Resoconto seduta n. 113 del 18/12/2002
La seduta inizia alle 10,40


Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 111 e 112 del 4 dicembre 2002.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 154 in data 22 novembre 2002, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Proroga dei Commissari straordinari delle Aziende sanitarie regionali", assegnata alla V Commissione in sede referente (iscritta all'ordine del giorno);
- n. 155 in data 5 dicembre 2002, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 2003", assegnata alla II Commissione in sede referente (iscritta all'ordine del giorno);
- n. 156 in data 9 dicembre 2002, ad iniziativa del consigliere Ceroni, concernente: "Modificazione alla legge regionale 15 ottobre 2002 n. 19 "Modifiche della legge regionale 4 ottobre 1999, n. 26: Norme ed indirizzi per il settore del commercio", assegnata alla III Commissione in sede referente;


Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 97, in data 2 dicembre 2002, ad iniziativa della Giunta, concernente: "Documento di programmazione economica e finanziaria regionale (D.P.E.F.R.) 2003-2005 - art. 3 - legge regionale 31/2001", assegnata alla II Commissione in sede referente;



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 255 dei consiglieri Pistarelli, Ciccioli, Brini, Gasperi, Giannotti, Viventi e Massi :"Istituto Zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche - rischio soppressione sezioni provinciali";
- n. 256 dei consiglieri Procaccini e Martoni: "Conseguenze derivanti dalla mancata distribuzione dei farmaci generici";
- n. 257 del consigliere Massi "Sanzioni bollo auto 1999".


Petizioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti petizioni:
– n. 2 in data 14.12.2002, ad iniziativa Associazione amici del Cardiologico e Lancisi e Associazione marchigiana per il bambino cardiopatico: «Salvaguardia dell’autonomia funzionale e gestionale dell’ospedale Cardiologico “G.M. Lancisi” di Ancona»;
- n. 3 in data 14.12.2002, ad iniziativa di Fabriano Social Forum, Rifondazione comunista, Sinistra in movimento e Comunisti italiani di Fabriano: «Contro la guerra all’Iraq e contro tutte le guerre a prescindere dalle decisioni delle Nazioni Unite».



Proposta di legge
(Ritiro)

PRESIDENTE. Il consigliere Viventi ha ritirato la proposta di legge regionale n. 153/02, concernente: "Modifica alla legge regionale 23 dicembre 1998, n. 44 - interventi a favore delle attività produttive che hanno subito danni in conseguenza della crisi sismica iniziata il 26 settembre 1997".




Nomina

PRESIDENTE. Ho provveduto alla seguente nomina con mio decreto n. 151 del 9 dicembre 2002 concernente: "Università degli studi di Macerata- elezione di un rappresentante nel Consiglio di Amministrazione".




Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 2068 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r. n.7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato - Euro 134.172,40";
- n. 2069 in data 26 novembre 2002 "Art.27 comma 1 della l.r. n.7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per il consolidamento della rete dei nuclei "Conti pubblici territoriali" - Euro 313.000,00";
- n. 2070 in data 26 novembre 2002 "Art. 27 della l.r. 23.4.2002, n.7 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato per il rimborso degli oneri conseguenti all'assistenza agli stranieri svantaggiati e delle relative spese- Euro 217.574,52";
- n. 2071 in data 26 novembre 2002 "Art. 4, 2° comma della l.r. n.6/2002 Reiscrizione di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione Euro 64.889,19";
- n. 2072 in data 26 novembre 2002 '"Iscrizione nel bilancio di previsione 2002 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione- Euro 79.966,68";
- n. 2073 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r. n.7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato per il finanziamento dell'acquisto delle attrezzature dei Centri di riferimento interregionale per i trapianti d'organi e delle relative spese - legge 388/2000-Euro 130.814,57";
- n. 2074 in data 26 novembre 2002 "Art.27 comma 1 della l.r.23.4.2002, n.7 Riduzione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato per criticità del bacino idrografico - Euro 10.938.040,67";
- n. 2075 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r.23.4.2002, n.7 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti da assegnazioni statali per la realizzazione del progetto "Filiere biocombustibili dal girasole - azioni dimostrative" - Euro 547.444,31";
- n. 2076 in data 26 novembre 2002 "Art.39 della l.r. n. 6/2002 - Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti delle UPB degli stati di previsione del bilancio per l'anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali - Euro 8.755.350,32";
- n. 2077 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r. n. 7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 delle assegnazioni da parte di enti terzi destinate al finanziamento del fondo regionale per l'occupazione dei disabili e delle relative spese - Euro 37.993,62";
- n. 2078 in data 26 novembre 2002 "Art.39 della l.r. n.6/2002 - Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l'anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali.- Euro 1.239.496,56";
- n. 2079 in data 26 novembre 2002 "Art.20, comma 3 l.r. 11.12.01 n. 31 Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento del capitolo di spesa 20702102 compreso nell'elenco n.4 "Elenco delle spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2002 - Euro 30.000,00"
- n. 2081 in data 26 novembre 2002 "L.r. n.31/2001 art.9, comma 4 - Modificazione del POA 2002 a seguito della avvenuta approvazione da parte del Consiglio regionale della legge di assestamento del bilancio di previsione 2002",
- n.2082 in data 26 novembre 2002 "Art. 27 comma 1 della l.r. n. 7/2002 Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per VI piano acquicoltura - rettifica DGR 1665/2002-Euro 1.234.444,31";
- n. 2083 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r. n.7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato e dalla Unione Europea per la realizzazione dell'iniziativa comunitaria Interreg. III - Euro 5.000.477,61";
- n. 2084 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r. n.7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi statali trasferiti dalle Regioni Abruzzo e Lazio per autorità di bacino interregionale del Tronto - Euro 36.545,62";
- n. 2085 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r. n.7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato per compensare il minor gettito e titolo di IRAP e addizionale IRPEF - anni 1999 e 2000 art.39 D.lgs 446/97 e delle relative spese - Euro 415.889.550,87";
- n. 2086 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r.n.7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato a destinazione specifica per il finanziamento del programma triennale di monitoraggio qualitativo delle acque marine costiere prospicienti la Regione c della relativa spesa- Euro 535.772,39";
- n. 2087 in data 26 novembre 2002 "Art. 27 della l.r. n. 7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato a destinazione specifica per la gestione di sistemi di monitoraggio e per interventi nel settore di tutela e salvaguardia delle risorse idriche e ambientali - Euro 174.051,99";
- n. 2088 in data 26 novembre 2002 "Art. 20 comma 3 l.r. n.31/2001: Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento del capitolo di spesa 20813277 compreso nell'elenco n.4 "Elenco delle spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2002.- Euro 42.686,48";
- n. 2089 in data 26 novembre 2002 "Art.39 della l.r. n.6/2002 - Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spese nel bilancio di previsione per l'anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali in materia di mercato del lavoro-Euro 848,878,54;
- n. 2090 in data 26 novembre 2002 "Art. 39 della l.r. 6/2002 -Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spese nel bilancio di previsione per l'anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali - Euro 2.642.123,40";
- n. 2091 in data 26 novembre 2002 "Art. 27 della l.r. n.7~2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato a ripiano dei disavanzi della sanità degli anni 1995-1999 e delle relative spese - Legge 129/2001 - Euro 163.462.828,49";
- n. 2092 in data 26 novembre 2002 "Art. 29 della l.r. n.31/2001 - Variazione compensativa al programma operativo annuale 2002 - Euro 535.000,00";
- n. 2093 in data 26 novembre 2002 "Art.27 della l.r. n. 7/2002 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 delle assegnazioni statali per l'occupazione dei disabili e delle relative spese - Euro 1.745.846,99";
- n. 2094 in data 26 novembre 2002 "Art.29 della l.r. n.31/2001 - Variazione compensativa al programma operativo annuale 2002 - Euro 30.971,58".

Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Spacca e D'Angelo.




Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ricordo che la Conferenza dei presidenti dei gruppi ha deciso che nella giornata odierna tutti i punti all'ordine del giorno dovranno essere trattati, anche utilizzando la seduta notturna.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Massi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente, chiedo di discutere in giornata la mozione da me presentata, n. 257 sulla questione delle sanzioni rispetto ai bolli auto del 1999. E' noto che vi sono code presso gli uffici regionali che stanno creando enormi disagi ai cittadini e agli uffici regionali. Non si ha una linea precisa organizzativa, siamo nel caso più totale. Richiedo alla Giunta la disponibilità a trattare questo argomento in giornata, prima della conclusione del Consigli, perché credo ci siano molti cittadini, ma anche molti funzionari della Regione che aspettano una risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi associo alla richiesta del consigliere Massi che mi sembra pertinente. Questo problema è una tempesta che ha provocato 100.000 avvisi di accertamento, con tutta una serie di complicazioni. Credo che sia doverosa una risposta da parte del Consiglio. Se nella seduta pomeridiana si potesse partire con una breve comunicazione dell'assessore credo che questo aiuterebbe. Però vorrei porre un'altra questione. Mi risulta che nella giornata di ieri il Presidente della Giunta abbia disposto un atto grave nei confronti del direttore generale dell'azienda ospedaliera di Pesaro. Un atto grave perché mi si dice che addirittura, fra gli addebiti richiamati ci sarebbe il diritto di opinione, cioè la partecipazione del dott. Gardi ad una manifestazione organizzata dalla Compagnia delle Opere di Pesaro. E' un fatto grave rispetto al quale vorrei esprimere una fermissima protesta in questo Consiglio e chiedo che il Presidente della Giunta oggi pomeriggio informi il Consiglio sui gravi motivi che hanno portato ad attivare una procedura, di fatto di licenziamento del direttore generale dell'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Mi associo alla richiesta del consigliere Massi, perché le notizie relative al bollo auto si susseguono. Fra l'altro vi sono segnalazioni anche riguardo alla possibilità che vi siano condoni da parte della Regione, a valere sulla norma finanziaria. Assumendo la responsabilità di dover comunque parlare, dire, spiegare qualcosa ai contribuenti, credo che sia il caso di poter discutere di questo argomento, dando la giusta priorità a una mozione che ha lo scopo di fare il punto su un argomento abbastanza complicato, che vede la Regione responsabile di un certo ritardo nell'attivazione dei meccanismi necessari per un'esazione meno cruenta e meno improvvisata e soprattutto per consentire a noi consiglieri regionali di dare risposte precise alla marea di cittadini che chiedono notizie sulle modalità necessarie per assolvere quello che rimane un obbligo del contribuente.

PRESIDENTE. Chiedo al consigliere Massi, in considerazione del fatto che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso di trattare nella seduta odierna tutte le proposte di legge, tutte le proposte di atto amministrativo e le prime mozioni che sono state inserite, utilizzando eventualmente anche la seduta notturna, chiedo al consigliere Massi se è disposto a porre in discussione la mozione sul bollo auto in luogo della n. 239 che è a suo firma.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. La mozione 239 è stata presentata da me e dai colleghi Pistarelli e Brini, però mi pare che quella abbia un contenuto abbastanza unitario quindi credo si potrebbe trattare rapidamente. Per quanto mi riguarda è più urgente la questione dei bolli.

PRESIDENTE. In considerazione del fatto che il Presidente si è già dichiarato disponibile a discutere la mozione 257, propongo di trattarla al punto 7), spostando quella prevista al punto 7) al punto 9).
Pongo in votazione la proposta.

Il Consiglio approva



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 2003» Giunta (155)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 155, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. La proposta di legge che la Giunta regionale si è fatta carico di trasmettere in Consiglio riguarda l'approvazione dell'esercizio provvisorio ai sensi della legge 31, art. 34. Al quinto comma si legge: "Nel caso in cui il bilancio non sia stato presentato al Consiglio regionale l'esercizio provvisorio è autorizzato sulla base dell'ultimo bilancio approvato". La novità, se così la possiamo chiamare, è che rispetto ad altri anni l'esercizio è chiesto per due mesi con l'impegno della Giunta regionale a presentare il bilancio nei primi giorni dell'anno, quindi la discussione del bilancio la dovremmo avere già dal mese di gennaio, quindi speriamo di anticipare i tempi. Questo è l'impegno che l'Esecutivo regionale si è preso, quindi noi siamo a chiedere, attraverso questa legge, la realizzazione dell'esercizio solamente per due mesi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. In occasione della discussione in Commissione di questo atto, che ha una componente tecnica, i gruppi di minoranza hanno inteso manifestare il proprio voto di astensione per una questione squisitamente politica. Se andiamo a vedere con precisione le ragioni indicate dai proponenti della legge a sostegno di questa decisione di esercizio provvisorio si fa riferimento in parte ad un aspetto che è indipendente dalla volontà di questa Giunta, cioè il fatto che la finanziaria debba essere ancora approvata, benché sarà approvata nei prossimi giorni, ma a ben vedere si fa riferimento anche a due ulteriori elementi, ovvero il ritardo nell'approvazione del Dpefr e il ritardo dell'approvazione dell'assestamento che sono elementi che evidenziano una profonda responsabilità in ordine al mancato rispetto da parte della Giunta regionale di quelle che sono le scadenze, le tempistiche indicate dalla legge 11 dicembre 2002, n. 31, "Nuovo ordinamento contabile della Regione Marche". Ne abbiamo parlato proprio qualche tempo fa in occasione dell'approvazione dell'assestamento.
Questa legge sicuramente non depone in favore della leggibilità dei documenti contabili, non depone in favore di una chiara decodificazione dei meandri delle ragioni contabili di questo ente. E' un problema serio l'abbiamo già verificato e sperimentato in occasione del dibattito sulla riforma sanitaria, un dato è certo: in questa Regione non è sempre facile e capire quali sono i movimenti contabili che sovraintendono a determinate scelte. C'è un problema di opacità oggettiva, che tuttavia è stato inserito e giustificato nel corpo di una legge, la 31 del 2001, che pure in qualche modo stabiliva che a fronte di quello che era un sostanziale alleggerimento di oneri chiarificatori in materia di bilancio, venivano tuttavia poste a carico della Giunta regionale tutta una serie di obbligazioni che con una rapida e tempestiva scansione temporale avrebbero dato una prospettiva finanziaria maggiore e più significativa agli atti di bilancio alle manovre di bilancio della Regione. Ecco spuntare il Dpefr, ecco confermare, per certi versi, tutta una serie di scadenze che dovrebbero avere l'obbligo e lo scopo di fare in modo che il bilancio di previsione sia l'atto intermedio di una strategia programmatoria tracciata da precedenti atti. Purtroppo così non è e alla prima applicazione di questa legge che costa a noi consiglieri il rischio di capire poco di quelle che sono le dinamiche contabili della nostra Regione, già questa Giunta non ha ottemperato, ad esempio all'obbligo di approvare il Dpefr entro settembre, un documento che invece dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni. Do atto al presidente Luchetti che ha indicato soluzioni operative per far sì che questa strana contestualità che si può accettare alla luce di quella eterna emergenza che sembra affogare questa Regione in realtà è una profonda contraddizione, perché il bilancio dovrebbe essere proprio la risultante del Dpefr e di quello che è il lavoro successivo di negoziato e concertazione che al bilancio porta e conduce dopo una metabolizzazione delle indicazioni, delle risultanze del Dpefr che ha la caratteristica di presentare riferimenti di carattere macroeconomico che purtroppo, invece, sono stati interpretati in maniera minimalista da questa Giunta.
Quindi non possiamo accettare il discorso che, siccome il Dpefr non è stato ancora giustificato, dobbiamo votare l'esercizio provvisorio. In esercizio provvisorio necessariamente dovremo andare, ma non si venga a dire che la ragione sta in quel ritardo che, ripeto, sottolinea una responsabilità e non afferma una giustificazione.
Lo stesso discorso per la legge di assestamento di bilancio che se è stata approvata — tardivamente anche in questo caso — solo nella seduta del 20 novembre 2002, anche in questo caso vi è una ulteriore responsabilità.
Quindi, fermo restando che l'esercizio provvisorio di bilancio è una necessità dalla quale non è possibile discostarsi, noi intendiamo astenerci dal voto proprio per richiamare all'attenzione della Giunta e della maggioranza la necessità di una puntuale applicazione dei precetti della legge 31, una legge che non ci ha garbato in maniera particolare, ma che ora che c'è va applicata puntualmente, soprattutto nella scansione prospettica delle scadenze che devono in qualche modo segnare la sessione di bilancio.
Purtroppo noi siamo chiamati invece a rincorrere le esigenze, buona parte di queste esigenze sono dettate anche da alcune incertezze a livello nazionale, non possiamo solo pensare che siano le incertezze di carattere nazionale a descrivere una situazione obiettivamente deficitaria che andremo a visionare nel bilancio di previsione ma che, in parte, è determinata da questa difficoltà di dare prospettiva, di dare una seria programmazione anche ai flussi contabili.
Quindi la minoranza annuncia la propria astensione.

LUIGI VIVENTI. Anche il nostro sarà un voto di astensione. Alcune motivazioni sono già state proposte dal consigliere Castelli. E' un atto praticamente dovuto questo, perché la Regione non potrebbe funzionare senza l'approvazione di questo atto amministrativo. Mi si consenta però non di non credere alle parole del presidente della Commissione, l'amico Marco Luchetti quando ci dice che nei primi giorni di gennaio approveremo il bilancio di previsione 2003. Non ho difficoltà a dire di non credere a questa eventualità, perché siamo ancora in attesa del Dpefr, quindi non vedo come potremmo addirittura approvare il bilancio di previsione prima dell'approvazione del Dpefr stesso. Quindi staremo a vedere. Certo siamo in ritardo su tutto e l'augurio che faccio a questo Consiglio è che il prossimo anno cominciamo a recuperare qualche tempo perduto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Ho assistito a questa discussione sull'autorizzazione dell'esercizio provvisorio per il bilancio 2003. Non ho sentito le argomentazioni che normalmente vengono usate da parte della minoranza nei riguardi del Governo quando ci si appresta all'approvazione di un atto di questo genere. Probabilmente c'è un motivo: forse la stessa minoranza all'interno di quest'aula percepisce che le scelte fatte dal Governo in sede di finanziaria condizionano pesantemente tutti i bilanci degli enti locali, Regioni in primis. E c'è una difficoltà oggettiva, al di là delle volontà delle singole amministrazioni, di definire in questo quadro della situazione dei bilanci di previsione nei tempi normali, rispondendo alle esigenze di un bilancio di previsione, cioè dare un'indicazione di quelle che saranno le scelte politiche che saranno esercitate. Oggi la nostra Regione si trova nella condizione di non poter esercitare queste scelte politiche, non tanto per le proprie difficoltà quanto per quelle che stanno scaturendo dalle decisioni che si stanno assumendo in questi giorni in Parlamento, con forte ritardo rispetto ai tempi della finanziaria, con opzioni e scelte politiche che condizioneranno sicuramente la politica nella nostra regione, nelle amministrazioni locali, perché oggi sono in discussione attraverso la forte riduzione dei trasferimenti agli enti locali tutta una serie di funzioni che gli enti locali esercitano per conto della pubblica amministrazione. Politicamente noi diciamo che c'è un attacco ad alcuni settori, in particolare a quello della sanità, c'è un attacco al sociale, c'è un attacco alla pubblica amministrazione come soggetto capace di regolare l'utilizzo delle risorse pubbliche.
Nel nostro paese c'è stata una grande demagogia sulla possibilità di ridurre la pressione fiscale, ma ovviamente questa riduzione la si vuol fare a livello centrale, salvo poi imporre o creare le condizioni perché a livello locale si sia costretti a colmare questa presunta scelta o questa attuata scelta di riduzione della pressione fiscale come alti provvedimenti che inaspriscono il carico fiscale a vario titolo sui bilanci dei cittadini.
Quindi con maggiore serenità rispetto ad altri anni il gruppo Verdi vota questa autorizzazione all'esercizio provvisorio. Voglio evidenziare la situazione in cui anche la nostra Regione si trova, sulla quale credo sia il caso di fare una riflessione politica e non rinviarla soltanto alla fase della discussione del bilancio di previsione.
Voglio anche dire che la maggioranza nelle discussioni che in quest'ala ci sono state ha già affrontato questo tema, in particolare in discussioni settoriali, quelle sulla sanità, quelle sui lavori pubblici, sulle grandi infrastrutture. Una filosofia quella del Governo centrale, che anche se improntata alla devolution, quindi alla massima libertà da parte delle Regioni e degli enti locali, in realtà nella finanziaria individua dei provvedimenti, esercita delle scelte che vanno nella direzione opposta alla devolution, cioè il massimo condizionamento, sostituendosi, in taluni atti, alla libertà di scelta degli enti locali, perché sostanzialmente oggi la libertà di scelta è strettamente correlata alla disponibilità delle risorse. Far venir meno e risorse o ritardare le certezze sulle risorse che sono disponibili è certamente qualcosa in antitesi al federalismo e alla stessa, non condivisa da noi, filosofia della devoluzione delle competenze dal centro verso la periferia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, colleghi consiglieri, comunico che il voto dell'opposizione, come hanno già annunciato i colleghi Castelli e Viventi sarà di astensione, ma sarà di astensione unicamente sul tecnicismo dello strumento, in quanto il voto politico è assolutamente negativo. Questo è l'ennesima esempio di mala gestione di questa Amministrazione che per l'ennesima volta non è in grado di rispettare i termini. Ricordo che l'assestamento doveva essere approvato entro il 30 giugno, dopo l'approvazione del consuntivo. L'abbiamo approvato a fine novembre. Il bilancio preventivo, come è noto deve essere approvato entro il 31 dicembre e ci troviamo oggi a parlare di una proroga di due mesi, il che significa due mesi di paralisi o comunque di vincolo dell'amministrazione dell'ente sul bilancio dello scorso anno che, come tutti sappiamo, brillante non è stato. Ricordo che il bilancio preventivo 2002 è stato approvato con legge 23 aprile 2002, quindi con quattro mesi di ritardo sul normale. Credo proprio che le giustificazioni che ha introdotto Moruzzi a nulla valgano.
Non vale dire che è in approvazione la finanziaria, in quanto il presidente D'Ambrosio e l'assessore al bilancio ben conoscono le disposizioni della finanziaria nei confronti degli enti locali, e se ciò non bastasse dirò anche che, essendo stato il bilancio preventivo dello scorso anno, oltre che violentemente assestato in ritardo a novembre, massacrato da varianti e variazioni in corso d'anno, questo significa che il bilancio preventivo di questa Regione come sempre è un libro dei sogni, cioè un qualcosa di assolutamente inattendibile. Basti pensare, come abbiamo fatto notare assieme al collega Viventi nella seduta di approvazione del consuntivo e dell'assestamento il ricorso assurdo, illegittimo al gioco sui residui perenti, cioè la falsa dichiarazione di non debenza di alcuni debiti per poter far quadrare il libro dei sogni del bilancio preventivo di cui parlavo prima, salvo poi "accorgersi" in corso d'anno che questi debiti ci sono e quindi il bilancio va adeguato alle esigenze reali.
Mi corre l'obbligo di ricordare che gli strumenti finanziari di questa Regione sono drammatici, c'è un'incapacità di spesa che va oltre ogni limite. A fine anno avevamo notato un impegnato di 2,2 su 3,8, un indebitamento di 1.400 miliardi, quasi 400 miliardi all'anno di interessi passivi, un bilancio ingessato, un futuro ipotecato, una sanità e dei servizi sociali che costano quasi 5.000 miliardi all'anno e soltanto il 20% di questa cifra viene destinata al territorio all'ambiente e alla produzione.
Qui ci sentiamo dire che le responsabilità sono del Governo centrale. Io credo che non ci sia limite alla vergogna. Penso che dobbiamo invece soltanto guardare con ammirazione al Governo Berlusconi e dire grazie alle attività che ha messo in opera, in quanto è stato l'unico di questa Repubblica ad approvare la finanziaria entro il 31 dicembre. Se c'è un esempio che il Governo centrale ha dato è quello di far rientrare l'approvazione degli strumenti finanziari nei termini dati, cosa che non era mai successa perché sempre lo Stato era andato in esercizio provvisorio. Questa Regione non ha voluto prendere esempio perché ben avrebbe potuto fare un bilancio preventivo su delle presunzioni di incasso dallo Stato, che presunzioni poi non sono, perché dopo i tanti incontri che il Presidente D'Ambrosio ha avuto con il ministro Tremonti, contro il quale si è scagliato anche sui giornali, credo che i dati siano assolutamente più che chiari.
Credo che dobbiamo dire grazie a questo Parlamento, a questo Governo che hanno introdotto dei blocchi di spesa nei confronti delle Regioni e degli enti locali— mi dispiace dirlo perché sono sinceramente per le autonomia federali — e fin quando le autonomie regionali non saranno in grado di autogestirsi è giusto che il Governo centrale le prenda per mano e le blocchi nei loro sprechi. Questi enti sono enti che sciupano, che sprecano, come abbiamo più volte avuto modo di dire, quindi ben venga una normativa che vincoli e che blocchi questi sprechi.
Un altro dei motivi del rinvio, quindi dell'esercizio provvisorio è l'incapacità di controllo della spesa, l'incapacità di controllo del buco soprattutto per quanto riguarda la sanità.
Alla luce di tutto ciò credo che il messaggio politico che la Regione dà con questa richiesta di approvazione di una legge sull'esercizio provvisorio, sia il solito messaggio di mala gestio e di devastazione di questa Regione. Quindi ci asterremo sullo strumento tecnico ma la valutazione politica è totalmente negativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Come è ormai abitudine consolidata anche in occasione dell'approvazione di un atto che è squisitamente tecnico come l'esercizio provvisorio l'opposizione non perde tempo per portare un attacco alla maggioranza, non solo sulla questione relativa ai tempi di approvazione degli strumenti della programmazione finanziaria — documento di programmazione, bilancio o assestamento — ma addirittura entrando nel merito dei contenuti più strettamente legati alle scelte che il bilancio regionale ha fatto in passato e che dovrà fare in futuro, quindi questo dato non mi meraviglia. Quello che mi meraviglia di più sono state le ultime affermazioni che ho sentito dal collega Favia. Lui dice: bene fa il Governo a bloccare i trasferimenti agli enti locali e alle Regioni, perché in questo modo vengono bloccati gli sperperi di denaro pubblico. Mi pare che sia un'affermazione grave, oltre che non corrispondente alla realtà, perché la verità è che questi tagli non riguardano gli sprechi — bisogna dirlo ai sindaci, anche ai sindaci vostri, anche ai sindaci del Polo o ai presidenti delle Giunte del centro-destra, delle Regioni che voi governate in Italia che sono addirittura 9 — ma vanno ad incidere sulle risorse che vengono destinate ai cittadini, in primo luogo per il mantenimento dei servizi sociali in questo nostro paese. Cioè i tagli incidono sui servizi sociali, sulla capacità di programmare lo sviluppo imprenditoriale ed economico delle singole realtà locali, quindi voi esaltate, di fatto una cosa come questa, una politica che è fatta contro i cittadini, in primo luogo contro i cittadini che sono più bisognosi.
Parlate del buco della sanità. Lo affronteremo quando sarà il momento, ma se c'è una responsabilità anche da questo punto di vista è proprio vostra, del Governo Berlusconi, il quale non solo riduce i trasferimenti in percentuale, ma addirittura non rispetta neanche il patto che lo stesso Governo Berlusconi ha sottoscritto con le Regioni per trasferire risorse che dovrebbero coprire non le spese future ma addirittura le spese pregresse, quelle relative al 2000, al 2001 e addirittura al quinquennio 1994-99.
La realtà è questa, quindi ha ragione il relatore Luchetti: questo ritardo è giustificato benissimo da fatto che noi dobbiamo comunque aspettare una finanziaria, in modo particolare quest'anno, perché quest'anno si concentra da parte del Governo nazionale un taglio che metterà in seria difficoltà il governo sia degli enti locali che delle Regioni.
Penso che, in modo particolare quest'anno, va sottolineato un aspetto che ritengo positivo, cioè l'impegno che c'è stato da parte del Governo regionale di mandare al Consiglio in tempi ristretti, e comunque entro la prima metà di gennaio il bilancio di discussione in Commissione, quindi in Consiglio, che ci permetterà di affrontare questa questione fondamentale con tempi molto stretti e arrivare alla discussione e approvazione in Consiglio all'inizio dell'anno e l'esercizio provvisorio di cui discutiamo oggi è la testimonianza di questo, perché la Giunta, pur potendo richiedere l'esercizio provvisorio fino a un massimo di quattro mesi, come prevede la legge di contabilità, ha fissato questa scadenza entro i due mesi proprio per dare un segnale sicuramente positivo rispetto agli anni scorsi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Su questo atto insistono alcune considerazioni di tipo tecnico e di tipo politico. Per quanto riguarda quelle di tipo tecnico oserei dire che è quasi un atto dovuto, nel senso che centro-destra, centro-sinistra qualsiasi "arcobaleno", questo era l'atto, quindi su questo nulla quaestio. Il nostro atteggiamento sarà di astensione, ma io avrei potuto a cuor leggero votare anche a favore. Quello che ci fa astenere è che le spese, in quel dodicesimo mensile non sono da noi condivise, sono la prosecuzione della vecchia impostazione di bilancio per cui su questo la maggioranza non ci può chiedere e noi non possiamo dare. Questo dal punto di vista tecnico. Tra l'altro, la finanziaria, come tutte le finanziarie di tutti i governi di centro-destra o di centro-sinistra ancora non è completamente assemblata. Sarà pubblicata sicuramente entro il 31 dicembre ma dovrà essere studiata a gennaio, quindi c'è tutta una serie di code di strascichi che dipendono dalla finanziaria nazionale, che poi permetteranno agli uffici, quindi alla Giunta regionale di proporre il bilancio regionale.
Tra l'altro, l'impostazione dei due mesi non so se sarà rispettata, non tanto per la volontà ma quantunque si votasse il bilancio nei termini, come tutti sanno il bilancio deve essere approvato ecc., quindi tutti gli atti susseguenti, la pubblicazione e via di seguito non arriveranno prima dei tre mesi di esercizio provvisorio. La Giunta è ottimista, mi permetto di prendere atto e di aspettare gli eventi.
Quello che invece mi preoccupa fortemente — lo sottolineo come esponente di opposizione ma anche come consigliere regionale che rappresenta comunque l'unità dei cittadini — è che dietro l'operazione bilancio che ci appresteremo a fare nei prossimi mesi, c'è comunque il problema sanitario il problema politico-finanziario della spesa sanitaria sul quale non si intravedono tempi brevi. Credo cioè che sarà molto diverso il bilancio a seconda del documento e dell'impostazione rispetto alla manovra politico-finanziaria sulla sanità. Non c'è discontinuità: a seconda delle decisioni che prenderemo in materia sanitaria dipenderà fortemente il contenuto della manovra di bilancio dell'impostazione del bilancio preventivo, perché la sanità pesa fortemente sul bilancio preventivo e a seconda delle decisioni che si prenderanno ci saranno bilanci diversi e previsioni di spesa sul merito, sui capitoli, su tutti i filoni principali della materia regionale. Questo significa che noi andiamo all'esercizio provvisorio ma anche in questa occasione non abbiamo di fronte uno scenario preciso, abbiamo grande confusione, ieri la Giunta ha pre-adottato un documento in materia di politica sanitaria che comunque va al tavolo economico-sociale, tempi lunghi, ancora tempi lunghi in Commissione e via di seguito. Un problema che ci trasciniamo dalla manovra del dicembre dell'anno scorso, di questi giorni, quando furono aumentati l'Irap, l'Irpef e il bollo auto. Quella manovra doveva avere un seguito nell'anno 2002, quel tipo di impostazione ce la trasciniamo nell'anno 2003, condizionerà pesantemente il 2003, questo è il tema politico. Quindi non atto dovuto quello dell'esercizio provvisorio e bene ha parlato Castelli, che ha fatto un excursus tecnico, ma cosa c'è dietro questo discorso dell'esercizio provvisorio? Mi permetto di dire che i due mesi devono necessariamente diventare tre o quattro finché non avremo deciso in materia sanitaria, perché il meccanismo di continuità tra l'uno e l'altro è totale. Se si approva entro il 28 febbraio un bilancio e si decide in un certo modo in materia sanitaria nel mese di marzo-aprile, stravolgiamo completamente le previsioni di bilancio. Viceversa, se non si decide prima il bilancio scorre al terzo o quarto mese dell'anno. Quindi ci troviamo veramente in una situazione di navigazione a vista. In questo momento l'esercizio provvisorio non è un atto straordinario è un atto di ordinaria amministrazione, è però il momento in cui dobbiamo interrogarci profondamente su questo problema.
Non farò la dichiarazione di voto, perché come questo atto è dovuto, anche la nostra astensione di minoranza è un atto dovuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Voglio dire al consigliere Favia che sono contento che lui condivida che il "decreto tagliaspese" si applichi anche alle Regioni. Gli manderò una copia del parere del ministro La Loggia e del ministro Tremonti che hanno espressamente assicurato che non si applica né alle Regioni né alle Asl, tanto è vero che è argomento all'ordine del giorno domani.
L'altro problema è che noi domani, nella Conferenza Stato-Regioni avere un incontro specifico con il ministro Tremonti per sapere che cosa succede, quindi non sappiamo nulla perché ancora tutto in scrittura, tutto nelle fasi convulse dell'approvazione finale, quindi oggi no abbiamo alcuna sicurezza in nessun campo, quindi fare un bilancio adesso sarebbe stato farlo semplicemente scambiando i desideri con la realtà.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Si tratta della dichiarazione d'urgenza, quindi occorrono almeno 21 voti. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Proroga dei commissari straordinari delle aziende sanitarie regionali» Giunta (154)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 154 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. In data 11 giugno 2002 la Giunta regionale aveva adottato una delibera con la quale venivano prorogati gli incarichi dei direttori generali in scadenza, trasformandoli in commissari straordinari. Contemporaneamente la Giunta regionale approvava anche la delibera attinente gli indirizzi per il riordino del servizio sanitario regionale in cui esprimeva l'intento, poi concretizzatosi in una successiva proposta di legge presentata nel mese di luglio, di procedere a una riorganizzazione del sistema aziendale nelle Marche, con conseguente riduzione delle aziende sanitarie. Questo indirizzo di riforma del sistema aziendale sanitario era la motivazione del commissariamento delle aziende sanitarie marchigiane.
La Commissione servizi sociale e sanità del Consiglio regionale all'unanimità, in accordo anche con la Giunta regionale, non appena ricevuta la proposta di legge riguardante il riordino del sistema sanitario ha deciso di sospenderne l'esame per procedere ad un esame congiunto della proposta di legge relativa al riordino aziendale e della proposta di revisione del piano sanitario regionale che nel frattempo la Giunta aveva attivato.
Oggi sono scaduti i sei mesi di proroga di commissariamento straordinario delle aziende sanitarie, pertanto la Giunta regionale ha presentato una apposita proposta di legge per la proroga di sei mesi e in ogni caso fino all'approvazione del riordino sanitario degli incarichi degli attuali commissari straordinari.
La motivazione di questa proroga consiste nel fatto che a tutt'oggi non risulta approvata dal Consiglio regionale, quindi non è entrata in vigore, la nuova organizzazione aziendale prevista nella proposta di legge presentata dalla Giunta. In Commissione sono state sollevate obiezioni rispetto alla legittimità di un provvedimento di questa natura; In realtà la legittimità di questo provvedimento è data dalla fonte che lo origina: il provvedimento di proroga infatti, a differenza di quello precedente viene fatto oggi con una apposita legge; Quello precedente poteva essere fatto con una deliberazione amministrativa, perché faceva riferimento ad una apposita norma prevista nella legge di riordino del servizio sanitario regionale del 17 luglio 1996, n. 26 che consentiva, in casi eccezionali, la nomina di commissari straordinari delle aziende sanitarie.
Oggi, attraverso la proposta di legge che questo Consiglio regionale si accinge ad approvare, si determina una fonte normativa di analogo livello e quindi si conferisce piena legittimità all'atto.
Naturalmente la legge in questione riguarda un caso specifico e particolare e non assume carattere di norma generale.
Le cause del ritardo nell'approvazione della proposta di legge presentata dalla Giunta regionale le ho espresse, sono state la decisione unanime della V Commissione di non procedere all'esame della proposta di legge presentata per consentire l'esame congiunto da parte del Consiglio regionale della proposta di legge di riordino insieme a quella del nuovo piano sanitario.
Sul piano politico va indubbiamente rilevato un ritardo oggettivo nell'approvazione da parte della Giunta regionale prima e del Consiglio regionale poi della riforma complessiva del sistema sanitario regionale, ma questo ritardo credo che sia stato opportuno, perché un provvedimento di riforma così importante e decisivo per la regione Marche deve trovare il massimo consenso possibile non soltanto all'interno dell'istituzione regionale ma in modo particolare nella società marchigiana, quindi il tentativo della Giunta regionale di procedere ad una discussione approfondita e dettagliata con le principali rappresentanze sociali di questa regione per addivenire ad una riforma del sistema sanitario regionale il più possibile condivisa, evitando quindi atti di forza e di imposizione, è stato dal punto di vista politico un atteggiamento quanto mai opportuno e necessario, perché una riforma così importante e decisiva non potrà essere realizzata se non attraverso un vasto consenso sociale che va ben oltre i voti che si esprimono nelle sedi istituzionali appropriate.
Non credo che oggi, discutendo di questa legge regionale noi dobbiamo anticipare un dibattito sui contenuti della riforma in itinere che ci vedrà impegnati già nelle prossime settimane, prima in Commissione e poi in Consiglio regionale. Dobbiamo prendere atto della necessità tecnica di un provvedimento come quello che viene proposto, relativo alla proroga degli incarichi dei commissari straordinari e consentire quindi al sistema sanitario regionale di continuare ad essere gestito e governato in attesa di una sua profonda riforma.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Il commissariamento della sanità è lo specchio più evidente dello stato di crisi del settore, il settore più delicato della Regione e del fallimento del piano sanitario regionale 1998-2001.
Nel 1998 il piano sanitario regionale fu presentato come il vero punto di svolta della politica regionale che il nuovo centro-sinistra o la nuova sinistra per meglio dire, che aveva conquistato la Regione nel 1995 portava come patrimonio ad una regione affossata — queste erano le parole di quel tempo — da decenni di centro-sinistra, quello della prima Repubblica, quello della partitocrazia, quello della Democrazia cristiana e del Partito socialista. Questo è stato l'annuncio che i marchigiani hanno potuto ascoltare in quel periodo di discussione. Dico periodo perché si iniziò prima dell'estate, l'atto fu votato dopo l'estate anche per la presenza di un'opposizione attenta, puntuale, in grado di portare al dibattito dei contributi importanti. Quel periodo fu segnato da quel tipo di impostazione. Sono passati quattro anni da quelle scelte, il sistema non è stato né riformato né razionalizzato né posto nelle condizioni di avere puntuale programmazione, scelta in grado di inserirsi in un sistema organico compiuto, risposte ai territori e al cittadino.
Queste non sono mie considerazioni, sono considerazioni che vengono apertamente fatte dalle forze sindacali, dagli operatori sanitari, dai tecnici, soprattutto dai malati, dai pazienti, dai cittadini marchigiani. Sono considerazioni che vengono dalla stessa Giunta regionale, perché se il Presidente D'Ambrosio dichiara sulla stampa ai primi di novembre che siamo a 149 milioni di euro di deficit anno 2002, ritengo che sia la stessa Giunta regionale che abbia confessato ai marchigiani il suo fallimento in tema di programmazione e razionalizzazione sanitaria, perché se siamo a queste cifre di deficit, a questo livello di difficoltà di equilibrio economico-finanziario malgrado tutti i passaggi che sono stati compiuti, soprattutto nel segno delle riduzioni, dei tagli, degli accorpamenti, delle riconversioni — i termini possono cambiare ed essere graduati a seconda della platea, dell'ambiente, della situazione, dell'interlocutore, ma siamo a questo: anche quando parliamo di riconversioni parliamo di reparti che non ci sono più e che vengono sostituiti o dovrebbero essere sostituiti da altro — in realtà si tratta di tagli incerta parte del territorio sostituiti o che dovrebbero essere sostituiti da altro. Quando parliamo di filtri per la spedalizzazione parliamo di distretti, di poliambulatori, di assistenza domiciliare integrata, tutto quello che è nel piano sanitario.
Di tutto questo che cosa è nella realtà delle cose, di tutti i giorni, dei nostri territori, soprattutto delle province che dovevano vivere un periodo di riequilibrio nelle strutture, visto che le scelte del passato, ante 1998, ante 1994, le riforme nazionali, erano state nel segno di una mancata programmazione o di scelte più dettate da spinte localistiche, da forze e pressioni di gruppi che avevano squilibrato il sistema? Penso ad Ancona e alla scelta delle tre aziende ospedaliere, oltre l'Inrca che è istituto nazionale, quindi penso alle duplicazioni di situazioni che significano spesa, penso alla grande discussione che a sinistra c'è stata all'epoca, anche del piano sanitario regionale, perché anche lì si individuò questo problema e si chiese, a sinistra, di ridurre le aziende, addirittura di azzerare l'impatto aziendale, perché c'era una situazione estremista che diceva come il modello aziendale non fosse assolutamente consono alla realtà marchigiana e nazionale.
In realtà quel piano sanitario regionale non solo non ha affrontato quei nodi ma ha dedicato un parte a sé nel "Progetto Ancona", non mettendo mano, già allora, a questa parte di questione regionale fondamentale, senza la quale non si comprende tutta una serie di situazioni e di conseguenze che ci sono state a livello di programmazione sanitaria. In realtà fu lì il discrimine. Ricordo le preoccupazioni di tanta parte di maggioranza per verificare l'effettiva valenza regionale di posti letto e di numeri su Ancona, per verificare l'incidenza effettiva di quel conteggio relativamente alla realtà marchigiana. Per essere più chiari, su 100 ricoveri quanti di valenza regionale dovevano essere attribuiti o potevano essere attribuiti all'ospedale regionale di Torrette o alle altre due aziende ospedaliere? Di tutto questo non se ne fece nulla nel piano sanitario regionale, anzi si rinviò con il "Progetto Ancona", con il considerare a sé un problema che invece doveva rientrare nella programmazione. Oggi, a cinque anni possiamo dire che quella è stata la parte più evidente di errore d'impostazione da parte della Giunta regionale, la parte più evidente di errore di programmazione e quello è stato il nodo gordiano attorno al quale ruota tanta parte di discussione relativamente al sistema sanitario regionale da riformare, perché vediamo che sulle aziende ospedaliere di Ancona c'è molta attenzione, vediamo che sulle altre scelte, quelle relative al riequilibrio e alla redistribuzione dei servizi ci sono tante difficoltà che passano attraverso quel tipo di impostazione iniziale e trovano l'ostacolo proprio in quel tipo di impostazione.
Certo oggi non dobbiamo parlare dello scibile, però vediamo che la Asl unica regionale è diventata quasi un rilancio da parte del Presidente della Giunta e della Giunta, su una discussione che era più fatta "da napoletani" — gioco delle tre carte — che da coscienti amministratori di un settore della vita pubblica che è assolutamente fondamentale non solo per gli equilibri di bilancio regionale ma anche nella vita sociale quotidiana, nell'incidenza quotidiana di questo settore.
Siamo chiamati in Commissione in questi giorni a votare un piccolo atto, quello relativo alle piante organiche della sanità, una cosa che si ripete stancamente negli anni, ma in realtà un atto di grande valenza, perché noi diamo parere alla pubblicazione sul BUR degli elenchi di tutti coloro che sono in organico nel servizio sanitario regionale. La prima cosa che ci siamo chiesti, come Commissione, è stata: "c'è un riassunto?". Poi l'abbiamo ottenuto grazie agli uffici e abbiamo visto i dati: sono 19.000 addetti, più 3.000 in situazione di precariato, con contratti e consulenze. E qui abbiamo la specifica tecnica: quanti medici, quanti dirigenti sanitari, quanti amministrativi. Abbiamo anche il report del secondo trimestre 2002 che dice dell'incidenza del personale sui bilanci di esercizio, un'incidenza crescente, addirittura 20,2% il trend di crescita dell'incidenza, perché siamo passati, con il secondo report del 2002, a 441.630.000 euro, rispetto al 1999, bilancio di esercizio secondo trimestre, di 367 milioni di euro, quindi c'è un trend che si stabilisce intorno al 2,7% di crescita ulteriore rispetto alle crescite che nel 1999 sono state del 20% e nel 2000 del 13,3%, crescita di spesa solo per il personale. Poi beni e servizi 183 milioni di euro, medicina di base 49 milioni di euro, farmaceutica 99 milioni di euro. Interessanti questi dati, perché si capisce anche di che cosa parliamo quando tocchiamo degli aspetti o degli argomenti, perché si parla di spesa farmaceutica, di farmaco generico. Vediamo quali sono le incidenze effettive della nostra spesa regionale riguardo quel tipo di settore e quel tipo di voce di spesa: acquisto per ricoveri 68 milioni di euro, specialistica 17 milioni di euro, altre prestazioni 41 milioni, costi vari 15 milioni. E' un sistema che, su questo, parla di 2.500 miliardi di vecchie lire circa.
Scusi Presidente se ho interloquito con lei un po' impropriamente, però mi è sembrata una mossa tattica più che una scelta frutto di un percorso, tant'è che, dice Ricci, la Commissione ha all'unanimità rinviato. Ma certo perché erano ancora in corso tutta una serie di trattative non solo sull'atto di luglio che è quello del riordino del servizio sanitario ma anche e soprattutto sull'interfaccia di quell'atto che è il programma di riforma del piano sanitario regionale, cioè il nuovo piano sanitario regionale 2002-2005. Se non abbiamo questi elementi, se addirittura c'è una concertazione in atto, significa che è stato un rilancio su un tavolo terribile di poker nel quale la vittima è il bilancio della Regione, sicuramente, perché 149 milioni di euro non lo diciamo noi, lo dice il Presidente D'Ambrosio, malgrado tutti i processi di razionalizzazione che sono stati, in realtà, tagli e mannaie, malgrado la finanziaria dello scorso anno. Che fine ha fatto? Tant'è che siete costretti, quest'anno, a lasciare le cose così come sono, quando l'anno scorso vi eravate impegnati a far sì che quella fosse stata una manovra per il solo anno 2002. Lascerete invariati il bollo auto, +8%; l'Irap e l'Irpef con gli scaglioni più alti d'Italia. E malgrado questo, facciamo 149 milioni di euro di deficit, malgrado la finanziaria, cioè malgrado più entrate. IL deficit vero, quanto è? Se abbiamo fatto più entrate con la manovra finanziaria dello scorso anno e continuiamo a fare 149 milioni di euro, cioè circa 300 miliardi di deficit, dove è andata la maggiore entrata? A ridurre un surplus di deficit. Senza la finanziaria dello scorso anno eravamo a 400 miliardi di vecchie lire. Quella manovra è valsa almeno 100 miliardi di lire circa. Se siamo al deficit di 300 miliardi significa che questi conti in realtà erano molto più gravi. Siamo allora su un trend di peggioramento della situazione e questa situazione non si può affrontare con i balletti che stiamo vivendo e a cui stiamo assistendo per quanto concerne il numero delle Asl, per quanto concerne la nuova programmazione sanitaria che deve significare una svolta.
Ecco perché ho esordito dicendo che il commissariamento della sanità è lo specchio del vostro fallimento di programmazione sanitaria, ecco perché dico che questo atto è un'ulteriore conferma di ciò, perché viene addirittura a prorogare una situazione straordinaria che avevate detto essere da chiudere entro il 31 dicembre 2002, non lo fate, state reiterando un commissariamento grave nelle forme e nella sostanza — nelle forme perché il commissario è sempre un pro-console dell'imperatore, non è una persona che può riuscire a determinare se stesso, le proprie scelte, la propria programmazione, nella sostanza perché non si sta ancora discutendo di nulla a livello sostanziale, di sanità, perché la Commissione V, quest'aula non stanno discutendo di nulla — pertanto questo atto è grave e voteremo contro. I profili di legittimità li ho messi a verbale della V Commissione. A mio avviso fare una proroga con legge su un commissariamento significa avallare la possibilità teorica — ma questo il diritto non lo può consentire — che la sanità sia commissariata permanentemente, perché faremo un'altra legge a giugno e prorogheremo di un altro anno, faremo un'altra legge a giugno prossimo e prorogheremo di un altro anno e così via, senza nessuna soluzione di continuità, cosa che non si può permettere un sistema democratico, trasparente, serio, basato su certezze.
La prima certezza è il fatto che si è avviato un procedimento di selezione, c'è una lista di candidati, questo procedimento è stato interrotto in via transitoria da una delibera di Giunta che è quella che prorogava al 31.12, ma poi non può essere una legge che interrompe u procedimento amministrativo avviato, perché sono state fatte fare domande. Con legge non può essere interrotto, nemmeno con atto amministrativo, anzi sarebbe stato peggio. Ecco perché la legge è una scelta che hanno meditato i colleghi della maggioranza e su questo sono stati molto più prudenti, perché l'atto amministrativo sicuramente non aveva la forza di interrompere un procedimento altrettanto valido amministrativamente che era in corso.
La legge però, a nostro avviso nemmeno essa ha queste potestà, perché teoricamente si svincola un sistema dal procedimento di selezione degli apicali per quanto concerne la direzione aziendale, perché i commissari attuali non sono scelti sulla base di una lista, sono scelti anche fuori dalla lista, non sono i partecipanti a quella selezione o non tutti. Una parte sono quelli che erano ancora dentro. Perciò siamo fuori da qualsiasi meccanismo di selezione trasparente e chiara.
Su questo ritorneremo, non è questo i punto centrale, il mio intervento è soprattutto sulle questioni che ho sollevato prima, politiche e amministrative, finanziarie ma soprattutto sociali, d'impatto sul nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Quando affrontiamo problematiche di questo tipo molto spesso si ascoltano comizi generici, non entrando mai nel merito. Se c'è un responsabile di questa situazione è l'assessore alla sanità Melappioni. Dai banchi delle minoranze poche volte si ascolta o si sente dire queste cose. Qualcuno si gira, forse sarà un po' preoccupato, forse si sente chiamato in causa. Pensavamo, Presidente D'Ambrosio, che nella sua verifica fra i primi assessori da cambiare avrebbe cambiato quello alla sanità, perché in due anni e mezzo ha creato solo caos, confusione, disagio fra i dipendenti. C'è un malumore, un malessere esteso nella Regione Marche che penso lei, intelligente com'è, ha captato, recepito, tanto è vero che in alcune circostanze ha preso in mano la situazione che era sfuggita di mano al suo collaboratore attaccato dai sindacati, da quel sindacato vicino al Governo regionale, che l'ha graziato negando uno sciopero proprio in questi giorni, ma fermo nella critica alla politica del suo assessore. Un assessore latitante nel territorio, che non intende confrontarsi con le istituzioni, per lo meno di una parte, assente nelle interpellanze e nelle risposte e non solo.
La proroga dei commissari non è solo un fatto tecnico, perché bisogna analizzare cos'hanno fatto e cosa stanno facendo questi commissari. Un assessore attento, di fronte ad uno stato di malessere, a segnalazioni avrebbe dovuto comportarsi ben diversamente. Qualcuno doveva essere rimosso in questa fase, non riconfermato. A meno che non siano commissari gestiti e comandati dall'attuale assessore nel bene e nel male e allora sono intoccabili perché agiscono, anche nel male, in nome e per conto dell'assessore. E' quindi molto bravo l'assessore Melappioni, in aula, a far rispettare le regole — l'abbiamo visto anche nell'ultima seduta — ma lo vediamo molto assente nel territorio a non far rispettare quelle regole. Poi entreremo anche nel merito, assessore, e gradirei avere delle risposte chiare e precise, cosa che lei non ha mai fatto. Ho tutta una documentazione, qui, che la riguarda personalmente, perché non è la prima volta che parlo di consulenze d'oro, ma lei non ha mai risposto. Nessuno cenno sui commissari si fa, quando si parla. Come mai? Sono commissari di gradimento anche di alcuni amici delle minoranze? Scelti o magari condivisi insieme nel territorio? Come mai non c'è mai un cenno di critica a un commissario? Si parla di tutto meno che dei commissari argomento all'ordine del giorno.
Preoccupa questa connivenza o questa parvenza di connivenza. Quindi assessore stia molto attento quando fa delle riflessioni e quando parla di riconferme. E' stato bravo nel creare caos e preoccupazione anche nelle maestranze, perché molto spesso sentiamo lamentele degli stessi dipendenti che non sanno quale sia il loro futuro. Tutti sanno le cose, noi sappiamo, da Civitanova, che il reparto di ortopedia si sposta dall'ospedale a una clinica privata, lo sappiamo per vie traverse. Lei è il manovratore dei fili, fa tutto, gestisce in proprio senza che nemmeno i consiglieri regionali vengano a conoscere queste sue decisioni.
Presidente D'Ambrosio mi rivolgo a lei, perché in questo momento, come in passato, l'attuale assessore non è un interlocutore affidabile, con tre cose specifiche per essere breve.
La prima è una richiesta. Per l'ennesima volta il sindaco di Civitanova, presidente della Conferenza dei sindaci, in data 13 novembre diceva "Melappioni, se ci sei, se hai intenzione di partecipare al nostro Consiglio comunale aperto sui problemi della sanità o intendi ritirarti, faccelo sapere, nell'uno o nell'altro caso". Ma a lui non interessano queste cose, ha altre preoccupazioni. Questo è l'ultimo grido fatto il 13 novembre: silenzio assoluto. Interpellanze a non finire che preoccupano: assunzioni strane, Presidente D'Ambrosio, magistrato. A Fermo si assumono in una settimana persone e il giorno dopo un dirigente viene trasferito a Civitanova: silenzio da parte di tutti, denunce alla procura, esposti. Poi, guarda caso, quando il commissario di Fermo si preoccupa, per le vie brevi si tenta di richiamare questo dirigente ma il dirigente di Civitanova riassume a tempo determinato per due anni lo stesso dirigente. E' una cosa assurda e anche verbalmente ne ho parlato con l'assessore, senza avere avuto ancora risposta. E' un fatto gravissimo, se ne sta occupando la procura, perché dipendenti anonimi del fermano hanno denunciato questo caso alla procura. Se ne sta occupando la Corte dei conti perché dipendenti anonimi hanno inviato questo esposto. Non se ne preoccupa l'assessore alla sanità Melappioni perché ha altre cose a cui pensare: forse alla sua poltrona che traballa ogni tanto.
Il terzo caso è ancora più eclatante. Da parte del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica nel 2000 — Asl di Civitanova, commissario che puntualmente viene riconfermato dall'assessore alla sanità — tramite il ragioniere capo dello Stato Monorchio erano state fatte alcune segnalazioni. Nel 2000 è stata fatta una segnalazione alla Giunta regionale, assessorato alla sanità, con tutta una trafila di segnalazioni di irregolarità. Ebbene, caro Presidente D'Ambrosio, qualche giorno fa — il suo assessore ce l'ha sopra il tavolo — c'è stato un sollecito da parte dell'ispettore generale capo sempre del Ministero, che dice "come mai, caro assessore, non hai risposto a questo, questo e questo dopo due anni? Che cosa hai fatto in questo periodo?. Poi: "Si invita pertanto nuovamente codesta Regione a voler fornire con ogni sollecitudine informazioni sulle iniziative adottate per consentire l'individuazione delle irregolarità rilevate". Questo è il suo collaboratore alla sanità. Pensate in mano di chi ci troviamo, un assessore che nemmeno controlla l'ordinaria amministrazione, delle irregolarità da parte dei commissari nominati. Qui si parla di pranzi, di altre cose. Come può un assessore portare avanti un piano sanitario quando non controlla il minimo di un'azienda sanitaria per recuperare, per non far sperperare del denaro pubblico? Mi meraviglio che i commissari non vengano mai messi nel mirino. Non ho niente contro il dott. Mascaro, ma di fronte a una situazione del genere, che qualcuno dica che la proroga dei commissari è un fatto tecnico, è cosa assurda. Mi auguro che per lo meno lei, Presidente D'Ambrosio, riesca a dare una risposta non a me ma anche alla collettività civitanovese, perché sono in ballo i soldi di tutti noi civitanovesi. Peccato che non riusciamo ad avere risposte e peccato che non riusciamo ad avere un interlocutore.
Ecco allora che mi auguro che i colleghi della minoranza pensino un po' più a come si comportano questi commissari, anziché parlare di tutto e di nulla. Parlare di tutto significa solo mettere sotto tutela l'assessore alla sanità, significa non criticare il suo operato, significa avallare scelte scellerate come successo in tre Asl: una persona assunta e dopo una settimana trasferita in Ancona. Fatto naturale, fatto normale. Abbiamo fatto interrogazioni in tal senso, ma non abbiamo mai avuto risposta, perché forse l'assessore è impegnato più a verificare dove si fanno i concorsi, oppure a rispondere a qualche telefonata di qualche consigliere regionale. Ma questa non è la sanità che vogliamo noi, caro Presidente D'Ambrosio. Noi siamo pronti a fare dei manifesti in tutta la regione Marche in cui scrivere "Questo assessore alla sanità chi l'ha visto?", invitando i cittadini marchigiani a riflettere sul perché non si fa nulla per evitare lo sperpero nella sanità marchigiana, sul perché non si fa nulla per migliorare la sanità marchigiana e sul perché anche lei, Presidente, tiene ancora al suo posto un assessore che in molte circostanze è stato in bilico, non sappiamo per quali equilibri o per quali giochi di partito è ancora al suo posto, non certo per meriti, visto come si sta comportando e come sta gestendo la sanità marchigiana.
Per quanto ci riguarda il voto sarà nettamente contrario, in attesa di avere quelle risposte che da mesi e anni attendono e che non sono mai arrivate.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

LUIGI VIVENTI. Voi sapete che circa un mese fa avevo chiesto la convocazione di un Consiglio regionale per trattare il problema della sanità, perché ritenevo e ritengo che da oltre un anno si parla di questo problema essenziale per la nostra vita comunitaria in tutte le sedi tranne che in quella istituzionale che è il Consiglio regionale. Ciò non è avvenuto, non avviene, sicuramente ancora oggi parliamo di una proroga dei commissari straordinari che ovviamente, come argomento lo sfiora ma non lo impregna nel suo contenuto più essenziale.
Mi si consenta di distinguere le dichiarazioni che faccio a nome del gruppo Udc. Non penso che il problema sia quello dell'assessore Melappioni. Credo onestamente che qualsiasi altra persona si fosse trovata al suo posto avrebbe incontrato delle grandi difficoltà, questo non ce lo possiamo nascondere, altrimenti faremmo politica non di alto livello ma di basso livello. Questa è una verità, però a fianco c'è un'altra verità: è impensabile che dal dicembre dello scorso anno, quando avete approvato una manovra finanziaria per coprire il buco della sanità ancora siamo in assenza di decisioni. Questa è una responsabilità che non si può addossare all'assessore alla sanità, sarebbe troppo facile, troppo comodo. Questa è una responsabilità dell'intera Giunta, dell'intera maggioranza di centro-sinistra. Si perde circa un miliardo di vecchie lire al giorno e si continua a rinviare. Adesso proroghiamo questo incarico, abbiamo prorogato altre cose. Non è possibile. C'è necessità che chi amministra si assuma delle responsabilità. Stando all'opposizione ho fatto delle proposte impopolari e qualcuno mi ha anche detto "vai a fare il salvatore della patria?". Non vado a fare il salvatore della patria, dico che siamo di fronte a un problema serio, di grande rilevanza che va affrontato con grande decisione. Se c'è la necessità di prendere dei provvedimenti vanno presi. Chi amministra non può pensare di accontentare tutti. E' come il Governo Berlusconi. Sfido un altro presidente del Consiglio che si trova a gestire una crisi economica internazionale di incredibile rilevanza, a fare meglio. Anche il dollaro sta frenando, pensate alle calamità naturali che si sono abbattute su questo nostro paese in pochi mesi. Chiunque si sarebbe trovato in difficoltà a gestire un bilancio pubblico che da sempre è sbrindellato. Quindi fare opposizione solo su questi temi è puerile, non ha senso. Così come se noi dall'opposizione dicessimo che il problema del buco della sanità è tuta colpa della sinistra e del centro-sinistra. Non è vero nemmeno questo, però non possiamo fermarci qui e continuare a perdere mesi e anni senza prendere delle decisioni, che possono essere anche dolorose in parte, ma vanno prese.
Per forza ci deve essere la proroga, come si fa ad andare avanti? Il piano sanitario non è pronto, la legge non c'è il riordino non c'è, è chiaro che vanno prorogati questi commissari, altrimenti mandiamo tutto allo sfacelo.
Nonostante il giudizio estremamente negativo sulla gestione della sanità — credo che anche voi consiglieri di maggioranza siate d'accordo con me su questo giudizio negativo — ritengo che votare contro la proroga dei commissari significherebbe proprio, perché significherebbe dire "decretiamo la paralisi totale". Non lo possiamo fare, quindi probabilmente mi asterrò su questa proroga. Non voterò contro perché il voto contrario è una testimonianza politica di avversione rispetto a questa scellerata gestione da parte vostra di questo problema e lo capisco, però, d'altra parte non avrebbe alcun significato tecnico-amministrativo. Siccome siamo governanti di questa Regione anche dall'opposizione con il nostro minimo contributo, facciamo la proroga, ma vorrei questa mattina un impegno serio da parte della maggioranza, del Presidente della Giunta, del Presidente del Consiglio a dire "subito dopo le feste portiamo in aula il riordino della sanità marchigiana". Siamo in ritardo stratosferico, quanto meno questo, poi proroghiamo di due o tre mesi non è questo il problema. Ma non possiamo ancora continuare a perdere soldi senza prendere decisioni o magari solo diluire al 2003 pagamenti di competenza del 2002 per non farli figurare come perdite sul bilancio 2002. Non è questo il modo di governare, amici e colleghi del centro-sinistra.
Caro Ricci, tu hai fatto una relazione nella quale hai provato a giustificare, cosa dovevi fare? Al posto tuo anch'io mi sarei dovuto arrampicare sugli specchi. Va bene la legge, la proroga, ma il problema è politico, il problema è che stiamo affogando nell'indecisione e questo non è pensabile. Ripeto, se c'è da prendere provvedimenti anche impopolari, si devono prendere. Se c'è da fare un sacrificio, si fa.
Voi sapete che quando sono venuti alcuni ministri li ho anche contrastati perché alcuni hanno detto delle cose amene senza conoscere la realtà. Al ministro Sirchia ho scritto dicendo "ha detto delle cose senza conoscere la realtà marchigiana". Lo stesso ho detto al ministro La Loggia quando si parlava di devolution. Ho detto al presidente Berlusconi che se io mi fossi trovato a prendere in mano la gestione del "paese Italia" subito dopo la vittoria nelle elezioni, avrei detto "questa è la situazione — certificata dal ragioniere capo dello Stato Monorchio, non un politico ma un tecnico — in cui il centro-sinistra ha lasciato le casse dello Stato" e voi sapete che erano situazioni ben penose. Se invece uno dà ad intendere che tutto va bene, che tutto funziona, che "faccio tutto io", "penso a tutto io", è chiaro che nei momenti di difficoltà ci sono altrettante difficoltà ad andare a spiegare ai cittadini che non è vero che tutto va bene, non è vero che tutto è facile ecc.
Il tratto distintivo dell'amministratore, al di là del politico, è la serietà comportamentale. Si dicono le cose come stanno. Noi cosa andiamo a raccontare ai cittadini marchigiani, sulla sanità, le favole? Io ho detto che siccome i 270 miliardi su 4.400 della sanità rappresentano non più del 6-7%, non è vero che questo costituisce un dramma enorme. Si risanano aziende con una percentuale di indebitamento del 25-30%. con provvedimenti mirati e strutturali adeguati si riesce a rimetterle in linea. Però è incredibile che ogni sindaco che protesta, ogni consigliere comunale che urla accontentiamo quello, andiamo dietro l'altro. Non si può fare l'amministratore così, altrimenti non arriviamo mai alla fine. L'opposizione fa il suo mestiere, protesta ecc., quello della maggioranza difende il suo territorio, però chi amministra una decisione la deve prendere.
Mi aspetto dal dibattito di oggi — questa è l'opinione dell'Udc — che esca con chiarezza un impegno della maggioranza affinché a gennaio si porti in discussione in quest'aula il piano sanitario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Ho preso la parola per dichiarare il mio voto contrario a questa proposta di legge per due ragioni. La prima è che questo Consiglio regionale è esautorato nelle scelte di politica sanitaria. Gli atti aziendali dei commissari valgono ben più di tutta la Commissione sanità ma anche addirittura, purtroppo, di quest'aula consiliare. Faccio degli esempi. Non voglio soffermarmi sulla questione della privatizzazione della sanità pesarese tramite Irccs, perché se ne è abbondantemente parlato in questa aula consiliare, voglio parlare della eventuale o mai realizzabile seconda cardiochirurgia nelle Marche.
Valutare i risultati delle scelte fatte nel precedente piano sanitario — una sola cardiochirurgia, l'aziendalizzazione sfrenata con il lavoro a cottimo del primario cardiochirurgo — è sicuramente un tema di discussione. Poi si può risolvere e decidere nel modo che questo Consiglio regionale vorrà fare. Non c'è dubbio che i dati dicono che varrebbe la pena di cambiare strada, ma adesso non entro nel merito perché ci sarà modo di discutere di questo. Il fatto che non si faccia una seconda cardiochirurgia perché le sale operatorie invece di tre diventano quattro e l'abbia deciso il direttore generale dott.ssa Bentivoglio, mi sembra quanto meno molto, ma molto grave, sia dal punto di vista delle scelte nel merito, perché le ritengo sbagliate, sia dal punto di vista della discussione nei rapporti fra istituzioni. Abbiamo passato tutta l'estate ad avere contatti con le istituzioni pesaresi (Comuni, Provincia, sindaci) e si è ventilato che forse si poteva anche discutere di cardiochirurgia o forse no, nel senso che nessuno obbliga il Consiglio regionale a programmare questa scelta. Nessuno si poteva immaginare che si decidesse, in un bando di gara fatto il 29 agosto di quest'anno, di acquistare già le attrezzature per la quarta sala operatoria. Allora di cosa stiamo parlando? Quello che dovrebbe essere un problema tecnico, in verità è un handicap giuridico, perché se non c'era questo handicap giuridico che il Consiglio regionale doveva votare non avremmo neanche votato questo.
Gli atti dei direttori generali valgono tanto, valgono troppo, fanno programmazione sanitaria. Non va bene al di là di quello che uno nel merito vorrebbe mettere dentro questa programmazione sanitaria.
I commissari stanno lavorando come se la Asl unica l'avessimo già votata. C'è chi come me non la voterà mai, quindi dare una proroga tecnica a una Asl unica che sta già in itinere cominciando a funzionare non è possibile e per queste ragioni credo che valga la pena di votare contro, se non altro per segnalare dentro la maggioranza un dissenso che è di chi non vuol delegare a commissari nominati dalla Giunta — lo posso dire anche perché non votai la delibera di Giunta che li istituì — la quale ha partorito il disegno della Asl unica, un disegno che l'11 giugno era in itinere ma adesso diventa concreto. Tanto più se i giornali hanno ragione. Spero che non abbiano ragione, in cuor mio, i giornali che questa mattina fanno la sintesi del piano sanitario licenziato dalla Giunta, perché se la tabella dei posti letto, il riferimento al numero dei distretti fatto dalla Asl unica o non si sa bene da chi, la Conferenza dei sindaci o i commissari... Io sono contraria sia che siano i commissari a fare la programmazione dei posti letto, sia che la faccia la Conferenza dei sindaci, quindi vorrei capirci meglio. Credo che la sintesi giornalistica sia stata forzata e che invece l'atto quando lo leggeremo tutti e ce lo studieremo, dopo le vacanze, possa consentire una buona discussione a questo Consiglio regionale ed entrare poi nel merito.
Ho questa speranza di entrare nel merito a gennaio, però oggi, purtroppo, devo votare contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

DAVID FAVIA. Credo che tutta una serie di casualità come oggi siano un segno del destino. parliamo di questa proposta di legge poco dopo aver parlato dell'esercizio provvisorio, parliamo di questa proposta di legge nella giornata in cui speriamo che il Presidente ci venga a rendere conto, come ha chiesto il nostro capogruppo Giannotti e come si sta leggendo sui giornali, di questo attacco al commissario di Pesaro Gardi che è veramente una cosa allucinante, un'attività da regime dittatoriale: siccome ha dato fastidio al manovratore, siccome ha sposato l'"operazione Lucarelli", l'"operazione Irccs" al San Salvatore, allora deve essere rimosso, deve essere ucciso. Questa è la giornata in cui apprendiamo dalla stampa — e qui do ragione alla collega Cecchini — dell'ennesimo schiaffo a questo Consiglio regionale: la Giunta non ha avuto nemmeno il buon gusto di preannunciare il trasferimento del piano sanitario ai singoli consiglieri regionali perché abbiano modo, anche se trattasi di una pre-adozione, di ragionarci sopra come farà il comitato economico e sociale, come faranno le categorie. Continuiamo a trattare con delle rappresentanze in qualche modo improprie, nel senso che sono ovviamente rappresentanze importanti della società civile, ma le rappresentanze politiche di tutti stanno in quest'aula e invece la Giunta continua a svolgere una trattativa extraistituzionale, al punto quasi da sembrare prigioniera di alcune di queste extraistituzioni, salvo uno scatto d'orgoglio che ho letto ieri con un qualche piacere, pur nell'immensità della critica che gli faccio, del Presidente D'Ambrosio che ha detto "nonostante tutti questi lacci e lacciuoli dobbiamo andare avanti".
Che il Presidente D'Ambrosio tenti di divincolarsi dalla prigionia nei confronti della Cgil? Sarebbe auspicabile ma non lo so. Fatto è che questo piano sanitario, del quale conosciamo soltanto alcune tracce dai giornali, che speriamo ci venga consegnato, scontenta tutti. E' riuscito nell'obiettivo di scontentare tutti, non solo l'opposizione ma tutta la società marchigiana.
E' chiaro che questo provvedimento che ci viene sottoposto oggi riceverà un voto politico negativo.
Ricordavo prima che sanità e servizi sociali costano 4-5 mila miliardi all'anno ed è fuori dal mondo, anche se la centralità della persona e dei servizi alla persona è fondamentale, questo è indubbio, quindi non si deve dire che i richiami ad una corretta gestione della spesa pubblica fatti dal Governo Berlusconi siano una manovra per tagliare i servizi, perché si possono lasciare i servizi alla persona come sono, si può incrementare la qualità di questi servizi semplicemente tagliando gli immensi sprechi che più di una volta abbiamo individuato nei bilanci.
Prendiamo atto, da questa proposta di legge, della incapacità gestionale di questa Giunta che ancora non è stata in grado di partorire un piano sanitario. Ha partorito un contenitore, cioè la legge dell'estate scorsa, che tra l'altro è contestatissima — quella della Asl unica — prima del contenuto, mentre correttamente avrebbe dovuto prima fare il piano sanitario e poi decidere come, strutturalmente, attuarlo. Un piano sanitario che manca completamente di coraggio, da quelle poche notizie che possiamo avere, che addirittura delega ai sindaci, al territorio le scelte più difficili, più dolorose di programmazione e di legislazione che la Regione dovrebbe fare. E' chiaro che la materia è pericolosa politicamente ed elettoralmente, una materia intricata, nella quale mi spiace constatare che questa Giunta non sa mettere le mani per mille motivi, forse, per primi, i motivi elettoralistici, politici e di convenienza territoriale.
E' noto che noi non siamo appassionati al dibattito sulle Asl, vogliamo parlare prima del contenuto, vogliamo una sanità di qualità vicina al cittadino, ci sta bene anche lasciare le Asl nel numero in cui sono, perché non crediamo che sia l'Asl unica a portare al risparmio ma una seria riforma strutturale può portare a risparmiare centinaia e centinaia di miliardi che vanno sicuramente risparmiati.
Non credo che i tempi della riforma sanitaria siano tempi brevi come ci si vorrebbe far credere. C'è una totale contrarietà della società civile, quindi saranno necessarie ulteriori mediazioni. Prendiamo però atto che questa proroga tout-court dei commissari significa non decidere, significa non dare nessun tipo di segnale. Aspettiamo gli interventi dei membri della maggioranza: l'intervento della Cecchini non mi pare beneaugurante per questa maggioranza. Aspettiamo gli interventi dell'assessore alla sanità e del Presidente D'Ambrosio che ci sembrano avvitati su loro stessi e assolutamente incartati.
Prendiamo atto di alcune notizie qua e là che non ci rasserenano minimamente perché ci fanno pensare che si andrà avanti su questa strada disastrosa che non ristrutturerà la sanità e non consentirà alla sanità di risparmiare, anzi continuerà ad esserci questo buco di bilancio che obbligherà la Giunta ad incrementare ulteriormente una tassazione che è la più alta d'Italia e forse, nell'assaggio dell'attacco a Gardi abbiamo l'idea de perché questa Giunta vuol fare la Asl unica: perché danno fastidio dei dirigenti che ragionano con la propria testa. Allora l'accusa che noi facciamo fin dall'inizio della Asl unica come strumento elettoralistico, come strumento di gestione del consenso, probabilmente viene confermata da quello che sta succedendo a Pesaro.
Abbiamo un Governo che a Pesaro ha offerto i fondi dell'istituto di ricerca, che peraltro io avevo chiesto anche per il Lancisi, ci si viene a dire che non va bene perché se il San Salvatore con dentro la scuola di ematologia del prof. Lucarelli fosse un Irccs, solo perché il commissario o l'organo amministrativo verrebbe nominato dal ministro della salute e non dalla Giunta regionale allora, in questo caso, l'ospedale andrebbe fuori dalla possibile gestione della programmazione sanitaria. Credo che discorsi di questo genere siano una follia. Noi abbiamo avuto incontri con il Ministero della sanità, sappiamo perfettamente che il Ministero non può imporre niente, non vuole imporre niente ma cerca un dialogo con questa Regione alla quale va l'iniziativa gestionale, programmatica e politica, sono mesi che ci stiamo sgolando a chiedere a questa Regione un rapporto più concreto, più fattivo, più produttivo con il Ministero della sanità che è disponibile a venire incontro al sistema sanitario marchigiano, ma le Marche non vogliono dialogare con il Governo Berlusconi. So per certo che il Governo concederebbe l'istituto di ricerca — lo sappiamo dai giornali — al San Salvatore, probabilmente lo concederebbe anche al Lancisi e al Salesi, così come interverrebbe nella fondazione se la Regione lo chiedesse, ma ancora una volta vediamo che la Regione pone come uno dei suoi obiettivi prioritari escludere il privato dalla sanità. Noi non siamo per una privatizzazione della sanità, non siamo per la sanità dei ricchi, siamo perché tutti, a spese pubbliche, possano decidere come e dove farsi curare. La risposta del piano sanitario, da quello che abbiamo visto con il taglio dei posti letto, è "più letti al San Salvatore di Pesaro, il massimo del taglio dei letti nelle case di cura private". Se questa è una logica penso che siamo molto lontani.
Questo piano continua nella sua volontà di voler uccidere due eccellenze della nostra regione, il Cardiologico e il Salesi, non posso condividere l'attacco fatto prima dalla collega Cecchini al Lancisi perché tutto si può mettere a posto, tutto si può registrare ed aggiustare, ma il Lancisi è sicuramente un'eccellenza non di Ancona, non della nostra regione ma del centro Italia, quindi questo attacco che gli viene fatto è assurdo. Noi non siamo sfavorevoli al trasferimento a Torrette perché crediamo che i luoghi fatiscenti dove i medici del Cardiologico esercitano la propria attività vadano abbandonati, ma credo che sia una follia far perdere l'autonomia sia al Lancisi che al Salesi, perché soltanto l'autonomia potrebbe conservare gli alti livelli di specializzazione che ci sono oggi. Ma per autonomia intendo quella gestionale e di bilancio che con la progettazione sanitaria che c'è non ci sarà più, perché comunque il bilancio dovrà essere concordato con un direttore generale che potrà rivolgere le proprie priorità ad altri settori, quindi tagliare quegli investimenti che sono stati fatti bene da questa amministrazione del Lancisi e che forse, un domani, non potranno essere fatti.
Credo che questa Regione andrà contro anche un'ulteriore proposta che sta venendo sul tavolo, quella di non far incorporare il Salesi e il Lancisi da Torrette ma di fare una fusione — questa per noi è solo una subordinata — fra i tre enti i quali tutti e tre abbiano una loro direzione equivalente come potestà e come potere, più sopra un direttore generale. Chiedo cioè che in subordine, ma molto in subordine rispetto all'autonomia, ci sia una vera equivalenza di poteri fra le tre entità che dovranno convivere a Torrette.
Ultimo problema che pongo è quello della spesa farmaceutica. Dopo l'abolizione del ticket la spesa farmaceutica è volata, mi pare che sia aumentata del 22% in un anno e di un ulteriore 10% sul 22% in questo scorcio di 2002. Leggo sui giornali di questa mattina che forse c'è una timida apertura verso l'introduzione del ticket mentre sui giornali di ieri c'era invece una chiusura totale. Credo che si dovrebbe ragionare, come sta da mesi dicendo il presidente di Confindustria, su una reintroduzione di un modesto ticket, non tanto come supporto alla spesa sanitaria, alla spesa farmaceutica, quanto come deterrente per una spesa che probabilmente viene fatta fuori luogo, probabilmente andrebbe fatto un accordo con i medici di base con il territorio. Vedo con piacere, tuttavia, che uno dei punti sui quali ci si sta battendo è quello dell'abbassamento dell'ospedalizzazione e di una maggiore connessione tra gli ospedali medici di base e la medicina del territorio. Anche il controllo della spesa farmaceutica andrebbe inserito in questo contesto, perché ad esempio ci sono nazioni dove le cure vengono date contate, misurate. Credo che in Italia e nella regione Marche che è una delle più alte come spesa farmaceutica, andrebbe introdotto questo buon senso, perché anche in questo settore c'è uno spreco eccessivo.
Alla luce di tutto ciò preannuncio il nostro voto contrario a questa proposta di legge, mi auguro che la pre-adozione del piano sanitario venga portata rapidamente a conoscenza anche dei consiglieri regionali, ma aspetto risposte alle problematiche che casualmente oggi sono venute sul tavolo. Se il buon giorno si vede dal mattino e queste sono le vere notizie, quelle che filtrano dai giornali, il nostro parere, come sempre, non potrà che essere negativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Intanto avrei una richiesta da fare: gradirei molto la presenza in aula del Presidente in aula.
Credo che oggi la Giunta regionale con questo atto tocca il fondo rispetto al fatto che ci viene a proporre, a un anno dalla scadenza del piano sanitario regionale, un atto tecnico, si dice, che poteva essere benissimo evitato se la Giunta regionale avesse adempiuto ai propri doveri e avesse corrisposto alla esigenza e al diritto dei marchigiani di avere uno strumento di programmazione sanitaria nei termini previsti. Questo è il dato. Noi, oggi registriamo 365 giorni di ritardo rispetto alla scadenza dello strumento in vigore.
Questo atto conferma, se ce n'era bisogno, l'incapacità di questa Giunta regionale a governare i problemi della sanità. Questo è un dato acquisito se tutti pensiamo alla lunga telenovela che ha avvinto in qualche modo i marchigiani in questo anno, dalle prime denunce di Forza Italia sul tentativo di smantellare le unità sanitarie locali a cui corrispondevano gli accorati proclami di Silenzi, della Mollaroli e di Tontini: "giammai chiuderanno le Asl di Fano, di Civitanova". In quest'aula hanno riecheggiato queste considerazioni. La Amati: "Senigallia non si tocca". Di fronte a ciò, noi oggi registriamo la caduta finale su un atto come questo.
Un anno speso inutilmente rispetto all'emergenza principale della sanità marchigiana che è quella del tracollo finanziario. Un anno che non è servito certamente a porre rimedio ai problemi del deficit che hanno già prodotto un guasto irrecuperabile. E' bene che i consiglieri si ricordino che un anno fa, in questa stessa aula votammo la manovra finanziaria più pesante d'Italia. Le Marche sono l'unica Regione che ha rubato dalle tasche dei propri cittadini più addizionale Irpef, più bollo, più Irap, questa è la verità. E questo in un contesto di risanamento della sanità che non ha prodotto il risultato, con la conseguenza grave che quella manovra è stata reiterata e avrà validità anche quest'anno, ma noi diciamo anche il prossimo anno, probabilmente non riuscirete ad annullarla nemmeno nell'anno delle elezioni quando dovrete cercare di ri-catturare il consenso.
E oggi è ancora in discussione la proposta di azienda unica, l'unico atto che ci è dato di conoscere è questa proposta dell'azienda unica e solamente oggi ci è stato detto che la Giunta regionale ha pre-adottato lo strumento principe di programmazione sanitaria che è il piano di riordino, rimesso alla consultazione.
Ho prima insistito con il Presidente dicendo che questo è un atto definito, quindi un atto che doverosamente dovrebbe questa mattina essere sul tavolo di tutti i consiglieri regionali, ed è un grosso limite sul piano della correttezza istituzionale che il sottoscritto abbia dovuto chiedere per iscritto di avere copia di questo strumento.
C'è stato un anno di concertazione, un anno di impegno a tutto campo, una rottura complessiva con buona parte della società marchigiana. Prendo per buono il commento dei sindacati: sostanzialmente, oggi siamo ancora di fronte ad una riforma che non è tale, perché si dovrebbe affrontare il problema della riforma, dell'adeguamento del sistema sanitario affrontando i nodi veri che sono quelli della farmaceutica, quindi interrogarsi sul senso di mantenere ancora questa franchigia per il ticket, il problema della mobilità passiva. Lo stesso consigliere Cecchini segnalava il dato, allarmantissimo, che non c'è un calo di questo settore della spesa farmaceutica. E' di poco tempo fa quanto pubblicato da Il Sole 24 Ore che segnala le Marche fra le nove Regioni in cui la spesa farmaceutica ha superato la media nazionale, quindi è ancora largamente fuori controllo.
Siamo di fronte a questa situazione, quindi il 2001 è stato un anno perso anche per la sanità. Non credo che l'intesa politica raggiunta all'interno della maggioranza dia la possibilità a questa Giunta in affanno di respirare. Questa Giunta ha fallito sul piano della gestione dei conti, fallisce sul piano della sanità, è fallita sul piano della cultura, è fallita sul piano delle politiche industriali misurate dietro gli interessi di qualche grande azienda regionale. E' fallita sul piano del turismo rispetto al quale non c'è ancora oggi un abbozzo di riforma rispetto al fallimento dell'Aptr, rispetto alla novità importante dei distretti turistici.
Quello che abbiamo di fronte è una logica centralistica del sistema sanitario che la Giunta vuole a tutti i costi perseguire, che rappresenta solo una indebita occupazione del potere da parte di burocrati di partito, sensibili solamente ai bisogni della politica più che a quelli dei cittadini.
Noi abbiamo già detto che siamo contrari a questo atto che in qualche modo conclude un percorso molto discutibile, quello della scelta dei manager delle aziende, scelta fatta non sulla base di capacità di una esperienza acquisita sul campo, ma solo di valutazioni di convenienza politica, scelta che ha potato non meno di qualche mese fa a licenziare in tronco alcuni di questi direttori generali per sostituirli con personale sanitario non adatto e comunque funzionale al disegno della razionalizzazione selvaggia. Una scelta che noi non ci sentiamo assolutamente di condividere e, al di là del fatto tecnico legato al rinnovo, credo che una esplicitazione del nostro dissenso rispetto alla gestione della politica sanitaria, quanto meno oggi andava fatto.
Voglio rubare tre minuti del mio intervento per una piccola appendice: le motivazioni che stanno alla base dell'avvio della procedura di licenziamento del direttore generale dell'azienda ospedaliera di Pesaro sono inesistenti. Ho letto e riletto la lettera che il direttore generale del dipartimento sanità ha inviato. Gardi viene condannato per un diritto di opinione, cioè la partecipazione di un convegno a cui ho anch'io partecipato, dove ha illustrato i termini della proposta dell'istituto di ricerca che è pari alle partecipazioni del dott; Zuccatelli ai convegni politici di partito. E allora, se c'è un richiamo da fare lo si deve fare anche al direttore generale del dipartimento sanità che ha fatto cose più gravi, ha partecipato ad iniziative politiche, di una parte politica, non di una associazione che rappresenta la società. Motivazioni inesistenti, perché se c'era un rimprovero da fare a Gardi, la partecipazione ad una commissione interministeriale, andava fatta nel momento in cui veniva nominato. Mi sembra veramente fuori luogo farlo sei mesi dopo. La verità è che oggi assistiamo ad una resa dei conti fra la Giunta regionale e il gruppo dirigente diessino delle Marche contro un uomo che avrà mille difetti, che ha avuto comunque il merito di aver difeso con forza la specificità della propria azienda, di aver posto l'esigenza di un ammodernamento della struttura attraverso la proposta dell'Irccs, di aver dato un contributo alla riqualificazione dell'azienda. Questo è uno schiaffo ai Ds pesaresi che escono sconfitti, perché il vero sconfitto da questa vicenda è il sindaco di Pesaro Giovanelli che ha giocato tutta la sua autorità su questo. Esce sconfitto il gruppo dirigente dei Ds, esce sconfitta una città. Tu stai ad Urbino Tontini e forse queste cose non le senti, ma fai male perché sei votato in tutta la provincia. Questo atto è una sfida alla città di Pesaro, di cui la Giunta regionale e il gruppo regionale Ds si assumono tutta la responsabilità sul piano politico e se voi accettate siete sostenitori di questa scelta.
Ho detto che questa è una sconfitta per le Marche, una sconfitta della Pesaro che ragiona, non della Pesaro compatta dietro le ideologie e dietro gli interessi.
Voglio dire solo una cosa perché rimanga alla storia di questo Consiglio regionale e perché sia evidente all'assessore Silenzi che ne aveva fatto un cavallo di battaglia. (Interruzione). Anche tu, Luchetti, devi smettere di giocare su due tavole come i bari. I tuoi amici sostengono a Pesaro una cosa di cui tu sei partecipi e tu ne sostieni un'altra ad Ancona, vedi il problema della chirurgia dell'ospedale di Pergola. La proposta della Giunta è di taglio, però voglio vedere se voterai il piano sanitario con quella previsione.
Ma a parte questo, non ho capito: oggi, con questo atto la Giunta regionale certifica il suo definitivo no alla realizzazione dell'istituto di ricerca a Pesaro, sia parziale, sia graduale, sia intero. Questa decisione di tagliare la testa a Gardi ha questo significato e ha un'altra conseguenza. Tutti voi sapete — nessuno ha il coraggio di dirlo — che l'intenzione è quella di fare in modo che a Pesaro non continui l'esperienza della scuola di Talassemia. E non venitemi a dire, fra due settimane, che le conseguenze che deriveranno da questa scelta per la scuola di talassemia è colpa della volontà del Governo. E' colpa della Giunta regionale che non l'ha mai voluta, che l'ha sempre osteggiata e che oggi, con questo atto conclude anche un'esperienza di solidarietà internazionale che ha fatto il giro del mondo e che rappresenta un vanto per la città e per le Marche. Tutto il resto sono bugie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Farò un breve intervento perché molte cose sono state dette, altre cose sono state dette in altre occasioni, quindi bisogna apportare elementi di novità nel dibattito.
Sulla figura di Andreotti si può discutere, ci sono alcuni che ne parlano bene e altri che ne parlano male, però una cosa è certa: che Andreotti capiva di politica e forse capisce di politica. Lui sosteneva che quando non si sa come decidere è meglio rinviare. La Giunta regionale D'Ambrosio ha fatto proprio l'insegnamento del grande Andreotti e rinvia continuamente.
Nella scuola di pensiero di Andreotti il rinvio era una pratica politica. La Giunta D'Ambrosio ha cominciato al politica del rinvio già un anno e mezzo fa quando si cominciò a porre all'ordine del giorno il problema dell'emergenza sanitaria, arrivammo al 19 dicembre dell'anno 2001 a fare il provvedimento urgente di natura economico-finanziaria, cioè la manovra sull'aumento di Irap, Irpef, bollo nonché tagli, abbiamo utilizzato tutto l'anno 2002 per rinviare. Necessario passaggio di questa politica la proroga di sei mesi ai commissari straordinari, i quali si trovano in una situazione molto complessa, perché da una parte avrebbero un potere teorico quasi assoluto, dall'altra parte non possono decidere niente perché vengono convocati una o due volte a settimana dal commissario vero, che è il dott. Zuccatelli, un super commissario che avete nominato in primavera; devono spalmare sul territorio le decisioni che prende il super commissario, di fatto non hanno alcuna capacità decisionale.
Tra l'altro — e questa è l'essenza vera — i commissari in carica sanno che il loro destino è segnato, per cui in genere vanno in giro ma a cercare nuovi lavori. Giustamente un commissario che sa che tra pochi mesi cesserà il suo rapporto con le strutture pubbliche sanitarie, frequenta i luoghi del potere — in questo momento luoghi del centro-destra — e, pur nominato dal centro-sinistra è lì a chiedere incarichi, consulenze per il futuro.
Se riflettiamo su come stanno le cose, ci troviamo di fronte a un sistema commissariale prorogato per altri sei mesi che di fatto non governa, un super commissario che non è commissario ma solo dirigente del dipartimento dei servizi alla persona, che governa ma non ha i poteri di commissario, che però di fatto rende le decisioni e uno sfilacciamento complessivo della situazione che secondo me pesa soprattutto sull'organizzazione sanitaria e sulle spalle dei marchigiani. Nessuno sa come andrà a finire e non lo sa neanche la Giunta, perché ho letto le indiscrezioni sulla stampa e mi sono permesso oggi di parlare con un sindacalista della Cgil per saperne di più — perché bisogna andare alle fonti — e questo documento pre-adottato di fatto non prende le decisioni, è un altro documento di rinvio che non entra assolutamente nel merito delle decisioni. Si ripete l'"operazione Mascioni" di qualche anno fa. Se ricordate, quando Mascioni presentò il piano sanitario regionale, dette dei criteri, ma per evitare conflittualità e opposizioni forti anche dai suoi territori dove era eletto dove indubbiamente ha un peso politico forte e dai territori di tutta la regione, anche dai sindaci organici politicamente alla maggioranza, disse: "Questo documento non contiene decisioni sui tagli, sulle scelte, sulla riorganizzazione, contiene dei criteri, i criteri saranno in qualche modo utilizzati dai direttori generali che faranno le scelte conseguenti". In questa occasione sembra che il documento, che purtroppo non ho potuto ancora vedere ma che nei prossimi giorni sarà di pubblico dominio, dica che non si prendono le decisioni, che si danno dei criteri e le decisioni sui tagli, le chiusure, gli accorpamenti e quant'altro saranno prese dalle Conferenze dei sindaci di ogni territorio, il che significa inviare la scelta dalla Regione alla periferia. Dal punto di vista egoistico del centro-destra è meglio, così finalmente i sindaci del centro-sinistra perderanno le elezioni, dal punto di vista delle decisioni della Giunta regionale siamo sotto zero perché si otterrà l'effetto del precedente "piano sanitario Mascioni", che non essendo un piano preciso viene disapplicato in larga parte, benché le intenzioni fossero altre, ci ritroveremo con la situazione di crisi economica e finanziaria attuale, nello stesso tempo imploderà la situazione in periferia: meglio di così, per l'opposizione la Giunta non poteva fare, però peggio di così per il sistema sanitario regionale, per i marchigiani non poteva fare.
Che dire? Invece che il leniniano "che fare" è meglio il "che dire". C'è poco da dire. Da dire c'è che si rinvia, si applica la regola 1 di Andreotti e "avanti si vada". Mi permetto di dire che in effetti, dopo tanti proclami di cambiamento del lontano 1995 quando la Giunta D'Ambrosio era sicuramente grande elemento di novità e di discontinuità, dopo i programmi un po' più leggeri degli atti intermedi di governo — l'ultimo dei quali è stato un po' silenziato dal dibattito sull'elezione dell'Ufficio di presidenza, però è stato pur sempre presentato nell'ultima seduta del Consiglio regionale — qui non sta succedendo niente, il che significa che non ci possiamo neanche eccessivamente strappare le vesti, ma quelli che si preparano sono ,tempi finanziari molto duri e tempi sanitari molto duri. Finanziari perché, come minimo, il provvedimento, se non si vogliono aumentare le tasse e fare un'altra manovra, è sicuramente l'introduzione di nuovi ticket; se non si fa questo crolla la struttura stessa del bilancio, la Regione Marche diventerà solo ente di gestione sanitaria ma non avrà più altri compiti in tema di imprenditoria, di ambiente, di lavori pubblici ecc., perché l'intero bilancio è soffocato dalla materia sanitaria.
Non possiamo che dare un parere politico ferocemente negativo a questo atto, tenendo presente quello che è stato detto sull'esercizio provvisorio: è quasi un atto dovuto, perché cosa può fare la Giunta di fronte al vuoto se non prorogare? Oggettivamente questo atto dovuto, è impossibile non adottarlo, ma politicamente non possiamo assolutamente condividerne la responsabilità, votiamo contro perché diciamo che questa è la fotografia di quanto detto, ma un anno e mezzo assolutamente perso in questa materia così importante per la qualità della vita, per la nostra regione, per il bilancio e per tutto il resto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Purtroppo la raccomandazione del presidente della V Commissione Ricci non è stato accolto, nel senso che questo atto è sostanzialmente di continuità di una situazione giuridica che andrà a termine con l'approvazione della nuova legge di riordinamento sanitario, pertanto come diceva giustamente Ciccioli non si potrebbe fare altrimenti. Il dibattito è sceso su altre valutazioni di ordine politico generale, in ordine alla situazione della nostra sanità. E' doveroso da parte mia sottolineare, anche come gruppo della Margherita, alcune questioni che ci stanno a cuore rispetto all'importanza che la sanità riveste nell'ambito della nostra comunità, cioè una materia assolutamente rilevante che trova una rilevanza anche in termini finanziari ed economici nel bilancio, in quanto quasi l'80% del bilancio della nostra Regione è occupato dalla spesa sanitaria.
La cosa che vorrei sottolineare è la modalità con cui tutti i consiglieri regionali, sia di maggioranza che di minoranza stanno affrontando questo problema, ognuno arroccandosi su una situazione di tutela e di difesa campanilistica delle problematiche della sanità, senza avere — l'ho detto anche ai giornali oggi — conto della situazione complessiva della sanità che ha riferimento su una questione di ordine generale di cui non possiamo non farci carico. Ognuno di noi corre dietro la tutela del campanile, la tutela dell'interesse per il particolare, perde di vista l'impostazione complessiva della sanità, perché non riusciremo, sia con l'atto di riordino, sia con il piano sanitario a risolvere i problemi di una sanità pubblica che deve essere difesa nel modo migliore. Qui si gioca, nell'ambito dell'oggettivo confronto maggioranza-minoranza ma non solo, una partita che rischia di ripercuotersi negativamente proprio sui cittadini, cioè su coloro che tutti in quest'aula sono pronti a difendere, ma che di fatto vengono presi in giro da atteggiamenti strumentali, da atteggiamenti demagogici, da atteggiamenti privi di fondamento che devono essere chiariti.
Intanto dobbiamo tener conto della sanità complessivamente intesa sul piano del finanziamento che oggi viene ad essere, purtroppo, uno degli elementi principali allorché si discute di sanità. I deficit che si stanno registrando hanno una doppia origine: un'origine nazionale più volte detta, e gli amici della minoranza se ne devono far carico non in termini strumentali, ma devono capire che l'ottusità di una posizione del Governo centrale rispetto ad una materia come quella della sanità non è pensabile che ci faccia dividere a livello periferico, dobbiamo fare tutti uno sforzo per far capire al Governo centrale che non raggiungere almeno il 6% del pil è sbagliato. Altri paesi, probabilmente più civili del nostro stanno spendendo oltre il 6,5%. Non è pensabile che questo finanziamento basti a sostenere un sistema pubblico come quello della sanità italiana che nonostante tutti i limiti che presenta l'OMS ha definito il secondo al mondo dopo quello del Canada. Vorrei ricordare proprio a Giannotti e alla sua parte politica che è bene che si facciano carico di questa situazione presso il ministro Sirchia e presso il Governo centrale per fare di tutto per ripristinare un finanziamento adeguato alla sanità, altrimenti non reggeremo noi ma non reggeranno nemmeno le amministrazioni della Lombardia e della Puglia che sono governate dal centro-destra. Il secondo elemento è che la sanità marchigiana ha un'offerta esuberante rispetto alle sue esigenze e questo lo vogliamo mettere sotto la sabbia, non lo vogliamo considerare. Corriamo da tutte le parti per dire "salviamo l'ospedaletto", "salviamo l'ospedale di polo", salviamo tutto, perché facciamo propaganda più che occuparci realmente dei problemi. Ecco allora che da una parte si dice "eliminiamo gli sperperi", dall'altra parte si fa la battaglia nella città di Ancona dicendo "non possiamo toccare l'autonomia delle aziende", che nessuno vuol toccare, però strumentalmente anche qui Favia — non so se si è espresso male, ma lui l'ha detto — ha previsto il Salesi dentro Torrette. Ma chi l'ha mai detto? Eppure si dice, lo dite sui giornali e ve la dovete far finita di dire le bugie sulla sanità, state dicendo le bugie. Continuate a farlo, e farete gli interessi della comunità marchigiana, perché da una parte dite che ci sono gli sperperi, ci sono esuberi e dall'altra parte andate a difendere questi esuberi, questa è la verità. Siete strumentali da questo punto di vista e venite in quest'aula a dirci che abbiamo perso tempo. (Interruzione). Giannotti, ma stai difendendo l'Irccs a Pesaro e sai che gli Irccs hanno mille miliardi di debito! Andate a difendere queste cose! Ma fatevela finita.

PRESIDENTE. Per favore, nessuno ha interrotto i colleghi di minoranza quando svolgevano i loro interessi.

MARCO LUCHETTI. Fatevela finita di fare gli strumentali, cercate di capire quali sono i problemi della sanità. Cercate di studiarli, i problemi della sanità, venite qui a porre i veri problemi. (Interruzioni)

PRESIDENTE. Sono costretto a sospendere la seduta. Collega Giannotti, lei ha fatto il suo intervento: faccia finire il collega Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Questi sono i due problemi che abbiamo oggi e che ci accingiamo a risolvere attraverso i due atti che arriveranno in Consiglio. Già uno è arrivato, quello dell'ordinamento, poi arriverà quello del piano che la Giunta ha già pre-adottato e che è in attesa dei pareri del Comitato economico e sociale e della Conferenza delle autonomie.
Se riusciremo ad affrontare in questo modo la sanità, con questo criterio, faremo un buon lavoro per la nostra comunità. Se continueremo ad affrontarli in termini di strumentale opposizione o non facendoci carico delle effettive esigenze che la gente marchigiana ha, evidentemente non andremo distante.
Perché dicevo che bisogna conoscerli fino in fondo i problemi della sanità? Perché qui sono state dette molte cose che purtroppo non hanno considerato quanto già in essere. Si parla dei medici di famiglia ma dovete sapere che c'è un accordo coni medici di famiglia per attuare una diffusione più adeguata della tutela della salute.
Vorrei avviarmi alle conclusioni, facendo rilevare che un atteggiamento diverso da parte di tutti noi ci può consentire di affrontare meglio anche i veri problemi. Da questo punto di vista mi dispiace doverlo sottolineare, ma la collega Cecchini che ha dichiarato di votare contro questo provvedimento deve tener conto che noi siamo qui a servizio delle strutture sanitarie e non vogliamo affrontare le tematiche più spinose delle questioni che abbiamo davanti attraverso indagini commissariali sulle strutture, noi dobbiamo aiutare le strutture sanitarie. Mi riferisco alla sua azione nei confronti del Lancisi, per dire che invece di far progredire le strutture con questi atteggiamenti rischiamo di delegittimare un'azione che negli ultimi tempi ha tentato di far uscire il Lancisi, e credo che ci siamo riusciti, anche se cose ancora devono essere fatte, dal punto di vista, per esempio, della riabilitazione cardiologica. Credo che dobbiamo tenere un atteggiamento positivo nei confronti delle strutture, in modo tale da tentare di migliorare le cose che esistono. Se ci poniamo in termini di mera contrapposizione o corriamo dietro le strumentalizzazioni che purtroppo in varie parti del sistema sanitario si attuano, non andremo distante.
Ecco perché invito la collega Cecchini a tenere un atteggiamento più costruttivo anche nei confronti di una struttura come quella del Lancisi, che sicuramente, nella nuova collocazione di Torrette troverà un rilancio operativo e un'adeguata autonomia che le consentirà di continuare un'azione positiva così come sta facendo in questo momento.
Chiudo questo intervento dicendo che il nostro gruppo voterà a favore di questo provvedimento, tenendo conto e sottolineando che il provvedimento, che prevede sei mesi come massimo termine, subordina all'approvazione della proposta di riordino già giacente in V Commissione, anche la cessazione del commissariamento stesso. Questo è un atto dovuto, che prelude sicuramente, per il 2003 ad una svolta decisiva per la nostra sanità e spero che la consapevolezza del momento che stiamo vivendo nella sanità da parte di tutti ci conduca a fare un buon lavoro per la comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Mi sembra che vi sia una cosa molto importante da chiarire, perché attraverso questa proposta di legge viene ad essere eclatante un reato che sembra venga commesso direttamente dalla Giunta con la volontà di voler allontanare. Mentre da una parte si dà una proroga ai commissari delle Asl, dall'altra si va a condannare per reato di opinione colui che ha difeso in piena scienza e coscienza l'istituzione "azienda ospedaliera" di Pesaro. Non può accadere ciò che si sta apprendendo dalla stampa, dopo che è stata spedita una lettera riguardante accertamenti sulle frequentazioni e opinioni da parte del dott. Ilja Gardi. Ritengo che oggi era fondamentale non votare una proroga ma doveva esserci, da parte della Giunta, ma soprattutto da parte dell'assessore alla sanità una consegna della bozza di nuovo pano sanitario per vedere la linea concreta di questa Giunta dopo che ci sono state le correzioni, in modo critico, ma soprattutto in modo metodico, da parte del commissario generale dott. Zuccatelli.
Ritengo che da parte di questa Giunta debba essere fatta piena luce su un problema, quello sanitario. Non può dirsi come in continuazione si sente, che tutto quanto dipende dal Governo centrale, con le diminuzioni dei finanziamenti e le diminuzioni di risorse da parte del Governo. Sappiamo addirittura che nel 2001 le risorse sono state maggiori di quelle date dai Governi precedenti.
Non è però questa la considerazione che voglio fare. Voglio solamente dire che non può avvenire che a metà dell'anno, dopo agosto non solo vi siete accorti che c'era un bilancio che faceva acqua e siete corsi immediatamente a prelevare risorse, mettendo un'imposizione fiscale talmente grave, che addirittura non c'è problema tra un'azienda italiana e un'azienda di un paese terzo per quanto riguarda i costi di conduzione. Questo problema si viene ad avere nell'ambito del nostro Stato tra i costi di produzione di un'azienda che risiede nelle Marche con un'azienda che risiede in Toscana, in Umbria, nel Lazio o in Emilia Romagna, citando solo le regioni che confinano con le Marche, per la grossa imposizione apportata direttamente da questa Amministrazione per far fronte non ai deficit provocati da eventuali differenze di risorse del Governo ma a buchi che erano stati creati dalla sanità.
Quando si vengono a creare queste situazioni, non si può improvvisamente andare contro una persona di specchiata competenza, visto il curriculum che aveva nel momento in cui le avete dato l'incarico, che il sottoscritto non ha mai attaccato su problemi ideologici, proprio perché ho sempre difeso il dott. Gardi nel momento in cui andava a difendere l'istituzione, quell'ospedale, quell'azienda della quale gli era stata demandata la direzione per le sue competenze. Il dott. Gardi non solo ha difeso l'azienda, ma addirittura le sue competenze sono state riconosciute anche dal Governo nazionale nel momento in cui l'hanno nominato componente della commissione che doveva vagliare se c'erano le condizioni per poter consentire l'apertura della scuola di talassemia con l'istituzione dell'Irccs.
Dobbiamo tornare agli anni '50, quando per un reato di opinione nell'isola felice dell'Unione Sovietica venivano mandati in Siberia? Il dott. Gardi non ha commesso reati, non ha mai partecipato a incontri della sanità fatti da gruppi di opposizione nell'ambito della provincia di Pesaro. Tra l'altro noi avremmo anche potuto chiedergli una partecipazione in funzione delle sue competenze. Non ha mai partecipato, assolutamente, ai rapporti, se non con le richieste ufficiali che il sottoscritto e penso altri componenti della Casa delle Libertà avevano richiesto, cioè documentazione che riguardava l'azienda ospedaliera San Salvatore.
Quando ha partecipato a un incontro al quale non ho potuto essere presente, perché era già stata decisa una data di incontro in quel di Cagli, i componenti di questo Consiglio eletti nell'ambito della provincia di Pesaro, con un ordine del giorno avevano anche dichiarato che avrebbero votato contro il piano sanitario regionale nel momento in cui vi fossero state penalizzazioni concrete non solo per l'ospedale di Cagli ma anche per gli altri ospedali di rete nell'ambito della nostra provincia. Da quello che so, all'incontro organizzato da una associazione non politica, ma che ha diretti contatti anche con la Regione, non solo aveva difeso i lati positivi che potevano esserci nell'istituzione dell'Irccs, ma aveva dato la possibilità di far comprendere come ciò potesse avvenire nell'interesse non dei partiti politici ma delle istituzioni e soprattutto della gente, delle popolazioni.
La copertura dell'incarico di direttore generale dell'azienda ospedaliera non è assolutamente una competenza politica. Nel momento in cui interviene per difendere quella istituzione lui non difende un qualcosa di proprietà della Regione ma un qualcosa che è di proprietà dei cittadini di Pesaro e della provincia di Pesaro, difende un qualcosa che è di proprietà dei cittadini della regione Marche, un qualcosa che è di proprietà dei cittadini italiani. Il dubbio è questo: gli ordini devono essere sempre presi anche quando vanno contro coloro che ci hanno demandato a governare questa regione? Non credo. Non posso nemmeno supporre che anche voi della maggioranza possiate essere d'accordo su un dubbio di questo genere. Però non si capisce questa volontà, questo desiderio di voler distruggere colui che finalmente ha riportato alla dignità l'azienda ospedaliera di Pesaro programmandola in senso completo e concreto, con un riconoscimento anche dal Governo che l'ha immesso assieme ad alti esponenti della sanità e dei Ministeri competenti per dare e per vedere se ci sono le possibilità di istituire quello che i cittadini della provincia di Pesaro, le istituzioni vogliono.
Mi auguro — per questo motivo sono ancora più convinto a votare contro questa proposta — che lei Presidente, non si ravveda, ma per lo meno prenda in considerazione che non si possono allontanare persone valide e capaci solo ed esclusivamente perché non hanno eseguito gli ordini o perché hanno commesso reati d'opinione.

PRESIDENTE. Abbiamo recuperato l'intervento del consigliere Ciccioli, credo che sia giusto recuperare anche l'intervento del consigliere Moruzzi, per cinque minuti.
Pongo in votazione la proposta di arrivare alla conclusione di questo atto prima della sospensione dei lavori.

Il Consiglio approva

MARCO MORUZZI. Ci sarà il voto del gruppo Verdi su questo atto. In questa discussione devo però evidenziare alcune perplessità relative al fatto che in quest'aula avremmo dovuto portare i risultati di questo periodo di commissariamento, risultati importanti perché codizioneranno pesantemente anche il futuro, anche la possibilità di effettuare investimenti, di supportare un progetto di riorganizzazione del servizio sanitario regionale che ha bisogno di alcune compensazioni e alcune ristrutturazioni, offrendo nuovi e diversi servizi in alcuni territori e ridimensionando altri servizi negli stessi o in altri territori.
Noi siamo molto perplessi nel merito di questa proposta, quando pensiamo di compensare i necessari tagli che vengono fatti anche a ospedali periferici che non offrono più le garanzie per svolgere un servizi ospedalieri, con la creazione di altre strutture — come l'emodinamica — decentrate rispetto a quelle oggi esistenti, che saranno sicuramente una voragine per la spesa sanitaria regionale. Mentre siamo fortemente convinti che nella riorganizzazione dei servizi tutte quelle strutture, che raccoglierei nella direzione della de-ospedalizzazione e che invece si rivolgono ai cittadini, agli anziani — le Rsa, quelle strutture in cui non si deve fronteggiare una malattia acuta ma una situazione in cui è necessario un intervento del servizio sanitario regionale — debbano essere tenute in grossa considerazione. Certamente questo è un cambio di indirizzo rispetto al passato, quando benedivamo come il bene, come l'interesse dei cittadini e della salute pubblica la creazione delle mega strutture ospedaliere, più specializzate possibile, più legate possibile a nuovi primariati da individuare, a nuovi incarichi, a nuove prestazioni. Queste strutture nel tempo hanno rappresentato la voragine dentro cui sono finite decine e decine di miliardi di risorse pubbliche. Sarebbe per noi un gravissimo errore continuare a percorrere questa strada, a maggior ragione se in questo momento abbiamo forte difficoltà a razionalizzare proprio questo settore e rischiamo di colpire proprio i soggetti deboli che sono quelle realtà periferiche, montane, alto collinari, i cosiddetti piccoli ospedali bisognosi di una ristrutturazione ma sui quali certamente non potremo riproporre le fotocopie delle grosse strutture ospedaliere che invece sono state create lungo la costa.
Quindi questi contentini, come le proposte presenti nel dibattito politico regionale attuale, rischiano di peggiorare la situazione, anzi di far venir meno le risorse che saranno necessarie per la riforma.
Mi auguro comunque che nella sua pur breve replica l'assessore possa dare al Consiglio degli elementi, possa portare delle cifre, possa tranquillizzare noi consiglieri di maggioranza e di minoranza che in questi mesi il commissariamento non è stato un congelamento dello status quo, non è stato semplicemente un mantenimento delle posizioni attuali, ma si è andati in direzione di quegli indirizzi politici che sulla sanità, anche se con difficoltà, noi cerchiamo di dare. Dico con difficoltà, perché questo compito non è certo facilitato da scelte nazionali oggi perseguite anche dal Governo di centro-destra con maggiore forza rispetto ai Governi che lo hanno preceduto, che vedono tagli alla spesa sanitaria superiori a quello che è ragionevole poter fare e soprattutto tagli che non sono indirizzati e mirati alla parte degli sprechi ma finiscono per colpire in maniera generalizzata i servizi. Questo è quanto di più pericoloso possiamo fare. Quindi incrementare sicuramente le risorse nel settore sanitario riequilibrando la percentuale del prodotto interno lordo nel nostro paese destinato alla spesa sanitaria è fondamentale, in maniera che questo deficit non sia il frutto di una scelta di bilancio ma scompaia e contemporaneamente, che queste maggiori risorse che chiediamo al Governo non siano l'alibi per mantenere alcuni sprechi, alcune situazioni su cui va fatta la razionalizzazione per recuperare quelle risorse necessarie alla ristrutturazione e alla riorganizzazione del servizio sanitario regionale.
Dobbiamo toccare anche una grande voragine di spesa legata all'attribuzione dei posti letto convenzionati con l'università. Questo è un sancta sanctorum che non sembra che questa Regione voglia toccare. Se non affrontiamo e se non tocchiamo questo argomento, difficilmente troveremo le risorse. Non si può essere forti con i deboli, cioè gli ospedali periferici e deboli con i forti nel rapporto con l'università. Occorre un'equità della nostra manovra, occorre che anche che il nostro intervento sia chiaro e credo che se avremo la chiarezza di andare a toccare anche questo, avremo il sostegno dei cittadini marchigiani in un passaggio difficile, in un passaggio, in cui si deve fare economia ma si deve continuare a offrire servizi come prima e meglio di prima.
Credo che queste siano delle chiavi di volta della riforma che noi vogliamo attuare. Ovviamente tanti sono gli argomenti, questa non è la sede per approfondirli ed entrare nel merito, mi limito a dire che il nostro voto su questo atto è anche un atto di fiducia che su questa strada il centro-sinistra si comporterà seriamente, anche se sino ad oggi i segnali di coraggio necessari non sono stati tali da convincere noi né gran parte dei cittadini marchigiani.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente, anche per abbreviare i tempi rinuncio, associandomi alle dichiarazioni fatte dal collega Viventi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Più che un intervento vorrei fare una dichiarazione di voto, partendo da un elemento. Penso che tutti noi, indipendentemente dall'appartenenza all'opposizione o alla maggioranza, dovremmo cercare intanto di stare più sulle questioni che gli atti, le leggi ci pongono all'attenzione del dibattito, perché le occasioni di fare polemica su questioni così delicate come la sanità, non sono mancate e credo non mancheranno anche nel prossimo futuro.
Capisco, da una parte, che la proroga dei commissari delle aziende può essere anche l'occasione sfruttata, in parte anche strumentalmente, dall'opposizione per fare un ragionamento su quello che è stata la sanità fino ad oggi e soprattutto quello che è stata dal momento che abbiamo nominato i commissari. Capisco molto meno e credo che è incomprensibile anche per i cittadini, divagare su questioni che hanno un'attinenza solo per quanto riguarda la discussione sulla programmazione futura della sanità, sia sulla riorganizzazione che sul nuovo piano sanitario che è stato fatto oggetto di discussione in questo Consiglio in relazione alle vicende della scuola di talassemia a Pesaro e alla "vicenda Gardi" per la quale è stata avviata, da parte del direttore di dipartimento, una contestazione su fatti che attengono non all'appartenenza politica o alle idee politiche di quel determinato cittadino ma al ruolo svolto da Gardi, prima di direttore e poi commissario dell'azienda ospedaliera di Pesaro, una procedura rispetto alla quale oggi non conosciamo neanche quelle che saranno le possibili conclusioni.
Intanto stiamo all'atto. L'atto mi pare che sia un fatto dovuto perché oggi siamo in procinto di discutere e di decidere il nuovo assetto della sanità nelle Marche, quindi il numero delle aziende e dei distretti. Non capisco, tra l'altro, quale sarebbe stata la strada alternativa alla proroga dei commissari. Penso che nessuno, neanche della minoranza, possa pensare che l'alternativa potesse essere la procedura di nomina dei nuovi direttori, con tutto quello che ciò avrebbe comportato.
Non entro nel merito delle considerazioni che faremo sulla riorganizzazione e sul nuovo piano sanitario, però mi pare che il dibattito che c'è stato necessiti anche di alcuni chiarimenti rispetto ad affermazioni in parte gravi, ma per la maggior parte infondate, dell'opposizione. Ho sentito qui parlare del fallimento della sanità marchigiana, del fallimento del piano sanitario che abbiamo approvato in Consiglio regionale nel 1998. La realtà è molto diversa da quello che tu pensi, Giannotti, perché c'è un giudizio della società marchigiana sulla qualità dei servizi sanitari in questa nostra regione, che è tutt'altro rispetto a quello che tu pensi, cioè un giudizio complessivamente positivo, il che non significa che manchino problemi di natura finanziaria o di correzioni riguardo a un adeguamento dei servizi in base alle nuove esigenze. E' per questo che siamo chiamati e impegnati a rivedere complessivamente il piano sanitario e su quello faremo delle scelte come forze responsabili e forze di governo, cosa che io non vedo sta dimostrando l'opposizione, perché ha ragione Luchetti: l'opposizione strumentalizza tutto e ha mille voci in questa regione, difende tutto e il contrario di tutto, dando ai cittadini marchigiani l'idea di una coalizione che non ha in sé la maturità e la capacità di governare una regione complessa come le Marche.
Quindi il giudizio che danno i cittadini è l'opposto di quello che dice l'opposizione e grazie anche a quel piano sanitario che abbiamo approvato nel 1998 credo che siano stati fatti oggi, nella realtà marchigiana, passi in avanti notevoli nel senso di un adeguamento della qualità dei servizi verso i cittadini. Prendo un esempio soltanto: la questione dell'emergenza sanitaria che è stato uno dei punti cardine del precedente piano e della legge specifica che abbiamo approvato nella precedente legislatura, ha segnato un salto di qualità inimmaginabile fino a 4-5 anni fa, sia a livello di rete territoriale per quanto ancora non completa, sia riguardo all'emergenza ospedaliera, soprattutto per il potenziamento dell'emergenza negli ospedali di rete. Quindi nonostante i tentativi del Governo Berlusconi di mettere in difficoltà forte la sanità pubblica italiana, questa Regione come le altre Regioni del centro-sinistra nel nostro paese hanno cercato di dare una risposta in positivo a questi problemi.
Vorrei invitare il centro-destra a guardare anche dentro se stesso. Intanto voglio rassicurare Giannotti sulla questione della scuola di talassemia, perché su questo non c'è alcuna divisione tra la maggioranza di centro-sinistra che governa le Marche e il centro-sinistra che governa Pesaro e in particolare la città di Pesaro.

ROBERTO GIANNOTTI. Le conseguenze del licenziamento di Gardi vi faranno perdere la scuola.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Giannotti non si deve preoccupare delle divisioni nostre che non esistono, anzi come Giannotti e tutti quanti hanno potuto leggere dalla stampa, su quello che bisogna fare a Pesaro c'è una forte unità di intenti tra il sindaco Giovanelli, il presidente della Provincia, il presidente D'Ambrosio. Invece non vorrei un altro fatto, cioè che questo atteggiamento assunto dal centro-destra nelle Marche fosse un tentativo di mettere le mani avanti per un'operazione che mi pare in maniera sempre più palese il centro-destra a livello regionale e soprattutto a livello nazionale, tramite i propri rappresentanti al Governo stanno cercando di pare avanti, quella di spostare la scuola di talassemia da Pesaro a un'altra regione, magari più vicina al Polo, però sappiate che se questo è l'obiettivo, come mi pare evidente, da parte nostra ci sarà un'opposizione netta a livello regionale e soprattutto a livello del territorio pesarese.
Concludo dicendo che noi le scelte le faremo, le responsabilità nei confronti dei cittadini marchigiani e della sanità marchigiana le assumeremo con l'obiettivo concreto, da una parte di arrivare a una diminuzione del deficit secondo la programmazione che abbiamo adottato nei mesi scorsi anche con il bilancio preventivo del 2002, dall'altra parte rendere ancora più razionale ed efficiente il servizio non solo ospedaliero ma relativamente anche alla prevenzione e al territorio nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Credo che la necessità di discutere di sanità sia quanto mai evidente anche dal confronto di questa mattina. Credo del resto che non ci siano, questa mattina, le condizioni per rispondere a tutte le osservazioni per la maggior parte interessanti che sono state fatte, perché non ci sono né il tempo né le condizioni, ma credo che qualcosa si possa dire e dentro questo discorso sta la richiesta di proroga dei commissari per i prossimi mesi, fino a sei, in un'ottica che è quella di una fase molto delicata della sanità marchigiana, con un processo di riforma importante che ha tempi lunghi dovuti a una serie di elementi, ma indubbiamente dentro una logica in cui l'elemento fondamentale è la democrazia, quindi dentro una logica di partecipazione che non è chiusa dentro quest'aula, che vede tutti i soggetti sociali delle rappresentanze varie coinvolti, attivati, con una grande partecipazione che ha visto tutti i sindaci marchigiani coinvolti e li vedrà anche successivamente coinvolti, che ha visto le varie rappresentanze protagoniste di un'opinione che comunque, da quello che abbiamo ascoltato in giro per la regione parte da un presupposto: la qualità di questo sistema sanitario. Lacune? Senz'altro, ma tutti, compresi quelli che non sono d'accordo sul processo di riforma partono da un dato fondamentale. Negare questo è negare la realtà. C'è una diffusa consapevolezza di un sistema sanitario qualificato, all'altezza, che si è modificato che ha lavorato anche nell'ottica dell'equità Pistarelli, perché nel 1995, a fronte di una popolazione del 20% della provincia di Macerata le risorse erano del 17%, ora le risorse sono pari alla percentuale di popolazione, quindi già un grande sforzo nel riequilibrio delle risorse — che non deve penalizzare chi ha già servizi — ha portato ad avere, almeno per la provincia di Macerata, un forte riequilibrio di finanziamento economico e non dico altro sul sistema specifico delle realtà del maceratese perché credo che siano evidenti a tutti le differenze rispetto ad alcuni anni fa.
Ma io non voglio entrare questa mattina nel dettaglio, volevo solo, da una parte dire al collega Brini, al di là del giudizio che dà sulle mie capacità, sulla mia persona, che mi dispiace il suo intervento, perché non è un caso che avvenga successivamente a quando io ho denunciato dentro quest'aula un aspetto che ognuno può prendere come vuole e che fortunatamente i mezzi d'informazione non hanno enfatizzato, ma che comunque ha squalificato tutto il Consiglio regionale e se c'è una questione sulla quale non dobbiamo discutere è la questione morale. Quello che è stato visto qua dentro è decisamente non dignitoso. Poi ci possono essere i giudizi, se dobbiamo dare le risposte il punti vengano messi all'ordine del giorno, daremo le risposte su tutte le questioni specifiche.

ROBERTO GIANNOTTI. Spero che tu ti riferisca al voto.

AUGUSTO MELAPPIONI. Certo che mi riferisco al voto e tu, collega Giannotti, hai capito benissimo, perché non è che non fossi dentro quel discorso... (Interruzione). C'è una questione morale, certamente. Quando ci sono quei comportamenti, noi eletti dai cittadini... (Interruzione). Lasciamo perdere queste questioni, perché è molto meglio seppellirle per la dignità di questo Consiglio poiché di sicuro non hanno aiutato la lettura della qualità di questo Consiglio da parte dei marchigiani. Poi, sulle questioni specifiche ognuno ha i suoi giudizi, ognuno è libero di esprimere le proprie posizioni.
Sulla questione complessiva delle dinamiche della sanità in questa regione, permettetemi, colleghi dell'opposizione, di darvi un consiglio e di invitarvi a una piccola fatica a cui io mi sottopongo molto volentieri periodicamente: leggere la rassegna stampa delle altre Regioni. leggete la rassegna stampa delle altre Regioni: aiuta moltissimo a capire il contesto in cui si dibatte. Sapete che cosa esce fuori? Che la Puglia in pochi giorni ha deciso una riforma sanitaria senza alcun coinvolgimento del Consiglio regionale. L'ha fatto in una forma che è decisamente antidemocratica. leggete quello che succede in Lombardia dove c'è una manovra fiscale sull'Irpef di mille miliardi: mille miliardi la Lombardia mette sul tavolo quest'anno, signori. Questo dimostra una cosa evidentissima: che tutto il sistema sanitario nazionale in questo momento è in grossa difficoltà e in forte tensione, perché noi, in valore percentuale tendiamo a ridurre la spesa pil dal 1990 e continua questa progressione, nonostante ci siano stati a suo tempo e in campagna elettorale pieni impegni. L'accordo dell'8 agosto, che per noi è stato un momento difficile di accettazione non viene rispettato, questo Governo sta mettendo in crisi tutti i sistemi sanitari regionali e l'elaborazione continua che dobbiamo affrontare dipende dal fatto che continuamente e permanentemente ci troviamo davanti a una regressione dei finanziamenti a disposizione.
L'assessore Agostini che è andato l'ultima volta alla riunione congiunta degli assessore al bilancio e alla sanità, ha portato a casa, ancora una volta, un miliardo in meno. Sapete perché? Perché la Regione Lazio ha perso 2.000 miliardi, la stiamo sostenendo noi. (Interruzioni).
Mi sembra abbastanza chiaro che siete colpiti nel segno, perché evitate di entrare nel merito. Invece di soltanto criticare qui, facciamo un'azione comune sul Governo nazionale. C'è la finanziaria aperta, signori: facciamo un ordine del giorno insieme, se è così, contro questa finanziaria che ci limita le risorse. (Interruzioni). Questo significa la fine di un sistema sanitario universale e solidale, su cui questo paese ha lavorato, ha combattuto e sul quale questo governo regionale vuol continuare a combattere. Qualsiasi riforma noi faremo sarà criticata, ma starà dentro un sistema sanitario universale solidale, cosa che viene messa in discussione dai finanziamenti del Governo nazionale. Questo è il punto, questa è la difficoltà reale. Tiriamo fuori i numeri del finanziamento nazionale, partiamo da questo. Dovete capire che questo è il punto da cui partiamo noi, le difficoltà che ci vengono riversate addosso sono queste. E questo non lo dice una Regione di centro-sinistra ma la dicono Regioni di destra, a cominciare dal Piemonte e dalla Lombardia. Leggete le relazioni dei presidenti di quelle Regioni cosa dicono nei confronti della sanità, quale torsione c'è, quali difficoltà ogni Regione si trova davanti. Una riforma di questo genere, democratica e partecipata e dentro queste risorse limitate, ha necessità di questa fase di travaglio, di difficoltà, di scontro, di una sintesi possibile che dia comunque quella risposta politica equa, universale e solidale che viene messa molto in discussione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva

La seduta è sospesa.


La seduta è sospesa alle 14,05