CONSIGLIO IN DIRETTA/2
ATTIVITA' VENATORIA, IN DISCUSSIONE LA PROPOSTA UNIFICATA DELLA SECONDA COMMISSIONE, LE RELAZIONI DI TRAVERSINI E CELANI. Abbassata la penale per il ritardo nel pagamento dell'iscrizione all'Ambito territoriale di caccia e obbligo per il cacciatore di annotare nel tesserino i capi abbattuti accertati. Presentato emendamento per sbloccare il calendario venatorio dopo la sentenza del Consiglio di Stato.

 immagine primo piano Il testo unificato della Seconda commissione sviluppo economico, di cui sono relatori il presidente Gino Traversini (Pd) e il vicepresidente Piero Celani (FI), recepisce sette proposte di legge a modifica della legge regionale del 1995 che protegge la fauna selvatica, tutela l'equilibrio ambientale e disciplina l'attività venatoria. Le proposte, depositate tra il marzo del 2016 e il settembre del 2018, sono a firma dei consiglieri Giancarli e Talè (Pd), Busilacchi (Mdp), Bisonni (Gruppo Misto), Fabbri (M5s) e Minardi (Pd). Il testo redatto dalla commissione si compone di due articoli. Il primo riguarda la percentuale di mora che il cacciatore deve pagare qualora regoli in ritardo il rinnovo dell'iscrizione al proprio Ambito territoriale di caccia. La maggiorazione delle quota dopo il 30 agosto scende dal 50% al 30%. Il secondo articolo stabilisce che il cacciatore deve annotare in modo indelebile, negli appositi spazi del tesserino personale, il numero di capi di selvaggina stanziale e migratoria dopo gli abbattimenti accertati. Le due modifiche sono state illustrate da Traversini che ha descritto il lavoro svolto dalla commissione, «un anno e mezzo di audizioni e confronti». Il presidente Traversini ha illustrato anche un emendamento che ripristina l'applicazione dei piani faunistico-venatori provinciali fino all'approvazione del piano faunistico regionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2019. Questo consentirà di ripristinare il calendario venatorio, attualmente sospeso dal Consiglio di Stato lo scorso 24 ottobre. La sentenza amministrativa ha accolto il ricorso di alcune associazioni ambientaliste, riconoscendo illegittima la caccia nelle aree della Rete Natura 2000 e nel mese di febbraio, in assenza di una pianificazione venatoria regionale. «E' il nostro contributo per dare una risposta veloce non solo al mondo della caccia, che non ha piacere di vedere ridotto del 50-80% lo spazio di caccia, ma anche per arginare la fauna selvatica, i danni agli agricoltori e i pericoli per la pubblica viabilità. Soprattutto nelle aree interne, non andare a caccia in questo periodo aumenta la presenza dei cinghiali. Attualmente in Italia non ci sono regioni che hanno approvato il piano faunistico regionale dopo l'entrata in vigore della legge Del Rio piani regionali». Per il relatore di minoranza, il vicepresidente della commissione Piero Celani (FI) «non si può assolutamente far pagare il prezzo di questa ordinanza ai cacciatori, per una manchevolezza della Regione che non riesce a tirare fuori il piano faunistico regionale. Le cose vanno programmate. La raccomandazione è che questo piano faunistico venga sviluppato il prima possibile, prendendo spunto dai cinque piani provinciali vigenti. Serve una rivisitazione generale delle norme della caccia, servono risposte concrete per salvaguardare i territori, gli agricoltori, la fauna selvatica e tutto in sistema di gestione del sistema regionale».
(l.v.)
Martedì 6 Novembre 2018