chiaro che l'impegno in questi due anni e mezzo di legislatura, voluto anche dallo stesso Presidente Ceriscioli, è stato quello di impegnare, investire sempre più finanziamenti e risorse per tenere alta l'attenzione su questo importante ed immenso patrimonio turistico/culturale.
I dati che abbiamo letto, che come Regione Marche abbiamo voluto dare pochi giorni fa in merito alle presenze ed agli arrivi nel territorio marchigiano, dimostrano che, a fronte delle preoccupazioni che sentivo da tantissimi Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione - nei primi mesi del 2017 c'erano criticità e preoccupazioni per un crollo, un vero crollo del turismo, in alcune località si sono toccati picchi del 70% di rinunce e disdette - abbiamo avuto un calo di arrivi del 4,80% ma le presenze sono state -0,10%, sicuramente ancora più impegno per lavorare, per ripartire e ritrovare quei dati che erano collegati al 2015, prima del 24 agosto 2016. Sicuramente i dati che ci fanno ripartire da un'asticella importante e con una prospettiva meno preoccupante rispetto alle previsioni dei primi mesi del 2017.
Una notazione che mi sembra giusto fare, altrimenti sembra che il fermano abbia avuto un tracollo rispetto alla percentuale che è stata quasi sostanzialmente stabile in tutte le altre province, voglio ricordare alla Consigliera Marcozzi, che è di quel territorio, probabilmente lo sa e non ha avuto modo di approfondirlo, il campeggio “Verde Mare” è chiuso da qualche tempo e nel 2015 faceva - sicuramente avrebbe rifatto - 180 mila presenze, nel sistema della provincia fermana credo che 180 mila presenze, rispetto al dato dell'11% di crollo, avrebbero tenuto ancora più alta l’asticella rispetto alle altre province, come abbiamo altri alberghi che ancora ospitano, e naturalmente non li abbiamo conteggiato nel sistema delle presenze, i nostri cittadini colpiti dal sisma.
Quando diamo questi numeri siamo attenti a leggerli bene e ad approfondire il perché di queste criticità, Consigliera Marcozzi, altrimenti si crea un allarmismo in un territorio come se da parte delle istituzioni locali, da parte degli stessi operatori non ci fossero le attenzioni per ripartire. Ci tenevo a dare questa spiegazione, sennò sembrava che ci fosse una differenza altissima tra il fermano e le altre quattro province.
E’ chiaro che queste presenze, questi arrivi, ci stimolano a ripartire, è indubbio che, voglio ricordarlo a me stesso, noi abbiamo e vogliamo fare un percorso che valorizzi le strutture private che da 20 anni a questa parte, questo è bene ricordarlo, non ricevevano attenzioni così forti, come il bando che la Regione ha messo a disposizione per la riqualificazione ed il recupero, anche con dei percorsi abbastanza chiari e definiti, rilanciando il discorso dei bikehotel e di tutto il sistema della ricettività privata. Il bando scadrà da qui a pochi giorni, se non sbaglio il 10 o il 12 gennaio. Rispetto alle nostre aspettative e alle sollecitazioni che ci arrivano da tanti albergatori, che aspettano una risposta forte dalla Regione, questo è un percorso molto chiaro, un progetto molto definito di riqualificazione. Obiettivi chiari nei riguardi dei privati, per la prima volta la parte pubblica, in questo caso la Regione, interviene fortemente sulle strutture private.
La Regione Marche, senza voler tornare indietro, per la prima volta, per il biennio 2018/2019, investirà altri 8/9 milioni di euro per la promozione e per far conoscere questa nostra terra al mondo perché, l’ho detto altre volte, ma ritengo sempre giusto ribadirlo, noi non abbiamo un problema nell’accogliere i turisti, italiani o stranieri, che arrivano nella nostra regione, perché l’accoglienza è data dai privati che si impegnano al massimo, dalle strutture pubbliche a disposizione, ma è chiaro che l’obiettivo della Regione è quello di promuovere e far vedere questa nostra regione a tutto il mondo. Credo che investire 8 milioni di euro sia un segnale forte per far capire a tutti i marchigiani, ma in particolar modo agli operatori del settore, quanto la regione sia impegnata in questo percorso.
Oggi andiamo ad approvare una proposta che tocca alcune questioni specifiche, ma riprendo e voglio cogliere il messaggio partito dal Presidente della Commissione, e ripreso da altri Consiglieri che sono intervenuti, di rivisitare nella sua complessità il testo unico del turismo. Anche questa è una grande opportunità politica che la Giunta regionale vuole mettere a disposizione del sistema, sicuramente è un obiettivo che dobbiamo cogliere entro questa legislatura. Questo è l'impegno politico che mi sento di prendere a nome della Giunta, sentito anche il Presidente e tutti i componenti, aprire un tavolo di confronto, articolo per articolo, sul testo unico, con la Commissione, con i tecnici della Regione e naturalmente con le associazioni di categoria, perché anche loro devono essere coinvolte per arrivare ad una proposta condivisa al massimo. Credo che questo sia il messaggio politico, aprire questo tavolo già dal mese di gennaio significa ripartire e cogliere anche le osservazioni che sono emerse da questo dibattito.
Questo diventa un obiettivo importante e interessante, sicuramente anche questa proposta di legge va a toccare questioni che a mio avviso sono importanti che mai sono state inserite in una rivisitazione totale del sistema di accoglienza turistica.
Condhotel, residenze d’epoca, marina resort, siamo tra le prime Regioni a ragionare ed a fare una legge che tocca anche i marina resort, poi è vero che i nostri porti debbono essere migliorati, resi accoglienti e quant’altro, ma qui ci muoviamo su due situazioni diverse, come Giunta riteniamo di individuare le norme che possono dare la possibilità anche agli operatori privati di utilizzare e fruire delle nostre leggi.
Voglio con grande rispetto valutare anche la proposta fatta dal Consigliere Maggi del Movimento 5 Stelle, che poteva essere interessante, ma parlando con gli uffici mi hanno detto che il rischio vero è che non si esamini quell’emendamento in un contesto di proposta di legge complessiva che riguarda i B&B. Intanto noi riteniamo debbano essere individuati in un registro perché ad oggi, non la Regione Marche, ma quasi tutte le Regioni d'Italia, non hanno ben definito quanti sono i B&B sul territorio perché, voi sapete meglio di me, possono nascere in un giorno e possono smettere il giorno dopo in quanto non hanno una serie di normative.
Questo emendamento, Consigliere Maggi, rischia di mettere in difficoltà ancor più chi oggi ha un B&B perché se noi lasciamo le 3 stanze funzionanti, esistenti, e diamo la possibilità con questo emendamento di aggiungere 3 persone al posto delle 2 in ogni stanza, queste stanze hanno già una autorizzazione per una certa misurazione, rischiamo di creare una aspettativa che potrebbe ritorcersi contro gli stessi B&B. Allora dico, ed è il secondo messaggio politico, perché da subito, già dal prossimo mese non lavoriamo tutti insieme per riprendere una proposta di legge condivisa dalle associazioni di categoria per quello che riguarda i B&B? E' vero che i B&B oggi hanno sempre più attenzioni da parte dei turisti italiani e stranieri che arrivano nella nostra regione, non è tanto vero Consigliere Maggi che sono tutti nelle aree interne perché sappiamo che lungo la costa ce ne sono tantissimi, ma il problema non è dove stanno, il problema è quello di individuare una legge chiara che sia una garanzia per loro e che dia una volta per tutte una normativa definita per queste strutture che sono molto importanti nel sistema dell'accoglienza marchigiana e italiana.
Se condivide la proposta di partire subito, avendo a disposizione gli uffici e la Commissione, per elaborare una proposta sui B&B, secondo me in tre/quattro mesi, a differenza del testo unico, che è da fare entro la legislatura, la possiamo fare e potremmo dare un messaggio forte anche su questo settore strategico per la nostra regione.
Questo mio breve intervento per cercare di dare delle risposte intanto politiche, ma anche normative e spiegare il perché di questa proposta di legge.
L'Assessore Cesetti ha lavorato con me ed insieme all'ufficio legislativo per cercare di elaborare e definire bene la questione dell'articolo 4, che abbiamo inserito per dare certezze ai campeggi, ma anche a chi doveva e deve interpretare questa normativa. Una risposta chiara che, sono convinto, oggi il Consiglio regionale dà alle strutture ricettive ed anche a chi fa i controlli e giustamente deve controllare. Se siamo qui è proprio per fare maggiore chiarezza in tutti i settori e in questo caso era giusto inserire nella rivisitazione del testo unico per alcune parti anche l’articolo 4.
Credo che oggi al di là degli interventi devo dirmi soddisfatto, al di là di alcuni interventi giustamente critici, dove sono state rimarcate altre questioni, ho sentito che gli stessi Consiglieri anche di minoranza voteranno questa proposta, è un messaggio che tutti insieme diamo ad un sistema turistico che abbisogna sempre più di chiarezza, di vedere che la politica è vicina agli imprenditori della ricettività marchigiana.
La Giunta regionale ha a cuore la questione ed in questi ultimi anni c’è stata una volontà chiara e forte di investire ed impegnarsi per tenere alta l’asticella del turismo nel nostro territorio, legandola a quella della cultura che noi riteniamo strategica, un binomio inscindibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Solo per rispondere brevemente all'emendamento presentato dal Consigliere Maggi, forse l'ho già spiegato nell'illustrazione della legge quando sono intervenuto, noi abbiamo chiesto la soppressione dell’articolo ed in realtà la Giunta, che il Consigliere Maggi accusa di poca sensibilità, aveva presentato l'articolo con il quale pensava ad allargare da 3 a 4 stanze e da 6 a 8 persone.
In realtà è la Commissione che ha deciso di chiedere la soppressione, ma per una semplice ragione tecnica e politica, e l’ho spiegato in maniera chiara all’inizio, per rispondere alle richieste di rivisitare urgentemente tutta la legge in quanto sono venute fuori delle problematiche.
Personalmente all'inizio della lettura dell'articolato ero a favore di questo articolo che allargava a 8 il numero delle persone, e così gli altri, però dalle audizioni sono venuti fuori dei problemi e questo è il compito della Commissione: analizzare, al di là delle situazioni che noi conosciamo, a 360°, dove viene collocato il problema, e dalle audizioni abbiamo visto che c’è una differenziazione per esempio sui B&B a seconda del territorio, tra le aree interne e la costa, che sollevano problematiche diverse. Ad esempio abbiamo visto che c'è la situazione degli affittacamere, l'ho detto all’inizio, che hanno la partita Iva, quindi non è integrazione del reddito, ed hanno un limite massimo di 12 posti, capite benissimo che da una parte si dava una risposta e si portava ad 8 come integrazione di reddito, ma poi si lasciava a 12 chi ha partita Iva e fa l’imprenditore, c’era quindi un'incongruenza, bisogna ragionare in maniera più compiuta ed organica per non rischiare di fare ancora più confusione, quindi questo va rivisto ed è quello che abbiamo chiesto.
Fa piacere la disponibilità dell’Assessore che ha ribadito il fatto che affronteremo velocemente la rivisitazione della legge, che è necessaria. Tutto qui, non è un no al principio in sé per sé, è un ragionamento un po’ più complesso che riguarda l’intera normativa.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Soppresso

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5 bis/1 (istitutivo dell'articolo 5 bis) a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Ripeto, ero arrivato ad un compromesso, visto che il compromesso nella politica della Giunta è la via maestra.
La Giunta aveva proposto 4 stanze e 8 persone, facciamo il compromesso le stanze rimangono 3 e nel B&B prevediamo 8 persone, se ci sono 2 famiglie una ha un figlio e va in una stanza, l’altra ha 2 figli ed in totale fanno 7 persone il B&B deve mandare via la famiglia con più figli? La Lorenzin sarebbe allarmata di questo perché ha fatto una campagna per aumentare la proliferazione delle famiglie.
Le motivazioni, secondo me, con tutto il rispetto per il Presidente Traversini, sono ancora più insipide del brodino riscaldato a cui facevo riferimento prima, perché dite che bisogna intervenire con una legge organica, perché sugli altri articoli non si poteva intervenire con una legge organica? No, solo sul B&B.
Il B&B, certo Assessore Pieroni, non è soltanto una questione di turismo di entroterra, ha perfettamente ragione, gli alberghi ed i campeggi che stanno sulla costa sono quelli lì, anche i B&B stanno sulla costa, ma la maggior parte sono nell’entroterra e sono quelli che rispetto alle strutture ricettive della costa accolgono il turista anche in autunno e primavera, cosa che le strutture della costa non fanno.
Voi siete in perenne contraddizione, da una parte dite che il turismo è il petrolio - veramente l'ha detto la Consigliera Leonardi di cui ho rispetto - e deve essere incentivato togliendo, così dicevano vecchi politici, lacci e lacciuoli, ma questi lacci e lacciuoli li volete togliere soltanto a chi volete voi ed ai B&B glieli volete lasciare?
Assumetevi la responsabilità di questa cosa per cui la motivazione, secondo me, non esiste. Ho cercato un compromesso lasciando le 3 stanze aumentando il numero di persone, ma l’Assessore Pieroni come l’Arcangelo Gabriele che viene in terra con la spada fiammeggiante dice: “Entro tre o quattro mesi facciamo la legge”. Ci sono le elezioni politiche Assessore, questa Giunta dovrà pensare … voi della maggioranza siete veramente sulla ruota di Piazza Cavour, siete molto attenti a ricompattare tutta questa cosa senza volare in aria.
Nonostante tutta la fiducia che ho nella Consigliera Leonardi ed negli esponenti della Giunta, non credo che voi vi occuperete della legge del turismo da qui alla campagna elettorale, per cui siamo pratici, assumetevi la responsabilità di bocciare questa cosa e noi ce ne faremo una ragione, non so se gli operatori turistici, soprattutto quelli dell’entroterra, se la faranno. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 5 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6. Soppresso

Articolo 7. Soppresso

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Per ribadire il “si” a questa legge, lo dico convintamente perché credo, nonostante le critiche che abbiamo fatto, le ha fatte il Consigliere Zaffiri che con me ha condiviso il lavoro in Commissione, che questo testo arrivato in questo modo anche, lo voglio dire, ma non perché vogliamo essere gratificati, grazie al contributo che noi come opposizione abbiamo dato in Commissione. Il Consigliere Traversini penso ci possa dare atto di questo, una discussione tranquilla che è entrata nel merito perché abbiamo ribadito una cosa fondamentale: il turismo ha un valore imprenditoriale fortissimo in questa regione e non possiamo tenere in piedi una legge che non ha, alla base, a fondamento, questo concetto.
La discussione sui B&B si basa proprio su questo aspetto. Il B&B nasce come un valore aggiunto all'aspetto dell'accoglienza, tanto è vero che nello spirito della legge c’è il fatto che chi fa il B&B dovrebbe risiedere, dovrebbe abitare nell’appartamento. Negli anni è diventato un pot pourri di situazioni che vanno regolamentate, La Regione dovrebbe sapere o il Comune dovrebbe sapere quando sta aperto e quando sta chiuso per avere anche un osservatorio di quello che succede nel territorio, non può essere estemporaneo, 200 giorni l’anno, poi un giorno potrebbe essere Pasqua, Natale, capodanno o il giorno delle ceneri, occorre un discorso molto articolato.
Il concetto non è Consigliere Maggi 3 o 4 stanze, il discorso sono le persone che io ospito, 7, 8 o 9, altrimenti vado ad intaccare quella forma imprenditoriale che cozza con questa forma hobbistica o amatoriale che dà un reddito aggiuntivo a quello che la famiglia ha. Io non voglio privarla, ma devo regolamentare altrimenti l’imprenditore che paga le tasse, che ha la partita Iva, che fa? Non possiamo pensare che la forma di accoglienza sia solo il B&B, questa è la riflessione che noi abbiamo fatto, questa è la riflessione fondamentale se vogliamo andare avanti.
Ecco il motivo per cui abbiamo detto si convintamente. Togliamo, stralciamo tutto quello che può dare incongruenza, però prendiamo l'impegno di rivisitare tutto il testo unico datato 2006, perché le forme di turismo in questi anni sono cambiate, è cambiata in modo incredibile la promozione ad esempio, l’abbiamo detto, le fiere, il web, tutta le prenotazioni on line, il turismo esperienziale, è cambiato tutto, quindi dobbiamo reintrodurre il concetto della promozione, dobbiamo reintrodurre il concetto dell’accoglienza, dobbiamo dare la possibilità di rivisitare, di ristrutturare, di riqualificare tutte le nostre strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere, è fondamentale se vogliamo un turismo di qualità. Per destagionalizzare dobbiamo riqualificarle, soprattutto quelle delle aree interne, altrimenti che destagionalizziamo se abbiamo le solite pensioncine?
Anche lì dobbiamo vedere quali risorse possiamo impegnare, quindi è un intervento complessivo che dobbiamo fare, ecco perché abbiamo detto convintamente si anche se potrebbe essere un pannicello caldo, anche se è una manutenzione ordinaria della legge, però è un passettino in avanti che ci consente di fare questa riflessione molto importante, che oggi abbiamo fatto qui. E' un impegno che l’Assessore, e lo apprezzo, ha preso, quello di fare da gennaio un tavolo tecnico con gli operatori e le associazioni di categoria per vedere una legge-quadro fondamentale ed adeguata ai tempi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Conosco tante famiglie e persone che esercitano i B&B, pagano le tasse, sono degli imprenditori seri, fanno dei grandi investimenti sulle loro strutture e sicuramente meritano maggiore attenzione anche perché non si può far pagare a queste persone l’inefficienza e il mancato controllo che ha lo Stato e gli organi dello Stato nella regolamentazione di queste cose. Questa è una parentesi che apro e chiudo immediatamente.
Per quanto ci riguarda il gruppo del Movimento 5 Stelle, come dico sempre, non è un movimento di protesta, ma è un movimento di proposta, tra l’altro nella II Commissione del turismo il Consigliere Fabbri, che sicuramente è un uomo pragmatico, di proposta e di buonsenso, ha contribuito alla redazione di questa legge e ad alcune correzioni, e in questa sede, come avete visto, abbiamo votato parecchi articoli della legge, però ci asterremo sulla legge in generale. Poi Assessore Pieroni le chiederò scusa a fine marzo quando ci sarà la legge regionale che lei ha auspicato, verrò da lei con la testa e le orecchie basse dicendo: “Ho mancato di fiducia nei confronti suoi e della Giunta perché voi la legge l’avete fatta”, come farò alla fine di dicembre con il Presidente Ceriscioli che ha promesso l’80% delle casette per la fine dell’anno. Si, verrò da lei Presidente a chiederle scusa.
Voglio dire in quest’Aula e formalmente che il turismo noi lo riteniamo un volano importantissimo per l’economia regionale e queste obiezioni e questi distinguo che abbiamo fatto non sono strumentali e pretestuosi nei confronti della maggioranza, sono obiezioni e distinguo che facciamo perché vogliamo che la legge sia più efficace e al di là delle chiacchiere concreta ed applicabile.
Noi ci asterremo sulla legge nel suo complesso, abbiamo votato la maggior parte degli articoli, ho preso l'impegno nei confronti dell’Assessore Pieroni di rivedere questo giudizio a fine marzo quando presenterà la legge regionale sul turismo … Sul turismo no? Solo sui B&B? Va bene lo stesso, raccogliamo su tutto quello che viene, quindi dichiariamo la nostra astensione in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non è per un dovere di vicinato con l’Assessore Pieroni con il quale ho condiviso nel passato tanto turismo di un piccolo comprensorio, che è quello di Loreto/Recanati/Porto Recanati, quanto per una breve considerazione visto che sulla legge c'è una grande e sostanziale convergenza.
In linea teorica posso anche essere d’accordo con il Consigliere Maggi sul fatto che le famiglie numerose devono essere accolte nei B&B, il problema è un altro, capire quale deve essere la natura del B&B. E' vero che in altre regioni hanno qualche posto in più, però se diventa un po’ troppo albergo è chiaro che, ha detto bene il Consigliere Rapa, questa cosa va ragionata bene in un contesto in cui si vede tutta la filiera della ricettività e dell’ospitalità, cioè capire che il B&B risponde a questa cosa, l'agriturismo ad un'altra, la struttura del piccolo albergo ad un'altra. Forse quello che manca nella nostra regione, tolta la provincia di Pesaro - diciamo sempre che la provincia di Pesaro ha più cose nel pubblico, in realtà questa è una cosa che ha nel privato, forse si sa organizzare meglio delle altre province – sono gli alberghi da 4 stelle in su, non abbiamo gli extra lusso che sono oggi una fascia estremamente significativa del reddito, perché nel grande albergo non ci lavora solo una famiglia, che va benissimo, il modello Rimini, Senigallia San Benedetto o Pesaro, ma ci lavorano decine di persone e c’è un indotto molto diffuso.
Questo lo guarderei con attenzione, ma la mia considerazione, che rivolgo al Presidente, votando è anche questa: quello che fa turismo non è soltanto il provvedimento sul turismo, ma un'intera Regione, quindi plaudo alle iniziative che la Giunta prende sembra in maniera disorganica, ma se uno riesce ad avere una lettura complessiva di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo in questi due anni e mezzo, si rende conto che dai trasporti, alla sanità, al commercio, alla valorizzazione dei piccoli centri, con tanti piccoli interventi … Lo faremo anche in assestamento di bilancio, sbagliato chiamarle marchette, perché sono cose che servono a illuminare una parcellizzazione che di fatto c’è, non ce la possiamo prendere con la nostra Regione se non abbiamo tutto concentrato in una Firenze, in una Roma, o in una Venezia. Abbiamo cose sparse dappertutto e questa grande fatica che si fa, ho sentito i ragionamenti, Presidente, nell’area del terremoto, nel far ragionare i nostri amministratori locali sulla logica dell’area vasta. Ci siamo riusciti per i servizi sociali con gli ambiti, ci stiamo riuscendo abbastanza bene sulla sanità, dovremmo riuscirci anche nei comparti commerciali ed economici dove la resistenza lobbistica è molto forte perché ognuno tende a fare il suo. L’ho visto per esempio, dico una cosa per tutte, visto che il Presidente è della zona del tartufo, che il pesarese si è organizzato, in altre zone delle Marche neanche sappiamo che esiste questa realtà.
Nel ragionare, se è vero Assessore Pieroni che questo è un settore strategico, dovremmo uscire dai stretti confini del turismo, sicuramente lo colleghiamo alla cultura e nella sua persona questo già avviene, ma ragioniamo in termini molto più complessivi perché, ripeto, l’accoglienza turistica non è solo legata al buon funzionamento dell’albergo che poi diventa una cosa eccellente in mezzo al deserto, ma deve essere in un contesto di carattere più generale.
Quindi quando spendiamo per cose che sembrano strane pensiamoci, magari le cose che sembrano strane in realtà concorrono a fare e a dare della regione un’immagine un po’ meno provinciale e un po’ più organizzata di quella che abbiamo.
Rispetto a situazioni incredibili, penso alla Spagna e ci penso in maniera negativa perché è il voto che è mancato per l’agenzia del farmaco a Milano, tutti i Paesi del Mediterraneo l’hanno votato, la Spagna no, e me ne dispiaccio, però la Spagna riesce ad avere turismo, in realtà non più bello e non più eccellente del nostro, semplicemente perché in determinate città si scende all’aeroporto, ci sono 40°, e senza mai uscire all’esterno e con percorsi dentro l’area condizionata ci si ritrova dentro l'albergo, si arriva in un punto, si prende l'ascensore e si sale.
E’ chiaro che in Italia tutto questo è più difficile. E' molto più difficile perché le nostre sono città storiche, molto più belle di quelle spagnole, però con un po’ di organizzazione e di cose fatte insieme.
Assessore Pieroni, abbiamo poche risorse, a volte occorre il coraggio non di dividere per 100, ma dividere per 10 i fondi che ci sono su 10 progetti di eccellenza e con quelli fare la differenza, senza avere sempre e comunque questa preoccupazione che tutto debba arrivare nella stessa maniera in tutti i territori. Questa è una regola che ci siamo dati da sempre, ma è una regola stupida perché se una cosa buona viene fatta a Fermo, piuttosto che a San Benedetto o a Pesaro, va fatta a Fermo e la stessa cosa per altri. Dobbiamo premiare chi è capace di emergere dopodiché scatta l’emulazione, dopo tutti si accorgono che era possibile, ma fino a quel momento no. Ci vogliono ancora quei 20.000 euro per fare le cose di sempre, invece dovremmo avere il coraggio e la capacità di concentrare queste poche risorse su poche cose. Questo penso che possa dare alla regione quella dimensione che per molti aspetti ancora ci manca, ma proprio perché ci manca una cultura di unità e di area vasta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Mi congratulo come ha fatto l’Assessore Cesetti con l’Assessore Pieroni perché votare un atto quasi all’unanimità è importante, è un’assunzione di grande responsabilità, ma vorrei anche ringraziare vivamente e fortemente il Presidente della II Commissione Traversini che ha condotto i lavori e ha fatto si che questo atto potesse essere sviluppato ed approfondito nel dettaglio e nel merito, così come ha giustamente detto in maniera molto condivisibile il Consigliere Celani.
Siamo tutti d’accordo, il turismo è uno dei volani principali della nostra regione, lo è soprattutto dopo che abbiamo attraversato purtroppo un difficilissimo periodo di crisi dove c’è stata una mutazione della nostra economia, soprattutto in determinati territori, lo è, questo purtroppo va ricordato ed entra prepotentemente in ogni discussione che facciamo qui in Consiglio regionale, dopo gli eventi sismici dello scorso anno.
Quindi lavorare, mettere attenzione su questo aspetto credo che sia un servizio che noi facciamo alla nostra economia regionale perché c’è un dato su tutti che prevale ed è che il settore del turismo, in particolare quello della somministrazione che è proprio legatissimo al settore turismo, anzi è prepotentemente dentro, è quel settore che ha assorbito la maggior parte di persone che in virtù della crisi, iniziata dal 2011 in poi, aveva colpito la nostra regione, quindi ha assorbito il maggior numero di disoccupati rispetto ad altri settori che venivano considerati anche maturi per la nostra regione.
Non vorrei entrare nel merito perché è stato detto tutto, è stato spiegato tutto in maniera molto chiara, però vorrei fare un appello al Consigliere Maggi anche perché lui come me è un uomo di mare, le dico che qualsiasi viaggio inizia sempre con il primo miglio, quindi se percorri bene il primo miglio è un buon viatico perché ti dà la giusta rotta per poter arrivare all'obiettivo, questo è come un viaggio complesso, il turismo oggi è molto segmentato, va curato aspetto per aspetto, è difficile racchiudere tutto dentro uno stesso provvedimento di legge, è molto complicato. Quindi credo che facendo il primo miglio su determinate cose, come facciamo qui, sicuramente arriveremo ad un obiettivo importante.
Tante cose anch'io avrei voluto inserire qui, ad esempio quando abbiamo istituito i marina resort, sono stato promotore del fatto che la Giunta dovrà dotarci di un regolamento perché il marina resort, così come lo è il camping per un altro tipo di turismo, deve avere dei requisiti, deve essere localizzato in un determinato posto e deve avere tutte le autorizzazioni ed essere conforme ai codici della navigazione e con le leggi che regolano e che soprattutto vigilano le autorità marittime.
Sono stato molto favorevole all’inserimento dei Cea, quindi valorizziamo una realtà regionale molto importante, credo che ci possiamo muovere su tanti altri aspetti.
Mi congratulo con tutti, sapete perché è positivo, qui non voglio fare per carità polemica politica, però qualche distinzione voglio farla, non lo faccio per partito preso rivolgendomi sempre al Movimento 5 Stelle, però forse la differenza tra un movimento e un partito sta nel fatto che un partito un’idea di Paese, un’idea di territorio ce l’ha, può essere sgangherata, può essere sbagliata, però l’ha un’idea di territorio e noi abbiamo dimostrato che le maggiori forze politiche che siedono in questo Consiglio regionale hanno un’idea di territorio, hanno un’idea sul turismo marchigiano, il movimento invece deve stare attento a quelli che sono i movimenti populisti dell’elettorato e quindi deve rispondere in un determinato modo. Per carità, non è una polemica, però credo che un atteggiamento più propositivo che entra nel merito, magari non assecondando quelle che sono le linee di determinate masse critiche del territorio può portare e può dare un contributo ai cittadini marchigiani tutti. Questo senza polemica.
Ringraziando di nuovo tutti per il lavoro, anche i gruppi di minoranza, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Credo che l’atto di oggi sia già di per sé molto importante, perché va ad affrontare attraverso il buonsenso un nodo che rischiava di prodursi e riprodursi estremamente pericoloso per una tipologia, tra le tante forme attraverso le quali si fa turismo, che è quella dei campeggi.
Le strutture messe a terra sono state valutate sotto il profilo urbanistico come strutture definitive e quindi necessitanti di determinati iter da un punto di vista procedurale, rispetto invece a quello che farebbe chiunque di noi, magari proprietario di un camper o di una roulotte, parcheggiandolo da qualche parte nel momento in cui non lo usa. Questo servizio che viene offerto oltre ad essere un servizio di qualità per l’utente, diventa anche un modo per risolvere e gestire al meglio un percorso che rischiava di avvitarsi nelle complicazioni di una analisi di tipo diverso.
Questa cosa va anche a vantaggio del “sistema”, più in generale mi ricordo un caso molto particolare dove il magistrato accusò un albergatore di aver trasformato l’albergo in miniappartamenti, fatti gli atti ed iniziata la procedura arrivò uno dei tanti condoni italiani e grazie alla dichiarazione del magistrato l'albergatore poté dire: “Li trasformo in miniappartamenti”, certificato dall’atto della magistratura.
In realtà non essendoci nessuna trasformazione che pone quelle strutture come strutture definitive è bene che vengano riconosciute per quello che sono, cioè di fatto spazi che vengono occupati temporaneamente da un mezzo che poi seguirà il suo ciclo, dal punto di vista dell'utilizzo nella stagione in cui effettivamente viene utilizzato.
Attraverso il buonsenso, attraverso un riconoscimento corretto di questo percorso, la legge aiuta a dare serenità a un settore che sta operando molto bene e dà risultati e soddisfazione, come nei numeri rappresentati dall’Assessore Pieroni.
E’ altrettanto importante lo sguardo che oggi lanciamo su altri settori estremamente vivaci dell’attrazione dal punto di vista della messa a disposizione di spazi per il turismo.
Perché è importante, come ha detto il Presidente Traversini, andare ad una formulazione complessiva? Perché la stessa domanda a mio giudizio dovrebbe avere risposte diverse a seconda di dove è collocata. In un contesto ad alta densità di strutture ricettive il ruolo del B&B può essere letto in un modo, in realtà a bassissima presenza di strutture ricettive spesso diventa il miglior modo per sviluppare flussi positivi, poter accogliere e creare anche quella micro economia per me preziosissima.
Faccio un parallelo con i cavatori di tartufi che stanno vivendo una difficoltà esattamente di questa natura, da una parte la storia fatta da un'attività spontanea che, vi assicuro, nella maggior parte dei casi porta dentro le famiglie qualche migliaio di euro, perché questa è la realtà, poi ci sono anche i super appassionati che fanno numeri diversi, ma per la stragrande maggioranza parliamo di numeri piccoli. Fa parte di quell'economia non particolarmente regolamentata ma che dà soprattutto nelle aree interne, quelle che noi citiamo come obiettivo strategico in termini di rilancio, un reddito familiare che aiuta a restare in quei luoghi, a preservarli, a conservarli, a darci e restituirci tanta forza e bellezza. Lo scontro col legislatore, che vorrebbe su tutto entrare, creando difficoltà e problemi, oggi si stanno vivendo anche con una certa drammaticità, chi ha visto i commercianti simbolicamente incatenarsi è proprio per questo punto.
E’ corretto, è giusto, è sano che all’interno di un sistema forme economiche che non hanno un particolare impatto nel numero complessivo non debbano avere un impatto di natura burocratica, cioè lasciarle a forme possibilmente spontanee che aiutano poi il sistema.
E' evidente che una parte della ricostruzione che si gioca nelle aree interne sulle seconde case è pensata per il turismo di ritorno, per chi d’estate torna nella sua casa, ma anche perché sono e devono essere un motore di economia, se sono seconde case è chiaro che non c’è chi le abita, chi le abita abiterà la prima casa, ma sarebbe un delitto lasciarle inutilizzate perché nella rigidità di interpretare una norma per zona ad alta densità turistica noi limitiamo opportunità per altri.
Ecco perché serve questo ragionamento e questo disegno, che può tenere conto di opportunità che vanno potenziate in alcune aree e regolamentate in altre, noi non dobbiamo, perché non vogliamo attivare speculazioni in un luogo, limitare le possibilità in altri.
Credo e sono convinto che serva una crescita complessiva e i numeri che abbiamo fatto quest’anno, era interessante l’analisi nello specifico, ci fanno capire che spesso non abbiamo accolto perché in determinati momenti la capacità di accoglienza era arrivata alla sua saturazione ed avendo meno strutture a disposizione ha dato dei numeri più bassi rispetto all’anno precedente. Probabilmente la stessa persona se avesse avuto modalità ed opportunità in più nelle Marche ci sarebbe venuta e dobbiamo sempre valutare che l’aspetto turistico ha certamente un valore importante rispetto alla struttura ricettiva, ma ce l’ha moltiplicato per 2, per 3, per l’intero sistema economico territoriale perché si riflette sul commercio, si riflette sui servizi, si riflette sui produttori perché sempre più le persone cercano ciò che è tipico, ciò che è del luogo, ciò che è autentico, ciò che è radicato, soprattutto il turista lo fa perché vuole scoprire quello che è intimamente legato al territorio che può essere offerto e le Marche possono dare tanto.
La legge la vedo necessaria proprio per poter dare ed offrire, attraverso questa rete di distinguo, opportunità enormi laddove possiamo crescere tanto e dove non c’è una concorrenza sleale rispetto ad altre forme di accoglienza.
Va regolato il rapporto rispetto alle country house, va regolato il rapporto rispetto ad altre forme perché in quell’equilibrio possiamo trovare la soddisfazione di tutti.
Secondo me in particolare, in nessun modo, va depressa quella opportunità di piccola economia che aiuta le famiglie, in grado di trovare anche in questo una ragione per rimanere nel territorio.
L’attività della regione e della Giunta sul tema è molto ampia, il Consigliere Marconi lo ha in qualche modo richiamato, noi possiamo fare ancora tanto da questo punto di vista nel sviluppare elementi di sistema in grado di rafforzare il risultato.
Per me l’azione sul turismo va nel percorso che stiamo facendo, dal cercare in tutti i modi di mantenere attiva l’infrastruttura aeroportuale della nostra regione a quello che facciamo sul porto perché sappiamo quali opportunità possiamo avere in termini di sviluppo, soprattutto sul porto di Ancona per quanto riguarda la crescita in termini di ricettività e arrivo di passeggeri attraverso le navi.
In generale sulle infrastrutture abbiamo visto cosa la Quadrilatero ha portato in termini di flussi turistici una volta aperta la SS77 e quello che potrà accadere, perché per la prossima estate dovrebbe essere completato l'altro ramo, in termini di infrastrutture, così come le adduttrici rispetto a queste strade, per rendere tutto il territorio più accogliente e in grado di rispondere.
Quanto è importante proteggere una spiaggia per avere dei metri quadri in più di battigia dove far arrivare persone e offrire servizi per chi vive nel territorio, ma soprattutto per chi ci viene a trovare. Ci sono tutti pezzi di un sistema che visto nella sua globalità tende allo stesso risultato e al fondo di questo sistema ci deve essere un posto dove uno può andare, perché se noi allunghiamo le spiagge, facciamo arrivare gli aerei, miglioriamo le navi, la viabilità, ma non c’è un posto dove soggiornare, non è che abbiamo dato una grande risposta in termini di sistema. Questo che può essere un serbatoio straordinario di micro economia e accoglienza va potenziato in una regione che crede nella crescita complessiva dei numeri.
Anche il timore della concorrenza cambia in un sistema che cresce perché se il totale complessivo dei numeri è in crescita, vuol dire che c’è spazio per le varie forme di accoglienza che corrispondono anche ai bisogni delle persone, chi ha necessità dell’hotel a 5 stelle è giusto che lo trovi, perché vuole determinati servizi, ma anche chi ama il B&B è giusto che lo trovi, perché preferisce un impatto più naturale, un rapporto con il territorio di altra natura e non ha bisogno di determinati servizi.
E’ tutta la gamma dell’accoglienza, dal camping, al country house, all’agriturismo, alla struttura ricettiva organizzata, a 2 stelle, 3 stelle, 4 stelle, 5 stelle, l’ostello per il turismo giovane europeo, noi dobbiamo coltivare tutte le forme di accoglienza in grado di catturare segmenti sempre più ampi di persone che possono trovare le Marche, scoprire questa regione e mettere a sistema quelle risorse straordinarie di cui siamo dotati.
E’ un passo molto significativo, lo può fare questa legge, l’urgenza che segnalava il Consigliere Maggi la ritrovo nella volontà di perseguire in maniera più ampia possibile le opportunità che possiamo giocare in questa partita, quindi non tanto come scadenza temporale per dimostrare di essere bravi, quanto per far crescere il più possibile le opportunità in un rapporto armonico con quello che è il sistema più complessivo.
Il passaggio che facciamo oggi è un passaggio importante, quello che potremo fare con i B&B lo è ancora di più, per arrivare poi ad una analisi ancora più complessiva di sistema, laddove è necessario anche cogliere le interazioni fra tutti i momenti, tutte le iniziative e gli investimenti che siamo in grado di offrire per sviluppare questa dimensione, che va proprio nel cuore del problema più importante, concludo con questo, dal punto di vista economico della nostra regione, che è proprio il tema occupazionale.
Se uno guarda i dati sul Pil scopre che il Pil delle Marche oggi è quello del 2008, quindi uno potrebbe dire ritorniamo a valori pre-crisi, se guardi i dati occupazionali non sono neanche parenti di quelli del 2008, quindi è evidente che molto del recupero di capacità competitiva nel settore manifatturiero è stato fatto rafforzando le tecnologie e abbassando i livelli occupazionali. Il turismo e i servizi sono attività ad alto valore aggiunto in termini di manodopera, allora sviluppare questo settore non è tanto e solo nella quota di Pil che può rappresentare, è chiaro che il manifatturiero sarà per le Marche l'ammiraglia in termini di valori economici assoluti, ma a parità di valore economico ha un valore in termini di impiego, ruoli, posti di lavoro e indotto significativo in termini di ricaduta sul territorio stesso.
Quindi è una crescita economica che corrisponde al bisogno principale che è quello di recuperare occupazione nella nostra regione. Non ci possiamo certamente accontentare di un Pil che cresce e torna a quello di prima, abbiamo bisogno di offrire ai marchigiani opportunità di lavoro e di vita nella propria città.

Proposta di legge n. 164. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Interpellanza n. 19
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Realizzazione delle strutture abitative d’emergenza per i cittadini con casa inagibile a seguito degli eventi sismici che hanno colpito la Regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 19 del Consigliere Giorgini che ha la parola per illustrarla.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Parafrasando una teoria di un grande matematico statunitense John Nash, che parlava di dinamiche dominanti, in pratica afferma che il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo, ovvero quando in una determinata situazione si trova un giusto equilibrio. Mi sono chiesto perché nella costruzione delle soluzioni abitative di emergenza non si sia trovato questo equilibrio, specialmente nei costi.
Ho verificato con un piccolo studio sui costi di alcuni gruppi di Sae, certo occorre tempo perché ne sono tante e i calcoli sono molto complessi, questo per capire se in determinate situazioni fosse equilibrata e ragionevole la realizzazione di queste casette.
Certamente qui entrano in gioco anche i principi della buona amministrazione pubblica, anche i principi, cioè l'efficienza dove si verifica la misura produttiva del controllo dei costi, l'efficacia, la misura della qualità e dell'interazione, e l'economicità, la capacità di controllare l'effettiva economicità.
Il risultato che è venuto fuori, naturalmente l'interpellanza va nel confronto con la Giunta per sapere se ho sbagliato qualche cosa o no, è che il costo totale di ogni casetta spesso è nettamente superiore al costo medio di una casa costruita dall'Erap, che oltretutto non è fatta di truciolare compresso, ma in muratura, e la realizzazione costerebbe all'incirca 1.500 euro al metro quadrato, tutto compreso terreno e realizzazione.
Su questa problematica c'è da dire che c'è anche un monito della Corte dei Conti che già si è interessata a questa situazione. Ho qui un'Ansa del 12 ottobre nella quale la Corte dei Conti afferma testualmente: “La tempistica programmata per la predisposizione delle Sae si pone in contrasto con la qualificazione emergenziale delle strutture in parola”. L'appunto mosso alla Regione Marche dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti, in sede di pianificazione del rendiconto 2016, riguarda il quadro riepilogativo fornito dalla Giunta sulle casette da consegnare nelle aree interessate dal sisma. E' qui il punto!
I giudici hanno promosso un monitoraggio sull'impiego dei fondi sulla base di report regionali periodici, ma allo stato affermano che è prematuro formulare un giudizio.
Prima di vedere alcuni costi di queste Sae, naturalmente tutti presi dai decreti del soggetto attuatore del sisma della Regione Marche, vorrei precisare ai Consiglieri che nel totale non sono compresi gli eventuali affitti per l'occupazione temporanea delle aree scelte, né i costi del ripristino dello stato dei luoghi, che ci dovrebbe essere una volta che i terremotati torneranno nelle loro abitazioni, né i ribassi d'asta, che non ho potuto verificare in quanto molti bandi ancora sono in corso e che comunque non incidono su tutta la cifra stanziata, ma in parte di essa, intorno al 20-25% che nel totale della cifra stanziata incide per circa il 15%.
Andiamo a vedere quanto costa in realtà una casetta, perché i costi non sarebbero esorbitanti in effetti, i costi potrebbero essere congrui: una casetta da 40 metri quadri costa all'incirca 49.033 euro perché c'è l'incidenza dell'Iva che è del 10% e l'incidenza dell'Iva sull'arredamento che è del 22%, quindi una casetta di 40 metri quadri costa circa 49.000 euro, non è una cifra esorbitante, una da 60 metri quadri ne costa 74.000 e una da 80 circa 90/92.000. Non sono costi irragionevoli anche perché le case le ho viste e sono ben fatte, a parte il fatto che adesso qualcuno dice che ci piove, non credo che sia possibile perché le casette sono fatte abbastanza bene, tenendo conto che sono fatte di truciolare. Però il problema della mia interpellanza è questo: non c'è omogeneità sulla spesa, c'è uno sballo enorme.
Vi faccio degli esempi, se noi andiamo a Uscerno di Montegallo costa 4.300 euro al metro quadro, se andiamo Balzo di Montegallo 3.402 euro, se andiamo a Force Fontevecchia 4.711 euro al metro quadrato, ricordo che su questi costi c'è da togliere la percentuale quando ci sarà il ribasso di gara nel bando. Ce ne sono altri: a Camerino Le Cortine 3.261 euro al metro quadrato, Camerino Vallicelle 3.508 euro al metro quadrato, Camerino Piegusciano 3.781 euro al metro quadrato, Bolognola Villa di Mezzo 6.321 euro al metro quadrato, San Paolo Sant'Erasmo Camerino 5.576 euro al metro quadrato, ma quello che colpisce sono i costi di urbanizzazione, ad esempio a Villa di Mezzo i costi di urbanizzazione sono stati 248.300 euro per Sae, cioè una soluzione abitativa d'emergenza è costata di opere di urbanizzazione quasi 250.000 euro, come a San Paolo d'Erasmo è costata 230.000 euro e se andiamo ad Acquasanta, che non è una zona pianeggiante, le opere di urbanizzazione sono costate circa 70.000 euro, cifra comprensibile.
La domanda non è per criticare o per dire, la domanda nell'interpellanza è chiara: se era opportuno dire, visto i costi altissimi, cioè 250.000 euro per ogni casetta, signori qui non possiamo farle, mi dispiace ma visto i costi di studio, di realizzazione, di messa a norma incidono come una abitazione e noi compriamo una abitazione a 30 chilometri che rimane di nostra proprietà, con 250.000 euro di opere di urbanizzazione ci compriamo tre case compresa la spesa per le casette. Quindi la domanda è: perché non si è evitato di fare questo, di spendere tutti questi soldi. Per questo ho fatto l'interpellanza, per vedere se mi ero sbagliato, perché mi posso sbagliare, ma dai dati che ho …, e non ho finito perché questo studio lo sto terminando punto per punto, io ho tutti i decreti del soggetto attuatore, tutti i numeri che non vi sto ad elencare, per cui non mi sono sbagliato perché sono decreti. La domanda che mi pongo e spero che l'Assessore mi dia una risposta è se non era buon senso dire: signori, le casette a questo prezzo non le facciamo, mi dispiace voi sarete affezionati ai posti, ma noi tutti questi soldi per realizzare casette in questo punto non le facciamo.
Quindi adesso aspetto la risposta dell'Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Consigliere Giorgini sulle Sae abbiamo abbondantemente risposto la settimana scorsa, però credo che sia opportuno ritornarci, giustamente lei oggi presenta un'interpellanza.
Alla base del ragionamento che fa lei c'è un discorso importante da fare, conoscendo i luoghi, come li conosce lei, noi ci troviamo di fronte ad una popolazione fortemente attaccata al territorio ed ha chiesto in tutti i modi, in tutte le forme, in tutte le lingue di restare lì, non nel Comune di residenza, ma addirittura nella frazione di residenza.
Bisogna che ci mettiamo d'accordo, perché c'è una polemica che coinvolge e serve per attaccare la Regione che dice: “Avete voluto spopolare interi comuni perché avete deportato lungo la costa tutti i residenti nell'emergenza” (…) Non ho detto che l'avete fatto voi, dico che comunque c'è. Se il tema è lo spopolamento di un territorio, che per la verità c'era molto prima del terremoto, è chiaro che noi non potevamo fare diversamente che ricostruire, riportare le popolazioni nel più breve tempo possibile in aree dove, come dice lei, sono difficili e costose le opere di urbanizzazione.
Però siamo coerenti, perché poi ai convegni partecipa come me, con quello che ci diciamo in tutti i convegni: se non vogliamo lo spopolamento di un territorio, che poi a ricaduta anche a valle, se abbandoniamo il territorio dell'entroterra e della montagna, dobbiamo per forza fare alcune scelte. La scelta l'abbiamo fatta ed è quella di riportare, di far tornare nei territori il prima possibile tutte le popolazioni interessate.
I costi che ho io sono diversi, io ho un costo a casetta 1.067 euro al metro quadro più Iva, a questo va aggiunto il costo dell'opera di urbanizzazione che incide dai 500 ai 1.300 euro al metro quadro a seconda della zona.
Ora è chiaro che c'era un problema anche in ordine di tempo perché lei dice: “Non era meglio costruire anziché le Sae direttamente le abitazioni?” (…) Acquistare l'appartamento è quello che abbiamo fatto, abbiamo fatto l'operazione immobiliare più grande nella storia delle Marche degli ultimi 50/60 anni perché abbiamo acquistato 366 appartamenti ed altri ne acquisteremo perché l'offerta non è sufficiente rispetto alle richieste. Riapriremo il bando nei comuni dove c'è maggiore richiesta rispetto all'offerta, ma anche lì c'è stata una polemica, noi volevamo acquistare a Porto Sant'Elpidio, a Civitanova Marche, a Porto San Giorgio, nulla di tutto questo, tanto è vero che non abbiamo acquistato niente, abbiamo acquistato nei comuni di residenza o nei comuni limitrofi, come il provvedimento chiedeva.
Per la verità lei si renderà conto che se andiamo a Visso, Ussita, Castelsantangelo, Arquata, Acquasanta, Fiastra, Pievetorina è difficile acquistare dell'invenduto in un territorio in cui non c'è più niente, perché il 95-98% del patrimonio abitativo è inagibile.
Quindi dobbiamo ritornare al discorso di partenza, o facevamo la scelta di spopolare, ed oggi tutti avremmo assistito ai cortei e alle manifestazioni e ci avrebbero accusato di aver spopolato un territorio in via definitiva, uccidendolo per sempre, oppure la collettività, non è che possiamo avere l'uovo e la gallina, bisogna che qualche scelta la facciamo, si sobbarca un costo forse superiore a quella che potrebbe essere stata la spesa, però non c'era alternativa.
L'acquisto dell'invenduto, ripeto, abbiamo fatto tutto l'acquisto possibile del patrimonio esistente perché in quei comuni non c'è patrimonio abitativo esistente, acquistabile, perché purtroppo è tutto lesionato.
E' gioco forza fare la scelta che abbiamo fatto, anzi credo che debba essere valorizzata fortemente la soluzione che la Regione Marche sta portando avanti con grande determinazione, perché noi diamo un futuro ad un territorio che soffriva già del problema dello spopolamento e lo vogliamo dare in termini abitativi riportando adesso, subito, prima possibile, le popolazioni nei territori, nei comuni e nelle frazioni. Lo vogliamo dare soprattutto per i ragazzi e per i giovani perché dobbiamo sfruttare tutti gli incentivi, tutti i provvedimenti, tutti i finanziamenti italiani ed europei per creare lì occasioni di lavoro, per riportare lì un'economia che era già fortemente deficitaria, investendo sulla mobilità, investendo sulla scuola, investendo sui servizi sociali, investendo sull'attrazione delle attività produttive che possono creare occasioni di sviluppo. La sfida sta tutta qui!
Se noi avessimo portato la gente lungo la costa, avremmo chiuso definitivamente il discorso della possibilità di dare un futuro a quei territori, che abbiamo detto, sono bellissimi, sono straordinari perché hanno un patrimonio ambientale da custodire incredibile, hanno anche delle eccellenze enogastronomiche, possono incentivare un turismo che può essere anche il volano di sviluppo per il futuro di quel territorio e per le Marche, credo che altra scelta non potesse essere fatta, se non quella che con grande coerenza, con grande serietà, con grande lealtà abbiamo fatto in questo frangente ed anche con grande sofferenza, debbo dire, perché è chiaro che se noi avessimo scelto, per esempio, anziché di urbanizzare tenendo aperti in questo momento più di 70 cantieri per costruire le Sae, in ogni comune soltanto un'area e lì avessimo concentrato tutte le Sae da costruire forse avremmo fatto molto prima, anzi senza forse, però abbiamo voluto conservare i borghi, rivitalizzare le frazioni, fare quello che tutti i cittadini in ogni sede ed in ogni circostanza dal 24 agosto ci hanno chiesto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Assessore, la mia non voleva essere una accusa, ma una precisazione, una puntualizzazione perché chi gestisce un ente pubblico deve essere razionale. Ci sono cose comprensibili e cose incomprensibili: una Sae di 80 metri quadrati costi 350.000 euro …

(interrompe l'Assessore Sciapichetti)

Peppino GIORGINI. Le lascio una copia così controlla. Villa di Mezzo Bolognola decreto soggetto attuatore n. 737 sono stati stanziati 1.738.000 euro per le opere di urbanizzazione e 411.000 euro costano le casette per un totale di 2.149.413 euro, il costo di una Sae è 307.000 euro, viene 6.321 euro al metro quadrato, le opere di urbanizzazione incidono per 250.000 euro. Le lascio una copia. Il problema non è solo questo, perché c'è un dislivello. Sinceramente, Presidente ed Assessore, l'ho fatto per la provincia di Ascoli ed ho visto i costi delle opere di urbanizzazione pari a 60.000 euro, 67.000 euro, costi nella media, ad un certo punto iniziano a venire fuori costi di urbanizzazione pari a 140.000 euro, 180.000 euro, 103.000, 248.000, 225.000, quindi un'incidenza enorme al metro quadro. Siccome sono parecchi milioni di euro ad un certo punto si poteva dire: signori mi dispiace voi volete stare lì, ma non è possibile che noi ci accolliamo questa spesa. E' certamente difficile valutare caso per caso, però certe situazioni secondo me non andavano fatte. Mi dispiace, tu vuoi rimanere nel territorio, ma io non posso spendere 300.000 euro per fare una casetta e poi ti devo ricostruire pure la casa e quando tolgo la casetta per la quale ho speso 300.000 euro?
Questo è il concetto di base, Presidente, su cui ho voluto fare l'interpellanza e questi sono dati alla mano dei quali le darò una copia.

Interrogazione n. 353
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Emergenza neve”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 353 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Per quanto riguarda l'emergenza neve l'interrogazione del Consigliere Giorgini in data 3 febbraio 2017 è stata predisposta ed inviata con apposita relazione illustrativa inerente la situazione di avverse condizioni meteorologiche di che trattasi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile.
In particolare si sottolinea che:
- il Servizio Protezione Civile della Regione Marche ha ottemperato a quanto previsto dalle norme nazionali e regionali ed anche al supporto degli enti locali, attraverso l'attivazione dell'intero sistema regionale di protezione civile e inoltre richiedendo l'intervento del Servizio nazionale, secondo quanto previsto dalle norme in situazioni extra ordinarie, come nel caso di specie;
- la normativa vigente non prevede che le regioni intervengano in "via sostitutiva" delle amministrazioni locali, ma secondo il principio di sussidiarietà agiscono in loro supporto, come premesso al punto precedente;
- relativamente alle risorse umane e strumentali impiegate per affrontare l'emergenza, come si evince dalla citata relazione al Dipartimento nazionale della Protezione Civile, nell'occasione sono stati impiegati circa 1.300 volontari della Regione e oltre 600 uomini messi a disposizione dal Sistema nazionale di Protezione Civile; sono invece oltre 350 i mezzi di soccorso impiegati per intervenire nelle diverse condizioni e situazioni di emergenza verificatesi;
- per quanto attiene lo stanziamento di contributi urgenti per il rimborso dei danni subìti da enti pubblici locali e/o dai privati, si rappresenta che in data 20 gennaio 2017, in conseguenza degli eventi sismici dello scorso 18 gennaio e degli eccezionali fenomeni meteorologici che nella seconda decade di gennaio hanno colpito i territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, il Consiglio dei Ministri ha deliberato l'estensione degli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza adottata con la delibera del 25 agosto 2016, sono stati disciplinati i primi interventi di protezione civile in conseguenza agli eccezionali eventi nevosi verificatosi nella nostra Regione a partire dal 18 gennaio 2017.
Tale ordinanza specifica alcune cose che le lascio agli atti.
Il servizio della Protezione Civile regionale ha conseguentemente inviato ai Comuni, ricadenti nel cratere, le indicazioni operative inerenti la rendicontazione delle spese sostenute; a tutt'oggi per ogni richiesta pervenuta si è provveduto ad istituire l'iter istruttorio-amministrativo necessario.
Per i Comuni fuori cratere, il Dipartimento della Protezione Civile, il 23 ottobre scorso, ha comunicato le spese ammissibili per la gestione della somma urgenza a fronte di fabbisogni indicati dai Comuni ed interamente accettati per complessivi 1.976.333 euro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Preciso che era un atto dovuto lasciare questa interrogazione perché oltre ad essere un atto, una richiesta, una domanda è anche un atto politico. Se noi facessimo interrogazioni o mozioni che, bypassate dal tempo, poi ritiriamo, non faremo un lavoro congruo con la nostra attività di Consiglieri regionali, quindi per questo motivo l'ho lasciata.
Anche se mi viene data risposta dopo quasi 10 mesi dalla presentazione non voglio pensar male, per questo motivo, nonostante qualcuno la possa oggi trovare fuori luogo, non l'ho ritirata. Questa interrogazione vuole mettere in luce sia le responsabilità di quello che è accaduto dal 16 al 20 gennaio nelle zone martoriate dal sisma a causa della neve, che capire, vista la stagione invernale imminente, se la Regione ha attivato già un piano propedeutico emergenziale per evitare ciò che è accaduto ad inizio anno oppure no. Questo era il punto.
Molte famiglie sono rimaste isolate, soprattutto nelle frazioni, senza avere possibilità alcuna di comunicazione a causa della mancanza di corrente elettrica, del collasso di più punti delle linee telefoniche e del mal funzionamento dei ripetitori telefonici. Le condizioni di maggior disagio si sono verificate nei comuni montani per giunta colpiti anche dagli eventi sismici, quindi è piovuto sul bagnato.
Sono stati circa 60 i comuni marchigiani che chiedevano turbine, pale gommate, catene, e gli organi nazionali preposti, questo è importante, avevano ampiamente annunciato tale perturbazione. Il centro funzionale regionale per la meteorologia, l'idrologia e la sismologia aveva inviato in data 16 gennaio l'avviso di condizioni meteo avverse a tutte le strutture pubbliche statali, provinciali e comunali, nonché alle forze dell'ordine, ai mass-media, raccomandando l'attuazione delle misure di prevenzione necessarie a mitigare i rischi e a garantire l'efficacia in caso di possibili interventi per l'emergenza.
Quindi si è avuta la dimostratore che già in avanzata emergenza neve le amministrazioni locali si sono trovate impreparate, c'erano pochi mezzi, poche persone, addirittura gli spazzaneve sono partiti con giorni di ritardo facendo pochi passaggi sulle strade.
Sinceramente c'è stata una responsabilità più politica che tecnica e questo ormai, superata interrogazione, farà si che ciò non si dimentichi perché non amo giudicare le persone per i propri errori, ma dalla voglia che hanno di rimediare e questo è il senso per cui ho lasciato la mia interrogazione di 10 mesi fa. Grazie.

Interrogazione n. 395
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Distruzione di habitat prioritario per realizzazione di impianti sciistici sul Monte Catria”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 395 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Questa è una risposta molto circostanziata e tecnica e quindi richiede anche un po' di tempo e chiedo scusa se potrà essere lunga, però bisogna che venga letta così come è stata preparata.
I fatti segnalati sono stati oggetto di un procedimento amministrativo di screening di VIA e di Valutazione di incidenza le cui autorità competenti sono rispettivamente la Provincia di Pesaro e Urbino e l'Unione Montana del Catria e Nerone, soggetti istituzionali legittimati a sostenere il citato procedimento dalla legge regionale n. 3/2012 e dalla legge regionale n. 6/2007.
Gli obblighi che l'articolo 3 del d.p.r. n. 357/97 pone in capo alle Regioni sono: l'individuazione dei siti Natura 2000, le intese con il Ministero dell'ambiente per la designazione delle Zone speciali di conservazione, l'indicazione delle stime per il cofinanziamento comunitario necessario per l'attuazione dei piani di gestione e la valutazione dell'idoneità dei siti all'attuazione degli obiettivi della direttiva, sulla base dei monitoraggi periodici.
In riferimento al comma 1, si evidenzia che la Regione Marche ha individuato 27 Zone di protezione speciale e 76 Siti di importanza comunitaria.
Riguardo al comma 2, grazie al completamento della dotazione di Misure di conservazione/Piani di gestione dei Sic e alle intese con il Ministero dell'Ambiente, sono state designate tutte le relative Zone speciali di conservazione con i decreti ministeriali 6 maggio 2015, 12 aprile 2016 e 5 dicembre 2016.
Per quanto riguarda il comma 4, si evidenzia che in vista del periodo di programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, con delibera di Giunta regionale n. 390/2014 è stata approvato il Quadro indicativo delle azioni per Natura 2000 richiedenti un cofinanziamento.
Quanto, infine, al comma 4 bis, si evidenzia che sulla base delle risorse regionali disponibili la P.F. competente ha acquisito la carta degli habitat scala 1:10.000, la revisione e l'aggiornamento dei perimetri di tutti i siti Natura 2000 delle Marche, l'esecuzione di alcuni monitoraggi faunistici.
Si aggiunga che per la raccolta dei dati di cui all'articolo 7 del d.p.r. n. 357/97, finalizzata alla compilazione del IV report ex articolo 17 della direttiva Habitat ed in vista dell'ulteriore attuazione del comma 4 bis, è prevista l'attivazione della Misura 7.6 del Psr Marche 2014-2020 con buona parte della relativa dotazione finanziaria.
L'articolo 5, comma 10 del d.p.r. n. 357/97 recepisce l'articolo 6, comma 4.2 della Direttiva 92/43/CEE (direttiva Habitat), quindi verranno trattate insieme.
A tale riguardo si evidenzia che l'iter procedurale indicato nelle citate normative riguarda i casi in cui sia stata valutata l'incidenza negativa e che le “compensazioni” citate nel parere di valutazione di incidenza si riferiscono non tanto alle misure di compensazione ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 4 della direttiva Habitat, quanto al sistema compensativo previsto dall'articolo 12 della legge regionale n. 6/2005.
Per quanto chiesto al punto 2, si evidenzia che il conferimento delle funzioni relative alla gestione dei siti Natura 2000, con la legge regionale n. 6/2007, ai soggetti gestori delle Aree naturali protette, alle Unioni montane e alle Province ha risposto alla necessità del decentramento amministrativo e all'esercizio di funzioni gestionali da parte degli enti più vicini al territorio, secondo il principio di sussidiarietà da tutti sempre tanto invocato, sulla base di precisi indirizzi e criteri gestionali fissati dalla Regione (deliberazioni di Giunta regionale n. 220/2010, n. 360/2010 e n. 447/2010).
Il sistema ha consentito l'istituzione di rete Natura 2000 nelle Marche, ai sensi di quanto previsto dalla normativa dell'Unione Europea, creando i presupposti per il suo funzionamento a regime, soprattutto sulla base di quanto scaturirà dai risultati dei monitoraggi di cui al già citato articolo 7 del d.p.r. n. 357/97.
Punto 3: se si intenda comunque procedere al finanziamento dell'opera, nonostante la dubbia sostenibilità ambientale manifestata. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale dell'intervento, si ribadisce che il provvedimento positivo di screening di VIA provinciale è composto anche dai pareri positivi dell'Unione Montana del Catria e Nerone, della Sovrintendenza belle arti e paesaggio delle Marche, dell'Asur, dell'Arpam e della Regione Marche - ex Genio civile Pesaro Urbino.
In merito al finanziamento dell'opera, si specifica quanto segue:
gli impianti di risalita montani, presenti sul territorio regionale, sono regolamentati dalla legge regionale n. 22 del 22 ottobre 2001. La Regione, in coerenza con i propri indirizzi programmatici e nell'ottica dello sviluppo dei sistemi turistici locali, promuove lo sviluppo delle zone montane delle Marche, favorendo la realizzazione, la riqualificazione, il potenziamento e l'ammodernamento degli impianti di risalita adibiti al trasporto pubblico di persone, delle piste da sci, dei sistemi di innevamento programmato e delle strutture ad essi connesse;
la legge regionale disciplina le tipologie, le modalità di costruzione ed esercizio, oltre a prevedere finanziamenti per la realizzazione, la riqualificazione, il potenziamento e l'ammodernamento;
da diversi anni si stanno attuando programmi di finanziamento per l'ammodernamento degli impianti di risalita a fune nelle aree montane (cosiddetti impianti sciistici), erogati ai proprietari (pubblici e/o privati) degli impianti di risalita adibiti al trasporto pubblico, delle piste da sci e dei sistemi di innevamento programmato destinati al pubblico esercizio;
nello specifico, il comprensorio sciistico del Monte Catria, vede la presenza di n. 3 impianti di risalita, 2 di proprietà del Comune di Frontone e la cabinovia, già di proprietà della Regione Marche, oggi della Provincia di Pesaro Urbino;
il comprensorio in oggetto risulta assegnatario di contributi concessi a seguito di espletamento di bandi pubblici e conferiti al fine di garantire il potenziamento e la riqualificazione degli impianti di risalita adibiti al trasporto pubblico delle persone, così da favorire lo sviluppo dei sistemi turistici locali e lo sviluppo delle aree montane;
l'articolato Progetto di “potenziamento e messa in sicurezza del comprensorio sciistico del Monte Catria”, oggetto dell'interrogazione, risulta alla scrivente ancora in fase di definizione e, per quanto di conoscenza, la Provincia di Pesaro Urbino ed il Comune di Frontone stanno provvedendo ad acquisire pareri, autorizzazioni e nulla osta propedeutici e necessari ai fini della progettazione esecutiva;
- le modalità di erogazione dei finanziamenti in oggetto, ai sensi della delibera di Giunta regionale 1711/2012, prevedono che gli stessi vengano liquidati in diverse tranche e solo a seguito della presentazione, da parte del beneficiario, di tutta la documentazione attestante la regolarità dell'esecuzione degli interventi finanziati. In particolare il beneficiario è tenuto a presentare: l'atto di approvazione del progetto esecutivo, con relativi pareri, autorizzazioni e nulla osta; verbale di inizio lavori; stato avanzamento lavori e, ai fini della liquidazione del saldo, il collaudo finale.
Per quanto sopra si ritiene che, allo stato attuale, ci siano tutte le condizioni per mantenere i contributi assegnati al comprensorio sciistico del Monte Catria, in quanto gli stessi verranno erogati solo a seguito di verifica, da parte dell'ufficio, di tutta la documentazione attestante la regolarità dell'esecuzione degli interventi finanziati, ivi compresi i pareri ed i nulla osta relativi alla sostenibilità ambientale dell'intervento stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Assessore mi sembra che sull'impianto sciistico del Catria Nerone abbiate impegnato 3 milioni come investimento, se mi può dare conferma? Però la questione oltre ad essere tecnica è anche politica perché diamo 3 milioni su un'idea che con lo sviluppo montano a mio avviso c'entra poco, in quanto con i cambiamenti climatici che abbiamo di neve ne fa poca, non rimane al suolo, noi potenziamo la sciovia del Catria e del Nerone - io qualche volta sono andato anni fa a fare qualche sciatina - ma non ci ripaghiamo l'investimento. Quindi è proprio l'idea sbagliata.
Il discorso relativo a questa procedura nello specifico, e lei che nelle tre pagine degli uffici non ha menzionato, è che noi tagliamo un pezzo di bosco in due aree protette perché il progetto insiste sul Sic, che è un sito di interesse comunitario dei monti Catria e Acuto, e nella Zps, che è la zona di protezione speciale del monte Catria, monte Acuto e monte della Strega.
Abbiamo una realizzazione di un progetto che interferisce con gli habitat d'interesse comunitario, che vengono indicati come potenziali impatti derivanti dalla realizzazione dell'opera, con perdita, degrado e danneggiamento di habitat naturale, perdita, degrado e danneggiamento di habitat di specie, come la normativa indica.
L'impatto consiste nel taglio, quindi la rimozione del bosco, e non può essere considerato temporaneo, come affermato nel progetto, e non si può fare un'equivalenza tra l'habitat del bosco e l'habitat prateria, come forzosamente indicato nel progetto.
Il progetto provoca una frammentazione di habitat e il disturbo delle specie che popolano il bosco, comporta un'incidenza negativa sui siti Natura 2000 e comporta una distribuzione permanente di un habitat prioritario.
Gli atti dell'Unione Montana e della Provincia, pur riconoscendo l'incidenza negativa, concludono con un parere positivo in maniera diciamo, non a nostro avviso, corretta, escludendo il progetto dalla valutazione di impatto ambientale.
Il progetto prevede infatti delle opere di compensazione che però non vengono né definite, né quantificate, e noi sappiamo che con gli impatti negativi c'è l'obbligo di adozione delle misure di compensazione ed occorre coinvolgere nell'iter di autorizzazione il Ministero e l'Europa per la richiesta di un parere.
Per realizzare il progetto occorre dimostrare inoltre, essendoci degli effetti negativi, che sussistono altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, che non ci sono, non sono stati riscontrati negli atti e neanche politicamente, a mio avviso, questa è un'opera che può andare nella definizione di rilevante interesse pubblico.
Detto questo, la normativa, come affermato nell'interrogazione, non consente alla Regione di applicare in maniera esaustiva quanto riportato nell'articolo della 357 del '97 per cui le Regioni assicurano per i proposti siti di importanza comunitaria, a cui ci riferiamo, le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie e quindi la Regione Marche, con la legge regionale 6 del 2007, trasferisce ad una serie di soggetti, che sono le Unioni dei Comuni, gli enti parco e le Province, la gestione dei siti della rete 2000, ma ne deve aver assolutamente il controllo.
La normativa regionale, quindi, non consente un'azione di indirizzo e controllo sufficiente da parte della Regione, come richiesto dal d.p.r. 357, perciò va modificata e potenziata.
Il caso del comprensorio sciistico del Catria è quindi una palese conferma di questo stato di fatto, della inadeguatezza della normativa regionale.
Il passaggio delle competenze alle province, per la valutazione di impatto ambientale, e alle Unioni Montane, per la valutazione di incidenza, permette che la distribuzione di habitat prioritario e altre incidenze negative possano avvenire senza che la Regione possa intervenire sul procedimento, quindi la Regione, a nostro avviso, non si può lavare le mani quando ci sono queste situazioni.
Non mi dichiaro soddisfatto in quanto ritengo necessaria una modifica alla normativa regionale affinché la Regione eserciti il proprio controllo sugli enti a cui ha delegato gli aspetti sulla valutazione di incidenza e sulla valutazione ambientale in modo che questi scempi non possano avvenire. Non mi reputo soddisfatto perché 3 milioni su questo modello di sviluppo delle aree interne non ci convincono assolutamente e possono essere impiegati su altri aspetti.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Su richiesta del Presidente ed in accordo con gli interroganti cambiamo l'ordine del giorno ed anticipiamo le interrogazioni di competenza del Presidente Ceriscioli.

Interrogazione n. 457
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
"Situazione a rischio dei pazienti colti da ictus nella zona sud dell’Area vasta 2, Osimo, Loreto, Castelfidardo e zone costiere"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 457 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Rispetto alla rete neurologica marchigiana sono state recepite le normative regionali anticipando la delibera di Giunta regionale 987/2016 che definisce il PDTA dell'ictus ischemico in fase acuta, e specifica le sedi delle Stroke Unit marchigiane, le competenze territoriali e le modalità di accesso. L'Ospedale di Comunità di Loreto non è stato mai sede di Stroke Unit, le cui caratteristiche organizzative sono chiaramente stabilite dal decreto ministeriale 70/2015.
Inoltre, con determina Asur n. 620 del 26 ottobre 2017, è stato aggiornato il percorso operativo del paziente con ictus acuto e definite anche le sedi di centralizzazione per le Centrali operative 118 presso le Stroke Unit di riferimento. Sulla base della suddetta determina, i pazienti dell'area vasta 2, colti da ictus, possono accedere in tempo utile a 4 sedi differenti (Inrca, Ospedali Riuniti Ancona, Jesi e Marche Nord) operative ed attrezzate per eseguire la trombolisi endovenosa.
Tutti i medici sono tenuti ad attuare i protocolli e non hanno bisogno del medico di appoggio della centrale operativa.
La check-list trombolisi - veniva messa in discussione dicendo che era antiquata -("Scheda di intervento tematica neurologica focale") è stata selezionata ed aggiornata dall'ampio gruppo di professionisti del Servizio sanitario regionale che ha partecipato alla redazione del PDTA. Quindi il percorso è stato anche completato con l'aggiornamento della check-list.
Le procedure di centralizzazione e decentralizzazione, sulla base delle caratteristiche cliniche dei pazienti, sono definite nella delibera di Giunta regionale 987/2016 e rese operative con la suddetta determina Asur.
Punto 2: conoscere quale azione intende mettere in campo per risolvere quanto prima questo problema. Più che azioni da mettere in campo noi proseguiremo, come abbiamo fatto nei mesi di giugno e luglio di quest'anno, con due eventi formativi dedicati al personale del 118 e del Pronto Soccorso per approfondire il percorso ictus nell'area vasta 2 e tale attività formativa verrà riproposta anche nel 2018 ed estesa a tutto il personale coinvolto nella presa in carico del paziente con ictus.
Quindi si rifà come è stata fatta quest'anno tutta la formazione, si mantiene attivo il sistema più che predisporre altre cose ed è stato programmato, entro l'anno, un Audit relativo all'applicazione del PDTA regionale finalizzato alla analisi e risoluzione di eventuali criticità.
Quindi si riproporrà come quest'anno anche il prossimo anno l'aggiornamento e verrà fatto un Audit specifico per verificare che le procedure, così come previste nel PDTA, vengano eseguire correttamente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Che dire? La risposta la conoscevo e forse ne so più io che gli uffici dell'Assessore alla sanità che hanno predisposto la risposta, in quanto c'è una determina più recente, quella di ottobre del 2017, che comunque non rimanda a un accordo successivo con l'Azienda ospedali riuniti di Torrette, però ancora non mi sembra reperibile.
Detto questo faccio un po' la cronistoria: la delibera di Giunta di riferimento è dell'agosto 2016, la mia interrogazione è stata presentata l'11 luglio 2017 dopo 10 giorni l'Asur ha convocato il tavolo tecnico di lavoro, il 20 luglio 2017, che ha predisposto la gestione dell'ictus in fase acuta, che è allegata alla determina del direttore generale dell'Asur 620 dell'ottobre 2017, quindi la mia interrogazione era più che ponderata in quanto effettivamente ancora non si era attivato tutto l'iter. Ma vediamo questa determina che iter predispone. E' vero che conferma le vecchie sedi di centralizzazione, i residenti a Osimo, a Senigallia e nelle zone immediatamente limitrofe vanno agli Ospedali Riuniti o all'Inrca a seconda dell'età, o ad Ancona, e sono trasportati alla Stroke-unit, però, tutta quella fascia costiera, a cui facevo riferimento, nello specifico a Castelfidardo, a Loreto in alcuni casi è capitato, purtroppo questo è un aspetto critico che va assolutamente migliorato, che in alcuni casi l'ambulanza infermieristica senza medico a bordo, con un paziente con ictus o con sintomi lievi in assenza di protocollo operativo, si sia recata direttamente al pronto soccorso di Osimo dove, come benissimo sappiamo, la Stroke-Unit è stata chiusa, quindi facendo gli esami di rito, la Tac, perdono tempo prezioso prima che il paziente venga indirizzato all'ospedale di Torrette. Sappiamo benissimo l'importanza di interagire entro quattro o sei ore a seconda della terapia da effettuare, può comportare o meno la morte del paziente o il suo peggioramento.
Mi auguro che il famoso accordo previsto dall'allegato alla determina 620 del 2017, cioè quello del percorso di centralizzazione concordato con l'Azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, che qui dice sarà oggetto di apposito e successivo documento, sia nel frattempo stato predisposto, perché come ho spiegato prima la situazione è grave e va assolutamente presa un'azione concreta ed efficace nel più breve tempo possibile, visto che la delibera è del 2016 ed è passato più di un anno. Grazie.

Interrogazione n. 485
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
"Farmacia di Monteleone di Fermo"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 485 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. La sede farmaceutica di Monteleone di Fermo e di quella di Montemonaco, rimaste vacanti, sono state messe a concorso con decreto.
L'ufficio preposto ha proceduto alla verifica dei requisiti per l'ammissione al bando di concorso e tutte le 139 candidature sono state ammesse.
Punto 2) Perché a distanza di sette mesi dal decreto 10/ARS non è stata ancora predisposta la procedura concorsuale?
La procedura concorsuale è stata avviata, le richieste per la designazione per la Commissione giudicatrice sono iniziate. Le procedure per la nomina della commissione seguono la normativa regionale.
Punto 3) Perché non si ricorre alla Commissione regionale?
Essendo in via di formalizzazione la commissione del concorso per l'assegnazione delle due sedi farmaceutiche, non sussiste alcun problema per la nomina dei componenti in quanto sono pervenute all'Ars le designazioni previste.
Inoltre si fa presente l'apertura del dispensario - servizio importante per la comunità - nel Comune di Monteleone di Fermo, su istanza del Sindaco.
Nel frattempo con il dispensario si mettono a disposizione dei cittadini i farmaci.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi

Jessica MARCOZZI. Quella della Farmacia di Monteleone ormai è una storia che va avanti da due anni e l'ultima volta, prima di presentare l'ennesima interrogazione, avevamo parlato con il Presidente Volpini il quale ci aveva assicurato che a breve ci sarebbe stato il concorso, era il 14 settembre.
Oggi a fine novembre non si sa ancora nulla, magari se riusciamo ad accelerare perché sono due anni che i cittadini non hanno la farmacia e il Comune vicino dista 10 chilometri, se non sbaglio. Magari se possiamo accelerare. Grazie.

Interrogazione n. 507
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Chiusura del Distretto sanitario di Sirolo-Numana”

Interrogazione n. 516
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Gestione ex ospedale San Michele di Sirolo”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 507 del Consigliere Rapa e l’interrogazione n. 516 della Consigliera Leonardi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Non è prevista la chiusura del distretto, credo che sia stato trovato anche l'accordo per quanto riguarda i lavori necessari per poter continuare ad erogare i servizi che qui vengono ricordati:
1. prelievi due giorni la settimana;
2. un amministrativo di supporto in contemporanea con gli infermieri;
3. vaccinazioni una volta la settimana con possibilità di potenziamento a seconda delle esigenze, che questo anno ovviamente ci sono state;
4. attività di psichiatria;
5. servizio di assistenza domiciliare integrata che ha come sede questo piccolo ufficio.
Molto importante è la presenza dei medici di medicina generale all'interno della stessa struttura. Quindi il presidio continuerà a svolgere la propria attività nei locali messi a disposizione dal Comune proprio in forza del fatto che c'erano dei problemi sui lavori da eseguire, in accordo questo tema si è risolto, ma non era in discussione la chiusura del servizio quanto la risoluzione di determinati problemi che potevano mettere a rischio la continuazione del servizio in quel presidio.
I problemi del presidio sono stati risolti, quindi, rispetto alle interrogazioni che chiedevano garanzie da questo punto di vista, quelle che sono le attività che si svolgevano si continueranno a svolgere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Ringrazio il Presidente, ma soprattutto lo ringrazio per aver celermente dato una soluzione a questo problema che per la comunità in questione è importante. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie. Mi ritengo anch'io soddisfatta della risposta del Presidente e Assessore alla sanità. Avevo presentato l'interrogazione nei giorni successivi all'emersione della questa vicenda dalle pagine della stampa, poi si è trovata una soluzione e mi è stata confermata dal primo cittadino.
Questa problematica è stata fortunatamente, almeno così pare, scongiurata.

Interrogazione n. 466
ad iniziativa del Consigliere Rapa
"Situazione delle emissioni in atmosfera di una ditta di Loreto"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 466 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Pur non essendo esplicitato quale sia la Ditta di cui si parla, si presume che si tratti dell'impianto autorizzato alla Ditta Pavimental da parte della Provincia di Ancona.
Rispetto a tale impianto, come avviene per tutti gli impianti che producono emissioni in atmosfera, i controlli necessari per il monitoraggio delle emissioni sono stati disposti dalla Provincia di Ancona nell'autorizzazione rilasciata l'1 giugno 2006 al punto n. 9 della stessa autorizzazione e valida fino al 2021.
Tali controlli sono definiti con riferimento alla normativa nazionale in materia di emissioni in atmosfera. Non si è a conoscenza di controlli ulteriori rispetto a quelli disposti.
Il Comune di Loreto con esplicito riferimento alla presente interrogazione ha richiesto con nota n. 23140 del 12 settembre 2017 un controllo della qualità dell'aria attraverso l'utilizzo dell'impianto mobile gestito dall'Arpam. Conseguentemente l'ufficio regionale competente ha dato disposizione all'Arpam di programmare l'installazione dell'impianto mobile a Loreto.
Non risultano agli atti altre comunicazioni circa tale problematica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Solo per ringraziare l'Assessore perché, come sempre, mi ritengo soddisfatto della risposta che è veramente precisa. Grazie.

Interrogazione n. 481
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Avio superficie nei pressi del sito di interesse storico Castello della Rancia e del Parco naturale Abbadia di Fiastra"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 481 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. L'interrogante chiede se risulta agli uffici competenti se sia stata o meno effettuata la comunicazione all'Enac.
Per quanto a conoscenza dei nostri uffici, si rappresenta che il gestore della aviosuperficie sita in Contrada Rancia Tolentino, come da Nulla Osta rilasciato in data 08 agosto 2017 dalla Questura della Provincia di Macerata, ha presentato la documentazione per la istituzione della aviosuperficie stessa ad Enac.
Per ciò che concerne il procedimento autorizzativo, si informa che la Vas è di competenza della Provincia di Macerata, mentre la Via rientra fra le competenze statali.
Infatti con il decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 104, entrato in vigore il 21 luglio 2017, sono stati modificati gli allegati alla parte seconda del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in particolare con l'articolo 22 del d.lgs. n. 104 del 2017 è stato introdotto l'allegato Il-bis - Progetti sottoposti alla verifica di assoggettabilità di competenza statale. Tra i progetti elencati in detto allegato Il-bis alla Parte II del D.Lgs. 152 del 2006 rientrano, alla lettera e) gli aeroporti (progetti non compresi nell'allegato II). Nell'allegato II - Progetti di competenza statale alla Parte II del D.Lgs. 152/2006 rientrano gli aeroporti con piste di atterraggio superiori a 1.500 metri di lunghezza.
Per effetto delle intervenute disposizioni normative statali, pertanto, detti interventi non rientrano tra le competenze della Regione Marche.
Alla domanda se rientra tra le politiche di valorizzazione paesaggistica-culturale la realizzazione di una simile attività ubicata in prossimità del sito di interesse storico Castello della Rancia e della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, si risponde che nelle politiche di valorizzazione paesaggistica culturale della Regione Marche non è presente la realizzazione di una aviosuperficie in Contrada Rancia Tolentino.
A questo posso aggiungere, conoscendo bene il territorio, che per quanto mi riguarda il sottoscritto pensa che l'ubicazione in quell'area a ridosso del castello sia del tutto sbagliata e per quanto mi riguarda del tutto impossibile da realizzare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Ringrazio l'Assessore della risposta precisa, puntuale, chiara e anche delle considerazioni finali che ha fatto, che ritengo molto importanti, quindi mi ritengo soddisfatto della risposta.
Per completezza vorrei un attimo ricordare di cosa stiamo parlando. Recentemente il Comune di Tolentino ha apportato una variante al PRG, in assenza delle valutazioni previste all'articolo 27, sulle norme tecniche di attuazione del piano paesaggistico ambientale, ha riclassificato una singola area della superficie di 5,2 ettari posta nelle vicinanze del Castello della Rancia riguardante due uniche proprietà.
Quindi di tutta la zona va a modificare l'utilizzo solo due.
Grazie alla variante in oggetto tale area al momento classificata dal PRG vigente come zone E2, cioè area soggetta a tutela orientata, dove è vietata ogni nuova edificazione, si trasformerebbe in zona agricola aviosuperficie E10 con conseguente possibilità di realizzare ben 15.600 metri cubi di nuove costruzioni. Si pensi che tale cubatura consentirebbe di realizzare edifici con una superficie coperta di oltre 3.000 metri quadrati ben superiore ad esempio alla superficie prevista dalla legislazione in commercio, ad esempio per una struttura media di vendita.
In altre parole con la variante adottata il Consiglio comunale disapplica tutte le ppar presenti nell'area in questione e cosa ancor più grave lo fa senza fornire adeguate motivazioni sulle quali siano le mutate ragioni paesaggistico ambientali che dopo 22 anni portano oggi a cambiare completamente la previsione e in una specifica area dove prima non era ammessa alcuna nuova edificazione.
Dopo 22 anni all'improvviso il Comune si accorge che c'è bisogno di cambiare due piccole aree e i proprietari dei terreni che stanno lì intorno magari avranno qualcosa da dire, dimenticando e negando inoltre, senza dire nulla in merito, ma limitandosi ad una mera presa d'atto, la tutela decisa per la stessa area non più di otto mesi fa, perché otto mesi fa il Consiglio comunale aveva confermato le tutele.
Il valore ambientale è particolarmente elevato e meritevole di un grado maggiore di tutela. Aveva confermato proprio questo che sto dicendo.
Inoltre in alcuni elaborati, che sono stati inseriti nella variante, si arriva ad affermare che il divieto di non edificazione non impedisce la realizzazione di aviosuperfici, utilizzando edifici o manufatti preesistenti o elementi prefabbricati che non sono stabilmente infissi nel suolo, in quanto a livello ambientale non ci saranno particolari impatti dato che le strutture da realizzare saranno contenute e modulari, gli hangar saranno facilmente smontabili. Questo è scritto in questi documenti.
Ebbene parliamo di 6 blocchi da 24 metri di lunghezza, 16 metri di larghezza, alti 4,53 metri con una struttura portante fatta di travi e pilastri in acciaio e plinti di fondazione in calcestruzzo 80 x 80 x 80. Quindi qualcuno mi dovrà spiegare e dimostrare questa presunta amovibilità, che appare non veritiera e si scontra pertanto con l'articolo 3 comma 1, lettera e 5 del d.p.r. 380/2001.
Queste opere se realizzate potranno rimanere sull'area per 12 anni, quindi da un lato si enfatizza la temporaneità degli hangar e il loro non essere considerabili come nuovi edifici, dall'altra però, attenzione, si prescrive che per la loro realizzazione occorre il permesso di costruire, in contrasto con l'articolo 11, comma 1, lettera a) della legge regionale 22/2011. Se infatti la realizzazione degli hangar si configura come attività di nuova costruzione, tant'è che si richiede il permesso a costruire, la previsione dei 15.600 metri cubi da destinare ad hangar, assume indubbiamente le caratteristiche di una consistente previsione di espansione dell'area edificabile e sancisce il contrasto tra la variante adottata all'articolo 11, comma 1, lettera a) della legge 22/2011.
Secondo me la variante adottata dal Comune è anche in contrasto con l'articolo 1, comma 2 della legge 13/90 che recita così: le zone agricole sono destinate esclusivamente all'esercizio delle attività dirette alla coltivazione dei fondi, eccetera, ed ed è esclusa dall'applicazione dell'articolo 3, comma C1, lettera h) della stessa legge in quanto, come risulta dagli atti tecnici amministrativi pubblicati per il procedimento di variante, l'utilizzo dell'aviosuperficie ai fini della Protezione Civile di soccorso è solamente ipotizzato al Comune”, cioè il Comune ipotizza che quell'aviosuperficie possa essere utilizzata anche dalla Protezione Civile, ma abbiamo sentito dalle parole dell'Assessore con delega alla Protezione Civile che quell'area non è un sito interessante per la Regione, anzi l'Assessore ritiene che quell'area sia il posto sbagliato per realizzare tale impiantistica.
Pertanto non si capisce come questa previsione non sia supportata da una reale esigenza della Protezione Civile e infatti attualmente non c'è traccia o menzione di alcun atto concreto dell'amministrazione comunale e di altri enti soggetti competenti in tali materie ai fini della certezza di utilizzo della nuova aviosuperficie per attività di emergenza.
Termino dicendo che l'attuale stato dei fatti, così come riportati nella documentazione, porta a concludere che non esiste alcun elemento che deponga a favore della trasformazione delle caratteristiche dall'aviosuperficie da semplice impianto per le attività sportive ad opera di interesse pubblico, ed è pertanto in contrasto con la legge 13/1990.
Finisco con un invito formale all'Assessore Pieroni ad interessarsi presso la Sovrintendenza alle belle arti per verificare le condizioni di tutela del monumento storico Castello della Rancia, in quel posto l'aviosuperficie sicuramente non deve essere realizzata. Grazie.

Interrogazione n. 473
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
"Adesione della Regione Marche al programma di eventi denominato Risorgimarche. Festival della solidarietà per la rinascita delle comunità colpite dal sisma"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 473 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. In relazione all'interrogazione in oggetto si rappresenta quanto segue.
La Giunta regionale con propria delibera n. 829 del 17 luglio 2017 ha approvato l'elenco dei progetti di iniziativa regionale attuati direttamente dalla Regione come previsto dall'Accordo di programma con il Mibact per la realizzazione di progetti di attività culturali nei territori della regione interessati dagli eventi sismici, verificatisi a partire dal 24 agosto 2016.
Tra questi figura anche il progetto Risorgimarche - Festival della solidarietà per la rinascita delle Comunità colpite dal sisma, che si è tenuto dal 25 giugno al 4 agosto 2017, iniziativa itinerante prodotta, organizzata e promossa da TAM, Tutta un'altra musica, importante realtà marchigiana nel campo della musica e dello spettacolo finanziata dal Mibact tramite il fondo Fus.
L'iniziativa si è conclusa con un bilancio molto positivo, visto che si sono registrate oltre 80.000 presenze durante le 13 tappe dei concerti, resa possibile anche grazie al supporto della Protezione Civile e del Sistema di soccorso territoriale sanitario regionale 118.
Prima domanda: Le risorse finanziarie definitivamente destinate, dalla Regione Marche, all'evento denominato “Risorgimarche. Festival della solidarietà per la rinascita delle comunità colpite dal sisma”, con l'indicazione delle singole voci di spesa, dei relativi importi e se è già avvenuto il pagamento.
La Regione Marche con la delibera di Giunta n. 829 del 17 luglio 2017 ha stabilito l'importo del contributo destinato all'evento "Risorgimarche" in 152.000 euro.
Il soggetto attuatore TAM - Tutta un'altra musica, Eventi scarl, ha inviato il budget dì progetto così individuato: per gli artisti le spese preventivate sono pari a zero in quanto tutti sono venuti gratuitamente e sono Niccolò Fabi, Malika Ayane, Daiana Lou, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Bungaro, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa, Brunori Sas, Max Gazzè, Francesco De Gregori.
Direzione artistica: Neri Marcorè zero euro.
Direzione esecutiva: Giambattista Tofoni zero euro.
Ufficio stampa: Desiree Colapietro Petrini zero euro.
Musicisti e tecnici (comprese spese di viaggio circa 130 unità): 70.000 euro.
Trasporti interni: 3.000 euro.
Alberghi artisti: 7.000 euro.
Ristoranti e catering artisti: 4.000 euro.
Promozione: 6.000 euro.
Conferenza Stampa e spese connesse: 5.000 euro.
Sito web: 4.000 euro.
Fotografi (pre-post produzione): 15.600 euro.
Video reporters (pre-post produzione): 15.600 euro.
Social managers: 5.000 euro.
Grafica: 7.000 euro.
PA + backine: 33.000 euro.
Ingegneri del suono: 6.200 euro.
Post-produzione audio: 2.000 euro.
Energia/Gruppi elettrogeni/ torri faro: 13.000 euro.
Sopralluoghi e preproduzione: 5.000 euro.
Direzione di produzione e direzione di palco: 13.000 euro.
Amministrazione di coordinamento e organizzazione della sicurezza: 18.000 euro.
SIAE: 3.600 euro.
Logistica: 8.000 euro.
Imprevisti: 8.000 euro.
Runner/Personale di palco: 10.000 euro.
Pulizie spazi: 2.000 euro.
Bagni chimici: 8.000 euro.
Bus navette: 8.000 euro.
Vigili del Fuoco: 2.500 euro.
Per un totale di complessivo di 282.500 euro.
In particolare si evidenzia che le voci collegate alla sicurezza, anche a seguito della circolare del Ministero dell'interno e del Capo della Polizia per l'organizzazione dei grandi eventi, riguardano i costi per: energia/gruppi elettrogeni/torri faro, sopralluoghi e preproduzione, direzione di produzione/direzione di palco, amministrazione coordinamento organizzazione sicurezza, logistica, imprevisti, runner/personale di palco, bus navette e Vigili del fuoco.
L'impegno delle risorse stanziate per tutti i progetti di iniziativa regionale, tra cui anche Risorgimarche, è stato adottato con Decreto del Dirigente del Servizio Sviluppo e valorizzazione delle Marche n. 108 del 5 luglio 2017, all'attenzione dell'Ufficio di spesa della PF Ragioneria e contabilità il 28 luglio 2017, all'interno del quale è contenuta anche la liquidazione della prima tranche del suddetto progetto "Risorgimarche" pari a 40.000 euro a titolo di acconto dietro presentazione della rendicontazione. Il soggetto beneficiario ha infatti fornito la documentazione comprovante la quietanza di spese pari a 49.161. Il resto del contributo sarà liquidato dietro presentazione di idonea e adeguata rendicontazione.
Punto 2) dell'interrogazione: quante imprese agricole e dell'artigianato locale erano presenti per ogni singolo evento, nelle "isole del gusto", con l'indicazione di quante di queste hanno sede legale nei comuni del "cratere sismico".
L'attività di promozione, valorizzazione e commercializzazione dei prodotti tipici del territorio colpito dagli eventi sismici è stata organizzata dall'Istituto marchigiano dì tutela vini, il Consorzio dei vini piceni e food brand Marche, in collaborazione con tutte le associazioni di categoria regionali.
La partecipazione alla manifestazione era consentita sulla base di un apposito regolamento espositori predisposto e approvato da tutti i soggetti coinvolti nell'iniziativa alle seguenti categorie:
1. produttori agricoli;
2. artigiani di filiera alimentare;
3. artigiani di prodotti rurali e artistici;
4. commercianti di esclusive tipicità dei comuni oggetto degli eventi.
I posti sono stati assegnati seguendo un criterio prioritario che ha tenuto conto dei seguenti requisiti:
1) aziende del comune interessato dell'evento;
2) aziende dei comuni confinanti al comune dell'evento;
3) aziende degli altri comuni dell'intero cratere;
4) ordine cronologico di richiesta partecipazione.
Le Associazioni di categoria hanno informato dell'iniziativa i propri aderenti e le domande di partecipazione pervenute sono state circa 100, delle quali 9 sono state escluse in quanto non aventi i requisiti richiesti dal regolamento. L'iniziativa “Isole del gusto” per le aziende partecipanti non ha comportato nessun onere a loro carico, quindi hanno avuto gratuitamente gli spazi.
Dai dati diffusi risulta che complessivamente nel corso di Risorgimarche sono state 371 le partecipazioni da parte delle aziende locali, tutte aventi sede legale nell'area del cratere, agli stand delle “Isole del gusto” in quanto le imprese hanno partecipato a più tappe dell'iniziativa come di seguito indicato. Qui abbiamo l'elenco dei partecipanti, dopo se serve lo prendete, e delle località: Arquata del Tronto: Niccolò Fabi, Cingoli, Montegallo, Bolognola, Amandola, Fiastra, Sarnano.
Punto 3): per quale motivo non sia stata adeguatamente pubblicizzata la possibilità, per le imprese agricole e dell'artigiano ricadenti nei comuni del “cratere sismico” di poter essere presenti nelle isole del gusto e se le associazioni di categoria dì settore e le amministrazioni comunali siano state informate dei tale opportunità.
L'iniziativa, come già sopra esplicitato, è stata svolta di concerto con tutte le associazioni di categoria regionali (che hanno sempre partecipato ai tavoli), le quali, a loro volta hanno coinvolto, tramite i loro uffici provinciali, tutti i loro associati. Le amministrazioni comunali coinvolte nei concerti erano a conoscenza di questa opportunità in quanto hanno dovuto predisporre, attraverso i loro uffici, le relative ordinanze sindacali.
Punto 4) dell'interrogazione: per quale motivo, nella delibera della Giunta regionale n. 682 del 21 giugno 2017, l'evento del 3 agosto viene indicato nel comune di Visso (MC), Santuario di Macereto, quando in realtà si è svolto nel terreno dell'azienda agricola Scolastici di Pieve Torina?
La manifestazione, come ha più volte sottolineato Neri Marcorè, si è caratterizzata per essere il Festival delle Comunità e non dei singoli Comuni, nei cui territori si sono svolti i concerti, volti essenzialmente a contribuire alla rinascita dell'area del cratere, superando campanilismi tra comuni.
La scelta delle sedi dei concerti è stata effettuata in totale autonomia dalla Direzione del festival, sulla base di molteplici criteri (bellezza dei luoghi, capienza, sicurezza, antropizzazione, logistica, eccetera) e senza avere come riferimento principale il confine amministrativo del singolo comune, nel cui territorio il concerto aveva sede, ma l'intera comunità residente in prossimità del luogo scelto.
Le proposte effettuate nella prima fase progettuale non indicavano mai un punto preciso, ma una zona, un luogo simbolico, un territorio riconoscibile, con una generica indicazione geografica o morfologica o di appartenenza al patrimonio culturale: Forca di Presta, Domus San Bonfilio, Canfaito, Santuario di Macereto, Piani di Ragnolo ed altri. In questi luoghi ed in moltissimi casi spostandosi di pochi metri, si attraversavano i confini di diversi comuni. In alcuni casi il “palco” ed il pubblico incidevano in 2 comuni diversi, a volte anche 3.
Molti spazi prescelti quindi presentavano queste caratteristiche e incidevano su più comuni:
• Fiastra/Sarnano (concerto Paola Turci);
• Fiastra/San Ginesio/Sarnano (concerto Bungaro);
• Pieve Torina/UssitaNisso (concerto De Gregori/Gnu Quartet/FORM);
• Apiro/Poggio San Vicino/San Severino Marche (concerto Samuele Bersani - 4 agosto).
Nella prima fase, inoltre, la scelta dei luoghi non era ancora stata abbinata all'artista che lì si sarebbe esibito, in quanto la lista era ancora in via di definizione. Questo aspetto è da ritenersi di fondamentale importanza per la diversa capacità degli artisti stessi di attrarre pubblico e quindi la conseguente necessità di spostare l'area concerto all'interno di una stessa zona in funzione del pubblico previsto.
Nel caso specifico di Macereto, la direzione aveva indicato il "Santuario di Macereto" in quanto luogo simbolo di tutta una zona, inciso nella memoria collettiva. All'epoca dei primi sopralluoghi non si sapeva - e così è accaduto per la maggioranza dei concerti - dove effettivamente posizionare il palco, il pubblico, e tutto il resto rispetto all'area generica prescelta. Scelta quest'ultima avvenuta dopo i sopralluoghi successivi.
Nel caso del Santuario di Macereto inoltre, come precedentemente accennato, l'abbinamento con un artista di minor richiamo non avrebbe escluso l'ipotesi dello svolgimento del concerto proprio all'interno del cortile del Santuario, capace però di accogliere un numero decisamente inferiore di pubblico rispetto all'area scelta nella seconda fase.
Non si è trattato pertanto di scegliere un Comune piuttosto che un altro, ma di individuare un'area, una zona e coinvolgere tutte le comunità e le istituzioni che lì vivono e operano.
La direzione del Festival ha sempre puntato al coinvolgimento di più comuni ed enti possibili nello spirito di solidarietà dello stesso Festival. Nel caso di specie, il Santuario ha rappresentato il suggestivo scenario per circa 30.000 persone, perfettamente visibile sullo sfondo di un concerto straordinario e che rimarrà nella memoria di molti, per gli anni a venire.
La sede del concerto è stata visionata nei primi giorni del mese di maggio (quando ancora la strada per Ussita chiusa). Insieme alla direzione si è cercato di individuare la sede migliore, in prossimità del Santuario di Macereto, dove poter svolgere l'evento, tenendo conto che la previsione di pubblico per De Gregori è andata aumentando, fino a giungere ai circa 25/30.000 partecipanti. La Prefettura di Macerata (dopo svariati sopralluoghi) ha obbligato gli organizzatori (pena annullamento) ad individuare adeguati parcheggi per le auto. A circa 900 metri dal Santuario, si è individuato il punto (che ricade all'interno della proprietà Scolastici la quale ha messo a disposizione circa 30 ettari di terreno a servizio parcheggio, oltre all'area dell'evento) dove si è svolto il concerto. Questo terreno, essendo contiguo al Santuario, si pensava rientrasse nel comune di Visso (tra l'altro il Sindaco è stato sempre convocato nelle diverse riunioni).
A questo punto l'evento di De Gregori, è stato pubblicizzato per Macereto (Pieve Torina/Ussita e Visso).
Per completezza, si informa che la situazione verificatasi a "Macereto" non è stato l'unico episodio di spostamento in corso d'opera da parte degli organizzatori. Il 25 giugno Spelonga ha sostituito Forca di Presta per il concerto di Niccolò Fabi a causa della mancata apertura della strada per cause di forza maggiore. Il 23 luglio l'artista Bungaro doveva esibirsi presso la Rocca di Colonnalta (San Ginesio), per motivi legati alla sicurezza e l'ordine pubblico, l'organizzazione e la Prefettura di Macerata hanno deciso di spostare l'evento in altra località, precisamente alla Pintura del Bagnolo (Fiastra/Sarnano/San Ginesio).
Ultimo punto: quali benefici concreti Risorgimarche ha portato alle attività produttive ed economiche ricadenti nei comuni del “cratere sismico”?
Lo spirito principale dell'iniziativa regionale era di mantenere alto il livello di attenzione delle aree montane colpite dagli eventi sismici.
L'obiettivo è stato raggiunto soprattutto in virtù della grandissima partecipazione di persone che sono giunte in quelle aree da quasi tutte le regioni italiane (ed in alcuni casi anche dall'estero), dall'interessamento e dagli articoli delle più grandi testate giornalistiche nazionali e soprattutto da diversi passaggi televisivi su Rai 1 e Sky e radiofonici con Rai Radio2 nonché dal risalto mediatico sui social media.
La presenza di circa 80.000 persone nei 13 eventi ha ovviamente portato molti partecipanti ad usufruire delle strutture ricettive e dei ristoranti del territorio (alberghi, agriturismi, bed and breakfast).
Molti di queste hanno scoperto luoghi di cui ignoravano l'esistenza e che, come molti hanno scritto, probabilmente torneranno a frequentare nel futuro.
Di questa grande partecipazione popolare ne hanno soprattutto beneficiato le aziende agricole e i produttori di prodotti tipici locali, i quali sono tra i principali soggetti che già richiedono la seconda edizione per l'anno 2018.
Credo che, al di là di questi dati e di questi numeri, questo grande evento voluto fortemente da Neri Marcorè nostro concittadino ha dato, in un momento di grande difficoltà per il nostro sistema dell'accoglienza turistica, per le criticità che in quel periodo abbiamo vissuto per il verificarsi del sisma, un grande respiro di promozione, di accoglienza e una grande valorizzazione di questi territori.
Debbo dire con grande franchezza, e voglio essere molto franco, che mi sarei aspettato un tenore diverso rispetto ad un'interrogazione asettica con la richiesta, da tutto il gruppo consiliare della Lega Nord, di questi numeri, perché è stato un momento di grande visibilità per la nostra regione e soprattutto per quei territori.
Non riesco a capire fino in fondo, e lo dico al capogruppo, il motivo di questa interrogazione, anzi pensavo che fosse un plauso non alla regione che ha soltanto dato l'assenso ed ha finanziato in parte, perché rispetto ai 152.000 euro previsti, l'associazione Tam, che ha organizzato l'evento, ha trovato altri fondi dai privati.
Credo che in questo caso la Lega Nord abbia fatto un grande scivolone politico rispetto al grande evento Risorgimarche, sicuramente, e anticipo anche questa mia valutazione, noi ripresenteremo questo grande evento per la seconda edizione come richiesta da tantissime persone non solo marchigiane, tanti messaggi di congratulazioni sono arrivati da parte di non marchigiani. La ripresenteremo con più forza, sicuramente un plauso grande va a tutti gli artisti che gratuitamente hanno messo a disposizione delle Marche e di questi territori da valorizzare, la loro professionalità, la loro esperienza e la loro voce.
E' chiaro che da questa interrogazione si evince che c'è stato magari un capo popolo di un comunello che ha spinto il capogruppo della Lega a fare questa interrogazione pensando e sperando che la Regione Marche desse risposte diverse, che non ci fossero tutti i conti in regola, cercando di trovare il cavillo e la virgola che magari il capogruppo potrebbe anche andare a cercare. Credo che la Lega in questo caso abbia fatto un grande danno prima di tutto a sé stessa e poi anche ai marchigiani che hanno visto questo grande messaggio di solidarietà e di valorizzazione dei territori.
Spero che il prossimo anno la Lega sia più attenta e gioisca con noi di questo grande messaggio. Sono stati utilizzati 152.000 euro per 13 grandi eventi di questo genere, per i quali i cittadini e i turisti che hanno partecipato hanno fatto anche chilometri e chilometri a piedi, credo che se il capogruppo della Lega si fosse informato …, chi ha scritto questa interrogazione avrebbe anche potuto dire che per fare questi 13 eventi forse abbisognava di 1,5 milioni di euro non di 152.000 euro.
Sono convito che, nella saggezza e nell'intelligenza culturale, il capogruppo della Lega, che rappresenta il gruppo, dirà con grande chiarezza l'interrogazione era tanto per capire i numeri, ma condivide con forza questo percorso e spera che la Regione Marche il prossimo anno faccia questa cosa e non si affidi sempre a quei gufi ed a quelle cornacchie, che magari qualche volta fanno fare anche degli scivoloni, soprattutto qualche capopopolo di qualche piccolo comune che non ha avuto un concerto nel proprio territorio e magari l'ha avuto a 500 metri di distanza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che l'intervento dell'Assessore Pieroni sia stato un intervento folkloristico nel senso che ha citato le aquile, le cornacchie, i gufi, i capipopolo, tutte queste cose qua, penso che queste affermazioni con autorevolezza politica siano da rimandare al mittente e a chi ha evidenziato questi aspetti.
Noi siamo preoccupati perché ancora siete in emergenza, fino a febbraio del 2018, Assessore Peroni, di cosa stiamo parlando? Di aria fritta? Un po' di umiltà era auspicabile nel suo intervento data questa situazione drammatica!
Fra l'altro nella manifestazione di Risorgimarche avete gestito i territori in un modo clientelare, questo era il senso dell'interrogazione, ed anche come sono stati scelti i territori. No, non sono stati scelti i territori, come lei ha evidenziato nel suo intervento. Anche le “isole del gusto” dovevano essere una cosa di massima trasparenza nelle quali le azienda agricole potevano intervenire e far conoscere i propri prodotti. Anche lì, chi ha gestito questa cosa l'ha fatto in modo clientelare perché non è stata fatta nessuna informazione sul territorio e ci sono delle imprese agricole che non ne erano a conoscenza. Ma di cosa stiamo parlando, Assessore? Chi le ha fatto quella risposta sa come sono andate realmente le cose sul territorio, non sono avvenute come lei ha detto, questa è la drammaticità della cosa, questo è il problema reale, Assessore.
Ci sono delle cose che vengono dette in Aula che condivido, però chi le ha preparato la risposta non ha il minimo di coraggio di dire che le cose non sono avvenute in questo modo, in particolare per quanto riguarda le “isole del gusto”.
Non l'hanno saputo tutti, non c'è stata comunicazione, questa è la drammaticità della cosa, per questo motivo la Lega ha fatto un'interrogazione, non perché mancano i soldi o perché i soldi sono andati da un'altra parte, non è questo il senso dell'interrogazione, il senso dell'interrogazione è che c'è stata una dimostrazione di facciata, come lei ha evidenziato, di massima trasparenza, tutti sapevano, però realmente sul territorio non è accaduto questo. Noi abbiamo i terminali sul territorio, Assessore, queste cose non ce le ha dette il capopopolo, ce l'hanno detto le aziende che non hanno potuto partecipare perché non sono state informate.
Lei è scivolato con chi le ha fatto quella risposta perché probabilmente lei non ha i terminali sul territorio su come sono avvenute le cose, si è fidato del suo staff e si è fidato del suo ufficio, dovrebbe prenderlo per le orecchie, questo è il problema vero.
Ecco perché mi accaloro su questa cosa, no dei capipopolo o le cose che ho sentito qui dentro, ma che scherziamo!
Siamo d'accordo sul prossimo Risorgimarche 2018, ma deve avvenire con la massima trasparenza, se non avverrà saremo ugualmente critici e le chiederemo i risultati di come sono andate le cose. Basta clientelismo, anche per una manifestazione a favore del terremoto, ma che scherziamo!
Glielo dico con la massima franchezza, con la massima trasparenza se deve ripetersi la stessa cosa è meglio fermarsi e riflettere, non dico di non farlo più, ma che tutto avvenga nei territori senza lasciare dubbi, difficoltà, male interpretazioni, fatti che non vanno bene. Questo è il problema vero, no le altre cose che ho sentito qui dentro!
Chiedo alla Giunta e lo chiedo a lei in modo particolare di vigilare la prossima volta con più attenzione, di vigilare direttamente, non si faccia dare delle indicazioni dalle stesse persone che non fanno le cose con trasparenza.
Questo è il problema, è la differenza politica con me che rappresento la Lega Nord, che rappresentiamo in quest'Aula, è questa la differenza, noi abbiamo il polso della situazione sul territorio rispetto a qualcuno che deve rispondere, ma deve sentire quello che gli uffici dicono di trasmettere a quest'Aula, che non sono, il più delle volte, come in questa circostanza, cose vere. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Interrogazione n. 484
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Investimenti negli Ato per la tutela degli acquiferi, delle sorgenti e degli ambienti naturali connessi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 484 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Sono state chieste dall'interrogante le informazioni sui 5 Ambiti territoriali della Regione Marche (EGATO) che hanno dato risposte molto diverse tra loro, ancorché, per tali finalità, siano riportate cifre anche significative.
L'EGATO 1 indica una spesa media dal 2012 al 2017 di circa 2,5 milioni di euro con un costante incremento principalmente su interventi di studio di acquiferi e sorgenti o interventi infrastrutturali per ottimizzare l'utilizzo; si è passati dal 2012 con una spesa di 1,6 milioni ai 4,4 milioni del 2016.
L'ambito territoriale del pesarese avendo approvvigionamenti idrici principalmente da fonti idriche superficiali, risente maggiormente delle condizioni meteorologiche e climatiche che ogni anno possono presentarsi, come quella attuale che ha prodotto una crisi idrica non ancora del tutto rientrata, i cui costi richiesti di valutazione e gestione sono ingenti.
L'EGATO 2 ha sostenuto spese più contenute per una media di circa 200.000 euro, quota utilizzata per gli studi sulle aree di salvaguardia della risorsa idrica utilizzata a scopo idropotabile, interconnessioni delle nuove captazioni, manutenzione potabilizzatori e controllo e telecontrollo della rete acquedottistica.
L'EGATO 3 ha sostenuto spese in media dal 2012 al 2017 di circa 1,0 milioni di euro con un costante incremento principalmente su interventi di studio di acquiferi e sorgenti, interventi infrastrutturali per ridurre le perdite, sistemi di misura e telecontrollo; si è passati dal 2012 con una spesa di 0,7 milioni al 1,3 milioni del 2015.
L'EGATO 4 ha indicato spese sostenute in media dal 2012 al 2017 di circa 1,4 milioni di euro di cui circa 1 di spese per manutenzioni; le spese avute su interventi di studio di acquiferi e sorgenti, interventi infrastrutturali per ridurre le perdite, sistemi di misura e telecontrollo sono relativamente contenute; si è passati dal 2012 con una spesa di 0,3 milioni al 0,2 milioni del 2015 laddove si sarebbero dovute assegnare risorse per circa 0,6 milioni.
Infine I'EGATO 5 ha previsto nel programma di interventi risorse per circa 8,9 milioni di euro, con una spesa attuale sostenuta di circa 2,3 milioni; le varie attività oggetto del finanziamento previsto all’articolo 11 della legge regionale 30/2011 riguardano studi sulle sorgenti di approvvigionamento, sulle aree di salvaguardia, ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, realizzazione ed estensione di reti di telecontrollo e di razionalizzazione delle perdite ed azioni per la loro riduzione.
Sul punto 2 alla luce di quanto sopra indicato, la struttura competente della Giunta regionale ritiene che ad oggi gli indirizzi forniti tramite le Norme Tecniche del Piano di Tutela delle Acque e quelle del Piano degli Acquedotti proposto siano indirizzi precisi già indicati agli EGATO, ma che dalla ricognizione effettuata e dagli esiti della stessa in merito all'utilizzo delle risorse finanziarie indicate, è opportuno fornire ulteriori chiarimenti e criteri per l'utilizzo di tali risorse.
Infatti l'articolo in questione prevede l'utilizzo delle risorse finanziarie per sistemi di monitoraggio qualitativo e quantitativo delle risorse idriche in generale e che in qualche caso questo sembra ancora limitato per cui sarà necessario individuare e dettagliare i criteri già espressi dalle attuali norme regionali, anche alla luce delle variazioni normative che si sono susseguite negli ultimi anni, rispondendo concretamente e coerentemente alla direttiva quadro acque.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Assessore Sciapichetti la ringrazio perché lei è sempre puntuale, dà risposte complete ed ha fornito un quadro di quella che è la situazione nelle Ato marchigiane.
E' opportuno che anche da parte delle Ato ci sia una forte coerenza con questa legge, soprattutto con l'articolo 11 perché l'acqua è un bene prezioso. Siamo in presenza di forti cambiamenti climatici, è un bene comune di cui più volte abbiamo sottolineato l'importanza, ma se non c'è un'attenta politica ambientale non siamo nelle condizioni di garantirne sempre e comunque in tutti i momenti la disponibilità, proprio perché siamo in presenza di questo grande bene è opportuno che … Questa legge è sicuramente lungimirante, non incide sulla tariffa, prevede che nel momento in cui si fanno degli investimenti parte di questi siano destinati alle sorgenti ed agli ambienti naturali connessi. Quindi, Assessore, grazie ancora.

Interrogazione n. 510
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Rutenio 106 nell’aria ambiente - Quali valori di radioattività nel territorio regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 510 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. L'Arpam ha svolto diversi controlli in proposito, richiamati in due relazioni del 5 ottobre 2017 e del 26 ottobre 2017.
Dalla prima si evince che nel periodo monitorato dalle ore 9,30 del 3 ottobre 2017 fino alle ore 8,00 del 4 ottobre 2017 hanno fornito un livello di concentrazione di attività in aria di Rutenio-106 inferiore alla sensibilità strumentale che è pari 6.3 milliBequerel/m3.
Livelli di concentrazione di attività di questo ordine di grandezza non sono rilevanti dal punto di vista radiologico.
La seconda ha evidenziato livelli di concentrazione di attività di Rutenio-106 sempre inferiori alla sensibilità, anche dopo aver adottato metodi di campionamento più sensibili.
Da quanto sopra esposto, risulta pertanto che la stazione Arpam di Ancona di campionamento dell'aria per il controllo della radioattività ambientale non ha mai rilevato nelle scorse settimane livelli di concentrazione di attività di Rutenio-106 nel particolato atmosferico superiori alla sensibilità strumentale.
Dalle misure di radioattività in aria effettuate fino ad oggi dai vari laboratori della Rete RESORAD risulta poi che, in Italia a partire dal giorno 9 ottobre, non sono stati rilevati livelli superiori alla Minima Attività Rivelabile.
Come riportato sul sito di Ispra, anche per ulteriori approfondimenti ed in quello di tutte le altre Agenzie regionali per la Protezione dell'Ambiente i livelli di concentrazione di radioattività misurati in Italia non hanno rilevanza dal punto di vista radiologico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Ringrazio l'Assessore della risposta anche perché è proprio notizia di ieri e dell'altro ieri che l'Agenzia meteorologica statale russa su sollecitazione richiesta di Greenpeace ha pubblicato i dati che dimostrano che la nube radioattiva proveniente dalla Russia c'è stata, ora si indagherà anche per quelle che sono le cause, sappiamo purtroppo bene come i venti abbiano anche in situazioni passate raggiunto l'Italia.
Le chiedo cortesemente copia dei dati che le sono stati forniti, che a mia volta chiederò, chiedo anche di continuare a monitorare visto che il fenomeno ha avuto conferma, non sono solo voci allarmistiche da parte della stampa, ma oggi di fatto è stato certificato anche da agenzie russe. Grazie.

Interrogazione n. 514
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Parco del Conero”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 514 del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Il Parco regionale del Conero è stato istituito con legge regionale n. 21 del 23 aprile 1987.
Successivamente la legge n. 11 del 2 agosto 2006 ha istituito l'Ente Parco regionale del Conero, per la gestione e l'amministrazione del parco stesso.
La legge 24 maggio 2012, n. 13 stabilisce all'articolo 3 che il consiglio direttivo dell'Ente parco sia composto da un rappresentante della Regione, due rappresentanti designati congiuntamente dai Comuni e dalla Provincia il cui territorio è ricompreso in tutto o in parte nel perimetro del parco, un rappresentante designato congiuntamente dalle associazioni di protezione ambientale riconosciute dalla Regione come maggiormente rappresentative e da un rappresentante designato dalle associazioni agricole maggiormente rappresentative a livello regionale.
Il Consiglio, costituito con deliberazione di Giunta regionale, resta in carica cinque anni e la costituzione avviene sulla base della designazione della maggioranza dei componenti.
Gli enti locali il cui territorio è ricompreso in tutto o in parte nel perimetro del parco regionale del Conero sono: comune di Ancona, comune di Camerano, comune di Numana, comune di Sirolo, provincia di Ancona.
Alla data del 3 settembre 2017 la Giunta regionale non ha designato il proprio componente nel Consiglio Direttivo del Parco del Conero.
In data 12 settembre 2017 i sindaci dei comuni facenti parte dell'area naturale protetta, ovvero Ancona, Camerano, Numana e Sirolo hanno rappresentato in modo significativo le diverse criticità che da tempo investono l'Ente Parco regionale del Conero, foriere di una sostanziale impossibilità di funzionamento anche in relazione alla attività ordinaria dell'ente, talché si sia raggiunta “ormai la fase della vera e propria emergenza”, evidenziando così la necessità di intervenire con apposita legge regionale al fine di adeguare strutture e strumenti del parco alle esigenze di funzionamento e gestionali, attinenti anche e soprattutto ad un nuovo modello di governance dell'ente, la cui necessità è stata evidenziata dall'esperienza degli ultimi anni, in ragione della specificità e complessità delle funzioni esercitate, necessitanti una maggiore rappresentatività delle realtà territoriali.
Entro la data del 18 ottobre 2017 il Presidente della Giunta non ha ritenuto di esercitare il potere surrogatorio e pertanto non è stato designato il componente regionale del Consiglio Direttivo.
Infine, alla data di scadenza del Consiglio Direttivo del Parco la Giunta regionale non ha esercitato il potere assegnatole dall'ordinamento regionale, al fine di procedere al rinnovo del Consiglio Direttivo stesso.
È infatti intenzione dell'amministrazione regionale, previa adeguata valutazione e ponderazione delle criticità evidenziate dai comuni aderenti, elaborare una proposta di legge che individui strumenti gestionali maggiormente flessibili e che consentano, compatibilmente con la normativa nazionale, un diverso modello di governance che permetta un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali all'interno degli organi decisionali. In ragione di tale volontà, si è ritenuto che procedere al rinnovo del Consiglio Direttivo per un nuovo ed ulteriore periodo di cinque anni, secondo le modalità ed i criteri previsti dalla vigente normativa, disattendendo tali istanze, fosse incompatibile con le esigenze ed i bisogni espressi dai comuni con la predetta nota; si è ritenuto piuttosto che la nomina di un Commissario straordinario per il tempo prettamente necessario all'elaborazione e all'approvazione di una nuova disciplina regionale, fosse sostanzialmente e realisticamente più rispettosa delle esigenze dei territori.
Pertanto la Giunta regionale, nell'ambito dell'esercizio delle funzioni di indirizzo e vigilanza ad essa riconosciute, ha nominato con la delibera di Giunta regionale n. 1288 del 3 novembre 2017 un Commissario straordinario che rimarrà in carica sino alla data di entrata in vigore della nuova legge regionale di disciplina dei parchi e delle aree naturali protette e comunque per la durata massima di novanta giorni.
Colgo l’occasione perché mi pare che ci sia qualche altra mozione o interrogazione presentata da altri Consiglieri relativamente alla vita delle aree protette e dei parchi, questo Assessorato ritiene che non sia più rinviabile una legge di riforma dei parchi e delle aree protette nelle Marche, ritiene che debba essere fatta in un tempo molto celere, ritiene che si debba costituire un tavolo operativo di lavoro con tutti i soggetti interessati alla gestione, al funzionamento ed alla sopravvivenza dei parchi, ritiene di farlo prossimamente con grande celerità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie per la risposta. Condivido la sua ultima considerazione di carattere politico generale, non condivido invece la posizione dei comuni di Ancona, Numana e Sirolo, quello che hanno scritto non corrisponde al vero, non corrisponde al vero che il parco del Conero in questi anni abbia mal funzionato, anzi, mi pare che abbia funzionato piuttosto bene o perlomeno non diversamente dagli altri parchi regionali e dalle altre aree protette, compatibilmente con le loro esigenze di bilancio, che come tutti sappiamo sono, ahimè, relativamente scarse, nonostante lo sforzo della Regione Marche e, devo dirlo e lo ringrazio, anche dell'Assessore Sciapichetti che pur essendo chiamato in questa legislatura a compiti piuttosto gravi e urgenti legati al terremoto, ha sempre dimostrato sensibilità sul tema delle aree protette.
Assessore condivido questa ultima chiosa che ha fatto nel suo intervento, però cerchiamo anche di essere conseguenti: andiamo ad una rivisitazione di tutti i parchi, di tutte le aree protette, oppure, e questo se lo facciamo velocemente ben venga e sono d'accordo con lei, non possiamo tenere solamente nel congelatore il parco del Conero, poiché ci sono state delle candidature avanzate, ha tutti gli elementi per poter nominare il proprio rappresentante.
Vengo al tema della rappresentanza anche perché da quanto ho capito dalla sua risposta, che poi le chiedo di avere, i comuni hanno scritto che c’è un tema che riguarda la rappresentanza. La rappresentanza, come dice la parola stessa, è chiamata sempre ad avere i nominati, che sono i rappresentanti di una popolazione più vasta oppure di chi può rappresentare, voglio ricordare non solo che la legge prevede che la Regione abbia il proprio rappresentante, ma anche che la Regione, se non sbaglio, mette l'80% delle risorse, quindi ha ben motivo di avere un proprio rappresentante.
I comuni hanno i loro rappresentanti che nominano, da quanto ho letto sulla stampa i comuni pretenderebbero di indicare anche il rappresentante della Regione, mentre credo che la Regione debba nominare il proprio rappresentante valutando il merito delle candidature che sono avanzate.
Da ultimo penso, Assessore, e concludo, su questo so di cogliere la sua sensibilità perché l’ha sempre dimostrata, lo ribadisco ancora, siamo a novembre, le aree protette che hanno poche risorse hanno bisogno di avere delle risorse in tempo, questo è tema annoso che abbiamo, voglio dirlo con chiarezza, non le sto dando nessuna responsabilità, anzi, però è un tema che dobbiamo risolvere, quindi condivido con lei di mettere subito mano ad una legge di riordino delle aree protette in cui la Regione, visto che sono parchi regionali, deve poter avere un ruolo di guida politica, non perché voglia togliere qualcosa ai comuni che hanno la possibilità di indicare i loro rappresentanti, ma perché parchi si chiamano parchi regionali.

Mozione n. 215
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi, Giorgini
“Posizione della Regione Marche in Conferenza Stato-Regioni per la tutela del lupo”
(Ritirata)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 215 dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi, Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. E’ una mozione datata, risale a nove mesi fa quando sembrava che in Conferenza Stato-Regioni ci fosse il rischio di aprire la caccia al lupo, poi le cose si sono impantanate in quanto le associazioni ambientaliste hanno levato gli scudi.
Voglio soltanto ricordare, per introdurre la mozione, che il lupo è una specie protetta a livello internazionale, è incluso nella Direttiva Habitat, è incluso nella lista rossa internazionale delle specie minacciate; la Cites (Convention on International Trade in Endangered Species of the Wild Fauna and Flora) lo indica come specie potenzialmente minacciata, la Convenzione di Berna lo ritiene specie strettamente protetta e la legge nazionale n. 157 sulla tutela della fauna ugualmente protegge il lupo.
Il piano di conservazione e gestione del lupo prevedeva una serie articolata di azioni che agivano su diversi aspetti, per esempio ridurre il bracconaggio, ridurre il rischio di ibridazione lupo-cane, inserire un controllo sul possesso delle razze che sono ibridogeniche, come il cane lupo cecoslovacco, la pianificazione e la gestione dei risarcimenti deve essere più efficace e veloce. Il piano contemplava delle misure per questo aspetto, abbiamo visto che nel bilancio del 2016 a consuntivo erano previsti più di 500.000 euro per i danni arrecati dal lupo poi invece sono stati effettivamente impiegati e spesi 47.000 euro.
Dal punto di vista scientifico, mancavano informazioni precise, parlare di abbattimenti controllati del 5% sulla popolazione del lupo, come alcuni fautori di questo piano chiedevano, è praticamente impossibile, non esiste un abbattimento che sia selettivo in quanto manca la possibilità scientifica di decidere quale lupo abbattere, se eventualmente lo si incontrasse.
Del resto la percentuale del 5% non è supportata da evidenze scientifiche sull'efficacia che un abbattimento del genere possa risolvere eventuali problemi che alcuni dicono essere riconducibili al lupo, altri dicono riconducibili a cani randagi ibridati che possono arrecare danni.
Ad esempio il dato del 2016 relativo al Parco dei Monti Sibillini parla di un numero di lupi compreso tra 35 e 43, suddivisi in gruppi familiari, composti da due a nove membri, quindi una cosa molto articolata.
Consideriamo che tra il 2013 e il 2016 a causa dell'uomo sono stati ritrovati 12 lupi morti, tra il 29 e il 34% della popolazione dei lupi, quindi parlare di 5% quando le evidenze sono percentuali multiple, toglieva ogni tipo di fondamento a questa ipotesi.
Detto questo il dispositivo della mozione è molto semplice perché chiedeva ed ancora chiede, in quanto dalle ultime notizie di cui sono in possesso il 9 novembre è passato un ordine del giorno alla Commissione ambiente del Senato che potrebbe riaprire la questione e su questo occorre vigilare, che la Regione Marche, come ha già fatto, si faccia promotrice in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni affinché venga rimossa all'interno del piano nazionale di conservazione e gestione del lupo, l'autorizzazione all'abbattimento del lupo, si impegni a promuovere un'efficace attuazione sul territorio regionale delle misure previste dal piano per la risoluzione del conflitto uomo/lupo, in particolare uno snellimento delle procedure di risarcimento per danni al bestiame, abbiamo visto i 47.000 euro erogati nel 2016 a fronte di una previsione di 500.000, un adeguato controllo e contrasto al randagismo canino e una costante vigilanza affinché siano distinte le predazioni ad opera dei lupi da quelle di altri animali, anche questo qui è un aspetto particolarmente controverso che occorre assolutamente approfondire, chiediamo infine sul terzo punto di stanziare adeguate risorse per misure ed azioni connesse alla prevenzione dei danni al bestiame, quindi qui c’è anche una sensibilizzazione, fondi da dare agli allevatori per difendersi da questi attacchi.
Sappiamo che il nostro ecosistema è molto fragile, sappiamo che in cima alla catena alimentare nell'Appennino c'è il lupo che giustamente è protetto anche dalla normativa nazionale.
Ritengo che la Giunta sia sensibile a queste istanze che poniamo, quindi chiedo che l'azione venga puntualmente svolta da parte della Giunta dato che gli indirizzi, ritengo, siano particolarmente condivisibili.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Ho seguito anch'io in prima persona la questione relativa al lupo, ma più dalla parte dell’allevatore che del lupo, nel senso dei danni che sta facendo il lupo verso gli allevamenti.
Chiedo al Consigliere Fabbri, visto e considerato che siamo andati proprio in quella direzione, la mozione del Consigliere Fabbri è di febbraio, se non sbaglio, nel frattempo la Giunta, e do atto alla Giunta, ha fatto un sacco di cose nella direzione che il Consigliere Fabbri ci illustrava poc’anzi ...
La Regione Marche, prima in assoluto, ha fatto un emendamento che è stato recepito, è stata una delle Regioni che ha presentato degli emendamenti su questo piano che prevedeva l'abbattimento del 5% dei lupi. La Regione Marche al contrario della Regione Toscana e della Provincia autonoma di Trento e di Bolzano, è stata tra quelle Regioni che si è subito schierata contro l’abbattimento del 5%, quindi, come lei sosteneva nella mozione, la Giunta si è adoperata per fare questo.
Al punto 2, la Giunta ha fatto ancora di più, perché lunedì scorso ha fatto ben due delibere, con la prima ha sanato tutti i danni dal 2007 al 2017 con il regime de minimis, quindi tutti gli allevatori che hanno avuto danni dal lupo dal 2007 al 2017 saranno indennizzati in regime de minimis, non è un granché nel senso che il de minimis dice non più di 15.000 euro nei tre anni, però la Giunta più di così non poteva fare e questo ha fatto, 5.000 euro all'anno, comunque non più di 15.000 euro nei tre anni.
L'altra delibera fatta dalla Giunta sempre lunedì scorso revoca la precedente delibera del 22 dicembre 2014 in quanto da un'analisi della procedura è emerso che c'erano i margini per la semplificazione delle domande di questi poveri allevatori e la mozione che ho presentato la scorsa settimana andava, come ho detto prima, più a titolare gli allevatori che il lupo. Proprio perché oggi il lupo è arrivato a 20 km dal mare, anzi a Fano è arrivato al mare, infatti hanno preso un lupo nel giardino di una villa a 50 metri dal mare e non era un cane lupo cecoslovacco, era un lupo, il servizio veterinario ha attestato che era un lupo. Sono arrivati alla costa e stanno facendo danni soprattutto in tutta la media collina e gli agricoltori, gli allevatori, oltre alla siccità, oltre alle altre tante cose che hanno dovuto subire quest'anno, devono subire anche i danni dei lupi che sono tanti, vi posso dire che a Mondavio, dove abito, due o tre allevamenti sono stati decimati dal lupo.
I requisiti per avere i risarcimenti erano talmente tanto cavillosi che la Giunta, e gliene do veramente merito, lunedì scorso ha modificato quella delibera rendendola molto più snella. Con quella delibera se tu hai una recinzione, se tu hai dei cani pastore che seguono il gregge, il risarcimento ti arriva, ti arriva purtroppo con il regime de minimis, quindi non più di 15,000 euro, ma diversamente la Giunta non poteva fare finché non viene fuori il piano e soprattutto è stato richiesto dalla Giunta l’inizio della procedura dell'aiuto di Stato, quindi, mi dicevano tecnici, dai primi mesi del prossimo anno tratteremo questi danni come aiuto di Stato. Nel Psr sarà inserita una nuova misura, per la precisione la 4.4.2, che prevederà il finanziamento fino al 100% di recinzioni per il ricovero notturno degli ovi/caprini e lo stanziamento previsto ammonta a 1 milione di euro.
Penso che tutti i punti di questa mozione siano stati in questi mesi osservati e invito il Consigliere Fabbri a ritirare la mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Voglio far alcune osservazioni su questi temi molto profondi che ogni tanto andiamo a dibattere.
Il Consigliere Fabbri questa mattina ha pianto lacrime per i lupi morti, però secondo me il Consigliere Fabbri ne piangerà tante di più perché moriranno sempre più lupi perché chi sta in campagna non ne può più! Far conciliare il lupo con le esigenze della campagna è un lusso molto costoso, chi non lo vorrebbe? Noi dobbiamo rendere interessante, a quello che ha un allevamento, il fatto che viene ucciso un vitello, un animale. Economicamente interessate perché avrà un risarcimento vero e concreto oltre al danno per l’animale che alla fine può essere un danno di poche centinaia di euro.
Chi sta in montagna, quindi presidia il territorio, è arrivato al punto che non ne può più perché non trova più alcun vantaggio a stare in quelle zone. Se noi pensiamo che la montagna vada presidiata costi quel che costi, che è un baluardo, stare a disquisire su tutte quelle stupidaggini: la recinzione, de minimis, de maximis, vincolo qui, vincolo la, sono già tutti mezzi terremotati, ma sai a questi che gliene frega?
Ogni tanto parlo con qualcuno perché conosco molto bene quelle zone, i lupi, Consigliere Fabbri, se qualcuno vorrà rimanere, li azzererà tutti perché alla fine vita mia morte tua e non gli si può dare torto.
Tutte queste mozioni che lei fa non servono a niente, perché qui bisogna trovare soluzioni concrete, economicamente vantaggiose per chi sta in prima linea in montagna, sennò quello “bozza” un anno, due anni, tre anni e poi dice ciao, vado anch'io ad abitare a Civitanova, perché devo star qui? Perché è bello il paesaggio? Campo del canto del gallo al mattino, di aurora e di tramonto? Io ci devo vivere tutto l'anno, non sono il turista che arriva la domenica a rifarsi gli occhi e poi torna in città con tutti i comfort. Il turista non sta lì tutta la settimana con la puzza della stalla, la puzza del letame, le mosche intorno. Quindi tutte queste boiate sulle quali voi disquisite, dove sono? Ma dove avete la testa? Chi vive la montagna chiede tanti soldi per rimanere lì, no queste cavolate, queste proposte inutili, il nulla assoluto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Non ritengo di dover commentare l'intervento del Consigliere Zura Puntaroni perché è inconsistente dal punto di vista tecnico/scientifico e anche politico. Gli vogliamo bene, ce lo teniamo con noi e molto spesso ci allieta con questi interventi folkloristici.
Consigliere Talè sono contento che la Giunta si sia mossa nella direzione che noi auspicavamo già nel febbraio scorso. Abbiamo verificato il dispositivo che avevamo proposto e in gran parte è stato realizzato, il de minimis effettivamente non è sufficiente perché bisogna assolutamente andare a verificare qual è il danno effettivo che il singolo allevatore ha subìto, quindi ritengo che su questa cosa occorra riaprire un tavolo insieme agli agricoltori ed agli allevatori ed agli altri portatori d'interesse perché a me da ambientalista interessa anche, in maniera preponderante, l'equilibrio dell'ecosistema.
Detto questo, tranquillamente, essendo la mozione di nove mesi fa, sono disposto a ritirarla a patto che in II Commissione si possa seguire da vicino con i portatori di interesse questo aspetto, si segua l'eventuale approvazione o modifica, come noi auspichiamo, del piano di controllo e di gestione del lupo, che quindi in Commissione non si chiuda il discorso, ma si segua passo passo per andare incontro alla soluzione di questo problema, che non è di facile gestione, iniziando dal fatto di porre delle basi scientifiche per quantificare la presenza e l’influenza sull’ecosistema e sugli allevatori del lupo rispetto agli altri animali, perché sappiamo che rispetto agli ungulati l’ordine di grandezza dei danni arrecati, sia agli agricoltori che agli allevatori, è di 100 volte, parliamo di milioni di danni fatti da caprioli e da cinghiali, rispetto a quelli del lupo.
Se in Commissione apriamo un tavolo "permanente”, nel senso che di volta in volta con la Giunta, con uffici e con i portatori d'interesse si segue la questione, io tranquillamente ritiro la mozione perché in parte superata e perché ci prendiamo la parola qua in quest'Aula di seguire puntualmente e con interesse la problematica, altrimenti politicamente la faccio votare per vedere se avete il coraggio di votarmi contro, perché effettivamente ci vuole anche un po’ di onestà intellettuale quando si propongono e si discutono gli atti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Sono d’accordo nel discutere questa cosa in Commissione, anzi dirò di più, in Commissione dobbiamo discutere, dobbiamo fare un tavolo anche per parlare di tutti i danni degli animali selvatici, dei cinghiali in primis - abbiamo partecipato ad una riunione insieme dove ci hanno massacrato, più a noi di maggioranza che a voi dell'opposizione - dobbiamo senza meno porre rimedio anche ai danni dei cinghiali e di tutti gli animali selvatici.


Mozione n. 217
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi
“Impegno della Giunta regionale a farsi promotrice presso il Governo dello Stato italiano a modificare la legge quadro Aree protette n. 394/1991”

Interrogazione n. 367
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi
“Tutela aree naturali protette”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 217 dei Consiglieri Giorgini, Maggi e l’interrogazione n. 367 dei Consiglieri Giorgini, Maggi, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa è una tematica importante perché si sta concludendo l'iter del disegno di legge che è stato approvato alla Camera e adesso è fermo al Senato, quindi è molto importante capire bene la situazione.
La cosa è molto complessa e lunga, quindi ci vorrà qualche minuto in più, solitamente sono preciso, spero di esserlo anche adesso, chiaramente non posso andare a braccio perché la cosa è molto complessa, quindi ho dovuto scriverla.
Per giudicare la legge di riforma sulla 94/’91 che è ferma al Senato bisogna stare ai fatti. Molte associazioni di natura nazionale e internazionale come il WWF, Legambiente e molte altre associazioni hanno lavorato intorno ad un documento di critica e proposta sullo stato delle aree protette in Italia.
Le stesse associazioni più volte hanno in questo percorso segnalato criticità trovando spesso la porta chiusa, soprattutto perché forse, per qualcuno, sono troppo ambientaliste e come ben sappiamo Renzi non è un noto e conosciuto ambientalista,
Noi del Movimento 5 Stelle al contrario di chi critica queste associazioni dobbiamo invece dire grazie, perché sono state proprio loro a cogliere la sfida riformista che in questi anni ha posto la questione ambientale al centro del cambiamento e del presidio del territorio.
Bisogna starci sul territorio, nei parchi, con i circoli ed i volontari per cogliere istanze, bisogni, contraddizioni e buone pratiche e queste associazioni ci sono, sempre.
Entriamo nel merito dei fatti. E' vero, alcune delle proposte sono state accolte dal documento delle associazioni ambientaliste dal lavoro della Commissione ambiente prima e dall'Aula della Camera dopo, ne elencherò velocemente alcune: la creazione di un finanziamento di 30 milioni di euro in tre anni per le aree protette comprese le aree marittime protette e quelle regionali, condivisione ed aggiornamento sul piano triennale delle aree protette attraverso la Conferenza Stato-Regioni e autonomie locali, istituzione di un fondo con l’incentivazione fiscale delle aree protette con dotazione annua di 500.000 euro, per la nomina del Presidente del Parco si chiarisce che è necessario un profilo con competenze in campo ambientale e viene ripristinata anche per i parchi la norma che consente a chi è in quiescenza, cioè riceve una pensione o un vitalizio, di assumere incarichi dirigenziali sono a titolo gratuito, sono state individuate risorse per 3 milioni di euro per potenziare le aree marine protette per il triennio 2018/2020, fin qui le parti positive che ha introdotto l’Aula che si sommano a quanto di positivo aveva già introdotto la Commissione ambiente della Camera in tema di rafforzamento di alcuni divieti, come quello che all'interno dei parchi e aree contigue fossero finalmente vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi, quello relativo alla pratica dei rischi dei parchi, inasprimento delle misure sanzionatorie per le violazioni di legge nelle aree protette, introduzione di indicazioni per il rispetto della normativa dell'uso dei prodotti fitosanitari anche nelle aree contigue e l'opportuna conferma del divieto di introduzione dei cinghiali su tutto il territorio nazionale.
Questo è quanto è stato fatto, andiamo invece a quello che non si è fatto in questa la proposta di legge e quello che purtroppo non ha fatto la Regione Marche.
Poco o nulla c’è in merito alla problematica del controllo delle aree protette soprattutto per quello riguarda gli eco reati, ad esempio la figura professionale del guardaparco, nulla c'è per rendere l’inquadramento, l'organizzazione, le funzioni e le qualifiche di questo personale il più omogeneo possibile tra le Regioni d'Italia; nulla c'è in termini di maggiori risorse per implementare gli addetti alla vigilanza delle aree protette; nulla c'è in merito all’istituzione di un Corpo di polizia ambientale per la tutela delle aree naturali protette specificando competenze e un numero minimo di addetti per l’estensione del territorio per garantire un servizio efficace e decoroso a tutela del nostro patrimonio ambientale; nulla c'è nella proposta di modifica della norma nazionale, ma nulla c'è nelle norme regionali che disciplinano il controllo e la sorveglianza dei parchi. Non è stato previsto l'inserimento delle zone umide riconosciute dalla Convenzione di Ramsar e quella della Rete Natura 2000 nella classificazione delle aree protette, e questo è gravissimo, né è stata presa in considerazione la proposta avanzata dalle associazioni di una consulta per ogni parco che garantisse la partecipazione del contributo del partenariato economico e sociale e di un comitato tecnico scientifico con funzioni magari solo consultive.
Così per la scelta del Direttore del Parco sarebbe stato utile e trasparente che attraverso il concorso pubblico si fosse scelto un solo vincitore a fronte della terna su cui potrà operare la sua scelta discrezionale il Presidente del Parco.
Nella parte relativa alle royalty si è continuato ad escludere funivie e cabinovie dal contributo economico, nonostante queste siano attività impattanti per molte aree protette.
Non è stata accolta la richiesta di cancellare l'emendamento che ha introdotto le parole “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti” che a nostro avviso lasciano ampi spazi di interpretazione con il rischio di consentire all'Eni di continuare ad estrarre ed estendere le proprie attività in Val d'Agri. Così come ancora non sono state corrette altre due scelte, è ora che le riserve naturali dello Stato passino finalmente alla gestione dei parchi nazionali e regionali.
Oggi che il Corpo forestale dello Stato è stato assorbito dai Carabinieri non c'è più motivo di rimandare l'applicazione di una norma che attende la sua efficacia dal 1991, attualmente nel cuore dei parchi nazionali e aree protette regionali esistono pezzi di territorio di pregio gestiti dai Carabinieri forestali, un compito dell'arma francamente fuori luogo e fuori tempo, che continua a frammentare l'attività di pianificazione territoriale unitaria.
Sarebbe ora, e concludo, e utile che vengano ripristinate nelle aree marine protette i divieti alla realizzazione di impianti di acquacoltura e di immissione di scarichi non in regola con le leggi più restrittive, una cancellazione incomprensibile che non fa presagire nulla di buono. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Faccio fatica perché in questi ultimi anni, in questa legislatura, ho avuto modo di conoscere il Consigliere Giorgini, so quanta passione e anche quanta fatica mette prima di pronunciarsi su questo o su quel tema, perché studia, legge, approfondisce. Ci ha confessato in Commissione che passa delle notti intere a studiare ed arriva sempre con una consapevolezza piena, quindi faccio fatica a non apprezzare il lavoro fatto, cosa che invece faccio sempre, magari poi non lo condivido.
Consigliere Giorgini, se non ho capito male, almeno tre quarti dell'intervento puntuale è tutto riferito alla legge di modifica della 394, quindi noi potremmo anche replicare il Senato però, visto che siamo a pochi mesi dalle elezioni politiche, potremmo anche dire che chi vuole discutere da Senatore può candidarsi visto che siamo in presenza ..., questa è una battuta ovviamente.
Io non sarei qui a replicare, il Senato o un altro ramo del Parlamento …

(interrompe il Consigliere Giorgini)

Enzo GIANCARLI. Su questo c’è stato già un pronunciamento della Camera, c’è un confronto vero al Senato, lei stesso riconosceva che molte cose sono state recepite e migliorate, altre sono in discussione, quello che rimane, il tema più generale, lo lascerei al confronto politico fra i gruppi parlamentari e se vogliamo anche al giudizio dei cittadini.
A me pare di poter dire invece che siamo in presenza di una buona legge, in qualche modo noi marchigiani dobbiamo essere soddisfatti perché sulla governance dei parchi, su cui si discute molto, abbiamo una legge tuttora operante, quella che ha visto ad esempio in questa fase il rinnovo del Consiglio di amministrazione del San Bartolo, in cui sono presenti: due rappresentanti dei Comuni, quindi le istituzioni locali, un rappresentante del mondo agricolo, le persone che non solo lavorano e traggono reddito dall’agricoltura, ma che contribuiscono a migliorare l’ambiente, il paesaggio, a rendere attrattivo un parco, gli ambientalisti ed un esperto di fama nazionale dal punto di vista scientifico, tecnico, culturale.
Ho sentito, ma li avrà sentiti come me e meglio di me il Consigliere Giorgini, pronunciamenti in cui si diceva: “Vorremmo imitare questa legge per quella che è la governance” perché di fatto ha questo tipo di equilibrio.
Poi, ripeto ci sono anche altri aspetti, però questo è un confronto tutto parlamentare ma a noi del PD - in questo caso parlo per il PD perché mi ha pregato il capogruppo Urbinati di intervenire - questa legge, che sta venendo avanti, ci soddisfa perché sta cogliendo lo sforzo, l'evoluzione culturale che nel Paese c’è stata sia dal punto di vista della sensibilità scientifico/ambientale sia dal punto di vista democratico. Come pure sulla polizia ambientale, noi una scelta l'abbiamo fatta, siamo andati nel corso degli anni a riorganizzare il Corpo forestale dello Stato e oggi c’è questo Comando unità per la tutela forestale, ambientale ed agroalimentare, anche questa è stata una scelta discussa, so che anche qui ci sono state delle mozioni e posizioni diverse.
Quindi su un piano più generale credo di poter dire che c'è un dibattito aperto e che sarà chiuso dai cittadini fra qualche mese, mentre per quello che riguarda la Regione Marche meglio di me può intervenire l'Assessore Sciapichetti. Io per completare il mio intervento alcune cose le dico ma, ripeto, l’Assessore Sciapichetti potrebbe farlo meglio di me.
Credo che noi possiamo muoverci, abbiamo alcune fonti normative che sono: l’articolo 24 della 15/94, norme precise non solo sulla governance dei parchi ma anche sul personale di vigilanza dello stesso organismo di gestione dell'area protetta, l'articolo 15 del d.p.r. 357/97 che recepisce anche la direttiva della Comunità europea e poi la Regione Marche, l’Assessore lo sa benissimo perché lo fa materialmente, sottoscrive una convenzione di durata triennale, c'è già, è stata sottoscritta nel 2016, con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l’impiego di quello che era il Corpo forestale dello Stato, nell’ambito delle competenze regionali sia sulle aree naturali protette, sia sulla flora e sulla fauna, sul paesaggio, sullo smaltimento dei rifiuti.
Adesso una precisazione, questa non di parte, ma Matteo Renzi non è più il Presidente del Consiglio, Consigliere Giorgini, non è nemmeno un parlamentare e possiamo dire che con il Governo Renzi la legge sugli ecoreati è stata fatta.
Quindi per onestà intellettuale dobbiamo riconoscere che quella maggioranza ha fatto la legge sugli ecoreati ambientali, posso riconoscere che magari non ci sono gli organici a sufficienza per il controllo, aumentiamo gli organici, però dateci atto che abbiamo fatto la legge.
Gli organici sicuramente vanno aumentati all'interno della spesa pubblica, delle leggi di stabilità, finanziarie, del ruolo e della competenza della pubblica amministrazione.
Dicevo della convenzione della Regione Marche non soltanto con quello che era il Corpo forestale dello Stato, ma anche su altri obiettivi, come la sorveglianza nelle aree protette, la collaborazione nella realizzazione dei programmi, la custodia e la sorveglianza del patrimonio naturale e così via.
Consigliere Giorgini proverei a dire questo, se siamo d'accordo, poi se non siamo d'accordo la democrazia è questa, visto che a Roma comunque si sta discutendo, lo so che è ferma al Senato in Commissione, potrebbe pure decidere di approvarla prima dello scioglimento delle Camere, a noi piacerebbe perché la condividiamo, se fosse ferma, come dice il Consigliere Giorgini, questa maggioranza arriva a fine legislatura e in qualche modo le dà soddisfazione perché non approva quella legge che a lei non piace, quindi quella lasciamola a Roma,

(interrompe il Consigliere Giorgini)

Enzo GIANCARLI. Se nel dibattito lei aggiunge aspetti che colgono le novità che sono state introdotte a me non può che fare piacere.
Detto questo, per quello che invece è il nostro aspetto, la Regione Marche, le aree protette, la vigilanza, l’attenzione che tutto questo assume e deve assumere in un contesto, anche rispetto al ragionamento che abbiamo fatto questa mattina sul turismo, forse è il caso, vista anche la sensibilità del Presidente Biancani, di un approfondimento in Commissione, piuttosto che giungere ad un voto che, considerato che i riferimenti sono molti e nazionali rispetto a pronunciamenti che il nostro partito ha già avuto, non potrebbe essere positivo, mentre mi sembra utile e interessante un approfondimento su quelle che sono le nostre competenze, le nostre possibilità, la nostra capacità di incidere sul Governo regionale delle aree protette. Tra l’altro noi siamo in presenza anche di alcuni parchi di carattere nazionale e penso a quello dei Monti della Laga e a quello dei Sibillini, dove abbiamo tanta parte dell'Appennino, poi abbiamo un parco che prima era regionale e che oggi purtroppo non lo è più, è diventato interregionale, che è quello del Sasso Simone Simoncelli, quindi abbiamo già organismi di carattere interregionale, organismi di carattere statale che governano i nostri parchi, quindi io direi di ritirare questa mozione, se siamo d’accordo, visto che è di prima del voto alla Camera, era febbraio, la III Commissione, ripeto, vista la sensibilità del Presidente sicuramente può approfondire gli aspetti di nostra competenza, rendendoci protagonisti di un dibattito generale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Stiamo discutendo una mozione ed una interrogazione che sono più o meno analoghe, sentito l'intervento tecnico e preciso come al solito dovuto ad applicazione e studio del nostro Consigliere Giorgini, voglio fare una questione di carattere politico.
Questa mozione ha nove mesi, è di nove mesi fa, la mozione e l'interrogazione sono di nove mesi fa, ma arrivano in un momento di attualità impellente e viva e mi riferisco alle questioni del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi e del Parco del Conero.
Apprezzo sempre l'intervento del Consigliere Giancarli, ma purtroppo in questo senso questa maggioranza non è credibile. E' la maggioranza che a Roma fa le trivelle, fa i metanodotti e ai parchi dà scarsissima attenzione, non solo dà scarsissima attenzione, non giudica più la governance dei parchi attraverso il merito e le competenze, ma ne fa una questione meramente politica.
In merito al Parco Gola della Rossa e di Frasassi c'è una vostra proposta di legge che vuole togliere la gestione all'Unione Montana, perché guarda caso l'Unione montana non ha più la maggioranza del PD, ma c’è una maggioranza del Movimento 5 Stelle, quindi di cosa state parlando? Questa è una gestione deleteria del potere, in una maniera che con la democrazia ha poco a che fare.
Quindi sul Parco della Gola della Rossa e di Frasassi c'è una proposta di legge della Regione per togliere la governance all'Unione montana perché l'Unione montana non ha più la maggioranza del PD.
Passiamo al Parco del Conero, il Parco del Conero l'avete sempre tirato per la gola, gli avete tolto i finanziamenti e adesso c'è questa lettera dei Comuni del Parco del Conero che, secondo me, hanno una motivazione di carattere politico e di carattere urbanistico, che non ha niente a che vedere con il fatto che il Parco del Conero non fa un accidente, come dicono loro, l’ha detto in maniera più forbita e letteralmente più corretta il Consigliere Busilacchi. Il Parco del Conero di fatto dà fastidio alla maggioranza perché chiede finanziamenti, ne ha pochi e servono a malapena per pagare i dipendenti e questi pochi finanziamenti arrivano in ritardo. Quindi di cosa state parlando? Qual è l’anima ambientalista di questo PD qua? Non la trovo! Ci metto tutta la buone volontà.
Noi siamo per una gestione delle aree protette con la competenza, non con i giochi politici che state facendo, e questa gestione, lo devono sapere i marchigiani, delle aree protette che sta facendo il PD è solo una questione di carattere politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Consigliere Giancarli non ritirerò la mozione perché ho detto che è ferma, ma probabilmente come dice lei potrebbe essere approvata e i danni sarebbero enormi.
Le cose che le sto dicendo sono firmate e sottoscritte da tutte le associazioni ambientaliste d'Italia, da chiunque si occupi di temi ambientali, professori universitari, sono sottoscritte da tutti, le trova su internet, ci sono centinaia di firme.
Sappiamo tutti che il PD e soprattutto Renzi questa non l’ho controllata, però presumo che la legge delega probabilmente l’abbia fatta Renzi perché come ben sa qualsiasi legge deve essere prima anticipata da una legge delega, quindi probabilmente la legge delega l’ha fatta Renzi e sa perché le dico che l’ha fatta Renzi? Per il semplice fatto che ha fatto quello che ha fatto con le trivelle: “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti”, dentro i parchi, quindi presumo che ci sia il suo zampino, si riconosce proprio l’orma di Renzi, ma non sono sicuro perché questo non l’ho controllato, ma presumo che la legge che è passata adesso probabilmente aveva una legge delega, non è che le leggi si fanno in 5 mesi.
Lei ha detto una parola che mi ha colpito, lei ha detto: “La scelta l’abbiamo fatta”, però non ha detto se è giusta o sbagliata, le scelte si fanno, dipende se poi queste scelte hanno un impatto per i beni comuni giusto o sbagliato, riferendosi al Corpo Forestale dello Stato, a giudicare da quello che è successo questa estate con gli incendi e la mancanza di personale del Corpo forestale dello Stato. Ricordo che era un Corpo altamente qualificato, credo che la scelta fatta sia stata congrua, perché avevate il diritto di farla, avevate ed avete il potere politico, quindi era giusto fare quella scelta, ma secondo il mio modo di vedere, che è razionale, è stata una scelta sbagliata quella di eliminare il Corpo forestale dello Stato.
Credo che le cose che ho detto prima, sottoscritte da tutte le associazioni italiane, vadano prese in considerazione prima che ..., non faccio l’indovino, quindi non so se saranno in grado di licenziarla il prima possibile. Presumo visto che è stata approvata dalla Camera, che possa essere licenziata anche dal Senato e allora ci troveremo in mezzo ad un caos e probabilmente toccherà alla prossima legislatura ..., non sono in grado di dire chi ci sarà con tutto questo casino che c’è, però in tutta onestà intellettuale questa mozione non chiede niente, chiede solo al Presidente della Giunta di impegnarsi per vedere se si possono fare ed ottenere delle cose migliorative su questa legge, non ho detto che la legge è sbagliata, né che la legge è ingiusta, ho detto solo che la legge, in base a quello che dicono tutte le associazioni di categoria, dal WWF a Legambiente ..., Legambiente non è certo vicina al Movimento 5 Stelle, si legga cosa dice Legambiente di quella legge che è stata approvata alla Camera e forse capirà il senso del mio intervento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. C’è una prima sottolineatura da fare. Concordo pienamente con il Consigliere Giorgini su un aspetto, sul giudizio che dava sul Corpo forestale dello Stato, ovvero sulla grande professionalità e sull'alta qualifica, nessuno di noi ha mai messo in discussione questa cosa, quindi chiariamoci su questo, quando dicevo “la scelta l’abbiamo fatta”, è un dato di fatto che c'è una legge. Sono decisioni che sono state assunte, quindi c'è una legge dello Stato, il giudizio, lo ribadisco, è estremamente positivo.
Detto questo, Consigliere Giorgini, è proprio vero che non chiediamo nulla al Presidente della Giunta regionale? Quando dice: la figura professionale o l'istituzione di un corpo ambientale, chiediamo l’istituzione di un corpo ambientale? Non mi sembra una cosa …, per questo dicevo che ci dev'essere un approfondimento in Commissione.
Fatta questa precisazione, ma potrei farne anche altre, ieri mattina, Consigliere Maggi, in III Commissione, abbiamo fatto la nomina dei relatori della proposta di legge a cui lei faceva riferimento, Parco della Gola della Rossa e di Frasassi, ed abbiamo stabilito unanimemente che prima di calendarizzarla, quindi non è stata calendarizzata, faremo delle audizioni a partire dai Comuni dell'Unione montana e dai Comuni del territorio. Sicuramente lei che è attento, quindi ne verrà a conoscenza, sarà informato, glielo farà presente il Consigliere Giorgini, sono certo che sarà a quell'audizione perché noi siamo animati non dal governo o dalle responsabilità fine a se stesse, siamo animati dal buon governo, quindi quello che ci spinge più di ogni altra cosa è la democrazia e la trasparenza. Ripeto, prima di calendarizzarla facciamo queste audizioni, poi la Commissione deciderà se calendarizzarla o meno, quindi non c'è nessun colpo di mano.
Detto questo però un problema c'è, la maggior parte, più del 50% della superficie del parco insiste in comuni che sono fuori dall'Unione montana, le faccio un esempio, è come se il Comune di Falconara Marittima, che non è nel Parco del Conero lo governasse, però, ripeto, questo è un aspetto, più del 50% di quella superficie è fuori dai comuni dell'Unione montana, questo è il problema reale. Ripeto: democrazia, democrazia, democrazia, partecipazione, trasparenza, nessun colpo di mano, questo l’abbiamo stabilito unanimemente ieri mattina in Commissione, mi dispiace che oggi non ci sia il Presidente Biancani, altrimenti queste cose le avrebbe dette lui, ed a noi è solo questo che ci anima.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Ho chiesto di intervenire su questa mozione perché noi della Lega la riteniamo interessante anche se, secondo me, occorreva più coraggio nel chiedere ed impegnare la Giunta affinché si facesse protagonista presso il Governo per il ripristino della qualifica delle Guardie forestali. Questo è il problema!
Questa operazione fatta dal Presidente del Consiglio di accorpare le Guardie forestali con un'altra cosa ha portato a queste conseguenze ed il territorio è rimasto abbandonato. Questo è il problema.
Allora dico più coraggio, più coraggio per ripristinare la figura del Corpo forestale. I Carabinieri oggi sono operatori della forestale, non si sa dove finisce il carabiniere e dove inizia la guardia forestale che era stata assunta per fare questo mestiere. Questo è il problema.
Oggi dobbiamo constatare che i territori sono rimasti senza controllo per la fauna e per tutta una serie di cose presenti sul territorio. Questo è.
Chi ha fatto l'operazione di togliere chi controllava il territorio, politicamente riconosca che è stato un errore politico.
La discussione è che il Movimento 5 Stelle presenta una mozione, con coraggio si può chiedere il ripristino della figura professionale, ma è chiaro che quella figura professionale sui territori è indispensabile, Presidente, perché inizierà il bracconaggio, inizieranno una serie di cose incontrollabili, per lo meno fino a che c’erano queste persone, dove c’erano, si rispondeva all’esigenza del controllo.
Credo che questo sia un atto politico, secondo me, fatto frettolosamente, quello di incorporare nel Corpo dei carabinieri questa attività che prima veniva svolta da queste persone, soltanto e solo per accorpare persone, per ridurre i costi, ma questa riduzione dei costi, che si ipotizza, suona il vecchio detto: “Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare”.
Oggi si dice: “Abbiamo accorpato per ridurre i costi”, poi bisognerà verificare se effettivamente i costi si sono ridotti. Credo che bisognerà prenderne atto che, ed il mio intervento va in questo senso, il territorio è stato abbandonato, allora bisogna intervenire presso la Conferenza Stato-Regioni affinché questo Corpo venga ripristinato, il territorio ritorni ad essere controllato e se ci sono degli agenti della forestale ancora in servizio si riportino a svolgere la loro attività, altrimenti occorre trovare delle soluzioni, come ad esempio ipotizzate nella mozione.
Di queste situazioni ne sono state create altre dal Governo Renzi, è evidente che fare questi accorpamenti è stato un errore, prendetene atto e abbiate il coraggio di dirlo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 217. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 236
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Servizio di elisoccorso. Opportunità di cambiare rotta: affidamento della gestione al Corpo dei Vigili del Fuoco con conseguente risparmio per il bilancio regionale di almeno 6 milioni di euro”
(Ritiro)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 236 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Questa è una mozione che abbiamo presentato e che abbiamo anche discusso all'interno, con la categoria, abbiamo anche cercato di sensibilizzare con una discussione il governo di questa Regione per cercare di vedere se è possibile in questo settore della sanità, svolgere un servizio diverso rispetto all'attuale elisoccorso, perché questo è il problema.
Questa cosa è nata in un modo abbastanza convincente da altre Regioni che hanno fatto questo accordo con il Corpo dei Vigili del Fuoco e non l'hanno fatto i Governi regionali di centro destra, ma ci sono stati Governi di centro sinistra o di sinistra che sono stati molto intelligenti, come per esempio l’ex Ministro Burlando che da Presidente ha governato la Regione Liguria ed ha fatto un accordo con i Vigili del Fuoco. Il Presidente conosce meglio di noi questa storia.
Credo che questo sia il senso della nostra mozione. Secondo noi, Presidente e Assessore, è possibile fare una convenzione con i Vigili del Fuoco anche perché, in merito a quanto detto nella mozione precedente, proprio in riferimento al Corpo forestale, ci risulta che un certo quantitativo di elicotteri sono fermi negli hangar e non vengono usati.
Allora non è un problema di mezzi, il problema, secondo me, è che bisogna procedere ed avere anche un po' di coraggio perché io so che ci sono pressioni da parte del mondo del lavoro, che lavora con gli attuali meccanismi e con l’attuale sistema di elisoccorso.
Credo che l'accordo con i Vigili del Fuoco vada nell'interesse della comunità marchigiana perché si potrebbero risparmiare diversi milioni di euro e sarebbe un bene se l’Assessore Ceriscioli, nonché Presidente di questa Regione, riuscisse a portare a casa questo accordo con il Sottosegretario e stipulare una convenzione.
Non è più un problema di tecnologie, non è più un problema di mezzi, anzi quel tipo di servizio fatto dei Vigili del Fuoco è migliore perché gli equipaggi possono essere addirittura potenziati ed hanno più possibilità.
Ora si potrebbe avere una possibilità, so che c’è un bando in corso, un bando è uscito, probabilmente non si è voluto accelerare sulla possibilità di fare, secondo noi, questo accordo.
Questo è un accordo importante che potrebbe servire alle Marche anche dal punto di vista finanziario visto il risparmio che ne conseguirebbe. E' chiaro che la convenzione porta a questo forte risparmio.
So che c’è stata una sensibilità in Commissione, ci sono state le audizioni, ci sono state tutte queste cose qua, però credo che alla fine la sintesi finale non sia stata fatta, Presidente, e questo è ovvio competeva senz’altro a lei fare questo passaggio, spetta al governo non più alla politica, la politica ha fatto questa indagine, ma il problema non può essere risolto dalla Commissione, può essere soltanto risolto da chi ha la borsa e può sottoscrivere l’accordo.
Ci dispiace che non si vada in questo senso, noi auspichiamo caldamente che questa mozione venga approvata dall'Aula perché serve a dare un input, un sostegno maggiore all'esecutivo per andare verso questa ipotesi di accordo ed accelera l'ipotesi di sottoscrivere questo accordo. Non diciamo nient'altro, tutti abbiamo approfondito gli argomenti, tutti sappiamo come si svolgono oggi i servizi, Presidente, l'elicottero si alza, c'è l'indennità, ci sono tante cose, contratti, contratti locali, tutto un meccanismo che non voglio approfondire qui dentro, questa cosa l'ho appena enunciata, credo che le cose potrebbero cambiare, potrebbero cambiare anche per i lavoratori, potrebbero cambiare nell’interesse collettivo della Regione Marche.
Questo credo che sia il passaggio più importante perciò invitiamo caldamente e fortemente i colleghi, sia della maggioranza che della minoranza, ad approvare questa mozione che va verso l'ipotesi seria di un risparmio importante in questo settore. Penso che si possa andare anche verso una normativa o un servizio diverso senza lasciare quelle ombre che oggi potrebbero apparire o sono presenti.
Noi crediamo fortemente in questa cosa per poter dare una risposta alla comunità marchigiana, nel senso di far risparmiare quei 5 o 6 milioni che potrebbero essere utilizzati per dare dei servizi migliori in sanità ai marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. A seguito del lavoro fatto dalla Commissione, dai ragionamenti che più volte il Consigliere Zaffiri ha fatto anche in quest’Aula rispetto all'elisoccorso, con il Comandante dei Vigili del Fuoco regionali, con una delegazione, abbiamo aperto un ragionamento per capire se c’erano le condizioni per poter perseguire questa strada, questo obiettivo.
Il Comandante, dopo averci pregato di prendere lui come punto di riferimento e non soggetti parziali all’interno del Corpo, ha concordato con noi un percorso.
Il percorso consiste nell'espletare prima del bando di gara vero e proprio, la fase in cui viene presentato il contenuto della richiesta e vengono fatte le manifestazioni di interesse, perché nel caso in cui il Corpo fosse in grado di rispondere agli obiettivi ed ai requisiti del bando: avere i mezzi a disposizione, essere in grado di svolgere questo compito, avrebbe partecipato in sede di interpello, aprendo a quel punto una trattativa diretta a condizioni che devono essere necessariamente superiori a quelle del privato.
Noi oggi ci stiamo già muovendo su un percorso concordato che è stato completato, non è uscito il bando di gara, si sta completando il disciplinare, cioè tutti gli elementi, che serviranno a chi poi predisporrà materialmente la gara, per dare contenuti tecnici ed economici alla gara stessa.
La nuova azione la sapete è quella del servizio H24 e anche in condizioni meteo avverse, parallelamente al lavoro sul bando, ormai pronto nei contenuti tecnici, è stato fatto anche un lavoro con i Comuni per la predisposizione di punti d'atterraggio a norma nel territorio, in parte finanziati direttamente dalla Regione, in parte finanziati con gli SMS solidali e con un disciplinare in grado di permettere anche a quei Comuni che non fanno parte di questa rete, che verrà attrezzata in prima fase, di poter attrezzare le proprie aree, o campi da calcio, o elisuperfici, per l’atterraggio notturno in condizioni meteo avverse.
Già oggi sono numerosi gli aderenti, 36 punti in tutte le aree interne verranno attrezzate per l’atterraggio sicuro. Si sappia che l’elicottero atterra anche al di fuori di quelle che sono le piazzole, fa interventi con il verricello, senza neanche atterrare, a seconda delle situazioni e della necessità in rapporto all'intervento nella fattispecie.
Quindi verrà predisposto il bando, uscirà la fase per raccogliere quelle che sono le manifestazioni di interesse, in quella fase il Corpo dei Vigili del Fuoco valuterà contenuti, mezzi, tecnologie, esigenze, valori, e manifesterà il proprio interesse o meno ad aderire al percorso indicato dal Consigliere Zaffiri.
Noi ci stiamo già muovendo in quel solco e credo non siano necessarie diverse valutazioni anche perché le faremo, a questo punto, in difformità da quanto concordato con i Vigili del Fuoco stessi.
Nell’elisoccorso è un po' quello che si fa nella parte ordinaria del trasporto sanitario con le Croci dove nel momento in cui vengono predisposti tutti i servizi necessari e utili al raggiungimento degli obiettivi, le Croci con un interpello possono proporsi come servizi di volontariato che costano molto meno rispetto ad un servizio professionale, anche della metà o di un terzo a seconda delle situazioni, e lo fanno attraverso un meccanismo ormai consolidato, riconosciuto, a norma.
Nel caso dell’elisoccorso di fatto è lo stesso meccanismo e anziché essere perseguito con le Croci, perché non hanno gli elicotteri, lo si perseguirà con i Vigili del Fuoco che stanno anche rinnovando il loro parco mezzi.
Credo che l’incrocio che si voleva fare era anche fra il parco mezzi che viene rinnovato e le esigenze e gli standard per un volo H24 che andrà a coprire tutto il territorio regionale, non solo come oggi in orario diurno e con condizioni meteo favorevoli, ma anche in orario notturno e con condizioni meteo sfavorevoli, ampliando notevolmente la fascia oraria di intervento ed ampliando notevolmente le opportunità, le possibilità di garantire un servizio di elisoccorso H24 per tutti i cittadini della regione.
Si tratta di un grossissimo salto di qualità anche nel sistema di emergenza perché mette su uno stesso livello la zona più remota della regione con quella più prossima, perché con l’elisoccorso è possibile fare interventi in grado di garantire sulle principali necessità tempo/dipendenti una risposta con valori ben differenti rispetto alle altre modalità ed alle altre forme di soccorso.
Noi non escludiamo i Vigili del Fuoco, tutt'altro, stiamo facendo esattamente quello che ci hanno chiesto, quello che abbiamo concordato, nella sede opportuna quando verranno esplicitati i contenuti, così come avviene per il soccorso ordinario, nella fase di raccolta delle adesioni, se hanno interesse aderiranno.
Siccome stiamo procedendo esattamente nel solco, proprio stimolati dagli interventi del Consigliere Zaffiri, trovo inopportuno oggi andare ad approvare una mozione perché non si capirebbe neanche lo sforzo fatto, gli incontri fatti ed i contenuti che stiamo portando avanti, sembrerebbe quasi che per qualche ragione la Giunta stia disattendendo al cammino condiviso con i Vigili del Fuoco con i quali abbiamo oltretutto tante collaborazioni, con gli accordi sullo spegnimento incendi e via dicendo.
Il passaggio che hanno avuto anche loro rispetto al tema della forestale è stato significativo perché in realtà voi sapete che le competenze della Guardia forestale sono state spacchettate, parte sui Carabinieri forestali, che vi assicuro stanno portando avanti le attività che prima facevano le Guardie forestali, non ultimo l’intervento famoso sulla casa della signora Peppina dove un Carabiniere forestale con il proprio rapporto ha messo in moto tutto il percorso che tutti quanti conosciamo, e parte sui Vigili del Fuoco che hanno avuto meno adesioni. Sono molte più le Guardie forestali che hanno aderito al ruolo di Carabiniere forestale, pochissimi quelli che sono andati verso il ruolo di Vigile del fuoco derivato dall’attività forestale creando anche delle situazioni, come è stato detto prima, di disservizio.
Credo che siano aspetti che sorgono di fronte ad un cambiamento, ma possono essere registrati, stabilendo con ancora più chiarezza quello che è il ruolo degli uni e degli altri all’interno di quei comportamenti che prima erano della Guardia forestale.
E' proprio questo il meccanismo che fa assumere ai Vigili del Fuoco nuovi elicotteri, quindi è dentro questo percorso che sono stati dismessi i vecchi elicotteri della Guardia forestale per acquistarne dei nuovi perché i Vigili del Fuoco hanno chiesto di non utilizzare i vecchi elicotteri, ma di poterne avere di nuovi, più efficienti e credo che in quel quadro sta un po’ la risposta alla questione sollevata prima. Sono convinto che sarà l’ambito di valutazione per poter o meno svolgere con i tempi, con i modi, una risposta sanitaria, perché noi non facciamo trasporto sanitario, è proprio una eliambulanza, quindi deve avere modalità e tempi di attivazione stabiliti secondo i protocolli dell’emergenza sanitaria, quindi la valutazione che dovranno fare scientemente i Vigili del Fuoco è se le loro modalità, condizioni operative e mezzi corrispondono alle richieste che faremo nel momento in cui si andrà a contrattualizzare questa soluzione.
Dal punto di vista della Regione se i Vigili del Fuoco, uscito il bando, aderissero a quelle condizioni, sono convinto a condizioni economiche migliori rispetto al privato, ma anche se fossero le stesse condizioni, io preferirei 1.000 volte i Vigili del Fuoco, lo dico in maniera trasparente.
E’ logico che se invece non sono in grado di assolvere per l’insieme dei propri compiti e funzioni a quel tipo di risposta non gliene faremo certo una colpa, sarà una valutazione fatta all’interno della propria capacità di servizio, degli uomini che hanno a disposizione, delle risorse che avranno a disposizione.
Non c’è un pregiudizio, è stato fatto l’incontro, è stato stabilito il percorso, nel momento in cui arrivasse una risposta positiva saremo i primi ad essere più che soddisfatti di poter affidare questo servizio nelle mani capaci e competenti dei Vigili del Fuoco.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Avendo osservato il Presidente ed avendo seguito con attenzione il suo intervento credo che il suo viso abbia espresso un messaggio di massima trasparenza.
Il suo intervento è registrato davanti ai marchigiani, anche la possibilità di far svolgere questo servizio ai Vigili del Fuoco è registrato, sono atti pubblici che rimangono alla storia, noi su questo impegno che lei ha preso ritiriamo la mozione.
Questo dibattito è stato positivo, ne prendiamo atto, politicamente noi scommettiamo perché non siamo qua per fare le cose tanto per farle, noi volevamo impegnarla politicamente, questo è il senso politico della cosa, Assessore e Presidente. Certo che se i Vigili del Fuoco non rispondono o sorgono altri problemi non è colpa di questa Giunta, però il dibattito ed il suo intervento hanno dimostrato che questo percorso lei vuole portarlo a termine.
Noi ne prendiamo atto, lei sa quanto ci siamo impegnati su questo argomento, è chiaro che la vogliamo sfidare, nel senso politico dell’affermazione, alla realizzazione, se possibile, di questo percorso, che si possa attuare nelle Marche con le caratteristiche che lei ha poc’anzi evidenziato, con il Corpo dei Vigili del Fuoco, altrimenti sarebbe un altro servizio.
Siamo qua ad aspettare questo eventuale accordo, però sappiamo che gli accordi si fanno tra le parti ed il servizio in questo caso deve essere fatto dai Vigili del Fuoco. Adesso aspetteremo o solleciteremo loro per far si che rispondano alla Regione Marche. Grazie.

Mozione n. 241
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“La Giunta regionale si dimentica del commercio. Mancano all’appello oltre 770.000 euro di fondi statali non impegnati dell’esercizio 2016”
(Ritiro)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 241 della Consigliera Leonardi che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Quando ho presentato questa mozione nell’aprile del 2017 era per rispondere ad alcune esigenze che venivano dal settore del commercio e da una ricognizione fatta rispetto ai fondi impegnati nell’anno precedente ed ai bandi usciti su questo settore. Mancavano all’appello, quindi non erano stati predisposti i bandi e non erano state utilizzate risorse ingenti, per cui chiedevo l’attivazione per somme della stessa portata rispetto ad interventi per un settore in difficoltà.
Faccio questa premessa per far capire che la mozione nasce diversi mesi fa e giunge a risposta ormai a fine anno, per questo dichiaro subito che ritirerò questa mozione perché alla luce degli aggiornamenti fatti ci sono alcuni bandi, quindi alcune risorse che sono state impegnate attraverso una delibera nel mese di luglio, alcuni bandi che sono stati attivati da agosto ad ottobre, non tutte le risorse che erano state impegnate negli anni precedenti sono tutt’ora impegnate, però mi diceva l’Assessore al bilancio che altri contributi ci saranno nell’assestamento, quindi devo dire che, se anche con ritardo queste sollecitazioni in qualche modo sono arrivate, trovo inutile votare una cosa per la quale ci si è già mossi e qui torna il problema atavico per cui a volte questi nostri atti arrivano in Aula quando sono superati perché passano molti mesi.
Ritiro l’atto con le motivazioni che ho appena dato.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Brevemente. E' vero che ritira l’atto però la Consigliera Leonardi lo ritira perché evidentemente ha trovato in questo percorso “soddisfazione” rispetto alle sue richieste.
Infatti voglio precisare che riguardo agli importi citati nella premessa dalla mozione, nel bilancio 2017/2019 sono state effettuate le reiscrizioni delle poste che adesso citerò che sono state dichiarate urgenti dalla struttura regionale competente, quindi dal Servizio attività produttive, lavoro e istruzioni per le quali la medesima struttura ha individuato lo spazio finanziario necessario ad effettuare le reiscrizioni, come sappiamo, nel rispetto del pareggio di bilancio. Precisamente sono stati reiscritti: 200.000 euro con delibera di Giunta regionale 22 maggio 2017, 119.242 euro (tra l’altro citati nella mozione) sempre il 22 maggio, 24.000 euro il 22 maggio.
Le altre poste non sono state reiscritte in quanto prive di spazio finanziario.
Le ulteriori principali risorse per il commercio stanziate ad oggi in bilancio per l’annualità 2017 sono le seguenti: 500.000 euro nel fondo unico per il settore del commercio, 100.000 euro integrazione del finanziamento per la concessione di contributi ai progetti per la riqualificazione e valorizzazione delle imprese commerciali nei comuni sotto i 5.000 abitanti, di cui alla legge regionale 27/2009, 50.000 euro per le spese di intervento nel settore del commercio, programmi regionali di investimento per la riqualificazione ed il potenziamento dei sistemi degli apparati di sicurezza nelle piccole e medie imprese commerciali.
Aggiungo infine che nella proposta di legge relativa all'assestamento di bilancio 2017/2018, di cui alla delibera di Giunta regionale 1347, che tra l’altro verrà all’attenzione dell’Aula, è stato previsto il rifinanziamento della legge 27/2009 sul commercio, mediante stanziamenti aggiuntivi pari al 700.000 euro per il 2018 e 700.000 euro per il 2019.
E’ vero che la mozione è stata ritirata, ma ribadisco che è stata ritirata giustamente non per un atto di cortesia, è stata ritirata perché la Giunta queste risorse le ha inserite, così come lamentato dalla Consigliera Leonardi, quindi di fatto la ritira perché è stata soddisfatta.

Comunicazione ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Non entrerò nel merito della mozione, ringrazio il gesto della Consigliera Leonardi anche se è implicito di un riconoscimento al lavoro fatto dalla Giunta, però mi vorrei anche far carico di una problematica che noi abbiamo riscontrato anche nella Conferenza dei capigruppo.
Purtroppo abbiamo questo arretrato di atti, di mozioni ed interrogazioni che sono lì da parecchio tempo, non è opportuno discuterli dopo tanti mesi, ce ne rendiamo conto, sappiamo tutti che spesso abbiamo difficoltà nel lavoro dell’Aula, c’è stata la problematica del terremoto e spesso gli atti che sono arrivati hanno fagocitato tutto il resto, come è ovvio ed indispensabile, però c’è questo impegno che abbiamo preso con il Presidente, abbiamo le date dei Consigli dei primi tre mesi del prossimo anno già programmate - stesso discorso per la mozione presentata dal Consigliere Fabbri - quindi siamo d’accordo a dedicare una seduta, come ci siamo ripromessi, per cercare di metterci al pari con tutti gli atti che sono stati presentati. Grazie alla Consigliera Leonardi ed al Consigliere Fabbri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Sulla falsa riga di quello che ha detto il Consigliere Urbinati, possiamo darci anche uno stile, almeno per quanto riguarda le mozioni. Vediamo in altre sedi, in altre assemblee, lo dico soprattutto ai colleghi di minoranza, ma anche a quelli di maggioranza più verbosi a cominciare dal sottoscritto, che la mozione si può discutere anche in termini di tempi più ragionevoli, noi nel Regolamento non abbiamo messo un limite sui tempi delle mozioni, però a volte le mozioni si trasformano in discussioni più lunghe delle stesse leggi e proprio non ha senso, cioè ha senso arrivarci, non è una raccomandazione giuridica, è una raccomandazione pratica, con uno spirito in cui uno la presenta poi se va, va, è inutile aprire una retorica infinita, così facendo potremmo arrivare anche a discuterne tante. In sede parlamentare ad esempio le mozioni non le discutono per niente perché chi le propone è soprattutto interessato a che vengano votate, non che vengano discusse, della discussione se ne fregano quasi tutti.
Quindi se ci diamo un metodo, anche autolimitandoci negli interventi questo potrebbe servire a, come è successo oggi d’altra parte, il proponente magari trova un accordo con l’interlocutore di maggioranza, oppure si vota se non c’è.

(interrompe il Consigliere Maggi)

Luca MARCONI. I tempi sugli interventi ci sono, ma il problema è che in teoria possono intervenire tutti. La scorsa seduta abbiamo discusso su una mozione per tre ore e mezzo!

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,50