Resoconto seduta n. 75 del 30/01/2002
La seduta riprende alle 16,25



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Ciccioli. Ne ha facoltà.

Carlo CICCIOLI. Ho depositato presso la segreteria della presidenza una mozione in relazione allo spiacevole episodio accaduto questa mattina con il consigliere Procaccini, che cade puntuale, purtroppo, rispetto agli eventi avvenuti in questo momento in territorio israeliano, relativamente al terrorismo. Nella stessa si esprime solidarietà al popolo ebraico, in relazione anche alla “Giornata della memoria” del 27 gennaio u.s. Chiedo all’Assemblea che sia iscritta all’ordine del giorno. Credo a questo punto che sia opportuna un’espressione ufficiale del Consiglio regionale su questo tema.

PRESIDENTE. Capisco la necessità di discutere rapidamente la mozione, però se non seguiamo il regolamento, alla fine ci troviamo in difficoltà.
Nella Conferenza dei presidenti di gruppo e in Consiglio, finora abbiamo sempre votato l’inserimento all’ordine del giorno di mozioni e atti ispettivi comunicati ad inizio di seduta. Credo che se iniziamo a praticare attività di questo tipo non normiamo più niente, trascorriamo le sedute a discutere di procedure, di urgenze o meno.

Carlo CICCIOLI. Io chiedo che sia iscritta, poi andrà a finire quando la Conferenza dei presidenti di gruppo lo deciderà.

PRESIDENTE. Sto dicendo che devo comunicare la presentazione della mozione per poter mettere in votazione la sua richiesta. La procedura che abbiamo fin qui adottato è che nel prossimo Consiglio io l’annuncio e l’Assemblea vota l’inserimento immediato, ma non si può votare durante il Consiglio l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che non è ancora stata comunicata. Altrimenti ad ogni seduta ciascun consigliere si potrebbe alzare e proporre un’urgenza, in qualsiasi momento.

Carlo CICCIOLI. Siamo in presenza di un evento accaduto successivamente alla Conferenza dei presidenti di gruppo e all’inizio della seduta. Se non ci fossero stati problemi relativi si sarebbe potuto iscrivere alla prossima seduta. Chiedo che il Presidente si impegni personalmente a presentarla alla Conferenza dei presidenti di gruppo e a discuterla all’inizio della prossima seduta.

PRESIDENTE. Nella prossima Conferenza dei presidenti di gruppo chiederò l’inserimento della mozione all’ordine del giorno della seduta consiliare del 20 febbraio.
Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Chiedo, rispetto ad una mozione che abbiamo presentato sulla situazione in Argentina e su un’analoga mozione sui fatti del Medio Oriente, chiedo che ci sia un impegno analogo a quello assunto rispetto alla mozione presentata dal consigliere Ciccioli.

PRESIDENTE. La mozione sulla situazione in Argentina, così come quella sui fatti del Medio Oriente sono state comunicate, quindi le proporrò alla Conferenza dei presidenti di gruppo.



Interpellanza (Trasformazione in mozione) «Problemi occupazionali relativi al servizio di pulizia delle Ferrovie dello Stato s.p.a.» Amagliani (50)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 50 del consigliere Amagliani, che ha la parola per illustrarla.

Marco AMAGLIANI. Questa interpellanza fa seguito ad un’analoga risoluzione presentata in data 24 ottobre 2001 relativa al rinnovo degli appalti di pulizia delle Ferrovie dello Stato.
Cosa si è modificato rispetto a quei giorni? La modifica riguarda il fatto che oggi siamo in presenza di oltre 200 lettere di licenziamento per quello che riguarda la nostra regione, dipendenti dal fatto che la precedente ditta, che aveva a carico i 200 lavoratori di cui trattasi si è vista perdente nella gara di appalto, quindi si è vista costretta a inviare le lettere di licenziamento nei confronti dei suoi dipendenti.
So esistere documenti sindacali in cui si prospetta la possibilità, addirittura, di un licenziamento al 50% della massa lavoro di queste ditte e comunque, nella migliore delle ipotesi il non riconoscimento degli istituti contrattuali e quindi la perdita secca di salario da parte dei lavoratori in questione. Credo che abbia fatto bene questo Consiglio, il 24 ottobre a votare una risoluzione unitaria rispetto a questo tema, però le cose non si sono modificate. Ripeto, nella migliore delle ipotesi i lavoratori in questione vedranno rispettato il loro contratto di lavoro a metà, nel senso che la ditta vincitrice so avere accolto le imposizioni contrattuali ma solo per una parte, perché il riconoscimento degli scatti di anzianità, quindi di alcuni istituti legati all’anzianità di servizio di questi lavoratori non ci sarebbe stato. Quindi, nella migliore delle ipotesi ci sarebbe un taglio per quelle buste paga di circa il 30% del loro valore, cioè un lavoratore dipendente dai venti ai trenta anni di anzianità — è la situazione che ho verificato personalmente con quei lavoratori — e che oggi guadagna mensilmente 1.800.000-1.900.000 lire, perderebbe di punto in bianco dalle 400 alle 500 mila lire al mese mensili. Credo che questo Consiglio regionale debba fare quanto nelle sue competenze e possibilità per far sì che quel contratto di lavoro venga applicato per intero.
Oggi c’è un ricorso di fronte al Tar del Lazio fatto dalla vecchia ditta fornitrice di questo servizio, alla fine del cui percorso, in merito al quale si prevede che prima del 21 febbraio la sentenza sarà data.
Credo che questo Consiglio debba far sentire alta e forte la propria voce, che debba mettere in campo tutte quelle iniziative, a partire dalla risoluzione che abbiamo approvato due mesi or sono — e annuncio fin d’ora che presenterò un’ulteriore mozione a questo Consiglio tendente ad impegnare fino in fondo gli assessori competenti, e so già che l’assessore ai trasporti e l’assessore al lavoro si sono già mossi e hanno inviato a tutte le Regioni d’Italia un documento in cui impegnano a fare quanto possibile per tutelare i circa 4.000 lavoratori interessati da questo stesso problema — mettendo in campo tutto quanto possibile per far sì che vengano tutelati i livelli occupazionali e che venga tutelato il diritto a vedersi riconosciuti tutti quegli istituti contrattuali, quindi tutti quei diritti sacrosanti acquisiti dai lavoratori in questione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, il Presidente D’Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Per quanto ne so la risposta avrebbe dovuto darla l’assessore Cecchini che in questo momento non riusciamo a trovare. So che quello che ha detto il consigliere è già in atto, nel senso che c’è un generale accordo per sollevare questo problema a livello delle Regioni interessate, ma altro non sono in grado di dire.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

Marco AMAGLIANI. C’è un generale accordo firmato dai due assessori competenti, Cecchini e Agostini. A me va bene avere la risposta scritta a questa interpellanza, però annuncio che il 20 febbraio sia collocato questo argomento — ovviamente trasformo l’interpellanza in mozione — al primo punto della seduta, perché la lettera di licenziamento di quei lavoratori è prevista per il giorno dopo, quindi credo che quest’aula debba far sentire alta la propria voce.

PRESIDENTE. Il consigliere Amagliani chiede quindi la trasformazione dell’interpellanza in mozione ai sensi dell’art. 117. Ne prendiamo atto.



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Per assenza dell’assessore, l’interpellanza n. 47 del consigliere Massi e l’interrogazione n. 242 del consigliere Grandinetti non vengono trattate.
L'interpellanza n. 22 viene rinviata per l'assenza dell'assessore.
L'interpellanza n. 25 non può essere trattata perché manca il consigliere Viventi, così come l'interpellanza n. 26 del consigliere Viventi. Anche per quanto riguarda l'interpellanza n. 32 non è presente il consigliere Pistarelli.
L'interpellanza n. 33 viene ritirata. Alla n. 35 del consigliere Novelli manca la risposta. Per quanto riguarda la n. 36 non è presente il consigliere Viventi, così come per quanto riguarda la n. 42 manca il consigliere Ceroni.
L'interpellanza 43 del consigliere Romagnoli è abbinata all'interrogazione 412,k l'interpellanza 48 del consigliere Viventi non si può trattare per l'assenza dello stesso.



Interpellanza (Svolgimento): «Ancona "Fiera dell'handicap" novembre 2001» Massi (42)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 42 del consigliere Massi, che ha la parola per illustrarla.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. E' noto come, quando trattiamo dell'handicap in tutti i suoi aspetti ci sia una particolare attenzione e sensibilità. Di fronte a questo concetto, molto generico ma penso abbastanza condiviso, veramente stride il fatto che la Regione marche abbia inserito nel calendario delle manifestazioni fieristiche dell'anno e del mese di novembre la prima "Fiera dell'handicap, peraltro con una pubblicità iniziata da molto tempo e diffusa capillarmente il giorno della conferenza sulla sanità di Loreto. Ricordo una pubblicità molto appropriata.
Quella mattina, di fronte ai padiglioni della fiera si sono ,ovati anche diversi soggetti portatori di handicap: potete capire la sorpresa nel trovare le porte chiuse perché la manifestazione non si teneva più. Non c'è stato molto rumore su questa vicenda, però da cittadino e da consigliere la tessa vicenda mi ha messo particolarmente a disagio. Siccome gli interrogativi in giro sono stati molti, soprattutto da parte delle associazioni di volontariato e delle istituzioni che si occupano da vicino dell'handicap, questa interpellanza è volta a capire che cosa è successo e se c'è una nuova programmazione di questa manifestazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'assessore Ottaviani.

Roberto OTTAVIANI. Leggo la risposta, in sostituzione dell'assessore Secchiaroli: «Con nota del 27 febbraio 2001 il Segretario generale dell'Ente Fiera di Ancona ha inviato una nota all'Assessorato informando dell'iniziativa che, come Ente, intendeva organizzare in favore dei disabili, sul tipo di quella che l'ASPHI ogni biennio organizza a Bologna: una esposizione di ausili ed attrezzature innovative nonché momenti di riflessione ed approfondimento su specifiche tematiche di attualità.
Con la medesima nota invitava un rappresentante della Regione a partecipare ad un incontro per discutere concretamente sull'organizzazione della manifestazione. Alla riunione, oltre ad un funzionario regionale, erano presenti il Segretario generale dell'Ente Fiera e un suo funzionario, Sig. Pigini, un rappresentante del Bignamini, uno del S. Stefano, uno dell'INRCA (o dell'AIRRI) la Bellini, quale Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Ancona nonché rappresentante della Consulta comunale Handicap insieme alla presidente dell'ANIEP di Ancona ed il Sig. Fagioli, titolare di una agenzia di Jesi che si sarebbe incaricato di contattare i vari espositori italiani e anche stranieri.
Ognuno dei partecipanti ha dato dei suggerimenti circa le tematiche che si ritenevano più attuali ed importanti sulle quali incentrare il programma dei lavori sia in termini di ausili da esporre che di convegnistica. La Bellini ha assicurato che avrebbe pubblicizzato l'iniziativa affinché il maggior numero di disabili potessero partecipare. Il referente della Regione ha assicurato ogni possibile supporto tecnico per la migliore riuscita dell'iniziativa.
Relativamente alla sollecitazione da parte dell'Ente Fiera circa un sostegno economico, ci si è riservati di valutare la cosa al momento in cui il progetto avesse assunto una maggiore concretezza. Successivamente il Servizio Servizi Sociali è stato contattato dal Sig. Pigini dell'Ente Fiera il quale ha chiesto indicazioni circa gli argomenti che si ritenevano più interessanti da affrontare ed eventuali nomi di esperti, anche universitari, da poter contattare
In data 1 agosto il Segretario generale, Peloni, ha confermato per iscritto che la fase organizzativa della manifestazione era ormai avviata, che c'era stato un incontro il 30 luglio presso la Fiera con i rappresentanti dei principali istituti marchigiani: Lega del Filo d'Oro, S. Stefano e Bignamini. Nella nota rinnovava la richiesta di contributo. Ad essa è stato risposto dicendo che le disponibilità finanziarie non consentivano di aderire alla richiesta e si invitava a rivolgere analoga domanda alla Presidenza della Giunta
Da un riscontro verbale svolto con un funzionario della Presidenza, è stato riferito che l'Ente Fiera aveva già inoltrato domanda e che, al fine di istruire meglio la pratica, il predetto funzionario, aveva richiesto ulteriore documentazione che la Fiera non aveva mai trasmesso.
Successivamente il Servizio è stato contattato dal Fagioli, titolare dell'Agenzia di Jesi, il quale ha chiesto anch'egli suggerimenti ed indicazioni inerenti l'iniziativa in corso. Successivamente ancora ha telefono al funzionario del Servizio, referente per l'handicap, Peloni dell'Ente Fiera chiedendo la collaborazione della Regione in quanto l'Ente aveva deciso di revocare la manifestazione in quanto la fase organizzativa era stata svolta non al meglio, c'erano stati degli intoppi, ecc. E' stato risposto che non si ravvisavano situazioni o motivazioni per le quali il Servizio o l'Assessorato potessero chiedere all'Ente Fiera di annullare la manifestazione anche perché non era stata la Regione promotore dell'iniziativa ma lo stesso Ente Fiera.
Non si poi avuta conoscenza dell'evoluzione del discorso».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi per dichiararsi soddisfatto o meno.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Il chiarimento fornito dalla Giunta è senz'altro razionale e dettagliato e visto dall'ottica della Giunta sicuramente non fa una piega. Resta il fatto che le istituzioni complessivamente, di fronte a questa vicenda hanno subito un colpo di credibilità notevole, perché era un argomento molto delicato. Capisco le responsabilità che qui sono state sottolineate, è bene saperlo ed è opportuno anche farle conoscere a chi è più coinvolto in questa organizzazione. L'auspicio è che i servizi sociali della Regione si rifacciano promotori di un'iniziativa di questo genere che aveva sicuramente una valenza molto importante.
Sono comunque soddisfatto per il modo dettagliato in cui è stata fornita la risposta.



Interpellanza (Svolgimento): «Svim Marche Spa — Incarico università Bocconi di Milano per studio sistema fieristico regionale» Massi (49)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 49 del consigliere Massi, che ha la parola per illustrarla.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Questa interpellanza è stata presentata nel momento in cui sulla stampa c'è stato un dibattito abbastanza vivace e disarticolato tra le diverse città delle realtà fieristiche regionali, quindi Pesaro, Ancona, Civitanova. Da osservatore esterno debbo dire che non tutti gli interventi sono stati razionali in queste vicende, quindi l'interpellanza ha la ratio di capire a che punto è lo studio sul sistema fieristico regionale, considerato che si è detto spesso che si attendeva le risultanze di questo studio commissionato dalla Svim alla Bocconi di Milano. Siccome è circolata voce che lo studio fosse stato presentato e che era già a disposizione della Giunta regionale, c'era una legittima aspettativa di chiarezza non solo presso gli enti locali interessati, ma trattandosi di sistema fieristico regionale, credo un interesse molto diffuso. Di qui la curiosità di capire a che punto è la situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'assessore Ottaviani.

Roberto OTTAVIANI. Do lettura della risposta: «
In relazione all'lnterpellanza relativa agli studi affidati sul sistema fieristico, si specifica quanto segue.
Non si è a conoscenza della data di consegna dello studio da parte della Bocconi alla SVIM MARCHE S.p.A. in quanto lo studio realizzato dall'Università Bocconi è stato ordinato alla stessa direttamente dalla SVIM.
La SVIM, pur avendolo anticipato verbalmente, ha consegnato il testo dello studio all'Assessorato, solo recentemente senza aggiunta di nessun indirizzo o modifiche rispetto a quanto contenuto nello studio medesimo.
Per quanto riguarda il punto 3., relativo al riordino del complesso tema della politica fieristica, è in corso lo studio di un provvedimento legislativo in grado di affrontare il tema della politica fieristica che terrà conto della situazione generale del settore nell'ambito della Regione Marche ed in linea con le strategie definite dal Bilancio regionale. Lo studio di tale provvedimento legislativo è iniziato nel corso dell'anno 2001 in seguito all'entrata in vigore della legge quadro sul settore fieristico n. 712001 che imponeva appunto alle regioni, tra l'altro, la modifica delle disposizioni legislative ed amministrative in materia di fiere.
Successivamente, l'entrata in vigore della legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione" ha assegnato alle regioni la potestà legislativa e regolamentare in materia di fiere.
Le Regioni, coordinate dalla Regione Liguria si sono riunite più volte nell'ottica di dare un'ordinata. organizzazione della materia su tutto il territorio nazionale per individuare i principi per i quali trovare un'univoca espressione, pur nel rispetto dell'autonomia legislativa ed amministrativa sancita dal nuovo dettato costituzionale.
Attualmente si stanno elaborando tali principi per sottoporli all'esame del prossimo coordinamento tecnico interregionale che si terrà tra breve.
Una volta concordati tali principi comuni verrà predisposto un provvedimento legislativo in linea tra l'altro con le strategie del Bilancio regionale, per il riordino del settore fieristico in grado di permettere ai soggetti interessati, istituzionali, di categoria ed economici, di programmare la politica fieristica dei prossimi anni».

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Massi. (Interruzione). Solleciteremo la risposta scritta. Credo che non sarà difficile, per l'assessore Ottaviani, ottemperare alla richiesta.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 385 del consigliere Ciccioli non c'è la risposta, mentre per quanto riguarda l'interrogazione n. 242 del consigliere Grandinetti, non essendo presenti né il consigliere né l'assessore viene rinviata.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 255 del consigliere Viventi, la stessa decade in assenza del consigliere Viventi, così come decade l'interrogazione n. 260 del consigliere Romagnoli.
L'interrogazione n. 268 del consigliere Romagnoli non viene trattata in quanto non c'è la risposta.



Interrogazione (Svolgimento): «Assunzione infermieri azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro» Giannotti (272)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 272. Ha la parola, per la risposta, il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta: «In riferimento alla interrogazione in oggetto indicata, con la quale il Consigliere Giannotti chiede al Presidente della Giunta Regionale di conoscere i motivi per i quali la Giunta Regionale ha omesso di definire le linee guida per la dotazione organica delle singole Aziende Sanitarie e le ragioni per le quali la delibera stralcio dell'Azienda Ospedaliera San Salvatore non è stata interloquita nei termini di legge ed inoltre di sapere se alla luce di tale vuoto normativo la Giunta Regionale non intenda riconsiderare la posizione assunta in relazione al provvedimento stralcio adottato dall'Azienda Ospedaliera San Salvatore anche soprattutto per consentire il corretto svolgimento dell'attività d'Istituto, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Per quanto attiene la definizione delle nuove linee guida per la dotazione organica delle singole Aziende si fa presente che non esiste vuoto normativo in quanto, nelle more della definizione delle nuove linee guida, sono tuttora valide le disposizioni emanate con la Deliberazione della Giunta Regionale n.188611996 e dalla L.R. n. 34/98 concernente il Piano Sanitario Regionale ( cfr. tabella 2.8.1.1. pag. 6).
Per quanto riguarda le sopracitate nuove disposizioni in materia si fa presente che gli uffici hanno provveduto alla elaborazione di un documento tecnico che è stato sottoposto alla concertazione sia delle direzioni Aziendali, sia delle Organizzazioni Sindacali e che al momento è sospesa ogni definitiva decisione in quanto da un lato la rideterminazione dei posti letto al 4 per mille abitanti, in attuazione del D.L. 18 settembre 2001, n. 347, convertito con modificazioni nella Legge 16 novembre 2001, n. 405, e dall'altro gli interventi da realizzarsi per la riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale fanno ritenere opportuno di emanare le linee guida allorquando il quadro sarà completato.
Tutto ciò anche nella considerazione che la manovra finanziaria per il ripiano del deficit sanitario, che tiene conto di quanto sopra, prevede un contenimento della spesa del personale annualmente rinnovabile per turn-over al 75%..
Per quanto attiene infine la proposta di riconsiderare la posizione assunta in relazione al provvedimento stralcio adottato dall'Azienda Ospedaliera San Salvatore di Pesaro si comunica che la procedura inerente il provvedimento in parola è conclusa e non può essere ripresa se non previa riproposizione da parte dell'Azienda in termini diversi e nel rispetto delle vigenti normative e direttive.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per dichiararsi soddisfatto o meno.

Roberto GIANNOTTI. Dichiaro la mia completa insoddisfazione rispetto alla risposta formulata dal Presidente su commissione, nel senso che non credo che la contestazione riferita nel documento di sindacato ispettivo relativa alla mancanza di direttive chiare da parte della Regione in ordine alle dotazioni organiche riferite al personale infermieristico è un dato oggettivo. Oggi si può scomodare tutto e il contrario di tutto, si possono accampare giustificazioni legate al provvedimento sul quattro per mille, alla revisione del piano sanitario regionale. Rimane il fatto che la Giunta regionale non ha rispettato questa esigenza di dare un input preciso alle aziende sanitarie, determinando una situazione di oggettiva confusione.
La seconda considerazione invece, è ancora più pesante. La legge non può essere interpretata a seconda del proprio interesse e della propria volontà. La legge prevede tempi precisi per il controllo degli atti delle aziende sanitarie. La Giunta regionale non ha esercitato questo controllo, non ha interloquito la delibera stralcio dell'azienda San Salvatore che adeguava il livello del personale infermieristico entro i termini previsti. Di fatto ne deriva che quel provvedimento era valido a tutti gli effetti. Se poi l'azienda San Salvatore, fra l'altro nell'occhio del ciclone per altri motivi, non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo alla situazione questo è un altro paio di maniche, però a me sembrava giusto rilevare questo dato di scorrettezza che è riscontrabile dagli atti relativi alle dotazioni organiche del personale infermieristico.
Questa situazione, comunque, segnala una difficoltà oggettiva della Giunta regionale di gestire il "firmamento sanità", una difficoltà sempre più evidente, una difficoltà che ha purtroppo dovuto fare i conti con una esposizione finanziaria fortissima che ha contribuito non poco alla definizione di questa manovra finanziaria di fine anno che ha prodotto lacrime e sangue ai marchigiani. Non possiamo che prendere atto di questa omissione, di questa insufficienza dell'azione della Giunta regionale.



Interrogazione (Svolgimento): «Gestione appalti da parte dell'azienda sanitaria di Urbino» Giannotti (286)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 286 del consigliere Giannotti. Risponde il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta: «Nel caso in oggetto, il responsabile del procedimento ha ritenuto di esprimere le proprie perplessità in merito alle modalità del ricorso alla trattativa privata.
Occorre purtuttavia precisare che la Giunta Regionale, con deliberazioni n. 213 del 30.01.2001 e n. 943 del 09.05.2001, in aderenza con quello che si ritiene essere lo spirito della norma, ha precisato che il controllo ex art. 28 L.R. n. 26/96 relativo alle "deliberazioni di programmi di spesa pluriennale" è da intendersi rivolto non agli atti di indizione di gara ma piuttosto all'attività di programmazione della spesa in relazione alla organizzazione dei servizi ed al raggiungimento degli obiettivi aziendali che a loro volta non possono diversificarsi dalla politica sanitaria regionale.
Ovvero, la funzione di controllo si focalizza essenzialmente sui programmi di spesa piuttosto che sul relativi modi di attuazione che il direttore generale adotta nell'ambito della propria autonomia gestionale.
Attiene pertanto alla responsabilità amministrativa nonché pena dell'Azienda, I'osservanza scrupolosa, nell'espletamento delle gare di appalto, di tutte le norme giuridiche vigenti in materia.
Per quanto concerne inoltre la vigilanza sull'osservanza della legge come noto, all'interno dell'Azienda interviene il collegio Sindacale che è anch'esso organo dell'Azienda stessa e che è tenuto a segnalare alla Regione le eventuali inosservanze nonché procedere ad atti di ispezione e controllo.
I competenti uffici della Giunta Regionale a seguito di tali eventuali comunicazioni intervengono regolarmente chiedendo le motivazioni sui comportamenti e sugli atti adottati.
Va infine segnalato che periodicamente anche il Ministero del Tesoro procede autonomamente ad ispezioni presso le Aziende Sanitarie ed invia proprie relazioni alla Corte dei Conti ed alla Regione.
I sopracitati uffici trasmettono le succitate relazioni al Servizio Ispettivo per le Unità Sanitarie Locali che, provvede ad effettuare, se ritenuto necessario, le proprie verifiche anche mediante sopralluoghi».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per dichiararsi soddisfatto o meno.

Roberto GIANNOTTI. Rimango sconcertato da questa risposta. Capisco che lei non l'ha scritta e quindi si è limitato a leggere. Ma fatemi capire: ho in mano una delibera della Giunta regionale del 22.5.2001, n. 1061 che annulla questo atto del direttore generale, quindi voglio sapere che fine ha fatto questa questione. Se lo annulla — se volete vi leggo i motivi per i quali la Giunta regionale ha annullato questi atti — vorrei capire qual è stato il seguito. Lei non può riposizionarsi su un discorso di carattere generale. "Si propone di non approvare l'atto deliberativo n. 180 del 5.4.2000 adottato dal direttore generale", e poi? Credo che l'esigenza contenuta nella richiesta era soprattutto di capire qual è stato il seguito, quindi come si è conclusa questa vicenda.
L'altra questione, che mi sembra una questione di contenuto non peregrina e non marginale, riguarda il fatto se le procedure di prolungamento e di estensione — prolungamento nel tempo, di estensione per quello che riguarda il contenuto — a trattativa privata degli appalti, sia ordinaria amministrazione per questa azienda sanitaria che è guidata da un direttore rimesso alla vostra responsabilità, oppure no.
Prendo atto che rispetto a queste cose la Giunta regionale non ha dato alcuna risposta esauriente, o comunque in grado di soddisfare i cittadini della comunità di Urbino e della provincia di Pesaro.



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 312 del consigliere Viventi decade per mancanza dello stesso consigliere. La 335 del consigliere Moruzzi è rinviata, la 396 è rinviata.



Interrogazione (Svolgimento): «Posti letto Rsa presso l'Ircr di Macerata» Pistarelli (398)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 398 del consigliere Pistarelli. Risponde il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta: «L'IRCR ha presentato domanda di compatibilità con la programmazione regionale per la realizzazione di una RSA per 38 posti letto denominata Villa Cozza e sita nel Comune di Macerata.
L'esito di tale verifica è risultato negativo "...in quanto il numero di posti letto per Residenze Sanitarie Assistenziali nel territorio di Macerata (attivati, in via di attivazione o in corso di autorizzazione) ha saturato il numero stabilito dall'atto del fabbisogno.".
Il suddetto fabbisogno era stato determinato con deliberazione della Giunta Regionale n. 29/90 del 2000.
Con propria successiva deliberazione n. 2905 del 4.12.2001 la stessa Giunta ha deciso di sospendere, per sei mesi, i pareri di compatibilità con la programmazione regionale ex art. 7 della L.R. n. 20/2000 per la realizzazione di strutture sanitarie e socio-sanitarie.
La temporanea sospensione si è resa necessaria al fine di permettere la rideterminazione del fabbisogno, per ambiti territoriali delle strutture di che trattasi in ottemperanza della previsione normativa di cui al decreto legge 18 settembre 2001 n. 347 - convertito in legge n. 405/2001 - che riduce i posti letto al 5 per mille abitanti di cui 1'1 per mille riservato alla lungodegenza ed alla riabilitazione post-acuzie.
Per quanto riguarda infine la proposta di autorizzazione di posti letto NAR alla struttura IRCR, presso il Servizio Sanità della Regione Marche non risulta alcunché in tal senso anche considerando che il fabbisogno di posti letto NAR non è stato ancora determinato».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Fabio PISTARELLI. Il Presidente, sostituendosi all'assessore Melappioni nelle sue funzioni di "regista" della Giunta non ha potuto aggiungere altro rispetto a quello che gli uffici hanno sottoposto. Ecco perché parlavo di sostituzione, perché l'assessore avrebbe potuto aggiungere qualcos'altro, per esempio il fatto che questa questione che è stata oggetto della mia interrogazione è questione annosa, presso gli uffici regionali forse anche prima della Amministrazione D'Ambrosio, cioè prima del 1995.
Macerata è forse l'unico capoluogo di provincia che non ha neppure un posto letto in Rsa.
La cosa più sbalorditiva è che tale questione incide su un tessuto che vede una percentuale di anziani molto superiore rispetto alle altre parti d'Italia, perché la provincia di Macerata, ma in generale le Marche hanno il tasso di popolazione anziana più alto d'Italia. Se sommiamo le due questioni — essere capoluogo di provincia, quindi con una popolazione numericamente vasta, quasi 46.000 abitanti, e l'incidenza percentuale della popolazione anziana — veramente rimaniamo allibiti, sbigottiti, stupefatti del fatto che in città non vi è un posto letto in Rsa. Siamo ancora all'800, a quando vi erano le case di riposo, i "ricoveri per anziani" — si chiamavano così — in forma leggermente ammodernata ma fino ad un certo punto, perché rappresento all'aula e al presidente che gli Istituti riuniti case di riposo sono in realtà un unico istituto completamente pubblico, cioè in mano al Comune di Macerata. Quali possibilità possono avere di investimento, di efficienza dei servizi, di allargamento delle strutture e soprattutto di assistenza? E' tutto un bilancio proprio dell'istituto, ma al 100% comunale, controllato al 100% dal Comune. L'Istituto ha un consiglio di amministrazione nominato dal Consiglio comunale, il presidente è eletto tra i consiglieri di amministrazione che sono nominati dal Consiglio comunale, siamo nelle forme ottocentesche di organizzazione dell'assistenza, soprattutto dell'anziano, il più delle volte non autosufficiente. Gli anziani non autosufficienti sono più della metà della popolazione che risiede presso l'istituto, pertanto sono "utenti" che non dovrebbero neppure stare in casa di riposo: ci stanno perché tutta una serie di situazioni sulla Rsa, sulla questione dell'assistenza sociale ma sanitaria dei non autosufficienti è ancora questione da risolvere a livello regionale.
Sono insoddisfatto del merito della risposta — non della forma — perché Macerata attende quello che una programmazione oculata dovrebbe darle non per diritto divino ma per numeri che ci sono, posti letto in Rsa. Rifacciamo subito il punto dei posti letto in Rsa per la provincia di Macerata già determinati dal piano sanitario regionale: siamo ormai a tre anni dal piano che è scaduto, dobbiamo farlo insieme agli altri passaggi che in tema socio-assistenziale devono essere fatti — nuclei assistiti residenziali, cosiddetti Nar — vediamo di fare un sistema che sia anche a risposte multiple, però dobbiamo sicuramente dare risposte a una struttura che non ce la fa più a vedere curati i propri assistiti, i propri ospiti, perché sono anziani non autosufficienti, malati che debbono essere assistiti dalla struttura sanitaria.



Interrogazione (Svolgimento): «Risparmi ottenibili con l'utilizzo dell'e-procurement da parte della Regione Marche, delle Ausl e delle aziende ospedaliere delle Marche» Moruzzi (400)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 400 del consigliere Moruzzi. Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta: «In merito al numero di gare per l'approvvigionamento di beni e servizi si porta a conoscenza che ai sensi dell'art. 28, comma 2, della Legge Regionale 27 giugno 1996, n. 26, vengono sottoposti a controllo della Giunta Regionale gli atti delle Aziende UU.SS.LL. e delle Aziende Ospedaliere che comportino programmi di spesa pluriennale o acquisti di beni e servizi per importi superiori a 200 milioni di lire. Di conseguenza sfuggono dalla rilevazione tutte quelle gare che non rientrano nei casi sopra descritti, inoltre ai fini del monitoraggio della spesa va specificato che non tutti gli acquisti delle Aziende UU.SS.LL. e delle Aziende Ospedaliere vengono effettuati con procedure di gara, consentendo la normativa di procedere anche con acquisti in economia. Per completezza d'informazione si allega un prospetto indicante la spesa per beni servizi sostenuta da ciascuna delle Aziende UU.SS.LL. e delle Aziende Ospedaliere per il periodo di riferimento 1998-2001 distinta per macro aggregati risultanti dai bilanci approvati dalle medesime Aziende.
La Legge Regionale 20 ottobre 1998, n. 34 (Piano Sanitario Regionale 1998-2000 ha previsto l'istituzione presso l'Agenzia Sanitaria regionale di un Osservatorio regionale dei prezzi e delle tecnologie. Sulla base delle informazioni ricevute tuttavia l'Agenzia Regionale attraverso l'Osservatorio per ragioni di opportunità non procede al monitoraggio della spesa complessiva delle Aziende (comunque desumibile dai bilanci d'esercizio) bensì una parte della stessa riferita ad un paniere di beni considerati più significativi in quanto caratterizzati da un più largo consumo e da costi più rilevanti. Per tale ragione non è possibile dare separata indicazione degli approvvigionamenti effettuati attraverso procedure di e - procurement.
In merito all'e-procurement o commercio elettronico l'art. 58 della Legge n. 388 (Legge Finanziaria 2001) estende l'obbligo di adesione alla Consip anche alle Aziende e alle Istituzioni del Servizio Sanitario Nazionale a partire dal 2001. A tale scopo si ricorda che le Aziende Sanitarie della Regione nel pieno dell'autonomia loro riconosciuta dal vigente ordinamento sono comunque già dotate dei necessari strumenti informatici per l'effettuazione di acquisti in rete sulla base della valutazioni di opportunità e convenienza che i rispettivi servizi di provveditorato effettuano ai fini del contenimento della spesa entro i limiti di budget loro assegnati. Tuttavia si sottolinea come finora il ricorso alle convenzioni Consip risulti praticabile solo per limitate categorie di beni e servizi e che tali procedure possano entrare a pieno regime solo con la scadenza di tutti quei contratti di fornitura di beni e servizi ancora in essere stipulati in precedenza. Pertanto gli effetti sulla spesa sanitaria che l'adesione alle convenzioni di cui sopra non potranno che essere dilazionati nel tempo.
Ai sensi dell'art. 2, comma 1, del Decreto Legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito con legge 16 novembre 2001, n. 405 le Regioni hanno il compito di adottare iniziative e disposizioni necessarie affinché le aziende sanitarie ed ospedaliere, nell'acquisto di beni e servizi aderiscano alle convenzioni Consip. Per tale ragione la Giunta Regionale ha approvato con deliberazione n. 2949 dell'11.12.2001 il progetto per la centralizzazione degli acquisti redatto dall'Agenzia Sanitaria Regionale. Di tale progetto è attualmente in via di svolgimento uno studio di fattibilità con il coinvolgimento di provveditorati e direzioni generali aziendali che prevede, tra l'altro, sulla base di analisi di risparmi ottenibili attraverso la centralizzazione e l’adesione alle convenzioni, la valutazione dell'impatto delle economie conseguibili mediante l'adozione di strumenti informativi fondati sulla standardizzazione di prassi operative tra cui l'implementazione di soluzioni di e procurement presso grandi gruppi industriali. Il monitoraggio analitico ed in chiave strategica degli acquisti mediante e - procurement trova quindi collocazione nell'ambito del progetto di aggregazione di cui sopra la cui messa a regime è prevista entro il mese di aprile del corrente anno.
Nelle more dell'attivazione della centrale degli acquisti con la Circolare n. 16997 del 10.12.2001 recante ad oggetto "misure in materia di spesa delle Aziende Sanitarie" il Servizio Sanità ha imposto alle Aziende della Regione l'obbligo di acquistare beni e servizi mediante l'adesione a convenzioni Consip prevedendo la possibilità di deroga a tale prescrizione solo se venga espressamente motivata e dimostrata la non convenienza ad aderire alle suddette convenzioni».

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Ringrazio per la risposta e anche per la velocità, visto che si tratta di un’interrogazione presentata abbastanza di recente, ma sono completamente insoddisfatto della risposta stessa, perché nessun acquisto è stato fatto con questo strumento di risparmio. Siamo ancora lontani dal prevedere di utilizzare queste procedure, ancorché sono al momento utilizzabili, sia perché, come precisato nella risposta esistono gli strumenti hardware in dotazione delle aziende, ma esistono protocolli di acquisto, pur predisposti a livello nazionale su una serie di beni e servizi, ma sostanzialmente
la Regione non è in grado di rispondere perché non c’è nessun acquisto fatto con queste procedure. Questo del risparmio è uno degli argomenti su cui si dibatte fortemente in questa Regione, mi chiedo da dove e come cominciamo a risparmiare nel settore della sanità. In particolare, nonostante che l’argomento sia fortemente dibattuto, è difficile risparmiare riducendo il numero delle aziende perché questo crea problemi e tensioni sul territorio, è difficile risparmiare con la scelta del taglio dei posti letto, anche perché se si tratta di poche unità di posti letto all’interno di una stessa divisione grandi risparmi non ce ne sono. E’ ancora più difficile capire come la Regione intende risparmiare se anche strumenti come questi, che si prestano a tagli di spesa senza incidere sulla qualità del servizio non vengono praticati e soprattutto, a distanza di parecchi mesi dall’approvazione del piano sanitario regionale, che pure individuava questi strumenti come una possibilità di risparmio, se questo percorso non è ancora stato praticato.
Il progetto di centralizzazione degli acquisti su base provinciale è una decisione politica che il mio gruppo consiliare e io condividiamo, ma proprio perché esiste una centralizzazione degli acquisti rispetto ai tanti centri di spesa che avevamo in precedenza con aziende ospedaliere e territoriali, a maggior ragione strumenti come questi dovrebbero essere predisposti.
Ho interpellato anche personalmente su questo argomento l’Agenzia sanitaria regionale la quale dice che mettere in piedi un meccanismo di questo genere presuppone che si faccia, non per una singola azienda ma per tutte le aziende, e meglio ancora se le aziende sono poche o se i centri di acquisto sono tra loro sincronizzati, cosa che in questo momento non c’è e cosa che si intravede solo in modo ancora abbastanza poco definito con i centri di acquisto su base provinciale.
Voglio richiamare l’attenzione del Presidente, che so essere attento all’opera di risanamento nel settore della spesa sanitaria a questi nuovi strumenti. La nostra è una Regione che è stata all’avanguardia quando si è allargata a tutta la rete delle municipalità della nostra regione, quella struttura informatica che ci ha dato un forte vantaggio: siamo stati tra i primi a creare nel nostro Paese una rete telematica che collegasse tutte le pubbliche amministrazioni. Molti se ne sono dimenticati ma è stato uno strumento fondamentale per la democrazia, per il fondamento delle istituzioni. Questi sono investimenti che diventano obsoleti a una velocità spaventosa rispetto ad altri tipi di infrastrutture, ma con questo investimento abbiamo creato una mentalità. Non dobbiamo fermarci, queste forme di acquisizione di beni e servizi sono uno strumento fondamentale, significa anche il cambiamento dei comportamenti da parte dei burocrati, della pubblica amministrazione, da parte di quelli che hanno in mano la cassa, la centrale degli acquisti. Sappiamo quanto questo è difficile. Spesso le difficoltà non sono tanto di investimento, tecnologiche quanto di comportamenti, di organizzazione e di messa in discussione di centri di potere spesso non gestiti nemmeno dalla parte politica ma dalla parte amministrativa.
Che non si sia fatto un passo in avan ti nel settore dell’e-procurement dimostra che non abbiamo messo in discussione questi centri di potere, neanche avendone tutte le ragioni, perché in questo momento lo squilibrio della sanità ha soltanto due strade: o si taglia sulle spese che incidono direttamente sui servizi o si taglia senza pietà su tutte quelle spese che no hanno una forte incidenza sui servizi. L’approvvigionamento dei beni è uno di questi. Altrove è un fatto ormai riconosciuto che questi strumenti sono essenziali per effettuare una corretta gestione delle risorse pubbliche: evitiamo di trovarci nella condizione in cui dobbiamo farlo per ordine del Governo e non per nostra scelta autonoma.


Interrogazione (Svolgimento): «Liquidazione Comune di Spinetoli (AP) contributi regionali ex l.r. 22 del 2.6.1992» Castelli (275)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 275 del consigliere Castelli. Ha la parola, per la risposta, il Presidente D’Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta: «Per quanto alla richiesta "se non ritenga il presidente della Giunta Regionale che la condotta osservata nel frangente dal Comune di Spinetoli sia da ritenersi illecita e comunque non conforme alla legge", i fondi assegnati ai sensi della l.r. 22/92 prevedevano che da parte dei comuni venissero indicate le persone per le quali venivano presentate le domande di contributi in riferimento ai diversi articoli di legge.
La Regione assegnava ai comuni una quota per ogni richiedente a seconda dell'articolo di legge cui veniva fatto riferimento e la somma assegnata dalla Regione doveva essere erogata per intero ai soggetti che erano stati segnalati dal Comune in fase di richiesta dei contributi. Per quanto risulta dagli atti del servizio ai signori Santina Piergallini, Camerini Eufrasia, Balloni Lucia, Nalòloni Marcella, Amabili Rosella, Scarpetti Caterina e Marinelli Luciana, poiché il Comune di Spinetoli aveva presentato per gli stessi la richiesta di contributi con riferimento all'articolo 6, comma 5, della l.r. 22/92, è stata assegnata la somma di lire 2.370.000 per ciascun nominativo. La somma doveva essere erogato per intero ai summenzionati signori.
Circa il punto 2) il Comune non poteva ridurre unilateralmente il contributo già assegnato dalla Regione in quanto il calcolo veniva effettuato tenendo conto delle richieste che il Comune aveva fatto pervenire alla Regione e l'assegnazione al Comune avveniva specificatamente per i nominativi indicati e per le somme stabilite.
Relativamente al punto 3), sarà cura del Servizio Servizi Sociali richiedere al Comune di Spinetoli ogni più opportuna spiegazione per appurare la realtà dei fatti, accertare quali somme sono state erogate e a chi, verificare che non vi siano state distrazione di fondi, accertare che il Comune eroghi immediatamente le somme che dovessero risultare non erogate o procedere al recupero delle somme non erogate (anche con una compensazione sulle somme che dallo stesso Servizio devono essere erogate al Comune di Spinetoli) per procedere alla eventuale erogazione diretta delle somme dovute agli soggetti interessati.
Restano immutate le responsabilità degli amministratori locali per eventuali inadempienze o scorrettezze amministrative di competenza della magistratura».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Guido CASTELLI. La risposta è sicuramente soddisfacente relativamente a una vicenda che ha dell’incredibile, che ho cercato di riassumere nella mia interrogazione e che fa riferimento alla gestione che il Comune di Spinetoli fa dei fondi di cui alla legge 22 del 1992. Purtroppo il Comune di Spinetoli non è nuovo in questa attività che spesso lo porta a distinguersi per un certo modo anomalo di gestione di tutta la problematica dei servizi sociali. Il Comune di Spinetoli è una sorta di fiore all’occhiello del centro-sinistra piceno per quanto riguarda i servizi sociali; è con sommo stupore che, seguendo da vicino la singola fattispecie della gestione dei fondi della legge 22 ci siamo resi conto, abbiamo appreso che circa 8-9 destinatari di provvidenze regionali si sono viste in qualche modo decurtare unilateralmente i finanziamenti che già la legge con proprio atto e con propria graduatoria aveva stabilito nella misura di £. 2.370.000 annue a persone che, al contrario, si sono viste decurtare anche di due terzi questa somma.
Cosa ha indotto il Comune di Spinetoli a comportarsi in questa maniera non è dato saperlo. Fa bene il Presidente della Giunta regionale a fare riferimento alle necessarie, ovvie e doverose indagini che speriamo la magistratura possa svolgere in ordine ad un fatto che credo si manifesti in tutta la sua spaventosa gravità.
Devo dire a questo riguardo che non più tardi di una settimana fa ho avuto notizia del fatto che, probabilmente anche grazie a questo atto ispettivo, il Comune di Spinetoli ha cercato, da quel che mi risulta — ma non è dato saperlo con certezza — di restituire il maltolto, almeno per quanto riguarda due dei soggetti che io avevo individuato all’interno dell’interrogazione. La cosa è di per sé sconcertante, perché se fosse accaduto da un punto di vista dell’interesse del singolo destinatario le cose si sarebbero sistemate, se è vero — e attenderò la risposta della Giunta regionale in questo senso — ma comunque sia, da un punto di vista politico-amministrativo rimane il grave atto di denuncia nei confronti di un Comune che, è accertato — vi sono atti pubblici che in tal senso depongono, al di là di ogni ragionevole dubbio — rispetto a gestione di risorse che attengono ai servizi sociali, che dovrebbero essere orientate alla tutela delle fasce deboli, in realtà opera in maniera “disinvolta”.
Quindi non possiamo che aderire alla richiesta formulata anche nella risposta del Presidente D’Ambrosio circa la doverosa e necessaria attività di accertamento che spetterà ad altri organi, che noi auspichiamo possano celermente e soprattutto sollecitamente promuovere le indagini del caso.
Certo è che rimane un fatto politico di enorme gravità che risorse dei servizi sociali, risorse destinate ai meno abbienti possano essere gestite in così evidente malo modo. Nel momento in cui siamo chiamati a sacrifici, nel momento in cui le risorse disponibili per la spesa corrente, per il finanziamento di tante leggi di spesa risultano così drammaticamente ridotte per i noti fatti che hanno imposto restrizioni di carattere piuttosto evidente al bilancio regionale, questa piccola grande vicenda ci insegna che oltre che tagliare e oltre che imporre tasse è necessario e assolutamente doveroso anche procedere a una verifica del come la spesa regionale via via si incanala nei rivoli delle Amministrazioni comunali e di tutto il mondo che gestisce i soldi tranne i cittadini marchigiani.



Interrogazione (Svolgimento): «Protocollo d’intesa per la realizzazione della prima Pet regionale a Macerata» Favia (344)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 344 del consigliere Favia. Per la Giunta risponde il Presidente D’Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta:
«Ill protocollo d'intesa tra il Presidente della Giunta Regionale ed il Presidente della Provincia di Macerata individua nell'Azienda USL n. 9 e nella Società ACOM i soggetti deputati alla realizzazione della prima PET regionale a Macerata per cui il partner privato di riferimento resta la Società ACOM pur annoverando questa, tra i propri soci, la A.M.C. s.r.l. come maggiore azionista.
Si precisa altresì che corrisponde al vero che un azionista, di cui non si riporta il nome per ragioni attinenti la riservatezza sui dati personali, della A.M.C. s.r.l. è un dipendente medico in servizio presso l'Ospedale di Macerata.
Ciò premesso va specificato che presso l'Azienda USL n. 9 di Macerata esiste documentazione atta a dimostrare come sia stata garantita ogni trasparenza attraverso procedure di evidenza pubblica che hanno riguardato l'intero territorio nazionale e che solo la Società ACOM si è mostrata interessata alla realizzazione della PET secondo le modalità richieste.
Stando così le cose non si ravvisano i motivi per cui si sarebbe dovuto conoscere i nominativi degli azionisti, le loro capacità tecnico-professionali, le esperienze ed i risultati conseguiti dalla Società A.M.C. che, insieme alla Provincia di Macerata, al Comune di Tolentino, al Comune di Montecosaro ed all'Università degli Studi di Camerino, è socio nella ACOM.
Comunque, se proprio si doveva. provvedere ad una verifica, tale scrupolo doveva necessariamente riguardare tutti i soci in quanto tutti insieme hanno costituito la società mista pubblico-privato denominata ACOM.
Per quanto riguarda la ventilata incompatibilità del medico dipendente della AUSL di Macerata e azionista della Società A.M.C., si dà, fin d'ora, assicurazione all'interrogante di approfondita verifica qualora i vertici aziendali non vi abbiano già provveduto.
Al momento si può solo affermare, e non è cosa di poco conto, che ogni decisione organizzativa e gestionale relativa alla U.O. di Radioterapia e quindi alla realizzanda PET è rimessa alla responsabilità del Dr. Ernesto Brianzoni cui è affidata la direzione della stessa e che non risulta avere rapporti con la più volte citata A.M.C. s.r.l..
Non vi è motivo di dubitare, infine, sul proficuo apporto scientifico dell'Università degli Studi di Ancona ma non si è proposta in alcun modo quando le procedure di evidenza pubblica di cui si è detto chiamavano a partecipare».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia, per dimostrarsi soddisfatto o meno.

David FAVIA. Ringrazio della risposta che mi sembra sufficientemente dettagliata. Purtroppo non posso esprimere la mia soddisfazione, perché mi è sembrata una risposta che, pur formalmente dettagliata, non entra nei nodi portanti della vicenda. Dire che presso la Asl è presente documentazione e non riprodurla nella risposta, visto che la Asl dipende dalla Regione, nemmeno in copia, quindi non fornirla alla conoscenza del Consiglio è procedura abbastanza insolita. Dire che l’università di Ancona non si è fatta avanti mi sembra lavarsi le mani dal punto di vista della volontà del raggiungimento della migliore qualità, perché essendo l’università di Ancona indiscutibilmente il maggior punto di riferimento scientifico della regione, credo che l’ente Regione avrebbe dovuto farsi carico di richiedere all’università di interessarsi.
Sul discorso dell’incompatibilità la risposta è stata abbastanza sfuggente, perché ci sembra strano che non venga approfondito il fatto che il maggior azionista dell’azionista di riferimento di questa società pubblico-privata sia un dipendente. Che poi, siccome c’era una procedura ad evidenza pubblica, di cui peraltro non viene fornita nessuna comunicazione non c’era motivo per approfondire la preparazione professionale di tutti i partner, ma in particolare del partner privato, non sono d’accordo, perché la procedura d’evidenza pubblica non obbliga a chiudere l’operazione costi quel che costi; se l’operazione non è soddisfacente in termini di partnerariato si può anche sospendere e riproporre successivamente.
Davanti ad una spesa sanitaria fuori controllo sulla quale state cercando, tentando di intervenire con risultati che non mi sembrano efficienti, e pur riconoscendo che l’installazione di questa Pet è sicuramente fatto importantissimo per la comunità marchigiana, mi confermo molto insoddisfatto della risposta e dell’atteggiamento che ha assunto in questa vicenda la Regione Marche che invito a rivedere la questione affinché la Pet venga posizionata sul territorio marchigiano, anche su quello maceratese, ma utilizzando dei parametri qualitativi e prudenziali maggiori di quelli che sono stati utilizzati.



Interrogazione (Svolgimento): «Emergenza turismo nella regione Marche» Ciccioli (393)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 393 del consigliere Ciccioli.
Per la Giunta risponde l’assessore Ottaviani.

Roberto OTTAVIANI. Do lettura della risposta: «La tragedia americana dell'11 settembre ha innescato una crisi che ha modificato l'andamento e le previsioni del mercato turistico internazionale. La paura di volare ha comportato un calo di turisti che prediligono viaggi a lungo raggio con conseguente crisi delle compagnie aeree costrette a tagli di personale e a cancellazioni di voli. Le destinazioni a “corto raggio" sorto quelle che hanno meno risentito della crisi. I turisti sembrano, infatti, propendere per le mete facilmente raggiungibili attraverso l'auto, il bus e il treno.
Paradossalmente, quindi, la crisi internazionale scaturita dagli eventi drammatici che hanno colpito gli Stati Uniti e conseguenti timori ad andare in vacanza nelle mete lontane e in determinate aree ritenute "sensibili", sembrano spingere flussi di mercato verso i Paesi dell'Europa ritenuti più sicuri. L'Italia, in questo contesto, risulta favorita e con essa le Regioni che si affacciano sull'Adriatico, come le Marche.
Bisognerà, ovviamente, attendere qualche tempo prima di conoscere i reali riflessi di una tale situazione sul mercato turistico; molto dipenderà dall'evoluzione della crisi internazionale in relazione al conflitto in corso e agli scenari che si apriranno nel prossimo futuro.
Infatti il mercato turistico degli Stati Uniti fa registrare 60 milioni di viaggi internazionali e una spesa di oltre 60 miliardi di dollari (secondo dati forniti dall'ENIT); gli agenti di viaggio Nord Americani sono più di 20.000; in Italia gli arrivi dei turisti americani sono oltre 4 milioni mentre le presenze superano i 10 milioni.
Per le Marche nell'ultimo anno, le presenze hanno superato i 63.000. E' possibile, quindi che si verifichi una contrazione del mercato americano e di quei mercati a lungo raggio, ma non è chiaro, ancora, come si distribuirà questa perdita.
Di contro è prevedibile, come si è detto , un incremento del mercato turistico nazionale ed europeo verso la nostra Regione che può essere raggiunta senza grandi difficoltà con mezzi di "trasporto su gomma e ferrovia". Questi flussi potranno compensare anche le eventuali perdite provenienti dalle aree nord americane.
I tecnici dell'Assessorato al turismo hanno partecipato ad incontri organizzati dall'ENIT per analizzare la situazione in atto; dalle previsioni dei Tour Operator si rilevano possibili contrazioni dei viaggi all'estero degli americani tra il 15 e il 25%. Per l'ENIT il dato non appare cosi allarmante e dimostra che non c'è panico sul mercato americano. E' necessario, comunque, evitare ogni forma di allarmismo che possa risultare dannosa per l'immagine e mantenere la credibilità e la affidabilità della offerta turistica delle Marche, anche in questi momenti certamente non facili, rinforzando le iniziative promozionali in Italia e all 'Estero e contribuendo a diffondere una immagine di assoluta tranquillità.
Nel contempo è necessario che i nostri Operatori propongano una offerta ancor più competitiva e arricchita di proposte mirate e speciali di soggiorno.
Anche se gli analisti dell'Organizzazione Mondiale per il turismo ipotizzano scenari diversi sulla consistenza e la durata della crisi, permane un certo ottimismo per il lungo periodo non escludendo, addirittura, un leggero incremento del traffico mondiale alla chiusura del 2001.
Nonostante ciò giungono segnali di preoccupazione degli operatori turistici, con particolare riferimento al settore delle agenzie di viaggio maggiormente colpito dalla crisi , ai quali occorre infondere fiducia anche con interventi di sostegno mirati a rafforzare i sistemi di difesa economica del settore.
Nel corso dell'incontro con il Ministro delle attività produttive gli Assessori regionali al turismo hanno richiesto, con unanime determinazione, l'emanazione di provvedimenti urgenti di sostegno al settore quali: sgravi fiscali, cassa integrazione guadagni a favore delle agenzie di viaggi e turismo con meno di cinquanta addetti, attivazione del fondo di garanzia e per eventuali disdette di viaggi a seguito dell'evento dell’11 settembre.
I provvedimenti del Governo sono stati richiesti, anche su sollecitazione delle Associazioni di categoria degli Operatori turistici, per rendere strutturale, organico ed omogeneo su scala nazionale l'intervento di sostegno ai settori maggiormente colpiti dalla crisi, in una logica di concertazione e collaborazione tra Stato e Regioni.
Il Ministro Marzano si è impegnato, a nome del Governo, a presentare, con urgenza, un decreto legge contenente le suddette misure di sostegno al settore.
La proposizione di interventi similari a quelli assunti da alcune Regioni, limitativi sul piano dell'effettivo e concreto rilancio del settore, rischiano di diventare semplici palliativi, anche in considerazione dei limiti regionali ad intervenire in materie, come quella fiscale per esempio, di competenza statale.
L'Assessorato al turismo continuerà a seguire con la massima attenzione l'evoluzione della questione e, in particolare, a verificare che gli accordi scaturiti nella riunione di Roma tra Governo e Regioni si traducono in atti legislativi immediati ed efficaci.
Sollecitazioni in tal senso sono state ribadite anche nel documento approvato dal Coordinamento degli Assessori al turismo riunitosi lo scorso 19 novembre a Firenze alla cui formulazione ha partecipato direttamente 1' Assessorato al turismo della Regione Marche».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli per dichiararsi soddisfatto o meno.

Carlo CICCIOLI. La risposta mi appare non in sintonia con la mia interrogazione. C’è un elaborato abbastanza approfondito dei movimenti del turismo americano, si parla dei dati precedenti, 4 milioni di turisti americani in Italia di cui 63.000 presenze nelle Marche e si fanno previsioni sui possibili spostamenti, però il cuore dell’interrogazione è il seguente. Ci sono le agenzie turistiche in crisi. Tutte le agenzie che facevano prenotazioni di italiani — in questo caso marchigiani — verso l’estero, proprio per i motivi della paura che è più presente nei viaggi dall’Italia “per” piuttosto che dall’estero “per” sono in profonda crisi, nessuno va più a fare viaggi se non in misura limitata ai Caraibi, negli Stati Uniti in questa fase, soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Questi operatori sono impegnati con pagamenti e con il personale che ovviamente hanno evitato di licenziare — segretari, addetti alla programmazione ecc. — e hanno un problema di liquidità anche nella previsione di una ripresa.
Come sono intervenute le altre Regioni? Nella mia interrogazione citavo che la Regione Lazio ha annunciato l’abbattimento delle tasse regionali per il settore, centro-destra; la Regione Toscana, centro-sinistra, ha stanziato 2 miliardi per la costituzione presso la Fidi Toscana di un fondo di garanzia per i debiti contratti, con termini fino a 60 mesi di dilazione e i primi 12 mesi un abbattimento della quota. La Regione Veneto ha impegnato la Giunta regionale per un fondo di stabilizzazione presso consorzi e cooperative di garanzia. In Lombardia 10 miliardi a sostegno del commercio settore turismo, in attuazione di una legge regionale, la 13/2000. In Emilia Romagna c’è stato un accordo fra Confcommercio, Fial ecc. Insomma, tutta una serie di misure di sostanza.
La Regione Marche si è preoccupata, perché ha studiato, ha partecipato alle riunioni nazionali, ma di fatto non ha preso nessun provvedimento. La mia interrogazione era per attivare la Regione a prendere dei provvedimenti. Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Lazio credo siano le regioni turisticamente più attive, che hanno più presenza per una serie di circostanze (arte, quantità di popolazione nel caso della Lombardia), le Marche nulla. La crisi di queste agenzie è ancora forte, speriamo che a Pasqua ci sia una ripresa, ma in questo momento hanno problemi proprio di gestione. Da qui a qualche mese si potrebbe arrivare a licenziamenti, il che significherebbe perdita di occupazione e perdita di un settore.
Chiedo questo, la risposta è puntuale nello studio e nelle analisi, ma non dà risposte nel merito.



Interrogazione (Svolgimento): «Stabilimento SGL Carbon di Ascoli Piceno” D’Angelo (414)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 414 del consigliere D’Angelo.
Per la Giunta risponde l’assessore Ottaviani.

Roberto OTTAVIANI. Allo stato attuale l’assessorato non ha a disposizione lo studio dell'Università di Perugia ricordato nell'interrogazione
Essendo in particolare il sito della SGL Carbon situato tutto all’interno di un territorio di un singolo comune, è l’ente Comune stesso titolare di tutte le procedure amministrative.
Inoltre, ad oggi l’assessorato, almeno politicamente, se non per alcuni suoi uffici, non è stato mai coinvolto su questa tematica in temi o confronti con l’Amministrazione locale.
In relazione al punto 2 dell'interrogazione si fa presente che è già attiva una procedura definita dal D.M. 471/99 e relativa alla comunicazione di inquinamento pregresso fatta dalla SGL CARBON in data 19.12.2000. Ho con me degli allegati che, se il consigliere D’Angelo ritiene, possono essere forniti. Sono quindi definite ulteriori fasi amministrative esperite fino al 30.4.2001.
Sempre nello stesso allegato è definita la posizione del Servizio Ambiente riguardo l'applicabilità dell'articolo 10 del D.M. 471/99. Nell'allegato 2 è riportata la risposta del Servizio Legislativo al quesito di cui all'allegato 1.
Nell'Allegato 3 è riportato il verbale di una riunione in cui alla fine si chiedeva “al Sindaco di imporre alla ditta l'esecuzione di un piano di caratterizzazione per l'intera area dello stabilimento, comprendendo di fatto anche le ciminiere e pertanto anche le ricadute dei fumi all esterno”.
In data 18.10.2001 il Comune di Ascoli Piceno con un provvedimento dirigenziale “invitava” — invece di ordinare — la SGL CARBON a ripresentare il piano della caratterizzazione; su questo "invito" la ditta presentava ricorso in quanto inesistente come procedura quella dell'invito, nello stesso ricorso la ditta riproponeva la non applicabilità dell'articolo 10 del D.M. 471/99.
Nell'allegato 4 è riportata la nota del Servizio Ambiente in risposta alla richiesta del Servizio Legale.
Il 26.10.2001 il Sindaco emana l’ordinanza n. 576 a carico della SGL Carbon al fine di preparare un piano della caratterizzazione per le sole aree esterne, di fatto dividendo in due il problema creato dalla SGL. CARBON. Cioè, non è possibile fare un piano di caratterizzazione che divida l’area esterna da quelle interne.
Sempre a norma del D.M. 471/99 essendo il sito inquinato tutto nel territorio di un singolo comune, il Comune stesso è il titolare delle procedure amministrative.
Il Servizio Ambiente in data 29.09.2001 prot. n. 15546 inviava un elenco di siti inquinati da inserire all'interno del piano straordinario nazionale delle bonifiche ai sensi dell'articolo 114, comma 20 della legge n. 388/2000; fra i siti proposti c'è anche il sito denominato SGL CARBON ed identificato, almeno inizialmente, come tutta l'area di proprietà ove sorge lo stabilimento.
Chiudo quindi il mio intervento dicendo che il servizio ha svolto un ruolo di consulenza e di supporto all’Amministrazione locale, questo supporto non ha trovato risposta concreta nelle diverse sollecitazioni fatte dal servizio e questo è un dato di fatto che giudico non positivo e, contemporaneamente, la Regione Marche da questo punto di vista non è mai stata coinvolta formalmente, almeno nell’ultimo anno e mezzo per quello che mi riguarda, da un punto di vista politico, nella problematica della Carbon. Ad oggi non esiste alcuna richiesta anche formale o informale da parte dell’Amministrazione locale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Pietro D’ANGELO. Ringrazio l’assessore della risposta avvenuta in modo tempestivo, visto che l’interrogazione è del 17.1.2002, però rimango esterrefatto su alcuni passaggi in quanto tutti sappiamo che la Sgl Carbon è un insediamento ad alto rischio ambientale, pericoloso per la salute dei cittadini. Non a caso, come dicevo nell’interrogazione, al punto 8 della mozione programmatica di questa maggioranza si dice, quando si parla delle aree ad elevato rischio ambientale, che la Sgl Carbon di Ascoli Piceno è manifestamente incompatibile con il sistema urbano di Ascoli Piceno e che è da dismettere, delocalizzare o riconvertire. Questa è un’affermazione forte ed è un punto programmatico di questa maggioranza.
Che l’Amministrazione di Ascoli non abbia coinvolto la Regione e che attui degli interventi amministrativi non corretti, come quello di “invitare” invece di “ordinare” è un dato ormai acclarato della manifesta volontà dell’attuale Amministrazione di Ascoli Piceno di non affrontare questo problema che è invece drammatico per i cittadini. Non ci dimentichiamo che al di là della mozione programmatica di questa Regione, che dice di andare in quella direzione — e io chiedo che cosa è stato fatto fino ad oggi in relazione a questa dichiarazione di intenti della mozione programmatica , ma lei su questo non mi ha risposto, perché probabilmente non ha fatto gran che — sappiamo che a est della Sgl Carbon, per sei ettari sono stati riscontrati inquinamenti da Ipa tre volte superiori ai limiti di legge e la stessa legge vigente dice alle autorità competenti di intervenire già al momento in cui la concentrazione si avvicina al limite massimo. Qui l’abbiamo superato di 2-3 volte, per 6 ettari.
Fino ad oggi, al di là delle disquisizioni “interno-esterno” su cui non voglio entrare, nulla è stato fatto. Aggiungiamo a questo i contenuti dell’udienza preliminare tenutasi lunedì 14 gennaio 2002 al tribunale di Ascoli Piceno: lei saprà, assessore, che la magistratura di Ascoli Piceno ha rinviato a giudizio sette dirigenti della Sgl Carbon con l’accusa di omicidio e lesioni colpose plurime per la morte per cancro alla vescica e al polmoni di 12 operai che avevano lavorato allo stabilimento ascolano.
E’ chiaro ormai ed acclarato, che questo insediamento è pericoloso per i lavoratori e per i cittadini, anche perché dall’insediamento della Sgl Carbon — parliamo del 1917 — ad oggi c’è stata un’espansione urbana del centro di Ascoli. Mentre nel 1917 si trovava alla periferia urbana, oggi questo insediamento così pericoloso si trova nel tessuto urbano di Ascoli Piceno.
Al di là di quanto da lei affermato, non so a questo punto i cittadini di questa città cosa devono fare, vista l’azione “blanda” del sindaco di Ascoli Piceno, e ricordo che tutti i sindaci hanno come primo mandato la tutela della salute dei cittadini. La Regione dice “noi abbiamo fatto di tutto, abbiamo cercato il coinvolgimento dell’Amministrazione locale, ma ricade su uno stesso comune, non fa niente, noi che cosa possiamo fare?”. Ritengo che ci siano dei poteri sostitutivi e ritengo, come è stato fatto su mia richiesta il 26 aprile 2001, che si debba richiedere la convocazione di tutte le parti a una audizione con le due Commissioni competenti, la III e la IV. Il 26 aprile 2001 il sindaco presente alla riunione si era assunto degli specifici impegni. Almeno richiamiamo quel signore qui e diciamo che la Regione, preoccupata della salute dei cittadini non capisce l’atteggiamento di un sindaco che dovrebbe tutelare la salute dei cittadini e sembrerebbe che invece questo non faccia. Almeno questo, altrimenti con il gioco che spesso verifichiamo nell’amministrazione pubblica, del rimbalzo delle competenze, ognuno dice che è competenza dell’altro e di fatto i problemi non si affrontano e, soprattutto, non si risolvono.
La ringrazio nuovamente per la tempestività, assessore, ritengo che forse non poteva darmi altri elementi, perché io ero certo che altri elementi non c’erano, ma la invito come assessore all’ambiente — e farò la stessa richiesta all’assessore alla sanità — ad intervenire sul Comune di Ascoli affinché questo problema venga affrontato seriamente. Non si può scherzare con la salute dei cittadini: gli atti della magistratura, diversi — l’ultimo è quello di rinvio a giudizio per omicidio colposo di sette dirigenti della Sgl Carbon — dicono chiaramente di fronte a che cosa ci troviamo.

PRESIDENTE. La seduta è tolta.


La seduta termina alle 18,00