Resoconto seduta n. 102 del 18/09/2002
La seduta inizia alle 17,30



Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine alla scuola Internazionale di talassemia di Pesaro
Mozione (Discussione e votazione proposte di risoluzione): «Trasformazione dell’Azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro in un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per realizzare un centro d’eccellenza per la scuola internazionale di talassemia» Gasperi, Ciccioli, Pistarelli, Castelli, Romagnoli e Novelli (225)
Interrogazioni (Svolgimento)
«Spese sanità e scuola di talassemia» Cecchini (521)
«Scuola internazionale di talassemia» Giannotti, Brini, Trenta, Grandinetti, Cesaroni e Ceroni (544)
«Scuola internazionale di talassemia. Affidamento incarico» Giannotti (553)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni del Presidente della Giunta in ordine alla scuola internazionale di talassemia di Pesaro. Alle comunicazioni sono abbinate la mozione n. 225 dei consiglieri Gasperi, Ciccioli, Pistarelli, Castelli, Romagnoli e Novelli e le interrogazioni n. 521 del consigliere Cecchini, n. 544 dei consiglieri Giannotti, Brini, Trenta, Grandinetti, Cesaroni e Ceroni e n. 553 del consigliere Giannotti.
Ha la parola il Presidente D’Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Innanzitutto chiedo scusa al Consiglio regionale di avere chiesto e ottenuto, grazie alla cortesia dei colleghi, di fare oggi questo dibattito, ma questa mattina ero all’apertura delle celebrazioni per il IV centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino ed essendo presidente del comitato nazionale non potevo mancare.
Provo a fare la cronistoria, che credo sia significativa, di questa che è ormai diventata una specie di telenovela. Ci sono una serie di argomenti, di elementi e di imprecisioni e inesattezze che probabilmente, se mettiamo in fila le cose si chiariscono.
Il ministro Sirchia in data 23 gennaio ci ha comunicato che il Governo italiano, in occasione del G8 di Genova, ha manifestato la volontà di istituire in Italia una scuola di talassemia, aperta ai medici stranieri, per diffondere soprattutto nei Paesi del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente le conoscenze acquisite nella lotta contro tale malattia da équipes medico scientifiche operanti in Italia.
Il ministro dava rilievo all'obiettivo solidaristico dell'iniziativa verso i Paesi in via di sviluppo dell'area mediterranea e medio-orientale e per tale motivo vi era il coinvolgimento del Ministero degli esteri. Il ministro informava sugli stanziamenti previsti per il progetto dalla finanziaria 2002: nel triennio 2002/2004, 31 milioni di euro dal Ministero della salute; sempre nel triennio 2002-2004, 4 milioni e 65 mila euro dal Ministero degli esteri a titolo di investimento per la cooperazione allo sviluppo.
Il ministro Sirchia chiedeva alla Regione se fosse interessata al progetto attraverso l'inserimento della scuola con le attività correlate - cura, ricerca e formazione - presso l'azienda ospedaliera S. Salvatore di Pesaro.
Con una mia lettera dell'8 febbraio, ho espresso l'interesse delle Marche all'iniziativa, dichiarando la piena disponibilità della Regione a sviluppare il progetto con apposita convenzione, sulla base anche di un colloquio informale con il ministro durante una sua visita agli inizi di febbraio, durante la quale mi diceva “mi è sufficiente una dichiarazione di interesse della Regione, poi sarà lei a regolamentare i suoi rapporti con l’azienda attraverso apposite convenzioni”, per cui deciderà la Regione se e come questo progetto peserà sulle sue finanze.
Nel frattempo, durante il mese di maggio, la Regione ha accompagnato le iniziative del direttore generale dell'azienda ospedaliera S. Salvatore (missioni in Israele e in Palestina, acquisto di materiale sanitario, potenziamento della struttura). Attività che ha proseguito con il ricovero di bambini talassemici e con l'accoglienza delle famiglie dei pazienti anticipando risorse regionali consistenti (impegni per un costo complessivo di oltre un milione e cento mila euro).
Il Consiglio dei ministri in data 24 maggio 2002, ha approvato in esame preliminare il disegno di legge relativo all'autorizzazione della spesa occorrente nel triennio 2002/2004 per la realizzazione di un centro d'alta specializzazione per il trattamento e lo studio della talassemia, con connessa scuola, rispettivamente destinati in via prioritaria a pazienti e medici di altri Paesi del bacino mediterraneo e del medio oriente. Il disegno di legge ridimensionava il finanziamento originario da 31 milioni a 24 milioni di euro l’anno. Lo stesso disegno di legge è stato sottoposto al parere della Conferenza Stato-Regioni per l'interferenza su una competenza regionale e rimetteva l'individuazione della sede, una volta approvato dal Parlamento, ad una specifica intesa Stato-Regioni. Pertanto, stante al disegno di legge del Governo, la scelta della sede deve essere frutto anche di una concertazioni tra Regioni.
Il Ministero degli affari esteri, nel mese di giugno, ha intanto destinato a Pesaro il suo stanziamento (4 milioni e 65 mila euro), per il progetto della formazione. Il decreto è ancora in via di registrazione e quindi non ha efficacia. E' bene ricordare che per la scuola la Regione è impegnata, nel triennio, per questa specifica finalità, con risorse equivalenti (sia monetarie che in termini di servizi e di personale), quantificabili in un milione e 55 mila euro, sulla base della legge della cooperazione allo sviluppo che prevede, in casi del genere, un co-finanziamento pari ad un terzo della somma.
Prima della convocazione della Conferenza Stato-Regioni ci siamo impegnati attraverso contatti con i Ministeri della salute e degli affari esteri e con le Regioni ad ottenere, preliminarmente, in fase di espressione del parere, un orientamento favorevole a Pesaro. Il lavoro non è stato facile, perché nel frattempo sono state avanzate altre candidature da parte di Regioni (Sicilia, Sardegna ed Emilia Romagna) e di istituzioni (università, enti di ricerca) e vi sono state alcune manifestazioni di tiepidezza da parte della struttura ministeriale della salute, mentre più lineare è stato l'appoggio del Ministero degli esteri, che aveva collaborato nel frattempo nelle missioni in Palestina.
Il lavoro preparatorio è stato tale che la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, nella seduta del 20 giugno ha deciso all'unanimità di proporre alla Conferenza Stato-Regioni, convocata per l'espressione del parere nel pomeriggio di quello stesso giorno, un orientamento a favore di Pesaro che è stato espresso e il ministro ne ha preso atto dicendo che lo condivideva. Alla fine della seduta — ed è riportato nell’estratto del verbale — ho anche specificato che quella non era l’intesa, che può avvenire solo dopo l’approvazione della legge, ma una pre-intesa che indicava una unanimità sulla scelta di Pesaro.
Dopo questo pronunciamento tutto sembrava tranquillo: Pesaro si preparava ad essere sede di un'importante iniziativa scientifica e di solidarietà. Il Consiglio regionale all'unanimità, nella seduta del 29 maggio, ha espresso il suo pieno consenso all'iniziativa, impegnando la Giunta regionale a disporre i provvedimenti necessari, di sua competenza, per l'avvio dell'attività della scuola non appena approvata la legge ed a compartecipare con risorse proprie alle spese per la cura e l'assistenza dei pazienti, nonché all'accoglienza delle famiglie. A tale scopo la Giunta è stata impegnata ad autorizzare l'azienda ospedaliera S. Salvatore alla stipula delle necessarie convenzioni.
La Giunta, a seguito del mandato da parte del Consiglio e dopo la necessaria acquisizione nonché verifica degli atti dell'azienda ospedaliera, ha provveduto alla loro approvazione con le delibere del 2 agosto e del 3 settembre. Il 2 agosto abbiamo approvato le due delibere del direttore generale dell’azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro, che prevedeva complessivamente una spesa di 1.900.000 euro circa, per esigenze di assistenza e cura dei pazienti e accoglienza delle famiglie. Poi c’era una piccolissima cifra per spese di viaggio.
Il 3 settembre, alla prima seduta della Giunta dopo l’interruzione agostana, abbiamo ratificato la richiesta dell’azienda di affidare un incarico al prof; Lucarelli quale responsabile dell’équipe medico-scientifica della scuola, nonché di stipulare convenzioni per affidare altri incarichi al personale sanitario e non sanitario, specificando, propri perché avevamo e abbiamo il vincolo della mozione approvata all’unanimità, che queste somme sarebbero state soltanto anticipate dalla Regione di fronte a un impegno governativo a farne carico, alla fine, sul bilancio dell’istituenda scuola di talassemia.
Il costo complessivo degli incarichi, nel triennio, è pari a 5 milioni e 217 mila euro per anno autorizzati come anticipazione del finanziamento statale.
Il 23 luglio, preoccupato per gli impegni finanziari, ho scritto una lettera al ministro Sirchia facendo presente, con riferimento alla mozione, il mandato ricevuto dal Consiglio regionale, che ci consentiva di far fronte solamente alle necessità di cura dei pazienti e di accoglienza delle loro famiglie e rendeva invece necessario, per gli altri interventi, un impegno formale di rimborso da parte del Governo. Una lettera di legittima cautela. Su questo argomento specifico, purtroppo, è mancata fino ad ora una risposta puntuale.
Il ministro ha risposto sollecitamente, in data 29 luglio, cercando di dare assicurazione sull'impegno del Governo: il D.L., per quanto riguarda la disponibilità delle risorse, era in fase finale, mentre la norma istitutiva della scuola era stata inserita all'interno del "collegato ordinamentale", anch'esso in fase di approvazione definitiva in Parlamento.
Il ministro mi informava inoltre della sua intenzione di trasformare l'intero ospedale S. Salvatore in istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), ai fini dell'ampliamento della struttura sanitaria e di rendere disponibile l'area prospiciente l'ospedale, dove attualmente insistono due caserme di proprietà del demanio. Il ministro fissava un termine per aderire alla sua proposta: il 31 agosto, e francamente a me è parso eccessivo che si richiedesse un pronunciamento su una questione di così grande rilevanza per il nostro sistema sanitario, con risvolti urbanistici per il Comune di Pesaro, con lettera datata 29 luglio per il 31 agosto.
Ho risposto subito, il 2 agosto, dopo essermi consultato con il sindaco e con il presidente della Provincia di Pesaro. Ribadivo, ancora una volta, l'interesse delle Marche al' istituzione della scuola che troverebbe una sua integrazione e valorizzazione nell'ambito dell'azienda ospedaliera pesarese. Informavo inoltre il ministro che: "il piano di riordino in itinere considera il polo pesarese come uno dei nodi strategici del sistema sanitario marchigiano; il S. Salvatore ha i requisiti professionali e tecnologici per accogliere la scuola”. La Regione ribadiva l'impegno proprio e degli amministratori locali per il raggiungimento dell'obiettivo umanitario assunto dall'Italia. Con l'occasione ricordavo ancora una volta che la Regione ha assunto e sta assumendo impegni concreti per il potenziamento delle strutture, anche con l'affidamento al prof. Lucarelli della direzione della scuola.
Riguardo alla proposta del ministro (trasformazione del S. Salvatore in IRCCS e la connessa possibilità di acquisire le dismesse caserme adiacenti) rilevavo la complessità dei problemi sollevati, che non poteva essere affrontata attraverso scambi epistolari. Concludevo pertanto con la richiesta al ministro di fissare un incontro a Roma.
L'incontro si è svolto l'8 agosto, presenti, oltre il ministro e l'assessore Melappioni, il vice ministro Baldassarri, il sindaco di Pesaro e il presidente della Provincia. Abbiamo espresso le nostre perplessità e le nostre ragioni. Ci è sembrato, alla fine, di aver trovato attenzione da parte dei nostri interlocutori. Così, purtroppo, non è stato. Dopo l'incontro il ministro con un suo comunicato stampa ha ribadito la sua proposta quasi in termini ultimativi affermando però che la Regione rifiutava.
Mi sono trovato costretto, il 12 agosto, a riscrivere — c’è una ricca corrispondenza che ci siamo scambiati: io, in genere l’ho mandata solo al ministro, la sua mi è arrivata, a volte, per interposta Ansa — una nota dove mi permettevo garbatamente di richiamare il principio della leale collaborazione nelle relazioni tra istituzioni. Innanzitutto chiedevo che fossero presi impegni formali a copertura delle spese che la Regione deve sostenere per la scuola, così da poter utilizzare gli stanziamenti del 2002.
La Regione è infatti disposta ad anticipare a fronte di impegni governativi di rimborso. Esplicitavo un percorso possibile per lo stato giuridico della scuola: un soggetto autonomo che si avvale, attraverso convenzioni, delle strutture ospedaliere più direttamente connesse allo sviluppo del progetto internazionale. Utilizzavo questo tipo di dizione, volutamente vaga, proprio perché ci eravamo lasciati, nell’incontro dell’8 agosto, dicendo “noi pensiamo a questo, dopodiché come concretizzarlo lo faremo studiare dal punto di vista tecnico e poi lo recepiremo in accordo politico-istituzionale”
Evidenziavo quindi che con l'impegno finanziario e con la definizione giuridica della scuola, la Regione "pensa di contribuire ad una rapida messa in funzione della scuola, senza attendere i tempi non brevi dell'approvazione del collegato, e di soddisfare al meglio, col mantenimento dell'azienda ospedaliera S. Salvatore, le esigenze della programmazione sanitaria per i cittadini di Pesaro e per l'intera zona settentrionale delle Marche (tra l'altro area di confine con un territorio fortemente presidiato)".
Il ministro ha risposto il 20 agosto, ribadendo la sua proposta di trasformare l'intero ospedale S. Salvatore in IRCCS, e dichiarandosi perplesso per una soluzione parziale. Chiedeva delucidazioni e specifiche riguardo al soggetto giuridico cui facevo riferimento con la mia lettera: la natura del soggetto giuridico ipotizzato, se esso sia o meno un IRCCS parziale o, provocatoriamente, sia individuato come elemento di privatizzazione svincolato dalla sanità pubblica regionale. Chiedeva ancora chiarimenti sul sistema di relazioni cliniche, tecnico organizzative ed economiche tra il soggetto ipotizzato e l'ospedale S. Salvatore.
La lettera chiudeva con una discutibile condizione: che la proposta finale, avesse l'avallo del gruppo professionale che ha ideato e portato avanti il progetto stesso, in particolare da parte del prof. Lucarelli. Mi sembrava questa una forzatura sopra le righe. Con tutto il rispetto per il prof. Lucarelli, nei rapporti fra istituzioni non ci sono terzi che decidono.
La vicenda della lettera è veramente strana. Ne abbiamo conosciuto il contenuto attraverso un comunicato ANSA, lo stesso giorno in cui è datata. Abbiamo poi appreso che la lettera, indirizzata solo a me, era già pervenuta, via fax, al direttore dell'azienda ospedaliera di Pesaro, il quale si è premurato di farmela avere, sempre via fax, due ore dopo che era stata trasmessa all'ANSA. Un giro quanto mai anomalo e tortuoso, che non ho mancato di evidenziare allo stesso ministro.
Il ministro della salute il 30 agosto è tornato a ribadire la sua tesi di trasformazione dell'azienda ospedaliera in IRCCS e ci ha informato di aver costituito unilateralmente, con suo decreto, un comitato tecnico scientifico, nel quale non sono previsti rappresentanti designati dalla Regione e dalle amministrazioni locali interessate.
Il Comitato è composto da: dr. Ilja Gardi, direttore generale Ospedale S. Salvatore, direttore responsabile del progetto internazionale talassemia; dal prof. Guido Lucarelli, direttore scientifico del progetto internazionale talassemia; dal prof. Franco Mandelli, direttore cattedra ematologia, università La Sapienza, Roma; dall’avv. Raffaele Tamiozzo, capo ufficio legislativo, Ministero della salute; dall’ambasciatore Giandomenico Magliano, direttore generale per la cooperazione e lo sviluppo, Ministero degli affari esteri; dall’avv. Giuseppe Bicocche, Ufficio legislativo del vice ministro dell'economia e delle finanze prof. Mario Baldassarri.
Tale comitato tecnico-scientifico ha i seguenti compiti: a) valutare le opzioni relative all'intero territorio nazionale circa la più idonea localizzazione dell'iniziativa, mantenendo la priorità dell'offerta già rivolta alla Regione Marche con la proposta di trasformazione dell'ospedale San Salvatore in IRCCS; b) ricercare, vista l'urgenza - con la Regione Marche e l'azienda ospedaliera - le più idonee soluzioni per assicurare la continuità del programma di trapianto nella talassemia durante la fase transitoria necessaria per l'istituzione e la definitiva localizzazione dell'IRCCS che incorporerà il progetto.
La Regione dovrebbe, sulla base del decreto del ministro, esprimere la sua disponibilità a realizzare il progetto secondo le linee indicate dal comitato e dovrebbe cofinanziarlo. Sono pertanto introdotti vincoli non previsti dal disegno di legge (una progettazione imposta e il finanziamento congiunto tra Governo e Regione).
Il D.L. fa riferimento invece ad un finanziamento esclusivo da parte dello Stato.
Per chiarezza istituzionale e per una necessaria tutela delle prerogative regionali, ho deciso il 4 settembre di inviare due note, rispettivamente al ministro per gli affari regionali, in quanto presidente delegato a presiedere la Conferenza Stato-Regioni, e al presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni. Al primo ho chiesto un intervento per riportare la questione sui binari corretti del rapporto tra istituzioni, in linea con gli orientamenti dell'intesa interistituzionale che Governo-Regioni-Enti locali hanno sottoscritto il 30 maggio scorso. Al ministro La Loggia ho chiesto l'istituzione di un tavolo di confronto per trovare le soluzioni più efficaci per gli obiettivi di solidarietà che il progetto si prefigge.
Al presidente Ghigo ho chiesto che la vicenda, per le sue gravi implicazioni di carattere istituzionale (interferenze sulle competenze e sulla stessa programmazione regionale), fosse riferita in Conferenza dei Presidenti.
L'11 settembre, per chiarire ancora una volta la posizione della Regione circa la sua convinta adesione al progetto della scuola di talassemia e per riportare il tutto nel giusto alveo istituzionale — quindi non ho aperto, io, un tavolo al quale ho invitato il Governo — ho inviato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, anche nel suo attuale ruolo di ministro degli affari esteri, e al ministro della salute per richiedere ufficialmente la costituzione di un tavolo istituzionale con la partecipazione degli attori interessati all'organizzazione e allo sviluppo del progetto, così da poter affrontare i problemi, anche prima della formale istituzione della scuola.
Questo è lo svolgimento dei fatti.
Due-tre rapidissime considerazioni che non posso tacere. La prima è che nonostante tutto quello che è stato detto, fatto, fatto dire, fatto scrivere, ad oggi cinque bambini palestinesi sono stati sottoposti a trapianto, sei sono in lista d’attesa, la scuola ha funzionato fino ad ora, i fondi sono quelli della Regione Marche. Dal Governo non è arrivato un euro né una lira.
Quando ci sarà l’approvazione del disegno di legge e la predisposizione della scuola saranno passati ancora mesi — due-tre — e bisogna sapere che cosa succede nel frattempo.
Non si tratta di gelosie istituzionali, che sarebbero sciocche; si tratta semplicemente della pretesa della Regione di poter governare la sua programmazione regionale. Un Irccs che sottragga alla Regione un ospedale, come l’ospedale di rete dell’attuale azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro farebbe scombussolare totalmente la programmazione regionale sanitaria per quella zona, che non è una zona secondaria. Noi riteniamo invece che per poter lavorare bene in un rapporto di leale collaborazione con le istituzioni, la strada da seguire sia quella indicata fin dall’inizio: una scuola dentro.
Questa è, ci sembra, la via migliore, comunque non possiamo accettare che, con una decisione unanime, ci venga richiesto, praticamente, di firmare un patto che non è affatto equo: scuola di talassemia in cambio della trasformazione del San Salvatore in Irccs i cui vertici, come ben sappiamo, sono commissariati da otto anni e rispondono, giustamente, al Governo nazionale. Noi vogliamo mantenere la nostra titolarità di programmazione sanitaria in quella zona e per quanto riguarda il concreto atteggiarsi nei confronti dell’attenzione verso le esigenze dei bambini malati di talassemia, fino ad ora i trapianti si sono fatti, la scuola ha funzionato soltanto con i soldi anticipati dalla Regione Marche, che non può — perché questo Consiglio gliel’ha impedito e perché non lo può fare — impegnare soldi al di fuori delle esigenze di assistenza pura e accoglienza. Abbiamo offerto al Governo di poter anticipare, ma fino ad ora su questo punto specifico non c’è stata alcuna risposta. Questo è un elemento significativo, il resto è questione di questi giorni, ma mi pare che sia molto attenta a esigenze di strumentalizzazione, poco attenta alle esigenze reali delle cose e di come sono andate le cose.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli per illustrare l’interrogazione. Gli interroganti possono intervenire nel dibattito facendo riferimento all’interrogazione.

Carlo CICCIOLI. Il gruppo consiliare di Alleanza nazionale in data 8 agosto ha ritenuto opportuno presentare una mozione e successivamente ha ritenuto opportuno chiedere al presidente del Consiglio regionale di fissare una seduta urgente su questo argomento, perché la vicenda della eventuale trasformazione da azienda ospedaliera in istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con la realizzazione di una scuola internazionale per la talassemia, sembrava argomento di estrema importanza e che necessariamente dovesse essere dibattuto in aula.
In realtà, molte delle cose sono accadute attraverso una serie di dichiarazioni e di lettere, uno scambio epistolare numerosissimo fra il ministro della salute prof. Sirchia e il presidente della Giunta regionale D’Ambrosio.
A noi sembra che per le Marche e per il nostro sistema sanitario regionale si sia profilata all’orizzonte una risorsa di grande portata: in seguito ad alcuni dati storici che non appartengono sicuramente ai gruppi politici ma alla storia della città di Pesaro, di alcuni suoi esponenti medici e delle sue strutture, si è determinata la possibilità di realizzare là una struttura che abbia valenza unica per l’Italia e forse unica per l’Europa, nel contesto di situazioni internazionali particolari. Cioè, durante il recente G8 di Genova tra gli impegni presi tra le cosiddette “grandi potenze industriali” e il mondo, c’era quello, assunto in particolare dal Governo italiano, di far fronte alla cura della talassemia ed in particolare alla formazione di medici che potessero occuparsi di questa malattia che porta a morte migliaia di bambini, soprattutto nei Paesi del nord Africa e del medio oriente entro l’età di 15 anni. In particolare nella città di Pesaro si trovava, dal punto di vista della storia, un centro che già da anni aveva avviato prima una sperimentazione e poi una procedura, attraverso il trapianto del midollo, per far fronte a questa malattia.
L’insieme di queste cose aveva determinato il Governo italiano nell’identificare la città di Pesaro quale sede per questa istituzione, ed in particolare uno dei passaggi importanti è che la Conferenza Stato-Regioni, per l'esattezza nella seduta del 20 giugno 2002, aveva proposto nella città di Pesaro e nel suo ospedale la sede di tale istituzione.
Sicuramente il problema esula dalla programmazione della sanità nella regione Marche; sicuramente, e per fortuna, la regione Marche non è un’area dove esiste una specifica epidemiologia di talassemia di tipo major o di tipo minor. L’unica zona dove c’è una endemia in misura consistente di questa patologia è la Sardegna; in misura meno consistente la Sicilia e qualche zona della Puglia. Però, indubbiamente, localizzare nella nostra regione, nella città di Pesaro, nell’ospedale di Pesaro questa istituzione credo che fosse motivo di prestigio e, secondo noi, un grande vantaggio indiretto alla professionalità medica, sanitaria nella nostra regione. In particolare attraverso una serie di lettere che non sto qui a citare — quelle che ho non sono, forse, neanche esaustive — il ministro alla sanità, unitamente agli altri due Ministeri interessati (il Ministero degli esteri e il Ministero della finanza e dell’economia) aveva preso una serie di impegni: trasferire fondi per la ricerca corrente finalizzata; cedere due aule demaniali di caserme dismesse, la Del Monte e la Cialdini di Pesaro; stornare a favore della Regione i fondi previsti nella legge finanziaria del 2002 nonché, ovviamente, riportare la voce specifica nella finanziaria 2003 e successive.
A noi è sembrato di parlare a nome dei marchigiani. Ci sono anche polemiche, posizioni e sensibilità diverse: qualcuno riteneva, per esempio, che dovesse essere coinvolta l’università, altri facevano altre valutazioni. Ma noi, in linea di massima abbiamo valutato che l’istituzione, come aveva richiesto il ministro con lettere susseguenti, di un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico a Pesaro fosse una scelta di grande arricchimento per la nostra regione, con tutti i problemi che ciò comporta: per esempio la cessione della struttura ospedaliera di Pesaro a un istituto a carattere nazionale scorporava la sanità regionale di una struttura di azienda ospedaliera regionale, una delle quattro che attualmente operano nella regione, forse una delle due che rimarrebbero nell’ottica dell’attuale disegno. Però, la ricaduta in positivo riteniamo fosse di gran lunga superiore a una rinuncia dal punto di vista strutturale-amministrativo in negativo per la Regione, per la programmazione ospedaliera. Tra l’altro tutti sanno che gli istituti nazionali di ricovero e cura funzionano attraverso convenzioni con la programmazione regionale. Cominciando dall’Inrca di Ancona, andando agli istituti di ricovero e cura nelle altre regioni d’Italia — ne cito uno importante: il Policlinico S. Matteo di Pavia — funzionano tutti in regime di convenzione con l’assistenza sanitaria regionale. Quindi, sicuramente perdita di un piccolo pezzetto di potere per la Regione, per l’assessorato regionale, per la Giunta regionale, ma grande avanzamento per quanto riguarda la sanità. A nessuno sfugge che arriverebbero dei fondi dello Stato che oggi non arrivano al circuito sanitario nazionale.
Per questo abbiamo ritenuto di presentare questa mozione, di parlarne in aula e di chiedere alla Giunta di definire l’operazione nei dettagli. A tutt’oggi, però, non so quali sono le conclusioni. So che nella giornata di oggi dovrebbe essere giunta una lettera di risposta ufficiale del ministro...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Consigliere Ciccioli, mi consenta una interruzione: io non lo so, però se lei lo sa mi dica il contenuto. Tanto, ormai è così: il ministro manda prima agli atti e poi a me. Debbo dire che sarei disposto a dare ai consiglieri tutta la corrispondenza intercorsa fra me e il ministro, salvo una lettera riservata personale che ho scritto al ministro.

Carlo CICCIOLI. Io non lo so che in data 11 settembre — arrivata al protocollo del Ministero della sanità in data 13 settembre, quindi ieri era sulla scrivania di vari ministri e sottosegretari per la valutazione — è arrivata una lettera a firma Vito D’Ambrosio in cui si chiede l’istituzione di un tavolo istituzionale con la partecipazione degli attori interessati all’organizzazione e allo sviluppo dello stesso progetto, che ribadisce alcune cose di lettere precedenti.
Circa questa lettera mi dicevano che nella giornata di oggi avrebbero risposto. Credo che i gabinetti dei ministri e i tecnici che seguono il problema avranno predisposto la lettera. Nella giornata di ieri sono andato a informarmi, oggi sono qui, quindi non so quello che è successo oggi, ma sicuramente è in corso di redazione una risposta.
I documenti che sono stati fino ad oggi resi noti, di trasformazione in istituto di un reparto ospedaliero dell’azienda ospedaliera di Pesaro non sono risposta che possa permettere la localizzazione, nella città di Pesaro, di questo progetto. Noi dobbiamo decidere. Ovviamente ognuno ha la sua parte di responsabilità: la minoranza ha quella che le compete, il Governo della regione Marche ha l’altra responsabilità.
Qual è la responsabilità, sostanzialmente? O si aderisce a un progetto organico, e progetto organico significa che lo Stato si fa carico delle spese, dei finanziamenti, della gestione nell’ambito di un disegno coordinato, oppure la scuola e l’istituto non si fermano nella nostra regione, perché si sono autocandidate altre Regioni, in particolare il Lazio, la Sardegna, la Puglia e la Sicilia. In particolare il Lazio e la Sardegna, avendo fatto proposte articolate, sono a buon punto.
Quindi, la Regione Marche vuole afferrare questa opportunità o ritiene che problemi di prestigio, di meccanismi amministrativi ecc. sono più importanti dell’accoglimento di questa proposta? Questo è il dato, poi sulla definizione dello specifico — la Regione Marche dice sì a un istituto di carattere nazionale, la Regione Marche dice sì all’accettazione delle aree demaniali delle due caserme, la Regione Marche dice sì alla creazione dell’istituto — vengono i problemi: il convenzionamento, come inserire la proposta nella programmazione regionale, qual è il flusso finanziario da parte dello Stato. E’ noto che uno dei ministri che si occupa della stesura del disegno della finanziaria è personalmente interessato alla realizzazione di questo progetto — mi riferisco al prof. Baldassarri — quindi è chiaro che il progetto non può non essere dotato dei fondi per realizzarlo. Sarebbe una cosa veramente senza senso che qualcuno si fa carico di questo progetto e poi non si dà ad esso la dotazione finanziaria sufficiente, non ci si fa carico delle conseguenze e incombenze. La scelta fondamentale, il focus della decisione è se la Regione Marche mette a disposizione l’azienda e, conseguentemente, struttura tutta una serie di convenzioni, di accordi con lo Stato attraverso i Ministeri competenti, anche quello degli esteri per quanto riguarda l’accoglienza dei bambini e dei medici in formazione. Si era pensato di formare 100 medici ogni corso da dare poi all’area dei Paesi del Mediterraneo. Pesaro acquisirebbe anche una rilevanza internazionale.
Forse non ve ne siete accorti, ma qualche giorno fa è venuto qui nelle Marche, poi a Pesaro, un personaggio, il sindaco della città di Haifa, israeliano, tra l’altro laburista di sinistra, il quale molto probabilmente sarà il prossimo presidente del Consiglio di Israele, perché probabilmente ci sarà un accordo che potrebbe portare quest’uomo al posto di Sharon. Ebbene, non è stato concesso a questo personaggio nessuno spazio se non quello minimo dell’accoglienza di persone che vengono da Paesi esteri. Vorrei ricordare che l’unico incontro rilevante negli ultimi tempi, tra un sindaco di area araba, della Cisgiordania — quello di Betlemme — e uno di area israeliana — quello di Haifa — è avvenuto attraverso la predisposizione di questo progetto per avviare bambini di quelle zone alla scuola di talassemia di Pesaro. Solo questo dato dà l’idea del peso, sullo scenario internazionale, di questa iniziativa, della ricaduta in positivo nelle Marche, delle attrezzature di avanguardia che potrebbero essere localizzate nella città di Pesaro, quindi a disposizione di tutta la sanità marchigiana, perché è chiaro che ciò che si creerebbe in più a Pesaro entrerebbe poi nel circuito dell’assistenza dei marchigiani, quindi non è qualcosa che si toglie ai marchigiani ma qualcosa in più che si mette a disposizione dei marchigiani, perché è chiaro che la cura della persona non è limitata al discorso ematologico ma questi bambini che hanno problemi di tipo ematologico hanno poi tutta una serie di percorsi all’interno delle discipline specialistiche dell’assistenza ospedaliera e sanitaria.
Per tutto questo noi rivolgiamo un appello a uscire dagli egoismi politici e di parte e a guardare alto invece di guardare basso, a non porci il problema delle virgole, di chi spedisce le lettere o se le lettere, a torto o a ragione vengono poi rese pubbliche o meno, ma guardare la sostanza.
Nell’illustrare questa mozione, di cui il primo firmatario è il consigliere di Alleanza nazionale di Pesaro Gilberto Gasperi, di cercare di volare alto, di evitare ogni polemica, di cercare, in questi ultimi giorni per arrivare a un accordo, di utilizzare questa opportunità che tra qualche giorno, per le Marche, per la città di Pesaro e per tutti i professionisti del nostro sistema sanitario regionale si perderebbe e verrebbe a mancare.

PRESIDENTE. Apriamo la discussione. Entro mezz’ora potranno essere fatte prenotazioni.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vorrei partire ponendo un problema di costume che credo sia importante richiamare. Noto che sempre più spesso si realizzano in questa Regione incontri ristretti fra il Presidente della Giunta, gli assessori e dirigenti politici di un partito o parlamentari di uno schieramento. Mi riferisco, per dire le cose come stanno, ad un incontro che mi risulta ci sia stato alla presidenza della Giunta fra il presidente D’Ambrosio e i vertici regionali del partito Ds, lunedì, alla presenza dei parlamentari dell’Ulivo per affrontare questioni legate alla scuola di talassemia, all’istituto di cura e ricovero. Presidente, credo che questo sia un fatto grave, una ingerenza politica forte nell’attività delle istituzioni, una identificazione sempre più frequente fra partito e istituzioni. Lo ritengo un gesto scorretto, al quale peraltro non è estraneo, per quello che mi risulta, nemmeno l’attuale dirigente del settore sanità, che partecipa con molta sollecitudine ad incontri politici e ad assemblee di partito, ad incontri dei vertici del partito dei Ds, al punto che il sen. Londei, nell’intervenire su questa materia cita Zuccatelli come uno dei firmatari di un documento politico approvato dalla direzione regionale dei Ds.
Presidente, attenzione. Credo che questo sia un fatto grave sul piano della correttezza e direi che occorre stare attenti rispetto a questo costume, perché quando si discrimina, quando non si coinvolge tutti, soprattutto quando si reca questo affronto al ruolo del Consiglio regionale e dell’opposizione, certamente non si contribuisce a risolvere i problemi.
Ma a parte questa premessa che ritenevo doverosa — e mi auguro che fatti di questo genere non abbiano più ad accadere — credo che tutto il tempo che abbiamo speso per parlare delle questioni legate alla scuola internazionale per la talassemia e all’Irccs, tutto questo guazzabuglio istituzionale avremmo potuto evitarlo se il presidente della Giunta regionale avesse onorato le proprie responsabilità due anni, fa, quando l’azienda ospedaliera S. Salvatore — qui cade la prima bugia: mi dispiace doverla richiamare Presidente, ma lei non può dire che ha saputo della scuola solo quando il ministro Sirchia gliel’ha comunicato — che è uno strumento del sistema sanitario regionale ha comunicato le sue intenzioni, ha trasmesso il progetto. Se lei Presidente, in quell’occasione avesse fatto una riflessione seria, avesse discusso questa proposta e dato una risposta, probabilmente oggi non saremmo in questa situazione di crisi. Invece abbiamo avuto, per un anno, una Giunta regionale silente rispetto a questa proposta. Non solo: l’azienda ospedaliera S. Salvatore le ha trasmesso una delibera con la quale nominava il prof. Lucarelli direttore dell’istituenda scuola internazionale per la talassemia. Rispetto a questa proposta — questo dimostra che con i tempi siamo molto prima della comunicazione formale che lei ha avuto — la Giunta non ha fatto altro che sospendere questo atto dicendo che, siccome il prof. Lucarelli aveva un processo in corso, non si sentiva nella condizione di procedere a questa nomina. Quello che lei non ha detto in questo Consiglio è che da parte di alcuni gruppi di opposizione, da parte del sottoscritto e del collega Gasperi lei ha avuto tutta una serie di sollecitazioni ad assumere una posizione su questa vicenda. Invece la posizione che ha mantenuto la Giunta è stata di assoluta assenza rispetto al problema “scuola di talassemia”, che mi ha portato a giungere alla conclusione che lei la scuola non l’ha mai voluta, così come dico che la scuola lei, oggi la subisce, perché in realtà non la vuole. Dopodiché possiamo discutere: questo dipendeva dagli equilibri della Giunta, dipendeva dai veti dell’assessore Cecchini (la posizione di Rifondazione comunista su questa vicenda è stata sempre estremamente chiara: probabilmente lei aveva più interesse a mantenere in piedi quegli equilibri che a rispondere a una esigenza legittima). Poi c’è stata la scesa in campo del Governo, c’è stato il G8 con tutto quello che ne è seguito e c’è stata una decisione del Governo di arrivare alla realizzazione della scuola, c’è stata la presentazione di una proposta di legge che affrontava radicalmente il problema, c’è stata la messa a disposizione di risorse finanziarie concrete attraverso due canali: il Ministero degli esteri e il Ministero della salute.
C’è stata poi l’assoluzione di Lucarelli, cioè è venuto meno il motivo per il quale il prof. Lucarelli non era stato nominato direttore della scuola internazionale per la talassemia. Coerentemente il giorno dopo, il Presidente della Giunta, per mantenere fede a quella posizione, avrebbe dovuto riprendere la delibera e dire “sono venute meno quelle condizioni”, cosa che invece non è avvenuta.
Abbiamo assistito tutti, invece, a un rimpallo di responsabilità fra Giunta regionale e Governo centrale, con il ridicolo rappresentato dalla posizione della Giunta che ha sempre sostenuto la tesi del percorso dell’anticipo finanziario, cioè la Giunta ha sempre detto “io sono disposta a dare in anticipo, a condizione che il Governo mi metta per iscritto che poi mi ridarà questi soldi”. Il dibattito si è infuocato, ha coinvolto...

PRESIDENTE. Concluda, consigliere.

Roberto GIANNOTTI. Presidente, siccome ho diritto anche all’intervento successivamente, credo di unificare i due interventi, altrimenti lei mi costringe a richiedere la parola e parlare nuovamente fra cinque minuti.
C’è stata una accelerazione a questa vicenda sulla base del contenzioso politico e la Giunta regionale ha approvato, in una mattinata di poco tempo fa, tutte le delibere relative alla scuola di talassemia, non solo quella di affidamento della direzione della scuola al prof. Guido Lucarelli, ma anche le altre relative alla organizzazione della scuola di talassemia.
Va detto, a questo proposito, che quelle delibere erano state bocciate dalla Giunta precedente... Assessore Secchiaroli, cerchi di essere serio, almeno in questa occasione: le delibere sono state bocciate perché non confacenti al sistema sanitario regionale. Sulla delibera del prof. Lucarelli c’era una proposta del dirigente del servizio sanità che ne riduceva l’onorario, le competenze e la durata. All’improvviso c’è invece stata questa conversione, sotto l’incalzare del dibattito pesarese sull’istituto di ricerca, cioè una specie di mela avvelenata che la Giunta regionale ha voluto mettere sul piatto, per poter domani rivendicare, richiamare le responsabilità del Governo centrale, qualora venisse meno la possibilità di realizzare la scuola di talassemia a Pesaro.
Tutto il resto è acqua sporca: i problemi della localizzazione, l’accusa al Governo ecc. Credo che ormai sia manifesta la volontà del Governo centrale rispetto alla scuola, rispetto alla localizzazione, rispetto ai finanziamenti. Quello che non è ancora chiaro è il tipo di responsabilità che la Giunta regionale vuole assumere rispetto a questo intervento, perché è poco dire che ci limitiamo ad onorare un pronunciamento del Consiglio regionale, che è quello citato del maggio scorso, che impegnava in qualche modo il Consiglio ad onorare solamente gli oneri relativi all’accoglienza delle famiglie. E’ poco rispetto alla grande responsabilità legata alla scuola.
Presidente, non voglio litigare con lei: è abitudine che viene offerta la possibilità, ai consiglieri, di unificare i propri interventi. Se lei vuole mi iscrivo e intervengo dopo per concludere il mio intervento, ma mi sembrerebbe ragionevole che lei mi facesse concludere.

PRESIDENTE. Ha già consumato 11 minuti. Ha diritto ad intervenire ancora nella dichiarazione di voto. Ha concluso il suo tempo.

Roberto GIANNOTTI. Presidente, il regolamento lo conosco come lei: io ho diritto di replicare come interrogante, come estensore di due interrogazioni, rispetto all’intervento, ho diritto di intervenire nel dibattito, ho diritto a fare la dichiarazione di voto. Se lei vuole io intervengo tre volte, però credevo che fosse più corretto e logico fare un unico intervento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Colleghi consiglieri, ho ascoltato gli interventi dei colleghi del centro-destra e ho notato alcuni toni pacati — forse non ho ascoltato tutto l’intervento di Giannotti che dice di non averlo completato — ma non ho sentito alcuna argomentazione rispetto al comportamento del Governo dal quale sono arrivate tante proposte, tante comunicazioni a mezzo stampa, tante iniziative di carattere politico ma ancora non impegni precisi in termini finanziari per la realizzazione di un progetto come quello della scuola internazionale per la talassemia, che se fino ad oggi ha avuto la possibilità di camminare è solo grazie alle risorse che la Regione Marche ha messo a disposizione e probabilmente l’intervento della scuola e la capacità di questa struttura sarebbero stati sicuramente maggiori se su questo terreno non si fosse scelto di sviluppare una querelle politica, perché questo credo che sia il nodo della nostra discussione. Oggi si pone alla Regione Marche un diktat: prendere o lasciare. La scuola internazionale per la talassemia è legata a un progetto più complessivo di Irccs all’interno del quale si vorrebbe far rientrare tutta la struttura ospedaliera presente oggi all’interno del comune di Pesaro e costruire su questa un progetto che è una privatizzazione non della scuola di talassemia, non di una struttura che gestirà la scuola di talassemia, ma di un pezzo della sanità pesarese. Questo è ciò che avanza, pare evidente. Quindi una proposta alla Giunta regionale “prendere o lasciare”, l’ho sentito anche in questi interventi: “o si accetta l’Irccs in questi termini, oppure ci si assume la responsabilità di far perdere alla sanità marchigiana un’occasione unica”.
Se questo tavolo che dice il collega Gasperi è la prospettiva di chi oggi viene a proporci, da Roma, questa ipotesi, perché si passa attraverso atti unilaterali come quello a cui abbiamo assistito poco tempo fa, cioè l’istituzione di un gruppo di lavoro che esclude la Regione Marche? Questa scelta nega l’evidenza, c’è un tentativo di forzare su questa situazione per sottrarre un pezzo di sanità regionale alla programmazione sanitaria di questa Regione, di questo Consiglio. E’ chiaro che su questo non ci possono essere disponibilità, in particolare per un pezzo di sanità che si trova in una zona strategica, in cui ci sono anche rivendicazioni legittime da parte del territorio rispetto alla crescita, rispetto all’aumento dei servizi. Quindi questa vicenda si inserisce su un terreno fertile, cercando di raccogliere a Pesaro, consenso su un progetto che non si limita alla scuola di talassemia ma che va ben oltre.
Il valore della scuola di talassemia nell’ambito della cooperazione internazionale è riconosciuto da questa maggioranza, da tutti noi, ne riconosciamo il valore, l’abbiamo riconosciuto da tempo e credo che abbiamo manifestato anche legittimamente, per tempo, la necessità di conoscere in che misura e in che modo sarebbe venuta una compartecipazione statale all’istituzione di questa scuola. Confondere questa legittima necessità e in quest’aula dire che questo atteggiamento da parte della Giunta regionale significava contrarietà alla scuola di talassemia penso che non sia corretto. O si pensa forse in quest’aula, da parte di qualche consigliere, che la Regione Marche avrebbe potuto pagare a pie’ di lista, con il fondo sanitario regionale destinato ai servizi per i cittadini delle spese per una scuola regionale di talassemia il cui progetto va ben oltre la Regione Marche, va ben oltre lo Stato italiano, se questo progetto ha avuto, come ha avuto, dignità di essere individuato all’interno di un vertice internazionale così importante che ha visto riuniti più potenti Paesi di questa terra?
E’ grave che il ministro utilizzando la sua veste istituzionale abbia usato il suo ruolo per costruire un caso con cui il centro-destra cerca di guadagnare punti in direzione della privatizzazione della sanità e soprattutto in direzione del progetto politico di scardinare il centro-sinistra dal governo di questa Regione in vista delle prossime elezioni. Credo che sia un gioco poco corretto, un gioco che ha trovato forse terreno facile in una fase iniziale ma che comincia ad avere le sue difficoltà se questa maggioranza di centro-sinistra avrà l’intelligenza e la capacità di rispondere, come ha risposto in queste ultime settimane, a questa vicenda, trovando un consenso, una unità e cercando di non dare al centro-destra che ha altre motivazioni che il semplice interesse che questa scuola nasca nelle Marche, altri appigli. Forse questa sera si cerca l’appiglio o l’argomento per poter dire “la Regione la pensa diversamente da Pesaro”.
Noi siamo convinti che la scuola di talassemia debba essere costituita, così come siamo convinti che va fortemente difesa la sanità pubblica, e siamo preoccupati quando leggiamo i verbali di un’audizione in Parlamento dove il ministro dice, rispondendo a domande formulate dai parlamentari, “Oggi, come saprete, la ricerca sanitaria è finanziata con il famoso 1% del fondo sanitario nazionale, quota che nella realtà si riduce allo 0,4%. A riguardo cercherei di importare dall'estero una scelta che ho rilevato funzionare molto bene: l’autofinanziamento delle fondazioni tramite attività produttive. Ciò potrebbe avvenire, ad esempio, con attività quali quelle degli alberghi o simili. Mi chiedo: perché, ad esempio, il Policlinico di Milano non possa, un domani, avviare un’attività produttiva quale quella di un supermercato? Certo, avremmo la reazione dei commercianti, ma mi chiedo: perché questi istituti non possano gestire con una direzione a parte i propri capitali immobiliari, un supermercato o degli alberghi per la degenza post-ambulatoriale? Ciò significherebbe per le fondazioni costruire una capacità imprenditoriale propria alla quale non andrebbero posti limiti. Gli esempi all'estero sono numerosi: in alcuni casi vi sono cinema, supermercati, asili nido e altro ancora, delle attività, cioè, che portano degli utili da reinvestire, poi, nei settori sanitari e della ricerca".
E’ chiaro che ci chiediamo, rispetto a queste proposte di cedere a questo istituto aree strategiche collocate nel centro della città — ex caserme — se queste aree strategiche servono per un progetto di sviluppo della scuola di talassemia, per un progetto di sviluppo delle strutture sanitarie, per un progetto di sviluppo di altro tipo di iniziative che competono alle Regioni, e penso ai supermercati. Abbiamo in discussione proprio in questo momento una legge regionale che cerca di mettere ordine a una crescita selvaggia di ipermercati in questa regione, che ha dei contraccolpi fortemente negativi, sui quali tutto il Consiglio cerca di lavorare. Mi chiedo, se quelle sono le aree di sviluppo di servizi sanitari — all’interno di quelle caserme — come poi questi progetti di sviluppo si omogeneizzeranno all’interno della programmazione sanitaria regionale, o se vogliamo tornare indietro rispetto a un processo che ha attribuito alle Regioni la programmazione e la gestione in materia sanitaria, riportando sostanzialmente delle Asl in mano al Ministero, mascherate dietro sigle di istituti di ricerca, queste aziende che oggi offrono servizi fondamentali ai cittadini. Sostanzialmente, espropriare alla Regione l’intera struttura di servizio sanitario, in particolare curativo, ospedaliero, riportandola all’interno delle competenze ministeriali.
Credo che su questa vicenda si sta costruendo un attacco politico al centro-sinistra, credo che si fa male a sacrificare — mi rivolgo al centro-destra — la sostanza, che è quella della crescita, della qualità oltre che della quantità, dei servizi sanitari della nostra regione e anche di eventuali servizi rivolti al di fuori della nostra regione, come è certamente la scuola di talassemia. Si fa male a sacrificare alle necessità politiche del centro-destra tutta questa vicenda.
La maggioranza ha ribadito in un suo documento che ha presentato in modo compatto, una soluzione che certamente non nega le scelte del passato ed una forte difesa della sanità pubblica e allo stesso tempo non vuol perdere l’occasione dell’istituzione di una scuola di talassemia che diventi un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono scommettere su questa scuola e alla Giunta regionale non possiamo rimproverare di aver voluto conoscere fin dall’inizio l’entità del concorso finanziario dello Stato e la gestione della scuola di talassemia.

PRESIDENTE. Vi sono dodici consiglieri iscritti a parlare. E’ facile prevedere che la nostra discussione non si concluderà prima delle 23, se la vogliamo contenere nell’attuale giornata. Se invece vogliamo non contenerla nell’attuale giornata, continueremo fino alle 19,30. Mentre do la parola al consigliere Silenzi, è bene che i capigruppo si orientino.

Giulio SILENZI. Signor Presidente, noi condividiamo pienamente l’operato del Presidente della Giunta e della Giunta regionale e abbiamo sottoscritto, come presidenti dei gruppi di maggioranza, una risoluzione sulle comunicazioni del Presidente della Giunta che illustrerò nei dieci minuti disponibili. Volevo prima ricordare a questo Consiglio che della scuola di talassemia, della cultura dell’accoglienza la città di Pesaro e la comunità marchigiana che ha sostenuto questa esperienza nel corso di questi decenni, hanno fatto un punto di orgoglio, un punto specifico di identità cittadina. Cultura dell’accoglienza che ha sviluppato un associazionismo vero in quella città, una cultura dell’accoglienza che non scopriamo in questi mesi, che non è il frutto di un lavoro di poche settimane o di pochi mesi, ma un lavoro decennale in cui la città di Pesaro si è distinta nel panorama nazionale, utilizzando le competenze specifiche che lì vi erano, con una esperienza originale ed unica, ma supportando quell’esperienza con iniziative di accoglienza, sociali, umanitarie che hanno contraddistinto quella popolazione.
Oggi parliamo di qualche cosa che entra nella carne viva di una comunità, di una città e che ha caratterizzato le Amministrazioni di sinistra e di centro-sinistra che in questi decenni hanno governato e sviluppato la città di Pesaro.
Vorrei ricordare al Consiglio regionale che già nel maggio di quest’anno noi abbiamo approvato un documento all’unanimità sulla scuola di talassemia e l’assenza del consigliere Giannotti da quel voto è stato un motivo di orgoglio...

Roberto GIANNOTTI. Orgoglio suo o nostro?

Giulio SILENZI. ...che indicava al Governo regionale le scelte che doveva prendere rispetto alla scuola di talassemia. E il Governo regionale, in coerenza con quel deliberato ha assunto decisioni importanti, che hanno permesso di sviluppare le iniziative nei confronti non solo dei bambini, dei pazienti affetti da talassemia provenienti dalla Palestina, ma ha permesso di continuare un’esperienza e di non interromperla, con i soldi della comunità regionale. Con i finanziamenti regionali abbiamo raggiunto la considerevole cifra di due miliardi, abbiamo autorizzato la possibilità di spendere fino a 4 miliardi, abbiamo già speso due miliardi...

Roberto GIANNOTTI. Senza la copertura.

Giulio SILENZI. Giannotti, ne dici tante di cose non vere, non voglio usare altri termini.
Ci siamo anche impegnati, come Regione, per un anticipo di oltre 10 miliardi per far vivere questa esperienza. Quello che oggi vogliamo rilevare, è che sui finanziamenti per la scuola di talassemia ci sono annunci datati più di un anno e il Governo ancora non ha tirato fuori un euro, una lira. Voi dovete essere più efficaci sul piano del Governo: basta con gli annunci che poi non fanno seguire fatti concreti. E’ un anno che dite che non vi sono risorse per la scuola di talassemia: siamo arrivati alla fine del settembre 2002 e il Governo non è stato capace di accreditare alla Regione una sola lira. Questa è la responsabilità del Governo. I tanti Baldassarri, i tanti ministri Sirchia siano più efficaci, più efficienti, alle parole facciano seguire i fatti in tempi brevi, in tempi normali, non in tempi lunghi e facciano seguire fatti coerenti con quanto si impegnano.
C’era un impegno che parlava di 45 milioni di euro, è stato comunicato invece che per il triennio ci sarebbe stato uno stanziamento che si era ridotto a 31 milioni di euro annuali nel triennio 2002-2004, e oggi si sta parlando di un provvedimento, che non ha terminato il suo iter, per 24 milioni di euro. Ecco la vostra politica: la politica dell’annuncio a cui non seguono i fatti. Poi, i fatti hanno tempi lunghi e le risorse finanziarie si dimezzano rispetto agli impegni presi e ai grandi titoli o convegni che il Polo e i suoi rappresentanti governativi fanno in questa regione per poi produrre atti e fatti che sono del tutto ridimensionati.
Noi vogliamo prendere atto del lavoro che la Giunta ha svolto fino ad ora, delle risorse che sono state date per far vivere la scuola di talassemia a Pesaro, risorse della Regione. Fino ad oggi sono state impegnate risorse inferiori a quanto annunciato. Vogliamo ribadire che la scuola di talassemia rappresenta una rilevante opportunità per il sistema sanitario regionale, oltre che per il sistema sanitario pesarese.
Va riaffermato l’obiettivo strategico del piano sanitario regionale, per il quale l’ospedale di Pesaro costituisce parte integrante del sistema sanitario marchigiano ed è componente fondamentale della rete ospedaliera regionale, facendo la Regione affidamento sulle sue risorse e sulle sue potenzialità operative. La Regione finanzia per oltre 200 miliardi all’anno la sanità pesarese e pertanto, rispetto a questi l’ospedale della regione entra nella programmazione regionale di sviluppo dei servizi sanitari regionali, quindi la titolarità della Regione nella programmazione e nell’organizzazione del sistema sanitario pubblico viene rafforzata dal titolo V di cui il S. Salvatore deve essere parte integrante.
Quando si fa la proposta di un istituto di ricerca, sapendo che in Italia gli istituti di ricerca pubblici hanno un disavanzo di oltre 1.000 miliardi di vecchie lire, quando si fa una proposta di legge che cerca di trasformare la fallimentare esperienza degli istituti di ricerca in fondazioni e per queste fondazioni si prevede la possibilità di ammettere privati mecenati — cito il ministro Sirchia nell’audizione in Parlamento rispetto a questa proposta — si permette a queste fondazioni di poter gestire, per reperire fondi, supermercati, cinema, questo è un aspetto fondamentale della programmazione regionale e della sanità pubblica che deve essere perseguita.
Pertanto noi riteniamo opportuno il richiamo del Presidente della Giunta a riportare, in linea con le intenzioni delle intese interistituzionali tra Governo, Regioni e sistema delle autonomie del 30 maggio, l’urgenza della richiesta avanzata in data 11 settembre dal presidente della Regione per la costituzione di quel tavolo istituzionale. Parliamo di materie complesse: è assurdo che si affidino alle lettere le decisioni e si diano ultimatum di settimane. pertanto si avvii il tavolo istituzionale con la partecipazione dei soggetti interessati all’organizzazione e allo sviluppo del progetto della scuola internazionale di cura, formazione e ricerca per la talassemia, riconfermando le scelte di piano relativamente al potenziamento e a ruolo dell’ospedale di Pesaro, ribadendo l’impegno perché venga costituita a Pesaro la scuola internazionale di talassemia. Si chiede con urgenza al Governo l’istituzione di un tavolo istituzionale per lo studio delle modalità con cui procedere all’integrazione tra scuola di talassemia e azienda ospedaliera San Salvatore, tavolo su cui ricercare le soluzioni più efficaci anche nel periodo transitorio, con il contributo paritario del Governo nazionale, della Regione, del Comune di Pesaro, della Provincia di Pesaro.
A noi sembra che questa sia una proposta istituzionalmente seria, politicamente chiara. Poi, se deve essere disvelato un disegno politico che voglia portare la scuola di talassemia fuori dalla sede di Pesaro o marchigiana e pertanto si creano pretesti affinché questo avvenga, ognuno si assuma fino in fondo le responsabilità e la posizione del Polo, così contorta e senza garanzie precise, affidata a una relazione epistolare del ministro, strumentalizzata dalle forze del centro-destra, porta a ipotizzare questo aspetto. Noi, con questa risoluzione diamo ancora una volta un mandato chiaro alla Giunta regionale e diamo una parola di chiarezza ai marchigiani sulla nostra volontà di aumentare la ricerca per quanto riguarda la talassemia, di potenziare la scuola di talassemia ma di essere contrari ad una privatizzazione dell’ospedale San Salvatore tramite fondazioni, di essere contrari affinché un pezzo venga scippato dalla programmazione regionale. Pertanto, Pesaro rientra a pieno titolo, con il peso che ha, nella programmazione regionale dei servizi sanitari.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Convengo che si istituisca qualcosa di serio, perché la scelta dell’Esecutivo della Regione Marche di dire no alla trasformazione in Irccs dell'ospedale San Salvatore di Pesaro e suggerire la creazione di un soggetto giuridico autonomo, una fondazione per la scuola di talassemia, è una controproposta compromissoria di basso profilo, di fronte ad una proposta del Governo di alto profilo.
E' un atto gravissimo nei confronti della città di Pesaro. Manca un’anima sociale, volete tarpare le ali all’ospedale e allo sviluppo economico connesso a questa operazione.
Anche il messaggio dei sanitari e del personale paramedico dell'ospedale San Salvatore è forte e chiaro. L'istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) è una grande opportunità per tutto l'ospedale che premia il forte impegno dimostrato negli ultimi anni per raggiungere livelli di alta specializzazione e di eccellenza clinica. L'IRCCS garantirebbe. la disponibilità di risorse strutturali, strumentali e professionali adeguate all'ulteriore sviluppo scientifico e assistenziale di un ospedale che sia pienamente rispondente in primo luogo ai bisogni della collettività cittadina ma anche a quelli di un bacino di utenza più largo, tipico di un'area di confine.
E' assurdo affermare che gli IRCCS sono strumenti politici di privatizzazione o sradicamento territoriale. L'ex ministro Bindi, fece delle proposte che trovarono applicazione in regioni di sinistra come la Toscana e l'Emilia Romagna. Il San Salvatore sarebbe la sesta struttura polispecialistica in Italia con questo status. Se la Regione Marche vuole dire no all'IRCCS deve utilizzare motivazioni reali e non quella, facilmente confutabile, che l'istituto si sottrarrebbe alla pianificazione sanitaria regionale. Io credo che le campagne elettorali sono una cosa fondamentale per la democrazia, ma è altrettanto fondamentale capire che quando sono finite le campagne elettorali cominciano le responsabilità istituzionali. Per nostra fortuna il nostro Paese sta andando verso una condizione di democrazia “normale” che vuol dire stabilità di Governo: c'è un Governo stabile nazionale, c'è un Governo stabile nella Regione, nel Comune, nella Provincia. Questi quattro Governi hanno tutti la responsabilità etica, politica e morale di collaborare per il bene dei cittadini. Ricordo che questo progetto è uno degli impegni internazionali del Governo della Repubblica Italiana assunto nel G8 tenutosi a Genova nel 2001. Nell'ambito di quel G8 tra i vari progetti il Governo italiano, anche su indicazione degli altri Governi, ha inserito il progetto talassemia che è un progetto con tre pilastri: cura, formazione, ricerca e scuola.
I fondi sono stati inseriti presso il Ministero degli esteri per quello che riguarda la cooperazione internazionale e, nella Legge finanziaria approvata nel dicembre del 2001 su una base triennale per 10 milioni di euro all'anno, oltre 9 miliardi di vecchie lire per la cooperazione. Parallelamente si è avviata la norma, la legge istitutiva che incarnerà il progetto scuola internazionale di talassemia con dentro i tre aspetti: cura, ricerca e formazione. Questa legge è nel collegato sulla funzione pubblica in via di approvazione al Parlamento, ecco perché non ci sono ancora le disponibilità. Si sta anche valutando l'ipotesi di anticiparla ma a questo punto forse non vale neanche la pena, in ogni caso, con un decreto legge, ma l'iter parlamentare ormai è abbastanza definito. Dal momento in cui la legge è approvata automaticamente i fondi che sono adesso assegnati nel fondo globale, nella tabella F con scritto, sotto, “scuola talassemia Pesaro”, automaticamente e formalmente entrano nel progetto. Questo è l'iter che il Governo ha seguito, indicato, che è legge dello Stato e che fa parte della finanziaria vecchia, quella dell'anno scorso.
A questo punto si tratta di istituire un tavolo tra la Regione Marche e il Governo centrale. Questo per quanto riguarda i rapporti formali ed istituzionali. L'ospedale San Salvatore di Pesaro è della Regione Marche e quindi qualunque formale risposta, accordo e rapporto deve essere tenuto dalla Regione Marche rispetto al Governo italiano. Ecco perché tutte le formalizzazioni delle comunicazioni sono state riferite al Presidente della Regione Marche, ovviamente con contatti, non dico quotidiani ma insomma abbastanza frequenti, anche con il Governo della Provincia e il Governo del Comune. Su questo progetto il Governo ha proposto il seguente assetto e cioè quello che ci sembra tutt'oggi non solo un processo naturale ma anche il miglior modo di realizzare il progetto sia sul profilo locale territoriale (Pesaro), sia sul profilo locale territoriale (regione marche) sia sul profilo nazionale, sia sul profilo internazionale e cioè la trasformazione dell'ospedale San Salvatore di Pesaro in un IRCCS che è un istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, perché il Governo non intende privatizzare neanche il sottoscala del San Salvatore. L'unico strumento pubblico, giuridicamente pubblico esistente per legge in questo momento si chiama IRCCS. Questa è la posizione del Governo messa per iscritto dal ministro Sirchia.
Questo progetto il Governo lo ritiene una opportunità importante per la comunità locale, tanto che è stata messa per iscritto la disponibilità a mettere a servizio del progetto per la futura espansione dell'ospedale e per il riassetto urbanistico della città di Pesaro, tutta l'area delle caserme prospiciente l'ospedale San Salvatore. Cioè l'area demaniale utile a dare respiro urbanistico all'ospedale San Salvatore e al progetto, in parte per usare l'area onde liberare un po' la parte del centro della città di Pesaro. La Regione, la Provincia e il Comune hanno chiesto un incontro a Roma che è stato tenuto 1'8 agosto presso il Ministero della salute; durante quell'incontro ci è stato detto che la Regione avrebbe valutato la proposta del Governo e si sarebbe riservata di fare ulteriori proposte, ulteriori e alternative. Il Governo ha detto che certamente sembrava allora e sembra ancor più oggi, che la strada maestra è quella già indicata dal Governo stesso, ma è stato detto che il Governo è disponibile a valutare qualunque altra alternativa, ma qualunque altra alternativa che sia più grande, più forte, più importante, non più piccola e più modesta francamente. Noi vogliamo che questo sia un progetto di caratura internazionale, quindi ha bisogno di una base d'appoggio solida sul territorio. La Regione Marche ha risposto, debbo dire francamente, un po' vagamente e un po', con nostra sorpresa, parlando della possibilità di incarnare il progetto in un soggetto giuridico autonomo. Quindi è un po' vago perché non si capisce bene cosa sia il soggetto giuridico autonomo. Nei pour-parler e in altri colloqui è stata proposta o comunque è stata vagamente indicata una fondazione. Qui vorrei fare un punto di chiarezza: l'IRCCS è un istituto pubblico, la fondazione è un istituto privato.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Ma non è vero: la fondazione è quello che si decide che sia.

Gilberto GASPERI. Allora si deve mettere d’accordo con Pesaro, perché a Pesaro il Consiglio comunale parlava di soggetti autonomi.
Come strumento giuridico, quindi, si tratterebbe di una totale o parziale privatizzazione del progetto. E indipendente, questo, dal fatto che poi un soggetto privato sia fatto da soci pubblici, ma io ritengo che sia bene che, se i soci sono pubblici lo strumento sia pubblicistico perché in altri casi, in tutt'altri campi, quando il socio è pubblico e lo strumento è privato si combina una miscela un po' perversa qualche volta, proprio perché gli strumenti del diritto privato sono più flessibili, ma consentono anche arbitrarietà maggiori. Deve essere chiaro un punto: il Governo ha proposto un Istituto pubblico, se si parla di fondazione si parla di privatizzazione. Noi non siamo d'accordo con la privatizzazione dell'ospedale San Salvatore di Pesaro perché il progetto non può non essere un progetto pubblico, nazionale, internazionale. Cosa diversa è dire che sin da subito o in prospettiva fondazioni, dalla fondazione della cassa di risparmio alla fondazione Berloni — cito a memoria — possano affiancarsi al progetto per raggiungere potenzialità, capacità, risorse, ma sotto una chiara guida pubblica del progetto. Questo fa parte della normale collaborazione privato-pubblico. E’ giusto fare chiarezza su questo punto.
Per cui, di fronte a questa ipotesi il ministro Sirchia, così come il vice ministro Baldassarri, hanno risposto, come avrete letto sui giornali, con una ulteriore lettera alla presidenza della Regione, confermando la posizione del Governo e chiedendo alla Regione di esplicitare, di rendere precisa quell'eventuale definizione di soggetto giuridico indipendente, cioè che cos'è, di che si tratta, di che cosa stiamo parlando. Si è in attesa di una risposta ad oggi della Regione Marche all'ultima lettera che il ministro ha inviato. La lettera del ministro Sirchia è stata inviata alla Regione Marche per fax alle 9,40 del mattino e all'ANSA alle 12,30, quindi il problema non è se arriva prima l'uno o l'altro, però il comportamento corretto istituzionale c'è stato: una lettera va inviata prima all'interlocutore e poi alla stampa, però chiarendo che la lettera di un ministro, di un membro di Governo è un atto pubblico, non è un fatto privatistico...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Gasperi, ma che sta dicendo? Deve arrivare prima a me e poi alla stampa.

Gilberto GASPERI. E’ arrivata prima a lei: alle 9,40.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sto parlando dell’Ansa.

Gilberto GASPERI. Forse succede come è successo a me che ho inviato un fax con il quale chiedevo documenti a Sunzini ed è stato sottratto. Bisognerà che chieda anche quello: dott. Sunzini.
Quindi è bene che la cittadinanza sia a conoscenza di quali sono le opinioni e il grado di maturazione dell'accordo. La scadenza del 31 agosto era stata posta alla Regione per avere una risposta, perché in settembre è giusto cominciare a lavorare concretamente, operativamente sul progetto, si deve rispondere agli egiziani, ai tunisini, agli iracheni, cioè a tutti gli Stati interessati dal progetto.
E’ normale che non esiste una data netta e definitiva, è nell’ambito del rapporto politico e della politica che esistano delle mediazioni.
Per questo motivo, proprio perché era pressante operare in questa maniera, il Governo ha ritenuto di dover nominare, con decreto del ministro Sirchia, il 30 agosto un comitato tecnico-scientifico. Ovviamente di questo comitato tecnico-scientifico fa parte il prof. Lucarelli, senza il quale il progetto non c'è. Il progetto, o è con Lucarelli o non esiste, perché i trapianti di midollo osseo nel mondo hanno dimostrato di saperli fare in pochi e meno bene di quanto si sia fatto a Pesaro, pertanto mi sembra logico tener conto di una situazione particolare per cui è giusto, prima di prendere delle decisioni definitive che ci sia un incontro. Se ci deve essere uno scontro noi non ci tiriamo assolutamente indietro, ma l'incontro deve essere a beneficio della città di Pesaro, dell'ospedale San Salvatore, dei bambini che hanno necessità di queste cure, ma soprattutto perché si dia un riconoscimento, non postumo come ha fatto lei, caro Presidente, al prof. Lucarelli. L'incarico lei glielo ha dato dopo che lo aveva preso dal ministro. Nella lettera che lei ha spedito al ministro Sirchia parlava di due milioni e mezzo di euro e la delibera di impegno ancora non l'aveva fatta: carta canta, villan dorme. Porterò i dati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Credo che questa riunione del Consiglio regionale sia importante per una ragione molto semplice: quella che dopo aver discusso più volte nella seduta 62 e nella seduta 90 di questa vicenda, cerchiamo di tirare le fila e di indicare una linea alla programmazione sanitaria regionale. Questa vicenda, infatti, è più volte sfuggita alla programmazione sanitaria. Voglio ricordare che nel 2000 viene istituita la scuola di talassemia dall'azienda ospedaliera, e se tutte le aziende cominciassero ad istituire centri di eccellenza è chiaro che la programmazione regionale sanitaria sarebbe solo la sommatoria del lavoro delle aziende. C'è quindi bisogno che venga fatta la sintesi e questa discussione è l'inizio vero e proprio di una discussione che comincerà con il deposito dell'atto sul riordino del piano sanitario regionale.
Sulla relazione del Presidente accolgo con favore la chiarissima posizione della Giunta rispetto al fatto che finanziamenti ulteriori dal bilancio della Regione non verranno dati, ma questo non è un punto secondario, perché anche l'ordine del giorno che si sta per votare presentato dal centro-sinistra, è un punto molto definito. Siamo interessati a fare della scuola di talassemia una iniziativa di coooperazione internazionale nella quale, pur riconoscendo il rilievo scientifico, come si dice alla pagina 2, non si aggiungono finanziamenti, anzi i finanziamenti per la quota Ministero degli esteri — tre miliardi che mancano — sono conteggiati fra quelli già dati per missioni e medicinali in Palestina. Quindi si fa un punto di chiarezza rispetto a una questione che ha tormentato le vicende politiche di questo Consiglio regionale.
L'altro punto su cui si fa chiarezza, è che questo Consiglio regionale risponde negativamente alla richiesta del Governo italiano di trasformare — quindi non propone e non proporrà al Governo — l'ospedale San Salvatore in istituto di ricerca, ricovero e cura. Questo è un punto chiaro sul quale gli spiragli del tavolo non possono lavorare relativamente al punto "istituto di ricerca polispecialistico", nemmeno per un istituto di ricerca monospecialistico. Se così non è, questa discussione è finta, cioè la facciamo tanto per riempire un pomeriggio, tanto per dirci fra di noi alcune questioni di ordine politico-sanitario, che poi qualcun altro in un altro tavolo, in un altro livello meno importante di quello per la programmazione sanitaria qual è il Consiglio regionale può decidere per noi questa cosa.
Credo che il documento del centro-sinistra possa essere interpretato solo in questo modo, cioè ci prendiamo in pieno carico il nostro compito di programmazione sanitaria, prendiamo atto del lavoro fatto sinora nei rapporti Governo-Regione Marche e di fatto lavoriamo per costruire una trasformazione dell'ospedale San Salvatore nel momento in cui discutiamo della riforma del piano sanitario: lì si vedranno l'azienda, il potenziamento, le nuove specialistiche di cui ha bisogno la città per frenare la mobilità passiva. 163 miliardi di mobilità passiva sono una questione di primaria importanza per la regione, e solo 60 sono riferiti al centro-nord. Si tratterà in quella sede di discutere come si potenzia il San Salvatore, ma per quanto riguarda la questione che ha animato il dibattito molto grande in quest'aula, rispetto a come sviluppare la funzione umanitaria che il G8 ha assegnato all'Italia, credo che l'argomento diventa limitato. E allora si dice "siamo disponibili a una scuola di talassemia non a carico del bilancio della Regione, siamo disponibili a ragionare che si faccia nelle Marche". Che cosa dobbiamo fare e non se ne parla mai? Non so quanti di voi hanno parlato con le associazioni della città di Pesaro, ma il fatto che abbiamo pagato i medicinali, che il Governo pagherà i trapianti che qualcuno pagherà le apparecchiature di telemedicina o l'attuazione biomedicale non risolve la questione, perché l'assistenza delle famiglie e dei parenti che sono attorno a questi bambini è a totale carico del volontariato e nessuno l'ha mai pagata, con problemi rilevanti. Invece vale la pena di ragionare quanto costa questo e quale operazione di cooperazione internazionale non può che cominciare dai bambini e dalle loro famiglie, non aspettando il buon cuore, che sempre c'è stato, dell'Ail o delle altre associazioni, dobbiamo concretamente declinare l'impegno del Consiglio regionale relativamente alla cura dei bambini e delle famiglie.
Voglio anche ricordare al Presidente D'Ambrosio, perché gli può essere utile quando dovrà discuterne, che il trapianto per la talassemia è una pratica che negli altri centri europei e asiatici viene utilizzata molto poco. Non le dico di guardare i dati dei centri trapianti asiatici, dove potrebbe essere difficile avere la dotazione medica, ma le dico di guardare i dati della Spagna, della Francia, della Germania. Non Paesi incivili ma Paesi che possono, per le attrezzature sanitarie, essere assai vicini al nostro. In Francia i trapianti nel 1990 sono 10, in Italia sono 87; nel 1991 in Francia sono 6, in Italia sono 82; nel 1992 in Francia sono 12, in Italia 89. La ricerca della lotta alla talassemia si fa anche senza trapianto, perché oggi le medicine sono tali da permettere la vita fino a 40 anni e 40 anni non sono pochi per poter avere una scelta di vita da adulto e poi, magari, tentare, eventualmente, il trapianto. Intanto dire questo e poi dire anche che sulle questioni della sperimentazione — lo voglio dire a Giulio Silenzi per l'enfasi che ci metteva — la città di Pesaro ha avuto grande cuore e grande solidarietà da sempre nella lotta alla leucemia e nell'aiuto ai Paesi del medio orienta, ma è una città dilaniata dal fatto che ancora, dopo quattro anni, ci sono dieci omicidi dei quali ancora non si sa qual è stato l'evento e che cosa l'ha determinato, se è stata sperimentazione o cos'altro. Anche questo fa parte della storia di Pesaro, proprio perché non si può eliminare.
Il tavolo che si deve mettere in piedi dovrà avere un mandato esplicito: quello di ragionare esclusivamente della scuola di talassemia. D'altronde, se si ragiona con le norme — un Consiglio regionale oltre che esprimere una volontà politica deve sempre parlare di norme e di leggi — la normativa italiana esistente e in itinere — la riforma che si sta facendo sugli Irccs — dice bene quando gli Irccs sono polispecialistici e dice anche quando sono monospecialistici, quindi creare un Irccs monospecialistico significa creare, a Pesaro, due ospedali: l'ospedale di Muraglia, come diceva sempre l'ex assessore Mascioni, che sarebbe l'Irccs monospecialistico per la talassemia, con alcune attività (ematologia, oncologia, infettivologia, medicina nucleare, radioterapia), portando lì la rianimazione e i servizi generali, e questo si regge sul piano giuridico, è una scelta che però svilirebbe il resto dell'ospedale: il San Salvatore smembrato da questa parte non sarebbe più azienda, non avrebbe più alcuna pretesa per essere il polo fra Ancona e Cesena per la cadiochirurgia, non avrebbe alcuna speranza neanche di cominciare a discutere in quest'aula sulla neurochirurgia, sarebbe una cosetta come tanti altri ospedali di rete; l'altra ipotesi, quella dell'Irccs polispecialistico, deve tener conto del fatto che l'ospedale di Pesaro non può essere né l'ospedale Maggiore né il Policlinico San Matteo. Il San Matteo è sede dell'università di Pavia, l'altro dell'università di Milano, hanno delle competenze e delle specialistiche, nei reparti, che non sono paragonabili all'esperienza del San Salvatore. La questione da considerare davvero è quella del monospecialistico a Muraglia, però sarebbe fatta contro il resto della sanità pesarese e io credo che on sia la soluzione auspicabile. Auspico invece che nella prossima discussione del Consiglio regionale ci sia un potenziamento della sanità pesarese proprio alla luce del fatto che dobbiamo intervenire con molta forza sui 163 miliardi di mobilità passiva e reggere su Pesaro è fondamentale per ottenere questo obiettivo politico, essenziale per la sanità delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

David FAVIA. Presidente, mi consenta di iniziare con una battuta: condivido il suo fastidio nell'apprendere determinate notizie dai giornali, perché è la minestra che noi siamo abituati a sorbire, nel senso che tantissime delle proposte delle attività di questo Consiglio regionale le apprendiamo prima dai giornali e poi nelle sedi istituzionali, quindi mi auguro che, pur prendendo atto della dichiarazione di Gasperi, che pare che in realtà questo comunicato sia arrivato dopo che era stato spedito a lei, la invito, avendo provato lei sulla sua pelle il fastidio che dà questo tipo di comportamento, a pensare a noi consiglieri regionali negli stessi termini in cui ha pensato, istituzionalmente, giustamente, a se stesso.
Ho ascoltato con attenzione il suo intervento e quello di alcuni esponenti del centro-sinistra. Alcuni hanno avuto l'onestà di non paludarsi dietro bei concetti, ma ho l'impressione che dietro le vostre parole ci sia ben altro di quello che viene detto. Il Presidente ha tenuto a dire che il suo non è un atteggiamento di ripicca istituzionale, ma io ho proprio la sensazione che ci sia un fastidio istituzionale, un atteggiamento di ripicca istituzionale. Silenzi ha parlato quasi con fastidio della possibilità della fondazione dei privati mecenati, dimenticando che una fondazione a maggioranza pubblica è pubblica, non è privata e che i privati mecenati tali sono e non sono lì solo per fare solo gli interessi, se dei benefit collaterali vengono loro dati, è perché poi venga riversato il loro interessamento nel pubblico.
Credo che la verità stia ove si dice che vogliamo mantenere la nostra titolarità. Dice il Presidente che verrebbe scombussolata l'organizzazione sanitaria per Pesaro. Dice la vostra proposta di risoluzione "l'ipotesi del ministro della salute sottrae alla competenza regionale la definizione del ruolo dell'azienda ospedaliera San Salvatore con relative scelte programmatorie". Diciamoci la verità: tu, Silenzi, accusi il Governo di non essere efficace ed efficiente, invece io ho la sensazione che qui ci sia una questione di lana caprina: che in realtà, dietro il vostro atteggiamento ci sia uno scontro ideologico-politico con il Governo.

Giulio SILENZI. Non tirare fuori una lira da un anno...

David FAVIA. Non può farlo perché c'è una legge in itinere. Il Governo ha impegnato dei fondi su legge futura. La legge, come giustamente e brillantemente ci ha illustrato il Presidente è in itinere, quindi i fondi ci sono ma non possono essere erogati.
Credo che in questa vicenda si stiano tralasciando i veri interessi dei marchigiani, si stia andando a loro discapito per un interesse politico, per governare uno scontro politico tra una Regione di centro-sinistra politicamente schierata contro un Governo di centro-destra.
Ritengo che vada analizzata, soltanto nell'interesse dei cittadini marchigiani, la grande opportunità che alle Marche viene offerta con la trasformazione del San Salvatore in istituto di ricerca, con l'allargamento del San Salvatore che si dovrebbe estendere a delle caserme prospicienti. Ritengo che sia solo questo il problema.
Teniamo presente un'altra cosa: la Regione ha la piena disponibilità e titolarità di decidere. L'eventuale perdita — perché stiamo andando incontro a ciò — della scuola di talassemia sarebbe eventualmente unicamente una responsabilità della Regione. E' la Regione che decide se il San Salvatore può o meno essere trasformato in Irccs, non è il Ministero che può costringere. E' la Regione che deve eventualmente accettare questo che non è un diktat ma una proposta.
Non regge, Presidente, il discorso che verrebbe scombussolata la programmazione sanitaria del pesarese perché potrebbe tranquillamente farsi una convenzione con l'Irccs. Credo che la verità stia nelle sue parole, quando lei dice "ci verrebbe scippata la potestà di nomina dei vertici di questo ospedale", che è verro perché i vertici dell'Irccs verrebbero nominati dal Ministero, ma io credo che sia molto poco, questo, per arrivare a rifiutare un'offerta così positiva da parte del Governo, perché non verrebbe assolutamente minata la vostra potestà di organizzare la sanità nella regione, poiché con l'Irccs si può fare tranquillamente una convenzione secondo le linee programmatiche della sanità regionale da voi decise, quindi mi sembra veramente una scusa.
Mi sembra che ci sia una diffusa volontà sul territorio, da parte dei dipendenti, da parte del prof. Lucarelli che l'ha detto con assoluta chiarezza, di andare verso questa soluzione dell'Irccs. Non c'è nessun ricatto, a mio giudizio, da parte del Governo, c'è solo una proposta nell'interesse di questa regione, proposta che a nostro avviso andrebbe accolta. Sappiamo perfettamente che sarà la definitiva Conferenza Stato-Regioni a decidere nell'ambito della legge dove' sarà collocata la scuola di talassemia, ci ha ricordato lei, ma lo sappiamo benissimo, che ci sono tre Regioni, tra cui la Sardegna — la città di Cagliari — disponibile ad accogliere questa scuola di talassemia, il Ministero ritiene che la scuola debba essere inserita in un contesto più globale, più importante, che è quello dell'istituto di ricerca al quale andrebbero fondi statali, quindi la Regione risparmierebbe in un momento in cui la sanità è assolutamente in deficit: mi pare che tutte le vostre giustificazioni per respingere, in fin dei conti, la scuola di talassemia non reggano ad un'analisi più approfondita.
Respingo con assoluta nettezza ogni responsabilità del centro-destra nel caso in cui la scuola di talassemia venisse persa e alzo alto un grido perché questa... Dice il presidente de mio gruppo che è già persa e sono notizie che ho anch'io. Non capisco perché si debba danneggiare la regione in questo modo, non accetto alcuna responsabilità come Forza Italia, come centro-destra, tutta la responsabilità di perdere l'Irccs e la scuola di talassemia ricadrà sul governo di questa Regione a cui voglio fare, non da anconetano ma pur sempre nell'interesse della regione tutta, una accusa di contraddittorietà: non capisco per quale ragione si è disponibili a dare l'autonomia, anche sotto forma di fondazione, alla scuola di talassemia quando istituti di pari o forse superiore dignità scientifica come il Salesi e il Lancisi vengono, dal vostro piano di ristrutturazione sanitaria, uccisi. Credo sia l'ennesima contraddittorietà della vostra gestione che danneggia questa regione;.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Svolgerò un intervento breve, di tipo politico, perché sino adesso la discussione sulla sanità, anche nelle Marche, ha assunto toni tecnocratici ed organizzativi: prima si è discusso del contenitore anziché del contenuto. Si rischia, anche come forze democratiche e di centro-sinistra, di non essere adeguati, di non saper analizzare il contesto generale.
Qual è il contesto generale in cui discutiamo? Il Governo che privatizza lo Stato sociale, la scuola, la sanità, attacca il lavoro. Occorre quindi recuperare l'analisi, la capacità di lotta anche nelle Marche, recuperare in fretta un rapporto fecondo con le forze vive della società, in primo luogo con i sindacati, perché l'attacco portato ai diritti è forte, a cominciare dal diritto primario alla salute che può essere garantito solo da una sanità pubblica ed universale.
E' forte l'attacco, a partire dalla volontà del ministro Sirchia di istituire un istituto di ricerca a Pesaro sganciato dall'ospedale pubblico di rete, oggi anche azienda ospedaliera. Prelude a due obiettivi: in primo luogo privatizza un pezzo della sanità, in secondo luogo tende, a partire da una provincia e da una città dove è forte l'insediamento delle forze democratiche, a dividere la popolazione con iniziative propagandistiche e demagogiche, non esitando a strumentalizzare il dramma della malattia, per assestare un colpo alla maggioranza che sostiene la Giunta D'Ambrosio, per la ricerca, ci auguriamo, di una improbabile rivincita.
Questo attacco, se possibile è ancora più forte perché nel suo seno esiste un moltiplicatore propagandistico dentro una grottesca competizione tra Forza Italia e An, perché Forza Italia rincorre, talvolta con gelosia e con affanno, le scorribande pesaresi e marchigiane del neo-ministro o quasi ministro Baldassarri.
La cronistoria puntuale del Presidente D'Ambrosio ha messo in rilievo la verità dei fatti, in primo luogo un impegno concreto della Regione: non solo la mozione del Consiglio regionale del 29 maggio che chiede l'istituzione della scuola, nomina il direttore ma con un impegno concreto, attraverso appropriati finanziamenti per sostenere le spese per i trapianti e per l'accoglienza dei familiari, ma, successivamente, anche con una forzatura rispetto al mandato del Consiglio regionale il Presidente D'Ambrosio si è impegnato formalmente con il ministro per anticipare ulteriori fondi in attesa che il Governo intervenisse attraverso appositi atti.
Esiste una volontà chiara quindi, con formali impegni, da parte della Regione Marche. Il Governo in realtà, con la fuga in avanti dell'istituzione dell'Irccs, non vuole la scuola di talassemia a Pesaro, perché tuttora non ha impegnato un solo euro. Del resto, cari colleghi distretti della maggioranza, voi siete maestri nel rincorrere aspetti localistici e siete bravi a prevedere presenze a seconda del luogo in cui risiedete. Del resto è così anche per la strada Fano-Grosseto, tolta dalle priorità del Governo.
La posizione dei comunisti è chiara: noi ci atteniamo alla mozione della maggioranza; apprezziamo lo sforzo delle istituzioni pesaresi, in primo luogo del Consiglio comunale, che non si sono limitate ad un rifiuto ma hanno rilanciato una proposta seria di grande equilibrio che tende, rispetto agli attacchi di privatizzazione della sanità, a mantenere il ruolo pubblico della sanità delle Marche e della scuola.
Anche noi, collega Giannotti, critichiamo l'uso improprio delle istituzioni; siamo qui anche noi a criticare i funzionari che debbono fare i funzionari e non sostituirsi ai politici, ma qui siamo in presenza di un fatto più grave, siamo in presenza anzi di due fatti gravissimi. In primo luogo una grossolana invasione di competenze regionali, con decisioni di ministri e viceministri che esautorano scelte che la Costituzione demanda alla Regione; il secondo fatto, più grave, è che in realtà l'istituto di ricerca costituisce l'anticamera della privatizzazione.
Infatti il disegno di legge governativo prevede, nella riforma degli Irccs l'abolizione della garanzia contemplata dal D. Lgs. 229 del centro-sinistra, cosiddetta "riforma Bindi" per gestione a maggioranza pubblica. Togliendo questa norma, visto il contesto in cui si muove e visto il contesto dei rapporti di forza politici e sociali, i nuovi istituti di ricerca non saranno più pubblici e a maggioranza pubblica, ma tutti privati, svincolati dalla programmazione pubblica, anzi ci saranno forme di gestione privata con finanziamenti pubblici, perché Comuni, Province e Regioni saranno costretti, attraverso e in virtù degli accreditamenti, a distogliere fondi dalla sanità pubblica in favore di cliniche od ospedali privati. Noi, ovviamente, contrastiamo con forza simili ipotesi, senza ambiguità.
E' per questo che richiamiamo le altre forze di centro-sinistra, anche qui nelle Marche, a recuperare al più presto, nel merito, una discussione e significative iniziative di battaglia. Debbono al più presto recuperare, le forze democratiche, una discussione per l'attuazione e la riforma del piano sanitario regionale, per dare continuità e attualità alla sanità pubblica in Italia e nella nostra regione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la prosecuzione della seduta.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

Andrea RICCI. La vicenda estiva che ha riguardato l'istituzione della scuola di talassemia a Pesaro con le iniziative improvvide del ministro della salute Sirchia, testimonia come, su una questione così rilevante si sia innestata una squallida manovra del Governo, tendente a due obiettivi di fondo. Lo squallore di questa manovra deriva dal fatto che in precedenza il Governo Berlusconi si era fatto vanto di istituire una scuola di talassemia per interventi finalizzati all'aiuto e alla cooperazione internazionale nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, mentre in realtà, alla resa dei conti si è visto come il vero fine del Governo Berlusconi e del ministro della salute Sirchia era ben altro. Ed era un fine duplice: il primo è quello di far entrare con forza i privati nella gestione della sanità marchigiana, perché l'ipotesi di trasformare l'intero polo ospedaliero pesarese in un istituto di ricerca scientifica, alla luce delle novità legislative annunciate da questo Governo e da questo ministro della salute, che renderanno possibili forme di privatizzazione di detti istituti testimoniano la volontà di regalare alla sanità privata una parte significativa e rilevante della sanità della nostra regione. D'altra parte questa prima finalità è del tutto coerente con l'indirizzo generale che questo Governo ha assunto in materia sanitaria fin dal momento della sua istituzione. L'obiettivo generale complessivo del Governo Berlusconi e di questo ministro della salute è quello di smantellare il sistema sanitario nazionale pubblico, di privatizzare la gestione e la programmazione della salute nel nostro Paese. Nelle Marche questo avviene anche attraverso lo smantellamento di un pezzo fondamentale del sistema sanitario regionale attraverso l'ipotesi di istituire un istituto di ricerca e cura a carattere scientifico che domani vedrà sicuramente la partecipazione di privati alla sua gestione.
Ma accanto a questo scopo dichiaratamente politico, inserito in una strategia generale di privatizzazione della sanità da parte di questo Governo, c'è in realtà anche un secondo scopo, che ha un carattere più propriamente locale e regionale; c'è la volontà da parte del Governo di sottrarre alla Regione Marche la gestione di una parte rilevante e significativa della propria sanità, di sottrarre uno dei poli principali della rete ospedaliera marchigiana alla programmazione e al controllo della Regione, per affidarlo al controllo e alla gestione del Governo nazionale che è ostile politicamente alla maggioranza che attualmente governa la Regione Marche.
Questo duplice obiettivo, queste duplici finalità debbono essere impedite con qualsiasi mezzo dalla Regione Marche.
Per quanto ci riguarda, noi su questa materia ribadiamo la posizione consolidata e altre volte espressa nel corso dei dibattiti in Consiglio regionale.
Per Rifondazione comunista la scuola di talassemia va sì realizzata, ma prevedendo esclusivamente risorse statali per il finanziamento della propria gestione. Se è vero, come il Governo Berlusconi continua a dichiarare, che questo progetto non è finalizzato ai cittadini marchigiani ma ad operazioni di aiuto e di solidarietà con cittadini di altri Paesi del mondo, ebbene la competenza per il finanziamento della gestione di questi interventi deve essere esclusivamente di carattere statale.
In questo quadro, solo ed esclusivamente in questo quadro, cioè soltanto all'interno dell'istituzione di una scuola di talassemia finanziata esclusivamente con risorse statali, il Governo può scegliere la modalità di gestione di questa scuola, può quindi scegliere che la scuola diventi istituto di ricerca o assuma altre modalità gestionali. Ma questo può avvenire solo ed esclusivamente in assenza di qualsiasi richiesta di partecipazione, alla Regione, per finanziamenti relativi alla gestione di detta scuola.
In terzo luogo noi riteniamo che in nessun caso è possibile ipotizzare la trasformazione dell'intero ospedale San Salvatore in un istituto di ricerca e cura a carattere scientifico. L'ospedale San Salvatore deve rimanere all'interno della rete ospedaliera del sistema sanitario regionale, la programmazione relativa alle funzioni di questo polo ospedaliero deve ricadere nella esclusiva competenza di questo Consiglio regionale, così come la gestione dell'ospedale San Salvatore deve essere sottoposta al potere di indirizzo e di controllo della Regione Marche come parte importante del proprio sistema sanitario regionale.
Per concludere questo intervento voglio porre un problema a questo Consiglio regionale e in modo particolare alla Giunta, di cui tuttavia riconosco, a partire dal Presidente D'Ambrosio, un comportamento lineare e corretto in tutti i passaggi di questa vicenda, anche di fronte alle scorrettezze palesi di chi ha un incarico istituzionale rilevante come il ministro della salute.
Il problema che intendo porre è questo: riteniamo che sia ancora tollerabile che il direttore generale dell'azienda ospedaliera dott. Gardi, continui a mantenere il proprio incarico, un incarico assegnatogli dalla Giunta regionale, quando su questioni strategiche e decisive riguardanti il futuro dell'azienda che è stato chiamato dalla Giunta regionale a dirigere, opera in totale contrasto e in accesa contrapposizione, anche con una vis polemica di carattere pubblico del tutto inopportuna per le funzioni che svolge con gli indirizzi della Giunta regionale? Penso che questo problema non possa più essere ignorato, pena la perdita totale di credibilità da parte di questa Giunta regionale nella gestione del proprio sistema sanitario regionale. Se così fosse, questa vicenda segnerebbe un precedente pericoloso di autonomizzazione anche su questioni di carattere strategico, dei direttori generali e quindi dei manager chiamati a gestire la sanità regionale, rispetto agli indirizzi che il Consiglio regionale e la Giunta regionale, gli organi deputati a emanare questi indirizzi, affermano. Il problema deve essere affrontato al più presto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. La domanda che mi sto ponendo rispetto al dibattito che si sta tenendo in questo Consiglio regionale è come potranno capire i nostri concittadini marchigiani di un dibattito come questo, sulla situazione di un ospedale di Pesaro, quasi vi fosse in bilico una scelta tra la fondazione di un grande istituto di ricerca e la continuità di un ospedale, quando in giro si sta parlando di tasse per coprire il deficit sanitario. E' una contraddizione della nostra realtà politica, che solo attraverso una lettura politica di questa situazione può trovare una risposta. Sicuramente non la potrebbe trovare nella valutazione oggettiva di un dibattito che probabilmente, oggi, si sarebbe dovuto occupare più di quello che dovremmo fare in questa nostra regione circa il piano sanitario, circa le cose da fare rispetto ad una pesante situazione finanziaria, rispetto ad una organizzazione su cui dobbiamo rimettere le mani.
Parlare di una trasformazione in avanti, di una scuola di eccellenza di carattere scientifico, quando un Governo non riesce ad arrivare al 6% del pil per finanziare la propria sanità pubblica, parlare qua e là di grandi scelte dal punto di vista sanitario, quando non si riesce neppure a decidere unitariamente linee comuni che possano in qualche modo mettere le Regioni in condizioni di vivere una sanità adeguata ai bisogni dei cittadini è il segno della contraddizione di questa politica che trova spunto in questi fatti non per risolvere i problemi ma probabilmente per altri fini.
Ma a questo interrogativo che giustamente i nostri concittadini si potrebbero porre, potremmo aggiungere altre domande, altri perché. Perché questa questione aperta durante l'estate? Perché attraverso la lettera di un ministro e non con un dialogo fattivo come si dovrebbe usare in queste circostanze, cioè una cooperazione per obiettivi comuni? Perché bambini che hanno bisogno di cure passano a Palazzo Chigi prima di arrivare a Pesaro? Perché battage pubblicitari rispetto alla condizione di gente malata? Perché l'esaltazione di una solidarietà incredibilmente altisonante rispetto a tante altre condizioni che esistono qua e là per il nostro Paese, anche nella nostra regione? Perché dopo le fotografie di questi bambini a Palazzo Chigi le famiglie che li accompagnano sono abbandonate a se stesse e se non ci fosse il volontariato non si saprebbe neanche dove prendere i soldi per assisterle? Perché si sta animando nella città di Pesaro una contrapposizione, anche in mezzo alla gente, senza dare una giusta informazione ai cittadini del significato dell'Irccs, senza dire loro che già esistono 15 Irccs nazionali senza finanziamento? Qualcuno ricordava il deficit complessivo degli Irccs: e in queste condizioni se ne propone uno in più? Perché tutto questo bailamme intorno ad una condizione di rapporto tra Regione e una sua azienda sanitaria il cui dirigente viaggia qua e là per il Mediterraneo, a trovare, quasi fosse un missionario, bambini che stanno male per operarli a Pesaro?
Scusate se diventa quasi una polemica pesante quella che sto facendo, ma questi perché vanno risolti. Perché si è parlato di disattenzione, per esempio, nell'affidamento al prof. Lucarelli, che indubbiamente, nella sua professionalità, con la sua professionalità ha dato tanto alla gente affetta da talassemia, ma che purtroppo, per fatti che tutti quanti conoscono, a cui nessuno fa cenno... (Interruzione). La Regione ha dovuto sopportare ritardi nei mesi scorsi nel prosieguo di questo discorso sulla scuola per effetto anche di un processo in corso cui nessuno fa cenno, quasi che l'imputazione di nove omicidi colposi non costituisse, per la Giunta regionale quanto meno una remora ad andare avanti nell'affidamento di questo incarico, al di là dell'auspicio che le cose che in primo grado di sono risolte, vengano confermate. Io spero che questa sentenza venga confermata, ma il processo non è finito.
Tutte queste disattenzioni, tutti questi perché, cosa c'entrano in un dibattito come quello che stiamo facendo? Sono preoccupato soprattutto per la comunità di Pesaro, per la gente che sta a Pesaro, la quale si sente impegnata in un dibattito senza saperne i contorni e che corre dietro a questo o quell'altro, non tanto affrontando una tematica chiara ma corre dietro alle fazioni politiche, per cui ci si dà da fare, da una parte e dall'altra, per ottenere consensi sulla base di sentito dire.
Tutti questi fatti ci interrogano e portano a far dire che il problema della scuola di talassemia, il problema dell'Irccs si è trasformato in un fatto di scontro politico tra coloro che vogliono utilizzare questa vicenda per fare spazio politico in una realtà come quella pesarese, battaglia politica consentita a tutti, ma la questione che vorrei sottolineare è che questa battaglia politica ha un sapore strano che indubbiamente rifiuterei aprioristicamente, cioè ha un sapore amaro, perché si gioca tutta questa questione sulla pelle della gente che sta male. Questo, eticamente non è accettabile e dovremmo dirlo alla gente di Pesaro che è una cosa ignobile, per coloro che fanno di questa questione una battaglia politica, giocarla sulla gente che sta male, tant'è che le famiglie sono arrivate, fortunatamente i bambini continuano a curarsi e fortunatamente dobbiamo dire grazie alla gente del volontariato che cura le famiglie, che sostiene le famiglie in questo calvario della malattia dei loro familiari.
Io rifiuto questa politica strumentale, credo che dobbiamo assolutamente fare un passo in avanti, credo che il documento della maggioranza abbia questo segno. Basta con queste beghe che non hanno nulla a che vedere con il buon governo della sanità pesarese, dobbiamo finalmente andare alla fine di questa vicenda attraverso quello che abbiamo sempre cercato di realizzare: una scuola affidata ad un luminare che per questa strada potrà attrezzare altri colleghi in altre parti dei Paesi interessati a questa malattia, dando così il vero esempio e la vera solidarietà ai Paesi che meritano di essere aiutati.
Ecco perché dobbiamo definirla una volta per tutte, non nascondendoci strumentalmente a proposte che non hanno senso, proposte che non trovano riscontro e oggettiva sostenibilità come quella dell'Irccs. Ma non è tanto problema della programmazione regionale, è perché sappiamo che in questo Paese non siamo in condizioni di andare avanti con queste scelte demagogiche che hanno solamente il sapore della strumentalizzazione politica e che non si rendono conto che, così facendo, non facciamo il bene della nostra sanità ma facciamo il bene solamente di chi strumentalizza la politica. Ecco perché la scuola va realizzata, in grado di poter essere finanziata anche da privati, anche dai Paesi interessati dai quali potranno arrivare finanziamenti, anzi li dovremmo sollecitare perché non ci troviamo in buone acque con la nostra sanità. Ecco perché occorre fare una convenzione con l'ospedale San Salvatore che, come giustamente dice il documento, va potenziato sulla base dei programmi già in essere che già sono stati decisi, cercando la massima oculatezza nella programmazione della sanità pesarese. Apprendo con molto favore le scelta che si sta delineando nell'ascolano sulla razionalizzazione di un nosocomio tra San Benedetto e Ascoli. Perché non ripensare anche a Pesaro-Fano, un progetto che è stato scartato ma che potrebbe dare sicuramente un nuovo impulso e una nuova strumentazione alla nostra sanità per ovviare anche a quella mobilità passiva che in questo momento sta attanagliando il nostro sistema?
Un potenziamento che deve portare in avanti la sanità pesarese e non attardarci su questi marchingegni e su queste strumentalizzazioni che non ci portano da nessuna parte.
Ecco perché credo che il documento proposto a questo Consiglio dalla maggioranza sia accoglibile, faccia giustizia di tutti gli infingimenti che ci possono essere. Dobbiamo assolutamente realizzare questo tavolo istituzionale, perché cooperando riusciamo a determinare le scelte migliori e così potremo andare tranquillamente, con più serenità a decidere sulle altre questioni che riguardano la sanità della nostra regione che sono tante e che dovranno impegnarci i prossimi mesi.
Questo è l'auspicio che fa il gruppo della Margherita e io credo che il documento che andiamo a votare sia una buona cosa, che finalmente mette una pietra sopra tutte le strumentalizzazioni che fino ad oggi hanno fatto aggio su questo argomento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Il mio sarà un intervento molto breve, ma penso che sia doveroso e mi dispiace non vedere in aula il presidente del gruppo Ds Silenzi, che dovrebbe analizzare e discutere questa problematica.
Purtroppo in questo Consiglio regionale siamo succubi di Ancona e Pesaro e mi dispiace che il presidente del gruppo Ds Silenzi non riesca, in una logica globale della sanità marchigiana a venir fuori da questa problematica. I problemi della sanità marchigiana derivano proprio dai problemi che ci creano Ancona e Pesaro. Penso che il Consiglio regionale su questa problematica debba esprimersi, debba sviluppare un grosso dibattito perché la regione Marche è fatta di quattro province ed è giusto che si discuta del San Salvatore e del Lancisi ma è giusto che si discuta anche della provincia di Macerata, della provincia di Ascoli. Questo è un momento in cui tutti fanno appelli, tutti parlano: lei, Presidente, è una vita che qui ci dice che "fa tavoli", è diventato un grande "falegname". Facciamocela finita con questi tavoli, parliamo di concretezza, di problemi seri. Ogni volta si dice "facciamo un tavolo". Alla fine tutti questi alberi che dovrebbe abbattere per fare questi tavoli le creeranno problemi con gli ambientalisti. Occupiamoci della sanità delle Marche in modo globale, quindi occupiamoci anche dei nostri malati, caro Silenzi. Noi abbiamo grossissimi problemi nelle nostre province. E' venuto un super dirigente, Zuccatelli, dalla Romagna. E' giusto che venga uno del sud a Pesaro e Ancona che fanno parte del sud della Romagna. Sarebbe stato opportuno che fosse venuto uno del nord dell'Abruzzo, cioè Ascoli e Macerata, che avesse avuto una visione più globale dei problemi della regione Marche.
E' giusto che questa sera ci occupiamo di un problema molto serio, ma dal dibattito ha riguardato più la politica che le finalità. Da una parte c'è un attacco al centro-destra, si parla addirittura di scorribande per visite istituzionali di un viceministro. Mettiamo ognuno al suo posto, perché quando viene un viceministro che rappresenta il Governo dobbiamo essere tutti rispettosi delle istituzioni. Se così non fosse, sicuramente cadremmo in un dibattito talmente goffo che non ci porterebbe lontano.
Oggi abbiamo affrontato questo problema dell'ospedale San Salvatore e il vostro obiettivo si era già capito nell'ultimo Consiglio regionale avuto: si cerca di dare un colpo al Governo, pagherete un prezzo salato, perché dalla sua esposizione, Presidente, si è capito che il Governo della Regione Marche non darà nulla a nessuno. Bene fa perché lei governa, quindi non condividiamo ma rispettiamo. Il dibattito è sereno, franco, ma dovrà rendere conto ai pesaresi.
La collega Cecchini parlava di potenziamento della sanità pesarese. Ma che volete di più, anconetani e pesaresi, il sangue? Vi state prendendo tutto, non solo per quanto riguarda la sanità.

Roberto GIANNOTTI. Ha ragione...

Giulio SILENZI. Venga messo a verbale che Giannotti ha detto che la Regione spende molto su Pesaro.

Ottavio BRINI. Io ho detto che dobbiamo riequilibrare. Prendiamo impegno, Presidente — visto che lei ne prende tanti — di fare un dibattito sereno, serio sulla sanità marchigiana coinvolgendo tutte e quattro le Province. Dopo vedremo dove vanno le risorse, Silenzi, dove si fanno i tagli, dove vi sono veramente gli sperperi, gli sprechi, le professionalità. Facciamo questo tipo di discorso. Non un tavolo, Presidente, perché di legno ne abbiamo sprecato anche troppo: facciamo un bel dibattito in Consiglio regionale, affrontiamo questi problemi.
Io non ho nulla contro i pesaresi e gli anconetani, però sto verificando che da due anni ci sono delle disparità. L'ho visto anche nei trasporti: penalizzata la provincia di Macerata.

Marco LUCHETTI. Ma le sono stati dati due milioni di chilometri!

Ottavio BRINI. Lì è stato bravo l'assessore Agostini a dare un minimo di un budget che è sproporzionato nella ripartizione. Abbiamo inserito una piccola parte del maceratese, dopo che nella casella dei chilometri per la provincia di Macerata c'era zero.
L'appello che faccio è accorato, affinché i consiglieri regionali si riapproprino del diritto che hanno, dato dal voto degli elettori. Portiamo la nostra voce in Consiglio regionale senza fare battaglie campanilistiche, ma una redistribuzione dei finanziamenti seria.
L'appuntamento principale sarà quello dell'approvazione del bilancio. Verificheremo nei fatti e negli atti se quanto viene detto sarà riportato.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

Marcello SECCHIAROLI. Non è accettabile per nessuna ragione, al di là della valutazione diversa che possiamo avere sulle questioni, che ci sia stato un tentativo — che è tuttora in corso — di cancellare un'esperienza che è nata nella città di Pesaro.

David FAVIA. Ma siate concreti...

Marcello SECCHIAROLI. Se mi lasci parlare sono concreto.

David FAVIA. Tanto che privi Pesaro della scuola di talassemia.

Marcello SECCHIAROLI. Poi verrò alla perdita della scuola di talassemia.
Si cerca di cancellare un'esperienza, due storie: una è la talassemia e l'esperienza di Lucarelli a Pesaro; l'altra è che si pretende di cancellare nel giro di 30 giorni un ospedale che ha una storia da rispettare anche culturalmente, in una città. Non si può affrontare questo argomento con un ultimatum di 30 giorni. Non si può cancellare, soltanto con esteriorità e con slogans tutta l'attività di accoglienza di una città, una città che per decenni ha accolto bambini che si sono curati nel reparto di ematologia di Lucarelli. Nel mese di agosto sono arrivati i "liberatori", quelli che proteggono i bambini, accusando, magari, chi non vuole questa svendita. Ciccioli faceva un intervento, citando tre parti molto importanti: Irccs, caserme e scuola di talassemia come accordo del Governo italiano durante il G8 di Genova.
L'Irccs in questo momento storico rappresenta una delle incertezze più grosse, non solo per la sua attuale situazione ma anche per la legge in itinere che lo va a trasformare. Quindi siamo nell'incertezza. Non è certo cosa sarà, non è certo quali mecenati sono disponibili ad investire così grossi fondi nella sanità, perché i mecenati che noi conosciamo sono sempre gli stessi, vedi case farmaceutiche (non vedo altri mecenati disponibili ad investire nella sanità).
Problema caserme. Credo che dietro tutta questa questione ci siano altri discorsi, altri problemi che nulla hanno a che fare con la salute e con la grossa attenzione e sensibilità ai bambini palestinesi, del Mediterraneo, o dei Paesi del Mediterraneo. Affrontare il problema delle carenze con uno strano concetto di proprietà dello Stato deve destare preoccupazione. E' vero che proprietario è lo Stato ma è altrettanto vero che è demanio pubblico, è altrettanto vero che le caserme sono condizionate ai piani regolatori della città e le caserme nella città di Pesaro sono già state destinate...

Gilberto GASPERI. E' demanio militare.

Marcello SECCHIAROLI. E' sempre pubblico, a meno che facciamo una dittatura. Questo strano concetto di proprietà di queste strutture pubbliche fa venire un po' di dubbi, c'è dietro qualcos'altro. Quello che leggeva Silenzi per quanto riguarda le dichiarazioni del ministro Sirchia rispetto a come i futuri Irccs saranno finanziati — si parla di supermercati, di cinema — deve far riflettere, perché chi conosce l'area delle caserme sa che è un'area molto vasta, molto estesa, al centro della città, molto appetibile per certe speculazioni.
Sono convinto che si consuma una decisione così importante in 60 giorni rispetto a una storia di molti decenni.
Occorre arrivare ad una accoglienza che abbia finalmente le caratteristiche di una situazione coordinata, anche con partecipazione degli enti pubblici, della Regione, come in questo Consiglio abbiamo votato. Anche il volontariato è esasperato rispetto alle esigenze e ai bisogni che si pongono rispetto a questa esperienza.
Giannotti, noi non abbiamo bocciato, come Giunta, nessuna delibera, le delibere sono state sospese, perché se fossero state bocciate l'azienda le avrebbe dovute ripresentare, questo è elementare. Non abbiamo mai bocciato niente, anzi le delibere che abbiamo approvato sono le stesse presentate dall'azienda, senza cambiare una virgola, abbiamo cambiato soltanto il condizionamento al rimborso da parte del Governo.
Quello che a me dà fastidio è questo tentativo strumentale, perché ho personalmente assistito anche all'ultimo incontro che a Pesaro si è fatto prima delle Assemblee che il sindaco e la Giunta hanno fatto in tutti i quartieri della città, proprio per quel discorso di informazione a cui faceva riferimento Luchetti, un'informazione che arriva distorta ai cittadini, che non ha capito cosa sta succedendo. Il Comune sta andando in tutti i quartieri per informare su questa cosa. Credo quindi, Giannotti, che la correttezza istituzionale su tutta questa questione sia veramente mancata e spero vivamente che venga ripresa.
Per quanto riguarda il rischio che la scuola di talassemia vada da un'altra parte è bene parlarci chiaro, perché un conto sono le dichiarazioni pubbliche che ognuno di noi fa, molto spesso dimenticandosi di stare alla verità dei fatti, altra cosa la realtà. Da quello che so io — e non è una fonte a cui non credere — la scuola di talassemia forse qualcuno ha già deciso di portarla da un'altra parte. La prima prospettiva era la Sicilia, ma forse la Sicilia è stata rifiutata dal prof. Lucarelli e al di là di come uno la pensa, senza il prof. Lucarelli questo progetto Baldassarri, Berlusconi e gli altri non riescono a portarlo avanti. Questo ce lo dobbiamo dire chiaramente. Lucarelli, da Pesaro non ha alcuna intenzione di spostarsi e se ha intenzione di spostarsi non ha alcuna intenzione di spostarsi la sua équipe formata in tanti anni di esperienza. E' bene che ci diciamo le cose come stanno, perché il tentativo di spostare da un'altra parte, che era già deciso — e si era presa la strada della provocazione con le lettere del 31 agosto — è andato buca. Adesso, se si sposta si sposta con un altro primario, con un altro professore, con un'altra équipe.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Come al solito cercherò di far recuperare qualche minuto, saltando alcune valutazioni che sono state espresse.
Una cosa è certa: se i cittadini pesaresi o marchigiani avessero ascoltato questo dibattito, seppure qualificato, penso che sarebbero usciti con la convinzione che ormai siamo arrivati a un punto morto di posizioni inconciliabili e non amalgamabili in una proposta unitaria, perché mi pare che le posizioni siano abbastanza distanti. Quindi anch'io esprimo amarezza personale, mentre credo invece che una soluzione bisogna trovarla, in primis per una cosa: che comunque dalle decisioni su questa vicenda non derivi un peso da sopportare per i servizi del resto del territorio marchigiano, inaccettabile.
Quindi la necessità di tenere nelle Marche e di assicurare l'investimento, i soldi promessi, sanciti, decretati o deliberati dal Governo sento mia come marchigiano, perché abbiamo sempre detto che siamo una Regione abbastanza orfana rispetto all'attenzione dei finanziamenti governativi in tutte le ere politiche. Di fronte a un'occasione del genere, chiedo che ci si concentri sulla necessità di realizzare questo investimento nella comunità marchigiana.
La sensazione che hanno i cittadini — penso che questo dobbiamo tutti umilmente dirlo — è che in fondo, nella dialettica abbastanza serrata tra Governo regionale e Governo nazionale, prevale sicuramente un atteggiamento molto politico, forse eccessivamente politico, in una vicenda in cui i cittadini vorrebbero sicuramente una riduzione del tasso di reciproca polemica e di reciproca stima sulla convenienze politiche delle diverse e legittime posizioni rispettive.
Credo che questa riduzione di tasso polemico, politico e partitico non sia per il momento; credo invece che questa polemica e questa tensione siano destinate a crescere.
Io non ho una soluzione, dico solo che ho esaminato, per quanto mi è possibile, la proposta D'Ambrosio e la proposta Giovanelli, che possono integrarsi prima o poi, ma al momento realizzano una fiction giuridica che appare sicuramente un ostacolo rispetto al programma del Governo. Quindi le posizioni rimangono distanti.
Ho letto la risoluzione proposta dalla coalizione di maggioranza. Io avrei da proporre una cosa non nel merito ma sul metodo: quando si dice del tavolo che anche Gasperi diceva di accettare, mi pare di capire che non ci si fida tra i rispettivi governi, quindi c'è una minoranza parlamentare nazionale che si muove in un modo e c'è una minoranza parlamentare regionale che si muove in una sua strategia, collegata con il Governo nazionale, come il Governo regionale è collegato alla minoranza parlamentare nazionale. Credo che, almeno per quanto riguarda il metodo, quel tavolo possa essere integrato, e quindi propedeuticamente integrata la mozione presentata dalla coalizione della maggioranza, dicendo "il tavolo lo facciamo con tutte le istituzioni e con le rispettive minoranze", così non si moltiplicano i discorsi e attorno al tavolo ci si chiarisce tutti fino in fondo.
Rendiamoci conto che due-tre ore si è andati avanti dicendo "il Governo dice questo", oppure "a me risulta che la minoranza parlamentare ha detto un'altra cosa". Credo che questa unità d'intenti debba tradursi in un tavolo unitario, con la presenza dei legittimi governi delle istituzioni e delle rispettive minoranze. Non è sicuramente una cosa risolutiva ma taglia un po' di dibattito polemico che in questo momento i cittadini non stanno comprendendo, tranne quelli più vicini alle posizioni politiche.
Quindi mi sento di dare un contributo, se ci sarà una soluzione di questo tipo; sento l'urgenza di una risposta. Certo, questa proposta cade in un momento abbastanza drammatico, cade nella seconda programmazione finanziaria del Governo nazionale e nel pieno del nuovo piano sanitario regionale. Cade in un momento sfortunato, a metà della legislatura di un Governo regionale di centro-sinistra, all'inizio della legislatura di un Governo nazionale di centro-destra. Il sincronismo opportuno fra questi tempi non c'è stato e ciò crea le polemiche, legittime, che purtroppo dobbiamo accettare perché hanno una valenza politica, ma non so quanto per i cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Melappioni.

Augusto MELAPPIONI. Credo che questo Consiglio regionale abbia fatto bene a decidere di proseguire la discussione per chiuderla. Credo che il sistema marchigiano non debba e non possa sopportare a lungo una serie di riflessioni che cercano, in alcuni casi, di distrarre rispetto al tema principale che dovremo affrontare nelle prossime settimane, sul riordino complessivo del sistema. Credo anche che il percorso fatto fino ad oggi dal Governo nazionale di centro-destra, abbia il chiaro obiettivo di destabilizzare il sistema regionale ed in particolare la proposta di trasformazione che vogliamo portare avanti. I segnali sono quanto mai chiari ed evidenti. Mi dispiace che i consiglieri di opposizione non si rendano conto che in questo momento la proposta che viene dal livello nazionale indica una inaffidabilità complessiva del sistema e, mi permetto di dire, in particolare, inaffidabilità del ministro della sanità. Lo dico con molta amarezza ma con molta sincerità; lo dico perché credo che a questo punto sia necessario.
Dopo il momento in cui ci si è confrontati durante la visita del ministro che aveva dato indicazioni al Presidente e a me di un certo percorso, la linea è completamente cambiata. Ricordo benissimo le parole del ministro durante la sua cordiale visita, quando disse "noi mettiamo i finanziamenti per la scuola di talassemia, poi vedrà la Regione come gestire e non è assolutamente necessario che intervenga economicamente anche la Regione". Non ho capito come faccia il viceministro Baldassarri a entrare in questa discussione senza avere dato una minima disponibilità di anticipazione. La Regione Marche ha fatto questo sforzo, anche di responsabilità della Giunta regionale, del governo regionale di anticipare i finanziamenti, ma dall'altra parte il Governo, più che parole non ha fatto. Qualcosa, in effetti l'ha fatto: ha proposto una soluzione della cui necessità non si vedevano gli elementi e non si vedono oggi, ma propone l'istituzione di un sistema organizzativo di un Irccs con una esperienza fallimentare a livello nazionale negli ultimi vent'anni. Ci sono i commissari da 8 anni; l'Inrca di Ancona, inteso come sistema Inrca, da solo ha 100 miliardi di debiti. Non solo, ma se non fossimo intervenuti noi ad un certo momento non sarebbe stato in grado di pagare i propri stipendi. Questo è un indice...

Gilberto GASPERI. E il sistema sanitario marchigiano quanti ne ha?

Marcello SECCHIAROLI. Consigliere Gasperi, l'Inrca ha una valenza nazionale, quindi non è solo la nostra sede. Questo nel momento in cui è in itinere una proposta di legge che non si sa dove andrà a finire, perché è una delega al Governo, perché non solo è in itinere, ma il ministro si è presentato alla Commissione referente della Camera e del Senato presentando proposte completamente diverse. Vi prego di andarvi a leggere le relazioni come ho fatto io e troverete che quella discontinuità e quel termine, che mi dispiace ma che ribadisco, di inaffidabilità del ministro, emerge chiaramente nelle due relazioni a Camera e Senato: da una parte parla di privatizzazione, dall'altra parte, addirittura, pensa che i finanziamenti per gli Irccs vengano dalla gestione dei supermercati. Andate a leggere quello che c'è scritto in quella relazione.
Una Giunta regionale consapevole, può abbandonare un pezzo del proprio sistema sanitario a una scelta di questo genere? Io credo che il dibattito su questo argomento sia fuori tempo e soprattutto abbia un obiettivo unico: quello di destabilizzare e spostare la discussione sulla nostra riforma, una riforma che dà centralità all'ospedale di Pesaro. Colleghi consiglieri, il sistema a rete pretende che si stia dentro un'unica realtà; realtà amministrative che hanno competenze e responsabilità politiche diverse non possono far creare la rete. Voi, con questa insistenza, facilitate le condizioni perché l'ospedale di Pesaro sia fuori del sistema marchigiano o sia a latere del sistema, perché il rapporto che fino ad oggi c'è stato fra noi e l'Inrca è un rapporto per cui noi abbiamo pagato, fino ad oggi, le prestazioni ma non siamo entrati nella programmazione dell'Inrca stesso. C'è nel nostro piano sanitario, ma come presa d'atto. E' indubbio che una proposta di questo genere, che comunque sappiamo finisce tendenzialmente con una privatizzazione, porterà a destabilizzare il sistema, a non dare quella centralità che noi riconosciamo, nel sistema regionale, all'ospedale di Pesaro.
Collega Brini, preferisco consumare un po' di legno per un volo piuttosto che dare una risposta a una lettera con un'altra lettera ed esautorare l'Assemblea regionale. Quello che ha fatto il Presidente, che abbiamo fatto in questo periodo, è stato rispettare, prima di tutto il Consiglio regionale, fortemente, perché abbiamo evitato qualsiasi decisione che non coinvolgesse il Consiglio regionale che nelle prossime settimane, nei prossimi mesi dovrà rivedere complessivamente il sistema sanitario regionale. Aver dato una risposta in qualche forma, concreta, su una lettera, credo sarebbe stato quanto di più antidemocratico, e questo mi preoccupa molto relativamente alla vostra insistenza in questa direzione. Questo indica una certa tendenza. Su questo non credo che si possa assolutamente scherzare.
Anche la scelta di varare le delibere, collega Giannotti, che va nella direzione che lei ha richiesto per lunghissimo tempo, adesso viene portata come esempio di un'azione negativa dentro il sistema. Noi abbiamo a lungo riflettuto e dibattuto prima di dare l'incarico al prof. Lucarelli, l'abbiamo fatto dopo che un percorso della magistratura era stato fatto, con la consapevolezza...

Gilberto GASPERI. Ma è stato chiuso a gennaio... Scherziamo?

Augusto MELAPPIONI. Noi abbiamo fatto una cosa che il suo viceministro, davanti a noi l'8 agosto ha detto "non sono in grado di fare". Cioè dare le anticipazioni. Noi, come Giunta regionale l'abbiamo fatta questa cosa, dando dimostrazione che crediamo più noi a questo percorso della scuola di talassemia, piuttosto che voi.

Gilberto GASPERI. Ma quando? L'incarico lo avete bocciato a luglio.

Augusto MELAPPIONI. Noi non abbiamo bocciato niente, sono falsità, queste, da parte vostra! Sono falsità! Abbiamo sospeso un giudizio, perché assumersi la responsabilità di una spesa che non è di nostra competenza era ed è una decisione difficile. Noi siamo stati capaci di prenderla, il Governo nazionale, nonostante questo viceministro che viene nella regione a dire tante cose non è stato capace di farlo. Noi, con le azioni abbiamo dimostrato che le cose le facciamo, non le diciamo soltanto. Dall'altra parte non c'è stata la stessa cosa.

Gilberto GASPERI. Come anticipo...

Augusto MELAPPIONI. Certo, come anticipo perché non è cosa nostra. Abbiamo rispettato le volontà del Consiglio regionale, anche il suo voto. Siamo andati in linea. Voi strumentalizzate le cose, come state strumentalizzando quelle delle aree demaniali. Quello è un percorso iniziato da anni, lo avete messo dentro questa storia della talassemia senza capire perché. Avete strumentalizzato tutta l'operazione: questo è il risultato.
Ecco perché la proposta che noi facciamo è una proposta concreta, è una proposta di discutere questa cosa dentro la programmazione, dentro una visione di sistema, dentro una visione complessiva, cosa che non ha fatto il Governo di centro-destra.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della mozione e della risoluzione.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il consigliere Gasperi. Ne ha facoltà. La dichiarazione è congiunta sulla mozione e sulla risoluzione.

Gilberto GASPERI. Presidente, si sono sentite tantissime cose, ma ognuno ha una sua tesi. Quando ci sono incontri tra rappresentanti della Giunta e Governo nazionale suggerirei di registrarli, perché ascoltare le indicazioni è importante.
Vi siete trovati questa sanità marchigiana secondo il disegno del precedente assessore del 1998. Abbiamo detto che quella riforma non era in piedi, nel 2000 vi siete accorti che c'era un deficit, nel 2001 avete tassato i marchigiani. Tra l'altro vi siete accorti che l'assessore al bilancio non aveva previsto niente e l'avete anche cambiato. Penso che questo sia oggettivo.

Adriana MOLLAROLI. Ma abbiamo cambiato quello alla sanità.

Gilberto GASPERI. Non avrete bisogno di cambiare quello alla sanità, perché già c'è. Avete dato incarico a un funzionario di partito dell'Emilia Romagna, il quale verrà a gestire un'azienda unica di oltre 4.000 miliardi. (Interruzione). E' un problema di sanità: se parliamo di sistemi, questa è la situazione attuale. (Interruzione). Capisco che queste cose danno fastidio, però diventa normale che a causa della vostra poca fede vi siete trovati in una camera buia e non avete più trovato l'uscita, tanto è vero che siete ricorsi a ridare l'incarico al prof. Lucarelli dopo che l'aveva avuto direttamente con la costituzione di quella commissione.
Ritengo che la cosa migliore sia quella che venga istituito realmente un tavolo attorno al quale fare trattative, in modo che vi sia una risoluzione il più possibile vicina alle esigenze degli ammalati, dei bambini, alle esigenze dell'azienda ospedaliera, alle esigenze del riconoscimento dato al prof. Lucarelli, perché fino a prova contraria la scuola si chiama "scuola di Pesaro". Nonostante ci sia stata la volontà di voler incriminare il prof. Lucarelli a tutti i costi, ha vinto sotto il profilo scientifico. E allora diamogli questo riconoscimento e non cerchiamo di andare a toccare quello che deve essere dato alla città di Pesaro, giustamente.
Mi auguro che su questa linea ci si trovi d'accordo, indipendentemente dal fatto che ci si trovi in maggioranza o in opposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Il Presidente nel suo intervento iniziale ha detto una frase che ho scritto e che non trovo nella mozione finale, quindi ho fatto un emendamento in questo senso. Lei ha detto "scuola di Talassemia dentro l'azienda ospedaliera San Salvatore". Questo, rispetto all'ordine del giorno che abbiamo scritto qualifica il mandato del tavolo e io credo che tutta questa nostra discussione sia il mandato del tavolo istituzionale che creiamo. Credo che sia opportuno scrivere in questo modo, così come lei ha detto e non lasciare al tavolo istituzionale riaprire la questione Irccs, polispecialistico, monospecialistico, ma dire soltanto "scuola di talassemia dentro l'azienda ospedaliera San Salvatore". E' questa la ragione del mio consenso.
Se ho capito male vorrei un chiarimento, perché vorrei capire come devo votare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Io vengo da una famiglia povera, dalla campagna, quindi posso avere difficoltà, però i miei genitori mi hanno fatto un po' studiare, quindi ancora so leggere, assessore. La delibera 1534 del 2 agosto 2002, nella parte che definisce gli obiettivi recita: "In considerazione di tutto quanto sopra esposto si è proposto alla Giunta regionale di approvare la delibera 432 del 28.5.2002 del direttore generale che riguarda l'assistenza alle famiglie; di approvare con le modifiche di cui all'allegato A (che non esiste più, ed è l'allegato tanto discusso che prevedeva tagli alla proposta deliberativa riferita al prof. Lucarelli); di non approvare, per i motivi esposti nel documento istruttorio, i provvedimenti nn. 434 e 435 del 28.5.2002, cioè le due delibere relative alla struttura...(interruzione). Non le avete approvate. Perché non vengono approvate? "Perché si ritiene che gli stessi atti deliberativi non rientrino nella tipologia degli atti soggetti al controllo ex art. 4 in quanto estranei alla finalità e alle strutture del servizio sanitario regionale". Fatemi capire cosa vuol dire. Dopo una settimana avete approvato quegli atti senza modificare una virgola, quindi o qui c'è scritto il falso o avete scritto il falso nella delibera successiva. Quella è stata la mela avvelenata, che vi è stata probabilmente consigliata da quel "perfido" di Ucchielli per non rimanere inguaiati in questa vicenda... (Interruzione). "Perfido" in senso buono. Per poter dire, domani, "La Regione ha fatto tutto il suo dovere per quel che riguarda la scuola di talassemia, ha approvato tutti gli atti".
Assessore, che lei mi venga a dire questa sera, che quello che compiamo oggi è un gesto di grande democrazia, di grande partecipazione, di grande rispetto del Consiglio regionale è una presa per i fondelli.

Augusto MELAPPIONI. Meglio una lettera...

Roberto GIANNOTTI. Debbo richiamare il fatto che questa seduta del Consiglio regionale si è fatta non per volontà del Presidente e della maggioranza, ma perché c'è stata una richiesta specifica delle opposizioni, attraverso il telegramma che ho mandato al Presidente, attraverso la presentazione di una richiesta specifica del gruppo di Alleanza nazionale. Quindi, se questa sera discutiamo di questa questione, è solo grazie alla richiesta della minoranza, altrimenti, probabilmente, ancora oggi non ne discuteremo, di questo. Anticipando una valutazione alla quale il Presidente ci ha richiamato, cioè il rispetto delle istituzioni, mi permetto di dire che se c'è qualcuno che ha mancato sul piano del rispetto dell'"istituzione Consiglio" è il Presidente della Giunta regionale che si è arrogato il diritto di dare da solo una risposta su una proposta del ministro, relativamente a una questione di programmazione sanitaria che non gli compete, ma che compete a questo Consiglio. Quindi, doveroso sarebbe stato che il Presidente, appena ricevuta la proposta del ministro Sirchia, avesse convocato il Consiglio regionale e posto in quella sede il contenuto della risposta da dare al ministro.
Questo volevo dire, altrimenti rimaniamo in questa situazione di ambiguità oratoria che non ci aiuta.
Ritengo che esistano tutte le condizioni perché l'ospedale di Pesaro possa essere trasformato in Irccs, e quindi il Consiglio regionale compia l'atto di conferimento, decida cioè di conferire allo Stato la struttura ospedaliera perché possa essere trasformata in Irccs.
Non voglio qui ribadire quello che è stato detto, ma credo che il dibattito di queste settimane, le comunicazioni formali del Governo abbiano consentito di chiarire che la proposta di Irccs non è per portare fuori un pezzo della sanità marchigiana dalla struttura pubblica. Così come è altrettanto chiaro che non è vero quello che sostiene il sindaco Giovanelli, che con la scelta dell'Irccs si perderebbe questa valenza universalistica dell'assistenza sanitaria, che si dice destinata solo ai ricchi e non agli altri. Così come il ministro Sirchia ha ribadito, nell'ultima lettera inviata a D'Ambrosio, che la competenza per scelte di questa natura è del Consiglio regionale, non di altri, il Governo on può assolutamente sovrapporsi e quindi assumersi responsabilità che non sono sue. Quindi è il Consiglio regionale che deve decidere, eventualmente, in questo senso.
Noi abbiamo ritenuto che questa proposta fosse una opportunità per acquisire risorse finanziarie statali importanti, fosse un'opportunità per la ulteriore qualificazione dei servizi.
Presidente, le bugie hanno le gambe corte. Se non altro prendo atto che questo dibattito un risultato l'ha conseguito: non è più in discussione lo status di azienda ospedaliera del San Salvatore. Questo è un risultato acquisito che ci portiamo dietro. Così come c'è scritto che c'è un impegno formale del Presidente della Giunta al riequilibrio delle alte specialità, quindi che il discorso di cardiochirurgia a Pesaro non è più una chimera. E' un impegno che lei ha assunto formalmente con gli amministratori locali. Qui non c'è scritto Presidente, però le dichiarazioni del sindaco di Pesaro sono state chiare rispetto agli impegni che lei ha assunto con gli amministratori locali in ordine al potenziamento della struttura ospedaliera sul versante delle alte specialità.
Mi auguro che non sia una bufala e che queste scelte possano essere declinate nel nuovo piano sanitario che andremo ad approvare. Questa proposta dell'Irccs avrebbe consentito un'espansione dell'ospedale di Pesaro. Secchiaroli, mi è sembrato ridicolo l'intervento: per uno che si appresta a candidarsi sindaco della città di Pesaro, non considerare che la destinazione urbanistica di quell'area è una facoltà del Comune che tu aspiri di guidare... Non credo che lo Stato possa modificare la destinazione urbanistica dell'area delle caserme.
Noto con disappunto che comunque è passata anche la linea della lacerazione interna alla sinistra e al centro-sinistra, nel senso che comunque il dibattito in questo Consiglio regionale ha sconfessato l'operato del centro-sinistra pesarese che ha fatto della proposta di Irccs parziale il proprio cavallo di battaglia e che oggi deve raccogliere i cocci, perché nessun riferimento viene fatto a questa proposta, e questo contraddice anche un'impostazione a cui il presidente D'Ambrosio ci aveva richiamato, cioè il rispetto da parte della Giunta regionale della volontà degli amministratori locali. Prendo atto che la Giunta regionale non ha preso in alcuna considerazione la proposta votata dal Consiglio comunale di Pesaro.
Non voglio insistere sul problema istituzionale, così come non voglio insistere sul galateo: l'ho fatto per iscritto, non credo che ci siano da dire altre cose, però, Presidente, il fatto che lei si scandalizzi di una lettera inviata non so a chi e non si scandalizzi del fatto che lei non ha informato questo Consiglio regionale di alcuno dei passaggi che lei ha compiuto o che si sono succeduti su questa vicenda, mi sembra una scelta di basso livello.
Rispetto ai soldi spesi sono state dette tante parole. Ho letto con attenzione la simpaticissima lettera dell'assessore Melappioni, una lettera che dovrebbe essere incorniciata, perché se la facessimo leggere, tradotta, ai cittadini, veramente avremmo la rivoluzione. Non si può scrivere una lettera del genere, assessore. Credo che i dati non siano un fatto rimesso all'interpretazione: la Giunta regionale ha speso per la scuola di talassemia di Pesaro 1.961.000 euro, e basta, non ha speso altro. Sono soldi legati ai trapianti, all'accoglienza, alle missioni, ai medicinali e sono parte dei 288.000 euro che cita l'assessore Melappioni nella sua comunicazione. Sono parte della spesa che avete solo previsto di sostenere per Lucarelli e per la struttura, quindi a me sembra che si siano dette diverse bugie in quella lettera rispetto al problema dell'anticipo dei 10 miliardi che sono solo debiti pregressi delle aziende sanitarie pagati a tutte le Asl e non solo all'azienda ospedaliera, e che lei sia incorso in un errore madornale quando parla di autofinanziamento, perché si è fermato a leggere solamente la prima scheda che aveva sul tavolo. Se leggesse tutte le schede si accorgerebbe che l'autofinanziamento è del 23%, non la cifra che lei ha indicato. Inoltre, lei cita i mutui o le alienazioni come una spesa della Regione e questo mi sembra effettivamente troppo.
Comunque la scuola potrebbe partire se non vi saranno contrappesi e contraccolpi. Noi riteniamo che debba partire, che debba essere fatta a Pesaro, che la Giunta debba formalizzare la propria proposta, non genericamente, in ordine al soggetto giuridico che si assume in carico questa questione e rilanciamo la proposta che il Consiglio regionale dovrebbe esprimere un sì alla proposta del ministro, andando a vedere i contenuti di questa proposta. Questa sarebbe una proposta responsabile che consentirebbe di evitare una sconfitta, perché se la scuola di talassemia non si riuscirà a fare a Pesaro, la responsabilità di questo esito sciagurato sarà tutta della Giunta regionale e del centro-sinistra che ha sostenuto questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Il compito e la responsabilità che ci eravamo dati con la mozione presentata dal gruppo di An era di parlare del problema in questo Consiglio regionale. Per lo meno questo obiettivo è stato centrato in quanto, in quest'aula, ciascuno ha declinato la propria posizione.
Per quanto riguarda le conclusioni di questo dibattito, debbo dire che la posizione del Governo regionale, e più in generale della maggioranza, è deludente. Noi avevamo cercato di stimolare una grande apertura rispetto alle indicazioni del Governo nazionale, questa non è venuta. Se devo analizzare la risoluzione presentata dai capigruppo della maggioranza devo dire che è estremamente polemica nelle premesse. Nelle premesse si vede lo sforzo pesante di trovare tutti gli argomenti polemici nei confronti del Governo, delle posizioni del singolo ministro. Poi, nella conclusione c'è un'ipoteca, perché quando si parla di integrazione tra scuola di talassemia e azienda ospedaliera San Salvatore significa che l'azienda rimane e la scuola di talassemia è un evento da inserire, salvo poi un inciso che può rimanere: "procedere a questo tavolo istituzionale su cui ricercare soluzioni più efficaci". Qui rimane una porta aperta per dire "sarà il tavolo a dire qual è la soluzione più efficace".
Complessivamente non mi sembra, però, che si vada molto in là. La vicenda non si conclude questa sera, ma le premesse per farla concludere male questa sera ci sono tutte. E' vero che le chiacchiere sono zero e che i fatti contano più delle chiacchiere, ma se addirittura mi si dice — è comunicazione di pochi minuti fa — che tra le ipotesi prese in considerazione c'è quella di spostare nella vicina Rimini la sede della scuola e la "rossa" Emilia Romagna si mette a disposizione per fare la scuola là... (Interruzione). C'era un'"ipotesi Pesaro", se l'"ipotesi Pesaro" non è percorribile, credo che la scelta, oggettivamente, sarà per un'altra regione con cui c'è più affinità di dialogo politico, perché alla fine diventa affinità di dialogo politico.
Credevo che dal punto di vista istituzionale fosse possibile il dialogo, invece, evidentemente, non è possibile.
Ripeto, le chiacchiere non contano, alla fine contano i fatti, gli atti ufficiali, di pettegolezzi se ne sentono tanti: spero che questa minima finestra aperta che c'è in questo inciso possa lasciare la possibilità di addivenire a questa opportunità.
Devo rilevare che qualche mese fa c'è stata l'opportunità di un investimento del San Raffaele su Loreto, è stato detto di no. Fosse buono o cattivo, era un progetto che poteva passare e avrebbe portato il San Raffaele, che sicuramente è una forte istituzione italiana con un'appendice a Gerusalemme, a Loreto. Comunque, dato che il San Raffaele si è tirato indietro qualcosa è successo. Adesso diciamo no alla scuola di talassemia e all'Irccs: veramente, alla fine le iniziative di legare alla società italiana, al mondo in movimento, alla globalizzazione di questa Regione sono queste. I risultati valgono per tutti (maggioranza, opposizione, Governo, minoranza ecc.). Di questo passo, stiamo perdendo occasioni molto importanti per la crescita della società, poi i treni passano e quando sono passati non c'è più niente da fare.
Ovviamente, dal punto di vista tecnico ritiriamo la mozione che è servita al dibattito. Abbiamo già presentato una proposta di risoluzione firmata da tutti i gruppi della Casa delle libertà, che sostanzialmente ribadisce che è opportuno che il Governo regionale accolga questa proposta del Governo nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Ci limitiamo a questa dichiarazione di voto per concludere il dibattito, perché le posizioni sono state espresse anche dai singoli colleghi che sono intervenuti.
A nome dei colleghi di maggioranza vorrei riassumere gli aspetti della questione, anche per una facilità di lettura di quanto è avvenuto in questi mesi e di quanto emerso dal dibattito odierno.
Primo punto, i finanziamenti. Noi avevamo approvato in Consiglio regionale un documento all'unanimità il 29 maggio, in cui si parlava di uno stanziamento di 69 miliardi di lire. Questo era l'impegno che il Governo aveva assunto per la scuola di talassemia. Poi vi era stato un altro impegno con il Presidente D'Ambrosio per andare a 31 milioni di euro, ridimensionato a 24 milioni di euro. Ad oggi non solo c'è stata questa diminuzione del finanziamento, cosa grave a mio avviso, perché sono 10 miliardi che mancano all'appello, ma addirittura il Governo non è riuscito, ad oltre un anno dal G8, ad erogare un solo euro per la scuola di talassemia e la scuola di talassemia va avanti, funziona perché la Regione Marche...

Gilberto GASPERI. Non è la scuola, ma il reparto.

Giulio SILENZI. Va avanti in quanto la Regione ha già speso due miliardi, dando la possibilità di spesa, ad oggi fino a 4 miliardi di lire e dichiarandosi disposta ad anticipare 10 miliardi qualora ci sia una semplice comunicazione ufficiale del Governo di restituire questi soldi. Non capisco chi si inventa una finanza così complessa, come quella delle 77 che è ancora incomprensibile. Come riusciremo a realizzarla? Qui si potrebbe fare la demagogia che la destra ha fatto fino ad oggi: i bambini, il valore di questa scuola, il valore umanitario. Non si riesce a firmare un decreto che possa permettere alla Regione di anticipare questi 10 miliardi. E' passato più di un anno, questo è un aspetto sconcertante, datevi da fare nel dire a Baldassarri e a Sirchia che non è possibile che dopo un anno non ci sia la concretezza di erogare un solo euro per questa vicenda. Non ci si impegna davanti al mondo intero senza essere capaci, in un anno, di versare un solo euro. Rispetto a questo i colleghi del centro-destra non hanno saputo dirci nulla. E' un ostacolo burocratico, c'è una volontà tecnica, una volontà politica? Ma di fronte alla delicatezza del problema non si riesce a sbloccare qualche miliardo di lire, qualche migliaia di euro dopo un anno? Questo è sconcertante, a mio avviso. C'è un viceministro che si impegna: non riesce ad accelerare le pratiche? Un anno di tempo? Incredibile!
Il secondo aspetto: noi vogliamo fortemente che la scuola rimanga a Pesaro. Attenzione, se c'è un gioco politico per portare via la scuola di talassemia avrete una nostra reazione e occuperemo il Ministero della sanità ove questo si verificasse. Se la scuola verrà ubicata fuori della città di Pesaro, occuperemo il Ministero della sanità, non ve lo permetteremo, perché in questo caso sareste dei servitori sciocchi di un potere romano che ha orchestrato tutta questa ambaradan avvenuta in agosto per poter portare fuori dalla regione Marche la scuola di talassemia.

Roberto GIANNOTTI. Non ci credi nemmeno tu...

Giulio SILENZI. No, sappi che su questo non passerete, Giannotti. Diteglielo a Baldassarri e a Sirchia, se questa è la condizione.
L'altra volta Gasperi diceva "chi offre di più può prendere la scuola", adesso c'è la scuola di Rimini...

Gilberto GASPERI. Non è vero! Non è stata fatta nessuna delibera!

Giulio SILENZI. Il secondo punto che noi chiariamo, nell'impegno alla Giunta regionale, è che la scuola internazionale di talassemia venga istituita a Pesaro, non ci sono altre alternative. Questo è quanto ha deciso la Conferenza Stato-Regioni, questo è quello che vuole fermamente la Regione Marche.

Carlo CICCIOLI. E' una bugia, ho la fotocopia del verbale della Conferenza Stato-Regioni.

Giulio SILENZI. Il documento che sottoponiamo al voto chiarisce un altro aspetto importante. Un problema così delicato, così complesso, l'irruzione, nel mese di agosto, di una proposta che richiama gli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico che vedono una gestione fallimentare da un punto di vista finanziario, che vedono una proposta del Governo di trasformazione in fondazione, un aspetto così complesso e delicato, possibile che si debba risolvere con le lettere? Possibile che non si riesca a scoprire le carte, ad entrare nella complessità mettendosi seduti attorno a un tavolo per discutere, con la volontà di risolvere il problema?
La Regione Marche ha la volontà di risolvere il problema. L'atteggiamento tenuto dal ministro Sirchia fino ad oggi e dalle forze che lo sostengono, sta a dimostrare un comportamento anomalo da un punto di vista istituzionale, che se è volto a spostare la scuola di talassemia disvela un disegno politico preciso del centro-destra.
L'altra questione importante che esce da questo dibattito e dal nostro documento, è che non si scherza con la sanità pubblica, non si scherza con il San Salvatore, con le competenze che questo ospedale ha, non si scherza con i finanziamenti di centinaia di miliardi che la comunità regionale, che la Regione destina a quel presidio ospedaliero e non si può proporre un istituto di ricerca e poi sollevare la questione degli istituti di ricerca e dire quello che ha detto Sirchia nell'audizione, affidando i finanziamenti della sanità a una chiara privatizzazione, ad una visione che noi politicamente respingiamo, proprio perché vogliamo salvaguardare il principio universalistico e solidaristico della sanità pubblica. Dice Sirchia: "L'autofinanziamento delle fondazioni tramite attività produttive. Ciò potrebbe avvenire, ad esempio, con attività quali quelle degli alberghi o simili. Mi chiedo: perché, ad esempio, il Policlinico di Milano non possa, un domani, avviare un’attività produttiva quale quella di un supermercato? Certo, avremmo la reazione dei commercianti, ma mi chiedo: perché questi istituti non possano gestire con una direzione a parte i propri capitali immobiliari, un supermercato o degli alberghi per la degenza post-ambulatoriale? Ciò significherebbe per le fondazioni costruire una capacità imprenditoriale propria alla quale non andrebbero posti limiti. Gli esempi all'estero sono numerosi: in alcuni casi vi sono cinema, supermercati, asili nido e altro ancora, delle attività, cioè, che portano degli utili da reinvestire, poi, nei settori sanitari e della ricerca. Credo che questa ipotesi possa essere utile così come concedere anche agli istituti di ricerca la possibilità di costruire delle società e, tramite queste strutture è possibile avviare vere attività imprenditoriali. Perché non lo possono fare anche gli istituti? Auspico la massima libertà imprenditoriale per chi è in grado di praticarla".
L'ospedale San Salvatore non può essere abbandonato a questo destino.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Vorrei rapidamente riepilogare, dando anche qualche risposta, perché mi pare che si sia continuato a fare confusione.
Consigliere Gasperi, lei in genere è una persona seria e documentata. Lei ha fatto confusione, perché per quanto riguarda gli orari delle missive lei si riferisce all'ultima lettera del ministro della salute, io mi riferivo a quella precedente che è arrivata a noi alle 13,48 ed è stata passata all'Ansa qualche minuto prima dall'azienda San Salvatore. Era indirizzata solo a me. Se domani io scrivessi una lettera solo a lei, credo che lei non gradirebbe che io la mandassi a un altro che la desse all'Ansa, ammesso che fra me e lei ci possano essere delle cose che interessano altri.
Sulle delibere vorrei dire al consigliere Giannotti che noi siamo contenti sempre di vedere che qualcuno ha fatto carriera, è diventato consigliere regionale, capogruppo del maggiore partito di opposizione. Mi permetta di dirle quello che quelle delibere significano e che si legge anche in italiano, se uno ha un po' di pazienza nel mettere una parola dopo l'altra. Mi dispiace fare queste precisazioni, ma rimarrebbe, altrimenti, un velo di ambiguità.
Nel maggio del 2002 l'azienda ospedaliera San Salvatore ci manda quattro delibere...

Marco LUCHETTI. Le hanno anche loro...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Certo che le hanno anche loro. Per fortuna in questo argomento nulla è riservato, salvo una cosa, ancora: la lettera che io ho scritto al ministro Sirchia, riservata personale, e che io non ho diffuso a nessuno.
Noi abbiamo chiesto all'azienda San Salvatore chiarimenti che ci sono stati forniti. Nella seduta del 2 agosto abbiamo approvato, sulla base della mozione del Consiglio regionale, la prima copia di delibera che prevedeva una spesa di 1.951.000 euro. Sulle altre tre, per non doverle né respingere né approvare, per non far passare il principio del silenzio-assenso e siccome su quello eravamo, in quel momento, ancora in fase di contatti con il Governo, siccome avevo chiesto un incontro al ministro e siccome sembrava che il ministro ce lo desse, come poi ce lo ha dato, a giorni, abbiamo semplicemente detto una cosa: "Sulle altre due delibere non ci esprimiamo, ma non essendo delibere tipiche — quindi non essendo quelle a cui si applica il principio del silenzio-assenso — rimane sospesa la decisione", nel senso che possiamo decidere anche dopo, ma se passa il tempo non si ritengono approvate, come invece sono quelle tipiche. Tanto è vero che il 3 settembre le abbiamo riprese in esame senza che nulla e nessuno ce le avesse ripresentate e abbiamo preso l'ulteriore decisione, cioè quella che sulle altre cose, su cui questo Consiglio regionale aveva impedito alla Giunta, se anche avesse voluto — ma la Giunta non voleva — di impegnare risorse della sanità marchigiana... (Interruzione). Guardate, una delle cose che più mi irrita in questa vicenda, è che — eravamo in sei — io dico "Scusi ministro, io non voglio un impegno formale, solenne, a me basta che in una lettera firmata da un ministro ci sia scritto di questo ci faremo carico". A questo il ministro non ha mai dato risposta e la cosa mi ha profondamente irritato, perché io non chiedevo — allora — un impegno formale, sapendo che c'era questo intervallo che è più lungo di quello che si pensi, e dicendo che nella mia strategia di leale collaborazione con le istituzioni, anche se non condivido alcune cose, se un ministro scrive "mi impegno" io ci credo.

Roberto GIANNOTTI. Ma cosa è cambiato dal 2 agosto a settembre?

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sa che cosa è cambiato, consigliere Giannotti? Che ancora pensando, come penso, che sia possibile raggiungere un accordo con il Governo, mi è sembrato che fosse opportuno o potesse essere utile un'ulteriore apertura di credito, perché noi quelle somme non le metteremo mai a disposizione, né di Lucarelli né dell'azienda San Salvatore se non ci arriverà un impegno del Governo. Io non voglio rispondere né alla Corte dei conti né a questo Consiglio regionale. (Interruzioni). Colleghi, qui continuiamo a raccontarci favole. Noi abbiamo, fino ad oggi, impegnato e speso risorse, cioè autorizzato l'azienda a spendere e sanato quello che aveva speso. Possono essere un miliardo, due miliardi, tre miliardi... Con i conti vi posso dire che sono quattro miliardi. Posso anche dire che a fronte di questo, ad oggi una lira o un euro dal Governo non li ho ricevuti, il che significa non che non me li darà mai, ma che non ritiene nemmeno... (interruzione). Allora il discorso è chiaro, perché se non si impegna il ministro contro il Parlamento, io non mi impegno contro il Consiglio regionale. Allora io revoco tutto e dico "benissimo, non ci sono soldi". (Interruzione). Consigliere Gasperi, la programmazione regionale è della Regione Marche. Se è della Regione Marche, è difficile che la Regione Marche rimanga titolare di una funzione effettiva di programmazione in un luogo delicato — perché zona di confine, zona particolare — se viene tolto l'ospedale. Certo che i pesaresi, se diventerà un Irccs vi potranno andare, così come gli anconetani possono andare all'Inrca... (Interruzione del consigliere Favia). Questo no, perché quello è un ospedale di rete ed è un punto forte di un sistema. Se io non governo il punto forte di quel sistema, per avere il... (Interruzione). Posso finire? Io abito più vicino di tutti, quindi anche se andiamo avanti fino all'una di notte, domani mattina mi alzerò presto per andare a Roma dove tutti i presidenti delle Regioni hanno un incontro con il ministro Tremonti per capire come si quadrano i conti della sanità, che non si quadrano perché questo Governo non trasferisce i fondi a nessuna Regione, e abbiamo problemi tutti.

Roberto GIANNOTTI. Questa è una bufala.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Questo lo dica al presidente Ghigo, Giannotti.
Se l'ospedale San Salvatore diventa un Irccs la Regione perde la possibilità di considerarlo un punto forte della sua programmazione sanitaria, questa è la verità, poi si possono raccontare un sacco di balle. (Interruzioni). Se diventa un Irccs non lo gestiamo più noi e significa che nella nostra programmazione regionale non c'è più. A parte l'altro problema, non secondario, che gli Irccs non si sa ancora che cosa diventeranno. Ad oggi sono uno "strano animale" per cui da otto anni sono tutti commissariati e nel collegato ordinamentale alla finanziaria è prevista una delega al Governo che deciderà che cosa fare degli Irccs nel giro di sei mesi e quello che vuol fare il Governo degli Irccs ce l'ha detto il ministro della salute: non a me né a voi, l'ha detto al Parlamento. Noi, quella cosa lì non la vogliamo, perché cozza contro la nostra idea di sanità. Sirchia continua a dire sempre che la sanità pubblica non può reggere perché ci vuole il privato e noi siamo convinti di no, questo è il punto.

David FAVIA. Adesso ha ammesso onestamente che c'è un problema ideologico.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non è un problema ideologico, è un problema di modello. (Interruzioni). Noi non vogliamo privarci di un forte elemento di programmazione per rispondere alle esigenze di salute e di tutela della salute di quella parte di popolazione marchigiana, non perché noi vogliamo fare, noi non abbiamo gelosie, abbiamo semplicemente programmi, prospettive, un modello di sanità davanti che secondo noi deve essere applicato anche ai cittadini di Pesaro e del pesarese, perché questo è un modello che secondo noi garantisce a tutti l'universalità e la generalità delle prestazioni. Questo è il discorso vero, di fondo sull'Irccs.
Giannotti, con lei io ho sempre una garbata polemica: ma lei pensa veramente che io avrei potuto rispondere a Sirchia sì o no senza passare attraverso il Consiglio regionale? A Sirchia io non ho risposto né sì né no, ho detto semplicemente, di fronte alla richiesta "mi faccia sapere la posizione della Regione"... Tra l'altro il ministro Sirchia è lombardo, è un bravo medico e sarà abituato a lavorare stakanovisticamente, ma che in Italia, fra istituzioni, si scriva il 29 luglio dicendo "dammi una risposta entro il 31 agosto", mi sembra un po' "bizzarro", e uso questa parola che per me non è positiva in questo caso.
Dopodiché, cosa è successo? Semplicemente quello che sta succedendo qui questa sera: ne stiamo discutendo, alla vigilia di una discussione generale sul riordino del sistema sanitario regionale, su una prospettiva organizzativa e di contenuto, quindi di contenente e di contenuto su cui il Consiglio regionale si esprimerà, non la Giunta. La Giunta si è già espressa sul riordino, licenziando una proposta di legge. Sui posti letto, sui numeri ecc. ci esprimeremo: abbiamo alle viste una conclusione abbastanza veloce di questo tipo di dibattito. Dopodiché ne discuterà e deciderà il Consiglio regionale. La Giunta non può decidere. Io non potrei, nemmeno volendo, dire adesso a Sirchia sì o no, perché il Consiglio regionale, oggi, potrebbe dirmi "chi ti ha detto di dire sì o no? Su che cosa?".
Il problema è semplicemente quello di capire come si riesce ad andare a vedere se questa improvvisa figura dell'Irccs, che non c'era fino al 29 luglio, non ne aveva parlato nessuno — da gennaio si discuteva di questo e di Irccs non ne aveva parlato nessuno —...

Roberto GIANNOTTI. Non è vero: Baldassarri glielo ha detto a Pesaro, quando lei è venuto...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Baldassarri ha detto una serie di cose, non si è mai parlato di Irccs, arriva il 29... (Interruzione). Se in un incontro, anche pubblico, qualcuno mi dice qualcosa, prima di discutere su quello vorrei un minimo di formalizzazione. Prima del 29 agosto io avevo parlato con il ministro Sirchia nella famosa seduta della Conferenza Stato-Regioni dove certo si è arrivati a quello perché abbiamo spinto noi, ma non ho capito: non dovevamo spingere per avere la scuola di talassemia a Pesaro? Abbiamo spinto, abbiamo convinto le Regioni, abbiamo convinto anche il Ministero della sanità, la cui tiepidezza è stata in contrasto con quella del Ministero degli esteri che invece era assolutamente convinto. E quando abbiamo convinto tutti...

Gilberto GASPERI. Non dica che ha convinto: abbiamo il verbale...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Gasperi, non mi faccia perdere la pazienza, a quest'ora, perché ne ho una dose sterminata. Quel verbale dice semplicemente quello che poteva dire, non poteva dire altro, dopo che la Regione Marche aveva convinto le altre Regioni a dire che in quella sede, che non era ancora la sede formale — perché non esiste, fino a che non viene approvata la legge, e la legge saremo fortunati se verrà approvata entro quest'anno, quindi si poteva dire soltanto quello che è stato detto — indicavano Pesaro.

Gilberto GASPERI. Perché c'è Lucarelli.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. No, di Lucarelli non c'è traccia in quel verbale. Guardi, consigliere Gasperi, c'ero io e c'è l'estratto di verbale.
Ritengo un esito molto positivo quella seduta della Conferenza Stato-Regioni in cui, in una sede di pre-intesa tutte le Regioni hanno indicato Pesaro, il che significa che se non ci sono altre ragioni e se non ci sono altre strumentalizzazioni, presumibilmente resterà Pesaro. Questo è il dato. Sirchia ha detto "noi dobbiamo garantirci" e noi abbiamo risposto "e noi dobbiamo garantire la programmazione regionale". "Benissimo, troveremo un accordo". Sembrava, a quel punto, fatto.
Il 29 luglio esce questa lettera che ci porta su mare magnum degli Irccs ecc.
In questa fase, fermo restando che il discorso dell'Irccs completo del San Salvatore significa far abbandonare alla Regione Marche un polo forte della sua programmazione, di questa questione si sta discutendo, cioè di come rispondere al meglio alle esigenze e al diritto di tutela della salute di una parte della nostra regione. Del resto il Consiglio regionale è sovrano: se domani la maggioranza del Consiglio regionale dovesse decidere "si cede il San Salvatore e diventa un Irccs", la Giunta non potrà non eseguire, perché la Giunta è organo esecutivo. Ma noi riteniamo che questo sarebbe sbagliato e tutta la maggioranza lo ritiene profondamente sbagliato.
Dopodiché continuiamo a chiedere che questo Governo, finalmente, un tavolo...

Ottavio BRINI. Quando non si può fare niente si fa un tavolo...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Eh sì, questo Governo ne ha fatti tanti.

Ottavio BRINI. Ma anche lei ne ha fatti parecchi...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Di meno... Io non amo i tavoli.
Noi abbiamo semplicemente chiesto che si riportassero le cose su una linea di reciproca affidabilità e reciproca lealtà fra istituzioni. Io continuo a ritenere che questa sia una linea che paga: se non avrò risposte o avrò risposte che continuino a dire "sì, ci sarà questo purché...", allora vorrà dire che ci sarà una decisione già di spostare altrove la scuola, cosa che si mormora e si sussurra e che io non voglio pensare, oppure ci sarà il tentativo ulteriore di inserire elementi di un modello di sanità pubblico-privata che noi non accettiamo. Questo è il dato ridotto all'osso, e secondo noi non garantisce la tutela migliore della salute dei cittadini marchigiani. Chiediamo a questo Consiglio regionale di dire che non abbiamo fatto male, anche perché non abbiamo fatto altro che andare ad incontri con il Governo, che cosa indicava, quali erano le sue proposte e le sue prospettive e come si poteva rispondere alle esigenze reciproche: del Governo che vuole garantirsi che i finanziamenti siano destinati e utilizzati al meglio; della Regione che vuole mantenere la sua titolarità di programmazione sanitaria. Fermo restando che da un anno di cui si parla di scuola di talassemia, i trapianti si sono fatti solo perché noi l'abbiamo reso possibile. Questo è il dato, dopodiché il Consiglio regionale, ovviamente, deciderà: se decide secondo la mozione della maggioranza significa che azzera il tavolo e ci dice "sentiamo che cosa il Governo ha da proporci, quali sono le strade, quali sono le vie per arrivare ad un risultato concreto", se ci sono e io credo che ci siano, l'ho scritto. Se condividiamo gli obiettivi e non ci sono strumentalizzazioni troveremo un accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Ritiro l'emendamento, perché il Presidente D'Ambrosio ha detto che non ci saranno né Irccs monospecialistici, né polispecialistici. L'emendamento serviva a chiarire il mandato, quindi lo ritiro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la risoluzione presentata dai consiglieri Silenzi, Procaccini, Moruzzi, Luchetti, Rocchi e Andrea Ricci.

(Il Consiglio approva)

Pongo ora in votazione la risoluzione presentata dai consiglieri Gasperi, Viventi, Brini, Favia, Pistarelli, Giannotti, Massi, Ceroni, Grandinetti, Romagnoli, Ciccioli, Castelli, Cesaroni, Novelli e Trenta.

(Il Consiglio non approva)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 21,30