CERIMONIA AL TRIBUNALE DI ANCONA, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: “RAFFORZARE IL TESSUTO SOCIALE PER CONTRASTARE L’ILLEGALITA’”
Iniziative al Palazzo di giustizia in occasione dell’anniversario della strage di Capaci del 23 maggio 1992. Il ricordo di Falcone e Borsellino, richiamando la necessità che anche nelle Marche ci sia la massima coesione nella battaglia contro la criminalità, coinvolgendo associazionismo, categorie produttive, politica, istituzioni e mondo della scuola

“Sono trascorsi 27 anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma da allora molte cose sono cambiate. Le nuove generazioni guardano alla mafia non più con la stessa rassegnazione del passato. Nella battaglia contro la criminalità organizzata i due magistrati hanno fornito, con il loro esempio, l'arma più potente alla riscossa civica e morale”.
Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale partecipando alla cerimonia d’intitolazione del Tribunale di Ancona a Vittorio Salmoni, della corte del palazzo di giustizia a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle aule d’udienza a persone che hanno onorato l’Italia con il loro impegno e sacrificio. Un’iniziativa curata dalla sezione distrettuale di Ancona dell’Associazione nazionale magistrati, sostenuta dal Consiglio regionale e organizzata, insieme ad altri importanti appuntamenti previsti nell’ambito di “Tribunale è città”, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci del 23 maggio1992.
Secondo il Presidente “educare alla legalità vuole dire anche coltivare la memoria di chi, attraverso la propria vita e le proprie azioni, ha saputo difendere le regole della convivenza civile e democratica, ispirata ai valori della Costituzione della Repubblica. Ecco perché ricordiamo oggi anche il magistrato Vittorio Salmoni, vittima delle leggi razziali emanate durante la dittatura fascista, uno dei momenti più bui della nostra storia. L' essenziale esercizio della memoria si lega al valore fondamentale della cultura. Non c'è legalità senza cultura della legalità”.
Nel suo intervento il Presidente ha fatto presente che anche nelle Marche è necessario tenere alta l’attenzione. “L'associazionismo, le categorie produttive, la politica, le istituzioni, il mondo della scuola e della formazione – ha sottolineato - hanno la responsabilità di rafforzare e rinnovare il tessuto sociale regionale, promuovendo la trasparenza dei comportamenti, l'autodisciplina della vita interna degli organismi, la capacità di prevenire e contrastare soggetti portatori di interessi e pratiche poco chiare”.
Ricordate, infine, alcune importanti iniziative assunte dal Consiglio regionale. Tra queste, l’approvazione nell’agosto 2017 della legge sulle “Norme per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”; la collaborazione con diverse associazioni impegnate su questi temi, riservando particolare attenzione al mondo della scuola; il parere favorevole espresso nei giorni scorsi dalla Commissione Affari istituzionali per l’adesione della Regione alla Fondazione che sostiene l’Osservatorio sulle Agromafie. Il Presidente non ha mancato di fare un riferimento alla ricostruzione post sisma, auspicando “norme più semplici e chiare ed attribuzioni di compiti precisi, così da farla procedere speditamente e nella massima trasparenza per consentire la rinascita di un'ampia porzione del territorio marchigiano con le sue comunità”.
A.Is.
Comunicato n.122, Giovedì 23 Maggio 2019