Resoconto seduta n. 7 del 12/07/2000
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 12 LUGLIO 2000
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI MINARDI
INDI DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE RICCI

La seduta inizia alle 10,45

Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto, ai sensi dell'art. 29 del Regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 6 del 28 giugno 2000.


Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo, ad iniziativa della Giunta regionale:
— n. 8 del 30.6.2000: «L.R. 22/95, art. 3 - l.r. 30/90, art. 9 - integrazione alle proposte di atto amministrativo n. 1145-1146-1147-1148-149-1150 del 6 giugno 2000 ad iniziativa della Giunta regionale concernente l'assunzione a tempo determinato dei dirigenti esterni Rolando Burattini, Dario Levi, Paolo Mannucci, Pietro Marcolini, Michele Pierri Paola Bichisecchi", assegnata alla Il commissione in sede referente;
— n. 9 del 26.6.2000: «Programma degli interventi per l'anno 2000 - criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi degli articoli 2 e 3 della l.r. n. 51 del 6 agosto 1997. Norme per il sostegno dell'informazione e dell'editoria locale», assegnata alla 1 Commissione in sede referente e alla Il Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 10 del 5.7.2000: «Art. 53 dello Statuto regionale e art. 38, comma 6 della l.r. 42/88, come sostituito dall'art. 12 della I.r. 54/97 — Assunzione a tempo determinato, per le esigenze del Servizio agricoltura e dell'area di coordinamento n. 6 "Sistema agroalimentare", del dott. Sergio Bozzi», assegnata alla Il Commissione in sede referente;
— n. 11 del 6.7.2000: «Piano di sviluppo rurale (PSR) 2000-2006 Regione Marche redatto al sensi del Reg. CE 1257/99 e modificato a seguito dell'azione di partenariato effettuata con il Governo e la Commissione Ue, ed invio del PSR al Ministero delle politiche agricole», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla VI Commissione per il parere obbligatorio.





Mozione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la mozione n. 10 dei consiglieri Amagliani, Cecchini e Andrea Ricci: «Procedura di rinnovo della concessione alla raffineria API di Falconara Marittima».



Nomine

PRESIDENTE. Comunico di aver provveduto, con miei decreti nn 22-23-24 del 7 luglio 2000, rispettivamente alle seguenti nomine:
— Cooperativa artigiana di garanzia "Pietro Rabini" di Ancona - due componenti nel Consiglio di amministrazione;
— Cooperativa artigiana di garanzia "Piceno" di Ascoli Piceno - due componenti nel Consiglio di amministrazione
— Cooperativa artigiana di garanzia d'impresa della provincia di Ancona" due componenti nel Consiglio di amministrazione.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Amagliani. Ne ha facoltà.

MARCO AMAGLIANI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza e la discussione in aula della mozione n. 10 presentata dal sottoscritto, dall'assessore Cecchini e dal consigliere Andrea Ricci, relativa alla procedura di rinnovo della concessione alla raffineria Api di Falconara Marittima.

FABIO PISTARELLI. Mi pare che a termini di regolamento bisogna fare la surroga...

PRESIDENTE. Stiamo discutendo sull'ordine dei lavori. Il primo punto all'ordine del giorno è chiaro che è la surroga.
Sulla proposta del consigliere Amagliani possono parlare un consigliere a favore e uno contro.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Reitero quanto ho prima detto in maniera informale. Secondo me il Consiglio regionale deve effettuare i suoi lavori con il plenum dell'Assemblea. Vi è una dimissione da parte del consigliere Bertucci, pertanto ritengo che proceduralmente debba prima essere fatta la surroga e poi possa parlarsi dell'ordine del giorno dell'iscrizione d'urgenza degli atti, perché in questo momento non vi è plenum. Questa è l'eccezione formale che sollevo non nel merito ma nel metodo, per quanto riguarda la questione citata dal consigliere Amagliani.

PRESIDENTE. Da parte del consigliere Pistarelli vi è una proposta di rinviare a dopo la presa d'atto della surroga, la discussione sull'ordine del giorno, adducendo come argomento fondamentale il fatto che il plenum non è completo dal momento che si deve procedere alla surroga. Credo che questo argomento possa anche essere preso in considerazione, ma tutto sommato considerato anche non valido, dal momento che la presa d'atto delle dimissioni non è ancora avvenuta, per cui il plenum esiste. Infatti, lo stesso consigliere Bertucci fino a questo momento fa parte del Consiglio regionale, dato che non abbiamo ancora preso atto delle sue dimissioni. Dal punto di vista formale l'ostacolo non esiste, è soltanto un problema di opportunità.

FABIO PISTARELLI. Presidente, per essere lineari nel metodo di lavoro: le dimissioni, nel momento in cui sono depositate e protocollate alla segreteria del Consiglio sono irrevocabili, pertanto sono immediatamente efficaci, tant'è che il consigliere Bertucci penso non sia stato neppure convocato, oggi. In ogni caso, lui ha già perso lo status di consigliere perché le dimissioni non sono revocabili e pertanto noi non siamo nelle condizioni di avere un'Assemblea nel suo plenum.
Ritengo che, come tutti i Consigli, anche questo Consiglio debba anzitutto procedere alla surroga e poi discutere nel merito dei lavori. Non mi pare che ci siano problemi per quanto riguarda il consigliere Amagliani, perché si possono attendere dieci minuti e poi decidere per l'iscrizione d'urgenza. Mi pare però più corretto avere la presenza del consigliere che subentra al consigliere Bertucci dimessosi in maniera irrevocabile, viste le nuove disposizioni sulla questione delle dimissioni.

PRESIDENTE. Per informazione del Consiglio comunico che il consigliere Bertucci è stato regolarmente invitato a partecipare a questa seduta.
Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Presidente, ritengo che dobbiamo fare uno sforzo come consiglieri per evitare di perdere qualche ora di tempo sulle procedure.
Ritengo che la cosa più seria sia quella di rispettare l'ordine del giorno e invito i consiglieri a farlo. Le questioni dell'inserimento di altri punti all'ordine del giorno, o sono veramente urgenti, e magari le vediamo in uno spazio che si può anche introdurre, oppure pregherei di non porre queste questioni e rispettare l'ordine dei lavori. Questo è un vezzo della precedente legislatura, e vorrei che da questo punto di vista si cambiasse.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Voglio cogliere il segnale di quello che diceva il collega Pistarelli, non tanto la valenza giuridica, perché il consigliere regionale ha le stesse prerogative del parlamentare, quindi la decadenza dalla carica, anche dal momento in cui dovessero essere state presentate le dimissioni avvengono contestualmente all'accettazione da parte del Consiglio il quale potrebbe oggi anche respingerle. In Parlamento è addirittura prassi che in prima istanza le dimissioni vengano sempre respinte. In questo caso si tratta di incompatibilità, quindi viene indubbiamente rispettata la volontà del consigliere, però questo è un aspetto formale.
L'altro aspetto che solleva il collega Pistarelli è di discutere dell'ordine dei lavori quando il Consiglio si è ricomposto nella sua interezza. Quindi, non tanto un aspetto giuridico-formale quanto un aspetto sostanziale. Credo che su questo argomento si possa anche convenire, perché non credo che al collega Amagliani, che è proponente di una mozione, interessi se la discussione possa essere fatta prima o dopo la composizione complessiva dell'aula.
Il problema vero è però anche quello di cui parlava il collega Avenali, cioè c'è da capire quando ci sono casi di urgenza, di straordinarietà, per cui non si dà seguito ai lavori che sono stati programmati dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e iscritti all'ordine del giorno e quando possono esistere anche problemi di una certa rilevanza come quello della raffineria Api, che seppure vengono discussi nella seduta successiva non stravolgono l'esito delle decisioni assunte a livello governativo.
Per cercare di trovare una soluzione, tenendo conto che oggi dobbiamo andare avanti con i lavori e c'è una serie di nomine che se non vengono fatte oggi il Consiglio non avrebbe più la possibilità di fare, direi che dovremmo in ogni caso seguire l'ordine del giorno ed eventualmente, se si vuol cogliere il suggerimento che veniva dal collega Amagliani, chiedere che l'iscrizione del punto che lui sollecita avvenga in coda ai lavori del Consiglio e poi se c'è tempo se ne discute, altrimenti se ne discuterà la volta prossima. Però, come principio condivido quanto sosteneva il collega Avenali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Finisce effettivamente, che ogni volta per sfuggire al nodo importante della questione ci si arrampichi su duemila problemi di procedure e ogni seduta è estremamente farraginosa per entrare nel problema. Si passa un'ora a parlare su come entrare nel problema.
C'è anche un rispetto delle forze politiche e delle liste che hanno eletto i consiglieri regionali. Se noi affrontiamo immediatamente il problema dell'accettazione delle dimissioni e della surroga sgomberiamo immediatamente il campo da tensioni e da altri problemi. Si tratta di un atto che a nostro parere è di formalità e immediatamente si può poi procedere con l'ordine dei lavori che prevede una o due mozioni ritenute urgenti, poi le interrogazioni e tutto il resto così come previsto. E' una richiesta anche di rispetto dei ruoli dei gruppi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Presidente, colleghi, ritengo che invece l'intervento del collega Pistarelli sia pertinente e anche formalmente giusto, perché la legge è cambiata. Oggi le dimissioni sono irrevocabili e anche in caso di esame da parte del Parlamento, addirittura di arresto dei deputati o cose gravissime, il Parlamento stesso si è sempre astenuto, perché la mancanza di plenum di un'Assemblea, di un Consiglio o di un Parlamento è un fatto gravissimo. Quindi non ritengo che sia un fatto formale, ma il problema posto dal collega Pistarelli ritengo sia un fatto sostanziale.
Per quanto riguarda la raccomandazione del collega Avenali ritengo che sia valida perché non c'è da perdere tempo, e ne abbiamo perso tanto nella prima legislatura, ma non in questo caso; in questo caso è un fatto importantissimo. Dobbiamo avere sempre l'Assemblea nella pienezza dei suoi poteri e dei suoi componenti, dunque la prima cosa da mettere all'ordine del giorno e da discutere è il fatto che un consigliere si sia dimesso e ne debba subentrare un altro. Essendo immediatamente esecutive le dimissioni a norma di legge, occorre che sia immediatamente sostituito. Poi, circa la valutazione sulle perdite di tempo sono d'accordissimo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Credo anch'io che si debba procedere al primo punto all'ordine del giorno, dopodiché dovremmo passare alla discussione di quello che è stato proposto adesso, ed è sovranità di questo Consiglio farlo.
Tuttavia chiedo ai proponenti delle mozioni d'urgenza che sono state proposte, di discuterle ai primi punti — perché sono mozioni importantissime sulle quali il Consiglio regionale si è più volte espresso anche in maniera significativa — del prossimo Consiglio regionale, proprio per dare modo di approfondire tutta la questione e fare una discussione piena.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Rispetto alla mozione relativa all'Api di cui sono primo firmatario, data l'importanza delle questioni che pongo nella mozione stessa credo che sia accettabile la proposta che fa il consigliere Procaccini, nel senso che quello che doveva avvenire, purtroppo è già avvenuto, quindi essendo il Consiglio convocato per il 26 e data l'importanza delle questioni che all'interno della mozione ci sono, accetto questa proposta che fa il consigliere Procaccini, relativamente ed esclusivamente alla mozione sulla raffineria Api.

PRESIDENTE. Penso che la discussione possa dichiararsi conclusa, nel senso che resta sicuramente aperto un problema: il modo con il quale questo Consiglio deve trattare l'urgenza.
Io credo che non sia neanche giusto che attraverso l'urgenza si stabilisca un doppio canale per cui ci sono consiglieri che seguono le procedure passando per la Conferenza dei presidenti di gruppo e attendono, forse anche invano, una trattazione del problema dall'Assemblea, mentre invece c'è un modo che permette di inserire con urgenza, lo stesso mattino del Consiglio, la discussione di alcuni punti all'ordine del giorno.
Per risolvere questo problema, credo che la stessa mattina della Conferenza dei presidenti di gruppo possiamo trovare il modo di colmare queste lacune regolamentari e assumere come patto tra gentiluomini, prima di modificare l'intero regolamento, questa nuova disciplina, molto informale, appunto un patto tra gentiluomini, dell'urgenza. Questo riguarda la questione di carattere generale.
Sulla questione specifica credo che lo stesso Consiglio possa accogliere la disponibilità del primo firmatario della mozione, consigliere Marco Amagliani, di inserire al primo punto all'ordine del giorno del Consiglio del 26 luglio questa mozione da lui presentata sull'Api, che va comunque votata in tal senso, procedendo poi alla discussione dei successivi punti dell'ordine del giorno.
Pongo in votazione la proposta di porre al primo punto dell'ordine del giorno della seduta del giorno 26 luglio, la mozione sull'Api, firmata da Amagliani ed altri.

FABIO PISTARELLI. Presidente mi dispiace, ma non possiamo votare nessun atto se non facciamo la surroga prima.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di porre al primo punto dell'ordine del giorno della seduta stabilita per il giorno 26, la mozione sull'Api. Il consigliere sostiene che non esiste il plenum, invece il plenum c'è, dal momento che è stato addirittura invitato a partecipare lo stesso Bertucci.

Il Consiglio approva



Dimissioni del consigliere Maurizio Bertucci dalla carica di consigliere regionale

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, al punto 1): Dimissioni del consigliere Maurizio Bertucci dalla carica di consigliere regionale.
A tal proposito comunico che con nota del 29 giugno 2000, distribuita ai colleghi, il consigliere Maurizio Bertucci ha rassegnato le sue dimissioni dalla carica di consigliere regionale.
Ai sensi del sesto comma dell'art. 15 del regolamento interno, il Consiglio regionale deve, quindi, procedere alla presa d'atto e alla sostituzione del consigliere dimissionario.
Quanto alle dimissioni del consigliere Bertucci, come è noto, sono motivate dalla sussistenza di una causa di incompatibilità con la carica di consigliere regionale in quanto il medesimo è componente della Camera dei deputati.
Invito, pertanto, il Consiglio regionale a prendere atto, senza votazione esplicita, delle dimissioni del consigliere Maurizio Bertucci, in quanto la motivazione di incompatibilità, posta alla base delle dimissioni stesse, rende obbligatorio l'adempimento da parte del Consiglio.
Il Consiglio regionale, pertanto, prende atto delle dimissioni dalla carica del consigliere regionale Maurizio Bertucci.
In merito alla sostituzione ricordo ai consiglieri che ai sensi dell'art. 5, comma 1, della legge costituzionale 22 novembre 1999, n. 1, il seggio attribuito al consigliere Bertucci, quale candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale che aveva conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato proclamato eletto Presidente, era stato sottratto al gruppo di liste circoscrizionali ad esso collegato.
Pertanto, come è dato evincere da una lettura sistematica della legge 17 febbraio 1968, n. 108 così come modificata ed integrata dalla legge 22 febbraio 1995, n. 43 e dalla citata legge costituzionale n. 1/99, il suddetto seggio, rimasto vacante a seguito di dimissioni, deve essere ri-assegnato alla lista circoscrizionale provinciale cui è stato precedentemente sottratto.
In tal senso si è espresso il Ministero dell'interno - direzione centrale per i servizi elettorali con nota del 21 giugno u.s., al quale è stato rivolto apposito quesito.
Lo stesso servizio legislativo del Consiglio, interpellato sulla tematica in questione, ha condiviso il parere del Ministero dell'interno.
La documentazione citata è stata messa a disposizione dei consiglieri regionali.
Dalle risultanze del verbale delle operazioni elettorali dell'ufficio centrale regionale, relativo alle elezioni per il Consiglio regionale del 16 aprile 2000, si rileva che il seggio assegnato al consigliere Bertucci era stato sottratto al gruppo di liste circoscrizionali provinciali avente il contrassegno Alleanza nazionale, specificamente nella circoscrizione di Ancona.
Dalle risultanze del verbale delle operazioni elettorali dell'ufficio centrale circoscrizionale di Ancona, relativo alle elezioni per il Consiglio regionale del 16 aprile 2000, si rileva che, nella lista recante il contrassegno di Alleanza nazionale, il candidato che segue immediatamente l'ultimo eletto è l'avv. Sergio Novelli.
Anche la decisione relativa alla sostituzione, rivestendo il carattere di un accertamento tecnico, potrebbe, a giudizio della Presidenza, non costituire oggetto di una votazione esplicita da parte del Consiglio, come è prassi costante alla Camera dei deputati.
Quindi, la proposta che avanzo è di prendere atto delle dimissioni di Maurizio Bertucci senza votazione esplicita, come fatto dovuto, e di provvedere alla surroga con l'avv. Sergio Novelli.
Vi sono richieste di parola?
Non essendovi interventi in merito, il Consiglio regionale procede all'attribuzione del seggio rimasto vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Maurizio Bertucci all'avv. Sergio Novelli, che può entrare in aula.

(Il consigliere Novelli prende posto
nei banchi dei consiglieri)



Dichiarazioni dei consiglieri

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, chiedo la parola ai sensi dell'art. 35 del regolamento.

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, qual è l'argomento per il quale chiede di parlare?

ANTONIO GIANNOTTI. Le modalità di votazione e la predisposizione di una scheda elettorale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.

ANTONIO GIANNOTTI. E' mia intenzione richiamare il Consiglio sulla erronea compilazione di una delle schede elettorali, quella riferita alla nomina degli esperti nel consiglio di amministrazione dell'Aptr, nel senso che nella scheda è stato impropriamente riportato il criterio di un voto separato terna per terna, quando a nostro parere la legge e il regolamento consiliare richiamano il fatto che, qualora i membri da designare siano due, uno dei due posti va ascritto alla responsabilità della minoranza. Se invece votassimo secondo quello che è indicato nella scheda elettorale questo principio verrebbe meno, perché per quello che mi risulta la maggioranza oggi ha intenzione di compiere un blitz, facendo una gravissima scorrettezza, cioè lacerando rapporti, sul piano istituzionale, che come gruppo di Forza Italia non siamo assolutamente disposti ad accettare.
Pongo questo problema. Se poi, nel corso della giornata in Conferenza dei presidenti di gruppo si potesse approfondire questa questione, credo sarebbe molto opportuno.

PRESIDENTE. Ringrazio il consigliere Giannotti per il rilievo fatto. E' ovvio che questo rilievo non necessita di una discussione in questo momento, tanto meno dopo la discussione già fatta che ci invitava a procedere da subito al primo punto dell'ordine del giorno, come è avvenuto.
Andiamo avanti con l'ordine del giorno, con l'impegno del Consiglio di discutere questa osservazione nel momento in cui dovremo trattare l'argomento.

CARLO CICCIOLI. Presidente, ne potremmo discutere nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo già convocata per il termine della seduta antimeridiana.

PRESIDENTE. D'accordo.


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

Comunicazioni della Giunta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, ai sensi dell'art. 30 del regolamento, l'assessore Cecchini. Ne ha facoltà.

CRISTINA CECCHINI. E' mia intenzione fare una comunicazione sulla situazione dei cassaintegrati Telecom. Chiedo che ciò sia possibile durante la giornata. C'è una situazione nazionale che riguarda 2.200 unità, di cui 69 nelle Marche ed in corso c'è il tavolo degli assessori regionali al lavoro che stanno definendo una serie di mobilitazioni. Vorrei illustrarvi quanto è a mia conoscenza e a conoscenza della Giunta per verificare insieme quali possano essere le iniziative da prendere a livello istituzionale per sostenere due questioni: il blocco della cassa integrazione e una valutazione positiva che dobbiamo avanzare alla Telecom Italia relativamente al fatto che le Marche hanno già pagato la ristrutturazione negli anni precedenti e che tutta una serie di questioni che riguardano il potenziamento di servizi per le imprese delle Marche e per i cittadini devono essere posti al tavolo della trattativa.
Se il Consiglio ritiene che io possa fare questo, saranno poi i presidenti di gruppo che insieme costruiranno una posizione da mandare al tavolo del Governo, per sostenere la lotta che i sindacati stanno facendo per impedire questa che sarebbe una sciagura per la nostra economia, perché la direzione regionale di fatto ha già pagato moltissimo e i 69 cassaintegrati di cui si sta parlando sono tutti della direzione regionale di Ancona.
Abbiamo argomenti per poter sostenere questa battaglia e quindi vorrei fare una comunicazione in mattinata o nel pomeriggio.

PRESIDENTE. Ho già delle richieste di intervento da parte dei consiglieri Ciccioli e Giannotti, però vorrei riportare l'aula all'interno delle decisioni che fino a poco fa mi sembrava fossero condivise: quelle di procedere con l'ordine del lavori. C'è stata una richiesta di comunicazioni ai sensi dell'art. 30 della Giunta, l'assessore Cecchini ha chiesto di discutere di questo argomento nella mattinata o nel pomeriggio, senza entrare nel merito.
Voglio cogliere in positivo il segnale che poc'anzi ha dato il consigliere Ciccioli anche su un altro argomento, per dire che al termine dei lavori della mattinata ci sarà la Conferenza dei presidenti di gruppo e in quella sede si deciderà il procedere dei lavori per il pomeriggio. Quindi, andiamo avanti con i lavori del Consiglio, perché se aprissi il dibattito significherebbe cominciare a fare discutere dell'argomento ed eventualmente interrompere se si prolungasse. Siccome l'assessore Cecchini ha solamente accennato all'argomento...

CARLO CICCIOLI. Volevo soltanto esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Benissimo. I presidenti di gruppo al termine dei lavori della seduta antimeridiana decideranno i lavori del pomeriggio.



Interrogazione (Svolgimento): «Mancata redazione dei mandati per mancanza della modulistica cartacea» Gasperi (12)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 12 del consigliere Gasperi.
Per la Giunta risponde l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. L'interrogazione del consigliere Gasperi riguarda alcuni incidenti che possono succedere in una macchina amministrativa. Effettivamente c'è stato un disguido per mancanza di materiale cartaceo relativo ai mandati di pagamento, dovuto soprattutto ad un errore di ordinazione del tipo di modulistica. Questo non ha impedito di fare mandati di pagamento urgenti, relativi a situazioni particolari, anche tramite lettere alla nostra tesoreria presso il Monte dei Paschi di Siena, autorizzando l'emissione di "carte contabili d'attesa" da regolarizzare successivamente. Si sono quindi utilizzate lettere specifiche per alcune situazioni.
Vorrei ricordare che la manchevolezza ha riguardato soltanto il giorno 31 maggio, 1, 2 e 5 giugno e voglio ulteriormente chiarire che i mandati di pagamento che si fanno con l'utilizzo e la piena disponibilità dei moduli non è prassi quotidiana. Per quanto riguarda la richiesta del consigliere Gasperi per conoscere se ci sono responsabilità specifiche, penso che su una questione di questo genere chiarita e specificata, in un momento in cui si parla di amnistie, di indulti, non ci debbano essere provvedimenti disciplinari.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

GILBERTO GASPERI. Non sono assolutamente soddisfatto della risposta, perché ci deve essere chiarezza, in parte recepita dalla risposta, non totalmente.
C'è stato un errore dovuto a una mancanza assoluta di organizzazione delle competenze di coloro che prendono stipendi superiori perché appartengono ai corrispondenti livelli. Non vedo perché a fine anno debbano anche prendere premi se hanno dimostrato non di fare errori ma di essere incompetenti rispetto al lavoro che svolgono.
E' vero che sono state fatte operazioni d'urgenza, ma interessati all'urgenza ci sono tanti artigiani, tanti commercianti, tanti professionisti che aspettavano da diversi mesi, perché non dimentichiamo che in quel periodo era stato tutto sospeso perché eravamo in campagna elettorale.
Come si può venire a dire che gli incidenti possono succedere e che sono stati errori sul tipo di modulistica. Ma la ditta alla quale era stato dato l'incarico avrebbe dovuto rimettere in stampa la stessa modulistica. E' stata cambiata la ditta che faceva la modulistica? Oppure, viceversa, se ha sbagliato la ditta che ha fatto la modulistica, non le si dovrà dare di nuovo l'incarico.
Qui non si sta cercando il colpevole, ma si sta cercando di far funzionare una macchina, quella della burocrazia, in modo concreto e positivo, altrimenti succede quello che è avvenuto questa mattina.
Noi siamo consiglieri che vengono pagati per il lavoro che devono fare, ed è vergognoso che dobbiamo essere pagati per trovare il posto quando ci sono le surroghe, dobbiamo trovare il modo di discutere se si deve parlare prima o dopo quando è già stato fatto un ordine del giorno.
Assessore, riconosco in lei serietà perché la conosco da prima, ma non può assolutamente dire che su queste cose non si devono prendere dei provvedimenti. I provvedimenti non si prendono per penalizzare e trovare colpevoli, ma per riorganizzare la struttura, perché le responsabilità hanno avuto ripercussioni su delle persone che alla fine potrebbero essere state costrette ad andare in banca, ritirare i soldi e pagare degli interessi su questo.
Non credo che queste siano le procedure idonee, altrimenti coloro che avevano responsabilità oggettive, come quando era ancora in piedi l'Esam, successivamente sono stati presi all'interno dell'Esam stesso a fare i dirigenti e oggi si ritrovano ad essere responsabili dei partiti, giocando per fare nomine in modo tale che no si faccia chiarezza sulle responsabilità che hanno. Noi dobbiamo essere chiari, dobbiamo essere responsabili e dobbiamo cercare di pretendere che nei confronti di coloro che vengono giustamente pagati, ci sia una responsabilità per quello che fanno.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Amati. Ne ha facoltà.

SILVANA AMATI. Propongo al Presidente di fare un incontro dei presidenti di gruppo dopo la trattazione delle interrogazioni affinché, senza modificare la discussione odierna, sento l'impegno — che credo sentiamo tutti — di dare un senso forte ai lavori del Consiglio provvedendo, entro la fine della giornata in modo concreto ed efficace, alle nomine iscritte all'ordine del giorno. Se i presidenti di gruppo fossero tutti d'accordo, dedicare la mattinata alle nomine potrebbe essere opportuno.
Comunque, visto che mi sembra non vi sia accordo da parte dei colleghi, ritiro la proposta.



Mozioni (Discussione):
«Interventi urgenti danni mucillagini» Viventi (4)
«Interventi urgenti per i danni causati dalle mucillagini» Gasperi (6)
«Legge quadro sull'emergenza marina» Ciccioli, Castelli, Gasperi, Pistarelli e Romagnoli (9)
Interrogazioni (Svolgimento):
«Fenomeni algali che interessano la costa marchigiana» Castelli (22)
«Fenomeno mucillagini nel mare Adriatico» D'Angelo (25)
«Interventi urgenti nel settore della pesca» Bertucci, Favia, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti e Trenta (28)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozioni nn. 4, 6 e 9 e le interrogazioni nn. 22, 25 e 28 tutte relative ai problemi delle mucillagini.
L'articolo 121 del regolamento recita: "Quando su oggetti identici o strettamente connessi ci sono interrogazioni, mozioni e interpellanze collegate fra loro, anzitutto hanno diritto a intervenire i presentatori di ciascuna mozione; segue la discussione generale, quindi l'intervento della Giunta e, se richiesta, la replica di un proponente per ciascuna mozione. Gli interroganti possono intervenire una sola volta, o nel corso della discussione o nella replica subito dopo l'intervento della Giunta".
In base a questo meccanismo, sulle mozioni 4, 6 e 9 uno dei presentatori di ciascuna mozione può intervenire per l'illustrazione.
Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Per essere estremamente concreto, ricordo che ho sollevato questo problema al quale altri colleghi si sono aggiunti, ci sono delle novità anche dal punto di vista governativo, quindi ritengo che una proposta di modifica alla mia mozione, presentata dai colleghi di Forza Italia, Alleanza nazionale e Ccd possa essere presa in considerazione.
Non toglierei spazio alcuno alla discussione su questo argomento, perché quello che è scritto scritto, la modifica alla mozione è scritta anch'essa. Se ci sono colleghi della maggioranza che vogliono integrare, lo possiamo fare in cinque minuti e risolviamo il problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Su questo problema non credo che l'emendamento, che fra l'altro ho firmato, possa sostituire il tutto. Noi chiedevamo al presidente della Giunta di intervenire in merito, ma addirittura nella mia mozione si chiedeva anche di sollecitare la liquidazione delle somme stanziate per il fermo bellico. Su questo problema chiediamo che ci sia una risposta da parte del Presidente, perché ritengo che sia indispensabile avere una risposta di questo genere. E' un caso fortuito che si sia allontanato, in parte, quel pericolo incombente che già c'era per quanto riguarda la presenza delle alghe e i problemi dell'Adriatico. La volta scorsa si è rimandata la discussione di questo argomento, ma la realtà era già conosciuta direttamente dal Ministero, da parte del direttore generale del Mipaf, dott. Giuseppe Ambrosio, proprio perché gli era stata inviata documentazione fotografica di ciò che stava avvenendo nel mare Adriatico, con la presenza di alghe nelle reti, con responsabilità per ciò che stava avvenendo.
Nella vicina Romagna, esattamente il giorno prima della discussione che dovevamo avere qui in Consiglio regionale, nella zona di Cervia c'è stato un incontro su sollecitazione dei Ds di quella città che imputavano delle responsabilità alla Regione Lombardia, in modo particolare alla città di Milano, perché ritenevano che la non presenza dei depuratori portasse una situazione di disagio e una modifica dello stato di fatto a livello di situazione biologica del mare Adriatico.
Questo fenomeno non è recente. Addirittura nell'antichità romana Plinio lo descrisse. Addirittura, al cap. VII de L'Esodo, nella Bibbia, quando si descrive la prima piaga dell'Egitto il testo biblico, senza saperlo richiama gli effetti di una fioritura algale, dicendo: "E tutte le acque che erano nel fiume furono cambiate in sangue e il pesce che era nel fiume morì e il fiume fu ammorbato". Questo non lo dico io ma viene addirittura riportato su un testo intitolato "Inquinamento Adriatico" del Notiziario Mensile della regione Marche, anno XV, nn. 6, 7 e 8 del 1988. Quindi, tutti conoscevano questo fenomeno. Addirittura, a pag. 20 di questa pubblicazione si dice: "In Adriatico segnalazioni del fenomeno si riscontrano nella letteratura scientifica e nella corrispondenza tra studiosi. Segnalazioni si hanno per il 1729... Assessore Rocchi, capisco che lei è assessore al turismo e non gliene importi delle alghe...

LIDIO ROCCHI. Se tu parli di meno delle alghe, forse è meglio.

GILBERTO GASPERI. Delle alghe non solo bisogna parlare, ma bisogna prendere dei provvedimenti non per cercare di risolvere il problema ma almeno per fare qualcosa>. Cerca di stanziare qualcosa: meno viaggi e più fondi.

LIDIO ROCCHI. Abbiamo un miliardo di disponibilità.

GILBERTO GASPERI. E' poco...
Dicevo che segnalazioni si hanno nel 1872, 1880, 1891, 1928, 1931 e, più recentemente, 1973, 1977, 1984 e 1988.
Nella mia mozione chiedo di sapere se nel bilancio della Regione Marche vengano ascritte risorse finanziarie necessarie agli operatori per superare questi periodi di difficoltà, perché questa situazione e questa realtà non solo continuano a manifestarsi, ma addirittura saranno sempre in aumento, perché al grande quantitativo di acqua dolce dei bacino del fiume Po si vengono ad aggiungere grandi quantitativi di acqua dolce provenienti dagli impianti di depurazione posti in tutti i comuni e in tutte le città della nostra regione, in modo particolare della regione Emilia Romagna.
Questo non significa che non ci debbano essere degli impianti di depurazione, ma che gli scarichi dovrebbero essere portati molto più al largo, altrimenti il fenomeno che c'è tuttora non scompare. Grazie alle mareggiate si sono modificate alcune situazioni microclimatiche della realtà marina, ma la presenza di queste alghe è dovuta a una carenza di ossigeno, a una asfissia e la presenza di queste mucillagini depositate sul fondo permetterà un ritorno alquanto dannoso non solo per il turismo ma per tutta l'economia collegata alla pesca, al commercio, all'artigianato e a tutto ciò che è correlato con il problema della pesca.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Colleghi consiglieri, anzitutto vorrei tornare all'inizio dell'intervento del collega Viventi che ha proposto di integrare la sua mozione con l'emendamento proposto dai consiglieri del centro-destra. Credo che questo sia limitativo, nel senso che ritengo che oggi si debba andare a una proposta di risoluzione di tutto il Consiglio, con l'adesione di tutte le forze politiche e l'integrazione degli orientamenti del Governo regionale, dell'assessore Agostini.
Perché dico questo? Il primo problema è che nella scorsa seduta presentai un documento per parlare subito del problema delle mucillagini e più in generale della pesca. Decidemmo, di comune accordo, di rinviare la discussione alla seduta successiva per documentarci e per portare delle proposte. Credo che oggi si debba fare questo, cioè si debba passare dall'aspetto di dibattito a quello operativo e questo deve essere lo sforzo di tutti i gruppi presenti in Consiglio. La minoranza ha dato il suo contributo imponendo che si discutesse subito e facendo delle proposte. Ovviamente nessuno ha la verità in tasca, quindi se qualcuno tra noi si vuol fare unico portatore di verità rivelate è fuori posto. Lo ricordo a noi stessi e lo dico a tutti gli altri.
Credo però che ci sia un problema di fondo. Ricordo che l'anno scorso discutemmo a lungo sul problema del fermo bellico: erano stati ritrovati degli ordigni nel mare Adriatico sganciati da aerei delle truppe della Nato, questi ordigni che sembravano casi rari erano disseminati in tutto l'Adriatico e hanno rappresentato un problema.
Esiste quest'anno il problema delle mucillagini, non ovunque nelle stesse proporzioni, in alcune zone di più, in altre di meno, ma è un problema che riguarda sia le barche che hanno problemi tecnici, sia la quantità di pesce. Esiste anche un problema di prezzo del gasolio e tutti sanno che nei giorni scorsi s'è svolto un imponente sciopero nazionale dell'autotrasporto, e uno dei problemi importanti era rappresentato dal gasolio: lo stesso problema del costo del gasolio in alcuni settori produttivi investe la pesca. Esiste poi il problema del fermo biologico. Tra l'altro è noto che l'Unione europea ha indicato che qualsiasi tipo di sostegno non possa essere ordinario, continuativo, i sostegni possono essere straordinari, quindi il fermo biologico ordinario nel tempo non potrà più essere pagato. Questo comporta un complessivo stato di crisi della pesca, quindi il problema da affrontare oggi e nelle istituzioni in questo periodo, non riguarda solo la necessità di affrontare l'evento che oggi richiama di più, cioè quello delle mucillagini, ma un problema da affrontare complessivamente e da affrontare in questa Assemblea, unitamente ai poteri nazionali, perché con i decreti di delega delle competenze dallo Stato alle Regioni, oggi il neo assessore alla pesca Agostini non ha più un ruolo di copertina come gli assessori alla pesca delle precedenti legislatura, ma oggi alcune deleghe importanti sono state passate dallo Stato alle Regioni e questo comporta che occorrono delle risorse.
Adesso ci sono quattro impiegati nel settore della pesca, e questo è già un buon segnale, ma tutti si rendono conto che non si può gestire un settore così importante con quattro dipendenti, occorrono competenze tecniche che la regione non ha avuto nella sua storia, quindi non è neanche colpa della Regione attuale, ma non ci sono.
Occorre che ci sia una vera e propria politica di settore tenendo presente che ci troviamo di fronte a un problema che va affrontato da più competenze.
Non credo che siano i fiumi marchigiani a determinare un aumento così forte di sostanze inquinanti — fosfati ed altro — da far fermentare in maniera così significativa le mucillagini. Dicono il Cnr e l'Istituto di biologia marina che più che altro è il Po che determina la variazione dell'ecosistema, però sicuramente i fiumi marchigiani contribuiscono, il che significa che esiste un problema di ambiente, perché le mucillagini sono diffuse o meno nei singoli settori di mare a seconda della composizione delle acque, quindi è un problema di tipo ambientale, è un problema di coltivazione del mare. Fino ad oggi la pesca è stata praticata sostanzialmente con un'azione di presa del pesce che era lì contenuto, senza una programmazione della coltivazione del mare. Questo non è più possibile. E' come se nell'anno 2000, invece di coltivare i campi e svolgere un'agricoltura programmata, si andasse a raccogliere solo quello che nasce spontaneamente. Ovviamente non potremmo far fronte alle richieste alimentari. Lo stesso discorso ormai è maturo per il mare: nel mare non si può solo raccogliere perché non c'è più il prodotto. Spesso gli operatori cadono in infrazioni perché raccolgono pesci di taglie più piccole in quanto è l'unico pesce disponibile, quindi tra niente e qualcosa preferiscono qualcosa. Ma non si affronta così il futuro, bisogna che le istituzioni provvedano a investire forti risorse per coltivare il mare, creando delle zone di riserva marina dove è possibile incentivare il meccanismo della riproduzione, creare macchie di leopardo nel mare dove, alternativamente, si pesca attraverso un accordo tra le associazioni, quindi tra gli armatori, gli operatori e gli organi tecnici, scientifici e gli organi istituzionali. Quindi ci deve essere una proposta complessiva, cioè il problema delle mucillagini è immediato, però nessuno pensi — e lo dico facendomi anche qualche nemico — che ogni anno si possa ricorrere al fermo bellico, al fermo per le mucillagini e via di seguito, occorre un intervento preciso e costante nel tempo, occorre una legislazione che intervenga in tutte le situazioni di crisi. Non è possibile che ogni anno ci sia un mercanteggiamento, tra l'altro con dei tempi tecnici impossibili. Ancora devono essere erogati i soldi per quanto riguarda il settore pesca, ma anche per quanto riguarda il commercio nel settore della pesca, che sono stati concessi un anno fa. Non è questo un modo per poter gestire delle aziende. Quindi, se non introduciamo dei meccanismi precisi, sarà sempre la rincorsa tra la richiesta di avere qualcosa e il ritardo terribile nel darlo, tra l'altro senza una soluzione complessiva più forte. Il problema di fondo è quindi creare una legge tecnica di sostegno al settore, che sia permanente. Si deve cioè sapere che quando vi sono situazioni di crisi si ricorre a quello strumento, senza bisogno di fare le proteste, di mercanteggiare, di andare a Roma e via di seguito. Quando si dichiara lo stato di crisi, automaticamente dovrebbe essere possibile intervenire senza che gli uffici debbano aspettare nuove leggi, nuove istruzioni, nuove decisioni.
Inoltre, devono esserci assolutamente degli investimenti. Ricordo che l'assessore che nella precedente legislatura gestiva il settore pesca, l'assessore Spacca, sottolineò l'importanza di arrivare all'approvazione del piano triennale per la pesca, in parte condivisibile, anzi largamente condivisibile, ma rimane un atto senza sostanza se non si fanno gli investimenti. Occorre fare investimenti affinché il settore della pesca sia un settore economico-produttivo in piedi e affinché ci sia il futuro per la riproduzione del pesce, altrimenti il Mare Morto lo trasferiamo dalla lontana Asia al nostro mare Adriatico.
In questa situazione il continuo sforzo di pesca senza la capacità di riproduzione del mare comporterà la morte del settore, la morte di una risorsa alimentare importantissima. Quindi concludo qui, dicendo che dobbiamo arrivare a una soluzione concordata che però venga poi sostenuta effettivamente. Lo dico all'assessore Agostini: non dobbiamo ritenere che si tratti di un settore e di una delega marginale. E' una delega importantissima per l'economia della nostra regione da San Benedetto a Gabicce. Tutta la nostra costa è presente in questo settore con centinaia e centinaia di occupati, con attività economiche, quindi credo che questa Regione se ne debba far carico.

(Applausi del pubblico)

PRESIDENTE. Prego il pubblico di non manifestare assenso o dissenso.
I presentatori delle mozioni hanno effettuato i loro interventi. Diamo ora inizio alla discussione generale. Ricordo che gli interroganti possono intervenire una sola volta, adesso o dopo la risposta della Giunta. E' una loro facoltà.
Ha la parola il consigliere Favia

DAVID FAVIA. Sono state presentate numerose interrogazioni e mozioni su questa materia: una interrogazione è stata presentata da parte nostra, abbiamo presentato una proposta di risoluzione come centro-destra sostitutiva della mozione n. 4 del collega Viventi. Ci siamo anche fatti carico di prendere atto delle risultanze del comitato della pesca a livello ministeriale di ieri, che suggerisce una proposta di risoluzione che dovrebbe essere trasformata, venerdì prossimo, in decreto legge dal Consiglio dei ministri, il che dà una risposta parziale, della quale prendiamo atto con una certa soddisfazione, al problema delle mucillagini e del fermo pesca, in quanto sarebbe previsto un fermo tecnico biologico dal 20 luglio al 4 settembre.
Il problema contingente delle mucillagini, problema che in questi giorni ha attanagliato il settore, potrebbe in qualche modo ritenersi risolto, anche se, ovviamente, andrà vigilato che il decreto legge venga effettivamente promulgato il 14 luglio dal Consiglio dei ministri, ma soprattutto che non faccia la fine di altri precedenti decreti, cioè che venga convertito nei 60 giorni costituzionalmente previsti.
Facciamo quindi un'apertura di credito su questa parziale soluzione, pur rimanendo in attesa che gli eventi prospettati trovino materiale attuazione.
Abbiamo presentato come centro-destra una proposta di risoluzione sostitutiva della mozione n. 4 che non vuol essere una mozione chiusa ma, come diceva il collega Ciccioli, è una proposta di lavoro per tutto il Consiglio regionale in quanto questa materia importantissima, un settore chiave dell'economia regionale, da considerare peraltro in crisi, va ritenuto un patrimonio della regione, quindi va tutelato da parte di tutte le forze politiche.
Lo sforzo che noi proponiamo con la nostra proposta di risoluzione è uno sforzo complessivo, in quanto il problema delle mucillagini è sì problema straordinario e che va affrontato in maniera straordinaria, anche con il ricorso alle sovvenzioni e ai contributi dell'Ue, ma è un problema generale che si compone di varie vertenze.
Noi chiediamo che in questa occasione in cui il settore è giunto sotto la luce dei riflettori per il problema delle mucillagini, si faccia una mozione unitaria per giungere alla soluzione di tutti i problemi che attanagliano il settore della pesca e che non riguardano solo le mucillagini che è un problema contingente e straordinario, ma anche altri, come l'eccessivo costo del gasolio, il contributo per il fermo che c'è stato nei giorni 10, 11 e 12 e noi chiediamo che di ciò la Regione faccia carico al Governo o che trovi dei fondi nei propri bilanci per finanziare questo fermo. Abbiamo, per esempio, un altro problema grossissimo, che è quello dello sblocco a livello ministeriale delle autorizzazioni alla pesca oltre le 20 miglia, in quanto abbiamo una sorta di disparità di trattamento di armatori autorizzati oltre le 20 miglia o armatori all'interno delle 20 miglia che pescano tutti nello stesso mare, ma con trattamenti diversi, il che non ci sembra giusto. Così come bisogna arrivare ad un testo unico del settore della pesca che preveda una razionalizzazione del fermo biologico in termini più razionali, nel senso che il fermo biologico va spostato più in avanti di quanto non sia adesso, perché adesso non è un vero e fermo biologico poiché si torna in mare quando il pesce è troppo piccolo. Occorre inoltre prevederlo ordinariamente in una legge, senza che ogni anno vi sia una stressante negoziazione che poi porta a dei ritardi, come ci sono dei ritardi per i contributi del 1999. Non è possibile che degli operatori commerciali che hanno dei costi quotidiani, vedano questi ricavi pervenire a distanza di oltre un anno.
Va a nostro avviso proposta dalla Regione al Governo nazionale una revisione delle sanzioni per le violazioni amministrative, perché non è possibile che per la dimenticanza di un pezzo di carta i pescatori paghino 6 milioni vanificando giornate e giornate di lavoro. Ci sembra veramente una cosa indecente, quindi chiediamo...

(Applausi del pubblico)

PRESIDENTE. Chiedo scusa al collega Favia, ma non posso consentire che il pubblico continui ad intervenire, altrimenti devo far sgomberare l'aula. Qui si sta facendo il Consiglio regionale, quindi non si deve né approvare né dissentire: in aula si interviene, i colleghi dicono le loro opinioni e alla fine ci sarà una conclusione dei lavori. Vi invito cortesemente ad assistere ai lavori senza intervenire. Grazie.

DAVID FAVIA. Chiediamo, per concludere, che ci sia un tavolo — che potrebbe anche essere quello della Conferenza dei presidenti di gruppo più tardi, magari assieme al Presidente della Giunta e all'assessore competente, nel quale, oltre a dare a Cesare quel che è di Cesare, cioè riconoscere meriti — e credo siano tutte le forze politiche — a chi ha spinto per arrivare a questa prima, piccolissima, parziale soluzione del problema, sperando che si arrivi effettivamente a quanto promesso ieri dal Ministero, sia in sede di emanazione del decreto che in sede di conversione, si preveda un impegno a risolvere tutte le problematiche delle quali ho parlato.
Credo quindi che non si debba fare politica partitica su un argomento di questo tipo che è patrimonio comune, ma si debba fare politica nel senso più alto, cioè andare incontro alla soluzione delle problematiche del settore della pesca e alla salvezza di questo settore che, credo, senza un impegno concreto, preciso, unidirezionale, andrà incontro a giornate più scure di quelle che sta vivendo attualmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Credo che si possa accogliere la proposta avanzata dai banchi della minoranza e che possa essere presa in considerazione anche dalla maggioranza, per arrivare a una risoluzione unitaria.
La portata del problema è all'attenzione di tutti. Abbiamo di fronte un problema che appare, nella sua momentaneità e nella sua contingenza attraverso la questione-mucillagini, molto più serio e riguarda uno dei settori strategici dell'economia della nostra regione, cioè la pesca e la risorsa-mare.
Credo che su questa materia e tenuto conto delle tappe con le quali il Consiglio regionale ha voluto affrontare questa questione, rinviando l'altra volta la discussione e cercando di seguire — come credo abbia fatto l'assessore — la vicenda anche da un punto di vista nazionale, si possa accogliere la proposta di lavorare per una risoluzione unitaria che oltre alla contingenza affronti la questione nella sua portata strategica.
Se i gruppi di maggioranza sono d'accordo, propongo che un rappresentante per ogni forza politica, dopo aver sentito l'intervento dell'assessore, possa lavorare per produrre una risoluzione unitaria da sottoporre al voto del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. In questi anni abbiamo assistito a vari interventi su questi problemi, alcuni dei quali sono ancora risolti, nonostante che continuamente vengano fatte attestazioni rispetto a immediate soluzioni di queste tematiche.
Recentemente abbiamo assistito a degli incontri con rappresentanti della categoria da parte del neo assessore, del presidente del gruppo Ds Silenzi, dell'ex consigliere regionale Micucci, a Civitanova, che hanno dato assicurazioni e garanzie sulla soluzione immediata di questo problema, ma allo stato attuale sono stati fatti pochi passi in avanti, tanto è vero che leggiamo continuamente, sulla stampa, belle parole, leggiamo di incontri definiti positivi ma che non danno risultati, leggiamo proposte di tavoli che fanno perdere più tempo che ottenere risultati.
Quindi una situazione abbastanza statica che, malgrado tante parole, dà una prospettiva di pochi fatti, nonostante che ci si continui ad arrampicare sugli specchi, cercando di dare soluzioni che allo stato attuale non si vedono.
Il problema non riguarda l'emergenza, perché è un problema vecchio che possiamo distinguere in due settori: il problema della pesca e i problemi del commercio ittico. Si contesta l'operato della regione in relazione a tre aspetti per quanto riguarda i problemi del settore pesca: mucillagini, mancato rimborso del secondo periodo del fermo bellico del 1999, considerevole aumento del prezzo del gasolio. Per il fenomeno delle mucillagini, che sta creando sempre maggiori difficoltà a tutte le tipologie di pesca nel normale esercizio dell'attività con l'occlusione totale delle reti utilizzate e il conseguente surriscaldamento dei motori per l'installazione di filtri, secondo noi la Regione dovrebbe essere più incisiva, dovrebbe dare risposte più concrete, più precise e più immediate. Per quanto riguarda invece il mancato rimborso del secondo periodo del fermo bellico, la Regione potrebbe fare maggiori interventi nei confronti del Governo affinché si provveda urgentemente alla liquidazione dei pescatori. Non è sufficiente dire "siamo andati a Roma, abbiamo parlato, abbiamo fatto", bisogna essere determinati, ottenere degli obiettivi, perché a Roma c'è un Governo dell'Ulivo, un Governo che vi rappresenta, un Governo che deve recepire le giuste istanze dei lavoratori.
Per quanto riguarda invece l'aumento del costo del gasolio, la Regione potrebbe proporre iniziative e contromisure per l'alleggerimento delle spese, ma anche qui si sente dire "facciamo", "abbiamo fatto iniziative", prima abbiamo sentito dire "c'è un miliardo per gli interventi per la pesca", ma il miliardo rimane solo sulla carta e non viene utilizzato.
A noi non interessano queste enunciazioni che sono ad effetto, effimere, ma interessa la concretezza e il risultato, quindi è grave che un assessore faccia certe enunciazioni e poi non riesca a concretizzare con atti e fatti quello che in aula dice.
Per quanto riguarda il problema del commercio del settore ittico la situazione è ancora più ingarbugliata, presenta ancora ostacoli da superare e, per quanto ci riguarda, al momento non c'è una via molto semplice. La Giunta regionale dovrebbe aver assunto un atto deliberativo — così abbiamo letto sui giornali — che risolva definitivamente questo problema. E' un augurio e un auspicio. Parlo del provvedimento riguardante la liquidazione dei danni derivanti ai commercianti dal fermo bellico del 1999. Il provvedimento, per quanto a nostra conoscenza, divide i soggetti beneficiari in tre categorie: i mercati ittici all'ingrosso e le attività di servizio ad essi connesse; i commercianti di piccole e medie dimensioni, con fatturati inferiori a 300 milioni; grandi commercianti con fatturati maggiori di 300 milioni.
Per i mercati all'ingrosso sono previsti per ogni dipendente contributi pari a 150.000 lire per sei giorni lavorativi per l'intera durata del fermo bellico. Analogo è il trattamento per i dipendenti delle imprese che gestiscono servizi accessori nelle attività di mercato. Per il part-time il contributo è dimezzato.
Per i commercianti di piccola e media dimensione l'accesso al contributo è riconosciuto presentando almeno 100 fatture emesse nel corso del 1998 e 1999, relative all'acquisto di pesce fresco, quindi oltre 100 presenze nei mercati ittici dell'Adriatico, con fatture idonee a giustificare gli acquisti di prodotti di fresco. Il contributo, per chi ne ha diritto è pari a 100.000 lire per i titolari e i dipendenti della ditta.
Per i commercianti di grandi dimensioni l'accesso al finanziamento è subordinato alla prova di aver subito un danno rilevante con una perdita di fatturato nel periodo interessato dal fermo bellico almeno pari a una certa percentuale del fatturato precedente relativo allo stesso periodo. Il contributo sarà dello stesso importo di cui al precedente punto.
A nostro avviso questo provvedimento è attaccabile sotto diversi punti di vista e ci auguriamo che la Giunta regionale, se lo ha adottato o lo adotterà, abbia verificato attentamente tale provvedimento, in modo tale da non trovarci, in una prossima seduta del Consiglio regionale, a discutere del fatto che la Giunta regionale ha fatto l'atto deliberativo, però non è possibile provvedere alla liquidazione di questi fondi.
Secondo noi, l'atto è quindi attaccabile sotto tre punti. Primo, non prevede uno stanziamento separato per i mercati ittici che senza alcun dubbio hanno subito un concreto danno economico dal fermo bellico. Secondo, la modalità di accesso al finanziamento appare complessa e sicuramente non consentirà, a nostro avviso, una erogazione rapida dei sussidi, aggravando quindi la crisi di un settore già parzialmente compromesso dal diffondersi della grande distribuzione. Terzo, non consentirà l'accesso al contributo ad un gran numero di commercianti di media dimensione che, pur operando nel settore del fresco, non arrivano a fare un numero così elevato di acquisti nei mercati ittici.
Nel complesso sembra che si sia voluto, con una scelta ben precisa, chiara ridurre il numero dei soggetti che possono accedere al contributo per evitare, a nostro avviso, la figuraccia di erogare somme irrisorie, vista anche la modestia delle somme messe a disposizione della Regione dallo Stato.
Ci troviamo in una situazione tale per cui, nonostante le assicurazioni date dal neo assessore in materia, non si hanno risposte precise, concrete rispetto a un settore importantissimo. Non me ne voglia Ciccioli, ma non è colpa dei pescatori se ogni anno hanno di questi problemi e noi dobbiamo pianificare, ma è colpa di una situazione reale, è colpa di un ente che non riesce a dare delle risposte chiare e precise, che sono fondamentali, soprattutto da parte di chi governa una Regione e noi ci troviamo in una situazione in cui c'è una corsa da parte di alcuni consiglieri della maggioranza a cercare di tamponare un problema che a nostro avviso sta superando ogni limite di tollerabilità.
Fa bene il consigliere Silenzi a rassicurare la marineria civitanovese, anconetana, di San Benedetto, però deve anche essere molto bravo, insieme all'assessore alla pesca, a dare risposte con atti e fatti che lo hanno sempre contraddistinto, perché oggi ci troviamo ad esaminare e discutere problematiche che riguardano il 1998, il 1999 e magari, nel 2001 ci troveremo ancora a parlare di queste cose.
E' quindi giunto il momento di dare un taglio netto. Questi "tavoli" non interessano più nessun "falegname", a meno che ci sia qualche azienda interessata a questi "tavoli" che sono una specialità della sinistra per cercare di rinviare tutti i problemi. Interessa avere delle risposte chiare e precise in modo tale che quando ci confronteremo su queste tematiche, lo faremo su una proposta fatta dall'opposizione, su delle risposte date dalla maggioranza.
La nostra è quindi una posizione molto critica. Per quanto mi riguarda non sono soddisfatto per il parziale favorevole esito degli interessamenti. Noi bolliamo l'inefficienza che non ha consentito di dare delle risposte rispetto a questo problema. Chiediamo delle risposte precise, ci confronteremo su queste problematiche.
Rivolgo una raccomandazione finale al consigliere Silenzi che effettivamente ha a cuore questo problema di cui si interessa, perché è convinto sostenitore di queste problematiche: mettiamo un punto fermo, mettiamo dei paletti senza fare tavoli, senza fare tremila mozioni, perché alla gente non interessano più le mozioni e le iniziativa, ma interessano solo le risposte.
Ci affidiamo non più al buon senso ma alla capacità, alla interpretazione di una Giunta regionale che dia risposte chiare e precise su un problema che comincia a diventare annoso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Innanzitutto esprimo la solidarietà ai lavoratori della pesca che sono in sciopero da lunedì. E' una forma di protesta assolutamente sacrosanta per una situazione che vede il problema delle mucillagini come l'ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di problematiche mai risolte. Troppe sono state le prese in giro e troppe le promesse non mantenute. L'ultimo esempio, il più evidente è quello della beffa dei rimborsi per il fermo bellico, mille volte annunciati e in realtà rateizzati e non liquidati definitivamente. Questa è una cosa evidente e sotto gli occhi di tutti. Ma ricordo anche il problema annoso che da anni si trascina, delle vongolare e dei rapporti tra marinerie, delle attribuzioni anche delle miglia marine negli spazi di mare tra marinerie stesse. Nelle Marche è un problema che si trascina da tempo e che ha visto in mille occasioni impegnati gli operatori della pesca a tutti i livelli, da Roma al livello regionale, per vedere finalmente date risposte a quesiti seri, a problemi seri. Oggi il problema delle mucillagini ha fatto riesplodere il caso e giustamente, in maniera sacrosanta le marinerie sono in lotta. Qualche spiraglio si apre, qualche altro non trova ancora la luce. Questo Consiglio regionale, grazie all'iniziativa forte soprattutto dei gruppi dell'opposizione che hanno proposto con interrogazioni e mozioni all'attenzione di tutti e in via d'urgenza il problema già nella seduta scorsa, può effettivamente porre un punto, che è la richiesta finale, che poi sintetizziamo nel nostro documento e che viene dall'integrazione documentale fatta attraverso un'aggiunta al "documento-Viventi". Chiediamo cioè un provvedimento quadro che non sia di tampone a questa situazione ma che guardi in prospettiva, che risolva i problemi di fondo, sciolga i nodi veri di un settore che non è da lasciarsi relegato ai margini del nostro tessuto produttivo ma un settore importante, decisivo. Noi abbiamo chilometri e chilometri di coste e la nostra vocazione nel litorale marchigiano è sempre stata quella di vedere imprese di pesca qualificate, serie, addirittura di tradizione familiare che si sono sapute organizzare in maniera spontanea e sempre più dando al settore una presenza costante e continua a livello anche di risultati economici: occupati, produzione. Questa è una ricchezza che non possiamo perdere, una ricchezza che non dobbiamo trascurare. E' un settore invece rimasto sempre ai margini perché una politica "romana", forse tropo burocratica, troppo legata a lacci e laccioli è stata sempre distante rispetto all'immediatezza dei problemi, sempre in ritardo e sempre più portata alla concessione, quasi fosse un favore, invece che al riconoscimento di diritti sacrosanti, che sono quelli del lavoro, quelli della difesa dei posti di lavoro, quelli della seria programmazione.
Questa è un'emergenza non dovuta solo al problema delle mucillagini ma dovuta a un sovrapporsi di problemi che la marineria non tollera più perché sono insopportabili, di natura organizzativa, di natura economica, di natura fiscale. Basti pensare al costo del gasolio: 20.000 litri di gasolio ogni due settimane, questi sono i termini del problema, per un costo dai 16 ai 17 milioni, quasi l'introito complessivo del pescato. Questi sono problemi seri: la natura fiscale, la natura economica, la natura organizzativa dei problemi del lavoro della pesca. Questi sono i nodi che devono essere sciolti. Come? Attraverso l'utilizzo delle nuove deleghe che la Regione può spendere in maniera seria, facendole divenire volano per una prospettiva nuova, per dare futuro a un settore importante e vitale, perché le nostre province hanno tutte un aggancio con quelle realtà, da Pesaro ad Ascoli. Abbiamo infatti la fortuna di vederci affacciati in un mare che ci può dare molto ma che fino ad oggi non ha dato quello che poteva dare per la trascuratezza degli interventi, per l'inefficacia dei pochi strumenti legislativi e normativi che vi sono stati, per l'intempestività delle soluzioni anche sotto un profilo di intervento economico che abbiamo visto e vissuto in questi anni.
Oggi, se vogliamo fare una cosa concreta — la collega Mollaroli apriva in questo senso — dobbiamo giungere ad un punto serio di incontro nel fare, nel proporre o comunque nell'impegnare la Giunta affinché proponga immediati ed efficaci strumenti di intervento in questo settore delicato, importante, decisivo per il futuro della nostra costa, che è turismo sì, ma che è anche e soprattutto attività di tanti pescatori, di tante aziende piccole e medie che poi sono collegate direttamente al turismo, perché se la ristorazione e il commercio, se non hanno un settore pesca efficiente, che possa dare risposte in maniera seria alla produzione e all'offerta del mercato ittico, tutta un'economia che ruota attorno alla presenza turistica, commerciale, imprenditoriale delle nostre coste ne verrebbe a soffrire.
Ecco l'appello che rivolgiamo ai colleghi consiglieri. Speriamo che oggi i lavori di questo Consiglio siano seri, fattivi e giungano al risultato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Signor presidente, illustri colleghi, condivido tutte le osservazioni poste sul tavolo, nessuna esclusa, ma c'è un fatto: in questa vicenda è stato trascurato l'elemento umano, cioè questi signori, i pescatori che stanno seguendo i lavori di un Consiglio distratto, dove noto più assenze che presenze. Questo è grave. (Interruzione). E' diversa la questione. Occorre capire che questa gente rappresenta un mondo antico, il mondo del popolo italiano, popolo di navigatori. Il mare rappresentava la loro filosofia di vita. Abbandonano ancora oggi la terraferma, nella certezza di un mare che incrina questo loro mondo, questo loro modo di essere.
Intervenire sul problema della legiferazione sarebbe semplice: sono queste le difficoltà, sono queste le risoluzioni, le dobbiamo affrontare insieme in un comune sentire che non deve vedere divisioni politiche ma deve riportare questi signori ad una certezza, cioè che chi sta nella terraferma su sedie comode non deve dire certe cose rispetto a un applauso giusto, riferito a cose che loro vivono direttamente, nell'incertezza del loro andare in mare. Lasciano mogli, lasciano figli, non hanno una certezza di reddito. Il loro pesce che da noi viene gustato e pagato in maniera, penso, non modesta, ci deve far fare una riflessione. Questa loro presenza, qui, deve farci sentire che non stiamo adempiendo ad un compito che ci viene richiesto. E' così difficile fare provvedimenti di legge da noi condivisi e sentiti veramente, che rispettino il loro modo di essere e di vivere?
Il mio intervento, come sempre vuole arrivare ad una proposta che tenga presente questo loro modo di essere uomini di un società moderna, che nel 2000 non deve più vedere sacche di povertà. Hanno difficoltà a pagare il gasolio e vanno dietro l'andamento di mercato, la crescita.
Presidente Ricci, lei appartiene, come me, a questa cultura che nei sentimenti e nel valore degli uomini ha profonde radici: facciamoci portavoce insieme in modo che le loro proteste si concretizzino in atti legislativi, amministrativi forti, veri, che non vedano la mortificazione di persone. La sinistra oggi al Governo, che si è sempre dichiarata paladina dei più deboli, deve condividere veramente questa loro scelta di vita, di un lavoro dignitoso che deve avere delle risposte economiche vere, con provvedimenti di legge che non trascurino l'elemento umano.
Ai nostri figli, nelle scuole, insegniamo in maniera retorica cos'è la barca, il pescatore che va in mare, ma dietro queste persone c'è un mondo economico che lega famiglie in vera difficoltà. Andiamo nei porti da dove partono e dove attraccano: partono con la certezza di un'incertezza nel ritorno, non solo per le cose materiali. Presidente Ricci, stiamo attenti a questi problemi. Questa è la nostra tradizione: tra la gente, per la gente e con la gente. Questo ci deve vedere vicini a loro, siamo noi che dobbiamo oggi applaudire loro... (Applaudendo). Mi richiami pure, perché sono qui a difendere un loro lavoro e il loro modo di essere. Chi vede cose diverse nella globalizzazione, non può trascurare questa gente. Questa loro presenza è una mortificazione per noi politici. Grazie.

PRESIDENTE. Collega Trenta, voglio spiegare che il mio richiamo non era per mortificare la rappresentanza di lavoratori, ci mancherebbe altro. Semplicemente perché correttezza vuole che i lavori si svolgano in piena autonomia da parte dei consiglieri, quindi senza influenze, pertanto senza approvazioni o disapprovazioni. Ogni consigliere deve essere libero di esprimere il proprio pensiero. Ovviamente, massimo rispetto per una categoria di lavoratori e di lavoratori veri e seri.
Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Signor Presidente, signori colleghi, il tema della pesca è ricorrente in questo periodo nelle aule dei Consigli regionali, soprattutto delle regioni che si affacciano sul mare, quindi un tema che noi abbiamo affrontato più volte ma che dovremmo inquadrare rispetto alle competenze che le Regioni hanno sulla materia, altrimenti rischiamo di fare tanti bei discorsi, invocare tante risoluzioni per poi addebitare alla regione, al Governo regionale dei ritardi, delle latitanze, delle sottovalutazioni che in realtà non esistono, in quanto la Regione poco può fare in questo settore. Questo lo dobbiamo aver chiaro noi e l'hanno chiaro anche le marinerie con le quali ognuno di noi sta a contatto e pertanto conosce le problematiche che di volta in volta vengono a scuotere questo mondo. La Regione può ascoltare, individuare le soluzioni, poi aprire confronti, vertenze, pressioni rispetto al Governo nazionale, perché non ha competenze specifiche. Questo è importante evidenziarlo, altrimenti rischiamo di individuare la soluzione dei problemi e poi, se quei problemi non vengono risolti, scaricare le responsabilità sul Governo regionale che invece responsabilità non ha.
Noi, la partita sulla pesca dobbiamo giocarla anche nella Conferenza Stato-Regioni per richiedere più competenze alle Regioni. C'è una volontà che attraversa tutti gli schieramenti politici del centro-sinistra e del centro-destra, di non dare competenze alle regioni per quanto riguarda la pesca perché tutto si giochi a livello romano, ministeriale, tanto è vero che questo settore è accorpato al Ministero dell'agricoltura e da sempre non ha visto un sottosegretario, come riferimento politico, che potesse seguirlo. Il Governo di centro-destra non ha istituito il sottosegretariato per la pesca... (Interruzione del consigliere Pistarelli). Per istituire un sottosegretariato basta un'ora.

FABIO PISTARELLI. Avete avuto sei anni...

GIULIO SILENZI. Ho detto centro-sinistra e centro-destra. Quando si istituiscono i sottosegretariati basta un minuto, perché nella lista si mette anche il sottosegretario alla pesca. Non l'ha fatto il Governo di centro-destra, non l'ha fatto il Governo di centro-sinistra. Tuttora si dice da più parti che è indispensabile un riferimento politico su questa materia delicata, invece i riferimenti sono per lo più tecnici: i direttori generali del Ministero che seguono la pesca e che hanno un potere immenso, perché è chiaro che un ministro dell'agricoltura ha tanti di quei problemi che, non avendo neanche un sottosegretario che segua queste problematiche, esse vengono seguite a livello burocratico, in un rapporto stretto con le organizzazioni di categoria tutte e pertanto la problematica la si esaurisce in un rapporto ravvicinato romano e poi, quando vi sono proposte programmatiche, si rivendica una centralità della pesca e un decentramento dei poteri in materia di pesca che ad oggi ancora non è giunto. Per esempio, nella richiesta e nel documento che dobbiamo fare, se siamo d'accordo diamo anche questa indicazione politica: che ci siano competenze per le Regioni per quanto riguarda la pesca; che non tutto sia a livello ministeriale. Addirittura, gli Sfop, cioè le misure comunitarie venivano gestite dal Ministero e non dalle Regioni. Grande conquista, quest'anno: la Regione prepara i bandi, accoglie le richieste per le misure europee dello Sfop, cosa fino a ieri fatta a livello ministeriale. Quindi, nel documento che andremo a fare, diamo queste indicazioni politiche che possono veramente renderci protagonisti diretti delle problematiche della pesca e non protagonisti indiretti come sempre è avvenuto e continuerà ad avvenire, perché noi possiamo fare un documento, ma rispetto ai problemi delle mucillagini, del caro-gasolio, dei ritardi per quanto riguarda l'erogazione dei finanziamenti del fermo bellico alle marinerie, dobbiamo affidarci alla pressione che il nostro assessore e la Regione possono svolgere a livello romano, perché non c'è una competenza diretta.
Per quanto riguarda le mucillagini è chiaro che c'è un eccesso di elementi chimici nel mare, soprattutto se pensiamo al Po, ai maggiori fiumi che sfociano in Adriatico. Bisogna, anche qui, che l'accordo venga stretto alla Conferenza Stato-Regioni e che la Lombardia, il Veneto e il Friuli diano delle risposte sull'inquinamento del fiume Po che poi determina situazioni di mucillagini. E allora, anche quei Consigli regionali debbono affrontare il problema del disinquinamento del Po che è un problema ambientale ma che dà anche delle risposte per quanto riguarda il fenomeno delle mucillagini e la pesca. Mi auguro che quei Governi di centro-destra siano sensibili a questa problematica e ci diano risposte concrete che fino ad oggi non sono arrivate, tanto che ogni anno questo fenomeno riaffiora con tutte le conseguenze che comporta.
C'è poi una necessità — ed è una necessità burocratica ma anche politica — per cui, quando vengono individuati provvedimenti come quello del rimborso del fermo bellico, non vi siano pastoie burocratiche che facciano sì che i rimborsi debbono ancora arrivare solo perché tra il Ministero dell'agricoltura e quello del tesoro vi sono situazioni tali per cui il ragioniere generale dello Stato, rispondendo a un'interrogazione che parlamentari del gruppo diessino avevano presentato alla Camera per lamentare i ritardi che venivano denunciati in una delle assemblee sulla pesca, riferisce che solo il 21 giugno del 2000 sono arrivati da parte del Ministero delle politiche agricole gli elenchi di chi doveva beneficiare dei pagamenti, e pertanto il Ministero del tesoro in due mesi doveva risolvere le questioni che — così Monorchio dice — "nel giro di giorni arriveranno a tutti i beneficiari del fermo bellico". E' chiaro che c'è stato un grosso ritardo. Rispetto alla volontà politica e ai finanziamenti individuati scontiamo ancora uno Stato burocratico che non risolve in tempi certi e normali situazioni che invece devono essere risolte perché vanno ad incidere nell'economia di tante famiglie di lavoratori delle Marche e del resto d'Italia. Così come per il rimborso del fermo bellico ai commercianti, che in un primo tempo era previsto solo per i pescatori. Poi, le Regioni si sono mosse e la capofila fu la Regione Marche che aveva posto anche il danno che il fermo bellico aveva causato ai commercianti, anche qui arrivando ad un indennizzo, ma con tempi lunghi per la definizione della procedura. La Regione ha ormai deliberato i criteri di assegnazione salvaguardando i piccolo commercio del pesce, in quanto anche qui, sul fatturato c'era un gioco per favorire i grossi commercianti e penalizzare i piccoli. Questa era una competenza regionale, la Giunta l'ha deliberata e pertanto ha assolto ad una funzione con un indirizzo politico chiaro di tutela del piccolo commercio rispetto al grande.
Ascolteremo poi l'assessore con il quale abbiamo affrontato direttamente con le marinerie queste problematiche, perché c'è stato un protagonismo della nostra Regione a livello romano, quindi ascolteremo anche gli esiti della riunione che c'è stata ieri per quanto riguarda la definizione del fermo bellico, con un suggerimento nel documento che andremo a fare, dove dobbiamo insistere tutti affinché venga richiesto con urgenza un decreto legge fin dalla prossima settimana e non un disegno di legge, perché il disegno di legge allungherebbe i tempi in misura non controllata, mentre un decreto legge darebbe una risposta immediata, e anche su questo punto penso ci sarà un accordo da parte di tutti i gruppi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Ancora una volta stiamo parlando di un'emergenza che io definirei "l'emergenza Adriatico", un'emergenza che scaturisce da una situazione di forte sofferenza di questo mare. Il discorso del riaffiorare delle mucillagini ne è una dimostrazione. Da anni come ambientalisti diciamo che le mucillagini non sono da considerare una calamità naturale ma una conseguenza del carico ambientale del mare Adriatico che per la sua conformazione è un mare chiuso, con un ricambio di acqua che richiede più di due anni, fondali a nord di Ravenna che non superano i 30 metri; un mare da tenere sotto controllo.
E' chiaro che ancora una volta emerge come l'aspetto ambientale sia da coniugare all'aspetto economico. Sono le facce di una medaglia: l'aspetto ambientale e l'aspetto economico. Se ci sono mucillagini se ne risente a livello economico, di turismo e pesca. E' quindi indispensabile, da un lato cercare di fare tutto il possibile affinché questo mare — di questo ne ho parlato pure con il ministro all'agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio portando una delegazione di piccoli pescatori a Roma la settimana scorsa — sia sotto controllo ambientale, anche a livello di Unione europea, affinché i fondi disponibili vengano utilizzati per quegli interventi non più prorogabili per tenere in uno stato di salute questo mare. Anche perché, se a livello europeo andassimo a fare un discorso legato alla pesca potremmo subire un effetto contrario, cioè che l'Unione europea ci risponda di abbassare lo sforzo di pesca nell'Adriatico come è già stato proposto in passato e come, con molti finanziamenti dell'Ue si è cercato di fare, salvaguardando da un lato l'occupazione ma dall'altro cercando di diminuire lo sforzo di pesca.
E' di qualche anno fa l'atto — sono stato relatore — di 11 miliardi per cercare di convogliare verso la filiera pesca e verso la pescaturismo, abbassando lo sforzo di pesca. Tutto era finanziato dall'Ue.
Quindi il problema deve essere posto a livello di Ue come un problema ambientale e anche economico.
Non può essere imputata ai fiumi della regione Marche la responsabilità della forte sofferenza ambientale di questo mare, ma è chiaro che questa Regione deve fare di più per risanare i corsi d'acqua. Comunque, nella mia interrogazione chiedo che cosa si sta facendo per risanare i corsi d'acqua. Ricordo ancora una volta che a fine legislatura abbiamo votato in questo Consiglio il piano di risanamento delle acque superficiali. Ebbene, ricordo ancora che tutti gli ultimi tratti dei corsi d'acqua marchigiani risultano fortemente inquinati. Addirittura, in alcuni casi l'acqua di questi fiumi non può essere neanche utilizzata a scopi irrigui. Faccio riferimento al fiume Tronto, dove molti sindaci hanno dovuto emettere ordinanze di divieto di utilizzo dell'acqua del fiume a scopo irriguo: ecco quindi un ulteriore danno economico all'agricoltura.
Occorre pertanto maggiore sorveglianza, occorrono azioni di bonifica, occorre che siano sanzionati coloro che inquinano. Il problema italiano, non mi stancherò mai di ripeterlo, è che non sappiamo di vivere, non ci rendiamo conto di vivere in uno Stato di diritto: qui ognuno fa quello che vuole. E allora, per migliorare la situazione è indispensabile che i cittadini, i più indifesi sappiano che possono contare su uno Stato di diritto.
Spero che mi venga risposto a questo aspetto dell'interrogazione.
Voglio poi andare all'aspetto relativo alla pesca. E' vero del danno alla pesca legato all'effetto-mucillagini ho avuto modo di constatarlo personalmente, ho avuto modo di parlare soprattutto con la piccola pesca, perché è importante fare una differenza anche all'interno del comparto pesca, tra quelle che sono le esigenze della pesca d'altura e le esigenze e le difficoltà della piccola pesca. Non hanno entrambe le stesse esigenze. E' stato parlato anche delle esigenze dei vongolari, ma vorrei stralciare questo capitolo che tanto mi fa male, perché un'altra delle cause della situazione dell'Adriatico è stata proprio legata a una concessione incontrollata di autorizzazioni di turbosoffianti.
E' quindi indispensabile mettere in evidenza le esigenze della piccola pesca e di quella d'altura. Mi dicono — non l'ho verificato personalmente — che l'aspetto delle mucillagini abbia danneggiato molto di più la piccola pesca — cioè coloro che pescano entro le 6 miglia — rispetto all'altra. Ho visto le reti, a terra, piene di mucillagini di coloro che dicevano di questa difficoltà.
Ebbene, occorre che coloro che hanno avuto danni dalle mucillagini, abbiano il giusto riconoscimento. Di questo è convinto anche il ministro, con il quale ho parlato da ultimo domenica alla Fiera di Ancona nel corso di un'iniziativa sul Mediterraneo. Rispetto a tutti i soggetti che risulteranno danneggiati dalle mucillagini il ministro si è preso impegno di trovare una soluzione affinché questo danno venga superato. Le ipotesi sono più di una, tra le quali anche quella di un fermo biologico facoltativo per la piccola pesca durante l'estate. Ma è una delle ipotesi.
Il 14 luglio, cioè tra due giorni, il ministro dell'agricoltura si è impegnato a portare al Consiglio dei ministri un pacchetto complessivo, concordato con le categorie. Non riusciamo a capire le manifestazioni di protesta fatte prima di questo accordo.
Se non sono d'accordo con quello che è stato proposto io protesto, ma se c'è un impegno ad affrontare la problematica con l'accordo delle categorie, portando poi questo accordo al Consiglio dei ministri, c'è qualche passaggio che non riesco a capire.
Il ministro ha anche detto che chi non ha avuto danni dalle mucillagini non può premere sull'acceleratore per avere un riconoscimento di situazioni che non esistono. Quindi sarà fatta una valutazione molto attenta, e dico ai pescatori, visto che sono presenti in sala, che coloro che hanno avuto danni non debbono avere preoccupazioni. Mi preoccupano invece alcuni interventi altamente demagogici sentiti in quest'aula. Il problema dell'emergenza ambientale ed economica dell'Adriatico non si risolve con interventi di pura demagogia, ma con atti concreti.
Mi auguro che si arrivi ad una mozione unitaria, non demagogica, e che nella mozione unitaria, oltre che all'aspetto legato alla pesca si faccia un riferimento chiaro al problema del carico ambientale di questo mare. Prima affrontiamo la problematica della sofferenza ambientale di questo mare, se possibile portandolo a livello di Ue, prima possiamo risolvere il problema economico. Se continuiamo a ignorare che il problema vero di questo mare è quello ambientale, le conseguenze per il futuro saranno sempre peggiori. E attenti — non voglio lanciare anatemi — perché il fenomeno delle mucillagini non è una calamità naturale, ma si verifica per l'apporto di nutrienti nel mare, di inquinanti nel mare in situazioni climatiche favorevoli di bonaccia e di alta temperatura. E allora, va affrontato drasticamente.
Ripeto e concludo: l'aspetto ambientale, mai come in questo caso è legato all'aspetto economico.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al consigliere Agostini, siccome alcune interrogazioni trattano di tematiche ambientali, do la parola all'assessore Ottaviani per rispondere su questi aspetti.

ROBERTO OTTAVIANI. Ho preparato un intervento scritto e mi scuso, ma essendo abbastanza tecnico preferisco leggere.
La mia risposta è in relazione alle interrogazioni n. 22 del consigliere Castelli e n. 25 del consigliere D'Angelo.
La Regione Marche dal 1997, attraverso una convenzione con il Ministero dell'ambiente e gli attuali dipartimenti provinciali dell'Arpam, sta svolgendo un monitoraggio marino costiero che tra l'altro prevede il controllo di parametri chimico-fisici legati ai processi eutrofici e alla eventuale fioritura di alcune specie di alghe che possano pregiudicare anche il normale svolgimento della stagione balneare. Per questo specifico aspetto il Dpr 470/82 prevede un monitoraggio quindicinale sulla qualità delle acque di balneazione e l'adozione di un programma di sorveglianza per la rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico-sanitarie (L. 185/93).
L'ultimo dei tre monitoraggi sopra descritti è legato principalmente alla eventuale fioritura di specie algali; la mucillagine costituisce un aggregato di polisaccaridi che può inglobare specie fito e zooptantoniche, i cui cicli metabolici possono far affiorare o ridepositare sul fondo questi ammassi gelatinosi. Ovviamente fenomeni climatici quali la temperatura dell'acqua, il gradiente di salinità sulla colonna d'acqua possono favorire queste aggregazioni o permetterne la dispersione in occasione di rimescolamenti significativi della colonna d'acqua tramite mareggiate.
Il fenomeno sembra del tutto naturale, legato a processi metabolici anche delle specie algali quali le diatomee, e influenzato relativamente dagli apporti di inquinanti sia come nutrienti (azoto e fosforo) sia come specie inquinanti (metalli pesanti e idrocarburi).
L'attenzione è comunque alta perché durante l'affioramento e la successiva degradazione fotosintetica ad opera dell'irraggiamento del sole, questi filamenti mucillaginosi si stratificano in superficie per poi essere trasportati sia dalle correnti di superficie che da quelle di marea, sottocosta, creando un eventuale rischio microbiologico per la balneazione.
Il fenomeno è stato osservato con continuità sia dalla M/n Sibilla della Regione Marche, oggi in dotazione all'Arpam sia dalle motovedette delle capitanerie di porto che dall'aereo militare Orca che attraverso il sistema di rilevamento Dedalus, può rilevare la presenza di aggregati mucillaginosi consistenti anche sul fondo marino.
Considerato che la Regione Marche nell'anno 1999 ha portato a termine una valutazione significativa, presentando il piano di tutela delle acque al sensi del D. Lgs. 152/99, sui corpi idrici superficiali, è possibile affermare che l'apporto dei fiumi marchigiani e del contributo che questi hanno in termini di nutrienti, non incide significativamente sulla fenomenologia delle mucillagini.
Quest'anno, tra l'altro, il fenomeno è stato avvistato precocemente fin dalle coste dell'Istria e del Friuli Venezia Giulia e può essere relazionato alla particolare situazione climatica verificatasi dalla fine di aprile fino alla metà di giugno, i limitato ricambio e movimentazione delle acque marine determinata solo dalle correnti stazionarie che ruotano in senso antiorario dalla costa adriatica orientale a quella occidentale italiana e che favorisce di fatto l'addensamento di tali aggregazioni
Il fenomeno può essere quindi solo osservato, in quanto ancora oggi esistono notevoli incertezze sui meccanismi di proliferazione e ancor più di quelli scatenanti; sicuramente le condizioni meteomarine di calma prolungata e scarso rimescolamento delle acque marine contribuiscono significativamente alla formazione di tali aggregati gelatinosi.
In merito ai punti 2 e 3 del l'interrogazione n. 25 dei consigliere D'Angelo, gli eventi descritti sono legati ai programmi di vigilanza degli organi preposti, sia per l'aspetto amministrativo che per quello giuridico; a tutt'oggi non sono pervenute indicazioni in merito in quanto risultano ancora in corso gli accertamenti analitici su campioni d'acqua e di pesce.
Chiedo scusa di questo intervento scritto, essendo anche molto tecnico, ma credo che nella sua sinteticità e nella sua tecnicità sia stato anche abbastanza dettagliato e preciso e ringrazio dell'ascolto.

PRESIDENTE. Invito, avendo colto i segnali positivi che sono emersi dai vari interventi di maggioranza e di opposizione, a vedere se è possibile trovare una risoluzione unitaria in modo tale che al termine dell'intervento dell'assessore Agostini, senza ritornare nel merito delle problematiche toccate si possa votare un documento finale.
Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Signor Presidente, signori consiglieri, ringrazio per la possibilità che è stata data di avviare questa discussione che per la verità, da come era partita speravo fosse più concreta, e per questo ringrazio il consigliere Viventi che ha dato immediatamente concretezza alla propria mozione, perché se dobbiamo trasformare quest'aula in una sorta di azione propagandistica e quindi, più che mirare gli interventi, usiamo la pur nobile arte della propaganda per non affrontare i problemi nella loro concretezza, credo che il primo danno che facciamo all'economia e ai pescatori in genere, sia proprio il fatto che ognuno di noi possa esercitare la propria possibilità di discutere, di parlare, di fare anche poesia — consigliere Trenta — ma poi alla concretezza delle cose a cui siamo stati chiamati dobbiamo in qualche modo pur dare risposte.
Sono stato tentato nel corso della discussione di entrare anch'io nell'arte della propaganda. Sarebbe troppo semplice cercare di ricordare, fare poesia sul fatto che questo è un settore economico strategico per le Marche. Avere la terza marineria d'Italia ci rende tutti consapevoli dell'importanza che ha strategicamente questo settore economico, quindi non dobbiamo ricordarcelo e a dire al Governo quanto sia importante, lo sappiamo, abbiamo piena consapevolezza di questo.
Ma avere consapevolezza di questo significa poter discutere e discernere nel merito. Sparare nel mucchio non serve a risolvere i problemi, dicendo che la Giunta regionale può fare tutto in questo settore. Ha ragione Silenzi quando afferma che ognuno di noi deve avere la responsabilità di dire ciò che la Regione può fare, quali sono le funzioni che la Giunta e il Consiglio regionale possono svolgere in questo settore.
Noi tutti sappiamo quali sono, oggi, le funzioni che competono alla Regione e su cui possiamo intervenire.
Abbiamo avviato anche un'azione — e in questo mi riconosco nel Governo del centro-sinistra — non solo per quanto riguarda l'istituzione di un sottosegretario, ma anche per decentrare competenze e funzioni alle Regioni che non sono già state delegate, ma dovranno essere delegate, perché con il trasferimento delle deleghe e delle funzioni ci vogliono anche gli strumenti operativi per poterle far funzionare, quindi risorse umane e finanziarie. Io spero che questo percorso si possa, anche attraverso l'azione del Consiglio regionale, avviare il più rapidamente possibile nel trasferimento delle funzioni e delle deleghe.
Il fenomeno delle mucillagini che da qualche tempo ha interessato anche il litorale della costa marchigiana rende tutti consapevoli, in primo luogo il sottoscritto e la Giunta regionale, che si aggrava la situazione di un settore già in difficoltà, quindi abbiamo cercato, per le competenze che abbiamo, di seguirlo in maniera puntuale fin dal primo manifestarsi del fenomeno stesso, con interventi formali e non con "gite" a Roma come veniva qui detto. Già in data 15 giugno sono stati interessati sia il ministro per le politiche agricole e forestali che il direttore della pesca e acquacoltura, così come i direttori generali delle associazioni di categoria e professionali per avviare un costante monitoraggio del fenomeno, arrivando quanto prima ad attivare i fondi di solidarietà di cui alla legge 72/92.
Altresì comunicazioni specifiche sono state fatte in data 20 giugno, sia agli istituti locali dell'Irpem-Cnr che all'Istituto di biologia marina di Fano, al fine di rappresentare la necessità di procedere ad accertamenti del fenomeno attraverso le attività di monitoraggio che erano state prese in esame fin dal 1989.
Con le stesse parti sociali a livello locale abbiamo tenuto incontri anche al fine di definire un quadro di azioni comuni da proporre e sostenere per dare soluzione alla problematica, on escludendo a priori la necessità di interventi anche per velocizzare l'indennità di risarcimento del fermo bellico, in connessione con la definizione del periodo di fermo biologico per il corrente anno.
Così, ai fini anche di una celere e razionale definizione sono stati interessati sia i parlamentari marchigiani per il pagamento del fermo bellico, che i ministri del tesoro e delle politiche agricole, e questa mattina è arrivata una nota che informa come sono stati impegnati con il D. Lgs. 154/99 e con il D. Lgs. 312 del 1999, rispettivamente 50 e 49 miliardi, per 9.140 beneficiari rispetto al primo e 8.758 rispetto al secondo. Nel giro di poco tempo saranno effettivamente erogati gli stanziamenti di cui riferivo all'inizio.
La problematica delle mucillagini è stata discussa nel suo complesso a livello nazionale nel "Parlamentino della pesca" e in alcuni incontri che si sono tenuti in data 28 giugno e 4 luglio, presso la Commissione consultiva centrale, ai quali ha partecipato non solo il sottoscritto ma anche il responsabile dell'ufficio zootecnia che fa parte della Commissione stessa. Inoltre il sottoscritto si è incontrato in data 28 giugno con il ministro delle politiche agricole on. Pecoraro Scanio per rappresentare concretamente alcune proposte in ordine di priorità. La prima riguarda l'utilizzo dei finanziamenti comunitari di cui all'art. 16 del regolamento Cee 2792 dello Sfop, "Arresto temporaneo con l'aggiunta della copertura nazionale assicurata dal fondo di rotazione". In caso di non accettazione di questa prima ipotesi, una seconda ipotesi riguarda l'utilizzo dei fondi per le calamità naturali di cui alla legge 72, sapendo che però sulla legge 72 le risorse disponibili sono assolutamente insoddisfacenti per recuperare il danno, e comunque l'utilizzo della calamità naturale avrebbe dovuto dimostrare il 35% del danno sul fatturato non prodotto.
L'ipotesi ultima che abbiamo proposto al ministro in termini di priorità era quella che consideravamo residuale, ma pur sempre da discutere, di utilizzo dei fondi già previsti per il fermo biologico, previa un'aggiunta di fondi, anticipando e prolungando il periodo di tale fermo.
Inoltre il sottoscritto ha caldeggiato anche l'utilizzo dello strumento normativo del decreto legge per dare certezza agli operatori, anche in considerazione del fatto che molti di essi ancora devono avere l'indennizzo del fermo bellico e, di conseguenza, avrebbero accettato con difficoltà il procedere del fermo biologico, perché in un primo tempo, in virtù di quello che diceva il consigliere Ciccioli, si era pensato non di usare lo strumento del decreto legge, ma una proposta di legge quadro che avrebbe comportato necessariamente tempi più lunghi e non certezza nel finanziamento, per cui, sul fermo biologico del 2000 abbiamo inteso comunque sollecitare il Governo per il decreto legge che è uno strumento che dà certezza immediata, lavorando poi sulla legge quadro non solo a livello nazionale ma anche a livello regionale.
Per quanto riguarda il fermo biologico sono stati forniti gli indirizzi territoriali, giungendo, in una prima fase, alla definizione del periodo 9 agosto-7 settembre che poi è stato modificato dalla proposta approvata ieri sera nel "Parlamentino della pesca", quindi ritengo che il problema delle mucillagini debba essere discusso per trovare soluzioni complessive e di più prolungata possibilità nella Conferenza Stato-Regioni, al fine di affrontare nel suo insieme il problema delle emergenze ambientali nel mare Adriatico dettate anche da fattori ricollegabili ai processi di inquinamento di cui si parlava prima da parte di alcuni consiglieri intervenuti, in particolare il consigliere D'Angelo.
Considerata quindi la ciclicità del fenomeno e le caratteristiche geomarine dell'Adriatico, si ritiene che il problema, per il tramite del competente Ministero debba essere portato all'attenzione delle autorità comunitarie, affinché vengano studiate misure di intervento anche utilizzando progetti di sperimentazione e ricerca che sono stati messi in campo.
Credo che in riferimento alle interrogazioni che sollecitavano il Governo regionale ad attivarsi abbiamo fatto il possibile, quello che era nelle nostre possibilità, muovendoci fin dall'inizio attivando l'osservatorio già previsto nel 1989 e poi con gli incontri, che non sono "gite" ma incontri formali a cui abbiamo cercato di dare concretezza, attivando proposte.
Questa notte, nell'ultima riunione del "Parlamentino della pesca" è stato partorito un accordo tra le organizzazioni di categoria e il Ministero che dovrebbe diventare decreto legge. Si è deciso di estendere il fermo biologico, già indicativamente previsto dal 9 agosto al 7 settembre, dal 20 luglio al primo settembre, con un aumento della durata per un totale di 40 giorni. Il fermo è obbligatorio per la pesca a strascico volante, ed è facoltativo per la piccola pesca con attrezzi da posta. Si prevede l'indennizzo di 40 giorni per gli imbarcati, 30 giorni per gli armatori ai quali vengono tolti i sabati e le domeniche. Verranno utilizzati fondi già stanziati per il fermo biologico. L'indennizzo è pari a quello stabilito per il fermo bellico del 1999.
Sul rimborso del gasolio, noi siamo tutti d'accordo nell'intervenire, perché è un problema reale e uno dei problemi più forti che hanno i pescatori, però anche qui non bisogna sempre massificare l'idea e usare la propaganda. Da una parte c'è chi teorizza sempre e comunque il liberismo sfrenato ovunque e comunque, per cui c'è un aumento fatto dai petrolieri per quanto riguarda il prezzo del loro prodotto, che poi viene pagato dagli utenti in più modi e in più parti: viene pagato prima dall'utente alle colonnine della benzina e poi dai contribuenti per gli autotrasportatori, poi per la pesca e per tutti gli altri settori economici. Quindi, pur assumendo l'impegno di intervenire rispetto al costo del gasolio — e per questo si è impegnato ieri il Governo a ridurre di 50 lire il prezzo e a metterlo nel decreto legge che proporrà al prossimo Consiglio dei ministri — ritengo che le giaculatorie sul fatto che poi si debba intervenire debbano tener conto che innanzitutto bisogna intervenire nell'idea di principio che il liberismo sfrenato lo pagano sempre e comunque gli utenti, e Pantalone, come si dice dalle mie parti.
Ritengo che alcune cose siano state proposte. Quella delle 50 lire del gasolio speriamo sia contemplata come previsto nell'accordo raggiunto ieri sera, a partire dal decreto legge. Così come ritengo importante la sollecitazione che faceva il consigliere Ciccioli quando diceva che bisogna riorganizzare con più forza il settore della pesca. Per questo ho già posto il problema in Giunta e il Governo regionale ha posto tra i suoi primi obiettivi la riforma organizzativa dell'ente. In questa riforma dovremmo tenere in considerazione il più possibile non solo le funzioni che saranno trasferite ma anche quelle che la Regione riceverà dallo Stato. E per questo il livello organizzativo dovrà essere più funzionale ai settori che verranno trasferiti.
In questo senso credo che l'istituzione di un vero e proprio servizio o non so come si chiamerà nella riforma organizzativa dell'ente, comunque di un comparto che sia organizzativamente strutturato per seguire la problematica della pesca, che è un settore assolutamente decisivo per l'economia marchigiana, credo sia importante.
Raccolgo l'invito fatto dai gruppi per cui, di fronte alle necessità e, in questo caso, all'emergenza, non ci si può trincerare dentro risoluzioni di maggioranza o minoranza, per cui ben venga una risoluzione comune di questo Consiglio che impegni questo Consiglio stesso e la Giunta a lavorare, non sparando nel mucchio ma diversificando le funzioni e i ruoli che il Governo regionale ha in questa materia, impegnandolo in maniera comune, con uno sforzo unitario per cercare di toglierci da quell'emergenza che oggi è diventata una costante in questo settore, dandogli vitalità e prospettiva.

PRESIDENTE. Sospendiamo questa discussione in attesa che arrivi il documento unitario... (Si dice: "Le repliche?"). Se c'è una risoluzione unitaria, normalmente non si fanno repliche. Io ho spiegato prima che gli interroganti o parlavano durante il dibattito o parlavano dopo l'assessore. Avete scelto di parlare durante il dibattito, quindi non potete parlare di nuovo in replica all'assessore. Potete parlare solo per dichiarazione di voto sulla risoluzione.

OTTAVIO BRINI. Lo leggeremo sui giornali...

PRESIDENTE. Non è un problema di leggere, consigliere Brini. Io ho spiegato — e credo che l'aula abbia capito — qual era il meccanismo, quindi se lei ha parlato non può intervenire nuovamente. Può intervenire solo per dichiarazione di voto sulla risoluzione, nessuno le toglie questo diritto. E' però chiaro che se riapriamo i termini di discussione sulla risoluzione non so quando finiamo. Dipende da come vogliamo organizzare i lavori. (Interruzione). Non accetto che la discussione degeneri. Ho spiegato qual era il meccanismo di intervento. Se il collega Brini ritiene di dover intervenire in sede di dichiarazione di voto sulla risoluzione, avrà la parola per dichiarazione di voto. Ho solo aggiunto che se apriamo le dichiarazioni di voto sulla risoluzione non so come andremo avanti con i lavori, e credo che correttamente l'aula debba essere consapevole di questo.
Comunque non c'è nessuna risoluzione, quindi propongo di sospendere le eventuali dichiarazioni di voto e le eventuali votazioni sulla risoluzione. Siccome abbiamo altre due mozioni in discussione, una dei consiglieri Procaccini e Martoni e l'altra dei consiglieri Giannotti, Tontini, Gasperi, Mollaroli, Secchiaroli e Minardi, se non dovessero richiedere grandi interventi nel senso che c'è una sostanziale condivisione, in attesa che arrivi il documento scritto finale si potrebbe procedere a una breve illustrazione e all'eventuale voto, tenendo conto che alle 13,30 chiuderemo i lavori della mattinata.
Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Noi presentammo una risoluzione rispetto alla mozione sullo scontro ferroviario, quindi esiste un'altra mozione, su questo.

PRESIDENTE. Qui c'è una mozione che deve essere discussa dall'Assemblea ed eventualmente votata singolarmente; c'è una proposta di risoluzione del gruppo di Rifondazione comunista. Bisogna capire se c'è l'illustrazione di una proposta unitaria. Per ora sto soltanto parlando di metodologia di lavoro, non sto dando la parola su un argomento o sull'altro.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Rispetto alle cose che diceva Ricci mi sembra sia più semplice discutere sulla mozione unitaria che non richiede uno sforzo di convergenza — io rinuncio all'illustrazione — dando la parola all'assessore Cecchini per rispondere ed eventualmente votare, rinviando al primo pomeriggio, dopo le nomine evidentemente, il discorso sulla mozione Procaccini-Ricci che richiede comunque uno sforzo di unificazione. Varrebbe quindi la pena perdere dieci minuti per trattare la mozione sulla scuola.

PRESIDENTE. Chiedo a Procaccini di farci conoscere cosa propone.

CESARE PROCACCINI. Per la verità questa mozione era già stata illustrata, tuttavia noi siamo d'accordo affinché si possa trovare una convergenza unitaria su un problema che riguarda quel fatto grave e luttuoso, oltre alla necessità che, a partire anche dagli incidenti ferroviari nelle Marche, si possa giungere alla indizione di una conferenza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire dalle ferrovie. Proprio perché il problema è grave, abbiamo la necessità di una convergenza forte rispetto a questo fatto. Siamo disponibili a trovare tutte le necessarie convergenze per giungere ad un atto unitario da parte del Consiglio regionale o che trovi la maggior parte della convergenza su quello che la nostra mozione voleva chiedere, e siamo altresì disponibili ad andare avanti con l'ordine del giorno. Se non facessimo in tempo oggi, si potrebbe discutere questo aspetto nella prossima riunione del Consiglio.

PRESIDENTE. A questo punto c'è una proposta del consigliere Giannotti di invertire l'ordine del giorno anticipando la mozione n. 8 alla illustrazione della quale tutti rinunciano, quindi dopo l'intervento dell'assessore potremmo votarla direttamente. Subito dopo potremmo procedere al voto della mozione sulle mucillagini, sospendendo i lavori della mattinata e facendo la Conferenza dei presidenti di gruppo per decidere come procedere nel pomeriggio.
Se non vi sono obiezioni, procediamo in questo senso.

(Così rimane stabilito)



Mozione (Discussione): «Tagli alla scuola in provincia di Pesaro» Giannotti, Tontini, Gasperi, Mollaroli, Secchiaroli e Minardi (8)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 8 dei consiglieri Giannotti, Tontini, Gasperi, Mollaroli, Secchiaroli e Minardi.
Ha la parola l'assessore Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Relativamente alla mozione che stiamo discutendo, vorrei segnalare una serie di fatti nuovi che sono accaduti e che potrebbero mettere in una situazione di minore preoccupazione quanto è stato esposto dai consiglieri.
In data 19.6.2000 ho avanzato a nome della Giunta una proposta al provveditore agli studi di Pesaro, che tendeva a individuare risorse aggiuntive per la copertura dei centri territoriali di educazione per gli adulti che potesse liberare energie da aggiungere nell'organico di diritto della scuola elementare.
Questa mozione nasce dal fatto che il provveditorato agli studi di Pesaro, nel momento in cui ha definito l'organico della scuola elementare per l'anno scolastico 2000-2001 ha compiuto dei tagli soprattutto in alcune direzioni che riguardano le scuole a tempo pieno, le scuole in area rurale e alcune modalità organizzative, facendo saltare il tempo pieno che è una risorsa particolare per la nostra scuola. Questo ha creato reazioni da parte delle istituzioni democratiche che nel giro di quest'ultimo mese hanno riempito i giornali, e ogni Comune si è espresso all'unanimità con ordini del giorno relativamente a questa preoccupazione.
Ho cercato di capire cosa stava accadendo parlandone sia con la sovrintendenza scolastica regionale che con il provveditorato agli studi di Pesaro. Il provveditore mi ha raffigurato una situazione complessiva, pur ponendogli io questioni che riguardavano esclusivamente la scuola elementare, perché la sofferenza nasceva dall'organico di diritto della scuola elementare.
In un aumento della disponibilità per un totale di 4.116 unità rispetto alle 4.066 dell'anno precedente, il provveditore ha provveduto a fare delle deroghe nella scuola secondaria di primo grado, così come aveva fatto il provveditore precedente. Nonostante questo ci troviamo in una sofferenza vera, aggravata dal fatto che il comitato di coordinamento 1999-2000 aveva chiesto incessantemente di dotare i centri territoriali di educazione permanente degli adulti, uno dei quali istituito a Pesaro nell'anno 1998-99 con un docente di scuola elementare e un secondo a Lucrezia nell'anno 1999-2000 con analoga dotazione e con un docente di scuola elementare, di ciò che la prescrizione normativa prevedeva, cioè una dotazione organica di 8 docenti, 3 di scuola elementare e 5 di scuola media. Il provveditore ha quindi provveduto a mettere a disposizione 6 unità, per cui le deleghe complessive nella scuola erano 21 posti in eccedenza rispetto all'assegnazione ministeriale, però tutti posti per la scuola superiore, nessuno per la scuola elementare, anzi la scuola elementare aveva provveduto a un ulteriore taglio di queste unità per far fronte ai centri di educazione permanente.
Questa era la situazione, pur essendoci contemporaneamente nuove situazioni come quella della scuola materna avanzata dal Comune di Fano e altre necessità delle aree rurali della provincia di Pesaro.
Rispetto a questa situazione, la proposta che la Giunta ha avanzato è stata quella di ragionare su come recuperare risorse umane, innanzitutto.
Una modalità di facile utilizzo, è quella di mettere a disposizione una serie di risorse aggiuntive della misura finanziaria 5.4 della formazione permanente previste dal Fse Obiettivo 3 anche per finanziare i centri di educazione territoriale per gli adulti, per la provincia di Pesaro.
Questa proposta è stata da me formalizzata per conto della Giunta il 19.6.2000. A questa proposta, che avrebbe permesso di reclutare il personale necessario sulla base di progetti presentati da due centri EDA, finalmente il 6 luglio si è avuta una risposta positiva da parte dei due centri EDA e dal provveditore, nel senso che in un'apposita riunione, presenti il provveditore, ma soprattutto i dirigenti dei due centri EDA e valutata la fattibilità della questione, i due centri EDA hanno messo per iscritto al provveditorato agli studi che erano disponibili ad utilizzare le risorse del fondo sociale europeo.
Perché questa questione deve essere riportata dentro la mozione? Perché si tratta di fare una dotazione aggiuntiva per la provincia di Pesaro per finanziare i centri EDA. Nella misura 5.4 dei fondi del Fse noi possiamo infatti finanziare la formazione in senso lato, compresi i centri EDA. Voglio ricordare ai consiglieri che non erano presenti nella precedente legislatura, che sull'Obiettivo 3 il Consiglio regionale ha finito la sua funzione, nel senso che ha dato mandato alla Giunta di inviare al Ministero la proposta definitiva, quindi non ci sarà un dettaglio sull'Obiettivo 3 ma ci sarà un dettaglio in terza Commissione sul complemento di programmazione per l'anno 2000. Però questo avverrà a settembre, mentre noi alcune decisioni le dobbiamo prendere adesso.
Propongo quindi di integrare la mozione dei consiglieri togliendo le ultime due questioni che erano propositive relativamente alle cose da fare, prendendo atto in modo esplicito della proposta. La dizione sarebbe: "preso atto della proposta della Giunta regionale di sostenere con finanziamento del Fse, Obiettivo 3, asse 5.4 sulla formazione permanente i centri EDA della provincia di Pesaro; preso atto che in data 6.7.2000 i due centri territoriali di educazione permanente degli adulti della provincia di Pesaro (Pesaro e Lucrezia) si sono dichiarati disponibili a utilizzare tali risorse, impegna la Giunta regionale a costruire, nel complemento di programmazione per il piano annuale 2000 le condizioni affinché tali finanziamenti di formazione permanente siano dati ai centri EDA della provincia di Pesaro e di lavorare d'intesa con il provveditorato agli studi e i sindaci di tutti i Comuni interessati alla riduzione di personale affinché, dopo la data del 31 luglio...". Perché dico 31 luglio e non domani mattina? Perché domani mattina, qualora passasse questa mozione, noi possiamo avere la disponibilità di 6 unità. Ma può capitare che a queste 6 unità di scuola elementare passate ai centri EDA si possano aggiungere 5 unità di scuola media passate ai centri EDA, che se per caso non chiedessero trasferimento potrebbero aggiungersi alla dotazione. Quindi i sindaci e il provveditore avrebbero un organico a disposizione di 6 unità, più il numero di persone che non chiedono il trasferimento. Questo lo potremo sapere soltanto il 31 luglio. Quindi: "lavorare d'intesa con il provveditorato agli studi e i sindaci dei Comuni interessati alla riduzione di personale affinché, dopo la data del 31 luglio, data utile per verificare gli altri trasferimenti, si decida per la definitiva soluzione dei problemi, privilegiando i problemi di cui sopra".

PRESIDENTE. C'è una proposta di integrazione che dovrà essere formalizzata, ma c'è anche un emendamento presentato dal collega Moruzzi, che ha la parola per illustrarlo.

MARCO MORUZZI. Propongo di aggiungere alla fine della mozione, dove si parla dell'impegno del Presidente della Giunta, le seguenti parole: "con particolare attenzione per le zone montane e rurali dove la riduzione della qualità dei servizi incentiva il fenomeno dello spopolamento".

PRESIDENTE. Diamo per acquisito il testo della mozione in relazione a quello che ha detto l'assessore Cecchini, integrato dall'emendamento Moruzzi. Votiamo pertanto una proposta di risoluzione che si considera abbia gli stessi firmatari, comprensiva delle indicazioni che ha dato la collega Cecchini e dell'emendamento del consigliere Moruzzi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Probabilmente mi è sfuggito rispetto alle considerazioni che faceva l'assessore Cecchini a cui va il merito di essersi impegnata direttamente in questa vicenda. Vorrei capire se il provveditore revoca il suo atto, perché noi nella mozione chiedevamo che lui revocasse il suo provvedimento

CRISTINA CECCHINI. L'organico di diritto è definito in un apposito decreto del provveditore agli studi, quindi c'è una nuova assegnazione definitiva per un totale di 4.105 posti. Io ho chiesto al provveditore una cosa in più: di farlo insieme Sindaci e Regione. La Regione metteva a disposizione le risorse dei centri EDA nel modo come avevamo detto, ma dopo il 31 luglio...

PRESIDENTE. Assessore, capisco tutto ma qui stiamo ridiscutendo l'atto. A questo punto o votiamo gli emendamenti e quindi il testo finale, oppure sospendiamo la votazione, alle 16 appena arriviamo votiamo il documento unitario. La discussione è stata fatta, quindi o si vota un documento finale con gli emendamenti che davo per acquisiti, oppure sospendiamo il voto per arrivare al pomeriggio con un testo completo, da votare all'inizio dei lavori.

CRISTINA CECCHINI. Sono d'accordo. Possiamo elaborare immediatamente un testo, appena finita la seduta.

PRESIDENTE. A questo punto, non essendovi un documento pronto neanche sulle mucillagini, la seduta è sospesa.


La seduta è sospesa alle 13,40