Resoconto della seduta n.76 del 24/04/2012
SEDUTA N. 76 DEL 24 APRILE 2012


La seduta inizia alle ore 10,15

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 75 del 17 aprile 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate la seguenti proposte di legge:
- n. 196 in data 4 aprile, ad iniziativa del Consigliere Pieroni, concernente: “Iniziative regionali per la celebrazione dei 150 anni della fondazione dell’industria italiana della fisarmonica - 1863/2013", assegnata alla I Commissione in sede referente ed alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno;
- n. 197 in data 18 aprile, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni per il personale del Consorzio di Sviluppo industriale delle valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4, al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 2, della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15 ed alla III Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 68 del Regolamento Interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 43 in data 29 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Piano per le attività cinematografiche - legge regionale 31 Marzo 2009, n. 7”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, lett. c), della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4 e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1, lett. b) n. 2, della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 311 dei Consiglieri Zinni, Badiali, Bucciarelli, Malaspina, Ricci, Giancarli, Perazzoli, Natali, Traversini, Ortenzi, Carloni, Ciriaci, Zaffini, Marinelli, Massi, D’Anna, Silvetti, Bugaro, Romagnoli, Foschi, Eusebi, Marangoni “Mantenimento di un numero adeguato di sedi distaccate di Tribunale e di Ufficio del Giudice di Pace nelle Marche”;
- n. 312 del Consigliere Latini “Disoccupazione giovanile”;
- n. 313 della Consigliera Giorgi “Crisi del Sistema Teatrale e del settore dello spettacolo dal vivo”;
- n. 314 del Consigliere Binci “Situazione Telecom Italia nelle Marche”.
La Corte Costituzionale ha trasmesso la decisione n. 86 del 2 aprile 2012 che dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 21 della legge della Regione Marche 29 aprile 2011, n. 7 (Attuazione della Direttiva 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno e altre disposizioni per l’applicazione di norme dell’Unione Europea e per la semplificazione dell’azione amministrativa. Legge comunitaria regionale 2011), articolo che sostituisce l’articolo 34 della legge della Regione Marche 28 ottobre 2003, n. 20 (Testo unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione).
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 490 del 10.04.2012 concernente: Art. 2 comma 1 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 79.128.977,03;
- n. 491 del 10.04.2012 concernente: Art. 2 comma 1 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 2.339.125,40;
- n. 492 del 10.04.2012 concernente: Art. 2 comma 1 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 1.252.609,32;
- n. 493 del 10.04.2012 concernente: Art. 2 della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente – euro 212.000,00;
- n. 494 del 10.04.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 25 commi 1 e 2 della l.r. n. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della UE vincolati a scopi specifici e delle relative spese – progetto innovage – euro 302.025,00. Modifica al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011;
- n. 519 del 16.04.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 – Art. 25 comma 1 e 2 della l.r. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della UE vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 166.966,00;
- n. 520 del 16.04.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – Spese di personale – Importo di euro 3.500,0Bilancio di Previsione0;
- n. 521 del 16.04.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 – Art. 25 comma 2 della l.r. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 1.575,00;
- n. 522 del 16.04.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera c) - della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l’anno 2012, conseguentemente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali – euro 1.350.000,00;
- n. 523 del 16.04.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 403.292,78;
- n. 524 del 16.04.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 63.247,44;
- n. 525 del 16.04.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 38.000,00. Modifiche tecniche al POA;
- n. 526 del 16.04.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 14.840,00.
Hanno chiesto congedo il Presidente Spacca, l’Assessore Giannini, i Consiglieri Bugaro e Zinni.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. In sede di Conferenza dei Capigruppo abbiamo predisposto il seguente ordine dei lavori. Al primo punto alcune interrogazioni e le interpellanze, poi i punti 3) e 4), infine le mozioni n. 268 e 306, la mozione n. 311, che se l’Aula è d’accordo dobbiamo prima iscrivere all’ordine del giorno, la mozione n. 196 e la mozione n. 310.


Richiesta ai sensi dell’art. 35, sesto comma, Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Foschi, ne ha facoltà.

Elisabetta FOSCHI. Presidente, intervengo per richiamare la sua attenzione affinché lei possa garantire il lavoro di tutti i Consiglieri regionali.
Sappiamo che in base al Piano socio-sanitario, recentemente approvato, entro il 30 aprile – e mi rivolgo anche all’Assessore Mezzolani – i direttori di Area vasta devono predisporre i piani di gestione per ogni Area vasta.
Personalmente so che questi piani sono stati elaborati. Attualmente sono in discussione presso le organizzazioni sindacali. Inoltre sono stati valutati da alcuni Sindaci – non da tutti perché le Conferenze dei Sindaci, per vostra volontà, non hanno più il potere che avevano prima –. Non sono invece a disposizione dei Consiglieri regionali, e quando questi, come la sottoscritta, li richiedono viene risposto che non esiste alcun documento del genere.
Spiace doverlo avere sempre per altre vie, perché, appunto, questa programmazione sanitaria regionale, attuazione Piano sanitario regionale 2012-2014, Area vasta 1 - che è quella che a me interessa particolarmente –, analisi strategica della domanda e dell’offerta dei servizi sanitari ex zona 1, 2 e 3, esiste.
Vorrei che non accadesse come lo scorso anno con la determina n. 240, anche questa in mano ai sindacati e a talune persone mentre i Consiglieri regionali non riuscivano ad averla.
Ecco, siccome anche quest’anno siamo in un periodo di campagna elettorale non vorrei accadesse la stessa cosa verificatasi spiacevolmente anche lo scorso anno.

PRESIDENTE. Consigliera Foschi, io non posso far altro che prendere atto della sua segnalazione. Farò un’apposita segnalazione scritta all’Assessorato per verificare se quello che lei sostiene è vero. Perché certamente non si può negare a un Consigliere regionale ciò che viene invece distribuito a chi, pur avendo ruoli rispettabilissimi, non ha lo status di Consigliere regionale. Di questo ce ne accerteremo per iscritto come Ufficio di Presidenza.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.

Raffaele BUCCIARELLI. Credo non sfugga a nessuno, Presidente, che questa Assemblea legislativa, che è l’organismo istituzionale più importante della nostra regione, oggi si celebrerà in assenza del numero legale. E non a sarò io a chiederlo, Presidente. Non lo farò per responsabilità nei confronti di tutte le marchigiane e i marchigiani e anche per rispetto dell’ordine del giorno ove ci sono iscritte cose importanti da discutere.
Questa maggioranza è irresponsabile! E’ una maggioranza che ha avuto la fiducia dei marchigiani ma poi non viene in Assemblea legislativa!
Oggi purtroppo è questo che dobbiamo rilevare. E’ questo a cui oggi purtroppo assistiamo.
Le ripeto, Presidente, non chiederò la verifica del numero legale, però a tuttora il numero legale non c’è.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, mi riallaccio all’intervento della Consigliera Foschi. Qui abbiamo l’Assessore alla sanità che può garantire su quanto appunto chiesto dalla Consigliera Foschi, cosicché nel garantire lei garantirà anche tutti noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l’Assessore Mezzolani, ne ha facoltà

Almerino MEZZOLANI. Presidente, raccoglierò le sollecitazioni che su questo arriveranno attraverso la Presidenza, voglio però ricordare che essendo una discussione in itinere, con rispettiva contrattazione sindacale, nel momento in cui avremo terminato quel tipo di lavoro lo stesso verrà messo a conoscenza dei territori e delle Conferenze dei Sindaci, come pure di tutti i Consiglieri. Quindi, ecco, aspettiamo prima di finire il lavoro.

Giulio NATALI. Io non voglio turbare i lavori però dico questo. Che qui ci sia un lavoro in itinere dal punto di vista occupazionale, che è quello che interessa il sindacato, è un discorso su cui nessuno credo possa mettere bocca. Però poi c’è anche un piano strategico che in ogni Area definisce quali sono gli indirizzi che la Regione vuole dare. Quindi penso che i Consiglieri regionali abbiano il diritto di avere queste cose il prima possibile per poterle esaminare, al di là, ripeto, del rapporto dal punto di vista delle risorse umane con il sindacato.
Per cui, Assessore, un suo silenzio forse mi avrebbe tranquillizzato, invece la sua risposta mi preoccupa maggiormente. La sua risposta mi sembra faccia capire che state in ogni caso predisponendo un discorso (che tra l’altro è parziale) e che quindi noi non sapremo (non si sa fino a quando) quali sono le linee strategiche della Regione Marche nelle cinque Aree vaste.
Quindi vorrei - e su questo chiedo che lei si faccia garante, Presidente - che il prima possibile si possa avere il piano. Poi quello che sarà il work in progress è un problema diverso. Ma intanto, ripeto, dobbiamo avere il piano.


Interrogazione n. 345
del Consigliere Bugaro
“Procedura per la copertura dell’incarico di Direttore Amministrativo di Presidio INRCA”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 345 del Consigliere Bugaro viene rinviata in quanto il Consigliere Bugaro ha chiesto congedo.


Interrogazione n. 566
del Consigliere Solazzi
“Opere accessorie alla 3° corsia della A14 e realizzazione della strada complanare nel tratto Fano Sud”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 566 del Consigliere Solazzi è rinviata.


Interrogazione n. 358
del Consigliere Marinelli
“Integrazione dei medici di famiglia nel CUP - Centro Unico di Prenotazione regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 358 del Consigliere Marinelli. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Nel corso dell’autunno 2011, in occasione degli incontri con le rappresentanze dei medici di medicina generale, il Dipartimento per la Salute e per i Servizi Sociali ha avuto modo di illustrare la sintesi dell’evoluzione dei servizi del CUP unico regionale per il 2012.
In questa illustrazione si è ampiamente riconfermata la prospettiva di un coinvolgimento dei medici di medicina generale nella prenotazione delle prestazioni e delle visite specialistiche per gli assistiti, e tutto ciò non poteva non essere supportato con la dotazione di opportuni strumenti informatici.
Il Dipartimento per la Salute e per i Servizi Sociali ha programmato questo coinvolgimento dei medici in un quadro di evoluzione dei servizi del sistema sanitario regionale. Come deriva dal piano stesso.
Questa evoluzione è in fase di progettazione ed è supportata – è da qui quel necessario ritardo - attraverso gli investimenti previsti dall’Accordo di Programma sottoscritto con il Ministero della Salute (crf. dgr n.17 dell’11 gennaio 2010); la partecipazione dei medici di medicina generale, nel disegno e nella definizione di questa evoluzione, è stata garantita istituendo un gruppo tecnico di lavoro espresso dal Comitato regionale per la medicina regionale (verbale del 17 maggio 2011).
Il gruppo tecnico ha svolto, con una serie di riunioni nel corso dell’estate-autunno 2011, un lavoro di definizione, condivisione e conferma dei servizi previsti per i MMG; attualmente sono in corso le fasi preliminari per la bandizione della gara finalizzata all’acquisizione dei beni e servizi necessari alla realizzazione di quanto condiviso.
Il prossimo Comitato regionale per la medicina regionale prevede all’ordine del giorno un punto di discussione sul tema servizi di prenotazione per i MMG ed un ulteriore work in progress del lavoro condiviso, appunto, con le rappresentante dei MMG.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Faccio intanto presente che questa interrogazione è stata presentata nel mese di maggio dello scorso anno. Quindi nonostante la ragionevole lentezza nel predisporre la risposta (soprattutto quando non ci sono elementi per rispondere) la stessa è comunque negativa, Assessore. Nel senso che ha parlato di tante cose, di tavoli tecnici ecc., ma la sostanza è che nulla è stato fatto e che pertanto le cose rimangono così come sono.
Riguardo alle difficoltà del CUP nel rispondere alle esigenze dei cittadini vi è stato un impegno preso qui in Assemblea legislativa dal dott. Ruta il quale dava già per realizzato ciò che poi in questo anno non è stato fatto.
Si parlava dell’integrazione delle farmacie. E’ stata fatta una piccola sperimentazione a San Benedetto che però non ha dato i frutti sperati, nessun farmacista infatti può star lì a prenotare le visite dei pazienti sottraendo una unità al lavoro.
I medici di medicina generale che sono inseriti nel territorio non sono stati minimamente interessati, Assessore, non c’è stato nessun incontro tecnico con le loro categorie sindacali, nessun responsabile delle attività mediche è stato interpellato per risolvere questo problema. Magari ci sono stati tanti tavoli di lavoro interni a noi medici, ma nessuna risposta è stata data, perché, appunto, non c’è stato nessun coinvolgimento.
Il dott. Ruta ha dato per realizzato quello che ancora deve essere abbozzato. Si dà per venduto un progetto che invece deve essere ancora conosciuto, analizzato e studiato. Ecco, non è un modo serio di parlare di sanità, di intervenire sulle difficoltà del CUP. Ci siamo quasi abituati ai disservizi, ma certo è che non potete mettere di mezzo né i farmacisti né i medici di medicina generale che sono attenti e anche disponibili.
Io personalmente sono contrario, perché mi sono laureato per fare il medico non per prenotare le visite dei miei pazienti, ma per migliorare la qualità e tenendo conto delle difficoltà se ne può anche discutere.
Però, Assessore, la prego di evitare che il dott. Ruta dica delle stupidaggini. Perché quello è stato un impegno non mantenuto e dunque una risposta negativa per i tanti bisogni dei cittadini.
Quindi poche parole e più fatti. Certamente da parte mia ci sarà sempre attenzione e disponibilità nell’andare incontro alle esigenze dei marchigiani.


Interrogazione n. 583
del Consigliere Silvetti
“Agenzia Entrate di Pesaro - responsabilità sostituti imposte”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 583 del Consigliere Silvetti. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La questione sollevata dal Consigliere Silvetti relativa sia alla responsabilità dei sostituti d’imposta di cui all’art. 64 del DPR 600/1973 sia alla solidarietà del sostituto di imposta di cui all’art. 35 del DPR 602/1973 in caso di mancato versamento delle ritenute Irpef è stata oggetto – come lei immagino sappia - di diverse sentenze da parte della Corte di cassazione e delle Commissioni tributarie provinciali che hanno offerto distinti ed interessanti spunti di riflessione sul profilo sostanziale della sostituzione tributaria e, specificamente, sulla configurazione giuridica della ritenuta e sulla natura dell’obbligazione tributaria del sostituto e del sostituito.
Di conseguenza, la fattispecie genericamente indicata nell’interrogazione, seppur appare essere un’imposizione unilateralmente vessatoria che non tiene conto della buona fede da parte dei lavoratori interessati, merita un approfondimento nei dettagli per conoscere le ragioni che hanno spinto l’Agenzia delle Entrate a non riconoscere la mancata responsabilità del debito tributario da parte dei sostituiti.
E’ intenzione pertanto di questa Amministrazione promuovere un incontro con l’Agenzia delle Entrate sulla materia – voglio segnalare che ieri abbiamo approvato una bozza di convenzione generale con l’Agenzia delle Entrate, penso che il 7-8 maggio questo incontro si potrà svolgere - , nel caso di specie riguardante le procedure di recupero avviate a Pesaro delle ritenute Irpef nei confronti di alcuni lavoratori dipendenti, per avere i necessari ragguagli sullo stato delle menzionate procedure ed eventualmente proporre soluzioni miglioative in ragione della eventuale e comprovata buona fede dei contribuenti lavoratori.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Ringrazio l’Assessore. Mi solleva il fatto che la Regione Marche si farà parte dirigente per fare questa verifica.
Questa situazione sta fortemente gravando sui cittadini contribuenti di Pesaro e vede anche una disparità di trattamento in quanto l’Agenzia delle entrate delle altre quattro province non si adoperano in questo modo. Ecco, questa è la prima anomalia.
Un lavoratore che sapeva con certezza che il proprio datore provvedeva alla trattenuta dei contributi, che oggi licenziato o in cassa integrazione viene a sapere che i suoi contributi non sono stati versati e che l’Agenzia delle Entrate glieli chiede nuovamente, ebbene, si può ben capire che c’è una disparità di trattamento, una gravosa situazione che non è più sostenibile, Assessore.
Dunque auspico fortemente che la Regione Marche si attivi quanto prima per questa verifica.
La situazione è particolarmente gravosa soprattutto nei confronti di chi oggi non ha più il posto di lavoro, e quindi si trova costretto a subìre oltre al danno anche la beffa.
Il territorio necessita pertanto di una risposta urgente, cosicché potremo dare più certezze e risollevare da un’ulteriore situazione gravosa un numero sempre più crescente di persone. Lei peraltro sa bene che in questa regione il numero di fallimenti e di chiusure purtroppo sta assumendo, in proporzione, dei primati preoccupanti. E la provincia di Pesaro si contraddistingue anche per questo tipo di disagio che sta appunto attanagliando non poche famiglie.


Interrogazione n. 294
del Consigliere Latini
“Situazione precari dell’Asur della zona territoriale jesina”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 294 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito all’interrogazione si risponde quanto segue sulla base della relazione inviata dal Direttore dell’ Area Vasta n. 2.
“Nessun precario è stato licenziato da questa Area Vasta. Nei primi mesi del 2012 sono stati assunti n. 8 infermieri a tempo indeterminato, grazie a procedure di mobilità, anche se permangono alcune situazioni di criticità che si cercherà di risolvere con il piano assunzioni in fase di elaborazione.
Le suddette criticità non pregiudicano comunque le condizioni di sicurezza delle U.O., nelle quali è garantita la continuità assistenziale secondo gli standard vigenti. Si fa presente, inoltre, che l’autosufficienza, indispensabile nel periodo estivo per garantire la corretta fruizione da parte di tutto il personale del dovuto periodo di ferie contrattualmente previsto, molto spesso e per diverse motivazioni (gravidanze, lunghe malattie, dimissioni improvvise, part time verticale, ecc.) viene meno durante il corso dell’anno, senza pregiudizio per la corretta funzionalità dei servizi e per il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Per quanto riguarda il laboratorio analisi la situazione denunciata è semplicemente il risultato di una modalità organizzativa consueta, che a fronte di assenze improvvise e impreviste del personale impegnato nelle attività di prelievo, al fine di non creare disagio all’utenza, prevede l’utilizzo di personale di altre UU.00., resosi precedentemente disponibile ad effettuare tale attività nel momento in cui avvengono quelle circostanze.
Le eventuali problematiche che potrebbero delinearsi nel futuro, relativamente al turn over del personale, saranno affrontate da questa Direzione in accordo e in sintonia con l’ASUR.”

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Ringrazio l’Assessore per l’oggettiva e chiara risposta che ha dato, ha infatti centrato il nocciolo della questione riguardo le criticità.
E’ un tema che purtroppo per la situazione complessiva - non è certo per l’errare delle scelte politiche compiute - ci troveremo ad affrontare da qui e per un prossimo futuro. Tenendo conto delle soluzioni che potranno essere messe in campo dal Piano socio-sanitario in questa direzione e soprattutto della possibilità di mantenere un turnover nella misura di circa il 70%.
Segnalo però l’esistenza di queste criticità non solo nella sanità jesina ma un po’ in tutta la regione.
La problematica più profonda, così come segnala l’interrogazione, è il disservizio che si crea. Perché, come ha accennato l’Assessore, a fronte della necessità di regolare i diritti dei lavoratori impegnati nella sanità (ferie, gravidanze, malattie ed altro) si è ormai creata in forma costante una sorta di inadempienza per quanto riguarda il rispetto delle efficienze e dei parametri delle risposte agli assistiti e soprattutto del numero delle risposte.
Ad esempio se da una si devono ridurre i tempi d’attesa dall’altra però non si ha sufficiente personale, che ovviamente ha necessità di godere dei propri diritti contrattuali.
E la cosa non riguarda solo il laboratorio analisi, seppure in qualche modo in questa fase è superabile grazie alla disponibilità di alcune risorse di altri reparti, però anche queste andranno a finire per situazioni relative a dimissioni o sistemazioni in altre realtà.
Quindi da una parte vi è la necessità di avviare un programma di stabilizzazione dei precari che lavorano nella sanità jesina, sopratutto alla luce di quella che sarà l’implementazione dei servizi che dovranno offrire a seguito della razionalizzazione dell’ospedale Torrette. Dall’altra anche la necessità di tenere insieme gli obiettivi di maggiori prestazioni offerte dal punto di vista sanitario con minor personale. E ciò necessità la visualizzazione – molto meglio di me l’hanno fatto ripetutamente i Consiglieri Giancarli, Badiali e Busilacchi – di una razionalizzazione chiara, di un progetto che abbia come fine specifico quello dell’efficientazione delle risorse svolte dai sanitari e dal personale paramedico che opera all’interno dell’ospedale di Jesi, ma non solo, anche di Fabriano e Senigallia.
Queste criticità devono essere superate, vanno affrontate adesso, altrimenti con l’attuazione del Piano sanitario rischiano di diventare, per la contrazione delle risorse finanziarie, un peso notevole. Anzi, a mio avviso un handicap più forte per quanto riguarda la possibilità di far costituire all’ospedale di Jesi con Senigallia una risposta concreta a livello di area vasta a tutta una serie di servizi ospedalieri che non rappresentano né le eccellenze né le specializzazioni in senso tout court bensì risposte per l’intera popolazione interessata.


Interrogazione n. 540
dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Badiali, Busilacchi
“Semaforo Torrette di Ancona - Via Conca”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 540 dei Consiglieri Giancarli, ricci, Badiali, Busilacchi. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Il problema ovviamente, come i Consiglieri interroganti ben sanno, è di competenza comunale. Noi a suo tempo siamo intervenuti chiedendo al Comune di ridurre i tempi per quanto riguarda il passaggio pedonale, perché in effetti ci sono dei momenti in cui si creano delle lunghe file.
Però i tecnici della Regione – ma anche per esperienza diretta, vengo qua quasi tutti i giorni - mi dicono che il problema con questa revisione dei tempi si sia sostanzialmente risolto, non ci sono più lunghe code, non ci sono più tempi così lunghi che creano poi quei disagi.
Quindi se ora i Consiglieri pensano che la questione si sia risolta, bene, se invece pensate che ci sia bisogno di un ulteriore intervento, ecco, questo lo faremo nei confronti dell’ente competente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Assessore la ringrazio. Ritengo sia necessario un intervento della Regione. E’ vero, come lei dice, che siamo in presenza di un’arteria di competenza comunale, però questo è un tratto della viabilità che tocca tanta parte della regione Marche. Si è infatti su un’asse di penetrazione ove ogni giorno transitano tantissime persone, ovvero quelle che vengono da nord (Pesaro-Senigallia), quelle che vengono da ovest (Fabriano-Jesi) e in parte anche quelle che vengono da sud ed entrano in città a nord. Quindi è un’arteria che ha questa valenza.
Si tratta di un ospedale regionale delle Marche quindi nell’attraversare a raso c’è un problema di sicurezza sia per gli operatori, sia per i familiari dei pazienti, sia per tutte quelle persone che vanno in quella struttura perché debbono usufruire dei servizi.
Siamo pertanto in presenza di un interesse generale regionale.
I tecnici a cui lei ha fatto riferimento dicono che il problema è risolto. E’ risolto però solo in alcune ore, non sempre. Io non voglio certo sostituirmi a loro, ma a nostro avviso – quindi la ringrazio anche a nome degli altri interroganti Consiglieri Busilacchi, Badiali e Ricci – è necessario che si mettano insieme i rappresentanti delle Istituzioni, almeno il Comune di Ancona e la Regione Marche - e non so se si vuole coinvolgere pure la Provincia, ma questo dipende dalla Provincia stessa, perché ognuno è l’artefice del proprio destino – per mettere a disposizione parte delle risorse affinché lì il passaggio lo si faccia sopraelevato.
E’ un problema di sicurezza, è un problema di celerità e di rapidità per tutti gli automobilisti che si recando in Ancona. Non possiamo creare un ulteriore disagio e un ulteriore momento di rallentamento, perché già di queste difficoltà ce ne sono abbastanza.
Grazie ancora, Assessore.

PRESIDENTE. Per completezza, prima non l’ho citato perché non lo ricordavo con precisione, ma andando un attimo a riguardarmi le pratiche voglio far presente che i 65 secondi previsti inizialmente per l’attraversamento pedonale sono stati ridotti a 15.

Enzo GIANCARLI. Sì, 15 secondi, però ecco perché parlavo di sicurezza. Perché se da un lato non hanno risolto il problema degli automobilisti dall’altro graviamo su un altro aspetto. Per questo parlavo di sopraelevata.


Interrogazione n. 448
del Consigliere Massi
“Impianti di cogenerazione in comune di Tolentino”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 448 del Consigliere Massi. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. In merito ai quesiti posti al Presidente della Giunta regionale nell’interrogazione di cui all’oggetto, si relaziona quanto segue:
Quesito 1): entità esatta delle somme concesse dalla Regione Marche per l’esecuzione dei progetti n. 61 e n. 70.
Con DDS n. 4/S08 del 22 novembre 2005 è stata approvata la graduatoria relativa al bando pubblico Doc.U.P. Ob.2 Marche, anni 2000-2006, Asse 2, Misura 2.8 “Ottimizzazione del sistema energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili”; sono stati ammessi a finanziamento 74 progetti e solo una parte sono stati finanziati per esaurimento delle risorse.
In occasione, poi, dell’approvazione della nuova programmazione del Fondi comunitari POR FERS 2007/2013, è stato autorizzato da parte della P.F. politiche comunitarie l’utilizzo di tali fondi per lo scorrimento della graduatoria sopra indicata.
Con DDPF n. 19/APP-_08 del 6 marzo 2008 è stato approvato lo scorrimento della graduatoria e sono stati concessi i contributi anche ai beneficiari n. 61 Comune di Tolentino “Impianto di cogenerazione c/o la casa di riposo” e n. 70 Comune di Tolentino “Impianto dì cogenerazione c/o il Villaggio scolastico Don Bosco”.
Beneficiario n. 61 Comune di Tolentino “Impianto di cogenerazione c/o la casa di riposo”. Importo ammesso a saldo finale è risultato essere pari a euro 83.124,14 per un contributo pari a euro 62.343,11.
Beneficiario n. 70 Comune di Tolentino “Impianto di cogenerazione c/o Villaggio scolastico Don Bosco”.- Importo ammesso a saldo finale è risultato essere pari ad euro 83.631,28 per un contributo pari a euro 62.723,46.
Quesito 2): entità delle somme rimanenti a carico del Comune di Tolentino per l’esecuzione degli impianti di cogenerazione.
Per quanto riguarda il beneficiario n. 61 l’importo ammesso a finanziamento già indicato al punto precedente è pari a euro 83.124,14, per un contributo pari a 75% dell’investimento ammesso pari a euro 62.343,11 e la somma rimanente a carico del Comune è pari a euro 20.781,03.
Per quanto riguarda il beneficiario n.70 l’importo ammesso a finanziamento a fine lavori, già indicato al punto precedente, è pari a euro 83.631,28, per un contributo pari al 75% dell’investimento ammesso pari a euro 62.723,46 e la somma rimanente a carico del Comune è pari a euro 20.907,82.
Quesito 3): se sono stati rispettati tutti gli obblighi inerenti ai bandi, assunti dalla Giunta municipale con l’accettazione dei finanziamenti per i progetti n. 61 e n. 70, avuto riguardo alla tempistica, al mancato utilizzo dei beni e ai risultati conseguiti.
Per quanto di competenza, gli obblighi del beneficiario di cui al punto 8 del bando POR 2007/2013 - Asse 3, Intervento 3.1.2.43.01 “Promozione dell’efficienza energetica: cogenerazione”approvato con DDPF n. 66/APP 08 del 11 luglio 2008 sono stati rispettati.
Quesito 4): le ragioni in base alle quali i due impianti non sono in funzione e l’individuazione delle responsabilità conseguenti.
Con nota prot. n. 618085 del 4 ottobre 2011 è stato richiesto al Comune di Tolentino di far conoscere se gli impianti erano in funzione, nonché quali erano gli aspetti gestionali ed economici connessi alla gestione del calore e al funzionamento degli impianti stabiliti con ASSM.
Il Comune di Tolentino, con nota prot. n.18036 del 20 ottobre 2011 (ns. prot. 669605 del 27 ottobre 2011), ha precisato che “con delibera di giunta municipale n. 314 del 29 dicembre 2009 venivano affidati all’ASSM S.p.A, la gestione degli impianti di cogenerazione di cui all’oggetto, con il relativo completamento delle pratiche tecniche-amministrative necessarie all’attivazione degli impianti (TIF, ISPELS). Alla data odierna, risultano completate le pratiche tecnico-amministrative necessarie all’attivazione degli impianti e le opere che si sono ritenute opportune alla corretta e migliore gestione degli impianti stessi anche a distanza e gli impianti risultano funzionanti.”
Quesito 5): se la Regione Marche e gli enti deputati al controllo dell’utilizzo delle somme pubbliche concesse per i progetti n. 61 e n. 70 sono al corrente della reale situazione esistente a Tolentino.
Per maggiore chiarezza si ritiene opportuno specificare di seguito l’articolazione delle competenze in capo alla Regione in materia di controlli sui progetti finanziati.
I controlli sui progetti finanziati possono essere di primo e di secondo livello.
Al Servizio territorio ambiente ed energia compete il controllo documentale di primo livello.
I controlli in loco di primo livello relativi all’Asse 3 del POR FESR 2007/2013 vengono svolti dall’Autorità di Gestione.
Il controllo di secondo livello viene invece svolto dall’Autorità di Audit.
Tornando al quesito 5) si evidenzia che con nota del 25 luglio 2011 (ns. prot n. 477497 del 28/07/2011), i Consiglieri comunali di minoranza presso il Comune di Tolentino informavano la struttura regionale che gli impianti di cogenerazione c/o la casa di riposo e c/o il Villaggio scolastico Don Bosco non erano in funzione né erano mai stati utilizzati.
Con nota prot n. 480281 del 29 luglio 2011 il competente ufficio regionale rispondeva formalmente chiarendo che ad esso compete il solo controllo documentale di primo livello e che il progetto n. 70 sarebbe stato assoggettato a controllo di secondo livello (Audit), in quanto estratto mediante campionamento casuale, ai sensi dell’art. 62, par. 1, lett. B) del reg. (CE) n.1083/2006, come risultava dalla comunicazione dell’Autorità di Audit del 24 giugno 2011 (nota prot. ID 4309551 del 24 giugno 2011).
L’Ufficio, nel frattempo, segnalava comunque per le vie brevi il caso all’Autorità di Audit.
Il controllo di Audit è stato effettuato con sopralluogo del 7 ottobre 2011 e in particolare il verbale di Audit dell’operazione (inviatoci dall’Autorità d’Audit con nota ID 4623991 dell’8 novembre 2011) evidenzia al punto 2.2 “che l’impianto è stato allacciato al riscaldamento della scuola e va ad integrare la potenzialità delle caldaie già presenti, funziona nella stagione di riscaldamento. Alla data del sopralluogo l’impianto non era azionato in quanto il riscaldamento della scuola non era ancora acceso dato il periodo; il gestore dell’impianto che ci ha accompagnato alla visita sul posto ha comunque azionato l’impianto mostrandone il funzionamento”.
L’esito dell’Audit risulta pertanto positivo in quanto non sono state riscontrate criticità o irregolarità tali da inficiare la correttezza e la regolarità delle spese dichiarate.
Quesito 6): quali sono gli aspetti gestionali ed economici connessi alla gestione calore e al funzionamento degli impianto di cogenerazione stabiliti con l’ASSM.
Sempre con la nota indicata al punto 4), il Comune di Tolentino chiarisce che “la definizione degli aspetti gestionali ed economici saranno contabilizzati nell’ambito del contratto di gestione calore già stipulato tra il Comune di Tolentino e l’ASSM, che tenga conto della valutazione di dati di rendimenti medi stagionali degli impianti stessi e degli investimenti sulle opere migliorative sostenute.”
Quesito 7): se vi è danno all’erario avuto riguardo all’utilizzo di risorse pubbliche e al mancato impiego dei beni ad esse connesse, nonché al mancato risparmio energetico conseguente.
Dalle informazioni ricevute e dai controlli effettuati dalla Autorità di Audit di cui al punto 5) non emergono elementi che consentano di denunciare al P.M. presso il competente giudice contabile eventuali danni erariali connessi all’utilizzo dei fondi in questione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Ringrazio l’Assessore per l’accurata ricognizione, che da quanto mi consta risponde perfettamente alla realtà e alle modalità che gli uffici regionali hanno sicuramente rispettato.
Ed è chiaro che dalla risposta dell’Assessore emerge una gravissima carenza del Comune di Tolentino nell’affrontare questo argomento, che effettivamente dava la possibilità allo stesso Comune di arrivare in tempi rapidi all’utilizzazione di un impianto utile per il risparmio energetico a livello ambientale.
Sono pertanto soddisfatto della risposta della Regione, ma sono amareggiato per come un Comune importante come Tolentino non abbia capito appieno l’opportunità, e quindi c’è stato un ritardo enorme.


Interrogazione n. 706
del Consigliere Acquaroli
“Utilizzo graduatoria concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di dodici posti a tempo pieno ed indeterminato di operatore tecnico specializzato autista di ambulanze - cat. Bs”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 706 del Consigliere Acquaroli. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito ai singoli punti dell’interrogazione si risponde sulla base della relazione inviata dal Direttore generale dell’ASUR – richiesta ovviamente dal Dipartimento -, tenuto conto degli aspetti tipicamente gestionali e della piena competenza e responsabilità aziendale in materia concorsuale.
Riguardo le motivazioni che hanno indotto l’Asur a non utilizzare la graduatoria del concorso in questione, queste sono da ricondurre ad un accesso del comando della Guardia di Finanza di Ancona, Nucleo di Polizia Tributaria, finalizzato ad acquisire la documentazione relativa al concorso in oggetto.
Circa eventuali ricorsi, agli atti di questa azienda ad oggi non ne risultano. Risultano, invece, richieste di chiarimenti e procedimenti di accesso agli atti a cui è stato fornito debito riscontro. Sono inoltre pervenute istanze per tentativi di conciliazione che fino ad oggi non hanno avuto alcun seguito.
Infine, con riferimento all’eventuale intendimento di questa amministrazione di revocare o annullare gli atti del concorso, va precisato che a seguito del suddetto accesso della Guardia di Finanza è stata avviata una revisione della procedura concorsuale di cui trattasi che ha portato alla formulazione di una richiesta di parere legale, che non ha avuto ancora pieno riscontro, sulla base del quale ci si riserva di assumere successive decisioni opportune.
In aggiunta a quanto sopra riportato si precisa che, sulla base dei pareri espressi dai competenti uffici del Servizio attività normativa e legale e risorse strumentali e del Dipartimento per la salute e per i servizi sociali, in risposta ai quesiti posti in merito, non esiste alcun obbligo di utilizzare la graduatoria, ma solo di nominare i vincitori del concorso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Assessore, non sono soddisfatto della risposta, ma non è che posso imputare a lei la responsabilità. La questione è infatti molto complessa e complicata. In realtà qui siamo davanti a un bando fatto dalla Regione Marche e dall’Asur per la creazione di una graduatoria da cui risultano dei vincitori, ma che poi è rimasta un po’ nel limbo. Per cui le tante persone (esattamente dodici) risultanti da questa graduatoria non riescono ad avere una risposta.
Credo che le Istituzioni delle Marche non stiano facendo una bella figura. Ritengo che quella credibilità che dobbiamo riacquistare nei confronti della gente passi anche attraverso una certa linearità nelle scelte che si compiono e quindi anche attraverso gli atti e i fatti che si esprimono in casi come questi.
Dobbiamo essere logici, ossia, seppure non c’è una obbligatorietà nell’assunzione che ci lega alla graduatoria, credo che quando si fa un bando e che appunto c’è una graduatoria, ecco, questa penso vada rispettata. Altrimenti perderemo la connessione con la realtà, con quelli che sono i princìpi di merito, di partecipazione, ovvero quei princìpi che dovrebbero regolare una democrazia e portarci a dare delle risposte serie. Se perdiamo di vista questi comportamenti, tra l’altro, cadranno anche tutti quei presupposti che hanno portato a fare questo concorso. E quindi con la perdita di credibilità cadranno anche quelle idee che si hanno sul rispetto delle regole e sul rispetto delle Istituzioni.
Ribadisco quindi la mia insoddisfazione. Chiedo alla Giunta di tenerci informati sulle scelte future che si vorranno prendere in merito a questa graduatoria.


Interpellanza n. 36
del Consigliere Marangoni
“Accordo di Programma Ministero Attività Produttive - Regione Marche, Umbria ed Emilia Romagna ed Invitalia stipulato nel 2010 per il Gruppo A. Merloni. Stato di attuazione delle misure previste. Mancato reintegro di ex-dipendenti residenti nella provincia di Pesaro-Urbino nella nuova gestione del Gruppo”.

Interpellanza n. 37
del Consigliere Marangoni
“Accordo di Programma Ministero Attività Produttive - Regione Marche, Umbria ed Emilia Romagna ed Invitalia stipulato nel 2010 per il Gruppo A. Merloni. Stato di attuazione delle misure previste. Mancato reintegro di ex-dipendenti residenti nella provincia di Macerata nella nuova gestione del Gruppo”.

Interrogazione n. 751
del Consigliere Bucciarelli
“Dipendenti non riassunti della ARDO”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interpellanze n. 36 e n. 37 del Consigliere Marangoni. Di pari argomento c’è anche l’interrogazione n. 751 del Consigliere Bucciarelli. Quindi, se siete d’accordo, facciamo un’unica trattazione.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Illustrerò entrambe le interpellanze n. 36 e 37, sono infatti molto simili, riguardano l’Accordo di programma tra il Ministero delle attività produttive e Regioni Marche, Umbria ed Emilia Romagna e Invitalia, stipulato nel marzo 2010 per il gruppo Antonio Merloni, lo stato di attuazione delle misure previste e il mancato reintegro degli ex dipendenti residenti, nella provincia di Pesaro Urbino per quanto riguarda l’interpellanza n. 36, nella provincia di Macerata per quanto riguarda l’interpellanza n. 37.
Che cosa è successo? In questo momento per la regione Marche ci risultano complessivamente reintegrati, ai sensi dell’Accordo, circa 350 dipendenti, però non sono distribuiti in modo omogeneo tra i vari territori.
Ovviamente noi, come tutti, avremmo voluto una reintegrazione totale, speriamo che fra pochi giorni (il 27 aprile ci sarà una nuova riunione del comitato tecnico) la cosa abbia un indirizzo migliore. Ma quello che lamentiamo in questo momento, a due anni di distanza, è comunque una grave discriminazione a danno dei lavoratori della provincia di Pesaro Urbino (in particolare Urbino), e anche, seppure in misura minore, della provincia di Macerata.
Abbiamo cioè notato che c’è stata una politica ancona-centrica, o meglio, fabriano- centrica, volta a tutelare soprattutto i lavoratori dell’area di Fabriano. Basti pensare che oltre un 30% dei lavoratori (esattamente 284 su 347) sono stati riassunti nella provincia di Ancona, in particolare Fabriano con il 32%, Genga addirittura con il 41%, Cerreto d’Esi con il 35-36%, Sassoferrato con il 35%. Invece, guarda caso, in provincia di Pesaro Urbino su 40 lavoratori soltanto 2 sono stati riassunti, per cui soltanto il 5%.
Quindi, in sintesi, in provincia di Ancona il 30-31%, in provincia di Pesaro Urbino soltanto il 5%. ...(applausi dall’area riservata al pubblico)...Salutiamo i lavoratori dell’Antonio Merloni...

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, lei sa benissimo che è ammesso il pubblico, ma purtroppo...

Enzo MARANGONI. La cortesia non è vietata dal regolamento...

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, mi lasci finire! Il regolamento purtroppo, seppure sia una cosa antipatica, dice che il pubblico non può manifestare segni di dissenso o di assenso. Comprendo le ragioni, però vi prego di contenervi. Prego, Consigliere Marangoni, continui.

Enzo MARANGONI. Sì, Presidente, mi limitavo a salutare i lavoratori dell’Antonio Merloni della provincia di Pesaro...

PRESIDENTE. Lei provveda a fare il suo lavoro!

Enzo MARANGONI. Sì, infatti faccio il mio lavoro! Come lei tutte le volte che ci sono state le intemperanze della Fincantieri ha fatto il suo, grazie Presidente! ...( applausi dall’area riservata pubblico)...Continuando sulla esposizione delle mie interpellanze…

PRESIDENTE. Guardi, èh, la faccio finire qui!

Enzo MARANGONI. No, Presidente, sto parlando! Sto parlando…

PRESIDENTE. Lei cerca la provocazione..

Enzo MARANGONI. No!

PRESIDENTE. Non è questo il modo di risolvere i problemi!

Enzo MARANGONI. Sto dicendo che in quest’Aula…

PRESIDENTE. I problemi bisogna cercare di risolverli in modo unitario e intelligente! Se vogliamo fare gli show giochiamo a chi è più bravo, però poi, Marangoni, non risolviamo i problemi! Mi dimostri che le interessa risolvere il problema e non fare lo show!

Enzo MARANGONI. E di questo sto parlando!

PRESIDENTE. Se no facciamo a gara a chi è più bravo!

Enzo MARANGONI. Se mi fa continuare, continuo, grazie!

PRESIDENTE. Prego.

Enzo MARANGONI. Stavo dicendo che per la provincia di Pesaro soltanto il 5% dei lavoratori è stato reintegrato (cioè 5 su 40), per la provincia di Macerata è del 18%, e ovviamente questa percentuale è limitata soltanto ai paesi molto vicini a Fabriano, in particolare Matelica, Esanatoglia, Gagliole, mentre sono stati esclusi del tutto i 29 lavoratori di San Severino, nessuno è stato reintegrato.
Non si è dunque tenuto conto di fattori sociali, di fattori importanti, ad esempio il fatto che i coniugi entrambi dipendenti dell’Antonio Merloni sono rimasti a casa, quindi della mancanza di reddito, delle famiglie numerose o dell’eventuale presenza di famiglie con persone con handicap. E’ stata considerata esclusivamente la vicinanza a Fabriano. E questo è grave. Si è discriminato sulla base della vicinanza alla politica fabrianese, al centro di potere fabrianese, senza tenere conto in maniera omogenea di altri territori.
A me risulta non ci debbano essere province di serie A e di serie B. Qui invece è stata fatta una grave ingiustizia. Una ingiustizia a cui speriamo venga posto rimedio nei prossimi mesi, a cominciare dall’incontro che c’è fra qualche giorno.
Concludo segnalando due casi particolari. Il comune di Frontone è stato penalizzato in maniera strana, 8 dipendenti e soltanto 1 reintegrato – uno dei due della provincia di Pesaro, 22 Pergola, 1 reintegrato –, è stato escluso per motivi non corretti dall’Accordo di programma. Quindi auspichiamo che venga rivisto. Invece ci complimentiamo con i sindacalisti dell’azienda che hanno visto il 90% - 90%! - di essi reintegrati, mentre la massa dei lavoratori sono stati reintegrati in misura molto più bassa, 27% in tutta la regione, di cui soltanto 5 di Pesaro. Evidentemente quando si è sindacalisti si entra al 90%! E’ un po’ come quando si è lavoratori della Fincantieri, qua dentro questi possono fare quello che vogliono mentre ad altri lavoratori non è concesso!

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. In riferimento alle due interpellanze presentante dal Consigliere regionale Enzo Marangoni che chiedono al Presidente della Giunta regionale di chiarire alcuni aspetti riguardanti il passaggio di n. 700 lavoratori da Antonio Merloni Spa in amministrazione straordinaria all’azienda J.P. Industries Spa di Fabriano (AN), si precisa quanto segue.
In data 21 novembre 2011 è stato siglato a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, il verbale di accordo sindacale di cui alla legge 423/1990 (Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee legge comunitaria per il 1990 - art. 47 Cessione di azienda).
Il predetto accordo è stato sottoscritto tra i tre Commissari straordinari dell’Antonio Merloni Spa in A.S. Fabriano (AN), il rappresentante pro tempore della Qs Group spa di Cerreto d’Esi (AN) della J.P Industries Spa di Fabriano (AN), le 00.SS. nazionali di categoria (FIOM-CGIL, FIM-CISL, UILM-UIL), le OO.SS. di categoria delle province di Ancona e Perugia nonché dalle RSU delle società.
L’accordo prevede che entro il mese di dicembre 2011 la J.P Industries Spa acquisirà, con efficacia 1° gennaio 2012, dalla Antonio Merloni Spa in A.S. il Ramo di Azienda e gli Asset minori.
L’acquisizione del Ramo di Azienda - tra i numerosi elementi che contiene - comporta il passaggio di n. 700 rapporti di lavoro del personale dipendente di A. Merloni Spa in A.S, che la J.P Industries Spa individuerà sulla base delle proprie esigenze tecnico organizzative e produttive, tenendo conto dei livelli di inquadramento e delle qualifiche professionali dei lavoratori.
L’accordo sindacale prevede inoltre che i 700 lavoratori, che come sopra specificato saranno individuati dalla J.P Industries Spa (società acquirente) al fine di formalizzare la prosecuzione del loro rapporto di lavoro dovranno necessariamente sottoscrivere un verbale di conciliazione individuale con il quale accettano espressamente tutte le condizioni dell’intesa, rinunciando a tutti i trattamenti individuali e collettivi goduti allo stato e non contemplati nell’accordo stesso.
In conclusione l’accordo sindacale stipulato ai sensi di legge (art. 47 della legge n. 428/1990) non prevede il coinvolgimento diretto delle Istituzioni regionali Umbria e Marche.
Rientra pertanto nella esclusiva competenza e discrezionalità delle parti ogni riferimento a criteri di trasferimento del personale con ampi margini di discrezionalità della società acquirente.
Quanto sopra è confermato dal fatto che l’accordo, pur essendo stato siglato in una sede istituzionale centrale quale il Ministero della Sviluppo Economico, non è stato da questi sottoscritto perché non competente nel merito, riaffermando la propria funzione di supporto e assistenza.
Nell’ambito dell’Accordo di programma e a difesa della coesione del territorio la Regione Marche ha erogato, in questi due anni, 16,3 mln di euro, così ripartiti:
· sono state 1.012 le PMI del distretto e dell’indotto Merloni che hanno potuto beneficiare di liquidità attraverso il fondo di garanzia regionale di 1,9 milioni di euro, con 48 milioni di finanziamenti garantiti;
· 4 milioni di euro sono gli ammortizzatori sociali in deroga (FSE Marche) utilizzati per la protezione dei lavoratori delle piccole imprese sotto i 15 dipendenti;
· 7 milioni di euro di interventi regionali specifici per le PMI dei distretto hanno riguardato aiuti alle assunzioni, creazione di imprese, tirocini, progetti e voucher formativi;
· 1,7 milioni di euro al sostegno di cooperative promosse da lavoratori provenienti da aziende in crisi (capitale di rischio, abbassamento interessi su prestiti, investimenti innovativi, nuove iniziative cooperative);
· oltre 1,5 milioni di euro hanno agevolato progetti di investimento per la competitività e il trasferimento tecnologico delle PMI.
Questi sono dunque gli interventi che la Regione ha fatto fino a oggi su quel territorio a sostegno dell’occupazione.
Sono inoltre in atto le procedure di attivazione del Fondo Feg previsto in 3,7 mln di euro, e l’attivazione del Fondo Fas, mediante l’avvio della procedura per la selezione del gestore del Fondo, che a seguito della rimodulazione di 4.600.000 euro è mirato alla realizzazione di interventi per l’incremento e la stabilizzazione dell’occupazione nel territorio marchigiano attraverso il sostegno alla ricerca, la creazione e lo sviluppo di nuove unità produttive.
Ad integrazione di queste note, che dimostrano il fatto che le 700 assunzioni della J.P Industries sono appunto state effettuate dalla nuova azienda, voglio sottolineare che noi stiamo rimodulando l’accordo di programma. Tenteremo ovviamente di difendere i 35 milioni di euro che sono a disposizione per l’implementazione, nella zona del fabrianese e zone limitrofe, di attività produttive che devono recuperare i lavoratori della ex Merloni. E riconfermeremo la garanzia insita nell’accordo di programma, ossia che tutti i lavoratori della ex Antonio Merloni che derivano dalla fase di commissariamento beneficeranno di tutti quegli aiuti a supporto di nuova occupazione.
Quindi non c’è una discriminazione territoriale dei lavoratori. Le riassunzioni saranno effettuate sulla base delle qualifiche presenti nel bacino costituito dai lavoratori che non sono entrati nella nuova azienda, ossia le qualifiche che hanno rispetto alle vecchie esperienze lavorative, ma sopratutto tenendo conto dei corsi di formazione che faremo per la riqualificazione, qualora i progetti che stiamo attendendo, e che saranno presentati al Ministero per ottenere i sussidi di quei 35 milioni di euro, saranno presentati e implementati nell’area.
I lavoratori cioè che sono rimasti fuori dall’assunzione sono sullo stesso piano. Non c’è una discriminazione territoriale. Guai a noi se cominciassimo a parlare in questo modo. Noi abbiamo a cuore tutti coloro che sono rimasti fuori. Quindi faremo in modo, grazie anche alle attività che stiamo mettendo in piedi, ossia a quelle azioni positive per l’allargamento della base produttiva in alternativa a quello che fino ad oggi nella zona è stata la predominanza ad esempio del bianco, cioè della produzione degli elettrodomestici, di riassorbire tutte le maestranze possibili.
A questo proposito sappiamo già che ci sono progetti industriali, e speriamo che a questi se ne aggiungono altri.
Certo, il momento non è semplice, non è facile, ma sicuramente qualche cosa si sta muovendo.
Poi oltre a fare questo ragionamento, cioè quello della massima tutela dei lavoratori – a cui purtroppo, come sapete, se ne aggiungono anche altri, c’è infatti la crisi della Faber, della CB di Cerreto d’Esi, siamo insomma in una fase, vi assicuro, non affatto esaltante –, dobbiamo anche tenere presente che oltre a questi strumenti di politica attiva a supporto delle nuove attività produttive abbiamo anche a disposizione finanziamenti che dovrebbero un po’ sollecitare l’autoimprenditorialità - sappiamo che in mezzo ai lavoratori ci sono iniziative che saranno supportate dall’attività, ad esempio, della cooperazione - in imprese innovative.
Siamo pertanto quasi alla vigilia del nuovo accordo con il Ministero, e tra l’altro tenteremo anche di allungare il tempo di validità. Ci sono i diciotto mesi di cassa integrazione che scatteranno da maggio per tutte le maestranze dell’ex Antonio Merloni, c’è però un impegno del Ministero – sapete bene che ci troviamo in una fase delicata sul piano delle riforme del mercato del lavoro che incidono in modo non indifferente, pensate a tutta quella parte di lavoratori che attraverso la mobilità raggiungeva il pensionamento e che con l’allungamento della pensione hanno visto complicarsi le cose, insomma, la trattativa da questo punto di vista è aperta – acché questo accordo di programma prolunghi, appunto, questi diciotto mesi, in modo tale che il nuovo accordo di programma faccia da ombrello ulteriore di qualche mese per i lavoratori dell’ex Antonio Merloni.
Quindi c’è un impegno da parte della Regione su questi aspetti. Ritengo dobbiamo seguire attentamente tutta la partita della questione Antonio Merloni che purtroppo si sta accompagnando anche ad altre crisi. E potremo uscirne unicamente con una azione corale delle Istituzioni, del sindacato e anche delle associazioni di imprenditori per dare una risposta in positivo.
La situazione non è bella, ve lo dico con molta chiarezza, però su questa partita, di quel bacino in modo particolare, per la rilevanza della crisi che l’accompagna, sicuramente ci dedicheremo tutto quello che è possibile dedicare in termini di proposte ecc..
Chiudo con una raccomandazione, Consigliere Marangoni. Mi raccomando non approfondiamo già i problemi che abbiamo – certo, sulla questione del passaggio dei lavoratori ci sono problemi anche all’interno delle organizzazioni sindacali, sappiamo che ci sono state polemiche, comitati, ecc. -, per affrontare questa tematica dobbiamo essere massimamente uniti. Non dobbiamo alimentare divisioni, non dobbiamo fare in modo che ci siano lacerazioni soprattutto in mezzo ai lavoratori, dobbiamo lavorare in positivo. E questo è l’intendimento della Regione.
Inoltre riguardo i lavoratori di Frontone, qui chiamati in causa, che sono rimasti fuori, non è che c’è una responsabilità, ossia, non è che si parla di pubblico impiego, come ho detto già nella risposta alle interpellanze, è l’azienda. Noi abbiamo raccomandato la massima equità, ma ovviamente le istituzioni si fermano sulla soglia della parte dell’azienda, facendo in modo, certo, che almeno vengano rispettati i requisiti fondamentali previsti dall’accordo di programma.
Dobbiamo pertanto dedicarvi un impegno comune, quindi, ripeto, in un momento critico come questo cerchiamo di unire le forze piuttosto che dividerle.

PRESIDENTE. Chi chiede intervenire? Bene, ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, l’interrogante Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta... (...)

PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, abbiamo abbinato le interpellanze alla interrogazione. Quindi, ecco, siamo abbastanza liberi, però se vuole replicare ora, prego.

Enzo MARANGONI. Ringrazio per la cortesia il Consigliere Bucciarelli. Intervengo ora visto che stavamo parlando delle interpellanze.
Ringrazio l’Assessore. E le assicuro che non c’è nessuna volontà di dividere i lavoratori, non c’è nessuna volontà di fare una guerra tra poveri o tra espulsi dalle aziende, tra lavoratori che hanno perso il proprio posto di lavoro alla ex Antonio Merloni. Però, attenzione, le opinioni sono opinioni e i numeri sono numeri e quindi fatti incontrovertibili.
Allora i fatti sono i seguenti: i lavoratori del fabrianese sono stati riassunti nella misura del 32% (sono 284), mentre i lavoratori della provincia di Pesaro sono stati riassunti solo nella misura del 5% e quelli della provincia di Macerata solo nella misura del 18%. Ecco, questi sono numeri e non opinioni, dunque incontrovertibili.
E semmai allora la divisione l’hanno fatta i sindacalisti, visto che loro sono stati riassunti al 90%. Evidentemente difendono se stessi anziché i lavoratori.
Per quanto riguarda la sostanza, che comunque ho apprezzato, perché siamo tutti consapevoli dell’enorme difficoltà dell’economia e del mondo del lavoro – la crisi che stiamo attraversando è la peggiore che abbiamo avuto dal ’29 ad oggi, figuriamoci se non la comprendiamo –, non possiamo però accettare che la Regione se ne lavi le mani. Lei dice, Assessore, che la società acquirente ha ampi margini di discrezionalità nella riassunzione. Certo che ha ampi margini di discrezionalità, non c’è dubbio giuridicamente. Però se la Regione Marche ci mette 16,3 milioni di euro, che sono dunque soldi dei cittadini marchigiani, non possiamo poi sentir dire che non c’entra niente; giuridicamente ha ragione, ma, attenzione, no sostanzialmente. I cittadini marchigiani hanno comunque cacciato di tasca loro tramite la Regione 16,3 milioni di euro. Quindi un qualche indirizzo, una qualche forma, come dire, di assistenza in qualche modo va data. Perché se l’azienda acquirente lo avesse fatto gratis, bene, ma siccome questi soldi sono stati investiti, certo, a vantaggio dei lavoratori, non dell’azienda, sono d’accordo, allora, ecco, non possiamo accettare che la Regione se ne lavi le mani.
Noi in ogni caso vogliamo che il cento per cento dei lavoratori fabrianesi, pesaresi e maceratesi siano riassunti. Questo è un obiettivo comune e che ci accomuna sicuramente. Quindi speriamo che nell’accordo, pur nelle difficoltà dell’economia di questo momento, si arrivi a lungo termine, o ancor meglio a breve termine, a questo obiettivo.
Però, ripeto, i numeri parlano chiaro, quindi non c’è dubbio che la discriminazione finora c’è stata ed è stata pesante.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Ho ascoltato con attenzione la risposta data dall’Assessore alle interpellanze del Consigliere Marangoni. E per sdrammatizzare voglio fare un elogio a quegli operai pesaresi che hanno applaudito uno che di Pesaro non è, a dimostrazione delle larghe vedute che hanno gli operai, contrariamente, a volte, ai loro rappresentanti che invece focalizzano gli strumenti, come l’interpellanza in questo caso, su alcune province.
I punti della mia interrogazione sono quattro, ma voglio sottolineare, Assessore, ciò che chiedo in particolare su due: quali iniziative la Regione intende assumere al fine di consentire la partecipazione dei rappresentanti del comitato dei lavoratori ai tavoli della trattativa e quali iniziative la Regione intende assumere al fine di garantire a tutti gli ammortizzatori sociali.
E’ vero che siamo in una situazione brutta e di grande crisi ed è vero che quando siamo in crisi è pure più difficile intervenire e più facile sbagliare.
In questa vicenda, che può essere paradigmatica per tante letture e per tante teorie, abbiamo visto errori o scelte volutamente fatte a discapito di alcuni e a favore di altri. Credo però che la scelta politica di divisione di quella parte del territorio l’abbia fatta il PD, che per esempio alle elezioni amministrative di Fabriano ha volutamente escluso la parte della rappresentanza dei lavoratori, ossia, la sinistra non c’è per volontà del PD.
Quindi quando si parla di unità non dobbiamo solo considerarla come un obiettivo delle istituzioni o del movimento sindacale, perché quando si fa politica si deve essere capaci di ragionare a 360 gradi. Per cui, ecco, una divisione c’è
Andando nel merito, non può essere che la Regione investa tutti quei fondi che lei stesso ha dichiarato, Assessore, e gliene do atto, per poi non incidere per niente nella trattativa.
La democrazia non ha prezzo, e il bisogno di democrazia e di coesione sociale oggi in quel comparto territoriale sia marchigiano che umbro ci dice che noi dobbiamo far partecipare i lavoratori a ciò che succederà nel loro futuro. E qui stiamo parlando di 1.550 dipendenti, quindi 1.500 famiglie, che non hanno futuro. E se non hanno futuro sul piano occupazionale tutto il resto può essere sì garanzia sul piano sociale, però, guardate, che quando le garanzie si trasformano in una sorta di elargizione - per carità, utile -, come gli ammortizzatori sociali in deroga, questa rappresenta più un elemosina che un diritto sancito dalla Costituzione ovvero quello del lavoro.
Credo che la Regione debba far pesare il suo ruolo, anche questa è politica, e che debba farlo pesare nel momento in cui investe fondi dei marchigiani. Non è possibile che partecipi e si comprometta a tavoli di trattative i cui risultati prevedono un ampio margine di discrezionalità del nuovo acquirente. Non è possibile!
Io non voglio fare i processi alle intenzioni né rincorrere i “si dice”, Assessore, però lei conosce bene la situazione, conosce la storia di questa industria, quindi sa che l’ultimo acquirente è stato quello, dicono nel fabrianese, grato, accettato, perché, come si dice, non si muove foglia che il capo non voglia. E se è accettato noi dobbiamo dire come Regione che investiamo i nostri fondi però vogliamo che i lavoratori partecipino in prima persona nelle trattative e nelle scelte che vengono fatte, che sia tenuta nella dovuta considerazione ciò che dicono i lavoratori, perché questi, come dire, hanno un elemento in più.
Vedete, quando quelle fabbriche determinavano il benessere, o quanto meno la certezza di salari che garantivano un certo tenore di vita, le persone che lavoravano in quelle imprese sono state oggetto di studi di sociologia industriale, di sociologia rurale, ricorderete ad esempio il metalmezzadro, il modello Marche. Quindi, ecco, quei lavoratori hanno un elemento in più nel poter intervenire. Invece il modello Marche che voi proponete li divide sul territorio.
Io sono convinto che i lavoratori stessi con le loro organizzazioni sindacali sapranno ricomporre quella unità che con gravi responsabilità i vostri partiti, i partiti di questa maggioranza, hanno rotto anche su quel territorio.
Mi auguro dunque che la Regione sappia interpretare questo ruolo, perché ne va, ripeto, del futuro di 1.500 famiglie.
Quindi non sono soddisfatto della risposta, perché soprattutto sulla parte della partecipazione dei lavoratori lei ha detto chiaro e tondo che di fatto la Regione svolge il ruolo del notaio, prende cioè atto che l’accordo dice che lascia ampi margini di manovra di discrezionalità alla sola impresa. E pertanto è il vecchio che torna: i padroni comandano e i dipendenti non possono neanche far sentire la loro voce.


Proposta di regolamento n. 5 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche al Regolamento regionale 13 maggio 2004, n. 2 “Norme sull’utilizzazione del litorale marittimo della regione per finalità turistico ricreative”

Proposta di regolamento n. 4
ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Badiali
“Modifiche al Regolamento regionale 13 maggio 2004, n. 2 “Norme sull’utilizzazione del litorale marittimo della regione per finalità turistico ricreative”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 5 ad iniziativa della Giunta regionale, e la proposta di regolamento n. 4 ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Badiali, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. La proposta di regolamento in oggetto modifica il regolamento regionale n. 2 del 2004 riguardante l’utilizzo del litorale marittimo per finalità turistiche.
L’atto che discutiamo oggi tiene conto della proposta formulata dalla Giunta regionale e di quella presentata dal Presidente Solazzi e dal sottoscritto.
Le modifiche introdotte con questa proposta riguardano, in particolare, le modalità di svolgimento del servizio di salvataggio ed introducono nell’ordinamento regionale una disciplina uniforme. Fino ad oggi, infatti, il servizio di salvataggio è stato disciplinato dai Comuni e dall’autorità marittima con modalità in parte diverse tra loro, creando una sostanziale disparità sul territorio regionale. Al riguardo, viene stabilito che il servizio di salvataggio deve essere garantito tutti i giorni della settimana dalla seconda domenica di giugno alla prima domenica di settembre e viene indicata anche la fascia oraria giornaliera, dalle 10 alle 18, all’interno della quale il servizio è obbligatorio.
A seguito di un confronto con le associazioni di categoria, la Commissione che presiedo ha ritenuto di presentare alcuni emendamenti al testo licenziato e di prevedere, in particolare, che l’espletamento del servizio di salvataggio nei fine settimana che precedono l’inizio vero proprio dell’apertura degli stabilimenti sia svolto dal primo fine settimana di giugno fino al secondo fine settimana di settembre.
Un altro emendamento consente ai Comuni di modulare il servizio di salvataggio nella fascia oraria che va dalle 13 alle 15 e che in particolare possa essere svolto per postazioni limitrofe, in modo tale che sia comunque assicurata la continuità del servizio. Per postazioni limitrofe si intende una postazione sì e una no, affinché anche nelle pause pranzo dei bagnini la spiaggia non venga lasciata abbandonata, ovvero per fare in modo un bagnino sia sempre a disposizione..
Nei periodi precedenti e successivi a quelli sopra richiamati gli stabilimenti balneari che restano aperti solo per elioterapia non sono tenuti ad assicurare il servizio di salvataggio però devono informare l’utenza che la spiaggia non è fornita del servizio medesimo.
In merito all’articolo 3 è stato presentato un ulteriore emendamento che recepisce le osservazioni del CAL, prevede che i Comuni possano derogare alla normativa relativa al posizionamento dei cosiddetti corridoi di lancio, ovvero quegli spazi di spiaggia riservati all’ingresso in mare delle imbarcazioni e più in generale delle unità da diporto.
Queste sono le parti principali di questa proposta di regolamento. Poi gli emendamenti saranno discussi in occasione della loro votazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marinelli.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

Erminio MARINELLI. Non c’è molto da aggiungere a quanto detto dal Presidente Badiali. Questa proposta di regolamento serve soprattutto a dare uniformità ai servizi offerti dal nostro prodotto mare.
La scorsa settimana abbiamo parlato di turismo, sappiamo bene che l’80% delle persone ha interesse per il mare, e quindi per esso da nord a sud dobbiamo dare una uniformità di servizi che siano di qualità e di sicurezza.
Sul prodotto mare c’è stato un dibattito abbastanza ampio, tenendo conto delle peculiarità delle nostre spiagge (ad esempio il prodotto mare comincia in anticipo nel pesarese e nel sambenedettese mentre un pò più tardi in altre parti).
Accanto ai servizi enormi che danno i nostri esercenti balneari sul prodotto mare deve essere sopratutto garantita la sicurezza.
Oggi quindi riguardo a questo le date e gli orari proposti, approvati all’unanimità dalla Commissione, vengono portati in discussione in Aula.
Gli interventi sui festivi e prefestivi partono prima da metà maggio a metà settembre. C’è però anche la necessità di un respiro nell’orario centrale 13-15. Ossia, non è che il servizio viene soppresso, ma viene garantito in maniera alterna e con un raggio più ampio della zona da controllare dagli esercenti balneari; fidandosi del resto anche della buona volontà e intelligenza dei bagnanti, perché certamente fare il bagno dopo aver mangiato può creare dei problemi.
Quindi è giusto aver organizzato quanto è stato detto ora. Inoltre dobbiamo anche tenere conto dell’impegno economico non indifferente dei Comuni, che appunto devono garantire sicurezza e orari nelle spiagge libere.
E tutto questo credo sia un po’ il fiore all’occhiello delle nostre città costiere. Ricordo che le Marche l’anno scorso erano la seconda regione in Italia per numero di città con bandiere blu (precisamente dodici). In questi giorni verranno comunicate le bandiere blu per il 2012.
Dunque il nostro prodotto mare è sicuramente di qualità. E noi vi aggiungiamo la sicurezza, mettendo un minimo e un massimo, con estrema soddisfazione, tenendo conto delle caratteristiche della nostra regione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere

PRESIDENTE. Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 della terza Commissione:
L’art. 1 (Modifica all’art. 2) è sostituito dal seguente:
“1. (Modifica all’art. 2) l. Dopo il comma 1 dell’articolo 2 del regolamento regionale 13 maggio 2004, n. 2 (Norme sull’utilizzazione del litorale marittimo della Regione per finalità turistiche ricreative) è aggiunto il seguente: 1 bis. I Comuni, per esigenze motivate, possono stabilire periodi più ampi rispetto a quelli fissati dal comma 1.
2. Al comma 2 dell’art. 2 del r.r. 2/20041e parole: “ai sensi del comma 3” sono sostituite dalle parole “ai sensi dell’articolo 2 bis”.”
Prego la Commissione di dare indicazioni.

Fabio BADIALI. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Subemendamento n. 2/01/1 del Consigliere Perazzoli, che sostituisce l’emendamento n. 2/1 della Commissione:
Il comma 2 dell’articolo 2 bis così come inserito dall’articolo 2, è sostituito dal seguente:
“2. Il servizio di salvataggio è comunque garantito durante il primo fine settimana del mese di giugno.”.
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Il subemendamento del Consigliere Perazzoli può essere accolto da me personalmente però deve essere condiviso da tutta l’Assemblea.
Noi dicevamo che doveva essere garantito il salvataggio nel primo fine settimana di giugno e nel secondo di settembre. Ma le associazioni di categoria ci hanno fatto rilevare che per il primo fine settimana di giugno possono garantire, invece per il secondo sabato di settembre, che può andare a finire al 14-15 di settembre, data in cui le scuole sono già iniziate, non avrebbero più il personale, perché l’80% dei bagnini sono studenti.
Quindi essendoci una spiegazione seriamente motivata ritengo possa essere accolto. Saranno poi i Comuni che decideranno a livello locale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Io voterò contro questo emendamento, per due motivi, uno è di principio, ossia, si fa una legge, in questo caso si prevedono dei servizi per i cittadini, poi non va bene agli operatori e la legge si cambia.
Non è che noi regolamentiamo per i cittadini marchigiani e per tutti coloro che verranno al mare da noi e che possono usufruire di certi servizi, no, noi regolamentiamo come possono a loro desiderio comportarsi i titolari di certi stabilimenti balneari, che utilizzando studenti, e siccome ci sono le scuole, ecco, il servizio non può essere svolto. Pensate un po’! In un paese dove la disoccupazione giovanile è del 33% noi se mancano gli studenti non possiamo trovare giovani che fanno i bagnini! Sul piano del principio e sul pian politico ha veramente dell’incredibile! Questa norma ha veramente dell’incredibile!
Quindi per questo motivo chiedo ai Consiglieri di non votarla. Se non ci sono gli studenti c’è tutta l’estate per chiamare, con contratti previsti dalla normativa italiana per un fine settimana, giovani disoccupati. Perché no? Perché impedire questo?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Non è così semplice. I bagnini non è che si possono prendere dalla lista dei disoccupati, essi devono aver fatto dei corsi specializzati, perché un loro intervento può significare salvare una vita umana. E la stragrande maggioranza dei bagnini sono studenti, perché appunto è un’occupazione molto precaria, dura due mesi, inoltre ci vuole anche freschezza fisica.
Qui parliamo sempre dei concessionari perché non sono molto simpatici all’opinione pubblica, ma in realtà questo riguarda anche i Comuni. Nel comune di San Benedetto, che è il primo comune del turismo balenare delle Marche, più di un terzo delle spiagge sono libere, che quindi fanno capo al Comune che appunto deve garantire lo stesso servizio dato nelle spiagge in concessione.
Vado all’aspetto della seconda settimana di settembre. Noi sappiamo che a settembre finché permane il bel tempo nel fine settimana la gente continua ad andare al mare, invece già con la prima pioggia il turismo balneare si ferma. Con questa norma fissiamo un comune denominatore per tutti i Comuni, ossia il minimo dei servizi. Poi i Comuni a seconda del tipo di turismo che hanno eventualmente allargano. Per esempio a Porto San Giorgio che ha un turismo meno alberghiero la stagione parte il 15 giugno, mentre a San Benedetto dal 1° giugno comincia il servizio già tutti i giorni, ma è un’esigenza di quel Comune che appunto ha una maggiore frequenza di turismo alberghiero.
In questo modo, quindi, noi garantiamo dal 15 giugno alla prima domenica di settembre il servizio tutti i giorni. Il primo weekend di giugno è garantito perché c’è il turismo di chi viene il sabato e la domenica, nella seconda domenica di settembre se il Comune vuole può prevederlo ancora, perché è inutile che lo imponiamo in un periodo che può essere come non può essere.
E’ un emendamento che può anche apparire una riduzione, invece è logico, esso tiene conto di quello che avviene effettivamente sulle spiagge, ossia di quei comuni che hanno meno presenza di turismo legato agli alberghi; mi riferisco a Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, mentre Senigallia, San Benedetto, Pesaro, Fano, hanno magari già adesso servizi più larghi.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 2/01/1. Se passa decade l’emendamento n. 2/01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/01 del Presidente Badiali. Decaduto.

Emendamento n. 2/1 del Consigliere Marangoni:
Il comma 3 dell’articolo 2 bis (“servizio di salvataggio”), così come inserito dall’articolo 2 della PdR n. 5 (“Inserimento dell’articolo 2 bis”) e recante la frase: “3. Il servizio di salvataggio deve essere garantito almeno dalle ore 10,00 alle ore 18,00.” va sostituito col seguente comma:
“3. Il servizio di salvataggio deve essere garantito almeno dalle ore 8,00 alle ore 19,00”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. La proposta prevede che il servizio di salvataggio debba essere garantito almeno dalle ore 10 alle ore 18. Io invece chiedo dalle ore 8 alle ore 19. Quindi un allungamento due ore prima al mattino e un’ora dopo la sera. Perché? Innanzitutto perché c’è una popolazione anziana che va al mare prima delle dieci, come pure quella che per ragioni di salute, per il sole, per lo iodio, soggetti ipertiroidei, soggetti sensibili, non vanno al mare nelle ore centrali. A mio avviso quindi è molto importante che in quella fascia oraria ci sia la presenza dei bagnini.
Peraltro è triste vedere alle ore 18 in piena estate, quindi quando ancora il sole è alto e la gente è ancora assolutamente in spiaggia, vedere i bagnini che smontano. Mi sembra assurdo che questo servizio cessi alle ore 18.
Quindi chiedo dalle 8 alle 19, anziché, come scritto nel testo, dalle 10 alle 18.

Fabio BADIALI. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2/1. Lo pongo in votazione. (…) Va bene. Quindi procediamo con la votazione per appello nominare richiesto dai Consiglieri Carloni, Acquaroli, Foschi.
Favorevoli: Binci, Bucciarelli, Marangoni.
Contrari: Acquaroli, Badiali, Busilacchi, Camela, Carloni, Ciriaci, Donati, Eusebi, Malapsina, Marinelli, Massi, Natali, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Astenuti: D’Anna.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2/1 bis della terza Commissione:
Dopo il comma 3 dell’art. 2 bis (servizio di salvataggio), come inserito dall’art. 2, è inserito il seguente:
“3 bis. Nel rispetto della fascia oraria di cui al comma 3, i Comuni possono stabilire che nel periodo di tempo compreso tra le ore 13 e le ore 15 il servizio di salvataggio sia garantito per postazioni limitrofe anziché per ogni singola postazione, in modo che sia comunque assicurata la continuità del servizio medesimo. In tale situazione è dato avviso al pubblico mediante apposito cartello e bandiera gialla issata”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/1 ter della terza Commissione:
Il comma 4 dell’art. 2 bis (servizio di salvataggio) come inserito dopo l’art. 2 è sostituito dal seguente:
“4. I comuni, per esigenze motivate e per tratti di litorale specifici possono derogare, d’intesa con l’Autorità Marittima, alle fasce orarie di cui al comma 3 nonché stabilire periodi più ampi rispetto a quelle fissati dal presente regolamento”.

Fabio BADIALI. Favorevole.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/2 del Consigliere Marangoni:
Al comma 6 dell’articolo 2 bis (“servizio di salvataggio”) - così come inserito dall’articolo 2 della PdR n. 5 (“Inserimento dell’articolo 2 bis”), va aggiunto il seguente comma:
“6 bis. I Comuni sono tenuti alla sorveglianza relativa al mantenimento in loco dei cartelli di cui al presente articolo nonché alla immediata sostituzione di quelli danneggiati o rimossi previo costante monitoraggio dell’arenile relativo alle spiagge libere”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Con questo emendamento chiedo l’aggiunta del comma 6 bis che indica una responsabilità dei Comuni sulla cartellonistica. “I Comuni sono tenuti alla sorveglianza relativa al mantenimento in loco dei cartelli di cui al presente articolo nonché alla immediata sostituzione di quelli danneggiati o rimossi previo costante monitoraggio dell’arenile relativo alle spiagge libere”.
Nella realtà accade che i cartelli o per vandalismo notturno oppure per le intemperie o altro non ci siano, e quindi in questo caso deve essere il Comune che ha la responsabilità di rimetterli e far vigilare che ci siano, altrimenti non ci può far scudo della mancanza di un cartello se qualcuno non ha prima vigilato.

PRESIDENTE. E’ stato presentato il subemendamento n. 2/2/1 del Presidente della terza Commissione Badiali sostitutivo dell’emendamento di Marangoni:
Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente:
“6 bis. I Comuni sono tenuti alla sorveglianza e alla manutenzione dei cartelli relativi alle spiagge libere.”.
Prego, Presidente Badiali.

Fabio BADIALI. Togliamo la seconda parte dell’emendamento Marangoni.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 2/1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/2. Decaduto.

Emendamento n. 2/3 del Consigliere Marangoni:
Al comma 6 dell’articolo 2 bis (“servizio di salvataggio”) - così come inserito dall’articolo 2 della PdR n. 5 (“Inserimento dell’articolo 2 bis”) - va aggiunto il seguente comma:
“6 bis. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge i Comuni adeguano i loro regolamenti sull’utilizzazione del litorale marittimo comunque denominati alle disposizioni del presente articolo.”.
Ha chiesto la parola il Presidente Badiali. Prego.

Fabio BADIALI. Su questo c’è parere contrario in quanto quello che il Consigliere Marangoni riporta è già inserito all’interno del regolamento n. 2, articolo 10. Ovvero, cioè se i Comuni entro un anno non adeguano il regolamento si devono avvalere per forza di quello emanato dalla Regione.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Subemendamento n. 3/1/1 del Consigliere Binci:
Alla fine dell’emendamento n. 3/1 della Commissione aggiungere “La distanza non può essere inferiore comunque a metri 250.”.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ho fatto questo subemendamento in relazione all’emendamento della Giunta di accoglimento del parere del CAL.
L’articolo 3 dice che il posizionamento dei corridoi di lancio va comunicato entro il 20 maggio e la distanza tra ciascun corridoio di lancio non può essere inferiore a 500 metri.
Il CAL chiede che i Comuni possano derogare alla distanza limitatamente ai corridoi di lancio per attività collaterali senza mettere alcuna distanza.
Con questo subemendamento dico che la distanza non può essere inferiore a 250 metri.
La legge nella sua stesura iniziale prevedeva 500 metri, io metto questo limite di 250 perché di fatto c’è un problema per la balneazione. (…) Però, Consigliere, bisogna comunque mettere un limite, altrimenti la distanza tra i vari bagnini è di cinquanta metri e se ognuno ha un proprio corridoio di lancio è insicuro fare la balneazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Qui c’è sempre un retro pensiero che è come un cattivo retrogusto! In realtà i corridoi di lancio vengono organizzati dai circoli nautici, dai comitati per le barche, ecc.. Normalmente i concessionari di spiaggia a tutto pensano meno che fare i corridoi di lancio, perché avere un corridoio di lancio significa non poter mettere gli ombrelloni, che è il sostentamento vero. A meno che non ci siano concessionari di spiaggia ove dentro c’è anche un circolo di barche.
Quindi il limite di 500 metri era esagerato, normalmente viene messo vicino ai fiumi, ai torrenti o in qualche spiaggia libera, avrebbe magari potuto dar fastidio, mentre 250 metri vanno più che bene.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 3/1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/1 della terza Commissione:
1. Al comma 1 dell’art. 3 (modifiche all’art. 6) che introduce il comma 2 bis nell’articolo 6, dopo le parole “a metri cinquecento.” sono aggiunte le seguenti: “I Comuni possono derogare alla distanza limitatamente ai corridoi di lancio richiesti dai titolari di concessioni demaniali marittime per attività collaterali”.
Lo pongo in votazione, così come emendato dal sub emendamento 3/1/1.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di regolamento n. 5 (abbinata alla proposta di regolamento n. 4), così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 127
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 127 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La proposta di legge in oggetto introduce nell’ordinamento regionale la disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità, dando così attuazione ai princìpi generali previsti dal decreto legislativo 228 del 2001, conosciuto come legge di orientamento in agricoltura che ha definito i distretti rurali e agroalimentari di qualità come aggregazioni territoriali dotati di peculiari caratteristiche ambientali, storico-sociali ed economiche.
Dal 2001 alcune Regioni, non molte, hanno legiferato. E questo sicuramente ci ha facilitato il compito nel lavorare a questa proposta di legge. Anche perché in questi anni si sono create discussioni con due orientamenti di pensiero, uno è quello che la Regione istituisce, l’altro è quello che la Regione riconosce.
Ad esempio la Regione Piemonte ha istituito i distretti rurali e agroalimentari di qualità dividendo il proprio territorio dall’alto. Il nostro pensiero, invece, è quello che la Regione riconosce, quindi un movimento dal basso.
La Regione riconosce quello che dal territorio (da un comitato promotore) viene come proposta. In quei territori dove c’è una tradizione di movimento e di interazione tra vari soggetti a livello economico, sociale, imprenditoriale e istituzionale avviene la proposta della formazione del comitato promotore e quindi la proposta del distretto. Dunque la Regione riconosce.
E questa proposta della Giunta è apprezzata non solo a livello politico della Commissione, ma anche dalle associazioni di categoria.
Nel frattempo si sono create realtà che vanno sottolineate, che hanno animato, che hanno anticipato la discussione sui distretti rurali. Un esempio è l’esperienza positiva del Gal Colli Esini che nel proprio piano di sviluppo locale aveva già inserito il distretto rurale. Quindi ha anticipato i tempi, è stato il propulsore. Come va sottolineata la formazione di un comitato del distretto rurale Appennino centrale umbro-marchigiano che è nell’entroterra pesarese, il territorio da dove provengo.
Quindi dall’esperienza del Gal Colli Esini nell’articolo 6 di questa proposta di legge è appunto riconosciuto che il Gal può essere considerato anche comitato promotore. L’esperienza positiva del Comitato promotore dell’Appennino centrale umbro-marchigiano è invece riconosciuta in maniera chiara all’articolo 2 che prevede appunto la possibilità dei distretti rurali interregionali.
Queste sono pertanto due esperienze importanti che hanno preceduto la discussione della legge e che vengono riconosciute.
E’ indubbio che il cuore della legge è l’agricoltura, sia per la produzione del distretto agroalimentare, sia per il distretto rurale. Non solo, si parla in maniera chiara di tutti gli altri settori. Quando si parla dello sviluppo del territorio si parla di una interazione tra il mondo agricolo e gli altri settori. E questo è estremamente importante. Si parla di omogeneità di un territorio ove il mondo agricolo interagisce con gli altri settori, quello fondamentale turistico, quello economico, quello sociale e quello istituzionale. Quindi diventa un modo di stare insieme nel territorio per creare in esso sviluppo.
Credo che questo sia estremamente importante sottolinearlo.
Inoltre si parla di distretti agroalimentari di qualità e di distretti rurali di qualità. Nell’articolo 1 si capisce che si vuole parlare di qualità legata a entrambi i distretti, invece negli altri articoli non è così chiaro, credo però che la volontà della Commissione e anche dei propositori sia quella che anche per i distretti rurali ci sia il termine di qualità. La ricerca della qualità è fondamentale, per cui deve essere chiarito e quindi scritto d’ora in poi quando si usa la parola distretti rurali, perché, ripeto, l’obiettivo della qualità diventa fondamentale.
Importanti sono quindi i comitati promotori. La Giunta, dicevo, riconosce e non istituisce il distretto. Il comitato promotore deve allegare un piano di distretto. Anche questo è fondamentale. In sede di discussione abbiamo pensato fosse importante mettere nella legge quelli che sono gli elementi fondamentali del piano di distretto, quindi quello dell’interagire, di essere in corrispondenza con il piano regionale, e tante altre cose.
Il piano di distretto, quindi, deve essere allegato alla domanda di riconoscimento del distretto. Una volta riconosciuto la Giunta, attraverso i regolamenti, deve controllare l’effettuazione del piano, che può essere anche revocato. Cioè, non è che una volta riconosciuto il distretto rimane in quelle condizioni, c’è una verifica costante di ciò che avviene in quel territorio.
Dicevo prima che è stata presa in considerazione una forma che nasce dal basso, cioè una forma leggera non eccessivamente vincolistica.
Gli articoli sono 10, ridotti poi a 9 in quanto l’articolo 8 è stato soppresso.
Nell’articolo 3 e nell’articolo 4, che sono il cuore della legge, ci sono i requisiti per il riconoscimento dei distretti rurali e agroalimentari di qualità.
Fondamentali rimangono gli elementi di interazione del territorio, omogeneità del territorio, interazione fra i vari operatori del territorio, dalle istituzioni, agli imprenditori, ma non solo imprenditori agricoli – e questo è di grande importanza –, anche gli operatori turistici, quelli che lavorano nel settore della cultura, insomma quelli di tutti quei settori che fanno parte di quel territorio.
Ritengo, pertanto, sia una grandissima occasione di sviluppo.
Tant’è che nel ragionamento che si fa in alcune zone legate ai distretti rurali non si parla solo di prodotto agricolo ma addirittura di paesaggio, in quanto l’unità di paesaggio ha in sé la caratteristica di valorizzazione ambientale, valorizzazione storica, valorizzazione dell’agricoltura. E’ chiaro che l’agricoltura è il centro del distretto rurale, il primo manutentore del paesaggio è infatti l’agricoltore, però il paesaggio è l’insieme di una politica sì legata, ripeto, all’agricoltura, ma anche alle istituzioni e a tutti gli attori che sono sul territorio.
Concludo dicendo che da parte della Commissione è stato fatto un ottimo lavoro. Come pure vi è stata un’ottima collaborazione da parte degli uffici dell’assessorato . Sull’ottima proposta di legge della Giunta che abbiamo valutato il nostro contributo nel modificarla, in accordo appunto con l’assessorato, è stato importante. Pertanto all’interno della Commissione si è svolta un’ottima discussione, e c’è stata anche un’espressione favorevole da parte di tutte le categorie ascoltate.
E’ inoltre stata fatta anche una riflessione sulla questione dei finanziamenti. E’ una legge che non ha un finanziamento ad hoc, però abbiamo visto che in realtà apre porte importanti per lo sviluppo del territorio attraverso questo soggetto che nasce e che andrà a chiedere finanziamenti su progetti specifici all’interno del PSR di tutte quelle misure del turismo e della cultura non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale. Diventa insomma un interlocutore forte.
Penso dunque sia un’ottima legge che si aggiunge per quanto riguarda l’agricoltura all’innovazione che si sta mettendo in campo in questo settore all’altra legge della multifunzionalità dell’azienda agricola. E’ un ottimo strumento di valorizzazione per tutto il territorio marchigiano e, permettetemi, siccome vengo dall’entroterra, sicuramente è una grandissima occasione per l’entroterra marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Anch’io voglio fare le mie congratulazioni e ringraziare gli uffici della Giunta regionale. In particolare la dott.ssa Speciale che ha collaborato ai lavori di Commissione, facendolo oltre che con competenza anche con passione ed entusiasmo. In Commissione, quindi, c’è stata una bella discussione, con il risultato che in quella sede, almeno, la legge è stata licenziata all’unanimità.
E’ chiaro che viviamo un momento di crisi ed è altrettanto chiaro che dobbiamo approvare tutti quei provvedimenti che possono aiutare la nostra società a risollevarsi.
Questo è un provvedimento che prende atto anche di quanto stabilito dal decreto legislativo 228 circa il ruolo dell’azienda agricola. Però io credo veramente che con questa legge diamo un elemento in più, in particolare agli agricoltori, ma comunque a tutti coloro che vivono nell’ambito rurale; la ruralità non coincide con agricoltura bensì la comprende.
Questo provvedimento consolida le esperienze positive che sono state realizzate sul territorio marchigiano e che in pratica rappresentano le iniziative di autogoverno per quanto riguarda la promozione e lo sviluppo sostenibile.
Sicché da un lato consolida e dall’altro incoraggia, sollecita a fare scelte a beneficio del territorio, a fare scelte lungimiranti, perché sappiamo, concordo con quanto diceva il collega Traversini, che il paesaggio è qualcosa di più di quello che vediamo, ovvero rappresenta la storia, gli usi, i costumi, la cultura.
Pertanto sono d’accordo a demandare – in questo caso, dott.ssa Santoncini, ritengo sia possibile - al coordinamento tecnico di scrivere ogni qualvolta nella legge si parla di distretti rurali e di distretti agroalimentari di qualità di aggiungere la parola “di qualità” anche dopo distretti rurali, perché la ruralità va oltre, comprende, dicevo, l’agroalimentare.
C’è però questo rammarico di non aver voluto prevedere, anche come segnale politico, una cifra, un quantum di risorse finanziarie a disposizione di questa legge, che invece avrebbe dato un significato particolare al mondo rurale, cioè che non esistono soltanto i fondi dell’Unione europea ma c’è la Regione Marche che credendoci tanto fa anche uno sforzo, anche se minimo, dando così, ripeto, un segnale politico.
Ma è anche vero che è una legge che può essere attuata realizzando progetti che possono spingere fondi in modo intersettoriale, ovvero cultura, turismo, difesa del territorio, dell’ambiente, ecc..
Staremo quindi a vedere, allora per questo aspetto voglio dare al Governo regionale un’espressione di fiducia. Dopodiché, ripeto, se la Commissione si è espressa all’unanimità evidentemente vuol dire che questa legge non fa nient’altro che rispondere a delle esigenze che sul territorio erano già presenti.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento passiamo quindi alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento n. 4/1 del Consigliere Marangoni:
La lettera b) del comma 1 dell’articolo 4 è sostituita dalla seguente:
“b) presenza di filiere produttive caratterizzate da rapporti di integrazione e di interdipendenza tra le imprese agricole e quelle del settore della trasformazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari di qualità, certificate da organismi accreditati”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ho presentato qualche emendamento perché è un tema a me particolarmente caro. Essi sono assolutamente di buonsenso, condivisibili, nello spirito della legge. Quindi mi auguro che la maggioranza e anche i colleghi di minoranza ragionino per il loro contenuto e non sulla base di chi l’ha proposto, altrimenti non facciamo molta strada.
Questo emendamento chiede che la presenza di filiere produttive siano caratterizzate da rapporti di integrazione e di interdipendenza tra le imprese agricole e quelle del settore della trasformazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari di qualità, certificate da organismi accreditati.
Ossia, non si capisce come mai, e mi rivolgo in particolare ai relatori di maggioranza e di minoranza…

PRESIDENTE. Scusate, ma la gran confusione che c’è in Aula non permette di sentire chi interviene! Grazie.

Enzo MARANGONI. Si parla di agroalimentare, di quello che mangiamo, mangia sano e mangia marchigiano, quindi, gente, ascoltate!
Dicevo, quindi, che non si capisce come mai alla lettera a) dell’articolo 4 si chieda, molto giustamente, che le produzioni agroalimentari di qualità siano riconosciute, o comunque in corso di riconoscimento, mentre poi si tace sulle filiere.
Quindi anche le filiere, che sono l’oggetto di questo emendamento, a mio avviso dovrebbero essere riconosciute. E non è automatico, attenzione, che un prodotto sia riconosciuto da organismi accreditati e che di conseguenza, appunto, anche la filiera sia di per sé certificata. Non è assolutamente automatico.
Sicché anche la filiera dei prodotti agroalimentari deve essere, a mio avviso, certificata da organismi accreditati. Non solo il prodotto, che va benissimo, nella legge è scritto, ma anche la filiera.
Questo è il senso dell’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Vorrei spiegare perché su questo chiedo il voto contrario. Attualmente non esistono organismi che certificano le filiere, quindi parlare di questo sarebbe sbagliato.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4/2 del Consigliere Marangoni:
All’articolo 4 va aggiunto il seguente comma:
“2. Spetta alla Giunta regionale, con il Regolamento di cui all’articolo 9, definire la superficie minima oltre la quale si applica il concetto di distretto agroalimentare di qualità od il numero minimo di aziende per specifico settore produttivo che definisca il concetto di distretto di cui all’articolo 2, comma 1, lettera b)”.
Se non passa decade l’emendamento n. 9/1.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Questo emendamento è finalizzato a evidenziare l’importanza di definire una superficie minima, oltre la quale si applica il concetto di distretto. E in aggiunta, oppure in alternativa, almeno il numero delle aziende per settore produttivo rispetto al totale presente in quel territorio.
Quindi il numero di aziende minimo e/o superficie minima.
Questo è perché non viene citato da nessuna parte, nemmeno nel rimando al regolamento che dovrà redigere la Giunta di cui all’articolo 9.
A mio avviso anche questo è un emendamento di contenuto, di buonsenso.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 7/1 del Consigliere Marangoni:
La lettera d) del comma 2 bis dell’articolo 7 è sostituita dalla seguente:
“d) gli interventi per il raggiungimento, in forma integrata e coordinata, degli obiettivi e dei risultati attesi, con particolare riguardo, per i distretti agroalimentari di qualità, all’implementazione di una o più filiere agroalimentari, dedicate a produzioni di qualità riconosciute ai sensi della normativa vigente e obbligatoriamente certificate da organismi riconosciuti, attraverso l’innovazione e la razionalizzazione dei processi produttivi, una più efficace organizzazione della produzione, l’integrazione con le fasi di trasformazione, distribuzione e commercializzazione, l’implementazione di efficaci politiche di marketing e di diffusione dei prodotti di qualità;”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Illustro anche questo emendamento, nella consapevolezza che lo splendido isolamento nel quale mi trovo mi inorgoglisce, la prossima volta ne presenterò tre volte tanto, giusto per darvi fastidio, così imparate a bocciarli tutti!
L’oggetto di questo emendamento è l’aggiunta di cinque parole, cioè “obbligatoriamente certificate da organismi riconosciuti”. Sono gli organismi accreditati che certificano a livello nazionale ed europeo le produzioni, come per esempio il biologico. Se non c’è questa specificazione si resta un po’ troppo nel vago su chi debba riconoscere ai sensi della normativa vigente. Cosa vuol dire “riconoscere ai sensi della normativa vigente”? È troppo vago.
Ecco, questo è il senso dell’emendamento, fare riferimento a organismi riconosciuti.

PRESIDENTE. Emendamento n. 7/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Soppresso.

Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 del Consigliere Marangoni. Decaduto.

Emendamento n. 9/2 del Consigliere Marangoni:
All’articolo 9, comma 1, dopo la lettera g) va aggiunta la seguente:
“h) le modalità di coordinamento con i regolamenti di attuazione, o con la normativa in materia di distretti rurali e agroalimentari di qualità, delle regioni confinanti nel caso dei distretti interregionali previsti dall’articolo 2".
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Con questo emendamento si introduce un concetto nuovo di distretti rurali e agroalimentari di qualità a carattere interregionale. La presente legge su questo lascia un vuoto normativo, non ho trovato nulla sulla interregionalità. (…) C’è? Allora mi è sfuggito, se c’è chiedo scusa.
Qui faccio riferimento proprio alle regioni confinanti nel caso di distretti interregionali. (…) Sì, ma bisogna esplicitarlo. Occorre che il regolamento di cui all’articolo 9 lo espliciti. (…) Insomma, è un fatto tecnico, comunque siamo d’accordo con la sostanza.

PRESIDENTE. Emendamento n. 9/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9/3 del Consigliere Marangoni:
All’articolo 9, comma 1, dopo la lettera g) va aggiunta la seguente:
“h) le caratteristiche del comitato promotore, di concerto con le regioni interessate, nel caso in cui il distretto abbia carattere interregionale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola al Consigliere Cardogna, ne ha facoltà.

Adriano CARDOGNA. Ci tengo ad esprimere pubblicamente la mia dichiarazione di voto perché come Gruppo è grande l’attenzione che riserviamo a tutti gli atti dell’Assemblea legislativa che si occupano di territorio e di agricoltura. Soprattutto in un momento come questo dove opportunità vanno create affinché si possano aprire spazi per la nostra imprenditoria, specialmente quella agricola.
E’ un’altra proposta di legge che nasce da quel secondo decreto legislativo 228/2001 sull’orientamento e modernizzazione del settore agricolo che ridefinisce in modo profondo sia la figura dell’imprenditore agricolo che il ruolo dell’agricoltura nel nostro Paese.
Apprezzo questa proposta di legge perché cerca di portare a sintesi e un po’ a sistema quella che è stata comunque una esperienza lunga negli anni, ovvero quella dei gruppi di azione locale. Trovo quindi che l’Approccio Leader sia significativamente ricompreso.
Apprezzo questa proposta di legge in quanto riconosce che possono esistere delle realtà dove le istituzioni delle forze economiche e sociali insieme possono raggiungere livelli di requisiti e di condizioni che vadano ad aumentare il livello di qualità soprattutto territoriale delle nostre produzioni.
E’ una legge, quindi, che non impone bensì consente nuove opportunità. E può anche rappresentare un momento significativo in quanto, come dicevo, i sei gruppi di azione locale presenti nella nostra regione ormai da decenni hanno l’opportunità di esprimere al meglio il loro radicamento territoriale e il loro scopo sociale.
Distretti rurali agroalimentari che possono dunque costituire una risposta nuova alle esigenze di lavoro e di nuove economie sostenibili nei nostri territori rurali e di montagna.
Ritengo che il tema della capacità intrinseca dei territori rurali di produrre sviluppo possa trovare una nuova opportunità.
E’ per questo che voteremo convintamente a favore di questa proposta di legge. Auspichiamo che in via ordinaria, una volta verificate le possibilità, si possano trovare risorse nelle eventuali economie dell’attuale programmazione del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, in attesa delle risorse che sicuramente saranno presenti nel prossimo periodo di programmazione sempre nello strumento dello sviluppo rurale. E se magari si riuscissero a trovare quelle risorse in questo momento potremmo anche dare avvio ad alcune esperienze pilota che farebbero ben sperare per il nuovo periodo di programmazione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Su questa proposta di legge, in quanto Vicepresidente della terza Commissione, dichiaro come Gruppo l’espressione di un voto favorevole.
Abbiamo trovato questa proposta di legge, lo si diceva prima, un’opportunità, un modo per ridare concretezza e forza a un lavoro che oggi più che mai sembrava quasi lasciato all’abbandono e senza speranza.
Dalla concertazione che abbiamo fatto e dal lavoro che è stato svolto in Commissione è scaturito: opportunità, chiarezza, possibilità di esprimersi, nuove economie, concretizzazione. Come pure la possibilità di avere un’economia rurale apprezzata, certificata, riconoscibile. Ma non riconoscibile soltanto con la comunicazione bensì con delle certificazioni. Certificazioni che oltre ad essere, diciamo, un discorso economico, determinano cultura rispetto al nostro prodotto territoriale.
Con questa mia breve dichiarazione - ho cercato di farla abbastanza concisa seppure avremmo potuto dire molto altro, perché questa proposta di legge, come dire, è anche passionale - da ultimo dico che siamo assolutamente consapevoli che si vuole governare questo territorio in modo creativo, economico e di riflessione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Molto brevemente. Noi siamo stati molto a lungo incerti se varare o meno questa proposta di legge.
Tutto sommato parliamo di come poter addensare interessi, consapevolezza e volontà di iniziativa da parte di aziende e di loro associazioni di rappresentanza, in un ambito di un sempre più puntuale modello di concertazione e di condivisione delle scelte da fare sul territorio.
Ci siamo quindi convinti a farlo perché crediamo che ogni forma che spinga verso una maggiore integrazione sia un elemento importante per raggiungere un obiettivo, in particolare quello della crescita endogena. E questo soprattutto in una regione come le Marche che, insieme ad altre, sopratutto dell’Italia centrale, nel tempo in misura crescente hanno sempre più basato il loro sviluppo sulle vocazioni economiche territoriali, sulle eccellenze, sulle potenzialità del territorio.
Creare con maggior certezza delle reti che riescano a dare espressione a questi valori, a queste risorse locali, riteniamo sia molto importante.
Tra l’altro questa è una delle direttive principali che ci viene non solo dalla nuova politica agricola europea, ma anche dalla politica di coesione, cioè quella di una maggiore integrazione che appunto possa permetterci di andare verso una valorizzazione delle risorse locali.
Benché abbiamo seguito un percorso che affonda esperienze e radici in quello che abbiamo fatto nel corso del tempo anche attraverso i gruppi di azione locale - che tutto sommato hanno avuto una performance complessivamente positiva, e dovremo vedere assumere un nuovo protagonismo da parte di questi, perché gli stessi regolamenti dell’indirizzo dell’Unione europea spingono a un’integrazione dei diversi strumenti che abbiamo a disposizione che vedono convergere parte di quest’azione nei diversi gruppi di azione locale -, ci siamo comunque mossi sulla base del decreto 228, come ricordava il Consigliere Cardogna. E l’abbiamo fatto seguendo quello spirito e quella spinta che, tra l’altro, è stata fatta propria, non solo da tutto il mondo agricolo, ma anche da quelle che sono le consapevolezze diverse di sviluppo delle aree rurali.
E vado ad un’ultima cosa solo per dire che non sono molto d’accordo sul fatto che in coordinamento tecnico c’è bisogno di aggiungere “di qualità” ai distretti rurali. Noi partiamo da una definizione che ci viene da una norma nazionale, quindi se cambiamo quella definizione in qualche modo cambiamo non solo una filologia ma anche l’impostazione di quella norma. Peraltro noi non abbiamo bisogno di allargarla perché la qualità è riferita a quelle che sono le filiere agroalimentari sul territorio in relazione alla situazione esistente. E per quanto riguarda i distretti rurali significa far riferimento alla fusione delle varie filiere che ci sono nel territorio che sono anche di diverse attività e prodotti.
Credo che la parola “di qualità” in qualche modo non che ci svii, condivido la spinta che sottolineate, ma ritengo non sia coerente al dettato normativo nazionale che va ripreso, per lo meno nominalmente, in maniera precisa. Poi è attraverso l’azione e i regolamenti che si possono imprimere maggiori spinte verso una direzione di qualità. Ma in fondo la crescita, soprattutto in una regione come le Marche, o sarà di qualità o non sarà.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 127. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 306
dei Consiglieri Silvetti, Eusebi, Bugaro
“Situazione Telecom Italia nelle Marche”

Mozione n. 268
del Consigliere D’Anna
“Situazione Telecom Italia nelle Marche

Mozione n. 314
del Consigliere Binci
“Situazione Telecom Italia nelle Marche”

(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Secondo quanto stabilito questa mattina durante la Conferenza dei Capigruppo passiamo alla trattazione delle mozioni n. 306 dei Consiglieri Silvetti, Eusebi, Bugaro e n 268 del Consigliere D’Anna, abbinate. (…) Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Presidente, chiedo di abbinare a queste mozioni anche la mozione n. 314, da me presentata, comunicata questa mattina, in quanto tratta lo stesso oggetto.

PRESIDENTE. Bene, la diamo per iscritta perché appunto è stata già comunicata, l’abbiniamo alle due che ho già annunciato.
Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Sarò estremamente sintetico onde non aggiungere altre parole a un’azione che si prefigura quanto mai urgente.
I proponenti di questa mozione, i colleghi Bugaro, Eusebi e il sottoscritto, insieme credo anche a chi a sottoscritto le altre mozioni, che ho avuto modo di leggere, chiedono un voto unanime dell’Assemblea legislativa al fine di dare un mandato esplicito, chiaro, univoco al Presidente Spacca di promuovere quanto prima un incontro con i vertici dell’azienda Telecom nella persona dell’amministratore delegato.
Un incontro attraverso cui si dovrà esprimere la viva preoccupazione per quello che è stato fino ad ora l’atteggiamento dell’azienda nei confronti del personale e quindi dell’occupazione; un atteggiamento che ha visto un graduale azzeramento di alcuni dei servizi che venivano espletati sul territorio regionale delle Marche. In modo da esprimere non solo la viva preoccupazione del Governo regionale, ma soprattutto per far capire qual è l’intenzione e l’attenzione del Governo regionale per il futuro.
Riteniamo urgente questo incontro in quanto crediamo sia imminente un ulteriore passaggio delicato che potrà gravare ulteriormente sul lato occupazionale già deficitario di questa regione.
Sappiamo infatti che questo azzeramento graduale ma inesorabile ha pregiudicato non solo le eccellenze di alcuni servizi ma anche le unità e quindi le quantità.
Ed è chiaro che questo, come dicevo, costituirebbe un ulteriore vulnus al dato occupazionale già estremamente deficitario.
Chiedo quindi all’Assemblea di votare immediatamente l’atto, facendo certo tesoro delle vostre osservazioni, per dare questo mandato pieno, e mi rivolgo al Vicepresidente Petrini, e all’Assessore Luchetti che è presente, il quale so avere incontrato già alcune rappresentanze sindacali nella giornata di ieri – così mi è stato riferito -.
E questa sorta di corsa che ha investito oggi compiutamente anche questa Assemblea legislativa dà ancor di più la misura di quale urgenza e di quale impellenza si trovi oggi nel gestire la regione Marche.
Confidiamo nella presa d’atto e nella presa di coscienza della Giunta per fare in modo che non oltre una settimana, compatibilmente con le agende, anche per verificare la disponibilità dell’azienda, ci sia una presa di posizione da parte di questo Governo regionale affinché non si aggravi la situazione locale, e quindi una volta tanto non si debba sottolineare l’inerzia della politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Anch’io sarò molto breve. Ritengo non ci sia tempo da perdere, c’è infatti il tentativo molto chiaro di mettere da parte quella professionalità che nella nostra regione è cresciuta nel corso degli anni, tutto va nella direzione di uno spostamento altrove. E questo oltre che da un punto di vista occupazionale è anche un affronto alla nostra regione che già viene trascurata in altri settori, come quello ad esempio ferroviario.
Ritengo si debba fare una battaglia significativa per dire basta ad una tendenza che tende ancora di più ad isolare la nostra regione, facendolo nel modo peggiore, ossia mettendo a rischio la professionalità e l’occupazione.
Quindi, vista anche la condivisione di questa mattina nella Conferenza dei Capigruppo, dobbiamo votare favorevolmente affinché si possano accelerare i tempi per un contatto diretto con i responsabili Telecom, per bloccare appunto quel tentativo che metterà in seria difficoltà coloro che da anni lavorano in questo settore e che hanno dimostrato di saperlo fare anche bene.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo fondamentale la richiesta di tutti i Gruppi consiliari acché l’Assessorato al lavoro, la Giunta contatti al più presto l’azienda Telecom. Viste le azioni da questa messe in atto, ovvero riduzione del personale e ridimensionamento della presenza della Telecom nella nostra regione. Ed altra cosa grave che si sta verificando è che le lavorazioni più pregiate, come l’assistenza tecnica, la cura dei clienti di maggior prestigio, gli apparati di elevato contenuto tecnologico, vengono pilotate verso altre regioni.
C’è dunque in atto da parte della Telecom un tentativo si vuotare le lavorazioni e le professionalità più importanti, che inoltre sembra precludere anche lo spostamento delle sedi di personale e delle lavorazioni.
Come peraltro già successo anche per altre aziende, vedi Trenitalia che ha spostato sia le manutenzioni sia le direzioni e quindi diminuito l’intervento in questa regione. Evidentemente il peso politico leggero della nostra regione determina anche le azioni e le attenzioni delle aziende verso il nostro territorio.
E’ quindi importante un’azione politica forte della Giunta per mantenere i servizi, lavorazioni ed il personale all’interno, appunto, della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Concordo con quanto detto dai colleghi che mi hanno preceduto, quindi non ripeto. Voglio soltanto aggiungerne che è importante l’impegno dell’Assessore al ramo, che sappiamo essere sempre molto pronto e sensibile a questi argomenti. Però voglio anche testimoniare l’impegno preso dal Presidente di quest’Aula, che non vedo in questo momento, a coadiuvare, con tutta la forza e appunto l’impegno di questa Assemblea, l’opera della Giunta.
Per cui, ecco, un’opera sinergica tra Assemblea legislativa e Giunta per arrivare a questo importantissimo colloquio con l’azienda.
Non è pensabile che questa azienda depauperi ulteriormente la regione Marche senza che la politica marchigiana intervenga con decisione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. A nome dell’Amministrazione ritengo che queste mozioni siano condivisibili. Invito pertanto i Gruppi a trasformarle in una risoluzione unitaria, affinché ci si faccia carico come Assemblea legislativa di una situazione ulteriore. Infatti, lo dicevamo prima, la situazione della Telecom si aggiunge a tante altre situazioni di crisi aziendali che si stanno accavallando sul nostro territorio.
Riguardo la vertenza Telecom siamo ancora in attesa del piano industriale che l’azienda dovrebbe presentare verso giugno. Essa purtroppo riguarda quasi mille addetti. Ed erano anche tanti di più. Sappiamo infatti che la Telecom ha fatto la fine delle tante altre grandi aziende che hanno lasciato il nostro territorio.
Quindi occorrerà fare una riflessione abbastanza profonda affinché la regione possa riappropriarsi almeno di alcuni punti significativi. E quando dico punti significativi mi riferisco a momenti di guida di grandi strategie produttive, soprattutto in riferimento ai nuovi settori, ai settori strategici. Noi abbiamo impostato il nostro programma sulla domotica, sulla green economy, ma è chiaro che non possiamo sostenere questi settori se nel nostro territorio non ci sono punti di riferimento significativi da un punto di vista tecnologico.
Purtroppo la Telecom è andata a finire nel calderone delle privatizzazioni. Altri paesi sono andati molto più cauti rispetto al settore telecomunicazioni. Settore in cui l’Italia negli anni ’60 era in prima fila sul piano dell’innovazione, poi però è andata avanti una politica che ha tenuto sempre meno conto di un settore strategico come questo. E quindi oggi ci ritroviamo ad aver a che fare con un settore in ritardo. Non solo, sapete che la compagine proprietaria della Telecom non è più neppure italiana. Per cui la questione si complica ulteriormente.
Noi per questa situazione siamo stati sollecitati già da tempo. Abbiamo chiesto l’incontro all’amministratore delegato della Telecom per affrontare il problema.
Io credo che una delle strade da battere non debba essere solo quella della rivendicazione – perché, guardate, con le multinazionali si fa molta fatica a discutere, nel senso che guardano ai quattrini, guardano agli affari, vi assicuro che gli appelli contano poco -. Credo che – e ne faremo carico anche al Ministro Passera – questi grandi gruppi siccome vengono a chiedere appalti, bèh, insomma, bisognerà anche intervenire facendo capire loro che c’è un margine di contrattazione anche con la Regione rispetto alle loro scelte. E’ ora cioè che se la fanno finita di pensare soltanto a strategie di rapina nei riguardi del nostro territori; del nostro territorio, perché dalle altre parti stanno centralizzando i servizi e stanno dando lavoro.
Sicché dovremmo interloquire anche sotto questo punto di vista. Se questa è l’unica arma che abbiamo l’affronteremo anche in questo modo. Non è detto che una grande azienda che viene a chiedere appalti o altro poi si debba comportare in questo modo.
Noi quindi, ripeto, l’affronteremo in questi termini. Appena avremo modo di fare questo incontro, che come ho detto lo abbiamo già richiesto, con l’amministratore delegato oppure con il responsabile d’area – è tanto difficile interloquire con questi signori -, faremo conoscere a questa azienda anche la volontà dell’Assemblea legislativa. Dopodiché dovremo aprire anche un confronto con le maestranze, con i sindacati, con le Rsu della Telecom, in modo tale da poter seguire abbastanza da vicino il processo di riorganizzazione.
Un processo che, come ho detto, a giugno avrà il momento clou in quanto verrà presentato il piano industriale. Pertanto noi vorremo intervenire prima in modo che questo piano industriale tenga conto anche delle richieste della nostra regione

Presidenza del Presidente
Vittoriano Soalzzi

PRESIDENTE. Sulle mozioni n. 306, n. 268 e n. 314 è stata presentata la seguente proposta di risoluzione, che mi pare sia una proposta bipartisan, vedo infatti le firme dei Consiglieri Silvetti, Eusebi, Latini, D’Anna, Binci, Marangoni:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
premesso che:
la Telecom sta operando tagli consistenti al personale in tutta Italia, attraverso
mobilità e contratti di solidarietà e che tali “strumenti” di riduzione del personale gravano comunque sulle finanze della collettività;
nelle Marche il continuo taglio di personale operato negli ultimi dieci anni ha provocato quasi il dimezzamento del personale impiegato nella nostra regione, passando dagli oltre duemila lavoratori ad appena mille addetti impiegati attualmente;
nel recentissimo passato il centro direzionale dell’azienda nelle Marche è stato dismesso a favore di città come Bologna, Mestre, Roma e che le Marche sono rimaste, quindi, come un “semplice” terminale operativo dell’azienda sul territorio e che le lavorazioni più pregiate (clienti di maggior prestigio o apparati tecnici relativi a guasti più sofisticati) vengono dirottate verso altre regioni mentre nella nostra vengono appaltate lavorazioni di ripiego, obsolete e “scartate” da altre sedi;
oltre 50 addette/i (di cui il 90% sono donne) del reparto informazione elenco abbonati (l’ex 12) subiscono da tre anni l’introduzione dei contratti di solidarietà con riduzione del 50% dell’orario lavorativo; a tale strumento di riduzione oraria non è stata corrisposta l’attivazione di nessun corso di riqualificazione per cui, alla scadenza del contratto di solidarietà (agosto del prossimo anno), gli addetti si troveranno fatalmente espulsi dal mondo del lavoro;
un ulteriore crollo dei livelli occupazionali produrrà sicuramente un sensibile peggioramento della qualità del servizio per la nostra regione, quindi, proprio in questo periodo in cui le telecomunicazioni possono esercitare un ruolo importante per la ripresa economica, sarebbe un evento da evitare con tutte le forze;
Impegna il Presidente della Regione Marche
ad intervenire convocando la direzione nazionale della società Telecom per tutelare i livelli occupazionali marchigiani e per chiarire le strategie aziendali riguardanti la nostra regione”.
La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 311
dei Consiglieri Zinni, Badiali, Bucciarelli, Malaspina, Ricci, Giancarli, Perazzoli, Natali, Traversini, Ortenzi, Carloni, Ciriaci, Zaffini, Marinelli, Massi, D’Anna, Silvetti, Bugaro, Romagnoli, Foschi, Eusebi, Marangoni
“Mantenimento di un numero adeguato di sedi distaccate di Tribunale e di Ufficio del Giudice di Pace nelle Marche”

PRESIDENTE. Passiamo ora punto di cui alla mozione n. 311, che è stata scritta d’urgenza questa mattina. Preciso che poteva essere abbinata all’interrogazione n. 629 del Consigliere Latini, però per essa non abbiamo rintracciato la risposta della Giunta, quindi tratteremo solo la mozione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Badiali, ne ha facoltà.

Fabio BADIALI. Questa mozione è stata sottoscritta dalla stragrande maggioranza dei Consiglieri. Quindi è sentita su tutto il territorio regionale. Infatti si tratta del mantenimento di un numero adeguato di sedi distaccate dei tribunali e dei giudici di pace nella nostra regione.
Il Ministero di grazia e giustizia sta predisponendo, con legge delega, la revisione della geografia giudiziaria, e quindi anche nella regione Marche.
La chiusura di molti uffici giudiziari avverrà in base a dei requisiti dimensionali attinenti il numero degli abitanti, il numero dei magistrati, il numero dei procedimenti.
La concertazione in corso fra associazioni di magistrati e avvocati con il Governo lascia intravedere la possibilità di una minore riduzione delle sedi stesse, rispetto a quanto originariamente delegato dal Parlamento. Nel senso che sembra si possa arrivare ad oltre sessanta sedi distaccate.
Considerato, altresì, che nella nostra regione, in particolar modo nella provincia di Ancona, oltre che ad assorbire le funzioni delle sedi periferiche che verranno chiuse, sarà anche, come annunciato dal Governo, sede del nuovo Tribunale delle imprese. Una cosa certamente importante, ma che richiede personale e spazi.
Si rileva, inoltre, che le sedi principali di Tribunali delle Marche – quindi le province da Pesaro, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno - non risultano essere adeguate strutturalmente all’assorbimento di tutte o di parte sostanziale delle sedi distaccate.
Quindi si chiede un impegno alla Giunta regionale di intervenire presso il Governo e il Ministero affinché permanga nelle Marche un numero adeguato di sedi distaccate di Tribunale e di Ufficio del Giudice di Pace, soprattutto tenendo conto dei alcuni parametri oggettivi già contenuti nella legge delega, ossia, carico di lavoro esistente e svolto negli ultimi anni, popolazione residente nei comuni di competenza, funzionalità territoriali delle sedi in rapporto alla mobilità, privilegiando aggregazioni ottimali di bacino fra i comuni asserviti.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Latini, che, tra l’altro, oltre all’interrogazione di cui ho detto poc’anzi, sul tema ha presentato anche una mozione.

Dino LATINI. Infatti, Presidente, è proprio per segnalare che oltre all’interrogazione che riguarda la sessione distaccata di Fabriano e che è anche meno recente rispetto alla situazione che si sta determinando riguardo alla organizzazione giudiziaria inerente il territorio delle Marche, ho anche presentato una mozione che in sostanza è analoga a quella esposta dal Consigliere Badiali.
Però sinteticamente vorrei sottolineare due aspetti fondamentali.
Primo, un dato certo, se non ci saranno modifiche di ordine legislativo, è che dal primo gennaio 2013 la riorganizzazione entrerà in funzione.
Secondo, per quanto riguarda le nostre sezioni distaccate la riduzione per un taglio netto, ad esempio per la provincia di Ancona – ma si può intendere anche per le province di Pesaro e di Macerata, in cui le sezioni distaccate delle comunità montane sono rilevanti, mi riferisco a Urbino e Camerino – di fatto le sezioni distaccate sparirebbero o si concentrerebbe ad una soltanto oltre quella del tribunale del capoluogo regionale.
Quindi il taglio non sarebbe solo in funzione all’spetto della dislocazione del territorio ai fini campanilistici per chi ha sede del mandamento; anche perché per i comuni che ne avessero sede ad oggi è oggettivamente un costo e lo sarà ancor di più per il futuro. Ma anche perché l’aspetto della riorganizzazione porta con se i flussi di lavoro, le persone addette alle Cancellerie, inoltre il rapporto del cittadino che chiede giustizia rispetto al territorio su cui vive prevalentemente con la propria attività.
Porto questo esempio perché già una battaglia viene condotta, e credo che sia superata, riguardo il tribunale delle imprese, che, come sapete, per la situazione delle Marche andrebbe a collocarsi, come foro competente dal punto di vista territoriale, presso Bologna.
Quindi per le controversie di origine giudiziario commerciale o comunque di ordine fallimentare tutte le imprese dal primo gennaio 2013 dovranno andare a Bologna per svolgere appunto le proprie cause a tutela dei propri diritti.
Si possono ben immaginare le difficoltà che potranno sorgere.
Quindi le mozioni tendono non tanto a conservare il preesistente, che comunque ha una sua funzionalità pur fra mille carenze, quanto per segnalare al Governo centrale che la suddivisione organica va quali calibrata in ordine a dei criteri che sono sia demografici, sia delle cause nell’ambito della singola sezione distaccata, sia riguardo il rapporto e la distanza tra la Corte d’appello, e in ogni caso il Tribunale principale, e la sezione distaccata stessa.
Pertanto ritengo che questa mozione sia veramente importante, perché deve porci nell’ottica di avere un confronto serrato con il Ministro di grazia e giustizia, la prof.ssa Severino con i suoi collaboratori, per segnalare appunto la poliedricità delle Marche sia territoriale sia riguardo la funzionalità giudiziaria. Inoltre per sostenere che un impegno fondamentale vi deve essere per la salvaguardia di tutte le sezioni distaccate, o comunque delle principali. Insomma, di un ordine fatto tenendo conto, appunto, dei bacini interessati dalla popolazione e del apporto storicamente esistente in merito alla tutela dei diritti dei cittadini.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento. Passiamo quindi alla votazione. Voglio però chiarire che la mozione che possiamo porre al voto è soltanto la n. 311 in quanto al riguardo io ancora non ho altre mozioni. (…) Allora possiamo fare questo, per adesso votiamo la mozione n. 311 dopodiché l’altra la iscriveremo per la prossima seduta. (…) Bene, votiamo questa.
Mozione n. 311. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Nomine.
· Sostituzione di due componenti effettivi il Comitato misto paritetico di reciproca consultazione (Servitù Militari).
· Elezione di un componente il Consiglio generale della Fondazione patrimonio fiere (sede Pesaro) articolo 5 statuto ente.
· Elezione di due componenti il Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa arl.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di due componenti effettivi il Comitato misto paritetico di reciproca consultazione (Servitù Militari).

(segue votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 33, schede valide n. 24, schede bianche n. 8, schede nulle n. 1.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione consiliare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Hanno ricevuto voti: Capanna n. 21, Mattioli n. 3,
Dichiaro eletti i Sigg. Capanna e Mattioli.


PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di un componente il Consiglio generale della Fondazione patrimonio fiere (sede Pesaro) articolo 5 statuto ente.

(segue votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 33, schede valide n. 22, schede bianche n. 8, schede nulle n. 3.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione consiliare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Hanno ricevuto voti: Foschi n. 14, Ceccarelli n. 5, Sperindio n. 3.
Dichiaro eletto il Sig. Foschi.


PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di due componenti il Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa arl.

(segue votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 35, schede valide n. 30, schede bianche n. 4, schede nulle n. 1.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione consiliare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Hanno ricevuto voti: Soricetti n. 18, Menzietti n. 12.
Dichiaro eletti il Sigg. Soricetti e Menzietti.

La seduta è tolta. Buon pomeriggio.

La seduta termina alle ore 13,30