Resoconto della seduta n.176 del 18/02/2025
SEDUTA N. 176 DEL 18 FEBBRAIO 2025,
La seduta inizia alle ore 11:20
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Dichiaro aperta la seduta n. 176 del 18 febbraio 2025. Do per letto i processi verbali delle sedute n. 174 del 4 febbraio 2025 (corretto, rispetto a quello approvato precedentemente, relativamente allo svolgimento dell’interrogazione n. 1447 a risposta immediata) e n. 175 dell’11 febbraio 2025, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento interno. Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno. Hanno chiesto congedo l’Assessore Saltamartini e la Consigliera Elezi.
Metto in votazione, come primo punto in discussione, che precede anche gli atti ispettivi, la mozione n. 546 del 14 febbraio 2025 a firma del sottoscritto e di tutti gli altri Presidenti dei gruppi consiliari, in merito a “Vertenza dei lavoratori IMR”
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Chiedo di inserire la mozione all'ordine del giorno, al primo punto. Grazie.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 546. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Ai favorevoli va aggiunto il voto del Consigliere Borroni.
Voglio salutare il gruppo di studenti della scuola primaria di Tavoleto accompagnati dall’Assessore comunale e la delegazione dei lavoratori della IMR di Jesi.
Mozione n. 546
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Mangialardi, Rossi, Marcozzi, Livi, Ruggeri, Casini, Marinelli, Marinangeli, Pasqui, Santarelli
“Vertenza dei lavoratori IMR”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 546 dei Consiglieri Latini, Mangialardi, Rossi, Marcozzi, Livi, Ruggeri, Casini, Marinelli, Marinangeli, Pasqui, Santarelli.
La mozione intende esprimere l'impegno della Giunta Regione Marche e dell'Assemblea per la vertenza IMR e recita in questo modo: “Premesso che l’IMR ha proposto un piano industriale finalizzato a rilanciare il sito di Iesi e tale piano è rimasto inattuato nonostante ne sia prossima la scadenza; premesso che la messa in discussione del piano industriale da parte dell'azienda suscita enorme preoccupazione; considerato che è necessario sostenere la mobilitazione dei lavoratore della IMR, che vedono messo a rischio il futuro del proprio posto di lavoro; impegna la Giunta regionale a proseguire: ad esercitare un ruolo attivo e adoperarsi affinché la IMR presenti un nuovo piano industriale in coerenza con gli impegni presi nel rispetto di quello già presentato, che assicuri la tutela dell'occupazione e specifiche produzioni che verranno destinate al sito di Jesi come già avvenuto 3 anni fa; a proseguire, a coinvolgere a riguardo il Ministero delle imprese del Made in Italy per superare l'attuale fase di crisi, proseguendo il percorso corso già in essere aggiornandolo la situazione in atto”. Ci sono poi degli emendamenti che saranno votati perché nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo sono stati apportati degli emendamenti, che saranno poi votati singolarmente.
Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Saluto tutti quanti, anche i lavoratori e i rappresentanti sindacali dell'azienda IMR ed il Sindaco di Jesi, che abbiamo incontrato anche prima.
E’ chiaro che avrei preferito, come ognuno di noi, evitare di giungere di nuovo ad una discussione su questa situazione, anche perché l'avevamo affrontata tutti quanti insieme e quando dico tutti quanti insieme, dico: i lavoratori, le parti sindacali, la città di Jesi, il Consiglio regionale, l’amministrazione regionale, il Ministero. L'avevamo affrontata 3 anni fa al momento dell'apertura della crisi, a suo tempo denominata Caterpillar perché questa era l'origine dell'azienda direttamente interessata. C'era stato all’epoca un percorso articolato, molto approfondito, partecipato, che aveva portato all'individuazione di una società interessata a rilevare quelle attività e quelle proprietà, la quale aveva presentato sul tavolo ministeriale, sollecitato e richiesto dalla Regione Marche e da tutti gli altri attori, un piano industriale (poi firmato) in una maniera anche abbastanza arzigogolata perché non era un piano semplice da potersi esprimere, però con la garanzia del reimpiego di tutti i lavoratori che avevano aderito a quel piano, mi pare di ricordare che fossero 92, vado un po’ a memoria, e si impegnava a riportare anche le attività lavorative ad una platea più ampia di lavoratori, cioè quella precedente, quando ancora era la cosiddetta Caterpillar, circa 200 dipendenti. Quel piano industriale era stato firmato da tutte le parti, con soddisfazione di tutti.
Sono passati 3 anni e in questo periodo l'azienda non ha portato avanti quel piano industriale, ha incontrato, immagino a livello sindacale, più volte le parti interessate, motivando (mi hanno detto dalle parti sindacali) con il fatto che c'erano stati dei grossi cambiamenti sul mercato, c'erano state delle situazioni inedite nel livello anche nazionale ed internazionale, che non avevano permesso la messa in campo di quel piano industriale, ma ne riproponevano altri diversi, anche se mai presentati ufficialmente.
Dopo 3 anni ricevo dalla parte sindacale una richiesta di incontro su questo tema, sul quale non ero più stato ufficialmente coinvolto come Assessore al lavoro e come amministrazione regionale. Due mesi fa, vado un po' a spanne, comunque poche settimane fa, ho incontrato le parti sindacali, che mi hanno reso partecipe del percorso che ho appena riassunto.
E’ grande la preoccupazione che c'è tra i dipendenti perché dopo 3 anni non solo non si è portato avanti il piano industriale inizialmente firmato e sottoscritto, ma si avvicina anche il termine della cassa integrazione, che scade a maggio. Ad oggi non c'è qualcosa che li possa rassicurare nel reimpiego e nel prosieguo dell'attività, se non incontri informali con l'azienda o presunti piani industriali che l'azienda mette sul tavolo senza però mai darne seguito, né tantomeno arrivare ad un ulteriore o nuovo accordo.
Quel giorno, prendendo atto di questa situazione e per approfondire, ho preso l'impegno di sentire l'azienda IMR, cosa che ho fatto immediatamente. Il titolare dell’IMR e gli altri dirigenti sono venuti nei nostri uffici 10 giorni fa, più o meno, e ho posto loro questa situazione con grande preoccupazione e attenzione. Loro mi hanno detto che è vero che sono in ritardo su quel piano industriale, inizialmente sottoscritto, e che lo dovranno modificare perché è cambiato il mercato, perché c’è crisi dell'auto. Per tutta una serie di situazioni hanno tentato di spostare alcune attività da Teramo a Jesi, ma c'è stata l'insurrezione a Teramo delle parti sindacali, come può essere anche facilmente immaginabile, portando il lavoro da un luogo ad un altro. Si sono arrabbiati quelli di quel luogo.
A me viene anche in mente di dire che un'azienda dovrebbe valutare se ci sono o meno le condizioni, però non è questo adesso il mio ruolo.
Mi hanno riferito di questa situazione e nello stesso momento mi hanno ribadito il pieno interessamento e l’impegno a proseguire le attività su Jesi, anche l'impegno di portare entro marzo un piano industriale non tanto su Jesi, ma su tutte le loro attività a livello nazionale, hanno diversi siti industriali in Italia.
Di conseguenza l'impegno è quello di portare entro marzo il nuovo piano industriale a confronto e in discussione con le parti sindacali, le parti interessate e di mantenere comunque l'occupazione, così come era stabilito nel piano iniziale. Queste sono le loro parole, non è qualcosa che hanno sottoscritto o presentato ufficialmente.
Io ho riconvocato le parti sindacali la settimana scorsa, ho fatto loro presente dell’incontro con l'azienda, c'è stata condivisione di intenti anche con le parti sindacali, ma la preoccupazione rimane. Mi avevano anche anticipato questo momento partecipativo a cui oggi qui assistiamo, al quale andiamo incontro con una attività condivisa che deve dare ancora maggior forza al prosieguo delle attività da mettere in campo. Mi avevano anticipato la loro presenza oggi qui, davanti e all'interno del Consiglio regionale. Io ho detto loro che facevano bene a proporre le loro preoccupazioni, a rendere tutti partecipi in modo che ci fosse una battaglia comune, come sicuramente ci sarà.
Nel frattempo informalmente ho sentito sia il Ministero del lavoro che Il Ministero del Made in Italy per due motivazioni diverse, quella del lavoro per capire se effettivamente c’è la possibilità di prolungare la cassa integrazione dopo maggio, perché è vero che ci proporranno un nuovo piano industriale entro marzo, non so cosa dirà, ma sicuramente non ci saranno le condizioni, anche se fosse il più bello del mondo, di reintegrare e riassumere tutte le persone entro maggio. La preoccupazione è anche quella di dire: scade la cassa integrazione, che facciamo? Il Ministero del lavoro dice che se ci sarà la presentazione di un piano industriale credibile e sostenibile da parte sua nulla osta, su richiesta, ovviamente, a prolungare la cassa integrazione, e questo già in parte ci rassicura.
Ho sentito, sempre informalmente, uno dei dirigenti che segue oggi le crisi aziendali al Ministero del Made in Italy - premetto che non è quello che c'era all'epoca quando trattammo questa situazione perché era un altro, che non credo sia neanche più al Ministero del Made in Italy, c'erano un altro Governo, un altro Ministro ed un altro dirigente – l’ho investito informalmente, in queste ore ho dialogato con lui, si è fatto riassumere un po' tutta questa situazione, come sto facendo in questo momento in Aula, per divenirne a conoscenza con maggiore esattezza, si è detto disponibile qualora ci fossero le condizioni, ma soprattutto le esigenze di riprendere un percorso anche a livello ministeriale. Gli ho detto che in Aula oggi ci sarebbe stata una votazione su un documento che, come credo che sia, per come è stato predisposto, anche per il prosieguo delle attività, interesserà anche il Ministero del Made in Italy. Il dirigente mi ha detto di tenerlo informato sull'evoluzione della situazione.
Fiduciosi che l'azienda porti un piano industriale entro marzo, credo che comunque vadano informati sia l'azienda sia il Ministero di quanto stamattina sta avvenendo in quest'Aula, che, come auspico, voterà all'unanimità una mozione che prende coscienza di questa situazione, stimola un confronto, un dibattito, un impegno di tutte le parti in causa, Regione in primis, insieme a livelli sindacali, che sollecita un interessamento anche del Ministero. Aggiungo che invierò questo documento, una volta approvato, anche all'azienda perché credo che nel momento che prenderà atto dell'interessamento diretto di tutti quanti noi, del Consiglio regionale e del Ministero, che verrà investito di questa cosa, sarà ancora di più propensa a divenire ad un confronto che sia il più costruttivo possibile.
Questo è quello che ho portato avanti in questi momenti, non abbiamo mai disatteso, come Giunta e come Assessore, l'attenzione. Ogni qual volta a livello sindacale c'è stata una richiesta abbiamo sempre risposto celermente, riportando tutte le istanze, come abbiamo fatto in queste ultime ore, ultimi giorni e come sarà anche nel prosieguo.
Mi fa piacere vedere che lo stesso impegno che ho messo come Assessore al lavoro e come Giunta regionale, lo hanno messo anche il Presidente Acquaroli ed il Ministero, per portare a casa un risultato che sia soddisfacente per tutti i lavoratori, soddisfacente per il territorio, per la città di Jesi, per un marchio storico come quello di Caterpillar che merita di rimanere su questo territorio, anche se sotto un nome diverso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto salutare e ringraziare a nome di tutto il gruppo consiliare del Partito Democratico i sindacati della IMR, che sono presenti oggi in Consiglio e che hanno contribuito fattivamente alla redazione di questa mozione.
La loro presenza qui non fa che confermare le preoccupazioni che noi avevamo espresso già da mesi, perché la prima interrogazione su questo tema è dell'anno scorso e oggi grazie a loro abbiamo delle risposte più chiare e più ufficiali su un tema che dovrebbe essere prioritario nell'agenda di chi governa questa Regione, perché a livello nazionale la produzione di autoveicoli si è ridotta di oltre un quarto su base annua e lo scorso è stato il terzo anno peggiore del secolo per l'attività di produzione di auto dopo il 2009 e il 2020.
L'industria automobilistica in Europa si trova ad affrontare una profonda crisi, sappiamo che anche a livello locale è necessario intervenire con progetti che possano essere di aiuto alle aziende per affrontare i forti cambiamenti in atto.
Il settore nella nostra regione si trova in una situazione di stallo con il rischio di perdere oltre 1000 posti di lavoro. Questa situazione è dovuta all'aumento dei costi delle materie prime, alla crisi globale delle catene di approvvigionamento e alla crescente concorrenza mondiale.
È’ urgente adottare delle misure di sostegno e tutela per queste realtà che danno lavoro a tantissimi marchigiani ed anche certezze di futuro alle loro famiglie.
I lavoratori sono in cassa integrazione da 3 anni, Assessore, e a maggio, quindi tra molto poco, verrà fatta un'ulteriore richiesta di proroga. Il timore, non giriamoci intorno, non è solo quello che non venga confermata la cassa integrazione a chi ovviamente si aspetta un reintegro, che non vengano aumentate le unità per circa 270 ulteriori posti in più. ma addirittura che lo stabilimento venga chiuso. E non possiamo che confermare il dispositivo a cui abbiamo lavorato tutti insieme della mozione, che esorta la Giunta regionale ad esercitare un ruolo attivo e ad adoperarsi affinché la IMR presenti un nuovo piano industriale in coerenza e nel rispetto di quello già presentato, con gli impegni presi, che assicuri la tutela dell'occupazione e specifichi le produzioni che verranno destinate al sito di Jesi, come già avvenuto 3 anni fa.
Sì chiede inoltre che venga coinvolto al riguardo il Ministero delle imprese e del Made in Italy per superare l'attuale fase di crisi, proseguendo il percorso già in essere, aggiornando una situazione in atto.
Ad oggi, lo dobbiamo dire, le risposte ricevute dalla Giunta Acquaroli sono insoddisfacenti e anche queste sue odierne, caro Assessore. non danno alcuna garanzia per il prossimo futuro.
Vi controlleremo, monitoreremo il lavoro che farete a Roma ed è necessario che la vostra filiera si attivi una volta per tutti e marci nel senso giusto. Dovete chiedere conto al Ministro di intervenire fattivamente su questa vicenda, chiedendo garanzie sul rispetto del piano industriale di Regione Marche.
Il tempo delle parole è scaduto, vogliamo che si passi ai fatti.
Il nostro voto sarà favorevole, poi ritorneremo sulle dichiarazioni.
Ringrazio ancora una volta i sindacati per essere qui oggi, che non sia uno dei tanti atti fatti giusto perché i sindacati sono qui, ma che rappresenti davvero un impegno concreto nei loro confronti, nei confronti soprattutto delle tante famiglie che sono molto preoccupate sul loro futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Saluto i dipendenti, i lavoratori IMR di Jesi e i sindacati.
Io non voglio far polemica, ma credo sia stato fatto un buon lavoro durante l'incontro che abbiamo avuto nella Capigruppo con tutti i sindacati, trovando un'intesa unanime, di buon senso, cercando di dare un senso al nostro impegno oggi qui in Aula.
Sappiamo quanto sia difficile affrontare questa crisi aziendale, tutte le crisi aziendali che la regione Marche sta affrontando con grande impegno e grande serietà, in filiera con il nostro Governo, ma ognuno di noi deve fare la propria parte per affrontarle e dare delle certezze che riguardano il loro futuro, delle loro famiglie e soprattutto la loro dignità di lavoratori.
Ringrazio la Giunta e l'Assessore Aguzzi per l’impegno profuso in tutto questo periodo.
Ci sono degli obiettivi, questa mozione si pone di: garantire la continuità produttiva del sito di Jesi, salvaguardare i livelli occupazionali, ottenere chiarimenti sul futuro industriale del sito, sollecitare un intervento del Governo per la risoluzione della crisi.
Ritengo che l'approvazione oggi della mozione da parte dell'Assemblea legislativa delle Marche possa rappresentare un importante segnale di attenzione da parte delle istituzioni nei confronti della vertenza IMR.
Tuttavia la soluzione definitiva della crisi dipenderà anche dalla volontà dell’azienda di trovare un accordo con i lavoratori e dalla capacità del Governo di mettere in campo politiche industriali efficaci.
Voglio essere fiducioso che tutti insieme, Governo, maggioranza e opposizione, possiamo trovare quella giusta intesa per dare dignità ai nostri lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno, saluto le lavoratrici, i lavoratori di IMR ed il Sindaco, che ringrazio per la presenza. Come sempre ringrazio in modo particolare le rappresentanze sindacali perché ci hanno messo a disposizione l'ordine del giorno che poi ci accingeremo a votare in quest'Aula all'unanimità, analogamente al voto che i gruppi hanno già espresso in Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Non avremmo voluto essere qui perché se i patti hanno un senso, se i percorsi hanno una loro dignità, l'accordo che era stato stabilito e che era stato oggetto di grande discussione, ma soprattutto di grande mobilitazione … Dico in questo caso al fianco emozionante dei lavoratori, fuori dalla fabbrica, con picchetti, in continuo, che era diventato un elemento di visibilità nazionale e che ha portato ad un lavoro bipartisan, che abbiamo messo in campo. In quel periodo non c'era maggioranza né opposizione, c'era il lavoro della Giunta, al quale siamo anche stati associati per difendere quello che era un simbolo, non solo economico, non solo occupazionale, ma, come ha ricordato più volte il Sindaco, un elemento che ha caratterizzato nella storia il territorio di Jesi e di tutto il suo indotto, come ha sempre rappresentato.
Eravamo arrivati con grande soddisfazione ad un rapporto sottoscritto allora, Assessore, al Mise, era un piano industriale chiaro, che doveva essere solo rispettato, chiedo, Assessore, che si riparta da lì, da quel piano industriale, quello che vedeva 200 dipendenti pronti a dare fiducia alle istituzioni e agli imprenditori. Cosa che piano piano si è sgretolata, l’ha ricordato la Consigliera Bora prima, che ha presentato interrogazioni e mozioni che mettevano in evidenza, a nome del nostro gruppo, una situazione che sembrava consumare del tempo per arrivare alla consunzione di un progetto.
Oggi i lavoratori che sono impegnati, come ci hanno raccontato le rappresentanze sindacali, sono 10 e 100 hanno quasi già deciso di non concedere quel tipo di fiducia.
Assessore, non dobbiamo essere timidi su questo, dobbiamo chiedere, come ha ricordato il Sindaco, a firma congiunta di quest’Assemblea, della Giunta e del Sindaco della città di Jesi, un incontro al Mise, che riprenda il contenuto integrale del piano industriale già depositato, Sennò diamo margine e soprattutto diamo tempo, rischiamo di arrivare alla riattivazione della cassa integrazione per altri mesi, che vuol dire scorare ulteriormente le lavoratrici ed i lavoratori, compromettere le famiglie e minare un tessuto economico e occupazionale del nostro territorio.
Dobbiamo ripartire da lì, l'Assessore si è attivato e si è preso questo impegno.
Il piano industriale era stato salutato con grande favore. E’ vero, l’ha ricordato la Consigliera Bora, che l'automotive è in grande crisi, ma il piano industriale coinvolgeva uno dei marchi più prestigiosi, che si riferisce a settori in cui quella crisi la sentono un po' meno, lo posso dire. Se il piano industriale interessa la Lamborghini, è un marchio che non riguarda i lavoratori e le lavoratrici di queste aziende, ma riguarda l'occupazione. Sembrava fino a Natale un percorso serio ed oggi improvvisamente, anche per una giusta rivendicazione di un territorio, sembra che sia compromesso.
Assessore, oggi il Ministero si deve far carico di nuovo, non tenendo conto dei 100 o dei 90 dipendenti che potrebbero rivendicare un destino diverso, ma si deve ripartire dal piano industriale depositato.
Oggi voteremo all'unanimità, staremo, come dire, a sostenere non un semplice documento, ma la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, che nella fattispecie ci hanno insegnato tanto e che noi aiuteremo in ogni caso con forza e determinazione, come abbiamo provato a fare 3 anni e mezzo fa. Sentiamoci insieme perché solo insieme, ancora una volta, potremmo riprendere quel percorso che aveva determinato un grande risultato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI, Grazie, Presidente. Sostegno a questo atto anche dal gruppo Civici Marche, mozione sostenuta anche dal sottoscritto.
Saluto e ringrazio i rappresentanti sindacali dei metalmeccanici Fiom fil Uil, con i quali ci siamo visti anche prima alla Conferenza dei Presidenti di gruppo. Tutti abbiamo apprezzato la vostra propositività.
Ringrazio tra l'altro anche l'Assessore Aguzzi e la Giunta Acquaroli perché sulla questione hanno fatto tanto ed ora dovranno ancora far tanto per far rispettare i patti e i piani aziendali.
Credo che ci sia bisogno di unità in questa fase e questa mozione incarna questa unità, più saremo uniti come Marche a livello istituzionale e sindacale, più riusciremo ad avere peso al Ministero, che per forza deve far rispettare i patti a tutela dei lavoratori e del territorio jesino. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Anche il nostro gruppo è a fianco alle associazioni sindacali e dei lavoratori. E’ una delle tante situazioni di difficoltà che abbiamo. Nel mio territorio c’è la situazione delle Cartiere che preoccupa, questa è un'altra realtà difficile che si protrae da anni e che non riesce a trovare delle soluzioni.
Da un certo punto di vista sono soddisfatto per aver apportato, nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, un rafforzamento all’ordine del giorno, in quanto mi sembrava molto scialbo e scontato, che diceva alla Giunta regionale di adoperarsi.
La Giunta regionale si sta adoperando, si sta adoperando da tempo, però io penso che sia necessario l'intervento da parte di tutti, di tutte le nostre forze politiche, delle associazioni sindacali dei lavoratori, di tutte le istituzioni, perché questa vicenda è fondamentale per il territorio marchigiano. E’ anche qualcosa che identifica Jesi nella propria realtà, un'azienda storica, che quindi va mantenuta, come vanno mantenute tutte le altre.
Da parte nostra ci sarà l'impegno, anche attraverso i nostri contatti nella filiera istituzionale, per far sì che questa situazione, che ci preoccupa, possa avere un risultato il più positivo possibile.
Sappiamo che siamo in una situazione di difficoltà a livello europeo, ci sono molti problemi nelle aziende, che operano soprattutto nel settore dell'auto, però questo non ci deve far demordere, tirare i remi in barca, ma ci deve far lottare ancora di più affinché questa situazione possa essere risolta.
Anche il nostro gruppo voterà all'unanimità questo documento, come è stato concordato prima. Vi ringrazio anche perché quel suggerimento che ho proposto è stato accolto da tutti i gruppi consiliari. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Un ringraziamento, prima dei colleghi, a tutti i lavoratori, a tutti gli esponenti di un territorio che è stato ferito nel corso degli anni.
Oggi ci troviamo a portare in Aula una mozione gestita all'interno della Conferenza dei Presidenti dei gruppi, nella quale abbiamo ascoltato prima di tutto le sigle sindacali, che lavorano con forza per sostenere … Scusi, Presidente un po' di silenzio.
PRESIDENTE. Prego di fare silenzio in Aula. Prego.
Luca SANTARELLI. Questa mozione è stata portata alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi e poi è stata iscritta d'urgenza … sto parlando a braccio.
Credo che prima di tutto quest'Aula debba qualcosa ad un territorio, come ho sottolineato poc'anzi, ferito da alcune crisi industriali, e questa è l'ennesima.
Tutta l'Aula e tutti i Capigruppo si sono stretti vicino al Sindaco Jesi, che saluto, vicino alle sigle sindacali, ma soprattutto vicino ai lavoratori. Vicinanza che non solo è dovuta, ma deve guardare al futuro e guardare con un impegno concreto. Il nostro gruppo si è sempre contraddistinto, il Gruppo Rinasci Marche - Civici e solidali, come unico gruppo civico e solidale di quest’Aula la cui azione è sempre stata a sostegno del lavoro.
Oggi noi abbiamo il lavoro. Lavoro che già dal mese di dicembre si è svolto attraverso varie interrogazioni. Ora ci troviamo a trattare la mozione n. 546 del 14 febbraio, ma precedentemente abbiamo discusso l'interrogazione n. 1413 del 24 dicembre e la mozione dell'11 dicembre 2024, perché quest'Aula aveva già preso in mano questa questione.
Oggi l'Assessore Aguzzi durante la Conferenza dei Presidenti dei gruppi ci ha tranquillizzato, se così si può dire, con alcuni impegni nei confronti del Ministero, oggi abbiamo anche il Presidente che sicuramente garantirà questi impegni.
Il nostro gruppo sarà a fianco dei lavoratori, come lo è stato oggi alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi, in cui ho visto una grande unità di tutte le forze politiche perché di fronte a queste questioni non ci sono divisioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Mi unisco al saluto ai lavoratori della IMR di Jesi, ci siamo incontrati con alcuni di loro e con le rappresentanze sindacali alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Siamo vicini alla vostra mobilitazione, lo hanno detto molto bene tutti quelli che mi hanno preceduto. Ovviamente preannuncio già il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, rispetto alla mozione unitaria, che ho sottoscritto anch’io.
Devo comunque ringraziare per il lavoro che è stato fatto la Giunta, il Presidente Acquaroli, l'Assessore Aguzzi, per tutto quello che hanno fatto per cercare una soluzione a questa problematica, questo non lo possiamo dimenticare.
Il buon senso, così come dimostrato anche nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, ci ha portato anche ad emendare la mozione presentata dal Presidente Latini. Penso che il buon senso sia alla base di questo tipo di attività politica istituzionale perché, al di là di tutto, su questi temi dobbiamo essere concreti ed allo stesso tempo non possiamo strumentalizzare politicamente una realtà così importante perché quello che state passando, come purtroppo le altre aziende, è un momento non facile e proprio per questo la politica non si deve dividere, per quel che mi riguarda. La politica non può strumentalizzare o come dire attaccare demagogicamente, il ruolo della minoranza, che, capisco, è quello di fare opposizione, però in questi casi ritengo che non ci debba essere questo steccato a dividere. Credo che sia importante rimarcare il lavoro che va fatto tutti insieme, lo dobbiamo fare con assoluta convinzione.
L'Assessore Aguzzi è stato molto chiaro, sia nella seduta della Conferenza dei Presidenti di gruppo che in Aula, ha spiegato l'iter che ci ha portati qui oggi, ci ha dato rassicurazioni su quello che sarà il prossimo impegno, che lo vedrà direttamente coinvolto, quindi per questo gli va fatto un plauso.
Non possiamo su questi temi essere divisi o strumentalizzare la discussione perché non porta niente a nessuno, ma soprattutto non porta un valore aggiunto ai lavoratori, che sono in questo momento mobilitati per raggiungere l'obiettivo. L’unità credo che sia fondamentale. Fratelli d'Italia c'è, massimo sostegno, ma soprattutto seguiremo la vicenda insieme all'Assessore e alla Giunta per fare in modo che si possa raggiungere quanto prima l'obiettivo che ci si è prefissi.
Fratelli d'Italia vota questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Un saluto ai lavoratori della IMR, ai sindacati, che abbiamo incontrato nella riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo.
Per me è già intervenuto come Forza Italia il Consigliere Bilò, è semplicemente per dire che oggi possiamo scrivere una bella pagina del Consiglio regionale perché all'unanimità andiamo a votare una mozione, che va nella direzione di difendere il lavoro, ed è questa la nostra priorità.
Sappiamo benissimo che stiamo vivendo una crisi senza precedenti, ma non è una crisi marchigiana o solo della IMR, è una crisi internazionale che ci coinvolge in prima persona. Prima il Covid e poi la guerra hanno creato un problema enorme per i nostri lavoratori. Io ero qui nel 2021 con l'Assessore Aguzzi, che si è prodigato insieme al Presidente Acquaroli, quando c'è stata la crisi della Caterpillar, hanno fatto subito una riunione con le parti sociali, i lavoratori ed i sindacati.
Il piano industriale che è stato presentato 3 anni fa dalla IMR non è stato rispettato. Abbiamo seguito la procedura dell'Assessore Aguzzi insieme al Presidente, che oggi porta a votare una mozione all'unanimità, che, cari signori lavoratori, va nella direzione di difendere il lavoro che per noi è la priorità.
Mi dispiace sentire qualcuno dalla minoranza dire che la Giunta ha fatto poco, no, la Giunta si è attivata nell'immediato con il Governo nazionale e con il Ministero e quando l'Assessore ha ascoltato i sindacati e i lavoratori ha chiamato subito il Ministero del Lavoro e del Made in Italy per avere rassicurazione sulla cassa integrazione.
Oggi noi dovremmo seguire il percorso di arrivare al Ministero, cercare di far sì che l'azienda, quindi la IMR, reintegri nel più breve tempo possibile tutti i lavoratori per avere certezze per il futuro.
Questo è il nostro obiettivo e, ripeto, oggi può essere scritta una bella pagina del Consiglio regionale.
La Giunta, colleghi Consiglieri, si è attivata nell'immediato perché per noi la priorità oggi è il lavoro, sapendo quanto sia difficile la situazione a livello non solo locale, ma anche nazionale ed internazionale.
Grazie a tutti voi, grazie alla Giunta, grazie alla minoranza, che ha sottoscritto questa mozione portata avanti dalla Giunta. Un ringraziamento ai lavoratori perché sono qui a sostenere anche il nostro lavoro, che va nella direzione di parlare con il Ministero e di avere certezze per il futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anch’io mi unisco ai ringraziamenti per la presenza dei lavoratori e dei sindacati. Ringrazio anche lei, Presidente, per avere fatto la bozza di questa mozione, che ora andiamo a discutere. Ringrazio anche l'Assessore Aguzzi che durante la Conferenza dei Presidenti dei gruppi ed anche qui in Aula ci ha spiegato con dovizia di particolari qual è stato il percorso che ha seguito per affrontare questa situazione.
Ho trovato molto interessante l’incontro avuto con i Capigruppo e ringrazio anche i colleghi per essere essersi posti in un atteggiamento di attenzione e tramite quest’attenzione siamo riusciti a migliorare, secondo me, il dispositivo, perché non dobbiamo dimenticarci, che se siamo ancora qui a distanza di anni a parlare di questo problema, è per il fatto che nonostante tutte le nostre migliori attenzioni non siamo riusciti a risolverlo.
Sono moderatamente soddisfatta dal fatto che questa mozione, sicuramente più cogente, oggi viene sottoscritta da tutti i Capigruppo e verrà anche votata all'unanimità, ma mi riterrò soddisfatta quando raggiungeremo l'obiettivo, che è un obiettivo minimo, che salvaguarda la dignità dei lavoratori del nostro territorio e di un'intera comunità, rappresentata qui molto bene dal Sindaco, che ringrazio per la presenza e per le belle parole che ha detto prima nella Conferenza dei Presidenti di gruppo.
Ho sentito tante parole che cercano di tutelare il lavoro fatto dalla Giunta, dal Ministero, ma qui non dobbiamo pensare ai nostri partiti di riferimento, ma siamo chiamati a tutelare i lavoratori e mi aspetto che a distanza di qualche mese, il prossimo momento importante sarà fine marzo, avremo delle risposte convincenti, soprattutto che siano il frutto di questa nostra proposta ed anche del tavolo istituzionale a cui siederà l’Assessore regionale della Regione Marche, che avrà una forza maggiore perché tramite questo atto avrà il sostegno di tutto il Consiglio, comprese le opposizioni, che non sono qui a strumentalizzare né a fare polemica sterile, soprattutto su temi di questo tipo. L'abbiamo dimostrato tante volte, purtroppo di queste tematiche così importanti non è la prima volta che ne parliamo, prima qualcuno ha anche ricordato che siamo inondati da crisi aziendali, purtroppo, che non riusciamo a risolvere. Ne abbiamo tante all'interno della nostra regione, che coinvolgono tanti territori, tanti lavoratori e troppe famiglie. È a loro che dobbiamo pensare in primis e fare tutto ciò che c'è possibile per essere al loro fianco perché la solidarietà ormai non basta più, servono i fatti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Voterò a favore della mozione perché questa è una grave crisi che investe la nostra regione, il mondo del lavoro e dell'impresa. Dinnanzi a queste priorità la politica certamente non si divide e noi non ci divideremo nella dimostrazione di come oggi ci apprestiamo a votare all'unanimità questo atto.
C'è di più, Assessore Aguzzi, noi siamo disponibili, personalmente come esponente dell'opposizione sono disponibile a sostenere la sua azione, la vostra azione, se serve, se può essere utile io sono pronto ad accompagnare l'Assessore Aguzzi anche a Roma dal Ministero, se può essere utile, ci mancherebbe altro, però a ciascuno il suo.
Oggi la maggioranza regionale, la Giunta regionale ha la responsabilità del governo di questa Regione e allora credo che possa - e noi siamo disponibili a sostenervi, ad aiutarvi - fare di più e pretendere di più dal Governo nazionale perché questa crisi non può essere esaminata, valutata, risolta all'interno di un contesto regionale.
L’ha detto bene la Consigliera Bora, questa è una crisi che va oltre i confini della regione Marche, è una crisi nazionale, europea, che investe il settore dell'auto, allora, noi pensiamo di poter risolvere questa crisi separandola da un contesto più globale? No, se è così pontifichiamo sulla solidarietà e non è utile, non basta per i lavoratori e per il Sindaco di Jesi, non basta per tutta la regione Marche perché non riguarda solo Jesi. Non basta la solidarietà, ma ci vogliono le azioni concrete.
Si dice giustamente in questa mozione, nelle premesse, che il piano industriale finalizzato a rilanciare il sito di Jesi è rimasto inattuato, nonostante ne sia prossima la scadenza, e noi ce ne accorgiamo oggi? Ci accorgiamo oggi che un piano industriale rimane inattuato fino alla scadenza? Non sarebbe stato necessario e non è necessario sempre accompagnare e controllare il rispetto dei piani industriali, di tutti i piani industriali, che molto spesso, ad esempio, sono accompagnati dalla cassa integrazione, da un sostegno? Quelle sono risorse pubbliche che giustamente vengono messe a disposizione e quando il pubblico paga la cassa integrazione non è soltanto il giusto e legittimo sostegno al lavoratore, è anche un aiuto ed un sostegno all'impresa, che senza la cassa integrazione sarebbe costretta a chiudere.
Noi dobbiamo pretendere e controllare il rispetto dei piani industriali e questo non so se è stato fatto, ma deve essere fatto. Si parla pure di coinvolgere il Ministero delle imprese del Made in Italy, no, non è che il Ministero deve essere coinvolto, il Ministero deve fare il suo, Presidente Acquaroli, perché questa non è una crisi che riguarda soltanto, come abbiamo detto, la regione Marche, ma i suoi effetti si producono a livello nazionale. Allora, qui ci vuole un'azione coordinata e congiunta tra il Governo regionale e il Governo nazionale nel caso di specie anche con l'amministrazione di Jesi, azione congiunta in cui il Ministero deve accompagnare la soluzione di questa crisi e l'attuazione dei piani industriali, controllarli, chiederne e pretenderne il rispetto, anche con gli strumenti legislativi, che pure tante volte qui ad esempio abbiamo evocato per quanto riguarda altre crisi.
Si può e si deve fare, non è possibile che le imprese facciano cassa, diciamo, col pubblico e poi al momento di dare non rispettano i patti. Non può essere, bisogna pretendere questo e il Ministero non può essere coinvolto, il Ministero deve essere il responsabile principale perché la Regione Marche non ce la potrà fare da sola, la Giunta regionale non ce la farà, l'Assessore Aguzzi non ce la farà da solo, nonostante il giusto voto di quest'Aula. E’ necessario che il Governo nazionale faccia la propria, questo è quello che noi dobbiamo pretendere perché questa crisi non può essere ridotta soltanto ad un contesto locale, perché è una crisi di carattere nazionale, come lo sono tutte le crisi. Noi non possiamo essere separati dal tutto, ma siamo parte del tutto e in questa direzione credo che potete fare qualcosa di più. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Saluto i dipendenti della IMR, i vari rappresentanti delle sigle sindacali e il Sindaco di Jesi. E’ evidente che ci troviamo davanti una situazione complicata dal fatto che assistiamo ad una crisi nazionale di un settore, ci troviamo di dinnanzi ad una crisi aziendale che dura da anni e ci troviamo soprattutto davanti ad un'azienda che, di fronte a una proposta fatta 3 anni fa di un piano industriale, oggi quel piano industriale non trova in nessuna forma attuazione.
Siamo molto preoccupati dei posti di lavoro, indubbio, e siamo soprattutto preoccupati per le famiglie in difficoltà.
Credo che sia chiaro che i nostri obiettivi, gli obiettivi di tutti, di questa amministrazione tutta, maggioranza e opposizione, siano quelli di mantenere i posti di lavoro, di mantenere un brand importante e prestigioso, com’è Caterpillar, e dare una prospettiva a queste famiglie.
Ma questo come lo facciamo a questo punto? Cosa dobbiamo fare? Soprattutto qual è l'atteggiamento con il quale poter raggiungere questi obiettivi, nella maniera più veloce e celere possibile? L'atteggiamento deve essere soltanto uno, quello di essere tutti insieme compatti, connessi, ognuno per le proprie responsabilità, per il proprio ruolo istituzionale: dipendenti, sigle sindacali, istituzioni, Regione Marche, Ministero, e lavorare insieme, senza nessun tipo di strumentalizzazione perché di fronte a queste difficoltà non possiamo farlo, è un lusso che non ci possiamo permettere, nessuno, e farlo con un grande senso di responsabilità, con buon senso e con determinazione. Quella determinazione che comunque questa maggioranza, e colgo l'occasione per ringraziare il Presidente Acquaroli e l'Assessore Aguzzi, ha già da tempo su questa vicenda.
Oggi dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti, quindi continuare con il percorso che abbiamo già intrapreso insieme e lo facciamo anche con questo atto che oggi ci apprestiamo a votare in maniera unanime.
I nostri obiettivi non sono solo, come ho detto in precedenza, quelli di cercare di mantenere un brand importante a Jesi e nelle Marche e mantenere i posti di lavoro, ma il nostro obbligo è dare dignità ai lavoratori e dare una prospettiva a quelle famiglie, perché lo meritano loro e lo merita il territorio. Grazie.
PRESIDETNE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Il rischio di un esercizio retorico in quest'Aula su questo tema c'è ed è concreto. Credo che la bella pagina la potremo scrivere quando i dipendenti ritorneranno all'interno della fabbrica a lavorare. Oggi è abbastanza semplice, secondo me, essere solidali con i dipendenti che sono venuti, che hanno avuto addirittura la forza di venire qua e di discutere con grande civiltà.
Quindi, sospendiamoci, la cosa positiva è la compattezza, questo è un elemento centrale.
Secondo elemento, a me pare molto importante che questa discussione venga fatta in un'Aula pubblica, dinanzi ai mezzi di comunicazione, che possono amplificare e far conoscere le difficoltà e il dramma delle famiglie. E’ certamente un elemento positivo.
Credo che occorrano precisare anche alcune questioni alla luce delle indicazioni, della rendicontazione che ci ha fatto l'Assessore.
Penso che quando esistano delle vertenze e si arrivi, come si è arrivati nel passato, a definire, in questo caso in relazione proprio alla IMR, un nuovo piano industriale, un nuovo accordo, il compito di chi ha la responsabilità politica sia quello di seguire che l’accordo venga puntellato, contrappuntato da comportamenti coerenti.
Non è una critica, è solamente un modo per dirci tra noi che non possiamo sbagliare da qui in avanti. Noi siamo con il Presidente Acquaroli, ma non possiamo dire che dopo il primo accordo eravamo convinti che tutto sarebbe andato per il verso giusto, occorre essere lì, giorno dopo giorno, per far sì che tutto venga coerentemente effettuato anche dall'azienda. E’ anche un modo per andare avanti, per impegnarci da qui rispetto a questa nuova ripartenza.
La parola pubblica non può essere retorica, la parola pubblica di chi svolge un ruolo politico è quello di concretizzarla quotidianamente, qualche volta anche con il sacrificio e il costante contatto.
Su questo, Presidente, so che lei è sensibile, lo dico anche all'Assessore, è molto importante che vi sia una continua partecipazione nei vari passaggi da parte dei lavoratori, attraverso le forze sindacali, a maggior ragione per la responsabilità che hanno saputo dimostrare.
Da oggi, il passaggio, ripeto, che non è una pagina, sarà quello di poter condividere passo dopo passo le varie questioni ben sapendo delle difficoltà.
Seguo gli indirizzi che la Capogruppo Casini ci ha puntualmente dato, cioè quello di un rispetto, di un comportamento, di uno standing sobrio, ma certo il tema del manifatturiero in questa regione, nelle aree interne, è un dramma di cui dovremmo parlare a parte, se vogliamo essere dei politici seri.
E’ vero che c'è una crisi generalizzata, ma qua c'è il dramma, non siamo in un'area urbanizzata, in un contesto adatto a trovare conversioni, dobbiamo parlarne, e ne parleremo.
Oltre a questo voglio provare a sottolineare un altro aspetto che a me sembra importante, non possiamo cullarci, da qualche parte l’ho ascoltato, sul tema Amazon, non può immaginarsi una scorciatoia per persone che hanno una vocazione al tipo di lavoro completamente diversa. Noi dobbiamo provare tutti insieme, con una disponibilità incondizionata, a far tornare le produzioni, questo è il tema centrale, e a far tornare le persone a lavorare all'interno delle loro fabbriche. Ecco perché non celebrerei un giorno così, credo che gran parte degli interventi complessivi sia …, ma concentriamoci sulla parola pubblica, sull'impegno nei loro confronti, quindi da questo punto di vista è molto positivo e ringrazio anche la Capogruppo che ha voluto firmare e che ha elaborato su questo la nostra partecipazione incondizionata.
Ripeto, evitiamo la retorica e lavoriamo insieme per arrivare ad un risultato, lì scriveremo una bella pagina della politica. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Saluto le rappresentanze sindacali, i lavoratori, il Sindaco di Jesi.
Sarò brevissimo perché praticamente è stato detto tutto, apro questo mio breve intervento con quello che ha appena detto il Consigliere Carancini, cioè che la pagina bella la scriveremo più in là, speriamo molto molto presto.
Bene l'unità di oggi, positiva, come l'abbiamo già riscontrata in altre occasioni in cui siamo stati chiamare a parlare di vertenze, chiamati ad un voto unanime, che generalmente c'è, ci mancherebbe altro.
Occorrerebbe un'analisi attenta su quanto sta accadendo sul territorio marchigiano, lo abbiamo fatto in quest'Aula ripetutamente. I dati a volte sono diversi da quelli che riportiamo noi dell'opposizione rispetto a quelli della maggioranza, però è un fatto che nel nostro territorio si sta vivendo una crisi dietro l'altra. Parlano chiaro i dati che indicano 15.000 imprese in meno negli ultimi 3 anni.
Ritornando alla vertenza di oggi, la premessa della mozione, che abbiamo sottoscritto come gruppi consiliari, la dice lunga, il piano è rimasto inattuato, nonostante si stia approssimando la scadenza, l’ha ricordato il Consigliere Cesetti prima.
Qualcosa non ha funzionato in questi 3 anni. Tre anni fa eravamo tutti insieme, accanto ai lavoratori, fuori dai cancelli della Caterpillar, è saltato qualche anello in questi 3 anni, qualche fase, un momento di controllo e di monitoraggio rispetto all'attuazione dell'accordo. Ora io faccio un auspicio e un invito, auspicio già contenuto nel dispositivo della mozione, mi auguro che quella famosa filiera istituzionale - che troppo spesso in questi anni non ha funzionato come avrebbe dovuto, troppo spesso si è attivata tardi - in questo caso si attivi davvero in modo celere, puntuale e l'invito che faccio è che il Consiglio, che oggi è tutto interessato a questa vertenza, sia coinvolto costantemente nei prossimi mesi, mancano pochi mesi alla fine della legislatura, può essere coinvolto attraverso la Commissione consiliare competente, ne facciamo parte io e i Consiglieri Bora e Minardi, adesso manca il Presidente di Commissione il Consigliere Putzu, però mi auguro che l'Assessore ci tenga informati e che possiamo tutti insieme condurre questa battaglia, facendoci partecipi degli interessi dei lavoratori, costantemente informati di quanto sta accadendo, per dare forza e per raggiungere al più presto l'obiettivo comune, che oggi ci poniamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente., Buongiorno a tutti i presenti. Ringrazio anch’io per la presenza i lavoratori e le istituzioni locali, per essere presenti anche questa mattina in maniera molto composta e seria nel tentativo di dare un contributo al tema che stiamo affrontando.
Credo che la cosa bella di questa mattina sia il fatto che si sia aperta una possibilità per riaggiornarci vicendevolmente perché l'atto che si vota oggi ha di buono proprio questo, la possibilità davanti a tutti di riaggiornarci sul punto a cui siamo arrivati perché c'è un percorso che si sta seguendo da mesi. Quindi, l'intervento più utile che ho sentito, ritenendo che siamo qui più che altro per aggiornarci a vicenda, sia quello dell'Assessore Aguzzi e tra poco quello del Presidente Acquaroli. Immagino che ci sanno dare in maniera molto diretta il polso della situazione, che noi tutti vogliamo sentire insieme a voi, del percorso che si sta seguendo, come ho detto, da mesi in questa direzione.
Noi riteniamo che c'è una forte attenzione di questa Regione e una forte collaborazione con il Governo nazionale, in questo senso si sono fatti dei passi, altri si stanno per fare, come l'Assessore ha appena detto, quindi, continuiamo su questa strada, che è l'unica possibile, perché si possono dire tante cose in questo momento, ma credo che quello che vogliamo sentire tutti noi sia l'iter, l'avanzamento di questa procedura che è in corso anche perché quella filiera funziona.
Adesso ho sentito dire nuovamente che la filiera dovrebbe funzionare di più, credo che la Regione Marche in questi ultimi anni abbia aumentato il proprio peso politico nei confronti del governo nazionale in maniera esponenziale.
Tutte le vertenze che si sono aperte in questa Regione, in questi ultimi mesi, anni sono state trattate con profonda attenzione, costante e quotidiana dal Governo nazionale. Ricordo, infatti, che ci sono tante vertenze aperte e l'impegno di questa Regione deve diramarsi su tutte e questa è una delle prioritarie.
Un lavoro enorme, che si sta facendo, perché sta accadendo questo? Vogliamo dividerci tra politici regionali, come qualcuno ho sentito dire? Preferisco la versione del Consigliere Cesetti, ovvero che ci sono dei problemi che ci sovrastano e quali sono? Sono problemi che derivano da processi globali in corso. Davanti a processi globali che pesano sul livello locale, che cosa può fare il livello locale? Dividersi e fare guerra di polli manzoniana oppure provare a camminare dritti, scansando ogni tentazione di polemica e provare a trovare soluzioni insieme? Ma è evidente che la nostra nazione è esposta a questi processi globali per una storia che è la nostra, che ha portato purtroppo l'Italia, specie negli ultimi decenni, a soffrire una situazione in ambiti i più disparati: energetico, peso politico a livello internazionale, situazione interna a livello normativo, burocrazie, fiscalità. Tutte realtà della nostra nazione che, purtroppo, sono andate profilandosi specie negli ultimi decenni ed hanno comportato il fatto che questa nazione prestasse il fianco a questi processi globali.
Noi riteniamo che il governo nazionale stia raddrizzando la situazione e stia provando a creare all'interno della nostra nazione degli anticorpi capaci di sostenere il peso dei processi globali che sono in corso e che noi poi percepiamo a livello locale, nelle vite delle persone, nella carne viva delle nostre famiglie.
Noi sosteniamo che davanti a questi processi globali la classe politica deve camminare in maniera unitaria per prendere quelle decisioni che sul lungo periodo possono fare la differenza. Questo sul piano nazionale e globale, poi è evidente che inevitabilmente c'è anche una dimensione locale e la Regione Marche fa bene a creare una struttura normativa più solida, fa bene a far funzionare i meccanismi amministrativi in maniera più efficace, perché è un territorio che ha sofferto in maniera evidente, nel momento in cui i dati ci dicono che è una regione che dal 2018 è andata in transizione. Quindi una difficoltà di questo territorio è avvenuta anche a livello infrastrutturale, dove forse si potevano prendere delle scelte, è avvenuta nel momento in cui c'erano da utilizzare dei fondi europei che andavano usati.
Adesso non voglio additare niente e nessuno, però è evidente che anche il livello locale dobbiamo considerarlo. Ho detto prima del livello globale, il livello locale deve saper prendere delle scelte. Vedo che finalmente nell'ambito dell'utilizzo dei fondi europei la Regione Marche torna a salire prima tra le classifiche, vedo che a livello infrastrutturale c'è un grande percorso di sviluppo, vedo che a livello normativo si stanno prendendo delle scelte interessanti a livello di credito, di accesso al credito delle aziende, a livello di attrazione di investimenti, a livello della creazione di start-up. Questo per dire che la Regione Marche fa bene, e spesso l'abbiamo fatta anche in maniera unanime in questi anni, non sto dicendo che tutto il merito è nostro, a creare una struttura interna capace di resistere a quei processi globali, che però, come ho detto prima, vanno affrontati anche su scala nazionale, in maniera unitaria tra le forze politiche.
Questo giusto per aggiungere qualcosa in più, ma, ripeto, la cosa più bella e interessante che ho sentito è quella che ha detto l'Assessore Aguzzi e dirà adesso Presidente Acquaroli e cioè lo stato di avanzamento, che è quello che più ci interessa Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano Aguzzi. Grazie, Presidente. Prendo atto con piacere di un’unanimità di intenti e non poteva essere diversamente su un tema così importante e delicato.
Ci tengo solo a fare due precisazioni, gli interventi sono stati tutti positivi e propositivi, però c’è un piccolo tentativo di voler mettere l'attuale Giunta regionale di fronte ad una situazione dicendo che c'è una filiera istituzionale, un Governo della stessa area, “voi siete di una certa area e dovete essere voi a portare a casa i risultati, se non lo fate, vuol dire che non ne siete capaci”. Intanto voglio dire una cosa, l'impegno di quest’amministrazione regionale c'è stato su ogni tema che ha toccato questo tipo di situazioni, sempre. Voglio ricordare Elica, all'epoca è stata chiusa nel miglior modo possibile, salvaguardando i posti di lavoro e la permanenza nei nostri territori di quell'impresa; voglio ricordare recentissimamente la Fedrigoni, per la quale abbiamo evitato i licenziamenti, grazie proprio alla filiera istituzionale con il governo nazionale; l'interessamento di queste ore, di questo periodo su Beko. se non sbaglio proprio oggi il Ministro è in Turchia per incontrare i vertici internazionali di Beko e fare in modo che il prossimo incontro di lunedì sia il più proficuo possibile.
Non è un fatto di filiera, non filiera, c'è la volontà di operare per il bene del territorio e su questo voglio ricordare una cosa, che non è un particolare. 3 anni fa la trattativa su Caterpillar a livello nazionale, al Ministero, c’era un altro Governo, c’era un altro Ministro, c’è stata grazie all'interessamento del Presidente Acquaroli e nostro, perché i lavoratori della Caterpillar erano in numero “insufficiente” per poter diventare un caso seguito dal Ministero nazionale, perché ci sono delle specificità, ci sono alcune attività superiori a tot dipendenti che vanno in automatismo al Ministero, mentre ci sono altre attività che devono essere gestite dai livelli regionali.
La famosa filiera, che ogni tanto tirate fuori a mo’ di critica, ha funzionato perché per la Caterpillar, poi IMR, è stato trattato e chiuso un accordo a livello nazionale, grazie a questa filiera.
Poi la Giunta regionale, qui ci sono molti sindacalisti e mi fa piacere che ascoltino questa cosa, non fa il sindacato, una volta chiuso l'accordo e firmato, ci sono le parti sindacali che portano avanti con l'azienda le trattative e quando quella parte sindacale dopo un certo periodo è venuta dall'Assessore a dire che la trattativa non stava andando a buon fine ci ho messo tre giorni a convocarla, poi ci ho messo una settimana a convocare l'azienda ed altri tre giorni a riconvocare il sindacato. Non è che non c'è stata la nostra attenzione e l'utilità della nostra filiera, la filiera sta funzionando grazie anche alle capacità del Presidente Acquaroli di farsi sentire nei livelli nazionali, sia nel Governo precedente sia in questo, e va ringraziato per questo, perché non si è mai sottratto minimamente a queste situazioni di particolare delicatezza. E’ certo che è suo dovere, ma anche sua capacità a riuscire, c'è riuscito e sono convinto che ci riuscirà ancora anche se il numero dei dipendenti non la farebbe rientrare in una situazione nazionale.
Voglio sperare che grazie all'ausilio di tutti quanti noi oggi, grazie al documento che voteremo all'unanimità, grazie a questo richiamo, potremmo ancora avere l’attenzione del Governo nazionale, così come è stato attento in molte altre situazioni.
Vi ringrazio tutti, vi chiedo solo una cosa, ma non la prendete come una provocazione, non facciamo le campagne elettorali sulla pelle di quelle persone lassù, che stanno aspettando di poter tornare al lavoro perché dopo 3 anni di cassa integrazione hanno gli stipendi bassi e l'incertezza del futuro e si meritano una grande attenzione, non una critica l’un l'altro a secondo delle appartenenze. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Volevo dire che la dichiarazione di voto la farà la Consigliera Bora, anche perché aveva predisposto un'interrogazione che non abbiamo discusso oggi. Grazie.
PRESIDENTE. Infatti, l’interrogazione, l'interpellanza della consigliera Bora e del gruppo PD e la mozione del sottoscritto andranno al primo punto del prossimo Consiglio regionale, perché riguardano l'intero settore dell'automotive, sempre inerente anche alla questione IMR , che invece ha un’urgenza e necessità di una posizione chiara da parte del Consiglio e della Giunta.
Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Un saluto va a tutte le sigle sindacali, ai lavoratori presenti, al Sindaco di Jesi, all'Assessore Aguzzi e a tutti gli intervenuti nell'Assemblea di oggi per parlare della crisi IMR.
La storia è recente, 3 anni fa Caterpillar aveva mostrato gravi problemi di continuità sullo stabilimento di Jesi e la crisi che sembrava irreversibile si è risolta con un impegno della IMR, con un piano industriale che doveva dare dei risvolti, se volete anche migliorativi rispetto all’immediata prospettiva con Caterpillar.
Un settore, quello dell'automotive, non c'è bisogno che lo dica, è stato già ampiamente detto, che è caduto in una crisi profondissima. Questo non serve a giustificare niente e nessuno, serve a contestualizzare il clima su cui operiamo, nel quale operano le imprese e anche il contesto su cui viviamo, un’epoca difficile.
Certamente l'impegno e l’attenzione, come ha detto bene l’Assessore Aguzzi poc’anzi, saranno portati ai massimi livelli, cercheremo di comprendere come e quando ricostruire una concertazione con il Ministero perché questo accordo era stato siglato a Roma, nella sede del Ministero, quindi credo che sia giusto e opportuno riprendere da quel livello. Questo non esclude che nel frattempo, che si riesce ad organizzare quella riunione, noi possiamo intanto riaprire un tavolo regionale.
Ha ragione anche l'Assessore Aguzzi quando dice che per questa dimensione di crisi il livello istituzionale è regionale. All'epoca il Ministro prese in carico il tavolo regionale, lo portò su un tavolo nazionale, anche per l'impatto importante della storia di Caterpillar, dell'impossibilità di ricollocare le maestranze, la mano d'opera, e per cercare di tutelare un’eccellenza produttiva del nostro territorio, della Vallesina, della provincia di Ancona e regionale.
Questo è l'impegno che abbiamo preso 3 anni fa, è l'impegno che porteremo avanti in questa fase.
Noi vogliamo tutelare l'occupazione, non solo l'occupazione, anche garantire che ci siano investimenti per la continuità dello stabilimento. IMR si era presentata con tanti buoni auspici, aveva fatto azioni importanti, rilevando quello stabilimento in un momento così complesso, ora dobbiamo comprendere cosa ha impedito a IMR di mantenere fede al piano industriale e cercare di capire i reali intendimenti, i tempi e le certezze, che devono essere messe tutte sul tavolo regionale.
E’ I’impegno della Giunta, dell'Assessore. Ci fa piacere che ci sia ampia condivisione rispetto a questi obiettivi perché tutelare il lavoro non è di destra né di sinistra, non è un obiettivo di una parte, ma l'obiettivo delle istituzioni, tutte.
Mi permetto di dire che ho ascoltato anche aspetti che potrebbero essere importanti discutere in questa fase della legislatura, rispetto ad Amazon che non deve sostituire il lavoro esistente, ma deve aprire un'altra grande opportunità, che non deve essere messa in competizione con le realtà esistenti, ma che candida la nostra regione ad una importante piattaforma logistica. Sappiamo che la logistica è un settore molto rilevante nei termini di competitività dei territori ed io auspico e spero che questo investimento possa portare un plus valore, un valore aggiunto, in termini occupazionali, ma anche in termini di prospettiva futura.
Poi sarebbe anche molto interessante comprendere le crisi, che non sono della nostra Regione - l'ho detto ieri in una conferenza stampa e non vorrei ripeterlo davanti ai dipendenti perché non è pertinente – ma sono purtroppo di un contesto molto più ampio.
Vorrei studiare in quest’Aula anche i numeri delle chiusure e delle aperture delle nostre imprese manifatturiere, per risolvere e superare - perché la matematica è una scienza esatta - in via definitiva quelli che sono i numeri, che sono girati nelle scorse settimane e nei scorsi. Questo non per fare polemica, ma per indicarci bene la situazione attuale e comprendere anche le esigenze del nostro territorio.
Resta fermo il nostro impegno, l'Assessore Aguzzi penso che si impegnerà nelle prossime ore a convocare subito un tavolo regionale per fare un punto della situazione con i sindacati e cercare di comprendere l'azione da intraprendere. Nel frattempo so che ha preso già contatti con il Ministero e chiederà la riconvocazione del tavolo nazionale a Roma per riprendere il filo di questo piano industriale e conferire le giuste risposte ai lavoratori e a tutto il territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 546/1 a firma dei Consiglieri Latini, Mangialardi, Rossi, Marcozzi, Santarelli, Livi, Ruggeri, Casini, Marinelli, Marinangeli, Pasqui, Santarelli: “A proseguire: 1) a esercitare un ruolo attivo e ad adoperarsi affinché la IMR presenti un nuovo piano industriale in coerenza e nel rispetto di quello già presentato e con gli impegni presi, che assicuri la tutela dell'occupazione e specifichi le produzioni che verranno destinate al sito di Jesi, come già avvenuto 3 anni fa; 2) a coinvolgere al riguardo il Ministero delle Imprese e del made in Italy per superare l'attuale fase di crisi, proseguendo il percorso già in essere ed aggiornando la situazione in atto”.
L’emendamento è stato già discusso, se vogliamo tornarci sopra …, altrimenti facciamo solo le dichiarazioni di voto, di cui credo che non ci sia bisogno perché l'intera mozione è stata ampiamente discussa, anche con questa parte, che è stata trattata nell'ambito della Conferenza dei Presidenti di gruppo con i delegati sindacali presenti.
Emendamento 546/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva all’unanimità)
PRESIDENTE. Adesso mettiamo in votazione l'intera mozione, che è sostanzialmente la stessa dell'emendamento, tranne che per la parte della premessa, che vi recito: “Premesso che: la IMR ha proposto un piano industriale finalizzato a rilanciare il sito di Jesi e tale piano è rimasto inattuato, nonostante ne sia prossima la scadenza; la messa in discussione del piano industriale da parte dell'azienda suscita enorme preoccupazione; considerato che è necessario sostenere la mobilitazione dei lavoratori della IMR, che vedono messo a rischio il futuro del proprio posto di lavoro; impegna …”, il dispositivo è l'emendamento completo come abbiamo appena votato.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ringrazio la mia Capogruppo per avermi dato la possibilità di intervenire di nuovo. Ringrazio e saluto anche il Sindaco di Jesi, che prima non ho visto, anzi approfitto per dirgli che sono solidale con il territorio di Jesi al quale sono molto legata.
Il voto del gruppo consiliare del Partito Democratico non può che essere favorevole perché la mozione depositata l'altro ieri dal Presidente Latini è perfettamente sovrapponibile all'atto ispettivo presentato dal nostro gruppo lo scorso dicembre, proprio per questo non può che essere condivisibile, anzi, se non fosse stato per la presenza dei sindacati qui oggi avremmo probabilmente dovuto aspettare molto prima di avere e di darvi delle risposte su questo tema.
Mi dispiace che non ci sia l’Assessore Aguzzi, ma l'unico che ha speculato su questa vicenda è stato proprio lui, capisco l'imbarazzo di trovarsi un atto presentato dalla sua maggioranza, ma rispedisco al mittente tutte le critiche perché non è polemica, ma è politica e questa unanimità di intenti dell'Assemblea legislativa, cari colleghi, è la migliore prova che il lavoro svolto finora dalla Giunta Acquaroli non è stato sufficiente, nonostante il rapporto diretto e privilegiato che lega il Presidente Acquaroli con il Ministro, nonché con la Presidente del Consiglio Meloni.
Non c'è più il Presidente Acquaroli, però avrei voluto dirgli che non è vero che la vertenza non è di competenza ministeriale perché il piano industriale è per 200 persone, come peraltro ha ricordato bene anche l'Assessore Aguzzi, anche per il dato oggettivo che caratterizza la vertenza stessa, parliamo di una crisi che non può che essere affrontata a livello quantomeno nazionale.
Sono 3 anni, lo ribadiamo, che i lavoratori e le lavoratrici aspettano garanzie e risposte sul loro futuro, risposte che non sono arrivate e per questo convintamente voteremo a favore della mozione, che riprende e sostiene l'iniziativa dei sindacati, senza i quali oggi non avreste avuto l'input per affrontare il tema in Aula. Lo dimostra il fatto che tanti altri atti presentati sullo stesso tema dal nostro gruppo sono ancora in attesa di una calendarizzazione, ha detto prima il Presidente Latini che verranno affrontati la settimana prossima, ma se non fosse stata per questa sollecitazione avremmo certamente aspettato di più.
Continueremo a monitorare questa vicenda, continueremo soprattutto a rimanere in contatto con la Fiom e con tutte le altre sigle sindacali dei lavoratori per assicurarci che tutti gli impegni presi dalla Giunta oggi qui vengano onorati. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 546, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva all’unanimità)
PRESIDENTE. Per quanto riguarda le interrogazioni a risposta immediata, come sapete, l’Assessore Saltamartini è assente giustificato, mentre per l'interrogazione n. 1346 non è presente in Aula l’Assessore Baldelli. Consiglieri Ausili e Battistoni, rinviamo alla prossima volta l’interrogazione sulla strada statale 76 Genga? Va bene.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Immagino, ad esempio, che la mia interrogazione verrà rinviata, quella sullo psicologo di base.
Colgo l'occasione, lei me lo consentirà un attimo … Giustamente vengono rinviate le interrogazioni perché non c'è l'Assessore Saltamartini, credo che nessuno sia più giustificato di lui quando è assente per gli impegni che ha, ma gli impegni dell’Assessore Saltamartini saranno ancora di più da qui alla scadenza della legislatura e siccome ci sono atti (interrogazioni e mozioni) che giacciono ormai da tempo, e noi sappiamo quanto un'interrogazione, non soltanto urgente, sia necessario discuterla abbastanza subito, mi chiedo e chiedo al Presidente Latini, perché possa intervenire in quanto attiene all'ordine dei lavori: ma il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta, che è stato nominato sulla base di una legge regionale, che ci sta a fare se tra le sue competenze prioritarie c’è quella di coadiuvare il Presidente ed anche gli Assessori? Il Sottosegretario di solito è quello che potrebbe, dovrebbe rispondere per conto del ... No, e avete voluto voi, mi ricorda il Consigliere Carancini, ma lo ricordo bene, che potesse parlare in Aula per conto della Giunta e questa è, Presidente Latini, una delle funzioni principali per cui abbiamo modificato lo Statuto, approvato la legge e nominato il Sottosegretario. Io non l'ho mai visto in Aula, quando la funzione principale del Sottosegretario alla Presidenza, mutuando le altre Regioni ed Governo nazionale, è quella di rappresentare il Presidente della Giunta in Aula. Sarebbe tra l'altro una sorta di “componente della Giunta”, siccome non vota, nei rapporti con l'Assemblea.
Presidente Latini, le chiedo, visto che questa figura è stata istituita con legge statutaria, con legge di questo Consiglio regionale, di dare attuazione a questa norma, altrimenti non so se dobbiamo andare sulla trasmissione di “Chi l'ha visto” per il Sottosegretario. Grazie.
PRESIDENTE. Due notizie, la prima riguarda l'Assessore Saltamartini, che è a casa ammalato per influenza stagionale, sì, ho sentito che ha fatto un commento positivo per l'Assessore,
L’altra è che mi farò parte diligente per vedere la richiesta che lei ha avanzato.
Non c'è in Aula l'Assessore Antonini, ma è stato chiamato.
Proposta di atto amministrativo n. 74
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica del Programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2024/2025/2026 ed elenco annuale 2024”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 74 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Oggi portiamo in approvazione la modifica del programma triennale delle opere pubbliche 2024/2026, ricordando innanzitutto che con la deliberazione del 6 maggio 2024 la Giunta regionale ha adottato il programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativo al triennio 2024/2026, approvato poi dall'Assemblea legislativa con la deliberazione n. 75 del 14 ottobre 2024.
Successivamente a tale approvazione è stato dato avvio alla procedura di aggiornamento infrannuale del programma dei lavori pubblici 2024/2026, annuale 2024, e sono pervenute al Dipartimento alcune istanze di modifica del programma, delle quali ne indichiamo alcune: i lavori di sistemazione idraulica del Torrente Ete Vivo nel tratto della Foce La Sorgente, lavori sul palazzo del Mutilato di Ancona, intervento di sistemazione idraulica generale del Fosso Narducci dall'attraversamento ferroviario fino alla confluenza con il fiume Chienti e altri interventi.
Confrontando gli importi degli strumenti di programmazione dell'annualità precedente, emerge un costante e significativo trend di incremento del numero di interventi e di conseguenza dell'importo complessivo dei programmi. L’iniziale previsione di spesa per il triennio 2024/2026 era di 411.885.867,86, mentre a seguito di questa richiesta di modifica il nuovo importo è di 413.089.650,27.
Si predispone la modifica del programma triennale dei lavori pubblici 2024/2026 e del relativo elenco annuale 2024, attraverso poi la compilazione degli schemi tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici e del relativo elenco annuale, che comprendono diverse schede tra le quali, lo ripetiamo ogni anno proprio per l'indicazione e per la fase istruttoria, il quadro delle risorse necessarie alla realizzazione dei lavori previsti dal programma, articolate per annualità e fonte di finanziamento, l'elenco delle opere pubbliche incompiute, l'elenco degli immobili disponibili, che possono essere oggetto di cessione, ivi compresi che si sono resi disponibili per insussistenza di interesse pubblico al completamento di un'opera pubblica incompiuta, l'elenco dei lavori del programma con indicazione degli elementi essenziali per la loro individuazione, oltre ai lavori che compongono l'elenco annuale con indicazione degli elementi essenziali per la loro individuazione.
Alla luce di quanto esposto si rende necessario presentare a questo Consiglio la proposta di deliberazione, concernente: “Modifica di programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2024/2026 e l'elenco annuale per l'anno 2024”. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Detta così sembra no ... Voglio ricordare alcune cose, come ha detto prima il Consigliere Assenti, il programma annuale 2024 è stato approvato il 14 ottobre 2024, ad inizio anno possiamo dire come dovrebbe essere e ci aspettavamo di vedere il 2025, invece vediamo ancora il 2024.
Ci sono otto opere che sono state introdotte, di cui tre piacciono poco al Partito Democratico, perché sono tre somme urgenze.
La somma urgenza, come sapete, dovrebbe essere collegata ad un evento catastrofico, l'articolo 140 del codice degli appalti prevede che ci siano delle fattispecie ben particolari, allora penso ai lavori di somma urgenza e alla messa in sicurezza e manutenzione straordinaria, che sono, come dire, due cose completamente diverse perché è una somma urgenza o una manutenzione straordinaria l'attraversamento sul torrente Arzilla denominato Ponte Mimmo in Comune di Fano. A me non risulta che ci siano stati eventi eccezionali negli ultimi mesi, che abbiano potuto determinare uno smottamento o la necessità di attivarsi in somma urgenza.
Come funziona la somma urgenza? C'è un evento straordinario, imprevedibile, imprevisto e viene redatto un certificato di somma urgenza, si va sul luogo e si dice “Visto che c'è stata una pioggia torrenziale e che una parte del Ponte Mimmo è in condizioni di pericolosità dal punto di vista della salute e della tutela della salute pubblica, facciamo delle opere di somma urgenza”, che significa che bisogna farle immediatamente ed anche i tempi sono stringenti. Invece qui no, diciamo messa in sicurezza e manutenzione straordinaria, però con lavori di somma urgenza.
Ora i lavori di somma urgenza vengono dati, intuitu personae, senza fare gare d'appalto. Questa è una cosa, per carità, io sarò maligna, che voglio sottolineare all'Aula, lavori di somma urgenza per il ripristino del corpo stradale a seguito di movimenti franosi al km 2+00 e al km 0+300 della 361 in località San Biagio in Comune di Osimo; Baraccola, in Comune di Ancona, lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza ed interventi di manutenzione straordinaria, qui c'è un ossimoro, sulla statale 16 al km 1.100 situata in Comune di Ancona, qui 330 mila euro, mentre per prima, per San Biagio, 500 mila euro, che è, guarda caso, il limite massimo al quale si può arrivare con la somma urgenza.
Siamo sicuri che i lavori su queste strade siano stati fatti a regola d'arte prima o, che ne so, siano stati chiusi dei tombini e quindi non c’è una corretta gestione e regimazione delle acque? Siamo sicuri che in località San Biagio non ci sia qualche torrente intubato, che per caso possa determinare un non regolare deflusso delle acque, e che non si tratti di somma urgenza? A me non risulta, mi piacerebbe che invece risultasse ...
Consigliere Assenti, mi dispiace, ma queste cose le ho sapute dopo. Siamo sicuri che ci sia stata questa emergenza a Ponte Mimmo in Comune di Fano? A me non risulta che ci siano stati eventi eccezionali, nessuno ce li ha denunciati, quindi forse sarebbe opportuno che prima di portare le variazioni al programma annuale e triennale delle opere pubbliche qualcuno controlli le somme urgenze. Le stesse somme urgenze che per parola del Presidente Acquaroli abbiamo scoperto che ammontano, per esempio, sul fiume Misa a milioni di metri cubi, io queste cose magari le controllerei.
Per questo il Partito Democratico, che ha dei dubbi in merito all'utilizzo delle somme urgenze, voterà contro questa proposta di modifica del Piano triennale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Per esprimere il parere favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, così come delegato dal Capogruppo Consigliere Livi. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 74. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva )
Favorevole anche il voto del Consigliere Borroni.
Proposta di deliberazione n. 18
ad iniziativa dei Consiglieri Pasqui, Marcozzi, Elezi, Bilò, Dallasta, Marinelli, Ruggeri
“Proposta di legge alle Camere concernente: ‘Rinnovo della presentazione della proposta di legge statale trasmessa al Parlamento nazionale, ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, nel corso della XVIII legislatura’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 18 dei Consiglieri Pasqui, Marcozzi, Elezi, Bilò, Dallasta, Marinelli, Ruggeri.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Pasqui.
Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Siamo a rinnovare la presentazione della proposta di legge statale che è stata trasmessa al Parlamento nel corso della XVIII^ legislatura.
La proposta fu approvata il 20 aprile 2021, mi riferisco alla deliberazione n. 10, poi fu trasmessa alle Camere il 30 aprile 2021 ed assegnata alla Commissione giustizia.
Il 12 ottobre 2022 la XVIII^ legislatura è volta a conclusione e di conseguenza è stata dichiarata decaduta, per cui oggi andiamo a proporre questa proposta di legge che sostanzialmente ripercorre quanto già stato fatto dalla deliberazione n. 10, che abbiamo approvato il 20 aprile 2021.
Ci riferiamo alla riforma giudiziaria, in particolare alla soppressione dei Tribunali e delle Procure della Repubblica. Dobbiamo dire che nelle Marche fu soppresso, come ricorderemo tutti, il Tribunale di Camerino con relativa Procura.
La cosa che va subito sottolineata è che proprio l'articolo 3 di questa proposta dice a chiare note che non ci sono spese a carico del bilancio dello Stato e, per quanto riguarda, e qui passo all'articolo 1, le spese di gestione e manutenzione degli immobili e anche la retribuzione del personale di custodia e vigilanza spetteranno alle Regioni, salvo anche un intervento da parte degli enti locali, con un'intesa con la stessa Regione, per intervenire sulle spese, mentre le spese relative alla retribuzione dei magistrali e del personale amministrativo e anche della polizia giudiziaria resteranno a carico dello Stato.
Questo atto è estremamente importante perché le motivazioni che spinsero alla riforma giudiziaria, che portarono alla soppressione, furono il risparmio economico ed il miglior funzionamento della macchina giudiziaria. Sembra proprio, forse toglierei il condizionale, che sia il risparmio economico che il miglioramento di tutto l'iter giudiziario, facendo dei Tribunali, in questo caso provinciali, andando a sopprimere gli altri, non ci siano stati. Oltretutto in questo caso andiamo anche a recare un ulteriore spopolamento istituzionale di servizi importanti, che devono essere garantiti, come quello della giustizia, in zone che hanno avuto delle problematiche significative. Oltre a voler sottolineare l'importanza, nel caso di specie, riferendomi a Camerino, che quando è avvenuto questo e anche oggi c'è un'università di giurisprudenza estremamente importante ed allora c'era anche un carcere circondariale, anche questo importante per il discorso che si lega alle carceri.
Nel 2016 il terremoto, quindi anche un ulteriore spopolamento e un servizio importante tolto da quelle zone.
Sottolineo pure che questa non è una cosa che riguarda soltanto la Regione Marche, perché ci sono altre Regioni che sono intervenute in merito alla stessa maniera, che quindi trovano un punto focale, come ho detto poc'anzi, nel risparmio economico delle spese e nella migliore organizzazione, che è un fattore comune a tutti. Ormai è sotto gli occhi di quanti guardano con attenzione a queste problematiche che non c'è affatto stato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. La proposta di deliberazione n. 18 presentata il 14 dicembre 2023 concernente: “Rinnovo della presentazione della proposta di legge statale trasmessa al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione” è la ripresentazione alla Camera dei Deputati della proposta di legge relativa alle modifiche al decreto legislativo riguardante la nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge del 2011, insieme alla relazione illustrativa e alla relazione tecnico-finanziaria di accompagnamento.
Il motivo di questa ripresentazione sta nella conclusione anticipata della legislatura scorsa, con la conseguente e mancata discussione e approvazione della deliberazione da parte del Parlamento nazionale.
Il decreto legislativo 7 settembre 2012 n. 155, che riguarda la le circoscrizioni giudiziarie italiane, ha previsto una totale riorganizzazione, in particolare la riforma del 2012 ha avuto come conseguenza fondamentale la soppressione di sedi di Tribunali e delle relative Procure della Repubblica, nell'ottica del contenimento della spesa pubblica, della stabilizzazione finanziaria e di una migliore organizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari.
Si ricorda che già dal momento della sua entrata in vigore e poi con le prime avvisaglie dei suoi effetti, la riforma non era apparsa indolore. poiché era palese che sguarnendo i territori di questi importanti presidi di giustizia e del relativo apparato amministrativo si andava ad impoverire tutto un contesto sociale economico e civile, isolando ancora di più i cittadini delle zone più periferiche, con speciale riguardo alle aree interne che già soffrono da tempo lo spopolamento conseguente alle difficoltà legate alla crisi economica.
Nelle Marche fu soppresso il Tribunale circondariale di Camerino, con la relativa Procura della Repubblica, senza tener conto della presenza di un’antica università con facoltà di giurisprudenza e di un carcere circondariale.
Nel 2013 alcune Regioni (promotore era stato l’Abruzzo, a cui poi si sono aggiunte: Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Campania, Liguria Basilicata e Calabria), per la prima volta nella storia, avevano promosso un referendum abrogativo che chiedeva la soppressione delle disposizioni di cui alla legge n. 148 del 14 settembre 2011 e dei decreti legislativi 155 e 156 del 2012.
L'iniziativa referendaria partiva dalla constatazione che la riforma fosse controproducente, in quanto la sua applicazione avrebbe introdotto più disservizi e disuguaglianze per i cittadini, che non effettivi risparmi per lo Stato.
Successivamente la Corte costituzionale, con una sentenza del 2014, dichiarò inammissibile la richiesta di referendum in quanto “in caso di abrogazione per via referendaria della norma di delega e dei due decreti legislativi, i quali prevedono, rispettivamente, la riorganizzazione degli uffici della magistratura ordinaria e degli uffici dei Giudici di Pace, si determinerebbe un vuoto normativo, non colmabile in via interpretativa, che provocherebbe la paralisi dell’indefettibile funzione giurisdizionale”. Si legge inoltre nella medesima sentenza che “si tratta di un insieme di norme - quelle oggetto del referendum abrogativo - estremamente articolato che non si presta ad essere modificato in via referendaria, quanto piuttosto, eventualmente, con successivi interventi legislativi per loro natura più flessibili e modulabili”.
Alcune Regioni rinnovarono l'impegno teso alla revisione dei suindicati decreti: sempre nel 2014 i Consigli regionali di Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Regione Sicilia presentarono tre distinti quesiti riguardanti alcune disposizioni dei decreti legislativi n. 155 del 2012 e n. 14 del 2014, intervenuto innovando il decreto legislativo n. 155.
Anche in questo caso, la Corte, con una sentenza del 2015, dichiarò inammissibili le richieste del referendum popolare, in virtù della “inidoneità dello strumento referendario a raggiungere il fine, insito nei relativi quesiti, di far rivivere in tutto o in parte le disposizioni che prevedevano gli uffici giudiziari soppressi, nonché quelle che stabilivano i circondari dei Tribunali aboliti”.
Com’è evidente quindi, seppur di fronte alle argomentazioni della Corte costituzionale, che sancirono l'impraticabilità della via referendaria per annullare il nuovo assetto degli uffici giudiziari impresso dalla riforma del Governo Monti, si ricava nettamente che le Regioni hanno assunto da subito il ruolo di rappresentare al massimo livello e con gli strumenti che la Costituzione riconosce loro, i dubbi, le perplessità e le proteste generate dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
Anche sulla scorta di queste considerazioni, tenendo conto che la concentrazione del servizio giustizia solo presso i Tribunali della città capoluogo di Provincia, eliminando i Tribunali delle zone interne, ha reso estremamente gravoso l'accesso alla giustizia anche a causa delle estensioni territoriali dei circondari giudiziari, nonché delle difficili condizioni orografiche, logistiche, infrastrutturali, senza tra l'altro produrre né una minor spesa né l'accelerazione dei procedimenti giudiziari e nemmeno una miglior resa qualitativa o quantitativa della macchina giudiziaria.
Con la presente proposta di legge alle Camere si vuole innovare il sistema delineato dal decreto legislativo n. 155 del 2012, attribuendo un ruolo attivo e propositivo alle Regioni stesse.
Nel caso del circondario di Camerino si sono aggiunte, oltre all'impoverimento della facoltà di giurisprudenza, anche le difficoltà causate dal terremoto del 2016 per cui il ripristino del servizio giustizia nell'entroterra ricreerebbe pure economia e posti di lavoro.
In particolare, con l'articolo 1, che introduce l'articolo 8 bis, si prevede che le Regioni interessate possano richiedere al Ministero della Giustizia che, sulla base di apposite convenzioni, sia stabilito il ripristino della funzione giudiziaria nelle rispettive sedi, dei Tribunali circondariali e delle Procure della Repubblica soppressi dall'articolo 1 dello stesso decreto legislativo 155 del 2012. Al fine di non disallinearsi dal fine del contenimento della spesa pubblica perseguito dalla riforma, le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture sono integralmente a carico del bilancio della Regione richiedente. Rimangono invece a carico dello Stato le spese relative alla retribuzione dei magistrati, del personale amministrativo e della polizia giudiziaria.
Si ritiene che la tipologia di convenzioni stipulabili ai sensi dell'intervento proposto si pone come superamento della possibilità di stipulare apposite convenzioni tra il Ministero della Giustizia e le Regioni e le Province autonome, al fine di utilizzare, per il tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi per l'esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi, sempre con le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio a carico del bilancio della Regione, prevista in via sperimentale dal disposto di cui al comma 4 bis dell'articolo 8, il quale va pertanto abrogato.
Infine, l'articolo 8 bis prevede che in seguito al ripristino della funzione giudiziaria dei Tribunali soppressi, sono conseguentemente adeguate le tabelle di cui agli allegati 1, 2 e 3 dello stesso decreto legislativo n. 155 con ricostruzione dei relativi circondari.
La proposta prevede la disposizione di invarianza finanziaria.
Le abrogazioni contenute all'articolo 2 sono: il comma 4 bis dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 155, il comma 397 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013. In particolare all'articolo 8 del decreto legislativo n. 155 è aggiunto il seguente comma 4 bis, che specifica: “In via sperimentale il Ministero della Giustizia può disporre, nell'ambito di apposite convenzioni stipulate con le Regioni e le Province autonome, che vengano utilizzati, per il tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi per l'esercizio di funzioni giudiziarie nelle relativi sedi. E si specifica che le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di ridistribuzione del personale di servizio oggetto delle convenzioni sono integralmente a carico del bilancio della Regione.
Nella nostra Regione il provvedimento del 2011, vorrei ricordare, determinò la soppressione, come già evidenziato, del Tribunale ordinario e della Procura della Repubblica di Camerino e di tutte le sedi distaccate nella Regione: quattro ad Ancona e una per tutte le altre province, ad esempio: Fermo, Sant'Elpidio a Mare, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto ad Ancona c'era Osimo, Fabriano e via dicendo.
Venne mantenuto il Tribunale della Procura di Urbino, per cui anch'io portai avanti una battaglia perché si inventarono, per modo di dire, ribadirono ed evidenziarono la questione del co-capoluogo di provincia Pesaro e Urbino. La filosofia era quella di abolire. quindi sopprimere i Tribunali insediati in quelle realtà che non erano capoluogo di provincia e in tutte le sezioni distaccate.
Vorrei ringraziare il Consigliere Cesetti per aver portato avanti la discussione ed il confronto in Commissione su questo tema quando io non ne facevo parte perché sono subentrata in I^ Commissione solo pochi mesi fa.
Fatta questa premessa, dichiaro che in Commissione lo stesso Consigliere Cesetti aveva votato convintamente e in modo favorevole questa proposta di legge alle Camere, per cui anch’io sostengo questa convinzione all'interno del mio gruppo, che in quanto relatrice di minoranza ringrazio, e mi auguro che questa proposta possa essere votata.
Per concludere, diciamo che il provvedimento riguarda esclusivamente il Tribunale ordinario e l'ufficio della Procura della Repubblica della città di Camerino, la cui soppressione ha costituito un evidente errore. Infatti quel territorio è rimasto sguarnito, come ha ricordato anche il Vicepresidente Pasqui, di un importante presidio di giustizia ed anche di sicurezza, con conseguente impoverimento del tessuto e del contesto sociale economico e produttivo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti, che ricordiamo è stato promotore di una legge nazionale che riguardava l'abolizione del titolo di procuratore legale.
Fabrizio CESETTI. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. E’ stata anche approvata.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. E’ la legge che modestamente porta il mio nome.
Era il 1997, ricordo bene, io ero il primo firmatario, secondo era il responsabile del PDS giustizia. Ricordo l'avversità dei colleghi dei Consigli degli ordini del Triveneto. mentre a Roma facevano i manifesti per ringraziarmi, per abolire perché, come ricorda il Presidente, oggi i ragazzi che si avviano alla professione forense quando fanno l'esame di Stato diventano, come è giusto che sia, avvocati mentre prima si diventava Dott Proc e bisognava aspettare 6 anni.
Su questo voterò a favore, come ha proposto e ricordato tra l'altro la Consigliera Vitri, coerentemente con quello che feci l'altra volta, ma voterò a favore ancora più convintamente dopo aver sentito la sua relazione. Una relazione corposa, puntuale, che non ha lasciato nulla di intentato sulle ragioni economiche, sociali, organizzative ed anche giuridiche che, vorrei dire, rendono giusta questa proposta di legge di invio alle Camere e auspicabilmente fanno sperare che il Parlamento riveda quella sbagliata decisione di allora.
Le ragioni le ha spiegate la Consigliera Vitri, quindi non le devo ripetere perché sarebbe un esercizio inutile, non saprei fare meglio. Aggiungo soltanto che quella di allora fu una delle tante scelte scellerate del Governo Monti, se non sbaglio del 2012, di cui noi paghiamo ancora le conseguenze sotto l'aspetto politico per aver consentito quel Governo pessimo, che forse fece addirittura anche peggio di quello precedente sotto questo aspetto, dove vennero aboliti i Tribunali e le procure che non erano provincia. Fermo si salvò perché istituita come Provincia. Anche lì la proposta di legge per la Provincia di Fermo la fece il sottoscritto e poi come primo Presidente l’attuò, diversamente Fermo sarebbe sparito come Tribunale ed immaginate quello che sarebbe stato oggi, perché il Tribunale è un presidio di sicurezza oltre che di giustizia, è una garanzia per l'affermazione dei diritti dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, soprattutto per l'affermazione dei diritti anche dei più deboli perché è evidente che i cittadini, quelli di Camerino in questo caso devono andare a Macerata, che patiscono di più sono i meno garantiti, quelli che ne hanno più bisogno, per gli altri ci sono gli avvocati, che problema è!
Pensiamo, ad esempio, alla giustizia di prossimità, ne parlavamo l'altra volta con l’Assessore Brandoni, la Ragione Marche giustamente in questo caso ha aderito a quel bando per insediarla in alcuni Comuni perché la giustizia minore riguarda le fasce più deboli. A quel tempo quella scelta fu dissennata, come fu dissennata, e la faccio breve … Perché quello non solo fu il tempo della soppressione dei Tribunali e delle procure, che non erano capoluogo di provincia e, come ha ricordato la Consigliera Vitri, Urbino si inventò la storia del co-capoluogo, che grida vendetta sotto questo aspetto. Poi abbiamo visto che la storia del co-capoluogo se l'è inventata anche XY per il Sindaco, che io conosco e credo ci sia anche c'è una reciproca simpatia, tra l'altro abbiamo sempre un ottimo rapporto. E’ curioso perché lì da una parte hanno salvato Tribunale e Procura con la storia del co-capoluogo, dall'altra parte la storia del co-capoluogo ha consentito a XY di fare … Consigliera Vitri, questa è una cosa che non si può raccontare. Consigliere Carancini, mi ascolti, che cosa succede a Urbino? Il limite per i Sindaci capoluogo è di due mandati, ma in questo caso XY con la storia del co-capoluogo dice che non ha il limite di mandato, poi, ad esempio, quanto deve prendere l'indennità, giustamente, che succede? Prende l'indennità di quelli che hanno il limite del mandato e non si sarebbero potuti ricandidare oppure non c'è il ballottaggio. Dice: “Tu non hai il limite di mandato, ti può ricandidare”. Poi però non puoi, non devi sottostare al ballottaggio, come quelli invece che non si possono ricandidare. Una roba che non si racconta.
Questo è uno dei tanti danni fatti all'epoca dal Governo Monti, di cui noi portiamo le conseguenze. Non solo quello, fu il tempo della famosa lettera di Draghi, dobbiamo dire anche questo, quando era in Europa alla BCE fece quella famosa lettera in cui parlava dell'abolizione delle Province.
Ci fu la storia delle Province, noi avevamo fatto la Provincia da poco, io sono stato il primo Presidente della Provincia, parliamo del 2012, e ad un dato momento venne fuori che volevano togliere le Province, ma non potendole togliere, si inventarono una iniziale proposta, una sorta di accorpamento. Venne fuori una proposta in cui nelle Marche si ipotizzava una provincia del nord Pesaro/Ancona, una provincia del sud Ascoli/ Fermo e Macerata. A parte che io, Presidente Acquaroli, all'epoca chiesi a quella Giunta di impugnare, come ha ricordato la Consigliera Vitri, dinanzi alla Corte Costituzionale questi provvedimenti, tra cui questo, ero presidente della Provincia! Però veniamo al Cal, io feci investire il Cal qui dentro, quindi da una parte c'era la Provincia del nord Pesaro/Ancona e dall’altra quella del sud Ascoli/Fermo e Macerata, veniamo qui, c'era anche il Consigliere Carancini, era Sindaco di Macerata, lei Presidente Acquaroli che avrebbe fatto al posto mio? Io dissi che ero d'accordo a fare la Provincia del sud Ascoli/Fermo e Macerata, dissi anche che Fermo era baricentrica, la più raggiungibile, di fare, quindi, di questa grande provincia capitale Fermo. Apriti cielo, quello che avvenne in quest'Aula con il Consigliere Carancini, ci fu una … e lì ci siamo conosciuti.
Per dire quanti danni ha fatto il Governo Monti, che tra l'altro mi ha fatto pure conoscere il Consigliere Carancini.
Adesso giusto per scherzare, per dire che in effetti questa proposta è giusta e credo sia ancora più giusta per Camerino per le ragioni che ha detto la Consigliera Vitri perché a Camerino c'è un'università di giurisprudenza ed immaginare quella realtà senza Tribunale resta difficile.
Auspico che il Governo nazionale, il Parlamento nazionale faccia propria questa legge perché la ritengo giusta e io la voterò favorevolmente, come tra l'altro è stato anche indicato dalla relatrice di minoranza Consigliera Vitri.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 18. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 193
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, Minardi
“Istituzione di un fondo per l’erogazione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza”
(iscritta ai sensi dell’articolo 86, comma 13, del Regolamento interno)
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 193 dei Consiglieri Cesetti, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, Minardi. E’ iscritta ai sensi dell’articolo 86, comma 13, del Regolamento interno, credo che la proposta sia di rinvio in Commissione.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Io sono contrario, poi ce la manderete, al rinvio in Commissione, che non può essere un fatto normale. Questa è forse la seconda o la terza volta che questa proposta di legge viene in Aula ai sensi dell'articolo 86 e poi viene rinviata in Commissione.
Non può essere il rinvio in Commissione un modo per scardinare le prerogative dell'opposizione. Qui c'è una proposta di legge che tanto non esamineremo, guardo la Consigliera Menghi, che era la relatrice di maggioranza, se non sbaglio, ed il Consigliere Baiocchi come Presidente, sulla quale siamo stati più volte tutti d'accordo il problema è reperire i fondi. Perché non si esamina questa legge, che tra l'altro è importante, Presidente? E’ la terza volta che viene qui e viene rinviata in Commissione, a me non sta bene perché eravamo tutti d'accordo, tra l'altro sono disponibile a farla anche propria perché il tentativo non della Consigliera Menghi, ma sicuramente della maggioranza qual è, Presidente Acquaroli? Non la vogliono fare, ma se siamo d'accordo sul reddito di libertà per le donne vittime di violenza, qui diciamo tutte le belle parole e siamo tutti d'accordo, per quale motivo non la votiamo? Perché? Perché non la vogliono intestare al gruppo PD e in questo caso intestare a me, sennò non si spiega, se siamo tutti d'accordo, persino Ciccioli era d'accordo, non può essere che così. Stamattina venendo qua ho ascoltato Radio Uno e c'era una trasmissione sul tema delle donne che sono in difficoltà economiche, addirittura oggi si pone il tema di donne di mezza età che vanno per strada, prima erano solo gli uomini che andavano per strada, senza fissa dimora, adesso ci sono addirittura le donne, magari in conseguenza di una separazione che, quando i figli sono grandi e se ne vanno, perdono la casa, perdono il mantenimento. Se questo succede alle donne che si separano, pensate un po' ad una donna vittima di violenza all'interno dell'abitazione, come fa ad affrancarsi da quella situazione di violenza? Come fa a non essere soggiogata dalla violenza se c'è un tema di costrizione economica? Il reddito di libertà serve a questo, tra l'altro è una misura che è stata rifinanziata da questo Governo di centro-destra, qui la filiera non solo non funziona verso il Governo all'andata, ma non funziona neanche al ritorno, e la nostra comunità rimane a piedi, appiedata. Perché non funziona il ritorno? Una misura incentivata dal Governo di centro-destra, nella legge di stabilità ci sono state maggiori risorse, e vi pare possibile che questa proposta, che noi abbiamo fatto, nelle Marche giace da anni, rispetto alla quale ci siamo detti tutti d'accordo? Lo ha detto il Consigliere Ciccioli, lo hanno detto la Consigliera Menghi ed il Consigliere Baiocchi. Io sono andato in Commissione e perché non la finanziamo? Perché non si trovano, Presidente Acquaroli, su un tema di questo tipo 50 mila euro, 100 mila euro su un bilancio di oltre 5 miliardi. Ma di che parliamo? E poi celebriamo la Giornata della violenza contro le donne, quando magari non prevediamo un fondo affinché una donna, magari una sola, possa emergere ed affrancarsi da quella situazione di violenza.
Che stiamo a fare qua, ad esprimere solidarietà penosa, che tra l’altro è un inganno.
Presidente, sono contrario al rinvio in Commissione, lo fate lo stesso, ma sono contrario per tutti questi motivi. Grazie.
PRESIDENTE. Io devo per forza di cose proporre il rinvio in Commissione anche perché manca la copertura, lei ha detto che se la dovessimo discutere andremo incontro a una bocciatura, da evitare su una materia così particolare e sensibile per tutti.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Intervento che attiene, Presidente, all'ordine dei lavori.
Tante volte ne abbiamo parlato con la Capogruppo e ci sono i colleghi della I Commissione, Presidente, questa storia della copertura finanziaria delle leggi non può essere perché noi siamo l'Assemblea legislativa e l'Assemblea legislativa non può stare sotto ricatto dell'esecutivo, è chiaro? Perché noi dobbiamo legiferare, legiferiamo tra altro il bilancio, e non è possibile che ogni volta siamo sotto ricatto dell'esecutivo, che tra l'altro non ha il coraggio di imporsi sugli uffici. Noi siamo il legislativo e l'esecutivo ci deve mettere a disposizione le risorse per approvare le leggi, altrimenti, Presidente, qui facciamo solo le chiacchiere, con le mozioni, le interrogazioni, le denunce, però non legiferiamo niente. Di tutte le leggi che sono state fatte, guarda caso, nessuna è finanziata, nessuna è attuata. E’ ora che qui ce la facciamo finita, altrimenti questa attività è svilita, possiamo stare noi sotto …
Assessore Brandoni, ci deve mettere a disposizione le risorse per legiferare perché noi abbiamo il diritto di farlo. Io ho il diritto come Consigliere regionale di far sottoporre all'Aula una mia legge, poi l'Aula può dire di no, ma non mi può dire il Presidente che questa legge deve essere rinviata in Commissione perché non c'è la copertura finanziaria. Questo, Assessore Brandoni, non può essere, la copertura deve essere data, poi l'Aula decide e se la Giunta ritiene che quelle risorse non devono essere in quella direzione vota contro e le risorse rivengono messe al loro posto, funziona così nelle istituzioni. Ma dove sta in Parlamento che una legge non la esaminano perché non c'è la copertura finanziaria, neanche alla Repubblica delle banane succede una cosa di questo genere, solo nei sistemi autoritari oppure nei sistemi in cui la politica non conta nulla, ma contano soltanto gli uffici che devono dare le coperture formali. Grazie.
PRESIDENTE. Siamo nell'ambito di uno pro e uno contro, lei è intervenuto, l’ho lasciato parlare, però non possono intervenire la Consigliera Casini o la Consigliera Bora a meno che non siano a favore del rinvio perché siamo nell'ambito della votazione, cioè nell'ambito della proposta per uno pro e uno contro.
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. Voglio segnalare questa situazione, la tematica rimbalza, ma non voglio aprire polemiche.
Mi faccio parte attiva per verificare il discorso in senso storico dei fondi speciali destinati alle leggi, in modo tale da avere un quadro organico e le modalità per cercare di risolvere la situazione.
Mi viene ricordato che abbiamo già scritto due volte, adesso vediamo di ricomporre il quadro organico.
Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 193. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 226
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Modifiche alla legge regionale 22 aprile 2020, n. 14 (Incentivi per la rimozione e lo smaltimento di piccoli quantitativi di rifiuti contenenti amianto)”
(Iscritta ai sensi dell’articolo 86, comma 13, del regolamento interno)
PRESIDENTE. Anche in questo caso viene rinviata, so che c'è in corso da parte della Giunta una proposta di legge, comunque un'attività per una proposta di legge, questo posso dire in termini ufficiosi.
Ha la parola, oratore contro, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Devo dire che sono molto molto delusa perché questa proposta di legge è depositata da quasi 2 anni e questa Giunta si riempie sempre la bocca dell'attenzione all'ambiente, alla necessità di bonificare l’amianto, ma continua a bloccare la mia proposta di legge, che chiede, con un articolo semplicissimo, di allargare le maglie degli aventi diritto ai contributi regionali. Non è nulla di complicato.
Non solo la Giunta Acquaroli, in particolare l'Assessore all'Ambiente Aguzzi non ha emanato il nuovo bando per contributi allo smaltimento amianto, ma non ha tenuto in considerazione i criteri che io stessa ho indicato dopo essermi confrontata anche con le organizzazioni del settore, che portano avanti una battaglia da tempo per la mappatura e per lo smaltimento dell'amianto.
Oggi, finalmente dopo la calendarizzazione, ci si chiede di rimandare di nuovo questa legge? Eppure l'Assessora Aguzzi aveva promesso tutt'altro qui davanti a tutti, in Aula aveva detto che sarebbe stata discussa, che aveva anche intenzione di approvarla, dopo aver trovato scuse ed espedienti di ogni genere per rinviarla ed oggi per l'ennesima volta veniamo a sapere che l'amianto non interessa.
Se poi in via informale, per le vie brevi, in via ufficiosa mi venite a dire che la Giunta ci sta lavorando, cosa significa? Significa che volete pure prendervi il merito, nascondendo quello che ho già fatto io, il lavoro che ho già fatto, l'atto è già depositato da 2 anni. Mi pare un atteggiamento innanzitutto ipocrita, poi una perdita di tempo sulla pelle di tutte quelle piccole aziende, di quei privati che hanno intenzione di smaltire amianto e hanno bisogno di contributi.
Mi fa piacere che stia tornando l'Assessore Aguzzi perché siamo ancora in tempo per discutere questa proposta di legge. Assessore Aguzzi. è calendarizzata, non vedo perché rinviarla, sarebbe importante approvarla oggi per far avere il bando per lo smaltimento amianto entro pochi giorni.
Sono tanti i privati che hanno bisogno di questi contributi, che non possono essere di 1.000 o 2.000 euro, devono essere parametrati rispetto alla spesa necessaria, non devono escludere le zone agricole né le zone industriali e devono essere contributi stanziabili subito, a fondo perduto, anche fino al 100% in alcuni casi se possibile.
Ricordo che l'Emilia Romagna l'anno scorso ha emanato un bando con 4 milioni di euro per contributi alle piccole e medie imprese, che smaltivano amianto e bonificavano, per interventi finanziabili fino ad un massimo di 150.000 euro.
Da noi non abbiamo visto nulla di nulla, se non il bando della Giunta precedente, che non avete fatto altro che emanare per …
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Io chiedo di non approvare questo atto per un semplice motivo, la legge così come è impostata …
(interventi fuori microfono)
Stefano AGUZZI. La legge così com'è non funziona, quindi cosa devo fare?
(Interventi fuori microfono)
Stefano AGUZZI. Non entro nel merito, dico semplicemente di rinviarla. Grazie.
PRESIDENTE. Può intervenire come rappresentante della Giunta ed esprimere la propria posizione, ma non può votare. Grazie.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Mi risulta che siano i Consiglieri a doversi esprimere sul sì o no alla trattazione di una proposta, non può essere un Assessore, l'Assessore non è Consigliere
Siccome non c'è stato un no da parte del di coloro che non la vogliono trattare, o si esprimono oppure la trattiamo. Grazie.
PRESIDENTE. La richiesta degli interventi è facoltativa e nell'ambito della richiesta degli interventi la Giunta può sempre intervenire, però è ovvio che se si esprime per una posizione sostituisce la posizione di quella parte, a favore o contro, non ci può essere un altro Consigliere …
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. L’ha fatto, quando io l'ho richiamato. Ho chiesto all'Assessore di rimanere sul tema e c'è rimasto, poi se gli altri Consiglieri non vogliono esprimere e assumere una posizione ufficiale lo faranno con il voto.
Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 226. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Aggiungere il voto contrario del Consigliere Minardi.
La mozione n. 380 e l’interrogazione n. 1460 (abbinate) le rinviamo per l’assenza dell’Assessore Saltamartini.
In merito alla mozione n. 433, di cui è competente l’Assessore Brandoni, chiedo di rinviarla alla prossima seduta. E’ una mozione del sottoscritto. Sì, rinviata al prossimo Consiglio perché c’è una disposizione che vorrei approfondire, che può entrare nel merito di quella che è stata la risposta all’interrogazione, non mia, che potrebbe farmi ritenere soddisfatto della mozione e non trattarla. Però l’ho vista solo sul Sole 24 Ore e non ho considerato il contenuto.
Mozione n. 539
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Tagli agli enti locali nella legge di bilancio”
(Iscritta ai sensi dell’articolo 137, comma 7, del Regolamento interno)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 539 del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Questa mozione è il frutto dell’evoluzione dell’interpellanza che è stata discussa qualche Consiglio fa e riguarda i tagli agli enti locali nella legge di bilancio governativa.
Visto che il Consiglio doveva finire alle 14,00 non sarò prolisso.
Con questo atto chiediamo che la Giunta regionale, l’Assessore competente metta in atto tutte le azioni necessarie nei confronti del Governo al fine di rivalutare i tagli apportati con la legge di bilancio nei confronti dei piccoli Comuni. Si tratta in maniera specifica dei Comuni sotto i 1.000 abitanti, che nella nostra regione rappresentano il 25% dei Comuni, la stragrande maggior parte dei quali dislocati nelle zone periferiche. Tra l'altro con il nostro Movimento Civici Marche, guidato dal Presidente XY, Sindaco di Monte San Martino, piccolo Comune di 700 abitanti nel maceratese, abbiamo inviato anche una lettera al Governo. Su 55 Comuni, quasi la totalità, indipendentemente dai colori politici, hanno sottoscritto questo documento. Abbiamo fatto anche una conferenza stampa in Regione, ripresa anche dagli organi di informazione, che vorrei, tra l'altro, ringraziare.
Questi tagli vanno a colpire i servizi dei piccoli Comuni e, come ho detto l'altra volta, se vogliamo definitivamente abolire i Comuni sotto i 1.000 abitanti , per carità, lo si può anche fare, io personalmente sono contrario, però si deve avere il coraggio di farlo, senza togliere le risorse che sono vitali. Se si vuole uccidere qualcuno, lo si faccia, però non togliendogli l'ossigeno. E’ questo il significato, anche perché la mancanza di queste risorse, che tra l'altro sono state programmate dai Comuni, vanno a discapito dei servizi che gli stessi erogano ai cittadini, che molte volte sono cittadini delle aree montane e dei piccoli Comuni. Nello specifico cittadini che devono avere gli stessi diritti dei cittadini dei grandi centri, a meno che non si faccia anche qui una strategia nazionale per fare in modo che tutti i nostri cittadini dei piccoli Comuni delle aree montane vadano nei grandi centri costieri. Secondo noi non è questa la direzione. Tra l'altro la Giunta regionale sta investendo molto anche sui piccoli borghi, sul nostro entroterra e qui vorrei ringraziare perché i soldi e le strategie che sono state messe in atto dall'amministrazione Acquaroli sono sotto l'occhio di tutti per quanto riguarda le zone interne. Quindi, noi come Regione Marche ci crediamo e, indipendentemente dai colori politici, dobbiamo difendere i nostri piccoli Comuni montani sotto i 1.000 abitanti anche dai tagli previsti nella legge di bilancio nazionale.
L’altra volta l'Assessore Brandoni, che ringrazio, ci aveva in qualche maniera fatto un quadro anche di ulteriori risorse, questo è bene dirlo, che comunque il Governo ha messo in campo nei confronti dei Comuni.
Queste sono risorse strutturali che tagliate così dalla mattina alla sera mettono in difficoltà i nostri Comuni. Tra l'altro c'è stato anche l'intervento dell’Anci, che ringrazio, del Sindaco di Ascoli Piceno, che vorrei salutare e ringraziare; c'è stato anche l'intervento di qualche altro membro di maggioranza, ma anche da parte della minoranza c'è stato l'intervento del Consigliere Carancini. Alla fine noi dobbiamo difendere il nostro, chiedendo al Governo di rivalutare questi tagli, poi se li rivaluterà in futuro noi non possiamo solo che essere contenti perché, ripeto, togliere queste risorse significa in qualche maniera togliere i servizi ai cittadini dei piccoli Comuni. Posso anche comprendere che magari in alcune circostanze, Comuni piccolissimi oramai non abbiano diritto di esistere, specialmente quando sono vicinissimi ad altri centri e in zone centrali, però in molti casi e anche nel nostro caso specifico questi Comuni dislocati e chiuderli non ci fa risparmiare. Va fatta una valutazione globale. più approfondita sulla questione.
Togliere i Comuni montani di 700 abitanti, che hanno il Comune più vicino a 15/16 chilometri, probabilmente significa togliere i servizi essenziali a quei cittadini, perché non hanno a meno le distanze.
Chiudere un Comune piccolo, che è a pochi chilometri da un Comune grande…, ci sono addirittura Comuni di 30 abitanti, questo va detto, secondo me è assurdo, però se quel Comune di 30 abitanti è in una zona completamente dislocata, dove non possono avere servizi, può avere anche senso mantenerlo e comunque può avere senso anche mantenere una certa condivisione ed in qualche maniera rivedere una certa condivisione di servizi.
Su questa questione noi dobbiamo fare un ragionamento complessivo a livello nazionale, non si può tagliare con una mannaia le risorse e chi si è visto, si è visto, anche perché molte volte in questi piccoli Comuni, che sono distanti, come ho detto prima, dai grandi centri, anche dalle grandi vie di comunicazione, che si trovano nell'entroterra, ci sono attività.
I cittadini di questi Comuni pagano le tasse; in questi Comuni molte volte ci sono quelle eccellenze, di cui ci vantiamo molto spesso, ho citato l'altro giorno dei Comuni interni del maceratese in cui ci sono delle eccellenze addirittura a livello europeo. Capite che abbiamo bisogno di un ragionamento più strutturato. Spero che all'unanimità …
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Credo che questa sia una mozione meritevole di attenzione da parte di tutti i Consiglieri regionali perché, come abbiamo fatto per il lavoro, il Consiglio regionale dovrebbe impegnarsi e dire una parola chiara su quello che sta avvenendo rispetto ai piccoli Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti.
La condizione che ci impone la mozione del Consigliere Rossi è positiva e lo ringrazio per questo perché, anche qui dobbiamo uscire dalla retorica, se noi dedichiamo e ci vantiamo di destinare milioni di euro ai piccoli Comuni per la valorizzazione dei borghi, e nello stesso tempo li uccidiamo attraverso la mancanza di ossigeno, con i Sindaci che non possono più portare avanti le proprie attività, credo che sia la più grande ipocrisia che la politica possa mettere in campo. E non è cosa da poco perché cancellare, vado a memoria, mi pare circa 8 miliardi complessivamente da qui al 2030 per i piccoli Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti, vuol dire davvero volere la loro cancellazione.
Io sono anche d'accordo su una premessa che mi pare abbia fato il Consigliere Rossi e cioè che la politica sia chiara e netta rispetto a questo perché il tema dei piccoli Comuni, che come sappiamo partecipano in maniera determinante in termini di numero alla composizione dei circa gli 8.000 Comuni italiani, è in realtà un tema di cui si discute da tanti anni, e cioè che sembrerebbe migliore ed auspicabile una loro integrazione. Ma allora lo si dica chiaro e lo si faccia con una politica chiara, non cancellando le risorse che ai Comuni servono per le manutenzioni e per l'effetto secondo cui gli investimenti del PNRR, che sono arrivati, sarebbero sufficienti a far attivare opere pubbliche, in realtà non è così. Il PNRR dovrà essere attuato entro una certa data, i piccoli Comuni per questo non possono far venir meno tutte quelle risorse per le cosiddette piccole opere fondamentali, per poter attivare una buona politica, una seria politica.
E’ vero anche che i piccoli Comuni non appartengono a nessuna rappresentanza, lì abbiamo soprattutto i civici, gente, persone e attività amministrative che si occupano dei propri cittadini.
Si dica una parola chiara, in assenza di una parola chiara … La provincia di Macerata ha nel proprio ambito circa il 30% di Comuni sotto ai 1.000 abitanti, che è un numero rilevante, un Presidente di provincia ignavo praticamente non dice una parola, non si occupa di questo? Io dico anche che il Presidente della Regione Marche avrebbe potuto e dovrebbe dire una parola chiara su questo, non può nascondersi. Ci dica esattamente il Presidente della Regione Marche cosa pensa di questo taglio. Ed auspico che stamattina ci sia un voto fatto insieme.
Ribadisco, è ipocrita da un lato destinare milioni di euro rispetto alle iniziative promozionali e poi ucciderli. E’ la stessa immagine che un Sindaco pochi giorni fa mi ha fatto telefonicamente: significa trasformare i semi di un albero che alimentano le radici in una vera e propria piovra, ingrossare la testa del livello centrale e cancellare i presidi storici, identitari di una regione come la nostra.
Guardate, è un fatto serio, importante, che io credo debba impegnarci tutti quanti. Dico anche che non sono accettabili le dichiarazioni di facciata, abbiamo bisogno che i ruoli di responsabilità politica a livello regionale, a livello provinciale possano davvero al fianco dell’Anci fare una battaglia seria. Oppure si alzi la mano e si abbia il coraggio di dire che i Comuni sotto i 1.000 abitanti debbono essere cancellati.
Ci sarebbe un'alternativa politica seria che è quella di incentivare, agevolare con misure durature, consolidate dal punto di vista finanziario, perché è evidente che è un tema che sta sul tavolo, ma avere l’atteggiamento, direi ipocrita ed un po' subdolo, di eliminare l'ossigeno per poter mandare avanti i piccoli Comuni è davvero l'ultima delle opzioni accettabili.
La politica non può essere questo, non si tratta di appartenenza al centro-destra, al centro-sinistra o ad altro, significa rispettare la storia delle Marche in particolare, che hanno avuto nel corso dei secoli una tradizione fatta davvero di piccoli borghi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Premetto che voterò a favore di questa mozione proposta dal Consigliere di maggioranza Rossi, sottolineo che è un Consigliere di maggioranza, perché sinceramente ho trovato che questa mozione vada in senso inverso rispetto alle dichiarazioni che ha fatto qualche giorno fa un Assessore di Fratelli d'Italia, l'Assessore Baldelli, che ha detto espressamente sulla stampa: “Bene il Ministro Foti, non servono le mancette agli enti locali dell'entroterra ma politiche su infrastrutture e sanità”.
Tra l'altro, mi piacerebbe che questa maggioranza avesse un'idea un po’ più chiara su quelle che sono le sue strategie di rilancio dell'entroterra.
Sinceramente, parlando di mancette e riallacciandomi a quanto ha denunciato poco fa il Consigliere Cesetti, vorrei dire che per le nuove leggi tutti gli anni è previsto, due volte all'anno, sia in assestamento che nella legge di bilancio, il fondo speciale per i finanziamenti delle nuove leggi, che viene dilapidato ogni volta con le famose mancette, che qualcuno dice che non andrebbero fatte o che non gli piacciono, però le facciamo puntualmente. Tant'è che prima della fine della legislatura vedrò quanti milioni quest’Assemblea ha deciso di devolvere nelle mancette, anche per i Comuni dell'entroterra, che qualche autorevole esponente della maggioranza ritiene che non servano per un vero rilancio.
Secondo me, i tagli che sono stati fatti dal Governo nazionale non sono tagli sostenibili, come opposizione l'abbiamo denunciato subito e c’è qualcuno che lì per lì ha detto che non erano neanche reali, invece abbiamo oggi un testo di maggioranza che dimostra che i tagli non solo sono reali, ma vanno ad incidere la carne viva dei piccoli Comuni, e questo non lo dobbiamo permettere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Rossi per aver presentato questa mozione e dato vita ad una discussione in Aula per quanto concerne l'argomento di cui stiamo trattando e devo ringraziare anche l'Assessore Brandoni che qualche giorno fa ha risposto anche ad un’interpellanza in merito a questo tema.
Io sono stato Sindaco di un Comune molto piccolo, di 1.500 abitanti (stiamo sopra i 1.000, ma più o meno siamo a quei livelli), figuriamoci se non ho la sensibilità di trattare con il rispetto dovuto un argomento di questo genere. Chiaro è, e anche questo lo voglio dire, come l’ha detto chi mi ha preceduto, che questo non è un argomento che possiamo strumentalizzare politicamente o dire che possa essere di sinistra o di destra. Quando ho fatto il Sindaco c’erano dei tagli abbastanza importanti negli anni e non c'erano governi di centro-destra o perlomeno si alternavano i vari governi, sia di centro-sinistra che di centro-destra. Capiamo quanto possa essere difficile portare avanti un'azione amministrativa seria nel momento in cui non si hanno i fondi per poterlo fare appieno. Massima sensibilità rispetto a questo argomento.
Devo dire che la Regione Marche si è attivata anche nell'ambito della Conferenza delle Regioni per cercare di sostenere questo tipo di discorso, ma va ricordato che nella legge di bilancio ci sono delle misure di carattere perequativo per gli enti locali, che sono in difficoltà, che vanno parzialmente a coprire il taglio di cui parla la mozione del Consigliere Rossi.
Mi riferisco nella fattispecie all'incremento del fondo di solidarietà comunale, il fondo per gli investimenti, i contributi per la digitalizzazione. Ci sono degli elementi che il Governo ha messo a disposizione per compensare questo taglio.
Ci tengo a far presente che quest’amministrazione regionale è sempre stata disponibile e sempre lo sarà ad avviare anche ulteriori interlocuzioni con il Governo nazionale, quello che il dispositivo della mozione presentata dal Consigliere Rossi recita: “a mettere in atto tutte le azioni necessarie nei confronti del Governo, al fine della rivalutazione dei tagli apportati con la legge di bilancio nei confronti dei piccoli Comuni”. E’ quello che si sta già facendo.
Io su questa mozione avrei inserito “a proseguire quello che è il lavoro che già sta facendo questa amministrazione a guida del Presidente Acquaroli e nella fattispecie l'Assessore Brandoni”. C'è già questo interesse da parte dell'Assessore Brandoni e della Giunta di centro-destra a portare avanti questa iniziativa.
Poi va anche ricordato il lavoro che ha fatto proprio in questi anni la Giunta a guida del Presidente Acquaroli, su tutte c'è la legge sui borghi, che qualcuno prima ha ricordato, ci sono comunque 100 milioni che sono stati finanziati per i piccoli borghi e che sono un sostegno non indifferente a favore dei piccoli Comuni e sicuramente in futuro sarà rifinanziata. C'è un'attenzione particolare anche a livello infrastrutturale. Se parliamo, tra l'altro, dei nostri Comuni che fanno parte della fascia montana, vorrei ricordare i 705 milioni che sono già stati destinati per un intervento, che è quello della Pedemontana, cosa sognata per 40 anni e oggi realizzata o che realizzeremo grazie agli investimenti che quest’amministrazione regionale ha voluto fare su quel territorio. Per non parlare poi di altre infrastrutture e comunque di altri aiuti che nei quattro anni e mezzo più o meno di Governo di centro-destra sono stati elargiti ai piccoli Comuni.
La sensibilità c'è, c'è già una Giunta che si sta occupando proprio di questi temi e che sta lavorando anche sui tavoli, come ho detto poc’anzi istituzionali. per portare avanti queste battaglie.
Mi ritengo soddisfatto del lavoro che sta facendo la Giunta insieme all'Assessore Brandoni e non possiamo far altro, anche noi come Fratelli d'Italia, che votare a favore di questa mozione, con l'auspicio che da qui in avanti ci possa essere sempre una situazione migliore, che possa garantire ai piccoli Comuni di continuare nelle loro attività e nella gestione quotidiana, perché questo alla fine è quello che ci interessa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Claudio Renato MINARDI. Grazie, Presidente. Il mio intervento è per dire che voteremo a favore di questa mozione, che è stata presentata da parte del Consigliere Rossi, perché stiamo vivendo nel nostro Paese una situazione paradossale, si vuole da una parte cercare di tutelare le autonomie dei Comuni, si cerca di tutelare i piccoli Comuni affinché i cittadini rimangano sui territori, ma per far rimanere i cittadini sui territori bisogna garantire i servizi e per garantirli servono anche le risorse. Da una parte si dicono delle cose, con l'altra, in verità, si vanno a tagliare le risorse ai piccoli Comuni, che sono un patrimonio importante, soprattutto per le aree interne della nostra regione.
Peraltro stiamo vivendo un momento di grave difficoltà, che è quello dell'aumento delle bollette del gas, dell'acqua, dell'energia elettrica, aumenti che molto spesso sono anche ingiustificati, non sono sempre giustificati dalla guerra nell'est Europa fra Russia e Ucraina, ma sono causati molto spesso da speculazioni di tipo finanziario. Questo aumento del costo delle bollette ha un peso per le famiglie e questo significa che, se si vanno a tagliare le risorse ai piccoli Comuni e questo vale anche per i grandi, alla fine il problema ricadrà sulle famiglie perché nel momento in cui i Comuni non avranno le risorse per garantire l'asilo nido, il trasporto, l’asilo, per garantire i servizi ai cittadini, inevitabilmente i costi di quei servizi si andranno a scaricare nel portafoglio delle famiglie. Così facendo si rischia da una parte di impoverire sempre di più le famiglie, le quali non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, dall'altra si mettono in difficoltà i Comuni, peraltro togliendogli pure i servizi, come è accaduto recentemente con la pratica del dimensionamento scolastico, che ha visto da una parte l’unificazione dell'autonomia scolastica di Apecchio con quella di Acqualagna, fatto salvo poi salvare quella di Pian di Meleto con Macerata Feltria. Ma su questo possiamo dire che siamo d'accordo, soltanto perché è intervenuto un parlamentare che di fatto ha commissariato la Giunta regionale, il Presidente e l'Assessore Biondi, che due ore prima in I^ Commissione aveva detto che quella era la decisione, non si poteva fare diversamente, che era una strada di fatto obbligata.
Ci rendiamo conto che con questi tagli andiamo a mettere in difficoltà i piccoli Comuni che molto spesso vivono con tre quattro dipendenti e non di più? Perché i piccoli Comuni spesso e volentieri hanno i dipendenti che si occupano dell'anagrafe, degli appalti, dell’economato, di tutta la parte amministrativa e della segreteria, hanno quasi sempre uno o due amministrativi, uno o due tecnici, soprattutto quelli piccoli.
I 100 milioni, di cui si parlava prima, riguardano i borghi, sono finanziamenti che riguardano dei progetti, magari anche importanti, ma non riguardano la sopravvivenza dei Comuni, che hanno la necessità di avere risorse adeguate per sopravvivere.
Mi pare di capire che da una parte si dicono delle cose e dall'altra se ne fanno delle altre, mi verrebbe logico ricordare la vicenda dello spot che fece la Presidente del Consiglio durante la campagna elettorale con l'eliminazione delle accise, quando al distributore si fece il video dicendo che avrebbe tolto le accise, salvo poi. andando al Governo, aumentarle.
Da ultimo. vorrei ricordare quello che è accaduto in questi giorni quando il Governo, dopo le pressioni fatte dai Consiglieri, in particolare della provincia di Ancona del Partito Democratico, per non dimenticare i danni che le famiglie hanno avuto con il terremoto di Ancona del novembre 2022, cosa ha fatto? Ha preso i soldi dal terremoto del cratere del 2016e li ha spostati ad Ancona. Parliamoci chiaro, mi sembra di vedere, come è stato detto, che si toglie ai poveri per dare i poveri. Se si vuole tutelare il terremoto di Ancona si trovano le risorse, si mettono e non si tolgono ad un'altra disgrazia, come quella del terremoto gravissimo che ha visto centinaia di morti nel 2016.
In questo momento questi tagli rischiano di scaricarsi addosso ai Comuni, alle famiglie e alla sopravvivenza dei Comuni stessi, Io dico che quelli delle aree interne, che sono un presidio per il territorio, devono mantenere adeguatamente i servizi perché soltanto con i servizi e con l’occupazione si mantengono i cittadini a risiedere in quei territori.
Sono d'accordo sull'approvazione di questa mozione, che è stata presentata, ciò dimostra la grande contraddizione di questo Governo, che da una parte dice una cosa e dall'altra mette in grave difficoltà chi ha di meno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Come hanno già anticipato i Consiglieri che hanno parlato, noi voteremo a favore di questa mozione perché è di buon senso. I Comuni sotto a 1.000 abitanti utilizzavano quelle risorse, che poi sono 44 milioni di euro, che non sono sciocchezze per le Marche, pesano 44 milioni di euro, che i nostri piccoli Comuni non avranno e che non potranno utilizzare per le manutenzioni delle strade, delle scuole e degli edifici pubblici. Allora, è inutile dare il rossetto ad un malato terminale, finanziare gli eventi quando abbiamo le strade che sono impercorribili o non abbiamo le fognature o non abbiamo l'illuminazione, perché il decoro urbano è fatto da quelle manutenzioni che i Comuni sotto a 1.000 abitanti hanno sempre fatto con queste risorse statali.
Questa è una scelta ben precisa, quando mi si dice che si tiene alle aree interne e ai piccoli Comuni, io mi aspetto degli atti coerenti. Non mi pare coerente che ci sia stato il taglio del superbonus, per esempio, all'interno del cratere, non è coerente perché di fatto ci sarà la questione dell'accollo della ricostruzione, che non sappiamo ancora come risolvere. In un articolo di qualche giorno fa il Commissario alla ricostruzione ha scritto: “Tanto rumore per nulla, perché saranno ripristinati i fondi tolti”, ma noi non abbiamo capito chi ha fatto rumore. Nessuno aveva fatto rumore. Allora, ci siamo informati meglio e abbiamo scoperto che c'era un emendamento presentato da Fratelli d'Italia che prevedeva, cosa buona e giusta per un senso e cosa brutta per un altro senso, di togliere 890 milioni di euro ai fondi della ricostruzione del cratere del 2016, quindi: Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio e di metterli sul cratere di Ancona per la ricostruzione.
Il gruppo del Partito Democratico, in particolare i Consiglieri anconetani, penso ai Consiglieri Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, hanno fatto una battaglia insieme anche all'onorevole Curti perché quei terremotati fossero ascoltati e trattati esattamente come quelli del cratere del 2016. Ha detto il Commissario alla ricostruzione baldanzoso: “Tanto rumore per nulla perché le risorse saranno solo anticipate”, cioè i 90 milioni di euro saranno presi e restituiti nel 2026 e nel 2027, peccato che non sia così, quindi ha detto una cosa inesatta, lo ascoltano poco perché è l'unico Commissario, che invece di mettere risorse nei crateri, le toglie e nel caso di specie le toglie perché questi 90 milioni di euro nell'emendamento approvato in Commissione alla Camera dei Deputati non vengono restituiti. Si tolgono 90 milioni di euro dal cratere, quindi dai piccoli Comuni delle aree interne, dopo il furto dei 44 milioni di euro della finanziaria, dalla ricostruzione del cratere e si danno, cosa giusta, alla comunità anconetana.
Va bene che venga finanziata la ricostruzione di Ancona, ma non va affatto bene che si tolgano le risorse e non se ne preveda la riassegnazione perché quelle risorse non sono state messe dai vostri Governi e non state messe assolutamente dal Commissario alla ricostruzione, ma sono state messe dai precedenti governi con una presentazione di piani, di progetti, che ha fatto il Sindaco nelle aree interne lo sa, sono stati tarate per la ricostruzione sia pubblica che privata, quei soldi non sono stati messi a caso, non è che 90 milioni non facciano la differenza nelle aree terremotate, che sono tutte aree interne con Comuni quasi tutti al di sotto dei 1.000 abitanti, con problemi di viabilità. Per fortuna che non nevica più, Assessore, almeno abbiamo una sciagura di meno perché per certi aspetti serve la neve per le attività turistico ricettive, ma non aiuta certo la mobilità in queste aree.
Un altro regalo della finanziaria, della legge di bilancio, che si è scordato il Consigliere Rossi, è il blocco al 75% del turnover nella PA, soprattutto nei piccoli Comuni, dove se c'è un ragioniere a scavalco, un geometra, perché un architetto o un ingegnere è un lusso che a volte non si possono permettere. C'è un segretario comunale che spesso è a scavalco e lavora in tre o quattro Comuni, con grande difficoltà dal punto di vista dell'adempimento di tante procedure, che sono individuate in capo sia ai grandi che ai piccoli Comuni, non c'è una differenza. Il grande Comune di 50.000 o di 100.000 abitanti deve redigere gli stessi atti di un Comune di 1.000 abitanti. Forse su questo bisognerebbe ragionare, cosa che non si è mai fatta, anche colpa del Partito Democratico, ammetto anche le nostre colpe. Poi è stata cancellata definitivamente la zona franca.
Dov'è la coerenza? Noi mettiamo le risorse per il saltarello, per la sagra di pinco pallo, per i borghi, dopodiché i borghi li lasciamo morire.
Sono convinta che il Consigliere Rossi sia in perfetta buona fede, quindi noi voteremo questa mozione perché la condividiamo pienamente, però ci aspettiamo una maggiore coerenza nelle azioni di governo nazionali ed anche in quelle regionali perché è una presa di posizione rispetto … Ricordo il Presidente Acquaroli quando ci disse stizzito che non erano 5 milioni, quelli per intenderci di YY, ma erano invece maggiori le somme che avrebbe messo sul terremoto di Ancona, però si è dimenticato di dire che li toglieva, come ha fatto il Commissario alla ricostruzione, ai poveri per darli ai poveri e questa non è una bella azione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Non è per prendere le difese del Commissario alla ricostruzione, però parlare quando uno non c'è e dire forse delle menzogne non è corretto.
Per quanto riguarda la ricostruzione stiamo andando avanti, i 90 milioni sono residuali rispetto ai miliardi che saranno necessari per la ricostruzione. E’ anche vero che sui lavori pubblici, grazie anche a chi ha preceduto il Commissario, non si è andato avanti per niente e oggi si cominciano a fare le prime opere. Se molti soldi non vengono spesi, penso che sia giusto, magari 90 milioni, anticiparli per le aree che sono in grado di poterli utilizzare, a differenza di chi ancora non è pronto.
Mi sembra una manovra più che oculata, più che attenta proprio per essere attenti alle esigenze di tutti i marchigiani.
Dopodiché si parla di piccoli Comuni si parla dei tagli, è vero, però è anche vero che quando diamo 20.000 euro, 30.000 euro ai piccoli Comuni per attività, per sistemare una strada, per fare qualcosa, ci viene detto di tutti i colori, oppure quando votiamo per far rimanere nelle aree interne il Tribunale di Camerino qualcuno si alza, non vota ed esce, secondo me non sta a dimostrare che ci teniamo poi così tanto. Se ci teniamo, ci dobbiamo tenere sempre, piuttosto che fare delle dichiarazioni, siamo coerenti con quello che facciamo.
Io come Sindaco di un piccolo Comune ho subito tante vessazioni nei 20 anni che ho avuto modo di amministrare, 30, perché ancora ci sono e grazie al Commissario la ricostruzione sta andando avanti, ve lo posso assicurare, come tante altre attività.
Non facciamo della demagogia, non facciamo finta che magari uno è uscito perché doveva andare al bagno quando c'era da votare per il Tribunale di Camerino, almeno siamo sempre coerenti.
Il voto del gruppo Lega è a favore della mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Non ripeto quanto ho risposto nell'interpellanza fatta dal Consigliere Rossi, che oggi è stata trasformata in una mozione.
Ricordo alcuni numeri: i piccoli Comuni sotto i 5.000 abitanti - quelli sotto 1.000 sono ancora meno, non sono riuscito a trovare il numero - sono 5.500 in tutta Italia, in Piemonte 1.046 e in Lombardia 1.043; sono il 17% della popolazione italiana.
Sono d'accordo con quanto detto dal Consigliere Carancini, che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non compensa i mancati tagli, però ricordo alcuni numeri da Assessore al bilancio. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza nella nostra regione cuba 4,5 miliardi, 500 milioni sono gestiti completamente dalla Regione Marche, per gli altri 4 milioni il rapporto è del Governo, dei Ministeri con i Comuni. Pensate che è stato istituito proprio per i piccoli Comuni perché la criticità più grossa che c'era stata rappresentata era quella non avevano una professionalità tale da poter disbrigare tutte le pratiche del Piano nazionale ripresa e resilienza, quantomeno per la rendicontazione. Con il progetto 1000 esperti siamo usciti con 31 persone e le ultime quattro persone l'abbiamo …, 31 persone sono per tutti, 4 persone le abbiamo dedicate alle cinque province marchigiane, proprio per i piccoli Comuni.
Io dico che la legge sui borghi è antecedente al taglio che è stato effettuato dal Governo e noi siamo stati precursori e siamo stati molto attenti al futuro dei piccoli Comuni.
Essendo stato per tanti anni nella grande famiglia dell’Anci, ritengo, Consigliere Rossi, che questa mozione vada di concerto condivisa con l'associazione nazionale dei Comuni . io ed i Consiglieri Carancini e Mangialardi siamo stati nel direttivo regionale - perché al proprio interno ha anche un Presidente dei piccoli Comuni.
Secondo me questa nostra mozione andrebbe condivisa e questa problematica portata avanti con l’Anci ed in particolare con il Presidente dei piccoli Comuni. Grazie.
PRESIDENTE. Credo che tutti si siano espressi in merito alla votazione che si svolgerà. Consigliere Rossi, andiamo direttamente in votazione?
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Credo di sì, ho visto che c'è l'unanimità di tutti, al di là del distinguo particolare.
Vorrei ringraziare il gruppo Civici Marche ed il suo Presidente che ha sollevato questa problematica.
Come Consiglio regionale con questa mozione difendiamo i nostri 55 Comuni che sono interessati alla questione, indipendentemente dal distinguo e da considerazioni di altro carattere.
Ringrazio anche la Giunta Acquaroli che, indipendentemente dalle colorazioni politiche del Governo nazionale, è riuscita a considerare importante questo atto di indirizzo, poi vedremo se il Governo in qualche maniera rivaluterà questi tagli.
Noi come Consiglio regionale abbiamo fatto la nostra parte, indipendentemente dalle nostre appartenenze politiche, e credo che questo sia un segno per tutti i nostri 55 piccoli Comuni che rappresentano il 25% dei Comuni marchigiani. Grazie per il vostro supporto. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 539. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La Consigliera Bora esprime voto favorevole.
Interrogazione n. 1364
ad iniziativa dei Consiglieri Minardi, Vitri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo
“Privacy e sicurezza dei dati di cittadini e imprese marchigiani: le banche dati regionali sono state violate?”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1364 dei Consiglieri Minardi, Vitri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. In merito all'interrogazione in oggetto si evidenzia che le iniziative intraprese dalla Regione Marche in ambito di cyber si inseriscono nell'ampio percorso intrapreso per rafforzare la propria resilienza, in risposta ad un contesto caratterizzato da preoccupazioni crescenti riguardo alla protezione dei sistemi digitali.
Recenti attacchi informatici hanno colpito non solo le pubbliche amministrazioni, ma anche diverse attività economiche, mentre le crisi geopolitiche in corso hanno ulteriormente amplificato i rischi per l'integrità delle infrastrutture informatiche. Questa è la premessa.
Ad ogni domanda c'è una risposta. Domanda n. 1: se sono state violate le banche dati della Regione Marche. Non ci sono state violazioni delle banche dati della Regione Marche, ma ci sono stati tentativi di attacco prontamente bloccati.
Domanda n. 2 quali e quanti investimenti la Regione Marche ha effettuato. Qui la risposta è più complessa, la Giunta regionale ha predisposto servizi Soc, appaltati a fornitori, per intercettare potenziali minacce o tentativi di intrusione o accesso improprio, allo stesso tempo nel contesto del nostro sistema integrato di gestione (conforme agli schemi per cui il datacenter risulta certificato) sono state implementate anche procedure ed accorgimenti che coinvolgono fornitori e dipendenti regionali.
Nello specifico per quanto concerne fornitori e personale interno si è provveduto a includere accordi di riservatezza (NDA) in tutti i contratti con i soggetti esterni.
La Regione Marche può contare su un datacenter all'avanguardia, che ha conseguito la certificazione Iso 27001 per i sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni, la certificazione Iso 9001 per la qualità organizzativa nella gestione erogazione dei servizi del Datacenter regionale, Iso 20000 per l'erogazione dei servizi tramite cloud, Iso 22301 per la continuità operativa (Business continuity), Iso 14001, certificazione di sistema di gestione ambientale.
Questo percorso ha consentito alla Regione di conseguire, da parte dell'Agenzia italiana digitale, la qualificazione più elevata e di entrare nel catalogo AgId dei “Cloud service provider” e dei servizi digitali evoluti, al fianco di altre realtà di livello nazionale.
Per quanto attiene alle iniziative promosse dalla Regione Marche per garantire ed aumentare il livello sicurezza si stanno attuando diversi progetti che hanno poi dei finanziamenti relativi:
- intervento 1: rafforzamento dei processi e delle procedure relative alla cybersicurezza servizi erogati tramite l'infrastruttura Cloud regionale; un intervento di quasi 1 milione di euro
- intervento 2: miglioramento della sicurezza con il coinvolgimento dei servizi di assistenza sanitaria, anche qui di quasi 1 milione di euro. Questi due interventi sommano 1.998.000. Sirt Regione Marche, che sarebbe questo comitato di sicurezza che abbiamo tra l'altro recentemente portato in Giunta, che è un altro intervento, in questo caso non mi sembra ci sia un finanziamento specifico, poi le lascio, Consigliere Minardi, tutta la documentazione, l'avrà scritta e la potrà vedere direttamente.
- Misura 55 - progetto primo: intervento per il rafforzamento cyber delle aziende sanitarie, rafforzamento Cybersecurity sistema sanitario regionale;
- progetto secondo: rafforzamento cyber degli enti del territorio - Cybersecurity sistema enti locali del territorio e soggetti rappresentativi dell'ecosistema economico sociale. Abbiamo il totale degli interventi, che dovrebbe essere sui 4,7 milioni.
Poi interveniamo con il Piano nazionale complementare (PNC) per il potenziamento dell'infrastrutturazione di base finalizzata all'aumento della resilienza della comunicazione.
In pratica progetti già finanziati per un totale di 11 milioni circa.
Lascio la risposta all’ufficio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Arriviamo ad avere la risposta dopo alcuni mesi da quando sono accaduti i fatti gestiti dalla direzione antimafia del distretto antimafia di Milano, che ha visto mettere in campo un sistema di dossieraggio fatto dalla ditta Equalize. Sono stati costruiti ad arte dei dossier con accessi abusivi.
Questa interrogazione è nata dalla preoccupazione perché sono stati violati sistemi che teoricamente dovrebbero essere inviolabili, nel senso che è stato violato il sistema delle banche dati dello Stato, in particolare del Ministero dell’Interno, la banca dati dell'Inps. la banca dati Serpico del sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, la Npr, l’agrafe nazionale della popolazione residente, il Sima, il sistema informativo valutario.
Questa inchiesta, che è stata portata avanti dalla direzione antimafia, vede di fatto in campo una situazione molto preoccupante ecco perché la mia interrogazione, perché c'è stato un gruppo che di fatto raccoglieva i dati per poi sfruttare informazioni riservate con l'obiettivo di mettere in atto profitti, in modo non corretto, violando i server più importanti, tra cui anche quelli delle forze di polizia.
Se mi lascia gentilmente la risposta che mi ha letto, Assessore Antonini, la ringrazio.
Credo che la preoccupazione la dobbiamo avere come Regione Marche, sapendo che se sono stati violati dei livelli così elevati, come quelli del Ministero dell’Interno, i rischi li corriamo tutti quanti, tutti i giorni e tutti insieme, perché nessuno di noi può ritenersi immune da queste violazioni.
Il fatto che si stiano facendo 11 milioni di investimenti credo che sia un dato estremamente positivo, la cosa che mi permetto di suggerire, anche se non sono un ingegnere o un tecnico informatico …, sappiamo che se da una parte c'è chi si preoccupa di rafforzare e di migliorare il livello di sicurezza, dall'altra parte c'è sicuramente chi lavora notte tempo per violare questi sistemi. Siccome anche nelle banche dati della Regione Marche ci sono dati molto sensibili, partirei non solo da quelli delle imprese che partecipano ai bandi e mettono a disposizione tutta una serie di dati e di informazioni, ma mi riferisco in particolare a quelli forse ancor più delicati, che riguardano il fascicolo elettronico, dove ci sono tutte le informazioni sulla salute dei cittadini.
Io la ringrazio, mi ritengo parzialmente soddisfatto per quello che sta facendo con l'appello ad elevare sempre di più. Grazie.
Interrogazione n. 1400
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Conseguenze del D.M. 21.06.2024 “aree idonee” per l’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1400 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Il decreto ministeriale di giugno 2024 è stato oggetto di un ricorso ed il 5 febbraio, ovvero pochi giorni fa, è iniziata la discussione perché era stata data la sospensiva cautelare rispetto al decreto ministeriale, che dava alle Regioni la competenza di fare una legge sulle aree idonee e non idonee. Ora è iniziata la discussione e la sentenza vera e propria arriverà a fine marzo.
Noi nel frattempo abbiamo pensato di non intervenire con una legge specifica perché rischieremo di fare, come è successo in Sardegna, dove la legge sulle aree idonee e non idonee è stata impugnata direttamente dal Ministero e di fatto attualmente la sua efficacia è sospesa. E’ importante, perché da quello che ne verrà fuori noi sapremo come e in che termini intervenire nell'individuare le aree idonee non idonee.
Nel frattempo noi stiamo facendo il Piano clima energia, abbiamo fatto diversi incontri con alcuni stakeholders, il piano nella sua bozza è stato redatto dalla Politecnica delle Marche, se ne è occupato il professor XX, sono iniziati una serie di confronti sul territorio, possiamo dire che ad oggi di certo che cosa c'è? Voi sapete noi dobbiamo raggiungere l'incremento di 2,3 GW da energia elettrica da fonti rinnovabili.
Purtroppo le Marche, credo che sia presente anche nella premessa dell'interrogazione, come ben sa, sono una delle Regioni che forse ha il maggior deficit di produzione energetica rispetto ai consumi ed è per questo che bisogna cercare di incentivare il più possibile, di incrementare e di arrivare a questi 2,3 GW di incremento entro il 2030.
Quali potrebbero essere le tre vie di sviluppo delle fonti rinnovabili? Sicuramente l'eolico, come già mi sembra che avevo risposto all'interrogazione precedente, che per noi è soprattutto offshore, cioè eolico in mare. Lo posso dire chiaramente, tra l'altro stamattina mi ha anche intervistato Rai 3, c'è una contrarietà di fondo a sviluppare l'eolico onshore, cioè a terra. A meno che non ci siano sviluppi particolari e eccezionali, ad oggi non prevediamo nessun tipo di nuovo sviluppo di energie rinnovabili da eolico onshore, cioè eolico a terra. Noi puntiamo soprattutto al fotovoltaico su aree industriali e residenziali, tra l'altro a breve uscirà un bando per le imprese, per circa 20 milioni, di euro con il quale sosteniamo il risparmio energetico, consumo, autoconsumo energetico da fotovoltaico in aree industriali, che dovrebbe rappresentare il maggior sviluppo di energie rinnovabili. Poi c'è una parte relativa all'agrivoltaico, con dei finanziamenti a livello nazionale, che per noi va bene, ma nel momento in cui rimangano chiari alcuni principi. Il primo è che i terreni agricoli hanno una vocazione agricola e non servono per speculazioni o altro dal punto di vista energetico. Richiederemo un agrivoltaico di quelli integrali rafforzato, che dovrà garantite determinate coltivazioni sotto le pensiline.
Seconda cosa, fondamentale per noi è lo sviluppo di questa energia, l'abbiamo detto, perché siamo una Regione carente, anzi tra le più carenti, però allo stesso tempo salvaguardando proteggendo, tutelando il nostro patrimonio paesaggistico e le nostre aree a vocazione agricola e turistica.
Non sarà una cosa semplicissima, però con gli obiettivi che ci siamo prefissi, presenti nel piano, sono certo che riusciremo a sostenere tutto.
Ripeto, sull'eolico a terra non ci sarà nessun nuovo sviluppo da parte della Regione, ci sono dei progetti già avviati con delle procedure già in essere, riguardano soprattutto autorizzazioni a livello nazionale che si sono anche inserite in un momento di vacatio della legge, purtroppo questo non dipende da noi, ma nel momento in cui metteremo in campo il discorso delle aree idonee, io sono chiaro fin da ora, non ci sarà uno sviluppo dell'eolico a terra. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta, che mi vede in parte soddisfatta, nel senso che a grande linee la nostra posizione non è diversa da quella che ha annunciato lei, però in questi 4 anni abbiamo fatto degli errori che dobbiamo riconoscere, perché il decreto delle aree idonee, che di fatto ha portato a poco nulla, se non problemi per le Regioni, ha di fatto decadere la legge regionale. Noi avevamo anticipato che quella legge regionale sarebbe servita a poco, però è stata portata avanti perché serviva un po’ per far fare campagna elettorale all’attuale Sindaco di Fano, ex Consigliere regionale. Io non credo che sia diventato Sindaco per questo, però voglio dire che a volte avete esagerato con la propaganda, però nei fatti il problema non è stato risolto.
Un'altra cosa che vorrei dire è che indipendentemente dall'esito della sentenza, di cui lei ha parlato, noi dobbiamo colmare questo deficit energetico, come giustamente ha detto lei, l'obiettivo è molto alto perché dobbiamo arrivare a 2,3 GW di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030 e ad oggi siamo solo allo 0,3, ne manca parecchio.
Vorrei anche dire che lo 0,3 GW, che pure appare pochissimo, è stato raggiunto anche per merito del superbonus, che purtroppo a livello nazionale avete affossato, secondo noi colpevolmente, perché questo mette di nuovo, per un'azione fatta dal Governo, in difficoltà le Regioni, come la nostra.
Poi ci sono, e lo sappiamo tutti, un'infinità di richieste di installazione di impianti eolici e agrivoltaici, che sono state ben documentate ed evidenziate nel documento che è stato inviato a tutti noi, immagino anche a lei, dalla coalizione delle associazioni Tes. Se noi non porremo un argine a tutte queste richieste di autorizzazione, queste andranno a buon fine e la responsabilità sarà a questo punto solo vostra.
Non possiamo arginare questo fenomeno con le mozioni che affollano gli ordini del giorno e molto spesso sono fatte proprio da esponenti di maggioranza, questo bisogna che ce lo diciamo con chiarezza per l'ennesima volta, perché le richieste di installazione di questi tipi di impianti non è in nostro potere fermarle attraverso degli atti che possono essere anche votati all'unanimità, come a volte è successo, però non è il Consiglio regionale che può fermare tutte queste cose, ma lo può fare l'esecutivo facendo finalmente quello che gli spetta e viene rimandato costantemente.
Per quanto riguarda l'analisi tecnica commissionata alla Politecnica lei parlava, mi sembra, se non ho capito male, di una bozza?
(intervento fuori microfono)
Marta RUGGERI. Assessore, a noi interesserebbe moltissimo leggere questa bozza per capire di cosa si tratta.
L’eolico offshore ci vede perfettamente d'accordo, sul fotovoltaico nelle aree industriali e residenziali figuriamoci se non siamo d'accordo, anche sull’agrivoltaico idem, però tutto ciò arriverà con un estremo ritardo. In parte sì, Assessore, su questo non sono perfettamente d'accordo con lei, forse bisognava iniziare a lavorarci prima perché tanto prima o poi lo dovremmo fare questo atto. Lei è d'accordo, gli obiettivi che dobbiamo raggiungere, Assessore.
(interventi fuori microfono)
Marta RUGGERI. Però, è qualcosa di inutile, ma se mi permette …
Interrogazione n.1406
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Progetto Banda Ultra Larga”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1406 del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Secondo i dati disponibili nel portale di monitoraggio Infratel e pubblicati nel portale Bul, dei 217 Comuni interessati dai lavori banda ultra larga sulla rete in fibra, risultano solo 3 Comuni che non hanno il fine lavori della rete secondaria in fibra e sono: Sasso Corvaro, Montecalvo in Foglia e Fano. Francavilla d’ Ete è stato stralciato a seguito della richiesta del Comune.
Come intende risolvere la questione dell’allaccio banda ultra larga di tutti i numeri civici? I numeri civici che rientravano nel piano banda ultra larga sono stati inseriti nella progettazione esecutiva elaborata dal Concessionario Open Fiber, come previsto nel bando di gara, tenuto conto degli esiti delle riunioni preistruttorie e conferenze di Servizio alle quali hanno partecipato i Comuni con il coordinamento della Regione Marche.
Laddove la Regione Marche o i Comuni hanno rilevato delle aree di mancata copertura, queste sono state segnalate ad Infratel per essere ricomprese in un piano integrativo. Tali segnalazioni sono state acquisite da Infratel, che nel 2021 le ha sottoposte a consultazione degli operatori. La mappatura per civico condotta nel 2021 ha definito l'elenco dei civici messi a gara nel Piano Italia 1 Giga, attualmente in corso di attuazione, volto a fornire connettività a 1 Gbit al secondo alle unità immobiliare non coperte da banda ultra larga. I numeri civici che rientrano nel Piano Italia 1 Giga sono consultabili nel portale dedicato agli interventi PNRR sulle reti ultraveloci, che sarebbe: https://connetti.italia.it/. Poi, Consigliere Rossi, le lascio la risposta.
Domanda 2: se sono previsti fondi, eccetera. I ripristini definitivi delle strade interessate dai lavori sono previsti dal bando di gara Infratel e sono a carico del Concessionario Open Fiber. Ciascun Comune ha sottoscritto una convenzione con Ifratel per la realizzazione e la manutenzione della rete a banda ultra larga nel proprio territorio. Qualora i Comuni dovessero rilevare criticità nell'esecuzione a regola d'arte dei ripristini da parte del Concessionario Open Fiber, possono rivolgersi ad infratel, secondo quanto prevede la convenzione. Infatti, come previsto dalla normativa, il Concessionario Open Fiber ha stipulato una polizza Car (Contractor’s All Risks) per “danni alle opere” e “responsabilità civile verso terzi”, riguardante i danni causati a terzi durante l'esecuzione dell'opera in conseguenza della stessa.
La Regione Marche, ogni qualvolta riceve delle segnalazioni dai Comuni e dai cittadini, si attiva prontamente con il Concessionario Open Fiber e con Infratel per la verifica delle segnalazioni e la risoluzione delle problematiche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. La ringrazio per queste informazioni, ringrazio anche il Consigliere comunale di Urbino XX, che mi ha suggerito questa interrogazione.
Ci ha dato alcune informazioni, adesso andremo a vedere questo piano integrativo e approfondiremo la situazione perché a noi risulta che molti numeri civici sono ancora sprovvisti di banda ultra larga.
Anche sul discorso del ripristino delle strade interessate dalla fibra ci sarebbe molto da dire, adesso verificheremo anche con i Comuni nei quali sono stati fatti i lavori e sono state abbandonate le strade.
Approfondiremo come Civici Marche la questione, sia per quanto riguarda il raggiungimento dei Comuni previsti e i numeri civici sia sulla criticità relativa alle strade sventrate, per il passaggio dei cavi, e non ripristinate in maniera ottimale. Grazie.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15:10.
La seduta inizia alle ore 11:20
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Dichiaro aperta la seduta n. 176 del 18 febbraio 2025. Do per letto i processi verbali delle sedute n. 174 del 4 febbraio 2025 (corretto, rispetto a quello approvato precedentemente, relativamente allo svolgimento dell’interrogazione n. 1447 a risposta immediata) e n. 175 dell’11 febbraio 2025, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento interno. Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno. Hanno chiesto congedo l’Assessore Saltamartini e la Consigliera Elezi.
Metto in votazione, come primo punto in discussione, che precede anche gli atti ispettivi, la mozione n. 546 del 14 febbraio 2025 a firma del sottoscritto e di tutti gli altri Presidenti dei gruppi consiliari, in merito a “Vertenza dei lavoratori IMR”
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Chiedo di inserire la mozione all'ordine del giorno, al primo punto. Grazie.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 546. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Ai favorevoli va aggiunto il voto del Consigliere Borroni.
Voglio salutare il gruppo di studenti della scuola primaria di Tavoleto accompagnati dall’Assessore comunale e la delegazione dei lavoratori della IMR di Jesi.
Mozione n. 546
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Mangialardi, Rossi, Marcozzi, Livi, Ruggeri, Casini, Marinelli, Marinangeli, Pasqui, Santarelli
“Vertenza dei lavoratori IMR”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 546 dei Consiglieri Latini, Mangialardi, Rossi, Marcozzi, Livi, Ruggeri, Casini, Marinelli, Marinangeli, Pasqui, Santarelli.
La mozione intende esprimere l'impegno della Giunta Regione Marche e dell'Assemblea per la vertenza IMR e recita in questo modo: “Premesso che l’IMR ha proposto un piano industriale finalizzato a rilanciare il sito di Iesi e tale piano è rimasto inattuato nonostante ne sia prossima la scadenza; premesso che la messa in discussione del piano industriale da parte dell'azienda suscita enorme preoccupazione; considerato che è necessario sostenere la mobilitazione dei lavoratore della IMR, che vedono messo a rischio il futuro del proprio posto di lavoro; impegna la Giunta regionale a proseguire: ad esercitare un ruolo attivo e adoperarsi affinché la IMR presenti un nuovo piano industriale in coerenza con gli impegni presi nel rispetto di quello già presentato, che assicuri la tutela dell'occupazione e specifiche produzioni che verranno destinate al sito di Jesi come già avvenuto 3 anni fa; a proseguire, a coinvolgere a riguardo il Ministero delle imprese del Made in Italy per superare l'attuale fase di crisi, proseguendo il percorso corso già in essere aggiornandolo la situazione in atto”. Ci sono poi degli emendamenti che saranno votati perché nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo sono stati apportati degli emendamenti, che saranno poi votati singolarmente.
Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Saluto tutti quanti, anche i lavoratori e i rappresentanti sindacali dell'azienda IMR ed il Sindaco di Jesi, che abbiamo incontrato anche prima.
E’ chiaro che avrei preferito, come ognuno di noi, evitare di giungere di nuovo ad una discussione su questa situazione, anche perché l'avevamo affrontata tutti quanti insieme e quando dico tutti quanti insieme, dico: i lavoratori, le parti sindacali, la città di Jesi, il Consiglio regionale, l’amministrazione regionale, il Ministero. L'avevamo affrontata 3 anni fa al momento dell'apertura della crisi, a suo tempo denominata Caterpillar perché questa era l'origine dell'azienda direttamente interessata. C'era stato all’epoca un percorso articolato, molto approfondito, partecipato, che aveva portato all'individuazione di una società interessata a rilevare quelle attività e quelle proprietà, la quale aveva presentato sul tavolo ministeriale, sollecitato e richiesto dalla Regione Marche e da tutti gli altri attori, un piano industriale (poi firmato) in una maniera anche abbastanza arzigogolata perché non era un piano semplice da potersi esprimere, però con la garanzia del reimpiego di tutti i lavoratori che avevano aderito a quel piano, mi pare di ricordare che fossero 92, vado un po’ a memoria, e si impegnava a riportare anche le attività lavorative ad una platea più ampia di lavoratori, cioè quella precedente, quando ancora era la cosiddetta Caterpillar, circa 200 dipendenti. Quel piano industriale era stato firmato da tutte le parti, con soddisfazione di tutti.
Sono passati 3 anni e in questo periodo l'azienda non ha portato avanti quel piano industriale, ha incontrato, immagino a livello sindacale, più volte le parti interessate, motivando (mi hanno detto dalle parti sindacali) con il fatto che c'erano stati dei grossi cambiamenti sul mercato, c'erano state delle situazioni inedite nel livello anche nazionale ed internazionale, che non avevano permesso la messa in campo di quel piano industriale, ma ne riproponevano altri diversi, anche se mai presentati ufficialmente.
Dopo 3 anni ricevo dalla parte sindacale una richiesta di incontro su questo tema, sul quale non ero più stato ufficialmente coinvolto come Assessore al lavoro e come amministrazione regionale. Due mesi fa, vado un po' a spanne, comunque poche settimane fa, ho incontrato le parti sindacali, che mi hanno reso partecipe del percorso che ho appena riassunto.
E’ grande la preoccupazione che c'è tra i dipendenti perché dopo 3 anni non solo non si è portato avanti il piano industriale inizialmente firmato e sottoscritto, ma si avvicina anche il termine della cassa integrazione, che scade a maggio. Ad oggi non c'è qualcosa che li possa rassicurare nel reimpiego e nel prosieguo dell'attività, se non incontri informali con l'azienda o presunti piani industriali che l'azienda mette sul tavolo senza però mai darne seguito, né tantomeno arrivare ad un ulteriore o nuovo accordo.
Quel giorno, prendendo atto di questa situazione e per approfondire, ho preso l'impegno di sentire l'azienda IMR, cosa che ho fatto immediatamente. Il titolare dell’IMR e gli altri dirigenti sono venuti nei nostri uffici 10 giorni fa, più o meno, e ho posto loro questa situazione con grande preoccupazione e attenzione. Loro mi hanno detto che è vero che sono in ritardo su quel piano industriale, inizialmente sottoscritto, e che lo dovranno modificare perché è cambiato il mercato, perché c’è crisi dell'auto. Per tutta una serie di situazioni hanno tentato di spostare alcune attività da Teramo a Jesi, ma c'è stata l'insurrezione a Teramo delle parti sindacali, come può essere anche facilmente immaginabile, portando il lavoro da un luogo ad un altro. Si sono arrabbiati quelli di quel luogo.
A me viene anche in mente di dire che un'azienda dovrebbe valutare se ci sono o meno le condizioni, però non è questo adesso il mio ruolo.
Mi hanno riferito di questa situazione e nello stesso momento mi hanno ribadito il pieno interessamento e l’impegno a proseguire le attività su Jesi, anche l'impegno di portare entro marzo un piano industriale non tanto su Jesi, ma su tutte le loro attività a livello nazionale, hanno diversi siti industriali in Italia.
Di conseguenza l'impegno è quello di portare entro marzo il nuovo piano industriale a confronto e in discussione con le parti sindacali, le parti interessate e di mantenere comunque l'occupazione, così come era stabilito nel piano iniziale. Queste sono le loro parole, non è qualcosa che hanno sottoscritto o presentato ufficialmente.
Io ho riconvocato le parti sindacali la settimana scorsa, ho fatto loro presente dell’incontro con l'azienda, c'è stata condivisione di intenti anche con le parti sindacali, ma la preoccupazione rimane. Mi avevano anche anticipato questo momento partecipativo a cui oggi qui assistiamo, al quale andiamo incontro con una attività condivisa che deve dare ancora maggior forza al prosieguo delle attività da mettere in campo. Mi avevano anticipato la loro presenza oggi qui, davanti e all'interno del Consiglio regionale. Io ho detto loro che facevano bene a proporre le loro preoccupazioni, a rendere tutti partecipi in modo che ci fosse una battaglia comune, come sicuramente ci sarà.
Nel frattempo informalmente ho sentito sia il Ministero del lavoro che Il Ministero del Made in Italy per due motivazioni diverse, quella del lavoro per capire se effettivamente c’è la possibilità di prolungare la cassa integrazione dopo maggio, perché è vero che ci proporranno un nuovo piano industriale entro marzo, non so cosa dirà, ma sicuramente non ci saranno le condizioni, anche se fosse il più bello del mondo, di reintegrare e riassumere tutte le persone entro maggio. La preoccupazione è anche quella di dire: scade la cassa integrazione, che facciamo? Il Ministero del lavoro dice che se ci sarà la presentazione di un piano industriale credibile e sostenibile da parte sua nulla osta, su richiesta, ovviamente, a prolungare la cassa integrazione, e questo già in parte ci rassicura.
Ho sentito, sempre informalmente, uno dei dirigenti che segue oggi le crisi aziendali al Ministero del Made in Italy - premetto che non è quello che c'era all'epoca quando trattammo questa situazione perché era un altro, che non credo sia neanche più al Ministero del Made in Italy, c'erano un altro Governo, un altro Ministro ed un altro dirigente – l’ho investito informalmente, in queste ore ho dialogato con lui, si è fatto riassumere un po' tutta questa situazione, come sto facendo in questo momento in Aula, per divenirne a conoscenza con maggiore esattezza, si è detto disponibile qualora ci fossero le condizioni, ma soprattutto le esigenze di riprendere un percorso anche a livello ministeriale. Gli ho detto che in Aula oggi ci sarebbe stata una votazione su un documento che, come credo che sia, per come è stato predisposto, anche per il prosieguo delle attività, interesserà anche il Ministero del Made in Italy. Il dirigente mi ha detto di tenerlo informato sull'evoluzione della situazione.
Fiduciosi che l'azienda porti un piano industriale entro marzo, credo che comunque vadano informati sia l'azienda sia il Ministero di quanto stamattina sta avvenendo in quest'Aula, che, come auspico, voterà all'unanimità una mozione che prende coscienza di questa situazione, stimola un confronto, un dibattito, un impegno di tutte le parti in causa, Regione in primis, insieme a livelli sindacali, che sollecita un interessamento anche del Ministero. Aggiungo che invierò questo documento, una volta approvato, anche all'azienda perché credo che nel momento che prenderà atto dell'interessamento diretto di tutti quanti noi, del Consiglio regionale e del Ministero, che verrà investito di questa cosa, sarà ancora di più propensa a divenire ad un confronto che sia il più costruttivo possibile.
Questo è quello che ho portato avanti in questi momenti, non abbiamo mai disatteso, come Giunta e come Assessore, l'attenzione. Ogni qual volta a livello sindacale c'è stata una richiesta abbiamo sempre risposto celermente, riportando tutte le istanze, come abbiamo fatto in queste ultime ore, ultimi giorni e come sarà anche nel prosieguo.
Mi fa piacere vedere che lo stesso impegno che ho messo come Assessore al lavoro e come Giunta regionale, lo hanno messo anche il Presidente Acquaroli ed il Ministero, per portare a casa un risultato che sia soddisfacente per tutti i lavoratori, soddisfacente per il territorio, per la città di Jesi, per un marchio storico come quello di Caterpillar che merita di rimanere su questo territorio, anche se sotto un nome diverso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto salutare e ringraziare a nome di tutto il gruppo consiliare del Partito Democratico i sindacati della IMR, che sono presenti oggi in Consiglio e che hanno contribuito fattivamente alla redazione di questa mozione.
La loro presenza qui non fa che confermare le preoccupazioni che noi avevamo espresso già da mesi, perché la prima interrogazione su questo tema è dell'anno scorso e oggi grazie a loro abbiamo delle risposte più chiare e più ufficiali su un tema che dovrebbe essere prioritario nell'agenda di chi governa questa Regione, perché a livello nazionale la produzione di autoveicoli si è ridotta di oltre un quarto su base annua e lo scorso è stato il terzo anno peggiore del secolo per l'attività di produzione di auto dopo il 2009 e il 2020.
L'industria automobilistica in Europa si trova ad affrontare una profonda crisi, sappiamo che anche a livello locale è necessario intervenire con progetti che possano essere di aiuto alle aziende per affrontare i forti cambiamenti in atto.
Il settore nella nostra regione si trova in una situazione di stallo con il rischio di perdere oltre 1000 posti di lavoro. Questa situazione è dovuta all'aumento dei costi delle materie prime, alla crisi globale delle catene di approvvigionamento e alla crescente concorrenza mondiale.
È’ urgente adottare delle misure di sostegno e tutela per queste realtà che danno lavoro a tantissimi marchigiani ed anche certezze di futuro alle loro famiglie.
I lavoratori sono in cassa integrazione da 3 anni, Assessore, e a maggio, quindi tra molto poco, verrà fatta un'ulteriore richiesta di proroga. Il timore, non giriamoci intorno, non è solo quello che non venga confermata la cassa integrazione a chi ovviamente si aspetta un reintegro, che non vengano aumentate le unità per circa 270 ulteriori posti in più. ma addirittura che lo stabilimento venga chiuso. E non possiamo che confermare il dispositivo a cui abbiamo lavorato tutti insieme della mozione, che esorta la Giunta regionale ad esercitare un ruolo attivo e ad adoperarsi affinché la IMR presenti un nuovo piano industriale in coerenza e nel rispetto di quello già presentato, con gli impegni presi, che assicuri la tutela dell'occupazione e specifichi le produzioni che verranno destinate al sito di Jesi, come già avvenuto 3 anni fa.
Sì chiede inoltre che venga coinvolto al riguardo il Ministero delle imprese e del Made in Italy per superare l'attuale fase di crisi, proseguendo il percorso già in essere, aggiornando una situazione in atto.
Ad oggi, lo dobbiamo dire, le risposte ricevute dalla Giunta Acquaroli sono insoddisfacenti e anche queste sue odierne, caro Assessore. non danno alcuna garanzia per il prossimo futuro.
Vi controlleremo, monitoreremo il lavoro che farete a Roma ed è necessario che la vostra filiera si attivi una volta per tutti e marci nel senso giusto. Dovete chiedere conto al Ministro di intervenire fattivamente su questa vicenda, chiedendo garanzie sul rispetto del piano industriale di Regione Marche.
Il tempo delle parole è scaduto, vogliamo che si passi ai fatti.
Il nostro voto sarà favorevole, poi ritorneremo sulle dichiarazioni.
Ringrazio ancora una volta i sindacati per essere qui oggi, che non sia uno dei tanti atti fatti giusto perché i sindacati sono qui, ma che rappresenti davvero un impegno concreto nei loro confronti, nei confronti soprattutto delle tante famiglie che sono molto preoccupate sul loro futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Saluto i dipendenti, i lavoratori IMR di Jesi e i sindacati.
Io non voglio far polemica, ma credo sia stato fatto un buon lavoro durante l'incontro che abbiamo avuto nella Capigruppo con tutti i sindacati, trovando un'intesa unanime, di buon senso, cercando di dare un senso al nostro impegno oggi qui in Aula.
Sappiamo quanto sia difficile affrontare questa crisi aziendale, tutte le crisi aziendali che la regione Marche sta affrontando con grande impegno e grande serietà, in filiera con il nostro Governo, ma ognuno di noi deve fare la propria parte per affrontarle e dare delle certezze che riguardano il loro futuro, delle loro famiglie e soprattutto la loro dignità di lavoratori.
Ringrazio la Giunta e l'Assessore Aguzzi per l’impegno profuso in tutto questo periodo.
Ci sono degli obiettivi, questa mozione si pone di: garantire la continuità produttiva del sito di Jesi, salvaguardare i livelli occupazionali, ottenere chiarimenti sul futuro industriale del sito, sollecitare un intervento del Governo per la risoluzione della crisi.
Ritengo che l'approvazione oggi della mozione da parte dell'Assemblea legislativa delle Marche possa rappresentare un importante segnale di attenzione da parte delle istituzioni nei confronti della vertenza IMR.
Tuttavia la soluzione definitiva della crisi dipenderà anche dalla volontà dell’azienda di trovare un accordo con i lavoratori e dalla capacità del Governo di mettere in campo politiche industriali efficaci.
Voglio essere fiducioso che tutti insieme, Governo, maggioranza e opposizione, possiamo trovare quella giusta intesa per dare dignità ai nostri lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno, saluto le lavoratrici, i lavoratori di IMR ed il Sindaco, che ringrazio per la presenza. Come sempre ringrazio in modo particolare le rappresentanze sindacali perché ci hanno messo a disposizione l'ordine del giorno che poi ci accingeremo a votare in quest'Aula all'unanimità, analogamente al voto che i gruppi hanno già espresso in Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Non avremmo voluto essere qui perché se i patti hanno un senso, se i percorsi hanno una loro dignità, l'accordo che era stato stabilito e che era stato oggetto di grande discussione, ma soprattutto di grande mobilitazione … Dico in questo caso al fianco emozionante dei lavoratori, fuori dalla fabbrica, con picchetti, in continuo, che era diventato un elemento di visibilità nazionale e che ha portato ad un lavoro bipartisan, che abbiamo messo in campo. In quel periodo non c'era maggioranza né opposizione, c'era il lavoro della Giunta, al quale siamo anche stati associati per difendere quello che era un simbolo, non solo economico, non solo occupazionale, ma, come ha ricordato più volte il Sindaco, un elemento che ha caratterizzato nella storia il territorio di Jesi e di tutto il suo indotto, come ha sempre rappresentato.
Eravamo arrivati con grande soddisfazione ad un rapporto sottoscritto allora, Assessore, al Mise, era un piano industriale chiaro, che doveva essere solo rispettato, chiedo, Assessore, che si riparta da lì, da quel piano industriale, quello che vedeva 200 dipendenti pronti a dare fiducia alle istituzioni e agli imprenditori. Cosa che piano piano si è sgretolata, l’ha ricordato la Consigliera Bora prima, che ha presentato interrogazioni e mozioni che mettevano in evidenza, a nome del nostro gruppo, una situazione che sembrava consumare del tempo per arrivare alla consunzione di un progetto.
Oggi i lavoratori che sono impegnati, come ci hanno raccontato le rappresentanze sindacali, sono 10 e 100 hanno quasi già deciso di non concedere quel tipo di fiducia.
Assessore, non dobbiamo essere timidi su questo, dobbiamo chiedere, come ha ricordato il Sindaco, a firma congiunta di quest’Assemblea, della Giunta e del Sindaco della città di Jesi, un incontro al Mise, che riprenda il contenuto integrale del piano industriale già depositato, Sennò diamo margine e soprattutto diamo tempo, rischiamo di arrivare alla riattivazione della cassa integrazione per altri mesi, che vuol dire scorare ulteriormente le lavoratrici ed i lavoratori, compromettere le famiglie e minare un tessuto economico e occupazionale del nostro territorio.
Dobbiamo ripartire da lì, l'Assessore si è attivato e si è preso questo impegno.
Il piano industriale era stato salutato con grande favore. E’ vero, l’ha ricordato la Consigliera Bora, che l'automotive è in grande crisi, ma il piano industriale coinvolgeva uno dei marchi più prestigiosi, che si riferisce a settori in cui quella crisi la sentono un po' meno, lo posso dire. Se il piano industriale interessa la Lamborghini, è un marchio che non riguarda i lavoratori e le lavoratrici di queste aziende, ma riguarda l'occupazione. Sembrava fino a Natale un percorso serio ed oggi improvvisamente, anche per una giusta rivendicazione di un territorio, sembra che sia compromesso.
Assessore, oggi il Ministero si deve far carico di nuovo, non tenendo conto dei 100 o dei 90 dipendenti che potrebbero rivendicare un destino diverso, ma si deve ripartire dal piano industriale depositato.
Oggi voteremo all'unanimità, staremo, come dire, a sostenere non un semplice documento, ma la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, che nella fattispecie ci hanno insegnato tanto e che noi aiuteremo in ogni caso con forza e determinazione, come abbiamo provato a fare 3 anni e mezzo fa. Sentiamoci insieme perché solo insieme, ancora una volta, potremmo riprendere quel percorso che aveva determinato un grande risultato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI, Grazie, Presidente. Sostegno a questo atto anche dal gruppo Civici Marche, mozione sostenuta anche dal sottoscritto.
Saluto e ringrazio i rappresentanti sindacali dei metalmeccanici Fiom fil Uil, con i quali ci siamo visti anche prima alla Conferenza dei Presidenti di gruppo. Tutti abbiamo apprezzato la vostra propositività.
Ringrazio tra l'altro anche l'Assessore Aguzzi e la Giunta Acquaroli perché sulla questione hanno fatto tanto ed ora dovranno ancora far tanto per far rispettare i patti e i piani aziendali.
Credo che ci sia bisogno di unità in questa fase e questa mozione incarna questa unità, più saremo uniti come Marche a livello istituzionale e sindacale, più riusciremo ad avere peso al Ministero, che per forza deve far rispettare i patti a tutela dei lavoratori e del territorio jesino. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Anche il nostro gruppo è a fianco alle associazioni sindacali e dei lavoratori. E’ una delle tante situazioni di difficoltà che abbiamo. Nel mio territorio c’è la situazione delle Cartiere che preoccupa, questa è un'altra realtà difficile che si protrae da anni e che non riesce a trovare delle soluzioni.
Da un certo punto di vista sono soddisfatto per aver apportato, nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, un rafforzamento all’ordine del giorno, in quanto mi sembrava molto scialbo e scontato, che diceva alla Giunta regionale di adoperarsi.
La Giunta regionale si sta adoperando, si sta adoperando da tempo, però io penso che sia necessario l'intervento da parte di tutti, di tutte le nostre forze politiche, delle associazioni sindacali dei lavoratori, di tutte le istituzioni, perché questa vicenda è fondamentale per il territorio marchigiano. E’ anche qualcosa che identifica Jesi nella propria realtà, un'azienda storica, che quindi va mantenuta, come vanno mantenute tutte le altre.
Da parte nostra ci sarà l'impegno, anche attraverso i nostri contatti nella filiera istituzionale, per far sì che questa situazione, che ci preoccupa, possa avere un risultato il più positivo possibile.
Sappiamo che siamo in una situazione di difficoltà a livello europeo, ci sono molti problemi nelle aziende, che operano soprattutto nel settore dell'auto, però questo non ci deve far demordere, tirare i remi in barca, ma ci deve far lottare ancora di più affinché questa situazione possa essere risolta.
Anche il nostro gruppo voterà all'unanimità questo documento, come è stato concordato prima. Vi ringrazio anche perché quel suggerimento che ho proposto è stato accolto da tutti i gruppi consiliari. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Un ringraziamento, prima dei colleghi, a tutti i lavoratori, a tutti gli esponenti di un territorio che è stato ferito nel corso degli anni.
Oggi ci troviamo a portare in Aula una mozione gestita all'interno della Conferenza dei Presidenti dei gruppi, nella quale abbiamo ascoltato prima di tutto le sigle sindacali, che lavorano con forza per sostenere … Scusi, Presidente un po' di silenzio.
PRESIDENTE. Prego di fare silenzio in Aula. Prego.
Luca SANTARELLI. Questa mozione è stata portata alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi e poi è stata iscritta d'urgenza … sto parlando a braccio.
Credo che prima di tutto quest'Aula debba qualcosa ad un territorio, come ho sottolineato poc'anzi, ferito da alcune crisi industriali, e questa è l'ennesima.
Tutta l'Aula e tutti i Capigruppo si sono stretti vicino al Sindaco Jesi, che saluto, vicino alle sigle sindacali, ma soprattutto vicino ai lavoratori. Vicinanza che non solo è dovuta, ma deve guardare al futuro e guardare con un impegno concreto. Il nostro gruppo si è sempre contraddistinto, il Gruppo Rinasci Marche - Civici e solidali, come unico gruppo civico e solidale di quest’Aula la cui azione è sempre stata a sostegno del lavoro.
Oggi noi abbiamo il lavoro. Lavoro che già dal mese di dicembre si è svolto attraverso varie interrogazioni. Ora ci troviamo a trattare la mozione n. 546 del 14 febbraio, ma precedentemente abbiamo discusso l'interrogazione n. 1413 del 24 dicembre e la mozione dell'11 dicembre 2024, perché quest'Aula aveva già preso in mano questa questione.
Oggi l'Assessore Aguzzi durante la Conferenza dei Presidenti dei gruppi ci ha tranquillizzato, se così si può dire, con alcuni impegni nei confronti del Ministero, oggi abbiamo anche il Presidente che sicuramente garantirà questi impegni.
Il nostro gruppo sarà a fianco dei lavoratori, come lo è stato oggi alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi, in cui ho visto una grande unità di tutte le forze politiche perché di fronte a queste questioni non ci sono divisioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Mi unisco al saluto ai lavoratori della IMR di Jesi, ci siamo incontrati con alcuni di loro e con le rappresentanze sindacali alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Siamo vicini alla vostra mobilitazione, lo hanno detto molto bene tutti quelli che mi hanno preceduto. Ovviamente preannuncio già il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, rispetto alla mozione unitaria, che ho sottoscritto anch’io.
Devo comunque ringraziare per il lavoro che è stato fatto la Giunta, il Presidente Acquaroli, l'Assessore Aguzzi, per tutto quello che hanno fatto per cercare una soluzione a questa problematica, questo non lo possiamo dimenticare.
Il buon senso, così come dimostrato anche nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, ci ha portato anche ad emendare la mozione presentata dal Presidente Latini. Penso che il buon senso sia alla base di questo tipo di attività politica istituzionale perché, al di là di tutto, su questi temi dobbiamo essere concreti ed allo stesso tempo non possiamo strumentalizzare politicamente una realtà così importante perché quello che state passando, come purtroppo le altre aziende, è un momento non facile e proprio per questo la politica non si deve dividere, per quel che mi riguarda. La politica non può strumentalizzare o come dire attaccare demagogicamente, il ruolo della minoranza, che, capisco, è quello di fare opposizione, però in questi casi ritengo che non ci debba essere questo steccato a dividere. Credo che sia importante rimarcare il lavoro che va fatto tutti insieme, lo dobbiamo fare con assoluta convinzione.
L'Assessore Aguzzi è stato molto chiaro, sia nella seduta della Conferenza dei Presidenti di gruppo che in Aula, ha spiegato l'iter che ci ha portati qui oggi, ci ha dato rassicurazioni su quello che sarà il prossimo impegno, che lo vedrà direttamente coinvolto, quindi per questo gli va fatto un plauso.
Non possiamo su questi temi essere divisi o strumentalizzare la discussione perché non porta niente a nessuno, ma soprattutto non porta un valore aggiunto ai lavoratori, che sono in questo momento mobilitati per raggiungere l'obiettivo. L’unità credo che sia fondamentale. Fratelli d'Italia c'è, massimo sostegno, ma soprattutto seguiremo la vicenda insieme all'Assessore e alla Giunta per fare in modo che si possa raggiungere quanto prima l'obiettivo che ci si è prefissi.
Fratelli d'Italia vota questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Un saluto ai lavoratori della IMR, ai sindacati, che abbiamo incontrato nella riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo.
Per me è già intervenuto come Forza Italia il Consigliere Bilò, è semplicemente per dire che oggi possiamo scrivere una bella pagina del Consiglio regionale perché all'unanimità andiamo a votare una mozione, che va nella direzione di difendere il lavoro, ed è questa la nostra priorità.
Sappiamo benissimo che stiamo vivendo una crisi senza precedenti, ma non è una crisi marchigiana o solo della IMR, è una crisi internazionale che ci coinvolge in prima persona. Prima il Covid e poi la guerra hanno creato un problema enorme per i nostri lavoratori. Io ero qui nel 2021 con l'Assessore Aguzzi, che si è prodigato insieme al Presidente Acquaroli, quando c'è stata la crisi della Caterpillar, hanno fatto subito una riunione con le parti sociali, i lavoratori ed i sindacati.
Il piano industriale che è stato presentato 3 anni fa dalla IMR non è stato rispettato. Abbiamo seguito la procedura dell'Assessore Aguzzi insieme al Presidente, che oggi porta a votare una mozione all'unanimità, che, cari signori lavoratori, va nella direzione di difendere il lavoro che per noi è la priorità.
Mi dispiace sentire qualcuno dalla minoranza dire che la Giunta ha fatto poco, no, la Giunta si è attivata nell'immediato con il Governo nazionale e con il Ministero e quando l'Assessore ha ascoltato i sindacati e i lavoratori ha chiamato subito il Ministero del Lavoro e del Made in Italy per avere rassicurazione sulla cassa integrazione.
Oggi noi dovremmo seguire il percorso di arrivare al Ministero, cercare di far sì che l'azienda, quindi la IMR, reintegri nel più breve tempo possibile tutti i lavoratori per avere certezze per il futuro.
Questo è il nostro obiettivo e, ripeto, oggi può essere scritta una bella pagina del Consiglio regionale.
La Giunta, colleghi Consiglieri, si è attivata nell'immediato perché per noi la priorità oggi è il lavoro, sapendo quanto sia difficile la situazione a livello non solo locale, ma anche nazionale ed internazionale.
Grazie a tutti voi, grazie alla Giunta, grazie alla minoranza, che ha sottoscritto questa mozione portata avanti dalla Giunta. Un ringraziamento ai lavoratori perché sono qui a sostenere anche il nostro lavoro, che va nella direzione di parlare con il Ministero e di avere certezze per il futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anch’io mi unisco ai ringraziamenti per la presenza dei lavoratori e dei sindacati. Ringrazio anche lei, Presidente, per avere fatto la bozza di questa mozione, che ora andiamo a discutere. Ringrazio anche l'Assessore Aguzzi che durante la Conferenza dei Presidenti dei gruppi ed anche qui in Aula ci ha spiegato con dovizia di particolari qual è stato il percorso che ha seguito per affrontare questa situazione.
Ho trovato molto interessante l’incontro avuto con i Capigruppo e ringrazio anche i colleghi per essere essersi posti in un atteggiamento di attenzione e tramite quest’attenzione siamo riusciti a migliorare, secondo me, il dispositivo, perché non dobbiamo dimenticarci, che se siamo ancora qui a distanza di anni a parlare di questo problema, è per il fatto che nonostante tutte le nostre migliori attenzioni non siamo riusciti a risolverlo.
Sono moderatamente soddisfatta dal fatto che questa mozione, sicuramente più cogente, oggi viene sottoscritta da tutti i Capigruppo e verrà anche votata all'unanimità, ma mi riterrò soddisfatta quando raggiungeremo l'obiettivo, che è un obiettivo minimo, che salvaguarda la dignità dei lavoratori del nostro territorio e di un'intera comunità, rappresentata qui molto bene dal Sindaco, che ringrazio per la presenza e per le belle parole che ha detto prima nella Conferenza dei Presidenti di gruppo.
Ho sentito tante parole che cercano di tutelare il lavoro fatto dalla Giunta, dal Ministero, ma qui non dobbiamo pensare ai nostri partiti di riferimento, ma siamo chiamati a tutelare i lavoratori e mi aspetto che a distanza di qualche mese, il prossimo momento importante sarà fine marzo, avremo delle risposte convincenti, soprattutto che siano il frutto di questa nostra proposta ed anche del tavolo istituzionale a cui siederà l’Assessore regionale della Regione Marche, che avrà una forza maggiore perché tramite questo atto avrà il sostegno di tutto il Consiglio, comprese le opposizioni, che non sono qui a strumentalizzare né a fare polemica sterile, soprattutto su temi di questo tipo. L'abbiamo dimostrato tante volte, purtroppo di queste tematiche così importanti non è la prima volta che ne parliamo, prima qualcuno ha anche ricordato che siamo inondati da crisi aziendali, purtroppo, che non riusciamo a risolvere. Ne abbiamo tante all'interno della nostra regione, che coinvolgono tanti territori, tanti lavoratori e troppe famiglie. È a loro che dobbiamo pensare in primis e fare tutto ciò che c'è possibile per essere al loro fianco perché la solidarietà ormai non basta più, servono i fatti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Voterò a favore della mozione perché questa è una grave crisi che investe la nostra regione, il mondo del lavoro e dell'impresa. Dinnanzi a queste priorità la politica certamente non si divide e noi non ci divideremo nella dimostrazione di come oggi ci apprestiamo a votare all'unanimità questo atto.
C'è di più, Assessore Aguzzi, noi siamo disponibili, personalmente come esponente dell'opposizione sono disponibile a sostenere la sua azione, la vostra azione, se serve, se può essere utile io sono pronto ad accompagnare l'Assessore Aguzzi anche a Roma dal Ministero, se può essere utile, ci mancherebbe altro, però a ciascuno il suo.
Oggi la maggioranza regionale, la Giunta regionale ha la responsabilità del governo di questa Regione e allora credo che possa - e noi siamo disponibili a sostenervi, ad aiutarvi - fare di più e pretendere di più dal Governo nazionale perché questa crisi non può essere esaminata, valutata, risolta all'interno di un contesto regionale.
L’ha detto bene la Consigliera Bora, questa è una crisi che va oltre i confini della regione Marche, è una crisi nazionale, europea, che investe il settore dell'auto, allora, noi pensiamo di poter risolvere questa crisi separandola da un contesto più globale? No, se è così pontifichiamo sulla solidarietà e non è utile, non basta per i lavoratori e per il Sindaco di Jesi, non basta per tutta la regione Marche perché non riguarda solo Jesi. Non basta la solidarietà, ma ci vogliono le azioni concrete.
Si dice giustamente in questa mozione, nelle premesse, che il piano industriale finalizzato a rilanciare il sito di Jesi è rimasto inattuato, nonostante ne sia prossima la scadenza, e noi ce ne accorgiamo oggi? Ci accorgiamo oggi che un piano industriale rimane inattuato fino alla scadenza? Non sarebbe stato necessario e non è necessario sempre accompagnare e controllare il rispetto dei piani industriali, di tutti i piani industriali, che molto spesso, ad esempio, sono accompagnati dalla cassa integrazione, da un sostegno? Quelle sono risorse pubbliche che giustamente vengono messe a disposizione e quando il pubblico paga la cassa integrazione non è soltanto il giusto e legittimo sostegno al lavoratore, è anche un aiuto ed un sostegno all'impresa, che senza la cassa integrazione sarebbe costretta a chiudere.
Noi dobbiamo pretendere e controllare il rispetto dei piani industriali e questo non so se è stato fatto, ma deve essere fatto. Si parla pure di coinvolgere il Ministero delle imprese del Made in Italy, no, non è che il Ministero deve essere coinvolto, il Ministero deve fare il suo, Presidente Acquaroli, perché questa non è una crisi che riguarda soltanto, come abbiamo detto, la regione Marche, ma i suoi effetti si producono a livello nazionale. Allora, qui ci vuole un'azione coordinata e congiunta tra il Governo regionale e il Governo nazionale nel caso di specie anche con l'amministrazione di Jesi, azione congiunta in cui il Ministero deve accompagnare la soluzione di questa crisi e l'attuazione dei piani industriali, controllarli, chiederne e pretenderne il rispetto, anche con gli strumenti legislativi, che pure tante volte qui ad esempio abbiamo evocato per quanto riguarda altre crisi.
Si può e si deve fare, non è possibile che le imprese facciano cassa, diciamo, col pubblico e poi al momento di dare non rispettano i patti. Non può essere, bisogna pretendere questo e il Ministero non può essere coinvolto, il Ministero deve essere il responsabile principale perché la Regione Marche non ce la potrà fare da sola, la Giunta regionale non ce la farà, l'Assessore Aguzzi non ce la farà da solo, nonostante il giusto voto di quest'Aula. E’ necessario che il Governo nazionale faccia la propria, questo è quello che noi dobbiamo pretendere perché questa crisi non può essere ridotta soltanto ad un contesto locale, perché è una crisi di carattere nazionale, come lo sono tutte le crisi. Noi non possiamo essere separati dal tutto, ma siamo parte del tutto e in questa direzione credo che potete fare qualcosa di più. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Saluto i dipendenti della IMR, i vari rappresentanti delle sigle sindacali e il Sindaco di Jesi. E’ evidente che ci troviamo davanti una situazione complicata dal fatto che assistiamo ad una crisi nazionale di un settore, ci troviamo di dinnanzi ad una crisi aziendale che dura da anni e ci troviamo soprattutto davanti ad un'azienda che, di fronte a una proposta fatta 3 anni fa di un piano industriale, oggi quel piano industriale non trova in nessuna forma attuazione.
Siamo molto preoccupati dei posti di lavoro, indubbio, e siamo soprattutto preoccupati per le famiglie in difficoltà.
Credo che sia chiaro che i nostri obiettivi, gli obiettivi di tutti, di questa amministrazione tutta, maggioranza e opposizione, siano quelli di mantenere i posti di lavoro, di mantenere un brand importante e prestigioso, com’è Caterpillar, e dare una prospettiva a queste famiglie.
Ma questo come lo facciamo a questo punto? Cosa dobbiamo fare? Soprattutto qual è l'atteggiamento con il quale poter raggiungere questi obiettivi, nella maniera più veloce e celere possibile? L'atteggiamento deve essere soltanto uno, quello di essere tutti insieme compatti, connessi, ognuno per le proprie responsabilità, per il proprio ruolo istituzionale: dipendenti, sigle sindacali, istituzioni, Regione Marche, Ministero, e lavorare insieme, senza nessun tipo di strumentalizzazione perché di fronte a queste difficoltà non possiamo farlo, è un lusso che non ci possiamo permettere, nessuno, e farlo con un grande senso di responsabilità, con buon senso e con determinazione. Quella determinazione che comunque questa maggioranza, e colgo l'occasione per ringraziare il Presidente Acquaroli e l'Assessore Aguzzi, ha già da tempo su questa vicenda.
Oggi dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti, quindi continuare con il percorso che abbiamo già intrapreso insieme e lo facciamo anche con questo atto che oggi ci apprestiamo a votare in maniera unanime.
I nostri obiettivi non sono solo, come ho detto in precedenza, quelli di cercare di mantenere un brand importante a Jesi e nelle Marche e mantenere i posti di lavoro, ma il nostro obbligo è dare dignità ai lavoratori e dare una prospettiva a quelle famiglie, perché lo meritano loro e lo merita il territorio. Grazie.
PRESIDETNE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Il rischio di un esercizio retorico in quest'Aula su questo tema c'è ed è concreto. Credo che la bella pagina la potremo scrivere quando i dipendenti ritorneranno all'interno della fabbrica a lavorare. Oggi è abbastanza semplice, secondo me, essere solidali con i dipendenti che sono venuti, che hanno avuto addirittura la forza di venire qua e di discutere con grande civiltà.
Quindi, sospendiamoci, la cosa positiva è la compattezza, questo è un elemento centrale.
Secondo elemento, a me pare molto importante che questa discussione venga fatta in un'Aula pubblica, dinanzi ai mezzi di comunicazione, che possono amplificare e far conoscere le difficoltà e il dramma delle famiglie. E’ certamente un elemento positivo.
Credo che occorrano precisare anche alcune questioni alla luce delle indicazioni, della rendicontazione che ci ha fatto l'Assessore.
Penso che quando esistano delle vertenze e si arrivi, come si è arrivati nel passato, a definire, in questo caso in relazione proprio alla IMR, un nuovo piano industriale, un nuovo accordo, il compito di chi ha la responsabilità politica sia quello di seguire che l’accordo venga puntellato, contrappuntato da comportamenti coerenti.
Non è una critica, è solamente un modo per dirci tra noi che non possiamo sbagliare da qui in avanti. Noi siamo con il Presidente Acquaroli, ma non possiamo dire che dopo il primo accordo eravamo convinti che tutto sarebbe andato per il verso giusto, occorre essere lì, giorno dopo giorno, per far sì che tutto venga coerentemente effettuato anche dall'azienda. E’ anche un modo per andare avanti, per impegnarci da qui rispetto a questa nuova ripartenza.
La parola pubblica non può essere retorica, la parola pubblica di chi svolge un ruolo politico è quello di concretizzarla quotidianamente, qualche volta anche con il sacrificio e il costante contatto.
Su questo, Presidente, so che lei è sensibile, lo dico anche all'Assessore, è molto importante che vi sia una continua partecipazione nei vari passaggi da parte dei lavoratori, attraverso le forze sindacali, a maggior ragione per la responsabilità che hanno saputo dimostrare.
Da oggi, il passaggio, ripeto, che non è una pagina, sarà quello di poter condividere passo dopo passo le varie questioni ben sapendo delle difficoltà.
Seguo gli indirizzi che la Capogruppo Casini ci ha puntualmente dato, cioè quello di un rispetto, di un comportamento, di uno standing sobrio, ma certo il tema del manifatturiero in questa regione, nelle aree interne, è un dramma di cui dovremmo parlare a parte, se vogliamo essere dei politici seri.
E’ vero che c'è una crisi generalizzata, ma qua c'è il dramma, non siamo in un'area urbanizzata, in un contesto adatto a trovare conversioni, dobbiamo parlarne, e ne parleremo.
Oltre a questo voglio provare a sottolineare un altro aspetto che a me sembra importante, non possiamo cullarci, da qualche parte l’ho ascoltato, sul tema Amazon, non può immaginarsi una scorciatoia per persone che hanno una vocazione al tipo di lavoro completamente diversa. Noi dobbiamo provare tutti insieme, con una disponibilità incondizionata, a far tornare le produzioni, questo è il tema centrale, e a far tornare le persone a lavorare all'interno delle loro fabbriche. Ecco perché non celebrerei un giorno così, credo che gran parte degli interventi complessivi sia …, ma concentriamoci sulla parola pubblica, sull'impegno nei loro confronti, quindi da questo punto di vista è molto positivo e ringrazio anche la Capogruppo che ha voluto firmare e che ha elaborato su questo la nostra partecipazione incondizionata.
Ripeto, evitiamo la retorica e lavoriamo insieme per arrivare ad un risultato, lì scriveremo una bella pagina della politica. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Saluto le rappresentanze sindacali, i lavoratori, il Sindaco di Jesi.
Sarò brevissimo perché praticamente è stato detto tutto, apro questo mio breve intervento con quello che ha appena detto il Consigliere Carancini, cioè che la pagina bella la scriveremo più in là, speriamo molto molto presto.
Bene l'unità di oggi, positiva, come l'abbiamo già riscontrata in altre occasioni in cui siamo stati chiamare a parlare di vertenze, chiamati ad un voto unanime, che generalmente c'è, ci mancherebbe altro.
Occorrerebbe un'analisi attenta su quanto sta accadendo sul territorio marchigiano, lo abbiamo fatto in quest'Aula ripetutamente. I dati a volte sono diversi da quelli che riportiamo noi dell'opposizione rispetto a quelli della maggioranza, però è un fatto che nel nostro territorio si sta vivendo una crisi dietro l'altra. Parlano chiaro i dati che indicano 15.000 imprese in meno negli ultimi 3 anni.
Ritornando alla vertenza di oggi, la premessa della mozione, che abbiamo sottoscritto come gruppi consiliari, la dice lunga, il piano è rimasto inattuato, nonostante si stia approssimando la scadenza, l’ha ricordato il Consigliere Cesetti prima.
Qualcosa non ha funzionato in questi 3 anni. Tre anni fa eravamo tutti insieme, accanto ai lavoratori, fuori dai cancelli della Caterpillar, è saltato qualche anello in questi 3 anni, qualche fase, un momento di controllo e di monitoraggio rispetto all'attuazione dell'accordo. Ora io faccio un auspicio e un invito, auspicio già contenuto nel dispositivo della mozione, mi auguro che quella famosa filiera istituzionale - che troppo spesso in questi anni non ha funzionato come avrebbe dovuto, troppo spesso si è attivata tardi - in questo caso si attivi davvero in modo celere, puntuale e l'invito che faccio è che il Consiglio, che oggi è tutto interessato a questa vertenza, sia coinvolto costantemente nei prossimi mesi, mancano pochi mesi alla fine della legislatura, può essere coinvolto attraverso la Commissione consiliare competente, ne facciamo parte io e i Consiglieri Bora e Minardi, adesso manca il Presidente di Commissione il Consigliere Putzu, però mi auguro che l'Assessore ci tenga informati e che possiamo tutti insieme condurre questa battaglia, facendoci partecipi degli interessi dei lavoratori, costantemente informati di quanto sta accadendo, per dare forza e per raggiungere al più presto l'obiettivo comune, che oggi ci poniamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente., Buongiorno a tutti i presenti. Ringrazio anch’io per la presenza i lavoratori e le istituzioni locali, per essere presenti anche questa mattina in maniera molto composta e seria nel tentativo di dare un contributo al tema che stiamo affrontando.
Credo che la cosa bella di questa mattina sia il fatto che si sia aperta una possibilità per riaggiornarci vicendevolmente perché l'atto che si vota oggi ha di buono proprio questo, la possibilità davanti a tutti di riaggiornarci sul punto a cui siamo arrivati perché c'è un percorso che si sta seguendo da mesi. Quindi, l'intervento più utile che ho sentito, ritenendo che siamo qui più che altro per aggiornarci a vicenda, sia quello dell'Assessore Aguzzi e tra poco quello del Presidente Acquaroli. Immagino che ci sanno dare in maniera molto diretta il polso della situazione, che noi tutti vogliamo sentire insieme a voi, del percorso che si sta seguendo, come ho detto, da mesi in questa direzione.
Noi riteniamo che c'è una forte attenzione di questa Regione e una forte collaborazione con il Governo nazionale, in questo senso si sono fatti dei passi, altri si stanno per fare, come l'Assessore ha appena detto, quindi, continuiamo su questa strada, che è l'unica possibile, perché si possono dire tante cose in questo momento, ma credo che quello che vogliamo sentire tutti noi sia l'iter, l'avanzamento di questa procedura che è in corso anche perché quella filiera funziona.
Adesso ho sentito dire nuovamente che la filiera dovrebbe funzionare di più, credo che la Regione Marche in questi ultimi anni abbia aumentato il proprio peso politico nei confronti del governo nazionale in maniera esponenziale.
Tutte le vertenze che si sono aperte in questa Regione, in questi ultimi mesi, anni sono state trattate con profonda attenzione, costante e quotidiana dal Governo nazionale. Ricordo, infatti, che ci sono tante vertenze aperte e l'impegno di questa Regione deve diramarsi su tutte e questa è una delle prioritarie.
Un lavoro enorme, che si sta facendo, perché sta accadendo questo? Vogliamo dividerci tra politici regionali, come qualcuno ho sentito dire? Preferisco la versione del Consigliere Cesetti, ovvero che ci sono dei problemi che ci sovrastano e quali sono? Sono problemi che derivano da processi globali in corso. Davanti a processi globali che pesano sul livello locale, che cosa può fare il livello locale? Dividersi e fare guerra di polli manzoniana oppure provare a camminare dritti, scansando ogni tentazione di polemica e provare a trovare soluzioni insieme? Ma è evidente che la nostra nazione è esposta a questi processi globali per una storia che è la nostra, che ha portato purtroppo l'Italia, specie negli ultimi decenni, a soffrire una situazione in ambiti i più disparati: energetico, peso politico a livello internazionale, situazione interna a livello normativo, burocrazie, fiscalità. Tutte realtà della nostra nazione che, purtroppo, sono andate profilandosi specie negli ultimi decenni ed hanno comportato il fatto che questa nazione prestasse il fianco a questi processi globali.
Noi riteniamo che il governo nazionale stia raddrizzando la situazione e stia provando a creare all'interno della nostra nazione degli anticorpi capaci di sostenere il peso dei processi globali che sono in corso e che noi poi percepiamo a livello locale, nelle vite delle persone, nella carne viva delle nostre famiglie.
Noi sosteniamo che davanti a questi processi globali la classe politica deve camminare in maniera unitaria per prendere quelle decisioni che sul lungo periodo possono fare la differenza. Questo sul piano nazionale e globale, poi è evidente che inevitabilmente c'è anche una dimensione locale e la Regione Marche fa bene a creare una struttura normativa più solida, fa bene a far funzionare i meccanismi amministrativi in maniera più efficace, perché è un territorio che ha sofferto in maniera evidente, nel momento in cui i dati ci dicono che è una regione che dal 2018 è andata in transizione. Quindi una difficoltà di questo territorio è avvenuta anche a livello infrastrutturale, dove forse si potevano prendere delle scelte, è avvenuta nel momento in cui c'erano da utilizzare dei fondi europei che andavano usati.
Adesso non voglio additare niente e nessuno, però è evidente che anche il livello locale dobbiamo considerarlo. Ho detto prima del livello globale, il livello locale deve saper prendere delle scelte. Vedo che finalmente nell'ambito dell'utilizzo dei fondi europei la Regione Marche torna a salire prima tra le classifiche, vedo che a livello infrastrutturale c'è un grande percorso di sviluppo, vedo che a livello normativo si stanno prendendo delle scelte interessanti a livello di credito, di accesso al credito delle aziende, a livello di attrazione di investimenti, a livello della creazione di start-up. Questo per dire che la Regione Marche fa bene, e spesso l'abbiamo fatta anche in maniera unanime in questi anni, non sto dicendo che tutto il merito è nostro, a creare una struttura interna capace di resistere a quei processi globali, che però, come ho detto prima, vanno affrontati anche su scala nazionale, in maniera unitaria tra le forze politiche.
Questo giusto per aggiungere qualcosa in più, ma, ripeto, la cosa più bella e interessante che ho sentito è quella che ha detto l'Assessore Aguzzi e dirà adesso Presidente Acquaroli e cioè lo stato di avanzamento, che è quello che più ci interessa Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano Aguzzi. Grazie, Presidente. Prendo atto con piacere di un’unanimità di intenti e non poteva essere diversamente su un tema così importante e delicato.
Ci tengo solo a fare due precisazioni, gli interventi sono stati tutti positivi e propositivi, però c’è un piccolo tentativo di voler mettere l'attuale Giunta regionale di fronte ad una situazione dicendo che c'è una filiera istituzionale, un Governo della stessa area, “voi siete di una certa area e dovete essere voi a portare a casa i risultati, se non lo fate, vuol dire che non ne siete capaci”. Intanto voglio dire una cosa, l'impegno di quest’amministrazione regionale c'è stato su ogni tema che ha toccato questo tipo di situazioni, sempre. Voglio ricordare Elica, all'epoca è stata chiusa nel miglior modo possibile, salvaguardando i posti di lavoro e la permanenza nei nostri territori di quell'impresa; voglio ricordare recentissimamente la Fedrigoni, per la quale abbiamo evitato i licenziamenti, grazie proprio alla filiera istituzionale con il governo nazionale; l'interessamento di queste ore, di questo periodo su Beko. se non sbaglio proprio oggi il Ministro è in Turchia per incontrare i vertici internazionali di Beko e fare in modo che il prossimo incontro di lunedì sia il più proficuo possibile.
Non è un fatto di filiera, non filiera, c'è la volontà di operare per il bene del territorio e su questo voglio ricordare una cosa, che non è un particolare. 3 anni fa la trattativa su Caterpillar a livello nazionale, al Ministero, c’era un altro Governo, c’era un altro Ministro, c’è stata grazie all'interessamento del Presidente Acquaroli e nostro, perché i lavoratori della Caterpillar erano in numero “insufficiente” per poter diventare un caso seguito dal Ministero nazionale, perché ci sono delle specificità, ci sono alcune attività superiori a tot dipendenti che vanno in automatismo al Ministero, mentre ci sono altre attività che devono essere gestite dai livelli regionali.
La famosa filiera, che ogni tanto tirate fuori a mo’ di critica, ha funzionato perché per la Caterpillar, poi IMR, è stato trattato e chiuso un accordo a livello nazionale, grazie a questa filiera.
Poi la Giunta regionale, qui ci sono molti sindacalisti e mi fa piacere che ascoltino questa cosa, non fa il sindacato, una volta chiuso l'accordo e firmato, ci sono le parti sindacali che portano avanti con l'azienda le trattative e quando quella parte sindacale dopo un certo periodo è venuta dall'Assessore a dire che la trattativa non stava andando a buon fine ci ho messo tre giorni a convocarla, poi ci ho messo una settimana a convocare l'azienda ed altri tre giorni a riconvocare il sindacato. Non è che non c'è stata la nostra attenzione e l'utilità della nostra filiera, la filiera sta funzionando grazie anche alle capacità del Presidente Acquaroli di farsi sentire nei livelli nazionali, sia nel Governo precedente sia in questo, e va ringraziato per questo, perché non si è mai sottratto minimamente a queste situazioni di particolare delicatezza. E’ certo che è suo dovere, ma anche sua capacità a riuscire, c'è riuscito e sono convinto che ci riuscirà ancora anche se il numero dei dipendenti non la farebbe rientrare in una situazione nazionale.
Voglio sperare che grazie all'ausilio di tutti quanti noi oggi, grazie al documento che voteremo all'unanimità, grazie a questo richiamo, potremmo ancora avere l’attenzione del Governo nazionale, così come è stato attento in molte altre situazioni.
Vi ringrazio tutti, vi chiedo solo una cosa, ma non la prendete come una provocazione, non facciamo le campagne elettorali sulla pelle di quelle persone lassù, che stanno aspettando di poter tornare al lavoro perché dopo 3 anni di cassa integrazione hanno gli stipendi bassi e l'incertezza del futuro e si meritano una grande attenzione, non una critica l’un l'altro a secondo delle appartenenze. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Volevo dire che la dichiarazione di voto la farà la Consigliera Bora, anche perché aveva predisposto un'interrogazione che non abbiamo discusso oggi. Grazie.
PRESIDENTE. Infatti, l’interrogazione, l'interpellanza della consigliera Bora e del gruppo PD e la mozione del sottoscritto andranno al primo punto del prossimo Consiglio regionale, perché riguardano l'intero settore dell'automotive, sempre inerente anche alla questione IMR , che invece ha un’urgenza e necessità di una posizione chiara da parte del Consiglio e della Giunta.
Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Un saluto va a tutte le sigle sindacali, ai lavoratori presenti, al Sindaco di Jesi, all'Assessore Aguzzi e a tutti gli intervenuti nell'Assemblea di oggi per parlare della crisi IMR.
La storia è recente, 3 anni fa Caterpillar aveva mostrato gravi problemi di continuità sullo stabilimento di Jesi e la crisi che sembrava irreversibile si è risolta con un impegno della IMR, con un piano industriale che doveva dare dei risvolti, se volete anche migliorativi rispetto all’immediata prospettiva con Caterpillar.
Un settore, quello dell'automotive, non c'è bisogno che lo dica, è stato già ampiamente detto, che è caduto in una crisi profondissima. Questo non serve a giustificare niente e nessuno, serve a contestualizzare il clima su cui operiamo, nel quale operano le imprese e anche il contesto su cui viviamo, un’epoca difficile.
Certamente l'impegno e l’attenzione, come ha detto bene l’Assessore Aguzzi poc’anzi, saranno portati ai massimi livelli, cercheremo di comprendere come e quando ricostruire una concertazione con il Ministero perché questo accordo era stato siglato a Roma, nella sede del Ministero, quindi credo che sia giusto e opportuno riprendere da quel livello. Questo non esclude che nel frattempo, che si riesce ad organizzare quella riunione, noi possiamo intanto riaprire un tavolo regionale.
Ha ragione anche l'Assessore Aguzzi quando dice che per questa dimensione di crisi il livello istituzionale è regionale. All'epoca il Ministro prese in carico il tavolo regionale, lo portò su un tavolo nazionale, anche per l'impatto importante della storia di Caterpillar, dell'impossibilità di ricollocare le maestranze, la mano d'opera, e per cercare di tutelare un’eccellenza produttiva del nostro territorio, della Vallesina, della provincia di Ancona e regionale.
Questo è l'impegno che abbiamo preso 3 anni fa, è l'impegno che porteremo avanti in questa fase.
Noi vogliamo tutelare l'occupazione, non solo l'occupazione, anche garantire che ci siano investimenti per la continuità dello stabilimento. IMR si era presentata con tanti buoni auspici, aveva fatto azioni importanti, rilevando quello stabilimento in un momento così complesso, ora dobbiamo comprendere cosa ha impedito a IMR di mantenere fede al piano industriale e cercare di capire i reali intendimenti, i tempi e le certezze, che devono essere messe tutte sul tavolo regionale.
E’ I’impegno della Giunta, dell'Assessore. Ci fa piacere che ci sia ampia condivisione rispetto a questi obiettivi perché tutelare il lavoro non è di destra né di sinistra, non è un obiettivo di una parte, ma l'obiettivo delle istituzioni, tutte.
Mi permetto di dire che ho ascoltato anche aspetti che potrebbero essere importanti discutere in questa fase della legislatura, rispetto ad Amazon che non deve sostituire il lavoro esistente, ma deve aprire un'altra grande opportunità, che non deve essere messa in competizione con le realtà esistenti, ma che candida la nostra regione ad una importante piattaforma logistica. Sappiamo che la logistica è un settore molto rilevante nei termini di competitività dei territori ed io auspico e spero che questo investimento possa portare un plus valore, un valore aggiunto, in termini occupazionali, ma anche in termini di prospettiva futura.
Poi sarebbe anche molto interessante comprendere le crisi, che non sono della nostra Regione - l'ho detto ieri in una conferenza stampa e non vorrei ripeterlo davanti ai dipendenti perché non è pertinente – ma sono purtroppo di un contesto molto più ampio.
Vorrei studiare in quest’Aula anche i numeri delle chiusure e delle aperture delle nostre imprese manifatturiere, per risolvere e superare - perché la matematica è una scienza esatta - in via definitiva quelli che sono i numeri, che sono girati nelle scorse settimane e nei scorsi. Questo non per fare polemica, ma per indicarci bene la situazione attuale e comprendere anche le esigenze del nostro territorio.
Resta fermo il nostro impegno, l'Assessore Aguzzi penso che si impegnerà nelle prossime ore a convocare subito un tavolo regionale per fare un punto della situazione con i sindacati e cercare di comprendere l'azione da intraprendere. Nel frattempo so che ha preso già contatti con il Ministero e chiederà la riconvocazione del tavolo nazionale a Roma per riprendere il filo di questo piano industriale e conferire le giuste risposte ai lavoratori e a tutto il territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 546/1 a firma dei Consiglieri Latini, Mangialardi, Rossi, Marcozzi, Santarelli, Livi, Ruggeri, Casini, Marinelli, Marinangeli, Pasqui, Santarelli: “A proseguire: 1) a esercitare un ruolo attivo e ad adoperarsi affinché la IMR presenti un nuovo piano industriale in coerenza e nel rispetto di quello già presentato e con gli impegni presi, che assicuri la tutela dell'occupazione e specifichi le produzioni che verranno destinate al sito di Jesi, come già avvenuto 3 anni fa; 2) a coinvolgere al riguardo il Ministero delle Imprese e del made in Italy per superare l'attuale fase di crisi, proseguendo il percorso già in essere ed aggiornando la situazione in atto”.
L’emendamento è stato già discusso, se vogliamo tornarci sopra …, altrimenti facciamo solo le dichiarazioni di voto, di cui credo che non ci sia bisogno perché l'intera mozione è stata ampiamente discussa, anche con questa parte, che è stata trattata nell'ambito della Conferenza dei Presidenti di gruppo con i delegati sindacali presenti.
Emendamento 546/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva all’unanimità)
PRESIDENTE. Adesso mettiamo in votazione l'intera mozione, che è sostanzialmente la stessa dell'emendamento, tranne che per la parte della premessa, che vi recito: “Premesso che: la IMR ha proposto un piano industriale finalizzato a rilanciare il sito di Jesi e tale piano è rimasto inattuato, nonostante ne sia prossima la scadenza; la messa in discussione del piano industriale da parte dell'azienda suscita enorme preoccupazione; considerato che è necessario sostenere la mobilitazione dei lavoratori della IMR, che vedono messo a rischio il futuro del proprio posto di lavoro; impegna …”, il dispositivo è l'emendamento completo come abbiamo appena votato.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ringrazio la mia Capogruppo per avermi dato la possibilità di intervenire di nuovo. Ringrazio e saluto anche il Sindaco di Jesi, che prima non ho visto, anzi approfitto per dirgli che sono solidale con il territorio di Jesi al quale sono molto legata.
Il voto del gruppo consiliare del Partito Democratico non può che essere favorevole perché la mozione depositata l'altro ieri dal Presidente Latini è perfettamente sovrapponibile all'atto ispettivo presentato dal nostro gruppo lo scorso dicembre, proprio per questo non può che essere condivisibile, anzi, se non fosse stato per la presenza dei sindacati qui oggi avremmo probabilmente dovuto aspettare molto prima di avere e di darvi delle risposte su questo tema.
Mi dispiace che non ci sia l’Assessore Aguzzi, ma l'unico che ha speculato su questa vicenda è stato proprio lui, capisco l'imbarazzo di trovarsi un atto presentato dalla sua maggioranza, ma rispedisco al mittente tutte le critiche perché non è polemica, ma è politica e questa unanimità di intenti dell'Assemblea legislativa, cari colleghi, è la migliore prova che il lavoro svolto finora dalla Giunta Acquaroli non è stato sufficiente, nonostante il rapporto diretto e privilegiato che lega il Presidente Acquaroli con il Ministro, nonché con la Presidente del Consiglio Meloni.
Non c'è più il Presidente Acquaroli, però avrei voluto dirgli che non è vero che la vertenza non è di competenza ministeriale perché il piano industriale è per 200 persone, come peraltro ha ricordato bene anche l'Assessore Aguzzi, anche per il dato oggettivo che caratterizza la vertenza stessa, parliamo di una crisi che non può che essere affrontata a livello quantomeno nazionale.
Sono 3 anni, lo ribadiamo, che i lavoratori e le lavoratrici aspettano garanzie e risposte sul loro futuro, risposte che non sono arrivate e per questo convintamente voteremo a favore della mozione, che riprende e sostiene l'iniziativa dei sindacati, senza i quali oggi non avreste avuto l'input per affrontare il tema in Aula. Lo dimostra il fatto che tanti altri atti presentati sullo stesso tema dal nostro gruppo sono ancora in attesa di una calendarizzazione, ha detto prima il Presidente Latini che verranno affrontati la settimana prossima, ma se non fosse stata per questa sollecitazione avremmo certamente aspettato di più.
Continueremo a monitorare questa vicenda, continueremo soprattutto a rimanere in contatto con la Fiom e con tutte le altre sigle sindacali dei lavoratori per assicurarci che tutti gli impegni presi dalla Giunta oggi qui vengano onorati. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 546, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva all’unanimità)
PRESIDENTE. Per quanto riguarda le interrogazioni a risposta immediata, come sapete, l’Assessore Saltamartini è assente giustificato, mentre per l'interrogazione n. 1346 non è presente in Aula l’Assessore Baldelli. Consiglieri Ausili e Battistoni, rinviamo alla prossima volta l’interrogazione sulla strada statale 76 Genga? Va bene.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Immagino, ad esempio, che la mia interrogazione verrà rinviata, quella sullo psicologo di base.
Colgo l'occasione, lei me lo consentirà un attimo … Giustamente vengono rinviate le interrogazioni perché non c'è l'Assessore Saltamartini, credo che nessuno sia più giustificato di lui quando è assente per gli impegni che ha, ma gli impegni dell’Assessore Saltamartini saranno ancora di più da qui alla scadenza della legislatura e siccome ci sono atti (interrogazioni e mozioni) che giacciono ormai da tempo, e noi sappiamo quanto un'interrogazione, non soltanto urgente, sia necessario discuterla abbastanza subito, mi chiedo e chiedo al Presidente Latini, perché possa intervenire in quanto attiene all'ordine dei lavori: ma il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta, che è stato nominato sulla base di una legge regionale, che ci sta a fare se tra le sue competenze prioritarie c’è quella di coadiuvare il Presidente ed anche gli Assessori? Il Sottosegretario di solito è quello che potrebbe, dovrebbe rispondere per conto del ... No, e avete voluto voi, mi ricorda il Consigliere Carancini, ma lo ricordo bene, che potesse parlare in Aula per conto della Giunta e questa è, Presidente Latini, una delle funzioni principali per cui abbiamo modificato lo Statuto, approvato la legge e nominato il Sottosegretario. Io non l'ho mai visto in Aula, quando la funzione principale del Sottosegretario alla Presidenza, mutuando le altre Regioni ed Governo nazionale, è quella di rappresentare il Presidente della Giunta in Aula. Sarebbe tra l'altro una sorta di “componente della Giunta”, siccome non vota, nei rapporti con l'Assemblea.
Presidente Latini, le chiedo, visto che questa figura è stata istituita con legge statutaria, con legge di questo Consiglio regionale, di dare attuazione a questa norma, altrimenti non so se dobbiamo andare sulla trasmissione di “Chi l'ha visto” per il Sottosegretario. Grazie.
PRESIDENTE. Due notizie, la prima riguarda l'Assessore Saltamartini, che è a casa ammalato per influenza stagionale, sì, ho sentito che ha fatto un commento positivo per l'Assessore,
L’altra è che mi farò parte diligente per vedere la richiesta che lei ha avanzato.
Non c'è in Aula l'Assessore Antonini, ma è stato chiamato.
Proposta di atto amministrativo n. 74
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica del Programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2024/2025/2026 ed elenco annuale 2024”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 74 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Oggi portiamo in approvazione la modifica del programma triennale delle opere pubbliche 2024/2026, ricordando innanzitutto che con la deliberazione del 6 maggio 2024 la Giunta regionale ha adottato il programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativo al triennio 2024/2026, approvato poi dall'Assemblea legislativa con la deliberazione n. 75 del 14 ottobre 2024.
Successivamente a tale approvazione è stato dato avvio alla procedura di aggiornamento infrannuale del programma dei lavori pubblici 2024/2026, annuale 2024, e sono pervenute al Dipartimento alcune istanze di modifica del programma, delle quali ne indichiamo alcune: i lavori di sistemazione idraulica del Torrente Ete Vivo nel tratto della Foce La Sorgente, lavori sul palazzo del Mutilato di Ancona, intervento di sistemazione idraulica generale del Fosso Narducci dall'attraversamento ferroviario fino alla confluenza con il fiume Chienti e altri interventi.
Confrontando gli importi degli strumenti di programmazione dell'annualità precedente, emerge un costante e significativo trend di incremento del numero di interventi e di conseguenza dell'importo complessivo dei programmi. L’iniziale previsione di spesa per il triennio 2024/2026 era di 411.885.867,86, mentre a seguito di questa richiesta di modifica il nuovo importo è di 413.089.650,27.
Si predispone la modifica del programma triennale dei lavori pubblici 2024/2026 e del relativo elenco annuale 2024, attraverso poi la compilazione degli schemi tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici e del relativo elenco annuale, che comprendono diverse schede tra le quali, lo ripetiamo ogni anno proprio per l'indicazione e per la fase istruttoria, il quadro delle risorse necessarie alla realizzazione dei lavori previsti dal programma, articolate per annualità e fonte di finanziamento, l'elenco delle opere pubbliche incompiute, l'elenco degli immobili disponibili, che possono essere oggetto di cessione, ivi compresi che si sono resi disponibili per insussistenza di interesse pubblico al completamento di un'opera pubblica incompiuta, l'elenco dei lavori del programma con indicazione degli elementi essenziali per la loro individuazione, oltre ai lavori che compongono l'elenco annuale con indicazione degli elementi essenziali per la loro individuazione.
Alla luce di quanto esposto si rende necessario presentare a questo Consiglio la proposta di deliberazione, concernente: “Modifica di programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2024/2026 e l'elenco annuale per l'anno 2024”. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Detta così sembra no ... Voglio ricordare alcune cose, come ha detto prima il Consigliere Assenti, il programma annuale 2024 è stato approvato il 14 ottobre 2024, ad inizio anno possiamo dire come dovrebbe essere e ci aspettavamo di vedere il 2025, invece vediamo ancora il 2024.
Ci sono otto opere che sono state introdotte, di cui tre piacciono poco al Partito Democratico, perché sono tre somme urgenze.
La somma urgenza, come sapete, dovrebbe essere collegata ad un evento catastrofico, l'articolo 140 del codice degli appalti prevede che ci siano delle fattispecie ben particolari, allora penso ai lavori di somma urgenza e alla messa in sicurezza e manutenzione straordinaria, che sono, come dire, due cose completamente diverse perché è una somma urgenza o una manutenzione straordinaria l'attraversamento sul torrente Arzilla denominato Ponte Mimmo in Comune di Fano. A me non risulta che ci siano stati eventi eccezionali negli ultimi mesi, che abbiano potuto determinare uno smottamento o la necessità di attivarsi in somma urgenza.
Come funziona la somma urgenza? C'è un evento straordinario, imprevedibile, imprevisto e viene redatto un certificato di somma urgenza, si va sul luogo e si dice “Visto che c'è stata una pioggia torrenziale e che una parte del Ponte Mimmo è in condizioni di pericolosità dal punto di vista della salute e della tutela della salute pubblica, facciamo delle opere di somma urgenza”, che significa che bisogna farle immediatamente ed anche i tempi sono stringenti. Invece qui no, diciamo messa in sicurezza e manutenzione straordinaria, però con lavori di somma urgenza.
Ora i lavori di somma urgenza vengono dati, intuitu personae, senza fare gare d'appalto. Questa è una cosa, per carità, io sarò maligna, che voglio sottolineare all'Aula, lavori di somma urgenza per il ripristino del corpo stradale a seguito di movimenti franosi al km 2+00 e al km 0+300 della 361 in località San Biagio in Comune di Osimo; Baraccola, in Comune di Ancona, lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza ed interventi di manutenzione straordinaria, qui c'è un ossimoro, sulla statale 16 al km 1.100 situata in Comune di Ancona, qui 330 mila euro, mentre per prima, per San Biagio, 500 mila euro, che è, guarda caso, il limite massimo al quale si può arrivare con la somma urgenza.
Siamo sicuri che i lavori su queste strade siano stati fatti a regola d'arte prima o, che ne so, siano stati chiusi dei tombini e quindi non c’è una corretta gestione e regimazione delle acque? Siamo sicuri che in località San Biagio non ci sia qualche torrente intubato, che per caso possa determinare un non regolare deflusso delle acque, e che non si tratti di somma urgenza? A me non risulta, mi piacerebbe che invece risultasse ...
Consigliere Assenti, mi dispiace, ma queste cose le ho sapute dopo. Siamo sicuri che ci sia stata questa emergenza a Ponte Mimmo in Comune di Fano? A me non risulta che ci siano stati eventi eccezionali, nessuno ce li ha denunciati, quindi forse sarebbe opportuno che prima di portare le variazioni al programma annuale e triennale delle opere pubbliche qualcuno controlli le somme urgenze. Le stesse somme urgenze che per parola del Presidente Acquaroli abbiamo scoperto che ammontano, per esempio, sul fiume Misa a milioni di metri cubi, io queste cose magari le controllerei.
Per questo il Partito Democratico, che ha dei dubbi in merito all'utilizzo delle somme urgenze, voterà contro questa proposta di modifica del Piano triennale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Per esprimere il parere favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, così come delegato dal Capogruppo Consigliere Livi. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 74. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva )
Favorevole anche il voto del Consigliere Borroni.
Proposta di deliberazione n. 18
ad iniziativa dei Consiglieri Pasqui, Marcozzi, Elezi, Bilò, Dallasta, Marinelli, Ruggeri
“Proposta di legge alle Camere concernente: ‘Rinnovo della presentazione della proposta di legge statale trasmessa al Parlamento nazionale, ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, nel corso della XVIII legislatura’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 18 dei Consiglieri Pasqui, Marcozzi, Elezi, Bilò, Dallasta, Marinelli, Ruggeri.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Pasqui.
Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Siamo a rinnovare la presentazione della proposta di legge statale che è stata trasmessa al Parlamento nel corso della XVIII^ legislatura.
La proposta fu approvata il 20 aprile 2021, mi riferisco alla deliberazione n. 10, poi fu trasmessa alle Camere il 30 aprile 2021 ed assegnata alla Commissione giustizia.
Il 12 ottobre 2022 la XVIII^ legislatura è volta a conclusione e di conseguenza è stata dichiarata decaduta, per cui oggi andiamo a proporre questa proposta di legge che sostanzialmente ripercorre quanto già stato fatto dalla deliberazione n. 10, che abbiamo approvato il 20 aprile 2021.
Ci riferiamo alla riforma giudiziaria, in particolare alla soppressione dei Tribunali e delle Procure della Repubblica. Dobbiamo dire che nelle Marche fu soppresso, come ricorderemo tutti, il Tribunale di Camerino con relativa Procura.
La cosa che va subito sottolineata è che proprio l'articolo 3 di questa proposta dice a chiare note che non ci sono spese a carico del bilancio dello Stato e, per quanto riguarda, e qui passo all'articolo 1, le spese di gestione e manutenzione degli immobili e anche la retribuzione del personale di custodia e vigilanza spetteranno alle Regioni, salvo anche un intervento da parte degli enti locali, con un'intesa con la stessa Regione, per intervenire sulle spese, mentre le spese relative alla retribuzione dei magistrali e del personale amministrativo e anche della polizia giudiziaria resteranno a carico dello Stato.
Questo atto è estremamente importante perché le motivazioni che spinsero alla riforma giudiziaria, che portarono alla soppressione, furono il risparmio economico ed il miglior funzionamento della macchina giudiziaria. Sembra proprio, forse toglierei il condizionale, che sia il risparmio economico che il miglioramento di tutto l'iter giudiziario, facendo dei Tribunali, in questo caso provinciali, andando a sopprimere gli altri, non ci siano stati. Oltretutto in questo caso andiamo anche a recare un ulteriore spopolamento istituzionale di servizi importanti, che devono essere garantiti, come quello della giustizia, in zone che hanno avuto delle problematiche significative. Oltre a voler sottolineare l'importanza, nel caso di specie, riferendomi a Camerino, che quando è avvenuto questo e anche oggi c'è un'università di giurisprudenza estremamente importante ed allora c'era anche un carcere circondariale, anche questo importante per il discorso che si lega alle carceri.
Nel 2016 il terremoto, quindi anche un ulteriore spopolamento e un servizio importante tolto da quelle zone.
Sottolineo pure che questa non è una cosa che riguarda soltanto la Regione Marche, perché ci sono altre Regioni che sono intervenute in merito alla stessa maniera, che quindi trovano un punto focale, come ho detto poc'anzi, nel risparmio economico delle spese e nella migliore organizzazione, che è un fattore comune a tutti. Ormai è sotto gli occhi di quanti guardano con attenzione a queste problematiche che non c'è affatto stato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. La proposta di deliberazione n. 18 presentata il 14 dicembre 2023 concernente: “Rinnovo della presentazione della proposta di legge statale trasmessa al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione” è la ripresentazione alla Camera dei Deputati della proposta di legge relativa alle modifiche al decreto legislativo riguardante la nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge del 2011, insieme alla relazione illustrativa e alla relazione tecnico-finanziaria di accompagnamento.
Il motivo di questa ripresentazione sta nella conclusione anticipata della legislatura scorsa, con la conseguente e mancata discussione e approvazione della deliberazione da parte del Parlamento nazionale.
Il decreto legislativo 7 settembre 2012 n. 155, che riguarda la le circoscrizioni giudiziarie italiane, ha previsto una totale riorganizzazione, in particolare la riforma del 2012 ha avuto come conseguenza fondamentale la soppressione di sedi di Tribunali e delle relative Procure della Repubblica, nell'ottica del contenimento della spesa pubblica, della stabilizzazione finanziaria e di una migliore organizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari.
Si ricorda che già dal momento della sua entrata in vigore e poi con le prime avvisaglie dei suoi effetti, la riforma non era apparsa indolore. poiché era palese che sguarnendo i territori di questi importanti presidi di giustizia e del relativo apparato amministrativo si andava ad impoverire tutto un contesto sociale economico e civile, isolando ancora di più i cittadini delle zone più periferiche, con speciale riguardo alle aree interne che già soffrono da tempo lo spopolamento conseguente alle difficoltà legate alla crisi economica.
Nelle Marche fu soppresso il Tribunale circondariale di Camerino, con la relativa Procura della Repubblica, senza tener conto della presenza di un’antica università con facoltà di giurisprudenza e di un carcere circondariale.
Nel 2013 alcune Regioni (promotore era stato l’Abruzzo, a cui poi si sono aggiunte: Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Campania, Liguria Basilicata e Calabria), per la prima volta nella storia, avevano promosso un referendum abrogativo che chiedeva la soppressione delle disposizioni di cui alla legge n. 148 del 14 settembre 2011 e dei decreti legislativi 155 e 156 del 2012.
L'iniziativa referendaria partiva dalla constatazione che la riforma fosse controproducente, in quanto la sua applicazione avrebbe introdotto più disservizi e disuguaglianze per i cittadini, che non effettivi risparmi per lo Stato.
Successivamente la Corte costituzionale, con una sentenza del 2014, dichiarò inammissibile la richiesta di referendum in quanto “in caso di abrogazione per via referendaria della norma di delega e dei due decreti legislativi, i quali prevedono, rispettivamente, la riorganizzazione degli uffici della magistratura ordinaria e degli uffici dei Giudici di Pace, si determinerebbe un vuoto normativo, non colmabile in via interpretativa, che provocherebbe la paralisi dell’indefettibile funzione giurisdizionale”. Si legge inoltre nella medesima sentenza che “si tratta di un insieme di norme - quelle oggetto del referendum abrogativo - estremamente articolato che non si presta ad essere modificato in via referendaria, quanto piuttosto, eventualmente, con successivi interventi legislativi per loro natura più flessibili e modulabili”.
Alcune Regioni rinnovarono l'impegno teso alla revisione dei suindicati decreti: sempre nel 2014 i Consigli regionali di Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Regione Sicilia presentarono tre distinti quesiti riguardanti alcune disposizioni dei decreti legislativi n. 155 del 2012 e n. 14 del 2014, intervenuto innovando il decreto legislativo n. 155.
Anche in questo caso, la Corte, con una sentenza del 2015, dichiarò inammissibili le richieste del referendum popolare, in virtù della “inidoneità dello strumento referendario a raggiungere il fine, insito nei relativi quesiti, di far rivivere in tutto o in parte le disposizioni che prevedevano gli uffici giudiziari soppressi, nonché quelle che stabilivano i circondari dei Tribunali aboliti”.
Com’è evidente quindi, seppur di fronte alle argomentazioni della Corte costituzionale, che sancirono l'impraticabilità della via referendaria per annullare il nuovo assetto degli uffici giudiziari impresso dalla riforma del Governo Monti, si ricava nettamente che le Regioni hanno assunto da subito il ruolo di rappresentare al massimo livello e con gli strumenti che la Costituzione riconosce loro, i dubbi, le perplessità e le proteste generate dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
Anche sulla scorta di queste considerazioni, tenendo conto che la concentrazione del servizio giustizia solo presso i Tribunali della città capoluogo di Provincia, eliminando i Tribunali delle zone interne, ha reso estremamente gravoso l'accesso alla giustizia anche a causa delle estensioni territoriali dei circondari giudiziari, nonché delle difficili condizioni orografiche, logistiche, infrastrutturali, senza tra l'altro produrre né una minor spesa né l'accelerazione dei procedimenti giudiziari e nemmeno una miglior resa qualitativa o quantitativa della macchina giudiziaria.
Con la presente proposta di legge alle Camere si vuole innovare il sistema delineato dal decreto legislativo n. 155 del 2012, attribuendo un ruolo attivo e propositivo alle Regioni stesse.
Nel caso del circondario di Camerino si sono aggiunte, oltre all'impoverimento della facoltà di giurisprudenza, anche le difficoltà causate dal terremoto del 2016 per cui il ripristino del servizio giustizia nell'entroterra ricreerebbe pure economia e posti di lavoro.
In particolare, con l'articolo 1, che introduce l'articolo 8 bis, si prevede che le Regioni interessate possano richiedere al Ministero della Giustizia che, sulla base di apposite convenzioni, sia stabilito il ripristino della funzione giudiziaria nelle rispettive sedi, dei Tribunali circondariali e delle Procure della Repubblica soppressi dall'articolo 1 dello stesso decreto legislativo 155 del 2012. Al fine di non disallinearsi dal fine del contenimento della spesa pubblica perseguito dalla riforma, le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture sono integralmente a carico del bilancio della Regione richiedente. Rimangono invece a carico dello Stato le spese relative alla retribuzione dei magistrati, del personale amministrativo e della polizia giudiziaria.
Si ritiene che la tipologia di convenzioni stipulabili ai sensi dell'intervento proposto si pone come superamento della possibilità di stipulare apposite convenzioni tra il Ministero della Giustizia e le Regioni e le Province autonome, al fine di utilizzare, per il tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi per l'esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi, sempre con le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio a carico del bilancio della Regione, prevista in via sperimentale dal disposto di cui al comma 4 bis dell'articolo 8, il quale va pertanto abrogato.
Infine, l'articolo 8 bis prevede che in seguito al ripristino della funzione giudiziaria dei Tribunali soppressi, sono conseguentemente adeguate le tabelle di cui agli allegati 1, 2 e 3 dello stesso decreto legislativo n. 155 con ricostruzione dei relativi circondari.
La proposta prevede la disposizione di invarianza finanziaria.
Le abrogazioni contenute all'articolo 2 sono: il comma 4 bis dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 155, il comma 397 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013. In particolare all'articolo 8 del decreto legislativo n. 155 è aggiunto il seguente comma 4 bis, che specifica: “In via sperimentale il Ministero della Giustizia può disporre, nell'ambito di apposite convenzioni stipulate con le Regioni e le Province autonome, che vengano utilizzati, per il tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi per l'esercizio di funzioni giudiziarie nelle relativi sedi. E si specifica che le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di ridistribuzione del personale di servizio oggetto delle convenzioni sono integralmente a carico del bilancio della Regione.
Nella nostra Regione il provvedimento del 2011, vorrei ricordare, determinò la soppressione, come già evidenziato, del Tribunale ordinario e della Procura della Repubblica di Camerino e di tutte le sedi distaccate nella Regione: quattro ad Ancona e una per tutte le altre province, ad esempio: Fermo, Sant'Elpidio a Mare, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto ad Ancona c'era Osimo, Fabriano e via dicendo.
Venne mantenuto il Tribunale della Procura di Urbino, per cui anch'io portai avanti una battaglia perché si inventarono, per modo di dire, ribadirono ed evidenziarono la questione del co-capoluogo di provincia Pesaro e Urbino. La filosofia era quella di abolire. quindi sopprimere i Tribunali insediati in quelle realtà che non erano capoluogo di provincia e in tutte le sezioni distaccate.
Vorrei ringraziare il Consigliere Cesetti per aver portato avanti la discussione ed il confronto in Commissione su questo tema quando io non ne facevo parte perché sono subentrata in I^ Commissione solo pochi mesi fa.
Fatta questa premessa, dichiaro che in Commissione lo stesso Consigliere Cesetti aveva votato convintamente e in modo favorevole questa proposta di legge alle Camere, per cui anch’io sostengo questa convinzione all'interno del mio gruppo, che in quanto relatrice di minoranza ringrazio, e mi auguro che questa proposta possa essere votata.
Per concludere, diciamo che il provvedimento riguarda esclusivamente il Tribunale ordinario e l'ufficio della Procura della Repubblica della città di Camerino, la cui soppressione ha costituito un evidente errore. Infatti quel territorio è rimasto sguarnito, come ha ricordato anche il Vicepresidente Pasqui, di un importante presidio di giustizia ed anche di sicurezza, con conseguente impoverimento del tessuto e del contesto sociale economico e produttivo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti, che ricordiamo è stato promotore di una legge nazionale che riguardava l'abolizione del titolo di procuratore legale.
Fabrizio CESETTI. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. E’ stata anche approvata.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. E’ la legge che modestamente porta il mio nome.
Era il 1997, ricordo bene, io ero il primo firmatario, secondo era il responsabile del PDS giustizia. Ricordo l'avversità dei colleghi dei Consigli degli ordini del Triveneto. mentre a Roma facevano i manifesti per ringraziarmi, per abolire perché, come ricorda il Presidente, oggi i ragazzi che si avviano alla professione forense quando fanno l'esame di Stato diventano, come è giusto che sia, avvocati mentre prima si diventava Dott Proc e bisognava aspettare 6 anni.
Su questo voterò a favore, come ha proposto e ricordato tra l'altro la Consigliera Vitri, coerentemente con quello che feci l'altra volta, ma voterò a favore ancora più convintamente dopo aver sentito la sua relazione. Una relazione corposa, puntuale, che non ha lasciato nulla di intentato sulle ragioni economiche, sociali, organizzative ed anche giuridiche che, vorrei dire, rendono giusta questa proposta di legge di invio alle Camere e auspicabilmente fanno sperare che il Parlamento riveda quella sbagliata decisione di allora.
Le ragioni le ha spiegate la Consigliera Vitri, quindi non le devo ripetere perché sarebbe un esercizio inutile, non saprei fare meglio. Aggiungo soltanto che quella di allora fu una delle tante scelte scellerate del Governo Monti, se non sbaglio del 2012, di cui noi paghiamo ancora le conseguenze sotto l'aspetto politico per aver consentito quel Governo pessimo, che forse fece addirittura anche peggio di quello precedente sotto questo aspetto, dove vennero aboliti i Tribunali e le procure che non erano provincia. Fermo si salvò perché istituita come Provincia. Anche lì la proposta di legge per la Provincia di Fermo la fece il sottoscritto e poi come primo Presidente l’attuò, diversamente Fermo sarebbe sparito come Tribunale ed immaginate quello che sarebbe stato oggi, perché il Tribunale è un presidio di sicurezza oltre che di giustizia, è una garanzia per l'affermazione dei diritti dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, soprattutto per l'affermazione dei diritti anche dei più deboli perché è evidente che i cittadini, quelli di Camerino in questo caso devono andare a Macerata, che patiscono di più sono i meno garantiti, quelli che ne hanno più bisogno, per gli altri ci sono gli avvocati, che problema è!
Pensiamo, ad esempio, alla giustizia di prossimità, ne parlavamo l'altra volta con l’Assessore Brandoni, la Ragione Marche giustamente in questo caso ha aderito a quel bando per insediarla in alcuni Comuni perché la giustizia minore riguarda le fasce più deboli. A quel tempo quella scelta fu dissennata, come fu dissennata, e la faccio breve … Perché quello non solo fu il tempo della soppressione dei Tribunali e delle procure, che non erano capoluogo di provincia e, come ha ricordato la Consigliera Vitri, Urbino si inventò la storia del co-capoluogo, che grida vendetta sotto questo aspetto. Poi abbiamo visto che la storia del co-capoluogo se l'è inventata anche XY per il Sindaco, che io conosco e credo ci sia anche c'è una reciproca simpatia, tra l'altro abbiamo sempre un ottimo rapporto. E’ curioso perché lì da una parte hanno salvato Tribunale e Procura con la storia del co-capoluogo, dall'altra parte la storia del co-capoluogo ha consentito a XY di fare … Consigliera Vitri, questa è una cosa che non si può raccontare. Consigliere Carancini, mi ascolti, che cosa succede a Urbino? Il limite per i Sindaci capoluogo è di due mandati, ma in questo caso XY con la storia del co-capoluogo dice che non ha il limite di mandato, poi, ad esempio, quanto deve prendere l'indennità, giustamente, che succede? Prende l'indennità di quelli che hanno il limite del mandato e non si sarebbero potuti ricandidare oppure non c'è il ballottaggio. Dice: “Tu non hai il limite di mandato, ti può ricandidare”. Poi però non puoi, non devi sottostare al ballottaggio, come quelli invece che non si possono ricandidare. Una roba che non si racconta.
Questo è uno dei tanti danni fatti all'epoca dal Governo Monti, di cui noi portiamo le conseguenze. Non solo quello, fu il tempo della famosa lettera di Draghi, dobbiamo dire anche questo, quando era in Europa alla BCE fece quella famosa lettera in cui parlava dell'abolizione delle Province.
Ci fu la storia delle Province, noi avevamo fatto la Provincia da poco, io sono stato il primo Presidente della Provincia, parliamo del 2012, e ad un dato momento venne fuori che volevano togliere le Province, ma non potendole togliere, si inventarono una iniziale proposta, una sorta di accorpamento. Venne fuori una proposta in cui nelle Marche si ipotizzava una provincia del nord Pesaro/Ancona, una provincia del sud Ascoli/ Fermo e Macerata. A parte che io, Presidente Acquaroli, all'epoca chiesi a quella Giunta di impugnare, come ha ricordato la Consigliera Vitri, dinanzi alla Corte Costituzionale questi provvedimenti, tra cui questo, ero presidente della Provincia! Però veniamo al Cal, io feci investire il Cal qui dentro, quindi da una parte c'era la Provincia del nord Pesaro/Ancona e dall’altra quella del sud Ascoli/Fermo e Macerata, veniamo qui, c'era anche il Consigliere Carancini, era Sindaco di Macerata, lei Presidente Acquaroli che avrebbe fatto al posto mio? Io dissi che ero d'accordo a fare la Provincia del sud Ascoli/Fermo e Macerata, dissi anche che Fermo era baricentrica, la più raggiungibile, di fare, quindi, di questa grande provincia capitale Fermo. Apriti cielo, quello che avvenne in quest'Aula con il Consigliere Carancini, ci fu una … e lì ci siamo conosciuti.
Per dire quanti danni ha fatto il Governo Monti, che tra l'altro mi ha fatto pure conoscere il Consigliere Carancini.
Adesso giusto per scherzare, per dire che in effetti questa proposta è giusta e credo sia ancora più giusta per Camerino per le ragioni che ha detto la Consigliera Vitri perché a Camerino c'è un'università di giurisprudenza ed immaginare quella realtà senza Tribunale resta difficile.
Auspico che il Governo nazionale, il Parlamento nazionale faccia propria questa legge perché la ritengo giusta e io la voterò favorevolmente, come tra l'altro è stato anche indicato dalla relatrice di minoranza Consigliera Vitri.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 18. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 193
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, Minardi
“Istituzione di un fondo per l’erogazione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza”
(iscritta ai sensi dell’articolo 86, comma 13, del Regolamento interno)
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 193 dei Consiglieri Cesetti, Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, Minardi. E’ iscritta ai sensi dell’articolo 86, comma 13, del Regolamento interno, credo che la proposta sia di rinvio in Commissione.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Io sono contrario, poi ce la manderete, al rinvio in Commissione, che non può essere un fatto normale. Questa è forse la seconda o la terza volta che questa proposta di legge viene in Aula ai sensi dell'articolo 86 e poi viene rinviata in Commissione.
Non può essere il rinvio in Commissione un modo per scardinare le prerogative dell'opposizione. Qui c'è una proposta di legge che tanto non esamineremo, guardo la Consigliera Menghi, che era la relatrice di maggioranza, se non sbaglio, ed il Consigliere Baiocchi come Presidente, sulla quale siamo stati più volte tutti d'accordo il problema è reperire i fondi. Perché non si esamina questa legge, che tra l'altro è importante, Presidente? E’ la terza volta che viene qui e viene rinviata in Commissione, a me non sta bene perché eravamo tutti d'accordo, tra l'altro sono disponibile a farla anche propria perché il tentativo non della Consigliera Menghi, ma sicuramente della maggioranza qual è, Presidente Acquaroli? Non la vogliono fare, ma se siamo d'accordo sul reddito di libertà per le donne vittime di violenza, qui diciamo tutte le belle parole e siamo tutti d'accordo, per quale motivo non la votiamo? Perché? Perché non la vogliono intestare al gruppo PD e in questo caso intestare a me, sennò non si spiega, se siamo tutti d'accordo, persino Ciccioli era d'accordo, non può essere che così. Stamattina venendo qua ho ascoltato Radio Uno e c'era una trasmissione sul tema delle donne che sono in difficoltà economiche, addirittura oggi si pone il tema di donne di mezza età che vanno per strada, prima erano solo gli uomini che andavano per strada, senza fissa dimora, adesso ci sono addirittura le donne, magari in conseguenza di una separazione che, quando i figli sono grandi e se ne vanno, perdono la casa, perdono il mantenimento. Se questo succede alle donne che si separano, pensate un po' ad una donna vittima di violenza all'interno dell'abitazione, come fa ad affrancarsi da quella situazione di violenza? Come fa a non essere soggiogata dalla violenza se c'è un tema di costrizione economica? Il reddito di libertà serve a questo, tra l'altro è una misura che è stata rifinanziata da questo Governo di centro-destra, qui la filiera non solo non funziona verso il Governo all'andata, ma non funziona neanche al ritorno, e la nostra comunità rimane a piedi, appiedata. Perché non funziona il ritorno? Una misura incentivata dal Governo di centro-destra, nella legge di stabilità ci sono state maggiori risorse, e vi pare possibile che questa proposta, che noi abbiamo fatto, nelle Marche giace da anni, rispetto alla quale ci siamo detti tutti d'accordo? Lo ha detto il Consigliere Ciccioli, lo hanno detto la Consigliera Menghi ed il Consigliere Baiocchi. Io sono andato in Commissione e perché non la finanziamo? Perché non si trovano, Presidente Acquaroli, su un tema di questo tipo 50 mila euro, 100 mila euro su un bilancio di oltre 5 miliardi. Ma di che parliamo? E poi celebriamo la Giornata della violenza contro le donne, quando magari non prevediamo un fondo affinché una donna, magari una sola, possa emergere ed affrancarsi da quella situazione di violenza.
Che stiamo a fare qua, ad esprimere solidarietà penosa, che tra l’altro è un inganno.
Presidente, sono contrario al rinvio in Commissione, lo fate lo stesso, ma sono contrario per tutti questi motivi. Grazie.
PRESIDENTE. Io devo per forza di cose proporre il rinvio in Commissione anche perché manca la copertura, lei ha detto che se la dovessimo discutere andremo incontro a una bocciatura, da evitare su una materia così particolare e sensibile per tutti.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Intervento che attiene, Presidente, all'ordine dei lavori.
Tante volte ne abbiamo parlato con la Capogruppo e ci sono i colleghi della I Commissione, Presidente, questa storia della copertura finanziaria delle leggi non può essere perché noi siamo l'Assemblea legislativa e l'Assemblea legislativa non può stare sotto ricatto dell'esecutivo, è chiaro? Perché noi dobbiamo legiferare, legiferiamo tra altro il bilancio, e non è possibile che ogni volta siamo sotto ricatto dell'esecutivo, che tra l'altro non ha il coraggio di imporsi sugli uffici. Noi siamo il legislativo e l'esecutivo ci deve mettere a disposizione le risorse per approvare le leggi, altrimenti, Presidente, qui facciamo solo le chiacchiere, con le mozioni, le interrogazioni, le denunce, però non legiferiamo niente. Di tutte le leggi che sono state fatte, guarda caso, nessuna è finanziata, nessuna è attuata. E’ ora che qui ce la facciamo finita, altrimenti questa attività è svilita, possiamo stare noi sotto …
Assessore Brandoni, ci deve mettere a disposizione le risorse per legiferare perché noi abbiamo il diritto di farlo. Io ho il diritto come Consigliere regionale di far sottoporre all'Aula una mia legge, poi l'Aula può dire di no, ma non mi può dire il Presidente che questa legge deve essere rinviata in Commissione perché non c'è la copertura finanziaria. Questo, Assessore Brandoni, non può essere, la copertura deve essere data, poi l'Aula decide e se la Giunta ritiene che quelle risorse non devono essere in quella direzione vota contro e le risorse rivengono messe al loro posto, funziona così nelle istituzioni. Ma dove sta in Parlamento che una legge non la esaminano perché non c'è la copertura finanziaria, neanche alla Repubblica delle banane succede una cosa di questo genere, solo nei sistemi autoritari oppure nei sistemi in cui la politica non conta nulla, ma contano soltanto gli uffici che devono dare le coperture formali. Grazie.
PRESIDENTE. Siamo nell'ambito di uno pro e uno contro, lei è intervenuto, l’ho lasciato parlare, però non possono intervenire la Consigliera Casini o la Consigliera Bora a meno che non siano a favore del rinvio perché siamo nell'ambito della votazione, cioè nell'ambito della proposta per uno pro e uno contro.
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. Voglio segnalare questa situazione, la tematica rimbalza, ma non voglio aprire polemiche.
Mi faccio parte attiva per verificare il discorso in senso storico dei fondi speciali destinati alle leggi, in modo tale da avere un quadro organico e le modalità per cercare di risolvere la situazione.
Mi viene ricordato che abbiamo già scritto due volte, adesso vediamo di ricomporre il quadro organico.
Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 193. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 226
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Modifiche alla legge regionale 22 aprile 2020, n. 14 (Incentivi per la rimozione e lo smaltimento di piccoli quantitativi di rifiuti contenenti amianto)”
(Iscritta ai sensi dell’articolo 86, comma 13, del regolamento interno)
PRESIDENTE. Anche in questo caso viene rinviata, so che c'è in corso da parte della Giunta una proposta di legge, comunque un'attività per una proposta di legge, questo posso dire in termini ufficiosi.
Ha la parola, oratore contro, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Devo dire che sono molto molto delusa perché questa proposta di legge è depositata da quasi 2 anni e questa Giunta si riempie sempre la bocca dell'attenzione all'ambiente, alla necessità di bonificare l’amianto, ma continua a bloccare la mia proposta di legge, che chiede, con un articolo semplicissimo, di allargare le maglie degli aventi diritto ai contributi regionali. Non è nulla di complicato.
Non solo la Giunta Acquaroli, in particolare l'Assessore all'Ambiente Aguzzi non ha emanato il nuovo bando per contributi allo smaltimento amianto, ma non ha tenuto in considerazione i criteri che io stessa ho indicato dopo essermi confrontata anche con le organizzazioni del settore, che portano avanti una battaglia da tempo per la mappatura e per lo smaltimento dell'amianto.
Oggi, finalmente dopo la calendarizzazione, ci si chiede di rimandare di nuovo questa legge? Eppure l'Assessora Aguzzi aveva promesso tutt'altro qui davanti a tutti, in Aula aveva detto che sarebbe stata discussa, che aveva anche intenzione di approvarla, dopo aver trovato scuse ed espedienti di ogni genere per rinviarla ed oggi per l'ennesima volta veniamo a sapere che l'amianto non interessa.
Se poi in via informale, per le vie brevi, in via ufficiosa mi venite a dire che la Giunta ci sta lavorando, cosa significa? Significa che volete pure prendervi il merito, nascondendo quello che ho già fatto io, il lavoro che ho già fatto, l'atto è già depositato da 2 anni. Mi pare un atteggiamento innanzitutto ipocrita, poi una perdita di tempo sulla pelle di tutte quelle piccole aziende, di quei privati che hanno intenzione di smaltire amianto e hanno bisogno di contributi.
Mi fa piacere che stia tornando l'Assessore Aguzzi perché siamo ancora in tempo per discutere questa proposta di legge. Assessore Aguzzi. è calendarizzata, non vedo perché rinviarla, sarebbe importante approvarla oggi per far avere il bando per lo smaltimento amianto entro pochi giorni.
Sono tanti i privati che hanno bisogno di questi contributi, che non possono essere di 1.000 o 2.000 euro, devono essere parametrati rispetto alla spesa necessaria, non devono escludere le zone agricole né le zone industriali e devono essere contributi stanziabili subito, a fondo perduto, anche fino al 100% in alcuni casi se possibile.
Ricordo che l'Emilia Romagna l'anno scorso ha emanato un bando con 4 milioni di euro per contributi alle piccole e medie imprese, che smaltivano amianto e bonificavano, per interventi finanziabili fino ad un massimo di 150.000 euro.
Da noi non abbiamo visto nulla di nulla, se non il bando della Giunta precedente, che non avete fatto altro che emanare per …
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Io chiedo di non approvare questo atto per un semplice motivo, la legge così come è impostata …
(interventi fuori microfono)
Stefano AGUZZI. La legge così com'è non funziona, quindi cosa devo fare?
(Interventi fuori microfono)
Stefano AGUZZI. Non entro nel merito, dico semplicemente di rinviarla. Grazie.
PRESIDENTE. Può intervenire come rappresentante della Giunta ed esprimere la propria posizione, ma non può votare. Grazie.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Mi risulta che siano i Consiglieri a doversi esprimere sul sì o no alla trattazione di una proposta, non può essere un Assessore, l'Assessore non è Consigliere
Siccome non c'è stato un no da parte del di coloro che non la vogliono trattare, o si esprimono oppure la trattiamo. Grazie.
PRESIDENTE. La richiesta degli interventi è facoltativa e nell'ambito della richiesta degli interventi la Giunta può sempre intervenire, però è ovvio che se si esprime per una posizione sostituisce la posizione di quella parte, a favore o contro, non ci può essere un altro Consigliere …
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. L’ha fatto, quando io l'ho richiamato. Ho chiesto all'Assessore di rimanere sul tema e c'è rimasto, poi se gli altri Consiglieri non vogliono esprimere e assumere una posizione ufficiale lo faranno con il voto.
Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 226. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Aggiungere il voto contrario del Consigliere Minardi.
La mozione n. 380 e l’interrogazione n. 1460 (abbinate) le rinviamo per l’assenza dell’Assessore Saltamartini.
In merito alla mozione n. 433, di cui è competente l’Assessore Brandoni, chiedo di rinviarla alla prossima seduta. E’ una mozione del sottoscritto. Sì, rinviata al prossimo Consiglio perché c’è una disposizione che vorrei approfondire, che può entrare nel merito di quella che è stata la risposta all’interrogazione, non mia, che potrebbe farmi ritenere soddisfatto della mozione e non trattarla. Però l’ho vista solo sul Sole 24 Ore e non ho considerato il contenuto.
Mozione n. 539
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Tagli agli enti locali nella legge di bilancio”
(Iscritta ai sensi dell’articolo 137, comma 7, del Regolamento interno)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 539 del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Questa mozione è il frutto dell’evoluzione dell’interpellanza che è stata discussa qualche Consiglio fa e riguarda i tagli agli enti locali nella legge di bilancio governativa.
Visto che il Consiglio doveva finire alle 14,00 non sarò prolisso.
Con questo atto chiediamo che la Giunta regionale, l’Assessore competente metta in atto tutte le azioni necessarie nei confronti del Governo al fine di rivalutare i tagli apportati con la legge di bilancio nei confronti dei piccoli Comuni. Si tratta in maniera specifica dei Comuni sotto i 1.000 abitanti, che nella nostra regione rappresentano il 25% dei Comuni, la stragrande maggior parte dei quali dislocati nelle zone periferiche. Tra l'altro con il nostro Movimento Civici Marche, guidato dal Presidente XY, Sindaco di Monte San Martino, piccolo Comune di 700 abitanti nel maceratese, abbiamo inviato anche una lettera al Governo. Su 55 Comuni, quasi la totalità, indipendentemente dai colori politici, hanno sottoscritto questo documento. Abbiamo fatto anche una conferenza stampa in Regione, ripresa anche dagli organi di informazione, che vorrei, tra l'altro, ringraziare.
Questi tagli vanno a colpire i servizi dei piccoli Comuni e, come ho detto l'altra volta, se vogliamo definitivamente abolire i Comuni sotto i 1.000 abitanti , per carità, lo si può anche fare, io personalmente sono contrario, però si deve avere il coraggio di farlo, senza togliere le risorse che sono vitali. Se si vuole uccidere qualcuno, lo si faccia, però non togliendogli l'ossigeno. E’ questo il significato, anche perché la mancanza di queste risorse, che tra l'altro sono state programmate dai Comuni, vanno a discapito dei servizi che gli stessi erogano ai cittadini, che molte volte sono cittadini delle aree montane e dei piccoli Comuni. Nello specifico cittadini che devono avere gli stessi diritti dei cittadini dei grandi centri, a meno che non si faccia anche qui una strategia nazionale per fare in modo che tutti i nostri cittadini dei piccoli Comuni delle aree montane vadano nei grandi centri costieri. Secondo noi non è questa la direzione. Tra l'altro la Giunta regionale sta investendo molto anche sui piccoli borghi, sul nostro entroterra e qui vorrei ringraziare perché i soldi e le strategie che sono state messe in atto dall'amministrazione Acquaroli sono sotto l'occhio di tutti per quanto riguarda le zone interne. Quindi, noi come Regione Marche ci crediamo e, indipendentemente dai colori politici, dobbiamo difendere i nostri piccoli Comuni montani sotto i 1.000 abitanti anche dai tagli previsti nella legge di bilancio nazionale.
L’altra volta l'Assessore Brandoni, che ringrazio, ci aveva in qualche maniera fatto un quadro anche di ulteriori risorse, questo è bene dirlo, che comunque il Governo ha messo in campo nei confronti dei Comuni.
Queste sono risorse strutturali che tagliate così dalla mattina alla sera mettono in difficoltà i nostri Comuni. Tra l'altro c'è stato anche l'intervento dell’Anci, che ringrazio, del Sindaco di Ascoli Piceno, che vorrei salutare e ringraziare; c'è stato anche l'intervento di qualche altro membro di maggioranza, ma anche da parte della minoranza c'è stato l'intervento del Consigliere Carancini. Alla fine noi dobbiamo difendere il nostro, chiedendo al Governo di rivalutare questi tagli, poi se li rivaluterà in futuro noi non possiamo solo che essere contenti perché, ripeto, togliere queste risorse significa in qualche maniera togliere i servizi ai cittadini dei piccoli Comuni. Posso anche comprendere che magari in alcune circostanze, Comuni piccolissimi oramai non abbiano diritto di esistere, specialmente quando sono vicinissimi ad altri centri e in zone centrali, però in molti casi e anche nel nostro caso specifico questi Comuni dislocati e chiuderli non ci fa risparmiare. Va fatta una valutazione globale. più approfondita sulla questione.
Togliere i Comuni montani di 700 abitanti, che hanno il Comune più vicino a 15/16 chilometri, probabilmente significa togliere i servizi essenziali a quei cittadini, perché non hanno a meno le distanze.
Chiudere un Comune piccolo, che è a pochi chilometri da un Comune grande…, ci sono addirittura Comuni di 30 abitanti, questo va detto, secondo me è assurdo, però se quel Comune di 30 abitanti è in una zona completamente dislocata, dove non possono avere servizi, può avere anche senso mantenerlo e comunque può avere senso anche mantenere una certa condivisione ed in qualche maniera rivedere una certa condivisione di servizi.
Su questa questione noi dobbiamo fare un ragionamento complessivo a livello nazionale, non si può tagliare con una mannaia le risorse e chi si è visto, si è visto, anche perché molte volte in questi piccoli Comuni, che sono distanti, come ho detto prima, dai grandi centri, anche dalle grandi vie di comunicazione, che si trovano nell'entroterra, ci sono attività.
I cittadini di questi Comuni pagano le tasse; in questi Comuni molte volte ci sono quelle eccellenze, di cui ci vantiamo molto spesso, ho citato l'altro giorno dei Comuni interni del maceratese in cui ci sono delle eccellenze addirittura a livello europeo. Capite che abbiamo bisogno di un ragionamento più strutturato. Spero che all'unanimità …
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Credo che questa sia una mozione meritevole di attenzione da parte di tutti i Consiglieri regionali perché, come abbiamo fatto per il lavoro, il Consiglio regionale dovrebbe impegnarsi e dire una parola chiara su quello che sta avvenendo rispetto ai piccoli Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti.
La condizione che ci impone la mozione del Consigliere Rossi è positiva e lo ringrazio per questo perché, anche qui dobbiamo uscire dalla retorica, se noi dedichiamo e ci vantiamo di destinare milioni di euro ai piccoli Comuni per la valorizzazione dei borghi, e nello stesso tempo li uccidiamo attraverso la mancanza di ossigeno, con i Sindaci che non possono più portare avanti le proprie attività, credo che sia la più grande ipocrisia che la politica possa mettere in campo. E non è cosa da poco perché cancellare, vado a memoria, mi pare circa 8 miliardi complessivamente da qui al 2030 per i piccoli Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti, vuol dire davvero volere la loro cancellazione.
Io sono anche d'accordo su una premessa che mi pare abbia fato il Consigliere Rossi e cioè che la politica sia chiara e netta rispetto a questo perché il tema dei piccoli Comuni, che come sappiamo partecipano in maniera determinante in termini di numero alla composizione dei circa gli 8.000 Comuni italiani, è in realtà un tema di cui si discute da tanti anni, e cioè che sembrerebbe migliore ed auspicabile una loro integrazione. Ma allora lo si dica chiaro e lo si faccia con una politica chiara, non cancellando le risorse che ai Comuni servono per le manutenzioni e per l'effetto secondo cui gli investimenti del PNRR, che sono arrivati, sarebbero sufficienti a far attivare opere pubbliche, in realtà non è così. Il PNRR dovrà essere attuato entro una certa data, i piccoli Comuni per questo non possono far venir meno tutte quelle risorse per le cosiddette piccole opere fondamentali, per poter attivare una buona politica, una seria politica.
E’ vero anche che i piccoli Comuni non appartengono a nessuna rappresentanza, lì abbiamo soprattutto i civici, gente, persone e attività amministrative che si occupano dei propri cittadini.
Si dica una parola chiara, in assenza di una parola chiara … La provincia di Macerata ha nel proprio ambito circa il 30% di Comuni sotto ai 1.000 abitanti, che è un numero rilevante, un Presidente di provincia ignavo praticamente non dice una parola, non si occupa di questo? Io dico anche che il Presidente della Regione Marche avrebbe potuto e dovrebbe dire una parola chiara su questo, non può nascondersi. Ci dica esattamente il Presidente della Regione Marche cosa pensa di questo taglio. Ed auspico che stamattina ci sia un voto fatto insieme.
Ribadisco, è ipocrita da un lato destinare milioni di euro rispetto alle iniziative promozionali e poi ucciderli. E’ la stessa immagine che un Sindaco pochi giorni fa mi ha fatto telefonicamente: significa trasformare i semi di un albero che alimentano le radici in una vera e propria piovra, ingrossare la testa del livello centrale e cancellare i presidi storici, identitari di una regione come la nostra.
Guardate, è un fatto serio, importante, che io credo debba impegnarci tutti quanti. Dico anche che non sono accettabili le dichiarazioni di facciata, abbiamo bisogno che i ruoli di responsabilità politica a livello regionale, a livello provinciale possano davvero al fianco dell’Anci fare una battaglia seria. Oppure si alzi la mano e si abbia il coraggio di dire che i Comuni sotto i 1.000 abitanti debbono essere cancellati.
Ci sarebbe un'alternativa politica seria che è quella di incentivare, agevolare con misure durature, consolidate dal punto di vista finanziario, perché è evidente che è un tema che sta sul tavolo, ma avere l’atteggiamento, direi ipocrita ed un po' subdolo, di eliminare l'ossigeno per poter mandare avanti i piccoli Comuni è davvero l'ultima delle opzioni accettabili.
La politica non può essere questo, non si tratta di appartenenza al centro-destra, al centro-sinistra o ad altro, significa rispettare la storia delle Marche in particolare, che hanno avuto nel corso dei secoli una tradizione fatta davvero di piccoli borghi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Premetto che voterò a favore di questa mozione proposta dal Consigliere di maggioranza Rossi, sottolineo che è un Consigliere di maggioranza, perché sinceramente ho trovato che questa mozione vada in senso inverso rispetto alle dichiarazioni che ha fatto qualche giorno fa un Assessore di Fratelli d'Italia, l'Assessore Baldelli, che ha detto espressamente sulla stampa: “Bene il Ministro Foti, non servono le mancette agli enti locali dell'entroterra ma politiche su infrastrutture e sanità”.
Tra l'altro, mi piacerebbe che questa maggioranza avesse un'idea un po’ più chiara su quelle che sono le sue strategie di rilancio dell'entroterra.
Sinceramente, parlando di mancette e riallacciandomi a quanto ha denunciato poco fa il Consigliere Cesetti, vorrei dire che per le nuove leggi tutti gli anni è previsto, due volte all'anno, sia in assestamento che nella legge di bilancio, il fondo speciale per i finanziamenti delle nuove leggi, che viene dilapidato ogni volta con le famose mancette, che qualcuno dice che non andrebbero fatte o che non gli piacciono, però le facciamo puntualmente. Tant'è che prima della fine della legislatura vedrò quanti milioni quest’Assemblea ha deciso di devolvere nelle mancette, anche per i Comuni dell'entroterra, che qualche autorevole esponente della maggioranza ritiene che non servano per un vero rilancio.
Secondo me, i tagli che sono stati fatti dal Governo nazionale non sono tagli sostenibili, come opposizione l'abbiamo denunciato subito e c’è qualcuno che lì per lì ha detto che non erano neanche reali, invece abbiamo oggi un testo di maggioranza che dimostra che i tagli non solo sono reali, ma vanno ad incidere la carne viva dei piccoli Comuni, e questo non lo dobbiamo permettere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Rossi per aver presentato questa mozione e dato vita ad una discussione in Aula per quanto concerne l'argomento di cui stiamo trattando e devo ringraziare anche l'Assessore Brandoni che qualche giorno fa ha risposto anche ad un’interpellanza in merito a questo tema.
Io sono stato Sindaco di un Comune molto piccolo, di 1.500 abitanti (stiamo sopra i 1.000, ma più o meno siamo a quei livelli), figuriamoci se non ho la sensibilità di trattare con il rispetto dovuto un argomento di questo genere. Chiaro è, e anche questo lo voglio dire, come l’ha detto chi mi ha preceduto, che questo non è un argomento che possiamo strumentalizzare politicamente o dire che possa essere di sinistra o di destra. Quando ho fatto il Sindaco c’erano dei tagli abbastanza importanti negli anni e non c'erano governi di centro-destra o perlomeno si alternavano i vari governi, sia di centro-sinistra che di centro-destra. Capiamo quanto possa essere difficile portare avanti un'azione amministrativa seria nel momento in cui non si hanno i fondi per poterlo fare appieno. Massima sensibilità rispetto a questo argomento.
Devo dire che la Regione Marche si è attivata anche nell'ambito della Conferenza delle Regioni per cercare di sostenere questo tipo di discorso, ma va ricordato che nella legge di bilancio ci sono delle misure di carattere perequativo per gli enti locali, che sono in difficoltà, che vanno parzialmente a coprire il taglio di cui parla la mozione del Consigliere Rossi.
Mi riferisco nella fattispecie all'incremento del fondo di solidarietà comunale, il fondo per gli investimenti, i contributi per la digitalizzazione. Ci sono degli elementi che il Governo ha messo a disposizione per compensare questo taglio.
Ci tengo a far presente che quest’amministrazione regionale è sempre stata disponibile e sempre lo sarà ad avviare anche ulteriori interlocuzioni con il Governo nazionale, quello che il dispositivo della mozione presentata dal Consigliere Rossi recita: “a mettere in atto tutte le azioni necessarie nei confronti del Governo, al fine della rivalutazione dei tagli apportati con la legge di bilancio nei confronti dei piccoli Comuni”. E’ quello che si sta già facendo.
Io su questa mozione avrei inserito “a proseguire quello che è il lavoro che già sta facendo questa amministrazione a guida del Presidente Acquaroli e nella fattispecie l'Assessore Brandoni”. C'è già questo interesse da parte dell'Assessore Brandoni e della Giunta di centro-destra a portare avanti questa iniziativa.
Poi va anche ricordato il lavoro che ha fatto proprio in questi anni la Giunta a guida del Presidente Acquaroli, su tutte c'è la legge sui borghi, che qualcuno prima ha ricordato, ci sono comunque 100 milioni che sono stati finanziati per i piccoli borghi e che sono un sostegno non indifferente a favore dei piccoli Comuni e sicuramente in futuro sarà rifinanziata. C'è un'attenzione particolare anche a livello infrastrutturale. Se parliamo, tra l'altro, dei nostri Comuni che fanno parte della fascia montana, vorrei ricordare i 705 milioni che sono già stati destinati per un intervento, che è quello della Pedemontana, cosa sognata per 40 anni e oggi realizzata o che realizzeremo grazie agli investimenti che quest’amministrazione regionale ha voluto fare su quel territorio. Per non parlare poi di altre infrastrutture e comunque di altri aiuti che nei quattro anni e mezzo più o meno di Governo di centro-destra sono stati elargiti ai piccoli Comuni.
La sensibilità c'è, c'è già una Giunta che si sta occupando proprio di questi temi e che sta lavorando anche sui tavoli, come ho detto poc’anzi istituzionali. per portare avanti queste battaglie.
Mi ritengo soddisfatto del lavoro che sta facendo la Giunta insieme all'Assessore Brandoni e non possiamo far altro, anche noi come Fratelli d'Italia, che votare a favore di questa mozione, con l'auspicio che da qui in avanti ci possa essere sempre una situazione migliore, che possa garantire ai piccoli Comuni di continuare nelle loro attività e nella gestione quotidiana, perché questo alla fine è quello che ci interessa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Claudio Renato MINARDI. Grazie, Presidente. Il mio intervento è per dire che voteremo a favore di questa mozione, che è stata presentata da parte del Consigliere Rossi, perché stiamo vivendo nel nostro Paese una situazione paradossale, si vuole da una parte cercare di tutelare le autonomie dei Comuni, si cerca di tutelare i piccoli Comuni affinché i cittadini rimangano sui territori, ma per far rimanere i cittadini sui territori bisogna garantire i servizi e per garantirli servono anche le risorse. Da una parte si dicono delle cose, con l'altra, in verità, si vanno a tagliare le risorse ai piccoli Comuni, che sono un patrimonio importante, soprattutto per le aree interne della nostra regione.
Peraltro stiamo vivendo un momento di grave difficoltà, che è quello dell'aumento delle bollette del gas, dell'acqua, dell'energia elettrica, aumenti che molto spesso sono anche ingiustificati, non sono sempre giustificati dalla guerra nell'est Europa fra Russia e Ucraina, ma sono causati molto spesso da speculazioni di tipo finanziario. Questo aumento del costo delle bollette ha un peso per le famiglie e questo significa che, se si vanno a tagliare le risorse ai piccoli Comuni e questo vale anche per i grandi, alla fine il problema ricadrà sulle famiglie perché nel momento in cui i Comuni non avranno le risorse per garantire l'asilo nido, il trasporto, l’asilo, per garantire i servizi ai cittadini, inevitabilmente i costi di quei servizi si andranno a scaricare nel portafoglio delle famiglie. Così facendo si rischia da una parte di impoverire sempre di più le famiglie, le quali non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, dall'altra si mettono in difficoltà i Comuni, peraltro togliendogli pure i servizi, come è accaduto recentemente con la pratica del dimensionamento scolastico, che ha visto da una parte l’unificazione dell'autonomia scolastica di Apecchio con quella di Acqualagna, fatto salvo poi salvare quella di Pian di Meleto con Macerata Feltria. Ma su questo possiamo dire che siamo d'accordo, soltanto perché è intervenuto un parlamentare che di fatto ha commissariato la Giunta regionale, il Presidente e l'Assessore Biondi, che due ore prima in I^ Commissione aveva detto che quella era la decisione, non si poteva fare diversamente, che era una strada di fatto obbligata.
Ci rendiamo conto che con questi tagli andiamo a mettere in difficoltà i piccoli Comuni che molto spesso vivono con tre quattro dipendenti e non di più? Perché i piccoli Comuni spesso e volentieri hanno i dipendenti che si occupano dell'anagrafe, degli appalti, dell’economato, di tutta la parte amministrativa e della segreteria, hanno quasi sempre uno o due amministrativi, uno o due tecnici, soprattutto quelli piccoli.
I 100 milioni, di cui si parlava prima, riguardano i borghi, sono finanziamenti che riguardano dei progetti, magari anche importanti, ma non riguardano la sopravvivenza dei Comuni, che hanno la necessità di avere risorse adeguate per sopravvivere.
Mi pare di capire che da una parte si dicono delle cose e dall'altra se ne fanno delle altre, mi verrebbe logico ricordare la vicenda dello spot che fece la Presidente del Consiglio durante la campagna elettorale con l'eliminazione delle accise, quando al distributore si fece il video dicendo che avrebbe tolto le accise, salvo poi. andando al Governo, aumentarle.
Da ultimo. vorrei ricordare quello che è accaduto in questi giorni quando il Governo, dopo le pressioni fatte dai Consiglieri, in particolare della provincia di Ancona del Partito Democratico, per non dimenticare i danni che le famiglie hanno avuto con il terremoto di Ancona del novembre 2022, cosa ha fatto? Ha preso i soldi dal terremoto del cratere del 2016e li ha spostati ad Ancona. Parliamoci chiaro, mi sembra di vedere, come è stato detto, che si toglie ai poveri per dare i poveri. Se si vuole tutelare il terremoto di Ancona si trovano le risorse, si mettono e non si tolgono ad un'altra disgrazia, come quella del terremoto gravissimo che ha visto centinaia di morti nel 2016.
In questo momento questi tagli rischiano di scaricarsi addosso ai Comuni, alle famiglie e alla sopravvivenza dei Comuni stessi, Io dico che quelli delle aree interne, che sono un presidio per il territorio, devono mantenere adeguatamente i servizi perché soltanto con i servizi e con l’occupazione si mantengono i cittadini a risiedere in quei territori.
Sono d'accordo sull'approvazione di questa mozione, che è stata presentata, ciò dimostra la grande contraddizione di questo Governo, che da una parte dice una cosa e dall'altra mette in grave difficoltà chi ha di meno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Come hanno già anticipato i Consiglieri che hanno parlato, noi voteremo a favore di questa mozione perché è di buon senso. I Comuni sotto a 1.000 abitanti utilizzavano quelle risorse, che poi sono 44 milioni di euro, che non sono sciocchezze per le Marche, pesano 44 milioni di euro, che i nostri piccoli Comuni non avranno e che non potranno utilizzare per le manutenzioni delle strade, delle scuole e degli edifici pubblici. Allora, è inutile dare il rossetto ad un malato terminale, finanziare gli eventi quando abbiamo le strade che sono impercorribili o non abbiamo le fognature o non abbiamo l'illuminazione, perché il decoro urbano è fatto da quelle manutenzioni che i Comuni sotto a 1.000 abitanti hanno sempre fatto con queste risorse statali.
Questa è una scelta ben precisa, quando mi si dice che si tiene alle aree interne e ai piccoli Comuni, io mi aspetto degli atti coerenti. Non mi pare coerente che ci sia stato il taglio del superbonus, per esempio, all'interno del cratere, non è coerente perché di fatto ci sarà la questione dell'accollo della ricostruzione, che non sappiamo ancora come risolvere. In un articolo di qualche giorno fa il Commissario alla ricostruzione ha scritto: “Tanto rumore per nulla, perché saranno ripristinati i fondi tolti”, ma noi non abbiamo capito chi ha fatto rumore. Nessuno aveva fatto rumore. Allora, ci siamo informati meglio e abbiamo scoperto che c'era un emendamento presentato da Fratelli d'Italia che prevedeva, cosa buona e giusta per un senso e cosa brutta per un altro senso, di togliere 890 milioni di euro ai fondi della ricostruzione del cratere del 2016, quindi: Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio e di metterli sul cratere di Ancona per la ricostruzione.
Il gruppo del Partito Democratico, in particolare i Consiglieri anconetani, penso ai Consiglieri Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, hanno fatto una battaglia insieme anche all'onorevole Curti perché quei terremotati fossero ascoltati e trattati esattamente come quelli del cratere del 2016. Ha detto il Commissario alla ricostruzione baldanzoso: “Tanto rumore per nulla perché le risorse saranno solo anticipate”, cioè i 90 milioni di euro saranno presi e restituiti nel 2026 e nel 2027, peccato che non sia così, quindi ha detto una cosa inesatta, lo ascoltano poco perché è l'unico Commissario, che invece di mettere risorse nei crateri, le toglie e nel caso di specie le toglie perché questi 90 milioni di euro nell'emendamento approvato in Commissione alla Camera dei Deputati non vengono restituiti. Si tolgono 90 milioni di euro dal cratere, quindi dai piccoli Comuni delle aree interne, dopo il furto dei 44 milioni di euro della finanziaria, dalla ricostruzione del cratere e si danno, cosa giusta, alla comunità anconetana.
Va bene che venga finanziata la ricostruzione di Ancona, ma non va affatto bene che si tolgano le risorse e non se ne preveda la riassegnazione perché quelle risorse non sono state messe dai vostri Governi e non state messe assolutamente dal Commissario alla ricostruzione, ma sono state messe dai precedenti governi con una presentazione di piani, di progetti, che ha fatto il Sindaco nelle aree interne lo sa, sono stati tarate per la ricostruzione sia pubblica che privata, quei soldi non sono stati messi a caso, non è che 90 milioni non facciano la differenza nelle aree terremotate, che sono tutte aree interne con Comuni quasi tutti al di sotto dei 1.000 abitanti, con problemi di viabilità. Per fortuna che non nevica più, Assessore, almeno abbiamo una sciagura di meno perché per certi aspetti serve la neve per le attività turistico ricettive, ma non aiuta certo la mobilità in queste aree.
Un altro regalo della finanziaria, della legge di bilancio, che si è scordato il Consigliere Rossi, è il blocco al 75% del turnover nella PA, soprattutto nei piccoli Comuni, dove se c'è un ragioniere a scavalco, un geometra, perché un architetto o un ingegnere è un lusso che a volte non si possono permettere. C'è un segretario comunale che spesso è a scavalco e lavora in tre o quattro Comuni, con grande difficoltà dal punto di vista dell'adempimento di tante procedure, che sono individuate in capo sia ai grandi che ai piccoli Comuni, non c'è una differenza. Il grande Comune di 50.000 o di 100.000 abitanti deve redigere gli stessi atti di un Comune di 1.000 abitanti. Forse su questo bisognerebbe ragionare, cosa che non si è mai fatta, anche colpa del Partito Democratico, ammetto anche le nostre colpe. Poi è stata cancellata definitivamente la zona franca.
Dov'è la coerenza? Noi mettiamo le risorse per il saltarello, per la sagra di pinco pallo, per i borghi, dopodiché i borghi li lasciamo morire.
Sono convinta che il Consigliere Rossi sia in perfetta buona fede, quindi noi voteremo questa mozione perché la condividiamo pienamente, però ci aspettiamo una maggiore coerenza nelle azioni di governo nazionali ed anche in quelle regionali perché è una presa di posizione rispetto … Ricordo il Presidente Acquaroli quando ci disse stizzito che non erano 5 milioni, quelli per intenderci di YY, ma erano invece maggiori le somme che avrebbe messo sul terremoto di Ancona, però si è dimenticato di dire che li toglieva, come ha fatto il Commissario alla ricostruzione, ai poveri per darli ai poveri e questa non è una bella azione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Non è per prendere le difese del Commissario alla ricostruzione, però parlare quando uno non c'è e dire forse delle menzogne non è corretto.
Per quanto riguarda la ricostruzione stiamo andando avanti, i 90 milioni sono residuali rispetto ai miliardi che saranno necessari per la ricostruzione. E’ anche vero che sui lavori pubblici, grazie anche a chi ha preceduto il Commissario, non si è andato avanti per niente e oggi si cominciano a fare le prime opere. Se molti soldi non vengono spesi, penso che sia giusto, magari 90 milioni, anticiparli per le aree che sono in grado di poterli utilizzare, a differenza di chi ancora non è pronto.
Mi sembra una manovra più che oculata, più che attenta proprio per essere attenti alle esigenze di tutti i marchigiani.
Dopodiché si parla di piccoli Comuni si parla dei tagli, è vero, però è anche vero che quando diamo 20.000 euro, 30.000 euro ai piccoli Comuni per attività, per sistemare una strada, per fare qualcosa, ci viene detto di tutti i colori, oppure quando votiamo per far rimanere nelle aree interne il Tribunale di Camerino qualcuno si alza, non vota ed esce, secondo me non sta a dimostrare che ci teniamo poi così tanto. Se ci teniamo, ci dobbiamo tenere sempre, piuttosto che fare delle dichiarazioni, siamo coerenti con quello che facciamo.
Io come Sindaco di un piccolo Comune ho subito tante vessazioni nei 20 anni che ho avuto modo di amministrare, 30, perché ancora ci sono e grazie al Commissario la ricostruzione sta andando avanti, ve lo posso assicurare, come tante altre attività.
Non facciamo della demagogia, non facciamo finta che magari uno è uscito perché doveva andare al bagno quando c'era da votare per il Tribunale di Camerino, almeno siamo sempre coerenti.
Il voto del gruppo Lega è a favore della mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Non ripeto quanto ho risposto nell'interpellanza fatta dal Consigliere Rossi, che oggi è stata trasformata in una mozione.
Ricordo alcuni numeri: i piccoli Comuni sotto i 5.000 abitanti - quelli sotto 1.000 sono ancora meno, non sono riuscito a trovare il numero - sono 5.500 in tutta Italia, in Piemonte 1.046 e in Lombardia 1.043; sono il 17% della popolazione italiana.
Sono d'accordo con quanto detto dal Consigliere Carancini, che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non compensa i mancati tagli, però ricordo alcuni numeri da Assessore al bilancio. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza nella nostra regione cuba 4,5 miliardi, 500 milioni sono gestiti completamente dalla Regione Marche, per gli altri 4 milioni il rapporto è del Governo, dei Ministeri con i Comuni. Pensate che è stato istituito proprio per i piccoli Comuni perché la criticità più grossa che c'era stata rappresentata era quella non avevano una professionalità tale da poter disbrigare tutte le pratiche del Piano nazionale ripresa e resilienza, quantomeno per la rendicontazione. Con il progetto 1000 esperti siamo usciti con 31 persone e le ultime quattro persone l'abbiamo …, 31 persone sono per tutti, 4 persone le abbiamo dedicate alle cinque province marchigiane, proprio per i piccoli Comuni.
Io dico che la legge sui borghi è antecedente al taglio che è stato effettuato dal Governo e noi siamo stati precursori e siamo stati molto attenti al futuro dei piccoli Comuni.
Essendo stato per tanti anni nella grande famiglia dell’Anci, ritengo, Consigliere Rossi, che questa mozione vada di concerto condivisa con l'associazione nazionale dei Comuni . io ed i Consiglieri Carancini e Mangialardi siamo stati nel direttivo regionale - perché al proprio interno ha anche un Presidente dei piccoli Comuni.
Secondo me questa nostra mozione andrebbe condivisa e questa problematica portata avanti con l’Anci ed in particolare con il Presidente dei piccoli Comuni. Grazie.
PRESIDENTE. Credo che tutti si siano espressi in merito alla votazione che si svolgerà. Consigliere Rossi, andiamo direttamente in votazione?
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Credo di sì, ho visto che c'è l'unanimità di tutti, al di là del distinguo particolare.
Vorrei ringraziare il gruppo Civici Marche ed il suo Presidente che ha sollevato questa problematica.
Come Consiglio regionale con questa mozione difendiamo i nostri 55 Comuni che sono interessati alla questione, indipendentemente dal distinguo e da considerazioni di altro carattere.
Ringrazio anche la Giunta Acquaroli che, indipendentemente dalle colorazioni politiche del Governo nazionale, è riuscita a considerare importante questo atto di indirizzo, poi vedremo se il Governo in qualche maniera rivaluterà questi tagli.
Noi come Consiglio regionale abbiamo fatto la nostra parte, indipendentemente dalle nostre appartenenze politiche, e credo che questo sia un segno per tutti i nostri 55 piccoli Comuni che rappresentano il 25% dei Comuni marchigiani. Grazie per il vostro supporto. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 539. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La Consigliera Bora esprime voto favorevole.
Interrogazione n. 1364
ad iniziativa dei Consiglieri Minardi, Vitri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo
“Privacy e sicurezza dei dati di cittadini e imprese marchigiani: le banche dati regionali sono state violate?”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1364 dei Consiglieri Minardi, Vitri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. In merito all'interrogazione in oggetto si evidenzia che le iniziative intraprese dalla Regione Marche in ambito di cyber si inseriscono nell'ampio percorso intrapreso per rafforzare la propria resilienza, in risposta ad un contesto caratterizzato da preoccupazioni crescenti riguardo alla protezione dei sistemi digitali.
Recenti attacchi informatici hanno colpito non solo le pubbliche amministrazioni, ma anche diverse attività economiche, mentre le crisi geopolitiche in corso hanno ulteriormente amplificato i rischi per l'integrità delle infrastrutture informatiche. Questa è la premessa.
Ad ogni domanda c'è una risposta. Domanda n. 1: se sono state violate le banche dati della Regione Marche. Non ci sono state violazioni delle banche dati della Regione Marche, ma ci sono stati tentativi di attacco prontamente bloccati.
Domanda n. 2 quali e quanti investimenti la Regione Marche ha effettuato. Qui la risposta è più complessa, la Giunta regionale ha predisposto servizi Soc, appaltati a fornitori, per intercettare potenziali minacce o tentativi di intrusione o accesso improprio, allo stesso tempo nel contesto del nostro sistema integrato di gestione (conforme agli schemi per cui il datacenter risulta certificato) sono state implementate anche procedure ed accorgimenti che coinvolgono fornitori e dipendenti regionali.
Nello specifico per quanto concerne fornitori e personale interno si è provveduto a includere accordi di riservatezza (NDA) in tutti i contratti con i soggetti esterni.
La Regione Marche può contare su un datacenter all'avanguardia, che ha conseguito la certificazione Iso 27001 per i sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni, la certificazione Iso 9001 per la qualità organizzativa nella gestione erogazione dei servizi del Datacenter regionale, Iso 20000 per l'erogazione dei servizi tramite cloud, Iso 22301 per la continuità operativa (Business continuity), Iso 14001, certificazione di sistema di gestione ambientale.
Questo percorso ha consentito alla Regione di conseguire, da parte dell'Agenzia italiana digitale, la qualificazione più elevata e di entrare nel catalogo AgId dei “Cloud service provider” e dei servizi digitali evoluti, al fianco di altre realtà di livello nazionale.
Per quanto attiene alle iniziative promosse dalla Regione Marche per garantire ed aumentare il livello sicurezza si stanno attuando diversi progetti che hanno poi dei finanziamenti relativi:
- intervento 1: rafforzamento dei processi e delle procedure relative alla cybersicurezza servizi erogati tramite l'infrastruttura Cloud regionale; un intervento di quasi 1 milione di euro
- intervento 2: miglioramento della sicurezza con il coinvolgimento dei servizi di assistenza sanitaria, anche qui di quasi 1 milione di euro. Questi due interventi sommano 1.998.000. Sirt Regione Marche, che sarebbe questo comitato di sicurezza che abbiamo tra l'altro recentemente portato in Giunta, che è un altro intervento, in questo caso non mi sembra ci sia un finanziamento specifico, poi le lascio, Consigliere Minardi, tutta la documentazione, l'avrà scritta e la potrà vedere direttamente.
- Misura 55 - progetto primo: intervento per il rafforzamento cyber delle aziende sanitarie, rafforzamento Cybersecurity sistema sanitario regionale;
- progetto secondo: rafforzamento cyber degli enti del territorio - Cybersecurity sistema enti locali del territorio e soggetti rappresentativi dell'ecosistema economico sociale. Abbiamo il totale degli interventi, che dovrebbe essere sui 4,7 milioni.
Poi interveniamo con il Piano nazionale complementare (PNC) per il potenziamento dell'infrastrutturazione di base finalizzata all'aumento della resilienza della comunicazione.
In pratica progetti già finanziati per un totale di 11 milioni circa.
Lascio la risposta all’ufficio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Arriviamo ad avere la risposta dopo alcuni mesi da quando sono accaduti i fatti gestiti dalla direzione antimafia del distretto antimafia di Milano, che ha visto mettere in campo un sistema di dossieraggio fatto dalla ditta Equalize. Sono stati costruiti ad arte dei dossier con accessi abusivi.
Questa interrogazione è nata dalla preoccupazione perché sono stati violati sistemi che teoricamente dovrebbero essere inviolabili, nel senso che è stato violato il sistema delle banche dati dello Stato, in particolare del Ministero dell’Interno, la banca dati dell'Inps. la banca dati Serpico del sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, la Npr, l’agrafe nazionale della popolazione residente, il Sima, il sistema informativo valutario.
Questa inchiesta, che è stata portata avanti dalla direzione antimafia, vede di fatto in campo una situazione molto preoccupante ecco perché la mia interrogazione, perché c'è stato un gruppo che di fatto raccoglieva i dati per poi sfruttare informazioni riservate con l'obiettivo di mettere in atto profitti, in modo non corretto, violando i server più importanti, tra cui anche quelli delle forze di polizia.
Se mi lascia gentilmente la risposta che mi ha letto, Assessore Antonini, la ringrazio.
Credo che la preoccupazione la dobbiamo avere come Regione Marche, sapendo che se sono stati violati dei livelli così elevati, come quelli del Ministero dell’Interno, i rischi li corriamo tutti quanti, tutti i giorni e tutti insieme, perché nessuno di noi può ritenersi immune da queste violazioni.
Il fatto che si stiano facendo 11 milioni di investimenti credo che sia un dato estremamente positivo, la cosa che mi permetto di suggerire, anche se non sono un ingegnere o un tecnico informatico …, sappiamo che se da una parte c'è chi si preoccupa di rafforzare e di migliorare il livello di sicurezza, dall'altra parte c'è sicuramente chi lavora notte tempo per violare questi sistemi. Siccome anche nelle banche dati della Regione Marche ci sono dati molto sensibili, partirei non solo da quelli delle imprese che partecipano ai bandi e mettono a disposizione tutta una serie di dati e di informazioni, ma mi riferisco in particolare a quelli forse ancor più delicati, che riguardano il fascicolo elettronico, dove ci sono tutte le informazioni sulla salute dei cittadini.
Io la ringrazio, mi ritengo parzialmente soddisfatto per quello che sta facendo con l'appello ad elevare sempre di più. Grazie.
Interrogazione n. 1400
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Conseguenze del D.M. 21.06.2024 “aree idonee” per l’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1400 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Il decreto ministeriale di giugno 2024 è stato oggetto di un ricorso ed il 5 febbraio, ovvero pochi giorni fa, è iniziata la discussione perché era stata data la sospensiva cautelare rispetto al decreto ministeriale, che dava alle Regioni la competenza di fare una legge sulle aree idonee e non idonee. Ora è iniziata la discussione e la sentenza vera e propria arriverà a fine marzo.
Noi nel frattempo abbiamo pensato di non intervenire con una legge specifica perché rischieremo di fare, come è successo in Sardegna, dove la legge sulle aree idonee e non idonee è stata impugnata direttamente dal Ministero e di fatto attualmente la sua efficacia è sospesa. E’ importante, perché da quello che ne verrà fuori noi sapremo come e in che termini intervenire nell'individuare le aree idonee non idonee.
Nel frattempo noi stiamo facendo il Piano clima energia, abbiamo fatto diversi incontri con alcuni stakeholders, il piano nella sua bozza è stato redatto dalla Politecnica delle Marche, se ne è occupato il professor XX, sono iniziati una serie di confronti sul territorio, possiamo dire che ad oggi di certo che cosa c'è? Voi sapete noi dobbiamo raggiungere l'incremento di 2,3 GW da energia elettrica da fonti rinnovabili.
Purtroppo le Marche, credo che sia presente anche nella premessa dell'interrogazione, come ben sa, sono una delle Regioni che forse ha il maggior deficit di produzione energetica rispetto ai consumi ed è per questo che bisogna cercare di incentivare il più possibile, di incrementare e di arrivare a questi 2,3 GW di incremento entro il 2030.
Quali potrebbero essere le tre vie di sviluppo delle fonti rinnovabili? Sicuramente l'eolico, come già mi sembra che avevo risposto all'interrogazione precedente, che per noi è soprattutto offshore, cioè eolico in mare. Lo posso dire chiaramente, tra l'altro stamattina mi ha anche intervistato Rai 3, c'è una contrarietà di fondo a sviluppare l'eolico onshore, cioè a terra. A meno che non ci siano sviluppi particolari e eccezionali, ad oggi non prevediamo nessun tipo di nuovo sviluppo di energie rinnovabili da eolico onshore, cioè eolico a terra. Noi puntiamo soprattutto al fotovoltaico su aree industriali e residenziali, tra l'altro a breve uscirà un bando per le imprese, per circa 20 milioni, di euro con il quale sosteniamo il risparmio energetico, consumo, autoconsumo energetico da fotovoltaico in aree industriali, che dovrebbe rappresentare il maggior sviluppo di energie rinnovabili. Poi c'è una parte relativa all'agrivoltaico, con dei finanziamenti a livello nazionale, che per noi va bene, ma nel momento in cui rimangano chiari alcuni principi. Il primo è che i terreni agricoli hanno una vocazione agricola e non servono per speculazioni o altro dal punto di vista energetico. Richiederemo un agrivoltaico di quelli integrali rafforzato, che dovrà garantite determinate coltivazioni sotto le pensiline.
Seconda cosa, fondamentale per noi è lo sviluppo di questa energia, l'abbiamo detto, perché siamo una Regione carente, anzi tra le più carenti, però allo stesso tempo salvaguardando proteggendo, tutelando il nostro patrimonio paesaggistico e le nostre aree a vocazione agricola e turistica.
Non sarà una cosa semplicissima, però con gli obiettivi che ci siamo prefissi, presenti nel piano, sono certo che riusciremo a sostenere tutto.
Ripeto, sull'eolico a terra non ci sarà nessun nuovo sviluppo da parte della Regione, ci sono dei progetti già avviati con delle procedure già in essere, riguardano soprattutto autorizzazioni a livello nazionale che si sono anche inserite in un momento di vacatio della legge, purtroppo questo non dipende da noi, ma nel momento in cui metteremo in campo il discorso delle aree idonee, io sono chiaro fin da ora, non ci sarà uno sviluppo dell'eolico a terra. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta, che mi vede in parte soddisfatta, nel senso che a grande linee la nostra posizione non è diversa da quella che ha annunciato lei, però in questi 4 anni abbiamo fatto degli errori che dobbiamo riconoscere, perché il decreto delle aree idonee, che di fatto ha portato a poco nulla, se non problemi per le Regioni, ha di fatto decadere la legge regionale. Noi avevamo anticipato che quella legge regionale sarebbe servita a poco, però è stata portata avanti perché serviva un po’ per far fare campagna elettorale all’attuale Sindaco di Fano, ex Consigliere regionale. Io non credo che sia diventato Sindaco per questo, però voglio dire che a volte avete esagerato con la propaganda, però nei fatti il problema non è stato risolto.
Un'altra cosa che vorrei dire è che indipendentemente dall'esito della sentenza, di cui lei ha parlato, noi dobbiamo colmare questo deficit energetico, come giustamente ha detto lei, l'obiettivo è molto alto perché dobbiamo arrivare a 2,3 GW di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030 e ad oggi siamo solo allo 0,3, ne manca parecchio.
Vorrei anche dire che lo 0,3 GW, che pure appare pochissimo, è stato raggiunto anche per merito del superbonus, che purtroppo a livello nazionale avete affossato, secondo noi colpevolmente, perché questo mette di nuovo, per un'azione fatta dal Governo, in difficoltà le Regioni, come la nostra.
Poi ci sono, e lo sappiamo tutti, un'infinità di richieste di installazione di impianti eolici e agrivoltaici, che sono state ben documentate ed evidenziate nel documento che è stato inviato a tutti noi, immagino anche a lei, dalla coalizione delle associazioni Tes. Se noi non porremo un argine a tutte queste richieste di autorizzazione, queste andranno a buon fine e la responsabilità sarà a questo punto solo vostra.
Non possiamo arginare questo fenomeno con le mozioni che affollano gli ordini del giorno e molto spesso sono fatte proprio da esponenti di maggioranza, questo bisogna che ce lo diciamo con chiarezza per l'ennesima volta, perché le richieste di installazione di questi tipi di impianti non è in nostro potere fermarle attraverso degli atti che possono essere anche votati all'unanimità, come a volte è successo, però non è il Consiglio regionale che può fermare tutte queste cose, ma lo può fare l'esecutivo facendo finalmente quello che gli spetta e viene rimandato costantemente.
Per quanto riguarda l'analisi tecnica commissionata alla Politecnica lei parlava, mi sembra, se non ho capito male, di una bozza?
(intervento fuori microfono)
Marta RUGGERI. Assessore, a noi interesserebbe moltissimo leggere questa bozza per capire di cosa si tratta.
L’eolico offshore ci vede perfettamente d'accordo, sul fotovoltaico nelle aree industriali e residenziali figuriamoci se non siamo d'accordo, anche sull’agrivoltaico idem, però tutto ciò arriverà con un estremo ritardo. In parte sì, Assessore, su questo non sono perfettamente d'accordo con lei, forse bisognava iniziare a lavorarci prima perché tanto prima o poi lo dovremmo fare questo atto. Lei è d'accordo, gli obiettivi che dobbiamo raggiungere, Assessore.
(interventi fuori microfono)
Marta RUGGERI. Però, è qualcosa di inutile, ma se mi permette …
Interrogazione n.1406
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Progetto Banda Ultra Larga”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1406 del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Secondo i dati disponibili nel portale di monitoraggio Infratel e pubblicati nel portale Bul, dei 217 Comuni interessati dai lavori banda ultra larga sulla rete in fibra, risultano solo 3 Comuni che non hanno il fine lavori della rete secondaria in fibra e sono: Sasso Corvaro, Montecalvo in Foglia e Fano. Francavilla d’ Ete è stato stralciato a seguito della richiesta del Comune.
Come intende risolvere la questione dell’allaccio banda ultra larga di tutti i numeri civici? I numeri civici che rientravano nel piano banda ultra larga sono stati inseriti nella progettazione esecutiva elaborata dal Concessionario Open Fiber, come previsto nel bando di gara, tenuto conto degli esiti delle riunioni preistruttorie e conferenze di Servizio alle quali hanno partecipato i Comuni con il coordinamento della Regione Marche.
Laddove la Regione Marche o i Comuni hanno rilevato delle aree di mancata copertura, queste sono state segnalate ad Infratel per essere ricomprese in un piano integrativo. Tali segnalazioni sono state acquisite da Infratel, che nel 2021 le ha sottoposte a consultazione degli operatori. La mappatura per civico condotta nel 2021 ha definito l'elenco dei civici messi a gara nel Piano Italia 1 Giga, attualmente in corso di attuazione, volto a fornire connettività a 1 Gbit al secondo alle unità immobiliare non coperte da banda ultra larga. I numeri civici che rientrano nel Piano Italia 1 Giga sono consultabili nel portale dedicato agli interventi PNRR sulle reti ultraveloci, che sarebbe: https://connetti.italia.it/. Poi, Consigliere Rossi, le lascio la risposta.
Domanda 2: se sono previsti fondi, eccetera. I ripristini definitivi delle strade interessate dai lavori sono previsti dal bando di gara Infratel e sono a carico del Concessionario Open Fiber. Ciascun Comune ha sottoscritto una convenzione con Ifratel per la realizzazione e la manutenzione della rete a banda ultra larga nel proprio territorio. Qualora i Comuni dovessero rilevare criticità nell'esecuzione a regola d'arte dei ripristini da parte del Concessionario Open Fiber, possono rivolgersi ad infratel, secondo quanto prevede la convenzione. Infatti, come previsto dalla normativa, il Concessionario Open Fiber ha stipulato una polizza Car (Contractor’s All Risks) per “danni alle opere” e “responsabilità civile verso terzi”, riguardante i danni causati a terzi durante l'esecuzione dell'opera in conseguenza della stessa.
La Regione Marche, ogni qualvolta riceve delle segnalazioni dai Comuni e dai cittadini, si attiva prontamente con il Concessionario Open Fiber e con Infratel per la verifica delle segnalazioni e la risoluzione delle problematiche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. La ringrazio per queste informazioni, ringrazio anche il Consigliere comunale di Urbino XX, che mi ha suggerito questa interrogazione.
Ci ha dato alcune informazioni, adesso andremo a vedere questo piano integrativo e approfondiremo la situazione perché a noi risulta che molti numeri civici sono ancora sprovvisti di banda ultra larga.
Anche sul discorso del ripristino delle strade interessate dalla fibra ci sarebbe molto da dire, adesso verificheremo anche con i Comuni nei quali sono stati fatti i lavori e sono state abbandonate le strade.
Approfondiremo come Civici Marche la questione, sia per quanto riguarda il raggiungimento dei Comuni previsti e i numeri civici sia sulla criticità relativa alle strade sventrate, per il passaggio dei cavi, e non ripristinate in maniera ottimale. Grazie.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15:10.