Resoconto seduta n. 213 del 20/12/2004
La seduta inizia alle 10,45



Approvazione verbale

PRESIDENTE: Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 212 del 14 dicembre 2004.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 280 in data 13 dicembre 2004, ad iniziativa della Giunta: «Disciplina delle risorse idriche», assegnata alla IV Commissione;
— n. 281 in data 3 dicembre 2004, ad iniziativa del consigliere Massi: «Norme in materia di promozione dell'attività teatrale di prosa nelle Marche», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla Il per il parere obbligatorio.




Dichiarazione illegittimità costituzionale
di legge regionale

PRESIDENTE. Il presidente del Consiglio dei ministri ha promosso ricorso per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge regionale n. 18 del 4 ottobre 2004: «orme relative al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti - decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 sul rischio industriale attuazione della direttiva 96/82/CE».



Promulgazione leggi regionali

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato le seguenti leggi:
— n. 25 in data 4 dicembre 2004: «Modifiche alla legge regionale 22 ottobre 2001, n. 22 concernente: Disciplina degli impianti di trasporto a fune in servizio pubblico, delle piste da sci e dei sistemi di innevamento programmato»;
— n. 26 in data 4 dicembre 2004: «Modifiche alla legge regionale 27 luglio 1998, n. 24 concernente: Disciplina organica dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia agro-alimentare, forestale, di caccia e di pesca nel territorio regionale».




Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso, in data 30 novembre 2004, le seguenti deliberazioni:
— n. 1443: «Art. 29 della l.r. dell’11 dicembre 2001 - variazione compensativa al programma operativo- annuale 2004 approvato con DGR n. 175/2004 - Euro 500.000,00- revoca DGR 1268/2004»;
— n. 1444: «Art. 28 comma i della l.r. n. 3/2004 - variazione compensativa al programma operativo annuale 2004- Euro 2.685.837,56»;
— n. 1445: «Art. 29 della l.r. 31 dicembre 2001 - variazione compensativa al programma operativo annuale 2004- Euro 452.500,00»;
— n. 1446: «Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - variazione compensativa al programma operativo annuale -2004 - Euro 46.000.000,00 - modifiche al programma operativo annuale»;
— n. 1447: «Attuazione l.r. n. 7/2004 concernente: Disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale;
— n. 1448: «Art. 28 della l.r. n. 3/2004 - variazione compensativa al programma operativo annuale 2004 - Euro 6.271.804,16»;
— n. 1449: «Art. 41 della l.r. n. 2/2004 - attuazione del- decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l'anno 2004, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali - Euro 10.027.642,00».



Proposte di legge (Discussione generale):
«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2005)» Giunta (271)
«Approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2005 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2005/2007» Giunta (272)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 271 e n. 272 ad iniziativa della Giunta. Procederemo ad una unica discussione, con votazione, ovviamente separata.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Ci accingiamo ad approvare la legge finanziaria ed il bilancio preventivo per il 2005 entro i termini che la legge 31 h stabilito. Credo che questo sia un aspetto non indifferente di saggia amministrazione. Questo è il secondo anno in cui riusciamo ad approvare il bilancio nei termini, dando dimostrazione di una precisione e di una volontà di portare l’amministrazione ad un regime normale, nonostante le difficoltà che anche quest’anno ci troviamo di fronte per una situazione complessiva piuttosto pesante. Se siamo riusciti a determinare questo risultato, che potrà dare all’Amministrazione complessivamente, per il prossimo anno, più certezze per quanto riguarda la capacità di spesa, dobbiamo anche tener conto che forse vorremmo rivedere alcuni meccanismi della legge 31 e questo sarà uno dei compiti che si troverà di fronte la prossima Amministrazione per cercare di dare alla legge finanziaria più snellezza e più capacità di intervento. Mi riferisco soprattutto alla necessità che l’Amministrazione regionale si trova di fronte, a fine di ciascun anno, a dover mettere a punto una serie di normative che la legge 31 escluderebbe. Mi riferisco a tutta una serie, non solo di normative, di termini che sono in scadenza e che vanno prorogati per obiettive difficoltà, ma anche per far sì che la finanziaria, così come del resto ormai da tempo si fa a livello nazionale, possa essere una legge che possa intervenire correttamente sui meccanismi di organizzazione della nostra regione. Questa è una cosa che abbiamo rilevato più volte, ci siamo trovati di fronte alla necessità di dire all’Amministrazione regionale di non utilizzare la finanziaria per modificazione di norme regolamentari e ordinamentali, ma ci rendiamo conto che l’Amministrazione ha anche bisogno di avere strumenti che consentano, in qualche modo, anche di superare, in particolari momenti dell’amministrazione, necessità inderogabili. Questo lo lasciamo comunque alla nuova Amministrazione, considerato che ci troviamo a discutere l’ultimo bilancio di questa VII legislatura. Credo che sarà uno degli aspetti che dovranno essere integrati con le nuove procedure di programmazione, visto che ormai anche la legge 46 che organizza complessivamente la programmazione regionale, ha bisogno di ritocchi, perché l’Amministrazione, soprattutto quella regionale, che ancora risente notevolissimamente dei trasferimenti statali, ha bisogno di una maggiore flessibilità.
E’ chiaro che questo sarà collegato all’applicazione dell’art. 119 della Costituzione, che purtroppo l’alta Commissione parlamentare non è riuscita a risolvere in quanto, non avendo una capacità finanziaria propria, la Regione fa riferimento ancora a dei trasferimenti notevoli, che hanno un’importanza molto più rilevante di quanto non sia per gli enti locali che progressivamente, con una autonomia finanziaria più spinta, sono arrivati a determinare nei propri bilanci circa il 70% di risorse direttamente gestibili dalle amministrazioni locali. Noi siamo a una percentuale molto inferiore, quindi, attraverso la riforma che il 119 aveva precostituito e che dà una nuova dimensione, o dovrebbe dare una nuova dimensione all’Amministrazione centrale rispetto a quella periferica, siamo ancora alle prese con difficoltà enormi.
A questo si aggiunge la difficoltà del taglio che la legge finanziaria nazionale ha per il 2005, un taglio piuttosto pesante, che riguarda soprattutto la diminuzione dei trasferimenti centrali, molti dei quali ancora debbono essere contrattati. Noi abbiamo fatto delle previsioni sulla base della esperienza del 2004, ma il decreto 168 che in corso del 2004 ha già tagliato il 15% della spesa corrente e l’entrata in vigore dell’art. 3 della finanziaria dello scorso anno, che taglia circa 50 milioni di euro di investimenti per quanto ci riguarda, la dicono lunga sulle ristrettezze e sulle capacità di movimento del nostro bilancio, che anche quest’anno si presenta in una veste tutto sommato decente rispetto a queste realtà di diminuzione dei trasferimenti, ma che indubbiamente non può esplicare tutta quell’azione che sarebbe necessaria in un momento difficile dell’economia, che tutti conosciamo, pure se la nostra Regione, rispetto alle altre, è in una condizione migliore. Le Marche, come sapete, è al primo posto delle regioni come qualità della vita, secondo il famoso studio fatto dall’Irpet della Toscana. Sappiamo che ci sono comunque altre questioni che attengono la nostra realtà regionale, di notevole importanza, come l’invecchiamento. La viabilità, l’anzianizzazione, la tenuta delle nostre esportazioni fanno sì che la nostra comunità in qualche modo dia una risposta in positivo, ma nonostante questo siamo in una difficoltà indubbia per quanto riguarda il nostro sviluppo futuro e la classe dirigente regionale è dinanzi a un esame di maturità sulla capacità di gestire tutti questi cambiamenti che incombono sulla nostra comunità. Tra l’altro il processo di globalizzazione è in atto e non può essere contrastabile e va gestito in modo attivo e non difensivo, altrimenti rischiamo di essere globalizzati e di non essere attori della globalizzazione.
Dobbiamo aumentare il terreno dell’interscambio, perché sapete che la nostra economia è fatta soprattutto di manifatturiero, dobbiamo assicurare una centralità funzionale ed organizzativa in presenza del decentramento produttivo, perché attraverso anche questa strada possiamo contenere i rischi di emarginazione e subalternità a centri decisionali che sono al di fuori della nostra realtà regionale.
Questo scenario, che meriterebbe sicuramente un approfondimento, una migliore analisi, avrebbe bisogno di un bilancio regionale che sia dentro queste dinamiche, in modo tale da sorreggere quello che sarà il nostro sviluppo.
Nonostante quello che abbiamo subito e che stiamo subendo per i trasferimenti statali, riusciamo a dare una risposta che noi riteniamo sufficiente, adeguata. Quando parlo di questa nostra situazione non ne parlo in termini politici, di parte, cerco di fare un’analisi oggettiva. Del resto, le dichiarazioni che si stanno registrando anche da parte delle Regioni di centro-destra, confermano questa difficoltà. Ho presente la dichiarazione del presidente Ghigo, del presidente Formigoni, che testimoniano una politica antiregionalista di un Governo che fa della devolution in termini costituzionali un cavallo di battaglia, ma di fatto abbiamo assistito ad una modalità di governo che assomiglia molto più a una ricentralizzazione delle competenze e delle risorse. Questa situazione non possiamo accettarla. Anche il nostro Presidente ha fatto più volte dichiarazioni molto pesanti nella sede della Conferenza Stato- Regioni, che è la sede in cui le Regioni si confrontano direttamente con il Governo centrale e proprio in questa sede, unanimemente, le Regioni hanno protestato e stanno protestando nei confronti di un atteggiamento centralista da parte del Governo Berlusconi.
L’obiettivo che ci siamo dati con questo bilancio è quello di tentare di dare una riposta in positivo, partendo da strategie che abbiamo messo in essere e che ci hanno consentito di ripartire, nel 2005 con le stesse risorse del 2004, cioè noi, attraverso alcune precise manovre finanziarie, siamo riusciti a rideterminare lo scenario del 2004 nonostante che il decreto 168 del 2004 ha tagliato del 15%, addirittura, la spesa corrente e con il gennaio del 2005 quei 50 milioni di investimenti che erano essenziali per lo sviluppo produttivo, sono stati coperti da risorse regionali proprie che sono state messe in campo per far fronte a questa decurtazione molto pesante anche in tema di investimenti.
L’operazione finanziaria disposta nel 2005 consente di mantenere inalterati i flussi di spesa complessivi e in qualche modo siamo riusciti anche ad aumentarli significativamente, sia per quanto riguarda il tessuto produttivo e delle piccole e medie imprese, sia il problema del welfare, cioè delle poste messe a tutela del welfare locale, che non subisce sostanzialmente tagli per il momento — è una questione che si sta discutendo nell’aula di Montecitorio — per fare in modo di ricontrattare nel corso dei prossimi mesi l’impegno del Governo proprio nel settore del welfare.
Quali sono stati i capisaldi dell’azione di bilancio? Intanto abbiamo tenuto fermi gli obiettivi di programmazione finanziaria della sanità. Abbiamo ottenuto su questo versante dei significativi risultati. Come sapete, sulla questione della sanità si è sviluppato un dibattito a livello nazionale molto forte ed è tuttora in corso un braccio di ferro tra le Regioni e il Governo centrale, perché la sanità è uno dei problemi centrali dell’equilibrio di bilancio delle varie Regioni. La sanità è circa l’80% del nostro bilancio complessivo, pertanto ne va dell’equilibrio complessivo del bilancio, data la grandezza delle cifre che riguardano la sanità.
La trattativa per il 2005 ancora non si è definita con il Governo centrale. Ad una promessa che si arrivava complessivamente a 92 milioni di euro, sembra che il Governo sia tornato indietro e le cifre che sono state definite o progettate dal Ministero della sanità, fanno i conti con la mancata copertura dei contratti di lavoro e questo rischia di far saltare gli equilibri di bilancio.
Il programma che noi abbiamo varato con le precedenti finanziarie sta andando avanti, abbiamo fatto delle cose buone per contenere, attraverso la riorganizzazione del sistema sanitario, la spesa complessiva, non abbassando i livelli di qualità, perché noi riteniamo che siano essenziali alla coesione sociale della nostra comunità, pertanto, nel 2004 l’obiettivo di contenere il deficit sui 72 milioni di euro, è stato raggiunto.
Questo ci ha consentito di liberare risorse per l’impianto complessivo del bilancio. La seconda strategia ha riguardato la gestione attiva del debito regionale. Abbiamo fatto operazioni importanti che ci hanno consentito di abbassare il peso del pagamento degli interessi passivi riguardo all’indebitamento che è stato citato più volte dalla minoranza come esorbitante, che fa riferimento alla situazione di questi anni delle Regioni, che hanno dovuto, tutte, nessuna esclusa, far riferimento a delle mancate entrate attraverso l’indebitamento.
Non siamo sicuramente la Regione più a rischio da questo punto di vista, pur sottolineando che la cifra consistente del debito regionale è dovuta proprio a questo fatto, cioè che abbiamo dovuto far fronte a dei mancati trasferimenti centrali.
La terza azione ha riguardato l’attento monitoraggio e la gestione dei meccanismi della perenzione amministrativa, altro elemento importante dal punto di vista finanziario. E’ un’operazione già partita tre anni fa, con la quale abbiamo messo sotto controllo tutta la questione dei residui passivi. Dopo avere “ripulito” la situazione dei residui, siamo arrivati ad una copertura del 33%, dopo che l’anno scorso avevamo ottenuto una copertura del 50%. Questa è un’azione che tutte le Regioni fanno e che noi abbiamo ritenuto di portare avanti, attraverso un controllo e un monitoraggio assolutamente precisi delle partite che debbono corrispondere a pagamenti certi, rispetto ad una situazione amministrativa che ci ha consentito di utilizzare risorse aggiuntive per quest’anno.
Abbiamo inoltre conseguito un risultato non indifferente per quanto riguarda le risorse comunitarie. Voi sapete che c’è una gestione premiale dell’utilizzo dei fondi europei, nel senso che chi riesce ad utlizzarli in misura consistente ha un incentivo in più rispetto alle Regioni che invece non hanno operato al meglio nell’utilizzo di questi fondi. Questa operazione ha comportato una risorsa in più nella nostra gestione.
La quinta azione è stata la quantificazione dell’accertamento delle economie che si sono prodotte nel 2004 e la loro tempestiva riprogrammazione. Abbiamo fatto questa operazione in sede di assestamento, proprio in virtù dell’uscita a luglio del 168. Con l’assestamento abbiamo fatto un’operazione in anticipo, cercando di bloccare quanto più è stato possibile, la spesa in corso, per riprogrammarla per il 2005. Da qui la forte critica che è stata fatta anche in sede di assestamento su quella che è stata definita la mancata operatività degli uffici per la spesa regionale. L’operazione di assestamento ha dato questa possibilità di frenare sulla spesa che era in corso d’anno, per poterla riprogrammare nell’anno successivo. Pertanto riteniamo che questa operazione, che è stata definita in sede di assestamento come un’operazione di cattiva operazione, debba corrispondere ad una operazione saggia che ha consentito di far fronte a un taglio perentorio del 15% sulla spesa corrente.
Inoltre facciamo riferimento anche a qualche alienazione dei beni immobili regionali che abbiamo potuto realizzare, inoltre il miglioramento della gestione, il contenimento delle spese avute sugli enti di gestione che dipendono dalla Regione (enti, agenzie, società partecipate sottoposte al controllo della Regione stessa). Un forte controllo della spesa di questi enti ci ha consentito ulteriormente di avere quelle risorse in più che sono state essenziali per rideterminare la spesa a livello del 2004.
A questa manovra che ho descritto e che ha dato degli esiti piuttosto importanti, va aggiunto anche l’impegno di un abbassamento della pressione fiscale che siamo stati costretti ad operare già dal 2001 per gli anni successivi. Così come avevamo promesso, abbiamo progressivamente abbassato le aliquote della tassazione, ci siamo trovati in difficoltà, perché se non avessimo avuto i tagli e non avessimo dovuto affrontare la situazione, sia del 168 sia della finanziaria che si sta prospettando, evidentemente avremmo raggiunto l’obiettivo di ripianare complessivamente la manovra fiscale che avevamo fatto nel 2001, ben sapendo che è uno sforzo che è stato chiesto alla comunità regionale per mantenere quei livelli di spesa necessari, sia per supportare il tessuto produttivo, ma soprattutto per supportare il nostro sistema di stato sociale. Se non avessimo operato queste manovre fiscali, evidentemente i livelli qualitativi dei nostri servizi sociale e sanitario non sarebbero stati mantenuti.
Questa operazione dimostra che si può far carico alla comunità di un senso di responsabilità rispetto a queste situazioni, tenendo presente che proprio sia lo scenario economico che prima ho descritto succintamente, sia per le difficoltà di spesa pubblica complessivamente intesa, non possiamo rinunciare alla nostra coesione sociale, al nostro modo di essere Regione Marche che ha difeso, fino a questo momento, la nostra convivenza comunitaria. Ecco perché è importante che questo sacrificio finalizzato, che penso rientrerà nella normalità i prossimi anni, se riusciremo ad agire bene, soprattutto nella spesa sanitaria e nell’organizzazione strutturale della sanità, perché i frutti della riorganizzazione della sanità non sono immediati — credo che nessuno possa pensare a colpi di bacchetta magica in questa situazione — nel medio periodo otterremo risultati concreti e allora sicuramente saremo in grado di ritornare in un regime di normalità.
Il segno positivo che viene dato con questo bilancio, di rideterminare le aliquote in maniera più adeguata rispetto ai livelli precedenti, è un chiaro segno di buona volontà, ma soprattutto un chiaro segno di saggia amministrazione. Pertanto con il 2005 le aliquote sono fissate, fino a 15.500.000 euro sullo 0,9 e credo che l’opinione pubblica, dal punto di vista delle cose concrete vada informata fino in fondo. Fino a 15.5400 euro l’aliquota dello 0,9 è quella della tassazione normale fissata nel 1999, pertanto non si è messa un lira in più di tasse a tutti i redditi fino a 30 milioni di vecchie lire, così come lo scaglione di reddito che va da 15.500 a 30.000 euro, l’aliquota è dell’1,2. Su questo scaglione che riguarda la stragrande maggioranza della nostra cittadinanza, abbiamo un’aliquota più bassa di quella delle altre regioni, cioè l’1,2 rispetto all’1,4, il che testimonia uno sforzo di salvaguardare i ceti più esposti all’aumento del costo della vita e all’inflazione.
Siamo arrivati allo scaglione da 31.000 a 70.000 euro che ha il 3,2, una percentuale rilevante, così come quella oltre i 70.000 euro che ha il 3,6%. Sono sacrifici che vengono chiesti a chi “sta bene”, a chi fortunatamente ha un reddito più che decente, più che dignitoso, ma credo che sia anche un senso di responsabilità da parte di queste fasce, contribuire all’equilibrio di bilancio della nostra Regione che, riconfermo, destina queste somme soprattutto ai servizi sociali.
Da questo punto di vista siamo in presenza di un bilancio che complessivamente spende per l’assetto istituzionale ed organizzativo come spesa corrente, 44 milioni di euro e 49 milioni di euro come investimento. Per lo sviluppo economico c’è una spesa corrente di 29 milioni e una spesa di investimento di 202 milioni. Per il territorio e l’ambiente sono previsti 139 milioni di euro per le spese correnti e circa 229 milioni di investimento. La cifra più rilevante riguarda il settore dei servizi alla persona e alla comunità, cioè tutta quella parte di tutela del nostro Stato sociale: spendiamo circa 2.640.000.000 di euro e 16 milioni di euro di investimento.
La Commissione, a fronte della proposta di legge della Giunta non ha fatto modifiche consistenti. Ci si rende conto della rigidità del bilancio. Quello che viene sempre osservato è che purtroppo siamo alle prese con un bilancio difficilmente manovrabile dopo la proposta della Giunta, ma questo si configura in una difficoltà complessiva di utilizzo corretto delle risorse, che non consente eccessivi spostamenti.
Pertanto la Commissione non ha fatto modifiche consistenti, tenendo conto della sostanziale rigidità degli equilibri di bilancio, ad eccezione di alcuni interventi tesi a rispondere alle esigenze che non venivano soddisfatte dalla proposta della Giunta regionale.
Per il resto la Commissione ha accolto le richieste avanzate dalla Giunta, che ha proposto in Commissione ulteriori emendamenti. La Commissione ha invitato la Giunta a precisare alcuni emendamenti che saranno presentati nel contesto di questa seduta e riteniamo che, nonostante queste piccole modifiche non eccessive sul piano della quantificazione complessiva delle cifre di bilancio, la Commissione abbia operato coerentemente e abbia definito un documento che sottopone all’approvazione del Consiglio con le modificazioni che ho detto, con la speranza che anche gli emendamenti che vengono proposti tengano conto di una rigidità di bilancio dovuta alla ristrettezza delle possibilità che la Regione in questo momento ha a disposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza della proposta di legge n. 271, consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Colleghi, non nego che mi sento un pochino imbarazzato a commentare questa manovra, per il semplice motivo che una serie di elementi la rendono difficilmente decodificabile, la caratterizzano per una serie di elementi sfuggenti, mobili, incomprensibili, che mi hanno fatto arrendere. Io vengo dalla “scuola offidana”, dove il bilancio è l’atto principe che segna l’anno della legislatura, è l’atto fondamentale, è l’atto su cui ciascuno si deve cimentare, approfondire, sacrificare la domenica e il sabato, perché dove si fa seriamente politica, il bilancio merita il massimo dell’impegno e dell’attenzione. Mi sento imbarazzato rispetto a questa pre-condizione, perché come poter formarsi un giudizio che non sia generico o fallace rispetto a un documento le cui tabelle, il cui sistema di riferimenti numerici, matematici che fanno riferimento al quadro finanziario cambiano per ben sei volte? Sette con l’ultima approvazione in Commissione. Sette volte, tra Dpefr e documento di bilancio, abbiamo dovuto rincorrere la compilazione, questo tentativo continuo, incessante, esasperato e disperante, immagino — mi metto nel cervello di Burattini e di Marcolini — di trovare una quadratura. La poca chiarezza che si somma a quella mobilità del dato, la poca chiarezza, ad esempio, sul mancato inserimento delle tabelle dove vengono annotate le reiscrizioni. Non è un obbligo di legge, mi dirai, Luchetti: è sempre stato fatto, questa volta è stata omessa. La partecipazione non c’è stata. Qualche volta anche noi consiglieri commissari abbiamo fatto ricorso agli stenografici delle audizioni per capire, per formarci un giudizio: un bilancio difficile da decriptare. Non c’è una organizzazione categoriale, imprenditoriale o sindacale che non abbia detto “non ce l’abbiamo fatta a capire”. Ci avete dato il bilancio due giorni prima, ci avete chiesto un parere per due giorni dopo, nel giorno in mezzo l’avete approvato.
Di fronte a queste evidenze mi pongo un problema: Agostini che conosco, Luchetti che ho imparato a conoscere, non sono autolesionisti. Perché si espongono a una situazione che rende illeggibile, o forse — uso una parola più forte — impresentabile, un bilancio le cui cifre cambiano, si muovono, affiorano in maniera carsica, per poi sprofondare e ritornare? Partendo dal presupposto, che è tipico della specie umana, di non ledere se stessi. E siccome conosco la capacità, la preparazione di questi nostri colleghi, mi sono chiesto cosa c’è che non va per indurre i nostri pur valenti funzionari del servizio bilancio, a questa opera difficile, ardua, che denota e segna una difficoltà compilativa? Noi sappiamo qual è la risposta della Giunta. Il centro-sinistra dice “il problema va ascritto al governo, va ascritto alla rarefazione delle risorse, al fatto che non c’è certezza anche sulla liquidazione delle somme, più generalmente c’è una ragione esterna ed estranea alle responsabilità regionali”. Questa è la tesi, la valutazione su cui io mi voglio cimentare, perché è indubbio che qualcosa non vada, e non sono io a voler dire che Cristo è morto di freddo nell’affermare che tutto è rose e fiori, che il Governo ha completamente rispettato e riconosciuto le aspettative e le esigenze delle Regioni. Certo, poi bisogna essere anche sufficientemente onesti e dire che l’effetto combinato di Maastricht più federalismo, ha costituito una miscela esplosiva che sono curioso di sapere come Prodi, la Gad, la Fed o altri acronimi avrebbero potuto gestire questa cosa, ma questo non è affare di oggi, è affare di aprile, probabilmente. Ma c’è anche da fare una valutazione che con la stressa onestà intellettuale Luchetti e Agostini non possono omettere di fare: questo aspetto riguarda solo le Marche? Se tutto va ascritto al Governo nazionale, perché l’addizionale regionale Irpef di tutta Italia si commisura a un livello infinitamente inferiore di quello che è il livello deducibile dalle istruzioni per la compilazione del modello unico 2003 o 730 che dir si voglia? Non c’è una Regione d’Italia che abbia stabilito un’addizionale percentualmente superiore all’1,40, solo noi. Se il problema è tutto il Governo — e una parte del problema è il Governo — perché la Puglia non solo ha cancellato l’inasprimento fiscale del 2002 ma ha riportato alla base minima autorizzata dal 446, l’addizionale Irpef? Il problema è solo nelle Marche? La cattiveria del Governo sprigiona i suoi effetti esiziali, miasmatici esclusivamente sulle Marche? Qualcosa non va.
E allora, dopo una lunga valutazione, una ipotesi la voglio fare, che probabilmente è limitata, e mi scuso se la mia è una valutazione più politica che tecnica di questo bilancio, ma sono costretto a fare questo, i dati sono obiettivamente dotati di una guizzante mobilità che non ho avuto modo di capire, di descrivere, di analizzare da un punto di vista contabile e matematico. Ebbene io credo che la miscela esplosiva che ha in qualche modo sovvertito l’equilibrio finanziario di questo ente, non sia di questi mesi, non sia dell’ultimo biennio, quindi voglio far salvo anche l’assessore al bilancio Agostini, solo pro quota responsabile politicamente, ma sia, presumibilmente, riferibile a un vero attentato all’integrità dei conti di questa Regione, che si è perpetrato nell’autunno del 2000, nel momento in cui questa maggioranza, questa Giunta regionale e, ahinoi, questo Consiglio, ha approvato una manovra di assestamento del bilancio 2000 ammontante quasi a 90 miliardi di lire. Correva l’anno 2000, presumibilmente impegni assunti in quell’anno, che era un po’ particolare, horribilis annus per quanto riguarda la finanza pubblica — anche per noi orribile dal punto di vista politico, perché fu l’anno elettorale — in maniera sicuramente poco avveduta è piovuta sul bilancio di questa Regione una “cambialona” che ha portato a un dissesto strisciante di cui abbiamo poi dovuto pagare lo scotto nel resto degli anni. Perché non è possibile che si faccia una manovra espansiva di 100 miliardi ad ottobre e sentire dopo il Presidente della Giunta — correva il mese di febbraio 2001 — già vaticinare la manovra fiscale. Dopo tre mesi che questa maggioranza dice di poter affrontare un’espansione pachidermica dell’anno elettorale, del bilancio economico di questa Regione, si comincia a parlare di tasse. Cos’era successo in quei quattro mesi? Allora le colpe sono del Governo? Chiediamocelo. O forse l’accordo dell’8 agosto del 2001 non ha fornito una formidabile ciambella di salvataggio a questa Giunta, autorizzando non solo e non tanto l’aumento fiscale dell’addizionale Irpef nei termini ordinari dallo 0,9 all’1,4, ma addirittura autorizzando l’estensione ad libitum? Cosa che puntualmente fu fatta, in ossequio a una nuova rimodulazione dei rapporti sulle partite sanitarie fra Stato e Regione che già derivava dall’ultima finanziaria dell’Ulivo di cui quell’accordo fu espressione ed estrinsecazione, in cui si diceva “è finito il tempo del ripiano a pie’ di lista, mettete le tasse nel caso in cui doveste registrare disavanzi”. E siccome sappiamo che la storia di questa Regione ha voluto mantenere l’abolizione del ticket, vi siete trovati ad affrontare la seconda bomba: prima quella del “cambialone” elettorale, successivamente quella della necessità imposta dai fatti e dal disavanzo sanitario, di far luogo ad una stretta che avete in qualche misura addossato ai cittadini.
Queste sono le ragioni che consentono oggi di raffigurare l’atteggiamento dei nostri funzionari al bilancio in maniera quasi simile al dott. Frankenstein che, fra alambicchi fumanti, varie code di rospo e polvere di coccodrillo, cercano di far quadrare in qualche modo questi conti, e sono bravi, ma certo è che oggi possiamo legittimamente sostenere che non è più tanto vero che la matematica non è un’opinione. Noi siamo passati — di questo va riconosciuto merito ai nostri funzionari — dalla finanza creativa alla finanza di opinione, in cui i dati vengono spesso aggregati in ragione di valutazioni che possono essere legittime o illegittime, ma che sono tali e dietro la mobilità del dato numerico e dietro le tabelle che cambiano e dietro la rarefazione della partecipazione c’è questo bisogno di far quadrare i conti purchessia, in nome di una valutazione che possa essere in qualche modo spendibile, conforme, verosimile. Questo è il problema. Altrimenti perché questa maggioranza deve essere costretta a cambiare sette volte le tabelle in due mesi? E’ contenta l’anno prima delle elezioni di sentire Cisl, Cgil, Associazione industriali, commercianti che dicono “non capisco ma mi adeguo, non abbiamo avuto il tempo”? Non è autolesionismo, probabilmente è una situazione necessitata da una condizione di dissesto profondo cui questa maggioranza ha cercato di dare una risposta attraverso il ricorso a quelle leve che noi da tempo stiamo censurando: l’aumento del debito, l’aumento delle tasse e più in generale una politica di deficit spending che si concentra fondamentalmente nell’utilizzo dei perenti. E’ il caso di questo bilancio: ancora una volta l’utilizzo parossistico dei perenti che vengono utilizzati — mi pare che sia la prima volta da quando sono consigliere regionale — non in sede di assestamento, caro Luchetti, quando l’anno si è sviluppato, quando le poste, ad occhio, possono essere oggetto di una valutazione previsionale attendibile o comunque potenzialmente attendibile. No, si utilizzano i perenti per 100 milioni di euro in sede di previsione, ci mangiamo la copertura dei debiti prima ancora che inizi l’anno. Si cancellano mutui, in nome, probabilmente, della necessità di tenere basso il livello di indebitamento, almeno formale, per altri 100 milioni, mutui già autorizzati. E’ possibile, però bisogna essere onesti, Luchetti: ci devi dire, oggi, quali sono le opere finanziate da quei mutui che cancellate, perché io posso accettare tutto, l’unica cosa che chiedo è onestà e trasparenza.
Quando si parla di politica di deficit spending e quando comunque si deve far luogo a tagli draconiani che sono inseriti come le postille dei contratti di Rockerduck, piccoli piccoli, che non si vedono, bisogna almeno dirle le cose. Allora, per 100 Milioni di euro questa Regione decide di non fare investimenti. Quali? Quali opere? Quali categorie devono ritenersi in qualche modo defraudate? Lo vogliamo sapere. Come vogliamo sapere quali categorie si devono eventualmente ritenere privilegiate perché hanno scampato il rischio di una cancellazione.
Queste sono valutazioni che è necessario fare ora, al termine della legislatura, caro Luchetti. Tu, con il tuo atteggiamento, in qualche misura collaborazionista, di cooperazione, hai fatto riferimento al problema dell’inefficienza gestionale, dando un’interpretazione che, sullo scorcio del 2004 posso anche prendere per buona, però il problema è un altro ed è un problema che davvero rappresenta la priorità dei problemi di questa Regione: l’inefficienza della macchina organizzativa, un’inefficienza documentata e io vi tedierò con qualche dato solo in riferimento a questo aspetto, che è un aspetto fondamentale, perché se le risorse sono poche, prima di dare, con le vostre direttive ideologiche, ordine a tutti i vostri assessori di distribuirsi sul territorio e di dire “la colpa è del Governo” in nome della vecchia indicazione leninista, secondo cui una bugia ripetuta più volte diventa una mezza verità, dovete avere l’onestà di mettere mano ai dati che vado a leggervi.
L’avanzo di amministrazione: dal 2001 al 2004 è passato da 302 milioni di euro, da consuntivo, a 756 milioni di euro, 1.500 miliardi di soldi non spesi, di soldi stanziati e non spesi, di soldi sottratti a questa comunità proprio nel momento — e voglio accettare la vostra vulgata — in cui il “Governo cattivo” vi toglie le risorse. Ma voi non spendete quelle che avete, questa è la nostra riposta politica a un problema che esiste ma che non può essere considerato l’abracadabra per valutare e apprezzare le conseguenze esiziali che su questa regione, su questo territorio ha l’incapacità della macchina amministrativa, una macchina amministrativa che nel 2001, sul complesso delle proprie attività era riuscita a impegnare l’84% delle proprie risorse. E’ passata nel 2003 al 76, segnando -8,3% che proprio per quei problemi di presunta rarefazione delle risorse statali, grida vendetta al cospetto di Dio: una macchina inefficiente, a dispetto della grande riforma del personale che proprio tu, Luchetti, chiosasti e valutasti facendo tante valutazioni, ma anche dicendo: “la spinta verso una nuova concezione di un rapporto quasi privatistico con i capi dipartimento porterà le performances di questa Regione a essere vicine alle performances del mondo privato”. I capi dipartimento continuano a prendere stipendi da nababbi, le performances della macchina amministrativa precipitano, calano nel momento in cui la crisi economica è quella che è, nel momento in cui, in controtendenza rispetto al dato nazionale, il pil della nostra regione scema, mentre in tutta Italia, anche se di poco, aumenta.
Questi sono i fatti che parlano del fallimento di una riforma del personale. Potrei continuare parlandovi della capacità di impegno per aree, dove sull’assetto istituzionale siamo, nel 2003, al 68%, sullo sviluppo economico al 66% delle risorse, nel sistema agroalimentare e sviluppo economico siamo al 54%. Eppure leggiamo di queste cose.
Vorrei qualche chiarimento sulle reiscrizioni. Offro dei dati, spero che dopo qualcuno mi dica qualcosa e perché.
L’insieme delle reiscrizioni dell’anno 2002 è pari a 861 milioni di euro. Successivamente, nel 2004, se sommiamo l’insieme delle risorse che in qualche misura segnano un mancato utilizzo — siamo a 843 milioni, più residui da stanziamento per 377 milioni, più perenti per 225 milioni — il totale nel 2003 è di 1.447 milioni a cui, se si aggiungono i residui passivi pregressi e i residui passivi di competenza del 2003 abbiamo — lo dicano i giornali — una massa spendibile non utilizzata relativa al 2003, di 2.583 milioni, pari a 5.000 miliardi di lire di massa spendibile non utilizzata. Altro che Governo, altro che Tremonti, altro che mancate assegnazioni, che pure vi saranno, su cui dobbiamo pure fare tutti insieme proteste, dare testate a Siniscalco. Le vogliamo dare tutti, però non prima di aver chiarito che questa macchina non funziona anche e soprattutto perché è una macchina inefficiente. La produttività del personale è neanche lontanamente paragonabile alle performances, alle dimostrazioni che dovrebbe avere e dare in un momento di grave crisi, a maggior ragione, una Regione in questo tempo.
Tre bilanci regionali al netto della sanità sono 2.583 milioni, massa spendibile non utilizzata. Del resto la stessa Corte dei conti vi ha fatto qualche complimento, ma vi ha dato anche qualche tirata di orecchie, e tu lo sai, Luchetti. Allora, per onestà dobbiamo anche dire che la Corte dei conti certifica un arretramento degli impegni, ovvero una capacità di dar seguito alla prenotazione di uno stanziamento, del 17,2 dal 2003 al 2000, ma la riforma del personale, cosa l’abbiamo fatta a fare? Cosa è successo? Probabilmente il comodo rifugio di quella colpa eterna del Governo nazionale ha autorizzato il lassismo di tutti, “tanto la colpa è di Berlusconi”. Già due anni fa io ricordavo la famosa frase di Alberto Sordi che continuava a giustificare il proprio stato di disoccupazione volontaria invocando il fatto che l’aveva rovinato “la guera”. Lo dicevo tre anni fa, devo continuare a dire che ancora è Alberto Sordi nella sua impagabile interpretazione del vigile urbano, del “pizzardone” di Roma a fare da cappello migliore per un bilancio che ha queste caratteristiche. Voi continuate a dare la colpa a tutti e delle colpe sicuramente ci sono, ma le colpe principali sono quelle di una Giunta che preferisce la propaganda all’assunzione concreta di responsabilità, che preferisce dilatare a dismisura la leva fiscale, l’aumento del debito, senza essere capace di preservare le generazioni future o le Giunte future dal rischio di precipitare in un baratro. Io spero di essere qui nell’autunno del 2005: vi voglio così bene che mi sarebbe veramente difficile potermi sottrarre a questi impegni. Sarò curioso di capire cosa succederà nell’assestamento del bilancio del 2005, perché non bisogna essere Cassandre, non bisogna avere capacità divinatorie per poter dire che chiunque sarà alla guida di questa Regione dovrà fare i conti davvero con una situazione presumibilmente disastrosa. Se nel 2000 furono 100 i miliardi che composero le cifre di quel “cambialone elettorale”, non so quanti potranno essere quelli che a consuntivo e passata la sbornia dell’anno elettorale, dovranno essere poi, probabilmente, restituiti a una comunità che non merita un trattamento di questo genere, ma soprattutto che non merita bilanci che sono assolutamente insensibili rispetto alla situazione socio-economica, congiunturale, di grave difficoltà, soprattutto, caro Agostini, dalle parti nostre dove 5.000 posti di lavoro — non certo per colpa tua — sono stati persi, in cui la situazione chiede risultati, atteggiamenti e comportamenti più seri e soprattutto commisurati a una condizione di assoluto disagio che vivono tutte le classi: le medie, le basse, le alte. E’ un disagio che respiriamo, è un disagio che non possiamo ignorare sotto la carta lucida dei manifesti, della pubblicità istituzionale e della propaganda. Farlo sarà forse utile da un punto di vista propagandistico, ma sicuramente immorale da un punto di vista economico e sostanziale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta, relatore di minoranza della proposta di legge n. 272.

Umberto TRENTA. Gentili colleghi, Presidente, consiglieri, siamo arrivati agli auguri di Natale. Non sarà sfuggita a nessuno la precipitosa fuga di quei ragazzi ospiti del Consiglio: dopo avere udito la devastante relazione di maggioranza sul bilancio fatta da Luchetti, questi ragazzi sono scappati precipitosamente, e spiego perché. Da bambino mi avevano insegnato i miei genitori prima, ma poi i miei professori, che il Natale era la festa pi bella, la festa di Gesù e dei regali per la Befana. Oggi “Babbo Natale” Luchetti, a questi bimbi ha detto che non ci sarà un Natale bello e che “Babbo Natale bilancio” ci ha tolto anche questo.
La prima impressione che si ricava da questa vicenda, che viene solennizzata come sessione di bilancio, è che questo bilancio, o meglio l’insieme della finanziaria 2005, del bilancio annuale 2005 e del bilancio pluriennale 2005-2007 sembra un affare ermetico condito di reticenza. Non solo reticenza, ma se fosse stato il bilancio di un’azienda privata saremmo arrivati alla bancarotta fraudolenta e qualcuno sicuramente avrebbe pagato.
Tutti addebitano al Governo — è facile questo gioco di opposizione al Governo, da questa maggioranza — le responsabilità. Invece questa finanziaria del Governo segnerà in maniera chiara, per il paese una svolta epocale e su questo il nostro presidente non ha dubbi. Lo Stato, finalmente, comincia ad adempiere ai suoi compiti istituzionali, intervenendo in primo luogo sugli sprechi. Ci dobbiamo vergognare, oggi, in questa sessione, di non riuscire a fare emendamenti. Cosa significa? Significa che non c’è più una lira, abbiamo chiuso.
Mi auguro che non ci siano gli stipendi per pagare — qui debbo dissentire con il collega Castelli: per quanto riguarda il lavoro questi super manager sono encomiabili, riescono a fare queste alchimie medievali — i super dirigenti, che sono conniventi con questo atteggiamento di bilancio. Ancora una volta la sbandierata trasparenza viene tradita. Il bilancio viene fatto addirittura convocando per il 24 anche la seduta notturna. Ma signori miei, non abbiamo ascoltato nessuno, velocemente liquidati, come a dire “se non ci venivate era anche meglio”. Non avremmo disturbato queste persone, preoccupati ognuno per la propria appartenenza di categoria. La solita fretta, una fretta già criticata in sede di documento di programmazione economica e finanziaria del mese scorso, una fretta ancora più accentuata con gli strumenti finanziari in discussione: fretta nella partecipazione, 72 ore di tempo inclusi sabato e domenica; fretta nelle audizioni risolte in poche ore; ancora fretta nel confronto con i vertici delle strutture regionali, i super manager direttori di dipartimento, quattro. Fretta di chiudere in Commissione dove ormai tutto si risolve in un fastidioso passaggio ossequioso della norma, ma senza senso per ciò che riguarda i contenuti, la possibilità di interloquire, l’occasione di approfondimento.
Novello consigliere Comi, è bella la sua cravatta rosa, è un tocco di delicatezza, ma che contrasta con questo bilancio in rosso. Oggi doveva portare qui, come un semaforo, un cravattone rosso, sempre nel rispetto del consigliere Cesare Procaccini. Siamo alla fine, ormai tutto passa a scatola chiusa, mentre il pensiero del negletto consigliere di opposizione — parlo di me, è un’autocritica personale — va a quanto accade parallelamente in Parlamento dove i tempi sono più diluiti, ma l’opposizione strilla e strepita se i tempi non si dilatano ancora, se si ricorre la voto di fiducia, dopo mesi che si discute.
Non si spiega nulla, l’opposizione non deve capire. Io direi “non dovrebbe capire”, ma abbiamo capito tutti, e bene. Ma, quello che è ancora più importante, è che lo hanno capito 1.500.000 cittadini delle Marche: siamo tutti più poveri, questo è il regalo di Natale per i nostri concittadini.
Una finanziaria senza una riga di relazione, come sempre, un indice degli articoli spacciato come relazione. Ancora non ho capito come si possa dichiarare l’ammissibilità delle proposte di legge senza il minimo dei requisiti, non dico giuridici, ma almeno logici.
L’”elenco della spesa” della tabella A senza una filosofia degli interventi proposti, senza un rinvio alle Upb perché chi avesse voglia e tempo potesse andare a ricercarle nel Poa.
Altra lista, sempre senza alcuna indicazione è la tabella B con cui si rifinanziano diverse leggi regionali. Cosa è accaduto in passato? Quanto c’era nel 2004? O non dobbiamo capire? O serve solo agli addetti ai lavori? O serve solo agli amici? O si è trattato con gli interessi in qualche segreta stanza? Quali sono le segrete stanze? Lo vorrei chiedere al presidente Luchetti, uomo pacioso, che contrasta con questa sua sfacciata illustrazione del bilancio. Ma forse è questo il messaggio vero di questo assessore, che così riesce a non farci arrabbiare. Perché dico arrabbiare? Perché verrebbe voglia di buttare tutto per aria. Signori miei, non abbiamo più niente.
Parlavo dell’83% di spesa della sanità e vedo qui con le braccia conserte il nostro assessore Augusto Melappioni, che è la fotografia di questa rassegnazione preoccupata. A nessuno auguro di fare l’assessore alla sanità.
Una di queste ipotesi, o tutte insieme, in un mix di clientele, di affinità politiche, di rapporti extraistituzionali. Di istituzionale sicuramente non c’è nulla che assomigli alla trasparenza, senonché, il pensiero mi va all’etereo. Siamo rimasti proprio evanescenti, non c’è più niente, si è volatilizzato tutto. Ma anche qui l’importante è che la trasparenza si declami, poi se non c’è, come non c’è — e non si fa nulla perché ci sia — va bene lo stesso, purché si faccia in fretta.
Sarei curioso di sapere dai colleghi consiglieri della maggioranza, a parte gli stretti interessi cui sono coinvolti per incarichi o per referenti di settore, se hanno capito tutto.
C’è poi il capolavoro della “lista della spesa” da supermercato, da megastore, una lista lunga, completa, ce n’è per tutti della maggioranza.
Mi sono chiesto più volte perché siamo qui a discutere noi dell’opposizione. Neppure i totali si fanno: è pericoloso, fa scandalo, meglio soprassedere.
Poi non si include la tabella delle reiscrizioni. Perché? Per nascondere, forse, che tra queste ci sono partite che non sono assegnazioni vincolate così come prevedono l’art. 1 e l’art. 36 della legge contabile? Ma in virtù di quali disposizioni si stanziano importi così rilevanti in bilancio? Qual è la norma che consente di fare una manovra così massiccia prima del rendiconto e dell’assestamento?
Mi dà fastidio parlare nel vuoto, però questo rafforza ancora in me la convinzione che stiamo facendo delle cose fregandocene del ruolo istituzionale che abbiamo. Oggi c’è qui un “povero pazzo” che parla di cose che coinvolgono la nostra regione e io urlo a me stesso. Allora mi guardo allo schermo che mi riflette e parlo a me stesso, alla mia coscienza.
Qual è la norma che consente di fare una manovra così massiccia prima del rendiconto e dell’assestamento? La Giunta è diventata così brava da passare da un disavanzo vicino ai 100 milioni di euro del 2003, a un avanzo di circa 1.500 milioni di vecchie lire nel 2004? Anche qui nessuna spiegazione. E’ un avanzo tutto libero? Quanti residui perenti si usano questo anno, creando un altro buco nascosto nei conti? Siete anche qui molto trasparenti, oltre 100 pagine di relazione al bilancio per non dire nulla sulla spesa. Sui criteri che hanno motivato gli stanziamenti il solito poco, il solito “c’è tanto bisogno”. Cosa si sceglie? Nulla, nessuna guida alla lettura, le solite lamentele, i soliti falsi tagli. Il Governo dovrebbe tagliare veramente, di fronte alla vostra certificata incapacità di spendere e di gestire. Di cosa vi lamentate? Per quello che riuscite a fare basterebbe molto meno, tanto non spendete. Circa 757 milioni di euro di avanzo, sempre nulla sull’80% della spesa del bilancio che riguarda la sanità. Non ci hanno messo niente, io mi dimetterei, Melappioni.
Cosa vuole la minoranza (parlo di noi)? Cosa vogliono sapere i cittadini (parlo di tutti)? Questo è lo spirito che vi anima: il tutto è cosa vostra. Sapete voi — ammesso che sia così — va bene così. Noi continueremo però, fuori di qui, tra la gente, per la gente e con la gente, a diffondere i guai che avete combinato, le tasse da record — qui siete imbattibili, è documentato, certificato, ormai è un record — le promesse di azzeramento smentite dai fatti, gli oneri più alti d’Italia sulla produzione, il debito da bancarotta, i trucchi contabili e i buchi nascosti.
Sui buchi nascosti ci sarebbe da aprire tanti capitoli. La sanità, da spesa virtuale senza presentazione dei conti, gli sprechi e le clientele, l’incapacità di gestione.
Davanti ad una situazione come questa e nella convinzione che la vostra granitica certezza che siete il meglio del mercato non può essere nemmeno scalfita, nella convinzione che, viste le esperienze precedenti, diventa certa solo la perdita di tempo, perché nulla si modifica e niente si spiega e si risponde, concludo nella magra convinzione di poter lasciare agli atti la testimonianza di un disagio e la certezza di poter affermare, se serve, “l’avevo detto”. Ma non mi basta, perché gli “uomini del fare” debbono continuare a scavare e un pensiero va al mio amico Spacca, il vostro candidato Presidente. Gira, parla da Presidente, come se il risultato fosse acquisito. Quando si concluse l’accordo con le aziende e si rifece la Confindustria delle Marche, lo vidi soddisfatto, sereno. Mi auguro che questa serenità, in questo lasso di tempo che rimane per amministrare con senso di coscienza responsabile, super partes, riesca in questi due mesi a trasferirla, perché quando amministreremo noi questa Regione, queste cose le rivedremo radicalmente. Questo è l’impegno, senza se e senza ma.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Ringraziando il Presidente dell’omaggio per Natale e facendo gli auguri a tutti per questa festa, vorrei portare al dibattito alcune riflessioni dal punto di vista tecnico. Parliamo di bilancio, quindi prima di dare un giudizio politico vediamo che cosa si deve dire.
Quando si guarda un bilancio, si verifica se è in attivo o in passivo, il debito e il livello del debito. Poi si guardano la qualità e la struttura della spesa, il livello della pressione fiscale. Attraverso questi tre indicatori possiamo poi formulare un giudizio sull’andamento dell’azienda, in questo caso della nostra Regione.
In questi anni abbiamo assistito a un incremento del debito in maniera esponenziale, parliamo di 3.000 miliardi di vecchie lire, i colleghi di Forza Italia in invitano ad aggiornare questo dato portandolo a 4.000 miliardi. All’interno di questo abbiamo visto che c’è una riduzione di 100 milioni di euro per quanto riguarda i mutui per investimenti, che sarebbe invece buona cosa fare anche per stimolare l’economia in un momento di bassa crescita, e la riduzione, invece, dei residui perenti, cioè delle somme che si devono tenere da parte per far fronte a debiti maturati, di ulteriori 100 milioni di euro. Con questo i perenti sono al limite minimo del 3%, quando di solito essi dovrebbero non scendere sotto la soglia del 60-65%. Terzo elemento della struttura del debito i residui attivi. Ho notato che si iscrivono ancora, fra le attività, residui anche di 15 anni fa per milioni di euro. Sono reali questi soldi? Sono incassabili oppure no? Perché questo incrementerebbe ancora di più il livello del debito. Quarto elemento quello della sanità. Il debito qui si dice essere in riduzione, ma noi tutti sappiamo che quanto dichiarato non è quello reale, lo sapete voi come lo sappiamo noi. Non perché voi realizzate dei falsi in bilanci, perché l’accusa sarebbe gravissima, in questo caso, ma perché — è bene che questo lo sappiano tutti i consiglieri regionali — quando negli scorsi anni è stato modificato il sistema di contabilità pubblica ed è stato assunto il sistema di contabilità privatistico, come si fa nelle aziende, tra le cifre del debito nel bilancio hanno cominciato a comparire solo quelle relative alle spese realmente effettuate, non risultano più — ed è possibile che ciò avvenga, quindi non è un falso in bilancio — le spese impegnate e queste vanno di anno in anno, si trascinano di anno in anno. Di questo dobbiamo parlare se vogliamo essere seri, e sia voi che amministrate, sia noi che siamo all’opposizione sappiamo benissimo che per questo ragionamento il debito reale della sanità non corrisponde a quello dichiarato in bilancio, quindi motivo di ulteriore preoccupazione.
Qualità e struttura della spesa, secondo indicatore. Qui non registriamo una riduzione significativa della spesa di parte corrente come avrebbe dovuto accadere, mentre registriamo una riduzione della spesa per investimenti per infrastrutture, di cui la nostra regione è notoriamente carente, quindi questo è un altro elemento estremamente negativo di questo bilancio, al di là del colore politico, sto facendo delle osservazioni tecniche che andrebbero fatte chiunque si fosse trovato alla guida di questa Regione.
Terzo elemento il livello della pressione fiscale. A fronte di una spesa per investimenti che diminuisce, a fronte di un debito che aumenta c’è una pressione fiscale che cresce e questo è ovvio, perché se c’è un maggior debito c’è una maggiore necessità di finanziare questo debito. Circa la manovra che viene ripresentata quest’anno — diceva Luchetti “abbiamo ridotto dello 0,2 la pressione sull’Irpef ecc.” — ricordiamoci che nel dicembre 2001 in quest’aula venne approvata una manovra fiscale che la legge consentiva per il solo 2002, questa maggioranza decise di approvare una manovra finanziaria triennale 2002-2004 e il Presidente, a chiusura del dibattito dichiarò formalmente che ciò serviva per azzerare il debito della sanità e soprattutto che, con il 31.12.2004 tale pressione fiscale eccezionale sarebbe cessata. Oggi ci dite invece che “tale pressione fiscale eccezionale” continuerà anche per il 2005, 2006 e anni a venire. E questo non certo per colpa del Governo nazionale.
E’ evidente che con questi dati di bilancio voi non potete fare a meno di 150 milioni di euro di entrate che derivano da questa manovra e questo mi sembra più che evidente. Ma dobbiamo anche essere sinceri, parlando ed essendo trasparenti, e dire che il Governo nazionale, a differenza di quanto si dichiara sempre, per quanto riguarda la sanità, che occupa l’80% della spesa regionale, non solo non ha diminuito i trasferimenti ma li ha aumentati. Io ho la tabella che mi sono fatto mandare da colleghi che sono a Roma, che dimostra come dal 2001, ultimo anno di gestione dei governi del centro-sinistra, al 2004 il trasferimento delle risorse statali per quanto riguarda la sanità, è andato continuamente aumentando. Del resto la stessa Corte dei conti, nell’analisi del bilancio della Regione Marche del 2003, mette in evidenza — voi l’avete mascherato perché non vi faceva comodo dirlo, l’avete detto in mezza riga, tre parole — che un miglioramento dei conti sotto questo profilo è stato ottenuto esclusivamente grazie ai 250 miliardi di vecchie lire che il Governo nazionale — ho qui la fotocopia del referto della Corte dei conti, bilancio 2003, pag. 52 — ha dato alla Regione. Questa è la verità. Io non faccio mai polemica fine a se stessa perché non mi interessa: questi sono dati reali, certificati dalla Corte dei conti, non dal sottoscritto.
Oggi il Governo nazionale, nella finanziaria ha messo a disposizione altri due miliardi di euro — 4.000 miliardi di vecchie lire — per il ripiano dei debiti della sanità delle Regioni, quindi anche la Regione marche usufruirà di questi ulteriori finanziamenti da parte del Governo nazionale a pie’ di lista. Quindi il Governo nazionale sta venendo incontro a queste difficoltà che onestamente non sono solo della Regione Marche, ma che in questa regione sono particolarmente evidenti. Se vogliamo essere professionisti seri quando parliamo di bilancio dobbiamo dire queste cose, altrimenti sembra l’asilo infantile: “aumentiamo le tasse perché è colpa del Governo”. Cerchiamo di tenere il tono del nostro confronto a un livello di serietà di professionalità, altrimenti scadiamo veramente a giochetti dei bambini dell’asilo.
Ultima considerazione. A fronte di questa situazione che vi ho commentato, analizzando questi tre indicatori attraverso i quali si legge il bilancio — debito, qualità, struttura della spesa e pressione fiscale — noi non possiamo non fornire pertanto un giudizio estremamente negativo sulla gestione, sulla Giunta regionale che ha amministrato questa Regione in questi cinque anni. Non può che esservi un giudizio estremamente negativo, ma sulla base di questa analisi economico-finanziaria, sulla base dei numeri e non sulla base del fatto che questa è una maggioranza di centro-sinistra e l’opposizione è di centro-destra, perché per me non c’è nulla di più sbagliato, in politica, che fare contrapposizioni di parte se non sono supportate da numeri e da questioni concrete.
Questa è stata una cattiva gestione, di questo vi rendete conto anche voi. Pertanto il nostro giudizio non può che essere negativo. Io mi azzardo a fare anche una facile previsione: chiunque vincerà queste elezioni dovrà rimettere mano alla manovra e nel 2006 non so come si farà a gestire se non ci saranno altri aiuti eccezionali da parte del Governo. Siamo in una situazione di grandissima difficoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Signor Presidente, signori consiglieri, la proposta di legge regionale n. 271, legge finanziaria 2005, e la proposta di legge n. 272, approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2005 e adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2005-2007 sono gli atti più importanti di questo fine legislatura.
La legge finanziaria ed il bilancio di previsione 2005 ci consentono di tracciare un quadro chiaro di quelli che sono i risultati di dieci anni di governo della sinistra nelle Marche. Un governo che ha avuto una maggioranza ampia in quest’aula, molto più di quella che il consenso elettorale aveva assegnato, con una precisa identità politica e con una coppia di protagonisti indiscussi: D’Ambrosio-Spacca. Una coalizione che non può accampare pretesti per giustificare il proprio operato. I dati contabili ci dicono che coloro che l’anno prossimo saranno scelti dai cittadini a governare la nostra Regione, dovranno vedersela con un debito complessivo, ammesso anche da voi leggendo la relazione di bilancio, di 1.439 milioni di euro, quindi voi certificate, attraverso la vostra relazione, che il debito complessivo di bilancio ammonta a 1.439 milioni di euro, esattamente quello che abbiamo scritto nel nostro “libro bianco”, dove si può vedere che erano 504 milioni di euro nel 1995, 1.480 nel 2000 e 2.800 miliardi di lire nel 2004. Quindi non davamo i numeri non dicevamo bugie, ma esattamente quello che troviamo scritto nei documenti di bilancio. Dato, questo, che colloca già di per sé la nostra Regione tra quelle più indebitate d’Italia. In realtà, però, la situazione è ancora peggiore. Magari fosse questa, io sarei pronto a sottoscrivere le quote. Perché i debiti che avete accumulato sono molti di più. Nelle pieghe di bilancio, tra omissioni, trucchi, artifizi contabili ci sono almeno altri 600 milioni di euro di debiti nascosti, e vi dico dove stanno.
Ci sono 200 milioni di euro di debito sommerso nella sanità, perché sappiamo bene che i deficit programmati nella sanità per 2002, 2003, 2004 sono stati abbondantemente superati. Ci sono 200 milioni di euro, di residui perenti passivi, che sono stimati a 300 milioni di euro e sono coperti solo per il 33%. Ci sono 100 milioni di euro per residui attivi insussistenti. Ci sono i debiti delle partecipate. C’è il contenzioso per milioni e milioni di euro. Se diciamo che ogni cittadino delle Marche ha 1.350 euro di debito pro-capite, penso che siamo nella verità assoluta. Questo nonostante che ai marchigiani in questi anni sono stati chiesti enormi sacrifici. In questo periodo la Regione Marche si è dimostrata la Regione con la maggiore imposizione fiscale, i marchigiani sono stati sottoposti, a partire dal 2002, ad una tassazione aggiuntiva illegittima rispetto ai cittadini di altre regioni che, compreso il 2005 raggiungerà i 650 milioni di euro, cioè in quattro anni i marchigiani pagheranno 1.300 miliardi di vecchie lire di tasse in più rispetto a residenti di altre regioni italiane.
Altro che impegno, Presidente, di riportare la tassazione aggiuntiva a zero nel 2004! Il 2004 se ne è già andato e i marchigiani continuano a pagare le tasse.
Tutto questo nonostante il Governo Berlusconi, perché abbiamo le certificazioni desunte dai documenti Cipe, che il Governo Berlusconi ha assegnato alle Regioni maggiori risorse per la gestione del servizio sanitario regionale, altro che tagli. Complessivamente si è passati dal 5,1% del pil al 5,8. Nel 2005 il fondo sanitario nazionale è passato a 88,19 miliardi di euro, il che significa che dai 1.682 milioni di euro del 2000, ultima assegnazione del Governo Amato, siamo passati a 2.180 milioni di euro per la sanità nel 2005, perché ormai la finanziaria è fatta, sappiamo quello che c’è dentro. Cioè, 1.600 milioni di euro in più. Se ci fosse stato il Governo Amato avremmo avuto 1.600 milioni di euro in meno. Questi sono i risultati di dieci anni di sinistra nelle marche, avete ridotto la vostra Regione in un’istituzione odiata, contestata e vilipesa. Andate in giro a parlare con i cittadini marchigiani!
Questa Regione è diventata un apparato burocratico, un ente vessatorio e oppressivo sul piano fiscale, che brucia enormi quantità di risorse e di ricchezze prodotte dai marchigiani per il proprio mantenimento: 18.000 dipendenti nel settore della sanità. Dite agli amici de Il Corriere Adriatico, che ieri ha scritto “La Asur ha 13.000 dipendenti” che è una bugia: sono 18.000 in pianta organica stabile e 3.000 precari. Ormai la sanità impiega 21.000 dipendenti, non 13.000.
Sprecate quantità di risorse e di ricchezze infinite per l’autorefrenzialità, per costruire un consenso artificiale, con falsa pubblicità, per azioni clientelari, per pagare prebende per tacitare lo scompenso, per incarichi inutili e contributi sprecati. La Regione Marche è un intralcio alla crescita e allo sviluppo della nostra regione. L’eccesso di burocrazia che si materializza in adempimenti lunghi ed estenuanti e le tassazioni aggiuntive per Irpef e Irap, i costi dell’energia sono una vera palla al piede al sistema produttivo delle Marche, che è stato ridotto in ginocchio, in questi anni.
Noi vogliamo invitare i marchigiani — faremo questo da qui ai prossimi mesi — a fare attenzione, perché, cari marchigiani, mentre voi state lavorando a testa bassa per superare le difficoltà di questo momento, c’è una Giunta regionale che ha consumato tutto ciò che ha ereditato, che ha dilapidato e sperperato quanto ha ricevuto in questi anni e ha impegnato, per i debiti, anche la ricchezza che saremo in grado di produrre nei prossimi anni. Ormai il triste primato che la nostra Regione ha conquistato — Regione più indebitata d’Italia e Regione a più elevata tassazione — è un primato che le bugie di Agostini non sono riuscite a nascondere.
In questi anni siamo stati soli a urlare, a chiedere chiarimenti, a battere pungi sul tavolo, a logorarci il fegato, ma finalmente il nostro lavoro è stato compreso, possiamo constatare che non siamo più soli, finalmente tutti hanno capito, anche gli autorevoli rappresentanti esponenti dei vostri partiti — l’on. Galeazzi non è certo di Forza Italia, è componente della Commissione bilancio della Camera ed ex sindaco di Ancona, è stato presidente dell’Anci — i sindacati, le categorie produttive. Penso che non c’è più nessun marchigiano che crede alle bugie che avete raccontato in tanti anni.
Chiariamo anche che questa situazione, caro Agostini, è diventata drammatica in questa legislatura: se la Regione Marche è alla bancarotta, ha quattro responsabili fondamentali: D’Ambrosio, Spacca, Melappioni e Agostini. Voi siete i responsabili di questo sfascio. Dobbiamo essere onesti: nella passata legislatura lo Stato copriva a pie’ di lista i debiti che le Amministrazioni regionali andavano a contrarre nella gestione del servizio sanitario, quindi anche se non giustifichiamo, possiamo anche capire la difficoltà a fare scelte scomode, difficili. Ma voi non avete alcuna giustificazione. Il presidente Amato era stato chiaro: “adesso basta, se producete debiti nella gestione del servizio sanitario, ve li pagate”. Voi siete stati veramente degli irresponsabili.
Vorrei qui chiamare in causa il collega conigliere D’Angelo. Caro D’Angelo, ti ho sentito spesse volte urlare “vergognatevi”. Questa volta lo puoi fare per davvero, verso i tuoi colleghi che si debbono veramente vergognare per quello che hanno combinato in questi anni di gestione della nostra Regione.
Prendete esempio dai vostri compagni di altre Regioni, quelli sì che meritano rispetto, perché sono stati accorti, hanno fatto le scelte che dovevano fare, anche dolorose, ma sempre nell’interesse della loro regione. Voi no: nonostante la nostra sollecitazione — abbiamo urlato per anni — ci avete sbeffeggiato, irriso e ora siamo al disastro.
Non possiamo fare più mutui, non ci possiamo più indebitare perché abbiamo superato la capacità di indebitamento, perché non abbiamo più soldi per pagare le rate dei mutui, e allora ricorriamo, per tirare avanti, alle anticipazioni di cassa. Non possiamo più fare alcun investimento in strade, ospedali, scuole di cui la nostra regione ha assoluta necessità.
Siete arrivati a depistare la Corte dei conti fornendo dati che poi venivano cambiati il giorno dopo, fornite continuamente dati falsi ai giornali, raggirate le società di certificazione, avete in questi anni imbrogliato tutti, i cittadini, le imprese, ma soprattutto avete imbrogliato voi stessi, avete imbrogliato i vostri colleghi di maggioranza che non sono riusciti a capire in quale grave difficoltà si trovava la nostra regione. Quello che avete stanziato nei vari capitoli di bilancio è stato solo uno specchietto per le allodole, avete fatto bilanci continuamente falsi, le somme che avete previsto nei capitoli erano messe lì per prevenire le proteste che ci sarebbero state. Ma poi avete preso in giro tutti, non impegnando le somme stanziate e il rapporto di gestione che avete approvato e stanziato la dice lunga, l’avete fatto voi, leggetevelo.
Per fortuna alla fine del tunnel c’è la luce: il 3-4 aprile questo incubo finirà, ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale e sono convinto che questo incubo che i marchigiani hanno vissuto avrà la parola fine.
Nel 1995 questa maggioranza aveva il 58%, nel 2000 è scesa al 50% dei consensi, perdendo 120.000 voti e gli ultimi sondaggi hanno rilevato che il consenso attorno al Presidente è sceso al 42%. Ciò significa che dopo dieci anni l’esperienza della sinistra nelle Marche è un’esperienza finita. Sono convinto che non basta sostituire il Presidente per recuperare credibilità, la credibilità non si recupera sostituendo D’Ambrosio con il suo vice Spacca, perché questa esperienza è stata un fallimento in tutti i settori. Sulla questione morale il Presidente D'Ambrosio, da magistrato, aveva ricevuto al delega a governare le Marche rispetto alle vicende di “Tangentopoli”. Il Presidente dovrebbe farci sapere quante indagini giudiziarie sono in corso in questa Regione, chiarendoci quali sono quelle che riguardano l’assessorato all’agricoltura, quelle che riguardano l’impiego dei fondi per la ricostruzione dal terremoto, quelle che riguardano la sanità. Invece qui si tace, si tiene tutto coperto.
Questa Giunta ha fallito sul piano delle riforme, perché senza l’aiuto di Forza Italia questa maggioranza non sarebbe mai stata in grado di approvare il nuovo Statuto e solo grazie al nostro contributo il 22 dicembre il Consiglio dei ministri approverà senza rilievi lo Statuto della Regione Marche. Mentre sulla legge elettorale, purtroppo, vi sono dei vizi di incostituzionalità evidenti che non ci hanno consentito di esprimere un voto positivo, pur condividendo molti dei contenuti della legge. Questa maggioranza non è stata infine in grado di dare corso alla riforma del servizio sanitario regionale, capace di contenere la spesa nei limiti della disponibilità e rivolta a migliorare il servizio: alto costo, mobilità passiva, liste di attesa sono gli indicatori di un evidente disagio che vive il sistema sanitario nelle Marche. D’altra parte anche voi avete già verificato gli esiti di questa pasticciata, confusa e irrazionale riforma del servizio sanitario nazionale, che non ha prodotto né efficienza, né efficacia, né economicità del sistema.
Si conclude una legislatura i cui risultati sono complessivamente fallimentari da ogni punto di vista, lasciatemelo dire, anche sul piano politico. Non so con quale coraggio sarete in grado di affrontare le prossime elezioni di nuovo insieme, in una campagna elettorale che vi ha visto in cinque anni divisi su tutto, in continuo conflitto, senza il numero legale per portare avanti le leggi. E’ stato un disastro. L’unica cosa che vi tiene uniti è l’odio, il rancore, l’opposizione verso il Governo nazionale, con il quale avete duellato in questi due anni senza pudore, irresponsabilmente, contro gli interessi delle Marche e dei cittadini marchigiani, come per i progetti della “Quadrilatero spa”, la cui realizzazione avete cercato di impedire in tutti i modi: prima non c’erano i soldi, avete irriso il viceministro Baldassarri, poi avete detto “una colata di cemento che dai Sibillini va verso il mare”, poi avete cercato di ostacolare il parere sull’impatto ambientale, poi avete fatto ricorso alla Corte costituzionale, fino a dover incassare un’altra Caporetto delle vostre, perché sono in corso gli appalti e i lavori fra breve partiranno, nonostante la vostra opposizione, non contate più nulla in questo paese, non siete in grado di impedire nulla.
Non ci resta altro che aspettare la fine di questa brutta storia, la fine di questa agonia alla quale avete sottoposto la vostra regione.
Esprimo la speranza, che è anche una certezza: che l’anno prossimo non sarete più lì a combinare ulteriori guai alle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Dopo l’intervento del collega Ceroni, che ha detto tantissime cose, diventa difficile parlare. Ho chiesto di intervenire questa mattina perché oggi pomeriggio ho un impegno, quindi avrei anche potuto posticipare l’intervento. Anche la relazione del collega Trenta ha bene esplicitato un preciso punto di vista.
Voglio fare solamente qualche altra considerazione. Una, intanto, di stile, per dire che apprezzo la correttezza del Vicepresidente Spacca che, forse anche nella sua veste di candidato alla presidenza, almeno ha il buon gusto di partecipare ai lavori di questo bilancio. Non posso dire la stessa cosa per gli assessori della Giunta regionale, che vedo assenti e questo non mi sembra, sul piano dello stile e del decoro politico, una cosa positiva, perché non stiamo parlando del lancio della campagna delle zucchine, ma stiamo parlando del bilancio regionale che ha un’attinenza specifica con l’impegno di ciascuno di questi signori, quindi sarebbe opportuno che almeno gli assessori di questa Giunta garantissero una presenza, avessero la cortesia di ascoltare i consiglieri, perché comunque cose da dire vi sono e credo che la riflessione può essere un fatto positivo. Ma ognuno si assume le proprie responsabilità. Certo, chi si appresta ad andarsene può avere poco interesse a pensare al futuro, ma anche questo non è un segno di grande responsabilità nei confronti dell’amministrazione alla quale partecipa.
E’ stato detto che questo bilancio chiude un ciclo di governo del centro-sinistra, un ciclo di governo caratterizzato da un elemento di fondo: dall’esplosione della spesa, perché la chiave di lettura dell’attuale situazione finanziaria è che questo è stato il decennio della spesa pazza, irresponsabile, del mancato controllo di questo strumento fondamentale. E questo è un elemento ancora più grave, perché non è avvenuto in presenza di un miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi, anzi tutt’altro. Credo che questo sia un dato indiscutibile.
Secondo elemento che mi pare possa essere in qualche modo richiamato in questa occasione è il dato del deficit, che è diventato insopportabile, un deficit da record, soprattutto per la sua struttura, cioè un deficit dove il peso dei mutui ha una incidenza estremamente rilevante, segnala la situazione finanziaria delle Marche come una delle situazioni finanziarie più disastrate dell’Italia centrale. Se mettete a confronto i bilanci delle Regioni del centro Italia, vi renderete conto che le Marche sono il fanalino di coda delle Regioni “rosse”, a dimostrazione non solo di una scelta programmatica infarcita di politica sbagliata, ma anche di una incapacità politica a gestire il bilancio.
La terza considerazione è che la spesa sanitaria, gestita con molta allegria in questi anni, ha finito, come avevamo denunciato per fagocitare la quasi totalità delle risorse finanziarie regionali. Credo che il terzo elemento che possa essere letto è questo.
Oggi che si tenta disperatamente di riportare sotto controllo la spesa, constatiamo il fallimento di tutte le manovre messe in atto dalla Giunta regionale. Un mancato obiettivo, quello del mancato rientro della spesa finanziaria, che sancisce un altro fallimento: avete fallito con la creazione di un grande carrozzone qual è l’azienda unica regionale. Questo bilancio certifica il fallimento dell’Asur, perché se il primo obiettivo era quello di contenere, di risanare la spesa finanziaria, attraverso questo strumento che noi abbiamo contestato perché è uno strumento che toglie alle assemblee, ai territori la possibilità di esercitare un benché minimo controllo sull’attività del sistema sanitario, questo obiettivo non è stato raggiunto e questo certifica il fallimento dell’Asur e della nuova organizzazione sanitaria regionale, rispetto a cui i cittadini marchigiani non rilevano cambiamenti, sul piano specialmente dei servizi. Ditemi quali servizi maggiori abbiano avuto i cittadini marchigiani, quanto sia migliorato, per esempio, il problema delle liste d’attesa, il tempo che occorre per usufruire di una prestazione specialistica. Non credo che i cittadini marchigiani da questo punto di vista abbiano avuto miglioramenti sensibili, hanno invece avuto peggioramenti — e in questo senso mi sono permesso di polemizzare con lei durante la sua visita ad Urbino, Vicepresidente Spacca — soprattutto i cittadini delle zone interne, che si sono visti ridurre le strutture sanitarie, soprattutto l’efficienza delle strutture sanitarie. E’ inutile che tu faccia gesti con le mani, Luchetti: quando hai disattivato le chirurgie negli ospedali di polo hai decretato la morte della sanità nell’entroterra. Io ho contestato al Vicepresidente Spacca di non avere avuto il coraggio di dire ad Urbino “la Giunta regionale ha sbagliato, io se sarò eletto mi farò carico di recuperare questo grave deficit di servizi per le zone interne”, cosa che lui non ha fatto perché si è limitato a prendere nota. In questo senso ho fatto polemica con Spacca. Però rimane il dato di fondo che questo bilancio certifica anche il fallimento della Asur e della nuova organizzazione sanitaria.
Ma questo bilancio certifica che questa Giunta regionale fino ad oggi ha detto solo bugie sulle tasse. Avevate garantito ai marchigiani, nel dicembre del 2001 — i funzionari del Consiglio che sono la memoria storica se lo ricordano meglio dei consiglieri di maggioranza, che sono un po’ smemorati — in occasione dell’approvazione della manovra fiscale, due cose: che la manovra fiscale era utile, era necessaria ed era indispensabile per sanare il deficit della sanità e che quindi prendevate in prestito un po’ di soldi dalle tasche dei marchigiani per fare questa operazione di risanamento, ma che, appena aveste raggiunto l’obiettivo del risanamento avreste restituito i soldi ai marchigiani. Ebbene, questo bilancio certifica il fatto che questa promessa non la volete rispettare, cioè non darete indietro ai marchigiani i soldi delle maggiori tasse regionali pagate in questi anni. E allora la verità, sostenuta dal gruppo di Forza Italia, ripresa l’altro giorno in maniera intelligente dal consigliere Viventi, è una: o dite le bugie sul bilancio, pertanto non avete risolto i problemi finanziari e pertanto i soldi vi servono, o siete delle persone senza onore sul piano politico. Onore vuol dire che quando una persona prende un impegno lo mantiene e voi siete persone senza onore sul piano politico, perché non mantenete gli impegni. Poi potete dire quello che volete, potete comperare giornali, fare manifesti, fare campagne, fate quello che vi pare. La realtà è che questa è la Regione più “tassaiola” d’Italia e questa è la Regione rispetto alla quale promesse precise in ordine alla restituzione delle maggiori tasse regionali non vengono mantenute dal centro-sinistra.
Vi siete limitati a decidere la riduzione di qualche centesimo delle tasse, solo briciole senza dare nulla in cambio. I marchigiani, in questi anni hanno avuto meno servizi sul piano quantitativo e della qualità. Questo è l’altro dato di fondo che desumo.
L’altro fallimento che secondo me deve essere addebitato a questa Giunta regionale, a questa maggioranza è quello della capacità di spesa. Questo bilancio dimostra la vostra incapacità di spesa. Avete dimostrato l’incapacità di gestire la macchina organizzativa regionale, che è cambiata da poco, ma che è rimasta, guarda caso, molto costosa, una capacità di bilancio che si riduce in una equazione, cioè che siete riusciti a spendere solo in parte le risorse messe a bilancio. Una percentuale di utilizzo delle risorse che si aggira sul 16-18%. Questo la dice tutta sulla capacità di spesa, che peraltro, in tempi elettorali, avrebbe dovuto essere molto più alta.
Se c’è una cosa che può essere affermata è che questo bilancio è collocato dentro una spirale dell’attività della Giunta regionale, io la chiamerei una spirale perversa, con la eccessiva burocratizzazione della regione, con il mantenimento, l’espansione del fenomeno delle consulenze rispetto alle quali nulla si è fatto, con i tantissimi sprechi, con i privilegi che vengono mantenuti rispetto alla occupazione del potere. Mi spiace che ancora oggi due questioni fondamentali per la comunità marchigiana, rispetto alle quali il gruppo di Forza Italia aveva chiesto parole chiare, sono state disattese. Avevamo chiesto, nell’ultimo Consiglio, che il Presidente venisse in aula oggi, e prima della discussione del bilancio ci raccontasse le scelte sull’Aerdorica e sull’autorità portuale, che non hanno scandalizzato solamente noi ma che hanno scandalizzato autorevoli esponenti del partito di maggioranza relativa. Se volete — quando sarà ora lo faremo — vi daremo conto dell’intervista del Sindaco di Ancona e dell’on. Galeazzi, che non sono parlamentari azzurri, ma che hanno detto che D’Ambrosio ha fatto un golpe, che qui c’è un regime di monopolio “sovietico”. Credo che una discussione su queste cose, visto e considerato che si parla di iniziative importanti che investono la responsabilità di tutti, sia necessaria. Anche perché ai marchigiani non avete detto che lo strappo è più grave di quello che volete far credere. Siete stati addirittura costretti, “compagni” della Giunta regionale, a designare due funzionari della Regione per occupare provvisoriamente due posti, perché il Comune di Ancona e la camera di commercio si sono rifiutati di fare delle designazioni per un ente lottizzato. Questo è un fatto grave. Giustamente dice Brini, siccome c’è una nostra richiesta di tenere conto del peso e della rappresentanza politica delle minoranze, non capiamo perché, nel consiglio dell’Aerdorica, ci debba andare un comunista rifondatore senza esperienza manageriale. Discutiamo qui, insieme, dei criteri secondo i quali devono essere fatte le scelte. Non si tratta di mandare a rappresentare la Regione nell’Iacp, si tratta di scegliere il presidente dell’Aerdorica, una infrastruttura importante della nostra regione rispetto alla quale qualcosa da spendere c’è, quindi credo che, quantomeno, chi assume quella responsabilità, debba avere una proiezione che va oltre la rappresentanza di Rifondazione comunista all’interno della Giunta regionale, altrimenti, più che prendersela con me e con Brini, lei, assessore Modesti, bisogna che se la prenda con il suo vicino di posto che ha detto le stesse cose che dico io: che avete fatto una “porcata”, che D’Ambrosio ha fatto una “porcata politica”. L’hanno detto Galeazzi e Sturani che sono suoi compagni di partito, che partecipano con lei alle assemblee.
Avete sbagliato, avete fallito e questo fallimento pone l’esigenza di un rinnovamento totale. Un rinnovamento, prima che negli uomini nei programmi e nel costume politico, perché il fallimento di questa Giunta è qui, e potremmo insieme ripercorrere le vicende tormentate di questa legislatura.
Un altro capitolo emblematico di questo buco nero della Regione rimane quello degli enti strumentali, rispetto al quale Spacca ha grandissime responsabilità e credo che debba fare molto per recuperare, se vuole poi assumere credito rispetto ai cittadini, un sistema degli enti strumentali che in questi anni ha fallito e che non si è voluto affrontare, generando sempre più sprechi e inefficienze a vantaggio degli interessi e delle logiche di partito. Un bilancio che destina sempre meno risorse agli investimenti nei settori produttivi, quindi niente per lo sviluppo. La scelta di fondo, la morale che può essere tratta è che non c’è niente per lo sviluppo, come negli anni passati.
Credo che il consigliere Ceroni sia stato chiarissimo sul problema dei trasferimenti, una grande mistificazione cui fate ricorso per giustificare quello che non riuscite a giustificare. Per fortuna nessuno vi crede più ed è ormai diventato un ballon d’essai, come il manifesto della Margherita dell’altro giorno, Luchetti: avete affisso per tutta la regione un manifesto, “prendendo per il sedere” Berlusconi sulle tasse, poi Berlusconi le tasse le ha tagliate, quindi “per il sedere” siete stati presi voi. La verità è che i soldi dello Stato arrivano e arrivano più di prima.
Presidente, il consigliere Brini rinuncia al proprio intervento per darmi la possibilità di fare, in pochi minuti, le conclusioni.
Un’altra notazione di fondo che mi sembra vada richiamata, è che questo bilancio è orfano della partecipazione del sistema delle autonomie e dei soggetti sociali delle Marche. Questa Giunta, con questo bilancio certifica anche il dato dell’isolamento in cui si è cacciata rispetto alla società marchigiana. Il discorso di un contributo della società marchigiana rispetto a questo strumento è solamente una farsa sul piano politico. Il contributo della società marchigiana non solo non è ricercato, ma soprattutto non è tenuto in alcuna considerazione e lo dimostrano le polemiche puntuali sugli atti che la Regione assume. La verità è che il vostro sistema, il sistema messo in piedi da questa Giunta regionale, ormai si regge solo sulla gestione brutale del potere, con la distribuzione dei posti a questa o quella componente, dietro ricatto dei singoli partiti della coalizione, ma addirittura dietro ricatto dei singoli assessori o dei singoli componenti. In fondo anche la vicenda dell’Aerdorica è significativa del braccio di forza che c’è all’interno della Giunta fra l’estrema sinistra, il centro e la sinistra moderata, facendo risaltare ancora una volta quanto sia forte l’influenza di Rifondazione comunista rispetto alle scelte. Può darsi che nelle ultime settimane le cose siano cambiate perché il Presidente D’Ambrosio sembra orientato a veleggiare verso lidi più sicuri di questi equilibri, però rimane il fatto che alcune scelte compiute in questi ultimi tempi segnalano questa propensione estremista della Giunta regionale. Potrei citare, su questo, le dichiarazioni di Ascoli, Spacca e del capogruppo sulla vicenda dell’autorità portuale, molto puntuali, molto serene, a dimostrazione, comunque, di una lacerazione.
Credo che si possa concludere dicendo che il vostro è un bilancio da ultima spiaggia. Noi speriamo che sia veramente così, non sia un bilancio da ultima spiaggia per i marchigiani ma sia un bilancio da ultima spiaggia per questo ceto politico inetto, incapace, che ha gestito la Regione in questi ultimi anni, cioè sia un bilancio da ultima spiaggia per la classe politica del centro-sinistra responsabile di dieci anni di cattiva amministrazione, che ha portato al fallimento finanziario la Regione Marche.
Da un punto di vista politico questa maggioranza arriva al presente bilancio con le ossa rotte. Questa maggioranza voterà sicuramente tale strumento, cosa che non faremo noi e mi auguro non faranno gli altri partiti dell’opposizione, ma è evidente che questo voto è espresso con sofferenza da alcuni partners della maggioranza; un voto strumentale, perché la tenuta della coalizione non c’è stata, sono venuti meno pezzi importanti durante il tragitto che ci ha accompagnato in questi anni, ci sono stati cambiamenti a volte anche traumatici, a volte anche funzionali a nuovi equilibri, come nel caso del consigliere Cecchini, ci sono state entrate, uscite, come quella dei verdi che, pur partendo da una posizione di partecipazione attiva alla maggioranza, se ne sono andati per motivi ancora indefiniti e poi sono rientrati dalla finestra. Ma soprattutto credo che il dato di fondo sia quello dell’apporto illegittimo di nuovi partners della coalizione. Su questo, una norma morale va recuperata, presidente Donati. Non è pensabile che qualcuno venga eletto con i voti di una forza politica e venga qui dentro a svolgere un ruolo in rappresentanza di altri interessi e tutto passa come se nulla fosse, tanto per essere chiari. Mi riferisco alla mia parte: il consigliere Favia rappresenta elettori di Forza Italia e, a seguito di un tradimento ancora non giustificato, viene in quest’aula a fare interessi che sono tutto l’opposto di quelli degli elettori che l’hanno eletto. Questo non deve essere concesso, non deve essere possibile, perché sul piano politico è una immoralità, ma questo c’è e c’è perché dall’altra parte c’è chi si presta a questo gioco.
Un momento di grande confusione che non è sfociato in una gravissima crisi istituzionale, perché in alcuni momenti delicatissimi per l’istituzione regionale le opposizioni hanno svolto un ruolo di grande responsabilità, di grande attaccamento alle istituzioni, facendo passare questa ricerca, questa logica della responsabilità sopra l’interesse di parte. Di questo credo dobbiate darne atto in modo particolare al gruppo consiliare di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Signor Presidente, credo che questa debba essere l’occasione non solo per discutere nel merito il bilancio di previsione 2005 e quello pluriennale, ma essendo questo l’ultimo bilancio della legislatura, credo debba essere anche l’occasione per una riflessione un po’ più larga che abbraccia questi cinque anni. Intanto vorrei mettere in rilievo un fatto, che non è solo un problema di metodo, è anche un problema di sostanza. Noi, per il secondo anno consecutivo siamo stati in grado di rispettare pienamente i tempi di presentazione, di discussione, di approvazione del bilancio, nonostante che ancora oggi il Parlamento non ha approvato la finanziaria. Quindi noi approviamo la finanziaria regionale e il bilancio con un’incognita di non poco conto. Non sappiamo quale finanziaria uscirà in maniera precisa dal Parlamento, perché finora solo il Senato ha approvato, tra l’altro con un ricorso molto inusuale, da parte del Governo, al voto di fiducia, per avere presentato un maxiemendamento che di fatto ha riscritto completamente la finanziaria e il bilancio dello Stato così come erano stati presentati all’inizio da parte del Governo stesso.
Quindi è una valutazione nel merito della finanziaria nazionale che faremo meglio anche nei prossimi giorni, quindi potremo valutare meglio anche le conseguenze che quella finanziaria comporterà per il nostro paese e che comporterà anche per le Regioni e gli enti locali. Credo tuttavia che quel maxiemendamento che è stato presentato non porterà alcunché di buono, anzi probabilmente porterà a un peggioramento ulteriore rispetto al quadro negativo che era emerso dalla finanziaria originale presentata dal Governo stesso, perché comunque, aldilà dell’approfondimento che servirà, appaiono confermate alcune scelte negative, a cominciare dal fatto che avremo una finanziaria nazionale che sarà contro una politica di sviluppo, che non aiuterà le imprese. Questo non lo diciamo solo noi forze dell’opposizione o non lo dicono solo i sindacati, lo dice la stessa Confindustria nazionale che ha attaccato profondamente le proposte contenute nella finanziaria del Governo, una finanziaria che taglia dove bisognerebbe invece investire: sull’università, sulla ricerca, sulla innovazione. Vorrei ricordare un dato sicuramente rilevante che riguarda l’entrata in vigore, dal 2005, dell’art. 3 della finanziaria nazionale 2004, che sarà un problema serio per tutte le Regioni italiane, compresa la nostra, perché quell’articolo, come sappiamo, impedisce alle Regioni di poter coprire con la parte degli investimenti tutti i finanziamenti che prima venivano dati alle piccole imprese, alle imprese artigiane, quindi a sostegno dello sviluppo. Oggi saremmo costretti a coprire quegli investimenti con la spesa corrente, facendo venir meno risorse che potrebbero essere impegnate sui servizi.
Sappiamo che quella è una finanziaria fatta di tagli ai sevizi e allo stato sociale.
Vorrei sottolineare un altro aspetto per completare questa mia prima parte di riflessione: che nella finanziaria presentata dal Governo c’è una differenziazione intollerabile nel trattamento dei cittadini colpiti da calamità naturali, perché mentre per quelli del Piemonte o della Sicilia è stato concesso, con questa finanziaria nazionale, di poter pagare le tasse al 10%, la stessa cosa non è stata riconosciuta ai cittadini marchigiani colpiti dal terremoto del 1997, nonostante una richiesta che era stata fatta in maniera pressante, sia da parte della nostra Regione che da parte della Regione Umbria. Infine, una finanziaria che si contraddistingue, quella nazionale, per un bluff mediatico sulla riduzione delle tasse, perché sappiamo benissimo che quella finanziaria contiene invece un inasprimento della pressione fiscale indiretta, che è superiore rispetto a quanto viene restituito ai cittadini attraverso la riduzione dell’Irpef, e tra l’altro con una manovra completamente iniqua, perché questo favorisce soltanto i redditi alti o altissimi e non dà quasi niente ai redditi medio-bassi. Cioè è stata fatta una riforma fiscale, che oltre a non restituire comporterà in sé una maggiore iniquità sociale. L’opposto di quanto abbiamo cercato di fare nella nostra regione.
Dire questo non significa fare propaganda, significa tener conto di un quadro nazionale che influisce drammaticamente sulle risorse delle Regioni, perché noi sappiamo che ancora oggi le Regioni vivono prevalentemente di finanza derivata, perché siamo purtroppo ancora lontani da un vero federalismo che vogliamo sia comunque un federalismo solidale, che mantenga l’unità del nostro paese.
Quindi abbiamo di fronte a noi un quadro che purtroppo non è nuovo, ma che è stata la caratteristica di questi anni di governo del centro-destra a livello nazionale, in cui le Regioni e gli enti locali si sono dovuti muovere tenendo conto di questa situazione grave, una situazione che oggi è ancora più aggravata da una crisi economica e produttiva che si fa sentire anche negativamente, in questa nostra regione, per quanto la realtà marchigiana, dobbiamo pur dirlo, non è certo tra le realtà regionali in cui si vive peggio, anzi diciamo che gli indici riguardo alla disoccupazione, alla ricchezza prodotta, alla capacità di esportazione, alla qualità della vita nel suo complesso, sono sicuramente superiori rispetto alla media nazionale. Questa situazione di difficoltà, di crisi economica nazionale e internazionale si riflette negativamente anche nell’economia marchigiana, soprattutto in alcune aree della nostra regione che oggi vivono con più difficoltà questa situazione. Mi riferisco in modo particolare al sud di questa regione, all’area ascolana con la crisi di molte imprese multinazionali, mi riferisco alla questione relativa al Fermano calzaturiero, con una difficoltà seria del settore. Credo che la politica che abbiamo condotto come Regione Marche in questi anni sia stata una politica giusta, perché ha cercato di concentrare le non molte risorse di cui oggi noi disponiamo, verso i settori e le aree che sono maggiormente in difficoltà, quelle che prima richiamavo.
Pure in questo quadro generale difficile, sono stati raggiunti alcuni obiettivi importanti, frutto di scelte, di priorità che si sono poi tradotte nei vari bilanci che abbiamo approvato in questi anni, priorità che abbiamo deciso e portato avanti con continuità come maggioranza, che hanno soprattutto privilegiato alcuni indirizzi, ad esempio verso i servizi socio-sanitari, i trasporti, il welfare in generale, verso la formazione, verso il sostegno ai settori produttivi. Grazie a questa politica, che è l’opposto di quanto hanno cercato di sottolineare i colleghi del centro-destra, questa Regione ha garantito, come fa anche quest’anno, le stesse quantità di risorse verso questi settori prioritari nella vita economica e sociale della nostra regione, come abbiamo fatto anche l’anno precedente. Noi abbiamo garantito, per quello che riguarda le nostre possibilità, le nostre risorse regionali, un flusso di denaro che è stato uguale a quello degli anni precedenti, per portare avanti una politica che ha permesso di non intaccare il livello e la qualità delle prestazioni dei servizi, a cominciare proprio dalla sanità, dove è invece continuata una politica anche di investimenti, che per esempio ha consentito di sviluppare ulteriormente la politica a sostegno dell’emergenza sanitaria, che ha fatto in questi pochi anni passi da gigante, ha permesso di portare avanti una politica per allargare ulteriormente i servizi, ha permesso di recente, ad esempio di prevedere 10 milioni di euro, nell’accordo che è stato sottoscritto tra la Giunta e le organizzazioni sindacali, a sostegno della non autosufficienza. Questo è avvenuto anche a seguito di un sacrificio che abbiamo chiesto negli anni scorsi ai marchigiani con la manovra del 2001 che è stata equa, a differenza di quella operata oggi dal Governo, perché ha salvaguardato soprattutto i redditi medio-bassi e ha permesso comunque di portare avanti una politica che garantisse uno sviluppo di questa nostra regione, sia sul piano produttivo che sul piano sociale.
Allo stesso tempo questi risultati hanno consentito di portare avanti una politica di risanamento finanziario, a partire proprio dalla voce più consistente del bilancio, che è quella della sanità.
Noi abbiamo rispettato, come Regione Marche, gli obiettivi che ci eravamo dati negli ultimi tre esercizi finanziari. Avevamo previsto un deficit sanitario di 108 milioni di euro nel 2002, di 91 milioni di euro nel 2003, di 72 milioni di euro nell’anno che sta per concludersi, cioè abbiamo centrato perfettamente gli obiettivi, anche finanziari, che ci eravamo posti e in tre anni, di fatto, il deficit della sanità è stato dimezzato rispetto al 2001. Un risultato che non credo possa in alcun modo essere messo in discussione, perché è un dato oggettivo, vi sono le cifre che stanno a testimoniarlo. Un risultato che sarebbe stato ancora migliore se da parte del Governo non ci fosse stato non solo il taglio verso i trasferimenti, anche e soprattutto nel settore sanità, ma anche se il Governo avesse garantito la regolarità dei trasferimenti dovuti, impedendo alla Regione di fare ricorso alle anticipazioni, di conseguenza allargando il deficit della sanità stessa.
Vorrei ricordare che sulla manovra finanziaria che abbiamo fatto nel 2001, il Governo finora ha trattenuto tutti i soldi che spettano alla Regione Marche, 450 milioni di euro, non trasferiti dalla Regione dal 2001. I ritardi con cui il Governo trasferisce i finanziamenti alla sanità sono noti a tutti. C’è quindi una responsabilità precisa, sia sui tagli che il Governo ha operato ma anche nel non rispetto dei trasferimenti dovuti alle Regioni, che creano non poche difficoltà, come prima ho cercato di dimostrare.
Per concludere vorrei dire che questa politica, queste scelte che abbiamo fatto come governo regionale ci permettono oggi di continuare ciò che abbiamo iniziato anche l’anno scorso, cioè mantenere fede a un impegno che avevamo sottoscritto con i cittadini marchigiani, che parallelamente alla diminuzione del deficit della sanità avremmo ridotto la pressione fiscale. L’abbiamo fatto l’anno scorso, lo rifacciamo quest’anno per circa 26 miliardi delle vecchie lire che andranno ad abbassare la pressione innanzitutto per quella fascia di contribuenti che va dai 30 ai 60 milioni di lire di reddito annuale, che di fatto verranno quasi completamente esentati dall’aumento Irpef e inciderà anche sulle fasce più alte, come inciderà anche sull’Irap per quanto riguarda il settore calzaturiero, che già dall’anno scorso era stato quasi completamente esentato dall’aumento, proprio in virtù di quella che è una situazione particolarmente difficile che questo settore incontra nella nostra regione.
Ci apprestiamo quindi ad approvare un bilancio preventivo, nonostante le difficoltà che prima richiamavo, che credo coglie importanti obiettivi; ci apprestiamo ad approvare un bilancio risanato anche negli aspetti finanziari — altro che fallimento di questa politica, di cui parlano Ceroni e gli altri colleghi del centro-destra — un bilancio che lascia in eredità una situazione non certo senza problemi, perché i problemi ci sono, li hanno tutte le Regioni, sarebbe solo demagogia affermare il contrario, ma un bilancio tranquillo, trasparente, in linea con una politica più generale di trasparenza e di moralizzazione che questa maggioranza ha condotto in questi dieci anni in cui è stata chiamata a guidare le sorti della nostra Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Caro capogruppo Franceschetti, mi aspettavo un intervento di scuola, ma un intervento che denota un grande senso di responsabilità nei confronti della coalizione, da capogruppo del partito di maggioranza relativa, del partito che, come voi sperate, ci sarà un certo esito, si avvia ad avere una maggioranza assoluta su tutto, soprattutto nell’Esecutivo, che però mi fa rilevare un grande imbarazzo per il giudizio che anche dalla maggioranza viene sulla manovra. Un bilancio di fine legislatura al quale pensavo voi foste in grado di arrivare in maniera diversa, un po’ più brillante. So che questo era anche nelle vostre speranze, oggi quello che si sottolinea qui — l’hanno fatto bene i miei colleghi di minoranza — è che invece ci arrivate un po’ scarichi, nel senso che, un po’ l’invocazione solita nei confronti del Governo nazionale, un po’ perché, nonostante l’enfasi, anche voi siete coscienti che le cause di questa situazione sono precedenti al 2001, ci descrivono un bilancio che nella valutazione politica può essere definito veramente rassegnato, nel senso che non rilancia niente.
Non tornando alle cifre che i colleghi hanno evidenziato, sottolineo quelle che mi sembrano le valutazioni più semplici da fare. Tra l’altro sono valutazioni che molti di voi nel lavoro delle Commissioni, nei lavori extra aula fanno tranquillamente, con la coscienza pulita.
E’ un messaggio di fine legislatura o l’inizio della prossima, o è un messaggio di campagna elettorale? Non lo so. Si tende a sottolineare che nella gravità della situazione generale, le Marche sono un’isola felice. Vorrei allora capire da cittadini, prima ancora che da rappresentante di questa istituzione, se voi pensate che le Marche sono un’isola felice per l’azione di questo governo regionale, oppure...

Marco LUCHETTI. “Anche”...

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Già Luchetti dà una correzione all’enfasi iniziale, dice “anche” un po’ autoreferenziale, ed è più accettabile. E’ un giudizio di parte, ma più condivisibile di quello che dice “solo”. Le Marche, se volete un mio parere, si sono fatte molto da sole, continuano a farsi da sole, nel bene e nel male c’è la coscienza negli imprenditori, nelle associazioni, di dover contare solo sulle proprie forze. Tutto questo spesso comporta che non si fa sistema, c’è molto individualismo e molto frazionamento in tutte le attività, qualche volta questo produce effetti positivi, però vorrei capire se questa società marchigiana ha avvertito che le sue migliori performances — voi avete parlato di qualità della vita, di classifiche del benessere — sono determinate da se stesse, dalla propria attività oppure dal governo regionale. Voi sottolineate che dipende solo dal governo regionale, io sono portato a dire che la verità sta nel mezzo e che probabilmente le forze di questa regione sono ingenti a livello di comunità e società organizzata, che la Regione Marche ha usufruito di possibilità che sono venute dallo Stato in tutte le legislature, che questo governo regionale ha colto delle opportunità e ne ha perse altre e probabilmente, il fatto che era un tessuto sano da decenni, grazie a Dio e grazie a quelli che hanno governato in più tempi. Sicuramente tutto questo oggi ci fa stare un po’ davanti agli altri.
Se accettiamo di darci un giudizio di moderazione di questo tipo invece di inaugurare le campagne elettorali con una demagogia e una faziosità che secondo me in questo momento sono fuori luogo, bisognerebbe vedere se questo bilancio rilancia le potenzialità dell’ente Regione in questa comunità per i prossimi 10-15 anni, oppure se viviamo alla giornata.
Sapete perché il mio giudizio non è feroce nei confronti di questo bilancio? Perché questo è un bilancio che denota il vostro vivere alla giornata, qui non c’è nessuna programmazione, non sapete neanche dove sta di casa la programmazione dei prossimi 10-20 anni di questa Regione, perché non è chiaro il ruolo della struttura regionale e le contestazioni che ci sono da parte degli enti locali, molti dei quali governati dal centro-sinistra, riguardano proprio questo: non c’è un disegno sulla governance per i prossimi venti anni, vi siete appiattiti sulla quotidianità della vita, del messaggio politico, dei valori politici e questo vi ingabbia. Non capita solo a voi, è una tendenza generale della politica, però voi, qui non fate alcuno sforzo per definire il “progetto Marche” per i prossimi dieci anni. Voi direte “siamo a fine legislatura, perché lo dobbiamo fare? Perché dobbiamo sobbarcarci questo onere della programmazione?”. Siccome siamo a fine legislatura, giustamente dite “mancano tre mesi, finiamo con una gestione contabile-ragionieristica di basso profilo” — in senso non dispregiativo, che tira a campare per le prossime settimane — ”e cerchiamo di chiudere la legislatura in questo modo”. Questo è il bilancio povero di questo bilancio, povero nel valore, prima ancora che nelle cifre, questa è la cosa che mi preoccupa, perché di bilanci poveri di cifre e di risorse ne è pieno il mondo. Il problema è che voi siete poveri di prospettiva e di valore.
La macchina regionale, nonostante le promesse fatte qui, non è stata mai più considerata come si doveva. Si era parlato di managerialità nella gestione, io avevo avanzato la proposta di direttore regionale, perché sono per un criterio piramidale di organizzazione, ma qui non se ne parla, i compartimenti stagni e la orizzontalità assoluta di questa struttura vi portano a una inefficienza che penalizza, demotiva in particolar modo i dipendenti regionali. Poi si può dire che sono troppi, si sprecano, ma il problema è capire che cosa vogliamo far fare a questa struttura. Gli incarichi esterni non sono la patologia iniziale ma la patologia finale, la classe politica non crede nei dipendenti regionali, questo è il problema; non crede nella loro formazione, se ne frega della loro managerialità. Allora la manovra politico-organizzativa è ben altra e va oltre la struttura regionale. Questo significa demotivazione, appiattimento e non servire alla comunità la struttura, l’ente regionale che occorre.
Quali investimenti ci sono in questo bilancio sulla qualità? Qualità significa servizi spiaggia, quindi al turismo, significa servizio dell’agroalimentare, ad esempio. Qualcosa c’è ma tutto a spezzoni, tutto improvvisato, tutto superficiale, lasciato molto alla volontà delle categorie e degli imprenditori, che è giusto siano appoggiati, ma pochissimo c’è di programmazione regionale. La formazione del management, di quelli che dovranno gestire il turismo, la cultura, il sociale, fuori da una lottizzazione politica, c’è su questo bilancio, secondo voi? E’ un valore secondario, oppure diventa un valore primario nel messaggio che dobbiamo dare? Lasciamo perdere il fatto che siamo orfani dell’assessore alla cultura in questa Regione... Non me ne voglia il Presidente, ma è stata una scelta pervicace, incomprensibile a tutti, anche a quelli che la pensano come voi. Lo dovrete spiegare durante la campagna elettorale. Ma non è questione di assessore o di Presidente: chi sono i manager della cultura, dei servizi culturali sul territorio? Ci avete pensato in questi cinque anni a costruirli? O invece la distribuzione delle risorse va a diffondersi in mille rivoli che non fanno sistema?
Vi faccio una domanda alla quale chiedo di rispondere. Io sono quello che, anche in posizione di minoranza, esprimendo la massima stima nei confronti del dott. Aprile, ha detto che il dott. Aprile è l’uomo giustissimo — non giusto — nello strumento sbagliato. Ma siccome siamo pronti a valutare anche i meccanismi di governo e di gestione, anche alla Bocconi direbbero “esaminiamo questo progetto organizzativo di Asur”...

Adriana MOLLAROLI. Lo hanno già fatto.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Lo so, devo dire che le valutazioni finali lasciano ancora qualche perplessità, comunque vediamo.
Io non ero d’accordo su questo progetto organizzativo, sono disponibile a valutarlo. L’avete fatto lavorare, Aprile? Ha lavorato liberamente? E’ stato o no condizionato da scelte politiche? Il pletorico apparato che gli sta attorno, è frutto di scelte organizzative sue o di un condizionamento politico? Avrei voluto che nel cappello del bilancio si fosse parlato di questo, ma di questo non ne parla nessuno, perché sapete qual è la risposta scontata? Aprile non l’avete fatto lavorare, da due anni. Di quello che dico mi prendo la responsabilità, perché sono convinto che, pure con uno strumento sbagliato, Aprile potrebbe fare molto per la nostra sanità nel senso del risparmio, della razionalizzazione, dell’organizzazione, ma non siete nella condizione di fine legislatura per farlo lavorare. E allora gli sono stati messi vicino tutori, controtutori, mini tutori, in modo da imbavagliare, per ora, il personaggio. Se volete franchezza, sono convinto che è così.
Quindi mancanza di visione sulla governance, mancanza di visione sulla qualità, mancanza di visione di sistema, mancanza di programmazione per i prossimi vent’anni, non per i prossimi sei mesi come avete fatto con questo che è un bilancio al 30 giugno.
Prima Agostini, rispondendo a un collega di minoranza ha detto “è il fabbisogno che cresce”, a dire: “voi che cosa volete dire? Le risorse sono sempre quelle, ci sono, però cresce il fabbisogno”. E’ lo stesso di quello che avviene a livello nazionale con la scuola e che voi contestate: le risorse aumentano, però aumenta di più il fabbisogno. Ma voi su cosa sfilate, qualche volta portando anche al bavaglio e al guinzaglio i bambini da quattro anni? I tutori dell’infanzia dovrebbero essere un po’ più svegli in proposito, perché portare i bambini di quattro anni con i cartelli dell’Ulivo non è una bella cosa per chi dice di rispettare l’infanzia e l’adolescenza. Brutto momento, lasciamo perdere... Avete fatto sfilare i bambini di quattro anni parlando di tagli nella scuola. I tagli nella scuola non ci sono stati, aumentano i fabbisogni della scuola, del sociale, della sanità. Questo è quello che dobbiamo dire, se vogliamo essere moderati, equilibrati e sinceri tra noi.
Tutto quello che riguarda le cifre, le risorse, il fatto che la manovra del 2001 doveva essere provvisoria, invece diventa super stabile e per i prossimi dieci anni si preannuncia ancora più cruda, per me viene dopo, anche se di per sé è scandaloso. La cosa che mi disarma è la totale mancanza di volontà, di opportunità che voi ravvisate nel non programmare niente, questo è il problema.
E allora gli emendamenti che noi abbiamo proposto e che riguardano la scuola, lo stesso management, cadranno nel vuoto. Ho inserito un emendamento che riguarda le malattie rare in questa regione, che probabilmente sarà respinto, perché un’altra caratteristica che avete spesso usato in questa gestione va spiegata, dovrà essere spiegata anche a certi cattolici che predicano agli altri la moralità della politica, perché in quest’aula anche provvedimenti e proposte che si ritengono giusti, venuti dalla minoranza, ipso facto solo perché portati dalla minoranza vengono bocciati. Poi è inutile che andiamo a Camaldoli, a Fonte Avellana a inginocchiarci, a pregare, a confessarci, a fare quattro messe al giorno per prendere i voti dei cosiddetti “cattolici”, bisogna che spieghiate loro che se una proposta viene da un avversario, se è giusta si accetta. Io nella mia educazione ho questa come impostazione, qui dentro non è mai avvenuto, qui sono state cambiate di virgole proposte di legge solo perché avevano una firma in calce e ce ne avete messa un’altra. Questo dovete spiegarlo quando fate le adunanze con le prediche morali.
Questi saranno i veri temi della campagna elettorale, non si tratta solo di tasse. Andrà spiegato il perché di certi comportamenti. Per esempio gli impianti sciistici, per esempio l’inserimento nello Statuto della possibilità di far proporre leggi alle Comunità montane: è stato cancellato un emendamento della minoranza e ripresentato uguale dalla maggioranza, perché se fosse stato accolto, presentato dalla minoranza, sarebbe stata una bestemmia. Signori, se pensiamo di ridurre l’aula a questi giochetti, sicuramente si perde tutti credibilità.
Si potrebbe dire “cosa c’entra questo con il bilancio?”. Se ci pensate bene, queste sono le poche cose su cui potremmo essere tutti d’accordo, che nobilitano anche un bilancio sul quale non ci sarà l’unanimità.
Concludiamo così questa legislatura, con un giudizio negativo sul bilancio, perché mancano i valori, non per le cifre che di per sé sono in rosso e rivendicano alcune chiare responsabilità, ma perché questo fine legislatura — forse è fuori dalla vostra volontà, vi ci ha portato il caso, probabilmente — lo completate veramente sfibrati. Questo sento di dirvi. In bocca al lupo e auguri per il 2005.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa, riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,30