CONSIGLIO IN DIRETTA/10
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014/2020. L’Aula accoglie la proposta di atto amministrativo che contiene aggiustamenti al PSR per incentivare l’avvio di attività per le giovani generazioni e nelle aree interne. Accolto anche uno specifico ordine del giorno per la formulazione dei bandi modulati su effettive esigenze dei soggetti interessati. Via libera anche ad una modifica tecnica del Piano di edilizia residenziale.

 immagine primo piano Maggiori incentivi per favorire la trasformazione aziendale dei prodotti agricoli, il benessere animale e le attività di salvaguardia delle biodiversità negli habitat naturali delle aree Natura 2000. Sono alcune tra le novità introdotte con la rimodulazione del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, che può contare su finanziamenti per oltre 530 milioni di euro. Il provvedimento è stato licenziato dall’Aula assembleare a maggioranza, unitamente ad uno specifico ordine del giorno, approvato all'unanimità, per una più chiara e puntuale formulazione dei bandi di accesso alle misure di finanziamento. Il relatore di maggioranza, Gino Traversini (Pd), ha ribadito che “occorreva rimodulare il programma di interventi, perché, in questo primo periodo di applicazione, le richieste di contributo sono state di gran lunga superiori rispetto al passato, tanto che abbiamo scelto di rivedere alcuni criteri per l’assegnazione delle risorse”. Introdotti criteri per incoraggiare le giovani generazioni nell’avvio di attività nel settore agricolo, elementi a sostegno delle produzioni biologiche e per favorire le aree interne e montane. Per il relatore di minoranza, Piero Celani (FI), l’atto, oggi votato, “porta con sé delle lacune e delle incongruenze già presenti al momento della sua entrata in vigore”. “Qualche passo avanti è stato indubbiamente fatto, nell’ottica di un necessario aggiustamento – ha aggiunto Celani – ma permangono elementi che ne annacquano l’utilità”. Agli interventi dei relatori è seguito un breve dibattito. Il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri (M5s) ha sollevato “un rischio di frammentazione, in un atto che contiene oltre cento provvedimenti” e ha annunciato voto negativo perché “le modifiche fatte non sono all'altezza e alcune non ci trovano d'accordo”. Il consigliere Luca Marconi (Udc) ha invitato a valutare la possibilità di “introdurre piccoli criteri aggiuntivi nei bandi europei, piccoli punteggi su determinate misure, decisi dalla legislazione italiana o regionale. Questo risponderebbe ad un'idea federalista dell'Europa”. Il consigliere Sandro Zaffiri (LN) ha evidenziato la necessità di “snellire una burocrazia che mette in difficoltà” e ha chiesto “la possibilità di verificare cosa producono questi finanziamenti nel reddito locale e nell'occupazione. La valutazione del Piano è negativa, finché non riusciamo a capire quali saranno effettivamente le ricadute dei finanziamenti”. La vicepresidente Anna Casini, assessore all'agricoltura, è intervenuta in chiusura del dibattito, precisando che “le Marche sono la prima regione in Italia per numero di bandi emanati e per quantità di risorse erogate” e ha ricordato che gli obiettivi del Psr sono “ridurre il consumo di suolo, incentivare il biologico, il ricambio generazionale e l'innovazione”. L'ultimo atto approvato all'unanimità è la proposta di atto amministrativo “Modifiche della deliberazione dell'Assemblea legislativa del 27 dicembre 2016, relativa al Piano regionale di edilizia residenziale”, contenente una integrazione tecnica.
Martedì 14 Febbraio 2017