Resoconto della seduta n.99 del 15/05/2018
SEDUTA N. 99 DEL 15 MAGGIO 2018

La seduta inizia alle ore 11,25

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 99 del 15 maggio 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 98 dell’8 maggio 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Saluto i 34 alunni delle classi quinte della Scuola Primaria di Belforte del Chienti e Caldarola, benvenuti ragazzi, e i tre studenti che partecipano al progetto alternanza scuola-lavoro dell’istituto Calzecchi-Podesti-Onesti di Ancona, benvenuti anche a voi.

(Applausi)

Comunicazione ai sensi del comma 4 dell’articolo 55 del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Voglio parlare non di leggi, di atti, di regolamenti, di mozioni, di interrogazioni, di ordini del giorno, perché in quest’Aula di questo parliamo, ma voglio parlare di calcio perché oggi qui, nel luogo più alto e rappresentativo della democrazia marchigiana, voglio manifestare la gioia e l’orgoglio per la responsabilità di Commissario tecnico della nazionale affidata ad un marchigiano, Roberto Mancini.
Il Consigliere Traversini alcuni anni fa ha presentato un emendamento e lo ringrazio per la generosità e la lungimiranza perché quell’emendamento concedeva il Liceo sportivo a Jesi ed era il riconoscimento della vocazione sportiva di quella città, ma soprattutto delle medaglie che sono nel medagliere olimpico nazionale e sono tantissime anche grazie alla scherma jesina.
Oggi con la nomina di Roberto Mancini a responsabile della nazionale di calcio c’è un’ulteriore conferma della ricchezza sportiva delle Marche.
So che il Sindaco di Jesi promuoverà delle iniziative per riconoscere questo grande risultato marchigiano e sono certo che il Presidente Mastrovincenzo e penso anche al Presidente Ceriscioli non faranno mancare la loro partecipazione e la loro vicinanza. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Giancarli, è un giusto riconoscimento al nuovo Commissario tecnico della nazionale.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Come concordato nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi, anticipiamo al primo punto la proposta di legge n. 159.

Proposta di legge n. 159
ad iniziativa dei Consiglieri Giacinti, Cesetti, Volpini
“Tutela e valorizzazione della dieta mediterranea”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 159 ad iniziativa dei Consiglieri Giacinti, Cesetti, Volpini.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un saluto cordiale a tutti i Consiglieri.
Cari colleghi, partiamo da una relazione che ho scritto appositamente per fare un breve excursus delle motivazioni per poi entrare nel testo.
Ormai da decenni la ricerca scientifica si è attivata per approfondire la relazione fra l’alimentazione e la salute, dimostrando il significativo ruolo di specifici stili alimentari nella prevenzione di alcune malattie non trasmissibili.
A questo proposito è famoso uno studio avviato nel secondo dopoguerra da un fisiologo statunitense, Ancel Keys, che stabilì una correlazione fra l’alimentazione tipica mediterranea (povera di grassi e di alimenti di origine animale, ricca di cereali, legumi, verdure, frutta e grassi insaturi derivati prevalentemente dall’olio di oliva) e la riduzione delle patologie cardiovascolari.
Allo studio pluridecennale, multifattoriale avviato da Keys (Seven Countries Study) nel 1958 monitorando campioni di individui residenti in 7 diversi paesi (fra cui l’Italia) legati a tradizioni alimentari diverse, partecipò anche il famoso nutrizionista Flaminio Fidanza, che aveva già iniziato a collaborare con Keys nello studio della correlazione fra colesterolemia e assunzione alimentare di acidi grassi saturi. Lo stesso Fidanza, legato al territorio fermano anche da affetti familiari, nel 1958 condusse in collaborazione con il Centro per le malattie cardiovascolari di Ancona, uno studio epidemiologico a Montegiorgio con una massiccia partecipazione degli abitanti.
Quando nello stesso anno furono individuate in Italia tre coorti rurali da sottoporre a rilevazioni sistematiche nel contesto dello studio “Seven Countries”, per l’Italia centrale fu scelta Montegiorgio, sia per i risultati conseguiti nella precedente indagine epidemiologica realizzata dal Centro di Ancona in quel comune, sia perché si ritenne che la popolazione montegiorgese avesse uno stile alimentare strettamente legato alla dieta mediterranea. Anche negli studi successivi, protrattisi fino agli anni ’90 dello scorso secolo, Montegiorgio ha continuato ad essere protagonista del monitoraggio dello stile alimentare mediterraneo.
Quindi la presente proposta di legge nasce pertanto da questa sensibilità, sviluppatasi nel fermano, sull’importanza della diffusione della dieta mediterranea.
E’ bene sottolineare che un utilizzo generalizzato della dieta mediterranea, oltre ad avere effetti positivi sulla salute del singolo, ormai dimostrati scientificamente, produce delle conseguenze senz’altro positive anche per altri aspetti. Ad esempio a livello di spesa sanitaria sono state fatte analisi economiche che hanno portato a concludere che il rapporto costi-benefici della dieta mediterranea rispetto ad altri interventi preventivi per alcune patologie è indiscutibilmente a favore di questa.
Inoltre la scelta di produzioni agroalimentari tipiche locali, ingredienti base delle preparazioni alimentari della tradizione della dieta mediterranea, rientra anche in un’ottica di rispetto di biodiversità, stagionalità delle produzioni, filiera corta senz’altro coerenti con la salvaguardia dell’ambiente, senza sottovalutare i possibili risvolti di sviluppo economico di questo filone produttivo.
Infine non vanno trascurati l’aspetto sociale e culturale delle pratiche legate alla dieta mediterranea grazie alla quale nel corso del tempo si sono sviluppate consuetudini sociali, ritualità e convivialità che hanno generato un modello di relazioni sociali, identitario delle comunità che ha contribuito a rafforzare la coesione sociale, pertanto da considerarsi esso stesso un bene immateriale, degno di tutela.
A conferma della multifattorialità del valore della dieta mediterranea va sottolineato che l’Unesco l’ha iscritta nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità riconoscendo che “mangiare insieme è il fondamento dell’identità culturale e la continuità della comunità in tutto il bacino del Mediterraneo. Si tratta di un momento di scambio sociale e della comunicazione, l’affermazione e il rinnovamento della famiglia, gruppo o l’identità della comunità”. Fra le motivazioni che hanno spinto l’Unesco all’iscrizione si legge: “Trasmessa di generazione in generazione, in particolare attraverso le famiglie, la dieta mediterranea offre un senso di appartenenza e di condivisione e costituisce per coloro che vivono nel bacino del Mediterraneo un marcatore di identità e di uno spazio per la condivisione e il dialogo”.
Andando ad analizzare il testo legislativa, nell’articolo 1 vengono spiegate le finalità dell’intervento normativo. La prima concerne la tutela e la promozione della dieta non intesa meramente come regime alimentare bensì nel senso più ampio di modello socio-economico e culturale. La seconda finalità invece focalizza l’attenzione sul ruolo avuto dalle Marche sia nella fase degli studi per la validazione scientifica della dieta, sia in seguito nel radicamento di tale stile alimentare intorno al quale la nostra comunità ha saputo creare un proprio stile di vita individuale e sociale.
Nell’articolo 2 sono elencati gli interventi necessari per concretizzare gli obiettivi della legge.
Ne sono previsti alcuni di tipo formativo verso i ragazzi, tramite le scuole, verso gli operatori e verso i consumatori, quindi poliedricamente vengono toccati un po’ tutti gli aspetti e le sfaccettature degli attori che possono avere a che fare con la dieta mediterranea. Altri interventi sono volti alla diffusione dello stile alimentare legato alla dieta mediterranea, sia nella ristorazione collettiva, sia a livello individuale, anche come strumento di prevenzione sanitaria. Inoltre si ritiene importante salvaguardare la qualità dei prodotti tipici della dieta, sostenendo le filiere della produzione, lavorazione e commercializzazione di quelli muniti di certificazioni di qualità, nella consapevolezza delle potenzialità anche in termini di sviluppo economico che questo settore può comportare. Altri interventi riguardano iniziative ed eventi di valorizzazione degli aspetti legati alla cultura, alle tradizioni, che si sono sviluppate intorno a questo tipo di alimentazione, nonché ai relativi contesti ambientali. Infine non va trascurato l’aspetto scientifico, pertanto si prevede anche la promozione di studi nei vari ambiti (sanitario, sociale, culturale, ambientale, economico) nei quali la dieta mediterranea produce degli effetti.
Nell’articolo 3 vengono definite le modalità di programmazione delle azioni. Poiché il bene immateriale “dieta mediterranea” si articola in diversi aspetti (ad esempio: agroalimentare, culturale, dell’istruzione, turistico-promozionale, di tutela ambientale e sanitaria) ciascuno dei quali rientra negli ambiti di intervento delle politiche regionali. Si rimanda quindi alla pianificazione di settore l’individuazione degli interventi attuativi di questa legge, così da coordinarli con il resto delle attività degli specifici settori, ottenendo un potenziamento degli effetti ed usando in modo efficiente le risorse finanziarie, senza duplicazioni di iniziative.
Si prevede che la Giunta annualmente approvi un piano che integri le azioni inserite nella suddetta programmazione generale con altri interventi che si ritiene opportuno realizzare.
Nell’attuazione del piano si vuole coinvolgere anche soggetti pubblici e privati dando priorità a quelli che hanno esperienza nella valorizzazione della dieta mediterranea.
L’articolo 4 definisce le norme che regolano il comitato regionale per la tutela e la valorizzazione della dieta. Di esso fanno parte rappresentanti delle istituzioni regionali competenti nei settori attinenti i vari aspetti del modello della dieta mediterranea; vi partecipano anche due rappresentanti dei Comuni più attivi nella valorizzazione della dieta stessa. Il ruolo di tale organo è propositivo, consultivo e di monitoraggio sulle finalità e gli obiettivi poc’anzi delineati.
Nell’articolo 5 si stabilisce che la Regione costituisca una rete fra tutti coloro che intendono partecipare concretamente alla diffusione del modello della dieta mediterranea. Si vuole creare delle relazioni stabili fra i vari operatori pubblici e privati attraverso lo scambio strutturato di informazioni e di esperienze che faciliti un vasto coinvolgimento nel diffondere la dieta mediterranea, in tutti i suoi aspetti.
Nell’articolo 6 sono definite le modalità di valutazione dello stato di attuazione e degli effetti della legge e i risultati delle valutazioni sono ovviamente un necessario contributo alla programmazione delle successive iniziative, in modo che siano efficaci per il raggiungimento degli obiettivi della legge.
L’articolo 7 individua la copertura finanziaria tenuto conto che la maggior parte degli interventi verrà inserita nella programmazione settoriale, come previsto al comma 1 dell’articolo 3, si valuta per l’anno in corso in 15.000 euro il fabbisogno necessario a finanziare il programma attuativo che conterrà le altre iniziative non incluse nei singoli programmi di settore. Per gli anni successivi se ne demanda la quantificazione puntuale alle singole leggi annuali di approvazione del bilancio.
La gestione di tutta l’attività amministrativa non comporta spese in quanto da attuarsi tramite risorse strumentali ed umane già esistenti.
Le norme transitorie, indicate all’articolo 8, stabiliscono i tempi entro i quali gli enti previsti all’articolo 4 provvedono a designare i loro rappresentanti nel Comitato regionale e si definisce la possibilità di funzionamento dell’organismo anche nel caso in cui le istituzioni interpellate tardassero ad effettuare le designazioni. Inoltre vengono fissati i termini entro i quali la Giunta regionale emana gli atti inerenti la costituzione ed il funzionamento del Comitato regionale e della rete.
Sarei ben felice se questa proposta di legge venisse approvata, non tanto per la soddisfazione personale legata alla funzione legislativa che ciascuno di noi rappresenta, ma perché scriveremo una pagina importante per il fatto che nel bacino del Mediterraneo la nostra regione, che è centrale da un punto di vista geografico, assuma anche questo importante aspetto di regione depositaria, insieme ad altre di questo importantissimo bene immateriale che l’Unesco ha più volte sottolineato fino a farlo entrare nel patrimonio mondiale immateriale dell’umanità. Credo che sia un valore veramente importante per tutto quello che ho voluto, seppur sinteticamente, rappresentare con questo impegno legislativo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Avendo ascoltato la presentazione del Consigliere Giacinti credo che ci sia ben poco da aggiungere.
Per quanto ci riguarda esprimiamo una considerazione positiva, però non è nella nostra indole esprimere enfasi, perché nelle scuole, nei piani studenteschi di formazione dei ragazzi è già prevista la dieta mediterranea, è inserita come elemento di programmazione didattico.
La dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco, è stata riconosciuta scientificamente da tutto il mondo accademico, al punto tale che, come questa mattina è stato evidenziato anche dall’Aula, nella prima bozza le persone interessate a questo settore non avevano preso nemmeno in considerazione il turismo, poi era venuta la dirigente competente, aveva evidenziato questo aspetto, io ne avevo auspicato l’inserimento nella legge e questo è avvenuto.
Questo è il problema di questa legge, turismo-dieta mediterranea. Vedo che l’Assessore Pieroni probabilmente è troppo impegnato per essere presente a questa discussione.
Per quanto ci riguarda voteremo questa proposta di legge proprio per questo binomio, dieta mediterranea, turismo, probabilmente potremmo avere qualche numero in più in percentuale sul turismo, potrebbe anche essere un momento di attrazione per far partire o incrementare maggiormente l’economia della nostra regione.
In questo contesto e su questo contesto noi esprimiamo una considerazione positiva e auspichiamo che la Giunta vada verso questa linea anche perché, Consigliere Giacinti, la dieta mediterranea è un dato incontrovertibile di cui la scienza e tutto il mondo accademico ne hanno preso atto e la sostengono. Penso che questo debba essere il nostro ruolo. Se in questa legge manca il binomio turismo-dieta mediterranea credo che non si faccia un buon servizio alla comunità marchigiana perché è una cosa che rischia di rimanere lì, una cosa importante approvata da quest’Aula che però rimane per pochi addetti ai lavori. Noi non siamo su questa strada, vorremmo che diventi un tema marchigiano, dei marchigiani, e lo auspichiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Innanzitutto voglio salutare a nome del Movimento 5 Stelle tutti i ragazzi che sono arrivati qua, spero che non vi annoierete.
Vorrei fare un pubblico riconoscimento al Consigliere Giacinti perché ha messo un impegno particolare, uno studio particolare in questa proposta di legge; gli faccio anche i miei complimenti per l’esposizione che è stata fatta con dotte citazioni sulla dieta mediterranea e con elementi che hanno arricchito noi che abbiamo ascoltato questa relazione.
Quello che devo dire è che questa legge doveva passare in I Commissione, ma poi è stata assegnata alla IV.
Una legge che sicuramente è nella nostra tradizione, nella nostra cultura, e per la nostra salute è di fondamentale importanza, infatti si parla di diffusione del modello nutrizionale, di approfondimento della conoscenza, si auspica una collaborazione con gli istituti scolastici per la diffusione non tanto nelle mense, ma per una educazione alimentare che i ragazzi dovrebbero avere verso una dieta mediterranea.
Mi fermo sulla diffusione scolastica. Per quanto riguarda la parte finanziaria una legge di questa levatura e di questo spessore viene finanziata con 15 mila euro, mettiamo 200 istituti scolastici, 15 mila euro diviso 200 istituti scolastici fa 75 euro a scuola per la diffusione della dieta mediterranea. Da una parte voteremo questa legge, dall’altra parte però con 15 mila euro diventa uno spot velleitario per cui ancora una volta questa maggioranza, questa Giunta, non fa delle scelte, non ha il coraggio delle scelte, ma distribuisce risorse a pioggia per cui si dà un pezzettino a tutti per accontentare tutti e non c’è il coraggio della scelta, di individuare priorità, di finanziare le priorità e di sfrondare tutto il resto, questo per quanto riguarda tutte le leggi e tutti gli atti che vengono discussi in Aula.
La legge è fatta bene, promuove studi e ricerche scientifiche interdisciplinari sugli effetti della dieta mediterranea, prevede meccanismi di premialità nell’attribuzione dei finanziamenti a soggetti pubblici e privati, favorisce l’organizzazione di iniziative ed eventi, istituisce un premio annuale denominato “dieta mediterranea”.
Sono un po’ meno d’accordo, perché secondo me non raggiunge gli effetti e l’importanza che la legge ha, sull’istituzione presso la Giunta regionale del Comitato regionale per la valorizzazione della dieta mediterranea, composto da un sacco di persone, rappresentanti dell’azienda sanitaria, della Camera di Commercio e tutte queste cose qui.
Noi voteremo a favore, la cosa scandalosa sono i 15 mila euro, in questa Aula discutiamo di proposte di legge che hanno un finanziamento dieci volte più alto di questo previsto per la dieta mediterranea, per cui invito ancora una volta, visto che siamo a due anni dalla fine della legislatura a individuare, ad avere il coraggio di individuare le priorità, quindi non questa distribuzione inutile a pioggia prevista negli atti che noi approviamo in quest’Aula, ma individuare le priorità e concentrare l’azione legislativa di questa Assemblea verso quelle leggi che i marchigiani si aspettano da noi e per cui ci hanno votato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Vorrei partire dai dati che abbiamo recentemente acquisito a livello sanitario, con grande fatica, per sottolineare due aspetti. L’aspetto dell’obesità e della sedentarietà, per sottolineare la buona intenzione di questa normativa.
Leggo testualmente queste dieci righe: “Nelle Marche la percentuale degli obesi risulta essere leggermente inferiore rispetto all’Italia, 8% contro 11% nazionale, mentre la quota degli individui in sovrappeso è maggiore, 34% contro 32%. L’eccesso ponderale risulta più frequente nei soggetti di sesso maschile, di età superiore ai 50 anni, con livello di istruzione bassa e difficoltà economiche. Il 41% dei soggetti in sovrappeso e il 5% degli soggetti obesi non è consapevole del problema, ritenendo giusto il proprio peso corporeo, infatti meno di una persona su tre segue una dieta per perdere peso. Solo il 47% degli individui in sovrappeso dichiara di aver ricevuto la raccomandazione di perdere peso da parte degli operatori sanitari”, questo per il peso, per quel che riguarda l’attività fisica è attivo soltanto un terzo della popolazione marchigiana.
Detto questo la normativa parte molto bene e vola particolarmente alto, siamo d’accordo, noi abbiamo una serie di normative che promuovono i prodotti tipici marchigiani, e qui allarghiamo l’ambito a tutti i prodotti che costituiscono la dieta mediterranea, abbiamo progetti didattici, attività formative e informative, e quando diciamo che sostiene l’impiego dei prodotti e delle specialità della dieta mediterranea nelle mense e nella ristorazione collettiva, noi la scorsa settimana abbiamo approvato una legge che dice che il 40% di prodotti biologici si deve trovare sul piatto dei nostri ragazzi che sono alla mensa scolastica, il “sostiene” non può essere fatto con 15 mila euro.
Mi riallaccio all’intervento del Consigliere Maggi, facciamo brutta figura se approviamo una legge che vola così alto e poi ci mettiamo per quest’anno 15 mila euro, a mio avviso, se vogliamo fare sul serio, bisogna metterci molto di più.
La legge dice anche che sostiene, quindi non “promuove” o “favorisce la cultura”, sostiene le filiere enogastronomiche per la produzione e la commercializzazione dei prodotti con certificazione di qualità che appartengono alla tradizione della dieta mediterranea, questo “sostiene” investe milioni di risorse perché è un filone che interessa diverse normative regionali e pieghiamo il nostro Psr per i fondi europei a questi scopi.
Trovo una grande incongruenza con i fondi che assegniamo, soprattutto per il fatto che leggi già esistenti non riusciamo ad applicarle perché mancano i fondi e non riusciamo a stornarli, quindi aggiungiamo un carico da 11 su quello che già esiste e che non riusciamo ad attuare.
Poi “valorizza il patrimonio, storico, culturale, paesaggistico, legato al modello sociale”, bellissime parole che se nella pratica come attività turistica non vengono attuate rimangono sulla carta e noi stiamo scoprendo in questi anni le decine di leggi regionali che non vengono applicate per mancanza di regolamento da parte della Giunta oppure di adeguato finanziamento.
Chiudo il mio intervento perché ho espresso l’importanza che ricopre questa legge a livello sanitario, culturale e di attività fisica, ma sottolineo il fatto che con questa tipologia di finanziamento, se non diventa strutturale e la Regione non ha fondi, facciamo l’assalto alla diligenza, sono tre anni che ci dicono che non ci sono fondi per fare nulla, se non ci sono fondi strutturali e non propri della Regione per sostenere le filiere e dare una svolta a livello culturale, sono preoccupato per il fatto che questa legge rimanga nel cassetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Innanzitutto per ringraziare le scuole che mi hanno fatto un bellissimo dono, credo che i ragazzi vanno ringraziati perché ci hanno messo sicuramente tanto impegno e tanta passione. Sono momenti che si ricordano quando si visitano le istituzioni, di fronte a questo piccolo Parlamento che è l’Assemblea regionale, in un contesto diverso dal solito, su cose che magari non studiate in educazione civica con gli insegnanti e poi vederle dal vivo è sempre molto emozionante. Voglio complimentarmi con la scuola e con le scuole che portano avanti queste iniziative. L’ho vissute in altre vesti e devo dire che sono sempre momenti belli e importanti, poi il dono …, adesso non so cosa dire, sono veramente emozionato.
L’argomento che stiamo trattando, spesso i ragazzi ci vedono in momenti un po’ particolari, è interessante, quello della dieta mediterranea. Voglio portarvi la testimonianza di Ottaviani l’atleta che compirà a giorni 102 anni, ha il record del mondo in so quante discipline per gli ultranovantenni, per i centenari, riesce ancora a correre e a saltare e quando i giornalisti gli hanno chiesto: “Qual è il tuo segreto?” Lui ha risposto: “La dieta mediterranea, l’alimentazione, quello che mangio, il fatto di poter contare su prodotti di grande qualità e di alto livello”.
Tutto quello che si può fare in termini culturali e di impegno per spingere verso una alimentazione corretta, significa costruire un pezzo di salute, perché la salute passa attraverso questa strada. Quindi voglio complimentarmi con i presentatori della legge che hanno sottolineato una delle qualità del nostro territorio e sono molte le risorse di tipo strategico, di carattere europeo, che vanno a premiare la qualità, la filiera di trasformazione fino a rendere i prodotti disponibili per la nostra tavola.
Fare la scelta di una alimentazione mediterranea ha anche il vantaggio di poterci proiettare fin da piccoli verso i 102 anni di Ottaviani, che è un obiettivo di grande valore, perché non è solo un allungamento della vita, ma è una vita di qualità, vivo tanti anni ma con qualità, perché si può vivere tanti anni in condizioni di salute estremamente precarie ed è tutta un’altra cosa rispetto a poterlo fare in salute, e l’alimentazione è fondamentale.
Certo noi sappiamo come dal 2010 in poi, rispetto ai fondi regionali ci sono stati tagli importantissimi, parliamo dell’ordine di centinaia di milioni, non è che parliamo di spiccioli, la ragioneria stimava in 200 e passa milioni quello che mediamente è mancato in questi anni, nella misura in cui ci fossero maggiori risorse, più attenzione sugli enti locali, sulle Regioni, sulle Province e sui Comuni, è evidente che si potranno anche affiancare alle risorse strategiche, cioè quelle europee, anche quelle più quotidiane sulle quali poter fare iniziative sul territorio a sostegno, ma avere una legge che già costituisce una base sulla quale poi andare a impiantare queste risorse è importante. L’entità delle risorse dipende da dinamiche di carattere più ampio, su quelle europee possiamo contare, quelle straordinarie del terremoto ce le abbiamo, il Psr incentiva da tutti i punti di vista, non solo l’attività di produzione, ma anche tutto quello che sta attorno alla produzione, così come nel Feamp per quanto riguarda la pesca, non è più solo attività di pesca, ma anche promozione dei prodotti, cultura enogastronomica, che ci permette di avvicinare, di rendere fattivo e operante il contenuto della legge. Con tempi migliori, con un quadro di ritorno delle risorse alla regione, perché magari l’economia andrà meglio, ci sarà crescita economica, ci saranno più risorse da distribuire, potremmo anche rafforzare quella parte più immediata e più diretta che non sono le risorse strategiche, ma quelle quotidiane.
Con questa attenzione e questo impegno noi sosteniamo la parte più forte della salute che è la prevenzione fatta dagli stili di vita, stili di vita che sono fondamentalmente due, quelli più positivi, l’attività fisica, il movimento e lo sport e una sana e corretta alimentazione.
Il secondo di questi temi è oggetto di questo atto, è uno degli assi portanti, ricordo sempre che il 60% del nostro stato di salute dipende dai corretti stili di vita, una percentuale dalla genetica, e lì non ci possiamo fare niente, quello che mamma, papà e nonni ci hanno tramandato, un’altra parte è la sanità, cioè l’attività medica con tutte le sue sfaccettature. Quindi conta molto di più per la salute personale la dieta mediterranea di quanto sia l’effetto derivato dalla medicina, oltretutto lo possiamo fare con costi ben inferiori ragionando su quella fetta strategica che è la prevenzione, quindi io ci leggo anche un’attenzione alla qualità della vita, al futuro e una risposta in termini di salute, che è quello che tutti i cittadini attendono.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Sinceramente ho preferito intervenire dopo il Presidente perché ha detto cose estremamente interessanti che in parte mi sono appuntato.
Il mio intervento è anche per ringraziare il Consigliere Giacinti per un’iniziativa di legge decisamente intelligente quanto apparentemente ovvia, come a dire come abbiamo fatto a non pensarci prima, ma ci ha pensato e bene, con una legge che apre uno sportello anche se la porta d’ingresso è un po’ piccolina, 15 mila euro sembrerebbero pochi, ma già il Presidente ha accennato ad altre possibilità con le quali questa legge potrebbe essere integrata: il Psr, i fondi europei, i fondi destinati al rilancio economico delle zone terremotate. Penso che molte aree dell’entroterra forniscono più di altre prodotti tipici della cosiddetta dieta mediterranea. Quindi le raccomandazioni che sono venute più volte dalla minoranza, in primis dal Consigliere Maggi, che condivido relativamente al fatto che i fondi sono scarsi per una legge che vuole essere quasi di sistema, che tocca elementi educativi, in qualche maniera potranno essere compensate.
Certamente l’articolo 3, comma 2, dà un criterio perché affida alla Giunta l’individuazione nel programma annuale delle cose da fare e sarà proprio lì che la Giunta stabilirà le priorità.
Alla fine, Consigliere Giacinti, credo che abbiamo fatto bene a non limitare la letteratura della legge dicendo poche cose da fare, abbiamo messo tutte le cose che si possono fare, poi questa scaletta, queste priorità che anche il Consigliere Maggi sollecitava, dovranno essere fatte di volta in volta dalla Giunta che dirà: “Oltre ai 15 mila ne ho trovati altri 100 mila su altri canali e individuo alcuni settori piuttosto che altri”.
Mi permetto anche di dire una cosa forse ingenua, ma che potrebbe avere un senso riguardo ad un processo per me grandioso che la Giunta ha messo in moto e al quale pure non avevamo pensato, che è quello della contrattazione e dell’autonomia con il Governo, perché abbiamo fatto qui una condivisione, c’è stato secondo me anche un eccesso di critica perché l’atto lo vedremo, le Commissioni lo stanno predisponendo, ma lì veramente si aprono dei versanti inimmaginabili.
Penso a questo: lei Presidente accennava al fatto che il 60% della salute è stile di vita, allora io dico se questo è vero come è vero, questa è prevenzione, se questa è prevenzione perché non posso dire all’interno dei fondi della sanità - l’obesità o le malattie cardiovascolari in questa regione mi costano 100/150 milioni all’anno - che destino 100 mila euro dei fondi sanitari per una prevenzione che miri alla corretta alimentazione? Perché non posso metterceli? Non lo posso fare perché oggi o sei Lea o non ti muovi.
In un contesto di autonomia questo può essere, già l’abbiamo immaginato per esempio per le dipendenze patologiche, l’abbiamo immaginato per il gioco d’azzardo, quando abbiamo destinato fondi del sanitario indistinto per la prevenzione dell’azzardopatia. Quindi credo che anche in questo campo si aprano prospettive estremamente interessanti.
Chiudo sottolineando alcuni punti dell’articolo 2, esattamente i punti d), k) e l), i più difficili da finanziare, che mi raccomando nella prospettiva non vengano dimenticati, perché al punto d) si dice: “favorisce il consolidamento di abitudini individuali e sociali; al k) si dice: “favorisce l’organizzazione di iniziative ed eventi per la fruizione di prodotti stessi negli specifici contesti storico culturali; al punto l) si dice: “valorizza il modello culturale derivato dagli aspetti immateriali”, sono tutte cose generiche, educative, che però sono fondamentali perché l’azione a lungo termine è quella, va benissimo tutto il resto.
Io ho sempre una scarsissima fiducia nell’educazione che viene fatta nelle scuole perché per i ragazzi diventa un modo di passare un’ora diversa rispetto alla normale attività scolastica, invece credo nell’attività educativa mirata ai corpi sociali, alle categorie, alle famiglie, alle organizzazioni di settore che in qualche maniera possono cogliere il significato di questo aspetto e piano piano ci aiutiamo. Questa è una funzione, ripeto, nuova, che la legislazione fino a 10/15 anni fa non prendeva neanche in considerazione, che può diventare importante sennò qui si muove solo l’interesse, e va bene. Chi produce i prodotti che compongono la dieta mediterranea inevitabilmente si darà da fare, perché li vende e quindi ci guadagna, ma chi muove verso l’indirizzo del bene comune? Il bene comune l’abbiamo individuato, è un bene generale, è un bene che tocca tutta la collettività e per il quale vanno cambiati gli stili di vita. E’ chiaro che cambiare stile di vita a questo riguarda significa non consumare più cibi preconfezionati, precongelati, riscaldati e messi nel forno a microonde, che risolvono il pasto in 5/10 minuti di confezionamento e preparazione.
Questa roba necessita un po’ di tempo in più e quindi dovremmo mettere in moto una sorta di evoluzione sociale per la quale le famiglie, i genitori, abbiano un po’ più di tempo, magari a cominciare dal sabato e dalla domenica, che non siano costretti a lavorare anche la domenica e il sabato, cosa che questa società impone, perché oggi bisogna lavorare anche la domenica e il sabato, non parlo solo dei centri commerciali, ma parlo di gente che non arriva a fine mese ed è costretta il sabato e la domenica a fare qualche lavoretto magari in nero per arrotondare. Lo stile di vita comporta queste cose, ma comporta anche una responsabilità da parte delle istituzioni pubbliche che va in questa direzione. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Molto brevemente per associarmi a quanto già espresso dai miei colleghi Consiglieri in merito all’esiguità del finanziamento di questa legge che non vorrei che fosse un ulteriore segnale di scarsa attenzione per tutto quello che riguarda il mondo scolastico, e i fatti successi ieri a Fermo ne danno anche qualche indicazione.
Vorrei che la scarsità dei fondi non si riducesse, come è successo in passato, in ulteriore carico di lavoro per gli insegnanti rispetto a qualcosa che è già curriculare.
Saluto i ragazzi e chiedo anche a loro se conoscono la piramide alimentare che sta normalmente nei libri di testo, se conoscono la dieta mediterranea, quindi l’azione va fatta coinvolgendo maggiormente le famiglie degli studenti perché si sa che i bambini magari la teoria potrebbero saperla facilmente in quanto è materia di studio dalla classe III alla V, la dieta mediterranea è contenuta nei libri di testo, quindi non è una novità e non vedo l’utilità che la Regione entri a scuola per informare ulteriormente i bambini. In passato ho partecipato a dei progetti simili che si riducevano con l’arrivo di un’incaricata dalla Regione che dava degli opuscoletti a scuola e caricava le insegnanti di lavori da fare sistematicamente, per poi a fine anno ritirare i disegnini dei bambini che dovevano essere convogliati ad un concorso del quale non si sapeva mai più nulla.
Quindi se si tratta di un appesantimento ulteriore e non di un’azione sulle famiglie degli alunni, non ne vedo l’utilità, tuttavia si ravvisa la positività di questa proposta di legge che voterò con convinzione, però che sia soltanto un primo passo per qualcosa di più articolato e che l’impiego di quelle esigue risorse sia più oculato e non sia uno spreco inutile di depliant e di carte che non aggiungono niente a qualcosa che già, posso testimoniare, c’è già.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie. Poche cose perché sono state già dette.
Colgo l’occasione anch’io di salutare la scuola uscente ed i ragazzi, credo che siano delle belle iniziative e quindi facciamo bene ad avvicinare la classe dirigente del domani alle istituzioni e non sarebbe male se loro uscendo da qui avessero imparato oggi che cos’è il Consiglio regionale e che cosa fa, anche avendo avuto l’occasione di sentire almeno un pezzettino di un tema che li riguarda, perché il mangiar sano è un tema che riguarda i giovani e in quest’Aula stiamo discutendo anche di come sostenere tutte le iniziative per poter mangiar sano, la settimana scorsa abbiamo parlato del cibo biologico nelle scuole, temi che riguardano la loro vita e che credo siano importanti anche per diffondere una cultura alimentare.
Vorrei approfittare di questo intervento per fare due considerazioni più di carattere generale, intanto ringrazio anch’io il Consigliere Giacinti per la sua iniziativa, per le cose che ha detto ricordando lo studio di Ancel Keys, ricordando l’importanza di una cultura alimentare diffusa nel nostro Paese che ha consentito una lunga longevità della popolazione italiana e un basso tasso di malattie cardiovascolari rispetto ad altre popolazioni con culture alimentari diverse.
Però colleghi vorrei utilizzare un paio di minuti per due considerazioni di carattere più generale che sono state ricordate negli interventi che mi hanno preceduto, una, questa legge è poco finanziata, due, come faremo a fare le giuste iniziative informative per sostenere questa legge?
Questo è un tema che riguarda l’attività del Consiglio regionale e che non riguarda solamente questa legge. Noi dovremo prestare più attenzione a questi due aspetti, tra l’altro abbiamo questo neonato Comitato, che ho l’onore di presiedere, che si deve occupare di questo, dell’attuazione e delle valutazioni delle leggi, però, mi permetto di dirlo anche alla Giunta, evitiamo che leggi che approviamo magari all’unanimità rimangano lettera morta o quando va bene abbiano moltissimi mesi dopo regolamenti attuativi che rimandano ad ulteriori atti degli uffici e piano piano, in modo quasi omeopatico, l’impatto e l’efficacia che una legge ha qui viene disperso. Questa purtroppo è una tendenza che abbiamo. L’occasione mi è gradita perché la prossima volta che si riunirà il Comitato di valutazione proporrò di vedere nei prossimi mesi come questa legge verrà attuata.
Il secondo aspetto, e concludo, è di natura finanziaria. Colleghi non so se vi siete resi conto che anno dopo anno abbiamo sempre meno risorse per la nostra spesa corrente, quindi possiamo tranquillamente attaccare la Giunta, a seconda che siamo di maggioranza o di opposizione, lamentarci, dire che le nostre leggi non vanno avanti, una mia legge è ferma in Commissione da mesi perché non troviamo il finanziamento. La prima cosa che andrebbe fatta, visto che qui c’è tutto l’arco parlamentare, che fa una qualche fatica a riunirsi in sede plenaria, sarebbe quella di chiedere a tutti quanti di finire con questo falso federalismo per cui alle Regioni diciamo che diamo poteri ed invece siamo di fronte ad un neocentralismo, e ne sono colpevoli tutti i partiti perché negli ultimi 15 anni ci sono stati Governi di centro sinistra, di centro destra, e in questo momento abbiamo forse la possibilità di un Governo 5 Stelle, eppure mi pare che la tendenza sia quella di depotenziare le Regioni.
Se non partiamo da qui possiamo in quest’Aula fare tutti i proclami che vogliamo, ma le nostre leggi verranno sempre “sotto finanziate”, dopodiché noi possiamo trovare le priorità, ma diventa difficile quando, come è avvenuto negli ultimi quattro anni, il bilancio di parte corrente, se non sbaglio, passa da 450/460 milioni a 120/130.
Fare nuove leggi è un’operazione benemerita specie su temi così importanti, ma si scontra con il macigno della realtà per cui credo che tra di noi dovremmo fare una riflessione seria su questo tema, avremo l’occasione quando chiederemo queste nuove deleghe allo Stato, cosa sulla quale ho già detto che sono contrario se non ci sono risorse conseguenti, anzi sarei per dare le chiavi a Roma e dire: “Guardate queste cose noi non le riusciamo più a fare”, altrimenti noi siamo responsabili di fronte ai cittadini delle cose che diciamo di fare.
Queste sono due considerazioni più generali, ma ovviamente la legge ha un’importanza, ha una sua strategicità ed ovviamente avrà il mio voto positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Intervengo innanzitutto per ringraziare il Consigliere Giacinti e il Consigliere Zaffiri, relatori di maggioranza e di minoranza, per aver condotto, se vogliamo, all’approvazione dell’Aula questa importante legge che immagino registri una sostanziale unanimità da parte di questo Consiglio regionale. Sono cofirmatario, è una legge che ci apprestiamo a votare migliorata secondo me dal lavoro fatto dalle Commissioni.
Li ringrazio ed esprimo la soddisfazione anche perché la dieta mediterranea è stata studiata nella mia Montegiorgio negli anni quando iniziavo a scorrazzare nelle praterie del fermano, appena nel ’58, io sono del ’57, quindi c’è un legame.
Questa legge è importante perché da quello che era un fatto, se vogliamo spontaneo, come la dieta mediterranea, che veniva studiata con tutte le sue correlazioni rispetto alla salute dei cittadini, i rapporti con le malattie cardiovascolari, con la colesterolemia, può diventare e diventa uno studio organico.
La dieta mediterranea diventa sostanzialmente uno stile di vita, un’idea di vita, quindi se vogliamo un’idea di futuro, peccato i ragazzi se ne sono andati. Questo stile di vita guarda soprattutto alle nuove generazioni perché è a quello che devono essere educate per il loro bene, ed è questa un’attività multidisciplinare. Lo diceva prima il Presidente, non lo voglio ripetere.
Quindi esprimo la mia soddisfazione per questo voto che si preannuncia unanime, l’unico rammarico, se me lo consentite, è questo, non riesco a capire per quale motivo quando il Consiglio regionale ha l’occasione di condividere un progetto legislativo, perché noi siamo soprattutto qui Assemblea legislativa, si deve trovare l’occasione per polemizzare, per carità anche in modo costruttivo, l’occasione per demolire quella cosa buona che si sta facendo.
Cosa si è fatto in questo caso? Si dice: è una buona legge però non ci sono le risorse, le risorse, 15 mila euro, sono una presa in giro, sono esigue. Non è vero per un motivo semplice e adesso vi spiego perché. Se avessimo scritto 100 mila euro sarebbero state ugualmente insufficienti, non è vero, per una ragione semplice, perché come mirabilmente viene scritto nella relazione, che non ho scritto anche se sono cofirmatario, si dice che all’articolo 3 “vengono definite le modalità di programmazione delle azioni. Poiché il bene immateriale - leggo testualmente perché non siano parole mie - ‘dieta mediterranea’ si articola in diversi aspetti (ad esempio: agroalimentare, culturale, dell’istruzione, turistico-promozionale, di tutela ambientale e sanitaria), ciascuno dei quali rientra negli ambiti di intervento delle politiche regionali, si rimanda alla pianificazione settoriale l’individuazione degli interventi attuativi di questa legge, così da coordinarli con il resto delle attività degli specifici settori, ottenendo un potenziamento degli effetti ed usando in modo efficiente le risorse finanziarie, senza duplicazioni di iniziative”. Questa è la vera copertura finanziaria di questa legge, che è importante! Questo è il punto! Questa è la politica, le “politiche regionali” e all’interno di queste politiche andranno individuate le azioni che dovranno rendere effettivi gli obiettivi di questa legge e reperire le necessarie coperture che ci sono e ce ne sono molte. Quando parliamo dell’agroalimentare, pensiamo alle straordinarie opportunità che ci derivano dai fondi comunitari, lo stesso per quanto riguarda gli aspetti turistici e culturali, pensiamo alle risorse che sono in questa direzione aggiuntive per il terremoto, pensiamo alla sanità, agli aspetti preventivi di questa legge, quindi le risorse sanitarie possono essere utilizzate per progetti che vanno in questa direzione.
Lo diceva bene il Presidente, lo ha fatto il Presidente, pensiamo che cosa ha fatto nello sport? Unica regione in Italia dove lo sport è visto come momento alto di prevenzione per quanto riguarda la salute e quindi si può investire in quella direzione. Quella è la copertura, è evidente che 15 mila euro sono una copertura minima, per fare qualche brochure magari, ma è ovvio che le azioni vanno lì individuate, e questo è di straordinaria importanza.
Di questa legge sono il secondo firmatario ed è dal mio punto di vista di straordinaria importanza. Quando il Consigliere Zaffiri evidenziava giustamente gli aspetti della promozione turistica, è vero, questa è una legge che riguarda tutte le politiche regionali, questo è il punto, tutto, financo le infrastrutture ci possono rientrare, questo è, e noi dobbiamo cogliere l’occasione da questa legge. Tra l’altro dà alla Giunta l’attività di approvare annualmente un piano delle azioni, quindi il controllo da parte del Consiglio regionale. Questo ci può indurre ad un ragionamento organico di tutte le politiche regionali che consentano verso quell’obiettivo di valorizzare il nostro territorio, la nostra terra. Quando noi parliamo ad esempio della cosiddetta autonomia differenziata, che abbiamo discusso qui, sono venuto con voi, lo diceva prima il Consigliere Marconi, abbiamo integrato la richiesta della Regione Umbria per quanto riguarda gli aspetti della cultura, della tutela dei territori, la valorizzazione dei territori, pensate a quanto sia rilevante questa legge per conseguire quegli obiettivi: la tutela del territorio, la sua valorizzazione.
Questo è importante, è qui che noi dobbiamo pensare le risorse, perché se non pensiamo a questo, allora è evidente, non sarebbero sufficienti neanche 100 mila euro, 500 mila euro per dare attuazione a questa legge, ce ne vorrebbero molte di più. E’ a questo che noi dobbiamo pensare, è a questo che io penso oggi che ci accingiamo ad approvarla. E’ una grande occasione, credo sia veramente una grande opportunità, non è un francobollo messo lì.
Dico alla Consigliera Malaigia, non citi la questione di Fermo, perché a Fermo è successo un fatto grave, vedremo quali sono le cause, quali sono anche le responsabilità, una cosa è certa, non si può dire parlando di risorse, tutto si può dire alla Provincia di Fermo, che non abbia investito per la sicurezza degli edifici scolastici, la Provincia di Fermo, dalla sua nascita, dal 2010, per quanto riguarda la sicurezza negli edifici scolastici, ha speso 15 milioni di euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Mannaggia, Assessore Cesetti, tira proprio la polemica. Non volevo intervenire … Intanto voglio iniziare ringraziando, anche se sono andati via, ma lo penso sinceramente, gli insegnanti ed i ragazzi che sono venuti oggi qua perché ritengo importantissima la vicinanza di questi ragazzi con la nostra istituzione. Sono ragazzi venuti da Belforte del Chienti e da Caldarola, due paesi terremotati che hanno visto le scuole inagibili, quindi a maggior ragione credo che la loro presenza qui oggi sia particolarmente significativa e importante, questo al di là di tutto lo dico anche se sono andati via perché lo sento dal cuore.
Detto questo, sulla dieta mediterranea, voterò questa legge perché ritengo che sia importante ed anzi ringrazio chi l’ha presentata. Credo che sia più importante di quello che può apparire, nel senso che sentendo parlare di dieta mediterranea uno può dire è un argomento marginale, invece no, è un argomento di fondamentale importanza se lo inquadriamo nella giusta ottica, che è quella della prevenzione in un contesto socio-sanitario molto importante, perché la prima arma che abbiamo non è quella di curare il malato, ma è prevenire che la persona si ammali, quindi in quest’ottica la dieta mediterranea rientra nella quella sfera della prevenzione di cui la Regione, in quanto competente per gli aspetti sanitari, se ne deve occupare.
Noto con piacere che nelle ultime due sedute, quella di oggi e quella precedente, abbiamo parlato di alimentazione e questo apre il capitolo dell’alimentazione, l’altra volta si parlava di biologico, e sono stato molto felice di votare quella legge che ha innalzato la percentuale dei prodotti biologici al 40% nelle mense, e oggi parliamo di dieta mediterranea. Quindi fa bene il Consiglio ad impegnarsi ed a trattare questi argomenti perché sono veramente importanti.
Dopodiché la nota all’Assessore Cesetti, lei deve anche consentire e non può chiedere alla minoranza di stare in silenzio. E’ un fatto che ci siano solo 15 mila, dopo lei da abile oratore, nonché avvocato, si arrampica sugli specchi per dire tutto e il contrario di tutto, però questo è un fatto: ci sono 15.000 euro. Io faccio un altro mestiere, faccio l’ingegnere, quindi sono abituato anche ad essere pratico ed a vedere i numeri, e la praticità mi dice che questa legge è finanziata con 15 mila euro e deve consentire all’opposizione di poter rimarcare questa cosa.
Questo non per criticare o per fare una sterile polemica sulla legge, perché tutti stiamo apprezzando chi l’ha presentata, ma per stimolare e magari appena ce ne sarà l’occasione, la Giunta potrà con un atto aumentare il finanziamento. Quindi l’osservazione non è polemica, è costruttiva in questo senso.
Ripeto, voterò favorevolmente questa legge, dispiace anche a me che le risorse siano limitate, però è giusto fare questa legge ed è giusto che in futuro la Regione Marche continui con questa attenzione verso il discorso più globale della giusta e corretta alimentazione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Non volevo intervenire però dopo l’intervento dell’Assessore Cesetti, lo devo fare. Innanzitutto condividiamo, come gruppo consiliare Forza Italia, questa proposta di legge che è molto esaustiva anche se si può approfondire il discorso su alcuni componenti della dieta mediterranea.
E’ un argomento importante, di fondamentale importanza, così come ha detto il Consigliere Bisonni, perché è importante la prevenzione, però lei deve accettare anche le critiche che sono state fatte in merito ai 15 mila euro.
A Fermo dell’arco di un anno si fanno dai tre ai quattro eventi sulla dieta mediterranea, ecco perché molti hanno detto che le risorse sono veramente esigue, però lei qui Assessore ha preso un impegno, lei ha detto che le coperture sono nelle politiche regionali che andranno ad individuare le azioni che renderanno effettiva questa legge, per lei è un impegno, adesso noi aspettiamo i fatti, in futuro vedremo qual è l’impegno.
Oggi lei in Aula ha preso un impegno, ha detto dove sono le coperture, questi 15 mila euro sono per le brochure, vedremo in futuro quello che accadrà. Noi aspettiamo i fatti. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Approfitto della dichiarazione di voto per fare due sottolineature. Ci si è concentrati da parte dell’opposizione in particolare sulla parte tecnico/pratica della legge, credo che, lo ha spiegato bene il relatore di maggioranza, questo provvedimento al pari della parte pratica abbia una valenza nella parte filosofica, passatemi il termine, che noi spesso sottolineiamo poco, invece credo che come legislatori sia un aspetto che, soprattutto in normative come questa, vada sottolineato.
L’importanza in questo caso della dieta mediterranea nasce, penso che lo possiamo dire anche con orgoglio, dalle nostre terre. I primi studi sono stati fatti qui! Credo che come Regione Marche sia importante che noi per primi tuteliamo questo aspetto che non è solo di salute e di economia, ma anche di socialità.
Spesso parliamo di prevenzione, di ambiti sociali, ci riferiamo anche a territori che non hanno questa storia e questa cultura, credo che avendola, ed avendola dentro casa, sia un aspetto che vada molto sottolineato, anche se mi sembra che sia stato poco apprezzato.
Sul secondo aspetto, e vengo all’aspetto economico, in questo l’Assessore Cesetti da principe del Foro mi ha anticipato, è chiaro che è banale parlare di una poca considerazione della legge perché ci sono poche risorse, perché noi sappiamo che oggi come oggi vale per l’ambito sociale, vale ancora di più per questo aspetto della dieta mediterranea, le risorse non sono più dai capitoli diretti che purtroppo, come abbiamo visto dai tagli che si sono susseguiti negli anni, sono sempre più ridotte, ma le risorse sono nell’attività indiretta, attraverso i fondi della Comunità europea, l’ha detto anche il Presidente sulla pesca, sull’agricoltura, ed è chiaro che essendoci una normativa, una legge che veicola in qualche modo l’attività della Giunta e dell’amministrazione su queste risorse e per queste tematiche, da lì vengono estrapolate.
Ormai siamo a fine anno scolastico ed è chiaro che le risorse dei 15 mila euro di fatto, all’atto pratico, serviranno per i primi mesi del prossimo anno e non so quanti progetti riusciremo a mettere in piedi.
Laddove ci fossero maggiori risorse dirette, siccome per gli anni successivi è la Giunta e il Consiglio attraverso le leggi di bilancio che finanzieranno questa normativa, vedremo se saranno necessarie o se saranno sufficienti quelle che verranno dai finanziamenti europei e dai finanziamenti ministeriali che sono precipui per questa normativa, che è una normativa che abbraccia una vasta gamma di settori, lo ha detto anche prima il Consigliere Zaffiri, dal turismo alla sanità, dagli aspetti sociali agli aspetti scolastici. Quindi sarebbe stato eccessivamente vincolante e comunque non sufficiente mettere delle risorse proprie. Le risorse proprie servono per veicolare l’attività ma poi le risorse vere, le risorse serie stanno nei capitoli di bilancio, come ho detto prima, e su quello è chiaro che dovrà svolgere una buona attività la Giunta regionale e le Commissioni dovranno vigilare e sostenere questo tipo di attività. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Premesso che noi del gruppo di Forza Italia voteremo questa legge, perché è difficile criticarla nel merito, è fatta bene, esprime principi che condividiamo, d’altra parte ormai è unanimemente riconosciuta dalla comunità scientifica, dalla ricerca, questa grande correlazione che c’è tra benessere, salute e alimentazione. Quindi in qualche modo, riconosciuto l’effetto benefico dal punto di vista della salute e della dieta mediterranea, occorre incentivare questa sua presenza sulla nostra tavola, ma non soltanto quella italiana ma, se vogliamo fare un bene anche all’economia, dobbiamo incentivarla anche su altre tavole.
Da questo punto di vista un plauso, nel merito non possiamo dire nulla, quindi non disquisisco sulle risorse economiche perché mi sembra sia stato detto abbastanza dai colleghi, ma quello che non mi entusiasma e che non mi convince da un punto di vista normativo è quanto contenuto nell’articolo 2 nel quale sono state individuate addirittura 15 direttrici di intervento. Una legge di indirizzo che dopo gli obiettivi che si propone e che sono stati individuati nell’articolo 1, e sono quattro direttrici individuate nel comma 3, definisce come interventi attuativi 15 interventi che sono tra loro ridondanti e qualora tutti gli attori che si riconoscono in ciascuno di questi 15 interventi dovessero venire a presentare progetti, a battere cassa, il povero Assessore Cesetti altro che 15 mila euro, gli ci vorrebbero 1,5 milioni per fare questi 15 interventi.
Ripeto, se critica c’è da fare è per un eccesso di zelo, quindi potrei dire che è una cosa anacronistica, è troppo fatta bene, è entrata troppo nel merito, specificatamente.
L’articolo 2 prevede 15 interventi, che si ritrovano tutti nella finalità e negli obiettivi dell’articolo 1, al comma 3, quindi auspico che quando si fanno delle leggi che sono di indirizzo, queste siano snelle ed individuino effettivamente quali sono gli obiettivi ben precisi e quali sono gli interventi attuativi. Basta guardarne alcuni:
- sostiene l’impiego di prodotti e specialità della dieta mediterranea, nelle mense e nella ristorazione collettiva, e come li sostiene? Mica facendo la brochure, ma mettendoci qualcosa;
- promuove studi e ricerche, non credo che ci sono tanti ricercatori disponibili alla mattina a mettersi lì gratuitamente a fare studi e ricerche;
- sostiene le filiere enogastronomiche;
- prevede eventuali meccanismi di premialità,
- collabora con i Comuni nell’individuazione di alcuni progetti specifici;
- istituisce il premio annuale;
- promuove le azioni economiche, culturali, istituzionali, internazionali e altro.
Questo per dire che entrare specificatamente nel merito può produrre qualche danno e può ingenerare qualche dubbio e poi c’è il rischio che ci incartiamo da soli, perché nel momento in cui andiamo a fare la clausola valutativa, che qui è stata ridotta a quattro punti, quindi quattro quindicesimi, in realtà, quando uno va a valutare questa legge dice: “Vediamo in un anno, di questi 15 interventi attuativi che ci eravamo proposti, dove siamo arrivati” e lì ci impantaniamo.
Allora, bene nel merito, la normativa è giusta, c’è questa correlazione fondamentale che noi dobbiamo sostenere nel modo migliore per cambiare il nostro stile di vita. Apro una parentesi: in Sardegna c’è una tutela particolare, un incentivo a bere il Cannonau, il vino tipico di Sassari perché la ricerca scientifica ha dimostrato che nel tannino ci sono tanti elementi antiossidanti che favoriscono molto la longevità. Hanno fatto uno studio in una determinata zona ed hanno visto che ci sono tantissimi centenari che a colazione bevono il Cannonau, a pranzo bevono il Cannonau, a merenda il Cannonau, a cena il Cannonau, sono tutti sobri, probabilmente lo reggono bene, quindi hanno incentivato sia la produzione che il consumo.
Bene nel merito, nella forma l’avrei fatta un po’ più snella, fermo restando che siamo tutti d’accordo, questa è soltanto una critica benevola per eccesso di zelo. Grazie.

Proposta di legge n. 159. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 186
ad iniziativa della Giunta regionale
“Interventi di sostegno e di valorizzazione della cultura fotografica”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 186 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. La proposta di legge 186 ha come oggetto il sostegno e la valorizzazione della cultura fotografica.
La cultura a livello regionale è regolamentata e normata da tutta una serie di norme: la legge n. 4/2010, che è la principale e si occupa delle norme in materia di beni ed attività culturali, la legge n. 11/2009 che si occupa dello spettacolo dal vivo, poi abbiamo una serie di altre normative che sono più puntuali e che hanno come oggetto delle eccellenze ben definite a livello territoriale.
In questo caso la proposta di legge 186 si occupa del sostegno e della valorizzazione della cultura fotografica.
Le Marche sono considerate da più di tre generazioni “Terra di fotografia”. Il decennio più importante è quello che risale agli anni ’50 che ha visto Senigallia, grazie all’iniziativa di Giuseppe Cavalli, che ha formato il Gruppo Misa, un riferimento a livello nazionale.
Molti giovani fotografi appartenenti a una seconda generazione artistica, tra i quali Ferruccio Ferroni, Mario Carafoli fino a Mario Giacomelli, hanno proseguito questa attività che ha portato le Marche e in particolar modo Senigallia ad essere ai vertici per la cultura fotografica.
Attualmente c’è una terza generazione di artisti emergenti che hanno un ruolo importante a livello nazionale per quanto riguarda la cultura fotografica.
Ci sono pertanto tutti i presupposti per far si che le Marche si dotino di una normativa che miri a incentivare la conoscenza e la diffusione di questa particolare forma espressiva, attribuendo anche a Senigallia l’appellativo di “Città della fotografia”.
L’articolo 1 di questa proposta di legge individua le finalità e dice che la Regione intende riconoscere e promuovere la fotografia come patrimonio storico e linguaggio artistico contemporaneo e strumento di memoria. Inoltre la fotografia viene riconosciuta e promossa quale forma espressiva particolarmente rappresentativa dell’impegno e della produzione artistica e culturale delle Marche. Quindi si individuano le finalità. E’ vero che all’articolo 3 viene riconosciuta Senigallia, come dirò, “Città della fotografia” ma in realtà si riconosce un ruolo ed una eccellenza regionale a tutto il nostro territorio. Una regione che può andare in giro, in Italia e nel mondo, e dire di avere una cultura fotografica molto importante.
L’articolo 2 evidenzia questo ruolo regionale, quindi favorisce le principali realtà marchigiane, infatti prevede che la Regione può sostenere interventi volti alla promozione ed alla valorizzazione della creazione fotografica contemporanea nonché alla valorizzazione del patrimonio fotografico conservato nel territorio regionale anche mediante il riconoscimento di un ruolo delle istituzioni e delle realtà associative che promuovono la conoscenza e la cultura fotografica. Quindi si evidenza la diffusione su tutto il territorio regionale di questa eccellenza. In particolare possono essere previsti interventi, quindi anche sostegno economico, per la diffusione della cultura fotografica, per l’apprendimento delle tecniche della fotografia, per la valorizzazione della fotografia quale bene artistico e culturale terapeutico delle varie collezioni musicali, nonché l’attività di catalogazione e documentazione, oltre all’organizzazione di mostre ed eventi.
L’articolo 3, come avevo preannunciato, riconosce Senigallia come “Città della fotografia”. La Regione riconosce, in particolare, quale “Città della fotografia” il Comune di Senigallia, in considerazione del rilievo assunto dalla fotografia come espressione artistica nella storia culturale della città e in quanto soggetto titolare di un Museo d’arte moderna con un chiaro ruolo essenziale nella conservazione, promozione e valorizzazione del patrimonio fotografico marchigiano.
Il comma 2 individua quelle le attività per le quali la Regione potrà concedere dei contributi, ovviamente questi contributi verranno concessi sulla base di una programmazione, di una serie di attività che la città di Senigallia e il museo di Senigallia proporranno alla Regione e i contributi potranno essere utilizzati per sostenere le attività formative legate alla tecnica fotografica, ai corsi di fotografia, ai concorsi, ai gemellaggi, all’organizzazione di festival, ad attivare una catalogazione, a conservare e ad accrescere le collezioni storico-artistiche e a sostenere le ricerche storiche.
L’articolo 4 (programma degli interventi) prevede che la Giunta regionale adotti entro sei mesi, un programma degli interventi che intende finanziare. Un programma legato all’articolo 2, quindi interventi a livello regionale, e un programma previsto all’articolo 3, in maniera particolare a quelle che sono le attività della città di Senigallia.
L’articolo 5 norma la copertura finanziaria. Le risorse non vengono stanziate con questa proposta di legge, ma sono già state previste a bilancio, quindi a dicembre 2017 avevamo già previsto una partita di bilancio con le risorse a sostegno di una eventuale legge che promovesse la valorizzazione della cultura fotografica. Le risorse che la Regione Marche ha messo in campo sono 150.000 euro, non sono nell’annualità 2018, ma nell’annualità 2020, adesso siamo quasi già a metà anno, si andrà ad individuare i programmi e nel 2019 verranno fatte le attività compatibili con le risorse che abbiamo stanziato.
In particolare, le attività dell’articolo 2 le abbiamo finanziate con 70.000 euro, per le attività relative all’articolo 3, quelle che riguardano in particolar modo Senigallia, abbiamo messo a disposizione 80.000 euro.
Passo alla descrizione dell’emendamento che ho presentato in accordo con i Consiglieri della maggioranza, lo illustro adesso in modo da non doverlo fare in un secondo momento, al comma 2 dell’articolo 3 dopo la parola Regione sono soppresse le parole “al fine di incentivare funzione di coordinamento per la valorizzazione della fotografia in ambito regionale”. Questo deriva dal fatto che ieri mi sono confrontato di nuovo con la struttura e con i dirigenti del servizio e per come era stato impostato sembrava che le attività legate alle istituzioni regionali dovessero essere coordinate dal museo di Senigallia, ovviamente l’intento non era questo e quindi abbiamo tolto questa parte che parlava di un coordinamento regionale, in realtà le due cose rimangono ben distinte.
Chiudo dicendo che questa è una legge molto importante e che sono molto contento di avere avuto la possibilità di portarla in Aula perché riconosce la fotografia marchigiana come un’eccellenza a livello nazionale.
Era giusto riconoscere il lavoro dei tanti maestri a livello regionale, ma soprattutto della città di Senigallia per tutto quello che è stato fatto nel corso del 900 e che sta proseguendo anche oggi, quindi questa legge darà sicuramente un valore nazionale a una realtà, un’eccellenza di cui possiamo andare fieri. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. L’obiettivo di questa proposta di legge, così come ha detto il Consigliere Biancani, è quello di promuovere la fotografia come patrimonio storico e come forma espressiva rappresentativa dell’ingegno e della produzione artistica e culturale delle Marche. Ha l’obiettivo di promuovere la fotografia su tutto il territorio regionale, dobbiamo ricordare che le Marche sono considerate la “Terra della fotografia”, soprattutto Fermo e Senigallia, in questi due centri si sono formati autori e nel tempo sono stati ottenuti importanti risultati artistici.
Ora ci sono altri artisti emergenti che continuano ad operare nel segno della fotografia.
Il problema è questo, Consigliere Biancani, mi chiedo se per promuovere la cultura della fotografia era necessario approvare una proposta di legge? L’ho già detto anche in Commissione, perché ci sono anche altre attività altrettanto importanti per le quali non è mai stata proposta una proposta di legge, ma le dirò di più, qui le risorse sono pari a 150.000 euro, lo abbiamo detto anche in Commissione, per altre importanti proposte di legge che sono venute in Aula precedentemente e negli anni passati, le risorse sono state esigue ed irrisorie, guardiamo per esempio la dieta mediterranea finanziata con 15.000 euro. Qui approviamo questa proposta di legge con risorse pari a 150.000 euro.
Credo che invece di presentare una proposta di legge doveva essere fatto quello che è stato fatto in passato, cioè prevedere i fondi da destinare nel bilancio di previsione, così come sono stati previsti fondi per altre attività e mi sembra eccessivo approvare oggi una proposta di legge che promuova la cultura fotografica.
Non sono contraria alla promozione della cultura fotografica, ma dico semplicemente che bastava fare quello che abbiamo fatto in passato: prevedere le risorse. Quindi fin da ora dico che mi asterrò. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Questa è la legge a cui accennavo prima, che vede un finanziamento 10 volte superiore a quello della dieta mediterranea, 150.000 euro contro 15.000.
Vorrei sgombrare il campo da ogni preconcetto, mio nonno faceva il fotografo, mio padre faceva il fotografo, io ho vissuto nella camera oscura con sviluppi, fissaggi e con l’odore del bromuro d’argento, per cui la fotografia è nel mio Dna. Sono stato esperto di comunicazione e con il bromuro mi sono calmato, adesso però Presidente non creda che sia così calmo nonostante il bromuro d’argento.
Quello che voglio dire è che la valorizzazione della fotografia mi vede d’accordo e non vede d’accordo solo me che ho un’opinione molto limitata. Le fotografie ormai hanno assunto un livello artistico per cui nelle aste internazionali vengono battute a cifre molto importanti, quasi a livello delle opere di pittura, però questo tipo di legge sembra veramente una cosa del PD. Cosa nostra, cosa del PD, perché? Innanzitutto questo l’ho notato in alcuni concetti che riguardano la cultura e l’arte in generale, qui si evidenzia soprattutto lo strumento di memoria, di comprensione del reale, ma oggi la fotografia viene considerata tutt’altro, visto che la cosiddetta civiltà delle immagini mette a disposizione di tutti noi elementi e strumenti per fare fotografia, la fotografia ormai a livello di arte contemporanea non riguarda più lo strumento della memoria e la comprensione del reale, anziché mostrare quello che si vede, mostra quello che il fotografo sente, non ha niente a che vedere con le foto di Man Ray che mostrano i ferro da stiro con i chiodi sulla parte che dovrebbe stirare la camicia, non ha niente a che vedere con lo strumento del memorial e della comprensione della realtà, non ha niente a che vedere Mario Giacomelli, che è uno degli artisti fotografici che fa record nelle aste di tutto il mondo con le sue fotografie, non ha nulla a che vedere con la comprensione della realtà e con lo strumento della memoria - quando Mario Giacomelli mostra i solchi nella terra tagliati dall’aratro, toglie tutti i mezzi toni e mette nero e bianco - non ha niente a che vedere con lo strumento, con la rappresentazione della realtà. E’ quello che sente Mario Giacomelli in questo senso e così molti altri artisti che si stanno affermando come protagonisti dell’arte contemporanea.
Detto questo, il riferimento al museo d’arte moderna dell’informazione e della fotografia è un pretesto per il finanziamento di questa legge. Questo museo della fotografia è quasi inutilizzato perché non ha fondi, non ha personale, ha nei suoi cassetti 200 foto di Mario Giacomelli e in mostra ce ne vedono qualche decina, ci sono stato un paio di volte e ci sono sempre le stesse foto e tutto l’archivio che ha il museo, comprese le 200 foto di Mario Giacomelli, è nei cassetti.
Quindi lo sviluppo del museo, e quello che il museo rappresenta, per l’impulso di questa forma artistica che è la fotografia secondo me è pretestuoso e va soltanto nei confronti di un interesse di partito, non di un interesse reale, per lo sviluppo di tutte le cose che vengono elencate in questa proposta di legge.
Il museo della fotografia di Senigallia è una palazzina che è stata acquistata dalla Fondazione città di Senigallia ed è stata data in comodato d’uso al Comune. Ovviamente è aperta in giorni molto limitati perché le mostre non avvengono dentro il museo della fotografia di Senigallia, ma alla Rocca Roveresca, avvengono in altri luoghi e molte volte sono mostre già acquistate dal Comune. Quindi questa indicazione mi sembra strumentale per una legge che, come diceva la Consigliera Marcozzi, mi sembra sproporzionata in questo senso ed anche per il finanziamento che dà. Certo, il finanziamento è già stanziato in bilancio, ma molte volte gli stanziamenti in bilancio cambiano collocazione. Questa volta il finanziamento è stato previsto in 70.000 e 80.000 euro e, nonostante le professioni di povertà che questa Giunta fa sempre, compreso l’Assessore Cesetti, è una cifra estremamente importante. Per quanto mi riguarda potrebbe essere anche di più per valorizzare Senigallia e tutto il territorio marchigiano - perché voglio ricordare Fermo, voglio ricordare San Benedetto, che ha un grande premio per quanto riguarda la documentaristica - meritevole di maggiore attenzione dal punto di vista artistico, nelle arti figurative compresa la fotografia.
Vedo in questa proposta di legge un eccesso nei confronti di questa manifestazione che ritengo molto importante, vedo in questa proposta di legge, in un momento particolare, un finanziamento importante, spesso si dice che non ci sono e per questa sono state trovate, vedo un riferimento alla città di Senigallia, per carità, il relatore di maggioranza ha citato Cavalli, io ho citato Mario Giacomelli (in effetti adesso sta avendo una riscoperta estremamente importante a livello planetario) però queste cose vanno fatte gradualmente, vanno fatte soprattutto non in contrasto stridente con situazioni di gravità e di impellenza maggiore nei confronti dei nostri cittadini marchigiani.
Certo, se questo museo riuscisse a funzionare come dovrebbe potrebbe essere un volano importante per il turismo e l’economia della nostra regione, sicuramente sarebbe una cosa condivisibile che nessuno potrebbe eccepire. Questa scelta mi sembra per quanto riguarda la legge, per quanto riguarda le risorse, per quanto riguarda il momento, non troppo felice.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Mi spiace che valutiamo la bontà o meno delle leggi esclusivamente sulla base del loro finanziamento, che è certamente un aspetto importante ma non l’unico, né è una condizione necessaria perché una legge ci sia.
Una legge può essere ottima anche senza finanziamento, anche in questa legislatura abbiamo avuto casi di leggi molto efficaci e puntuali che hanno sistematizzato norme, oppure come in questo caso iniziative già esistenti sono state inserite dentro una programmazione, un’organizzazione, quindi credo che questa legge sia utile a differenza di quello che ha detto uno degli interventi precedenti.
Tra l’altro voglio anche ricordare, Consigliere Maggi, per carità capisco che ormai siamo in un Paese che vive di ipotesi di complotto, che noi qui svolgiamo una funzione teoricamente alta, che è il ruolo del legislatore, che dovrebbe intervenire su interessi di natura generale e non su situazioni puntuali.
Non ho moltissime cose da dire, però un paio le vorrei dire perché sono un appassionato di fotografia ed anche per ricordare alcuni aspetti.
La fotografia è certamente una forma d’arte ed anche uno strumento di informazione, specie oggi, specie nella società odierna, che è una società molto visuale, e in quanto strumento di informazione ha anche un’importanza dal punto di vista della memoria. Un po’ di tempo fa abbiamo parlato degli archivi dei giornali, ma gli archivi fotografici sono uno strumento di memoria, qui ci sono state le scuole questa mattina, mostrare alcuni archivi e mantenere gli archivi fotografici è una cosa importante anche nel racconto della nostra storia, nel racconto della nostra società, della società marchigiana, quindi credo che sia una cosa importante e poi c’è l’aspetto del turismo e della cultura, e qui abbiamo l’Assessore Pieroni.
Abbiamo sostenuto alcune iniziative in questi anni, e ce ne sono tantissime nelle città, le mostre fotografiche e di arte contemporanea sono quelle che richiamano maggior numero di visitatori.
L’anno scorso c’è stata una bellissima mostra del grande fotografo Steve Mccurry ad Ancona, mi sembra che sia stata l’iniziativa che nella città di Ancona ha avuto il maggior numero di visitatori, adesso ce n’è un’altra di Cartier Bresson che sta avendo un grande successo, evidentemente noi dobbiamo sostenere le iniziative che hanno successo di pubblico, che portano persone da fuori e che quindi danno un sostegno, come prima qualcuno ricordava, al turismo ed alle nostre iniziative culturali.
Concludo su Senigallia, che chiaramente è stata prevista per la figura di Giacomelli ma non solo, anche per le tante iniziative che sono state fatte in questo periodo perché esistono organizzazioni, personalità che si occupano di questo tema, anche a partire dalla stessa amministrazione comunale.
Penso che possa essere una bella idea, contenuta nella legge, quella del festival, visto che siamo nella stagione dei festival. Esistono molte rassegne nazionali come sapete, quella dell’economia, della letteratura, adesso non so se ne esiste una nazionale o internazionale della fotografia. Queste iniziative, da sostenere con risorse, possono diventare un volano. Conosco molte persone che prendono giorni di ferie per andare al festival della letteratura o a quello dell’economia di Trento, che ormai è diventato un appuntamento nazionale che riempie gli alberghi, che porta gente da tutta Italia, che è un volano per l’economia oltre che un’iniziativa importante dal punto di vista culturale.
Visto che spesso parliamo del modo in cui cultura, turismo, economia possono essere sostenute credo che iniziative di questo genere vadano in tal senso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, debbo dirvi che sono un po’ stupito, anche se per la verità parte del dibattito avevo avuto modo di ascoltarlo in Commissione perché, pur non essendo componente della I Commissione, ho partecipato grazie al Vicepresidente Minardi che non poteva essere presente. Il capogruppo Urbinati mi ha fatto una delega, ho sostituito il Consigliere Minardi ed ho votato questa proposta di legge.
Sono d’accordo con le cose che diceva ora il Consigliere Busilacchi e mi ritrovo in pieno nella relazione di maggioranza del Presidente Biancani che ha fatto dei riferimenti ad alcune leggi che si occupano di cultura. Per la verità oltre a quelle leggi la Giunta regionale il 23 aprile scorso, con la delibera 539, ha approvato il documento di programmazione cultura 2018 nel quale viene sottolineato ancora una volta il sostegno della Regione Marche alla produzione di contenuti culturali e di tutte le attività che ne promuovono la diffusione e la fruizione; vengono anche messe in evidenza alcune azioni che sono attuate a diretta regia regionale ed altre in cui, nelle dinamiche territoriali di produzione e valorizzazione culturale, assume una centralità il ruolo di molte città delle Marche. Ci sono tante iniziative che l’Assessore Pieroni ed il Presidente Ceriscioli ci hanno ricordato più volte, dalle celebrazioni di grandi personaggi, che di fatto costituiscono gli eventi dell’anno ed anche in questa legislatura ci sono momenti importanti rispetto a personaggi marchigiani, al lavoro di ricucitura dei luoghi della cultura, dei musei, delle biblioteche, degli archivi storici, dei teatri e tutti questi momenti contribuiscono ad un disegno di insieme. Quindi da un lato interventi segmentati, ma comunque dentro una regia regionale, e dall’altro interventi ancora più forti delle città della nostra regione.
Credo che quella della fotografia sia una legge che, esprimo un mio punto di vista semmai dobbiamo dire che poteva essere fatta prima, ma non che non serve, poteva essere fatta prima per quello che rappresenta la fotografia nelle Marche e nella città di Senigallia e dico questo perché siamo dentro una rete lunga che contribuisce ad un rapporto diretto, forte con non soltanto con la nostra regione ma in una dimensione molto più vasta, che potrebbe essere quella europea.
Il Consigliere Maggi attribuiva questa legge sulla fotografia al Partito Democratico, sinceramente faccio fatica perché la fotografia, ce lo dicono gli esperti, è ingegno, è poesia, è sensibilità, ha una lunga storia, le stesse cose che diceva il Consigliere Maggi perché citava Cavalli e Giacomelli, il Partito Democratico ha 10 anni di vita, purtroppo non sta nemmeno bene in salute, quindi è altra cosa rispetto alla fotografia, è come dire che una legge sulla cultura, sulla pittura, quindi sulle arti figurative, sullo spettacolo dal vivo, ad esempio “appartenga a”, è altra cosa, la considero, me lo permetta Consigliere Maggi, un ossimoro. Poi vede noi di sinistra siamo abituati a distinguere il grano dall’olio e allora perché parlare di nuovo della legge sulla dieta mediterranea? Abbiamo detto tutti che è un’ottima legge, volevo intervenire ma non sarebbe servito perché l'hanno fatto il Presidente, l’Assessore Cesetti, l’ha fatto benissimo il Consigliere Giacinti, non solo perché è stato il primo firmatario, ma ci ha lavorato ed addirittura è stato relatore in un’altra Commissione.
Questa è una legge, e ce lo ricordava benissimo l’Assessore Cesetti, che all’articolo 3 prevede strumenti di programmazione degli interventi, che sono tantissimi, non soltanto attraverso la nuova struttura di finanziamento, che può essere anche quella di una nuova autonomia, ma sicuramente attraverso i finanziamenti europei, attraverso le leggi di settore. Quindi è altra cosa, quei 15.000 euro sono un aspetto dentro un panorama generale in cui si possono praticare tantissime misure e poi questa legge sulla fotografia è importante e il Consigliere Biancani ce lo ha ricordato bene. I finanziamenti sono addirittura nel 2020, quindi non la prenderei ad esempio perché porta chissà quali finanziamenti, io la prendo ad esempio come una legge che stabilisce il valore della cultura.
Cos’è la cultura? A me piace pensare alla cultura come qualcosa di non definibile, qualcosa di grande come la vita, e quindi l’ispirazione che muove e motiva le persone, questa deve essere la cultura e la legge sulla fotografia è parte di questo ragionamento generale sulla vita delle persone.
E' una legge che mette insieme anche con il lavoro della Commissione, le Marche e la città di Senigallia, con un imperativo preciso. Certo è che l’articolo 3 assegna alla città di Senigallia il riconoscimento di città della fotografia e prevede la concessione di contributi per le attività svolte dal museo d’arte moderna e dell’informazione e della fotografia situato nella città, ma le risorse sono nel 2020, quindi questo dal punto di vista finanziario ci fa dire che c’è uno scarto fra la legge e le risorse, ma è importante che ci sia questo fatto culturale perché, ce lo ricordava il Consiglieri Biancani, è scritto chiaramente: la fotografia come forma espressiva particolarmente rappresentativa sia della produzione artistica che culturale delle Marche.
Se me lo consentite un ricordo personale, da Presidente della Provincia di Ancona con Luana Angeloni, allora Sindaco di Senigallia e con il prof. Bugatti abbiamo organizzato, la città di Senigallia in particolare il museo, in particolare, una mostra alla biblioteca nazionale di Francia su Mario Giacomelli. La scuola del gruppo Misa, Cavalli prima, Giacomelli, Ferroni, quelli che qui sono stati ricordati, Pellegrini, Gambelli, con piacere leggo anche che c’è un giovane fotografo che viene identificato e riconosciuto come l’erede di Mario Giacomelli, Lorenzo Cicconi Massi, quindi perché non valorizzare questa storia culturale?
Credo che anche questa legge stia dentro un ragionamento più generale che la nostra Regione cerca di fare ed è quello di una visione di insieme che porta con se innovazioni, impostazioni culturali molto efficaci, l’economia. Se volete siamo anche dentro l’economia circolare, poi ne parleremo, Consigliere Fabbri, perché c’è un ordine del giorno in questo senso rispetto all’articolo 35 dello Sblocca Italia, siamo dentro la valorizzazione del paesaggio, che non è la fruizione, ma la godibilità del territorio, quindi il territorio, la storia, il paesaggio, la cultura, l’arte.
Mi sembra un momento significativo per questa Assemblea legislativa che si vada all’approvazione della legge. Forza Italia si astiene? Ne prendiamo atto, per carità, ma quello che torno a ripetere è che non possiamo dire che in questa legge non si è fatto uno sforzo per tenere insieme le Marche e al tempo stesso valorizzarne le specificità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. E' già stato detto tanto, ma credo che in generale, in questo Paese, ci sia una strategia sul tema delle espressioni contemporanee dell’arte per trovare una strada e riconoscere sempre più in termini di identità quei caratteri del territorio che permettono di distinguersi in un panorama nazionale.
E’ difficile oggi perché “se non ti distingui, ti estingui” se non hai un carattere netto, distintivo, chiaro, rispetto ad una progettualità, un’iniziativa si perde nel mare magnum del fare.
Ricordo un articolo molto interessante sui festival jazz che avevano ottenuto una tale diffusione, una tale presenza, una tale ampiezza, che non ci si capiva più nulla, nel senso che si faceva difficoltà a ricondurre un percorso culturale di qualità nel mare magnum dell’offerta proposta.
Quindi la legge va nell’indirizzo, molto contemporaneo anche questo, di fare attraverso impostazioni semi forti scelte che permettono di dare al sistema - che è fatto in realtà di tante iniziative anche nel territorio regionale, secondo me non esiste città che non faccia iniziative sulla fotografia (Ancona in questo momento ha la mostra di Cartier Bresson), sul territorio si fanno attività pregevoli ed importanti - un punto di riferimento, una parte identitaria che rafforzi il messaggio, il percorso che si promuove.
Credo che la scelta fatta dalla legge sia la più indovinata, va dietro a una storia, ad un percorso, ad una individuazione che tiene insieme questa necessità, chiamiamola, contemporanea, con il riconoscimento di un importante lavoro fatto negli anni.
Su questo tema la nostra Regione in particolar modo, secondo me, ha necessità di lavorare per mettere a fuoco appieno gli oggetti, perché siamo una regione straordinaria, bellissima, ricca di attività, di iniziative, di qualità, ma proprio per questa ricchezza, per questa varietà, che rischiamo spesso di disperdere il messaggio di fondo.
Questo lavoro di ricostruzione in maniera più chiara e più netta, di brand, di identità, di punto di riferimento risponde a maggior ragione ad un’esigenza che abbiamo di carattere più generale.
Rispetto ai tempi dell’ingranditore, ancora ce l’ho a casa un bell’ingranditore in bianco e nero di fabbricazione sovietica, giusto per non disperdere le tradizioni, con tanto di camera oscura e tutti gli strumenti necessari, dalle pinze al barilotto per sviluppare il negativo, credo che oggi la fotografia parli ad un pubblico vastissimo, è entrata ormai nel quotidiano, abbiamo i social che si basano totalmente sulle immagini come elemento di costruzione di un percorso, di fatto tutti siamo portatori di macchine fotografiche, essendo il popolo italiano il maggiore al mondo per il numero di telefonini pro capite e avendo nel telefonino incorporato un obiettivo fotografico, abbiamo questo tipo di diffusione.
In questo settore che ha tanti interessi, tante curiosità, gli “instagram” che devono fare la foto sempre più accattivante, per poter avere un punto elevato, più alto, di riferimento in termini di qualità diventa oggetto di grande interesse. Noi lo possiamo fare in un panorama almeno nazionale grazie a una storia, ad una tradizione importante, quindi oggi riusciamo a portare a coagulo tutti questi elementi e credo che sia giusto farlo con un adeguato sostegno finanziario a testimonianza che ci si crede e lo si vuol portare avanti. Ringraziamo in modo particolare chi in questi anni ha coltivato con passione e con impegno questo interesse perché ci permette oggi di poterlo tradurre in un linguaggio contemporaneo attraverso un’immagine chiara e forte, attraverso un marchio, attraverso uno strumento che rende ancora più importante il lavoro fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Intervengo per dire che voterò favorevolmente questa legge, ritengo l’argomento molto importante e interessante.
Tutti noi riconosciamo alla fotografia una dimensione artistica e quindi culturale, in questo senso è importante sostenerla anche perché, come qualcuno giustamente ha sottolineato, può essere anche promotrice e motrice di flussi turistici, anche rilevanti, perché quando le mostre vengono realizzate bene abbiamo anche visto importanti presenze di turisti.
Una cosa però la devo dire, ed anche qui mi associo a quello che alcuni esponenti della minoranza hanno sottolineato, e riguarda l’entità del finanziamento sul quale va ben chiarita una cosa, se noi guardiamo questo finanziamento isolando la legge potremmo dire che è congruo, è giusto assegnare queste risorse per realizzare gli obiettivi che la legge si pone, quello che stride è che in un regime di ristrettezze di bilancio, e l’Assessore Cesetti non fa altro che ricordare le ristrettezze del bilancio, i tagli che lo Stato fa alla Regione Marche, tutti abbiamo grandi difficoltà a finanziare delle leggi che riteniamo importanti. Faccio un piccolo esempio sulla legge che mi sta molto a cuore, ma potrei farne centomila, che poco fa è stata approvata, e sono molto felice, relativa alla tariffazione puntuale dei rifiuti. Un provvedimento che secondo me è importantissimo e farà compiere importanti passi avanti alla Regione Marche, che cerca di evitare l’inceneritore, ebbene per finanziare quella legge con 50.000 euro il sottoscritto ha dovuto fare le capriole. Sono stato tempo fa ad un convegno presso il “Cosmari” nel quale si è parlato di tariffazione puntuale, e allora lì a spiegare le difficoltà economiche, poi, abbiamo delle leggi come questa che invece ricevono dei finanziamenti importanti.
Ripeto, isolando la legge il finanziamento è congruo, ma facendo il paragone con quello che tutti noi ogni giorno dobbiamo “subire” per reperire delle risorse, stride il contrasto. Possiamo pensare alle scuole, al socio sanitario, quanti ambiti e quante leggi abbiamo a cui abbiamo dovuto ridurre i finanziamenti?
Non voglio essere frainteso, ripeto, voterò questa legge, ritengo che la Regione faccia bene a sottolineare l’importanza di questa forma artistica, però stride il contrasto con le difficoltà al recepimento dei fondi per altre leggi, parimenti importanti e dignitose. Non mi si venga a dire che siamo contro la fotografia, nessuno è contro la fotografia, siamo a favore della fotografia, però, ripeto facendo il confronto con altre leggi …, altrimenti dovrei dire che per le leggi in cui i finanziamenti sono stati tagliati c’è qualcuno contro quelle iniziative.
Non è così, e vale in tutti e due i sensi, però capite che questo finanziamento paragonato ad altri un po’ di clamore lo solleva.
Ripeto, confermo il mio voto favorevole a questa iniziativa e mi auguro che finalmente questa forma artistica nelle Marche sia valorizzata al meglio, come dovuto.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Tutti gli interventi che mi hanno preceduto dimostrano che c’è attenzione forte, al di là delle varie posizioni, per quanto riguarda questa proposta di legge che a breve andremo a votare ed evidenziano come ci siano un’attenzione forte e modalità diverse del Consiglio e della Giunta regionale nell’approcciarsi alle iniziative che riteniamo abbiano una valenza regionale se non nazionale.
Dico questo perché noi tutti abbiamo visto che l’obiettivo che il Presidente della Regione Marche si è dato in questi anni è quello di fare leggi che mettono al centro dell’attenzione nazionale ed internazionale il nostro territorio.
Avete visto come il modo di approcciarsi sia diverso, ad esempio la legge sulla fisarmonica/musica Castelfidardo, la legge sui motori Tavullia e Pesaro e questa legge, proprio perché stiamo individuando una serie di azioni e voglio dire che, nel rispetto della dichiarazione fatta dalla Consigliera Marcozzi, a differenza del semplice finanziamento che ogni volta e ogni anno ritorna all’attenzione dell’Aula, una legge significa scelte ben diverse, significa che in un futuro sarà finanziata o non finanziata, ma a quel punto sarà una scelta politica. C’è una grande differenza nel finanziare in bilancio ogni anno con tutte le criticità che conosciamo tutti, rispetto ad avere una legge chiara. Credo che questo metodo sia interessante, nuovo, con il quale vengono evidenziate le tematiche più importanti che vogliamo porre all’attenzione del sistema nazionale e internazionale e questa legge che stiamo discutendo oggi, e spero possa essere votata all’unanimità, dà un respiro forte.
E’ vero che il Comune è capofila, come altri individuati e ricordati prima, ma come alcuni di voi hanno giustamente evidenziato l’articolo 2 dice che la Regione può sostenere interventi volti alla promozione, valorizzazione della creazione fotografica contemporanea, nonché alla valorizzazione del patrimonio fotografico conservato nell’intero territorio regionale, proprio perché abbiamo voluto dare questo messaggio al sistema della fotografia nel quale abbiamo eccellenze come Giacomelli, abbiamo un archivio storico ad Altidona nel fermano.
Abbiamo un sistema della fotografia molto interessante, ci sono amatori che con grande professionalità fanno mostre di qualità, non solo nella nostra regione ma anche fuori, quindi il mondo della fotografia è un sistema molto articolato.
E’ chiaro che l’individuazione di Senigallia non è neanche da discutere perché Senigallia con Giacomelli da sempre è riconosciuta come città della fotografia.
Individuazione di leggi sistematiche sul sistema della cultura, possibilità per chi vuole fare progetti sulla fotografia (Comuni, associazioni) che saranno recepiti da questa legge e quindi da questa Regione, terza questione, che secondo me è stata giustamente rimarcata dai Consiglieri, i costi. Voi avete visto che l’impegno di spesa è di 150.000 euro, è una cifra importante, ma sviluppata nel 2020, significa che i progetti dovranno essere individuati e portati avanti tra il 2018, il 2019 e il 2020.
Avete visto che nel capitolo le risorse sono previste per l’anno 2020 complessivamente 150.000 euro, significa che questa legge, se oggi viene approvata, avrà un respiro triennale e le iniziative verranno finanziate con queste risorse nel triennio. Quindi significa che nel 2018 c'è una cifra, nel 2019 ci sarà un’altra cifra e 2020 un’altra cifra ancora, ma complessivamente ragioniamo sull’ordine di idee di 150.000 euro, che sono, se vogliamo semplificare la cosa, una media di 50.000 euro ogni anno.
Credo che i numeri siano importanti, lo avete riconosciuto, lo avete detto che è una legge che rispetta gli stanziamenti previsti per gli altri comuni (Castelfidardo 50.000 euro l'anno, lo stesso per Tavullia e Pesaro). Quest’anno per motivi di bilancio abbiamo individuato 150.000 nel 2020, anzi la preoccupazione dei Comuni è stata se potevano già utilizzare queste risorse nel 2018. La risposta è sì, perché se ci arrivano progetti, avendo già impegnato la cifra, i Comuni avranno la liquidazione nel 2020.
Paradossalmente può essere visto come un escamotage tecnico di bilancio, però la sostanza è che per tre anni noi abbiamo 150.000 euro nel rispetto degli altri finanziamenti che sono stati dati per altre leggi annuali.
Spero che al di là di tutto il capogruppo di Forza Italia recepisca questo grande messaggio che porta la legge rispetto al semplice finanziamento annuale di bilancio. Se come ho sentito nella sostanza tutti condividono questa proposta di legge, chiarito che questi 150.000 euro si sviluppano in un triennio, lo sforzo di tutti per poterla votare all’unanimità sarebbe un ulteriore messaggio che diamo all’esterno, al mondo della fotografia in generale e della cultura perché teniamo alta l’asticella anche se con un metodo diverso che individua una legge rispetto ai semplici finanziamenti a caduta che possono arrivare anche in questi settori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente, Anch’io devo dire qualcosa su questa vicenda.
Giorno dopo giorno apprezzo sempre di più i colleghi della maggioranza che sono qui in Aula i quali con uno sforzo appassionato e passionale difendono delle cose giuste, è semplice, quindi non è un grande sforzo, difendono delle cose che sono sacrosante, tanto è vero che nel principio e nel merito credo che nessuno possa dire nulla perché stiamo parlando, così come prima, di valori di un territorio.
Noi oggi possiamo lavorare solo su questo, non abbiamo altro, perché non possiamo parlare di impegnare 100 milioni per fare una strada, oppure una ferrovia, come la ferrovia dei due mari per collegarci subito con Roma, cosa importantissima, di questo non possiamo parlare, non abbiamo piani strategici su cui impegnarci e allora parliamo di valori. I valori addirittura non sono quantificabili e stimabili, molto spesso vanno al di là di quelli che sono i costi di una infrastruttura materiale, perché sono qualcosa di intangibile, non sono misurabili, per cui il valore va da zero all’infinito, invece il costo di una strada va da zero ad un valore finito, perché se non la faccio è zero, se la faccio costa X.
Andiamo nel merito, Assessore Pieroni che poi trattando l’interpellanza mi dirà quante centinaia di migliaia di euro sono stati impegnati per l’accoglienza, così paragoniamo tutto il resto.
Non si può ragionare in questi termini, perché questi sono soltanto “marchettifici”, prima la fisarmonica, e va bene, poi i motori, adesso la fotografia, ma quanti altri assi valoriali abbiamo in questa regione da valorizzare? Chi me lo dice? Quanti ne abbiamo a livello culturale, a livello artistico?
Scusate, mi accaloro e sbotto perché non è possibile andare avanti in questo modo, perché se si fa politica di promozione si fa in un altro modo, individuiamo tutti gli assi valoriali da valorizzare a livello culturale e a livello artistico, azzeriamo il tutto e facciamo una legge di indirizzo dove, Consigliere Biancani, non ci mettiamo un centesimo per essere seri e lavoriamo sulla valorizzazione di questi assi, poi di volta in volta coinvolgiamo il mondo esterno interessato per metterci i soldi e costruire qualcosa e nel frattempo questa assise fa una cosa seria, individuando tutti gli assi valoriali. Abbiamo quelli sulla civiltà contadina, ne abbiamo tantissimi, non mi sembra che abbiamo fatto una legge per valorizzare queste realtà, abbiamo l’alto medioevo, non mi sembra che abbiamo fatto una legge per valorizzare i musei dell’alto medioevo, abbiamo Osvaldo Licini in Ascoli, almeno mettetelo al pari di Giacomelli, tutto il mondo lo conosce, ogni pezzo vale milioni di euro, capite di chi stiamo parlando? Di Osvaldo Licini! Ma non abbiamo una legge che valorizza il museo d’arte moderna dedicato a Osvaldo Licini, visitato da persone provenienti da tutta l’Europa. Allora di che cosa parliamo?
Non mi sembra che l’approccio debba essere questo, l’approccio deve essere azzeriamo tutto, non è più possibile andare avanti in questo modo se vogliamo fare una cosa seria per la nostra regione, facciamo scouting sul territorio. Quindi l’Assessore alla cultura, l’Assessore al turismo, gli altri Assessori fanno scouting sul territorio e individuano quali sono gli assi valoriali che ci possono interessare, culturali, artistici, paesaggistici, li mettiamo in una legge di indirizzo e per essere seri non ci mettiamo un centesimo, poi di volta in volta andiamo a valorizzarli anche con un discorso economico se ci sono le condizioni o se ci sono magari altri enti che possono essere interessati a metterci le risorse economiche. Questa è la strategia! Non andare avanti con 70.000 adesso, 80.000 nel 2020, 50.000, 15.000, ma che facciamo? Non occorre metterci i fondi! Vogliamo fare una legge di questo tipo? Bene, usciranno i bandi del Por-Fesr, i soggetti interessati risponderanno e se il progetto è meritevole, prenderanno i soldi. Perché ci dobbiamo mettere soldi di parte corrente? Perché questa assise ci deve mettere i soldi della spesa corrente quando ci sono tutti gli altri assi? Fra poco usciranno i bandi, c’è un decreto il “milleproroghe”, è stato assegnato 1,5 milioni, si fanno quei bandi, se questo museo ha un progetto per valorizzare la sua struttura risponde al bando e si prende i fondi. Che c’è di male?
Questa mi sembra la trasparenza massima! Non andiamo avanti a questo modo! Mi chiedo: da qui a 24 mesi, quale altro obolo dobbiamo dare per valorizzare che cosa? Uscirà sicuramente qualcosa, mica finisce qui, la fisarmonica a Castelfidardo, il motore a Tavullia, la fotografia a Senigallia, ci sarà qualcosa anche a Macerata e ad Ancona, non lo so, anche ad Ascoli.
Caro Assessore Pieroni sa quanto la stimo, sono 20 anni che gira la legge per il riconoscimento della rievocazione storica della Quintana e non è stata ancora fatta! Da 20 anni si fanno proposte di legge, a nome di chi mi ha preceduto in quest’Aula come Consigliere regionale, per il riconoscimento della rievocazione storica della Quintana che risale al 1300, è da sempre elemento trainante del territorio ascolano, ma ancora non è stata fatta una legge per il riconoscimento, dobbiamo pietire ogni anno 10.000 o 15.000 euro in questo momento di crisi per poterla mettere come variazione di bilancio.
Diciamo le cose come stanno! Negli ultimi anni la Quintana ha avuto 15.000 euro l’anno, quindi in tre anni 45.000 euro, qui in un solo colpo ne arrivano 150.000, allora, di che cosa parliamo? Di qualcosa tra l’altro che non esiste perché questo museo non esiste! Mentre a Pesaro ci sono due musei, uno è quello della Benelli e l'altro l'abbiamo finanziato, così facciamo pure un doppione, ma per fare un favore a chi?
Questa è la realtà! Se vogliamo fare politica e valorizzare la nostra regione, dobbiamo ragionare in altri termini. Non possiamo andare a foglia di carciofo per soddisfare le voglie di qualche collega amico Sindaco, io lo apprezzo moltissimo, mi piace, Senigallia forse insieme a San Benedetto è una delle più belle località turistiche della costa marchigiana. Chi dice di no? Ma non può essere così, adesso faccio fare le richieste a San Benedetto per quanto riguarda il museo del mare, voglio vedere, se c’è una tradizione peschereccia nella regione Marche è a San Benedetto, vediamo se valorizziamo il museo del mare di San Benedetto con una legge!
Mi rifiuto di credere che sia questo il modo di operare, mi rifiuto di credere che noi lavoriamo in questo modo. Se dobbiamo lavorare sui valori, lavoriamo sui valori, azzeriamo, diciamo no a tutte queste leggi, cancelliamo pure quelle che abbiamo approvato, facciamo una bella legge quadro, di indirizzo, con cui evidenziare i valori, gli assi su cui si deve lavorare, poi su ognuno di questi di volta in volta se ci sono risorse si metteranno, facendo una scaletta di priorità, oppure lasciando perdere e coinvolgendo il sistema esterno.
Consigliere Giancarli questo è il concetto, dopodiché la difesa appassionata mi sta bene perché la passione fa parte della politica, la politica senza passione non ha senso, ma non è questo il modo di lavorare! Chi non riconosce l’importanza della fotografia! Ma dobbiamo riconoscere tutti gli assi valoriali, adesso vorrei capire quanti ne usciranno! O forse dopo questo mio sfogo non ne uscirà nessuno per dire che solo queste tre sono le eccellenze.
Non mi sembra che siano solo queste tre le eccellenze, quindi mi costringete ad astenermi, come ha detto la Consigliera Marcozzi, ci costringete a non dare un contributo fattivo, positivo e magari polemizzate all’esterno: “Hanno detto di no!”. Non dico di no, lo riconosco, parimenti vorrei che si riconoscesse tutto il resto e non vorrei che ci si mettesse un centesimo, non voglio fondi su queste leggi di indirizzo perché significa innescare una guerra tra poveri! Quindi non voglio fondi, ma leggi quadro di indirizzo. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 a firma del Consigliere Biancani. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Ci mettete veramente in difficoltà, ci mettete nella condizione di astenerci su una legge di questo tipo, in effetti nel dibattito un po’ per scarsa conoscenza, un po’ per difesa di bandiera è stata fatta un po’ di confusione, è stato spacciato come cronaca il linguaggio artistico e viceversa e sono state portate delle argomentazioni che poco hanno a che fare con la legge.
Si è citata la mostra di Ancona di Cartier Bresson, nella locandina è stata messa la foto di una persona che scavalca una pozzanghera, quella non ha niente di cronaca o di rappresentazione della realtà, quella è la sensibilità dell’artista che ha fatto quella fotografia, per cui tra cronaca e sensibilità artistica si è fatta un po’ di confusione per difendere questo atto.
Prendo lo spunto da quello che ha detto il Consigliere Celani, Osvaldo Licini, ne prendo spunto anche perché ho sentito il Consigliere Giacinti perorare la causa di Licini, un artista planetario, Consigliere Giacinti quanto le è stato dato nel piano della cultura? 15.000 euro! Ha dovuto mettere in gioco la sua reputazione di Consigliere, di Presidente della I Commissione, che si occupa di scuola e di cultura, ed è riuscito ad ottenere per il piano della cultura 15.000 euro.
Signori, potete dire che non è un “marchettificio” questa storia delle proposte di legge sulla fisarmonica, sui motori, sulla fotografia? E’ così è, purtroppo, ci mettete nelle condizioni di non dare il nostro contributo a chi in questi settori può dire una parola non da esperto, ma può dare un apporto a quello che viene approvato in questa Assemblea legislativa.
Le opere di Osvaldo Licini vengono aggiudicate nelle aste di tutto il mondo per milioni di euro e il Consigliere Giacinti ha ottenuto 15.000 euro. Parlando insieme chi chiedevamo perché l’arte contemporanea non viene valorizzata come dovrebbe. L’arte contemporanea fa le stesse presenze delle mostre degli artisti rinascimentali, ormai è così. Alla fine l’arte contemporanea l’abbiamo inserita ma per farlo abbiamo dovuto “tirare”, quello che sto dicendo è che mettiamo questa Assemblea nelle condizioni di fare delle lotte di parte che non portano assolutamente a niente.
Noi ci asterremo, anche se sono un amante della fotografia per tradizione e per studio. Noi dobbiamo astenerci perché questa proposta di legge è di parte ed ha delle motivazioni che non condividiamo, seppure, lo ripeto e lo ribadisco, la fotografia e la tradizione fotografica delle Marche la riconosciamo perché saremmo degli sciocchi a non farlo, come riconosciamo tante altre peculiarità culturali e turistiche di questa regione che rimangono indietro, come Licini che ha avuto su impegno del Presidente della I Commissione Giacinti un decimo di risorse rispetto al museo di Senigallia sulla fotografia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Approfitto di questo spazio per la dichiarazione di voto per rintuzzare qualche doglianza. Se da un certo punto di vista queste proposte di legge sono tutte accoglibili, anzi meriterebbero più risorse, mi sento di dire che apprezzo il lavoro che è stato svolto nel presentare queste proposte, però mettiamoci d’accordo perché ho sentito doglianze che prendono spunto dall’esiguità delle risorse - ringrazio anche il Consigliere Maggi per la sensibilità espressa nelle sue parole dalle quali mi rendo conto che c’è un apprezzamento per le proposte di legge che abbiamo presentato a più riprese - ed ho sentito dal Consigliere Celani un discorso che va nella direzione di azzerare tutto e di ripresentare proposte che tengano conto di tutti gli atti valoriali di questa regione e non proposte che sono, le ha definite, dei marchettifici, per accontentare singole situazioni.
Debbo fare un breve excursus, in questi quasi tre anni di attività abbiamo toccato più punti, stamattina abbiamo approvato la legge sulla dieta mediterranea, abbiamo ricevuto lodi, e ringrazio tutti gli estensori di queste lodi, però i 15.000 euro, lo ha detto il capogruppo nel suo intervento, non devono essere interpretati in valore assoluto come una risorsa esigua anche perché nei vari settori c'è la possibilità di dare il giusto risalto ai contenuti della legge, l’aspetto sanitario lo farà con il suo bilancio, l’aspetto agricolo lo fa secondo le risorse che sono state stanziate nel settore agricoltura e così via, a conferma della poliedricità della norma votata.
Vado però a memoria, la legge sull’ecomuseo, che abbiamo approvato, mi ricordo, nei primi mesi del nostro insediamento, ero relatore di quella legge, ha portato ad esaltare e a sottolineare certi valori soprattutto quelli della civiltà contadina, li evocava poc’anzi il Consigliere Celani, a costo zero perché le leggi si possono fare anche senza una dotazione cospicua laddove si rinvengano aspetti importanti di evidenziazione dei giusti motivi culturali, filosofici, turistici che sottendono la legge stessa.
Proprio stamattina abbiamo fatto la legge sulla dieta mediterranea, poi abbiamo fatto la legge sull’ecomuseo, sulle rievocazioni storiche ci sono più proposte di legge, si sta elaborando un testo che le contenga e le racchiuda tutte visto e considerato che ci sono più proposte vertenti sulla stessa materia.

(interviene fuori microfono il Consigliere Celani)

Francesco GIACINTI. Lei però non può interrompere, lei svolge anche la funzione di Vicepresidente e non le è consentito di interloquire in questa maniera inurbana, lei quando vuole intervenire può farlo, ma non in maniera inurbana che denota una sua irascibilità che non è confacente con la sua funzione, siede nei banchi della Presidenza! Si astenga da certi comportamenti così poco eleganti.
Stiamo attenti al discorso che stavo facendo, non è vero, ma mettiamoci d’accordo, una volta le risorse sono esigue, una volta sono maggiori, una volta sono troppe, una volta sono poche, quali sono le tematiche affrontate o le sensibilità affrontate?
Oggi parliamo di fotografia, in un contesto in cui tale l'arte è la storia, ovvero la testimonianza di ragguardevole importanza.
Per la dieta mediterranea abbiamo evidenziato stamane i valori di immaterialità oltre a tutti gli altri, i valori che sono riconosciuti e non serviva certo il Consigliere Giacinti per evidenziare gli aspetti legati alla salute, gli aspetti sanitari. Con questa legge il fatto dell’immaterialità, come bene riconosciuto dall’Unesco, l'abbiamo messo nero su bianco ed abbiamo esaltato il valore della regione. Questo era il senso vero e allora conta se ci sono 30.000 euro o 50.000 o 15.000 o conta aver esaltato un aspetto così importante come quello degli atti valoriali, così come sono stati definiti? Credo che sia più importante questo aspetto.
Ringrazio ancora il Consigliere Maggi perché Licini, è vero, ma l’importanza di averlo inserito nel piano triennale e annuale della cultura supera largamente il fatto di avere a disposizione 15.000 euro piuttosto che 1,5 milioni, credo che l’attività legislativa a cui siamo preposti in particolare, visto che siamo Consiglieri dell’Assemblea legislativa delle Marche, sia quella di evidenziare, esaltare, estrapolare, dare importanza alle peculiarità della regione, e tra queste ne abbiamo elencate diverse e penso che l'elencazione che è stata fatta, anziché essere considerata come singoli “marchettifici ad hoc”, rappresenti una vasta gamma di tutte le peculiarità regionali. Lo sono i motori, lo è la fotografia, lo sono gli artisti contemporanei come Licini, lo è la dieta mediterranea, lo è l’ecomuseo, la civiltà contadina che è racchiusa anche in questa valorizzazione particolare, lo sono le rievocazioni storiche che stiamo cercando di mettere insieme nella considerazione del fatto che ci sono più proposte di legge, proprio per evitare questo frazionismo che porta a uno scadimento dell’attività stessa. Proprio per questo mi sento ancora di più di votare favorevolmente perché siamo nella giusta linea a prescindere dal valore assoluto degli stanziamenti che una volta possono essere considerati esigui, una volta eccessivi, a seconda di come ci fa comodo per criticare le singole questioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Solo per aggiungere qualche piccola riflessione in quanto sono state sollevate questioni non di contenuto, ma di metodo e vengo sempre stimolato da questo tipo di argomentazioni e mi piace anche dare il mio piccolo voto sempre dopo un ragionamento.
Queste sono leggi su cui non abbiamo vincoli di maggioranza o di minoranza, tanto più su questa proposta dall’Assessore Pieroni, siamo tutti liberi perché l'Assessore Pieroni è un uomo libero, quindi possiamo farlo, però convintamente do questo voto.
Prima di tutto mi pongo una questione che viene sollevata dai banchi della minoranza, che può essere estremamente ragionevole, la domanda non è tanto se questa è una marchetta o meno perché poi estendendo il concetto di voto di scambio, che addirittura è diventato penale, una cosa allucinante, tutta italiana, una cosa fuori da ogni logica, per cui se faccio la fognatura in un posto non è voto di scambio, se la faccio a Montefiore, siccome sono pochi e c’è un comitato che vuole la fogna, diventa voto di scambio perché ho fatto una fogna e quelli mi danno i voti. Questa logica è nostra, ripeto, ed è allucinante e paralizzante, ma la domanda resta: il Consiglio regionale, e non è il caso della legge in oggetto, deve occuparsi, attraverso lo strumento legislativo di interventi minuti? Soprattutto quando questo intervento minuto si riduce ancora di più con un investimento che è molto minuto?
Rispondo come risponderebbe uno della minoranza, perché poi cominciano ad arrivare leggi della minoranza, adesso ne avremo una che non comporta spesa, proposta dal Consigliere Fabbri e che voteremo tutti volentieri perché aggiusta una norma approvata nella precedente legislatura. Cioè in questo dialogo, lo dico con molta serenità, senza polemica, perché poi queste cose non spostano un voto, io credo di si perché in un contesto di questo tipo le cosiddette leggi di sistema che hanno caratterizzato la Regione Marche nei primi due decenni e mezzo non abbiamo più lo spazio fisico per farle e la Giunta stessa, Assessori presenti, non può accedere a tutte le nostre richieste, richieste che fa la maggioranza che da un punto di vista numerico non solo è legittimata ma ha anche l’effettiva possibilità di portarle a compimento. Potrei avere tanti interventi da fare, la Giunta dovrebbe selezionarli e la selezione la facciamo qui e sto dentro la logica che il Consigliere Maggi proclamava nella legge precedente quando ha detto: “Bisogna fare le scelte” ed è vero, e questa è una scelta, è una scelta che in qualche maniera, lo dice il Consigliere Celani, può scontentare qualcuno, perché nel momento in cui faccio una cosa per un settore e non per un altro qualcuno potrebbe rimanere deluso.
Quindi di per sé non è nemmeno una scelta comoda, ma è una scelta, e credo che questa sia pienamente legittima perché i Consiglieri nella loro autonomia posso proporre le leggi che vogliono. Poi può succedere come sta succedendo in un altro caso, che non nomino, per il quale ho investito direttamente il Presidente che mi ha detto: “Consigliere Marconi, lei ha fatto una proposta di legge ma deve farne un’altra di sistema, che tocchi tutto il settore socio sanitario, perché è inutile andare avanti con la sua proposta in quanto ce n'è una della Giunta che l’assorbirà”, quindi ritiro volentieri la mia proposta, perché ce n’è una che tocca l’argomento.
L’obiettivo del Consigliere di essere di stimolo nei confronti dell’esecutivo è stato raggiunto, perché ho fatto una proposta di legge che tocca tre argomenti, la Giunta ne fa una nella quale ne propone dodici e dentro ci sono anche quelli proposti da me.
C’è una seconda argomentazione, qui andiamo a toccare, pezzo per pezzo, caro Consigliere Giacinti ed Assessore Cesetti, il bilancio.
Se non lo facciamo attraverso singole proposte di legge, non lo faremo mai perché non riusciamo a toccare il bilancio quando arriviamo alle strette della variazione o del preventivo, non ci riusciamo come è logico che sia, perché altre questioni più pregnanti assorbono tutto.
Quindi è giusto che in corso d’opera il Consiglio rivendichi a sé questa autonomia e dica: “Rispetto a quello che già è stato deliberato io sgancio 100.000 euro”, lo dico perché il Consigliere Maggi lo sa bene perché stiamo condividendo la legge sul bullismo che parte con una miseria rispetto a quello che noi auspicavamo, ma intanto cominciamo a “grattarci” questi 100/150 mila euro che mettono in moto un processo, poi vedremo. È una strada. Se però uno riesce anche ad immaginare altri fondi, altre risorse che io non vedo, ben venga.
Torno all’argomento in questione, prima cosa che ho constatato, ed ho chiesto per sicurezza all’Assessore Pieroni che è più informato di me in questa materia, esistono già interventi o normative in questo settore della fotografia? No, questo era un settore che non aveva né normative né interventi.
Seconda domanda, l’iniziativa gravita principalmente intorno ad una città che per varie ragioni è diventata una piccola capitale. Rispetto a questo la Giunta aveva un’altra strada, questa sì completamente marchettara, quella di dire do il contributo alla città di Senigallia con l’invito ad estendere iniziative ed attività presso altre realtà. Una cosa che ad esempio a suo tempo ho immaginato per la città di Ancona, che non è stato fatto, mi dispiace e nessuno ha mai contestato i 150, i 200 mila euro dei contributi che prende Ancona quando fa una determinata festa in estate che chiama Adriatico/Mediterraneo o qualcosa del genere. Su questo ho sempre detto: ma su questa iniziativa che coinvolge decine di associazioni anche di Paesi e di realtà fuori dalle Marche, perché il Comune di Ancona non diventa Comune capofila, tocca anche altre realtà della regione e magari sposta, Assessore Pieroni ha lei la delega per la cooperazione e lo sviluppo, anche su altre città questo tipo di presenza? Perché deve stare su Ancona una cosa che è oggettivamente universale? Non è stato fatto, allora sono tentato di fare una norma con la quale dico: questo tipo di iniziativa, visto che costa 200.000 euro, la faccio con legge e Ancona è costretta a farla anche con altre città della regione, sposto quindi i termini della questione.
La Giunta questo non lo ha fatto, ha preso questa iniziativa di natura legislativa che è sottoposta, proprio perché è legge, all’iter ed al giudizio del Consiglio, quindi è stata anche rispettosa in questo tipo di spesa che, ripeto, poteva fare tranquillamente con propria delibera, magari dentro fondi già acclarati nel settore della cultura, ma lo ha fatto portando all’attenzione dell’Aula questo tipo di iniziativa. Quindi a maggior ragione ritengo di dover sostenere questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Per ribadire quello che ho detto e, come ha sottolineato il Consigliere Maggi, ci costringete ad astenerci.
Intervengo per ribattere a due cose, caro Consigliere Marconi, finché sei maggioranza puoi fare quello che vuoi, è chiaro questo, però non puoi togliermi il diritto in questa Assise, non solo di criticare ma di dire come la penso sulla programmazione. Non ho chiesto risorse, ho chiesto una legge quadro di indirizzo, non voglio un centesimo, dopodiché la Giunta può fare quello crede, quello che vuole impiegando milioni, miliardi di euro, nessuno ha chiesto niente. Lei ha ripreso una parte del mio intervento che non era consona, perché non ho chiesto risorse, ho detto soltanto in questa Assise si parla di indirizzo, programmazione, controllo e leggi, allora in un ambito di indirizzo ho fatto un intervento, dicendo che preferirei su questo versante che si facesse una legge quadro che individui tutti i valori per poi finanziarli uno per uno quando la Giunta ritiene di farlo in virtù delle risorse che ha. Niente da dire.
Mi aggancio a quanto diceva il Consigliere Giacinti, che non ho interrotto in modo inurbano, ma evidenziavo che stava dicendo una cosa opposta a quello che avevo detto io, cosa ritenete più importante, il valore in una legge di questo tipo che noi saldiamo o il quid? Se è il quid non ci mettiamo niente, se è importante il valore che ci mettiamo a fare le risorse? Non ce le mettiamo! Questo è il concetto che volevo esprimere con questo discorso, perciò non ho detto nulla, ho solo detto che se è più importante il valore, ed io lo condivido - il Consigliere Giacinti ha detto: “Che dite è meglio il valore o i 15.000 euro?” - allora togliamo i 15.000 euro!
Torno sul discorso delle rievocazioni storiche, non ci confondiamo, perché quella è una legge quadro sulle rievocazioni storiche, invece queste sono leggi a manifestazione, a musei, capito? Quella invece è una legge quadro, di tutti, e non si riesce a fare la quadra per valorizzarne una o due nonostante che qualcuna le condizioni le abbia, non solo da oggi, ma già c’erano 20/30 anni fa, non è stato mai fatto, si fa una legge quadro per valorizzarle tutte, ed è un concetto giusto, l’ho condiviso pure con il Consigliere Talè, perché non c’è più verso, dati i campanili, di valorizzarne una o l’altra, quindi una legge quadro per tutte.
Questo è il discorso da fare e in quella legge quadro non ci sono risorse, c’è soltanto un discorso dei valori, poi chi ha più tela la deve tessere nel senso che chi ha più possibilità di farci mettere i soldi ce li metta in fase di bilancio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. La mia è una dichiarazione stimolata da una serie di valutazioni legittime per ogni Consigliere, ma credo che in alcuni casi non siano del tutto centrate.
Voglio ricordare a me stesso e a voi tutti che noi tre mesi fa, proprio per dire che la strategia della Giunta regionale è quella di partire da progetti di respiro triennale, abbiamo votato in quest’Aula, alcuni si sono astenuti ed altri non l’hanno votato, il programma strategico del piano della cultura e del turismo della Regione Marche, dove sono state previste una serie di azioni per gli anni 2018/2019/2020. E' un piano strategico di 30 milioni di euro che riguarda il turismo e la cultura al cui interno le azioni oggi vengono declinate con leggi come in questo caso o con interventi diretti.
Quando si dice che non c’è una strategia definita, dico che forse ci dimentichiamo di quello che questa Assemblea ha votato pochi mesi fa per un intervento di 32 milioni di euro, con fondi europei, con bilancio ordinario e con fondi statali.
Su questo almeno un minimo di attenzione tra di noi dobbiamo averla, perché è vero, come dice il Consigliere Marconi, che i nostri interventi, i nostri confronti poco cambiano all’esterno dal punto di vista dei consensi, però è altrettanto vero e giusto riconoscere quelle azioni che vengono portate avanti, giuste o sbagliate, che entrano in una programmazione complessiva, come è questo piano strategico di indirizzo della cultura e del turismo.
In quel contesto voglio ricordare che il sistema della cultura l'abbiamo tenuto unito al turismo. Per la prima volta la Regione Marche ha abbinato insieme turismo e cultura ritenendo la cultura un veicolo fortemente impattante per la promozione in Italia e all’estero della nostra regione. E’ chiaro che tenere insieme questi due settori diventa un obiettivo futuro che noi ci stiamo dando.
In questo contesto, credo che sarebbe stato molto più grave se oggi o nel bilancio di previsione o con la variazione la Giunta regionale avessimo fatto una delibera semplice per dare il contributo alla città di Senigallia. Immagino cosa poteva succedere e quanti si sarebbero alzati in quest’Aula dicendo: “No, vi siete dimenticati di Dondero, vi siete dimenticati di tutti i grandi artisti della fotografia”, più o meno conosciuti, più o meno professionisti o appassionati, tutte le grandi associazioni perché ce ne sono centinaia e centinaia nella nostra regione nel sistema della fotografia.
Invece riconosco al Consigliere Celani una onestà di fondo, ma in questo caso credo che non ci sia una conoscenza approfondita di questa legge, perché non è assolutamente vero che mira ad un semplice museo, alla realizzazione di un museo della fotografia in una città singola o al semplice momento fotografico dedicato ad un artista, questa legge all’articolo 2 prevede con grande chiarezza interventi per: “b) la valorizzazione della fotografia quale bene artistico, culturale, terapeutico, delle relative collezioni museali e degli itinerari tematici, nonché delle attività di catalogazione e di documentazione, con definizione dei relativi standard catalografici; c) l’organizzazione di mostre, eventi espositivi, con particolare attenzione alle collezioni presenti nel nostro territorio regionale e agli autori marchigiani o comunque di rilevanza regionale e nazionale legati al territorio marchigiano”.
Credo che questa sia, Consigliere Celani, una legge quadro, è la legge quadro della fotografia nella nostra regione a differenza di quelle che chiamiamo “marchette”, che in alcuni momenti nel bilancio ci sono perché quando facciamo degli eventi singoli possono esserci, ma questa è la vera legge quadro che il sistema della fotografia marchigiano si troverà da oggi in poi. Non ci potrà essere l’Assessore, né altro, a meno che non si tratti di grandi eventi particolari, accade adesso con la fisarmonica, accade adesso con i motori, accade anche in questo contesto, quindi questa è una legge quadro.
Credo che al di là di tutto, poi possono essere fatte anche altre proposte di legge, possono essere portate avanti altre iniziative sulle rievocazioni, ma credo che alla fine, in questa legislatura, questa maggioranza dovrà dare una risposta al sistema delle rievocazioni storiche. Abbiamo individuato almeno quelle più caratteristiche, più importanti della nostra regione e guardate che la valorizzazione sistematica della cultura noi la stiamo portando avanti, forse è sfuggito, per primo a me, è sfuggito un po’ a tutti noi, ma la Regione Marche, unica Regione in Italia, nel 2016 ha seguito le indicazioni di Papa Francesco dedicando 5 grandi mostre al Giubileo della Misericordia nei territori delle 5 province, stiamo completando le grandi mostre dedicate alle opere del sisma, per mantenere alta l’asticella delle criticità che ci sono all’interno del cratere, valorizzando le grandi opere che abbiamo recuperato dal sisma, poi è chiaro che se ci vogliamo astenere possiamo farlo, non è questo il problema, però dire che questa non è una legge quadro e che non rientra in maniera chiara, organica, nel grande progetto di indirizzo che la Regione Marche, che questa Giunta, poi approvata dal Consiglio regionale, ha dato per quello che riguarda il prossimo triennio con il piano strategico della cultura e del turismo, credo che sia una cosa non giusta da dire, è chiaro poi ognuno rimane nelle proprie posizioni. Poi su questo atto si può dire di tutto, però credo che la Giunta sarebbe stata più attaccata se non avesse fatto una legge così importante che interessa tutti i territori, che coinvolge tutto il sistema della fotografia a più alti e meno importanti livelli in tutta la nostra regione, e questa è una risposta forte che la Giunta regionale dà oggi al mondo della fotografia regionale.

Proposta di legge n. 186, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Presidente, sull’ordine dei lavori. Visto che sono le 13,20 e la seduta mi pare che sia ancora tutt’altro che vicina alla sua conclusione, poiché avevamo detto che quando avvenivano cose di questo genere, anche per rispetto del nostro personale, avremmo previsto una pausa pranzo, quindi la propongo subito dopo la discussione della prossima legge e comunque non oltre le ore 14,00. Grazie.

PRESIDENTE. Ci sono obiezioni? Se non ci sono contrari, sospenderemo la seduta per mezz’ora dopo l’approvazione della prossima proposta di legge.

Proposta di legge n. 106
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Modifiche alla legge regionale 24 marzo 2015, n. 11 ‘Disposizioni per l’istituzione della banca regionale della terra e per favorire l’occupazione nel settore agricolo’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 106 ad iniziativa del Consigliere Fabbri.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Noi andiamo a discutere e ad approvare la proposta di legge n. 106 che in realtà è la modifica alla legge n. 11 approvata dal Consiglio regionale nel marzo 2015.
Devo dire che conosco molto bene questa norma perché nella passata legislatura ero membro non solo del Consiglio ma della Commissione che trattava dell’agricoltura e sono stato relatore di quella legge.
La legge parte con la volontà di dare una risposta, soprattutto al fatto che a livello nazionale, non solo marchigiano, c’è l'abbandono e la diminuzione dell’uso dei terreni agricoli, e di recuperare una serie di terreni agricoli utilizzabili pubblici o privati, che entrano in convenzione con il sistema della banca regionale della terra, per attivare procedure legate all’agricoltura che diano risposte a livello economico soprattutto ai giovani, ma non solo, anche mirate alla gestione del territorio.
Il fatto che siano in abbandono sempre più terreni liberi, che non vengono utilizzati, riguarda principalmente le aree interne e sicuramente adesso, dopo il sisma, può essere un incentivo in più per riattivare e dare forza a questa legge per dare una risposta ad un’economia in difficoltà che vede spesso e soprattutto nel settore agricolo il gradimento dei giovani.
La proposta del Consigliere Fabbri è stata presa in considerazione con voto favorevole da parte della Commissione, abbiamo modificato ben poco, in realtà è una modifica della legge in vigore che oltre che specificare in maniera chiara quali sono i soggetti beneficiari della banca della terra, apre a quello che è il rapporto con la gestione delle politiche sociali, nel senso che sempre più progetti legati all’agricoltura possono riguardare soggetti che sono legati alle imprese sociali, quindi al mondo del sociale.
C’è stato questo gradimento favorevole da parte della Commissione nell’approvare queste modifiche, ma non solo, è anche importante, e credo che vada ricordato, che è l’Assam tributato a dare il via all’operazione della legge, sono passati ormai tre anni, perché è datata marzo 2015, e la legge dava 6 mesi di tempo per attivare sia il regolamento per accedere alla banca della terra, sia la costituzione della banca stessa.
Credo che al di là dell’aspetto sociale che l'atto tocca, il fatto che si proponga una modifica significa ripartire, sollecitare, affinché questa legge possa finalmente partire per dare risposte di carattere economico.
Questo è l’aspetto importante tant’è che nella discussione che abbiamo fatto in Commissione abbiamo ripreso contatti, ci sono stati cambi, il pensionamento della Dirigente ed il relativo cambio ai vertici della dirigenza dell’Assam, ma ormai da alcune settimine è stato ripreso dall'Assam il lavoro per la stesura del regolamento che avremo disponibile al più presto, quindi di fatto si spera che fra non molto si arrivi anche alla costituzione della banca della terra.
Questa è la portata non solo l’aspetto sociale, ma anche riattivare il processo della legge che si era interrotto.
Abbinato alla modifica della legge abbiamo un emendamento di carattere tecnico a seguito del cambiamento dei riferimenti normativi in quanto è stato approvato il 3 aprile un decreto legislativo, pubblicato da poco, quindi nella legge non cambia la sostanza, ma il riferimento alla disposizione legislativa.
L’ultima cosa è che a questa proposta di legge abbiamo abbinato anche un ordine del giorno di carattere politico che dà 60 giorni per l’approvazione da parte della Giunta del regolamento predisposto dall’Assam, sappiamo che il nostro invito sarà accolto perché il dirigente mi diceva che sono a buon punto, quindi la Giunta avrà poi 60 giorni per approvarlo, allo stesso tempo chiediamo anche la costituzione della banca della terra sarebbe un paradosso approvare il regolamento e non istituirla.
L’operazione non è enorme, è un lifting della legge ma in sostanza legato ad un aspetto importante del sociale e contestuale a questo spero che questa iniziativa ridia impulso alla legge che potrebbe dare risposte interessanti sia alle aree interne che alle zone colpite dal sisma per l’occupazione legata ai giovani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. La legge, mi ricollego a quanto affermato dal Consigliere Traversini, prevede l’istituzione della Banca regionale della terra per favorire l’occupazione nel settore agricolo, dunque è un atto molto importante che promuove l’utilizzo dei terreni incolti e abbandonati, promuove l’occupazione, l’inserimento dei giovani e dei lavoratori svantaggiati, questo è nelle finalità della normativa.
Purtroppo questa normativa da tre anni risulta inapplicata, inapplicata perché l’Assam come ha detto il Consigliere Traversini non ha ancora fatto la banca dati in cui è possibile verificare l’esistenza di questi appezzamenti incolti e abbandonati e la Giunta non ha fatto il regolamento attuativo.
Con questa iniziativa noi vogliamo stimolare fortemente l’applicazione puntuale di questa normativa, non ci dobbiamo scordare che la Regione in pompa magna lo scorso anno ha rinnovato la Carta di Fonte Avellana, che è stata firmata da moltissimi soggetti, territori, Comuni, comunità montane, associazioni agricole e molti altri e praticamente contiene l’impegno a favorire il ricorso agli strumenti che consentono di utilizzare i patrimoni agricoli/forestali e i beni agro/silvo/pastorali pubblici e privati, in particolare quelli in abbandono, quale risorsa da valorizzare ai fini ambientali e produttivi, dando continuità alle attività di salvaguardia del territorio e favorendo forme di associazionismo e di partenariato pubblico/privato.
Quindi la legge che esisteva e il fatto che con tanti altri enti e organismi noi abbiamo fatto una risoluzione, abbiamo rinnovato la Carta di Fonte Avellana, si sposa esattamente in questa indicazione.
L’impegno assume un particolare significato per quanto riguarda l’opportunità di creare occupazione nelle aree interne favorendo la residenzialità, che è un obiettivo divenuto assolutamente prioritario dopo il sisma di quasi due anni fa.
Le modifiche proposte si inseriscono in questo contesto al fine di favorire l’integrazione fra le attività svolte dalle aziende agricole ed agro/forestali e le politiche sociali.
L’ordine del giorno, nel quale come Commissione unita abbiamo lasciato la firma del Presidente, sollecita la Giunta e l’Assam a fare rispettivamente il regolamento e la banca dati. Il Crel si è espresso favorevolmente a questa proposta di legge con la sua modifica, un dato interessante è che inseriamo oltre alla valorizzazione delle filiere anche la valorizzazione dei prodotti che costituiscono le filiere, decliniamo in modo che sia preciso chi può concorrere all’utilizzo di queste terre, l’elenco dei soggetti che possono partecipare ai bandi che verranno emessi, quindi sono le aziende agricole, le imprese sociali, gli agricoltori custodi dell’ambiente e del territorio, le cooperative sociali operanti in ambito agricolo, gli operatori dell’agricoltura sociale e abbiamo anche ridefinito le priorità di assegnazione dei progetti che verranno presentati.
La legge già dava priorità a soggetti che creavano nuova occupazione, alle persone svantaggiate, noi abbiamo inserito i soggetti che svolgono attività agricola/zootecnica, prevedendo l’inserimento socio lavorativo di persone appartenenti alle fasce deboli, ai sensi della normativa vigente, e i soggetti che integrano nell’attività agricola condotta con criteri biologici le attività di ristorazione collettiva per collegarci alla recente normativa che abbiamo approvato che prevede il 40% di prodotti biologici all’interno delle mense scolastiche o sanitarie.
Abbiamo inoltre puntualizzato che il soggetto assegnatario si impegna a non affittare o concedere a terzi i beni ottenuti in assegnazione in modo che chi prende questi terreni abbia la capacità propria di poterli utilizzare ed abbiamo inserito anche come nostro costume ormai, la clausola valutativa perché entro il 31 marzo di ogni anno la Giunta regionale invii all’Assemblea legislativa regionale una relazione relativa all’impiego dei beni inseriti nella banca ed ai risultati ottenuti in termini di occupazione nell’anno precedente, dato che sono tre anni che questa normativa, che noi riteniamo importante, non è stata applicata e finanziata.
Utilizzare i terreni incolti ed abbandonati, soprattutto per effetti sociali, come abbiamo declinato adesso, ritengo sia un obiettivo interessante.
Per quanto riguarda l’emendamento presentato dal Consigliere Traversini questa mattina, praticamente fa riferimento al nuovo decreto legislativo 34/2018 per cui le cooperative forestali e i loro consorzi sono equiparati agli imprenditori agricoli, ecco concettualmente non è una cosa che sostengo particolarmente, anzi avverso, per cui su questo emendamento noi non saremo favorevoli, sul resto chiaramente si.
Ringrazio la Commissione che ha preso in considerazione con attenzione la mia proposta di legge e spero che venga votata all’unanimità. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. 2 marzo 2017, in questa data io sottoscritto presentavo un’interrogazione proprio su questo tema, sul discorso della banca della terra, e sottolineavo tre aspetti che secondo me già allora erano critici, cioè la necessità di fare un censimento dei terreni, la necessità di realizzare il regolamento di attuazione e chiedevo un chiarimento sulle tempistiche.
Quindi l’espressione che mi verrebbe da dire oggi è: “era ora!” Questa sinceramente è la legge della mattinata che, è finanziata a costo zero, non ha spesa, trova il miglior consenso, anzi, andava fatta prima, mi fa piacere comunque che a distanza di tre anni dal 24 marzo 2015, data della prima legge, a distanza di un anno dalla mia interrogazione, finalmente ci sia qualcosa di più concreto su cui andare a discutere anche se prendo atto che l’ordine del giorno sottolinea per l’ennesima volta la necessità del regolamento.
Quindi voterò favorevolmente questa legge, mi dispiace che non sia stata attuata prima e mi auguro, finalmente, visto che mi sembra condivisa ampiamente anche dalla maggioranza, trovi attuazione perché è giusta e serve. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Questo atto ha in sé una serie di elementi virtuosi con in testa la valorizzazione del patrimonio agricolo e forestale e a sua volta contribuisce a rallentare il processo di desertificazione che stanno subendo i territori collinari e montani soprattutto dopo il terremoto.
Un processo che ha la plusvalenza anche nell’interazione tra associazionismo e politiche sociali e nella salvaguardia del territorio.
La Giunta però deve impegnarsi contestualmente a dare seguito quanto prima alla legge regionale 11 del 2015 e a predisporre una solida base progettuale economico/finanziaria che sia in grado di garantire continuità e solidità ai progetti legati alle aree individuate nella banca regionale della terra altrimenti si rischia di dare vita ad un processo virtuoso ma effimero.
Dunque insieme all’ottimizzazione ambientale ed alla spinta occupazionale mi piacerebbe che l’amministrazione si impegnasse fin da subito anche in termini di continuità progettuale, perché processi tesi ad invertire la rotta puntando sull’ambiente, il sociale e il lavoro sappiamo tutti che hanno bisogno di tempo, energie e sostegno finanziario per arrivare a regime, soprattutto in un periodo in cui il nostro entroterra sta subendo un processo di spopolamento, di abbandono con l’agricoltura, soprattutto in media ed alta quota, a pagarne maggiormente le spese tra i settori occupazionali.
Annuncio il voto favorevole a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma della II Commissione. Sostituisce la lettera g) dell'articolo 2 con la seguente: “g) i soggetti di cui al comma 6 dell'articolo 10 del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34 (Testo unico in materia di foreste e filiere forestali)”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine del giorno a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 106, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta e sospesa alle ore 13,45.

La seduta riprende alle ore 14,40.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Invito i Consiglieri a rientrare in Aula per riprendere i lavori.
L'interrogazione n. 596, come richiesto dalla Consigliera Marcozzi, è rinviata.

Interrogazione n. 607
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Messa in funzione dell’ospedale civile di Amandola”

Interrogazione n. 609
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Costruzione nuovo ospedale ad Amandola (FM)”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni nn. 607 e 609 ad iniziativa della Consigliera Pergolesi, abbinate.
Ha la parola per la risposta l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Per conto del Presidente. In relazione all’interrogazione n. 607 del 7 maggio 2018, ad oggetto “Messa in funzione dell’Ospedale civile di Amandola” a iniziativa della Consigliera Pergolesi, a risposta orale, a seguito delle informazioni assunte dall’Asur Marche – Area vasta 4, si rappresenta quanto segue.
I progetti in corso di attuazione da parte Asur sono riferiti ai seguenti atti:
- determina Asur n. 473 del 28 luglio 2017 “Messa in sicurezza e conservazione corpi B-C-D Ospedale di Amandola. Relazione preliminare alla progettazione-approvazione”. Importo complessivo da stanziare per lavori 2.472.000 euro più oneri;
- determina Asur n. 279 del 9 maggio 2018 “Messa in sicurezza e conservazione corpo B Ospedale di Amandola” - approvazione progetto definitivo-esecutivo, quale primo stralcio dell’intervento di cui al precedente punto, per un importo lavori di 415.188 euro più oneri.
I lavori di cui al precedente punto saranno avviati non appena conclusa la procedura di gara in corso di istruttoria, potendo ipotizzare l’inizio nel mese di settembre-ottobre 2018 e la conclusione nel mese di febbraio 2019; l’affidamento avverrà secondo le procedure previste dal Codice degli appalti.
Sono state approntate opere di sostegno e messa in sicurezza delle strutture al fine di evitare ulteriori degradi e tutelare la pubblica incolumità; tra queste anche una impalcatura a protezione del corpo B il cui costo 2016/2017 è stato di circa 25.000 euro.
In relazione all’interrogazione n. 609 del 9 maggio 2018, ad oggetto “Messa in funzione dell’ospedale civile di Amandola” a iniziativa della Consigliera Pergolesi, a risposta orale, a seguito delle informazioni assunte dall’Asur Marche – Direzione Generale, si rappresenta quanto segue.
Relativamente al punto 1, a seguire degli eventi sismici del 2016 si è costituito in Regione uno specifico gruppo di lavoro per il coordinamento dell’emergenza. Le attività ed azioni intraprese dall’Area vasta 4 sono state oggetto di costante e regolare stima dei danni, con valorizzazione dei costi di ripristino e rendicontazione dei lavori eseguiti per ricollocare le attività e/o riattivare i servizi, che non richiedessero complessi interventi strutturali e comunicate a detto Ufficio Speciale della Protezione Civile.
Relativamente al punto 2 sono state effettuate le necessarie verifiche sismiche che hanno rilevato l’opportunità di procedere con la realizzazione di una nuova struttura ed avviato contatti con una multinazionale russa per acquisire la disponibilità della medesima a cofinanziare la realizzazione dell’opera.
E’ stata individuata, in accordo con il Comune, l’area dove sorgerà il nuovo ospedale. I vantaggi dello spostamento in pianura sono i seguenti:
- miglior assetto infrastrutturale/facilità di comunicazione e raggiungimento del nuovo complesso;
- miglior dislocazione planimetrica delle funzioni, razionalizzazione dei flussi interni ed esterni, ottimizzazione degli spazi e delle connessioni verticali;
- facilità di esecuzione lavori, minori interferenze durante le lavorazioni con la vita cittadina;
- maggior sicurezza (scelta del terreno, nuova struttura più adatta a resistere alle sollecitazioni sismiche);
- possibilità di future espansioni/maggior facilità di riconversione.
In data 14 luglio 2017 è stato stipulato il contratto di donazione che, con i 5 milioni di euro donati da parte della “Rosneft”, sarà un significativo cofinanziamento alla realizzazione dell’opera, per le ulteriori risorse necessarie al completamento delle opere, circa 13 milioni di euro, sono già rese disponibili dall’ordinanza del Commissario straordinario n. 37 del 8 settembre 2017.
In data 26 ottobre 2017 è pervenuta una proposta di sponsorizzazione, ai sensi dell’articolo 19 del decreto legislativo 50/2016, da parte della Kos Care Srl per la fornitura del servizio di architettura e ingegneria di progettazione esecutiva relativo alla realizzazione dei lavori di costruzione del complesso sanitario e socio-sanitario denominato “Nuovo Ospedale nel Comune di Amandola”.
E’ stato pubblicato l’avviso pubblico sul sito regionale nella sezione “Avvisi pubblici” e sul BUR Marche del ricevimento della proposta sopra descritta.
Entro il termine previsto per la manifestazione di interesse non sono pervenute ulteriori offerte e si è provveduto a conferire l’incarico di sponsorizzazione relativo alla progettazione alla Kos Care Srl.
E’ in corso di completamento il progetto definitivo che verrà consegnato entro il mese di giugno. E’ già stata presentata una prima tranche del lavoro comprensivo delle tavole architettoniche e dei render plano-volumetrici.
Si conta di avere entro la prossima estate il progetto esecutivo da mettere a gara. Entro il 2018 si prevede di esperire la gara di appalto ed aggiudicare i lavori, che dovrebbero terminare entro il 2020.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Credo che ad un paio di punti non sia stato risposto correttamente poi magari sulla base della risposta, se posso averne una copia, verificheremo.
Apprezzo lo sforzo fatto dagli uffici di difendere l’indifendibile, ma come spesso avviene, le risposte date sono alquanto evasive e non chiariscono né dubbi, né perplessità sull’incertezza di vedere un giorno ripristinati i servizi di un ospedale come quello preziosissimo per il territorio di Amandola che erano garantiti prima del sisma.
Trovo tutto questo molto avvilente e addirittura irresponsabile da parte della conduzione della Giunta Ceriscioli, che continua a non presentarsi durante la discussione di tematiche e temi così sensibili e questa cosa dà un senso di sfiducia ai cittadini che continuano a non avere risposte.
Ricordo che 12 mesi fa presentai un’interrogazione pressoché identica, alla quale mi fu risposto che si sarebbe dato seguito alle richieste avanzate dai Sindaci dei Comuni dell’Unione Montana che chiedevano sostanzialmente di essere messi nella condizione di poter apportare il proprio contributo in merito alle tre ipotesi di ricostruzione presentate all’epoca durante un incontro pubblico.
Incontro che a detta del Presidente Ceriscioli doveva esserci di lì a poco, non se ne è saputo più nulla e continuano a non essere coinvolti quei territori che poi andranno ad usufruire dei servizi della struttura di Amandola. Quindi continuo a dire che questa cosa è assolutamente gravissima.
Lo stesso Presidente Ceriscioli dichiarò in Aula “valuteremo quale sarà la strategia più conveniente” invece oggi veniamo a conoscenza dell’ennesimo accordo fatto da un ipotetico gruppo di lavoro, non ben identificato, e scelte calate dall’alto che sicuramente non rispecchiano le necessità della popolazione terremotata.
Il Presidente Ceriscioli disse che “attraverso una collaborazione fra la struttura e l’edilizia sanitaria/ospedaliera della Regione e la Protezione Civile si sarebbero valutate quelle che erano le opzioni per verificare se era più conveniente ristrutturare la struttura già esistente o valutarne una nuova ricostruzione”. A distanza di mesi le proclamazioni esternalizzate si sono tramutate in nulla di fatto, visto che dal sisma dell’agosto 2016 diversi ambulatori e servizi sono stati trasferiti in container in attesa della ricostruzione dell’ospedale, strutture tra l’altro che sembrerebbero essere in affitto, quindi affitto che pagano poi sempre i contribuenti.
L’attività sanitaria di questi servizi rispetto al periodo prima del sisma è stata notevolmente ridimensionata: dentista, cardiologia, ortopedia, diabetologia, terapia del dolore sono aperti un solo giorno a settimana, ma anche Tac e radiologia non stanno meglio, funzionano a marcia ridotta. Ortopedia è aperta la mattina e di chirurgia si sono perse le tracce. Questi purtroppo, a quanto ci risulta, sono i fatti.
Un presidio ospedaliero come quello di Amandola che non ci sembra affatto esser stato valorizzato dalla Giunta Ceriscioli come meriterebbe, poteva essere potenziato persino sulla base del tanto contestato decreto Lorenzin che prevede proprio per questi tipi di presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate notevoli deroghe rispetto a quella che è la popolazione afferente.
Figuriamoci poi in una situazione drammatica come quella della popolazione colpita dal sisma, servono certezze per non condannare l’entroterra ad un lento spopolamento delle aree montane.
Bisogna definire con chiarezza le tempistiche e le modalità di risanamento di questo importante presidio, certezze per il futuro dell’ospedale di Amandola che questa amministrazione a guida del Presidente Ceriscioli non è stata in grado di programmare.
L’abbandono della struttura ospedaliera infatti, come abbiamo potuto constatare grazie alle testimonianze di alcuni cittadini attivi sta esponendo i locali ad ulteriori danni, ritardi ingiustificati che vanno ad aggravare i costi e a pagare sono sempre i cittadini, purtroppo.
Le ristrutturazioni o le realizzazioni ex novo sono state enunciate nel corso di numerose interviste e convegni, ma ci sembra, vista la risposta che ci è stata consegnata oggi, di vedere ancora l’incertezza e un “fumus” che forse nel 2020 sarà diradato.
E che dire poi del possibile nuovo ospedale? Stiamo attendendo un riscontro da parte degli uffici preposti per visionare, ma soprattutto verificare, se la scelta di optare per la costruzione di una nuova struttura in una location diversa da quella precedente sia supportata da un piano di fattibilità dettagliato, sulla base di criteri oggettivi e non sia invece l’ennesima risultanza di qualche improbabile applicazione di google, tanto cara al Presidente Ceriscioli.
Il metodo che fin qui dai primi giorni ho cercato di utilizzare come portavoce del Movimento 5 Stelle è quello di un confronto serio, basato su documenti ufficiali, relazioni e dati certi e non su dichiarazioni evanescenti e spot di propaganda elettorale.
Quindi in attesa che gli uffici preposti mi facciano pervenire la documentazione richiesta, ricordo che i tempi sono più che scaduti, vedremo di rivalutare poi l’operato della Giunta e di verificare se le risposte che ci sono state date corrispondono al vero. Grazie.

Interpellanza n. 22
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Riqualificazione, potenziamento e messa in rete dei Centri di informazione ed accoglienza turistica (IAT) di competenza regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 22 ad iniziativa del Consigliere Celani, che ha la parola per l’illustrarla.

Piero CELANI. Questa interpellanza nasce da un fatto contingente che si è verificato nel corso delle festività pasquali a San Benedetto del Tronto in quanto gli uffici informazione e assistenza turistica, i famosi IAT, erano chiusi per lavori di ristrutturazione, restauro, ammodernamento, proprio in un periodo molto particolare e peculiare come è stato quello del weekend di Pasqua dove c’è stata particolare affluenza.
Però devo dire che questa interpellanza partendo da un fatto contingente mi dà la possibilità di parlare sul tema dell’accoglienza e della promozione turistica, un tema di cui ci siamo occupati anche qualche tempo fa, quando abbiamo fatto una modifica alla legge 30. Abbiamo sempre detto che era il caso di fare una revisione organica di questa legge in virtù del fatto che dopo la riforma “Delrio” tutte le competenze in materia di turismo, quindi promozione ed accoglienza, sono tornate in capo alla Regione e non spezzettate come era stato in precedenza in quanto la promozione faceva capo alla Regione, l’accoglienza in genere veniva fatta dalle Province sui territori e non c’era un coordinamento tecnico su questo, quindi ognuno viaggiava un po’ secondo quelle che erano le caratteristiche dei propri territori. E’ pur vero che noi siamo in presenza di una regione al plurale però è chiaro che l’accoglienza va gestita in modo unitario quanto più possibile equo su tutti i versanti della nostra regione.
Ora facendo questa premessa e considerando che l’accoglienza ormai diventerà per il prossimo futuro proprio un elemento determinante nella scelta di un territorio, nella scelta della meta, nella scelta dei luoghi, perché diciamo che ormai la scelta non dipende soltanto e più dalla bellezza e dalla qualità dei luoghi che noi offriamo, ma anche e soprattutto dal modo con cui noi riceviamo queste persone. E' una cosa molto importante! Se una persona non viene trattata nel modo giusto non tornerà in quel luogo ma soprattutto, attraverso il passaparola, darà dei consigli negativi, per cui è chiaro che noi dobbiamo lavorare su questo versante.
Abbiamo adesso un’opportunità molto importante che è quella di fare un progetto specifico sull’accoglienza, sul modo di fare accoglienza nei nostri territori in quanto i turisti sono sempre più esigenti, i turisti non vogliono più essere trattati come dei semplici ospiti, ma vogliono essere trattati come degli invitati. Questa è una cosa molto importante su cui noi dobbiamo lavorare.
Quindi è fondamentale, come già è stato detto in precedenza, che questi uffici di informazione e assistenza turistica non siano più semplici punti di erogazione passiva di informazione, ma devono essere dei punti attivi, devono creare nel cliente, nell’ospite, nel turista, l’aspettativa, devono comunicare, devono consegnare un’emozione al turista quando arriva, quindi devono essere in grado anche di orientarlo nei suoi spostamenti dando tutte le informazioni possibili e immaginabili. Quindi queste strutture devono essere tali che devono promuovere e commercializzare anche i prodotti turistici e assisterli nel territorio.
L’altra volta, essendo relatore della modifica alla legge 30, parlai di un caso specifico, di un esperimento che era stato fatto in provincia di Pesaro, dove al centro di informazione e assistenza turistica, allo IAT, era stata abbinata una vetrina dei prodotti tipici locali, si commercializzavano questi prodotti e addirittura si allestivano degli eventi in quanto le aziende tipiche del luogo potevano prendere in considerazione la possibilità di utilizzare quegli spazi per fare da vetrina ai propri prodotti. Quindi gli IAT devono diventare degli elementi attivi non più passivi, semplice erogazione delle informazioni.
Detto questo, l’altra volta l’Assessore prese un impegno in questo senso a lavorarci, a predisporre un progetto del quale ci avrebbe reso partecipi sia in Commissione che poi in Aula, so che sta lavorando su questo tema, quindi questa interpellanza mi dà la possibilità, partendo da questo elemento contingente che si è verificato, da questo disguido che si è riscontrato a San Benedetto durante il periodo pasquale, di fare il punto di cosa sta accadendo nella riforma, cosa sta accadendo nella progettazione di queste nuove vetrine dei nostri territori e anche dei nostri prodotti tipici locali.
Quindi attraverso questa interpellanza si esprime la richiesta di sapere come l’amministrazione regionale si sta muovendo su questo tema, chiedo se è stato elaborato o è in corso di definizione un progetto di ristrutturazione e riqualificazione di tutti centri IAT presenti in regione; se è prevista la trasformazione di questi centri in vere vetrine del territorio e non semplici punti di informazione, ma strumenti di marketing territoriale, perché l’accoglienza è sempre più un marketing, non soltanto la promozione è marketing, ma anche l’accoglienza lo è; se è prevista l’implementazione del personale in questi punti attraverso anche gli accordi con gli enti locali, in modo particolare con i Comuni - guardate bene, il personale proveniente dalle Province non era particolarmente specializzato, occorre che gli addetti a questi punti di informazione oltre che sapere le lingue, che sono indispensabili, non una o due, ma tre o quattro, siano persone formate che riescano a dare informazioni non soltanto sul luogo dove è localizzato il centro informativo, ma anche sui territori contermini; chiedo inoltre a quanto ammontano, se esistono, le risorse economiche stanziate in bilancio; se è stato elaborato un cronoprogramma per fare tutti questi lavori e poi nello specifico se in qualche modo la Regione sapeva di questa chiusura degli uffici informazione e turistici di San Benedetto in un momento particolare, un momento dove la riviera delle palme all’inizio di stagione cerca di rilanciarsi come tutti i territori della costa, ovviamente il primo weekend di Pasqua è quello che accoglie quelle persone che poi guardando potrebbero prenotare la vacanza in quei luoghi. Poi una domanda particolare è nello specifico, siccome a San Benedetto lo IAT è localizzato in una posizione decentrata rispetto al centro, ma è antistante il porto, se è il caso di studiare di concerto con il Comune di San Benedetto la posizione di alcuni totem o punti informativi anche all’interno della città, oppure sul lungo mare. Qui c’è il Consigliere Giorgini che conosce benissimo questa situazione, noi abbiamo un centro informativo che è un po’ decentrato, la gente dovrebbe spostarsi, soprattutto nelle ore notturne e dopo cena fanno fatica ad andare in quella zona, quindi se è il caso che la Regione predisponga appositi totem sia sul lungo mare, a Porto d’Ascoli il centro è stato addirittura chiuso, oppure all’interno della città e se ritiene di dare disposizioni affinché tutti gli IAT presenti sulla costa e almeno quelli delle provincie di Ascoli, Fermo e Macerata, il cui entroterra è stato duramente colpito dal sisma, elaborino celermente e di concerto con gli operatori turistici/economici locali un calendario settimanale di eventi del tipo “Alla scoperta dell’Appennino”, oppure “Appennino in coming week-end”.
Credo che ci siano le condizioni improcrastinabili in questo momento di mettere in rete tutti questi punti informativi sulla costa in modo tale che possano dare informazioni anche per l’entroterra laddove questi centri se esistono, esistono in condizioni minimali e in taluni casi non esistono nemmeno. Faccio riferimento ad esempio all’acquasantana, all’arquatano, Montegallo, Montemonaco dove non c’è nemmeno il sito fisico dove poter mettere un gazebo o qualcosa affinché si possa dare informazione.
Quindi l’informazione è meglio già darla fin sulla costa e considerare questa osmosi fra costa ed entroterra, poi c’è la necessità anche provvisoriamente di mettere qualche punto informativo in queste zone terremotate per dare un segno anche lì dell’accoglienza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Celani perché rimette all’attenzione di questo Consiglio con questa interpellanza alcune questioni che per alcune situazioni sono territoriali, vedi il vissuto di San Benedetto del Tronto, per altre hanno un respiro regionale, quindi è bene che come Giunta regionale, come Assessorato, diamo alcune indicazioni su quello su cui stiamo lavorando da qui al prossimo triennio.
Intanto, giustamente ha ricordato nella premessa che quando parliamo di turismo parliamo di promozione ed accoglienza, è un binomio inscindibile tant’è che per quello che riguarda la promozione poche volte negli annali è stata fatta questa scelta di investire per il prossimo triennio - con copertura già effettuata con fondi europei, quasi nel 90% dei casi con fondi europei - fondi per almeno 8 milioni di euro. Significa una promozione molto forte, molto spinta, in cui come Regione Marche stiamo investendo molto. Credo che alcuni risultati non tanto numerici, poi vedremo quelli che saranno a fine stagione tra ottobre e novembre, ma di immagine li stiamo ottenendo. Parlo di tutte quelle iniziative che sono passate sulle varie televisioni e radio nazionali.
In questo mese di maggio daremo l’ultima spinta facendo ulteriori investimenti sulle televisioni nazionali - Mediaset, La7, Rai - anche qui utilizzando degli per cercare di mantenere l’attenzione degli italiani su questa nostra bellissima regione. Quindi promozione e accoglienza.
E’ chiaro che noi promuoviamo, ma poi dobbiamo dare un messaggio di accoglienza forte. Bisogna riconoscere che il sistema dell’accoglienza privata, le strutture ricettive a 360°, tutte, dà delle buone risposte perché da una serie di verifiche pervenute a noi attraverso un’indagine, il 94% dei turisti italiani e stranieri che arrivano nella nostra regione ripartono soddisfatti per l’accoglienza, i paesaggi ed altro. Chiaramente questo è motivo di orgoglio per noi, ma soprattutto un buon esempio di recettività.
Poi abbiamo fatto la scelta come voi tutti sapete di fare un grande investimento con il bando che sta dando dei riscontri molto forti, hanno partecipato più di 320 imprese ricettive delle Marche, quindi alberghi ed altro, per un investimento complessivo di 45 milioni di euro. E' stata una scelta importante, che il Presidente in maniera chiara ha voluto fare, quella di aumentare la cifra iniziale messa a bando, era di circa 4 milioni, per un investimento forte sia all’interno che fuori dell’area del cratere.
Sulle aree del cratere apro una brevissima parentesi, per quanto riguarda le strutture ricettive, sono pervenuti 8 milioni di euro di richieste e credo che riusciremo a coprirle totalmente per una scelta politica nostra, tant’è che la Commissione sta esaminando prioritariamente le richieste delle strutture ricettive che sono nel cratere proprio per dare priorità e quindi un canale preferenziale a queste strutture.
L’accoglienza, ed entro nello specifico dell’interpellanza. Strategico è per noi il sistema e la percezione degli IAT regionali. Con grande franchezza dobbiamo dire che gli IAT fino a qualche tempo fa, fino a due anni fa circa, erano IAT non animati, ancora lo sono, però abbiamo dato una scossa in questo senso. Fino al 2015/2016 gli IAT avevano il personale regionale che faceva il massimo, che rispetto alle richieste si impegnava molto, però non riusciva a coprire le esigenze, perché era in numero limitato, che venivano dal sistema dell’accoglienza turistica, quindi dai turisti che arrivavano nella nostra regione.
Già dal 2016/2017/2018 abbiamo cominciato a intavolare un percorso con gli enti locali, quindi con i Comuni nei quali i nostri IAT regionali sono presenti, e dal 2017/2018 abbiamo investito, credo, 200.000 euro per garantire, quindi dando fondi ai Comuni, la presenza di personale non solo regionale con la possibilità di coprire in maniera importante, in particolar modo lungo la fascia costiera, fino alle ore 22,00/23,00, perché il turista durante la giornata, lungo la costa, ha altre situazioni, altre esigenze, il mare e quant’altro, poi magari esce dopo cena o poco prima di cena, quindi abbiamo voluto garantire in maniera forte questa fascia oraria. E' un impegno economico importante, prima ho detto sui 180/200 mila euro, adesso stiamo rifacendo i conti perché ripartiremo dal 10/15 giugno fino alla prima settimana di settembre e vorremmo garantire lo stesso sistema.
Devo dire che il nostro obiettivo è di dare entro la fine legislatura, soprattutto entro il 2019, questo messaggio forte con gli IAT animati e riprendendo le parole del Consigliere Celani, l’idea qual è? E’ quella di creare un sistema dove la parte pubblica possa essere contestualizzata anche nelle situazioni ed nella valorizzazione di progetti dedicati ai privati, quindi manifestazioni culturali, enogastronomiche e quant’altro. Lo IAT non dovrà essere, come ancora oggi è e come questo anno sarà, anche se come dicevo prima abbiamo aumentato le ore, il luogo dove il turista va lì soltanto per prendere la brochure e vedere quali sono gli eventi che si sviluppano nel territorio.
Credo che l’obiettivo non sarà semplice da raggiungere perché dobbiamo coniugare una serie di situazioni in relazione al personale e modificare la norma perché non dobbiamo dimenticarci che ad oggi c’è una legge che impedisce di inserire all’interno delle nostre strutture, dei nostri IAT, i privati. Se riuscissimo a compiere questa modifica fin da adesso o per lo meno entro l’anno la Regione potrà intervenire negli anni 2019/2020 con questo progetto che sta a cuore un po’ a tutti, cioè animare gli IAT rendendoli non un semplice strumento di scambio di informazioni e nient’altro.
Altra questione importante, un po’ più territoriale, è legata ad una delle città più importanti per l’accoglienza, per il turismo, San Benedetto del Tronto. Devo dire che prima delle festività pasquali c’è stata la richiesta di chiusura da parte dell’amministrazione comunale per lavori che non potevano essere procrastinati. All’inizio abbiamo risposto che per noi era difficile, poi alla fine abbiamo trovato un punto di equilibrio perché hanno dato una scadenza. Purtroppo non ho più seguito personalmente l’iter, non so se la riapertura alla scadenza c’è stata o meno, però è chiaro che San Benedetto del Tronto, come altre realtà forti della nostra regione, è un punto per noi molto importante.
Noi condividiamo insieme all’amministrazione comunale gli spazi dell'attuale IAT, in futuro dovremo vedere se lasciarlo in quel luogo oppure trovare in collaborazione con l’amministrazione comunale, sempre in stretto rapporto - credo che se c’è un giusto equilibrio tra le amministrazioni locali e la Regione Marche poi i risultati sono ancora più importanti - spazi diversi e quindi avvicinarlo un po’ più al centro dove c’è maggiore presenza turistica in quei tre mesi, tre mesi e mezzo.
Nel frattempo, sempre per essere corretti, vedremo come trovare le forme e i modi per creare dei punti di promozione con dei totem, come ricordava il Consigliere Celani, vedremo se riusciremo a creare dei punti di promozione diretta, senza la presenza di nessuno, ma piccoli totem, dove il turista può vedere quali sono le iniziative che avvengono, nello specifico, nella città di San Benedetto del Tronto.
In questo contesto dobbiamo dire che la promozione turistica deve essere sviluppata tenendo conto di tutti i nostri territori, a partire dalle zone montane, collinari, fino ad arrivare alla costa. Quindi la nostra promozione continuerà ad essere svolta in maniera forte, completa per la valorizzazione dei nostri bellissimi paesaggi. E' chiaro che oggi abbiamo in merito alle strutture ricettive delle aree del cratere una realtà particolare che, come dicevo prima, l’amministrazione vuole incentivare. Sapete tutti sapete meglio di me, tanti di voi sono stati in quei territori, chi c’è stato lo ha visto personalmente, ma anche chi non c’è potuto andare si rende conto, che quei territori (ascolano, fermano, maceratese e in maniera molto più blanda nella provincia di Ancona) sono molto carenti di strutture ricettive e questo è un grande e grave problema perché prima il sistema della ricettività permetteva nelle zone montane di avere presenza turistica, non solo di arrivi, ma anche di presenze. Oggi lavoriamo per far arrivare in quei territori i turisti e per vedere come superare quel gap che abbiamo con l’assenza delle strutture ricettive, perché ne sono rimaste veramente pochissime.
Il primo maggio con la famiglia sono stato a fare un giro nelle zone di Pievetorina, Muccia, Ussita, Visso e Castel Sant’Angelo sul Nera e devo dire che, al di là delle strutture di ristorazione, dei bar e quant’altro, che seppure allocati in spazi particolari sono funzionanti e lavorano perché ci sono visitatori, non ci sono più strutture ricettive e questo non permette di dare quel messaggio forte che noi vorremmo dare, quindi oltre agli arrivi anche una presenza di almeno una, due notti in quei territori, come accadeva prima del terremoto.
Diventa sempre più importante, indispensabile, avere e far arrivare presenze non solo di marchigiani, ma anche di turisti provenienti da altri luoghi e qui diventano strategici ed importanti, ed è questo che ripeto sempre, cultura e turismo, come diventa strategico questo ulteriore secondo anno di finanziamenti voluti dal Ministro Franceschini per le quattro Regioni colpite dal sisma che in maniera impropria oggi lo chiamo “Milleproroghe”.
Questo anno rispetto all’anno scorso abbiamo avuto più fondi, il Consigliere Celani lo ricordava, potremmo arrivare anche a 2 milioni di euro per una serie di spettacoli nelle aree ricomprese nel cratere.
In questo contesto e in questa cifra entrerà “Risorgimarche”, entrerà una serie di progetti che a nostro avviso deve servire per mantenere alta l’attenzione e l’asticella delle presenze dei turisti in questi territori.
Come Assessorato alla cultura stiamo elaborando un progetto che sarà di respiro per le aree del cratere, quei fondi dovranno e verranno utilizzati solo e soltanto per gli 87 Comuni colpiti dal sisma. Sicuramente sarà un bel messaggio che andremo a dare al territorio, di questi 2 milioni una parte minoritaria rispetto all’anno scorso la vorremo lasciare ai Comuni, quindi a progetti che arriveranno dai Comuni, anche perché l’anno scorso, essendo il primo anno, il Ministero non è stato molto rigido nel rispetto di questo decreto che prevedeva che i fondi fossero utilizzati, progettati e finanziati dai soggetti Fus. Questo anno cercheremo di ampliare questo tipo di discorso perché i soggetti Fus sono molto importanti per il nostro sistema, ma riteniamo che ci siano altre realtà, come ad esempio la lirica, il teatro, che possono dare una risposta forte.
Quindi, anche qui ci organizzeremo e vedremo come utilizzare una parte di questi fondi per promuovere lungo la costa e lungo le aree collinari, torno alla riflessione fatta dal Consigliere Celani, in maniera positiva e propositiva una brochure, un calendario di eventi che evidenzi anche quelli dell'area del cratere, proprio perché vogliamo creare questo connubio forte tra costa e montagna, soprattutto costa/area del cratere, per far si che questo progetto possa dare anche un respiro all'accoglienza turistica nelle aree montane.
L’interpellanza del Consigliere Celani ha un respiro regionale, si riporta ad una valutazione della città di San Benedetto, ma credo che comunque abbia permesso in maniera molto veloce, in maniera molto sommaria di far capire che l’obiettivo principale per quello che riguarda le strutture ricettive IAT, questi famosi punti informativi della regione Marche, è quello di farli diventare nel prossimo biennio 2019/2020 strategici per un'accoglienza sempre più qualificata, sempre più importante ed un coinvolgimento sempre maggiore dei privati all’interno di queste strutture.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Ringrazio l’Assessore Pieroni per l’excursus che ha fatto su un tema di importanza vitale, quello del turismo, dell’accoglienza e della promozione.
Accolgo positivamente la risposta nel senso che c’è un impegno da parte dell’Assessorato e della Regione a lavorare sulla trasformazione radicale dei nostri centri IAT.
Era un problema che avevamo affrontato da tempo e c’era l'impegno di lasciarli aperti nelle zone balneari fino a notte fonda, l’impegno a darli in gestione a strutture private, cosa fondamentale, non soltanto per i costi ma anche per l’animazione perchè il privato potendoli utilizzare come vetrina e potendoci commercializzare fa un discorso di interesse per tutti quanti.
Assessore, prendo atto positivamente delle sue dichiarazioni e vediamo di risolvere il problema di San Benedetto del Tronto perché la location dello IAT così com’è non è ottimale. Magari attraverso i suoi uffici può impegnarsi con l’amministrazione comunale per trovare una soluzione veloce all’interno della città, magari decentrarlo, come lo era fino all’anno scorso, a Porto d’Ascoli. Il lungomare è lungo 4 chilometri, prima c’erano due centri, uno importante a San Benedetto del Tronto e l’altro a Porto d’Ascoli, quest'ultimo è stato chiuso, era dell’amministrazione comunale però lo gestiva la Provincia, l’amministrazione comunale pagava il personale che vi lavorava mentre il resto veniva gestito dalla Provincia, poi con la riforma “Delrio” è saltato tutto, quindi la prego di contattare, tramite gli uffici, l’amministrazione di San Benedetto del Tronto per trovare una veloce soluzione su questa tematica. Grazie.

Mozione n. 244
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi
“Classificazione dell’ospedale Santa Croce di Fano come presidio ospedaliero di primo livello”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 244 dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Questa mozione è del 10 maggio 2017, più di un anno fa, per fortuna ci siamo fermati con la produzione di atti e a distanza di un anno stiamo smaltendo l’arretrato.
Purtroppo il Presidente Ceriscioli neanche oggi è in Aula e in materia sanitaria non si riesce ad avere un confronto politico in questa sede istituzionale, è stato presente questa mattina quando abbiamo parlato di dieta mediterranea e di fotografia ed ora che si parla di sanità non c’è.
Detto questo, voglio partire da alcuni dati che con molta fatica abbiamo ottenuto in queste settimane di accessi agli atti, interrogazioni ed altro. Li prendo dalla relazione del Servizio sull’attuazione del piano sanitario.
Il tasso di mortalità è al 12,2% ed è in aumento, l’invecchiamento dei marchigiani è in aumento, l’incidenza delle malattie croniche è in aumento, le cause di morte sono per il sistema circolatorio al 38%, per i tumori al 24%, per ischemia cardiaca al 13%, per malattie cerebro-vascolari al 10%, le dimissioni in mobilità passiva, visto qual è l’aspetto del cittadino marchigiano, in 5 anni hanno comportato una spesa per la Regione di 292 milioni di euro, 82 milioni di euro sono previsti per il solo 2018.
Abbiamo una mobilità passiva di 31.500 dimissioni di cui 11.000 per l’Area vasta 1 della provincia di Pesaro-Urbino, 18.700 sono le operazioni fatte in complessità bassa e medio bassa, quindi abbiamo una mobilità passiva per delle attività standard, non per l’eccellenza, i posti letto nell’Area vasta 1 sono 2,75 su una soglia di 3,7, tendenzialmente con le ultime delibere di Giunta regionale arriveranno a coprire un fattore 2,97 quindi siamo sottostimati, sottodimensionati, cosa che diciamo da anni, e non siamo sulla via di riportarci al pari.
Sulla lista d’attesa, una mammografia su visita programmata, ha un tempo d’attesa medio nell’aprile 2016 di 215 giorni, per un controllo mammografico abbiamo un tempo di attesa medio di 322 giorni, l’eco-color-doppler per una visita programmata ha una lista di attesa di 124 giorni di media e per la colonscopia 112 giorni.
Le visite ambulatoriali pubbliche negli ultimi anni sono stabili a circa 25.000, quelle private nell’ultimo anno, per l’Area vasta 1 sono raddoppiate, da 876 a 1.611.
I posti per i servizi territoriali sono insufficienti, mancano 1.500 posti per gli anziani, 600 posti per i disabili, per tutte le altre categorie oscilliamo nell’ordine di alcune centinaia.
Il budget di spesa è leggermente aumentato da 2.970.000.000 a 3.090. 000.000, i costi sono leggermente aumentati da 2.843. 000.000 a 2.933. 000.000.
Tutto questo per dire che, ad esempio, i ricoveri a Pesaro - Marche Nord sono stati 17.372 ricoveri, nella struttura fanese, e piano piano sto stringendo il cerchio, ci sono stati 14.736 ricoveri nel 2017, 16.000 a Macerata, 13.000 a Fermo, 10.000 a San Benedetto del Tronto, 12.000 ad Ascoli Piceno, in totale 198.000 ricoveri di cui nelle strutture private 30.000, pari al 15%.
Ora, secondo voi, con questi quattro dati snocciolati in tutta fretta la situazione sanitaria marchigiana è rassicurante o non è rassicurante? Siamo strutturalmente deficienti oppure no? Abbiamo una gestione accorta oppure no? Abbiamo un’efficacia nella gestione oppure no?
Voglio sapere se chi ha gestito la sanità pubblica nelle Marche in questi anni ha avuto dei premi, perché i dati ci dicono che abbiamo una mobilità passiva altissima, una lista di attesa altissima e una infrastruttura hardware, di strutture sanitarie in posti letti, insufficiente.
Anni fa non era così, quindi stiamo scendendo la china di una cattiva gestione e adesso si invoca l’ingresso del privato che vuole fare una clinica a Pesaro di 600 posti, poi ci sarà anche una partecipazione pubblica a questo, il privato non investe se non ha il suo tornaconto. In una situazione definita in cui la domanda e l’offerta erano equilibrate adesso si stanno squilibrando, delle responsabilità tecniche, gestionali e politiche sono evidenti.
Noi, tempo fa, presentammo una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente perché la sua campagna elettorale in parte era stata finanziata da strutture private ed adesso si parla di cliniche private da 600 posti.
Quella volta siamo stati zitti alla piccata replica dell’Assessore Casini, che parlò per voce del Presidente, ma aspettando i fatti, sono passati tre anni, purtroppo il quadro si sta ricomponendo, abbiamo delle strutture nell’entroterra che hanno perso la loro funzionalità, che sono vuote - siamo andati ad inaugurare una risonanza a Fossombrone in una struttura sottoutilizzata - e adesso si invoca il privato.
E' chiaro che se io creo disorganizzazione, disincentivo, riempio gli uffici, svuoto le corsie, non faccio manutenzione ai macchinari, presuppongo le condizioni idonee per l’ingresso del privato.
In poche parole penso di aver in maniera obiettiva, con i dati alla mano, ricostruito la situazione sanitaria marchigiana.
E' assurdo che una struttura come quella fanese sia stata depotenziata e in futuro lo sarà ancora di più, era il terzo ospedale marchigiano per numero di ricoveri.
Detto questo, apriamo un serio dibattito politico sul nuovo piano socio sanitario, il Presidente non continui a lasciare la sedia vuota di Consiglio in Consiglio quando si parla di sanità. Se fosse negli uffici qualcuno lo chiami che mi vorrei confrontare con lui.
Soprattutto ridiamo a livello strutturale l’importanza alle varie strutture esistenti e, come la mozione di un anno fa chiede, la struttura del Santa Croce di Fano deve avere piena funzionalità per il bacino di utenza che rappresenta, 17.000, mi sbaglio, 14.736 ricoveri nel 2017. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Rispondo per conto del Presidente. Vorrei ancora precisare che ogni volta viene enfatizzata la difficoltà del Presidente ad essere presente alle riunioni nel pomeriggio, se il Presidente non sta qui, Consigliere Fabbri, è perché ha un impegno particolare del tutto urgente che gli impedisce di esserci, ma risponde comunque alle interrogazioni ed alle mozioni che riguardano la sanità e i temi su cui viene interrogato. L'assenza del Presidente c'è stata solo qualche volta e se andiamo a vedere gli atti del Consiglio si renderà conto che nella stragrande maggioranza dei casi il Presidente risponde e se non c’è è perché impedito da motivi molto importanti.
Relativamente alla mozione da lei presentata che impegna a prevedere, presso l’ospedale Santa Croce, la presenza di tutti i servizi elencati nel decreto ministeriale n. 70/2015 per un presidio di primo livello, oltre a quelli già richiesti con la lettera inviata dal Sindaco del Comune di Fano in data 27 aprile 2017, erogati da soggetti pubblici, si esplicita quanto segue.
Con delibera di Giunta regionale 523/2018 è stato approvato dalla Giunta regionale lo schema di protocollo di intesa tra la Regione Marche e il Comune di Fano sull’assetto delle attività assistenziali della struttura ospedaliera Santa Croce dopo la realizzazione del nuovo ospedale dell’azienda ospedaliera “Marche Nord”, coerentemente con quanto previsto, come lei richiede, dal decreto ministeriale 70/2017.
Questa è la risposta che l’ufficio ha rilasciato e questa è la risposta che io le ho letto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Comprendo il Presidente che è impegnato in altre vicende.
Ho letto la mozione ed ho sentito l’intervento del Consigliere Fabbri che ha parlato di tutto lo scibile umano nel campo sanitario, non è che ogni occasione può essere buona per rimettere sul tavolo, in discussione, la sanità marchigiana complessivamente!
Una mozione dovrebbe essere puntuale ed anche il dibattito dovrebbe essere conseguente, non si può ogni volta tirare fuori tutto il dibattito sulla sanità, che è noto, sono note le posizioni, non è che ogni volta in Consiglio dobbiamo riparlarne, sennò è comprensibile che il Presidente abbia cose più interessanti e soprattutto più utili per la comunità che non dare sempre le stesse risposte dato che le domande sono sempre le stesse.
In merito alla sanità fortunatamente ci sono degli indici oggettivi di soggetti terzi che dicono altre cose rispetto a quelle che ha detto lei oggi, Consigliere Fabbri, e cioè che la sanità marchigiana fortunatamente, non tanto per l’amministrazione attuale ma per i cittadini marchigiani, è una di quelle che sta meglio in salute, sia da un punto di vista della qualità che degli investimenti.
Sul tema della sanità privata, anche qui è stata fatta una campagna di falsità in occasione della proposta di legge 145 anche se poi per noi fortunatamente è stata l’occasione, quindi dobbiamo ringraziarvi, per andare a recuperare i dati, come lei ama sottolineare, che dicono che la sanità pubblica marchigiana è ai massimi livelli, è tornata ai livelli di dieci anni fa, è tornata a fare i massimi investimenti, alle massime assunzioni ed al massimo budget.
Quindi dire che la sanità marchigiana è alla mercé dei privati è una falsità ad oggi, dopo tre anni di amministrazione, quindi uno non può dire avete fatto carne di porco della sanità pubblica perché sulla sanità pubblica si è tornati ad investire e si è tornati ad assumere, cosa che non avveniva da parecchio tempo.
Sulla riorganizzazione, anche qui, bisogna che fate pace con voi stessi, nel senso che continuamente in campagna elettorale avete detto che la sanità marchigiana, come ha ribadito oggi, è ai minimi termini secondo il vostro pensiero, ma ogni volta che qualcuno prova a mettere mano per migliorarla dite che è meglio lasciarla come era prima, quindi lasciare gli ospedali di comunità, lasciare gli ospedali com’erano, non fare nessun tipo di riorganizzazione. Allora dovete capire, noi l’abbiamo capito e spero che non ci sbagliamo, se volete lasciare tutto così com’è o se invece questa sanità, che come dite voi è fatta male, bisogna riorganizzarla, perché poi quando si va a riorganizzare - questo lo stiamo facendo su tutti i territori, e vado all’oggetto della mozione - l’ospedale unico non è che bisogna risparmiare per lasciare spazio ad altri soggetti, è esattamente il rovescio, riorganizzare le risorse in maniera tale che il personale venga meglio impegnato e a quel punto meglio riutilizzare anche i macchinari, magari si possono fare prestazioni anche di più alto livello in quei luoghi che dovrebbero dare risposte per gli acuti.
C’è tutto un altro mondo sanitario, di cui spesso ci si dimentica, che non è la sanità per acuti, ma tutto il corollario che le sta intorno che fortunatamente incide su un numero minore di cittadini. Grazie a Dio non tutti devono servirsi dell’ospedale per acuti, su quello si sta lavorando per riorganizzare perché il territorio marchigiano aveva ed ha molti ospedali che oggi forse non rispondono al meglio alle necessità mentre oggi dà poche risposte a quel mondo che c’è tra l’ospedale per acuti e lo stare a casa. Quindi su questo ci stiamo riorganizzando.
Non è che ogni volta si può tornare a discutere di questo, perché una volta lo chiamiamo Fano, una volta lo chiamiamo Amandola, una volta lo chiamiamo Montecosaro, una volta non so come lo chiamiamo, ma il tema è sempre questo e ci giriamo intorno.
Adesso se per l’azienda sanitaria Pesaro Marche Nord i Sindaci hanno finalmente deciso come riorganizzarla, si porterà lì un ospedale di secondo livello, dire che ci vuole un ospedale di secondo livello ed anche un ospedale di primo livello, e poi non so cos’altro, mi sembra di andare un po’ oltre quella che è una richiesta normale di un territorio. Ce ne sono altri che i numeri del decreto Balduzzi stabiliscono, non è che uno può chiedere tutto, il secondo, il primo, l'ospedale di base ed altro perché i numeri dicono quello e il problema è solo riorganizzarlo.
La linea che stiamo dando, attraverso il Presidente e la Giunta, è quella che ho appena detto, quindi, ripeto, comprendo il vostro disaccordo ma se ogni settimana ne torniamo a parlare non facciamo passi in avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire ma l'intervento del Consigliere Micucci ha stimolato un po’ il dibattito.
Credo che un minimo di dignità sia obbligatoria perché anche se sembra che la nostra intelligenza abbia un limite, ecco che arriva l’onnisciente, è arrivato il Presidente.
Non volevo dire questo, Consigliere Micucci, il problema è che questa sanità nella Regione occupa economicamente l’80% del bilancio, perciò è un problema sentito dalla comunità, questo è il problema! Non voglio inventarmi niente, ma è un problema sentito al punto tale che le persone si recano presso un ente della sanità per fare delle visite e si sentono dire che si devono ripresentare dopo un anno. Le statistiche che voi dite sono quelle del decreto Lorenzin, sono i 43 esami che rispondono automaticamente al decreto Lorenzin, e certo lì siamo dentro la media, ma perché non andiamo a prendere tutti gli altri esami che vengono prenotati dopo un anno e mezzo? Questo è il problema!
La nostra comunità marchigiana sente questo problema, ma per voi del Partito Democratico il problema non c’è, perché l’Assessore alla sanità non c’è in questa Regione, perché questo Assessorato è stato preso ad interim dal Presidente, ma se il Presidente ha i suoi impegni istituzionali come fa? Penso che non sia una persona fuori dalla norma, perché se lo potrebbe si sdoppierebbe, un giorno fa l’Assessore e nello stesso tempo fa il Presidente della Regione, ma siccome non è così ed è una persona di carne ed ossa, come tutti i comuni mortali, allora c’è un problema! Per voi non c’è, però i marchigiani vedono che c’è un problema. A noi interessa, Consigliere Micucci, che i marchigiani vedano che c’è un problema e questo l’hanno visto molto bene e questo ci soddisfa perché prima o poi succederà qualcosa!
Questo è il problema, è inutile che dite che il problema non c’è, sulla sanità c’è un problema di funzioni, c’è il problema dell’entroterra marchigiano in cui non ci sono i servizi, i problemi ci sono.
L’ho voluto ribadire perché lei enfatizza e dice che non ci sono problemi, io le ho voluto ricordare che parecchi marchigiani si lamentano di questo problema, si lamentano delle cose non vanno bene, come le sappiamo noi, lei deve essere talmente onesto da ammettere che anche i vostri elettori vi dicono che esistono dei problemi nel mondo della sanità.
Questa è una considerazione onesta della quale bisogna prenderne atto, chi ricorda questo problema della sanità, se non tutte le volte che si svolge il Consiglio, ma in modo anche frequente, fa bene perché tiene il dibattito politico vivo e aperto, perché le dimenticanze non servono.
Non dimentichiamoci che il problema della sanità esiste, io sto in una città capoluogo di Regione nel quale i nostri cittadini sono costretti ad andare al pronto soccorso di Torrette e stare in attesa 8/10 ore per essere visitati. Quindi nella città di Ancona vuol dire che c’è il problema del pronto soccorso, probabilmente ne serve un altro, ma la scelta del Partito Democratico non è stata questa, è stata quella di fare negli ospedali riuniti di Torrette un pronto soccorso di interesse regionale ed anche il pronto soccorso degli anconetani, mica l’ho deciso io, non ho mai governato questa città, né la mia forza politica né tanto meno gli altri che fanno opposizione, l’avete sempre governata voi. Sono state fatte delle scelte sbagliate che andrebbero corrette, però non è questa la strada.
Vogliamo soltanto per dignità politica ristabilire una discussione che non può andare, secondo noi, in un senso unico, ma deve fotografare la realtà e la realtà è questa: ci sono problemi nei territori per quanto riguarda la sanità. C'è il problema delle liste d’attesa, non quelle statisticamente indicate dal Ministro Lorenzin, quelle le sappiamo, su quelle non vogliamo una risposta perché lì le risposte vanno bene, è sulle altre, sulle patologie gravi a cui non sono garantiti esami immediati, su quelle noi vogliamo discutere e purtroppo avremmo ragione, non la vorremmo avere sul problema della sanità, però purtroppo ce l’abbiamo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La mozione presentata tocca un po’ tutti noi, tocca il sistema sanitario ed allora voglio fare alcune valutazioni ed alcune riflessioni.
Intanto voglio ricordare al Consigliere Zaffiri che all’epoca della scelta di trasferire tutto a Torrette le forze politiche presenti in Aula ce ne erano ben poche, perché è stata una scelta della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista che governavano, quindi noi siamo corresponsabili di questa scelta che credo sia stata giusta.
E’ chiaro che l’ospedale di Torrette essendo un ospedale regionale si sovraccarica di tante situazioni e al pronto soccorso sono evidenti i problemi legati all'attesa.
Ogni volta che parliamo sento sempre toccare delle problematiche, in parte giustamente, che ci stanno tutte e che ormai ci diciamo da 20 anni, ad esempio delle liste d’attesa perché questo fa comodo a chi vuole tenere alta l’asticella della negatività nella nostra regione, però almeno da questi banchi un po’ di onestà intellettuale deve emergere perché la sanità nella regione Marche ha numerose eccellenze e noi non possiamo evidenziare solo i problemi.
L’ospedale di Torrette, non lo dico qui, ha tantissime eccellenze, dalla cardiologia, fino all’ortopedia, tutta una serie di situazioni, poi c’è tutto il sistema sanitario che va sempre curato, che va sempre attenzionato, che, non nascondiamoci, abbisogna sempre di personale anche se in questi ultimi due anni - credo che questa sia una nota scontata, ma è giusto dirla - c’è stata una accelerazione nelle assunzioni o per lo meno la stabilizzazione di tutto il precariato che c’era.
Penso che il sistema sanitario, con tutte le criticità, con tutte le problematiche che per quanto mi riguarda non cerco di non evidenziare, dia un servizio abbastanza importante a tutti.
E’ chiaro che la scommessa politica tutti insieme l’avremo in questo anno e mezzo che abbiamo davanti in cui dovremo discutere del nuovo piano socio sanitario perché è ormai chiara la volontà di fare un piano sanitario che si riconosca nelle scelte di questa maggioranza.
Possiamo dire che siamo arrivati un po’ troppo lunghi, potrebbe anche essere questo, però in realtà l’obiettivo vero è quello di lasciare entro il 2020 un messaggio forte, il piano socio sanitario e lì ci confronteremo tutti sulle scelte programmatiche dei prossimi 8 se non 10 anni e credo che questo sia il vero messaggio che deve partire da quest’Aula.
Ho sentito il Consigliere Fabbri, a cui riconosco sempre una attenzione particolare, dire che un sistema di risonanza in una realtà di una struttura - la stessa situazione l’abbiamo a Loreto, come ospedale di territorio - non sia importante per dare un messaggio forte, per rendere attivo e partecipato dal punto di vista sanitario un territorio. Oggi anche queste nostre strutture abbisognano di una diagnostica avanzata perché non sono, lo ricordava il Consigliere Micucci prima, tutti acuti, fortunatamente le problematiche per acuti sono molto di meno, sono un 30% rispetto al 65/70% della richiesta che arriva dalla popolazione più o meno giovane, con cronicità o senza.
Quindi credo che la sanità, lo dico io che ho vissuto una serie di conflitti con Recanati, quando tra Loreto e Recanati si parlava di istituire l’Asl e alla fine non l’abbiamo fatta né a Loreto, né a Recanati, quindi è stato perso questo nuovo ospedale, debba dare anche le risposte ai malati acuti ed anche a chi ha esigenze diverse.
Dobbiamo impegnarci sempre di più, questo è vero, per diminuire le liste d’attesa, questo è un messaggio forte, non semplice e da chi dice sempre: “Ci sono lunghe liste d’attesa” non mi sembra di aver sentito proposte, perché dire che ci sono le liste d’attesa va bene, ma bisogna anche proporre soluzioni, ad oggi in questi tre anni io non ho sentito una parola, un consiglio su come superarle, al di là di alcune estemporaneità sui territori e altro. Però c’è un piccolo particolare, i medici lavorano fino ad un certo orario, hanno giustamente il loro orario certo, però non è proprio così! Il Consigliere Fabbri che conosce bene il sistema sa bene che non possiamo, “sine qua die”, assumere tutti i medici che vogliamo. Il privato lavora il sabato, la notte, la domenica, sempre e questo ci fa tornare al ragionamento su cui ci sono state le giuste attenzioni, secondo me un po’ troppo pompate politicamente ed anche esasperate, però lì vedremo come andrà a finire.
Sparare sulla sanità è molto semplice, fare le proposte è un po’ più difficile, però io sono convinto che quando parleremo del piano sanitario, come ripeto sempre spero di essere ancora qui, facendo i dovuti scongiuri, vedremo le proposte che arriveranno dai banchi dell’opposizione rispetto alla proposta che giustamente la maggioranza deve fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Stavo interpellando direttamente il Presidente perché mi è venuto un dubbio su questa mozione che sinceramente non ho capito, perché nella mozione si parla ad un certo punto di prevedere presso l’ospedale la presenza di tutti i servizi elencati per un presidio di primo livello, cioè l’introduzione di questa parola mi sembra di capire che ..., a parte il fatto che potremo votarla o non votarla cambia poco la realtà perché non è che con una mozione possiamo cambiare l’organizzazione sanitaria della regione, ma se noi parliamo di primo livello per Fano, Fano è o no dentro l’azienda ospedaliera Marche Nord, che è di secondo livello? Mi sbaglio? Di conseguenza se quello è al primo anche Pesaro diventa primo, oppure Fano è primo e diventa una succursale di Pesaro che diventa secondo, poi che fine fa Urbino che è base? Primo livello? Non può stare un secondo, primo livello nella stessa Asur.
Sono contento perché se Pesaro cala Macerata cresce, però al di là di questo in Commissione tutti d’accordo - non so se proprio tutti - abbiamo votato parere favorevole alla distribuzione dei posti letto e li abbiamo dati esclusivamente a Pesaro ed a Fermo che erano oggettivamente indietro rispetto alle altre province ed abbiamo visto anche che Ancona a conti fatti non è poi così in su rispetto alle altre perché togliendo la quota di Torrette tutto sommato anche l’Asur 2 ormai è in una posizione di equilibrio, l’unica squilibrata è Ascoli, quella che forse ha qualcosa in più perché gli sono rimasti due ospedali abbastanza grossi. Chiedo questa come prima cosa.
La seconda, l'Assessore Pieroni, che mi trovo per la seconda volta in questa seduta a sostenere da vicino, ha fatto un discorso da vecchio politico perché il discorso nuovo è quello di colui che spara sul mucchio, dice un sacco di stupidaggini e come ha detto giustamente non offre soluzioni, perché se c’è una cosa sbagliata è che in genere rispetto ad una situazione in cui nella pubblica amministrazione c’è un arretrato, che sia le pratiche di pensione o le liste d’attesa, è assumere nuovo personale. E' la cosa più sbagliata, perché prima di tutti incentiva a lavorare sempre meno perché si dice: “Se si ammucchiano cose da fare l’amministrazione assume più persone”, può darsi pure che alla fine sia quello il risultato, non lo escludo, ma la prima cosa da fare è capire perché si è formato quell’arretrato, capire perché e per come negli anni non si sia riusciti nonostante una serie di tentativi a risolverlo.
Qui mi fermo perché non voglio essere denunciato e non voglio scavalcare i 5 Stelle nell’empireo, perché voi non siete scavalcati né a destra né a sinistra ma in cielo, le stelle stanno in cielo, non vorrei superare tutte le stratosfere e superarvi.
Se vogliamo cominciare a fare un discorso serio - ringraziando noi in Commissione ancora c’è la segretezza, perché voi volevate fare le sedute pubbliche - in una seduta della IV Commissione, con il Presidente, con tutti i capigruppo, possiamo cominciare a parlare seriamente di questa cosa perché dovremo affrontarla, e voi dovrete studiarla bene se vi volete preparare ad essere la futura guida di questa Regione. Non lo so, noi faremo di tutto affinché questo non avvenga, ma se dovete esserlo dovete sapere che il primo problema che avrete è questo e, dopo aver sparato sul mucchio per anni ed anni dicendo che questo si risolve subito, avrete non dieci fucili puntati come noi, ma dieci più altri cento perché ci uniremo ai soliti anche noi e vi diremo: “Avete detto che si poteva risolvere!”
Non è così, lo dico con grande sincerità perché il vero problema l’ha accennato l’Assessore Pieroni dicendo: come facciamo a far lavorare in un certo modo il personale esistente? Lui viene da una città, il Comune di Loreto, che ha un ospedale che fa un certo tipo di servizio di diagnostica fino a mezzanotte, il sabato e la domenica, quindi ha messo in moto un meccanismo di questo tipo che per esempio nella mia città non è stato possibile fare. Perché a Loreto si e a Recanati no? Questo sarebbe interessante capirlo, non trovare o dire che c’è una soluzione facile perché poi assumere 1.000 persone in più, perché queste dovrebbero essere, comporterebbero 1.000 stipendi in più e dove li andiamo a trovare? Magari ci fossero! Sembrerebbe paradossalmente che qui ci sia una manica di deficienti che sapendo ed avendo i soldi per poter trovare la soluzione non la mettono in atto, ma saremo proprio stupidi? Questo non ce lo potete dire perché sarebbe tutto l’interesse di questa maggioranza e di questa Giunta se c’è una soluzione così facile trovarla, non c’è una soluzione facile.
C’è un altro tipo di ragionamento sul quale il Movimento 5 Stelle potrebbe superare sè stesso nell’empireo facendo le denunce, ma le denunce sono scomode, mentre parlare di vitalizi è facile, di questo tutti sono convinti, ma cominciare a toccare certi interessi, certe lobby …, sulle quali la Giunta si sta impegnando seriamente, se rimango qui, e ci rimarrò fino al 2020, è perché vedo questa sincerità e questo impegno e pezzo per pezzo sta cercando di smontare determinati castelli che si sono costruiti negli anni, e non è facile.
Credo invece che sarebbe interessante che tutti, ecco perché propongo questa Commissione segretissima, neanche i funzionari, via gli addetti dei gruppi, solo noi Consiglieri regionali, facciamo un bel ragionamento con nomi e cognomi, con situazioni concrete, con ospedali concreti, perché da quando c’è il Cup qualche cosa come dato oggettivo ce l’abbiamo e potremmo farci una domanda: perché in qualche struttura si fanno in una serata 30 ecografie e in qualche altra se ne fanno 300? Ce la possiamo fare questa domanda? Vogliamo mettere in confronto qualche prestazione tra l’intramoenia e con l’extramoenia? Tanto per essere chiari.
Cominciamo a mettere mano su quello e a quel punto cominciamo a presentare mozioni che dicano alla Giunta che tutto il Consiglio è con lei perché su questo argomento una volta per tutte determinati comportamenti siano scardinati.
Questa è una cosa seria, molto difficile ma seria, perché bisogna mettersi decisamente contro qualcuno e anche contro determinati comportamenti perché quello che abbiamo fatto sulla mozione dei medici di medicina generale, mi raccomando non ce la scordiamo questa cosa della loro formazione, se veramente vogliamo nei nuovi medici di medicina generale una nuova generazione da educare con una medicina dei territori integrata con le case della salute e con gli ospedali di comunità portando dentro questi nostri amatissimi convenzionati al 100% perché non vogliono essere chiamati dipendenti, ma di fatto lo sono perché sono convenzionati al 100%. Dovrebbero cominciare seriamente a prendere in considerazione la diagnostica e alleggerire lì si tutte le strutture che abbiamo presso gli ospedali e allora molto meno in pronto soccorso, molto meno in radiologia o ecografia, molto meno in altre strutture perché? Perché i medici di medicina generale, come già in Francia e Germania fanno da decenni, fanno un piccolo prelievo, fanno una ecografia, fanno un elettrocardiogramma, fanno quelle cose, tolgono una punta di spillo che si è infilata sotto il piede, che invece facciamo presso il pronto soccorso di Torrette, visto con i miei occhi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Abbiamo allargato il dibattito alla sanità anche se la mozione dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi riguarda esplicitamente il Santa Croce.
Consigliere Fabbri, credo che lo debba venire a raccontare alla città di Fano che vuol declassare l’ospedale da secondo a primo livello, perché questo c’è scritto nella mozione.
Nella mozione c’è scritto che oggi Fano e Pesaro hanno una azienda ospedaliera, su cui dirò qualcosa rispetto al lavoro che è stato fatto in questi ultimi anni, che è una struttura ospedaliera di secondo livello e che lei con la mozione vuole trasformare in un presidio ospedaliero di primo livello, con tutto ciò che ne consegue perché avere un ospedale di secondo livello ha determinate prestazioni di tipo sanitario, mentre quello di primo livello ha prestazioni di tipo sanitario di ordine sicuramente più basso.
Ora, credo che tutti i ragionamenti che stiamo facendo debbano essere fatti all’interno del quadro dentro il quale tutti quanti siamo costretti a muoverci, a partire dal Presidente della Regione Marche che ricopre la delega alla sanità, ma questo schema, questa cornice, riguarda tutto il sistema sanitario nazionale ed è il d.m. 70 che dà delle regole, dei parametri che tutti quanti dobbiamo rispettare.
Quando si dice per fare prestazioni in più basta assumere, non è così, Consigliere Maggi, perché con il piano delle assunzioni, che è stato fatto, la Regione Marche ha assunto in questi due anni e mezzo 1.200 persone e per quello che riguarda Marche Nord sono state assunte 130 persone. E' stato fatto nel rispetto delle normative nazionali del d.m. 70, tenuto conto che la Regione Marche ha i parametri a posto ed ha i conti in ordine, altrimenti quelle 1.200 assunzioni non avrebbe potute farle. E' chiaro questo? Facendo demagogia si vincono le elezioni il 4 marzo, ma il giorno dopo c'è il problema di governare i processi. E’ chiaro?
Bisogna stare dentro le regole che valgono per me, per il Presidente Ceriscioli, per i Consiglieri Fabbri, Maggi e Zaffiri, valgono per tutti. Valgono per la Lombardia, valgono per l’Emilia Romagna, per la Campania, valgono per tutti e allora il livello di assunzioni sta dentro quei parametri e dentro quei parametri si è potuto farle perché la Regione Marche ha i conti a posto.
Dopodiché questo processo di riorganizzazione di carattere generale non riguarda Marche Nord, Fano e Pesaro, ma riguarda San Benedetto e Ascoli, riguarda Civitanova Marche e Macerata, c’è un processo di riorganizzazione di tutto il sistema sanitario regionale che ovviamente ha un suo rilievo ed una sua importanza.
Per fare un passo indietro, l’azienda ospedaliera Marche Nord è nata 10 anni fa, nel 2008, con una legge che è stata votata da questo Consiglio regionale, da quest’Aula, che prevedeva la nascita di una azienda ospedaliera e una serie di integrazioni andando verso un processo di integrazione tra due ospedali, quello di Fano e quello di Pesaro, quindi di due reparti, piano, piano uno, di due primari, piano, piano uno.
Questo lavoro è stato gradualmente fatto, si è arrivati all’integrazione, ormai possiamo dire, quasi completa, la cosa che manca è la nuova struttura. Probabilmente chi ha governato prima di noi aveva dato il via al processo di integrazione, ma non aveva dato il via al processo di realizzazione della nuova struttura, cosa che invece è stata fatta in questa legislatura.
Ora è chiaro che andare verso una nuova struttura comporterà di avere un ospedale più moderno, sicuramente più efficiente, meno disagi per i cittadini A me capita di andare in ospedale, purtroppo anche recentemente per motivi familiari, non so se capita anche a voi, ma i medici e gli operatori sanitari che frequento mi dicono tutti: “Sbrigatevi, fate in fretta, non ce la facciamo più ad operare in questo modo. Fate in fretta a realizzare la nuova struttura”. Dopodiché le critiche le possiamo fare. Va tutto bene? Sicuramente no, si può migliorare? Sicuramente si, si può fare meglio. Però guardate che quando si spara sul sistema a volte bisogna guardarsi anche attorno perché a me dieci giorni fa è capitato di andare a Milano, non a Vibo Valentia, in un importante azienda ospedaliera alle 21,30 di sera, evito di fare il nome, e quando dico importante è importante, e c'erano due medici al pronto soccorso, a Fano ce ne sono tre di servizio, due medici in una delle aziende ospedaliere di Milano. Va bene? E ci siamo sentiti rispondere: “Forse è meglio che torni domani mattina perché di notte non c’è il neurologo, né l’otorino. Venga domani mattina oppure se vuole aspetti nella sala d’attesa, oppure se non ce la fa più la mettiamo in una barella”.
Si fa presto a criticare, si fa presto a dire, poi bisogna guardare anche che cosa abbiamo di fianco.
Ora, Consigliere Fabbri, non so dove lei ha sognato la storia della clinica privata con 600 posti letto, forse l’ha sognata di notte ed ha avuto un incubo, perché l’accordo che è stato deliberato dalla Regione Marche e dal Comune di Fano prevede una serie di servizi che dovranno rimanere al Santa Croce, anche dopo la realizzazione del nuovo ospedale, gestiti da Marche Nord, gestiti direttamente dallo stesso personale che è nella nuova struttura, che prevede il pronto soccorso con tutti i codici colore, la chirurgia d’emergenza, la medicina d’urgenza, la diagnostica, i punti prelievo e una serie di altri servizi, compreso il day hospital oncologico e la break unit. Tutti quei servizi di cui il cittadino ha bisogno quotidianamente, compresa la parte dell’emergenza.
Questo per dire che il Santa Croce continuerà ad erogare servizi, non solo a Fano ma anche ai territori che gravitano su Fano, anche dopo l’apertura del nuovo ospedale, della nuova struttura e questi servizi saranno gestiti dall’azienda ospedaliera, per evitare che ci sia uno scollamento fra l’Area vasta che gestisce dei servizi che sono più territoriali o quelli degli altri ospedali piuttosto che dell’ospedale. Quindi è la stessa direzione, la stessa azienda che gestirà questi tipi di servizi.
Il protocollo prevede la possibilità di costruire su Fano una clinica privata che non abbia maggiori costi, ma che abbia come obiettivo il recupero della mobilità passiva che oggi stiamo pagando extra regione, sarà finanziata con quelle modalità, con il recupero della mobilità passiva e stiamo parlando di 50 posti letto non 600, come ha detto lei, perché 600 posti letto non ci sono. Lei lo sa bene che nel riparto sanitario che ha fatto la Giunta insieme alla Commissione sono stati nuovamente suddivisi, dopo una serie di recuperi, di rivisitazioni, di approfondimenti, mi pare 180 posti letto nel suo complesso a livello regionale, quindi nella clinica privata saranno 50, eventualmente incrementabili se funzionerà, quindi la mobilità passiva andrà ad ulteriore recupero.
Credo che le cose da dire siano tante altre, non voglio aggiungere molto, ma nel mentre voglio aggiungere questa cosa, la sanità della Regione Marche privata è all’11,8%, contro il 18,8% della media nazionale, contro il 29% della Lombardia, che è la prima a livello nazionale.
Il territorio di confine del nord delle Marche non ha un sistema privato, come hanno tutte le altre province delle Marche, perché mi pare che Ancona ne abbia due, ce l’ha Ascoli, ce l’ha Macerata e ce l’ha Fermo, se su questo territorio si fa un investimento per recuperare la mobilità passiva credo che sia nell’interesse della comunità e nell’interesse di tutto il sistema sanitario nazionale, peraltro la Lombardia non mi pare che sia in questo momento governata dal centro-sinistra, anzi forse è governata da una forza politica con cui lei si accinge a fare un accordo a livello nazionale.
Su Marche Nord posso sottolineare soltanto alcune cose: in questi tre anni sono stati fatti 30 milioni di investimenti, il budget in questi tre anni è aumentato di 10 milioni, quindi sono aumentate le prestazioni ed è aumentata l’efficienza e la direzione sta facendo sicuramente un ottimo lavoro, come ho detto prima, sono aumentate 130 unità nel calcolo complessivo delle 1.200 persone che sono state assunte su tutta la regione Marche, sono stati fatti investimenti, il polo endoscopico, le sale operatorie, eccetera.
Ora è chiaro che l’obiettivo è fare una nuova struttura, che sicuramente sarà un po’ meno comoda dal punto di vista logistico per i cittadini, ma guardate, qui ci sono colleghi che vengono dalla mia provincia e vengono dalla aree interne, quando c’è stata la discussione se fare l’ospedale a Muraglia, a Fosso Sejore, a Case bruciate piuttosto che a Chiaruccia, dai Comuni delle aree interne ci guardavano come dei fantasmi perché nelle aree interne c’è un altro problema che è quello di attivare dei servizi che a volte sono carenti. A Fano e Pesaro si parlava di fare tre chilometri in più o tre chilometri in meno per arrivare al nuovo presidio ospedaliero, io preferisco avere un ospedale efficiente, che mi dia delle risposte, evitando di prendere il treno o la macchina per andare fuori, che mi dia una risposta dal punto di vista sanitario efficiente ed efficace. Ho bisogno di medici che mi curino non nell’ospedale a 50 metri da casa, ho bisogno di medici di una struttura che mi curino.
Un ospedale di secondo livello ci dà sicuramente maggiori garanzie rispetto a quello che vuol fare lei, Consigliere Fabbri, facendo un ospedale declassato di primo livello e credo che sia una risposta a tutta la comunità.
Ovviamente sono contro la mozione che è stata presentata perché non potrei mai immaginare di declassare l’ospedale della città dove vivo, il protocollo è stato il frutto di un lavoro non semplice fra la Regione e il Comune di Fano e non nascondo di aver contribuito a cercare di fare avvicinare il più possibile le posizioni fra le parti ed è stato deliberato dal Comune di Fano ancor prima che dalla Giunta regionale, tant’è che il Presidente ha dato atto, su quello che era stato un preaccordo sulla parola predisposto, che avrebbe deliberato lo stesso testo pervenuto dal Comune di Fano, quindi da questo punto di vista possiamo dire che c’è una sintesi a cui si è pervenuti con difficoltà e fatica, che prevede risorse da investire sulla viabilità, prevede la realizzazione di una Rsa, prevede anche altre cose oltre al sistema sanitario.
Il presidio ospedaliero Santa Croce rimane aperto, come mi ricorda l’Assessore Pieroni, con i servizi che ho detto prima, cioè: pronto soccorso, diagnostica, laboratori analisi, “break unit, day hospital” oncologico. Da quando sarà realizzata la nuova struttura, fino alla realizzazione del nuovo ospedale, fino a che non partirà la nuova struttura, il Santa Croce rimarrà organizzato così com’è.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Voglio dire, come il Consigliere Zaffiri, che siete stimolanti, quasi lassativi negli interventi.
In questo dibattito mi si è aperto uno squarcio, di solito lo squarcio che si apre è di sereno, invece qui si apre uno squarcio incombente, scuro, nero e nuvoloso. Ho sentito delle cose incredibili e le riassumo velocemente.
Non c’è possibilità di migliorare perché inevitabilmente è così, non si può assumere personale per soddisfare le strutture perché poi andiamo a sforare i conti e quello che è più importante della salute della gente è rispettare i parametri, i conti, poi se la gente aspetta 6, 8, 10 mesi, questo è un problema secondario rispetto al pareggio dei conti ed alla Regione virtuosa.
Ad esempio costruisco pentole ed ho una richiesta continua di pentole, faccio un altro macchinario, apro un capannone nuovo, assumo altre persone e costruisco ancora pentole. Nella sanità, e non sono io, siete voi che dite che va tutto bene, che funziona bene, apprezzo le difese d’ufficio anche dell’Assessore Pieroni che dal turismo passa con grande disinvoltura alla sanità, io sento la gente, la protesta della gente sta montando, sento gli operatori sanitari che sono sottoposti a turni massacranti (blocchi operatori, medici, strutture sanitarie).
Allora il concetto di “va bene” o “va male” secondo me è molto elastico ed ha un confine che viene spostato di volta in volta a seconda di come fa più comodo, oppure io ho un concetto di efficienza che è diverso dal vostro.
Non riesco a capire questa ineluttabile condanna alla lista d’attesa lunga perché in altri modi non c’è possibilità di rimediare, e poi da questo corollario viene fuori una dichiarazione del Consigliere Marconi che è di una gravità inaudita. Consigliere lei ha detto che si sa come funzionano le cose e bisogna star zitti perché è scomodo e un giorno nella Commissione a porte chiuse verrà fuori tutto. Apprezzo anche questo coraggio, ma questa è una dichiarazione di una gravità inaudita!
Si rappresenta una situazione che non si può toccare perché comunque c’è del personale medico, paramedico, non so, che nel momento in cui si richiama al proprio dovere, alla salute dei cittadini, insorge e crea delle conseguenze che potrebbero essere peggiori del disservizio che esiste attualmente. Ma vi rendete conto di quanto è stato detto in quest’Aula?
A questo punto c’è una concezione completamente diversa, se le persone fanno una ritorsione, non c’è un dirigente, non c’è una persona sopra di loro che le prenda per un orecchio e le sbatta fuori invece che sottostare a questo tipo di ricatto? Qui c’è qualcosa che non funziona, qui non parliamo di pentole, qui c’è di mezzo la salute della gente e il benessere delle persone e delle famiglie. Trasecolo di fronte a queste dichiarazioni che vengono fatte in quest’Aula.
Probabilmente non capisco come funziona la politica, però se la politica funziona così non mi piace affatto, da una parte c’è quasi l’ineluttabilità, queste cose vanno prese e sono di difficile soluzione, dall’altra non ci si può muovere perché qualcuno potrebbe adirarsi e quindi bisogna sottostare ad un ricatto di quel qualcuno che nel momento in cui si denuncia, in quanto, non fa il proprio dovere, potrebbe mettere ancora più i bastoni fra le ruote e azzoppare una sanità che già è azzoppata.
Tutte queste chiacchiere che si fanno in quest’Aula sono per carità dissertazioni dotte, percentuali che vengono fornite, percentuali che sono sotto la media nazionale, ma qui signori miei stiamo discutendo della sofferenza e del benessere della gente!
Se la politica si è ridotta a questo punto, che valgono più i numeri che la salute e il benessere della gente è una politica destinata a implodere, è una politica che non svolge la propria funzione.
Sono intervenuto perché basito da quello che ho sentito in quest’Aula, quando farete la riunione della Commissione sanità a porte chiuse, quella che ha auspicato il Consigliere Marconi, invitatemi perché voglio ancora di più sbalordirmi e a quel punto non starò zitto, non ho scheletri nell’armadio, non devo difendere nessuno, non ho qualcuno che mi ricatta e se lo denuncio mi mette in cattiva luce. Con tutto il rispetto che ho per il Consigliere Marconi questa dichiarazione non me l’aspettavo, lui è sempre molto misurato, è sempre molto attento a non andare fuori dalle istituzioni, ha fatto una dichiarazione che mi ha fatto rizzare i capelli in testa che non ho, quindi invitatemi ed usatemi a questo punto per denunciare coloro che vanno denunciati e di cui voi avete paura, fate così, io ci sto!

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Vado piano così chi verbalizza può prendere nota. Primo, non ho parlato di ricatto e non ho detto che nessuno è sotto ricatto, io ho parlato di sistema, ho parlato di una ordinaria riunione della Commissione sanità ed ho detto che grazie a noi non è pubblica, perché in quella riunione uno può essere più libero di esprimere opinioni che riguardano il sistema ed io dichiaro in quest’Aula che sono pronto a votare e ad assumere qualsiasi decisione che vada contro l’attuale sistema che produce questo tipo di disfunzioni anche se alcune cose io non le posso rimediare però voi non le dite!
Voi non dite una parola contro l’intramoenia e io le dico, voi non dite una parola contro un sistema che fa si che il coinvolgimento dei medici di medicina generale dei territori, nonostante la nuova legge lo preveda, sia solo facoltativo. Queste sono due cose che a mio giudizio, Presidente, poi se mi sbaglio sono il primo a dire: mi sbaglio, debbono essere messe in conto nei modi dovuti perché questi sono privilegi per alcuni aspetti anche pesanti. Non è possibile andare avanti con questo tipo di sistema, perché non andiamo da nessuna parte, non è moltiplicando il numero dei medici che fanno anche l’intramoenia, sull’extramoenia nulla questio, né mantenendo un sistema in base al quale i medici di medicina generale, sicuramente oberati, non accettano di diventare sistema.
Come vede Consigliere Maggi mi sto mettendo contro migliaia di persone, io queste cose le dico e le dico a favore dei cittadini perché sono convinto che questa sia la soluzione che l’Assessore Pieroni invocava, lui queste cose non le ha dette, ma le dico io, perché verso questo sistema dobbiamo andare e sono anche convinto che questo farà bene anche ai signori medici, ma se non tocchiamo questo tipo di cose, e questo lo può fare la politica, non c’è una politica condannata ad essere così, io non credo a queste cose, io dico che la politica lo può fare, la politica è quello che decidiamo noi, ecco perché ho invocato un momento nel quale con grande onestà intellettuale condividere queste cose, poi vediamo, c’è chi le vuole fare, c’è chi non le vuole fare. Chi non vuole mettere mano a questo tipo di cose, ribadisco, non c’è nessun ricatto, chiaramente non muoverà niente rispetto a questa situazione.
Riguardo poi ai dirigenti non ho fatto nessun accenno ai dirigenti che dovrebbero intervenire e non lo fanno perché temono di essere però sono anche convinto, e l’ho detto all’inizio di questa legislatura in Aula, che è necessario un sistema ispettivo che possa coinvolgere anche i Consiglieri regionali, voglio vedere chi fa, perché siamo pagati 24 ore al giorno, questo tipo di controllo perché temo che di questo tipo di presenza e di controllo nelle strutture sanitarie in modo particolare ce ne sia poco e siccome l’uomo è l’uomo, non parto dal presupposto che siamo tutti delinquenti, parto dal presupposto che siamo tutti corretti, ma credo che qualche piccolo peccatuccio ce l’abbiamo tutti. Penso che sia positivo il fatto che il padrone di casa, la Regione, controlli e sia presente, cosa che magari oggi un direttore Asur oggettivamente non fa perché li vedo tutti confinati nei loro palazzi a girare pratiche. Una volta nelle piccole strutture ospedaliere c’era il Presidente che girava, c’era l’ispettore che veniva dal Ministero che girava, c’era l’ispettore che veniva dalla Prefettura che girava, oggi non c’è più un sistema ispettivo, quindi è un problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Inizio dal tema delle liste d’attesa che non c’entra tanto con la mozione, però è stato ampiamente trattato.
Se in Giunta ieri abbiamo preso un’altra delibera, sempre sulle liste d’attesa, sempre finalizzata al miglioramento delle liste d’attesa, è evidente che non siamo soddisfatti, altrimenti non l'avremo presa e in realtà vale per tutti i sistemi complessi che sono sempre migliorabili.
Quindi un’attività che non può cessare mai quella di trovare strade e strumenti per fare sempre meglio e in questo caso l’insoddisfazione è stata più ampia, proprio perché abbiamo applicato un po’ il principio che diceva prima il Consigliere Maggi, abbiamo deciso nei primi due anni e mezzo di assumere in sanità, perché dopo tanti anni che non venivano fatte più assunzioni le strutture ci segnalavano di essere in pochi, di avere turni pesanti e promettevano che con un ritorno congruo di personale avremmo avuto anche una risposta importante sulle liste d’attesa.
Noi abbiamo autorizzato 3.800 assunzioni per poter avere 1.200 persone in più, quindi sono 3.800 e di queste 2.600 hanno sostituito i pensionati e 1.200 si sono aggiunte, quindi non sono 1.200 assunzioni, ma sono 3.800 che danno l’effetto di aver avuto, contate uno ad uno il 31 dicembre 2017, 1.200 unità in più di personale in sanità, in gran parte medici, infermieri più di tutti e qualche figura amministrativa, ma devo dire poca roba, quindi in gran parte medici e infermieri.
Dov’è la delusione? La delusione è che a fronte delle 1.200 persone in più, a fronte di una produzione aumentata - perché Marche Nord ha avuto un aumento di produzione del 20%, l’Asur del 9%, Torrette del 4,5% e di poco è aumentato all’Inrca, circa un punto percentuale, ma è anche quella che ha goduto meno del meccanismo delle assunzioni - le liste di attesa non sono andate meglio, anzi non dico peggio, ma più o meno come negli anni precedenti, quindi in un sistema dove hai messo 50 milioni di euro in più, perché questo valgono 1.200 persone, hai comprato tante macchine nuove in giro per la regione, hai permesso di mettere in modo una quantità superiore di attività, il risultato per me non si è visto. In sanità tutto è misurato, i numeri ci dicono che le Sdo, le attività che vengono fatte non sono soddisfacenti, le risposte non sono sufficienti, i cittadini non sono soddisfatti, malgrado 1.200 persone in più.
Quindi con la delibera siamo andati a riprendere in mano la materia cercando di capire cosa ancora era migliorabile perché noi ci teniamo, fino all’ultimo giorno di questo mandato, a lavorare per migliorare la produzione, dare più risposte, abbattere le liste d’attesa.
E’ chiaro che c’è un fronte che non è solo di produzione ma anche di nascita del bisogno, di appropriatezza della prescrizione che sta a monte, che è in mano in gran parte ai medici di medicina generale, che è la sorgente, la fonte, ma è anche vero che abbiamo una popolazione invecchiata, abbiamo tante ragioni che ci spingono a comprendere il fatto che ci sia bisogno di prestazioni.
Cosa siamo andati a fare? Siamo andati a vedere per l’ultima delibera, per esempio, gli slot che sulla stessa prestazione da azienda ad azienda non erano uguali, cioè io per fare la lastra al ginocchio ci metto un quarto d’ora, lui mezz’ora, un altro tre quarti d’ora, l’altro ancora un’ora. Bisogna renderle omogenee ovviamente sui tempi più bassi gli slot dedicati alla stessa prestazione, un po’ quello che diceva il Consigliere Marconi, dare i numeri di produttività che non dico a confronto del privato, ma almeno a confronto del pubblico stesso siano omogenei e compatibili; l’over booking perché anche con il recall, che adesso avviene, in cui si richiama, una percentuale di persone statisticamente non si presenta, riempiendo i buchi e non dando le risposte. L’over booking come fanno le compagnie aeree o turistiche, dicono, siccome una percentuale statisticamente viene meno, spalmata ovviamente su un arco temporale lungo, comunque si garantiscono degli spazi in più che vanno a recuperare quelli che non verranno, quindi un recupero di chi non verrà malgrado il recall che si sta facendo, e altri provvedimenti del caso.
Vorremmo fare in modo che questa differenza in termini di personale si possa riflettere anche sulla produzione, perché l’investimento tecnologico è correlato, è chiaro che Torrette che ha comprato la prima macchina, adesso metterà la seconda al pronto soccorso, che fa il total body, la Tac in due 2,6 secondi rispetto ad una Tac tradizionale che ci può mettere anche 7 minuti, dà delle risposte in termini di produzione molto importanti.
Quindi anche il rinnovamento delle macchine significa più precisione, meno radiazioni rispetto ad esempio ad una vecchia mammografia che magari doveva essere ripetuta, avendo una percentuale di esami che dovevano essere richiamati per una scarsa qualità delle immagini.
Un mammografo nuovo, digitale, ti carica il fascicolo elettronico in rete, permette che la lastra sia vista anche da un altro professionista se ho qualcosa che voglio osservare insieme, non ha bisogno di essere ripetuta, prende tutta la superficie mammaria, anche in caso di misure abbondanti riesce a fare la mammografia in unico esame, quindi rinnovamento tecnologico significa molta spinta.
Tutte le macchine nuove che si prendono vanno tutte in rete, caricano automaticamente il fascicolo elettronico e sono visibili da tutto il sistema.
Tutte queste attività è perché vogliamo migliorare e noi vorremmo che quelle 1.200 persone in più si vedessero in termini di risultati, di esiti, di prestazioni, di riduzione delle liste d’attesa.
A breve avrò anche un sistema di monitoraggio in tempo reale, cosa che oggi era solo a rendiconto, io ho il monitoraggio a rendiconto, invece ho chiesto di avere quello in tempo reale, perché a rendiconto che iniziative prendo? In genere non si prendevano iniziative, ma si diceva qui andiamo bene e qui andiamo male. A me questo non interessa, in tempo reale ci permette di dire se un anno non abbiamo le mammografie a sufficienza, vorrà dire che dovremo programmare da qui a un anno più spazi perché abbiamo già riempito tutti quelli che avevamo, quindi permette in tempo reale di programmare.
Tante scelte che vanno nella giusta direzione, spero che tutto questo impegno, questo, lavoro, queste risorse, questo personale, queste tecnologie, queste attenzioni possano portare ad un risultato.
C’è anche un’altra cosa, ma quella la vediamo più avanti, nel senso che c’è molta attenzione, molto impegno, noi non vogliamo favorire le liste d’attesa, non c’è nessun interesse da parte della Giunta e dell’amministrazione a tenere le liste d’attesa lunghe, così come le attività di pronto soccorso. Torrette sta facendo un grosso lavoro, spesso si leggono anche qui delle fake news, Torrette ha 100 posti letto al pronto soccorso, quindi non esistono le persone dimenticate in barella, ma ogni tanto compaiono queste notizie in qualche post su internet, ma è l’unica struttura che si può permettere quello. Torrette con la macchina ultraveloce al pronto soccorso e un rafforzamento in termini organizzativi, vuole andare a ridurre tempi che sono già oggi buoni.
Questo non toglie che il tema delle liste d’attesa sia il più caldo, il più sentito, non può essere però usato come una clava per dire che va tutto male. Le persone mediamente e normalmente si lamentano soprattutto di questo, parlano delle risposte lunghe sui tempi d’attesa perché sulla qualità dei servizi, su quello che ricevono, sui professionisti, devo dire che i ritorni sono in gran parte estremamente positivi.
Veniamo al tema in questione, credo che il Consigliere Fabbri partecipi più o meno a tutte le assemblee ed io in tutte le assemblee ripeto alcune cose e le ripeto volentieri anche oggi.
Il quadro di regole del decreto ministeriale 70 non è solo un quadro di regole cattive e crudeli che dobbiamo rispettare, hanno anche una base scientifica, cioè hanno delle ragioni che le giustifica in termini di risposte di qualità. Ad esempio nel momento in cui si pone che un ospedale di primo livello deve avere un bacino minimo di 150.000 abitanti, non è per divertimento del legislatore o altro, ma perché 150.000 abitanti garantiscono una casistica che oggi è fondamentale per dare qualità alla prestazione sanitaria. Se voi trovate un medico che dice che la casistica non conta, fatemelo conoscere perché tutti quelli che ho incontrato dicono esattamente il contrario e quando devono scegliere per se stessi state sicuri che la casistica la vanno a guardare, non è che vanno in un posto in cui hanno fatto tre interventi in un anno. Dicono: grazie sei molto simpatico, ma io andrò a cercare da un’altra parte dove fare l’intervento che mi interessa. Quindi la casistica è molto importante, 150.000 abitanti garantiscono la casistica.
Aggiungo, nella provincia di Pesaro-Urbino, e non sto parlando di tutti gli altri vincoli perché ce ne sono tanti altri, ma prendiamo questo che è un vincolo che ha un senso anche scientifico, non solo numerico, ho Marche Nord e l’ospedale di Urbino, ci sta un altro ospedale di primo livello? Non ci sta, non ha spazio per l’attività che deve fare e se non fa attività, non dà servizi e se noi mettiamo troppi servizi che si distribuiscono la casistica, si abbassano tutti in termini di qualità.
La scelta che dobbiamo fare, il progetto che dobbiamo avere è garantire alle strutture sanitarie di poter fare quella quantità di lavoro di opere necessarie, di interventi, che garantisca a noi, il giorno che ci rechiamo in quella struttura, di trovare un servizio di qualità, perché non si vive solo di distribuzione di servizi sul territorio, ma si vive soprattutto della qualità di quei servizi nel momento in cui rispondono al mio bisogno.
E' vero quello che dice il Consigliere Minardi, siamo pronti a fare le barricate per tre chilometri, ma altrettanto pronti a fare 60 chilometri se non troviamo la risposta che vogliamo anche in termini di qualità sul nostro territorio, non solo in termini di risposta immediata al fabbisogno. Noi dobbiamo quindi lavorare su tutti e due i fronti.
La proposta della mozione è sbagliata perché non dice che Fano deve restare, altrimenti sarebbe stupida, e dovrebbe dire: siamo di secondo livello, che facciamo vogliamo tornare indietro? No, dice facciamo un altro ospedale per intero di primo livello. Dopo quello di secondo livello, dopo quello di primo livello di Urbino, facciamone un altro di primo livello in questa provincia che, come dicevo prima non funziona, non è che non lo voglio fare, è cattivo, è brutto, eccetera, ma non funziona, non è in grado di avere una casistica sufficiente a garantire qualità nei servizi, al netto di tutti gli altri ragionamenti che possiamo fare. Quindi la mozione è semplicemente sbagliata.
Negli anni si è lavorato per sviluppare un progetto di integrazione fra i due ospedali, che rischiavano di essere una limitatissima azienda ospedaliera e un ospedale di primo livello di bassa caratura, per fare un’unica struttura di alta qualità che ha permesso anche di mantenere e implementare servizi che nell’ospedale di primo livello ci possono anche stare, ma non certo ci stanno. Non è che non ci possono stare ma non nei termini e nelle necessità e nella qualità di una struttura di azienda ospedaliera dove si integrano oltretutto le altre specialistiche che lavorano insieme fra loro.
Nel momento in cui si fa interventistica da un punto di vista complesso, i soggetti che intervengono non sono più solo il luminare, anni ’70, dalla mano felice, con il bisturi preciso, in grado di intervenire, ma serve una radiologia di qualità, serve una capacità tecnica elevata, servono le tecnologie a disposizione, servono gli altri specialisti che intervengono insieme a te, cioè è l’insieme che fa oggi la qualità.
L’idea del mono reparto che sta per conto suo ed esprime qualità non appartiene più alla sanità dei nostri giorni.
Quindi ritengo che sia giusto bocciare questa mozione, non sia neanche corretto rappresentarla perché se uno fosse corretto dovrebbe dire mettiamo a Fano un ospedale di primo livello e chiudiamo quello di Urbino, allora va bene, ha mantenuto un certo equilibrio, perché citare il rispetto del decreto ministeriale per poi violarlo nella stessa proposizione che si fa? In realtà sul resto si tace, non è che si dice apriamo questo e chiudiamo quest’altro, perché rappresentato nel suo intero diventa un po’ più scomodo, un po’ più difficile.
Se poi prendiamo un secondo vincolo importante, che è quello del numero delle unità complesse nel sistema della sanità, uno dovrebbe dire che per fare un ospedale di questo tipo dovrebbe avere un primario di chirurgia, di medicina, del pronto soccorso, radiologia, vado avanti? Un primario di cardiologia, ci fermiamo alla cardiologia? Cosa ci mettiamo? Non so, immagino che in questo ospedale di primo livello qualche altra specialità ci possa stare, un urologo lo vogliamo mettere? O no? Un’oculistica? L’otorino? Ortopedia? Basta fermiamoci, quindi nove le unità operative complesse e noi saremo già complessivamente sopra il tetto, eventualmente i parametri ci chiederebbero di ridurne qualcuna, ma supponiamo di non volerne ridurne nessuna. Se io ne devo prendere nove unità operative complesse per metterle lì, devo toglierne nove dal resto del sistema, cosa vado a togliere? Cos’è che tolgo - poi non ho messo la ginecologia, né la pediatria, quindi ho chiuso il punto nascite, se serve anche quello arriviamo a undici - cosa vado a togliere?
Anche gli altri ospedali di primo livello è chiaro che manterranno chirurgia, medicina, ortopedia, radiologia, ci sono delle funzioni di base che devono essere garantite, cosa tolgo? Tolgo l’emodinamica? Tolgo la radioterapia? Tolgo l’ematologia? Tolgo quella parte di specialità che parla, lì sì, della vita e della morte, l’emodinamica o attività di questa natura.
Nella moltiplicazione dei pani e nei pesci, nel voler aggiungere altre unità complesse e moltiplicare le sedi, necessariamente metto unità complesse di attività generaliste (medicina, chirurgia, e altro) e vado a deprimere quell’altra complessità che poi uno dove la va a trovare? Dove la va a cercare?
Voi pensate che dal territorio dell’Area vasta 1 vengono tutti in Ancona nel momento in cui tolgo le alte specialità?
Già oggi c'è un flusso importantissimo verso l’Emilia-Romagna, se tu vai a togliere tutte quelle attività le sposti tranquillamente verso l’Emilia-Romagna, quindi incrementeresti anche la mobilità passiva. Quindi è il progetto è sbagliato, accarezza la pancia di quel cittadino a cui si dice ti lascio il tuo ospedale, questo lo fa, ma a forza di accarezzare la pancia può darsi che quegli stimoli che diceva prima possono partire.
Invece di accarezzare la pancia un progetto dovrebbe avere un senso sanitario proprio per le ragioni che diceva il Consigliere Maggi, perché si occupa di un bene prezioso come è la salute, come è la vita delle persone, come è la qualità della vita delle persone e non è un giocattolo sul quale esercitare un po’ di demagogia, come mi sembra molti siano tentati. Quindi a maggior ragione, anche per quest’altro aspetto non secondario che incrementerebbe la mobilità passiva, mi sembra importante bocciare questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Dopo la presentazione della mozione sono contento che il Presidente sia rientrato in Aula e sono contento del dibattito che si è sviluppato perché è fondamentale, finalmente abbiamo fatto, dopo tanti mesi, un piccolo punto della situazione.
La sanità occupa l’80% del bilancio regionale, noi dovremmo parlare per l’80% del nostro tempo di sanità, quindi che nessuno osi scandalizzarsi se ad ogni Assemblea c’è qualcosina su questo tema.
Ho sentito molte cose incredibili, se la sanità è efficiente, Consigliere Micucci, deve dirlo ai cittadini perché qui, dove siamo tutti rappresentanti dei territori, abbiamo lamentele gravissime sulla qualità della sanità.
Il fatto che non abbiamo presentato una proposta non è vero, perché abbiamo dato sui giornali, con i convegni e con le nostre mozioni piano, piano, un’idea di ridistribuzione delle strutture sanitarie; per le liste d’attesa stiamo parlando di una associazione gestibile a livello industriale; sul d.m. 70 stiamo parlando del PD che è al governo a tutti i livelli, quindi è inutile che ci venite a piangere per il livello nazionale che impone di, siete voi il livello nazionale, non avete fatto nessuna azione per allentare i principi del d.m. 70 ma, non solo, abbiamo altre Regioni che li hanno interpretati in maniera differente (vedi l’Emilia-Romagna, vedi l’Umbria), ma voi avete creato i buchi territoriali.
Non parliamo di un Santa Croce con i servizi di secondo livello, siamo onesti, noi stiamo parlando dell’assorbimento del quarto ospedale a livello regionale, 14.000 ricoveri, dentro il secondo ospedale di livello regionale, 17.000 ricoveri. Quindi la dignità del Santa Croce può e deve essere salvaguardata, voi lo state assorbendo all’interno dell’ospedale pesarese, questa è la verità. Ditelo ai cittadini di Fano che bussano alle strutture dove andavano dieci anni fa e raccontatemi che trovano lo stesso servizio.
Detto questo, sugli apparati di potere, sul comportamento non corretto, sul problema del Cup, sulla gestione delle liste, la Consigliera Pergolesi aveva fatto delle interrogazioni a cui erano state date dal Presidente delle risposte evanescenti, voglio usare questo termine qua.
Sull’entramoenia siamo d’accordo, noi siamo per una sanità pubblica, l'abbiamo sempre detto, Consigliere Marconi. Il medico di medicina generale adesso non ti toglie neanche la giacca quando ti presenti al suo cospetto, da piccolo mi ricordo che ti denudava, ti guardava tutto, di faceva dire 33. E' cambiata la mentalità, è cambiato il modo di fare, ti dicono vai a fare la visita specialistica, siamo tutti d’accordo su questo, assolutamente, ma ribadisco in questi decenni la sanità l’avete gestita voi.
Noi abbiamo un’idea differente, abbiamo visto che la gestione è peggiorata, che i soldi sul tavolo sono sempre quelli se non sono aumentati, ho letto prima i dati, il Presidente li conosce meglio di me, quindi due domande ce le dovremo fare su questa cosa.
A livello generale, sulla mobilità passiva abbiamo nell'Area vasta 1 un deficit di posti letto, ho letto prima i dati, con 200 giorni di attesa per la mammografia, quindi è chiaro che il pesarese, e voglio iniziare dal gabiccese, va in Romagna. Abbiamo speso 82 milioni previsti per quest’anno, vedremo, 292 milioni di mobilità passiva in 5 anni, ripeto i numeri perché il Presidente Ceriscioli è arrivato in ritardo e magari non vuole fare mente locale, quindi è l’intero sistema che non funziona,
Siamo stati insieme a Fossombrone, l’Assessore Pieroni ha interpretato male, tutti contenti che arrivasse un nuovo macchinario inserito in una struttura vuota e noi abbiamo sempre chiesto, e lo richiederemo anche con l’Area vasta a cui il Presidente Ceriscioli la prossima settima parteciperà, che nelle strutture sanitarie periferiche ci sia il day surgery, la medicina, la lungodegenza, la diagnostica, giustamente ci deve essere perché a livello territoriale con 1.700 euro di investimento annuo pro capite ci scappa quel tipo di servizio ed invece abbiamo una diseconomia di utilizzo, una “non efficienza” di utilizzo dei soldi che sono addirittura aumentati, che in pratica ci limitano e ci tagliano i servizi. Questa è la realtà! Ditelo ai cittadini che non è così!
I dati, la relazione dice che tre miliardi di investimenti in un anno vanno bene secondo criteri di efficienza, efficacia, è lunga 35 pagine, piena di grafici, diagrammi e tabelle e dice che è un po’ più cicciotto chi beve un po’ più di alcool, chi è sedentario meno.
Presidente Ceriscioli dica ai suoi di fare una relazione un po’ più corposa, i dati che avete metteteli a disposizione di tutti così ragioniamo meglio, queste sono cose particolari.
La mozione, per chiudere il discorso, è di un anno fa, non ho voluto cambiarla pur essendo nei fatti superata perché queste cose le avevate chieste voi, ci sono i virgolettati, avete cambiato idea, avete mascherato l’evoluzione, ma di fatto state assorbendo il quarto ospedale della regione all’interno del secondo, poi divertiamoci a chiamarlo di primo o secondo livello, pronto soccorso o Ppi o quello che è, però il discorso è che il fanese non ha più un punto di riferimento che aveva e questo qui è il faro che abbiamo voluto accendere con la mozione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 244. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Chiedo se è possibile anticipare la mozione n. 362, sono già tre volte che viene iscritta in fondo all’ordine del giorno e visto che riguarda l’articolo 35, quindi l’inceneritore, è molto importante, ma rischia di non essere votata.

PRESIDENTE. Credo che la richiesta possa essere accolta e, se siete tutti d'accordo, si può approvare subito la mozione, va bene?

Mozione n. 362
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Micucci, Giancarli, Giorgini, Zura Puntaroni, Bisonni
“Abrogazione dell’articolo 35 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 (Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive), convertito con modificazioni della legge 11 novembre 2014, n. 164, e del conseguente DPCM 10 agosto 2016”.
(Votazione)

Mozione n. 362. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 310
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Riqualificazione del pronto soccorso di Osimo e la mancata sperimentazione per l’integrazione tra il presidio Inrca di Ancona e l’Ospedale di Osimo Area vasta 2”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 310 del Consigliere Zaffiri, che ha la parola per illustrarla.

Sandro ZAFFIRI. Ho votato una cosa sulla quale doveva essere senz’altro aperta una discussione, perché su quanto è stato votato, - lo dico anche se non riguarda la mia mozione - caro Consigliere Biancani, il 27 marzo 2018 il Consigliere Zaffiri aveva detto che bisognava votare una mozione di questo genere perché c’erano due focus aperti, uno del Movimento 5 Stelle e uno del Partito Democratico, siete arrivati in ritardo come sempre.
Detto questo, veniamo alla mozione n. 310 che è simile a quella del Consigliere Fabbri perché interviene sull’ospedale di Osimo dove è stato tolto il pronto soccorso, caro Assessore Ceriscioli, e del futuro ospedale Inrca non si sono ancora aperti i lavori. Questa è una vergogna per una comunità come quella di Osimo! Avete fatto un posto di primo intervento, togliendo il pronto soccorso! In una infrastruttura che non rispetta neanche le norme sulla sicurezza. E’ una vergogna questa cosa sulla sanità!
Quando si realizza l’ospedale di rete Inrca? Nel 2030? Nel 2040? E nel frattempo si lasciano le comunità di Loreto, Osimo, Porto Recanati, senza i servizi, che poi confluiranno tutti nell’Inrca.
Questa è un’operazione da scienziati! E adesso noi per non depotenziare il pronto soccorso di Osimo abbiamo presentato una mozione che va in questo senso, in attesa di.
Questa mozione è del 6 novembre 2017, il pronto soccorso di Osimo è andato sotto l’Inrca ma non è cambiato il problema perché ad Osimo non ci sono i servizi. Questo è il problema vero! Siete la maggioranza, ma fate delle operazioni che non trovano riscontro sul territorio.
Credo che sia necessario un minimo di ragionamento, di programmazione, quando ci sarà l’ospedale di rete si farà un’altra cosa, ma l’ospedale di rete ad oggi non si vede nemmeno con il cannocchiale. Di cosa stiamo parlando? Quando arriva? Fra 20 anni ed al momento Osimo è senza pronto soccorso.
Non la votate? Lo so, pazienza, io vi dico che per quanto riguarda il territorio questa mozione è importante. Siccome l’ha presentata la Lega non la voterete, però farete i conti con il territorio e noi parleremo con la popolazione e diremo chi è stato d’accordo e chi non lo è stato nel potenziare questa struttura, nel mantenere questa struttura fino alla costruzione del nuovo ospedale di rete.
Adesso questo servizio lo gestisce l’Inrca, chiedete a loro che questa struttura lo mantenga.
Sottoponiamo all’Aula, alla coscienza dei Consiglieri di quest’Aula, questa mozione che va nel contesto che abbiamo già discusso per quanto riguarda il problema della sanità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Conosco questa realtà e capisco che siamo in ritardo con la discussione perché questa mozione è datata 7 novembre 2017, sono passati 7 mesi, forse sarebbe stato più opportuno che il capogruppo della Lega avesse integrato questa mozione perché in questi 7 mesi ci sono state delle situazioni che si sono modificate, perché i lavori per la sistemazione dell’impiantistica all’interno del pronto soccorso sono partiti. Parliamo da una struttura che non è ottimale, però i lavori sono partiti per un impegno di circa 250.000 euro. Forse c’è qualcosa che non mi porta, perché nella mozione si dice “affinché si dia inizio ai lavori di riqualificazione del pronto soccorso e la messa a norma dei sistemi elettrici ed antincendio”, però dal 7 novembre 2017 i lavori sono partiti, quindi questa è una richiesta già evasa.
Come è altrettanto vero - sono convinto che il Consigliere Zaffiri questo lo sappia bene, ma in mozione queste cose non si scrivono sennò decade – che nell’accordo Inrca e Asur c’è scritto con grande chiarezza che i servizi tutti e in particolar modo il pronto soccorso dovranno rimanere funzionali ed efficienti fino a quando non sarà definitivamente costruito il nuovo ospedale di rete Inrca.
Anche qui credo che il vero problema non sia tanto garantire e mantenere quello che c’è oggi, il vero problema è che dobbiamo chiedere all’Asur e all’Inrca di fare uno sforzo per garantire quello che è scritto sulla carta perché il vero problema è che in alcuni momenti la politica dà gli input, ma poi le tempistiche, le modalità, tutto quello che vogliamo, le cose vengono realizzate con una velocità diversa. Porto un esempio, la scadenza dell’accordo per il passaggio di una serie di funzioni, quindi anche se rimanevano all’interno della struttura di Osimo e della Vallata del Musone dovevano essere effettuate entro gennaio, sono state posticipate e l’auspicio è che vengano fatte entro il mese di giugno, e questo sarebbe già un buon risultato.
Inoltre, secondo me, la cosa importante è che fino a quando non verrà completato e sarà funzionale l'ospedale di rete Inrca nel Comune di Camerano le funzioni devono rimanere tutte efficienti, anche se passano all’Inrca.
Su questo voglio fare una piccola riflessione, ricordo che nel 2009, all’epoca ero Sindaco, si parlava di accorpare Rete e Inrca, la città di Loreto e la città di Castelfidardo raccolsero più di 10.500 firme perché era stato individuato un punto che poteva essere baricentrico tra la Vallata del Musone ed Ancona. Ricordo che vi fu una posizione molto netta dell’allora Presidente. Questo per ricordare come sono andati i fatti perché, ripeto, il Consigliere Zaffiri tutto questo lo sa, ma lo voglio ricordare soprattutto a me stesso. Nel 2009 il punto migliore fu individuato dai tecnici sotto la Selva, cioè nel comune di Castelfidardo, che era baricentrico tra le uscite di Ancona Sud/Loreto ed era baricentrico tra Osimo/Loreto/Recanati/Castelfidardo/Ancona, sapete quale punto è stato scelto? E’ stato scelto quel punto che era un’area di un privato e che all'epoca è stata acquistata dalla Regione Marche con fondi pubblici, all’epoca un bel punto strategico perché in quella zona, chi è anconetano lo sa, c’era una discarica, a differenza dell’area che era stata individuata sotto la Selva di Castelfidardo. 20 ettari erano delle Opere Laiche Lauretane, ente controllato dal Comune, che li metteva a disposizione per la cifra simbolica di 1 euro, invece siamo andati a fare investimenti in un’altra zona.
Per dire che all’epoca l’allora Presidente fece una scelta molto interessante ed opportuna su questa tema, però è chiaro che oggi noi ci troviamo di fronte ad una accelerazione che c’è stata, parlo perché questa questione sta a cuore a tutti i Consiglieri e noi che abitiamo da quelle parti siamo sollecitati dai cittadini.
L'INRCA/Rete, dopo un anno e mezzo, credo che questo tempo sia un vero successo, non parlo di miracolo, ma un vero successo aver sbloccato perché, lo ha ricordato in modo veloce il Consigliere Zaffiri, forse questo non vale la pena dirlo, ci sono stati ricorsi, contro ricorsi, denunce. Bisogna dire grazie al Presidente Ceriscioli e a tutto lo staff che hanno lavorato per sbloccare questa situazione, in un anno e mezzo, una questione che non era così semplice da sbloccare come sono certo lo stesso Consigliere Zaffiri riconoscerà. Non so se il binocolo del Consigliere Zaffiri ha le lenti chiuse, ma io sono passato di lì anche questa mattina e se non sbaglio i lavori sono iniziati da circa due mesi, quindi i lavori sono ripartiti.
L’obiettivo adesso è concretizzare questo ospedale nel giro di tre/quattro anni, questa è la vera scommessa. Avere una struttura efficiente e funzionale che non è solo l’inrca, caro Consigliere Zaffiri, perché voglio ricordare a tutti che parliamo di ospedale di rete e Inrca, con l’ospedale di rete che dovrebbe essere a servizio della Vallata del Musone ed anche di una parte di Ancona e in quella zona potrebbe essere funzionale anche per assorbire, quello che lei diceva giustamente prima, l’esubero al pronto soccorso di Torrette.
C’è una progettualità, questo è indiscutibile, oltre tutto a breve è previsto che, con i fondi di coesione e sviluppo, se non sbaglio, dei 14 milioni di euro circa 10 milioni vanno per la nuova viabilità intorno a questo ospedale. Bisogna anche dire che nel 2009 la scelta di aver inserito lì quella struttura era dal punto vista viario una cosa assurda e adesso questa amministrazione regionale ha dovuto reperire i fondi per la viabilità.
Quindi vedete che con piccoli passi, tra tante difficoltà, con tante criticità, c’è comunque un’attenzione ed una progettualità abbastanza definita, dalla viabilità infrastrutturale sino a questa struttura la cui ricostruzione è ripartita. L’obiettivo è quello di non avere altri intralci e di non fermare i lavori.
Concludo dicendo che questa mozione è superata, Consigliere Zaffiri, perché se parla del pronto soccorso da sistemare, i lavori sono partiti per 250.000 euro, se mi dice che fino a quando non c’è l’ospedale di Rete Inrca devono essere garantite le funzioni, chiaramente su questo dobbiamo impegnarci, ma quando dice che dobbiamo lavorare sul nuovo ospedale di Rete Inrca le faccio notare che, lo abbiamo detto adesso, i lavori sono ripartiti circa due mesi fa. Credo che la mozione forse era giusto e importante discuterla all'epoca e votarla, ed io l’avrei votata, perché in quel momento avrebbe avuto un senso, oggi è superata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Un paio di sottolineature le devo fare dato che sono state dette delle cose dall’Assessore Pieroni, tipo ospedale di rete Inrca.
Voglio ricordare all’Assessore che qui si parla di 220 posti letto, con le scelte che questa maggioranza fa lascia Civitanova Marche senza ospedale e credo che questa nuova struttura di rete raccoglierà un bacino di utenza che va da Civitanova Marche, Porto Recanati, Potenza Picena, Loreto, Osimo e sarà un bacino di utenza che supererà le 250.000 persone, d’estate con Porto Recanati che arriva da solo ai 100.000 abitanti, vedremo il dramma che si creerà quando realizzerete questo progetto.
Seconda cosa, lei lo ha confermato nel suo intervento, la mozione era validissima ed è valida e siccome le cose che lei ha detto sono state realizzate, la voti, se quelle cose sono state realizzate non c’è altro da fare che votare la mozione. Se sono state realizzate qual è il problema?
Avete fatto i lavori al pronto soccorso per migliorarne la sicurezza, non c’era l’accordo con l’Asur e l’avete raggiunto, il problema c’era ed era grosso come una casa. Le pressioni del popolo, che ha protestato, su questo scempio che la maggioranza stava facendo su Osimo vi hanno fatto correggere l’impostazione di lasciare questa città senza nessun servizio, questa è la verità dei fatti, questo è accaduto politicamente e allora credo che questa mozione, siccome lei a nome della maggioranza ha detto che non c’è nessun problema, tanto vale votarla.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. La mozione dice: affinchè il pronto soccorso resti all'Asur, questo non è possibile perché è stato firmato un accordo e deve passare all’Inrca. A parte questa tutte le altre condizioni ci sono.
Devo dire che oggi noi votiamo una mozione quando è già stato firmato un accordo tra l’Asur e l’Inrca per il passaggio delle funzioni, noi facciamo una mozione postuma che dice che quell’accordo viene rivisto? Questa cosa mi sembra difficile, sennò gli altri due punti del pronto soccorso e dei servizi non erano un problema.
Dire però oggi che dobbiamo tornare su quell’accordo mi sembra una cosa assurda, forse all’epoca ci stava, ma oggi no.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo l’appello nominale a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 310. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni;
Contrari: Biancani, Cesetti, Giacinti, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini;
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 320
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Misure a tutela della sicurezza urbana – impianti di videosorveglianza”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 320 del Consigliere Talè che ha la parola per illustrarla.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Questa è una mozione che ho presentato i primi di dicembre, però è tuttora molto attuale anche perché si tratta di sicurezza e questo è uno dei temi più attuali che abbiamo, non soltanto nella regione Marche ma in tutta Italia, anche perché è capitato non più di 15 giorni fa in un Paese vicino al mio, di 5.000 abitanti, quindi è attuale anche per questo, che nella notte tra giovedì e venerdì un signore di 62 anni è stato preso in ostaggio insieme alle due figlie da dei malviventi, fortunatamente questo signore aveva 1.000 euro in cassaforte, glieli ha dati e se ne sono andati.
La mozione che feci a dicembre era per questo, è un mio cavallo di battaglia da sempre, da Sindaco ho sempre pensato che le telecamere sono dispositivi, soprattutto le telecamere intelligenti quali abbiamo adesso a disposizione, che danno una grossa mano alle forze dell’ordine per garantire la sicurezza pubblica.
Da sempre penso che il tema della sicurezza sia di sinistra, quindi è un tema nostro, da sempre. Da Sindaco, 10 anni fa, mi tacciavano di essere di destra perché parlavo di sicurezza ed avevo messo le telecamere nel Comune.
Ho fatto questa mozione perché sono stato fermato dal Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Fano che mi ha detto: “Fate qualcosa anche in Regione per aiutare i Comuni ad installare queste benedette telecamere intelligenti”.
Le telecamere intelligenti sono quelle che non guardano chi c’è in macchina, ma segnalano la targa. Mi è stato spiegato che sono importanti perché si collegano direttamente con la “black list”, in possesso delle forze dell'ordine, delle auto rubate, delle auto senza assicurazione, delle auto senza revisione. Questa lista facilita in un modo incredibile il lavoro delle forze dell’ordine.
Quindi chiedo alla Giunta di riuscire a fare un focus anche su questa cosa nel prossimo bilancio, visto che abbiamo parlato di bilancio e di leggi su cose importanti.
Penso che l'installazione delle videocamere sia una cosa molto rilevante, tant’è che ci sono Comuni nella provincia di Pesaro che le hanno già installate, però sono Comuni grandi che hanno avuto la forza di mettere 50.000 euro e più a disposizione di questo progetto. Il Comune di Fano, il Comune di Pesaro, il Comune di Pergola sono riusciti a installarle e, ripeto, le forze dell’ordine dicono che sono estremamente importanti per il loro lavoro e per la sicurezza stradale perché fare un incidente con uno senza assicurazione … Ho un amico che l’ha fatto, è nei guai quello senza assicurazione, ma molto spesso chi non ce l'ha non ha niente intestato e chi subisce l'incidente ha dei danni enormi e magari se non è messo bene è costretto alle corde.
Ripeto, questi dispositivi intelligenti sono per le forze dell’ordine molto importanti, chiedo all’Aula tutta di esprimere un voto favorevole all’unanimità perché non facciamo altro che agevolare la sicurezza dei cittadini sia in casa, come ho detto prima, che per strada.
Fra l’altro anche il Governo con il decreto Minniti ha stanziato 15 milioni di euro in tre anni per l’installazione di questi impianti, però, purtroppo o per fortuna, un Ministro deve guardare a tutta la nazione e nella graduatoria verranno prima i Comuni con un alto indice di delittuosità, quindi probabilmente questi soldi li prenderà il meridione, noi faremo domanda, i nostri comuni stanno già attrezzandosi per farla, ma rimarranno le briciole perché i soldi non sono tanti e la priorità andrà al sud.
Penso che come Regione Marche dobbiamo mettere una mano sulla coscienza e mettere qualcosa a bilancio per aiutare i nostri Comuni ad installare questi impianti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Voterò favorevolmente la mozione del Consigliere Talè, quindi questa è l’opinione della Giunta, che ci consegna la responsabilità di affrontare un problema alquanto serio.
Il Consigliere Talè citava alcuni episodi che sono avvenuti nel suo territorio, io vengo dal territorio fermano e negli ultimi mesi è stato interessato da fenomeni criminali di una gravità inaudita, ci sono state due rapine, una nella mia Montegiorgio, dico mia perché lì sono nato e vivo, l’altra in località Sant’Elpidio a Mare, vicino all’abitazione del Consigliere Giacinti, episodi dove non solo ci sono state delle rapine, l’una all’interno di una abitazione, l’altra all’interno di una attività, ma si sono concluse con un omicidio di una donna e di un uomo.
Fatti di gravità inaudita rispetto ai quali tra l’altro si è in attesa che vengano individuati e assicurati alla giustizia i responsabili e su questo attendiamo fiduciosi.
Tra le mie deleghe ho anche quella alla sicurezza e questa è anche l’occasione per affermare che in tale materia l’Assessore regionale che ha la delega del Presidente, quindi ne è una diretta emanazione, ha meno poteri di intervento di quando questa stessa persona fisica che oggi fa l’Assessore regionale faceva il Sindaco di Massa Fermana, un comune di 1.000 abitanti. Avevo più poteri lì. Avevo più poteri come Presidente della Provincia, nessuno come Assessore regionale, non sia impaziente Assessore Pieroni, perché quello che sto dicendo tra l’altro riguarda anche la mozione sull'Hotel House alla quale è tanto interessato, quindi contenga la sua impazienza per una discussione più ampia che comprende anche le sue aspettative.
Dicevo, le competenze sono nulle e su questo credo che noi dovremmo trovare un momento per una riflessione. Cito su tutti, pensate che il Sindaco di una città capoluogo di provincia ma anche di una città normale, di un paese, ed il Presidente della Provincia fanno parte di diritto del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il Presidente della Regione no. Il Sindaco e il Presidente di Provincia dispongono, se vogliamo, di forze “di polizia” anche se di polizia locale, il Presidente della Regione no. Un Comune può avere una polizia locale, una Provincia, grazie a noi nel riordino per aver allocato quelle funzioni, ha la polizia provinciale che è polizia locale, che può e deve svolgere compiti di prevenzione ed anche compiti di intervento per quanto riguarda la sicurezza pubblica, perché converrete con me che una polizia municipale, una polizia locale, sia essa vigile urbano o polizia provinciale, dinanzi alla commissione di un reato non solo può, ma deve intervenire. Capite dov’è l’importanza?
La Regione non ha questa possibilità, tant’è che noi come Regione, ne discutevamo l’altra volta, non possiamo avere un corpo di polizia. Ci ha provato la Regione Puglia in occasione del riordino e la Corte Costituzionale le ha annullato la legge, se non vado errato.
Quindi la riflessione da fare in primo luogo è questa, voglio dire che se questo è, e qui parlo ovviamente a titolo personale, credo che lo Stato debba fare di più ed il Governo debba fare di più perché noi non abbiamo gli strumenti per intervenire e nonostante questo facciamo abbastanza.
Ad esempio il decreto legge 20 febbraio 2017 n. 14, che cita giustamente il Consigliere Talè nella sua mozione, convertito con legge n. 48 del 18 aprile, stabilisce che si intende per sicurezza urbana il bene pubblico che afferisce alla viabilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione anche urbanistica, sociale e culturale e il recupero delle aree o dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio, la promozione della cultura del rispetto della legalità e l’affermazione dei più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, cui concorrono prioritariamente anche con interventi integrati lo Stato, le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano, gli enti locali nel rispetto delle rispettive competenze e funzioni.
Che voglio dire con questo? Questo va tutto bene, però io credo che in siffatta materia le competenze regionali devono aumentare e secondo me a tutela delle nostre comunità le dobbiamo rivendicare sul piano e a livello nazionale.
Adesso si è insediato il prossimo Parlamento, probabilmente faranno il Governo, lo dicevo anche prima dello scioglimento delle Camere, credo che noi dovremo fare una riflessione qui e tra l’altro non è di questo oggetto, ma il tema dell’autonomia differenziata può essere l’occasione per parlare anche di questo, sebbene la sicurezza sia un punto che costituzionalmente è attribuito alla riserva assoluta dello Stato, però se qualche competenza ce l’hanno gli enti locali, credo che la debba avere anche la Regione.
In questa prospettiva noi ci siamo dotati di una legge recente che abbiamo approvato, la legge regionale n. 16 del 7 luglio, che reca “Norme per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”.
Noi abbiamo costituito la Consulta, l'abbiamo già fatto, con atto di Giunta n. 414 del 3 aprile 2018 e sempre con delibera di Giunta n. 447 del 9 aprile abbiamo in attuazione di questa legge regionale nominato i relativi componenti.
La Consulta che abbiamo costituito sarà altresì sede di confronto tra i soggetti istituzionali e sociali, per quanto di stretta competenza dell’ente Regione in materia di sicurezza urbana e ai fini della predisposizione del programma che la Giunta regionale approva ai sensi dell’articolo 2 di questa legge. Tale programma in particolare definisce le priorità delle azioni attuative degli interventi previsti dalla legge regionale 27, le priorità, i criteri e le modalità di finanziamento dei progetti e degli interventi previsti dalla legge regionale 27 del 2017.
Dico questo perché con la legge regionale 27 nel bilancio della Regione Marche è stato previsto uno stanziamento di risorse per un importo complessivo di 570.000 euro di cui 285.000 in competenza nell’esercizio 2018 e 285.000 in competenza nell’esercizio 2019.
Noi individueremo in sede di Consulta queste linee di intervento e credo che in questa sede si dovrà valutare, e mi impegno, in tal senso anche l’opportunità di predisporre un bando per l’erogazione di contributi agli enti locali che installino impianti di videosorveglianza dotati di dispositivo per la lettura delle targhe dei veicoli e dotati di sistema in grado di trasmettere informazioni in tempo reale alle forze dell’ordine.
Possiamo prendere questo impegno e queste risorse possiamo destinarle a questa progettualità che in modo pertinente ed intelligente il Consigliere Talè ci consegna con questa mozione.
Voglio altresì precisare che il Ministero degli Interni ha stanziato 37 milioni di euro disponibili nel triennio 2017/2019 destinati ai Comuni per la realizzazione di impianti di videosorveglianza urbana, previa stipula di un patto per la sicurezza con la Prefettura di competenza.
Il termine per la presentazione dei progetti da parte dei Comuni è il 30 giugno prossimo venturo, così come riportato nel decreto 31 gennaio 2018 del Ministero degli Interni. Sono tante risorse, i Comuni sanno che c’è questa opportunità, il bando scadrà a giugno, mi risulta che tanti Comuni si stanno muovendo, tra gli altri anche il Comune di Grottammare lo sta facendo, quindi li invito da questa sede ad attivarsi soprattutto in questa direzione.
Voglio dire che noi dal 2015 si è provveduto alla liquidazione dei progetti in materia di sicurezza urbana presentati dagli enti locali nelle annualità precedenti, tali progetti prevedevano tra le varie misure di prevenzione l’installazione di impianti di videosorveglianza. Nel 2015 abbiamo liquidato come Giunta agli enti locali interessati 294.000 euro, nel 2016 192.000, nel 2017 98.000, per un totale di 585.000 euro nel triennio 2015/2017.
Il Servizio tutela del territorio ha liquidato al Comune di Numana 38.000 euro e 19.000 euro al Comune di Fano, il Servizio protezione civile ha liquidato 27.000 euro nel quadriennio 2015/2018 per il cablaggio e la manutenzione del sistema di video sorveglianza, e protezione civile dell’Interland anconetano.
Credo che tra l’altro molto potrà essere fatto anche con l’attuazione della banda ultra larga che noi abbiamo avviato su tutto il territorio regionale perché potrà dare una mano per quanto riguarda anche la qualità dei servizi.
Noi accogliamo questa mozione, tanto è stato fatto, qualcos’altro potremmo fare, però credo che su questo molto debba fare il Governo nazionale e per la verità il ministro Minniti lo ha fatto in questi ultimi tempi, ma soprattutto credo che la Regione debba essere messa nella condizione di avere maggiori competenze, maggiori prerogative nella materia di tutela e sicurezza delle nostre comunità.
Presidente, mi fermo qui anche perché l’Assessore Pieroni ha fretta e non vorrei disturbare.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Innanzitutto dico subito che sono favorevole a questa mozione, quindi la voterò positivamente, vorrei però specificare un paio di cose che forse anche dall’intervento dell’Assessore non sono del tutto chiare. Mi spiego meglio.
Esistono già dei fondi per la sicurezza con dei bandi fatti dalla Regione anche per l’accesso alle videocamere, lo dico perché nel 2011/2012 le prime videocamere a porto Recanati le installammo, io ero Assessore alla sicurezza ed alla polizia municipale, grazie all’accesso a questi fondi.
Ha ragione anche l’Assessore Cesetti quando dice che questi fondi sono importanti anche perché qualche anno dopo la Regione vi attinse, in quel patto che venne stipulato tra il Ministero/Comune/Regione, per mettere delle videocamere intorno all’Hotel House collegandole con le forze dell’ordine e la caserma dei carabinieri le poteva visionare, questo attraverso quel fondo già predisposto.
Il mio auspicio è che possano essere messe delle risorse ulteriori a questa mozione, altrimenti è solo un destinare in maniera più stringente delle risorse che di fatto sono già messe dalla Regione per questo ambito, che è quello della sicurezza ed anche della videosorveglianza.
Mi auguro che nella prossima annualità possano essere incrementate in modo da soddisfare maggiori richieste anche attraverso il completamento di una rete che possa essere in questo caso, attraverso il controllo delle targhe, di chi si muove nel nostro territorio per delinquere, un aiuto alle forze dell’ordine. Però se le risorse già ci sono e non vengono incrementate diciamo che non ha tantissima valenza in questo senso, io però sono sempre favorevole.
Faccio una piccola battuta, nella mia esperienza politica la sicurezza è sempre stato un tema di destra e devo dire che mi sono sempre scontrata con una certa sinistra che invece vedeva nelle forze dell’ordine il nemico contro cui scagliarsi, parlo di manifestazioni e altro, quindi mi fa piacere sentire a volte un accenno diverso a quel tipo di sinistra che fino adesso ho conosciuto sul campo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione 320. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 344
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Pieroni
“Richiesta presidio di Polizia all’Hotel House di Porto Recanati”

Interrogazione n. 597
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Hotel House di Porto Recanati: problema assenza di sicurezza e alto tasso di criminalità – La Regione latita”

Interrogazione n. 600
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Hotel House”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 344 dei Consiglieri Rapa, Pieroni, l’interrogazione n. 597 della Consigliera Leonardi e l’interrogazione n. 600 del Consigliere Maggi, abbinate.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Solo per chiedere se prima potevamo avere le risposte alle interrogazioni e poi procedere con la mozione. Grazie

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta alle interrogazioni, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Le risposte alle interrogazioni non le trovo perché c’è una risposta, ma voi sapete che, nonostante gli sforzi degli uffici apprezzabili, di solito rispondo io e quindi ancora una volta vado a braccio, poi vi posso dare la risposta scritta, come quella di prima che conteneva il 10% di quello che ho detto.
Anche qui la premessa che ho fatto prima, noi scontiamo l’assenza di poteri per intervenire, se non auspici, promozione sì di protocolli, di iniziative, di tavoli, cose che abbiamo fatto perché lo scontiamo.
E’ noto di come l’Hotel House abbia mutato nel tempo e da tempo la sua vocazione originaria fino a diventare il “mostro”, in tutti i sensi, che è oggi.
Il luogo infatti superate le sue funzioni turistiche originarie ha gradualmente perso valore immobiliare ed è stato acquistato da famiglie e lavoratori in prevalenza stranieri.
Il palazzo ospita circa 2.000 persone che raddoppiano nel periodo estivo ed ha una forte connotazione multietnica, oltre il 94% degli abitanti è infatti di origine straniera, rappresentando 40 nazionalità diverse, provenienti principalmente da cinque Paesi: Senegal, Bangladesh, Pakistan, Tunisia e Nigeria.
Anche a causa di questa concentrazione quasi il 22% della popolazione di Porto Recanati è straniera, percentuale massima nelle Marche e tra le maggiori d’Italia.
Lo stabile purtroppo è noto alle cronache, anche nazionali, per la situazione residenziale e lo stato di coabitazione di diverse etnie con conseguenti problemi, oltre che sociali, anche di ordine pubblico, è divenuto un centro di degrado, base logistica per il mercato dello spaccio di stupefacenti e sono stati riscontrati casi di infiltrazioni camorristiche.
Oltre a questo la struttura specie dopo il sisma scorso, presenta drammatiche e non più rinviabili carenze igienico-strutturali e mi chiedo come sia stato possibile che tutto questo sia avvenuto senza che nessuno sia mai adeguatamente intervenuto e si sia fatto carico di questo problema.
Noi appena ci siamo insediati abbiamo affrontato il problema con l’Assessore Sciapichetti, anche con il Consigliere Zura Puntaroni, lo abbiamo fatto recandoci sul posto, certo, probabilmente abbiamo risolto poco perché la situazione è fortemente degradata, ma questo è l’obiettivo che noi ci dobbiamo porre. Come è stato possibile consentire quella trasformazione in quel modo? Come è possibile che vadano lì ad operare bande e soggetti criminali, perché chi spaccia la droga è un criminale, e nessuno interviene adeguatamente? Su questo ci dobbiamo interrogare, e lì c’è la necessità di intervenire.
Per tacere poi delle questioni di carattere civile come le morosità nei pagamenti, i contatori staccati, gli ascensori che non funzionano. Noi siamo andati all’ultimo piano dove non ci sono più neanche i parapetti, se qualcuno si vuole ammazzare non c’è bisogno di fare tante storie, di scavalcare qualcosa.
Quindi, ripeto, è inutile che io stia qui a leggere la risposta alle interrogazioni, i protocolli fatti, lì è necessario intervenire, ma dobbiamo ammettere che non abbiamo gli strumenti per farlo. L’unica cosa che questa Regione doveva fare l’ha fatta, è la presentazione a questo Consiglio regionale di una proposta di legge alle Camere, come è detto qui e voglio ripetere quello che noi abbiamo deliberato in questa relazione: “E’ evidente, quindi, la necessità di avviare un progetto di riqualificazione urbanistica e di sicurezza dell’intera zona e di ipotizzare soluzioni definitive per il futuro che non escludano alcuna ipotesi in merito. Occorre, quindi, un intervento straordinario finalizzato alla realizzazione di azioni urgenti per la riqualificazione di questa area urbana degradata attraverso progetti di miglioramento edile e di decoro urbano.
Le risorse finanziarie necessarie per la riqualificazione dell’area di che trattasi, non sarebbero reperibili né a livello regionale, né, tanto meno, in quello del Comune di Porto Recanati, tenuto anche conto dell’emergenza terremoto che grava pesantemente sul bilancio regionale.
La complessità del progetto e dell’entità delle risorse necessarie per attuarlo richiedono, pertanto, un intervento diretto del Governo nazionale”. Altrimenti noi ci prendiamo in giro! Questo è quello che bisogna fare, andare subito, cercando presso le Camere di approvare quella proposta di legge che noi abbiamo deliberato qui e che abbiamo presentato alle Camere perché, come diciamo all’articolo 1, tra gli interventi previsti nella disposizione della legge del bilancio di previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2017 pluriennale 2017/2019 vengano inserite interventi per la riqualificazione e la messa in sicurezza dell’edificio-quartiere Hotel House di Porto Recanati.
Quel provvedimento che è previsto in quella disposizione normativa, che io non trovo, ma che è nota a tutti.
Ci vuole questo intervento, e all’interno di questo intervento noi faremo la nostra parte.
Mi sono studiato anche questo, su sollecitazione dell’Assessore Sciapichetti, lo ribadisco ancora perché l’ha fatto ed è giusto dirlo, del Consigliere Zura Puntaroni, dell’Assessore Pieroni, mi sono visto quello che è stato fatto a Zingonia anche da parte della Regione Lombardia, però attualmente la questione è ancora ferma, è stato fatto un protocollo, un accordo di programma, però, la vicenda stenta a decollare.
Qui ci vuole un intervento a livello nazionale, assolutamente, governativo, rispetto al quale la Regione farà la sua parte.
Come Assessore al bilancio mi sento in grado qui, oggi, di affermare che la Regione Marche farà la sua parte anche per quanto riguarda le risorse anche se non ne disponiamo di molte.
Per trovare una soluzione definitiva a quel “mostro” noi faremo la nostra parte anche in modo importante, però è necessario provocare un intervento a livello nazionale, in attesa di questo è necessario che lì si tuteli comunque la sicurezza pubblica, l’ordine pubblico, la sicurezza ambientale, l’igiene, almeno il minimo. Tra l’altro qualcosa abbiamo fatto stanziando 100.000 euro a quel tempo che hanno dato un respiro per quelle attività, qualcos’altro potremo fare anche nell’immediato, ma da subito credo che, ad esempio, lì sia necessario un presidio per garantire la sicurezza dei cittadini.
Per questo condivido la mozione del Consigliere Rapa e dell’Assessore Pieroni e credo che la risoluzione, penso sia stata concordata tra loro ed altri Consiglieri, come la Consigliera Leonardi, possiamo votarla ed approvarla ed in questo senso esprimo parere favorevole.
Consigliera Leonardi, ho terminato, consegnerò, se la trovo, la relazione però, come è giusto che sia, ho cercato di andare a braccio per non dire l’opinione degli uffici, che ringrazio comunque per il lavoro fatto, ma per dire la mia l’opinione, che è quella dell’Assessore alla sicurezza.
Le interrogazioni sono state abbinate, e non da me, è ovvio che l’abbinamento comporta una discussione complessiva, se poi vogliamo disabbinarle non è un problema, io faccio le risposte separate e magari ve le faccio avere anche in forma scritta oppure le possiamo fare in seduta stante, però la discussione è complessiva.

PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore, i punti vengono abbinati per essere trattati contestualmente, però in modo distinto, nel senso che c’è una discussione che non può andare separata, si fa prima un’interrogazione poi l'altra ed infine la mozione per poi alle interrogazioni, le due interrogazioni vanno trattate insieme, contestualmente, ed a ciascuna deve essere dato il tempo e la risposta dovuta.
Intanto facciamo la mozione in attesa che l’Assessore Cesetti trovi puntualmente le risposte a quanto è stato chiesto.

Assessore CESETTI. Presidente, posso rispondere anche da subito, ho fatto prima la premessa sulla condizione dello stabile che purtroppo sono note alle cronache anche nazionali, per la situazione residenziale e lo stato di coabitazione di diverse etnie con conseguenti problemi oltre che sociali anche di ordine pubblico. E' divenuto un centro di degrado, base logistica per il mercato dello spaccio di stupefacenti e sono stati riscontrati casi di infiltrazioni camorristiche.
Oltre a questo la struttura, specie dopo il sisma scorso, presenta drammatiche e non più rinviabili carenze igienico-strutturali. A questa situazione si è aggiunta una importante morosità nel pagamento delle bollette di luce ed acqua per effetto della quale l’ente gestore dell’acquedotto ha sospeso l’erogazione dell’acqua da ormai un paio di anni e l’edificio utilizza quella di pozzi, acqua che non ha caratteristiche tali da poter essere definita potabile.
Per effetto di questa sospensione, già dal mese di dicembre 2015, la protezione civile regionale ha messo a disposizione nel piazzale del residence un’auto botte per acqua potabile che ancora oggi è a disposizione del comune per poter fornire un servizio essenziale la cui carenza comporterebbe altrimenti ulteriori problemi.
In data 8 aprile 2016 il Prefetto di Macerata ha scritto al Presidente della Giunta regionale una nota con cui lo ha informato della grave situazione sociale dell’Hotel House, nonché della grave situazione debitoria del condominio nei confronti del gestore del servizio idrico Astea che ha determinato il distacco dell’utenza da parte dello stesso gestore. Con tale nota il Prefetto di Macerata ha evidenziato anche il fatto che il condominio stava provvedendo alla fornitura di acqua mediante un pozzo risultato tra l’altro irregolare e non autorizzato.
In data 25 settembre 2017, il Prefetto di Macerata ha inviato una nuova nota al Presidente della Regione Marche con la quale lo aggiornava sulla situazione e pur riconoscendo la positività dell’intervento economico messo in atto dalla Regione, ha suggerito una rimodulazione del finanziamento facendo riferimento anche alla necessità di riattivare il funzionamento degli ascensori in considerazione anche della presenza nel condominio di persone anziane e malate.
Per far fronte a tale situazione di ordine sociale e sicurezza, la Regione Marche, con decreto n. 190 del 1° dicembre 2017 del servizio protezione civile ha concesso un contributo straordinario di 100.000 euro a favore del Comune di Porto Recanati per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’area dell’Hotel House.
Inoltre in data 7 novembre 2017 è stata presentata dalla Regione Marche la proposta di legge, deliberazione consiliare n. 63/2017, con la quale è stato proposto alle Camere la modifica alla legge 11 dicembre 2016 n. 232.
Dopo i recentissimi fatti che hanno riguardato il ritrovamento di ossa umane durante gli scavi compiuti vicino a un casolare abbandonato nei dintorni dell’Hotel House, si comprende però che vi è la necessità immediata di un intervento integrato per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico in una zona ormai di gestione difficilissima.
Tale necessità è stata manifestata anche dal Sindaco di Porto Recanati che con nota dello scorso 29 marzo ha richiesto anch’egli l’istituzione di un presidio interforze presso l’Hotel House in modo da controllare ingressi e uscite solo a persone che risultino regolari.
Dal 9 aprile c.a. e per tutta la durata del mese, il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, su richiesta del Comando provinciale di Macerata ha inviato a Porto Recanati 10 Carabinieri di rinforzo appartenenti alla Compagnia di intervento operativo dell’VIII Reggimento “Lazio” di Roma, la task force dell’Arma specializzata nello svolgimento di servizi di controllo straordinario del territorio. Queste nuove unità operative sono utilizzate insieme ai militari della locale stazione per migliorare ulteriormente l’attività di controllo svolgendo posti di controllo e perquisizioni sia sulla strada che nei vari casolari abbandonati della zona o su obiettivi predeterminati.
Un intervento sicuramente importante per garantire un migliore presidio della città ma che sicuramente richiede un intervento più incisivo e perdurante da parte di tutte le istituzioni.
La Regione Marche nel 2011 con delibera di Giunta regionale n. 495 ha approvato lo schema di protocollo “Patto per Porto Recanati sicura” tra Regione Marche, Prefettura di Macerata, Provincia di Macerata e Comune di Porto Recanati, sottoscritto in data 9 maggio 2011. Tra gli obiettivi individuati vi era la volontà di dare impulso ad azioni integrate e progetti specifici in materia di sicurezza urbana integrata, su aree di intervento come quelle su cui insiste l’Hotel House ritenute prioritarie per la sicurezza, la vivibilità e la coesione sociale della comunità, individuando obiettivi generali e specifici delle azioni, soggetti coinvolti e relativi ruoli, tempi di attuazione, risorse disponibili, criteri di valutazione delle azioni.
Inoltre veniva esplicitato che in caso di insorgenza di particolari emergenze riguardanti l’Hotel House, difficilmente fronteggiabili con le risorse e i mezzi a disposizione, il Prefetto, sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, avrebbe provveduto a richiedere al Ministero dell’interno di indirizzare nel Comune di Porto Recanati aliquote di personale per lo svolgimento di attività mirate. Era così possibile realizzare un dispositivo di vigilanza dinamica dedicata che potesse consentire frequenti periodici controlli dell’area interessata nell’arco delle 24 ore.
Con delibera di Giunta regionale n. 1386 del 24 ottobre 2011 la Regione Marche approvava il progetto di video sorveglianza relativo al condominio Hotel House presentato dal Comune di Porto Recanati in data 23 novembre 2011 che prevedeva un contributo di 100.000 euro. Progetto nato all’interno del protocollo d’intesa “Patto per Porto Recanati sicura”.
Con decreto n. 151 il Direttore del dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile impegna la suddetta cifra e dispone di provvedere con successivo atto all’erogazione del contributo, subordinatamente alla presentazione della rendicontazione delle spese sostenute da parte del Comune di Porto Recanati.
Con determinazione n. 412 il Comune di Porto Recanati approva gli atti di contabilità finale relativi al suddetto progetto di video sorveglianza, i quali riportano gli estremi delle fatture emesse dalle aziende che hanno provveduto all’implementazione stessa dell’infrastruttura tecnica di sorveglianza. Successivamente il Direttore del dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile ha provveduto alla liquidazione del contributo di 100.000 euro al Comune di Porto Recanati.
Altri contributi sono stati erogati negli anni (dal 2005 al 2017) da parte della Regione Marche a favore del condominio Hotel House e qui di seguito, poi ve la consegno, c’è una tabella riepilogativa che mostra come i suddetti contributi siano stati impegnati ed erogati da strutture regionali diverse per 342.000 euro complessivi.
Questo è il tema. Ho risposto in merito a quali atti e protocolli sono stati adottati nel tempo; quello che è stato fatto per il cosiddetto patto per la sicurezza l’ho citato prima. Nel titolo dell’interrogazione della Consigliera Leonardi si legge “la Regione latita”, non mi pare che la Regione latiti, forse nel passato ha latitato, ma non aveva grandi capacità di intervento, per me ha latitato qualcun altro, l’ho detto prima e non voglio aggiungere altro, forse chi era preposto all’ordine ed alla sicurezza pubblica, probabilmente.
Abbiamo chiesto un rafforzamento delle forze dell’ordine, e siamo d’accordo sulla mozione, abbiamo già detto quali azioni, secondo me, dovremmo mettere in campo e tanto abbiamo fatto con quella proposta di legge.
Per quanto riguarda l’interrogazione del Consigliere Maggi ho detto che poi consegnerò copia del rendiconto, perché il Comune di Porto Recanati ha rendicontato per quel progetto di videosorveglianza. La Regione ha effettuato tutti i controlli, non potrebbe essere diversamente, perché se c'è il rendiconto è evidente che c’è stato un controllo.
Il Consigliere Maggi continua chiedendo se si sia proceduto ad una valutazione dei risultati conseguiti. Ho già detto che purtroppo i risultati sono quelli che noi abbiamo visto e possiamo verificare quella che definisco drammatica situazione.
Ripeto, abbiamo cercato e cerchiamo insieme, tra l’altro, di metterci le mani, lo ha fatto l’Assessore Sciapichetti da subito, lo voglio ricordare.
Chiede poi se non si ritenga di procedere ad una immediata verifica di quanto realizzato in questi anni dal Comune di Porto Recanati. Anche qui ho risposto perché noi l'abbiamo fatto, lo stiamo facendo e in questi anni purtroppo non è stato fatto molto anzi, lì si è consentito che si acuisse il degrado in atto, però, Consigliere Maggi, anche per quello che abbiamo detto penso che le responsabilità non possano essere attribuite alla Regione e neanche a chi ci ha preceduto per la verità. Dobbiamo essere onesti, perché, come ho detto prima, purtroppo la Regione non ha gli strumenti idonei per intervenire. Qui ci vuole uno strumento drastico e quella che noi abbiamo individuato, coinvolgendo il Governo nazionale ed il Parlamento, credo che sia l’unica soluzione per risolvere complessivamente questo che è un problema enorme, non soltanto regionale ma nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Come diceva l’Assessore Cesetti, il problema era già in essere nel 2011, quando c’è stato l’intervento congiunto dello Stato e della Regione Marche con la sottoscrizione, da parte dell'allora Presidente Spacca ed alla presenza del sottosegretario all'interno Mantovano, del Patto per Porto Recanati sicura, che lei ha citato, nell'ambito del protocollo di sicurezza tra Regione Marche, Ministero dell'Interno, Prefettura di Macerata, Provincia di Macerata, Comune di Porto Recanati.
In base al questo protocollo furono stanziati, a favore del Comune di Porto Recanati, ulteriori ed ingenti finanziamenti volti, tra l'altro, sia alla riqualificazione del contesto sociale che del contesto urbano più in generale. Il protocollo poneva in campo progetti specifici volti ad innalzare livelli di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminosi.
Ad oggi non risulta fornita dal Comune di Porto Recanati alcuna documentazione circa la rendicontazione degli stanziamenti ricevuti e né tanto meno dei risultati ottenuti dai tanti programmi di riqualificazione del tessuto sociale.
Quello che voglio evidenziare è la scarsa capacità operativa e realizzativa delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo, e sempre per lo più riconducibili alla stessa persona, quindi la Regione dovrebbe iniziare con il chiedere conto delle opere, delle iniziative e dei risultati concreti realizzati o ottenuti con gli stanziamenti che finora sono stati erogati, anche al fine di valutarne l’efficacia, tenuto conto che il Comune di Porto Recanati, grazie al progetto elaborato dal Commissario straordinario con le funzioni della Giunta Municipale, di cui alla delibera commissariale n. 198 del 30 novembre 2015, titolato "Hotel House - da una storia divergente ad un futuro di integrazione", risulta essere stato ammesso ai finanziamenti di cui al DPCM del 15 ottobre 2015, avente ad oggetto "Interventi .per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate" e che in data 30 novembre 2017 con delibera n. 220 la Giunta comunale di Porto Recanati ha approvato una delibera avente ad oggetto DPCM 15 ottobre 2015 "Interventi di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate" per un importo totale di 1.425.235,23 euro, di cui 960.892,09 euro a valere sul Piano nazionale e 464.253,44 euro cofinanziato dallo stesso Comune.
Di recente il Consiglio regionale delle Marche ha licenziato un provvedimento legislativo tendente a far rientrare il Comune di Porto Recanati, proprio per la presenza sul suo territorio dell'Hotel House, tra i beneficiari di "investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia", sarebbe opportuno chiedere alla Presidenza della Giunta e del Consiglio se in sede di audizione sulla discussione della proposta di legge alle Camere, il Sindaco di Porto Recanati ha portato a conoscenza dei Commissari Consiglieri lo stanziamento relativo al DPCM del 15 ottobre 2015, in quanto con la proposta di legge si chiede di assegnare al Comune di Porto Recanati gli stessi fondi già ottenuti in virtù del progetto del Commissario.
Questo che sto illustrando è una cronistoria di quello che è stato fatto e di quello che è stato speso dal Comune di Porto Recanati in generale e nello specifico per l’Hotel House, l’ho detto per evidenziare che sia l’interrogazione che le mozioni sono poco efficaci rispetto, come diceva, ai poteri della Regione in quanto investono poteri e funzioni non di competenza regionale e non mettono in mora la Regione per quelli che invece sarebbero i controlli di propria competenza.
Comunque una invocazione per più sicurezza è sempre apprezzabile - quindi voteremo a favore della mozione - mentre potrebbe essere meno produttiva l'indicazione di soluzioni tecniche specifiche da lasciare agli operatori della sicurezza, nel senso che evidenziamo il problema e chiediamo ad essi come risolverlo. Inoltre bisogna evitare di invocare la presenza delle forze dell'ordine con funzione quasi di portierato dell’Hotel House, mentre bisogna insistere sulla necessità di una presenza investigativa, secondo me questo è il problema.
Si pensi seriamente ad istituire un vero e proprio Commissariato di pubblica sicurezza a Porto Recanati, con un congruo organico di operatori di polizia, con la presenza assidua e continuativa, anche di notte, di una squadra volante, nonché una squadra amministrativa, un ufficio denunce e soprattutto, quello che dicevo prima, una sezione investigativa, con relativa squadra di polizia giudiziaria. Un Commissariato di pubblica sicurezza a Porto Recanati coprirebbe tutta la Riviera del Conero, fino ad abbracciare Scossicci, Marcelli, Numana e Sirolo.
Forse sul piano politico sarebbe invece più producente l'indizione di un tavolo/conferenza nazionale con il Governo per dibattere, a legislazione corrente, strumenti e modi per individuare e risolvere il problema, tenuto conto che l'Hotel House non è l'unica realtà degradata in Italia. Una iniziativa del genere metterebbe in evidenza sia le lacune legislative esistenti, sia i ritardi, le omissioni e le complicità delle amministrazioni comunali succedutesi negli anni.
Quindi il problema è questo, accanto ai Carabinieri che sono benemeriti ed hanno forze sproporzionate, un Commissariato di pubblica sicurezza con una sezione investigativa, con relativa squadra di polizia giudiziaria. Queste sono soluzioni concrete perché non bisogna andare avanti come si è fatto fino adesso.
Ognuno ha cercato di scansare il problema, la Giunta del Comune di Porto Recanati, in sede regionale e in sede nazionale, l’evidenza, lo diceva lei Assessore Cesetti, è del 2011 e ancor prima, per cui il degrado non avviene da un giorno all’altro, il degrado avviene gradualmente. Tutti si sono scansati dalla responsabilità di affrontare il problema dell’Hotel House e adesso ci troviamo, come dice lei ed io concordo sul sostantivo, un mostro in casa.
Le soluzioni vanno prese, vanno prese con efficacia. Adesso ci saranno questi stanziamenti, il Comune deve rispondere di quello che farà e di quello che succederà, la Regione ha l’obbligo non solo morale, ma politico nei confronti dei cittadini di controllare anche un solo euro che viene elargito per accertare che vada a buon fine e comunque per valutare l’efficacia di questa cosa, perché se continuiamo così arriverà un giorno che leggeremo di fatti spiacevoli e gravissimi sui giornali e sicuramente la responsabilità sarà di tutti noi.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. I rappresentanti della Giunta hanno detto di avere altri impegni per questo pomeriggio, quindi propongo di interrompere il Consiglio alla fine della discussione in atto e, se siete d’accordo, di iscrivere le mozioni che restano ai primi punti del prossimo Consiglio.
Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. C’è una risoluzione che nasce da due mozioni che riguardano la “busta pesante” che scade il 31 maggio, avevo chiesto nella Conferenza dei capigruppo di metterla in discussione in questo Consiglio, credo che dobbiamo discuterla oggi anche perché è molto veloce ed abbiamo già preparato una risoluzione.

PRESIDENTE. Va bene.
Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Ha ragione il Consigliere Zaffiri, dobbiamo votarla oggi. Sull’Hotel House si è già soffermato mi pare abbondantemente, con grande capacità ed efficacia l’Assessore Cesetti, che ringrazio. Vorrei soltanto sottolineare un paio di questioni che mi sembrano fondamentali.
La prima, noi non possiamo parlare dell’Hotel House e quindi di un’emergenza sociale che ha ricadute non solo nel Comune di Porto Recanati, non solo in provincia di Macerata e in provincia di Ancona, ma nell’intera regione, se non inquadriamo il problema a livello nazionale.
Se non vogliamo prenderci in giro e se non vogliamo fare demagogia vuota, dobbiamo dire che questo problema può essere e deve essere il problema da mettere in agenda del nuovo Governo, che mi auguro nasca il prima possibile.
Deve essere un argomento da trattare a livello nazionale perché, parliamoci chiaro, lo ha detto molto bene l’Assessore Cesetti, gli strumenti che la Regione ha in mano per affrontare il problema dell’Hotel House praticamente sono inesistenti. Scaricare sul Comune di Porto Recanati - guardate, non parlo di un Comune di centro sinistra, quindi non posso essere tacciato di difesa d’ufficio - il problema dell’Hotel House e pretendere una qualche risposta e una qualche soluzione è praticamente impossibile, è prendersi in giro, è lavarsi le mani e questa amministrazione regionale non ha mai fatto sin dal momento del suo insediamento.
Noi ci siamo fatti carico, impropriamente, non condivido assolutamente, mi dispiace, l’interrogazione della Consigliera Leonardi quando dice che la Regione è latitante, io direi che la Regione ha fatto più di quanto le spettasse, tanto è vero che in Aula siamo stati criticati e il sottoscritto è stato attaccato qui e sulla stampa per i 100.000 euro che abbiamo voluto dare al Comune di Porto Recanati per intervenire sulla questione della sicurezza.
Sappiamo bene che in quel palazzo le cose non funzionano neanche sotto l’aspetto della sicurezza. Credo che la Regione abbia fatto il possibile e l’impossibile, ha fatto quello che doveva mettendo anche i soldi a disposizione del Comune per intervenire in un condominio che sappiamo tutti essere privato. Perché qui il problema è questo! Abbiamo di fronte un mostro strutturale che è privato, lì non dobbiamo solo e soltanto parlare di riqualificazione del contesto sociale, che pure è importante e che pure è necessaria e che pure si deve fare che, e per la verità in parte con alcuni fondi è stata fatta, dobbiamo parlare di interventi strutturali sull’edificio che possono essere fatti solo ed esclusivamente se si dà seguito a quella legge che abbiamo approvato e che demanda e chiede al Parlamento di intervenire dal punto di vista economico.
Nell'edificio gli interventi che devono essere fatti sono interventi strutturali che né la Regione, né il Comune può pensare di prendere in considerazione.
Condivido la mozione presentata dal Consigliere Rapa e dall’Assessore Pieroni perché mi pare che chieda una risposta concreta ad un problema che c’è, è vero. Sappiamo che le persone che abitano in quel palazzone sono circa 1.700/1.800 e in questi mesi, da maggio a settembre/ottobre, raddoppiano perché arrivano una serie di clandestini che vendono lungo la costa Adriatica e poi vanno a dormire in quel palazzone.
Un presidio è stato chiesto tante volte, mai ottenuto, e la mozione va in questa direzione. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura a Macerata si è riunito sette o otto volte per parlare dei problemi relativi all’Hotel House, ho partecipato a tutti gli incontri a cui sono stato invitato e devo dire che se mettessimo un presidio, chiamiamolo come il Consigliere Maggi o come volete, di 24 ore su 24, dall'1 gennaio al 31 dicembre, facendo entrare solo la popolazione regolare, non i clandestini, si eliminerebbero molto i problemi che sono stati già denunciati, relativi allo spaccio della droga, alla prostituzione ed altro. Un presidio darebbe la possibilità di attutire il problema.
L’altra questione che è in questi anni abbiamo assistito ad un degrado totale di quell’edificio, il problema non è solo da ricondurre alla questione degli extracomunitari, e quindi degli irregolari, noi sappiamo che lì dentro ci sono cittadini italiani che vivono e abitano lì. C’è per esempio un colonnello in pensione che ha scelto di vivere nell’Hotel House, ci sono degli italiani che hanno decine e decine di appartamenti che danno in sub affitto, ci sono immigrati regolari che sono andati questi giorni dal Sindaco per chiedere come possono fare per pagare il condominio, visto che lì non si riesce a capire, non si riesce a riscuotere per una serie di problemi, che adesso non vale la pena elencare. Questo lo dico perché non possiamo fare di tuta l’erba un fascio delle 1.700/2.000 persone che stanno lì.
Come dice il Consigliere Zaffiri, credo che prossimamente ci rivolgeremo al nuovo Governo, quando l'avrete costituito, come mi auguro, perché ci vuole la ruspa per risolvere il problema dell’Hotel House. La ruspa non è la risposta all’Hotel House e credo che non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio, perché lì dentro c’è anche gente che non delinque, che vive regolarmente, che se chiamata pagherebbe anche quello che è necessario per mandare avanti il condominio, quindi dobbiamo saper discernere. Però quello che ritengo fondamentale, l’ho già detto e mi pare sia indispensabile, è l’intervento sull’infrastruttura, e lì ci vogliono milioni di euro che solo il Governo nazionale può stanziare, e la presenza costante, 24 ore su 24, delle forze dell’ordine che limitino l’accesso agli immigrati.
Con questi due provvedimenti potremmo risolvere il problema dell’Hotel House, altrimenti continueremo a parlare per anni della bomba ad orologeria che prima o poi esploderà.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Devo dire che non posso ritenermi soddisfatta dalla risposta alla mia interrogazione perché fondamentalmente sui punti non c’è stata una evidente risposta.
Il problema dell’Hotel House è complesso e riguarda diversi piani. Abbiamo discusso il piano del degrado ambientale e strutturale di quel condominio qualche mese fa con quella proposta che fu fatta e approvata, lo ribadisco, con la mia contrarietà, perché non si sa se questi soldi devono andare al condominio per pagare le morosità di chi non si è comportato bene o per che altro dovrebbero andare.
A detta dello stesso relatore, presentatore che all’epoca fu il Consigliere Marconi, poi sottoscritto da altri, questi soldi ..., soprattutto perché quella era una proposta a senso unico, non contrattata con l’allora Governo, con un Ministro del vostro colore politico, oggi mi sarei aspettata una risposta politica, e qui mi vengono a supporto sia l’Assessore Cesetti che l’Assessore Sciapichetti, entrambi avete detto nei vostri interventi che il problema dell’Hotel House è un problema che deve essere portato all’attenzione dello Stato. Avrei trascinato il Ministro Minniti a Porto Recanati, addirittura era candidato nelle Marche e in questi tre anni di legislatura, tutti avete detto nei vostri interventi che conoscevate il problema dell’Hotel House, chi c’è andato, chi l’ha seguito, chi è in contatto con il Comune, chi è in contatto con la Prefettura, tutti avete concordato con l’esigenza di un intervento forte da parte del Ministero. Avevate un Governo del vostro colore politico, un Ministro che tutti avete esaltato come persona interventista, capace di fare le cose e nessuno ha pensato, se non questo Consigliere di minoranza che nel mese di settembre dell’anno scorso lo ha braccato nell’unica occasione che ha avuto di incontrarlo faccia a faccia e di mettergli un dossier nelle mani dicendogli: “Ministro, qui c’è una situazione grave che sono certa lei già conosce perché il lavoro della Prefettura è di portare a conoscenza il Ministero di questo problema, sono certa che nel corso degli anni è stato fatto, quindi lei ed i suoi collaboratori dovreste conoscere questa situazione, le chiedo un intervento”. L'ho ribadito attraverso Pec, perché magari si era perso il fascicolo, per qualsiasi motivo, non ho mai avuto risposta, ma io sono un Consigliere di minoranza, sono un Consigliere di Fratelli d’Italia, sto all’opposizione sia in Regione sia all’epoca al Governo e quindi è anche plausibile che un Ministro pur dichiarandosi, come ha detto in quell’incontro, disponibile ad ascoltare seppur brevemente quello che avevo da dirgli, magari ha mille cose da fare. La sicurezza è un grosso problema e mi sembra appurato, anche dalle vostre dichiarazioni, che fra le illegalità, possibili, le infiltrazioni terroristiche o di altro genere la questione sicurezza all’Hotel House è anche da voi ritenuta grave.
Mi sarei aspettata che in questi anni, non a partire da oggi, quello che faremo da oggi a me va bene ed è un qualcosa di più, delle risposte per quanto fatto da ieri, da quando vi siete insediati ad oggi, quanto fatto nei confronti di un sollecito anche politico, di un intervento diretto con la componente politica per avere delle cose serie, perché se aspettiamo il libro dei sogni, credo che il problema dell’Hotel House resterà ed io non sto con un plotone d’esecuzione per vedere chi ha la colpa e chi deve essere assolto, io sto dicendo che siamo tutti consapevoli sul piano della sicurezza, in termini di legalità, forze dell’ordine, presidio di sicurezza.
E’ stato citato anche dal Consigliere Maggi un excursus storico del quale io sono a conoscenza in prima persona, io le ho vissute quelle cose e devo dire che l’amministrazione all’epoca andò a tirare per la giacchetta l’allora Governo e venne stipulato quel patto per Porto Recanati sicura che, in un ambito temporale limitato, portò dei benefici limitando gli episodi che avvenivano lì che si spostarono come sta avvenendo oggi. E' di questi giorni la denuncia dei gestori del money transfert dell’Hotel House che dicono che è colato a picco il giro dei soldi. Come mai? Questi soldi passavano incontrollati e adesso che ci sono dei controlli di sicurezza, dei presidi, c'è questa integrazione dei Carabinieri, questi movimenti non ci sono più.
Uno si farà una domanda, anche chi non è del mestiere, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma questi soldi spesso o quasi sempre o comunque molto spesso venivano e vengono dai proventi illeciti del traffico di stupefacenti e non solo, dal mercato della contraffazione che dentro l’Hotel House si trova spesso anche grazie ad operazioni della Guardia di Finanza e delle varie forze dell’ordine. Si vengono a scoperchiare delle situazioni perché c'è una presenza fisica, fissa, controlli forti delle forze dell’ordine che in quella realtà fanno sì che ci sia meno delinquenza.
Mi sarei aspettata delle risposte in questo senso. La legge che non aveva interlocutore, quella proposta di legge per inserire Porto Recanati nasce da qui, senza interlocuzione, mi sarei aspettata che prima si andasse a fare una interlocuzione con il Ministero, con i vostri Parlamentari per dire qui c’è un bubbone che sta scoppiando, sono anni, vogliamo fare questo? Cosa possiamo fare?
Avete, ricordo la discussione, la ricordo bene e l'ho anche citata perché qualcuno del PD continua a dichiarare, ogni volta che io intervengo sull’Hotel House, che tutti i mali riguardano il fatto che io per due anni e mezzo ho fatto l’Assessore alla sicurezza e alla protezione civile e alla polizia municipale a Porto Recanati. Il segretario locale del PD continua a dire questa cosa, ben venga, ma credo che sia miope, mi devo prendere tutte le responsabilità? Guardi, me le prendo, non si preoccupi, è colpa mia la sparatoria, non mi sono messa a fare da scudo umano rispetto all’uomo ucciso, sono io che faccio proselitismo per quanto riguarda la criminalità.
Chiedo e chiudo degli interventi seri e mi infervoro e mi arrabbio laddove non li trovo. Mi dispiace ma io faccio il politico come voi, un accenno a quello che non è stato fatto fino a ieri e che oggi dite faranno domani perché al Governo non ci siete più chiamando in causa il nuovo Governo, mi spiace ma segna una vostra mancanza perché voi dovreste avere la coerenza di dire che dal Ministro degli interni per garantire la sicurezza non ci siete andati, nessuno è andato da Minniti, da Renzi, avete un fiore all’occhiello della politica nazionale che è Matteo Ricci a Pesaro, nessuno è andato a dirgli: “C'è un casino nella provincia di Macerata con l’Hotel House”, nessuno, altrimenti penso che oggi me l'avreste detto nella risposta.
E' evidente che c’è un vulnus in questo senso, tutto quello che si farà da oggi in poi ben venga, però bisogna anche essere onesti e sinceri e dire, visto che siete voi a dire che non c’è una competenza specifica, che quell’aggancio politico che potevate e dovevate avere ed esercitare non è stato esercitato.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. C’era una richiesta del Consigliere Zaffiri.

PRESIDENTE. Di non chiudere il Consiglio prima.

Fabrizio CESETTI. Di anticipare.

PRESIDENTE. L’intervento del Consigliere Zaffiri seguiva al mio, io ho proposto di chiudere il Consiglio appena fatta questa mozione sull’Hotel House, il Consigliere Zaffiri è intervenuto dicendo che c’era una mozione da fare urgentemente, non ha chiesto l’anticipo, ha chiesto di chiudere dopo la mozione sulla busta paga pesante.
Se poi lei mi chiede adesso di anticipare, benissimo.

Fabrizio CESETTI. Mi scuso con il Presidente e con il Consiglio regionale, ma purtroppo ho un impegno che non posso assolutamente derogare, sono già in ritardo, quindi sono disponibile a proseguire sulla discussione in un'altra seduta, però chiederei di anticipare la mozione del Consigliere Zaffiri perché la vorrei votare.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Non ho problemi ad anticiparla purché si voti senza discussione, sennò andiamo avanti con la mozione dell’Hotel House. Se c’è un Consigliere che deve fare un intervento mettiamo la mozione dopo questa, anche perché non credo che tecnicamente sia possibile, o la votiamo così com’è senza discussione, e a noi va bene, oppure se ci sono interventi aspetta il suo turno.

PRESIDENTE. Non è proprio pragmatico perché nell’ordine del giorno la mozione è abbinata alle due interrogazioni, però possiamo benissimo cambiare l’ordine dei lavori, e se siamo tutti d’accordo, lo possiamo fare.

Mozione n. 353
ad iniziativa dei Consiglieri Zura Puntaroni, Zaffiri, Malaigia
“Proposta di modifica delle modalità di restituzione delle ritenute non operate a seguito degli eventi sismici del 2016 e 2017, cosiddetta ‘busta paga pesante’”;

Mozione n. 359
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Estensione della ‘busta pesante’ da 24 a 36 mesi”.
(abbinate)

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione, sulle due mozioni, a firma dei Consiglieri Zura Puntaroni, Rapa, Zaffiri, Malaigia, Celani, Busilacchi, Giancarli.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Velocemente, per dire che questa proposta di risoluzione raccoglie due mozioni. C’è un problema, il 31 maggio, tra pochi di giorni, c’è una scadenza che riguarda i nostri concittadini terremotati e la risoluzione chiede ed impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo, del Commissario straordinario e dei Parlamentari marchigiani per prorogare i termini, estendendo da 24 a 36 mesi il periodo di esenzione e portare il periodo di rateazione a 10 anni e a 120 rate mensili senza interessi.
La sintesi è questa, credo che sia un atto politico che va fatto a favore della popolazione marchigiana colpita dal sisma.
L'Impegno per la Giunta, Assessore Cesetti e Presidente Ceriscioli, è quello di chiamare il Commissario per fare una delibera che allunghi i tempi considerate le difficoltà che hanno le persone terremotate.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Riprendiamo la trattazione della mozione n. 344.
Ha la parola, per l'illustrazione, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Sarò breve perché su questo tema ormai se ne sono dette tante, anche oggi.
Mi aspettavo dalla Consigliera Leonardi un atteggiamento diverso, non politico, visto che l’auspicio è quello di fare una risoluzione insieme, l’abbiamo condivisa.
In questo caso potremmo dire: ci ricordiamo solo del periodo dal 2013 al 2018 oppure il problema dell’Hotel House è iniziato qualche decennio fa, quando c’era il nostro caro amico e Ministro Maroni ed il Presidente del Consiglio fino al 2013 non era di centro-destra?
Consigliera Leonardi, questo atteggiamento di voler scaricare ogni volta le responsabilità dell'Hotel House, questa è una vicenda sulla quale gli unici che ne sono estranei sono i 5 Stelle perché non erano presenti in Aula, né nei Consigli comunali, né al Governo. Tutte le altre forze sono corresponsabili di quello che sta accadendo, non è un problema degli ultimi 4 anni, 5 o 8 anni.
Il problema dell'Hotel House nasce da una scarsa attuazione e attenzione alla questione. All’epoca quando c’era la Giunta e lei era Assessore alla sicurezza, quante sono state le convocazioni per trattare il tema della sicurezza? Quante volte il Ministro Maroni è stato a Porto Recanati per vedere l’Hotel House? Ed era lo stesso, non è che il problema dell’Hotel House è di questi ultimi 4 o 5 anni.
Il tema nel 2010/2013 era uguale, lei sta a Porto Recanati, io sto a Loreto, gli altri stanno nelle Marche, lo viviamo tutti. Cerchiamo di tornare alla ragionevolezza, cerchiamo di far capire oggi a chiunque sarà o non sarà. Abbiamo perso tempo? Tutti abbiamo perso tempo, almeno su questo dobbiamo essere onesti, perché pensavamo che le azioni che avevamo messo in campo potessero dare delle risposte, chi in un modo, chi in un altro. La verità e la realtà è che ad oggi quelle risposte non sono arrivate e lo sapete perché? Perché questa mozione possa essere condivisa, al di là della Lega Nord che tramite il suo “leader massimo” ha dichiarato che bisogna abbattere questa cosa, sono dichiarazioni che parlano solo e soltanto alla pancia dei cittadini, solo per fare bella figura, noi che siamo marchigiani sappiamo che buttare giù con le ruspe è impossibile, allora bisogna tornare alla ragionevolezza.
La ragionevolezza qual è? E’ quella che ci dicono i militari sul campo, le forze dell’ordine sul campo, Carabinieri e Finanzieri che stanno lì, non i vertici dei Carabinieri, ma coloro che tutti i giorni sono lì.
Spero che la Consigliera Leonardi abbia parlato con qualcuno di loro, ai quali ho chiesto: “Secondo voi tutto quello che sta accadendo dentro l’Hotel House come si può risolvere?” Loro hanno detto - ed è questo il motivo della mozione presentata da me e dal Consigliere Rapa e condivisa da tutta la maggioranza e spero che la risoluzione che leggeremo possa essere approvata anche dalla Lega, anzi sono certo che l’approverà perché questa è la vera risposta, non l’abbattimento del palazzo che è tutta un’altra questione, - se non mettiamo un presidio permanente, lo chiamiamo come vogliamo, presidio permanente o non so cosa, che H24 controlli i documenti di chi entra e di chi esce, non risolveremo mai il problema. Chiaramente questo non è una competenza che riguarda la Regione Marche o il Comune di Porto Recanati, questo è un problema che riguarda il Governo, riguardava il Governo degli ultimi 5 anni, riguardava il Governo degli ultimi 8 anni, riguardava il Governo degli ultimi 12 anni e tutti quelli passati.
Se oggi riuscissimo a votare questa mozione, metteremo una pietra miliare per quello che riguarda una sacro santa verità e cioè che all’Hotel House, così come avvengono i fatti, nonostante il grande impegno profuso dalle forze dell’ordine - e ve lo dice un socialista – ci sono persone regolari, regolari che non devono delinquere, prostituirsi, o spacciare droga, perché noi pensiamo soltanto agli irregolari, ma lì dentro c’è un sistema di delinquenza a 360° e quello che dicono i rappresentanti delle forze dell’ordine che stanno sul campo è molto forte e molto importante, loro dicono: noi facciamo i blitz, andiamo a controllare, verifichiamo tutto, ma dopo aver fatto il blitz, prese le persone, il giorno dopo o due giorni dopo la situazione non cambia perché dentro c’è un sistema di commistione tra coloro che sono regolari, che sono normali, che sono preoccupati per le famiglie, che sono preoccupati per la loro vita, e i pochi che creano questa situazione.
Secondo la maggioranza bisogna approvare questa mozione, poi non basta mandarla semplicemente al Ministero, la nostra idea è quella di andare a parlare, con una delegazione di tutti i capigruppo, direttamente dal Prefetto, dal Questore. Anche la Prefettura deve sostenere questa posizione perché la posizione politica di questa Assemblea ha una forza importante, ma deve esserci anche il sostegno della Prefettura perché non dobbiamo lasciare tutto alle forze dell’ordine che stanno sul campo.
Al di là delle varie posizioni di ognuno di noi, credo che dobbiamo tutelare i cittadini portorecanatesi e di tutto l’hinterland.
Il problema dell’Hotel House ormai è diventato anche un problema di immagine delle Marche, che è stato strumentalizzato, è stato pompato, tutto quello che vogliamo, però oggi votando questa mozione …
Sono certo che il capogruppo Consigliere della Lega, parlo della Lega perché ha tenuto sempre un atteggiamento molto forte, molto concreto, questa volta voterà la mozione/risoluzione che la maggioranza presenterà al Ministero insieme a Fratelli d’Italia, perché secondo me è una risposta importante. Abbiamo anche aggiunto l'attuazione del protocollo “Strade sicure” e tutto quello che vogliamo per tutelare giustamente le famiglie portorecanatesi o i turisti.
Credo che la vera questione nasca dalle parole dei militari, dalle forze dell’ordine che stanno sul campo, che fino a quando non ci sarà un presidio, poi ognuno si assumerà la responsabilità, noi abbiamo fatto il nostro dovere con questa mozione, la Regione farà il suo.
Probabilmente i Governi che si sono succeduti non hanno voluto mettere con chiarezza le mani su questo tema, quelli che verranno sono certo che affronteranno diversamente questo argomento. Quindi questa mozione è un’indicazione che una Regione, un’Assemblea come questa, vuole dare ai nuovi Governi, perché se ci sono stati errori prima, non penso mai alla malafede, sono quelli di aver capito quanto fosse grave la situazione, e parlo degli ultimi 15 anni. Credo che in futuro queste situazioni non si possano più permettere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Finora ho sentito solo tanti sogni e visto che siamo nel regno del nulla i sogni sono coerenti al nulla.
C’è un problema, si parla tanto, ma nessuno dice che se non ho il Comune che collabora, se non ho il Comune che punta i piedi, se non ho il Comune che vuole, rimangono le forze dell’ordine.
Assessore Pieroni, lei è un grande sognatore e spesso parla a vuoto e mi meraviglio, H24 vuol dire 8 persone che, per gli orari che hanno, come in ospedale, ruotano. 8 persone equivalgono a 350.000 euro l’anno, quindi lei con il suo H24 ci fa uno zero.
La ruspa, Salvini ha fatto i manifesti con la ruspa, ma chi era l’unico che voleva buttare giù con la ruspa? Era Ubaldina Spirito Santo perché il Comune di Porto Recanati da sempre sogna i 100.000 metri cubi che si renderebbero disponibili dopo la delocalizzazione, quindi è giusto che tutto imputridisca, è giusto che si trovino ossa umane, le ossa di gallina, perché a qualcuno fanno gola solo i 100.000 metri cubi, quindi abbattiamo. Fino a qualche anno fa non si sapeva quanto costava abbattere, oggi con il terremoto lo sappiamo, io ho abbattuto 1.200 metri cubi per 15.000 euro, lì per abbattere e smaltire ci vogliono 3 milioni di euro, altro sogno, altra poesia, altra cosa.
Lo Spirito Santo sognava l’abbattimento …, Assessore Pieroni mi faccia parlare, lei prima ha detto: “Credo che la Lega voti questa mozione”, ma io le stupidaggini non le voto, perché non ho l’anello al naso, non voto i sogni, lei coerentemente nel mondo del nulla può sognare, io vengo da un altro regno, sto qui ma non sogno, quindi non la voto.
La prima cosa per ottenere qualche risultato è coinvolgere il Comune di Porto Recanati che ha remato sempre contro perché aveva un’altra visione, quindi lei ci può mettere in mezzo il Prefetto, la Questura, i marziani, ma non risolverà niente se ha il primo attore, quello più interessato, che rema contro, lo ha dimostrato nei fatti.
La prima cosa da fare, se lei Assessore fosse saggio, è quella di operare da fuori con attenzione per ripristinare le regole del condominio, perché quelle regole permettono di incassare le quote, perché ci sono persone che pagavano le quote, e piano piano, se fossi il Sindaco e quel tumore nel corpo non lo volessi, perché mi porta all’altro mondo, interverrei con gli avvocati, usando la mia carica di Sindaco interverrei su un bene privato per ripristinare la portineria, l’abc per arrivare ad una soluzione. Ma di questo non se ne parla, voi continuate a sognare, il posto fisso di Polizia, 350.000 euro, ma chi ve lo mette? Come ci pensate? Oltretutto le forze di Polizia, la Prefettura, la Questura, di questi balzelli della politica si sono stufate, perché vedono il Comune, che deve dare il là, il via, avanti a combattere, che non va avanti, non dà il via, non va a combattere, anzi sogna di far deteriorare talmente la cosa che alla fine qualcuno dall’alto deciderà di prendere in mano la situazione, ma quel tipo di soluzione costa un sacco di soldi ed oggi non si può prendere. Anche se si dà l’inagibilità, si attivano 100.000 metri cubi da delocalizzare magari per farci un villaggio turistico, ma non ci sono i soldi per abbattere e comunque un domani lì 100, 200, 500 scellerati al buio ci rimangono lo stesso, quindi questa mozione non la voto!

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Intervengo innanzitutto per ringraziare per la disponibilità del Consigliere Rapa e dell'Assessore Pieroni ad integrare la mozione da loro presentata rispetto ad un tema che conosco purtroppo abbastanza bene, avendo vissuto nel corso degli anni le varie vicissitudini dato che abito a Porto Recanati e che mi sono occupata nell'amministrazione di seguire un po’ le problematiche.
La mia integrazione rispetto alla richiesta della mozione, che era quella di un presidio fisso all’Hotel House, nasce perché condivido la necessità di presidiare quel condominio e perché la maggiore presenza di forze dell’ordine può aiutare anche rispetto a quello che ha detto il Consigliere Zura Puntaroni. Ripristinare un clima di legalità porterebbe la componente brava che abita all’interno del condominio a prevalere su quelli che invece hanno scelto di fare di quel luogo la loro base logistica e di vita per traffici illeciti e per proseguire in un discorso di illegalità che li agevola in questa delittuosità.
Consapevole di due cose, da una parte la necessità che nel corso degli anni è emersa varie volte, anche quando ero in amministrazione abbiamo avanzato varie richieste e, lo dicevo prima, non sono alla ricerca delle responsabilità che se uno vuole imputare anche a me, mi metto nel calderone, e non sono alla ricerca di una polemica perché non l’ho fatto mai, come stile non mi appartiene, e un tema così serio non l’ho mai cavalcato e non lo farò oggi, sono alla ricerca di soluzioni vere perché, secondo me, prendere in giro una popolazione, prendere in giro una realtà che soffre rispetto a quel problema lo trovo assolutamente sbagliato; dall'altra la consapevolezza della difficoltà di un presidio fisso e della difficoltà di poterlo realizzare.
Ci siamo confrontati con l’Assessore Pieroni sia nella scorsa seduta, che in questa, sino ad arrivare a questa risoluzione. La difficoltà oggettiva di costruire un edificio, una caserma interforze, l’ho vissuta quando il Comune, attraverso un proprio accordo, ha costruito la nuova caserma dei Carabinieri di Porto Recanati. I Carabinieri se ne sarebbero dovuti andare perché quella in cui erano in affitto era già stata venduta e da anni doveva essere sgomberata e il Ministero, che paga un affitto al Comune di Porto Recanati, nelle interlocuzioni dell’epoca ci aveva rappresentato in maniera palese l'indisponibilità, non solo per Porto Recanati, ma come strategia, a costruire.
Le risorse sono sempre di meno ed il Ministero sta accorpando i presidi, sta tagliando e un altro esempio, sempre vissuto sulla pelle di Porto Recanati, è quello della chiusura della caserma della Polizia stradale.
Quindi consapevole di una volontà, di una richiesta alla quale mi affianco, ed anche delle difficoltà ho cercato di integrare questa proposta con alcune richieste che reputo forse più immediatamente realizzabili, come quella di un incremento, di un potenziamento dell’attuale Caserma dei Carabinieri elevandola al grado di Tenenza, che consentirebbe di avere - non come quando facemmo il patto per Porto Recanati sicura che si spostarono o come c’è oggi con l’integrazione di quei dieci Carabinieri, che ora se ne sono andati e ne sono arrivati altri, che vengono per un lasso di tempo breve - un incremento stabile delle forze dell’ordine sul territorio, la possibilità della pattuglia notturna e nel corso degli anni, passata l’emergenza, un presidio fisso che possa essere garante sul territorio. Perché, anche qui metto in campo la mia poca o tanta esperienza, che è quella di dire, prima ho fatto l’esempio del money transfer, che quando c’è una attenzione delle forze dell’ordine su un luogo, la criminalità si sposta e io cito il River Village, ma ci sono altre situazioni gravi a porto Recanati. Quindi questo potenziamento potrebbe aiutare a mantenere un livello di sicurezza in tutto e per me sarebbe importante un presidio che in un arco temporale possa garantire il controllo delle presenze.
Ultima questione, mi rifaccio all’approvazione avvenuta poche settimane fa nel Consiglio comunale di Porto Recanati dell'adesione al progetto Strade sicure. Ovviamente c'è da fare una richiesta al Ministero della difesa per poter attingere a questo progetto, che consenta di avere un distaccamento anche dell’esercito che lavori in sinergia con le forze dell’ordine locali, in modo da presidiare ulteriormente le zone critiche.
Unire queste possibilità e muoversi, attivarsi perché da possibilità diventino realtà è un qualcosa di concreto sul quale muoversi, per questo sono fra i firmatari e proponenti di questa risoluzione che va ad integrare la mozione dell'Assessore Pieroni e del Consigliere Rapa che nella quasi totalità è stata recepita. Integrando queste cose reputo che possa essere di più immediato e sicuro vantaggio per Porto Recanati, sempre restando in un ambito di sicurezza e di legalità e di forze dell’ordine, il discorso della riqualificazione urbanistica e altre questioni non sono all’interno di questa specifica risoluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Sarò breve perché abbiamo già parlato tanto dell’Hotel House in passato, ci ritorniamo e quindi non mi ripeto sulle problematiche che sono arcinote, però ci tengo a dire due, tre cose rilevanti.
La prima, sui 100.000 euro ho espresso la mia posizione di contrarietà, e la ribadisco, perché si è creato un pericoloso precedente anche con l’escamotage di darli al Comune di Porto Recanati. E' un pericoloso precedente, perché noi abbiamo dato dei soldi derivanti dalle tasse dei cittadini a beneficio di una struttura privata anche se poi abbiamo trovato il soggetto terzo per bypassare l’ostacolo legale, però la sostanza è questa.
Un’altra cosa, vorrei sapere che cosa è stato fatto con quei 100.000, perché finora non ce lo ha detto nessuno, mi farebbe piacere saperlo, L'altra volta, se non ricordo male, si era parlato di norme antincendio ed io dissi: “Se ci mettete gli estintori, dopo due mesi spariranno”.
Vorrei sapere se quell’intervento di 100.000 euro ha portato, quello che diceva prima il Consigliere Maggi, a dei risultati oppure sono caduti in un pozzo senza fine e non hanno risolto nulla. Io temo questo.
Ribadisco la mia posizione di contrarietà sui 100.000 euro e mi auguro che non ci siano ulteriori contributi da parte della Regione verso i privati, anche perché, ripeto, si crea un precedente e chiunque si potrebbe alzare e avere delle pretese.
Non ho pregiudizi a votare questa risoluzione, il Consigliere Zaffiri sta dicendo di essere contrario, perché va nella direzione secondo me giusta, cioè quella di tentare di mettere una prima pietra per riportare un po’ di legalità in quel posto, quindi un presidio di Polizia, di Carabinieri, quello che sia H24. Qualcuno dice che non ce lo concederanno mai perché costa troppo, può darsi, però un tentativo va fatto, la richiesta va fatta, dopo sarà qualcun altro che si assumerà la responsabilità di dire: “No, lì non ce lo mettiamo perché costa troppo”. Però un primo tentativo della Regione, che secondo me vuole affrontare giustamente il problema della legalità, perché il problema è questo: la legalità, come quello di mettere un presidio fisso, sinceramente lo vedo in maniera positiva. C’è solo una cosa che mi viene in mente, Assessore, e gliela dico, la mia paura è che messo il presidio i malviventi, la criminalità, si spostino 100 metri più avanti, lo stanno già facendo, hanno già più o meno colonizzato un altro palazzo che sta lì vicino, quindi non vorrei che mettere un presidio di sicurezza sia solo accelerare solo lo spostamento della criminalità a 100 metri di distanza.
Detto questo, mi sembra che qualcosa bisogna fare, quindi provare a mettere un presidio di sicurezza e tentare di portare la legalità può essere una cosa giusta.
Concludo con una battuta che non c’entra niente con questa mozione, ma me la sono appuntata, il Consigliere Zaffiri ha fatto una battuta sulla mozione dell’inceneritore dicendo che l'aveva presentata nel 2018, io quella sull’articolo 35 l’avevo presentata il 30 ottobre 2015, quindi mi fa piacere che ora l’abbiamo votata tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Tenterò di spiegare le motivazioni perché voteremo contro questa mozione, sperando di riuscirci nel miglior modo possibile, anche in riferimento ai fatti che sono accaduti pochi giorni fa.
Questo è un problema del territorio ed è un problema privato. Del problema sul territorio è responsabile l’amministrazione comunale, questo dicono i documenti, questo dicono le leggi. Punto! Perché il problema dell’Hotel House è fuori controllo? Perché non vengono più pagate le quote condominiali. La pratica del condominio è in mano ad un Procuratore della Repubblica di Macerata che ha detto che sul problema del condominio non interviene nel far approvare il bilancio e se non c’è l’approvazione del bilancio non si può mettere in moto il pignoramento degli stipendi.
Le famiglie che possono pagare, su 450, sono oltre il 70% perché ci sono tutti lavoratori, gli appartamenti sono affittati, ci sono i proprietari. L’illegalità c'è nel periodo estivo quando chi è affittuario o proprietario dell’appartamento fa entrare altre persone, che entrano perché non c’è un controllo in portineria. No le camionette dei Carabinieri, dieci persone su 24 ore per turnazioni, ma minimo ci vogliono due persone, i turni sono tre, per fare un turno rotativo sulle 24 ore ci vogliono sei persone. Questi sono i turni e se sono doppi servono dodici persone, la cosa è semplice, andate a chiederlo ad un turnista, alle persone e agli operai che lavorano dentro le fabbriche, per le ferie, i riposi e tutto ci vogliono 12 persone.
La comunità per un problema interno ad una cosa che non funziona deve intervenire con i soldi pubblici. Questa è la nostra riflessione! Perché in questo stabilimento le cose non funzionano. Cosa è successo pochi giorni fa? E’ arrivato l'ordine verbale che il Comune avrebbe sgombrato gli appartamenti perché le fogne non funzionavano, sapete cosa è successo? E’ successo che 200 famiglie hanno pagato 8.000 euro di condominio. Se le cose non funzionano, noi possiamo intervenire con interventi pubblici sulle proprietà di chi ha 12 o 14 o 10 appartamenti e non paga il condominio?
Io chiedo: qual è il ruolo del Prefetto? Il ruolo del Prefetto, il ruolo del Sindaco e il ruolo dell’istituzione nel problema che riguarda la Procura della Repubblica. Questo è il problema di questa mega struttura.
I portieri sono usciti perché il condominio non pagava gli stipendi, sono usciti e sono andati in mobilità, come previsto dalle leggi. Non sono successe grandissime cose, lì non c’è da stabilire la legalità, la legalità di chi entra in questo palazzo, c’è da ripristinare la legalità condominiale. Questo è il problema dell’Hotel House! I portieri fanno entrare solo le persone che hanno la residenza. Questo è il vero problema, ma quale presidio? Il presidio è quello dell’amministrazione comunale che deve intervenire per far funzionare questa mega struttura.
I controlli devono essere fatti nella legalità. Cosa succede quanto funzionano le cose ed un proprietario di un appartamento o un affittuario porta altre persone dentro il mio appartamento e c'è un sovraffollamento? Chiamo i vigili urbani che vengono a controllare quell’appartamento e se lo ritengono sovraffollato possono dire: “Caro proprietario devi mandare via delle persone”. Questo è il problema, è buon senso, ma lì si è voluta creare questa situazione per altri progetti, ed ha ragione il Consigliere Zura Puntaroni, non so se quello a cui accennava il Consigliere è quello giusto. Sappiamo che ci sono anche dei disegni attorno al campo sportivo di Porto Recanati, è prevista la possibilità di urbanizzare quel territorio e probabilmente potrebbe, uso il condizionale, essere il recupero di quel mostro.
Se vogliamo parlare esclusivamente dell’Hotel House le notizie stanno in questi termini, il problema sta nelle mani di un Giudice che ha detto che non può comunicare all’amministratore di fare il bilancio, perché? Perché è un privato. Il Comune è intervenuto? No. Il Prefetto è intervenuto? No. Questo è il problema dell’Hotel House.
Ripristinare la portineria, fare i controlli e far pagare le quote condominiali perché ci sono proprietari di più appartamenti all’interno dello stabile, che è in piena deregulation.
Ecco perché non voto nessun intervento per cui il pubblico dovrebbe intervenire. I soldi nostri per fare cosa? Questa è l’illegalità, tra un mese all’Hotel House nascerà l'illegalità perché arriveranno altre 1.000/1.500 persone che andranno là dentro e che andranno a fare i venditori.
Secondo me da quest’Aula non deve partire questo messaggio, ma deve partire una sollecitazione forte alle istituzioni che sono preposte al controllo di quel territorio, affinché svolgano il loro compito.
Adesso sono arrivati dai proprietari e dagli affittuari 8.000 euro, perché qualcuno ha detto loro che senza le fogne funzionanti si sarebbe provveduto allo sgombero degli appartamenti, allora per evitarlo, la notizia è di pochi minuti fa. 200 famiglie hanno versato 8.000 per la riparazione delle fogne. Allora basta con questa cosa dell’Hotel House! Il Sindaco, la Prefettura, il Tribunale devono intervenire per stabilire le regole all’interno del palazzo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Per ribadire e riprendere anche la riflessione fatta dalla Consigliera Leonardi, insieme abbiamo condiviso questa risoluzione. Anche il Consigliere Bisonni nell'intervento l'ha condivisa e lo ringrazio per la sua disponibilità a votarla.
E’ chiaro che questa risoluzione avrà una grande rilevanza, è un grande messaggio politico perché noi andremo a chiedere a chi di dovere di inserire un presidio permanente per dare, una volta per tutte, una risposta forte e chiara al territorio.
Credo che i problemi siano tanti, ma intanto dobbiamo distinguere tra i 1.700/1.800 cittadini che sono presenti all’interno dello stabile che sono regolari, che sono lavoratori e onesti, da quelli che delinquono e che sono irregolari, e questo lo possiamo fare solo e soltanto se c’è una condivisione del Ministero, ripeto, con tutti gli errori del passato che nessuno vuole nascondere.
Credo che oggi per la prima volta ho sentito parlare, dall’intervento del Consigliere Zaffiri, di legalità condominiale, oggi ha parlato da amministratore di condominio e questo mi fa piacere. Noi adesso parliamo anche come amministratori di condominio, credo che sia una novità che bisognerà porre all’attenzione del leader maximo Salvini dicendo: non più ruspe ma amministratori di condominio. Questo mi fa piacere perché legalità condominiale è una terminologia nuova.
Credo che oggi dobbiamo votare con grande forza questa proposta, responsabilizzare il Prefetto, e per questo prenderemo un appuntamento tutti insieme con lui per poter, suo tramite, inoltrare la pratica al futuro Governo ed al prossimo ministro.
Votando questa risoluzione oggi diamo darà un bel segnale di responsabilità.
Poi vedremo i costi, le responsabilità e quant’altro, ma intanto diamo una risposta una volta per tutte ai cittadini non solo di Porto Recanati, ma di tutta la regione Marche.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome degli Assessori Pieroni, Sciapichetti e del Consigliere Rapa.
Favorevoli: Bisonni, Busilacchi, Celani, Giacinti, Giancarli, Leonardi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini;
Contrari: Malaigia, Zaffiri;
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 19,20