CONSIGLIO IN DIRETTA / 5
RIFORMA DEL DIRITTO ALLO STUDIO, IL TESTO IN AULA. Via all’esame della proposta di legge che contiene modifiche al sistema del diritto allo studio universitario, con particolare riferimento all’organizzazione degli ERSU. Parola ai due relatori sull’atto. Al vaglio anche una quindicina di proposte emendative. Ad assistere alla seduta una nutrita rappresentanza di dipendenti provenienti dalle diverse sedi universitarie.

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Dopo diverse proroghe alla gestione commissariale degli ERSU regionali, giunge all’esame dell’Aula il Testo della proposta di riforma complessiva del diritto allo studio universitario. Un Testo (quello “base”, ad iniziativa della Giunta regionale) accompagnato da altre due disegni di legge, il primo a firma dei consiglieri del Pd, il secondo del consigliere del M5S, Piergiorgio Fabbri. Uno dei punti cardine della proposta di legge dell’Esecutivo è l’individuazione di un nuovo soggetto con personalità giuridica, l’ERDIS (Ente regionale unico per il diritto allo studio universitario) quale organismo operativo della Regione nelle funzioni fondamentali di gestione in tale materia, al posto degli ERSU. L’ERDIS potrà stipulare convenzioni con le Università per la gestione degli interventi a servizio del diritto allo studio. Nell’ambito della riforma viene prevista anche l’istituzione della Conferenza regionale per il diritto allo studio, chiamata ad esprimersi in merito al Piano triennale per il diritto allo studio. All’esame dell’Aula anche un quindicina di emendamenti. Altri aspetti sono stati illustrati dal relatore di maggioranza sul provvedimento, il consigliere Pd, Francesco Giacinti: “Un nuovo modello organizzativo, più efficace, che possa generare maggiori risorse” – è l’ambizione della riforma – “e la possibilità di definire in piena autonomia ulteriori servizi che esaltino le singole specificità territoriali”. Rimarcate, da parte di Giacinti, le garanzie per gli attuali dipendenti degli ERSU. Per la relatrice di minoranza, la consigliera Jessica Marcozzi (FI) si tratta di “una riforma che ha creato diffuso malcontento”. “Una riforma che – ha aggiunto Marcozzi – centralizza ed omologa tutto e tutti, non tenendo conto delle singole specificità territoriali”. (l.b.)
Martedì 14 Febbraio 2017